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3/2009 maggio Bimestrale di informazione del Collegio Geometri e Geometri Laureati di Padova MAPPE D’IMPIANTO: FINALMENTE DISPONIBILI I DVD Numero 3 - Anno 7 - maggio 2009 - Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2004 n° 46) - art. 1, comma 1, DCB Padova - con I.P. 2 Il buono, il bello e il tecnico Pierluigi Capuzzo 3 Un'impresa di grande valore Enrico Silvestri 4 L'acquisizione digitale Moreno Benetazzo 8 Capolavoro cartografico italiano Andrea Baldan 21 Conservazione e aggiornamento Biagio Guarrera 27 La georeferenziazione Gianni Rossi 30 A Padova i campionati nazionali Michele Levorato

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3/2009maggio

Bimestrale di informazionedel Collegio Geometrie Geometri Laureati di Padova

MAPPE D’IMPIANTO:FINALMENTEDISPONIBILI I DVD

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3 Un'impresa di grande valoreEnrico Silvestri

4 L'acquisizione digitaleMoreno Benetazzo

8 Capolavoro cartografico italianoAndrea Baldan

21 Conservazione e aggiornamentoBiagio Guarrera

27 La georeferenziazioneGianni Rossi

30 A Padova i campionati nazionaliMichele Levorato

1CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009

Bimestrale ufficiale di informazione del Collegio Geometri e Geometri Laureati di Padova35138 Padova - viale Codalunga, 8 bistel. 049 8757788 - fax 049 661124e-mail: [email protected]. Pierluigi CapuzzoSegretarioGeom. Oddone Zecchin TesoriereGeom. Paolo PolConsiglieriGeom. Moreno BenetazzoGeom. Luca BiadollaGeom. Chiara CattaniGeom. Giovanni Dal ZottoGeom. Maurizio FalascoGeom. Giuseppe Gazzin Geom. Michele Levorato Geom. Marco Mason Geom. Sandro Merlo Geom. Michele Rizzo Geom. Elena TresoldiDirettorePierluigi CapuzzoReferente per il CollegioChiara CattaniDirettore responsabileBarbara AmmanatiIscrizione al Tribunale di Padovan. 1852, 11 luglio 2003EditoreLettera srl, via Giorgione 8, 35020Albignasego PDtel. 049 8808241 - fax 049 [email protected] - www.lettera.orgStampaNuova Grafotecnica sncvia Leonardo da Vinci 8,35020 Casalserugo (PD)PubblicitàQuartaPagina sas - via Giorgione,8 35020 Albignasego PDtel. 049 8808241 fax 049 8826414quartapagina@quartapagina.euwww.quartapagina.euPrivacyLettera srl è responsabile dell’indiriz-zario dei geometri della provincia diPadova, e si impegna a utilizzarlo aisoli fini della spedizione della rivista.CopyrightGli articoli pubblicati sono protettidalla legge sulla proprietà intellettua-le e del diritto d’autore.Chiuso in redazione il 22 maggio 2009

SSOOMMMMAARRIIOO

PPiittaaggoorraa nn.. 33//22000099

In copertina: Planimetro polare Amsler appoggiato sopra il foglio della mappad'impianto di Padova, rappresentante l’Isola Memmia del Prato della Valle.

Qui sopra: Il Palazzo della Ragione con le piazze adiacenti, foglio d’impianto F/5.

Digitalizzazione delle mappe d'impiantoIl buono, il bello e il tecnicodi PPiieerrlluuiiggii CCaappuuzzzzoo 2

Un'impresa di grande valoreUn segno di modernizzazione dell’Agenzia del Territoriodi EEnnrriiccoo SSiillvveessttrrii 3

L'acquisizione digitale delle mappe catastali d'impiantoUn’impresa impegnativa realizzata dal Collegio di Padovadi MMoorreennoo BBeenneettaazzzzoo 4

La mappa d'impianto: capolavoro cartografico italianoCome è nato il più importante strumento catastaledi AAnnddrreeaa BBaallddaann 8

Conservazione e aggiornamento delle mappe d'impiantoLa testimonianza di un tecnico catastaleintervista a BBiiaaggiioo GGuuaarrrreerraa 21

La georeferenziazione delle mappe d'impiantoIl funzionamento del software allegato al dvddi GGiiaannnnii RRoossssii 27

Calcio, tennis e golf: a Padova i campionati nazionaliLe gare si svolgeranno nella zona termale dal 9 al 20 giugnodi MMiicchheellee LLeevvoorraattoo 30

InformazioniRiqualificazione energetica: pubblicato il modelloNorme Tecniche in vigoreIva per cassa: pubblicato il decreto 31

Consiglio / Albo 32

2 CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAA Pitagora 3/2009

EEDDIITTOORRIIAALLEEddii PPiieerrlluuiiggii CCaappuuzzzzoopprreessiiddeennttee

Un’applicazionedel concettodi sussidiarietàche sta cambiandoil rapportotra le pubblicheamministrazionie i cittadini.

È abbastanza incredibile quelloche sta avvenendo: ognuno di

noi, nel proprio studio, può legitti-mamente detenere il possesso di tut-te le mappe d’impianto del territorioprovinciale. Una situazione impen-sabile soltanto poco tempo fa.

Le mappe d’impianto, delle quali ilpresente fascicolo di “Pitagora” trat-ta ampiamente, sono dunque il primodei documenti catastali non più in di-venire che possiamo ottenere con unpiccolo contributo per le spese delCollegio. Seguiranno, speriamo abreve e grazie all’accordo in itinerecon il Presidente del Consiglio No-tarile dott. Fulvio Vaudano, le scrittu-re microfilmate, che l’Agenzia delTerritorio ci consentirà di digitalizza-re analogamente alle mappe.

È decisamente un elemento essen-ziale di quella nuova fase di sinergiatra Pubblico e Privato, di quel concet-to di sussidiarietà di cui tanto si parlae che un po’ alla volta sta cambiandoil rapporto tra le pubbliche ammi-nistrazioni e i cittadini. Noi tecnici,che di quel rapporto siamo l’inter-faccia, per usare un termine attualissi-mo, ce ne rallegriamo anche e non so-lo per la minore difficoltà che avremo

operando con le mappe in casa.Ma se i vantaggi di cui abbiamo

detto sin qui sono quantomeno lapa-lissiani, mi sia permessa una brevedivagazione dal carattere più … ro-mantico. Mi sento in obbligo di rile-vare la bellezza del lavoro svolto. Inprimo luogo da quei remoti rilevato-ri, che a distanza di centocinquan-t’anni dimostrano ancora tutta lacompetenza, la pazienza, la perizia ela serietà con le quali operarono, re-stituendo a noi posteri qualcosa cheè possibile definire un’opera d’arte,purtroppo misconosciuta ai più. Nonsi vede infatti una grande differenzatra il valore intrinseco dell’originaledi un foglio di mappa d’impianto e,chessò, una sanguigna di GiovanniFattori, anche se sappiamo di susci-tare forse le ire di qualche storicodell’arte che grida allo scandalo perun’affermazione del genere.

Secondariamente per la possibilitàche ci è data dalla moderna tecnolo-gia di avere in casa quelle opered’arte, non già soltanto come sem-plici disegni, quanto come strumentiutilizzabili per il nostro lavoro.

Una perfetta sinergia tra gusto etecnica. Scusate se è poco.

Nella foto in alto, la zona di Padovaintorno a via Santa Chiara,dove è visibile il Naviglio Interno,poi interrato.

delle mappe d’impianto:Digitalizzazione

il buono, il bello e il tecnico

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Un’impresa di grande valore

ddii EEnnrriiccoo SSiillvveessttrriiddiirreettttoorree ddeellll’’UUffffiicciioo ddii PPaaddoovvaaddeellll’’AAggeennzziiaa ddeell TTeerrrriittoorriioo

L’abolizione dei tributi catastalisotto cui ricadeva anche la

consultazione delle mappe d’im-pianto, ha reso ora possibile riaprirela tematica della conservazione informato digitale del patrimonio car-tografico originale del catasto. At-tività che persegue non soltanto l’o-biettivo di assicurare l’intangibilitàdell’informazione, liberata dal ri-schio di un decadimento per effettodella consunzione dei supporti carta-cei, ma anche quello, non meno rile-vante, di agevolare l’accesso all’in-formazione mediante elaboratoreelettronico.

In questo quadro l’Agenzia delTerritorio ha manifestato la propriapiù ampia disponibilità ad accoglierele richieste di acquisizione digitaledei fogli di impianto, provenienti daquesto ordine professionale, che inrealtà ha sempre dimostrato grandesensibilità su questo tema.

Appare ovvio che i fogli digitaliz-zati verranno usati solo per i fini isti-tuzionali del Collegio e che, quindi,non potranno essere né commercia-lizzati né riutilizzati da terzi, in ac-cordo con la finalità precipua asse-gnata dalla legge alla cartografia ca-tastale, che è la rappresentazionedella proprietà immobiliare. Difattisulle mappe si riportano le linee che

delimitano i differenti possessi e lisuddividono in particelle distinta-mente accertabili, dandone figura eposizione. Sulle mappe si aggiungo-no anche le linee che delimitano leproprietà pubbliche, le circoscrizioniamministrative e le particolarità to-pografiche, in tal modo integrando lacontinuità del territorio e permetten-do nello stesso tempo di dare confi-gurazione alle singole località com-prese in esse, e farle riconoscibili.

La digitalizzazione delle mapped’impianto rappresenta un ulterioresegno della modernizzazione di cuil’Agenzia del Territorio sta dandoprova da alcuni anni, adottando ognitecnologia che possa garantire la piùfedele e aggiornata rappresentazionedella proprietà immobiliare e agevo-lare il lavoro dei professionisti concui ha rapporti quotidiani.

Provo soddisfazione che tale ope-razione sia stata realizzata ad operadel Collegio dei Geometri di Pado-va, con cui l’Agenzia ha da molti an-ni un rapporto di proficua e cordialecollaborazione. Molti risultati sonostati conseguiti unendo gli sforzi(penso alle prime sperimentazioni diPregeo), e mi auguro che così saràanche per il futuro, nel comune in-tento di usare il catasto come un ser-vizio ai cittadini.

L’acquisizione digitaledei fogli di impiantoad opera del Collegiodei geometri di Padovarende più agevoleil lavorodei professionistie mette al riparola conservazionedei preziosi originali.

Nella foto in alto, il centro di Cittadellaracchiuso dalle mura medievali, comerappresentato nella mappa d’impianto.

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Collaborazione AdTe Collegio dei geometri

L’acquisizione digitaledelle mappe catastali d’impiantoSono a disposizionei dvd contenentile mappe d’impiantodigitalizzate in formato jpg,a conclusionedi un’impresache ha comportatoun forte impegnodel Collegio.

di MMoorreennoo BBeenneettaazzzzoo geometra, consigliere, coordinatore Commissione Catasto

Scansione delle mappe d’impianto del catasto terreni: questa è l’im-presa, oltremodo impegnativa, che l’Agenzia del Territorio, nel no-vembre 2006, ha proposto ai Consigli nazionali delle categorie inte-ressate, geometri in testa, mettendo in atto una partnership dettata dal-la necessità di creare un formato digitale di questo prezioso strumen-to di descrizione del territorio senza doverne affrontare la spesa. Per laprima volta, l’Agenzia del Territorio, nell’impossibilità di farlo diret-tamente, ha messo a disposizione di terzi una parte del proprio patri-monio, e ha scelto la categoria che più dava affidamento e garanzia dibuona riuscita, i geometri appunto, che con quelle mappe hanno con-suetudine di lavoro, ne conoscono il significato e il valore. Conclusal’operazione, presto o tardi le mappe originali del catasto d’impiantoitaliano, la base dell’attuale sistema, saranno consegnate all’Archiviodi Stato, assieme a tutti i documenti della nostra storia. L’uso quotidia-no sarà garantito dai file generati dalla scansione, eseguita da tutti iCollegi dei geometri d’Italia.

Anche il Collegio di Padova ha fatto la sua parte. L’operazione, dura-ta otto mesi, si è conclusa nella primavera con la predisposizione di tre-dici dvd contenenti le mappe d’impianto digitali dei 104 comuni dellaprovincia di Padova, più il programma di georeferenziazione. Il pacchet-to è disponibile a fine maggio presso il Collegio, previa prenotazione.

La copertina del primo dei 13 dvdche il Collegio di Padova ha stampatocontenenti le mappe d’impiantodei comuni della provincia di Padova.Sopra, il prelievo di coordinatedal supporto cartaceo con lo scalimetro:un’operazione ormai superata.

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IIII cceennttrroo ddii PPaaddoovvaaccoomm’’eerraa uunn sseeccoolloo ffaaRispetto ai primi del Novecento,la modificazione più vistosariguarda la creazione dell’assecorso Milano-via Verdi, con piazza Insurrezione.

