Madelife - Numero 1

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1 ie lf webmagazine GIUGNO 2015 IL VALORE DEL MARCHIO MADE LA BOLLA DELL’OTTIMISMO EXPO 2015 IN MOSTRA FARE SISTEMA

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GIUGNO 2015

IL VALORE DEL MARCHIO MADE

LA BOLLA DELL’OTTIMISMO

EXPO 2015 IN MOSTRA

FARE SISTEMA

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PERCHÉMADELIFECarissimi, ho il piacere di presentarvi il primo numero del web magazine “Madelife”, la nostra rivista on line – avrà cadenza bimestrale – che si pone l’obiettivo di diventare uno strumento di informazione per le aziende della distribuzione edile aderenti a Made e per i loro clienti professionali: tecnici, imprese e artigiani.

“Madelife” vi racconterà le ultime novità dentro e fuori Made; novità sui servizi per la vostra clientela, ma anche le ultime news sulle innovazioni di prodotto dei nostri partner commerciali ed alcune loro case history di successo.

“Madelife” sarà sfogliabile sul nostro sito gruppomade.com ma vi verrà inviato anche come pdf, a� nché possiate inoltrarlo alla vostra clientela professionale che potrà apprezzare la dimensione e la competenza del mondo Made di cui fate parte.

Per ora vi auguro una buona lettura e vi invito a comunicare idee e suggerimenti che possano rendere la rivista sempre più vostra a [email protected].

Claudio Troni

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PRESENTAZIONE3 Perché Made Life di Claudio Troni

EDITORIALE5 Più valore al Marchio Made di Alessandro Pagliarani

DAL GRUPPO6 Livingmade Showroom, un Network per crescere di Claudio Troni

8 Apre lo Spazio Living e i clienti arrivano di Cristiano Bonesso

11 Guidate sicuri, guardate il Cruscotto Made a cura di Andrea Giani e Gabriele Benfenati Con interviste a Giuseppe Trotta e Alberto Vigliano

ATTUALITÀ14 La bolla dell’ottimismo di Roberto Anghinoni

18 Expo 2015, una mostra fotogra� ca racconta la diversità di Luisa Collina

MADE PER VOI20 Una rete di professionisti per il mercato che c’è di Claudio Troni

22 Fare sistema con le spalle coperte di Annalisa Ferrazzi

24 Made legal a cura dell’Avvocato Cristiano Leonarduzzi Studio Agrimi & Leonarduzzi di MIlano

DALLA PRODUZIONECase History

26 DAMIANI HOLZ – LIGNOALP Tra architettura e natura, un agriturismo in legno

28 SAINT- GOBAIN GYPROC Loccioni Leaf Lab

30 INDEX Rifacimento della pavimentazione della “Promenade” di Alassio

32 Nuovi Prodotti

CAMINI WIERER CONIX® la scelta sicura sempre

ECLISSE Syntesis® Collection

ISOVER Clima34 G3, il cappotto in lana di vetro

MAXIMA Il nuovo espositore per la Linea Ceramica

POLYGLASS Adeso, il leader delle membrane autoadesive

SAINT-GOBAIN WEBER La nuova gamma Weber.Col

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“Made Life” è un house-organ web ideato dal Marketing di Gruppo Made.

Hanno collaborato a questo numero: Roberto Anghinoni, Cristiano Bonesso, Luisa Collina, Annalisa Ferrazzi, Andrea Giani, Cristiano Leonarduzzi, Alessandro Pagliarani, Claudio Troni.

Gra� ca e impaginazione: Sillabario Srl – Milano

Gruppo Made è un marchio di Made Italia Srl, con sede legale a Milano, Via della Moscova, 47/A - 20121 Milano (MI).

Made Italia Srl – Sede di Bologna -Via Piero Gobetti, 52/3 40129 Bologna Tel: +39 051.760041 | Fax: +39 051.6056789.

Made Italia Srl – Sede di Pero (Mi) - Via Amerigo Vespucci, 10 20016 Pero (MI)Tel: +39 02.93909301 | Fax: +39 02.93906184.

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ALESSANDRO PAGLIARANI DIRETTORE GENERALE GRUPPO MADE

PIÙ VALORE AL MARCHIO MADE,PIÙ VALORE ALLE VOSTRE AZIENDEIL DESIDERIO DI EMERGERE, PER AVERE SUCCESSO DURATURO, DEVE NECESSARIAMENTE PASSARE ATTRAVERSO LA PIENA CONDIVISIONE DEI VALORI COMUNI. GRUPPO MADE HA INDIVIDUATO QUATTRO DRIVER PER AFFRONTARE CON DETERMINAZIONE LE NUOVE SFIDE DEL MERCATOE

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Questo mercato scorbutico che fa arrancare quotidia-

namente tanti rivenditori nella quadratura dei conti, ho la sen-sazione ci faccia perdere di vista il senso dell’attività del Gruppo, dell’attività di Made. Dunque ri-tengo sia utile rammentare che la nostra unica � nalità è quel-la di favorire il miglioramento della competenza commerciale tecnica e � nanziaria delle riven-dite aderenti, a� nché possano eccellere nel proprio territorio sulla concorrenza, puntando sull’innovazione a tutti i livelli, che considero il vero driver del nuovo mercato. Per eccellere oggi occorre ag-giornare la propria azienda alle dinamiche del nuovo mercato scegliendo la condivisione di modelli che permettano una crescita dei singoli e contem-poraneamente una crescita qualitativa del network dei punti vendita Made. Lo dico ad ogni occasione e non mi tirerò indietro dal ripeterlo oggi: cre-diamo fermamente che cresce-re insieme sotto un’unica inse-gna sia l’unica via per ottenere quei livelli di performance che le di� coltà del mercato attuale hanno reso imprescindibili.

