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Revista Budo International Italia. Arti marziale e sport da Combattimento. Edizione maggio'2013

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Il fondo e la forma:“Ho il WingTsun ORIGINAL!”No! Non allarmatevi... non ce l'ho! Il titolo della colonna di questo mese é

veramente una provocazione perrichiamare la tua attenzione, carolettore… Quello che è certo é chedurante i miei viaggi per tenere corsi eformazione in tutto il paese, mi fannomolte volte la domanda: Il suo Wingtsuné “originale”?

WINGTSUN

p. 50

Il Maestro Pantazi e ilMaestro Macarthy sonodue degli insegnanti piùrichiesti attualmente nelmondo. Essi offrono unapossibil ità senzaprecedenti, perchéchiunque possa ottenerericonoscimento ecredibil ità a l ivellomondiale nella venerabilearte del KyushoJutsu.

KYUSHO

p. 16

Samurai Chanbara è un mixdi sport da combattimento,attività ludica e arte marzialealla portata di tutti. Chanbarafu creato una trentina di annifa in Giappone da alcuniMaestri di Kendo per poterpraticare l'arte della katanasenza pericolo di lesioni pergli allievi, usando spade digommapiuma. SamuraiChanbara ha portato la suaevoluzione un passo avantiintegrando l'aspettoeducativo di crescitapersonale e la parte ludica,trasformandosi in una praticaindividuale e di gruppoadatto tutto il pubblico.

SAMURAI CHANBARA

p. 56

La lotta Grappling possiede ungrande arsenale di tecniche e ilnostro lavoro è consistito nelcercare quelle posizioni dicontrollo e finalizzazione cheportino all'ammanettamento,dando una applicazionepoliziesca a questo sistema dicombattimento. Con il terminepoliziesco alludo a tutti coloroche operano nel settore dellasicurezza, pubblica e privata elegalmente abilitati a fare usodella propria forza fisica, dibastoni o altro per la difesa,

manette o armi da fuoco. Con le peculiarità propriedi ognuno e rispondendo a criteri di congruenza,opportunità e proporzionalità.

POLICE GRAPPLING

p. 74

Risulta sorprendente chel'icona indiscutibile delle artimarziali, Bruce Lee, con la suapiccola statura e l'esilecorporatura (1.71 m e 61.2 kg)avesse una potenza tale nei suoipugni, da essere accostata aquella di un peso massimo. Mala cosa veramente straordinariaè che non si distingueva tantoper la forza dei suoi colpi,quanto per la sua devastanteesplosività…

ARTI DA COMBATTIMENTO

p. 26

Più passa il tempo, più si ripeteil concetto che non esistono piùamicizie vere e genuine comequelle deliziosamenterappresentate nelle scene dei filmsugli eroi leggendari. C'è chi diceche l'amicizia è passata di moda,e chi afferma che in realtà non èmai esistita del tutto. Siamodunque destinati a un camminosolitario?

p. 20

OGAWA HA

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

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Il nostro collaboratore e7°Dan Salvador Herràiz, chenegli anni '80 si allenòripetutamente con il MaestroSuzuky e anche se le lorostrade presero direzionidifferenti, si sente in doveredi onorare la memoria diquesto Maestro cheincontrò, oltre che sultatami, anche nella sua casalondinese.

p. 42

WADO RYU

Poco tempo fa,una leggenda dellearti marziali eattore in molti filmdi Kung Fu, ChiuChi Ling,organizzò unviaggio nel suddella Cina. Oltre ai

numerosi anniversari che si sarebbero festeggiatiin quei giorni, il viaggio sarebbe culminato con ungrande torneo il “World Top Kung Fu

Championship”, Un viaggio che sarebbe sicuramente una bellaesperienza per ogni praticante di Kung Fu.

p. 88

WADO RYU

Le origini dei grandi stili sono spessosingolari. Il Taekwondo fu creato da uninsegnante di Karate e l'Hapkido fu fondatoda un insegnante di Aikido. La specificitàdelle arti marziali di un paese può andareben oltre l'etichetta di origine che portanocon se. Il Vovinam non sfugge a questoconcetto.

VOVINAM VIET VO DAO

p. 50

P er ogni praticante di MuayBoran lo stadio finaledell'aprendimento di base dell'ArteMarziale è rappresentato dallostudio delle interazioni tra glielementi tecnici offensivi edifensivi: combinando le strategiedi attacco con quelle destinate aneutralizzare le azioni aggressivedell'avversario, avremo finalmentea disposizione i principi delcombattimento reale, le tecniche didifesa e contrattacco chepermettono di costruire il vero“fraseggio” della lotta partendo daisuoi componenti fondamentali.

MUAY BORAN

p. 102

L'autore di questo reportage,Sergio Hernàndez Beltràn, unesperto e specialistaconsumato di Karate e Kobudotradizionali, ci presenta inquesto lavoro un nuovo DVD diBudo International sulla scuolaShorin Ryu, con uno dei pìùprestigiosi maestricontemporanei.

SHORIN RYU

p. 06

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttor: Leandro Bocchicchio, Marcos Bava.Pubblicità e Redazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson,Yoshimitsu Yamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, LillaDistéfano, Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, CarlosZerpa, Omar Martínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, FrancoVacirca, Bill Newman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi,Marcelo Pires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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on finisce di sorprendere che il tema ricorrentedella bontà e della malvagità continui a essererigurgitato da ogni generazione, come sel'argomento fosse di così difficile digestioneda richiedere uno stomaco da ruminante,piuttosto che da essere umano. Il fatto è che è

un tema è eterno e le cose eterne non si risolvono in un batterd'occhio, ma vengono adattate al contesto evolutivo dellacollettività. La parte di noi che comunica col mare magnumdell'inconscio collettivo, respira costantemente nel continuoincedere del cambiamento, nel perenne mettersi indiscussione, per far si che gli aggiustamenti indispensabili allanostra evoluzione abbiano luogo. In questo magmaessenziale, ognuno di noi viene continuamente stimolato perla propria necessità di mettersi in gioco, poichè solo così èpossibile attuare una crescita consapevole.Visti dall'alto, vale a dire con sufficiente prospettiva e

distanza, buono e cattivo appaiono come aggettivi di forzeindistinte tra loro. Se tutto proviene dall'esplosione originariadell'Uno in movimento (Universo), “Tutto” era contenuto inquella forza primordiale; il bene e il male, positivo e negativo,sono solo polarizzazioni successive (se così si puòdire...perchè di fatto non esistevano nemmeno ne il tempo nelo spazio!). Sono definizioni, il più delle volte moraliste, cheanche se viste con un pò più di rigore, sarebberosemplicemente energetiche, sgorgate da una forza unica chesi polarizza all'infinito. Quell'energia che come tale ne si creane si distrugge, deambula in costante mutazione, seguendocanoni che rispondono a un Ordine...o no? Sta qui il grandeatto di fede della filosofia e della scienza: Esiste un Ordine ono? Ma Ordine e Caos non sono già gli opposti l'unodell'altro?Una delle ragioni del successo che hanno avuto termini

come Yin e Yang nella nostra cultura moderna, si sostienesulla base della sua neutralità morale. Anche quando terminicome “positivo e negativo” sono usati scientificamente,contengono nella loro struttura semantica un certoposizionamento o classificazione predeterminata. Yin e Yangcome delle voci estranee a tutto ciò, superano questa prova epermettono di avvicinarsi con una certa impeccabilità a unaquestione che scompagina le menti più illustri.Per i classici greci, la polarità essenziale non era il Caos ma

i suoi figli Eros e Eris, l'amore e la guerra. Quel Caosprimordiale ha un'altra chiave di lettura in Castaneda che lochiama “ciò che non si può conoscere”. L'inconoscibile è unconcetto odiato dalla la filosofia, tuttavia è da persone saggeammettere i nostri limiti strutturali di fronte a questioni chesuperano le nostre capacità, non alla maniera delleargomentazioni religiose, che pongono questo “mistero” comebase di una limitazione che precede un altro livello di ciò chesi ignora, “lo sconosciuto”, no! Prima dello sconosciuto lospirito dell'uomo si può elevare e deve farlo come fecePrometeo, che rubò il fuoco agli Dei (la coscienza) per darloagli esseri umani. Questa è la base dell'evoluzione e dellacrescita, della trasgressione e della trascendenza che ci fannoandare avanti, verso l'alto, verso il profondo, verso il Tutto.Ciò che non si può conoscere è simile alla possibilità che un

essere bidimensionale avrebbe di interpretare la natura di unapiramide che poggia su un piano, conformandola al suouniverso percettivo. Questo esempio, che non è mio, ma chelo sentii da Shidoshi Juliana, spiega perfettamente l'idea a cuimi riferisco quando cito Castaneda e il suo “ciò che non sipuò conoscere”. L'essere bidimensionale percepirebbe la

piramide come tre linee unite che crescono o decresconosecondo il suo posizionamento sul piano della realtà cheappartiene al proprio universo.In ogni modo, guardare in faccia tale questione continua ad

inquietarci quasi fosse un dubbio offensivo. Così,arrampicandoci sugli specchi cerchiamo di esimerci dalleresponsabilità, il tutto prima di ammettere che ogni decisioneè e sarà sempre nostra. Socialmente ne parliamo perchèdavanti al timore di “pericolose giustificazioni” le modernefilosofie tremano. Al povero Nietzsche capitò con San Benito(Mussolini ndt) che per giustificare il nazismo, lo trasformò suomalgrado nel suo modello filosofico e suo precursore. Non èstato tanto per la concomitanza spazio-temporale di entrambigli avvenimenti, quanto per il fatto che questa risponde allalegge della sincronia, non a quella di causa ed effetto; CheHitler ammirasse Wagner o che molti nazisti fossero affascinatida Nietzsche, non fa di questi geni dei criminali dacondannare, così come non lo è un coltello se invece di essereusato per tagliare le verdure, serve a un marito oltraggiato perscorticare una moglie infedele.Il “buonismo” è ancor più pericoloso, perché rende incapaci

di giudicare e quest'assenza di autenticità spinge aconsiderare il mondo come sconvolto da una baraonda, colrisultato che poniamo divieti su qualsiasi cosa. In Spagna nonsi possono vendere nunchaku, perché qualche idiota l'hausato per rompere la testa a qualcuno, mentre un altro giornoil colpevole era un cacciavite…tremate elettricisti! La “cosa”non è il suo utilizzo e la filosofia lo è ancora meno.Riconosciamo comunque la difficoltà implicita nel gestirci in

termini di dualità. Luce e ombra, positivo e negativo, bene emale…sono voci che ci dirigono sempre in una direzioneprestabilita. Ma il fatto è che nemmeno il peggior assassino siconsidera come il male! Ecco che l'inganno di queste parole èservito, perché il cervello umano è stato predisposto ascegliere, sempre. Questa funzione, così utile alla nostrasopravvivenza, è tuttavia una perversione in se stessa perpoterla considerare come una verità con la V maiuscola.Forse, dopo la propria morale, strumento per uniformare leabitudini di un epoca, questa potrebbe essere una delleprincipali cause della nostra confusione su una problematica,sfuggente come poche altre.L'intelligenza ci predispone senza dubbio a riflessioni più

acute, quando osserviamo la questione da una prospettivascientifica: se l'energia ne si crea ne si distrugge, la stessaquantità indeterminata di ciò che “è”, si manifesterà sempreben determinata nel suo permanente equilibrio. Quando lapolizia occupa il quartiere cinese, le prostitute e i magnaccianon spariscono…se ne vanno da un'altra parte. I moralistidicono “le prostitute e i magnaccia sono il male!”, mentre ilsaggio osserva tutto e tutti e capisce che non si possonomettere le “porte in un campo”. Il confine tra il bene e il malesi dissolve quando lo si guarda oltre lo spazio e il tempo, ilbene di oggi è il male di domani, il cattivo qui è buono lì…, unargomento difficilmente accettabile per persone dallo spiritolimitato, che nel loro bisogno di essere assoggettativorrebbero assoggettare ogni cosa, ottenendo cosìirrimediabilmente l'esatto contrario di ciò che perseguono.Meglio di me, lo dice il proverbio: La strada per l'inferno èlastricata di buone intenzioni!Il coltello non è uno strumento del male; grazie ad esso

possiamo preparare deliziose pietanze e realizzare molte altrecose che fanno del mondo un posto migliore. La mano che loimpugna farà la differenza; nulla sostituisce le conseguenze di

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“Il dramma non è scegliere tra il bene e il male,ma tra il bene e il bene”

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

“Dobbiamo rinunciare alla cattiva abitudine di voleressere d'accordo con un gran numero di persone”

Friedrich Nietsche

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ciascuna decisione. Il fuoco che distrugge un bosco è lo stesso che ciriscalda un una fredda notte d'inverno, lo stesso che emaniamo edistribuiamo nel nostro corpo attraverso il sangue e che ci mantienein vita. Le ombre non sono malvage a priori, neanche le strade chevi transitano attraverso; sono la conseguenza del riflesso dellaluce, esistono perché sono dipendenti tra loro…ma poi, nelmomento di scegliere, preferiamo sempre la luce, senzarenderci conto che sono soltanto sfumature della stessacosa; in definitiva l'oscurità è soltanto assenza di lucee la luce è solo un insieme di relativa oscurità, cheesplode quando raggiunge un livello disaturazione gravitazionale sufficiente.Non c'è bianco ne nero, tutto è una

scala di grigi che si polarizza in colori; èl'apparato “lettore” di tali frequenze checi permetterà di vederli o meno; questoapparato, spiritualmente parlando, è lapropria coscienza nella sua unica eassoluta definizione, che si stabilirànel giusto livello vibrazionale, e saràciò che, in parole povere, cisintonizzerà nella suacomprensione.“Ignorantia juris non excusat” -

Niente esime o esclude l'uomodalle conseguenze delle propriedecisioni e queste vengonoprese sempre nel segno di unalimitata capacità dicomprendere e valutare le loroimplicazioni. La legge divina,come accade in quella umanache vorrebbe imitarla, non accettascuse, perché non esiste moraleche la permea; tutto è energiaindeterminata e questa risponde soloal grande Ordine.Gli unici strumenti sempre adatti a tali

argomenti, sono e saranno la conoscenza ela coscienza, nient'altro, la nostra capacità diimparare e comprendere, che non può essereinfluenzata da pregiudizi morali, ne daatteggiamenti meschini e timorosi. Ilmovimento si fa con due gambe: scegliere trala destra o la sinistra, ci farà camminarecome zoppi.Una delle mie definizioni preferite del

saggio è quella di colui che è capace divedere il mezzogiorno nel bel mezzo dellanotte. Questo si che è essere aldilà del benee del male! Inevitabilmente le cose non sonobuone o cattive per quello che sono, ma per ilmodo in cui viviamo con esse... Sminuire iltutto con spiegazioni semplicistiche, nonrisolve certo i problemi… li crea.

Alfredo Tucci est General Manager deBUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.Email : [email protected]

http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia

Traduzione: Chiara Bertelli

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Reportage

Testo: Sergio Hernández Beltrá[email protected]

Fotos: © www.budointernational.com

“Il karate tradizionale diOkinawa, vede la pratica delkata (modo) ed il kumite

(combattimento) come unicoed indivisibile”

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Karate

I buoni esempi di karatetradizionale sono oggi difficili datrovare. Il karate é diventato unosport molto competitivo, e si èdiffuso in tutto il mondo, tuttavia lesue radici continuano ad essere vivee quest'articolo ne è un buonoesempio. L'autore di questo servizio,Sergio Hernandez Beltrán, esperto especialista consumato del karate edel Kobudo più tradiz ional i , c ipresenta in questo lavoro unnuovo DVD di BudoInternational sulla scuolaShorin Ryu con unodegl i insegnanticontemporanei piùfamosi

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OKINAWA SHIMA HA SHORIN-RYUKARATE-JUTSU

UN ANTICO STILE IN UNA EPOCA MODERNAIl karate tradizionale di Okinawa, vede la pratica del kata(forma) ed il kumite (combattimento) come unico ed indivisi-bile. In dialoghi e conversazioni con il mio insegnante,Shihan Toshihiro Oshiro, sento spesso fare da lui un paral-lelo tra il karate e l'arte della spada. Spiega che l'attualeKendo si basa nel combattere con una armatura (Bogu) econ una Shinai, una spada fatta con lamine di bambù.Ma i kenshi (praticanti di spada), quando praticano con

una spada vera, lo fanno solo sotto forma di kata. A partire da questa similitudine del Maestro Oshiro, lo stile

basa il suo lavoro nel comprendere la biomeccanica corpo-rale ed il sistema fisico dinamico interno attraverso gli anti-chi kata.Ciò che inizialmente richiama l'attenzione iniziando a prati-care lo stile, è che mantiene la l'antico modo di praticare ilkarate come un sistema unitario, contrariamente alle dis-tinzioni che si trovano nell'attuale karate sportivo. Al giorno d'oggi, nella maggioranza degli stili modernidi karate, si considera la pratica del combattimentocome qualcosa di distinto dal kata. Inoltre, il kata haperso a sua volta ogni significato se non per i propripraticanti e per il pubblico che assiste ai tornei.Apprezzano soltanto la loro bellezza esterna

nell'esecuzione, similmente a quando si assiste aduna coreografia o alla ginnastica artistica.A molti praticanti del karate moderno piace padroneg-giare la grazia e la plasticità del Kata senza interrogarsisul suo scopo essenziale. Il lavoro di Kata e di Kumite di questi praticanti nonva all'unisono, è differenziato. Non considerano il fattoche senza dominare realmente il Kata, non possonofare Kumite come arte marziale. In questo modo, ilkata è visto come qualcosa di inutile ai fini del com-battimento e molti praticanti che cercano una efficaciafunzionale nella loro disciplina hanno cessato di prati-carli o si sono orientati verso altre discipline che nonpraticano forme.

I movimenti degli attuali e moderni kata nonsono efficaci nei combattimenti d'addestra-mento né nelle competizioni.Kata deve essere l'espressione mas-

sima del controllo corporale e di estremaefficacia. È una perdita totale di tempo e di energia imparare e praticare il kata senza domi-nare l'efficacia dei movimenti. Nella Comunità del Karate tradizionale alcuni specialisti chia-mano queste forme moderne Kata Statici, poiché i loro movimenti fisici e mentali rimangono

senza progressione e si continuano a praticare soltanto “per seguire la regola” cioè, si non cercadi andare più lontano, rimangono chiusi nella prima fase, la più elementare.

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Padroneggiare il Kata ha alla suabase lo stesso concetto che serve perpadroneggiare il Kumite. Gli stili dikarate che non contengono i principitempo e gravità non comprendonol'essenza delle arti marziali autentiche,delle discipline di combattimento reali.L'antico stile Shorin-Ryu, che viene

dal Shuri-Te, era uno stile concepitoper combattere contro avversariarmati. In molti aspetti, si può osser-vare una certa origine di movimentiche erano effettuati portando armi. Inaltre parole, era uno stile creato daguerrieri e per guerrieri.Era una tecnica completamente

opposta alle origini ed ai concetti delNaha-Te, arrivato successivamenteall'arcipelago di Ryu Kyu.Gli antichi insegnanti di Okinawa

dicevano: “Lo Shuri-Te è il Karate diOkinawa”.L'espressione così poco compresa

“un colpo per uccidere” deriva dalKarate Shuri-Te. Era un concetto, non una tecnica,

che si basava sulla schivata o l'anti-cipo dinanzi ad un nemico armato perucciderlo con solo colpo o metterlofuori combattimento. Non c'era una seconda occasione,

era una questione di vita o di morte,non era prevista una “medaglia d'ar-gento”. Questo perché l'avversario eraarmato e perché esisteva anche lapossibilità di dover affrontare più di unavversario, e quindi non c'era tempoper combattere a lungo.Possiamo ancora vedere vecchie

fotografie dove si può osservare imaestri in posizioni che al giornod'oggi sono completamente cambiate. L'utilizzo di una posizione laterale, il

quasi allineamento dei piedi, il

concetto “di galleggiare” ed il modo dicompiere rotazioni di 180º (kawate) in180º appare strano agli occhi di chi èabituato a praticare posizioni statiche,fisse e ampie, giri in due tempi ed aaffrontare l'avversario frontalmente perpotere utilizzare la moderna ed estesatecnica del Gyaku Tsuki, per la quale ènoto il Karate moderno.Il concetto di base del lavoro dello

stile si basa sul concetto della lineacentrale Seichusen, che è l'asse didifesa e d'attacco. Il kata in Shima Ha Shorin-Ryu, si

basa su questo concetto e si mantieneindipendentemente dalla direzionenella quale ci muove.In quanto al ruotare di 180º o

kawatte, questo termine è tradottocome “cambiare”, invece del mawatteclassico, tradotto come “girare”. Per il praticante moderno questa è

una scoperta, capendo che facendoloin un solo tempo invece di due - comeè abituale negli stili Naha (Goju-Ryu,Uechi-Ryu), come negli stili di Shuri-Te(stili Shorin-Ryu) - permette di guada-gnare velocità, cioè, cambiare“tempo” e creando il fattore sorpresa.Quest'aspetto, grazie all'allinea-

mento dei piedi, é una posizione moltocomune nei vecchi stili di NihonKobudo (Antiche Arti Marziali delGiappone) di cui oggi siamo a conos-cenza, che erano sempre praticati conle armi. Insisto sull'aspetto marzialedella pratica, comprensibile per il com-battimento reale, non tanto per unapratica sportiva dove l'avversario non èarmato e si non teme di rimanere feriti,né di morire.Concetto della

ricerca dell'equilibrionel non-equilibrio

Esistono tecniche nel kata nei qualisi applica questo principio, che lamaggioranza non può comprendereper essersi persa l'applicazione pra-tica reale. Ma è certo che anche se cisi ritrova squilibrati, si mantiene l'equi-librio nel momento in cui si arrivaall'impatto con il bersaglio. Nel kata, visono molti modi per di attenuarequesto squilibrio, che nell'applicazionenon sarebbero necessari, ma che lamaggioranza interpreta come “la fine”della tecnica. Il modo di effettuare unotsuki e le sue differenze con gli stilimoderni è basato sul fatto che l'ener-gia non è lanciata verso l'esterno, masi lascia nell'interno, “trattenendo” latecnica. Visto da fuori “sembra” unotsuki potente ed a chi lo effettua dàuna sensazione di potenza senzauguale, ma in realtà non “attraversa” ilbersaglio.L'origine dello stile in linea con l'an-

tico Karate ed i suoi concetti, permettedi osservare nel suo operare leinfluenze diverse, quella del Tomari-Te,dove una qualità primordiale è la tem-pistica. Inoltre gli afferraggi o le presedurante l'addestramento di combatti-mento, o come liberarsene, è altret-tanto importante. Lo stile Tomari-Teinsisteva sottolineava sulle proiezioni egli squilibri, poiché l'antico Karateaffrontava il combattimento a cortis-sima distanza. Questo si può vedere nei bunkai che

sono effettuati in Shima Ha.Abituati a frammentare, organizzare,

equilibrare, numerare, la fisicità masoprattutto l'atteggiamento mentale

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Karate

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SHIMA HA SHORIN-RYUKATA

Kihon KataKihon Kata IchiKihon Kata NiKihon Kata SanPinan KataPinan ShodanPinan NidanPinan SandanPinan YondanPinan GodanKata Intermedios / AvanzadosNaihanchiWankanWanshuJitteAragaki no SochinRohaiTomari PassaiItosu PassaiMatsumura PassaiKyan no ChintoKoshiki WankanChatan Yara no KusankuMatsumura KusankuGojushiho (1)Gojushiho (2)

“Numerosi esperti diOkinawa di grande livello,hanno scelto di praticare einsegnare come si faceva

anticamente”

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del praticante moderno, “soffre” nelnon riuscire ad entrare nella formadell'antico karate.È necessario rimuovere “il cristallo”

della nostra “visione” per potere“vedere” e comprendere questo stile

di karate ancorato alle sue origini. Nonè probabilmente uno stile adatto pertutti, ma per quelli realmente decisi aprovare a comprendere e soprattuttoad apprendere (non superficialmente)è senza dubbio una sfida.

La possibilità di apprendere, almenoi concetti del movimento, può ancheportare al karateka moderno, vantaggiche miglioreranno il suo rendimento.

STORIA Masao Shima(1933-2003) Numerosi esperti di

Okinawa di grandelivello, hanno scelto dipraticare ed insegnarenel modo tradizionale,cioè a porte chiuse,continuando secondoloro, la via corretta delBudo autentico.Viene chiamato

“Kakure-Bushi”. Ci sono stati grandi

esperti che si sono for-mati prima, durante edopo la 2ª Guerra mon-diale e che ottenendoun elevato livello, nonhanno mai raggiungerela notorietà. Hannopreferito crescere“dentro” e non perdereil loro tempo diffon-dendo la loro arte, alla

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Karate

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ricerca di gratificazioni o di denaro.Molti di quest'insegnanti hanno prefe-rito non sprecare il loro talento dandolezioni ed perseguendo un interessecommerciale ed hanno scelto di inse-gnare ad un gruppo ridotto di personee “crescere” correttamente. Tra questi maestri figura Sensei

Masao Shima.Masao Shima ha studiato

Matsubayashi Shorin Ryu Karate sottola guida di Shoshin Nagamine, di cuiShima è stato uno dei suoi allievi piùimportanti. Shoshin Nagamine aveva proibito di

praticare Kumite libero nel suo dojo.Per questo motivo, Shima Sensei conaltri, hanno fondato un Dojo per poterepraticare liberamente Kumite. Questoè stato all'inizio degli anni cinquanta,poco dopo la sua graduazione comecintura nera.Masao Shima, Chokei Kishaba

(1931-2000) et Kensei Taba (1933 -)hanno fondato un dojo a Kanzatobaru,nella città di Naha ville.Questo Dojo è restato sotto la guida

di Shima Sensei, dopo che Taba eKishaba Sensei se ne andarono.Shima non ha mai chiesto denaro ai

suoi studenti, ma voleva soltanto loaiutassero portandogli acqua, poichéera molto scarsa e doveva essere tra-sportata da lunghe distanze. Nel Dojo de Shima ci sono mai stati

più di dieci allievi.All'inizio degli anni '60 si lavorava

particolarmente sui Kata.Dopo questo, l'addestramento pro-

seguiva con un lavoro di potenzia-mento (tra gli attrezzi si usava ilChishi). Ssi praticava anche con il Bo.Il suo Dojo era famoso per i duri

combattimenti che vi si svolgevano; uninsegnamento opposto a quello che siimpartiva nel Dojo de NagamineSensei più orientato verso il lavoro delKata. C'era una relazione stretta con ilDojo de Nagamine, poiché tutti veni-vano dal dojo di Shoshin NagamineSensei. Quando quest'ultimo morì,Shima Sensei era già 10º Dan e daallora fino al suo decesso, ha diretto ilsuo ramo di Shorin-Ryu.Masao Shima ha vissuto per circa

un anno a Los Angeles (USA).