L’operazione scansione è iniziataoperativamente il primo dicembre2008 e ha coinvolto tutti i geometricomponenti la Commissione Catasto.Prima però c’era stata una lunga fasepreparatoria, durante la quale il Col-legio aveva firmato una convenzionecon l’Agenzia del Territorio che defi-niva le condizioni e gli standard, e ilcontratto con la ditta AM Image diBologna, esecutrice della scansione.L’incarico a questa ditta è stato datoin modo unitario da tutti i sette Col-legi del Veneto, in modo da realizza-re un’economia di scala, ma poi cia-scuno ha gestito in proprio l’opera-zione. Questa peraltro era una dellecondizioni imposte dall’Agenzia delTerritorio: “Le operazioni di acquisi-zione digitale potranno avvenire di-rettamente a livello del locale Colle-

gio professionale; la rasterizzazionedovrà essere effettuata presso la sededell’ufficio e sotto il diretto controllodel personale interno, utilizzandoscanner piano; qualora non sia pos-sibile procedere presso la sede del-l’ufficio, la disponibilità dei fogli diimpianto sarà accordata per lotti eper il tempo necessario all’acquisi-zione; l’eventuale rilascio dei fogliavverrà al presidente del Collegio oa persona del Collegio da lui delega-ta, che si assumerà tutte le responsa-bilità per i rischi connessi all’opera-zione; della consegna sarà redattoapposito verbale, contenente tutte leclausole che presiedono all’autoriz-zazione, nonché l’elenco dei fogli,che verrà sottoscritto per accettazio-ne; tutti gli oneri connessi sono a ca-rico del Collegio”.

CCoonnttrroollllaattii uunnoo aa uunnoo ttuuttttii ii 22770077 ffooggllii ddeell CCaattaassttoo dd’’iimmppiiaannttooSeguendo le istruzioni dell’Agenzia del Territorio, i geometri della Commis-

sione Catasto, sotto la guida dei coordinatori Moreno Benetazzo per ilCollegio e Piergiorgio Agnolin per l’Agenzia del Territorio, hanno preso inconsegna, in due riprese, i 2707 fogli che compongono il Catasto d’impiantodella provincia di Padova (102 quadri d'unione, 2389 fogli, 57 allegati, 159poligonali), controllandoli uno a uno sia al momento della consegna alla dit-ta AM Image, sia al momento della riconsegna all’Agenzia del Territorio, e re-digendo apposito verbale. L’operazione di scansione è iniziata il primo dicem-bre 2008 e finita ai primi di marzo 2009.

Come richiesto dall’Agenzia del Territorio, le immagini delle mappe sonostate acquisite in formato tif a colori, in alta risoluzione e compressione di ti-po Lzw. Nei 13 dvd che contengono, in ordine alfabetico, i 104 comuni dellaprovincia di Padova, i file sono in formato jpg, 300 dpi, adatti alla consulta-zione ed elaborazione su personal computer.

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È stato usato uno scanner profes-sionale di grosso formato con ripresadall’alto, con le seguenti caratteristi-che: piano a vuoto da 100 x 150 cm.Nessun vetro a caduta o pressione èstato interposto fra la mappa e la te-stata di ripresa per la salvaguardiadell’integrità del documento e del-l’immagine digitalizzata (il vetro inquanto tale è possibile fonte di rifles-si). Il piano a vuoto è composto damicrofori con aspirazione ad aria peruna perfetta aderenza dell’originale.L’illuminazione è avvenuta mediantelampade fredde regolabili.

Tutti i file acquisiti sono stati sotto-posti a controllo di qualità tramitesoftware professionali, indicizzatiper numero di foglio ed archiviati perComune. Le copie sono perfettamen-

te identiche agli originali.L’utilizzo più importante delle

mappe d’impianto è quello che ri-guarda le riconfinazioni. Fatti salvi idiritti di legge, queste possono essereun valido ausilio per la ricostruzionestorica e metrica di una linea dividen-te. Altro utilizzo potrebbe riguardarela ricostruzione temporale o storicadi variazioni che si sono susseguitenel territorio, o comunque indaginiora consentite dalla messa a disposi-zione di un materiale storico carto-grafico di infinito valore.

Vi è inoltre da rilevare che final-mente si è “messa al sicuro” una car-tografia che può senza ombra di dub-bio definirsi un’opera d’arte, ancor-chè realizzata nel tempo e da molte-plici e indefinite mani.

CCooppiiee iiddeennttiicchheeaaggllii oorriiggiinnaallii

Sotto, il centro di Montagnanaracchiusa dalle mura(Foglio 034_Allegato A).Sopra, un particolare vicino al Duomocon una parte di mura.

Metodologia e utilizzo

La mappa d’impianto di Montagnana, così come stampa-ta dal file. Risulta perfettamente identica all’originale, ese-guita su carta forte, su cui è stato impresso con colore te-nue un reticolato parametrico atto alla individuazione deivalori delle coordinate ortogonali piane (ascisse e ordinate)nel sistema di rappresentazione cartografica adottato.

Ogni porzione di mappa disegnata in ciascun foglio è aperimetro chiuso, cioè delimitato da linee materializzate sul

terreno (preferibilmente corsi d'acqua, strade, confini diproprietà, ecc.), rappresenta un certo numero di particelleintere, a loro volta delimitate da limiti di qualità o classe oda confini.

La numerazione delle particelle in sequenza separata perogni foglio di mappa è stata originariamente attribuita nel-l'ambito del foglio procedendo da sinistra verso destra edall'alto verso in basso.

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IIll tteerrrriittoorriioo ppaaddoovvaannooaa ppoorrttaattaa ddii cclliicc

Il centro di Piove di Sacco(foglio XXVII d’impianto).

LLee ccoonnddiizziioonnii ddeellllaa ddiissttrriibbuuzziioonnee ddeeii ddvvdd ccoonn llee mmaappppeeL’archivio informatico delle mappe d’impianto si può acquistare nelle se-

guenti configurazioni:Complessivamente - 13 DVD per n. 104 Comuni.Per singoli DVD (non per singoli Comuni, in un DVD vi sono più Comuni).È obbligatoria la prenotazione previa compilazione di un modulo apposi-

tamente predisposto, scaricabile dal sito del Collegio. Sotto è riprodottoquello per i geometri. Ogni geometra, regolarmente iscritto, può acquistareuna sola copia completa (13 DVD). A garanzia del prodotto ed a tutela dei di-ritti d’autore, il Collegio ha predisposto il pagamento dei diritti SIAE, diritticompresi nel prezzo d’acquisto. È intenzione del Collegio darne gratuitamen-te una copia agli istituti per geometri della provincia di Padova.

Costo complessivo del pacchetto completo di n. 13 DVD/R:€ 100,00 - solo per i geometri iscritti al Collegio di Padova.€ 250,00 - notai, architetti, ingegneri, agronomi, periti agrari e altre cate-

gorie professionali, enti pubblici.€ 25,00 - Costo per acquisire un singolo DVD.All’interno del pacchetto completo è disponibile, compreso nel prezzo, il

software applicativo “geomap” della ditta Tecnobit. Il programma consente digeoreferenziare le mappe d’impianto.

RingraziamentiUn sentito ringraziamentoal geometra Piergiorgio Agnolindell’Agenzia del Territorio,a tutti i membri dellaCommissione Catastoe particolarmente allacomponente femminile, distintasiper l’accuratezza del lavoro,a Riccardo Beghin,autore della grafica dei dvd,e infine al geometraUdino Ranzato.

M. B.

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Dai catasti preunitari a oggiNote storiche e tecniche

La mappa catastale d’impianto: capolavoro cartografico italianoDai catasti preesistentiall’unità d’Italiaal Nuovo Catastoitaliano, terminatonel decennio 1950-60,il percorso dellarappresentazionedel territorio segnauna tappa fondamentale:la formazionedelle mappe d’impiantodisegnate a mano,dopo complesseoperazioni di rilievoe di calcolo, da cuisi sono ricavatele matriciper le successiveriproduzionidei fogli di mappa.

di AAnnddrreeaa BBaallddaann geometra, segretario Commissione Catasto

In Italia, al momento della sua uni-ficazione (1861) esistevano princi-

palmente ben 22 catasti, tra cui ilParmense, il Toscano, il Napoletano,il Sardo, ereditati rispettivamente daipreesistenti Stati e aventi caratteristi-che diverse che si possono suddivi-dere in tre categorie: - geometrici, come quello Parmense,con mappe rilevate attraverso la tavo-letta pretoriana, generalmente senzal’ausilio di triangolazioni; - descrittivi, come quello Napoleta-no, formati in base a denunce deipossessori controllate per ogni Co-mune da due agrimensori eletti dallarappresentanza Comunale; - pseudo-geometrici, come quelloSardo, geometrico ma limitato ai pe-rimetri di cassoni rilevati geometri-camente con appoggio a punti trigo-nometrici. Dentro a detti cassoni re-stituiti in scala 1:5000 le linee divi-denti tra proprietà venivano introdot-te sulla base di un rilievo a vista.

Nella zona del Lombardo-Venetofu il Catasto Francese (1807-1811),formato nel periodo di legislazionenapoleonico, a realizzare importanti

campagne di rilevamento, stima eformazione di mappe, dei “circonda-ri comunali”, il tutto finalizzato allaripartizione delle imposte prediali.

In quel tempo per i rilievi si usava-no strumenti quali l’asta (3m), la cate-na (15m), la tavoletta pretoriana e ilregolo riduttore di scala, mentre per letriangolazioni (che precedevano il ri-levamento di dettaglio) altri strumen-ti più complessi quali il teodolite, ilcerchio, il grafometro e la bussola. Idati venivano calcolati e utilizzati perprodurre delle mappe in scala 1:2000e, in caso di città, in scala 1:1000.

Il rilevamento della città di Padovavenne realizzato in circa quattro me-si nell’anno 1811.

Al Catasto Francese è seguito ilCatasto Austriaco (1838-1846) di ti-po tavolare e probatorio (cioè deposi-tario dei diritti reali della proprietàindividuata nella mappa), ancora vi-gente nelle zone redente (attuali pro-vince di Trento e Bolzano), le cuimappe (tavole) però non sono statericavate da campagne di rilevamentoma da rettifiche e/o integrazioni del-le mappe francesi.

La Basilica del Santonella mappa d’impianto.In alto, misurazionecon tavoletta pretoriana.

9CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009

Negli antichi Catasti geometriciitaliani e francesi il problema dellarappresentazione del terreno sullacarta era stato risolto nel modo piùsemplice, che è quello di suddivide-re la zona da rappresentare in por-zioni di estensione limitata così dapotersi considerare come piane.

Alla fine del processo di unifica-zione dell’Italia (1861) a livello ca-tastale esisteva una situazione mol-to eterogenea dovuta al fatto che

ogni Stato preunitario portava consé il suo particolare catasto. Comesi può facilmente immaginare esi-stevano grandi problemi di omoge-neità e perequazione fondiaria cau-sati dalla diversa tipologia dei cata-sti (particellari, per masse di pro-prietà, per masse di coltura, descrit-tivi) sia per altre cause (diversità dimetodi e strumenti di rilievo, diunità di misura, di tipologie d’esti-mo, di moneta).

Italia unita, ma non nei catasti

Per arrivare ad un unico catasto ita-liano si deve attendere fino al 1 mar-zo 1886, con la legge n. 3682, dettaanche “legge Messedaglia” o “leggedella perequazione fondiaria”, con laquale si dà luogo a un catasto geome-trico particellare uniforme, fondatosulla misura e sulla stima.

Il N.C.T. (Nuovo Catasto Ter-reni) è geometrico, comprende per-ciò la rappresentazione grafica delterreno nei fogli di mappa; è parti-cellare in quanto l’unità di mappa èla particella che può definirsi: unaporzione di terreno posta in unostesso comune o Sezione Censua-ria, appartenente ad uno stesso pos-sessore, che ha la stessa qualità eclasse; è uniforme in quanto creatocon gli stessi criteri in tutte le Re-gioni; è basato sulla misura e sullastima allo scopo di accertare la pro-prietà immobiliare, tenerne in evi-denza le mutazioni e di perequare

l’imposta fondiaria.Le singole particelle verranno sti-

mate a valore di rendita per ogniqualità di coltura e classe di meritoal fine di pervenire alle definizioni,particella per particella, dei singoliredditi dominicali ed agrari.

Alla formazione tecnica delN.C.T. si arriverà attraverso varieoperazioni sia di misura che di sti-ma che amministrative. La predettalegge in seguito venne modificataed integrata con altri importantiprovvedimenti legislativi tra cui,per importanza, spicca il regola-mento n. 1539 del 12.10.1933.

Ebbe così inizio un’opera farao-nica la cui formazione è durata oltre70 anni che pure se nata come pere-quazione dell’imposta fondiariagrazie alle sue componenti formati-ve ne fa, assieme alla carta dell’I-stituto Geografico Militare, una o-pera topografica eccelsa.

Il Nuovo Catasto Terreni del 1886

La formazione del Catasto d’Impianto italiano

Lungo è l’elenco delle molteplicioperazioni del lavoro di campagna,con particolare riguardo a quelle to-pografiche, che vanno dalla triangola-zione alla pubblicazione degli atti edinfine all’attivazione e alla conserva-zione. Basti dire che ogni operazioneè stata svolta sulla scorta di precise,dettagliate istruzioni, controlli e col-laudi severi, che cominciavano dallereti di poligonazione e seguivano adogni fase delle operazioni, cosa cheha permesso, nonostante la strumen-tazione in uso a quel tempo e il dise-gno completamente manuale, di otte-

nere alla fine un prodotto, il foglio dimappa, topograficamente prestigioso.