SFRUTTARE I VANTAGGI DEL FARE GRUPPOIn questi due anni Il Gruppo è cresciuto e si è consolidato acquisendo la fiducia della produzione più qualificata.

Contiamo 130 ragioni sociali e oltre 170 punti vendita aderen-ti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, caratterizzati da una forte volontà di migliorare la propria forza e la propria com-petitività attraverso una stretta collaborazione territoriale. I vantaggi che possiamo of-frire ai nostri aderenti che an-cora non utilizzano le risorse interne al meglio si possono riassumere: nel supporto di un’organizzazione professiona-le e specializzata per garantire nel tempo il valore del proprio business di riferimento; nella fornitura di strumenti e linee guida per migliorare tutte le leve di marketing e per otti-mizzare e monitorare la ge-stione del punto vendita. Tutti valori che consentono di poter disporre di più tempo per foca-lizzare l’attività sulla vendita: il cliente e i collaboratori.Il gruppo si muoverà anche nei prossimi anni per essere sempre più e sempre meglio, una socie-tà di servizi per la distribuzione edile che vorrà essere competi-tiva nel mercato che c’è.

SODDISFARE I NUOVI BISOGNI DEL CLIENTEIl mercato che c’è ha un nuo-vo Re, è il cliente privato 2.0 quello che naviga il web per cercare risposte, per compa-rare prezzi, per visitare virtual-mente negozi per decidere un acquisto. Un cliente molto

lontano dallo standard del cliente di pochi anni fa.Il compito di Made è dunque chiaro: o� rire nuovi soluzioni di business a valore aggiunto a chi è deciso a rimanere sul mercato , ma anche program-mare da subito nuove oppor-tunità di vendita. Possiamo dunque dire che i punti cardine su cui opere-remo saranno fondamental-mente tre: 1) Stimolare l’adozione di for-mat commerciali da parte dei rivenditori che attraverso il riposizionamento dell’o� erta stimolino la visita del clien-te privato 2.0 e l’acquisto di prodotti con valore aggiunto. Format dunque che siano in grado di soddisfare e � deliz-zare il cliente.2) Sviluppare il valore del mar-chio Made attraverso investi-menti mirati a incrementarne la reputazione e l’immagine ampli� cando gli stessi valori condivisi ed esposti da punti vendita aderenti3) Acquisire nuove quote di mercato facendo conoscere la nostra idea di business in mo-do da poter espandere il nostro network con vantaggi per tutti i soggetti della � liera Made.Concludendo, crescere insieme sotto la stessa insegna non è solo un claim, uno slogan, è so-prattutto un percorso di crescita coerente che ci porterà da pro-tagonisti nel nuovo mercato. ■

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di Claudio Troni

RENDERING DEL PROGETTO LIVINGMADE SHOWROOM

LIVINGMADESHOWROOMUN NETWORKPER CRESCERE

IL NUOVO NETWORK NASCE PER SVILUPPARE BUSINESS IN UN SEGMENTO INDISPENSABILE PER CONSOLIDARE LA TRASFORMAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE EDILE

I l mercato post crisi, il mer-cato che c’è - così lo abbia-

mo identi� cato in Made - sta dando indicazioni inequivoca-bili: cresce la ristrutturazione, cresce il peso del privato, di conseguenza cresce e cresce-rà sempre di più la quota della vendita delle � niture all’inter-no dei fatturati della distribu-zione edile tradizionale.Delle finiture, una ex riven-dita generalista che si sta riposizionando in un punto vendita specializzato nella ri-strutturazione, non può farne a meno. Abbiamo recente-mente presentato quella che è la vision Made per un punto vendita moderno, ovvero un punto vendita che deve avere necessariamente una showro-om tanto attraente quanto e� ciente per attirare e soddi-sfare la clientela privata. Oggi il network Made ca-taloga 75 spazi finiture, tra showroom vere e proprie e spazi capitolati, non tutti in li-nea con le richieste del merca-to attuale perché le dinamiche del settore ci insegnano che un corretto posizionamento degli spazi � niture necessita di una sintassi commerciale, comunicazionale e organiz-zativa, del tutto diversa dalla tradizionale rivendita. Ma anche quegli spazi � nitu-re già molto attraenti ed e� -