Stranamente, sono i suoiallievi che risiedono negli USA chehanno finalmente fatto conoscere aquesto “Maestro delle ombre”.Sono: Toshihiro Oshiro, Kiyoshi

Nishime ed Eihachi Ota.

Toshihiro Oshiro Il Maestro Oshiro Toshihiro è nato il

1° maggio 1949 in Haneji, Okinawa,Giappone. Inizia seriamente la praticadel karate a sedici anni, benché a ottoo nove anni, quando frequentava leelementari il suo Sempai gli avesse giàinsegnato Karate e Bojutsu. Nonricorda di avere praticato alcuno stilein particolare all'inizio. Ricorda chedopo la seconda guerra mondiale,molti insegnanti di Karate di Okinawaerano prigionieri di guerra ed uno deicampi di reclusione era vicino aHaneji. Il Karate insegnato alla gente della

zona veniva sicuramente da alcuni diquesti maestri . Il suo primo e princi-pale insegnante di karate è statoMasao Shima Sensei. Un anno dopoavere essere entrato nel suo dojo, ilsuo maestro gli ha raccomandò direcarsi in treno al Honbu Dojo, dellostile Matsubayashi Shorin-Ryu, creatoe diretto dall'insegnante ShoshinNagamine (1907-1997).Quando raggiunse il grado di

Shodan divenne assistente istruttore ein seguito istruttore. Shima sensei lo ha insegnato dal

Fukyu kata fino al Chinto. Presso ilHonbu Dojo, Nagamine Sensei, KushiSensei, Yamaguchi Sensei et SeigiNakamura Sensei (1924-1999) glihanno insegnato soprattutto il Chintokata, Seigi Nakamura Sensei, è quelloche glielo ha insegnato più approfon-ditamente. Tuttavia, il suo riferimentopiù importante nel Karate è il suoMaestro Masao Shima, tanto chechiama attualmente il suo stile Shima-Ha Shorin Ryu.Conobbe Chokei Kishaba Sensei

(1931-2000) (Kishaba Juku Shorin-Ryu) quando divenne cintura marrone.In quel tempo si allenavano di giorno edi notte, sette giorni alla settimana. Haavuto possibilità di essere introdotto

da quest'ultimo al fratello del suoMaestro e in questo modo è statoistruito nel Yamanni-Ryu Bo-jutsu,sotto la direzione di Chogi Kishaba. Inquel tempo, Oshiro Sensei lavorava ilpresso il dipartimento di polizia.Nel 1978, per sostituire di uno dei

suoi sempai di karate, che possedevaun dojo in California e che era morto,andò negli Stati Uniti.Durante i primi cinque anni ha inse-

gnato soltanto karate.Non ha insegnato a nessuno il

Kobudo fino a che un giorno andò adun torneo e vide gente che lo prati-cava. Qualcuno gli chiese di esibirsie quando lo fece tutti rimasero sor-presi dalla diversità del suo stile ris-petto a quelli che normalmente prati-cavano.L'interesse divenne crescente ed ini-

ziarono a chiedergli di insegnare il suostile.Attualmente vive a San Mateo,

California, dove gestisce il suo Dojoinsegna le arti marziali alivello profes-sionsitico. È un insegnante rigoroso edesigente sia per il Karate e che per ilKobujutsu, e esige i movimenti sianoeffettuati correttamentei.In Spagna lo conosciamo dal 2003,

quando al principio è stato invitato pertenere seminari Internazionali diYamanni-Ryu Kobujutsu.

Ryukyu BujutsuKenkyuDoyukai (RBKD) La Ryukyu BujutsuKenkyu Doyukai

(RBKD) è stato fondata in Okinawa nel1985 dall'insegnante Chogi Kishaba edal Sensei Oshiro Toshihiro negli StatiUniti. I fini proclamatii negli statuti diquest'associazione sono la ricerca e losviluppo del Karate di Okinawa e latecnica del Kobujutsu. RBKD é apertaa professionisti e praticanti di ogni stiletradizionale di Karate, che hanno uninteresse serio nella conoscenza dellearti marziali di Okinawa.L'associazione RBKD è diretta dal

Maestro Chogi Kishaba e diretta inEuropa e gli Stati Uniti dal MaestroToshihiro Oshiro.

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Karate

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RBKD basa il suo programma di studi sulle variearmi di Okinawa, in particolare il Bo. Includeanche la pratica e la ricerca di altre armi “tra-

dizionali” di Okinawa, come il Sai, Tonfa,Kama e Nunchaku. Lo stile principalenell'ambito della RBKD è YamaniChinen-Ryu Bojutsu.L'obiettivo e l'intenzione che è dietro

l'azione della RBKD è la pratica delladinamica degli spostamenti ed il movi-mento del corpo caratteristici dello stileYamanni-Ryu, affinché ogni praticante com-prenda il nucleo reale delle arti marziali diOkinawa e questo possa tradursi in un migliora-mento sostanziale nell'esecuzione di forti tec-niche e nei movimenti che si effettuano nelle pra-

tiche a mano vuota.In Spagna enel vicino Stato dei Pirenei, l'Andorra, lo

stile Shima Ha Shorin-Ryu è diretto da Sergio HernandezSensei, Presidente e Direttore tecnico della RBKD-Spagna, sostenuto da altri istruttori ed insegnanti, tra loro,per quanto riguarda il Shima Ha Shorin-Ryu ed il Yamanni-Ryu Kobujutsu, il Sensei Cristobal Gea. Si insegna anche loYamani Chinen-Ryu Kobujutsu, essendo questa disciplinala prima a essere stata conosciura in Spagna.Attualmente, un piccolo ma scelto gruppo di praticanti,

tutti con anni di esperienza in altri stili di Karate e congradi in federazioni autonome e della Real FederaciónEspañola di Karaté, ha scelto di sostenere e lavoraresullo stile e sul lavoro di Shihan Toshihiro Oshiro, sotto ladirezione di Sergio Hernandez Sensei. Undici sono finoad oggi i membri della RBKD-Spagna che si sono graduaticome Yudansha, ottenendo diversi Dan di uno stile tradi-zionale di Okinawa così prestigioso, come è lo Shima HaShorin-Ryu. Col tempo, certamente saranno esponenti diuna visione quantomeno diversa della pratica della nostraarte marziale.

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Reportage

“Al giorno d'oggi, nellamaggioranza degli stilimoderni di karate, si

considera la pratica delcombattimento come

qualcosa di distinto dal kata

“L'espressione così pococompresa “un colpo peruccidere” deriva dalKarate Shuri-Te”

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Karate

RBKA- DOJO ESPAÑADojo aderenti alla RBKD a livello internazionale e membri del Ramo spagnolo.

RYUBUKAN DOJOHonbu Dojo RBKD-EspañaSergio Hernández Beltrán (Hospitalet-Barcelona y Principado de Andorra)Presidente e Direttore Tecnico RBKD-España6º Dan Real Federación Española de Karate (RFEK)6º Dan Federación Catalana de Karate (FCK)3º Dan Shima Ha Shorin-Ryu Karate Jutsu (RBKD)Entrenador Nacional (RFEK)6º Dan Okinawa Dento Kobudo Kyokai (ODKK)5º Dan Kobudo. Federación Catalana de Karate (FCK)3er Dan Yamanni-Ryu Kobujutsu (RBKD)[email protected]

SHIHO WARI DOJOLeoncio García García (Les Franqueses del Vallés-Barcelona)Vicepresidente RBKD-España7º Dan Real Federación Española de Karate (RFEK)7º Dan Federación Catalana de Karate (FCK)Entrenador Nacional (RFEK)Juez Tribunal Nacional de Grados (RFEK)5º Dan Okinawa Dento Kobudo Kyokai (ODKK)4º Dan Kobudo. Federación Catalana de Karate (FCK)2º Dan Yamanni-Ryu Kobujutsu (RBKD)[email protected]

YOSHIKAN DOJOCristola Gea Gea (Ripollet-Barcelona)Segretario RBKD-España6º Dan Real Federación Española de Karate (RFEK)6º Dan Federación Catalana de Karate (FCK)2º Dan Shima Ha Shorin-Ryu Karate Jutsu (RBKD)Entrenador Nacional (RFEK)Juez Tribunal Nacional de Grados (RFEK)5º Dan Okinawa Dento Kobudo Kyokai (ODKK)4º Dan Kobudo. Federación Catalana de Karate (FCK)2º Dan Yamanni-Ryu Kobujutsu (RBKD)[email protected]

DOKAN DOJOMaría Louise González Sanz (San Sebastián)5º Dan Real Federación Española de Karate (RFEK)3er Dan Karate Do Shotokai (KDS)Allenatore Nazionale (RFEK)

Giudice del Tribunale Nazionale di Gradi (RFEK)1er Dan Okinawa DentoKobudo Kyokai (ODKK)[email protected]

KEN-ZEN DOJOVictor Herrero Pérez (Sta. Margarida i Monjos - Barcelona)3er Dan Karate Jutsu - International Martial Arts Federation (IMAF)1er Dan Real Federación Española de Karate (RFEK)1er Dan Federación Catalana de Karate (FCK)1er Dan Okinawa Goju Ryu Kyokai 1er Dan Okinawa Dento Kobudo Kyokai (ODKK)[email protected]

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E' uno dei guerrieri più nobili che abbiamai conosciuto. Con la sua carrieravasta ed internazionale oggi è qui percondividere con voi la sua esperienzanel Kumite e presenta un DVD pieno di

trucchi, idee e concetti esplicativi,risultato di autentica vera

esperienza e di grandededizione. Non solokarateca, ma anchefighter sportivi diqualunque stiletroveranno quiispirazione e verità anon finire, loraccomando contutto me stesso.

Alfredo Tucci

REF.: • BIERMAN3REF.: • BIERMAN3

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

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Ordinala a:

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Associazione internazio-nale di Kyusho-JutsuKokusai Shihankai deiMaestri Istruttori diKyusho-jutsu

NOTA STAMPAPatrick McCarthy Hanshi - E'

Cintura Nera 9º Dan riconosciuto inGiappone ed appartiene alla 5ªgenerazione degli allievi di Karate deOkinawa, che vanta una tradizioneprestigiosa di Maestri Istruttori, acominciare dal Maestro Kinjo Hiroshi edi Maestri del suo Maestro, HanashiroChomo, Itosu Ankoh che lo hannopreceduto e del suo MaestroMatsumura Sokon, zio di HohanSoken), - il pioniere più rinomato diquesta genealogia storica.McCarthy, emigrato australiano

stabilitosi in Canada, che ha studiatol'arte del Karate fin da quando erabambino, con una grande storia nellecompetizioni sportive, prima di recarsiin Giappone nelle vesti di ricercatore delcampo, dove ha conosciuto nuova famacome un autore di best sellers.Ha progettato e sviluppato il primo

corso accademico universitario di ArtiMarziali al mondo; Macarthy é notosoprattutto per avere rinvenuto etradotto in lingua inglese l'antico Bubishi(Noto come la bibbia del Karate: è il testoclassico dell'arte di Okinawa, tratta difilosofia, medicina, tecnica e arti marziali.Nota del Traduttore). Con l'intento disviluppare uno strumento definitivo perpreservare, trasmettere e ottenere unaccreditamento ed un riconoscimento intutto il mondo, due delle più importantiautorità nelle Arti da Combattimento(Hanshi Patrick McCarthy ed il GranMaestro Evan Pantazi), hanno fondatoo ilKyusho-Jutsu Kokusai Shihankai[Associazione internazionale di MaestriIstruttori di Kyusho-jutsu].

Evan Pantazi é probabilmentel'esponente più prolífico dell'Antica ArteMarziale del Kyusho-Jutsu, una autoritànel mondo marziale americano, oltre aessere internazionalmente riconosciutocomo ricercatore d'avanguardia, per isuoi libri, i suoi DVD didattici ed i suoiseminari. Numerosi i suoi viaggi nelmondo per diffondere l'Arte, recando ungrande e riconosciuto contributo. Ricercando la verità e smontando miti

e misteri che avviluppano questo tipo diconoscenze, Pantazi ha progettato ilprimo programma internazionaleautentico di Kyusho, in modo che altripossano apprenderlo in una progressionelogica e raggiungerne un alto grado diconoscenza nel minor tempo possibile.

Insieme, Pantazi e Macarthy sonodue dei Maestri più ricercati oggi almondo. Offrono una oportunità ineditaper chi voglia ottenere riconoscimento eaccreditamento mondiale nellavenerabile Arte del Kyusho Jutsu.

Registro StoricoIl Kyusho è una conoscenza venerata

dagli antichi Maestri che latrasmettevano segretamente ad alcunifamiliari ed a allievoi di fiducia. Questosegreto è stato così ben custodito chela autentica realtà delle tecniche ed iKata sono rimasti nascosti mentre glistili proliferavano. Mentre pochi maestritrasmettevano la vera conoscenza, essaveniva percepita come un mito o unaleggenda.Grazie alla sua recente scoperta, si

trasmette la sua conoscenza nei suoiveri termini, anche se non è cosìconosciuta la sua capacità diapplicazione, né è stata accettata dallamaggioranza degli Artisti Marziali delmondo. Nonostante questo, con questicambiamenti dinamici, non solo si staaccettando l'arte ancestrale delKyusho, ma lo si insegna sempre di più,anche se di pari passo con la diffusionedelle Arti, la qualità dei praticanti si stastaticizzando e addirittura degradando. Sta virando verso teorie inconcludenti

e inappropiate, o verso premesse dibase con poca logica fisica.Con l'avvento di Internet, così come

con la proliferazione di seminaridisponibili, la gente ha fretta di imparareed eseguire trucchi illusori per farsipubblicità e raggiungere un effetto dirilevanza mediatica. Chi frequenta unseminario, un corso,o semplicementecompra video e l ibri, comincia adaffermare di avere raggiunto un livello ouna “cintura nera” in Kyusho. Alcuniposseggono un livello alto in un'altraArte (come i l Karate), ma credonoerroneamente di avere lo stesso livellonel Kyusho, anche se una semplicelettura del loro attestato dimostra chenon lo hanno realmente. Altra questione emergente consiste

nella trasmissione di conoscenze errateo insufficienti, al le quali si sonoaggiunte in modo sbagliato “altre”tradizioni orientali, per compensare ocercare di spiegare l' incredibilepotenziale del Kyusho. Consideriamo errati tutti gli scritti dei

maestri attuali che affermano che ilKyusho usufruisce di teorie o terminipropri dell'Agopuntura. Documentatamente e storicamente,

si tratta di un abbell imento falsoderivante da un malinteso. Questateoria deriva dalla interpretazione di

alcuni disegni ambigui che segnalanouna serie di punti come obiettivi. I maggiori errori sono stati commessi

nella traduzione dei testi checommentavano questi disegni. Peresempio, se osserviamo l'antico testodel Bubishi, o queste note personali o idisegni rispettivamente di Fujita eHohan Soken, che abbiamo qui sotto.Anche se è chiaro che i diagramni

segnalano determinati punti comeobiettivo, quando guardiamo letraduzioni più moderne dei disegni diFujita a sinistra e di Soken a destra,vediamo che non vi é menzionedell'Agopuntura, ma semplicementemenziona localizzazioni. Anche se éfacile comprendere come questo erroreha avuto origine, quando si osservano idisegni orientali e li si compara con lepractiche di Agopuntura, nessuno deitesti arbitrariamente posti in relazionecoincidono. Di fatto, gli scritti attualisomigliano di più ai metodi dellaMedicina Occidentale.Per constatare questo possiamo

esaminare un semplice punto catalogatocomo “osso” da Fujita, Keichu perSoken (e nel Bubishi como Palazzo delvento) - Tutti questi descrivono un puntonella parte posteriore del collo(possiamo vederlo nei disegni). Tutti gliscritti lo descrivono come un puntoletale, (in quello di Sokens si includonole possibili armi da utilizzare) con laperdita di sensibilità de ambedue gliorgani causato dalla stimolazione deinervi del cervello. Non vi è alcunriferimento ai meridiani del Chi, allaAgopuntura o alla Medicina Orientale.

Gradi AttualiI gradi nel Kyusho hanno in qualche

modo, nomi poco appropiati e tendonoal sensazionalismo nella maggior partedei casi per errore, o in alcuni casideliberatamente. La maggior parte dichi chiede di ottenere il grado di “Dan”nel Kyusho pensa che i gradi sono glistessi del ”Karate di Okinawa” (anchese senza dubbio provengono da unfamoso praticante di Kyusho) da qui laconfusione. Il l ivello successivo érappresentato da quello per il quale nonsono qualificati con il sistema di Karatecitato. Vi sono anche coloro i quali siqualificano in Kyusho senza usare ilranking ottenuto precedentemente. Visono anche Artisti Marziali ibridi, ai qualisi attribuisce un grado senza cheabbiano palesato particolari abilità oconoscenze e gli si concede nel Kyushoil medesimo grado che , ad esempio,hanno nel Karate.Si ha disperatamente bisogno di una

vera dottrina e di una gerarchia strutturata

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di gradi e conoscenze nella scienza enell'arte del Kyusho come entità a sèstante. Il Kyusho rappresenta un inisiemedi conoscenze che é o può esserepresente in tutte le Arti Marziali al di làdello stile o delle caratteristiche. Così laqualificazione nel Kyusho non solo nonimpedirá nè sarà predeterminata da ungrado o da una pratica anteriore, ma saràbasata solamente su abilità ottenute percontinuare nella tradizione una veradottrina con criteri internazionalmentericonosciuti.Questa nuova associazione: Kyusho-

Jutsu Kokusai Shihankai, [Associazioneinternazionale di Maestri Istruttori diKyusho-jutsu], é stata fondata peroffrire a tutti coloro che cercano untitolo di valenza internazionale, unanuova dottrina capacità codificate.

Hanshi Patrick McCarthy ha condottouna ricerca e ha raccolto ladocumentazione necessaria performulare una impeccabile dottrina nellastoria di Matsumura Soken (dellafamiglia di Hohan Soken). Evan Pantazicontribuisce con un programmainternazionalmente conosciuto, basatosu abilità sperimentate e sviluppate.Non é una organizzazione perl'istruzione o per un programma, ma érivolto a tutti quei praticanti di Kyushoche desiderano ottenere un titolointernazionale.

CriteriTra le conoscenze base per ottenere il

titolo non saranno richieste conoscenzedella medicina cinese tradizionale, nè

verranno usati i termini della medicinamoderna occidentale, ma si richiederàla dimostrazione reale delle capacità edella precisione acquisite. Il programmaper ottenere l'accreditamento saràvisibile per tutti gli interessati sul sito:http://www.kyusho.com/kyusho-jutsu-kokusai-shihankai.

PreservazioneScopo del Kyusho-Jutsu Kokusai

Shihankai é la certificazione della abilitàdei practicanti di Kyusho di qualsiasiorganizzazione, con il fine di preservarela tradizione e la conoscenza così comefurono concepiti originariamente concriteri di verità e integrità che escludequalunque tipo di intentopropagandistico.

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Questo è stato fatto per preservare epresentare la vecchia conoscenza conun metodo più aperto e comprensibile,perché gli odierni artisti marzial ipossano utilizzare queste capacità aproprio beneficio. Non si richiede di diventare socio.Kyusho-Jutsu Kokusai Shihankai non

è una organizzazione, perciò non ènecessario pagare quote diappartenenza né seguire regole ostatuti interni, tutto ciò che facciamo ègarantire che l' individuo possadimostrare la sua capacità reale e nonsoltanto la teoria. Kyusho-JutsuKokusai Shihankai è semplicemente unprocesso di verif ica di capacità,secondo una serie di criteri peracquisire un certo livello, in modo dastabilire una graduatoria di praticanti.

Qualsiasi praticante di qualsiasiorganizzazione può presentarsiall'esame, se riesce ad ottenere unpunteggio non inferiore al 85% nei 10livelli citati, otterrà la cintura nera. Nonsolo gli verrà attribuito il grado, ma gliverrà fornito anche il programma perottenere il successivo grado.

Tempo I l programma è concepito per

ottenere rapidamente il livello seguente,specialmente per chi si allena oappartiene alle organizzazioni di Kyusho,che possono applicare più rapidamentei criteri richiesti e quindi raggiungere unpunteggio più alto. Il grado si raggiungedimostrando le capacità fisiche, quelleteoriche… Se puoi farlo, prova.

Invito Invit iamo tutt i a provare ad

approvare gli esami in accordo con ilprogramma standard per cintura neradi Kyusho. Per vedere il programma e i luoghi

degli esami visitate:

InvitaciónInvitamos tutti a cercare di validare gli

esami conformemente con i lprogramma standard per la cintura neradi Kyusho.Per vedere il programma ed i luoghi

di esame visitate:

http://www.kyusho.com/kyusho-jutsu-kokusai-shihankai/

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iù passa il tempo, più siripete il concetto che nonesistono più amicizievere e genuine comequelle deliziosamenterappresentate nelle

scene dei film sugli eroi leggendari.C'è chi dice che l 'amicizia è

passata di moda, e chi afferma chein realtà non è mai esistita del tutto.Siamo dunque destinat i a uncammino sol i tar io? Possiamoconstatare che tra le caste guerrieredi tutte le culture, una delle frasi dimaggiore enfasi e la suatramandazione, diede origine a undetto popolare molto conosciuto: Inquesta vita si deve avere fiducia solodella propria arma. In Giappone, peril fatto che la Katana è impregnata divalori sacri, sarebbe certamentel'arma della spada stessa. Questoperchè se anal izzassimofreddamente i dettagli oltre la storiadel l 'umanità e dei suoi imperi ,astenendosi dal le versionidocumentate dai vincitor i ,vedremmo innumerevoli momentipieni di tradimenti, imboscate e altreinsidie provenire da qualcuno moltovicino alla vittima. Da qui il famosoproverbio: “Dagli amici mi proteggaDio, che ai nemici ci penso io”.Tra iprincipi di amicizia fondamentali sitrova quello in cui il rapporto umanopresuppone una conoscenzareciproca, stima e affetto. Gli amicistanno bene in compagnia l'unodell'altro e hanno un tale sentimentodi lealtà tra di loro, al punto damettere gl i interessi degl i altrodavanti ai propri. Gli amici possonoavere gusti simili oppure no, masono comunque convergenti .L'amicizia si r iassume in lealtà,fiducia e amore. Partendo da questepremesse, sembrerebbe chenell'odierno mondo individualistanon ci sia più spazio per anteporrel'interesse altrui al proprio e questofattore appare come uno dei piùsignif icat iv i per giust i f icare lamancanza di relazioni leali e sincere.Dove non esiste lealtà, sincerità eonestà non ci può essere fiducia.Potrebbe al giorno d'oggi un uomo

affermare che un suo amico,indipendentemente dal sesso, saràleale e corretto per tutta la vita?Assicurare che una relazione senzamacchie è possibile?Ai nostri giorni, in un cammino soli-

tario o contrassegnato di amiciziepasseggere, si pensa che il miglioramico dell'uomo sia la coscienza. IlDr. Jorge Martins de Oliveira, MD,PhD, nel suo libro sulla coscienza, cidice che le lingue anglosassoni comel'inglese, ci permettono di distinguer-ne di due tipi: “conscience”, che è lacoscienza nel suo significato moralee “consciousness” (consapevolezza),traducendo il suo senso psiconeurale.La lingua spagnola dispone appena diun vocabolo per accogliere tutti e duei significati. Nella neuroscienza pren-diamo in considerazione il senso psi-coneurale del termine, il “consciou-sness”della lingua inglese. Secondo icanoni classici, coscienza è quellostato in cui la persona è conscia dellesue azioni fisiche e mentali, il cheaccade se essa è sveglia e reattiva.No se sta dormendo, è in coma osotto anestesia generale. Si trattadella “coscience”, o meglio del signifi-cato morale che attribuiamo al mododi vivere e di vederne i fatti che locostituiscono. Per quello ci orientiamosecondo principi non solo morali maanche etici. L'origine del vocabolo“etica” risale al termine graco “ethos”,che significa costume e abitudinisociali. La parola “morale” ha origine

invece nel termine latino “mores” e halo stesso significato. Tuttavia storica-mente questi concetti sono andatiacquistando significati differenti.Alcuni autori definiscono la moralecome un insieme di principi, credenzee regole che influenzano il comporta-mento delle persone nelle diversesocietà e l'etica come riflessione criti-ca sulla morale nonchè come la realiz-zazione propria di un tipo di compor-tamento. Altri autori, a loro volta, cer-cano di distinguere le due paroleusando il termine morale per codi-ci di valori differenti e specificiesistenti e il termine etica per laricerca di valori universali, chedovrebbero valere per l'interogenere umano e non soloper un gruppo in particola-re. Ad ogni modo, l'inter-mediazione della coscien-za è decisiva per la costitu-zione dell'azione umana. Ivalori morali sono giudizisulle azioni dell'uomo chesi basano sulla definizionedi quello che è buono o cat-tivo, o di ciò che è bene omale. Essi sono imprescindi-bili per poter guidare lanostra comprensione delmondo e di noi stessi e ser-vono da parametri fonda-mentali per fare le nostrescelte e indirizzare le nostreazioni. Per questo stessomotivo sono presenti in ognimomento, indipendentementedal fatto che un ragionamen-to si trasformi in un'azione,sebbene siano essi più visibilinell'atto di prendere delledecisioni, per risultare deter-minanti nel condurre l'uomo afare le proprie valutazioni. Ciònonostante non c'è modo didefinire esattamente i valoricorretti all'interno di un ambi-to culturale, giacchè molti diquei valori sono personali e laloro scala d'importanza variaa seconda di ciò in cui sicrede. Per questa ragione,tutta la gente ha dei valorimorali e non esiste nessuno

IL MIGLIOR AMICO DELL'UOMO

P “In Giappone, per il fatto che la

Katana èimpregnata divalori sacri,sarebbe

certamente l'armadella spadastessa”

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senza una propria etica. Il grande pro-blema della convivenza spesso evolentieri poco amichevole in cui que-sti valori variano tra persone e gruppidifferenti, fa sorgere molte volte ildubbio che tali divergenze stianoaggredendo le nostre convinzioni suciò che è giusto e corretto. Tuttaviaperchè ci sia amicizia è necessariauna certa armonia e affinità di talivalori morali e per rendere possibileuna convivenza sana, unendo fiduciae lealtà reciproca. Anche se oggi ilmondo non si distingue per esempipratici di questa purezza nelle relazio-ni, l'uomo deve essere accompagnatoda ciò che dettano le sue personalinorme di comportamento.Dare f iducia unicamente al la

propria spada, come anticamente sidiceva nelle arti guerriere, non puonon essere di esempio, dalmomento che dal le epoche deigrandi conflitti l'umanità si è evolutaben poco per quanto riguarda lerelazioni interpersonali. Si continuaa commettere le stesse atrocità, glistessi crimini, gli stessi giochi dipotere usando le stesse menzogne.Permettiamo che la storia si ripeta inuna catena ciclica di avvenimentidove i reali motivi vengono nascostidietro bel le f rasi a sfondomoralistico. Diciamo ciò che nonfacciamo e reclamiamo attenzionidisperate per ciò che ci manca. Intutto questo, ci sono i bambini chesvi luppano sempre pr ima lapercezione di come funziona i lmondo adulto, frustrando così leprospettive delle nostre generazionifuture. Camminiamo davvero versol'isolamento? O stiamo imparando adist inguere le realtà senzal'innocente benda che copriva gliocchi di creature che sognavanonella loro infanzia romantica? Chi senon la coscienza ci accompagnadurante le nostre giornate e cipermette di r i f lettere sul poterdormire tranquilli, poichè nel giornoappena trascorso abbiamoreal izzato ciò che ci sembravacorretto nel nostro spirito e ci mettein condizione di essere in pace connoi stessi? O chi c i off rel 'opportunità di correggere gl iinganni e le ingiustizie costruendoun pensiero più retto e giusto? Ilmiglior amico dell'uomo è quelloche ciascuno porta dentro di sè e

che se è davvero sincero riflette ilsuo carattere personale, individualee inconfondibile; per possedere talecertezza egli lo spinge a scalaremontagne e a camminare attraversol'impossibile in cerca di quello in cuicrede. E' qualcosa che ci mette inguardia nel modo di comportarciverso noi stessi e i l prossimo,intervenendo nel le azioni ,coadiuvandoci nelle decisioni e chese è ben canal izzato col laboraaffichè i benefici si estendano benoltre il nostro ego, tramandando lanostra esperienza agli altri, dandoloro l'opportunità di andare più in làdi quel lo che noi abbiamoconquistato. Così, forse, potremopensare di comprendere meglio ilvalore sacro dato dagli orientali aoggett i come una Katana o aqualsiasi altro di qualsiasi cultura, ilcui significato oltrepassa il merosimbol ismo, nel l ' intento diraggiungere e dominare la parteinteriore dell'essere umano nella suapiù profonda interpretazione:l'anima.

