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l’ allevatore magazine a cura dell’associazione regionale allevatori dellemilia romagna Periodico d’informazione e aggiornamento tecnico professionale n° 11 - 8 luglio 2015 E milia r omagn a llEva Anno LXXI – Supplemento n. 1 a l’Allevatore n° 11 - 8 luglio 2015. - - Distribuzione Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma - ISSN 1972-8034

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EmiliaromagnallEva

l ’allevatorem a g a z i n e

a cura dell’associazione regionale allevatori dell’emilia romagna

Periodico d’informazione e aggiornamentotecnico professionalen° 11 - 8 luglio 2015

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Sommario EmiliaromagnallEva

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EmiliaromagnallEva

Informazioni tecniche,economiche e di attualità a cura dell’Associazione Regionale Allevatoridell’Emilia Romagna

Supplemento n° 1a l’Allevatore n°118 luglio 2015Anno LXXI

CoordinamentoMaurizio GarlappiPresidente Araer

Claudio BovoDirettore Araer

Direttore responsabileAlessandro Nardone

Redattore capoGiovanni De Luca([email protected])

In redazioneAlessandro Amadei([email protected])

Camillo Mammarella([email protected])

Progetto graficoMediatime Editing - Padova

GraficaGarden - Lorena Lombroso

EditoreServizi Commercialiper gli Allevatori SCA srlVia G. Tomassetti 900161 RomaTel. 06.8545.1226([email protected])

StampaSan Patrignano Grafiche Via San Patrignano, 53Coriano (RN) - Italy

Organo ufficialedi stampadell’Associazioneitaliana allevatori

Autorizzazione del Tribunaledi Roma n. 323 del 14-7-1948

Periodicoassociato USPI

03EditorialeUn contributo aggiuntivo per i bovini di razza Romagnoladi Maurizio Garlappi

04AttualitàSuinicoltura, per gli allevatoriitaliani è ancora notte fondadi anna Mossini

08 Inaugurata a Bastia la prima Mostra regionale del Caitprdi Maurizio Dall’arGine

11Mora Romagnola, il rilancio è vicinodi Carlo ravello

12TecnicaBdn, tutti i vantaggi della semplificazionedi anna Mossini

15I consigli delle aziendeLe marche auricolari sicure e resistenti sono firmate T-Tris

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EditorialeEmiliaromagnallEva

Troppo spesso, sbagliando, non si parla a sufficienza del patrimonio nazionale dei bovini da carne. Un insieme di razze autoctone rispetto alle quali associazioni come l’Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini italiani carne) mette a disposizione strumenti e risorse per salvaguardare una ricchezza zootecnica di primo piano che rischia di non essere adeguatamente valorizzata in primo luogo dal mercato.

Un errore clamoroso, che ricade negativamente sulla stessa sopravvivenza delle razze. Prendiamo la Romagnola, inserita insieme alla Chianina e alla Marchigiana nel circuito del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp. In Emilia Romagna, oggi, si contano poco più di 10mila esemplari, che superano di poco le 12mila unità se si sommano i capi presenti in una manciata di altre regioni. Negli anni le consistenze del bestiame e soprattutto il numero delle stalle sono progressivamente diminuiti, basti pensare che nel 1990 si contavano 1.369 allevamenti e 17.795 capi;

oggi gli allevamenti si fermano a 375, e il bestiame è calato di ben 5mila unità. È quindi evidente quanto il lavoro dell’Anabic sia importante sia per la tenuta della razza che per gli interventi messi in atto, finalizzati, in questo caso specifico, al risanamento dal virus responsabile della Rinotracheite infettiva del bovino (Ibr). Una patologia, questa, dagli effetti particolarmente negativi sia per le aziende che per l’attività di selezione.

Per centrare questo obiettivo, oltre al sostegno accoppiato alle vacche nutrici iscritte ai Libri genealogici o ai Registri anagrafici previsto dalla nuova Pac, gli allevatori che intendono aderire al Piano anti-Ibr potranno contare su un importo aggiuntivo di circa 40 euro/capo per il biennio 2015/2016.