cienti, come si richiedeva nella premessa operano, del resto non poteva essere altrimenti, secondo modelli totalmente individuali. È mancato insomma più me-no in tutti il supporto di un network forte nazionale, una brand alla quale si può chie-dere poco, per chi è già lar-gamente autonomo, o tanto, per chi deve riorganizzare lo spazio finiture o addirittura progettarlo.O g g i c ’è L I V I N G M A D E SHOWROOM. Oggi siamo in grado di offrire un servizio organico per la di� usione e la crescita del network � niture.Per cominciare, Livingma-de Showroom offrirà alle showroom dei punti vendita che hanno condiviso l’Upgra-de la fruibilità del know how necessario per efficientare spazi espositivi, personale e processi interni. Da più di un anno abbiamo la possibilità di o� rire un set di servizi mirati che vanno dalla progettazione al restyling di spazi espositivi, sino alla formazione del per-sonale di vendita. Il dettaglio di questi servizi su misura è visibile nel sito livingmade.it.Oltre ai servizi, Livingmade Showroom sosterrà i punti vendita con una campagna on e o� line destinata a va-lorizzare i punti vendita del

network, la cui prima pagina uscirà già a giugno su “Casa Facile” (potete vedere in ante-prima la pagina pubblicitaria nella pagina seguente). Al di là del messaggio che vuole far passare la nostra anima, che vuole comunicare la full immersion di competenza e passione che dedichiamo a ogni cliente che entra nella nostra showroom, che è il no-stro pro� lo distintivo rispetto alla concorrenza, l’obiettivo dichiarato della pubblici-tà è rendere protagonisti i punti vendita Made, creare familiarità tra la domanda e il marchio Made, in questo caso la brand Livingmade Showroom.Contestualmente, stiamo costruendo un panel di part-nership con la produzione per offrire anche il servizio acquisti ai nostri aderenti, per poter ampliare le risorse per reinvestire in comunicazione e perché no, anche per potere “girare” sempre più premi agli aderenti.Lavoreremo dunque per ren-dere più raggiungibile e più trasferibile ai punti vendita la domanda, anche quella che transita sul web, ma di questo tema ne vedremo già concre-te evidenze in autunno.Allora benvenuti nel network Livingmade Showroom. ■

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di Cristiano Bonesso

ARCH. CRISTIANO BONESSO CONSULENTE MADE PROGETTO LIVINGMADE SHOWROOM

VAI DOVE TI PORTA IL MERCATO, COSÌ IL MERCATO TI CONOSCERÀ. DOPO LA PICCOLA RIVOLUZIONE SUGGERITA DA UNA CHIARA VOGLIA DI MODERNITÀ, IL PUNTO VENDITA MADE DI LISSONE (MI) CONQUISTA NUOVE FETTE DI UTENZA

APRE LO SPAZIO LIVINGE I PRIVATI ARRIVANOD

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L’ obiettivo, in questa seconda decade del nuovo secolo, è la conquista del cliente privato.

Può sembrare illogico partire dalla � ne – ricordate la de� nizione di “cliente � nale” - ma, come ormai sanno anche i sassi, la ristrutturazione e l’utilizzo sempre più massiccio del web per ottenere informazioni hanno trasformato il nostro cliente privato da vittima sacri� cale della furbizia costruttiva a protagonista assoluto delle scelte. Ogni essere umano si sente progettista, architetto e interior design

privilegiato dei suoi metri quadrati, e poiché è lui che paga, ha sempre ragione.Il percorso che CMV di Lissone, storica rivendita Made, ha compiuto in questi ultimi anni va esattamente in questa direzione. Primo passo, rifondare il punto vendita con un occhio alla modernità; secondo passo, aderire con convinzione al servizio Livingmade e creare tutti i presupposti per avvicinare il cliente privato, una � gura che, solo � no a pochissimi anni fa, non ha mai considerato pienamente CMV come show-room, ma che oggi è diventata un punto di

OMBRETTA E ANTONIO GIANNUBILO TITOLARI DI CMV

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Come hanno sottolineato Ombretta Giannubilo e suo fratello Antonio, i clienti in rivendita sono aumentati, proprio grazie alla show-room. C’è chi viene con le idee chiare per concretizzare i suoi progetti, così come persone che entrano a curiosare, ad informarsi, a chiedere chiarimenti. In ogni caso un altro passo verso il mercato che c’è. ■

riferimento importante nel suo bacino di utenza, e anche più in là.Cristiano Bonesso, architetto e responsabile del servizio Livingmade, ha così trasformato 200 metri quadrati della vecchia super� cie in una moderna sala mostra, attraverso innovativi criteri espositivi, curando il layout nei minimi dettagli per evidenziare al massimo il mix delle merceologie, attraverso il miglior sfruttamento degli spazi, l’architettura delle luci, la scelta della gra� ca e della comunicazione integrata. Il risultato è un percorso emozionale nel quale il cliente riesce facilmente a immedesimarsi, scoprendo dettagli invitanti e dando forma e contenuto ai suoi desideri.Sono quattro le aree di business indicate da CMV per il suo progetto Livingmade, “suo” perché il servizio è adattabile alle diverse ampiezze e alle più disparate necessità delle rivendite, pur mantenendo lo stile Livingmade. Un’ampia parte è dedicata alle ambientazioni da bagno, poi i pavimenti, le porte e le � nestre. La parte del libero servizio – ferramenta e abbigliamento tecnico – è stata studiata e realizzare per consentire il facile accesso ai prodotti desiderati. Un discorso a parte è riservato al colore, anzi, alla “color experience”, quindi non solo i prodotti, ma un vero e proprio laboratorio dove il cliente può applicare le tinte e vedere immediatamente quale sarà l’e� etto cromatico.