“Dare fiduciaunicamente allapropria spada,

come anticamentesi diceva nelle arti

guerriere, non puo non

essere di esempio,dal momento chedalle epoche deigrandi conflittil'umanità si è

evoluta ben pocoper quantoriguarda lerelazioni

interpersonali”

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Arti del Giappone

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L'aspetto sportivo diqualsiasi arte marziale,svilisce completamentel' intento per i l qualefurono create in tempidi guerra. Come tutti

sappiamo, perché un'arte marzialepossa essere applicata a l ivellosportivo in tornei o campionati, devonoessere proibite tutte le tecniche, isistemi di applicazione e i puntid'impatto “più efficaci neicombattimenti reali”. Vengono scrittiregolamenti su ciò che si può o non sipuò fare. Tutto ciò che viene ammonito,sanzionato e che ci fa perdere unmatch per squalifica, è quello chefunziona sicuramente nella realtà.Questo ha fatto si che grandi campionispagnoli, europei o mondiali, siano statimassacrati in combattimenti di stradacontro semplici teppisti, che non sonoabituati a marcare punti per vincere,bensì a distruggere, rompere e senecessario ferire gravemente oaddirittura uccidere un avversario inuna volgare discoteca di quartiere.Questo è qualcosa che già negli anni'80 mettevo in evidenza, in alcuniarticoli da me pubblicati all'epoca e checausarono alcuni fraintendimenti trapraticanti di differenti stili che noncapirono ciò che adesso, dopo tantotempo, ho potuto dimostrare.Un vero artista marziale sarà onesto

in combattimento, starà attento a noncausare danni eccessivi al suocontendente, rispetterà la legge edeviterà denunce penali che loporterebbero in tribunale. Undelinquente o un criminale qualunque,cercherà di provocarti il maggior dannopossibile, senza preoccuparsi dinessuna etica, senso di civiltà, leggi otribunali. Se ha un coltello in manoproverà a infilzarti in profondità, se hauna mazza da baseball tenterà dispaccarti la testa e se è in possesso diun'arma da fuoco ti svuoterà addossotutto il caricatore. Egli non pensa nealla tua famiglia ne alla sua, non harispetto, non si preoccupa di andare incarcere perché evidentemente crede dipoter sottrarsi alla giustizia.Questi sono fattori che giocheranno

comunque a nostro sfavore. Saremosempre indifesi davanti a un tale generedi individuo. La cosa migliore è pregaredi non capitare mai in luoghi a rischioconflitto, evitare al massimo il contattose ce li troviamo davanti, comportarsiinnanzitutto con logica, intelligenza,tattica e psicologia. E alla fine quandonon c'è altro rimedio, allora agire inmodo contundente, uti l izzando le

nostre conoscenze e i tanti anni diaddestramento per applicare undeterminato grado di dolore al nostroaggressore e portarlo a più miti consiglisenza arrivare a causargli un dannoirreparabile. In termini realistici e aseconda del t ipo di soggetto cheabbiamo di fronte, generalmente, lacosa“non è per niente facile”. E' un po'come per la polizia con la sua uniformee l'armamento al completo, però con lacondizionale legale che la costringe adarrestare un malvivente “con tenerezza,cercando di non procurargli alcundanno, ferita o lesione”, perchéaltrimenti costui potrebbe sporgeredenuncia e ottenere che la sanzionevenga infl itta proprio ai tutoridell'ordine. Qualcosa di assolutamenteridicolo, ma accettato dalla nostrasocietà. Noi che pensiamo al prossimoe a noi stessi, che non vogliamo infilarciin inutili problemi, che rispettiamo glialtri e chi li circonda; amiamo i nostricari, desideriamo condividere le gioiedella vita, vivere in pace e armonia. Matutto questo, a volte, risulta assaicomplicato. Però anche così,cercheremo di farlo…sempre.Spesso mi dicono che le mie

tecniche di uso poliziesco sono troppoaggressive, violente e pericolose, perònon hanno mai provocato danniirreversibili, spargimenti di sangue, oprodotto ferite che possano esseredenunciate davanti a un giudice, anchein presenza di un aggressore che haaggredito seriamente. Questo èpossibile solo usando le tecnicheappropriate nel luogo appropriato, conla durezza o grado di dolore necessarioper raggiungere lo scopo, grazie allenostre cognizioni, al l 'al lenamentocostante, all'effettiva preparazione delnostro arsenale fisico naturale, alla

tattica, al metodo e alla conoscenza deipunti sensibili e del tipo di colpo oazione richiesta dalla situazione.Il Fu Shih Kenpo è dunque una

rielaborazione di esperienze reali vissutenell'arco della mia vita, l'allenamentonei diversi metodi di arti marziali conmaestri o specialisti riconosciuti in tuttoil mondo, un bagaglio di 45 anniattraverso tornei e campionati delmondiali, contatto con la polizia fin dallaprima infanzia, addestramento allasicurezza e poliziesco a livelloprofessionale dal 1981 e altri contesti diazione come il cinema.Molti anni di ripetizioni di tecniche,

metodi e movimenti differenti attraversostili praticati con continuità, fino ascoprire che dentro ognuno di essi cisono tanti insegnamenti preziosi maanche altri che non solo non servono anulla, ma che addirittura ci fanno perderetempo e distolgono dal proposito finale.Capisco, anche se li faccio, che ci sonouna gran quantità di allenamenti nei qualispendiamo anni e anni a ripetere lastessa sequenza di movimenti o unasingola tecnica, pur sapendo che non sipresta all'utilizzo effettivo della stessache è la difesa personale. Molte voltenon ci sentiamo a nostro agio con certetecniche, non ci attraggono, non ciriempiono, non ci convincono. Questo èun avviso così come lo è il dolore.Quando qualcosa ci causa un dolore chesi ripresenta di frequente, ci sta dicendochiaramente che qualcosa non funzionae che deve essere curato da un medico.Allo stesso modo dovremmo eliminaretutto ciò che è inutile in ogni stile di artimarziali o disciplina sportiva. Eliminarlodel tutto, indagare per trovare l'eventualeerrore e correggerlo. Così è il Fu ShihKenpo, un costante sistema di revisione,aggiornamento e miglioramento. Non èmigliore quel sistema che si basa su piùmovimenti, tecniche o Kata, bensì quelloche realmente funziona e si dimostraefficace nelle sue differenti aree:formazione, applicazione e risultatofinale.Il prossimo mese presenteremo la

struttura attuale della nostra artemarziale. Ciò che ho optatodenominare come “Il Cuore del NostroStile Fu-Shih-Kenpo”.A presto dunque amici, spero che

apprezzerete il mio modo di esprimerequello che marzialmente sento. Innessun caso è mio proposito sminuirealtri stili, maestri o personaggi. Tuttodipende da ciò che ognuno desideratrovare attraverso la propria pratica. Cisono tante strade diverse, spero chepossiate trovare la vostra. Grazie…

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Colonna di Raúl Gutiérrez

Arti Marziali e Sport

L’“L'aspettosportivo di

qualsiasi artemarziale, svilisce

completamentel'intento per ilquale furono

create in tempi di guerra”

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E' curioso che Muhammad Alì, riconosciuto da tutti come il più grande pugiledi tutti i tempi (nella categoria dei pesi massimi), non si distingueva per laforza bruta dei suoi colpi, bensì per la sua esplosività. Viene ricordato comecolui che “vola come una farfalla e punge come un'ape”, certamente stranoper uno di 1,95 m di altezza per 100 kg di peso.

Risulta anche sorprendente che l'icona indiscutibile delle arti marziali, BruceLee, con la sua piccola statura e l'esile corporatura (1.71 m e 61.2 kg)avesse una potenza tale nei suoi pugni, da essere accostata a quella di unpeso massimo. Ma la cosa veramente straordinaria è che non emergeva tantoper la forza dei suoi colpi, quanto per la sua devastante esplosività…

Esplosivita': Il segreto dei migliori

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Sport da combattimento

“ Se non si tratta di peso omassa muscolare, dove risiede

dunque il segretodell'esplosività?”

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Reportage

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L'esplosivitàIl campionissimo Bill Wallace, anche

conosciuto come “ Super Foot”perché capace di lanciare la suagamba a una velocità di 70 migliaorarie, sviluppò il suo sistema dicombattimento basandosi nelposizionare i l ginocchio in unamaniera tale, che non era possibileprevedere se il suo calcio sarebbestato circolare, laterale o rovesciato,mantenendo i l ginocchio alto eportando fino a 3 o 4 calci in serie.Logicamente i suoi calci nonspiccavano per la potenza, ma per laloro esplosività, lavorando soprattuttoquello che gli americani definiscono lo“snap” (colpo scattante, frustato).

Il famoso pugile Thomas “Cobra”Hearns, alto e con braccia moltolunghe era un grande esperto nelpunzecchiare con i suoi direttiesplosivi, simili a dei veri morsi di uncobra. Di fatto, per il suo modo dicolpire riusciva ad aprire ferite al suoavversario, lacerandogli sopracciglia,zigomi o altre zone del viso. I suoimatch contro “Sugar Ray” Leonard oMarvin Hagler sono passati alla storiadel pugilato come alcuni dei confrontileggendari.

Credo che tutti questi casiimpongano una riflessione…

Nelle arti marziali si pone un'enfasiparticolare in due tipi di potenza

basilare: la potenza pura e la potenzaesplosiva. La prima si basa nellaquantità di energia bruta che l'artistamarziale è in grado di trasportare finoalle nocche o ai piedi (o la parte delcorpo utilizzata per colpire: ginocchio,gomito, tibia, ecc..).

Questa quantità di energia dipenderàin gran parte dal peso e dalla capacitàmuscolare di chi colpisce. Quindi,come è ovvio, un peso massimosvilupperà molta più potenza pura diun peso leggero poiché metterà inazione molti chili in più. Evidentementequi entrano in gioco molti altri fattoricome la velocità, la coordinazione neimovimenti e l'abilità di trasmetteretutta l'energia fino alla zona d'impatto,anche se l'elemento dominante inquesto tipo di forza continua ad essereil peso corporeo. Per questo motivo intutti gli sport di contatto, ma anche inquelli che non lo sono, i contendentivengono divisi per categorie o perpeso, per equilibrare lo scontro.

Contrariamente, la potenzaesplosiva è fino a un certo puntoindipendente dal peso di chi lautilizza, o per essere più corretti,dipende piuttosto dal suo scarsopeso, in maniera che a minor pesorelativo corrisponda una maggiorecapacità esplosiva.

Se non si tratta di peso o massamuscolare, dove risiede dunque il

segreto dell'esplosività? Principalmentenella velocità, ma anche nell'elasticità,nella precisione, nella pulizia tecnica..

La forza è una dote fisica naturaleche possiedono le persone. Lepotenzialità fisiche primordialicostituiscono lo stato di ciascunindividuo e mediante l'allenamentoviene offerta la possibilità di migliorarele capacità dell'organismo. Inoltre sipuò specificare anche la capacità divincere una resistenza attraverso losforzo muscolare. Questa si divide invarie tipologie e nel caso che ciriguarda, la forza esplosiva, vale a direche consiste nell'aumento del caricomantenendo la velocità del movimento.Lo sviluppo della forza esplosiva siconsegue con esercizi specifici,adeguati alle singole tecniche che siimpiegano in un sistema dicombattimento. Gli esercizi di questogenere devono concentrarsisull'esplosività di un movimentoparticolare e le sessioni di allenamentodevono essere disposte in modo daevitare la perdita di tale concentrazione.Di solito, l'aumento dell'intensitàcorrisponde a un incremento dellamassa da muovere contro la gravità; sipotrebbe anche definire come unaperfetta combinazione tra forzamassimale e velocità, nella quale sitenta di vincere una resistenza illimitataagendo alla massima velocità.

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Nelle arti marziali e negli sport di contatto, la velocità è lacaratteristica primaria per sviluppare la forza o potenzaesplosiva perché questa dipende in gran parte dallacapacità di contrarre e rilassare i vari muscoli implicati nelmovimento e dall'accelerazione che raggiungono i nostriarti. L'efficacia dell'esplosività risiede nell'”effetto frusta”,ovvero, lanciare un oggetto a gran velocità verso unobbiettivo e richiamarlo bruscamente con un movimentocontrario: la ritrazione dello stesso. Di fatto, si fa inmaniera che l'estremità flessibile dell'oggetto (la sommitàdi una frusta, un peso legato ad una corda) colpiscaesattamente nell'attimo in cui lo si ritrae verso di noi. In uncerto senso, alla potenza dell'estensione sommiamo quelladella contrazione, fondendosi entrambe in un'esplosione dienergia.

Se applichiamo tutto ciò alle nostre braccia o gambe ilpunto d'impatto sarà il pugno o il piede, il quale saràscagliato velocemente verso l'avversario e proprioquando lo si sta per raggiungere (alcuni decimi di

secondo prima, a pochi centimetri), siinizia il movimento opposto come a

voler richiamare l'arto, in modo che locolpisca come una frusta. E'

fondamentale lasciare polsi e caviglie piuttosto sciolti osemi-rilassati per accrescere l'effetto frustato. Questo tipodi colpo produce solitamente un suono caratteristico e bendistinto dagli altri, come una specie di schiocco, da cuideriva la denominazione di queste tecniche. Nel caso degliarti superiori, trattandosi di pugni, la responsabilità dellabuona esecuzione di un colpo esplosivo ricadeprincipalmente sulla zona addominale (vita) e sulle spalle,mentre nel caso dei calci, sulle ginocchia e le anche. Daqueste zone si guida e si conduce la tecnica, imprimendola necessaria energia al movimento. Il resto è solo unaquestione di una corretta azione muscolare nella sua

coordinazione: contrazione edecontrazione. Maggiore è la

rapidità di contrazione,maggiore è la velocità delcolpo e la sua potenzialeesplosività. In tutto ciosi racchiude il segreto

di questo principio…Essere esplosivi

non dipende dalvolume muscolare,

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Sport da Combattimento

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al contrario quei marzialisti dotati dinotevole peso e muscolatura lo sonomolto meno nelle loro azioni. Muovereun maggior peso relativo (in relazionealla struttura ossea e tendinea) èsempre più dispendioso, perciò imovimenti si rallentano. Un muscologrande ci mette di più a contrarsirispetto a uno piccolo, risentendonenell'accelerazione del movimento. Diconseguenza un artista marzialepiccolo o esile sarà sempre

potenzialmente più esplosivo nellesue azioni, rispetto a uno grosso ecorpulento. Per questo si usa dire chel'esplosività è la forza dei piccoli o dei“deboli”, mentre la forza pura è quelladei grandi o “forti”.

Allenamento MuscolareQuanto detto, evidentemente, non

significa che non si debbano allenare imuscoli per essere esplosivi. Anche

l'esplosività richiede i l suoallenamento, però è chiaro chedifferisca da quello che si fa perguadagnare volume muscolare. Nonsono richiesti ne pesi ne macchinari,poiché gli esercizi ottimali perconseguire questa dote sono quelliisometrici, vale a dire, quelli in cui inostri muscoli agiscono spingendocon intensità un oggetto inamovibile,che non cede alla forza cheapplichiamo (per esempio spingere

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Reportage

“Essere esplosivi non dipende dal volume muscolare, al contrario quei marzialisti dotati di notevole peso emuscolatura lo sono molto meno nelle loro azioni”

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una parete, cercare di piegare una sbarra d'acciaio,premere palmo contro palmo, ecc..). In questo modo siottiene un tipo di muscolatura ben definita, quasi senzaaumentare il suo volume. E questa è quella più idonea peressere esplosivi.

Una volta che l'organismo sarà nella condizione ottimaleper poter lavorare sull'esplosività, si potrà passareall'allenamento specifico, con l'ausilio di attrezzature, persvilupparla.

Per questo motivo è necessario perfezionare le seguentipeculiarità: precisione, velocità e elasticità.

PrecisioneUna delle maggiori difficoltà che presenta combattere

con esplosività è la precisione, in quanto da questadipende principalmente che i colpi provochino dannirilevanti oppure…che non servano praticamente a nulla. Inquesto caso si parla della precisione relativa al senso delladistanza. Un colpo molto potente non necessita di unaprecisione millimetrica in quanto a distanza, perchépercorre una traiettoria ampia e il fatto di trovare il suobersaglio un po' prima o un po' dopo non incide tropponella sua efficacia. Un colpo esplosivo però deveraggiungere il suo target con precisione totale, perchépochi centimetri di imperfezione bastano per trasformarloin un colpo inutile. Se rimane un po'corto, diventa un belcolpo al vento (che peraltro può causare microlesioni senon lo si controlla a dovere); se arriva un po'lungo, perdetutta la propria esplosività, risultando normalmentepiuttosto fiacco. Le tecniche esplosive richiedono unaprecisione e un senso della misura quasi chirurgici. Forseper questa difficoltà nel metterlo in pratica, un foltonumero di marzialisti evita questo tipo di addestramento eperfezionamento. Al contrario, la potenza (fino a un certopunto) è facile da controllare. I colpi esplosivi no. O sicolpisce o non si colpisce, non esiste una via di mezzo.

VelocitàLa velocità e la precisione sono indispensabili per

l'esplosività. All'interno dei vari tipi di velocità, si focalizza illavoro solamente in due di esse, quella di esecuzione equella iniziale.

Velocità di realizzazione o esecuzione - Rapidità fisica dimovimento che si misura con il tempo effettivo cheintercorre da quando il cervello manda al corpo l'ordine diportare una tecnica (che sia offensiva o difensiva) aquando questa viene eseguita totalmente. Per esecuzionetotale si intende l'azione e la ritrazione della tecnica(attacco e richiamo del pugno, gamba, ecc..). Questavelocità è la più importante di tutte; il suo miglioramentorichiede molte ripetizioni tecniche quotidiane.

Per acquisire questo genere di velocità è fondamentaleallenarsi molto a vuoto (shadow boxing ndt) al sacco e

usando polsiere e cavigliere con peso.Per incrementare la velocità direalizzazione è necessario eseguirel'azione e la ritrazione come un unicomovimento senza perdere l'equilibrio. Lavelocità è prodotta dall'accelerazione edalla potenza; quando un estremità del

Sport da Combattimento

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“La velocità e la precisione sonoindispensabili per l'esplosività”

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corpo (pugno o gamba) vieneproiettato con una certa velocità enon trova il bersaglio o viene bloccatobruscamente, le articolazioni possonosoffrirne.

Velocità iniz iale - Avvio delmovimento dalla postura corretta eidonea per respingere un attacco o

eseguire una tecnica offensiva.Diciamo che la velocità iniziale è lacapacità di avere la guardia e laposizione giusta nell'attimo giusto,per realizzare la tecnica richiestadalla situazione; se la posizione dipartenza sarà la più consona non siperderà tempo in prel iminari e

correzioni, così la tecnica saràadeguatamente diretta.

FlessibilitàPer finire, i l terzo attributo

necessario perché i nostri colpi sianoesplosivi, è la f lessibil ità,

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Reportage

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particolarmente importante nel casodei calci, ma non meno per i pugni.Basti ricordare che per spiegare ilconcetto di esplosività si r icorresovente all'esempio della frusta, armaflessibile per eccellenza. In effetti ilterribile “effetto frusta” sul quale sifonda l'esplosività è possibile graziealla capacità di allungare e contrarrebruscamente muscoli e tendini, cosapossibile solo se sono ben elastici. Siè soliti relazionare l'esplosività conuna varietà molto limitata di colpi: dipugno e di traiettoria circolare,specialmente con il pugno rovesciato(Back Fist ndt). Sebbene questi tipi ditecniche siano molto adatti dauti l izzare con la forza esplosiva,questa può essere applicata in realtàa qualsiasi altra, che sia di mano o dipiede, circolare o diretta.

Anche l'effetto di un colpoesplosivo è diverso da quello di uno

semplicemente potente; quest'ultimosi basa di solito su una forza discarico e spinta, mentre i l primoprevede un impatto di tipo penetrante.L'effetto è simile a quello di un sassoche cade sulla superficie di un lago:per primo schizzano in alto un po' digocce dal punto in cui affonda lapietra, ma dopo l' impatto siespandono intorno delle onde

concentriche. Un colpo esplosivoscoppia dolorosamente in un puntodeterminato e dopo, il dolore si irradiada quel punto verso il resto del corpo.

Riassumendo: l 'esplosività èdunque una qualità di forza moltointeressante e tuttavia pocosviluppata dalla maggior parte degliartisti marzial i . La ragione,presumibilmente, sta nel fatto che laforza pura è più semplice da allenaree da applicare in combattimento.Conseguire che i colpi diventinoesplosivi esige una rapidità diabolica,una precisione chirurgica, una tecnicaimpeccabile e una eccelenteflessibilità. Sono molte le qualità daaddestrare, però il risultato ne vale lapena e nel DVD che ho realizzato, direcente apparizione sul mercato,spiego dettagliatamente la tecnica epiù importante, come allenarla.

Sport da Combattimento

“il terzo attributonecessario

perché i nostricolpi sianoesplosivi,

è la flessibilità”

Page 36: maggio italia

Ah ! … Gratitudine

Non c'è dubbio, dirigere una scuola di arti marzialiè un lavoro. Il proprietario di una scuola deve averemolte facce, deve essere psicologo, imprenditore,motivatore, maestro, capo. Ma detto questo, nonsono ciò sicuro che sia questo ciò che gratifica dipiù. Abbiamo l'occasione di generare un impattopositivo nella vita quotidiana delle persone. Non viconosco, ma alcune volte quando la cosa diventadifficile, questo viene facilmente dimenticato.Il mio ufficio è collocato al piano superiore della

nostra scuola principale. La scuola é molto grande, sisviluppa su tre grandi piani dove si svolgono le attività diallenamento e ne sono straordinariamente fiero. Quandomio fratello ed io siamo stabiliti in essa, non ho potutodormire per una settimana per la sua ubicazione. Devoammettere dopo 20 anni che l'avevo sottovalutata.

Ma questo è stato in passato.Di recente ho sviluppato un cerimo-niale quotidiano per ricordare ciòche il mio lavoro significa per me equanto sono fortunato a poterlosvolgere. Ogni mattina, quandoinsegno a scuola, provo a ricorda-re ciò che ho sentito per la primavolta quando l'ho visitata. Lapercorro sala dopo sala, ammi-rando ed apprezzando l'edifi-cio che abbiamo e tutte legrandi esperienze checentinaia di studenti edio abbiamo vissuto inquesta sala.