Un aiuto da non sottovalutare, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, e che dimostra ancora una volta quanto sia importante l’impegno e l’attività delle associazioni a cui gli allevatori aderiscono. n

Un contributo aggiuntivo per i bovini di razza Romagnola

Il sostegno previsto per quanti aderiscono

al Piano anti-Ibr è un’opportunità

da cogliere

Maurizio Garlappipresidente araer

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EmiliaromagnaallEva

Pur in tono minore, sen-za la consueta presenza di animali e di esposi-

tori, il quartiere fieristico di Reggio Emilia ha ospitato la tradizionale Rassegna suini-cola che si è svolta dal 4 al 6 giugno scorsi.Un appuntamento comunque atteso, e nonostante non abbia richiamato il pubblico delle grandi occasioni come invece avveniva in passato, con i con-

vegni organizzati ha cercato di dare risposte e soprattutto soluzioni alla crisi in cui da diversi anni il comparto sui-nicolo italiano si dibatte. Una crisi che da circa un anno a questa parte, a causa dell’em-bargo russo deciso da Putin nell’agosto scorso, fa sentire i suoi effetti negativi anche in molti altri Paesi europei ad elevata concentrazione di alle-vamenti suinicoli.

Export penalizzatoBasti pensare che l’export di carne fresca europea verso la Russia ha subìto un crollo del 90%, e del 12% verso il resto del mondo. Sui dati targati 2014 e sulle previsioni so-prattutto italiane per il 2015 si è concentrato l’intervento di Kees De Roest, ricercatore del Centro ricerche produzio-ni animali di Reggio Emilia (Crpa) intervenuto al conve-

Suinicoltura, per gli allevatoriitaliani è ancora notte fondaSi è svolta a Reggio Emilia, all’inizio di giugno, la Rassegna suinicola. La crisi non accenna ad allentarsi e il futuro è pieno di incognitedi anna Mossini

gno dal titolo “Scenari e op-portunità per la suinicoltura al 2020”, a cui hanno parteci-pato anche Roberta Chiarini della Direzione generale agri-coltura della Regione Emilia Romagna e Loris Alborali dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombar-dia e dell’Emilia Romagna. “Il bilancio di approvvigiona-mento di carne suina a livel-lo europeo – ha spiegato De

Attualità

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I sostegni del nuovo Psr dell’Emilia RomagnaTra le prime Regioni ad avere l’ok da Bruxelles per l’avvio dei Psr (Piani di sviluppo rurale), l’Emilia Romagna non ha dimenticato la zootecnia, anche se per la suinicoltura non è previsto nulla di specifico. Con una dotazione di 1 miliardo e 189 milioni di euro, la più elevata tra tutte le Regioni italiane, il nuovo Psr dell’Emilia Romagna ruoterà intorno ai temi della competitività, dell’ambiente e del clima e dello sviluppo del territorio. “In passato, nella stesura dei Psr, la zootecnia non ha mai avuto grandi attenzioni – ha spiegato Roberta Chiarini della Direzione generale Agricoltura della Regione – mentre per la programmazione 2014-2020 abbiamo voluto invertire questa tendenza e ragionare con le altre Regioni del bacino padano per trovare insieme soluzioni efficaci. Pertanto, rispetto alla competitività, il Psr dell’Emilia Romagna rappresenterà un valido supporto alle reti di impresa e alle forme di agricoltura organizzata, così come saranno premiati i progetti collettivi come l’acquisto di macchine agricole in condivisione e/o l’impiego più efficace delle deiezioni animali. A questo riguardo, la novità è rappresentata dalle misure di investimento che puntano alla riduzione dei gas effetto serra e dell’ammoniaca, parallelamente sarà premiata l’utilizzazione agronomica corretta dei liquami e del digestato. Un capitolo importante riguarda la diversificazione delle attività agricole con la realizzazione di impianti per la produzione di energia ottenuta da fonti alternative, che non possono contemplare l’impiego di colture dedicate bensì solo di effluenti e sottoprodotti e scarti di lavorazione, materiale di cui l’Emilia Romagna è particolarmente ricca. La difficoltà – ha concluso Chiarini – è rappresentata dalla messa in rete di questi prodotti, un ostacolo che attraverso la misura del Psr destinata all’innovazione si vuole abbattere”. (A.Mo.).

AttualitàEmiliaromagnallEva

LA STRADA PER MANGIARE MEGLIOÈ FAR MANGIARE MEGLIO GLI ANIMALI.

Cargill srl - Divisione FeeD & nutrition - sistema Di gestione Qualità uni en iso 9001:2008© 2014, Cargill, inCorporateD. all rights reserveD

Roest – nel 2014 ha incassato un segno positivo pari a un +1,4%, così come il consumo pro-capite, che è aumentato del 3%. L’import invece, ana-logamente all’export, ha co-nosciuto una fase di arresto con un -7%. Dopo il calo con-sistente del numero di scrofe che a livello europeo ha rag-giunto addirittura la perdita di 1 milione di capi, circostan-za conseguente l’introduzione della normativa sul benessere animale, gli ultimi segnali re-gistrati parlano di una leggera ripresa che in Italia, però, non si è ancora verificata”.