ALCUNE IMMAGINI DEL LIVINGMADE SHOWROOM DI CMV

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ANDREA GIANIESPERTO DI EFFICIENZA COMMERCIALE

PER CONDURRE CON L’OPPORTUNA ATTENZIONE LA PROPRIA ATTIVITÀ È SEMPRE PIÙ NECESSARIO POTER MONITORARE IN TEMPO REALE L’ANDAMENTO FINANZIARIO E QUELLO GESTIONALE. GRUPPO MADE METTE A DISPOSIZIONE UNO STRUMENTO UNICO ED EFFICACE, CHE EVIDENZIA IN TEMPO REALE GLI INDICATORI CHIAVE PER UNA GESTIONE IMPRENDITORIALE MODERNA. NE PARLIAMO CON ANDREA GIANI

GUIDATE SICURIGUARDATE IL CRUSCOTTO MADED

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T utto è iniziato dall’esperienza dei check up � nanziari che, negli ultimi anni, hanno interessato oltre una

quarantina di rivendite Made. In quelle occasioni, la necessità di creare le condizioni per un migliore controllo dell’attività aziendale era emersa, a volte in modo diretto, altre in maniera sottintesa. Il controllo dei dati aziendali non è più, se mai lo è stato, un lusso, o un di più: stiamo parlando infatti di uno strumento che per una società commerciale è decisamente vitale, perché serve per capire l’andamento � nanziario ma anche gestionale, nella più ampia accezione del termine. Questo servizio si chiama “Cruscotto Direzionale”, una de� nizione che già spiega il suo contenuto: per guidare un’azienda, è necessario avere sempre davanti agli occhi la situazione. Andrea Giani è il responsabile di questo servizio, da mesi frequenta le rivendite Made per presentarlo e per veri� care quanto questo strumento sia interessante per i nostri distributori.

Presentiamo il cruscotto, come è nato,

e perché è nato…

Durante gli incontri per la valutazione qualitativa della gestione dei vari punti

vendita Made, molti rivenditori hanno compreso come il controllo dei dati della loro azienda fosse tanto importante quanto in molti casi trascurato, o non perfettamente equilibrato. Il distributore edile è una � gura professionale che ha sempre operato, nella maggior parte dei casi con successo, a� dandosi al suo istinto, alla sua esperienza, al suo “occhio”. Ma questo avveniva in tempi decisamente diversi da quelli attuali. Occorreva quindi una strumento un po’ più moderno, e se vogliamo anche più preciso e oggettivo, per permettere a questi operatori di poter fruire di dati in modo diretto e aggiornato, semplice da utilizzare, ma soprattutto rapido e perfettamente aderente alla loro realtà di tutti i giorni.

Che cosa è possibile leggere nel cruscotto?

Il cruscotto o� re immediatamente alcuni indicatori oggettivi che diversamente il nostro rivenditore dovrebbe cercare ed elaborare, impiegando quindi più tempo. Nella prima schermata, per esempio, è evidenziato il fatturato del giorno prima, diviso per settori merceologici (ovvero edilizia, ferramenta, � niture, vernici, e così via). Quindi, oltre ai dati del fatturato

GABRIELE BENFENATI IT MANAGER GRUPPO MADE

di Andrea Giani

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L’ESPERIENZA diPer alcuni distributori Made, il cruscotto è già una realtà. Vi trasmettiamo quindi l’opinione di un collega che vorrebbe anche ampliare la gamma delle infor-mazioni.

Come sta utilizzando il cruscotto?Lo uso tutti i giorni, non appena arrivo in u� cio la mattina accendo il computer e vedo come è andato il giorno precedente, perché mi o� re subito l’idea di come stia andando il lavoro, soprattutto per quanto riguarda i margini, che sono un aspetto molto importante della nostra attività. Stiamo sistemando alcuni pas-saggi fra le misure d’acquisto (esempio: il cemento che si compra in ton-nellate) e quelle di vendita (il cemento che si vende in sacchi), in questo caso, posso solo fare le valutazioni sul fatturato.

Ci fa un esempio di qualche informazione interessante?Attraverso il cruscotto, per esempio, sto monitorando l’andamento dei trend di vendita. Nei primi due mesi dell’anno, l’edilizia rappresentava quasi il totale del fatturato; dopo un paio di mesi l’edilizia era due terzi, e un terzo le � niture. In questi giorni siamo 50/50 sempre come volumi di vendita. Poi ho anche il monitoraggio in tempo reale degli acquisti da parte dei clienti, ra� rontato con lo scorso anno.

Quanto l’impegna il cruscotto?Basta un quarto d’ora tutti i giorni e si riescono ad avere dati interessanti, dati che mi permettono di realizzare azioni mirate su alcuni clienti.