Il lavoro di campagna relativo al ri-lievo del territorio è stato eseguitodalle squadre catastali formate da uncaposquadra (geometra), da un aiu-tante tacheometrista, da uno scriva-no, un indicatore e due portastadie,assunti gli ultimi quattro in luogo conl’integrazione in zone disagiate da unvivandiere. Le triangolazioni ed isuccessivi rilievi di dettaglio sonostati eseguiti nella quasi totalità colmetodo tacheometrico; pur tuttavia,per una modesta parte del territorio

UUnn’’aannttiiccaa ttaavvoolleettttaapprreettoorriiaannaa

La tavoletta pretoriana è uno deglistrumenti più famosi della topografia. Negli ultimi anni del cinquecento, eracostituita da una tavoletta, dettaspecchio, montata su di un treppiede, eda una diottra costituita da una riga(alidada) munita di traguardi ad alette.Si trattava di disegnare sulla mappa,appoggiata alla tavoletta, una seriedi triangoli con vertici sceltiopportunamente, nei luoghi dove fossepossibile stazionare con la tavolettastessa. In pratica il perito misuratore,spostandosi nelle varie stazioni, cuicorrispondevano sulla carta i vertici deitriangoli, determinava le distanzee le superfici oggetto della misurazione,direttamente sul posto effettuando ilrilievo del terreno e facendonedirettamente il disegno.Nel tempo la tavoletta ha subito diversemodifiche e miglioramenti (che hannointeressato soprattutto il supporto e ladiottra), tanto che nei libri dell'epocaviene descritta con un numero sempremaggiore di accessori: il cannocchiale,la bussola, la livella a bolla d'aria, ilmicrometro, l'ecclimetro e, nelle versionipiù recenti, il cannocchialedistanziometrico o piccolo tacheometro.La tavoletta pretoriana è stata moltoutilizzata nella formazione dei catastipreunitari e della prima cartografia igmin scala 1:25000 (tanto che lerestituzioni presero proprio il nome ditavolette) oltre che, in modesta parte,nella formazione del catasto nazionaledi impianto.Nella foto: stampa da "Le istruzionipratiche per l'ingegnero civile o sia peritoagrimensore o sia perito d'acque", diGiuseppe Antonio Alberti, Venezia, 1761.

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nazionale, sono stati impiegati anchei sistemi degli allineamenti e della ta-voletta pretoriana, sempre comunqueappoggiati ad una accurata triangola-zione; i tacheometri erano inglesi oSalmoiraghi a graduazione centesi-male, lenti con 18 ingrandimenti eimmagine rovesciata.

Solo verso la fine degli anni ’50, infase di revisione straordinaria, ad al-cune squadre e in via di esperimentofurono consegnati nuovi tacheometria cannocchiale assai ridotto, comelunghezza capace di 30 ingrandimen-ti e immagine diritta.

Partendo dalle triangolazioni, co-me cita l’art. 2 della legge del 1886, ivertici dovevano essere in tale nume-ro da ottenere, unitamente a quelli del-l’Istituto geografico militare (I.G.M.),una maglia di punti pressoché trian-golarmente uniforme e distanti fra lo-ro 2-3 chilometri. All’uopo sono sta-ti privilegiati i campanili o, in man-canza di questi, torrette-belvedere diabitazioni ed altri punti alti e signifi-cativi. Per ogni singolo trigonometri-co dell’I.G.M. dovevano calcolarsi lecoordinate piano ortogonali riferitead un sistema di assi avente comeorigine uno dei trigonometrici stessi,situato in posizione centrale rispettoal territorio da triangolare; inoltre lestesse coordinate ortogonali doveva-no essere determinate nel sistema diCassini-Soldner e con riferimento al-l’elissoide di Bessel.

Alla precedente operazione di trian-golazione sono seguite le operazionidi delimitazione, di confinazione, di

terminazione (apposizione dei terminilapidei ai limiti delle proprietà) ed in-fine di rilievo con poligonali principa-li (in partenza ed arrivo dai punti tri-gonometrici), secondarie (da un trigo-nometrico ad un vertice di poligonaleprincipale), di dettaglio (fra i vari ver-tici posizionati secondo la necessitàdel rilievo); non erano ammesse poli-gonali a giro (con apertura e chiusurasullo stesso punto), mentre da un ver-tice calcolato, per insormontabili ne-cessità di rilievo, (corti chiuse e conun solo ingresso) si poteva lanciare unsolo vertice morto che non poteva go-dere di correzione e quindi ripartizio-ne di un eventuale errore.

Dalle diverse stazioni o vertici (di-stanza max mt. 130) vennero rilevatitutti i punti significativi del terreno,nessuno escluso, arrivando fino al ri-lievo di pozzi e ponendo particolareattenzione ai fabbricati, ai termini e adaltri punti inamovibili di tutte le poli-gonali precedute dai necessari calcoliausiliari quali triangoli, fuori centro,apertura e chiusure a terra. Tutti i cal-coli erano eseguiti in doppio, dall’aiu-tante con l’ausilio delle tavole nume-riche e dal caposquadra con i calcolilogaritmici, ripartendo gli eventualierrori di chiusura, angolari e lineari, serientranti nella tolleranza ammessa,fra tutti i vertici e gli azimut della po-ligonale medesima. Il fine del calcoloera di avere per ogni vertice lanciato ilvalore corretto delle due coordinate Xe Y nonché gli azimut rispetto ai duevertici contigui di provenienza e dilancio.

Ultimate le operazioni di rilievo edi calcolo ed il progetto della riparti-zione del territorio in fogli, si è pro-ceduto con il disegno della mappaoriginale d’impianto, eseguito su fo-gli di carta forte preventivamenteparametrata (a mezzo di una lastra dizinco perforata negli incroci dei para-metri) formate per Comune am-ministrativo e suddivise in fogli diformato 70cm x 100cm principal-mente in scala 1:2000, tranne in zonedensamente edificate o con porzionidi territorio nelle quali l’area mediadella particella è inferiore a 20 are

per le quali sono state impiegate sca-le 1:1000 o 1:500. In alcune provinceè stata utilizzata la scala 1:4000 e an-che 1:10000 in presenza di latifondi ograndi estensioni della stessa qualitàe classe che in scala al 2000 avrebbe-ro prodotto fogli di mappa pressochèbianchi.

Su ogni foglio veniva quindi im-presso con colore tenue un reticolatoparametrico atto alla individuazionedei valori delle coordinate ortogonalipiane (ascisse e ordinate) nel sistemadi rappresentazione cartograficaadottato. Su ogni foglio venivano poi

Disegno a mano su fogli di carta forte parametrata

TTeeooddoolliittee,, ttaacchheeoommeettrrooee mmeettooddii cceelleerriimmeettrriicciipprroottaaggoonniissttii

Grande teodolite ottico meccanico,XIX secolo, Salmoiraghi.Istituto Belzoni. Collezione auladi topografia.

Le misure angolari venneroeffettuate fin dall'antichità; tuttaviala moderna misura diretta degliangoli trova le sue radici nellaseconda metà del '700. Fu, infatti, inquesta epoca che vennero concepiti iprimi goniometri (poi denominati"teodoliti") che, nonostante il loropeso, il loro ingombro e la lorocomplessità, rendevano possibile lamisura sul terreno degli angoli. Sitrattava di prototipi (simili a quellodella foto) realizzati in metalloleggero come l'ottone, caratterizzatida un cerchio orizzontale condiametro di alcune decine dicentimetri, la cui complessità diimpiego ne limitava l'uso alle grandioperazioni geodetiche, o alleosservazioni astronomiche.Un impulso fondamentale allarealizzazione di teodoliti menoingombranti, meno impegnativi e piùrapidi da utilizzare, venne da IgnazioPorro (1801-1875), cui si devononumerose e sostanziali innovazioni.Con il lavoro di Porro il teodolitediventa "tacheometro" o "cleps":si passa dagli ingombranti cerchiesterni in metallo ai cerchi in vetro,di piccolo diametro, e "racchiusi" inscatole metalliche, che li proteggonodagli agenti atmosferici e dai danninon voluti.

11CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009 CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAA

Il nuovo Catasto Italiano adottòper la rappresentazione cartografica(sistema per rappresentare in un pia-no una superficie non piana comequella terrestre) rigorosi principiscientifici adottando all’uopo il siste-ma Cassini-Soldner con riferimentoall’elissoide di Bessel; si convenneche l’asse X fosse quello diretto anord (nord cartografico) che è di tipoafilattico (con deformazione di di-stanze, angoli e superfici ma entro li-miti contenuti).

L’estensione della zona da rappre-sentare in tale sistema non poteva su-perare nel senso delle Y (est-ovest) ladimensione massima di 70 Km e nelsenso X (nord-sud) di 100 Km di rag-gio senza provocare deformazioni in-compatibili con le precisioni richiesteper le mappe catastali; si dovette crea-re quindi un gran numero di origini(circa 850) delle quali 31 sono “gran-di sistemi” (un grande sistema puòcomprendere anche alcune provincementre un piccolo sistema può com-prendere anche un solo comune). Laprovincia di Padova è stata suddivisain ben 22 sistemi con origini diverse.

Successivamente, dopo alcuni de-cenni, per il rinnovo delle mappe diintere province si è adottato il sistemadi rappresentazione Gauss-Boaga;questa rappresentazione, con riferi-mento all’elissoide internazionale, è“conforme”, cioè deforma le distanzee le superfici, ma non gli angoli.

Una volta formata la mappa si èproceduto al calcolo delle superfici di

ogni singola particella in doppio (dueoperatori distinti anche con strumen-ti diversi) con metodi grafomeccani-ci e controlli incrociati con la super-ficie complessiva dell’intero fogliodi mappa.

Costruita così interamente la map-pa, si poteva procedere alla qualifi-cazione e al classamento delle opera-zioni che hanno permesso di attribuiread ogni particella qualità e classe e de-finirne quindi, in base alle superfici etipo di coltura, i redditi dominicali edagrari (frutto quest’ultima operazionedi studi estimali di aziende campioneper ogni tipo di coltura). Con questosistema, utilizzato fino all’avvento deiP.C. e dei programmi CAD, sono staticostruiti tutti i fogli di mappa dell’in-tera Italia della superficie di oltre286.000 kmq esclusi i soli territori re-denti con la guerra 1915-18 di oltre15.000 kmq nei quali sono stati con-servati i fogli tavolari del catasto exaustriaco in scala 1:2880.

Le operazioni connesse alla leggeistituzionale del 1886 sono terminatenel decennio 1950-1960 quando allaDirezione Generale del Catasto e deiSS.TT. EE. sedeva il geom. dott.prof. Giovanni Boaga il quale, inte-grati gli studi di Gauss, ha poi dato ilnome al sistema di coordinate vigen-ti (Gauss-Boaga).

Per la città campione di Padovale operazioni di rilevamento cata-stale risalgono all’inizio dell’anno1900, mentre la formazione dellemappe d’impianto risale al 1902.

Rigorosi principi scientifici

LLaa ccaarrttaa ttooppooggrraaffiiccaaddeellll''IIssttiittuuttooGGeeooggrraaffiiccoo MMiilliittaarree

La formazione della carta topograficad'Italia, prestigiosa opera dell'I.G.M.(Istituto Geografico Militare),in scala 1:100.000 (successivamente sviluppatain "quadranti" al 50.000 e "tavolette"al 25000) venne progettata in epocaappena antecedente (1872)e fu realizzata in circa trent'anni (la prima determinazione risaleal 1919); i rilevamenti topografici (misura delle basi geodetiche,triangolazioni e trilaterazioni) iniziarono nell'anno 1878.Per la rappresentazione del dettaglioil rilievo fu eseguito inizialmentecon metodi grafo-numerici (tavoletta pretoriana) efotogrammetrici (zone montuosee impervie) e successivamente,dopo la prima guerra mondiale,aereofotogrammetrici (dal 1920).La rete Geodetica IGM fu sviluppatasu 4 ordini di precisione decrescentee consta di circa 20000 verticitrigonometrici uniformementedistribuiti sul territorio nazionalecon una interdistanza mediadi circa 5 km; che furono utilizzati Per l'appoggio e la creazionedella rete catastale.Nella foto: Il centro di Altino,tavoletta IGM 1:25000 del 1887.

inserite le stazioni o vertici in prece-denza calcolati in campagna sullequali veniva poi centrato un granderapportatore centesimale con divisio-ne fino a 10’ per posizionare i puntidi dettaglio rilevati (la cui distanzaera stata rigorosamente ridotta all’o-rizzonte ove necessario) punti chepoi venivano uniti a matita. Il fogliopassava poi ai disegnatori per l’unio-ne a china, il colore, la numerazione(numeri progressivi normali per tuttele particelle e lettere maiuscole per lechiese, i cimiteri, le fontane pubbli-che, i monumenti e altro), ed infine ilcalcolo delle superfici eseguite in

doppio con il planimetro.Ogni porzione di mappa disegna-

ta in ciascun foglio è a perimetrochiuso cioè delimitato da linee ma-terializzate sul terreno (preferibil-mente corsi d’acqua, strade, confinidi proprietà e altro), rappresenta uncerto numero di particelle intere, aloro volta delimitate da limiti diqualità o classe o da confini. La nu-merazione delle particelle in se-quenza separata per ogni foglio dimappa è stata originariamente attri-buita nell’ambito del foglio proce-dendo da sinistra verso destra e dal-l’alto verso in basso.

PPaaddoovvaa--ZZoonnaa PPoorrtteelllloo nneellllaa mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttoo ((ffoogglliioo 77,, sseezz.. DD)) ee aattttuuaallee ((ffoogglliioo 7711))La zona del Portello appare modificata nell’edificazio-

ne ma non nell’impianto. A sinistra dell’attuale via Vene-zia sono stati demoliti gli edifici esistenti, mentre i nuo-vi istituti universitari hanno occupato tutta l’area untempo libera. A destra invece i vecchi edifici risultano

ampliati. A nord del ponte, oggi è presente un capitelloche un secolo fa non compariva.