Troppe cosce estereA livello nazionale, dal 2012 al 2014 la produzione è calata del 2% mentre l’import, solo

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Sommario EmiliaromagnaallEvaAttualità EmiliaromagnallEva

La redditività è anche questione di biosicurezzaImpatti commerciali e produttivi. Le malattie che colpiscono le porcilaie possono avere ripercussioni molto gravi per la redditività aziendale già messa a dura prova da un mercato che non premia. L’intervento di Loris Alborali dell’Izsler della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha voluto fare il punto della situazione e chiarire alcuni aspetti. Partendo dalla malattia di Aujezsky. “Dal 2011 al 2014 è stato fatto un passaggio molto importante sia negli allevamenti da riproduzione che da ingrasso – ha spiegato – e oggi, in Lombardia ma anche nelle altre regioni del nord dove è più alta la concentrazione di allevamenti suinicoli, possiamo registrare una prevalenza al di sotto del 10%, percentuale che spiana la strada all’accreditamento voluto da Bruxelles per continuare a commercializzare i suini”. Purtroppo, riguardo l’impatto provocato dalle malattie infettive, non esiste solo l’Aujezsky. Con la Prrs ci troviamo di fronte a un nemico duro da combattere, ha ricordato Alborali, che a livello mondiale rappresenta la patologia più importante e che va controllata adottando piani di controllo ad hoc. Infine le malattie enteriche, prima fra tutte la Ped che negli ultimi anni, prima in Asia e poi negli Stati Uniti e infine in Europa, ha causato danni ingenti. L’Izsler ha approntato un piano di intervento gratuito a supporto delle aziende del Bresciano e del Mantovano colpite da questo virus. Attualmente sul territorio nazionale contiamo 165 focolai generati da un ceppo nordamericano con patogenicità medio-bassa. “Non è il caso di creare allarmismi, ma è doveroso ricordare agli allevatori che qualsiasi segnale in porcilaia non deve essere sottovalutato”, ha concluso Alborali. (A.Mo.)

lo scorso anno, è aumentato del 9,3%, percentuale che in-globa in sé sia la carne fresca che i prosciutti non destina-ti al circuito della Dop, ma che da soli costituiscono un +8,6%”. Forte dunque l’im-portazione di cosce, tant’è vero che nei macelli solo 1/3 è stata la quota destinata al circuito tutelato a totale vantaggio de-gli smarchiati, fenomeno che soprattutto negli ultimi due anni ha conosciuto una vera e propria impennata. Purtroppo le cose non vanno meglio con i numeri che descrivono la va-lorizzazione del suino pesante tra tutti gli anelli della filiera: solo gli allevatori infatti devo-no registrare un segno negati-vo, -1,7%, mentre i settori della macellazione, della trasforma-zione e della distribuzione hanno incassato rispettiva-mente +0,7%, +2% e +1,6%. Se a questo aggiungiamo il fondamentale dato relativo al costo di produzione, che nel

2014 è stato mediamen-te di 1,50 euro/kg, pari a un 20% in più rispetto a quanto spendono i colleghi europei che, va detto, pro-ducono un suino leggero e/o intermedio, si fa presto a capire quanto la redditi-vità dei suinicoltori italiani

rischi di non coprire nem-meno i costi aziendali.

Nuove strategieQuali allora le alternative? Secondo l’analisi del ricerca-tore del Crpa “bisogna parti-re dal miglioramento dell’ef-ficienza tecnica che significa prima di tutto aumentare il numero di suinetti svezzati/scrofa/anno – ha sottoline-ato – che nel 2014 è stato di 24,06 a fronte del 23,60 dell’anno prima. Obiettiva-mente le cose sono migliorate, ma si tratta comunque di nu-meri ancora lontani da quelli registrati in Danimarca o in Olanda dove, rispettivamente, si raggiungono i 30 e i 28,97 suinetti svezzati/scrofa/anno. Credo inoltre si dovrebbero rivedere le politiche sin qui

adottate, a iniziare da una maggiore distintività dei prodotti Dop per mantene-re la differenza di prezzo con gli altri esclusi dal circuito tutelato, andrebbe favorita e incentivata la produzio-ne del suino intermedio e la creazione di filiere nuove dove il benessere animale, il rispetto ambientale e un ridotto impiego di antibio-tici dovrebbero ricoprire un ruolo centrale. Si tratterebbe in pratica di arrivare a una certificazione dei suini alle-vati in queste porcilaie che genererebbe una ricaduta positiva in termini di red-ditività: in Olanda, tanto per citare un caso concreto, 1 milione e mezzo di suini certificati garantiscono all’al-levatore 5 cent/kg in più”. n