Secondo la sua esperienza, il cruscotto è un buon investimento?Secondo me sì, porta dei vantaggi che alla � ne si traducono in valore monetario. Infatti, con il cruscotto vedi subito eventuali errori, magari nei prezzi di vendita, e li puoi correggere immediatamente, e non do-po mesi o a � ne anno, quando il danno è ormai fatto. Io, per esempio, quando veri� co che cosa ho spedito il giorno precedente come bollet-tazione e come cassa, per ogni prodotto vedo che cosa ho guadagnato. Se un prezzo non è corretto rimedio immediatamente. Ho anche chiesto ad Andrea Giani e a Gabriele Benfenati di aggiungere una casistica: mi piacerebbe infatti inserire nel sistema anche gli ordini a portafoglio, per vedere quale potrebbe essere l’andamento futuro. Mi hanno detto che sarò accontentato.

Il cruscotto è uno strumento che va adattato alle vostre necessità, ogni suggerimento è utile per tutti…Ho visto che il software è molto duttile. I dati li prendo dal gestionale e si riescono poi a elaborare nella forma che fa più comodo. Con Benfenati riusciamo a fare determinate elaborazioni, quindi ci sono molte possi-bilità. Al cruscotto bisogna dedicare un po’ di tempo, deve diventare una sorta di consuetudine per essere realmente utile, un vero e proprio strumento di lavoro. Per me sono soldi spesi bene.

ALBERTO VIGLIANO VIGLIANO EDILIZIADI CIGLIANO (VC)

ottenuto sia nel giorno che progressivamente nel mese, appaiono anche i fatturati che si sarebbero dovuti ottenere, secondo i budget. Appare anche la marginalità, complessiva e divisa per settore. Quindi, ogni giorno, semplicemente accendendo il mio computer, so immediatamente come sta andando la mia azienda, quali sono i settori merceologici che vanno meglio e quali non secondo le aspettative, sia a livello di fatturato, sia in percentuale. Quanti clienti ho servito, quanti scontrini ho fatto, quanti sono i clienti nuovi e quanti quelli persi. È evidente che con questi dati sempre a portata di mano è più facile creare dei correttivi, migliorare le aree in so� erenza, e così via.

Già queste informazioni sono basilari,

ma c’è di più?

Il cruscotto, sempre con straordinaria immediatezza, consente in e� etti anche altre analisi, più speci� che, sia sui singoli clienti, sia sui vari settori merceologici distribuiti. Per esempio, si può sapere se un cliente quest’anno, rispetto allo scorso, ha acquistato di più o di meno. Quali prodotti ha scelto, quali ha smesso di acquistare, e così via. Posso anche sapere in quali settori merceologici ho venduto con una marginalità negativa, quali invece ho venduto con il giusto ricarico. Da queste informazioni possono emergere idee per fare delle promozioni, oppure per realizzare azioni di vendita mirate. Soprattutto, si ha tutto sotto controllo e ci si può preoccupare della nostra azienda conoscendo davvero la sua realtà, la sua potenzialità, così come le cose da migliorare, perché ovviamente un controllo così puntuale fa emergere gli errori, che non è una cosa negativa. Negativo è piuttosto che si continui a operare senza rendersi conto di questi errori.

I dati arrivano direttamente dal gestionale?

Sì, i rivenditori non devono fare niente in più di ciò che fanno ora. L’importante è che i dati siano inseriti correttamente. In questo caso, i risultati del cruscotto saranno sani e veritieri, se invece la gestione dei dati non è corretta, si avranno risultati inquinati. Ma il cruscotto serve anche a questo, a evidenziare

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gli errori. Un altro esempio: se la mia sala mostra fa un fatturato di 700.000 Euro, e io indico causali generiche, come unico dato avrò il fatturato, ma non potrò determinare alcuna marginalità. Stessa cosa nel caso di digitazione di prezzi sbagliata, cose che possono accadere ma che ovviamente mi forniranno valutazioni errate.

A questo punto ti chiedo: perché non tutti i

rivenditori Made utilizzano il cruscotto?

Il 99,9% dei distributori Made a cui abbiamo presentato questo strumento ha mostrato grande interesse. Tutti hanno perfettamente compreso l’utilità del cruscotto, anche perché non tutti i nostri interlocutori conoscono esattamente dati sensibili come le marginalità dei singoli prodotti, oppure hanno la certezza che nel loro sistema operativo non ci siano errori. Il motivo quindi è da ricercare nell’andamento del nostro mercato. È di natura anche � nanziaria – è di� cile oggi fare investimenti, anche esigui come può essere nel caso del cruscotto – ma soprattutto è complicata la gestione delle risorse umane, all’interno delle rivendite. Molti colleghi hanno dovuto ridimensionare il loro sta� di collaboratori, chi prima si occupava di una cosa, ora ne fa tre. Quindi, da un lato il cruscotto agevolerebbe notevolmente la gestione commerciale e � nanziaria, dall’altro occorrerebbe dedicare tempo e attenzione alla gestione dei dati. Ma forse, il cruscotto non è ancora visto come un valore sul quale investire, uno strumento che, in fondo, è nato per far risparmiare un sacco di soldi che oggi si disperdono in una gestione a volte ancora troppo approssimativa.

Ma il desiderio di operare in modo più

organizzato esiste?