Interessante è il punto trigonometrico su Porta Por-tello (194), un punto di riferimento utilizzato ancor oggicome punto fiduciale (01/0710/G224).

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PPuunnttoo ttrriiggoonnoommeettrriiccoo ee PPuunnttoo ffiidduucciiaallee ssuullllaa ttoorrrreettttaa ddii PPoorrttaa PPoorrtteellllooA fianco,i calcoli del punto trigonometrico“Porta Venezia” (zona Portello)segnato sulla mappa d’impianto.

Sotto,la monografia dello stessotrigonometrico,che corrisponde all’attualePunto Fiduciale 01/0710/G224 (vedasi monografia).

In basso,a sinistra, Porta Portello e il capitellodedicato a Sant’Antonio.A destra, un quadro del Canaletto(c. 1760), conservatoal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

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CCoorrrreezzzzoollaa--CCoorrttee BBeenneeddeettttiinnaa nneellllaa mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttooLa Corte, proprietà dei monaci di Santa Giustina a

Padova, era il centro direzionale benedettino, aveva ilcorpo centrale lungo il fiume ed era aperta verso meri-dione. L'ala più a ovest era adibita a foresteria e residen-za dei monaci, il lato sud ospitava i granai, i fienili e i de-positi di pancature per proteggere gli argini.

Tutte le mappe catastali derivano da quelle d’impianto

Dalla mappa originale d’impiantodisegnata a mano in fase di formazio-ne, sono state in seguito ricavate del-le matrici per l’idonea riproduzionedei fogli di mappa destinati alle esi-genze della conservazione; queste fu-rono realizzate nei primi decenni diformazione su supporti zincografici esuccessivamente su supporti plasticitrasparenti idonei per la riproduzioneeliografica. Per i Comuni di forma-zione più recente queste ultime ma-trici furono ricavate direttamente daifogli originali mentre per i comuni divecchio impianto la trasformazionedel tipo di matrice è stata ottenuta inparte dai fogli originali e in parte (oanche totalmente) da quelli di visura,

con relativa perdita di precisione.Dalle matrici derivarono in seguito

tutte le mappe destinate alla fase diconservazione del catasto:

la mappa di visura su supporto car-taceo pesante, particolarmente im-portante perché è l’esemplare che perprimo veniva aggiornato dagli atti diaggiornamento e che in caso di depe-rimento veniva archiviata e sostituitada un altro esemplare della matrice,previo suo aggiornamento;

i fogli di mappa archiviati (fogli divisura sostituiti);

i lucidi per zincomatrici (appositisupporti atti all’aggiornamento dellevecchie matrici zincografiche);

copioni o canapine (riproduzione

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eliografica o su carta canapa per l’usointerno dei tecnici catastali o per lavendita al pubblico); lo stato di ag-giornamento è legato a quello dellamatrice e non contiene quindi gli ulti-mi aggiornamenti del foglio di visura.

Nel 1954, specificatamente per il

Comune di Padova, sono state ridi-segnate le mappe del catasto terrenial fine di riordinare la numerazionedelle mappe, eliminare le sezioni econseguire una numerazione pro-gressiva unica per tutto il territoriocomunale.

CCoorrrreezzzzoollaa--CCoorrttee BBeenneeddeettttiinnaa nneellllaa mmaappppaa ccaattaassttaallee ooddiieerrnnaaPoche le variazioni. La Corte è rimasta inalterata, a

parte due nuove strade di accesso, così come la viabilitàprincipale e i corsi d’acqua. É scomparso il lungo fabbri-cato a L (a est della Corte), mentre si è frazionato ed edi-ficato a sud est. Molti edifici a sud della strada principa-le sono di impianto.

L’attuale banca dati cartografica catastale WegisIn tempi molto più recenti (anni

’80) con la formazione del catastonumerico digitale (che consente diconsultare, aggiornare, riprodurre edelaborare i dati geometrici con pro-cedimenti automatici) per alcuneprovince (tra cui Padova) le mappedi visura sono state digitalizzate conprocedure manuali e successiva-mente georeferenziate con comples-si algoritmi di calcolo.

Successivamente l’informatizza-zione della cartografia catastale na-zionale è stata gradatamente com-pletata con l’acquisizione in formatoraster e relativa vettorizzazione del-le restanti province italiane.

L’Agenzia del Territorio, da tem-po impegnata in progetti specifici edattività di gestione del patrimoniocartografico catastale per via infor-matizzata, ha portato a termine, nel

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PPeerraaggaa--VViillllaa BBeettttaanniinnii nneellllaa mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttooEx Castello dei Da Peraga, villa Bettanini risale al 1400,

ma assunse l’attuale immagine nell’Ottocento, quando fuscavato il fossato che nella mappa d’impianto si vede cir-condarla ad anello. Da notare il fiume Tergola, il cui corsoveniva ristretto artificialmente per dare più forza al saltod’acqua dove sorgeva l’antico mulino.

corso dell’anno 2002 e sull’interoterritorio nazionale, il progetto di in-formatizzazione della cartografiacatastale tramite l’implementazionedi un GIS (Geographic InformationSystem) proprietario (al quale è sta-to dato il nome di Wegis) realizzatoappositamente per la gestione deidati catastali.

La banca dati cartografica catasta-le gestita dal software Wegis, vienecostantemente alimentata tramite gliatti di aggiornamento di catasto ter-reni (frazionamenti, tipi mappali)

presentati dai professionisti esterni edisciplinati dalla vigente normativacon il software Pregeo. Tale sistemagarantisce il continuo allineamentodelle informazioni geometriche dirilevanza catastale. Per l’interscam-bio dei dati cartografici con i propri“clienti”, l’Agenzia ha elaborato al-cune specifiche tecniche atte a per-mettere tali operazioni.

Da ottobre 2008 è stata completa-ta la vettorizzazione nel nuovo siste-ma Wegis di tutta la cartografia ca-tastale italiana.

L’utilità delle mappe di impiantoTutte le mappe sono affette, salvo

errori meno lievi, da imperfezioni ditipo prevalentemente casuale e da de-formazioni di tipo sistematico. Le

prime sono quelle commesse nelleoperazioni topografiche e cartografi-che relative alla formazione e all’ag-giornamento delle mappe.

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PPeerraaggaa--VViillllaa BBeettttaanniinnii nneellllaa mmaappppaa ccaattaassttaallee ooddiieerrnnaaOggi il fossato intorno alla villa è stato interrato, mentre

sono rimasti gli ampi spazi del parco, divenuto luogo di ma-nifestazioni. Si nota invece, a est della villa, la barchessa che,pur “datata”, non era presente nella mappa d’impianto. Lavariazione più rilevante riguarda l’ampia edificazione a estdell’attuale quartiere “Alzavola e nuovi impianti sportivi.

Le deformazioni di tipo sistematicosono invece determinate da due cau-se: deformazioni del supporto carta-ceo, normalmente in entrambe le di-rezioni della carta e variabili a secon-da delle condizioni climatiche e am-bientali (umidità, luce, caldo, freddo),altre deformazioni dipendenti dall’ac-curatezza e dai mezzi utilizzati per lariproduzione. Le maggiori imperfe-zioni si riscontrano nelle mappe og-getto di continuo aggiornamento eutilizzo come quelle di visura; le at-tuali mappe digitali-numeriche essen-do derivate proprio da quest’ultime,pur essendo di facile consultazione eaggiornatissime, non sono però moltoprecise (non deve trarre in ingannol’apparente perfezione dei parametriperché questa è stata ottenuta artifi-

ciosamente a tavolino grazie ad unacompensazione basata su complessialgoritmi di calcolo).

L’esemplare di mappa più preci-so (ma non il più aggiornato), gra-zie all’ottimo supporto cartaceoutilizzato e alle modalità di uso econservazione, resta dunque quellooriginale di impianto, l’unico dise-gnato a mano in fase di formazionedel Catasto e sottratto all’uso cor-rente. Detto esemplare grazie al reti-colo parametrico, consente inoltre dicompensare efficacemente eventualilievi deformazioni presenti.

Nell’ambito tecnico professionalela mappa di impianto grazie alla suaformidabile testimonianza dell’evo-luzione e della crescita del territorio èutile per indagini storiche e/o analisi

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PPiiaazzzzoollaa--VViillllaa CCoonnttaarriinnii nneellllaa mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttoo

La villa Contarini ha attualmente un aspetto barocco,essendo stata ampliata alla fine del Seicento. Nellamappa d’impianto la strada che la costeggia a ovest ri-sulta adiacente alla roggia, mentre nella mappa attualeè alquanto discostata. Rettifica?

filologiche; inoltre essa assume unruolo di primaria importanza nelle a-zioni di riconfinazione quando la ge-nesi delle linee di confine non è deri-vante da atti di aggiornamento. Si ri-corda che l’art. 950 del c.c. recita te-stualmente: “Quando il confine tradue fondi è incerto, ciascuno dei pro-prietari può chiedere che sia stabili-to giudizialmente. Ogni mezzo diprova è ammesso. In mancanza di al-tri elementi, il giudice si attiene alconfine delineato nelle mappe cata-stali”.

Non vi è ombra di dubbio che se lalinea da ricostruire nasce lontano neltempo, ovvero si tratta di un confinegià esistente all’epoca della costitu-zione della mappa d’impianto, si do-vrà procedere con l’utilizzo di questo

supporto per individuare i punti di ri-ferimento da rilevare, e determinarele coordinate, per procedere alla tra-sposizione di quanto reperito.

Nel desumere dalle mappe gli ele-menti grafici per l’individuazione delconfine, è preferibile far riferimentoai particolari di mappa più vicini, ri-levati dal Catasto contemporanea-mente al confine stesso, e cioè presu-mibilmente affetti dalle sue stesse si-stematiche imprecisioni.

I punti lontani, sempre particolar-mente validi per l’orientamento, sonopoco idonei come punti d’appoggio,anche se fossero molto attendibili eprecisi, come sono per esempio ipunti trigonometrici. In altre parole:è preferibile la vicina relativa omoge-neità alla lontana assoluta precisione.

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PPiiaazzzzoollaa--VViillllaa CCoonnttaarriinnii nneellllaa mmaappppaa ccaattaassttaallee ooddiieerrnnaa

Una singolarità sono i numeri delle particelle, rimastiquasi inalterati rispetto a un secolo fa. Infatti nella zonadella villa non è avvenuto quasi nessun cambiamento.Spicca invece la presenza di una nuova grande chiesa aovest e la mutata viabilità nelle adiacenze.

Si evidenzia che nelle riconfina-zioni, in particolare per quelle ese-guite tra il sistema cartografico e il si-stema rilievo, la posizione del confi-ne che determiniamo non si può defi-nire la più esatta in assoluto, ma e-ventualmente la più probabile entro ilimiti di tolleranza determinati daglielementi e dai mezzi che il perito hautilizzato. La mappa di impianto vie-ne utilizzata come ausilio anche in al-cuni casi particolari in cui le linee dariconfinare sono generate da un attodi aggiornamento, ma non siano piùmaterialmente esistenti in loco i pun-ti di appoggio degli allineamenti odei rilievi strumentali. Come tutti bensappiamo, esistono svariati schemi dirilievo e di calcolo per arrivare ad u-na corretta sovrapposizione tra siste-

ma rilievo e sistema mappa (aperturaa terra singola o multipla, poligonalenon vincolata o vincolata a trigono-metrici, rototraslazione baricentricaempirica) a seconda del tipo e del nu-mero di appoggi presenti e/o visibili,della tipologia e dell’estensione dellalinea oggetto di riconfinamento.

Quello che accomuna tutti questi si-stemi è l’esigenza di acquisire preven-tivamente le coordinate dei punti diappoggio e dei vertici del confine daricostruire. Questa operazione moltodelicata, fino a poco tempo fa venivaeseguita direttamente presso la sededell’Ufficio Provinciale del Territorioprelevando le coordinate nord ed estdei punti succitati mediante semplicelettura con lo scalimetro in corrispon-denza del reticolo parametrico.

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La metodologia succitata è destina-ta però ad evolversi velocemente.Grazie ad un recente provvedimento(circolare della Direzione centraledell’AdT prot. 80474 del 10 novem-bre 2006) i Collegi dei Geometri e deiGeometri Laureati di molte provinceitaliane (tra cui Padova) hanno realiz-zato il progetto di acquisizione digita-le delle mappe d’impianto del territo-rio secondo determinati standard qua-litativi (in genere con specifiche su-periori a quelle minime richieste dal-la suddetta circolare).

Il beneficio che ne consegue è evi-dente sia per la comodità di prelievo(si pensi alle limitazioni poste dagliuffici dell’Agenzia del Territorio alleconsultazioni e alla difficoltà di lettu-ra con lo scalimetro quando la zonada confinare è estesa, frastagliata ocurvilinea) sia perché si dovrebberoridurre le differenze tra tecnici in con-traddittorio sul prelievo delle coordi-nate dei punti di interesse.

Per acquisire i punti con la dovutaprecisione è necessario che la mappavada ad assumere l’esatta scala ecoordinate cartografiche in modo dapoter agire come se di fatto si stesseoperando nella mappa originaria.

Nel linguaggio tecnico questa ope-razione viene chiamata “georeferen-za” (o anche calibrazione) e consistenel deformare (scalare) e spostare(ruotare e/o traslare) l’immagine del-la mappa in funzione di una serie dipunti dei quali si dispone delle coor-dinate cartografiche effettive.