Il pubblico presente al convegno “Scenari e opportunità per la suinicoltura al 2020”

Bardi (PR) 1-2 Agosto 2015

Associazione Regionale Allevatori dell’ Emilia RomagnaUfficio Centrale del Libro Genealogico del Cavallo Bardigiano con la vigilanza del

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

41a Mostra Nazionale del Cavallo Bardigiano

Sabato 1° Agosto Ore 8.30 Inizio valutazioni morfologiche Ore 14.00 Prosecuzione valutazioni morfologicheOre 17.30 Campo esterno: VIII ° Memorial Pietro Curati 24^ Prove attitudinali della razza Lavoro in piano Ore 21.00 Festa dell’Allevatore Ristorazione con orchestra

Domenica 2 AgostoOre 9.00 Inizio sfilata delle premiazioni e spettacoli equestri Ore 12.30 Proclamazione Campione e Campionessa della 41^ Mostra NazionaleOre 14.30 Prosecuzione sfilata e spettacoli equestri Ore 16.00 Ring interno: VIII° Memorial Pietro Curati 24^ Prove attitudinali della razza Gimkana veloce e premiazione partecipantiOre 18.00 Sorteggio Lotteria Ore 19.00 Chiusura manifestazione

StandSelleria e mascalciaAbbigliamento, attrezzistica e hobbistica, editoriaAgriturismi e prodotti della montagnaMangimistica e prodotti variMostra delle macchine ed attrezzature Agricole

All’interno nella mostra saranno operativi diversi punti ristoro con la possibilità di degustare piatti e vini tipici

Comune di Bardi

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EmiliaromagnaallEvaAttualità

Dal 14 al 19 maggio scorsi si è svolta la Sagra paesana di

Bastia, località in provincia di Ravenna, che quest’anno ha tagliato il traguardo della sua quinta edizione. La rassegna ha dato appuntamento ai mi-gliori esemplari di cavalli da tutta Italia, e come sempre ha saputo offrire un ricco ca-lendario di appuntamenti tra eventi dedicati alla zootec-nia e alle antiche tradizioni agricole, oltre a contare sulla presenza degli immancabili e affollati stand gastronomici. Una sei giorni di iniziative che si sono svolte nell’allesti-mento preparato per l’occa-sione all’interno del podere Vittorio Sansoni di via Petro-sa 230. Qui si è tenuto il mee-ting del cavallo Bardigiano, la prima edizione della Mostra regionale del Caitpr (Cavallo agricolo italiano da tiro pe-sante rapido), la rassegna del pollo romagnolo e del colom-bo emiliano-romagnolo.

Giudici qualificatiTra le grandi attrazione della Sagra di Bastia ci sono stati i 40 cavalli di razza Bardigiana

che con le molteplici presen-tazioni attitudinali a sella, attaccati in pariglia, lavoro in libertà, dressage, rievocazioni storiche e volteggio acrobati-co e artistico hanno incollato il pubblico alle transenne, ra-pito dalle loro esibizioni.A corollario delle presenta-zioni attitudinali, sono stati organizzati diversi momenti tecnici dedicati alle valu-tazioni morfologiche degli esemplari in mostra. I giudici esperti della razza Bardigia-na ne hanno illustrato le ca-ratteristiche morfologiche e genealogiche, senza tralascia-re i cenni storici e le origini geografiche di questo caval-lo, mettendo in evidenza le differenze morfo-funzionali dei vari esemplari presenti sul ring. Tra i numerosi ap-puntamenti previsti durante i 6 giorni che hanno carat-terizzato la Sagra paesana di Bastia, facevamo prima rife-rimento alla prima edizione della Mostra regionale del Caitpr, una razza che sul ter-ritorio ravennate trova una delle sue storiche culle e dove il Libro genealogico conta su nuclei di elevata qualità.