Sicuramente sì. Molti rivenditori chiedono espressamente indicazioni per migliorare la loro attività sia dal punto di vista della cultura d’impresa, sia attraverso l’utilizzo di sistemi informatici e programmi. Il cruscotto è un grande aiuto, con l’esempio e la consapevolezza sempre più di� usa di come sia necessario lavorare informati sono certo che sarà sempre più apprezzato. ■

L’ESPERIENZA diSiamo all’inizio perché è un mese che è stato installato, lo stiamo utilizzando, è un sistema molto approfondito di ricer-ca, lo stiamo utilizzando passo passo, è agganciato al nostro gestionale informa-tico e può riprocessare in qualsiasi modo i dati che abbiamo. Il nostro è diviso fon-damentalmente in sette protocolli diver-si, in primi ci dice il fatturato totale del giorno precedente e lo divide in fatture emesse e in corrispettivi. Inoltre questo totale lo si può rielaborare secondo le categoria merceologiche. Nel nostro ca-so, edile puro, libero servizio, idraulica, � niture e servizi vari, fra cui il noleggio. Possiamo fare confronti con il passato, ma anche con budget prestabiliti. Si può vedere quanto si è fatto e quanto si doveva fare.

Comodo perché ogni giorno…La cosa sulla quale Gruppo Made ha davvero fatto centro, è che la vi-sione dei dati è a cascata. Vedi immediatamente il dato principale, poi se vuoi approfondire basta un clic e puoi andare a vedere per singolo prodotto, su singole categorie, eccetera.

Riuscite a monitorare il comportamento dei clienti?Sì, perché una delle sette macro categorie riguarda proprio la clientela. Sia a livello di acquisto prodotti, sia per nominativo di cliente, magari in ordine di fatturato per vedere quali sono i migliori o i peggiori.

Quindi uno strumento utile anche per iniziative particolari?Per noi è ornai uno strumento base, senza questo cruscotto si navi-gherebbe un po’ troppo a vista. Io che sono abbastanza giovane ne ho bisogno, perché non ho l’esperienza di mio padre, o dei miei zii. La loro generazione a naso sapeva dove andare, per me il Cruscotto Made è come avere il navigatore in auto, o la bussola su una nave. Uno strumento che riesce in ogni momento a fornire una fotogra� a che puoi confrontare con il passato. Per me è diventato uno strumento di lavoro a tutti gli e� etti. Ricordo che abbiamo aderito subito a questa iniziativa, perché in questi tempi di� cili commettere errori può essere destabilizzante.

Il Cruscotto vi ha aiutati a individuare qualche errore?Sì, è accaduto, l’errore umano infatti può sempre capitare. Per esem-pio, il nostro cruscotto è uno strumento di controllo che mette in ordine gli articoli in base al margine realizzato. Nell’edilizia e nel co-lore, visto che questi margini sono minimi, un errore nella modi� ca di un prezzo può far perdere anche tanto. In questo modo possiamo vedere se i margini sono ridottissimi o addirittura se sono negativi. In un secondo si individuano queste incongruenze e si pone rimedio. Noi ne siamo entusiasti. Il Cruscotto è una sorte di telescopio dei nostri dati, bisogna acquisirne l’esperienza e dedicarci un po’ di tempo, ma i risultati sono eccellenti.

GIUSEPPE TROTTA F.LLI TROTTA FINALE LIGURE (SV))

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Un po’ per logorroica dialettica politica, un po’ perché forse è proprio così, da più parti si

incominciano a intravvedere segnali se non proprio positivi, almeno incoraggianti. Certo che oggi per trovare qualche buona notizia, in generale, bisogna scavare parecchio, e non si è nemmeno certi di avere fortuna. Se ci dovessimo fermate alle rilevazioni congiunturali che l’Ance ha presentato verso la � ne dello scorso anno, prendendo i dati nudi e crudi, verrebbe quasi da far fagotto ed emigrare

nei Mari del Sud. In realtà, è lo scenario complessivo che è cambiato, perché la crisi (o le crisi, perché sembrano di più) un po’ di sconvolgimento l’ha fatto. Prendiamo per esempio in considerazione gli occupati nei vari macro settori della nostra economia, analizzando l’andamento del terzo trimestre 2014, rispetto al gemello del 2013: se nell’industria, nell’agricoltura e nel settore dei servizi oggi si registra una crescita degli occupati, le costruzioni – e solo loro – fanno registrare un preoccupante segno meno, che signi� ca quasi 60.000 posti di

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LA BOLLADELL’OTTIMISMOA

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di Roberto Anghinoni

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NON È COMPLICATO CONDIVIDERE IL PENSIERO POSITIVO, PIUTTOSTO È DIFFICILE FARLO RIMANENDO COLLEGATI ALLA REALTÀ. I NUMERI SONO IMPIETOSI E PER CAMBIARE IDEA (E TREND) OCCORREREBBE QUALCHE CONCESSIONE ALLA PRATICITÀ

lavoro persi, in un anno. Il conto generale fornito dall’Osservatorio dell’Ance dice che, dall’inizio della crisi, sono stati persi ben oltre 500.000 posti di lavoro, sempre nelle costruzioni. Quasi 800.000 con i settori collegati. Sono cifre quantomeno allarmanti. Se poi andiamo a vedere i dati che ci riguardano più da vicino, è una esagerazione di segni “meno”, anche se la ristrutturazione durante questi ultimi 7/8 anni, mostra un bel +18,5%, e sarà in crescita di almeno due punti percentuali anche quest’anno.