Poi, apro la portadel mio ufficio, misiedo alla mia scri-vania e mi conce-do un momentoper pensare acome sono statobenedetto perfare ciò che fac-cio. Certo, ci

sono sempreinconvenienti, non è

sempre facile, ma cosalo è? Ho scoperto che

cominciare ogni mattina con questo cerimoniale haritualmente trasformato i miei giorni. Ah ! Gratitudine… Non so a voi, ma per quanto mi

riguarda, questo pensiero tira fuori sempre il meglio.Visto che ne stiamo parlando, come cominciate lavostra giornata? Lasciate che il vostro umore vicontrolli o avete un modo rituale per controllarlo?Il valore della routine Questa vecchia opinione è così tanto valida oggi

quanto lo era quando venne scritta: occorre prendersicura di sè ogni giorno, ogni anno. Questo concetto è

molto semplice, ma di solito viene omesso o ignorato percercare qualcosa di più complicato o avanzato.Nel loro libro, “Il potere della dedizione”, di Jim Loehr e

Tony Schwartz parlano dell' importanza di svilupparecerimoniali quotidiani positivi. Si riferiscono al fatto che ilsuccesso individuale a lungo termine è direttamente in

relazione con il numero di cerimoniali positivi che ogniindividuo sviluppa. Si può essere iniziare analizzandola giornata dal principio alla fine. Come si svolge lavostra giornata? A che ora vi alzate? Cosa mangiate?Quali libri leggete? Fate esercizio?

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Page 37: maggio italia

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Dopo avere fatto questo ogni giorno durante unasettimana, decidete se ciò che fate è bene per voioppure no. Se sì, continuate a farlo. Se la rispostaé negativa, chiedetevi: cosa posso fare in mododiverso?

Ad esempio, immaginate che il vostro quotidianoattuale sia i l seguente: vi alzate tardi. Usciterapidamente senza fare colazione. Vi recate in ufficiosuperando il limite di velocità durante tutto il viaggiotenendo la radio accesa. Quanto può influire questo susseguirsi di azioni,

questo rituale,sulla vostra vita in dieci anni?Immaginate ora invece di alzarvi presto la mattina, di

bere un grande bicchiere d'acqua, di fare un po'diesercizio, di farvi la doccia, di leggere qualcosa dipositivo mentre fate una nutriente colazione. Come puòinfluire questo cerimoniale sulla vostra vita se eseguitoper dieci anni? Chiedetevelo: Fisicamente, come vi vedete diversi?Emozionalmente, siete mutati?Professionalmente, dove sarete?Spiritualmente, come sarete?

Queste sono le opzioni, potete vederequanto può essere diversa la vitasemplicemente sviluppando uncerimoniale positivo. Estendiamoora questo concetto all'interogiorno effettuando cerimonialipositivi. Come sarebbe il vostro

giorno? Vi incoraggio perchè

scriviate il vostro giornoideale dal momento delrisveglio al momentodel riposo.

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Il Gran Maestro Marco Morabito, direttore tecnico eresponsabile globale della Federazione IKMO, pratica learti marziali e sport da combattimento da quasi 30 anni.Istruttore militare e coordinatore tecnico nei settori di

sicurezza pubblica e privata, e con diversi annidi esperienza in anti-terrorismo e anti-

sequestro di persona, insegna sia aicivili che ai militari, ed è anche un

istruttore esperto nella lottacorpo a corpo e nell'uso diqualsiasi arma o oggettocome mezzo di difesa.Come fondatore diSystema MarcoMorabito, ha raccolto letecniche più efficaci divarie scuole del siste-ma russo, così comemolte altre tecnichesviluppate da lui sullabase della sua espe-rienza specifica in situa-zioni ad alto rischio, civili

e militari. È inoltre fonda-tore del sistema di difesa

israeliana " Sistema KravMaga di Sopravvivenza di

Israele" e "Sistema Kapap diSopravvivenza Israeliano", ed ha

formato più di 500 istruttori in tutto ilmondo. In questo secondo DVD ci presenta le tec-

niche di disarmo di bastone, armi bianche e da fuoco,utilizzate nel Systema Marco Morabito, derivato dal pro-gramma russo Spenatz.

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CHOY LI FUT: DIM-MAK (IL TOCCO DELLA MORTE)

In questo articolo vi parleremo di un addestramento avanzato praticato nello stile Choy Li Fut,che deve le sue origini alla confluenza degli stili del sud e del nord

della Cina che hanno originato le caratteristiche del Choy LiFut.

Il Dim-Mak fa parte dell'arsenale di colpi del Choy LiFut. Questo tipo di addestramento era impartito gene-ralmente a pochi e selezionati allievi, per la sua estre-ma efficacia ed il suo potere devastatore.

Era un insieme di tecniche che dovevano esserepraticate per tre anni.

Nell'approcciarsi a queste tecniche lo studenteavanzato deve affrontare quattro importanti

aspetti:

• Un allenamento fisico estremamenteimpegnativo

• Deve conoscere i vari tipi di colpidel Dim-Mak.

• Deve apprendere la preparazionedel linimento Dit Ta Jow (unguento delpalmo di ferro).

• Deve conoscere i 12 meridiani aiquali corrispondono i punti vitali e lacadenza degli orari nei quali si regi-strano i picchi energetici degli orga-ni vitali.

È molto importante sottolineareche questo addestramento deveavvenire sotto la guida di un mae-stro specializzato ed abile nelDim-Mak. In caso contrario, que-sta tecnica può danneggiare ilpraticante di arti marziali ester-namente ed internamente.

Allo stesso tempo, il maestroche insegna il Dim-Mak deveconoscere la medicina chiama-ta Dit Ta Jow, importante per isuoi poteri curativi.

Il Dit Ta Jow, sotto forma diunguento è adatto per usoesterno, e si adopera percurare muscoli, tendini,infiammazione delle arti-colazioni, postumi trauma-tici, ecc.

Se invece i danni causa-ti dalla pratica del Dim-Mak fossero interni, sipuò avvertire nausea, finoad arrivare al vomito;questo sarebbe un segnodi danneggiamento delChi e implica l'immedia-ta sospensione dell'al-lenamento.

In questo caso, ilDit Ta Jow si assumesotto forma di capsule osciolto nel tè.

Nel Choy Li Fut, si vedono facil-mente questo tipo di

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Jie-Gao Pedro Rico Scuola Shaolin Choy Li Futc/ Bélgica nº 11 local976533296Zaragozahttp://shaolinchoylifut.blogspot.com.es

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tecniche.Esistono Forme specifichenelle quali si vedono questo tipo dicolpi. Possiamo enumerare molti modinei quali si utilizzano in modo continuoi colpi Dim-Mak, ad esempio: Il Pugnodell'Ubriaco conosciuto anche sotto ilnome di Pugno della Fenice Dorata.

La Forma della Gru. La forma del Serpente Il Palmo di Buddha, ecc.I colpi del Dim-Mak maggiormente

conosciuti nel Choy Li Fut, possonoessere distinti due gruppi, colpi dipalmo o mano aperta e colpi con ilpugno chiuso. Fra i colpi di palmopossiamo nominare: Jing-ji, twei-jeung, dan, dat-jeung, kup-jeung, pak-jeung, gong-jeung, chan-jeung. Conil pugno chiuso abbiamo pek-choe,chinan-choe, yum-tsop, chor-

choe, pin-choe, hok-ji,ecc.

I colpi di palmo o a mano apertadevono essere allenati con la cosid-detta “tavola del palmo di ferro”chepuò essere costituita da una base dilegno di quercia o da una lastra di pie-tra. Sulla base si collocano strati riem-piti di bacche dure e secche (si posso-no anche utilizzare ceci, ad esempio).

Con il procedere dell'allenamentoviene cambiato il riempimento dellostrato, in passato si usava la limaturadi ferro, non più utilizzata al giornod'oggi, in quanto la polvere che che nederiva si è rivelata tossica. Per questomolti antichi maestri si mettevano unfazzoletto per coprire il naso e labocca. Infatti, molti di questi maestrimarziali soffrivano di malattie polmo-nari. Nel mio addestramento persona-le scelgo di utilizzare sassiarrotondati o anche lepietre che sono ven-dute per gli acquari

(in ogni caso

devono essere lavate, perché non libe-rino polvere).

Nel caso dei colpi di pugno, che èun tipo di addestramento più avanzatoe preciso, si utilizzano i ching-jong oUomini di Legno. Esistono nel Choy LiFut ching-jong specifici per questotipo d'addestramento.

Una volta superati questi due tipi diaddestramento, il maestro deve inse-gnare i punti vitali da colpire. A secon-sda del punto colpito, si possono otte-nere varie reazioni. Colpendo determi-nati punti vitali si possono paralizzarevarie parti del corpo: braccio, gambe,articolazioni…

Con altri punti invece si mozza ilrespiro della persona che è statacolpita fino a causargli lo svenimento.Il terzo tipo di colpo sarebbe quelloche influisce direttamente sull'organovitale, causando gravi danni edemorragie interne (probabilmente ildecesso).

Per questa ragione questipunti venivano rivelati apochi allievi e quello cheoggi si insegna è dove nonsi deve colpire per noncausare gravi danni, e sievita di allenare i colpi inquesti punti.

L'insegnamento èuna delle più grandivirtù, devi formarlo,lavorarlo, curarlo edalla fine donarlo.

Jie-Gao

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Choi Li Fut

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per me un obbligomorale onorareTatsuo Suzuki. Durante molti anni

i miei al l ievi e ioabbiamo aderito allasua l inea tecnica di

Wado Ryu e benché in seguitoabbiamo scelto di seguire quella diJiro Ohtsuka, ho sempre conservatoaffetto e rispetto verso di lui. TatsuoSuzuki, nato a Yokohama nel 1928, hainiziato a praticare karate all'età di 14anni ed è stato discepolo di HironoriOhtsuka (fondatore del Wado Ryu). La sua carriera marziale è stata

folgorante e dopo sei anni di praticavenne promosso al 3° dan. Nel 1951, a 23anni d'età, ha conquistato il 5º dan, inquel momento i l grado più elevatonell'ambito nel Karate Wado Ryu. Al giorno d'oggi questi tempi e

promozioni sono impensabili per molteragioni, regolamenti, idee… Suzuki Sensei è stato anche uno

studioso dello Zen con i monaci GenpoYamamoto e Soyen Nakagawa. Nel 1975ricevette l'8º dan (il grado più elevatoattualmente di chiunque pratichi il karateWado Ryu) ed il titolo di Hanshi (che gliconcede Higashikuni, zio dell'imperatoredel Giappone e responsabile di importantiorganizzazioni di arti marzial i inGiappone). Dalla la metà degli anni 60

Il 12 luglio 2011 morivaTatsuo Suzuki, uno deiMaestri dello stile Wado Ryued inoltre uno dei principalipionieri e divulgatori delkarate in Europa.Il nostro collaboratore e

7°Dan Salvador Herràiz, chenegli anni '80 si è allenato invarie occasioni con il MaestroSuzuki e anche se le lorostrade in seguito preserodirezioni differenti, si sente indovere di onorare la memoriadi questo Maestro cheincontrò, oltre che sultatami, anche nella sua casalondinese.

TATSUO SUZUKIONORANDO UN MAESTRO

Testi e foto:Salvador Herraiz (7º Dan de Karate)

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È“Tatsuo Suzuki,nato a Yokohamanel 1928, ha

iniziato a praticarekarate all'età di

14 anni ed è statodiscepolo di

Hironori Ohtsuka(fondatore delWado Ryu).”

Page 45: maggio italia

Tatsuo Suzuki risiedette in Europa, dovesviluppò enormemente il Wado Ryu (cheera stato introdotto nel continenteeuropeo e più precisamente in Francia daHiroo Mochizuki).Si era sempre ritenuto che Suzuki

sarebbe stato il naturale successore diHironori Ohtsuka, ma ragioni di ordinepolitico e familiari (unitamente al fatto cheSuzuki, vivendo fuori dal Giappone dianni già da moltissimi anni, avevasviluppato piccole differenze tecniche)hanno fatto in modo che questo nonavvenisse. Sul piano tecnico, Suzuki èsempre stato più innovatore e libero,creando un karate adatto a lui ed al suopersonale kime, mentre Jiro ha basato ilsuo karate secondo il canone del WadoRyu. Chi scrive questo articoloumilmente, né troppo vicino né troppolontano dalla penna né dalla spada,continua tecnicamente a seguire il Wadodi Ohtsuka ma non rinuncia ad altricontributi interessanti.

Poco prima della scomparsa diOhtsuka avvenuta nel 1982, Suzukiaveva avuto un ravvicinamentocon la famiglia del fondatore, mafu di breve durata ed alla finedecise di fondare la suaorganizzazione internazionale,che ha diretto con successofino alla sua recente morte.

Frutto di quella breve collaborazione cuifacevamo cenno é stato, ad esempio, ilfatto che gli esami di cintura neraeffettuati in Spagna nel 1981 erano firmatidal fondatore Hironori Ohtsuka. È stato durante un corso che venne

tenuto in Spagna, propedeutico alsuperamento di un esame, che ho avutomodo di conoscerlo per la prima volta.Era il mese del luglio 1981, nella INEF

di Madrid. Abbiamo trascorso molte oresul tatami ed in seguito in un bar, dove sifinisce di solito inevitabilmente, dove siimpegnò a spiegarci con deglistuzzicadenti,l'orientamento corretto deipiedi nelle posizioni. Conservo ancora ovviamente un suo

libro con la dedica che mi scrisse inquella occasione. Lì imparammo con lui ilkata Jutte (Jitte) che alcuni hanno prestodimenticato ma che io ho volutoconservare e allenare, e che ho in seguitopotuto eseguire al Campionato Europeotenuto a Roma nell'ottobre 1981. Ricordoche Suzuki mi ha dato uno dei massimipunteggi. Peccato che gli altr i giudici non

abbiano fatto altrettanto.Nel 1982 feci parte nuovamente della

squadra per l'Europeo di Londra e làincontrai ancora Suzuki, che eseguì unadimostrazione. Un anno più tardi Suzukiritorno in Spagna e erogò un corso

43

Grandi Maestri

“Poco prima dellascomparsa di

Ohtsuka avvenutanel 1982,

Suzuki aveva avutoun ravvicinamentocon la famiglia del

fondatore, ma fu di brevedurata ed alla fine decise difondare la suaorganizzazioneinternazionale.”

Moriya Saito e Yasuharu Igarashiascoltano Tatsuo Suzuki nel 1981.

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Karate Do

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speciale per istruttori e cinture nere ed ero ancorauna volta presente.In quel periodo ebbi modo di recarmi a Londra e gli

resi visita nel suo dojo nella zona di Fulham.Parlammo a lungo e quando gli chiesi per ricordo unoscudetto del suo Dojo con su scritto “Suzuki, Schoolof Karate”, mi disse “guarda che Igarashi si arrabbia”.

Gli ho spiegato che era solo un ricordo e non loavrei applicato al karategi. Infatti non l'ho maiportato, benché lo conservi, chiaramente. Nel 1985Igarashi Yasuharu ed io tornammo insieme al suodojo a Londra, per presentargli il mio libro KaratéWado Fudochi. Gli piacque, mi dette un paio diconsigli e scrisse un prologo con parole lusinghiereper me. Nel 1986 Suzuki tenne un altro corso aMadrid. Poco tempo dopo si era reso necessarioorganizzare il nostro Wado Ryu e a causa di alcunicon Igarashi, dovett i r icorrere a Suzuki esuccessivamente a Ohtsuka stesso, il Giappone.Questo causò una rottura del le relazioni conIgarashi… e con Suzuki, ma… non c'era stato mododi fare diversamente.Tuttavia, ho sempre continuato a rispettare Igarashi

e Suzuki come meritavano. Nel 1988 giunsi a unpaesino alla frontiera tra la Svizzera e la Francia, nelleAlpi, in cui aveva luogo l'Europeo al quale io questavolta non ero convocato. Andai ugualmente pervedere le esibizioni dei giapponesi. Là mi dilettainell'assistere al kata Ryusei che Suzuki eseguì.In seguito, le nostre vite hanno imboccato strade

diverse e il nostro Wado ha tecnicamente aderito alcanone di Ohtsuka sensei. Nel 2006 mi sono messoin contatto con la sua nuova moglie, la greca Eleni,per chiederle vecchi opuscoli di Suzuki chemancavano nella mia fornita biblioteca. Non soltantome li mandò, ma Suzuki ebbe anche la gentilezza difirmarli. Poco prima del suo decesso ho visto Suzukimolto deteriorato fisicamente.Prima della sua ormai prevedibile morte ho chiesto

a sua moglie, circa due mesi prima dell'evento fatale,

“8º dan per oltre 30 anniperchè aveva voluto

mantenere il grado che ilfondatore Ohtsuka gliaveva accordato a suo tempo.”

Sopra, da sinistra a destra: Tatsuo Suzuki con la SelezioneSpagnola Wado Kai al Campionato Europeo, Londra, 1982 (l'autore chinato a destra).Lezione di Sensei Suzuki a Madrid, nel 1981. Il Maestro nel

suo ufficio di Londra nel 1985. Sotto, le lezioni di Suzuki nel 1981e 1982.

Tatsuo Suzuki, nel 1985, mentre riguarda con Igarashi il futurolibro di Salvador Herraiz. Suzuki atterra Toru Arakawa, e in posa nelsuo dojo londinese.

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che Suzuki ripercorresse con me tutta la sua vita ed i principali eventivissuti e sofferti nel Wado europeo. Sarebbe stata l'occasione per acquisire la visione definitiva di colui

che è stato il pioniere del Wado in Europa (senza nulla togliere a HirooMochizuki) e di chi ha sofferto alcuni “tradimenti per ragioni politiche”di colleghi giapponesi tecnicamente a lui assai inferiori e senza la suaanzianità di grado (8º dan per oltre 30 anni perchè aveva volutomantenere il grado che il fondatore Ohtsuka gli aveva accordato a suotempo). Il nostro appuntamento non è purtroppo stato possibile e Suzuki

ora riposa con Hironori in un tatami di nuvole, in cui i suoi atemi,torsioni e proiezioni sicuramente non fanno più male.Riposa in pace, Maestro.

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“Riposa con Hironori in untatami di nuvole,

in cui i suoi atemi, torsioni eproiezioni sicuramente non

fanno più male.”Riposa in pace, Maestro

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Dal Wing Tsun alWingfightIl Wingfight è un sistema “giovane”

paragonato al percorso ed allatradizione che possiede il Wing Tsun.Non ci si deve dimenticare,nonostante ciò, che sebbene la suadiffusione stia avendo luogo negli annirecenti, i fondamenti del sistema e isuoi tratti caratteristici sono da moltopiù tempo nelle mani del suo ideatore,Victor Gutierrez. E' per questo motivoche, per comprendere cosa definisce ilWingfight e in cosa differisce dal WingTsun, è necessario conoscere coluiche si è fatto carico di concepirequesto sistema. Victor, nativo di unafrazione di Leòn e educato inGermania, praticante di arti marzialisin dagli anni '70 (pugilato,taekwondo, lotta libera tra le altre) haconsacrato la sua professionalità nellapratica del Wing Tsun. Sostenuto dauna reputazione internazionale nelWing Tsun e avendo ottenuto varir iconoscimenti per i l suo lavoro(dichiarato Miglior MaestroInternazionale di Wing Tsun dallaInternational Martial Arts Association aNew York nell'anno 2005), si è sempredistinto per la sua passione nellapratica marziale, così come per ladiffusione dello stile. Come descriveGiddens (1991, citato da Jennings,et.al , 2010), la diffusione del sistema,unita all'inquietudine e allo spiritocritico che caratterizzano le opere diVictor (Gutierrez 2005,2006) hannoprodotto ciò che da una prospettivascientif ica si definisce scontroparadigmatico (Khun, 1975, citato daRies e Rodriguez, 2009): Un conflittonecessario per stabilire una migliorianei processi esplicativi di un contesto,in questo caso relativo alcombattimento. Non può esistereuna mentalità critica basatasul pensiero divergentesenza che ci sia unamediazione traprecetti giàinstaurati e

proposte innovative. Così Victor hamesso alla prova i l Wing Tsun insituazioni distanti da ciò che in certeoccasioni può indicare una“consanguineità marziale”: se il WingTsun è sbandierato come un Sistemadi combattimento, è necessariosottoporlo alla critica in un contestoestraneo a quello della pratica delproprio metodo, per evitare così leconvenzioni e i l basso l ivello diincertezza che si produce quando duepraticanti si affrontano tra lorosapendo quali sono gli strumenti di cuidispongono.Il Wingfight è un sistema con una

propria identità. E' inevitabileosservare alcuni schemi e aspettitecnici in comune col Wing Tsun, allostesso modo in cui il Judo di JigoroKano e l'Aikido di Morirei Ueshiba,mantengono quelli del Ju Jutsu.Entrambi i fondatori dei suddetti stili,

praticarono ampiamente il Ju-Jutsudurante la loro formazione marziale(Frederic,1989).L'innovazione non consiste nel

creare qualcosa dal nulla, ma nellacongiunzione di fattori che apportinoqualcosa di diverso a ciò che giàesiste.

Progetto di ricerca:Quadro teoricoNell'anno 2006, Victor Gutierrez

commenta nel suo libro, “I segreti delWing Tsun Re-Evolution” , le questionitecniche che inquadrano ciò che più

tardi sarebbe divenuto il Wingfight, inrapporto al Wing Tsun che avevapraticato tradizionalmente, attraversouna revisione dei suoi principi.

1° Principio: “ Se la via è libera,avanza e colpisci”La soluzione universale del Wing

Tsun come elemento strategico dicombatt imento si basafondamentalmente nell'attacco inavanzamento diretto versol'avversario, accompagnato da unaserie di colpi in successione.Andando in profondità nel sistema, lapratica di livello avanzato così nelleforme come nel Chi Sao, Chi Gerk eMuk Jan Jong, evidenzia una quantitàdi elementi che rompono la dinamicarettilinea utilizzando colpi a manoaperta, ganci e gomiti, da svariateangolazioni.Per questa ragione, uno dei canoni

tattici del Wingfight rispetto al WingTsun, sta nel prendere inconsiderazione i vari spostamenti eangoli usati nel combattimento, incontrapposizione con la dinamica inlinea retta che prevale in gran partedelle strategie di quest'ultimo.

2° Principio: “Se la via non èlibera, attaccati al tuo avversario;quando avanza, accompagnalo;quando si ritrae, seguilo”La soluzione universale, oltre alle

sue connotazioni strategico-tattiche,possiede una serie di valutazionitecniche da affrontare. Una di queste èla posizione delle braccia protese inavanti, che formano una strutturapiramidale rispetto al busto che sidefinisce a cuneo (Gutierrez, 2005).Questa ha una doppia finalità: da unlato proteggere nell'avanzamentoverso l'obbiettivo e dall'altropermettere l'attacco continuo deipugni concatenati, una volta trovata

la distanza per colpire. Lalinearità della soluzioneuniversale si fonda sulprincipio che un

movimento in

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l inea diretta anticipa sempre unocircolare. Perciò, gli attacchi circolari(calci e ganci) portati dall'avversariodovrebbero arrivare dopo i colpi direttirealizzati dal praticante di Wing Tsunnel suo avanzamento. L'obbiettivo ècercare di sbilanciare il contendentementre avanza, creandogli difficoltànell'utilizzo delle restanti opzioni dautil izzare nel suo combattimento.Sebbene la base strategica di nonconsentire l'attacco all'avversario siavalida, le condizioni tattiche e tecnicheesigono che, perché abbia successo,debba concretizzarsi assolutamentenel momento adeguato, alla giustamisura e arrivando sempre ad unadistanza critica da non permettergli diattaccare comodamente. Se alcune diqueste premesse vengono a mancare,il vantaggio della linearità di fronte agliattacchi circolari si vanifica, entrandoin una distanza di scherma di colpiche non è disegnata per un sistemacome il Wing Tsun. Il Wingfight risolvela questione con il concetto di cuneoinverso. Dal momento che una certacarenza di perizia da parte delpraticante o anche la superiorità daparte di un avversario possonoimpedire di entrare nella distanza incui la soluzione universale risultaefficace, è necessario disporre lebraccia in modo tale da permettere diprendere delle decisioni senzarimanere scoperti in detta distanza. Laposizione di cuneo inverso nelWingfight colloca le braccia sui fianchidel tronco, con una flessione delgomito, nel proposito di offrire unamaggior protezione al contatto conl'avversario. C'è da tener conto chetale considerazione tecnica risultaarticolata nella sezione precedente agli

spostamenti angolari e che quindi nonè che una posizione di partenza e dipresa di contatto, che determinerà lescelte successive in funzione dellapropria dinamica di combattimento.

3° Principio: “Se l'avversario èpiù forte, cedi al la sua forza edirigila, sfruttala e aggiungi la tuacontro di lui”I l contatto con le braccia

del l 'avversario tramite i l cuneoinverso del Wingfight, fornisceinformazioni propriocett ive sul lepressioni e le forze esistenti nelmetodo che caratter izza i duecontendenti . Per questioni bio-meccaniche, la presenza di unamaggiore pressione in uno degl i

emisfer i del l 'avversario, indica,secondo i l pr incipio di azione ereazione n°29, che nell'altro ce nesarà di meno. Gli spostamenti e gliappoggi tramite i l cuneo inversodanno l'opportunità di adattarsi aquesta circostanza, mediante cambiodi peso e riassestamento del centrodi gravità del la posizione delpraticante di Wingfight, disponendolotatt icamente in una posturavantaggiosa r ispetto al suoavversario. In questa maniera, i lpraticante di Wingfight non controllala forza dell'avversario opponendo lapropria, ma la valuta e determinadove la mancanza del la stessaconsente di ottenere un migl iorrisultato circa le sue possibilità.

4° Principio: “ Se l'avversarioretrocede, seguilo”Come conseguenza dei principi

precedenti, l'unione tra le considerazionistrategiche e tattiche sugli spostamenticon cambio di angolo, le questionitecniche in merito al cuneo inversocome valutazione dell'avversario perprendere decisioni e il principio diazione e reazione di Newton, rendepossibile la grande versatilità delpraticante di Wingfight alle diversecondizioni del combattimento e allescelte prese dal suo opponente. E'chiaro che, pur condividendo lemedesime radici e fondamenti (principi),il modo di intendere il combattimentoda parte di entrambi i metodi differiscea sufficienza per delinearne le rispettiveidentità.