È da ricordare inoltre che per quan-to buone siano le condizioni dei fogli

della mappa di impianto, essi contanocirca 110 anni ed hanno subito co-munque deformazioni dovute al ritironaturale della carta, all’esposizionealla luce ed all’umidità ed al loro uti-lizzo; è più che possibile che uno stes-so foglio sia diversamente deformatoa seconda delle aree interessate dal la-voro.

Operazioni come la semplice scala-tura e rototraslazione in cad devonoessere eseguiti quindi con molta cau-tela e attenzione; questa delicata ope-razione viene gestita anche da diversisoftware topografici dei quali si con-siglia di conoscere e valutare a priorii metodi di calcolo (algoritmi).

Anche la metodologia esecutivadovrà essere ben ponderata dal tecni-co: in linea generale nel caso di defor-mazione uniforme converrà una geo-referenziazione di tipo baricentrico;nei casi invece si presentino deforma-zioni disomogenee tra quadrati del re-ticolo o nelle due direzioni nord ed estbisognerà ricorrere, a seconda dei ca-si, a sistemi che ne tengano contooperando con una georeferenziazionedi tipo parametrico (correggendo ladeformazione di ogni singolo quadra-to digitalizzato) o differenziata (cor-reggendo in maniera diversa la defor-mazione tra la direzione nord ed est).

È evidente quindi che, in caso di ri-confinazione tra due tecnici in con-traddittorio, non sia sufficiente utiliz-zare la mappa proveniente dalla stes-sa fonte, ma diventa fondamentaleconfrontare gli scarti di calibrazioneper la verifica della bontà dei dati dientrambi.

Bibliografia di riferimento- Incontri tecnici del Catasto Terreni dispensa geom. Alfonso Scarso,

Collegio Geom. di Padova, 2001 - I Catasti Storici di Padova XIX-XX secolo di Italo Pavanello, ed. Biblos,

2003- Trattato di pratica catastale - nuovo catasto terreni di Pier Domenico

Tani ed. Maggioli, 1986- Aspetti tecnici dell'azione di regolamento di confini di Pier Domenico

Tani, ed. Maggioli, 1992- Casi pratici di riconfinazioni catastali di Carlo Cinelli, ed. Maggioli

2008- Acquisizione digitale delle mappe di impianto, atti del convegno del

Collegio dei Geometri di Reggio Emilia, a cura del geom. LeonardoPiccinini, 2007

Mappe digitali e georeferenziazioneRRiiccoonnffiinnaazziioonneeee mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttoo

Nelle riconfinazioni la mappadi impianto assume un ruolo primarioquando le linee di confine non sonoderivanti da atti di aggiornamento.Per avere una buona riconfinazionenon è sufficiente la sola precisionedel rilievo garantitadalle moderne strumentazionio dai potenti software topograficiin commercio; è fondamentale la perfetta conoscenzadelle metodologie operative:dalla individuazione dei puntidi inquadramento e da riconfinare,alla georeferenziazioneper il prelievo delle coordinate,alla corretta sovrapposizionetra sistema rilievo e sistema mappa,alla valutazione delle imperfezioni e relative tolleranze nelladeterminazione del confine stesso.

Nella foto: una riconfinazionecon moderna stazione totale.

21CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009

L’esperienza

L’aggiornamento delle mappedel catasto dall’impianto a oggiintervista a BBiiaaggiioo GGuuaarrrreerraa,, geometra, Direttore tributario dell’Agenzia del Territorio di Padova

I fogli delle mapped’impianto furononon solo conservatima anche aggiornatie integrati, apportandocorrezioni e talvoltacomplete sostituzioni.Tutto ciò con mezzimeccanici e otticidi uso manualema non per questomeno affidabilie precisi del computerche ha completamenterivoluzionatola descrizione graficadel territorio.

Nell’ultimo mezzo secolo il Catasto ha vissuto straordinari cambia-menti, in accordo con lo sviluppo delle tecnologie informatiche. Una“memoria storica” di tale sviluppo è Biagio Guarrera, geometra constudi universitari, operante dal 1974 all’Agenzia del Territorio (quan-do ancora non si chiamava così) come tecnico rilevatore e poi conser-vatore, attualmente alla sezione terreni. In questo lungo periodo haeseguito rilievi topografici in molte parti del territorio della provinciadi Padova; in questa intervista egli ricorda in particolare quelli ese-guiti a Loreggia, dove è stato rilevato ex novo gran parte del territo-rio e sono state rifatte le mappe come all’impianto. Nel 1988 ha “te-nuto a battesimo” il Pregeo, di cui era responsabile, curando nume-rosi incontri con le categorie professionali e in particolare con i geo-metri, per illustrarne il funzionamento, coincidente per molti con ilpassaggio dal disegno manuale al computer. Ha collaborato anche aun testo scolastico di estimo.

Il geometra Guarrera ripercorre in questa intervista, rilasciata a“Pitagora” in considerazione della lunga consuetudine con la cate-goria dei geometri padovani, le tappe che hanno trasformato un lavo-ro affidato prevalentemente al calcolo umano in un prodotto informa-tico altamente sofisticato, concludendo con legittimo orgoglio che,quanto a precisione, il primo non era inferiore al secondo.

In questo riconoscimento egli include i geometri catastali che han-no lavorato con lui e hanno contribuito a mantenere nel tempo l’ele-vata qualità delle mappe d’impianto.

L’autore di questo articolo,geometra Biagio Guarreranel 1981 durante i rilievinel territorio di Loreggia.In alto, particolari degli strumenti usati:stadia ripieghevole, treppiedecon tacheometro sovrastante, paline.

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Una copia delle mappe - esattamen-te una stampa della zinco-matrice rea-lizzata dalla mappa d’impianto - sucartoncino resistente (le linee soppres-se venivano grattate e cancellate) èstata posta in visura e non serviva so-lo per la consultazione, ma era quellache si aggiornava continuamente conle linee nuove dei frazionamenti ese-guiti dai tecnici professionisti e conl’introduzione in mappa dei fabbricatinuovi o variati con accorpamento e-ventuale di particelle della stessa dittae qualità che fino al 1969 (quandovenne introdotto il modello 3SPC erelativo tipo mappale che obbliga laparte a presentare l’accatastamento)era di competenza dell’ufficio.

Difatti, a tal proposito, i tecnici ca-

tastali effettuavano la verificazioneperiodica (detta anche lustrazione per-ché un Comune veniva interessatoogni 5 anni). Le variazioni dei daticensuari (variazioni di qualità, frazio-namenti, accorpamenti, passaggi alleacque o strade) venivano eseguite sudegli stampati detti Tabelle di Varia-zioni a cura dei geometri catastali epoi eventuali aggiornamenti si riporta-vano sempre manualmente sulla Ta-vola censuaria, sul Registro delle par-tite, sul Prontuario dei numeri di map-pa e sulla Matricola dei possessori.Particolarmente importante era ilRegistro delle partite con le pagine dicarico e scarico che si aggiornavacontinuamente con l’evasione dellevolture e dei frazionamenti.

TTeerrmmiinnaattaa llaa ffaassee ddii iimmppiiaannttoo ssii èè ppaassssaattii aallllaa ccoonnsseerrvvaazziioonnee.. QQuuaallii ssoo--nnoo ssttaattii ii ppaassssaaggggii ee ccoommee aavvvveenniivvaa llaa ccoonnsseerrvvaazziioonnee??

Sì, soprattutto nel periodo nel qua-le la sezione del catasto terreni era di-retta dal compianto geometra Alfon-so Scarso (topografo per mestiere eper passione). Lui ha integrato la ma-glia dei trigonometrici con triangola-zioni ad hoc in alcune zone carentidella provincia per consentire ai pro-fessionisti che operavano con lo stru-mento di appoggiarsi per gli orienta-menti poiché l’aggiornamento ese-guito con rilievo strumentale dovevaprodurre le coordinate dei nuovi pun-ti con calcoli trigonometrici qualiapertura multipla a terra, poligonale,teoremi dei seni, Carnot, Pothenoteccetera, appoggiandosi a elementidella mappa d’impianto e caposalditrigonometrici. Il geometra Scarso

promuoveva e seguiva puntualmentegli aggiornamenti della mappa che sirendevano necessari creando sviluppie allegati soprattutto nei centri urba-ni.

In quel periodo furono rifatte lemappe del comune di Codevigo cheerano in scala 1/4000 e nel 1970 fucompletato il rilievo e la restituzionecartografica anche di tutto il comunedi Padova eseguita in tre modalità di-verse: una parte del territorio fu rile-vata totalmente a terra da ditte ester-ne, un’altra mediante integrazione aterra del rilievo aerofotogrammetricodel Comune e la parte più perifericaattraverso la copiatura su fogli lucidi(ARCASOL) della mappa esistentema parametrata in Gauss, georefe-

DDooppoo ll''iimmppiiaannttoo iill ccaattaassttoo ffeeccee aallttrrii iinntteerrvveennttii ssuullllaa mmaappppaa??

DDuuee mmiinnuuttiippeerr ccaallccoollaarreeuunnaa ddiissttaannzzaa

Distanziometri Kerndella prima generazione,in dotazione negli anni Settanta,usati nei rilievi di Loreggia.Le osservazioni impiegavano quasi due minuti, ma la letturaarrivava a 1 Km con un solo prismae superava i 2 Km con 3 prismi.

Un'immagine convivialedella Seconda Sezione nel 1981sotto la direzione di Alfonso Scarso. A sinistra dal primo pianoverso il fondo: Alfonso Lorenzini,Bruno Lombardi, Giuseppe De Leo,Odino Panizzolo, Gino Di Bernardo.A destra: Alfonso Scarso, Biagio Guarrera,Romeo Laberio Minozzi, Pino Pala, Francesco De Leo, Renato Da Molin,Capotavola è Antonio Brunello.Quelli che non si occupavanodi rilievi topografici sono:Di Bernardo, Brunello, Pala

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II tteeccnniiccii ccaattaassttaalliicchhee hhaannnnoo ccoonnsseerrvvaattooee aaggggiioorrnnaattoo llee mmaappppeeQuesti i geometri con cuiBiagio Guarrera ricorda di averecollaborato nel corso degli annial Catasto di Padova:Alfonso Scarso, Alfonso Lorenzini,Emilio Ravagnan, Bruno Lombardi,Giuseppe De Leo, Renato Da Molin,Romeo Laberio Minozzi, Paolo Del Bianco, Lucia Previato,Alessandro Addeo, Davide Manzin,Francesco D’Agati, Ruggero Raule,Giovanni Chiericoni, Roberto Angelini,Vincenzo Cilio, Nicola Stuto, Sandro Benetton, Bruno Dessì,Marino Smania, Odino Panizzolo. Tra i disegnatori: Guido Benetton,Ilario Grappeggia, Antonio Dionesee Daniele Munari.

IIll ccaassoo ddii LLoorreeggggiiaa:: rriiffaattttii eexx nnoovvoo aallccuunnii ffooggllii

A Loreggia la situazione era molto grave. Le mappe pare fossero state realiz-zate con la tavoletta pretoriana con origine delle coordinate per foglio e nonmaterializzata fisicamente. Il progetto e l’ambizione era quella di rilevare e poirappresentare graficamente nel sistema di Gauss-Boaga tutto il Comune, ma cisiamo dovuti fermare circa a metà perché costretti a rimanere in sede per farfronte alla mole di lavoro che il condono edilizio ci aveva portato.

Si vuole precisare che questi interventi sono stati fatti durante la conservazio-ne e quindi dopo l’impianto cioè dopo la formazione, la pubblicazione e l’attiva-zione che sono avvenute attraverso la delimitazione delle particelle, assegnandoloro la titolarità e successivamente anche il classamento. Tutti gli interventi post-impianto fatti sulla mappa, quindi, sono da considerarsi aggiornamenti cartogra-fici; le particelle esistevano già con tutto il loro bagaglio censuario: si trattavasoltanto di rilevare e ridisegnare con più precisione lo stato di fatto.

Comunque il lavoro, dal punto di vista del rilievo e della restituzione car-tografica, venne eseguito esattamente come nella formazione dell’impianto:

una triangolazione per dare le coordinate analitiche ad alcuni campanili ne-cessari a completare la rete di vertici trigonometrici che servivano per le opera-zioni successive. Calcoli ex-centro con osservazioni fatte direttamente dalla cel-la campanaria ad altri trigonometrici e viceversa;

le poligonali cosiddette di precisione perché l’apertura e la chiusura era su tri-gonometrico con orientamento ad altro trigonometrico (calcoli rigorosi con tol-leranze minime) - avevamo il primo distanziometro elettronico, un Kern di 10 Kgcon un notevole ingombro, si fissava sul treppiedi dopo le osservazioni angola-ri e impiegava quasi 2 minuti per la lettura ma arrivava a 1 Km con un solo pri-sma e superava i 2 Km con 3 prismi - lungo il percorso si creavano i Punti Stabilidi Riferimento calcolati analiticamente e monografati;

poligonali secondarie per il rilievo di dettaglio con apertura e chiusura sem-pre su caposaldi di coordinate analitiche, rilevando tutto quello che era fisica-mente stabile sul terreno: opere realizzate dall’uomo nonché quelle naturali.