UNA POSITIVITÀ RAZIONALEChe il nostro mercato, più quelli satelliti, sia alquanto nervoso è testimoniato anche dagli andamenti altalenanti del settore immobiliare, della richiesta e della concessione di mutui. Rimane il fatto che c’è un gran bisogno di case, soprattutto edilizia sociale, ma la mia idea è che il nostro paese stia vivendo un preoccupante momento di “bolla dell’ottimismo”, che magari non è devastante come una bolla � nanziaria fatta come si deve (cioè come l’hanno

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organizzata anni fa), ma che lascia comunque l’amaro in bocca. Premesso che è giusto iniziare a vedere le cose con un minimo di razionale positività - non è certo questo un principio da mettere in discussione - rimane il fatto che fra quel che si sente e la cruda realtà c’è un abisso. Il mercato immobiliare che per qualche mese ha mostrato segnali di ripresa pare sia tornato a so� rire, nonostante i prezzi delle case siano diminuiti di diversi punti percentuali, impoverendo, fra l’altro, i proprietari. I primi mesi del 2015, invece, danno i dati in deciso miglioramento, e qualcuno azzarda anche l’ipotesi che entro un annetto questi prezzi si stabilizzeranno. Ma aspettiamo a far proclami, se non altroo la crisi ci ha insegnato la prudenza. L’impatto della nuova � loso� a del costruire è ancora in cerca di un coinvolgimento serio da parte della maggior parte delle imprese e degli artigiani. Non è nemmeno su� ciente sapere che chi lavora bene lavora perché, ormai, la vecchia generazione degli operatori edili non ha l’umiltà, la passione e la voglia per rimettersi in discussione. E questo delicato tema riguarda anche la distribuzione edile. Il mercato si muove quindi a due velocità, ma se non ricordo male è sempre stato così. Sarebbe curioso sapere quanti di quei 60.000 posti di lavoro persi riguardano operatori che non si sono accorti che non si può più costruire come una volta. E sarebbe anche interessante sapere quante di quelle persone hanno dovuto chiudere a causa degli insoluti, magari da parte della Pubblica amministrazione di uno stato che invita ogni giorno all’ottimismo. Quanta di quella gente è rimasta impegolata nelle trame del mala� are che nell’edilizia hanno sempre trovato terreno fertile. E poi, ovviamente, e immagino sia la fetta più grossa, quanto abbia giocato una � essione del mercato che ha ormai raggiunto percentuali negative da capogiro.

STABILITÀ, BRUTTA PAROLAEppure, se si potesse sbloccare il Patto di Stabilità, magari la ripresa ci sarebbe veramente. Signi� cherebbe rimettere

in circolo denaro che è lì fermo, che non si può utilizzare, altrimenti di Grecia in Europa ce ne sarebbero due. Ma se non sblocchiamo i capitali, la ripresa non ci sarà mai. Ecco quindi che un vocabolo di per sé positivo come “stabilità”, nel nostro caso diventa un macigno permanente su qualsiasi velleità di cambiamento delle prospettive di rilancio della nostra, speci� ca economia. Abbiamo in sostanza sottoscritto un patto per stare fermi, perché i soldi che giacciono nelle casse degli enti pubblici (comuni, province, regioni, eccetera) magari per progetti già approvati, coperti � nanziariamente e solo da cantierare, sono una sorta di garanzia per l’Europa della tenuta � nanziaria del nostro paese. Più ci si pensa, e più la bolla dell’ottimismo pare gon� arsi a dismisura. Ma, fedeli alla linea, abbiamo il dovere di orientare i nostri sforzi verso ogni possibile opportunità di sviluppo. Solo, è a mio avviso necessario un maggiore contatto fra politica e realtà, non ci siamo mai riusciti ma si può provare. A me piacerebbe ricevere meno promesse e un po’ più attenzioni concrete all’ordinario.

COME OTTANT’ANNI FASecondo le rilevazioni dell’Ance, che poi non sono così di� erenti da quelle del Cresme, nel 2014 gli investimenti in costruzioni hanno perso il 3,5% rispetto all’anno precedente. Dall’inizio della crisi, quindi, la � essione di questo valore è stata di circa il 32%, pari a 64 miliardi di Euro. Nel 2015 l’Ance ipotizza un’ulteriore perdita del 2,4%. La � essione degli stanziamenti dello stato negli investimenti pubblici è stata dell’11%. I permessi per costruire hanno fatto registrare un ulteriore – 10,2% nel 2014, rispetto al 2013. All’Ance fanno notare che siamo ai livelli del 1936. E, come abbiamo già ricordato, la ristrutturazione con il 2015 farà registrare un segno positivo di oltre il 20%, dall’inizio della crisi (+2% nel 2015, rispetto al 2014). Il nostro ottimismo inizia e � nisce con quest’ultimo dato. Ma i numeri non sono tutto, nella vita. Se è infatti vero che il valore del mercato è sceso di oltre il 30%, è anche vero che rimane quasi un comunque sostanzioso 70%. E, a questo punto, le domandone lo possiamo anche immaginare: riuscirà mai la distribuzione edile a trovare quell’unità di categoria necessario a rendersi visibile e credibile per conquistare 2 o 3 punti percentuali di quel fantomatico 70% del valore del mercato? Quale sarà l’aggregazione commerciale, che per prima riuscirà a trasformarsi – � nalmente! – in gruppo di vendita e vincere la partita, senza neanche dover ricorrere all’arti� cio di sentirsi ottimista? Quindi non parliamo di numeri ma di strategie, di visione, perché i prossimi numeri di cui ci occuperemo saranno il risultato dell’a� ermazione di questi valori. ■

