Mai più open space?

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26 Symbols RUBRICA La nuova architettura per uffici: mai più open space? DI S TEFANO D ELLA C ASA Q uello che era chiaro già da tempo, soprattutto per chi lo vive quotidianamente, è che l’open space non è l’uovo di colombo per l’arredamento da ufficio. La filosofia sulla quale si basa il concetto di open space, globalizza- zione, condivisione ed efficienza produttiva si sono rivelati, nel tempo un fallimento quasi totale. NELLA FOTO A DESTRA L’ARCHITETTO SILVIA MAZZOLINI. NELLE ALTRE FOTO ESEMPI DI ARREDI DUFFICIO, INDUSTRIALI E SALE DATTESA. Recenti ricerche, condotte in Europa e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che lavorare in ambienti condivisi, senza un minimo di privacy, non solo creano tensione fra colleghi ma riducono anche la produttività, a causa della riduzione di concentrazione provocata dal brusio di decine di persone, dallo squillio dei telefoni e dal rumore delle macchine da ufficio (stampanti, fax, ecc.). Abbiamo parlato di questo argomento con l’architetto Silvia Mazzolini, amministratore di Tecnotelai S.r.l., vivace azienda bolognese specializzata nella fornitura di arredamenti industriali e mobili da ufficio. “La spersonalizzazione dell’ambiente di lavoro è un concetto obsoleto ed alie- nante – sostiene l’Arch. Mazzolini – l’ufficio deve essere progettato intorno a chi lo vive quotidianamente, passando spesso più tempo al lavoro che a casa pro- pria. Il lavoratore, in generale, si sente disorientato e smarrito dalla mancanza di protezione, tanto che oggi le nuove linee di pensiero arrivano addirittura a pensare ad una postazione di lavoro “guscio”, in grado di avvolgere e coccolare la persona.” “Dobbiamo riguardare al passato – continua l’Arch. Mazzolini – e tornare a pensare l’ufficio come un luogo piacevole e stimolante. Oggi gli ambienti di lavoro sono spogli, quasi mai progettati per chi li fruisce, e la scusa della crisi in cui versa l’Italia non regge. Si possono ottenere spazi eleganti puntando l’attenzione su poche cose, per primi i colori. Perché una parete deve essere bianca o grigia? Allo stesso costo di una imbiancatura si possono ottenere giochi cromatici che ravviverebbero l’ambiente donandogli energie positive e,

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Recenti ricerche, condotte in Europa e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che lavorare in ambienti condivisi, senza un minimo di privacy, non solo creano tensione fra colleghi ma riducono anche la produttività.

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La nuova architettura per uffici: mai più open space?d i S t e f a n o d e l l a C a S a

Quello che era chiaro già da tempo, soprattutto per chi lo vive quotidianamente, è che l’open space non è l’uovo di colombo per l’arredamento da ufficio. La filosofia sulla quale si basa il concetto di open space, globalizza-zione, condivisione ed efficienza produttiva si sono rivelati, nel tempo un fallimento quasi totale.

nella foto a deStra l’arChitetto Silvia Mazzolini.nelle altre foto

eSeMpi di arredi d’uffiCio, induStriali e Sale d’atteSa.

Recenti ricerche, condotte in Europa e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che lavorare in ambienti condivisi, senza un minimo di privacy, non solo creano tensione fra colleghi ma riducono anche la produttività, a causa della riduzione di concentrazione provocata dal brusio di decine di persone, dallo squillio dei telefoni e dal rumore delle macchine da ufficio (stampanti, fax, ecc.). Abbiamo parlato di questo argomento con l’architetto Silvia Mazzolini, amministratore di Tecnotelai S.r.l., vivace azienda bolognese specializzata nella fornitura di arredamenti industriali e mobili da ufficio.“La spersonalizzazione dell’ambiente di lavoro è un concetto obsoleto ed alie-nante – sostiene l’Arch. Mazzolini – l’ufficio deve essere progettato intorno a chi lo vive quotidianamente, passando spesso più tempo al lavoro che a casa pro-pria. Il lavoratore, in generale, si sente disorientato e smarrito dalla mancanza di protezione, tanto che oggi le nuove linee di pensiero arrivano addirittura a pensare ad una postazione di lavoro “guscio”, in grado di avvolgere e coccolare la persona.”“Dobbiamo riguardare al passato – continua l’Arch. Mazzolini – e tornare a pensare l’ufficio come un luogo piacevole e stimolante. Oggi gli ambienti di lavoro sono spogli, quasi mai progettati per chi li fruisce, e la scusa della crisi in cui versa l’Italia non regge. Si possono ottenere spazi eleganti puntando l’attenzione su poche cose, per primi i colori. Perché una parete deve essere bianca o grigia? Allo stesso costo di una imbiancatura si possono ottenere giochi cromatici che ravviverebbero l’ambiente donandogli energie positive e,

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con cifre abbordabili, arredare le postazioni di lavoro con elementi decorativi in grado di trasformare una stanza triste in un posto piacevole, il tutto a favore della qualità di vita e, conseguentemente, della produttività delle persone”.Qual è la filosofia di Tecnotelai nell’arredo da ufficio?“Il nostro approccio si differenzia già dal primo contatto con il cliente. Al primo colloquio il referente viene affidato ad un consulente che ne identifica le esi-genze e sviluppa un progetto dedicato, sulla base delle necessità e del budget a disposizione. La nostra filosofia è quella di creare un posto di lavoro salutare, piacevole e, soprattutto, ergonomico. Una delle caratteristiche più importanti, da questo punto di vista, in un ufficio è la seduta, un particolare al quale viene data poca importanza ma che risulta essere fondamentale. E’ meglio ridurre l’investimento sugli arredi e investire su sedie e poltrone ergonomiche, una spesa che sarà ripagata dalla soddisfazione del lavoratore. In Tecnotelai diamo molta importanza alle aree comuni, che diventano il centro di aggregazione in azienda. Le persone avranno la possibilità di rilassarsi e trasformare una semplice pausa in un momento di relax”.In conclusione, cos’è per Lei l’ufficio?“E’ il posto dove passiamo la maggior parte della nostra giornata, più sarà bello ed accogliente, maggiore sarà la voglia di viverlo, un concetto semplice ma efficace.”

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