Inaugurata a Bastia la prima Mostra regionale del CaitprI migliori esemplari provenienti da tutta Italia si sono ritrovati alla sagra che da cinque anni si svolge nella località ravennate. Un appuntamento che quest’anno si è arricchito di un evento di successo di Maurizio Dall’arGine

La Mostra regionale del Caitpr è riuscita ad imporsi come evento di alto livello per i numerosi e qualificati allevatori presenti sul territorio ravennate

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AttualitàEmiliaromagnallEva

Evento importanteL’idea di dare vita a questa prima edizione della Mostra regionale del Caitpr in Emilia Romagna è emersa nell’in-verno scorso durante la pri-ma riunione degli allevatori Caitpr organizzata da Araer (Associazione regionale alle-vatori dell’Emilia Romagna) durante la quale l’Associazio-ne nazionale allevatori cavallo agricolo italiano tiro pesante rapido (Anacaitpr) ha sugge-rito a Claudio Bovo, direttore di Araer, di ridare vita a un ap-puntamento annuale per gli al-levatori del cavallo agricolo ita-liano tiro pesante rapido. Una proposta che non è caduta nel vuoto e che ha visto uniti fin da subito lo staff organizzati-

Anche il cavallo di razza Bardigiana è stato tra i protagonisti della Sagra di Bastia. Nella foto Filippo Guzzi, campione italiano monta da lavoro 2012, in sella a Luna

vo dell’associazione regionale allevatori e della nazionale del Caitpr, quest’ultima impegna-ta a stilare il programma e l’aspetto tecnico della rassegna, che ha trovato nel presidente della Sagra Paesana di Bastia, Alfredo Marchetti, un convin-to e valido collaboratore.Ai concorsi morfologici hanno partecipato oltre 20 soggetti iscritti alle varie categorie, rap-presentate da esemplari molto validi. Altrettanto interessanti le annotazioni sulle genealo-gie dove, accanto ai “classici” dell’Emilia Romagna come

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EmiliaromagnaallEvaAttualità

Isard, Sirio cp, Gonzalez, si è iniziato a registrare la presenza di linee più rare, frutto della ri-cerca di vie riproduttive nuove portata avanti dagli allevatori più lungimiranti della zona. Importante, sotto il profilo

tecnico e di immagine, la de-cisione di Araer di effettuare le presentazioni morfologi-che al triangolo, una scelta di spessore che è già una regola nelle mostre/raduni naziona-li e che, come avvenuto anche

a quella regionale del Veneto di quest’anno, dovrebbe esse-re adottata in tutti gli eventi territoriali. Un altro settore su cui si è concentrata l’attenzione degli organizzatori, ottenendo ottimi risultati, è stato quello

dei soggetti addestrati, a cui hanno partecipato 9 cavalli ap-partenenti a 4 team differenti.In conclusione, questa prima edizione della Mostra regio-nale del Caitpr ha centrato l’obiettivo che si era data, cioè quello di imporsi come mo-mento fondamentale per i nu-merosi e qualificati allevatori leader di razza presenti sul ter-ritorio ravennate. Per questo si sta già pensando all’edizione del 2016, rispetto alla quale Anacaitpr sarà impegnata per assicurare il massimo suppor-to grazie alle sue competenze di carattere tecnico e organiz-zativo, a cui non mancherà il contributo fondamentale di Araer. n

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AttualitàEmiliaromagnallEva

Come avranno avuto occasione di notare gli allevatori che in que-

sti mesi si sono recati all’Expo di Milano, tra i temi portanti di questa straordinaria vetri-na internazionale sul mondo agroalimentare c’è anche quello della biodiversità. Un ambito in cui gli allevatori italiani han-no sempre giocato un ruolo da protagonisti visto che, come ha opportunamente osservato il presidente dell’Aia Pietro Sal-cuni, “la tutela della biodiversi-tà animale passa primariamen-te dalla conservazione delle razze a rischio di estinzione, e questa è una delle attività che il Sistema allevatori porta avanti da sempre, con passione e com-petenza”. Ma una delle razze che negli ultimi decenni è stata al centro di una clamorosa ri-scossa è originaria ed esclusiva

proprio della nostra regione. Parliamo del suino di razza Mora romagnola, di cui negli anni ’80 erano rimasti solo 6 esemplari, allevati da Mario Lazzari, suinicoltore romagno-lo. Oggi, con 240 scrofe e circa 60 verri iscritti al registro ana-grafico dell’Anas, la Mora ro-magnola è più viva che mai. La si può trovare in 27 allevamen-ti, quasi tutti concentrati nelle province di Ravenna, Forlì e Bologna. Uno dei poli di que-sta resurrezione, strettamente legata alla riscoperta delle virtù culinarie di questa antica razza suina, si trova a Pontenono di Brisighella (Ra), dove opera il laboratorio delle Officine ga-stronomiche Spadoni (gruppo Molino Spadoni Spa). Qui le carni dei suini di razza Mora romagnola conferiti da 10 alle-vamenti specializzati vengono

trasformate in golosi prosciut-ti, coppe, pancette, o in tagli destinati al consumo fresco ad uso dei ristoranti gourmet del-la zona.