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“L'innovazione nonconsiste nel

creare qualcosadal nulla, ma nella

congiunzione difattori cheapportino

qualcosa di diversoa ciò che già

esiste”

“Estratto della Tesi diLaurea, Facoltà di Scienzedell'Educazione, Universitàdi Siviglia”. Autore: Rodriguez-Sànchez, A.R. (2013).

Valori identificativi nella praticadel sistema di combattimentoWingFight da parte deiresponsabili del suoinsegnamento.

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La TAOWS Academy sorse con un'unico intento:formare, ricercare e lavorare duro in modo che ilWingTsun sia conosciuto per la comunità di artistemarziali come un'arte marziale emozionante. La TAOWS

Academy vuole essere un ponte tra le lineepiù tradizionali e quelli che vogliono fare

evolvere un'arte classica e adattarlaai tempi moderni. Crediamo chenel punto centrale si puòraggiungere un perfettoequilibrio tra il rispetto perla tradizione marziale e laricerca dell'efficienzautilizzando tutte lepossibilità che questosplendido sistema cioffre: arte, marziale,etichetta, filosofia,sviluppo personale esalute. Sifu SalvadorSanchez e il suo teamdi istruttori ci offronouna breve introduzioneal lavoro profondo chestanno sviluppando in unprogetto a lungo termine.In questo DVD possiamo

vedere spiegati aspettifondamentali che non sempre

sono state correttamentetrasmessi: chi siamo, quali sono i

nostri obiettivi, aderenza, non aderenza,passi e spostamenti e applicazioni alla difesa

personale. Primo di una serie di opere in cui ciaspettiamo che le TAOWS Academy continuerà a fonireil suo spazio e la sua conoscenza come un raccordo trale scuole e le filiali di WingTsun, e agli appassionati dellearti marziali che vogliono conoscere la sensazione della"Eterna Primavera".REF.: • TAOWS1REF.: • TAOWS1

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi

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Page 52: maggio italia

ttorno a noi, tutto è catalogato con etichettee codici a barre. Allo stesso modo si tende aracchiudere tutte le arti marziali in unaclassificazione definita e ci risulta difficileandare più in là della codificazione di unostile. Per esempio la maggior parte della

gente non sa che il Karate proviene dalle arti marzialicinesi, passando per Okinawa. Il Karate è uno stilegiapponese e la sua matrice cinese non è evidente, perchénon si somigliano nel metodo e nell'obbiettivo del loroaddestramento. Le origini dei grandi stili sono spessosingolari. Il Taekwondo fu creato da un insegnante diKarate e l'Hapkido fu fondato da un insegnante di Aikido.La specificità delle arti marziali di un paese può andareben oltre l'etichetta di origine che portano con se. IlVovinam non sfugge a questo concetto.Se quest'arte marziale è stata fondata in Vietnam daNguyen Loc, quasi 20 anni prima che fosse creato ilTaekwondo, ci si potrebbe sorprendere del numero ditecniche straniere contenute nel Vovinam.La definizione “vietnamita” del Vovinam non viene messain dubbio, però citarlo come arte marziale “tradizionale delVietnam” non è molto corretto. Gli stili di VoCoTruyen inmaggioranza sono tradizionali, sebbene alcuni di essicreati in Europa abbiano chiesto l'accettazione dellafederazione di VoCoTruyen del Vietnam, per guadagnarsi la“legittimità” di stile vietnamita.Negli anni '70 e '80 la gente cercava l'originale, soloquello, mentre oggi giorno la ricerca è rivolta molto di piùverso“l'efficacia”. Non serve a molto sapere che talemaestro è “riconosciuto” in Vietnam, se il suo stile servesoltanto per fare forme e acrobazie. Il pubblico preferiràuno di quell i che ha dimostrato la sua validità neicombattimenti, come ad esempio il Ju Jitsu brasiliano,nonostante le sue origini Giapponesi..In Vietnam nel 1930, la ricerca dell'efficacia del MaestroLoc aveva una sola soluzione: rimuovere la zavorra deglisti l i tradizionali. Essendo un lottatore di Vat ( lottavietnamita), l'accesso a metodi funzionali dove il lavoro deiQuyen (forme) non fosse predominante, deve essere statoun impresa complicata. In effetti, in quel periodo eranopochi gli stili che lavoravano sulla difesa personale comeargomento specifico. Il Maestro Loc stilò un programmasenza alcun Quyen, in cui la difesa personale sarebbestato l'obbiettivo dei principianti. Per quello dovettearricchire le sue conoscenze in merito. L'anziano MaestroTran Tien, vecchio compagno del M°Nguyen Loc, miraccontò che verso la metà degli anni '30 Nguyen Locconobbe un giapponese specializzato nel Ju-Jutsu.Questo fatto potrebbe spiegare il perché della presenza ditante tecniche nipponiche all'interno del Vovinam. Anchese l'eventualità di un lavoro con i Giapponesi, durante laloro occupazione (1942-1945), è rifiutata all'unisono daiveterani. Altro fatto rilevante negli anni '60, fu l'ingressonella cupola dirigenziale del Vovinam del M° Manh Hoang,4°dan di Judo, grado molto elevato per l'epoca.

Per i puristi del Vovinam,preciserò che le leve al brac-cio dello stile sono esatta-mente le stesse del Ju-Jitsutradizionale, messe però inordine differente; le forbicibasse e medie provengonoanch'esse dal Ju-Jitsu(hasame); i doppi calci volan-ti pare che provengano dalCatch francese (antenato delWrestling Show americano); ijab sinistri dei Chien Luocarrivano dal pugilato; molteproiezioni derivano dal Judo;nei Song Luyen (prestabilitindt) abbiamo il Juji Gatamedel Judo e del Ju-Jutsu cosìcome le leve alle gambe, lequali non si trovano nellescuole antiche diVoCoTruyen. Più tardi, que-sto fenomeno si estese agli“stili” della vecchia federa-zione di VietVoDao, che furo-no creati in Europa negli anni'70 e '80. Alcuni di questicontinuano a conservare letecniche del VovinamVietVoDao di origine giappo-nese (leve statiche, forbicibasse e medie, qualche tec-nica di difesa personale,ecc..)Il caso del Vovinam non èl'unico, poiché esistono artimarziali piuttosto “chiuse”che hanno adottato il baga-glio di altri stili: si comincia-no a vedere nelle competi-zioni di Karate o in dimo-strazioni di Taekwondo leforbici al collo, quandosappiamo che prima delVovinam nessuno le avevamai praticate.Le forbici al collo sonouti l izzate in molti sti l ivietnamiti creati inOccidente, quando nessun antico stile di VoCoTruyen lo fain Vietnam: sono una novità del Vovinam.Molti saranno confusi da queste “transmigrazioni”,anche se non si tratta di “furti” di tecniche, bensì diadattamenti o contaminazioni naturali che seguonotendenze di moda, di gusto o di necessità. In fin dei conti,non è l'adattabilità la qualità di ogni essere vivente?

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A

Stili e tendenze.

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Arti del Vietnam

“La specificitàdelle arti

marziali di unpaese puòandare ben

oltre l'etichettadi origine che

portano con se”

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Arti del Vietnam

Doppio strangolamento frontale

1- Non abbiamo quasi il tempo per reagire davanti a questa tecnica così poderosa,2- perciò dobbiamo afferrare uno o più dita e torcerli fino a romperli, se necessario.3- L'efficacia dipende dal dolore provocato, che sfruttiamo per creare uno spazio e liberarci.4- Continuiamo senza smettere di procurare dolore estremo e avanziamo la gamba destra nello stesso momento che…5- Tiriamo il braccio dell'avversario senza lasciare le dita6- Prepariamo l'agganciamento della gamba e contemporaneamente posizioniamo il nostro braccio per fare leva.7- Buttiamo giù l'avversario e…8- ...manteniamo il suo braccio in leva a terra, allo stesso tempo lo immobilizziamo con la tibia sulla coscia.

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"Karate: immagini di una Storia" è il libro che contiene il maggiore e più interessante archivio di documenti storici della storia delKarate. Funakoshi, i suoi Maestri, i grandi delle generazioni successive, Nakayama, Yamaguchi; tutto questo in documenti inediti opoco conosciuti, fotografie che sono parte della storia del Karate.

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Un mondo di combattimenti, divertimento e sviluppopersonaleCosa è SamuraiChanbara? Samurai Chanbara è un mix di sport

da combattimento, attività ludica edarte marziale rivolta a tutti. Chanbara èstato creato circa 30 anni fa inGiappone da parte di insegnanti dikendo per potere praticare l'arte dellakatana senza pericolo di lesioni inquanto si utilizzano spade realizzatecon materiale gommoso soffice.Samurai Chanbara ha portato questosviluppo ancora più in là integrandol'aspetto educativo di sviluppopersonale e la parte ludica che lotrasformano in una pratica individualee di squadra adatta per tutti.

Samurai Chanbara in Spagna ed il resto del mondoIn Spagna Samurai Chanbara è una

delle attività integrate in Bumon ericonosciuta dal Consiglio superioredegli sport. Grazie a questoriconoscimento i t itol i di BumonSamurai Chanbara hanno equipollenzaaccademica in una grande parte delmondo attraverso la FILA (FederazioneInternazionale delle Lotte Associate). Da Bumon ci impegniamo nel

diffondere ed offrire SamuraiChanbara a livello mondiale. I nostriistruttori sono qualif icati perorganizzare corsi, seminari e esamiper l'attribuzione del grado. Come si pratica Samurai Chanbara? La pratica di Samurai Chanbara é

divisa in due settori principali:• Sport Chanbara• Game ChanbaraChanbara usa tecniche tratte da arti

marziali come kenjutsu, naginatajutsu,bojutsu, yarijutsu y tantojutsu perfornire diverse modalità di pratica elotta. Si può praticare ovunque e non ènecessario un equipaggiamentospeciale d eccezione delle armi disicurezza che usiamo che sonobasilarmente pali di diversa lunghezzaimbottiti e semirigidi che non causanolesioni.

Samurai Chanbara si può praticarecome attività addizionale o principale.Negli sport Chanbara esistono diversitipi di combattimento come:

• Combattimento 1 contro 1• Spada larga• Bo (Palo lungo e corto)• Naginata • Yari - Yari• Doppia Arma (Una in ogni mano)• Armi Libere (con l'arma di preferenza)• Combattimento di gruppo• Spada• Yari

Ogni arma presenta i suoi vantaggi edifficoltà, il programma e le tecniche diogni arma sono diversi.

Questi allenamenti permettono a chilo desideri di partecipare a campionatiregionali, provinciali, nazionali edinternazionali.Chi può praticare Samurai

Chanbara?Chanbara é uno sport che si pratica

in tutto i l mondo con migliaia diappassionati, ogni anno sempre piùpersone praticano Chanbara. È facileda apprendere e molto divertente pertutte le età. Tutti a partire dall'età di 6anni possono praticare SamuraiChanbara. Può essere praticato come

attività principale o attività addizionale.Non è necessario essere praticanti dialcuna arte marziale per potere iniziareSamurai Chanbara. Tra i praticanti cisono casalinghe, artisti marzial i ,studenti, avvocati, poliziotti, medici,camionisti, tassisti, dirigenti aziendali,poiché si sviluppano alcuni aspetticome l'esplosività, la capacità direazione, la concentrazione… conl'intensità massima e senza il pericolodi danneggiare il partner.

Perchè praticare oinsegnare SamuraiChanbara?• Tutti lo possono praticare a partire

dai 6 anni di età.• E' facile da imparare.• Apporta benefici fisici e mentali ai

praticanti.• E' adatto anche per persone

diversamente abili.• E' consigliato per bambini

iperattivi.• Si può praticare ovunque (non è

necessario un tatami o un parquet).• Offre differenti moduli di

apprendimento para todo tipo depubblico.• E' uno sport che sviluppa i riflessi,

la concentrazione, la respirazione el'auto controllo. Per questo é moltoadatto per i bambini.• E' una disciplina insegna il rispetto

verso sè stessi e verso i compagni.• Rilassa e riduce lo stress. • È sicuro poiché si uti l izzano

soltanto armi di sicurezza • È un metodo di miglioramento

personale ed interno • È molto divertente (tutti quelli che

lo provano vogliono rifarlo)

Moduli e tipi di pratica nel SamuraiChanbara

Modulo Chanbara perridurre lo stressIn una società veloce ed in perenne

mutamento molte persone sonosottoposte ad elevati livelli di stressquotidianamente. Livelli di stress cheinfluiscono negativamente sulla qualitàdella vita, sulla capacità di

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Testo: Peter Vermeeren e-mail: [email protected]

“Chanbara é unosport che si

pratica in tutto ilmondo conmigliaia di

appassionati”

“E' facile daimparare e molto

divertente,adatto per tutte

le età”

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concentrazione, sulla pace interioree sulla salute fisica. E' molto difficiletrovare un metodo o un modo facile,efficace e rapido per ridurre questilivelli di stress e così recuperarequalità della vita a tutti i l ivell i.Samurai Chanbara è un veicolo perfornirci esattamente questo. E'dimostrato che le attività effettuatein Samurai Chanbara riducono inmodo molto rapido ed efficace lostress che influisce sulle nostre vite.Ognuno soffre lo stress in modo

diverso ed è per questo che sonostati sviluppati programmidiversificati per tipologia di persone.

Chanbara antistressperImprenditori\Dirigentid'aziendaI dir igenti aziendali devono

fronteggiare nuove sfide edinteragire con fornitori, clienti emediando tra le richieste che riceve.Per loro abbiamo sviluppato i lmodulo Chanbara Antistress Pro. Sitratta di un modulo orientato aeliminare o ridurre lo stressquotidiano. Questo modulo puòessere di breve o lunga durata aseconda delle necessità di ciascuno.Con 2 ore alla settimana la qualitàdella vita ritorna, il rilassamentoaumenta e l'individuo può affrontarele sfide della sua vita professionalecon nuove forze ed energia. Grazie a

questo modulo il dirigente aziendaleo l'individuo torna a calibrarsi sul quied ora, più concentrato e rilassato.Non solo i dir igenti aziendalipossono praticare questo modulo. Si raccomanda Chanbara

Antistress Pro per qualsiasiprofessione che é fonte di alti livellidi stress e per chi dispone di pocotempo o ha orari scomodi dadedicare alla pratica. Professionisticome avvocati, poliziotti, guardiegiurate, medici, dirigenti aziendali,insegnanti, ecc… traggono enormibenefici dal Samurai ChanbaraAntistress.Chanbara Antistress Modulo

F.A.S.T.I l modulo F.A.S.T. è stato

sviluppato cronologicamente dopo ilmodulo antistress per la sempliceragione che alcune persone e gruppisono sottoposti ad alti livelli di stressin modo continuo e non hannobisogno di una pratica continua. Èquindi adatto per quelle persone chehanno bisogno puntualmente diridurre lo stress quale ne sia lacausa. Tutti viviamo momenti difficilie stressanti nella nostra vita per cuii l modulo FAST può fornire unavalvola di sfogo ed un modo perriciclare la nostra energia e diritrovarci di nuovo per potere esserenuovamente qui ed ora.Questo modulo ha una durata di 6

ore o 12 ore, può essere organizzatoin qualsiasi luogo (scuole, palestre,

polisportive, al l 'arialibera, ecc.….) Lo scopo diquesto modulo è di fornire imeccanismi che aiuteranno aeliminare o ridurre i livelli distress tramite:

• F= Formazione, si insegnano esi praticano tecniche dicombattimento con le armiimbottite del Samurai Chanbara.Queste tecniche si praticano perore con diversi partners.

• A= Assimilazione, in questaunità didattica si sottopone i lpraticante con metodi ludici edivertenti per verificare che si sianoassimilate le diverse tecniche dicombattimento.

• S= Superamento, esta parteconsiste in combattimenti con icompagni per superar le paure oansie generate da un aumento distress.• T= Test o prova dove si verifica

diverse tecniche e giochi se i lpraticante é riuscito a ridurre il suolivello di stress.

Chanbara Games persquadre e gruppiSquadre sportive, team di vendite,

dirigenti, forze dell'ordine, ecc.….vivono circostanze di lavoro dove sideve cooperare. In quest'ambientiuno degli aspetti che manca spessoper essere più efficaci è la fiduciareciproca. Fiducia in sè stessi e nei

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Sport Marziali

“Sport Chanbara usa tecnichetratte da arti marziali

come kenjutsu, naginatajutsu, bojutsu,

yarijutsu y tantojutsu perfornire diverse modalità di

pratica e lotta”

“Chanbara antistressPro é consigliato perqualsiasi professione

che causa alti livelli di stress”

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propri compagni. È così natoChanbara Gammes per gruppi.Chanbara Games per gruppi noiaccresciamo la fiducia in noi stessi enegli altri tramite esercizi e giochimolto specifici.Questo modulo egli aumenta

sostanzialmente l'efficacia del gruppoperché ungruppo è forte solo se lo èanche il suo anello più debole. I l modulo si svolge in un fine

settimana per circa 16 ore totalmenteimmersi nella natura, isolati dal mondotecnologico, dai telefoni portatil i,

tablets e computer per poterciconcentrare al massimo nel qui edora di cui tanto abbiamo bisognoper potere capire chi siamo e chi é ilcompagno che abbiamo al nostrofianco. Aiuta a ridurre i livelli diconflitto o tensione che possonoesistere dentro il gruppo.

Modulo ChanbaraAvventura Il modulo Chanbara Avventura ha

modalità personalizzate e focalizzate

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Sport

Page 63: maggio italia

sul tipo di gruppo e si svolge duranteuna settimana in un campeggioacontatto con la Natura, con vari tipi digruppo come: • Bambini ed adolescenti iperattivi• Bambini ed adolescenti con

sindrome di Downo Bambini ed adolescenti con

diff icoltà di adattamento ointegrazione• Gruppi di amici• FamiglieModuli specifici di Samurai

Chanbara

In Chanbara noi abbiamo modulispecifici e perosnalizzati per diverseesigenze, come ad esempio: ChanbaraPerdere peso, Chanbara impetuosità,Chanbara sulle ruote, per persone chedevono muoversi in sedia a rotelle. Chanbara non esclude, è

seattamente il contrario, in SamuraiChanbara noi proviamo ad integrare ilpiù grande numero di persone, diqualunque condizione. Corso di Formazione Istruttori: si

svo lgono tu t t i i mes i in var ielocalità.

Il prossimo: Aprile 2013 a Madrid.

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reservare l'integrità fisicaè il primo obiettivo per unartista marziale che iniziai l suo percorso. Daquando l'uomo è uomo,ha sofferto l'oppressione

dei forti sui deboli attraverso la paura, ildolore, la punizione, le minacce, e, allafine, la sottomissione dell'individuo o diun gruppo di individui.La questione della sicurezza nelle

aree urbane é all'ordine del giorno ed ilprepotente continua ad aprofittarsi deideboli, in qualsiasi scuola, istituto, in

qualsiasi strada delle nostre città, in unparcheggio, in una partita di calcio. E certamente la violenza di genere rap-

presenta forse il più grande esempio dellasottomissione provocata dal potere delpiù forte, facendo di un altro essereumano l'oggetto di abusi fisici e psicologi-ci. Nel mio lavoro ho conosciuto moltedonne vittime del loro partner ed ho potu-to constatare l'orrore, la paura, negli occhidi queste vittime innocenti e senza difesa.La paura del bambino sottoposto agli

abusi del violento, del molestatorevicino di casa.

La violenza è insita nell'essereumano, benché repressa e controllata,pare emergere improvvisamente inqualsiasi momento. Al giorno d'oggimolta gente, crede che per avere mododi difendersi, deve diventare moltoforte, essere molto bene preparata,allenarsi quotidianamente…. Niente dipiù lontano dalla realtà, questo écorretto per professionisti che salgonosu un ring, ma la competizione sportivaè un'altra storia. I combattimenti di strada, i conflitti

quotidiani, sono normalmente provocati

62

P

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da persone che hanno un atteggiamento aggressivo, ma nonsono generalmente professionisti delle arti marziali.La mia esperienza in alcune discoteche, dove facevo parte

della Sicurezza, mi ha dimostrato che la maggioranza dellerisse scaturivano in modo molto primordiale da persone inpreda della rabbia, dell'alcool, delle droghe, dell'ego, senzaalcuna tecnica, strategia, onore, utilizzando in molteoccasioni coltelli, bastoni e varie armi ed in questi casi lamaggioranza non conosce l'uso delle armi.In una lotta, l'atteggiamento ha la stessa importanza di

una buona difesa. Chiedo, cosa è più importante? Essere forte o sembrarlo?

La legge naturale dimostra che il forte ricerca una predadebole, noi abbiamo l'occasione di rinforzare il nostro spirito,

il nostro spirito, il nostro corpo, diminuendo lasensazione di paura, evitando persino di affrontarel'aggressore, dimostrandogli che ha scelto lavittima sbagliataPer convincere qualcuno a desistere dal suo

atteggiamento ostile, dobbiamo appoggiare lenostre parole con un atteggiamento sicuro,determinato, evitando il confronto ed il pericoloche ciò comporta, ma coscienti che l'uso dellaforza sarà l'ultima risorsa. Un grande maestro diceva, non scambiate la

mia cortesia per debolezza. La tecnica ci servirà solo quando l'aggressore

deciderà di attaccare, prima del conflitto noidobbiamo avere gli strumenti per risolvere lasituazione e questo si impara in una scuola di artimarziali, e anche la legge così prescrive che sidebba operare.

I l dir itto alla legitt ima difesa, è pieno disfumature, si deve inizialmente ricorrere a mezzinon violenti, l'uso della violenza avverrà soloquando è strettamente necessario e dovrà essereusato sempre con moderazione, riducendo alminimo i danni e le lesioni; l'applicazione delletecniche, deve rispondere a criteri di congruenza,opportunità e proporzionalità. Un combattimento ha un cartello con due

direzioni: Il carcere e l'ospedale, non possiamoprenderlo alla leggera. Il panorama di sistemi o di stili di difesa personale

è molto vasto, ed a volte ingannevole.Nell'addestramento dei professionisti, può essereincluso l'utilizzo di tecniche mortali o l'utilizzo di armi,ma per i civili questa non è una opzione intelligente,persino il poliziotto deve avere confidenza con unagamma di modalità che consente l'utilizzodifferenziato nell'applicazione delle tecniche.Ai miei al l ievi dico sempre che le loro

conoscenze sono come la ruota di scortadell'automobile, nessuno esce di casa conl'intenzione di forare, per potere cambiare la ruota,ma nessuno esce senza, perché ci dà la sicurezzadi non rimanere in mezzo ad una strada. La più grande realizzazione per un artista

marziale è guardarsi al le spalle e nella suavecchiaia potersi sentire orgoglioso di non averemai dovuto utilizzare queste tecniche che lo hannoaccompagnato tutta la vita, ma allo stesso tempopoter dire di non essere mai stato né di essersimai sentito una vittima. La sicurezza che porta la pratica delle arti

marziali al nostro quotidiano è fondamentale perrafforzare l'atteggiamento di fronte a qualsiasiinconveniente, per prendere la decisione corretta,coscienti della responsabilità che i nostri atti ciadebbitano finché viviamo.Nessuno dice che la via del guerriero sia facile,

ma la ricompensa vale la pena.

63

Reflexiones

“Un combattimento ha un cartello

con due direzioni: Il carcere e l'ospedale, non possiamo prenderlo

alla leggera”

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Metti insieme un idea un po' “pazza” e due personaggi che di ordinario hanno ben poco ed eccoservito un evento unico nel suo genere per gli appassionati di TAIJIQUAN e non solo. Sabato 20 eDomenica 21 Aprile a Firenze si è svolta infatti la prima edizione di “PIANETA TAIJIQUAN-1°Meeting Città di Firenze”, che ha avuto nella sinergia tra il Maestro Massimo Mori,responsabile dell'Associazione “Nuovo Orizzonte”ed il Maestro Nicola Pastorino, direttore tecnicodella sede fiorentina della “Scuola di Kung Fu Tradizionale del GrandMaster Sifu Paolo Cangelosi”,quel pizzico di sana follia creativa necessario per la sua realizzazione . Nell'organizzazione ha avuto un ruolo cruciale anche il Comitato Provinciale di Firenze dell'ACSI,

nella persona del suo Presidente, Mauro Gino Vitali, che ha sposato in pieno il progetto e hacontribuito con il suo supporto istituzionale e promozionale al buon esito della manifestazione.La due giorni dedicata allo stile interno di Kung Fu più praticato al mondo, è partita nel primo

pomeriggio del Sabato con un'iniziativa singolare, che mai si era vista nel capoluogo toscano: unFLASH-MOB eseguito da numerosi praticanti di TAI CHI che nella centralissima Piazza dellaRepubblica, al suono di un gong, si sono materializzati all'improvviso per eseguire alcune sequenzedei rispettivi stili, ipnotizzando per una decina di minuti i numerosi turisti e passanti che attonitihanno assistito all'avvenimento. Un'ondata di vera energia ha invaso per qualche istante il centrostorico della città.A seguire, nella splendida cornice della sala Pistelli del Palazzo Medici Riccardi, si è tenuta il

convegno “TRA CIELO E TERRA” che ha avuto lo scopo di aprire ufficialmente il meeting e di offrireuna panoramica a 360° dei principali aspetti tecnici, energetici, sociali e culturali di questadisciplina millenaria.

Testo: Leandro BocchicchioIl M° Massimo Mori durante il suo spazio didattico.

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Al Workshop sonointervenuti i seguentirelatori:

D.ssa Amina Crisma, docente diFilosofie dell'Asia Orientaleall'Università di Bologna, membrodella Associazione Italiana per gliStudi Cinesi, sul tema “PENSIERODEL TAO TRA ORIENTE E OCCIDEN-TE”': “armonia della Via e coltivazioneinteriore”.