Alle prime due operazioni abbiamo partecipato io e il geom. Bruno Lom-bardi, supportati da tecnici della Direzione Generale; al rilievo di dettaglio in-vece abbiamo fatto tre squadre: io e Giuseppe De Leo, Lorenzini con OdinoPanizzolo, Lombardi con Francesco De Leo e l’ultimo anno hanno dato il lorocontributo anche il compianto Romeo Laberio Minozzi con Renato Da Molin.Fra i collaboratori esterni, che venivano assunti attraverso l’ufficio di collega-mento, si ricordano: Sandro Benetton, Bruno Dessì e Marino Smania (a segui-to di questi lavori assunti definitivamente e ancora in servizio).

Nella foto: Biagio Guarrera (il primo a destra) con Giuseppe De Leo durante leoperazioni di rilievo a Loreggia, nel 1981.

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Non era lo strumento a fare il rilie-vo (come adesso che misura, calcolae registra) ma era semplicemente unmezzo ottico-meccanico che permet-teva all’operatore di fare lui le misu-re. Si faceva tutto manualmente: leletture degli angoli ai cerchi orizzon-tale e verticale ai micrometri a coin-cidenza d’immagini nonché quellealla stadia si leggevano e stimavano aocchio; per ogni punto rilevato si im-piegava mediamente un minuto e sifacevano una decina di letture nume-riche. Pertanto era utile che il tacheo-metrista fosse accompagnato da unoscrivano, il quale appunto, oltre a nu-merare tutti punti, doveva trascriveresu un registro le letture dettate. Quan-do non era possibile, allora l’operato-re allo strumento compilava anche ilregistro di campagna. Il registratoredati arrivò più tardi, quando ormai gliaggiornamenti topografici eseguitidall’ufficio erano smessi, con le cal-colatrici portatili e programmabili (so-prattutto Psion e HP), praticamente

quando iniziò l’era digitale. Le hannoutilizzate però i professionisti.

La squadra - quando era al comple-to - era formata dal caposquadra checompilava a vista l’abbozzo, indica-va e numerava i punti da battere, unoperatore allo strumento, uno scriva-no e due portastadie.

Finite le operazioni di campagna sifacevano i calcoli e, se rientravanonella tolleranza, si operava la com-pensazione e quindi la correzione ditutti i punti e infine la restituzione. Iltutto si faceva a mano e fino agli anni’70 si usavano ancora le tavole loga-ritmiche per il calcolo delle funzioni.Fu una cosa fantastica quando usci-rono le minicalcolatrici elettroniche.

La restituzione dei punti rilevati, fi-no alla mappa numerizzata, avvenivadirettamente sulla mappa con deigrandi goniometri di carta detti qua-dranti, per coordinate polari, mentre ivertici poligonometrici (le stazioni)per coordinate rettangolari (così si fa-ceva pure con gli atti di aggiornamen-

AA qquueellll''eeppooccaa ggllii ssttrruummeennttii ttooppooggrraaffiiccii nnoonn eerraannoo qquueellllii aattttuuaallii.. PPuuòò ddee--ssccrriivveerree ccoommee ssii pprroocceeddeevvaa??

UUnn llaavvoorroottuuttttoo eesseegguuiittoo aa mmaannoo

Abbozzo del rilievo tacheometrico del cavalcavia Borgomagno a Padova, eseguito nell’anno 1980dal geometra Biagio Guarrera,per il corso di topografia applicataal nuovo personale dell’ufficio:Carlo Bertacco, Carlo Pettenazzo,Francesco Sassi, Dino Zorzi.

renziata con la trasformazione dellecoordinate di alcuni caposaldi daSoldner a Gauss e aggiornata nei fab-bricati con l’aerofotogrammetria. Iltutto in scala 1/1000 e 1/2000, natu-ralmente nella rappresentazione con-forme di Gauss-Boaga, il sistemacartografico, com’è noto, che si rife-risce all’ellissoide internazionale diHayford con origine delle coordinatenel meridiano di Greenwich e nelparallelo che passa per l’Equatore, si-stema adottato da quasi tutte le nazio-ni. Pubblicata e attivata, la nuova car-tografia di Padova e Codevigo sichiamò Nuovo Catasto Terreni Revi-sionato e la vecchia mappa CessatoCatasto.

A partire poi dai primi anni ’70, aseguito anche dell’assunzione dinuovi geometri attraverso concorsinazionali molto selettivi, si incre-mentò il lavoro topografico, cioèquello di aggiornare le mappe con al-legati e sviluppi vari, soprattutto aPadova e nei centri urbani dei grossicomuni della provincia. In particola-re sono stati realizzati interi fogli co-

me allegati nei comuni di Abano, Al-bignasego, Conselve, Padova, Sel-vazzano definendo con l’occasionenumerosi Punti Stabili di Riferimen-to. Questi interventi sono stati fattiperchè le zone, oltre ad essere stateintensamente edificate, presentavanodegli errori grafici sostanziali; erroriche accadevano quando i fraziona-menti erano fatti con la cordella me-trica e quindi un errore di posiziona-mento delle nuove linee dividenti sireplicava facilmente alla particellacontigua e così via. Il vantaggio delrilievo con l’appoggio a trigonome-trici e adesso ai punti fiduciali più omeno lontani dall’oggetto del rilievoè anche questo: impossibilità che siverifichi una situazione simile perchéogni aggiornamento è indipendente eavulso dalle particelle contigue, anzivengono alla luce eventuali discor-danze. A queste operazioni sono statideputati, oltre al sottoscritto, i geome-tri Alfonso Lorenzini, Bruno Lom-bardi, Renato Da Molin, i compiantiEmilio Ravagnan e i fratelli Fran-cesco De Leo e Giuseppe De Leo.

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to, frazionamenti e tipi mappali).Restituiti i punti a matita, il Capo-

squadra, con l’aiuto dell’operatore al-lo strumento, seguendo l’abbozzo cheaveva redatto in campagna, congiun-geva i punti e formava le particelle,tracciava le strade, le linee ferrovia-rie, i corsi d’acqua, quindi seguiva ilcalcolo delle superfici col planimetropolare e/o suddividendo la figura intriangoli e rettangoli. Seguiva la som-ma delle aree e il bilancio dell’interofoglio. Infine si redigeva la tabelladelle variazioni e si passava tutto aldisegnatore che ripassava a inchiostrodi china e colorava i fabbricati, le ac-que e le strade.

A Padova abbiamo avuto degli otti-mi disegnatori (venivano proprio dallascuola) e spesso erano anche tacheo-metristi. Si ricordano Guido Benet-ton,, Dionese, Grappeggia e Moresco,

tutti scomparsi. Comunque nonostantela strumentazione dell’epoca, i calcoli,la restituzione, il tutto affidato alle ca-pacità umane, i risultati sono confron-tabili con quelli ottenuti oggi con stru-menti digitali, aerofotogrammetrici osatellitari; basta sovrapporre un rilievoattuale alle mappe d’impianto per ren-dersene conto.

OOggggii ll''aaggggiioorrnnaammeennttoo ddeellllee mmaappppee aavvvviieennee ssoolloo ccoonn ggllii aaggggiioorrnnaammeennttiiddeeii tteeccnniiccii eesstteerrnnii,, ooppppuurree......

IIll ppllaanniimmeettrrooee llaa mmaappppaa dd’’iimmppiiaannttoo

Foglio della mappa d’impiantodi Padova, scala 1:1000,Isola Memmia in Prato della Valle.Lo strumento appoggiato sopraè un planimetro polare Amsler dellaSalmoiraghi, in uso dalla metàdell’800, tuttora in dotazione all’Agenzia del Territorio:serve a calcolare manualmentele aree di figure piane dal contornoirregolare o curvilineo.L’area calcolata con questo strumentoè mq 26970; la superficie datada Pregeo è 26964,54. L’errore è minimo!

Dalla seconda metà degli anni ’80,è stato fatto poco per la mappa, soloqualche intervento più che altro mira-to alla rete dei punti fiduciali e alla lo-ro attendibilità. Nel periodo di reggen-za della sezione terreni del sottoscrittoè stata eseguita una revisione dellamaglia dei punti fiduciali collegando-li alla rete geodetica. Lo scopo era du-plice: dare l’opportunità ai nuovi geo-metri di imparare il lavoro di campa-gna e verificare la maglia creandonuovi PF con coordinate analitichecollegate alla rete trigonometrica e/omigliorare l’attendibilità di quelli esi-stenti. Si è scelto di operare su alcunicomuni che presentavano anomalie(Vigonza e Loreggia) oppure contiguima con origine delle coordinate diver-se e facendo lunghe poligonali conpartenza da un comune e chiusura sualtro comune (Albignasego, Maserà).Così facendo si è potuto anche verifi-care la bontà delle coordinate trasfor-mate dei PF ma anche dei trigonome-trici da un’origine all’altra e caricatesul foglio fittizio 500. Per i calcoli del-le trasformate attraverso il calcolodella “t” convergenza dei meridianiper le due origini, devo ringraziare ilgeom. Paolo Del Bianco (attualmentein pensione) che ha fornito i valori dei

vari elementi geodetici nonché le for-mule. Insieme abbiamo calcolate le“t” per le origini contigue (a Padova cisono 22 origini diverse, non è stato uncaso ma all’impianto fu fatto apposi-tamente per contenere le deformazio-ni della mappa che il sistema Cassini-Soldner avrebbe comportato su lun-ghe distanze).

Coordinati da me e da Lorenzini han-no partecipato a questi lavori i geome-tri: Lorenzini, Lucia Previato, Alessan-dro Addeo, Davide Manzin, per l’areacompresa fra i Comuni Albignasego eMaserà; Lorenzini, Francesco D’Agatie Ruggero Raule per l’area in Vigonza;Giuseppe De Leo, Giovanni Chierico-ni, Roberto Angelini e Vincenzo Cilionell’area di Loreggia.

Altro intervento sulla mappa è statoquello del raffittimento della rete deiPunti Fiduciali fatto da una ditta ester-na che ha creato dei punti GPS materia-lizzati da una borchia metallica e mo-nografati.

Pertanto la risposta alla domanda èaffermativa: la mappa è aggiornata congli elaborati Pregeo dei professionisti,ad eccezione di piccoli interventi dovu-ti alla evasione di qualche istanza pervecchi atti di aggiornamento errati omai inseriti.

Punto Fiduciale GPS (trigonometricosu piastra su cordolo del marciapiede).

Il passaggio dal Catasto tradizionale a quello informatiz-zato non fu immediato. L'informatizzazione cominciò conla meccanizzazione dei dati censuari, la creazione del DataBase Censuario che sostituì tutti i libri catastali; il respon-sabile di queste operazioni nell'ufficio di Padova era ilgeom. Laberio Minozzi e nei primi anni ’70 era già operati-va, si aggiornavano i dati censuari direttamente ai termi-nali e le stampe aggiornate arrivavano da Roma. Nel 1988arrivò il primo programma per il trattamento della geome-tria "Pregeo". Inizialmente fui io che dovetti occuparmi diquesto e devo dire che non è stato semplice: non solo ilprogramma aveva le sue pecche ma iprofessionisti che non avevano mai ope-rato col tacheometro e il computer e cheli comprarono in quella occasione, ave-vano tanto da imparare e tante doman-de da fare. Realizzammo diversi stampa-ti per agevolarli, anche incontri didattici.

Devo dire che c'è stata anche un'otti-ma collaborazione fra gli stessi tecniciprofessionisti (si scambiavano le infor-mazioni e i programmi). Nei primi anni'90 ci fu la numerizzazione della mappa(si occupò una ditta esterna e il CED erapassato dal geometra Laberio al geom.Piergiorgio Agnolin) e dopo (1993) final-mente arrivò la versione di Pregeo che integrava la graficae il censuario. Praticamente l'atto approvato aggiorna tut-ta la banca dati del Catasto compresa la mappa numeriz-zata attraverso il file vettoriale scaturito dall'elaborazionedel libretto delle misure.

Si parlava prima delle minicalcolatrici elettroniche pro-grammabili: ebbene fu un gran successo. Erano usati percalcolare e registrare i dati. Intanto gli strumenti topogra-

fici si erano evoluti: elettro-ottici col distanziometro, primasovrapposto, poi integrato e coassiale col cannocchiale.Prima che arrivasse il Pregeo, i geometri che si improvvisa-rono programmatori in SOA, RPN, BASIC si distinsero; laprofessionalità si poteva misurare e molto spesso incidevasulla scelta di un professionista anziché di un altro nell'as-segnazione di un incarico importante. Di lì a poco arrivaro-no i computer e cominciò la corsa a trasferire i programmi-ni o farne di nuovi per gestire sia il rilievo che la restituzio-ne grafica, i primi plotter a una penna, poi a tre penne e in-fine a 9 penne, che mostri.

Quando poi arrivò l'Autocad, con ilPregeo, la mappa numerizzata e il cata-sto informatizzato, tutto si uniformò enon serviva più essere bravi e saper pro-grammare, per di più arrivarono anchegli strumenti tuttofare "stazioni totali",così anche i geometri che non avevanomai fatto un calcolo di apertura a terrao di poligonale, potevano e possono far-ne a meno e lavorare tranquillamente.

Però i geometri che vissero il passag-gio dal manuale al digitale dicono diavere una marcia in più. Se un giorno ungrosso virus dovesse mandare tutti icomputer in tilt, loro sanno come fare.

Ma questa è un'illusione almeno per quanto attiene ilCatasto - perché gli Uffici non sono più in condizioni tali dagestire gli atti di aggiornamento redatti nella vecchia ma-niera. D'altronde si tratta di un naturale adeguamento aitempi, in questo splendido secolo appena passato l'uomo èandato sulla luna e ha comunicato con noi terrestri. La mec-canica, l'elettricità e l'elettronica ci hanno sconvolto la vita eancora la ricerca sull'infinitamente piccolo non è finita.