Pascolo liberoTra i dieci conferenti vi è anche l’allevamento della Fattoria Pa-lazzo di Zattaglia di Brisighella (Ra), che per numeri (750 capi, 70 scrofe) e modalità gestionali è senza dubbio una delle realtà di punta nel moderno alleva-mento della Mora romagnola. Fondata nel 2008 da tre intra-prendenti soci, Patrizia Dal Re, Leonardo Spadoni ed Ettore Bartoletti, la Fattoria Palazzo di Zattaglia è sede di un alle-vamento allo stato semibrado. Come ci racconta Emilio An-tonellini, marito di Patrizia Dal Re e suinicoltore di lungo cor-so (quasi quarant’anni di espe-rienza con i maiali “rosa”), alla Fattoria Palazzo di Zattaglia i costi di gestione sono elevatis-

simi, sia perché l’allevamento semibrado richiede molta ma-nodopera, sia perchè la Mora Romagnola è una razza a len-to accrescimento, che mangia tanto e cresce poco. Caratteri-stiche, queste, che a suo tempo ne avevano decretato il declino. Ma oggi, grazie all’impegno di pochi allevatori opportuna-mente supportati dal mondo scientifico, dall’Anas e dalle strutture territoriali del Siste-ma allevatori – ovvero le Apa all’inizio e oggi, più che mai, l’Araer – la tendenza sembra essersi finalmente invertita. Sia ben chiaro: in molti casi gli investimenti fatti non hanno fi-nora dato grandi riscontri eco-nomici. Ma agli allevatori della Mora romagnola non fanno difetto la passione e l’amore per la propria terra. E nemmeno la fiducia nel risultato finale. n

Mora romagnola, il rilancio è vicinoCon Expo 2015, il tema della tutela della biodiversità animale è tornato sotto i riflettori. Ma non tutti sanno che la nostra regione è teatro di una straordinaria opera di salvataggio di un’antica e nobile razza suina di Carlo ravello

Ettore Bartoletti, direttore della Fattoria Palazzo di Zattaglia

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EmiliaromagnaallEva

Bdn, tutti i vantaggidella semplificazioneIn Emilia Romagna la nuova Pac prevede l’erogazione dei premi anche al settore delle vacche da latte. A patto che si rispettino i termini per la comunicazione dei dati anagrafici

di anna Mossini

Non è solo una que-stione legata al rispetto delle sca-

denze. In ballo ci sono i premi previsti dalla nuova Pac.Stiamo parlando della Banca dati nazionale (Bdn) e più nel-lo specifico dell’Anagrafe bovi-na che da quest’anno, proprio in virtù dei premi previsti dalla Politica agricola comunitaria, chiede agli allevatori l’osser-

vanza della corretta tempistica nella comunicazione dei dati relativi alla movimentazione dei capi di bestiame all’interno della propria azienda affinchè si proceda con l’immediata registrazione in Banca dati na-zionale. “Ci troviamo di fronte a una piccola rivoluzione – spiega Sandrino Perini, coordinatore tecnico Araer (Associazione

regionale allevatori dell’Emilia Romagna) – che inevitabil-mente gli associati vivono con un po’ di preoccupazione. E il motivo è presto detto. Con la vecchia Pac, in Emilia Roma-gna, i premi previsti riguar-davano solamente i bovini da carne purchè iscritti ai Libri genealogici; la nuova Politica agricola comunitaria entrata in vigore da poche settimane,

prevede invece l’estensione dei premi anche alle bovine da lat-te, settore numericamente più vasto. Per ottenerli però, prima anco-ra di avere garantito il rispet-to di determinati parametri qualitativi del latte, occorre che la comunicazione dei dati destinati poi a essere registrati in Banca dati venga effettuata nei termini temporali previsti dalla normativa. Questo è un passaggio fondamentale che non può e non deve essere sottovalutato, tant’è vero che sarebbe un errore continuare a pensare che, magari come può essere accaduto in passa-to, i controlli effettuati dall’en-te pagatore, Agrea, non saran-no capillari e puntuali, perché così non sarà”.

L’impegno di AraerAraer si è messa a disposizio-ne degli associati che le hanno rilasciato la relativa e oppor-tuna delega, per provvedere alla puntuale registrazione in Bdn di tutti i dati che le ver-ranno comunicati dagli stessi allevatori.“Per quello che ci compete – continua ancora Perini – stia-

Attualità

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EmiliaromagnallEva

Bdn, tutti i vantaggidella semplificazione

di anna Mossini

mo provvedendo con un’atti-vità di sensibilizzazione e di supporto nei confronti degli allevatori finalizzata ad age-volare questo passaggio cru-ciale che si associa ad un altro importante provvedimento: l’abolizione del passaporto per tutti i vitelli nati, entrato in vigore il 1 maggio scorso, ad esclusione di quei soggetti che vengono venduti direttamente a uno Stato estero”.