Dr. Massimo Mori, medico, poeta,Maestro di Taijiquan dirige a Firenzel'Associazione Olistica 'NuovoOrizzonte', sul tema “DECLINAZIONIDEL PRINCIPIO TAIJI”: Antropologieculturali del Taiji, il valore pervasivo del“principio superiore” nelle attivitàumane.

Dr. Marco Venanzi, medico,Maestro di Taijiquan e Qi Gong dirigea Milano la scuola “Il drago chenuota”, su EVOLUZIONE PERSONA-LE E TAIJIQUAN' :I principi dell'artemarziale nel lavoro su di sé e nellarelazione d'aiuto. Tin Jin, Tui Shou,Conflitto Psichico e Alterazioni dellostato di coscienza.

M° Fabio Tozzi, Direttore Tecnicodella sede di Roma della Scuola diKung Fu Tradizionale del GM PaoloCangelosi (in luogo del GM PaoloCangelosi, assente per impegni in queldi Oktagon a Milano), sultema“CORPO, MENTE E SPIRITONELL'AUTODIFESA”: Controllo men-tale, bioenergetica e biomeccanicanelle condizioni di stress. Applicabilitàdella “forma” nel confronto reale.Intanto, mentre una attenta platea

seguiva l'interessante simposio,

molte altre forze erano impiegate nel-l'allestimento del Palazzetto delloSport “Paolo Valenti”, sede designataper lo svolgimento delle attività previ-ste da “PIANETA TAIJIQUAN”, che hacoinvolto per svariati giorni un nume-ro considerevole di volontari, in mag-gioranza allievi delle due scuole pro-motrici. Tanto duro lavoro è servito per con-

sentire di accogliere le varie realtàche hanno caratterizzato la giornatadi Domenica.Nell'area del “Paolo Valenti” infatti

sono state ospitate le associazionilocali, nazionali ed internazionali chehanno usufruito di uno spazio esclusi-vo per promuovere le loro attività.Oltre alle scuole di TAIJIQUAN,

erano presenti associazioni di mas-saggi tradizionali orientali (shiatsu,tailandese e cinese) e stand di pro-dotti olistici, nel rispetto del connubioindissolubile tra arte marziale e salutepsico-fisica, antico come la storia diqueste discipline.Il programma domenicale è partito

come previsto di buon mattino con lequalificazioni del torneo di “TUISHOU” sul palco centrale, in cui atle-ti provenienti da Firenze, Roma,Trieste e Genova si sono cimentatisenza sosta per guadagnarsi l'acces-so alle fasi finali. La competizione,prevista con la regola della “postazio-ne fissa” (senza staccare i piedi dalleapposite pedane), ha mostrato unbuon livello tecnico da parte dei varicontendenti e soprattutto è stata vis-suta da tutti con i giusti aspetti mar-ziali e sportivi di lealtà e correttezza.Innovativo il sistema di votazione che

prevedeva una giuria stilistica oltre aquella puramente tecnica. Il voto distile, attraverso elaborazioni compu-terizzate, ha modificato l'esito dellegare rendendo giustizia ai fondamen-tali principi del TAIJIQUAN.Parallelamente al torneo, ad orari

prestabiliti, si effettuavano lezioniaperte a tutti e dirette dai variMaestri delle scuole presenti, dandocosì la possibilità a praticanti, maanche a gente che voleva avvicinarsia questo meraviglioso mondo, diapprocciare in maniera concreta itanti differenti modi di vivere il TAIJI-QUAN, da quello più marziale a quel-lo più salutistico.Nel pomeriggio, davanti ad un pub-

blico sempre più folto e sveglio (erapur sempre Domenica..) la gara di TuiShou ha avuto il suo epilogo con i vin-citori delle varie categorie “TERRA”,“ACQUA”, “FUOCO”, “LEGNO” e“METALLO”, in onore dei 5 elementiche rappresentano una delle basiideologiche della cultura taoista e diconseguenza del TAIJIQUAN. Tali vin-citori si sono poi sfidati in un gironeall'italiana per conquistare il titoloassoluto, che metteva di fronte gliatleti senza distinzione di peso e disesso. Gli incontri sono stati moltoserrati e avvincenti, con azioni spessoanche spettacolari che hanno esalta-to i principi dello stile e strappatoapplausi a scena aperta. Colgo l'oc-casione di fare i complimenti a tutti aprescindere dal risultato ottenuto edal piazzamento portato a casa.Completato il torneo, si è arrivati al

culmine tanto atteso della giornata: il“Master Show”, nel quale tutti i maestri

Il convegno TRA TERRA E CIELO nel palazzo storico Medici Riccardi sede della regione

Page 68: maggio italia

66

Artisti della Comunità degli studenti Cinesi

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Foto in alto e foto in basso a sinistra: Flash mob in piazza della Repubblica.Foto sopra le coppe: il M° Pastorino Nicola durante il suo spazio didattico.

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68 Sotto le due foto in alto: Momenti dello SHOW.In fondo alla pagina: Le aree massaggio della manifestazione.

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Reportage

con i loro allievi si sono esibiti in performancea solo o di gruppo, regalando saggi della lorodestrezza e dimostrazioni di grande effetto aglispettatori che ormai gremivano la tribuna difronte al palco. Un susseguirsi di forme tradi-zionali a mano nuda o con armi delle varie cor-renti, Yang, Tung, Chen, Bagua Zhang, presta-biliti spettacolari a 2 o più persone, ad eviden-ziare l'armonia dei movimenti e l'efficacia deiprincipi dello stile. In mezzo a tutto ciò, unacompagnia di musicisti cinesi, che ha accom-pagnato con le poetiche note dei loro stru-menti tradizionali due abilissimi calligrafi chedipingevano le loro pergamene, la commoven-te esibizione di una giovane e talentuosa can-tante lirica cinese, con la sua voce potente ecristallina e una suadente interpretazione dellacompagnia professionale di danza “LyricDance Studio” del Maestro Alberto Canestro,in cui si sono fuse la danza classica e il TAIJI-QUAN in una raffinata contaminazione esteti-ca di altissimo livello, hanno nobilitato il conte-sto dando prova di una grande apertura artisti-ca da parte di un universo, quello marziale,sovente troppo chiuso ed in balia di un puri-smo fine a se stesso.Durante lo spettacolo si sono intervallate

le premiazioni degli atleti del Tui Shou e laconsegna di alcune targhe celebrative aimaestri intervenuti.Stanchi, ma soddisfatti per il buon anda-

mento della manifestazione, agli organizza-tori, non resta che ringraziare tutti coloro chehanno presenziato per l'occasione e darel'appuntamento all'anno prossimo per laseconda edizione. Così, siamo arrivati alla fine, anzi no!

Rimane una cosa da fare e non è di pococonto…smontare tutto!Ecco che gli infaticabili volontari si rimetto-

no all'opera e in men che non si dica il“Paolo Valenti” viene restituito alla sua formaoriginale.Il TAIJIQUAN è l'arte della mutazione e

nessuno meglio dei volontari dell'organizza-zione di “Pianeta TAIJIQUAN” poteva incar-nare alla perfezione l'essenza di tale concet-to….Al prossimo anno!!

“Sono intervenuti LIN HONGYUAssessore del

Comune di CampiBisenzio (Firenze)

‘per i rapporti con lacomunità cinese’-DONGBO WANG

Presidente ASSOCINA Toscana”

In fondo alla pagina: Momenti del Torneo di TUI SHOU.

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Luohan QuanIl Pugno del Tempio Shaolin

el Tempio di Shaolin, nel lato sinistro del cortileprincipale, si trova il museo del monastero.Lì è possibile ammirare più di 200 statue di

legno e pietra dei monaci di Shaolin chesvolgono le varie mansioni quotidiane, incluseraffigurazioni di alcuni che praticano Luohan

Shi Ba Shou.Secondo la leggenda lo stile Luohan Quan fu inventato da

Bodhidharma (Damo). Quando Bodhidharma si recò in Cina esi stabilì nei dintorni del Tempio Shaolin vide che i monacierano esili e carenti di energie, alcuni dormivano tutto il giornoe altri addirittura morivano. Fu così che sviluppò la formaLuohan Shi Ba Shou (le 18 tecniche di pugno di Luohan) e lainsegnò ai monaci. Dopo un solo mese di pratica avevano giàmigliorato la loro condizione fisica.Quando Bodhidharma codificò Luohan Shi ba Shou non era

divisa in prima o seconda parte. Tra le dinastie Jin e Yuan, unuomo chiamato Bai Yufeng si convertì al buddismo e entrò aShaolin. Fu proprio nel monastero che apprese le 18 tecnichedi Luohan. Più tardi elaborò e migliorò le 18 tecnichetrasformandole così in 108 movimenti. Da allora si può direche ci sono due stili, il primo creato da Bodhidharma e ilsecondo da Bai Yufeng.Luohan Quan è uno degli stili di Shaolin per antonomasia. Si

divide in diversi tipi: Luohan Shi Ba Shou, Da Luohan Quan,Xiao Luohan Quan, Xiao Luohan Zhang, ecc…Luohan Shiba Shou è il sistema più datato e anche una della

più antiche arti marziali di Shaolin. Possiede 18 sequenze intotale che sono semplici da apprendere e facili da praticare.Luohan Quan è uno degli stili esterni di Shaolin, con

movimenti semplici e corti, rapidi e agili e con molte varianti.Tutta l'azione della forma è morbida e fluida. Il pugno è duro emolto forte, “lanciarsi come una freccia, ritirarsi come la seta,attaccare una volta con successo e proseguirecontrattaccando con continuità”. Anche la rapidità dimovimento è molto importante così come essere flessibilenella difesa e nell'attacco. Non solo fa si che i rivali nonpossano attaccare, ma anche che non abbiano l'opportunità didifendersi.I praticanti posso raggiungere 3 livelli. Nel primo, che è

quello base, l'allievo non può combinare azioni forti e morbideallo stesso tempo; se è forte è forte, se è morbido è morbido,è il livello più basso.Nel secondo livello, intermedio, il praticante utilizza il Qi (Chi)

con azioni forti ma morbide e il Qi si muove in tutto il corpo,questo è il livello medio.Nel terzo livello, il più alto, il praticante combatte in modo

intelligente, con azioni reali e finte, decise e morbide,utilizza il Qi e la sua forza viene dall'interno, questo è illivello avanzato.Infine la teoria del Luohan che fa riferimento al

concetto di Yin e Yang, che esprime la dualità di tuttociò che esiste nell'universo e descrive le due forzefondamentali opposte e complementari tra loro. Yin eYang si generano e si consumano reciprocamente.

Amituofo

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ShaolinTraducción: Lin Yan y Bruno Tombolato

www.shaolinspain.comwww.shaolintemple.es

Facebook: Shaolin.Cultural.Center.Spain

N

Page 75: maggio italia

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Page 76: maggio italia

Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

Ref. 10640Kung Fu rojo/negro.

Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

Ref. 13652

Ref. 11234Cintura "Obi" Iaido.

Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

Page 77: maggio italia

Este DVD de primeros auxilios es una herramientaindispensable para todos los practicantes de ArtesMarciales que tarde o temprano se encuentran consituaciones en las que hay que “ayudar”. En cadaescuela en la que hay luchas, combates, osimplemente contacto físico duro ha habido algún

estudiante o instructor que ha sidogolpeado o ha sufrido alguna lesión.

Puede que hayan sido noqueados,que hayan tenido dificultades

respiratorias, calambresmusculares, mareos,nauseas, o cualquier otradolencia provocada por unentrenamiento lesivo. Los“accidentes” son reales yhay que subsanarloscuanto antes ya que ladisfunción causadapuede duplicar a laprovocada por un simpleaccidente. ¿No deberíaser esta informaciónobligatoria para todo“instructor” simplemente

para preservar la seguridad ybienestar de los estudiantes?

Este DVD es el primero de unaserie de trabajos a cargo del

Maestro Pantazi, centrados en el“otro lado” del Kyusho, ese lado que

presta atención a las ciencias de la “energía” dela salud y del bienestar, no sólo aplicables en el Dojo,sino también en el día a día con vuestros seresqueridos y la gente que nos rodea.

REF.: • KYUSHO19REF.: • KYUSHO19Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international. net

Ordinala a:

Page 78: maggio italia

uando insegniamo arti marzial imoderne e difesa personale basatasulla realtà spesso dobbiamorispondere a domande come: “Perchéstudiamo Jujitsu Brasil iano?” o“perché studiamo judo?„ o “perchéstudiamo la spada giapponese? „, e

infine “Cosa hanno a che vedere queste discipline conle arti marziali moderne e la difesa personale basatasulla realtà?” La maggioranza di arti marziali basate sulla realtà

dimentica coloro che furono i fondatori dei propri stili,e la radice degli sti l i , ma è sempre importantericordare queste radici. È per questo che li studiamocome parte integrante di queste arti marziali.

Avi NardiaSono nato e cresciuto in Israele e mi arruolato nell'esercito,

ed è per questo che non possono essere d'accordo conalcune scuole di Krav Maga che proclamano:“Non siamo un'arte marziale tradizionale, non siamo un'arte

marziale senza senso” con un discorso così arrogante sicorre un rischio ed il rischio è molto grande. Krav Maga è èanche basato sulle arti marziali tradizionali, e tutte le suetecniche e movenze provengono da libri e vecchi manuali chesono stati utilizzati all'epoca della seconda guerra mondiale,tra cui molti libri sul karate, sullo judo, sul combattimentocorpo a corpo ed sullo Ju-jutsu. Non ho mai visto una tecnica o un movimento che non

siano apparsi prima in questi vecchi manuali di arti marzialiche esistevano prima che nascesse il Krav Maga. Tutti i pugnied i calci dello Krav Maga sono tratti da molte arti marzialidiverse e collocati come i tasselli di un puzzle nel Krav Maga,per insegnare la difesa personale al personale dell'esercito.Le tecniche di Krav Maga dovevano basarsi su criterisemplici: le tecniche dovevano incorporare alcuni movimentiche non dovevano essere eccessivamente complicati perchépotessero essere efficaci. Spesso le tecniche sono stateinsegnate e sviluppate per dare ai soldati la fiducia e lastrumentazione di base della difesa personale, ma nulla più.Sono tornato nel 1992, dopo avere trascorso molti anni

studiando arti marziali nell'Estremo Oriente, e devo ammettereche come artista marziale desideravo studiare arti marziali. Seavessi potuto trovare la conoscenza che cercavo vicino a casa,non sarei dovuto andare così tanto lontano per studiare.Il tenente colonnello Avi Harus, riposi in pace, mi chiese di

creare un sistema più avanzato, per raggiungere una serie diobiettivi semplici: doveva essere meno dannoso per i suoistudenti, e doveva preparare i suoi cadetti per essereincorporati nelle Forze Speciali Israeliane. Ho allora iniziato avedere tanto le buone come le cattive cose nei sistemiisraeliani di arti marziali, ed ho iniziato a sviluppare il mio, perprogredire ad un livello ulteriore, per insegnarlo, per provarloe sperimentarlo completamente. Quest'esperienza ha fatto siche sono stato reclutato da una Unità d'Elite come istruttore,dopo che questi avevano sperimentato la maggioranza deisistemi da combattimento e degli istruttori di Israele, tra cuialcuni membri del Yamam (Unità antiterrorismo israelianaNota del Traduttore). Hanno constatato che il programma che avevo sviluppato

era quello che meglio gli si adattava, ed è così come ha avutoorigine il KAPAP, la nuova Arte Marziale Israeliana.Io ed il Tenente Colonnello, con la sua vasta esperienza, ci

recammo presso il Quartiere Generale dell'Esercito perscoprire quali erano le necessità delle forze speciali Israeliani,

e là lavorammo conuno dei migliori artistimarzial i che hoconosciuto, HanshiPatrick McCarthy, chegià operava comeconsulente. Iniziammo a

proporre il sistema piùavanzato alle Unità. Ilsistema è cambiato nelcorso degli anni ed éprogredito, conl'aggiunta più recentedel Machado RCJ Ju-jutsu. Ho avuto inoltreanche l'onore di essere uno degli istruttori del RCJ e sonostato Istruttore Capo di Aiki Kenpo Ju-jutsu, sotto la tutela delHanshi Patrick McCarthy.Anche se il Krav Maga si insegna ai bambini, non si può

affermare che è il sistema ufficiale dell'esercito israeliano.Non ci sono bambini nell'esercito Israeliano.Insegniamo un sistema nuovo e moderno, che ha alcune

delle sue radici nelle tecniche dell'esercito, della polizia, delleunità antiterroriste, e ha altre radici che vengono dalle artimarziali tradizionali.

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Autodifesa

PER STUDIARE L'ANTICO,BISOGNA COMPRENDERE IL NUOVO

Q

Testo: Hanshi Patrick McCarthy, Maj. Avi Nardia & Tim Boehlert

Page 79: maggio italia

Estendendosi il Kapap ai civiliin tutto il mondo, il sistema haricevuto i l nome dicombattimento faccia a faccia(Krav Panim le Panim.) Più il sistema progredisce, meno

rimane “israeliano”. Quanto piùprogredisce il Kapap, crescono i modidi studiarlo, e questo lo ha trasformatonegli anni in“un vasto sistema di puntidi vista”. Ora, anche lo stile che si èdiffuso nel mondo è difficile da definiree si tratta più di un concetto, ed unavolta che un concetto si trasforma inuno stile inizia a essere autolimitarsi,così come appena definiamo lo Zeninizia a cessare di essere Zen.Gli studenti di Krav Maga affermano

detto cose come “senza un colpoall'inguine, non c'è Krav Maga”. Dal

nostro punto di vista, invece, abbiamocercato di lasciare il nostro Ego fuoridalla pratica del Kapap e noi diciamo“senza cervello, non c'è Kapap”. Noi concepiamo il Kapap come

un'arte marziale composta da trecomponenti: 1) La componente di combattimento 2) La componente sportiva 3) La componente tradizionale.Non abbiamo problemi nel

partecipare a competizioni come MMA,Boxe, Thai Boxe, Ju-jutsu, Judo, Ju-jutsu Brasiliano ed altro. Tutti questi stilici servono come un punto di riferimentoe ci forniscono un grande materiale di

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“La maggioranza deipraticanti

di Arti Marziali basati sulla realtà

dimentica chi sono stati fondatori

dei propri stili, e la radice degli stili,

ma è sempreimportante ricordare

queste radici”

Page 80: maggio italia

Autodifesa

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studio. Alcuni dicono: “allenati come secombattessi, combatti come se ti allenassi” maquesto ci porta ad una fallace comprensione dellarealtà. Se tu ti allenassi come se fossi in uncombattimento reale, qualcuno potrebbe ferirsigravemente o morire, ma noi invece insegniamo“sicurezza all'inizio, sicurezza alla fine”.Alcuni dicono: “Nella strada, non c'è arbitro”.

Grazie a Dio è così, perché se perdi nel ring, ilcombattimento cessa e puoi trarre lezioni dallasconfitta. Se vivi dominato dall'Ego, ed eviti la sfidadella competizione, hai già perso, perchèprobabilmente é la tua paura di perdere quella cheti fa cercare l'autodiscolpa con frasi come “Nellastrada, non c'è arbitro”.Nascondi così la tua paura, non affronti l'idea di

perdere sul ring. Ricordarti che se qualcuno puòmetterti KO sul ring può farlo nella realtà, e che solocombattere sul ring ti fa vedere come potrebbeessere davvero un combattimento di strada.Il ring è molto realistico dell'allenamento che fai

combattendo con un compagno di Dojo, perchèsul ring senti la paura e il salire dell'adrenalina, inmodo più sicuro e diverso. Non alimentate il vostro Ego, ma se vivete con

questa fantasia pericolosa, un giorno, vi ritroveretecoinvolti in un combattimento vero nella strada.Ricordate che se qualcuno vi dà un calcio o un pugnonella testa e vi mette KO sul ring, così può colpirtiall'inguine o attaccarti agli occhi nella strada.Probabilmente il tuo avversario non è sprovvedutocome te, e non combatterà secondo le tue regole, masecondo le sue. In molti sistemi di combattimentobasati sulla lotta reale si dice: “Sulla strada, il suolo èl'ultimo luogo dove ritrovarti quando combatti”. Aggiungeremmo che una pistola o un coltello

sono le ultime armi che ti devi trovare ad affrontare.Certo, non vogliamo neppure cercarceli icombattimenti. Ma se non studi la lotta a terra, nonsaprai mai come rialzarti quando il tuo avversario tiatterra, cosa che succede anche in molticombattimenti delle MMA.Al giorno d'oggi ci sono molti esperti nel

combattimento a terra, potresti quindi dovereaffrontare qualcuno che ti atterra e se è la primavolta che ti succede sarai sconfitto. Se non saraipronto, sei pronto per la sconfitta.Vediamo anche studenti di sistemi basati sul

combattimento reale che portano caschi, edutilizzano fucili, pistole e coltelli. Certo, crediamoche sia divertente.Ma a chi verrebbe in mente di attaccare qualcuno

così equipaggiato? Non è realistico. Nessuna persona normale

uscirebbe per la strada così.Ad esempio portando molti coltelli. Sembrereste

“Bob aggiustatutto” (personaggio di un cartoneanimato N.D.T) Girare per la strada con dieci coltelli nella cintura,

offre un'immagine di un prepotente con un grandeEgo, oltre a comportare problemi legali.Come lo spiegheresti in un tribunale? “Bob,

Perché porti tanti coltelli?”Se ti vedi circondato in una lotta di strada, ed

utilizzi uno di questi coltelli, ed il tuo avversariorimane ferito o muore, potrebbero arrestarti peraggressione a mano armata o omicidio.Distinguiamo la lotta in tre fasi o livelli: 1) Pre-Conflitto: La preparazione include addestramento,

preparazione psicologica a subire un attacco, lottaa terra, lotta con armi, e conoscenza degli aspettilegali.

Page 81: maggio italia

2) Il conflitto Cosa succede se non lo puoi prevenire? 3) Post-conflittoPotresti dover spiegare ad un funzionario di polizia

perché tu porti dieci coltelli per difesa personale, edin seguito ad un giudice e ad una giuria. Puoi essere accusato di un crimine.Un crimine si definisce generalmente tramite

tre elementi: 1) Possesso degli attrezzi per commettere il

crimine Ad esempio i dieci coltelli che porti con te !2) Intenzione Portare questi dieci coltelli con l'intenzione di

utilizzarli pensando che sarebbero efficaci.3) L'occasione Eri lì quando è successo.Questa lotta con i l nostro ego ed la nostra

negatività ci ricorda che come artisti marzialidobbiamo non soltanto dimostrare e fare uso dellanostra integrità e valori morali, ma anche dobbiamotrasmetterli. Spesso vediamo istruttori insegnare chei coltelli sono attrezzi pericolosi ed insegnano a darefendenti e a lanciarli, ma che dimenticano che anchedevono insegnare che possiamo evitare di uccidere.Il nostro scopo é sopravvivere, non uccidere gli altri. Semplicemente perché puoi, non significa che tu

debba farlo. I l codice Samurai per come lointerpretiamo dice che si deve utilizzare la spada perdare la vita, non per toglierla. Le arti marziali

tradizionali si basanosull'istruzione, su valori morali esolo in seguito sulle capacitàfisiche.Questi concetti mi ricordano

le parole del mio Maestro: On Ko Chi Shin (studia le cose antiche, comprendi

il nuovo) Esamina le cose del passato, ed ottieni la nuova

conoscenza. Quest'ultimo è un proverbio di Confucio utilizzato

nelle culture cinesi, giapponesi e coreane. Puòessere tradotto in molti modi: Le nuove idee si basano sulle cose apprese del

passato. Esamina le cose del passato, ed ottieni nuova

conoscenza. Sviluppa nuove idee, basandoti sullo studio del

passato. Acquisisci nuove prospettive con lo studio delle

vecchie materie. Comprendi il presente rivedendo il passato. Apprendi dal passato. Rivedi ciò che è vecchio ed apprendi ciò che è

nuovo. Impara la lezione del passato. Apprendi la lezione della conoscenza dagli antichi. Studia i tempi passati. La versione sarebbe: “interrogati sulle antiche

cose, conosci le cose nuove”.Per apprendere le cose nuove che sono oltre alla

tua esperienza, puoi attingere alle vecchie cose. Puoitrovare la saggezza nella storia.

Autori:Hanshi Patrick McCarthy www.koryu-uchinadi.com, Koryu Uchinadi Kenpo-jutsuMayor. Avi Nardia www.avinardia.com,www.kapapacademy.netTim Boehlert

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Kapap

Page 82: maggio italia

Le forme Mae Mai sono principi universali di com-battimento: ogni tecnica può essere imparata inaccordo con una versione di base, ma deve esserepraticata facendo particolare attenzione alle moltepli-ci varianti esistenti, codificate dai Grandi Maestri del

passato. Le diverse applicazioni si dovrannoallenare seguendo i principi del footwork

tradizionale, per permettere al prati-cante di eseguirli contro attacchi

provenienti dalle quattro dire-zioni e non solo frontali. Inquesto secondo DVD ArjarnMarco de Cesaris focalizzal'analisi tecnica sull'ese-cuzione della Forma esull'allenamento deglispostamenti avanzati,terminando con l'appli-cazione delle tecnicheMae Mai dalla nº8 allanº15. Un inesauribile baga-

glio di azioni tecniche diattacco, difesa e contrat-

tacco che ogni buon prati-cante dovrebbe conoscere

alla perfezione.

REF.: • CESAR12REF.: • CESAR12

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Ordinala a:

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Niente del genere era stato visto fino ad oggidagli appassionati studenti di Shaolin

Hung Gar. Si tratta della prima formain coppia di Hung Gar, la Gung

Gee Fook Fu Doy Dar. Perallenarsi con un compagno

nel combattimento reale finoal limite, è assolutamentenecessario impararequesta forma. Il MaestroMartin Sewer, 8°Dan,mostra con l'aiuto di duedei suoi principaliistruttori, i sottili dettaglidi questa forma,concepita per ilcombattimento. Non acaso, si dice che la Gung

Gee Fook Fu Doy Dar aiutigli allievi interessati a farlo,

a crescere, a raggiungere unnuovo livello di abilità in

combattimento e a migliorareenormemente le loro potenzialità.