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II ggeeoommeettrrii cchhee vviisssseerroo iill ppaassssaaggggiiooddaall CCaattaassttoo mmaannuuaallee aall ddiiggiittaalleeddiiccoonnoo ddii aavveerree uunnaa mmaarrcciiaa iinn ppiiùùppeerrcchhéé ssaannnnoo ccoommee ffaarreeaanncchhee sseennzzaa ccoommppuutteerr:: èè iilllluussiioonnee??

Per approfondimenti sugli argomenti trattati suggeriscoalcune pubblicazioni:

SSuullllaa GGeeooddeessiiaa,, SSiisstteemmii ddii rraapppprreesseennttaazziioonnee ee ttrraassffoorrmmaa--zziioonnii:

- Rivista di Topografia e Catasto 1892, Ing. G. B. Maffiotti- Rivista di Topografia e Catasto 1904, Ing. C. Pastori- Rivista del Catasto e SS. TT. EE. 1938, Ing. C. Pastori- Rivista del Catasto e SS. TT. EE. 1939, Geom. G. Mon-

cada- Rivista del I.G.M., Firenze 1941, Prof. G. Boaga- Rivista del Catasto e SS. TT. EE. 1943, Ing. A. Paroli- Rivista del I.G.M., Firenze 1950, Ing. G. Birardi

SSuullllaa TTooppooggrraaffiiaa iinn ggeenneerree- Trattato di geodesia e topografia con elementi di foto-

grammetria : Padova, Cedam 1948, G. Boaga- Nuovo corso di topografia: Zanichelli, 1997 S.

Cannarozzo, R. Cannarozzo, L. Cucchiarini, W.Meschieri

- Misure Rilievo Progetto: Zanichelli 2009, R. Can-narozzo, L. Cucchiarini , W. Meschieri

- Topografia Catastale: Tecnobit, Maggioli Editore 2007

CCAATTAASSTTOO EE PPRREEGGEEOO- Min. Finanze - Dir. Gen. Catasto e SS.TT.EE. ISTRUZIONE

XIV Ist. Polig. Di Stato, Roma 1950- Min. Finanze - Dir. Gen. Catasto e SS.TT.EE. SEGNI CON-

VENZIONALI - Ist. Polig. Di Stato, Roma 1953- Legge n. 679 del 1.10.1969 - D.P.R. 650/1972- Min. Finanze - Dir. Gen. Catasto e SS.TT.EE.: Circ.

2/1987; Circ. 2/1988 Pregeo; Circ. 11/1988; Circ.5/1989; Circ. 2/1992; Lettera Circ. 4A/92/803; Pregeovers.7 e 7.01 1993

- Quaderno tecnico di aggiornamento professionale n.9:Collegio Geometri Padova 1994.

- D.M. 701/1994; D.M. 28/1998

EESSTTIIMMOO- Estimo: Calderini Bologna 1989, I. Michieli, M. Dainese

BB.. GG..

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Software

La georeferenziazione dellemappe d’impianto su file rasterdi GGiiaannnnii RRoossssii,, geometra, Tecnobit

In questo articoloè descrittoil funzionamentodel programmaallegato al Dvddelle mappe d’impiantoche consentedi utilizzare i filecon procedureinformatiche,secondo le direttivedell’Agenziadel Territorio.

La scansione delle mappe catasta-li d’impianto, resa possibile dalla

direttiva 27/05/2008 dell’Agenziadel Territorio - Direzione CentraleCartografia Catasto - recante Di-sposizioni operative in materia difornitura delle mappe catastali d’im-pianto per le attività di acquisizionein formato digitale - apre al geometrascenari finora impensabili.

La disponibilità delle mappe d’im-pianto sotto forma di file raster (im-magine), infatti, non solo evita i disa-gi della consultazione cartacea pres-so l’Agenzia provinciale, ma permet-te nel contempo di adottare sofistica-ti algoritmi di georeferenziazione. Sì,perché il raster della mappa è perl’appunto un file, e come tale può es-sere opportunamente trattato da spe-cifiche procedure informatiche.

Prima però di descrivere questenuove possibilità, è bene chiarire il si-gnificato di “georeferenziare”, un ver-bo attualmente molto di moda, ma chemolti interpretano piuttosto libera-mente. Come dicono le due parti dellaparola, geo-referenziare una mappasignifica attribuirle un sistema di rife-rimento geometrico o, se si preferisce,geografico. Nelle mappe di impiantocartacee il sistema di riferimento è in-trinseco ed è indicato direttamentedalle coordinate Est/Nord riportate sulfoglio di mappa stesso in corrispon-denza dei parametri. Questo significache i valori delle coordinate lette sulfoglio dicono a quale distanzaEst/Nord si trova l’origine del sistema

cartesiano di riferimento della mappa(Cassini-Soldner o Gauss-Boaga),mentre l’orientamento a Nord è datoproprio dai parametri verticali.

Cosa succede invece quando ab-biamo a disposizione il file raster diun foglio di mappa? Proviamo, ad e-sempio, ad importarlo sul Cad. Ap-pena selezionato il file e prima di in-serirlo nel disegno, ci verrà chiesto difornire le coordinate X-Y-Z dell’ori-gine ed il fattore di scala. Quali valo-ri vanno immessi per queste richie-ste? Il Cad di default ci propone sem-plicemente 0 (zero) per tutte e tre lecoordinate e 1 (uno) per il fattore discala. Ma se accettiamo questi valoricosa otteniamo? Avremo semplice-mente che il vertice in basso a sini-stra del raster caricato avrà coordina-te X = 0 e Y = 0 (la Z ovviamente nonha senso ma è comunque anch’essapari a zero). Ne consegue che, se cimuoviamo con il mouse sulla mappa,le coordinate che il Cad ci mostra so-no riferite a tale origine 0,0 e non cer-to a quella del sistema di riferimentodella mappa stessa. Non solo, se in-terroghiamo con l’apposito comandoCad la distanza tra due parametri delfoglio, non otterremo certo 200 metri(per scala al 2000) ma un valore deltutto diverso ed in genere molto piùelevato. Infatti, avendo confermato ilfattore di scala pari a 1 (uno), la di-stanza restituita corrisponde sempli-cemente al numero di pixel (i quadra-tini infinitesimali di cui è composto ilraster) tra i due parametri e non ai

28 CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAA Pitagora 3/200928 CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAA Pitagora 3/2009

metri. Ed ancora, chi ci garantisceche il raster sia orientato giusto aNord, o che invece l’acquisizionecon lo scanner non lo abbia ruotato,sia pur leggermente? In poche parole,il file raster con cui abbiamo a che fa-re non è georeferenziato.

Cosa dobbiamo fare dunque pergeoreferenziarlo? Dobbiamo applica-re una tecnica di georeferenziazioneche sia idonea all’uso che ci proponia-mo poi di fare del raster stesso. Infatti,proprio perché l’utilizzo potrebbeavere scopi diversi, esistono diversetecniche di georeferenziazione. Adesempio, potrebbe interessarci sem-plicemente avere il raster del foglio dimappa in coordinate catastali. Vale adire poter posizionarsi sull’incrocio didue parametri e leggerne le coordina-te effettive di mappa, oppure interro-gare la distanza tra due parametri edottenere esattamente 200 metri, il chevorrebbe dire che anche le distanze ditutte le altre linee presenti in mappasarebbero corrette. Bene, se lo scopo èquesto, la procedura da seguire è det-tata dalla stessa direttiva dell’Agenziadel Territorio citata all’inizio, laddoverecita: “Tali procedure prevedonol’acquisizione di 9 crocicchi/mappa el’esecuzione di una rototraslazione a

4 parametri con un solo fattore discala. II processo di orientamento, daeffettuare con la massima cura e pre-cisione, va eseguito su almeno novepunti di controllo. I punti di controllodevono coincidere con i crocicchi deiparametri ed essere uniformementedistribuiti sulla mappa e, ove possibi-le, lungo la sua cornice, o in corri-spondenza degli spigoli”.

In questo caso, quindi, l’algoritmoda applicare è la rototraslazione a 4parametri con un solo fattore di scala,una descrizione molto succinta chesottintende invece un calcolo piuttostocomplesso la cui spiegazione esula ov-viamente dallo scopo di questo artico-lo (ma chi desiderasse approfondirlo,può seguire gratuitamente i corsi viainternet del software Geomap, preno-tandosi sul sito www.tecnobit.info allapagina Demo&Corsi). Applicandoquesto algoritmo, si trasforma quindiil file raster originario (solitamente informato TIF) in un file raster georefe-renziato tale che, se lo importiamonuovamente sul Cad, l’origine del-l’immagine non avrà più coordinate0,0 ma avrà le coordinate effettive dimappa, mentre le dimensioni non sa-ranno più in pixel ma in metri.

La deformazione della mappa cartacea

GGeeoorreeffeerreennzziiaazziioonneeCCaattaassttaalleeee PPaarraammeettrriiccaaEntrambe le georeferenziazionisono utili al geometraa seconda degli scopi di utilizzo.Adottando la stessa tecnica,professionisti diversi, come ad esempio i tecnici d'ufficioo di parte in una causadi riconfinazione, ottengono risultatipressoché identici, cosa impensabileai tempi dell'acquisizione manualedelle coordinate sulla mappa cartacea.

Tutto risolto quindi? Purtroppo no,perché il problema insito nelle geore-ferenziazioni, qualsiasi sia la tecnicaadottata, è che non basta restituire ilfile raster georeferenziato, cioè riferi-to ad un preciso sistema di riferimen-

to cartesiano, bisogna anche correg-gere la deformazione che fatalmentela mappa cartacea, e di conseguenza ilraster dalla stessa ottenuto, ha subìtonel tempo. E qui si apre tutto un altrocapitolo: come va corretta tale defor-mazione? Anche qui esistono variescuole di pensiero, ma al di là di pre-ferirne una o l’altra, vale sempre ilconcetto che tutto dipende dallo sco-po che ci si prefigge. La georeferen-ziazione sopra descritta di cui alla di-rettiva dell’Agenzia del Territorio, adesempio, assume che l’intero fogliodi mappa si sia deformato in manieraomogenea (figura 1). Lo scopo diquesta georeferenziazione, infatti, èsolo quello di restituire un file rastergeoreferenziato.

Ma se dobbiamo ricostruire il con-fine tra due proprietà dovendo ricor-rere, in mancanza di altri elementi, al-la mappa d’impianto, è ancora valido

Figura 1La "Georeferenziazione Catastale"di una mappa secondo le direttivedell'Agenzia del Territorio presupponeuna deformazione omogeneaper l'intero foglio.

29CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009 29CCOOLLLLEEGGIIOO GGEEOOMMEETTRRII EE GGEEOOMMEETTRRII LLAAUURREEAATTII DDII PPAADDOOVVAAPitagora 3/2009

Il software Geomap distribuito dalCollegio Geometri di Padova (unita-mente ai DVD contenenti le mapped’impianto) esegue entrambe le geo-referenziazioni sopra descritte. NellaGeoreferenziazione Catastale (figu-ra 1), quella secondo la direttiva del-l’Agenzia del Territorio, il software:

esegue la trasformazione e visua-lizza i 4 parametri calcolati: traslazio-ne Est, traslazione Nord, rotazione,variazione di scala (isotropa);

restituisce il file raster georeferen-ziato a partire da quello originario infunzione dei crocicchi (minimo 9) di-gitalizzati dal Tecnico;

genera il file degli scarti (.SCA),secondo i dettami della direttiva, utileal Tecnico per valutare l’attendibilitàdei crocicchi utilizzati e della geore-ferenziazione nel suo complesso.

Nella Georeferenziazione Para-metrica (figura 2), Geomap:

calcola le coordinate dei punti digi-talizzati in funzione dell’effettiva de-formazione dei quadrati di parametra-tura Est/Nord nei quali ricadono;

produce il disegno DXF dei para-metri di mappa riportati alle loro mi-sure corrette, (200 x 200 mt per scala

al 2000), completo dei punti correttidalla relativa deformazione, e rigene-ra il raster correggendolo medianteun potente algoritmo di ricampiona-tura dei pixel.

questo assunto? Assolutamente no,perché la deformazione da considera-re in questo caso è quella che è inter-venuta nell’esatta porzione di mappasu cui ricade la linea di confine da ri-costruire. In altre parole, la mappapuò benissimo essersi deformata inmaniera disomogenea, cioè con de-formazioni diverse nelle varie zonedel foglio. Anzi, è accertato che gliagenti che deformano i supporti car-tacei (umidità, calore, luce), agisconoin genere in maniera progressiva dal-l’esterno verso l’interno del foglio.

Per sopperire a questa disomoge-neità di deformazione, alcuni espertiin materia hanno elaborato una tecni-ca imperniata sui parametri di map-pa. Questa soluzione si basa sullaconstatazione che la genesi stessadelle mappe di impianto è stata in-centrata proprio sul tracciamento deiparametri, che ne hanno costituito loscheletro iniziale, all’interno del qua-le è stato operato il successivo inseri-

mento delle linee relative alle parti-celle. Seguendo questo approccio, ta-le tecnica, denominata Georeferen-ziazione Parametrica (figura 2), cal-cola la deformazione subìta da cia-scun quadrato parametrico della zonadi mappa interessata e corregge ipunti digitalizzati dal Tecnico in fun-zione del quadrato nel quale ricado-no. In pratica, è quello che si facevaun tempo sulla mappa cartacea con loscalimetro, rapportando a 200 metri(in scala) gli intervalli parametrici. Iltutto però con due grandi vantaggi. Ilprimo è il grado di precisione di granlunga maggiore, basti pensare allapossibilità di ingrandire a piacere ipunti da digitalizzare. Il secondo è cheadottando la stessa tecnica, professio-nisti diversi, come ad esempio i tecni-ci d’ufficio o di parte in una causa diriconfinazione, ottengono risultatipressoché identici, cosa impensabileai tempi dell’acquisizione manualedelle coordinate sulla mappa cartacea.