Sistema operativoPer il coordinatore tecnico di Araer è questa la vera rivo-luzione. “Certo – sottolinea – ma più che di rivoluzione parlerei di semplificazione burocratica che qualcuno, per abitudine a una vecchia prassi, guarda con un po’ di scettici-smo, ma che in realtà porterà solo vantaggi. Lo dimostra peraltro il fatto che nell’arco di un solo mese dall’entrata in vigore della normativa tutto il meccanismo oggi funziona a pieno regime e le iniziali per-plessità di qualcuno hanno lasciato spazio alla volontà di aderire pienamente a questo nuovo sistema”. Perini ricorda in ogni caso che, su richiesta degli allevatori che lo desiderano, Araer provvede alla stampa di una cedola so-stitutiva del passaporto che ai fini della normativa non ha nessun valore, ma per qual-cuno può rappresentare quel documento cartaceo che, di-ciamo così, tranquillizza l’alle-vatore ancora legato a una vera e propria tradizione, visto che il provvedimento che stabiliva la stampa dei passaporti porta la data del 2000. n

Attualità

VADEMECUM APPLICATIVOLe seguenti note sono rivolte agli allevatori che hanno rilasciato la delega per l’anagrafe bovina ad Araer.

1. Note operative e tempistiche per la registrazione in Banca Dati Nazionale di tutte le movimentazioni dei bovini.

Nuove identificazioni/nascite con registro cartaceo• Il detentore effettua la marcatura entro 20 giorni dalla nascita o in ogni caso prima che il vitello esca dall’azienda;• Il detentore compila la cedola ed entro ulteriori 7 giorni dall’applicazione delle marche la trasmette all’Ente delegato, in questo caso Araer sede di…;• Il detentore comunica la nascita di eventuali vitelli nati morti entro 7 giorni; • Araer provvede ad inserire in BDN i nuovi vitelli nati entro 5 giorni lavorativi dal ricevimento.

Nuove identificazioni/nascite con registro informatizzato• Il detentore effettua la marcatura entro 20 giorni dalla nascita o in ogni caso prima che il vitello esca dall’azienda;• Il detentore compila la cedola e nello stesso giorno dell’applicazione delle marche la trasmette all’Ente delegato, in questo caso Araer, sede di …;• Il detentore comunica la nascita di eventuali vitelli nati morti entro il giorno dell’evento; • Araer provvede ad inserire in BDN i nuovi vitelli nati entro 2 giorni lavorativi dal ricevimento.

Vendite/acquisti/macellazioni con registro cartaceo• Il detentore degli animali comunica ad Araer entro 7 giorni dall’avvenuta movimentazione per vendite , acquisti o macellazioni i dati necessari per la registrazione in BDN; va trasmessa copia del mod. 4/rosa completo delle seguenti informazioni: codice Usl dell’azienda venditrice, n. mod. 4/rosa, matricole bovini, codice Usl dell’azienda acquirente/codice macello, data di uscita/acquisto e data di rilascio del mod. 4/rosa. • Araer entro 5 giorni lavorativi dalla ricezione delle informazioni provvede alla registrazione in BDN.

Vendite/acquisti/macellazioni con registro informatizzato• Il detentore degli animali comunica ad Araer entro 24 ore dall’avvenuta movimentazione per vendite, acquisti o macellazioni i dati necessari per la registrazione in BDN; va trasmessa copia del mod. 4/rosa completo delle seguenti informazioni: codice Usl dell’azienda venditrice, n. mod. 4/rosa, matricole bovini, codice Usl dell’azienda acquirente/codice macello, data di uscita/acquisto e data di rilascio del mod. 4/rosa. • Araer entro 2 giorni lavorativi dalla ricezione delle informazioni provvede alla registrazione in BDN.

Decesso dell’animale• Il detentore deve comunicare tempestivamente all’Araer e comunque entro 24 dal decesso la morte dell’animale, così da provvedere immediatamente alla registrazione in BDN.

2. Come trasmettere tutte le informazioni ad Araer• Consegna dei documenti direttamente presso la sede provinciale Araer;• Sul sito internet www.araer.it cliccando sul tasto ANAGRAFE+Provincia si apre una maschera predefinita e semplificata per inviare tempestivamente tutte le informazioni (nascite, vendite, macellazioni, morti, acquisti); • Per posta elettronica (all’indirizzo della sezione provinciale);• Per fax (della sezione provinciale);• Attraverso il personale Araer in occasione dei Controlli funzionali.