Non perdete l'opportunità di scoprire ilvero sapere del tempio di Shaolin, come

l'autentico Hung Gar Kung Fu del Gran MaestroMartin Sewer.

REF.: • SEWER5 REF.: • SEWER5

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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“Andare a terra non èun'opzione, è una

probabilità molto alta chesi presenta in unintervento o in un

arresto”

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Grappling Per Forze diPolizia - Grappol

Considerazioni generali:Prima di qualsiasi intervento

dobbiamo distinguere se ci troviamodi fronte a un caso dove è in gioco lanostra integrità o la vita (legittimadifesa), o se possiamo neutralizzare ilsoggetto causandogli le minime lesionipossibil i (difesa personaleprofessionale). E' comunquefondamentale essere coscienti, chel' intervento può fluttuare da unoall'altro durante l'esecuzione delmedesimo:1°) Se possiamo controllare il sogget-

to utilizzando differenti tecniche di difesapersonale professionale, allora dobbia-mo farlo, evitando in questa maniera diandare a terra. Mi riferisco a tecnichecome Kote Gaesi, Ikkio, Nikkio, Sankio,Gokio e altre di uso comune in questoambito, dalle quali possiamo procedereall'ammanettamento del soggetto.2°) Se nella realizzazione queste

tecniche l'individuo ci sfugge el'intervento sfocia in una colluttazione, oin base all'aggressività del soggettosiano richieste tecniche piùcontundenti, sarà lì che useremol'arsenale che il Grappling ci fornisce,per controllarlo successivamentemediante l'utilizzo di immobilizzazioni,leve o strangolamenti in uso nelle forzedi polizia. Il passo conclusivo consisterànella manipolazione delle articolazioniper concludere con l'ammanettamentodell'individuo, così come nell'utilizzo difattori psicologici che faciliteranno lariduzione della sua aggressività..

Andare a terra non è un'opzione, èuna probabil ità molto alta che sipresenta in un intervento oneutralizzazione.

Grappol - Grappling perForze di PoliziaBasi del sistema

La lotta Grappling possiede ungrande bagaglio di tecniche e il nostrolavoro ha consistito nel cercare quelleposizioni di controllo e finalizzazioneche portino all'ammanettamento,dandole una applicazione per coloroche operano nell'ordine pubblico. Conla definizione “ordine pubblico” alludoa tutti coloro che operano nel settoredella sicurezza pubblica e privata elegalmente abilitati a fare uso dellapropria forza fisica, di bastoni omanganelli, manette o armi da fuoco,con le peculiarità proprie di ognuno erispondendo a criteri di congruenza,opportunità e proporzionalità.

Tanto il Judo in passato, quanto ilBrazil ian Ju Jitsu o i l Grapplingattualmente, sono stati adottati comemetodi di allenamento da parte dei

corpi di sicurezza di svariati paesi.Sono sistemi basati su proiezioni,controlli e finalizzazioni che oltre adaver dimostrato la loro efficacia,danno la possibilità di attenersi alprecetto legale di neutralizzare senzacausare lesioni.

Logicamente è necessariorielaborarli per finalità di pubblicasicurezza. Non tutte le tecniche cisono uti l i . I l nostro scopo èammanettare i l soggetto con lamassime garanzie per la nostraincolumità e seguire anche unastrategia adeguata a tale contesto.Detto questo, gradirei stabilire unaserie di criteri:1) Evitiamo di andare direttamente

a terraLa situazione è: agente in piedi -

individuo a terra.E' una situazione nella quale c'è una

resistenza attiva, che può essere unattacco reiterato con pugni e nonpossiamo replicare allo stesso modo,vale a dire restituendo i colpi.D'altronde esiste un ampio rischio, dauna parte di ferire l'altra persona (conle conseguenze legali che ciòcomporta) e dall'altra di essere feritinoi stessi.

Se la situazione avvenisse in modorepentino, non potremmo neanchefare uso delle armi in dotazione, inquanto non avremmo il tempo diestrarle.

La soluzione più percorribile è quellaproteggerci con le mani, accorciare ladistanza e proiettare il soggetto alsuolo, controllandolo poi colginocchio. Da questa posizioneadesso possiamo tirar fuori il materialein nostra dotazione e utilizzarlo almeglio. Se usiamo il nostromanganello, ci consentirà di colpire, inpresenza di più di un individuo, oppureprocedere alla neutralizzazione di coluiche è a terra per ammanettarlo. Il suonaturale utilizzo è per colpire, semprecol debito controllo e facendoattenzione alle zone legalmentepermesse e proibite, per passaresuccessivamente ai bloccaggiarticolari, leve e strangolamenti tipicidelle forze dell'ordine. Esistono

sistemi eccellenti che ne sviluppano ilsuo maneggio, anche se è necessarioqualche ulteriore adattamento. (viconsiglio di visitare questa paginaweb:

http://www.clubdelaeskrima.com)Con l'arma da fuoco e grazie

all'azione intimidatoria, si potrebbeottenere lo stesso risultato. Un'altraopzione sarebbe da un controllo inginocchio, portare in leva i l suobraccio e ammanettare, che è fattibilesia con la propria arma che con ilmanganello in mano. Così, sepercepiamo di nuovo il pericolo èpossibile sia slogare l'arto cheintimorire il soggetto, dandoci unamaggiore protezione. La combinazionedella nostra dotazione con le tecnichedi Grappling è perfetta e in nessuncaso è indispensabile andare a terra.

2) Quando non è possibilecontrollare la situazione in piedi.

La situazione è: agente e soggetto aterra.

Se l'individuo manifesta un'aggressi-vità tale che risulta complicato mante-nerne il controllo con il ginocchio,oppure abbiamo realizzato un tipo diproiezione che ci ha portato entrambi aterra, allora dobbiamo ricorrere a que-sta opzione.

Ora fatti questa domanda: Comecontrollo un soggetto alquantoaggressivo da questa posizione? Nonsi può colpirlo! Come spiegare algiudice che si è colpito una personache giaceva a terra?

E se lascio che si rialzi? Saremmopunto e a capo, con tutti i rischi chene conseguono. E'complicato da quelmomento in poi. L'unica soluzione, laforniscono i sistemi di lotta. Unbloccaggio o una finalizzazione sono ilrimedio più efficace.

3) Restare a terra il menopossibile.

La situazione è: l'agente si alza inpiedi e il soggetto rimane controllato alsuolo.

Siccome sappiamo che non è sicurorimanere a terra per troppo tempo,tutto dipenderà da ciò che ciconsentirà la situazione.

Cercheremo di giungereall'ammanettamento tramite deibloccaggi articolari. Se il pericoloarriva dall'alto, possiamo così rialzarcirapidamente. Sono state studiatediverse maniere, con esercizi appositi,per passare da una posizione all'altrae usufruire degli elementi della nostradotazione, come analizzato inprecedenza.

4) Lavoro di squadraLe tecniche di Grappling sono

perfettamente adattabili al lavoro conaltri colleghi, che siano due, tre o

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Autodifesa Professionale

“Le tecniche di Grappling

sonoperfettamente

adattabili al lavorocon altri colleghi,che siano due,

tre o anche di più”

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Autodifesa Professionale

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anche di più. Qui possiamodistinguere:

Le neutralizzazioni di squadra conscudo protettivo, che si effettuanodisponendo di tempo sufficiente perequipaggiarsi e vengono usate sia neiprotocolli di intervento nei carceri diisolamento - proprie di chi opera neipenitenziari - che nelle celle disicurezza, nel caso della polizia. E'disponibile molto materiale didatticosu questi argomenti.

Gli interventi di squadra senzascudo protettivo avvengono quandonon si è dotati dell'equipaggiamentonecessario, così come può accaderein un intervento in strada.

Ciò risulterà più opportuno chelanciarsi su un individuo senza alcuncontrollo e coordinamento, mettendoa repentaglio la sicurezzadell'intervento.

5) Protezione dell'arma nellaneutralizzazione

Giustamente, ci viene insegnato chesi deve proteggere l'arma quandoentriamo in una situazione di corpo acorpo. Prima dell'attaccoopportunamente preventivato, siprepariamo in modo che l'arma nonpossa esserci sottratta. Il problema sipone quando, per strada, si vienecolpiti da attacchi imprevisti, a piùriprese e in maniera poco ortodossa,trasformando l' intervento in unacolluttazione che, inevitabilmente,metterà la nostra arma in unaposizione vulnerabile. Dal primomomento che entriamo in un corpo acorpo e indipendentemente da tutte lemisure precauzionali prese, si correquesto rischio. Di conseguenza lanostra arma diverrà più uninconveniente che un vantaggio.Bisogna essere coscienti di ciò. Si puòprovarlo con un collega: utilizzandodei guanti come protezione, unocolpisce e l'altro tenta di neutralizzare.Traete voi le vostre conclusioni.

Una possibil ità è sviluppare lavelocità di reazione: quanto prima siproietta e si controlla a terra, menopericoli correrà l'arma.

6) La dotazione (cintura,radiotrasmittente, arma da fuoco,manganello) è scomoda per questotipo di azioni.

La condizione ideale sta nelrealizzare l' intervento come negliaddestramenti: tutto perfettamentecontrollato, senza lesioni e pericoloandare o farsi portare a terra.

La realtà è che quando qualcuno èmolto aggressivo, non lo si puòcontrollare allo stesso modo e sifinisce con noi e i nostri compagni alsuolo, senza alcun controllopreventivamente studiato. Ci vieneinsegnato che a fronte di un

determinato attacco si risponde conuna determinata tecnica. Però nonviene detto che se ciò non riesce,abbiamo comunque fomentato lacolluttazione.

Se sappiamo combattere bene, senon siamo allo sbaraglio, la lotta o loscontro possono essere di uno, due opiù agenti contro uno.

Sapere di avere nel cinturone tuttol'arsenale e non sia conveniente finirea terra, non impedirà che questaeventualità si verif ichi, così èconsigliabile contemplarla nel propriorepertorio tecnico.

L'arma da fuoco può trasformarsi, incerte circostanze, in un autenticoKubotàn, capace di procurare unacerta dose di dolore, in base allenecessità dell'intervento.

7) L'importanza dellapreparazione fisica negli interventidi ordine pubblico.

Nel Grappol - Grappling per Forzedell'Ordine - è considerato un aspettodi grande importanza il fatto di avereuna buona preparazione fisica. E'qualcosa che non ci possiamodimenticare. E' un pezzo ulteriore delpuzzle di eguale rilevanza, se non piùdegli altri, che compone il nostrosistema. In qualsiasi pratica sportiva sidistingue la parte puramente tecnicadall'altra di condizionamento fisico.

Questo condizionamento deveessere il più adeguato possibilesecondo le esigenze di ciascuno sport;da ciò deriverà l'acquisizione di unmaggior potenziale da parte dell'atleta.Contando su questa premessa,trasferiremo il tutto nell'ambito delnostro addestramento. Valutare chetipo di allenamento fisico è richiesto inun intervento di ordine pubblico eaffiancarlo alla parte tecnica cheaddestriamo allo stesso tempo,contribuirà a ottenere i risultati migliori.

C'è chi opta per allenare tecnichedell'Aikido, basato nel lavoro di leve echiavi articolari o chi decide, come nelnostro caso, di impostarlo con letecniche di lotta Grappling. Non è lastessa preparazione fisica quellarichiesta da uno stile rispetto a un altro.Sia quale sia il tipo di difesa personaleadatto al lavoro che intendiamosviluppare (c'è una grande varietàdisponibile sul mercato), se esso ècompletato con una buonapreparazione fisica, può soltanto

portarci benefici. Già dal primomomento in cui ci si presenta lapossibilità di dover ricorrere all'usodella forza, si produce una situazione distress generata dalla tensione emotivadell'evento. E'una risposta innatanell'essere umano: percepiamo ilpericolo e il nostro sistema di allarme siattiva. Tra le altre reazioni di caratterefisico, la respirazione che si affanna el'aumento considerevole del numerodei battiti cardiaci. Il nostro corpo siprepara a difendersi o a fuggire. Quindiquesto fatto da solo, se non siamo inbuona forma, può diminuiredrasticamente le nostre possibilità direazione a causa del dispendio fisicoche produce. A ciò sommiamo chepossiamo trovarci di fronte dei soggettisotto l'effetto di stupefacenti o conproblemi mentali, che oppongono unaresistenza molto elevata allaneutralizzazione prolungandola neltempo, il che comporta un maggiorespreco di energie fisiche

dell'agente che, nel fondo, nellaresistenza o nella forza ha i suoi puntidi riferimento.

In quanto al fondo o capacitàcardiaca (cardio), posso soltanto direche dal mio punto di vista è la cosapiù importante. Se finiamo la benzina,come si suol dire, non saremo ingrado di sviluppare le qualità nellenostre tecniche, come per esempio laforza, nelle sue varianti di forzaresistenza (ovvero la capacità disopportare un grande sforzo fisico perlungo tempo), o di forza esplosiva(rapporto tra la forza applicata e iltempo necessario per attuarla).

Essendo a conoscenza di quantoimportante sia questo aspetto nellacostruzione del nostro lavoro, in Grappol- Grappling per Forze dell'Ordine -abbiamo la fortuna di annoverare comepreparatore fisico e membro dell'EnteDon Guillermo Garcia Rodriguez:([email protected]), cheoltre ad essere un grande preparatoreatletico, vanta una lunga carriera comeottimo atleta professionista, esperto insistemi di lotta e difesa personale percorpi di polizia. Guillermo ha creato unmetodo di allenamento specifico per iprofessionisti della sicurezza, adattan-dolo al sistema che essi praticano emodellandolo secondo le necessità diogni tipo di intervento. Attraverso questepagine lo ringraziamo e gli mandiamo uncaro saluto.

8) Grappling per Forze dell'Ordinee armi bianche

Come già sappiamo un numeroelevato di neutralizzazioni terminano aterra. Anche in una lotta con armabianca, poiché è pur sempre unacolluttazione. A questo ci aggiungiamoun oggetto tagliente come ulteriorecomplicazione, per cui dobbiamo

“Come spiegare algiudice che si ècolpito unapersona che

giaceva a terra?”

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- Grappol; Grappling Per Forze di Polizia è un marchio registrato, tanto nellaproprietà commerciale, quanto in quella intellettuale. La sua diffusione siattua attraverso l'Ente di Promozione e Ricreazione Sportiva “Grappol”(Istituzione sportiva senza scopo di lucro)Visita il nostro sito web e il blog:www.grapplingpolicial.comhttp://grapplingpolicial.blogspot.com/Informazioni su corsi e livelli all'indirizzo e-mail: [email protected]

Daniel Garcia (Allenatore Nazionale 2° Liv. di Grappling, SupervisoreNazionale 1° Liv. di Difesa Personale per Forze di Polizia della FederazioneSpagnola di Lotta Olimpionica e Discipline Affini e presidente del ClubSportivo Bushido affiliato alla FEL).

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modificare la nostra strategiatenendone conto, cercando letecniche che ci offrano le più ampiegaranzie per la nostra sicurezza,evitando di cadere tenendo il coltellovicino al nostro corpo. I rischi esistononon ce ne possiamo dimenticare equalsiasi sia la tecnica che utilizziamo,ognuna ha i suoi vantaggi e le suecontroindicazioni. Essere coscienti diquesto contribuisce a trovare larisposta più efficace.

Se siamo riusciti a portarci a terra,con i l soggetto sotto controllo,contiamo sul presupposto che da quipossiamo diminuire notevolmente lesue capacità di movimento,aumentando l'intensità dei bloccaggi edelle leve articolari nel momento di

tentare un eventuale disarmo.Dal punto di vista tecnico e

strategico, è fondamentaleconcentrarsi sulla mano che ci

sferra l'attacco. Questo sarà i lnostro principale obbiettivo.

Prima tenteremo di parare gliattacchi per evitare ferite. Dopoproveremo ad afferrare il polsoo i vestiti che lo circondano,sempre e solo quando neavremo l'opportunità e senzaprecipitazione, essendo peròconsapevoli che quantoprima avremo bloccato il suobraccio, più caleranno lepossibilità di essere colpiti.

Poco a poco, avremo lasituazione in pugno, essendo ingrado di guadagnare unmaggior dominio sul suobraccio, un controllo più sicuro eportando una leva che ci permettadi proiettare l'individuo al suolo.Sempre, come ho già detto,mettendo al r iparo la nostraincolumità.

Se tutto va bene e controlliamo,disarmiamo l' individuo, sarà

fondamentale ammanettarlo perconsiderare finalizzato l'intervento, dalquale, non scordiamocelo, ne saremousciti abbastanza indenni.Qui di seguito esporrò una serie

di fattori dai quali dipende la

maggiore o minore efficacia delsistema che pratichiamo:

1°) L'apprendimento e la praticacontinua

Imparare di una serie di tecniche,come normale nei corsi di formazione,serve a ben poco senza l'allenamentometodico e costante delle stesse,anche nel caso avessimo raggiunto laperfezione. Se siamo incapaci dieseguire correttamente un eserciziocon i l compagno, diff ici lmentepotremo applicarlo in una situazionereale.

Quindi sarà necessario allenarsi inun dato ambiente e con un'uniformitàche assomigli più possibile al loscenario reale. Tutto ciò darà ci mododi tenere a bada lo stress chescaturisce nell'attimo dell'intervento.2) Continuità tecnicaTenere sempre pronta una seconda

e anche una terza opzione, nel caso sifallisca con la prima. Restare senzaopzioni è la cosa peggiore che cipossa capitare.

Una delle basi della lotta Grapplingè che ci permette di f luttuarecontinuamente da una posizioneall'altra.

Ci ha suscitato un interesseparticolare la maniera di combinare lalotta con l'uso delle armi delladotazione d'ordinanza, che fosseromanette, manganell i o bastoni,kubotan e naturalmente le armi dafuoco. All'inizio pareva un problema didifficile soluzione, ma con un cambiodi strategia, venne tutto risolto,aprendo la strada a un grandebagaglio di risorse inimmaginabili finoa quel momento e non ancora trattatein altri sistemi delle forze di polizia.

3°) Il momento opportunoE' quello che si definisce il “timing”.

Nessuna tecnica è sbagliata se la sirealizza col giusto timing, da qui la miainsistenza di inserire nella formazione ilmaggior repertorio possibile. Sfruttareo piuttosto provocare la flessione delpolso del soggetto, ci facilita la suamessa in leva, tuttavia se forziamo unaleva da uno stato di rigidità articolare,mettiamo a rischio l'intervento e lasicurezza di chi lo effettua.

4°) Valutare la situazioneIn ogni momento dobbiamo essere

in grado di fare una rapida valutazione,allo scopo di decidere il procedimentoe la tecnica da realizzare. Una cattivagestione in questo senso cicauserebbe seri problemi.

5°) L'importanza del fattorepsicologico

Le nostre tecniche possono essereaccompagnate da una serie distrategie psicologiche che ciagevolano nell'intervento. Il nostrotraguardo è ammanettare l'individuo efarlo con i l minimo danno. Seriusciamo a chiudere una tecnica incui non è fattibile dosare il doloreprovocato, la sfrutteremo permanipolare il soggetto. Agire in altromodo causerebbe ulteriori lesioniall'individuo e ne complicherebbe lasua neutralizzazione.

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Autodifesa Professionale

“Imparare di unaserie di tecniche,come normale nei

corsi diformazione, servea ben poco senzal'allenamentometodico e

costante dellestesse, anche nelcaso avessimoraggiunto laperfezione”

“Nessuna tecnica è sbagliata se la si realizzacol giusto timing, da qui la mia insistenza diinserire nella formazione il maggior repertorio

possibile”

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No! Non vi preoccupate…non ce l'ho!

Il titolo della colonna di questo mese èun po' una provocazione per richiamarela sua attenzione, caro lettore…Quelche è certo è che durante i mieimolteplici viaggi per impartire corsi diformazione in tutto i l territorionazionale, ricevo spesso e volentieriquesta domanda: Il suo Wing Tsun è

“l'originale?”

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“Io possiedo il Wing Tsun ORIGINALE ??!!

L'essenza e la forma:“Io possiedo il Wing Tsun ORIGINALE!”

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WingTsun

“ Quelli che sonoancorati alla

ricerca di un WToriginale e

recitano al ventofrasi ad effettoche possono

impressionare il“pubblico”,

sono aggrappatia unsogno”

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Riflessioni

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evo riconoscere che incerte occasioni, ci sonopersone che lo fannouti l izzando un tonoquasi di “rimprovero”.Di sicuro c'è che,

guardando il lato positivo delle cose,prendo atto che per la prima volta nellastoria di questo bello sti le, tutti ilineage sono d'accordo: ognuno diessi è depositario del Wing Tsunoriginale! Curioso, no..?Anche se nei miei articoli preferisco

argomentare degli aspetti tecnici ostrategici propri di questo sistema,oggi vorrei parlare di questo, che èoggetto di discussione sui tavoli di tuttigl i appassionati di questa arte.Approfittando del contesto mipiacerebbe rivedere alcuni punti checostituiscono molte delle proposte chenoi della TAOWS Academy facciamo acoloro che desiderano praticare questosistema, utilizzando qualcosa che paresia andato perduto: il buonsenso.Un anno fa ascoltai una frase del GM

Leung Ting nella quale dicevaqualcosa del tipo: “…il Wing Tsun èper tradizione NON tradizionale..”.Credo che non sono mai stato cosìd'accordo conun'affermazione. Perciò, sono

sorpreso nel continuare a sentire moltiinsegnanti che difendono con fervore ilfatto di possedere i l Wing Tsunoriginale: “l'unico”, “l'autentico”.Appare scontato, però in uno stile cheper definizione è “non tradizionale”, ècomplicato determinare quale sia lasua versione “originale”.Senza entrare in dibattiti semantici, è

mio solito rispondere allo stesso modoa tutti coloro che pongono quesitisull'originalità di un lineage, di unascuola o di una forma di WT, con unasemplice domanda che qualsiasipersona dotata di un minimo diraziocinio è in grado di capire: E'originale il Wing Tsun del mio SigungK.R.Kershpecht? o forse quellooriginale è quello del GM Leung Ting?Perché risulta chiaro che nonostante

siano discepolo e maestro, abbianostili abbastanza differenti sul pianoestetico, su quello formativo, sugliobbiettivi, ecc.. Ma non mi fermoqui...è originale il WT del GM LeungTing o quello del GM Yip Man? Sareted'accordo con me che esistonoevidenti differenze tra il WT/WC chepraticava il GM Leung Ting con i suoicompagni e insegnanti dell'epoca.Continuiamo…è originale il WT del GMYip Man o forse lo è quello dei suoimaestri Leung Bik o Cham Wa Shun?Oppure, magari, lo è quello delDr.Leung Jan? In questo caso…magariil Wing Tsun originale è quello di YimWing Chun…o in definitiva quello di NgMuei? Immagino che arrivati a questo

punto, capirete su cosa si basa la miateoria. Tutti quelli che sostengonofermamente di praticare il Wing Tsunoriginale si aggrappano al fumo. Maaggrapparsi al fumo significa afferrarequalcosa che si dissolve, spazzato viadal soffio della prima brezza delmattino.Quando qualcuno indaga sulla storia

di questo stile, avrà la prova che nonsono MAI esistiti due stili identici.Nemmeno quell i della stessagenerazione (vedi il mio articolo diFebbraio Budo International in cuifaccio riferimento alle differenze diapparenza “estetica” del Wing Tsun diLeung Bik e Cham Wa Shun).Quando leggiamo una serie di

espressioni che praticanti eappassionati di questo sistemautilizzano abitualmente nelle lezionicome: “il Wing Tsun è per tradizionenon tradizionale..”, “il Wing Tsun èadattamento..”, “il Wt è sottile, versatilee flessibile..”, “il Wt è..”, credo che sisia poco coscienti del significato di taliparole. Si, effettivamente il WT puòessere tutte queste cose, però èsoprattutto un sistema dicombattimento (boxe cinese). Ed èprecisamente questo il motivo del mioscrivere oggi. Con il titolo “l'essenza ela forma” tento di descrivere una realtà:

l'importante è non dimenticare che ilWing Tsun è un fantastico stile di boxecinese. Forse in certe circostanze noipraticanti ce ne scordiamo e ciconcentriamo nello studio della forma,dell'estetica stilistica, cercando di farele cose come le facevano i maestriprima di noi, dimenticando la cosafondamentale, l'essenza dellaquestione: Il Wing Tsun fu creato comeun metodo di lotta per sconfiggere gliavversari più forti.Basato su concetti, idee e strategie,

questo sistema è sufficientementeappassionante per far si che noipraticanti ci dedichiamoall'allenamento e la smettiamo dipensare a ciò che fanno gli altri, selo fanno bene, male, o regolare, ose il WT che praticano è originale ono. La domanda da porsi sarebbe:Importa forse se quello che si fa è“l'originale”? Credo che seimpiegassimo tutte le nostre forze nellostudio e nell'addestramento, non cirimarrebbe il tempo per giudicarel'operato degli altri.Quelli che sono ancorati alla ricerca

del WT originale e recitano al ventofrasi ad effetto che possonoimpressionare i l “pubblico”, sonoaggrappati a un sogno. Ricercanosostanzialmente un'estetica, un modoparticolare di fare le cose perchéattratti visivamente da ciò che fanno glialtri. Ma ritengo impossibile crescere inun sistema basato sull'imitazione altrui.In altri scritti ho già discusso a

proposito di questa tendenza, ma oggivi darò un esempio molto indicativo.Spesso parlo ai miei istruttoridell'importanza di rispettare latradizione. Nel corso degli anni hovissuto tenendomi lontano da essa,cercando di focalizzarmi esclusivamentenella sola idea dell'EFFICACIA.Alla ricerca di un combattimento

totale e stando a distanza da tutto ciòche mi faceva “perdere tempo”(tradizioni, filosofia, storia dello stile).Ma, curiosamente, quanto più mispingevo a fondo nello sti le, più

D

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WingTsun

“ Il Wing Tsun è pertradizione NONTradizionale”

Leung Ting

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comprendevo la necessità di rivedere la sua storia cercando dicapire meglio coloro che praticarono l'arte prima delsottoscritto. Spesso dicono che il Dr Leung Jan fu il maestroche tirò fuori “dall'oscurità della segretezza” questo stile di boxecinese, i l Wing Tsun. Raccontano che la sua abil ità in

combattimento era impareggiabile. Non sfuggiva mai a unconfronto ed era un lottatore di una fierezza ineguagliabile. Dovettefarsi largo attraverso “l'ecosistema” di stili di boxe cinese dell'epoca ene uscì sempre VINCITORE!Credete davvero che in un paese dove i combattimenti erano a

contatto pieno e senza regole tra praticanti di diversi stili chelottavano per la supremazia del proprio, (c'erano molti, evidentiinteressi di ogni tipo in gioco) il Dr. Leung Jan fu riconosciutoall'unanimità da tutta la comunità marziale della Cina come uncombattente senza eguali, solo perché parlava dell'estetica odell'originalità del Wing Tsun?Allenamento, analisi, revisioni, prove, commettere errori, colpire e tornare

al punto di partenza…questa è la chiave, L'ESSENZA…la forma?...non soperché, ma penso che al Dr.Leung Jan importasse ben poco..