Come opera il software Geomap Figura 2La "Georeferenziazione Parametrica"calcola la deformazionedi ciascun quadrato parametricodella zona di mappa interessata.

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Sport geometri

Calcio, tennis e golf: a Padovain giugno i campionati nazionaliL’Associazione A. S. Geosportha affidato al Collegiodi Padova l’organizzazionedei campionatinazionali di calcio,di tennis e di golf.Le gare si svolgerannonella zona termaledal 9 al 20 giugno.

di MMiicchheellee LLeevvoorraattoo geometra, consigliere, coordinatore Commissione Sport

Dal 9 al 20 giugno 2009 il Col-legio di Padova è al centro del

mondo sportivo della categoria deigeometri: prima il settimo campiona-to nazionale di tennis dal 9 al 13 giu-gno, poi il terzo campionato di golf il13 giugno, infine il dodicesimo cam-pionato nazionale di calcio dal 13 al20 giugno. I tre campionati si passa-no il testimone in una staffetta che sigioca tutta nell’ambito termale euga-neo. Il campionato di calcio si apredomenica mattina 14 giugno allo sta-dio di Abano Terme e si conclude conle finali allo stadio di Torreglia saba-to 20 giugno.

L’organizzazione dell’evento, di ri-levante importanza sportiva e di for-te impegno organizzativo, è stato af-fidata dall’Associazione A. S. Geo-sport al Collegio di Padova, che ave-va avanzato la sua candidatura dueanni fa a Paestum (Salerno) e avevaricevuto l’investitura ufficiale con ilpassaggio di testimone l’anno scorsoa Rimini, durante il campionato dicalcio 2008, creando le condizioniperché la sistemazione logistica fosseconsiderata all’altezza delle prece-

denti edizioni, tutte ospitate in locali-tà di alto pregio turistico.

A Padova è stata individuata la zo-na termale come il luogo dove i geo-metri che partecipano al campionatopossono soggiornare, eventualmenteaccompagnati dai familiari. Gli orga-nizzatori, geometri Michele Levora-to, Maurizio Falasco, Luca Marca-della e Carlo Pettenazzo, hanno coin-volto le amministrazioni comunali diAbano Terme, Montegrotto Terme,Galzignano Terme e Torreglia, chehanno messo a disposizione i campisportivi e le strutture (teatro Magno-lia e Palacongressi con annessa sala),e le associazioni degli albergatori perla ricettività. Si prevede infatti la par-tecipazione di 700 geometri prove-nienti dai 40 Collegi d’Italia. Con iloro familiari, le presenze supereran-no le mille persone.

Nell’ambito dei tre campionati na-zionali, martedì 16 giugno, sarà fe-steggiato il decimo anniversario del-la fondazione di A. S. Geosport. Almattino si svolgerà presso il CentroCongressi di Montegrotto un conve-gno tecnico sulla sicurezza nell’am-

Il presidente del Collegio Pierluigi Capuzzopresenta il campionato di calcio 2009. Alla sua sinistra il consigliereMichele Levorato e il presidentedell'Associazione A. S. Geosport Giancarlo Felici.Alla sua destra,il geometra Luca Marcadella.

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bito della progettazione di un campodi calcio con spogliatoi. A mezzo-giorno avrà luogo il pranzo di gala.

Il passaggio focale della manife-stazione sarà sabato 13 giugno alleore 20,30 presso la tensostruttura diAbano, denominata teatro Magnolia(via Volta), dove ci saranno le pre-miazioni del tennis e golf e il sorteg-gio dei gironi del campionato di cal-cio. Martedì sera 16 giugno, allo sta-dio di Abano, la nazionale di calciogeometri incontrerà la squadra degliex giocatori professionisti (FulvioSimonini, Filippo Maniero e altri). Ilricavato sarà devoluto alla Città dellaSperanza.

La presentazione del campionatodi calcio 2009 e dei due campionatidi tennis e golf è avvenuta presso lasede del Collegio il 18 aprile scorso,

presenti il presidente dell’Associa-zione A. S. Geosport geometraGiancarlo Felici (di Arezzo), il pre-sidente del Collegio di Padova Pier-luigi Capuzzo, l’assessore allo sportdel comune di Montegrotto ValterBelluco, il presidente provincialedel Centro sportivo italiano, geome-tra Marco Illotti, il geometraAlessandro Benvegnù (di Vicenza)in rappresentanza della Cassa Geo-metri, il giocatore Fulvio Simoniniin rappresentanza della squadra dicalcio dei campioni, l’allenatoredella squadra geometri di Padovageometra Paolo Fuochi. Per glisponsor: Terzer Roman della ditta dimateriali edili Terzer di Egna(Bolzano) e il rappresentante delladitta 888 Software per la sicurezzadei cantieri.

LLaa ssqquuaaddrraa ppaaddoovvaannaaddeeii ggeeoommeettrrii ccaallcciiaattoorrii

La squadra del Collegio Geometridi Padova al campionato nazionaledi Paestum del 2007.

InformazioniRRiiqquuaalliiffiiccaazziioonnee eenneerrggeettiiccaa:: ppuubbbblliiccaattoo iill mmooddeelllloo

Con il provvedimento del Direttoredell’Agenzia delle entrate del 6 mag-gio 2009 è stato approvato il modellodi comunicazione per i lavori relativiagli interventi di riqualificazioneenergetica che proseguono oltre il pe-riodo d’imposta (art. 29 del d.l. n.185/2008) per fruire della detrazionedel 55 % riconosciuta per gli inter-venti di riqualificazione energetica diedifici esistenti, sull’involucro di edi-fici esistenti, di installazione di pan-nelli solari e di sostituzione di im-pianti di climatizzazione invernale.

Il modello deve essere utilizzato:- dai contribuenti che intendono frui-re della detrazione d’imposta del 55% per comunicare le spese sostenutenei periodi d’imposta precedenti aquello in cui i lavori sono terminaticon riferimento ai soli lavori che pro-seguono oltre il periodo d’imposta;- per comunicare le spese sostenutenel 2009 e negli anni successivi.Pertanto le prime comunicazioni do-vranno essere inviate all’Agenzia del-le entrate, esclusivamente in via tele-matica, entro il 31 marzo 2010, indi-cando le spese sostenute nel 2009,qualora i lavori non siano già termi-nati entro il 31 dicembre 2009.

La comunicazione non dovrà esse-re inviata in caso di lavori iniziati econclusi nel medesimo periodo d’im-posta, né per i periodi d’imposta incui non sono state sostenute spese.

Attenzione: i contribuenti che in-tendono avvalersi della detrazionedevono in ogni caso continuare ad in-viare all’Enea, attraverso il sito inter-net www.acs.enea.it, entro 90 giornidalla fine dei lavori, i dati indicati neldecreto del Ministro dell’Economiadel 19 febbraio 2007.

Mancano ancora le modifiche alDM 19 febbraio 2007 che semplifi-cheranno gli adempimenti ammini-strativi a carico dei contribuenti.

IIvvaa ppeerr ccaassssaaÈ stato pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale 96 del 27 aprile il Decretodel 26 marzo 2009, emesso dal Mini-stero dell’Economia e delle Finanze.A partire dal 28 aprile 2009, l’Iva di-venta esigibile all’atto del pagamentodel corrispettivo. Se il pagamento èparziale si verifica un’esigibilità “proquota”. Il differimento non è possibi-le per quanti si avvalgono di un regi-me speciale Iva o prevedono di rea-lizzare un fatturato superiore ai 200mila euro; inoltre è necessario che leoperazioni non siano regolate in re-verse charge e che le transazioni nonsiano concluse con consumatori pri-vati.

NNuuoovvee NNoorrmmee TTeeccnniicchhee ppeerr llee CCoossttrruuzziioonniiEntreranno in vigore l’1 luglio 2009

le Nuove Norme Tecniche per leCostruzioni, che erano state approvatecon DM 14 gennaio 2008 (pubblicatosulla G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008 -Suppl. Ord. n. 30). La circolare 2 feb-braio 2009 n. 617 contenente le istru-zioni è stata pubblicata sulla G.U. n.47 del 26 febbraio 2009 - Suppl. Ord.n. 27, ed è scaricabile dal sito del Mi-nistero delle infrastrutture, Consigliosuperiore dei Lavori pubblici,

(www.infrastrutture.gov.it/consuplp).Le nuove Norme Tecniche dall’1

luglio 2009 costituiranno l’unica nor-mativa di riferimento per la progetta-zione. È stato infatti approvato dalSenato un emendamento al ddl diconversione del DL 39/2009 per l’A-bruzzo, che anticipa dal 30 giugno2010 al 30 giugno 2009 la scadenzadel periodo transitorio. La disposi-zione sarà verosimilmente conferma-ta dalla Camera.

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L’Albo professionale / variazioni Registro Praticanti / variazioni

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 14 APRILE 2009IscrizioniFilon Alessandro 3370 EsteCallegaro Giacomo 3371 Due CarrareBernardi Federico 3372 CittadellaZecchin Marco 3373 PadovaBiasion Andrea 3374 Piove di Sacco

CancellazioniPinton Andrea 3137 San Martino di LupariMoro Maurizio 3286 Polverara

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 28 APRILE 2009IscrizioniFrancescon Andrea 3375 Noventa Padovana

CancellazioniCusumano Giacomo 3197 Villafranca PadovanaPolonio Fabio 3195 TribanoTrenna Giacomo 3257 MonseliceZoccarato Fabio 3200 Loreggia

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 14 APRILE 2009IscrizioniBusinaro Marina 4468 Abano TermeRomanato Ilaria 4469 BovolentaMiotti Mariella 4470 San Martino di LupariGiraldo Gianni 4471 Padova

DimissioniDurello Sandro 4409 Camponogara

Cancellazione per decessoOssana Corrado 2142 Montegrotto Terme

SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 28 APRILE 2009ReiscrizioniTognazzo Mauro 4472 Albignasego

Iscrizioni per trasferimentoErrico Angelo 4473 Abano Terme

Le riunioni di Consiglio27 gennaio 2009FFoorrmmaazziioonnee ee aaggggiioorrnnaammeennttoo 22000099Le attività di formazione di prossimarealizzazione sono seminari sul Do-cumento di Valutazione dei Rischi ne-gli studi, su Terre e Rocce da scavo,su Parcelle On-line.CCoommuunniiccaazziioonnii ddeell PPrreessiiddeenntteeIl Presidente informa il Consiglio circal’ultima assemblea dei presidentitenutasi a Roma.a) Formazione. Il Consiglio nazionalecondivide l’impostazione della rifor-ma della scuola, la quale prevede chegli studenti conseguiranno inizial-mente un diploma di Perito in Ediliziae Territorio e solo dopo avere svolto ilpraticantato e il relativo esame di a-bilitazione, si potrà avere il titolo digeometra. Questo indirizzo è nell’ot-tica della fusione degli albi tra i peritie i geometri. Le lauree triennali saran-no invece sostituite da specializzazio-ni in Istituti Tecnici Superiori, checonsentiranno l’accesso diretto all’e-

same di abilitazione.c) Il Presidente informa che il CNG hachiesto un parere pro veritate in ordinealla possibilità di iscrivere negli albianche i dipendenti pubblici, con la li-mitazione di potere esercitare la pro-fessione solo all’interno dell’Ammini-strazione di appartenenza.f) Il CNG sta predisponendo delle li-nee guida per le procedure da seguirenei casi di procedimenti disciplinari.VVaarriiee eedd eevveennttuuaallii- Il consigliere Benetazzo informa delsuccesso che ha riscosso il corso sulcatasto Fabbricati e Terreni con oltre70 adesioni.- Benetazzo comunica che è ritornatoil primo lotto delle mappe d’impiantoe che a fine febbraio è previsto il com-pletamento della digitalizzazione.- Levorato informa che a causa delleelezioni amministrative del 6 e 7giugno, il campionato nazionale dicalcio per geometri è stato spostatonella settimana dal 13 al 20 giugno,

mentre i tornei di golf e tennis si svol-geranno dal 9 al 13 giugno.

24 febbraio 2009EElleezziioonnii ddeell nnuuoovvoo CCoommiittaattoo ddeeiiDDeelleeggaattii ddeell 2266 ee 2277 ffeebbbbrraaiioo 22000099-- NNoommiinnaa ssccrruuttaattoorriiDopo ampia discussione e valutate ledisponibilità vengono nominati:- Scrutatori effettivi i geometri Co-stante Babetto e Alberto Bizzotto.- Scrutatori supplenti i geometri MarcoMason e Alberto Sgaravatto.Al fine di garantire la presenza, gliscrutatori nominati dovranno con-cordare i turni.CCoommuunniiccaazziioonnii ddeell PPrreessiiddeenntteeIl Presidente comunica che è terminatal’operazione di digitalizzazione dellemappe d’impianto e propone di di-stribuirle agli iscritti mediante DVD ohard disk portatile. Per la valutazionedi costi viene incaricato il consigliereBenetazzo.