PROBLEMA?

SOLUZIONE: T-TRIS, IDENTIFICATIVI DI ALTA QUALITÀ

TECHNOLOGIES, TRADITIONS AND IDENTIFICATION SOLUTIONS

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SMARRIMENTO

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ILLEGGIBILITÀ

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INFEZIONE

www.t-tris.it

IMPIEGO DI POLIMERI PLASTICI CERTIFICATI

ELEVATE PERFORMANCE DI LETTURA RFID

STAMPA LASER STABILE E SEMPRE VISIBILE

CONSEGNA IDENTIFICATIVI URGENTI IN 12/24H

FACILE APPLICAZIONE

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ANCORAGGIO AURICOLARE RESISTENTE E SICURO

9/E

CODICE PRODUTTORE / FORNITORE BDN 414

ECO PACKAGING

C

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24H

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I consigli delle aziendeEmiliaromagnallEva

Le marche auricolari sicure e resistenti sono firmate T-TrisInnovazione, ricerca, affidabilità, passione sono i pilastri su cui si fonda l’azienda di Grandate (Co), sorta un anno fa grazie all’impegno di un team giovane e motivato

Un’azienda giovane. Anzi, giovanissima. Nata con l’obiettivo

di conquistare un posto di ri-lievo nel mercato degli identi-ficativi ministeriali e aziendali sia per animali da reddito che da compagnia. Un team altret-tanto giovane, ma dotato di una notevole esperienza nella gestione dei processi produt-tivi, oltre che di competenze tecniche finalizzate a soddisfa-re le molteplici esigenze degli operatori del settore. Tutto questo è T-Tris srl, acronimo di Technologies, Traditions and Identification Solutions con sede a Grandate (Co). “Siamo impegnati soprattut-to nello sviluppo del mercato italiano – spiega Luca Gia-notti, Amministratore delega-to di T-Tris – e ci avvaliamo del supporto di riconosciuti e

affidabili partner internazio-nali, leader nel settore della veterinaria e zootecnia, e non trascuriamo la ricerca di nuovi materiali di elevata qualità e lo sviluppo di innovative tecni-che produttive”.

Qual è la mission di T-Tris? “L’azienda ha progettato e realizzato isole di produzio-ne in grado di marcare con stampa laser gli identificativi convenzionali e, contempora-neamente, di programmare quelli elettronici, garantendo il corretto abbinamento dei codici e riducendo i tempi di consegna delle commes-se. Inoltre, siamo in grado di monitorare e ottimizzare tutti i processi e i punti critici del-la filiera produttiva. Quindi: termo-fusione delle marche auricolari convenzionali e

per prelievo bioptico; produ-zione marche elettroniche e boli ruminali; stampa laser e programmazione codici elet-tronici; confezionamento per-sonalizzato e univoco; accesso e amministrazione dei dati in Anagrafe nazionale; fornitura e personalizzazione dei letto-ri di transponder animali, di palmari e di software per la gestione del parco zootecnico”.

Quali novità propone T-Tris?“Per noi l’identificazione degli animali non rappresenta solo un obbligo normativo a cari-co degli allevatori, bensì un vantaggio complessivo nella gestione quotidiana del parco zootecnico visto soprattutto in una prospettiva futura. La filo-sofia e la politica azienda su cui si basa T-Tris è quindi l’inno-vazione, non solo tecnologica”.

Quali sono i vantaggi di cui beneficiano gli allevatori che utilizzano gli identificativi T-Tris?“Oltre alla sicurezza di con-trassegnare i capi di bestiame con sistemi stabili e di qualità, offriamo utilità per la gestio-ne elettronica di ogni singolo capo, sistemi di monitoraggio degli animali, opportunità per la diagnostica e soluzioni per la genetica e la genomica”.

Quali garanzie offrire ai vostri clienti?“I nostri prodotti rispondono ovviamente a quanto preve-dono le normative vigenti sia nazionali che europee e sono regolarmente autorizzati dal ministero della Salute. Vanta-no inoltre la certificazione Icar, Jrc e Csqa laddove richiesto. Inoltre, ogni nostro mezzo identificativo viene sottoposto a specifici test di validazione tecnica finalizzati a garantirne la stabilità nel lungo periodo”.

Qual è il tratto distintivo di T-Tris?“L’attenzione verso i clienti – conclude Luca Gianotti – e la passione per il nostro lavoro: identifichiamo la passione”. n

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