Anche se questa è una colonna dedicata al Wing Tsun, non possofare a meno di citare altri grandi artisti marziali e maestri degli stilicinesi: Chan Heung, Wong Fei Hung, Chen Fake, Chen Man Chingoltre allo stesso Dr. Leung Jan. Tutti hanno in comune qualcosa (oltread essere grandi maestri e straordinari combattenti): Essi studiaronoe praticarono l'arte per una vita intera, ma soprattutto, diedero unalezione di rispetto, compassione, umiltà e sacrificio alle generazioniseguenti. E credetemi signori, il Wing Tsun che vorrei fare è quelloche possiede tutto ciò che ci hanno lasciato questi grandi del KungFu cinese…se è originale o no…a chi importa?...A mepersonalmente NIENTE.

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“Quando qualcunoindaga sulla

storia di questostile, ha la

prova che nonsono MAI

esistiti duestili identici”

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“Allenamento, analisi, revisioni,prove, commettere errori, centrare

l'obbiettivo e tornare al punto dipartenza…questa è la chiave,

L'ESSENZA”.

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Il sogno di ogni artistamarzialeUn viaggio nel Sud della Cina

oco tempo fa, unaleggenda del le Art iMarzia l i e attoreprotagonista di moltepellicole di Kung Fu, ChiuChi Ling, ha organizzato

un viaggio nel sud della Cina. Oltre aivari compleanni che furono celebratiin quei giorni, il viaggio terminò conun grande torneo, il “II World TopKung Fu Championship”. Un viaggioche sarebbe sicuramente una bellaesperienza per ogni praticante diKung Fu.Molti Sifu e allievi giunsero da svariati

paesi, come Messico, Algeria, Italia,Belgio, Olanda e Svizzera. Il giorno delsuo arrivo, il Gran Maestro Chiu ChiLing (10° Dan), li ricevette per salutarlitutti nella sua famosa scuola di HongKong. Come sempre accade con il GranMaestro, tutti hanno riso moltissimo e sisono fatti fotografare con lui. Ognunoha avuto magliette e giubbotti con i simboli del Gran Maestro euna volta di più si respirava l'aria di una grande famiglia.Dopo la prima notte al Metro Park Hotel di Hong Kong, si

sono incontrati tutti nel famoso Kow Loon Park, per assistere alseminario del Gran Maestro. Non tutti però iniziarono colseminario, poichè alcuni allievi, cosa assai rilevante, eranoimpegnati negli esami per i Dan, che si svolgono e sonopresieduti dal Gran Maestro Chiu Chi Ling, ogni 5 anni. QuestiDan (si potrebbe anche dire “gradi di Maestro”) sono la tappasuccessiva al termine del percorso basilare, che culmina conl'esame di Cintura Nera.

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Kung Fu

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Kung Fu

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Controllati dallo sguardo delGran Maestro Chiu Chi Ling e dalsuo successore, il Maestro MartinSewer (8°Dan), gl i esaminatihanno dovuto dimostrare lerispettive capacità nei vari livellidell'Hung Gar Kung Fu. Tutti icandidati erano logicamentemolto nervosi. Quando l'ultimo diloro concluse la sua prova, il GranMaestro disse che avrebberopartecipato al seminario con ilresto del gruppo. Nessuno di essisapeva se aveva superato l'esameo no. Ma l'incertezza non durò alungo, dal momento che il GranMaestro impartiscepersonalmente i seminari solo aquelli che hanno raggiunto i gradipiù elevati. Così tornò di nuovol'al legria, le risate e le tantenozioni di Hung Gar Kung Fu.Dopo di quella giornata

istruttiva, tutti hanno potutoriposare un pochino. Il giornoseguente, il prossimo evento inprogramma era la festa dicompleanno del Gran Maestro enell'elegante ristorante London diHong Kong, Maestri, al l ievi eamici, cineasti e polit ici, siritrovarono per celebrarlo. Durantela festa, molti maestri, allievi eanche lo stesso Gran Maestrodimostrarono la loro abilità nelKung Fu. Si fecero molte foto etutti passarono una splendidagiornata. Ma per qualcuno, unacosa era la più importante: i lrisultato degli esami sostenuti! IlGran Maestro certif icò i lsuperamento dei Dan per icandidati, soprattutto gli svizzeri.Complimenti a tutti!Il giorno successivo, alle quattro

di mattina, si incontrarono tuttidavanti al Metropark Hotel perdare inizio al viaggio per il suddella Cina. Ai partecipanti l iaspettava un mucchio di ore diviaggio, ma erano tutti moltoeccitati.La prima tappa era al grande

museo di Bruce Lee, che ha ledimensioni di un parcodivertimenti. Come sempre, tuttisono entrati portando le bandieree gli stendardi del Gran MaetroChiu Chi L ing. Anche qui c ifurono molte dimostrazioni, fotoe risate tra i presenti. Ma nonsolo. Gli organizzatori del museovolevano che un allievo di ChiuChi Ling inaugurasse una scuoladi Hung Gar Kung Fu all'internodel museo stesso, ma ad unacondizione: doveva essere con ilKung fu or ig inale del GranMaestro. Con questo gesto, tuttii presenti, soprattutto gli allievi,s i sono resi conto del la

considerazione che ancora oggipossiede il Kung Fu tradizionalein Cina.Risaliti sul pullman, il viaggio

proseguì in direzione del postoprescelto per il pranzo. Comeaccadde in ogni pasto nel corsodel viaggio, anche questoriservava una sorpresa per icommensali. Dopo tante risate eKung Fu, erano tutti affamati!La fermata seguente era il luogo

di nascita dell'eroe popolare WongFei Hung, i l “Robin Hooddell'Asia”. Numerose immaginiincredibili, come anche gli oggettiche usava quando era in vita,furono ammirate dai partecipanti.Come sappiamo (e se qualcunonon lo sapeva, adesso lo sa),l'eroe non era solo un grandecombattente, ma anche unostimato conoscitore e medico diMedicina Cinese, nonchè uno deimigliori interpreti della “Danza delLeone”. Ciò diede l'opportunità algruppo di eseguire la “Danza delLeone”, dimostrando le capacitàdei danzatori. Uno spettacoloimpressionante!Non molto lontano dal luogo

che ha dato i natali a Wong FeiHung, visitammo il suo museoufficiale, dove membri dellacomitiva diedero unadimostrazione di Kung Fu a degliallievi locali. Aldilà del successoottenuto, prima di tutto volevamocontinuare il nostro viaggio, ma ilGran Maestro aprì una cerimoniamolto importante per alcuni di noi.Quattro all ievi svizzeri, delMaestro Martin Sewer, avrebberofatto la cerimonia Bai Si con il loroMaestro e con il GM Chiu ChiLing. La cerimonia Bai Si (che incinese signif ica “Chiedere alMaestro”), è una antica tradizionecinese nella quale l'allievo, che damolti anni segue il suo Maestro,promette eterna fedeltà a lui e allostile che rappresenta. Prima di ciò,i l Maestro promette che nonmanterrà segreti sul suo Kung Funei confronti dell'al l ievo.Costituisce un riconoscimentoufficiale in seno alla famiglia diChiu Chi Ling e dell'Hung Gar alivello mondiale. Complimenti aKitaro Waga, Pascal Plüss, JiroMwaga e Alexander Klug per averraggiunto questo livello, che solopochi hanno conseguito sotto ilMaestro Martin Sewer e Il GMChiu Chi Ling.La tappa seguente del viaggio

è stata una famosa scuola dellaChin Woo Kung Fu, dove ipartecipant i hanno avuto unproficuo interscambio con glistudenti locali. Principalmente gli

è stato consentito di verificarel'evoluzione del Kung Fu in Cinae, nuovamente, i l valore cheesso rappresenta per questopaese. Ma le fermate a venireriservavano altre cose veramentesignificative: i templi tradizionalidi Shaolin. Dopo aver passatouna giornata con i maestri dellaChin Woo, quello era il luogo oveci saremmo diretti.Inizialmente si era sempre

parlato di un tempio di Shaolin,ma come abbiamo potuto vedere,ne visitammo due. Entrambispiccano per la loro architettura e imonaci esperti di Kung Fu. Neidue templi si sono presentatemolte opportunità per i viaggiatori,di partecipare a competizioni con imaestri locali. Si scattarono moltefoto con i monaci durante lanostra visita e in entrambi i templil'intero gruppo ha vissuto dei beimomenti. Tuttavia, una domandasenza polemica: perche c'eranodue templi? Quale di essi eral'originale? Quando lo chiesero alGran Maestro, l'unica rispostaottenuta da lui, fu un smorfiasorridente.Esausti ma aspettando con

entusiasmo il torneo, i partecipantir itornarono a Hong Kong, alMetropark Hotel.Dopo una notte di riposo e

una colazione abbondante, lapattuglia degli svizzeri iniziò adorganizzare i preparativi del tor-neo in un grande complessosportivo nel centro di HongKong. L'unione della professio-nalità e della passione per ilKung Fu cinese ebbero comerisultato un grande ed emozio-nante campionato che ricorde-remo per sempre.Nel mezzo di tutto ciò, si tenne

anche una competizione di“Danza del Leone” nella stessastruttura.Immagini impressionanti per

tutti i presenti e i partecipantiall'evento.Alla fine del torneo e di tutto il

viaggio, anche il GM Chiu Chi Linsi mostrò felice di poter godere diun pò di tranquillità e di sedersi aun tavolo con il suo successore e isuoi allievi, per condividere unabuona cena in un ristorante.C'erano molte fotografie davedere, molte storie daraccontare, ma tutti erano contentidi aver compiuto il viaggio e chequesto si fosse conclusopositivamente!Usando le parole di uno dei

partecipanti: “Non ricordo diessermi sentito mai così stanco efelice allo stesso tempo”.

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er ogni praticante di Muay Boran lo stadiofinale dell'aprendimento di base dell'ArteMarziale è rappresentato dallo studio delleinterazioni tra gli elementi tecnici offensivi edifensivi: combinando le strategie di attaccocon quelle destinate a neutralizzare le azioni

aggressive dell'avversario, avremo finalmente a disposi-zione i principi del combattimento reale, le tecnichedi difesa e contrattacco che permettono di costruireil vero “fraseggio” della lotta partendo dai suoi com-ponenti fondamentali. Il risultato è rappresentato

dalle tecniche dette Kon Muay Keele quali, per loro natura, sono

praticamente impossibili daenumerare, viste le tante

possibilità offerte dallacombinazione di 9 ele-menti (le armi naturali del

corpo umano) su 4 distan-ze (di scontro) e 5 livelli (levarie “altezze” alle qualipossono essere eseguitele azioni), sia in attaccoche in difesa. Tra letante possibilità però, imaestri siamesi del pas-sato hanno verificatocome statisticamente

alcune tecniche risultavanovincenti, molto più spesso di tutte le

altre. Queste azioni particolarmente effi-caci sono state definite

come Mae Mai oMai Khru eLook Mai oMai Kred; alleprime ci sipuò riferire

come le tecni-che di base

della Muay Thai(Mae Mai Muay

Thai) mentre leseconde (Look Mai

Muay Thai) sono letecniche comple-

mentari o avanzate. LeMai Khru devono essere

sempre apprese comebase per potersi poi

addentrare nello studiodelle Mai Kred. Dopo

alcuni anni dipratica delle

azioni fonda-mentali risulterà istin-

tivo per il thai boxer ricercaresoluzioni nuove ai problemi posti dalle varie situa-

zioni di scontro, già peraltro risolte nella quasitotalità dei casi dalle stesse Mae Mai; un inse-

gnante esperto capirà il momento giusto per iniziare l'allie-vo allo studio delle Look Mai che offriranno, se propostecorrettamente, un eccezionale ampliamento di orizzontetecnico.

Lo studio delle forme Look Mai rappresenta per un NakMuay dedito realmente all'Arte del combattimento, l'apicedell'apprendimento della disciplina del Muay.

Le Mai Kred infatti, lungi dal rappresentare unicamente deimovimenti offensivi e difensivi all'apparenza relativamentesemplici, sono i l “disti l lato” di un sistema di lottaenormemente ricco e sofisticato.

Ogni singola tecnica è stata elaborata nel corso dei secolida guerrieri e maestri di lotta e si basa su principi concreti,provati sul campo in tempi di guerra e di pace, nel corso diinnumerevoli scontri (in un vero processo scientificoconcluso con una accurata valutazione di causa-effetto) erisultate vincenti; secondo alcuni studiosi dell'Arte devonoessere definite come “tecniche imparabili”, per evidenziare laloro micidiale efficacia in combattimento.

Le 15 forme Look Mai che fanno parte dei programmitecnici internazionali utilizzati dai membri dell'Accademia diMuay Boran IMBA sono per lo più riconosciute attualmentecome i complementi ideali delle 15 tecniche base; ma ciònon esclude l'inserimento nel contesto delle Mai Kred dialtre tecniche ritenute da alcuni Maestri di tale importanzada essere degne di far parte di quel novero. Se le Mae Maisono la base comune di partenza per tutti i praticanti diMuay Boran, lo Look Mai sono le vere “tecniche segrete”che ogni Bramajarn (Gran Maestro) del passato custodivagelosamente, rivelandole solo ai propri allievi più fedeli. Se iprincipi che ci vengono comunicati dalle Mae Mai sono sìeff icacissimi ma allo stesso tempo sono facil i dacomprendere, i l l inguaggio delle Look Mai è spessomisterioso e non molti riescono a svelare la vera natura diogni azione, se non grazie all'aiuto di un Maestro moltoesperto.

Per la loro difficoltà intrinseca, le Look Mai si possonoiniziare a studiare solo dopo aver fatto propri i concetti dibase inclusi nelle Forme Mae Mai, Chern Muay e Kon Muay;questo è il precetto tramandato dai Khru del passato, chenoi ancora oggi rispettiamo.

I principi tecnici nascosti nelle Look Mai Muay Thaipossono rappresentare la r isposta più adeguata amoltissime situazioni di scontro reale cui il Nak Muay sitrova spesso a far fronte. Un esperto di queste tecniche siaddestra a neutralizzare attacchi portati con tutte le partidel corpo, pugni, gambe, ginocchia, gomiti: ma anche afar fronte a tentativi di prese o attacchi a sorpresa o abloccare attacchi saltati. Le azioni di difesa si fondonosenza soluzione di continuità con i contrattacchi, perrenderli più micidiali ed imparabili. Tutte queste tecnichesofisticate sono in grado di far passare un combattente adun livello superiore nell'Arte della lotta senza limitazioni, ipr incipi che esse insegnano sono ad un l ivel lo disofisticazione che spesso non si evidenzia ad un'esamesuperf ic ia le; da qui la necessità di r icercare gl iinsegnamenti di un vero Khru Muay Boran, un espertonelle autentiche tradizioni marziali della Muay Thai conanni di esperienza sulle spalle nella pratica delle forme MaiKhru e Mai Kred.

Le tecniche imparabili della Muay Boran

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Intervista a cura diNicola PastorinoB.I. : Maestro Busà, si vuole

presentare?A.B. il mio nome è Adriano Busà, sono

presidente nazionale della World JuJitsuFederation PMA Italia. Sono VI Dan,qualifica Shian kai, cioè sono Shian emembro del consiglio internazionale dellecinture nere della Worl Ju JitsuFederation.Sono fondatore dell'Agenzia nazionale disicurezza, che si occupa della formazioneprofessionale di corpi di polizia e forzearmate ed ho un centro, come hai giàvisto, attrezzato e sviluppato proprio performare, addestrare ed allenare, sia nel JuJitsu che nel metodo sas 22, quello che siinsegna specificamente ai corpi di polizia.B.I.: cosa mi puo dire a proposito

della Shian Kai?A.B: La Shian Kai è stata costituita

l'anno scorso, dopo la morte delfondatore Maestro Soke Robert Clark, dacirca 15 rappresentanti dei vari paesi, iosono il rappresentante per l'Italia, ma c'èanche un rappresentante per la Russia,per Israele, per l'Inghilterra, per l'Irlandaecc. ecc. Essendo i l M. Clark diLiverpool, l'Inghilterra ha tre o quattrorappresentanti.Questo consiglio non è solo un organo

federale ma è anche un consiglio tecnico.I membri che lo compongono girano ilmondo rappresentando la World Ju JitsuFederation nei diversi contesti, di stage oseminari. A maggio ad esempio devoandare a Liverpool a tenere una masterclass, a ottobre sarò a Mosca, asettembre, impegni permettendo, dovreiandare in Equador. Insomma giro i lmondo rappresentando la miaFederazione.B.I.: E' attiva anche a livello

competitivo?A.B.: No, nei programmi dell World Ju

Jitsu Federation non sono previste gare ocompetizioni. Un tempo lo erano ma il MClark decise di toglierle perché stavanodistruggendo la sua filosofia, basata sullasolidarietà e il rispetto. La competizioneandava fuori dal tatami e purtroppoquesto è deleterio. Il M. aveva creato lasua Federazione su questi valoriimportanti e la competizione stava

rischiando di mettere tutto indiscussione.B.I.: puo darmi qualche

informazione sul M. Clark?A.B.: il M. Clark è nato il 2 febbraio

1946. E' stato allievo di Jack Britton, ungrande Maestro inglese di Ju Jitsu. Iniziòla pratica molto giovane. Era un grandeappassionato di arti marzial i e dipugilato, studiò anche il kung fu. Forseanche per questo il nostro metodo èmolto da strada, non troppo tradizionale,diciamo che è un Ju Jitsu un pò strano.Rispetto ad un Ju Jitsu tradizionale, ilnostro ha delle sfumature decisamentemoderne. Ad esempio l'impostazione delpugilato per quanto riguarda la guardia. Inostri pugni sono pugni da strada, sonocircolari, ganci, montanti, il nostro JuJitsu ha sviluppato caratteristiche piùidonee ai giorni nostri.B.I.: il vostro programma prevede

anche lo studio dei katà?A.B.: ci sono diversi katà, ma il M.

Clark era uno che amava andare al sodo.Fino a cintura nera c'è un solo katà. Sichiama appunto katà di base e conta 34movimenti. Parata bassa, un pugno,parata media, un pugno, parata alta, unpugno, un bloccaggio a croce, primabasso poi alto, prima frontale poi a girarepoi di nuovo frontale con il peso indietro.E' un katà molto semplice che serve peròper dare quelle coordinazioni necessariead arrivare a cintura nera. Dalla cinturanera invece ci sono katà molto evoluti,energici e potenti e molto impegnativi.Poi c'è tutta la parte del Kobudo e lì siapre un universo di katà. Noi abbiamo unpatrimonio tecnico vastissimo, il M. Clark

ci ha lasciato deiprogrammi immensi, hacodificato perfinol'ottavo Dan, per cui dacintura bianca ad ottavoDan.La parte del Kobudo

non viene insegnata nelprogramma di ju jitsu,solo nel secondo e terzoDan ci sono qualche sfu-mature, qualche katà,qualche applicazione.Mentre i programmi verie propri di kobudo sonovastissimi. A livello mon-diale il M. Clark era unodei cinque sei grandissi-mi che hanno fatto la

storia delle arti marziali, ha rivoluzionato ilJu Jitsu ed è stato copiato in tutto ilmondo. B.I.: a proposito, cosa ne pensate

delle nuove tendenze? Ad esempio delBrazialian Ju jitsuA.B.: Noi non siamo quelli arroccati nel

proprio feudo. Abbiamo fatto tantissimistage interstile, con karate e altre artimarziali, ci siamo confrontati e divertiti. Ilpatrimonio delle arti marziali deve esserenecessariamente condiviso. Il brazialianJu Jitsu deriva dal ju jitsu, è come sefossero nostri cugini. Ha sicuramente unallenamento ed una espressione diversadalla nostra. Sviluppandosi soprattutto aterra, cura maggiormente un aspetto delnostro ju jitsu, il famoso grapling, che èsolo una aspetto del nostro sti le.Comunque siamo contenti che portinoalta per il mondo la bandiera del ju jitsuB.I.: più o meno in che percentuale il

vostro lavoro si svolge a terrapiuttosto che di scherma o di corpo acorpo?A.B.: tiene presente che noi siamo una

sorta di costola dell'Inghilterra. Il nostroallenamento, la nostra mentalità e ilnostro addestramento sono parificati aquell i inglesi. Altre nazioni, purappartendo alla World Ju Jitsufederation, hanno molte influenzepersonali. Quindi i programmi sono glistessi ma in generale le cose vengonogestite in maniera più personalizzata. Noiabbiamo adottato un allenamento, unwarm up, di tipo inglese, estremamenterapido, di circa 10/15 minuti, mettendo

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“Quello che noisempre insegniamoinnanzi tutto è il controllo,

M° Clark diceva chela tecnica si insegnaanche alle scimmie”

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subito in funzione i muscoli più grandi ditutto il corpo, le gambe, i pettorali, finoad arrivare a lavorare i calci ed i pugniche si possono fare in coppia e da soli;poi passiamo ad un ripasso rapido dellecadute; in seguito arriviamo a lavorare le“tecniche miste” che sono unaconcatenazione di varie parti delprogramma del Ju Jitsu che èscomponibile e ricomponibile come sivuole. Ad esempio si analizza un attacco

qualsiasi che può essere un pugnocircolare tanto quanto una presa al corpoe si imposta la lezioni sulle azionipossibil i in base alla fantasiadell'istruttore, come un “mini stage”. Poici sono anche le applicazioni libere, doveci si pone uno di fronte all'altro, succedequel che succede e ci si deve adattare:può arrivare un pugno, un calcio, unaginocchiata, una gomitata si deve fare lapropria espressione. Subentra i lpatrimonio tecnico acquisito e l'abilità delsoggetto. C'è una codifica delprogramma da seguire e la conseguenteespressione libera. B.I.: In questa espressione libera

prevale l'aspetto competitivo o c'èspazio per poter lavorare di studio?

A.B.: Quello che noi sem-pre insegniamo innanzi tutto èil controllo, M° Clark dicevache la tecnica si insegnaanche alle scimmie, quelloche è difficile da imparare è ilcontrollo; far male è facile,quello che è difficile è impara-re a domare il nostro impeto. IlJu Jitsu, come tante altre artimarziali insegna tecnichemortali, è molto preciso, col-pisce nei punti vulnerabili,vitali, di conseguenza se nonhai il controllo lasci una scia dimorti. Quando ci si allena, ilMaestro richiede di arrivarealla massima espressionedella tecnica ma con il totalecontrollo. Una leva articolaredeve arrivare al punto di rottu-ra e fermarsi in tempo. Questaè la scuola del M° Clark.B.I.: Qualche commento

sulla scenacontemporanea delle ArtiMarziali tradizionali?A.B.: Questa è una bella

domanda…. Io vedo unacosa che non mi piace in

Italia…, avendo una mentalità “estera”grazie ai miei continui viaggi per stage eseminari, sia ad imparare che adinsegnare, si è persa una cosaimportante che è la famiglia, partendo dalontano ti riporto una cosa che vivoquotidianamente osservando che piùdell'ottanta percento delle famiglie sonodivise, creando una confusione cheinfluenza i Junior, e di conseguenza iSenior, riportano un blocco psicologiconei riguardi di chi indossa un Kimono.Oggi va più di moda una magliettina, unpaio di pantaloni, le nocchesbucciate…distacco della retina, taglisulla fronte e quant'altro piuttosto unpercorso di crescita, mettersi indiscussione e creare un qualcosa che tiporti ad un controllo. Un po' come direche ti insegno a guidare in pista, e tuprendi la macchina e ti schianti contro ilmuro. Questo mi dispiace perché ioporto avanti i valori che ho sposato 23anni fa, quando ho cominciato a fare JuJitsu, e prima ancora con lo Judo ed ilpugilato, arte nobilissima, c'è sempre ilrispetto, un'etica, mentre piano pianol'interesse si sposta su un piano dovenon c'è più niente. Tanta gente che faMMA viene da me cercando unacompletezza ed un arricchimento delpatrimonio tecnico, sento quello che midicono…., e mi dispiace. Nel panoramadelle AM c'è una sorta di rivoluzione manon credo che sia molto posit iva.Bisognerebbe fare un passettino indietroe mettere in primis l'aspetto umano e lacrescita del la persona e non lacompetit ività, anche perché vienesempre vissuto con sofferenza: una voltasi vince, un'altra si perde, e quando siperde diventa difficile accettarlo se nonsi ha quella completezza di cuiparlavamo prima. Noi cerchiamo sempredi metterci in discussione, siamo ungruppo, quando qualcuno arriva quadentro trova un ambiente che non ècome quello di una volta, e non troval'accanimento dell'essere vincente.Prima di tutto cerchiamo di capire i nostril imiti e su quello lavoriamo. Le ArtiMarziali servono a migliorare la persona,da li in poi c'è un prato libero doveognuno può correre.

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Intervista

“A livello mondiale ilM. Clark era unodei cinque seigrandissimi chehanno fatto lastoria delle arti

marziali, ha rivoluzionato ilJu Jitsu ed è statocopiato in tutto

il mondo”

“Nel panoramamondiale uno deimigliori maestri èPaolo Cangelosi”