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di Luisa Collina FRA LE MILLE INIZIATIVE LEGATE ALL’IMMINENTE EXPO 2015 ABBIAMO SCELTO DI PRESENTARE UN EVENTO CHE, ATTRAVERSO LE IMMAGINI, RACCONTA IL LAVORO DI PROGETTAZIONE DEI VARI PADIGLIONI. INOLTRE, QUALCHE FOTO DI CANTIERE, CERTAMENTE INTERESSANTE. GRUPPO MADE RINGRAZIA IL POLITECNICO DI MILANO, NELLE PERSONE DELL’ARCH. OSVALDO POGLIANI, LUISA COLLINA, CURATRICE DELLA MOSTRA E LAURA DAGLIO PER IL COORDINAMENTO SCIENTIFICO, OLTRE CHE PER LA CORTESE DISPONIBILITÀ

EXPO 2015,UNA MOSTRA FOTOGRAFICA RACCONTA LA DIVERSITÀ

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Bruno Munari nel suo libro Da cosa nasce cosa descrive il processo progettuale attraverso

la metafora della preparazione del riso verde: dalla scelta dei materiali e delle tecnologie (“quale riso? quale pentola? quale fuoco?”), alla sperimentazione

(“prove e assaggi”), alla realizzazione di modelli (“campione de� nitivo”), alla veri� ca (“buono, va bene”) e, in� ne, alla elaborazione dei disegni costruttivi e alla realizzazione della soluzione � nale (la predisposizione del riso su un piatto caldo).

BRASILE gennaio 2015

AZERBAIJAN gennaio 2015

CINA gennaio 2015

CILE gennaio 2015

FRANCIA gennaio 2015

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in alcuni casi il materiale direttamente alla fonte (come il larice da Fukushima per il Giappone, il pino radiata dal Cile o il legno del lungomare di Coney Island per gli USA), mentre altre propongono soluzioni più “globali” (la pizza di Little Italy a New York, il riso alla cantonese a Chinatown a Milano), selezionando e assemblando prodotti spesso utilizzati internazionalmente.

Mercato globale o � liera corta? Slow Food versus fast food? Slow building versus fast building? Cultura del pittoresco o modernità globalizzata? Questi e molti altri sono i termini entro i quali ogni progetto di padiglione prende una posizione riconoscibile attraverso il proprio farsi. La mostra “Building the Expo” intende raccontare tale varietà attraverso una doppia libreria lunga quasi 40 metri, in cui ogni sca� ale è dedicato a un padiglione; al centro un grande “foro”, spazio di incontro con i progettisti di queste architetture e� mere, arricchito dalla presenza di otto “landmark”, prototipi in scala al vero di alcuni principali elementi tecnologici. Il risultato è una sorta di grande abaco, composto da piccoli assaggi progettuali: una tavola periodica degli ingredienti architettonici e costruttivi dell’Esposizione Universale che sarà inaugurata nei prossimi giorni. ■

“Building the Expo” si concentra su queste importanti fasi del processo ideativo e realizzativo che precedono l’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano, mettendo in mostra una selezione di 31 padiglioni attraverso disegni, schizzi, schemi di montaggio, campioni e prototipi accompagnati da video e foto di cantiere. Dalla raccolta di questi “semilavorati” progettuali e costruttivi, per lo più inediti, emerge un insieme di “ricette” quanto mai ampio e variegato: alcune essenziali, fondate su pochi elementi di base, altre più complesse, in cui si mescolano tecnologie e materiali diversi; in alcune prevale un ingrediente principale, che identifica in modo chiaro il “carattere” di queste architetture effimere, in altre i sapori risultano meno netti e riconoscibili mirando, forse, a incontrare il gusto di un pubblico più vasto; alcune incorporano contenuti innovativi (dallo sviluppo di brevetti all’utilizzo di nuovi materiali o di strumenti di calcolo sofisticati), altre si radicano maggiormente nella tradizione facendo leva sul coinvolgimento emozionale dei visitatori; alcune, infine, si connotano per la presenza di un legame con le specificità costruttive del paese che rappresentano, importando

STATI UNITI gennaio 2015

SPAGNA dicembre 2014

VIETNAM gennaio 2015

UNGHERIA gennaio 2015

EMIRATI ARABI gennaio 2015

REP. CECA novembre 2014

ISREAELE gennaio 2015LA MOSTRA FOTOGRAFICA E, AI LATI, I CANTIERI DEI PADIGLIONI DI EXPO 2015

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CLAUDIO TRONI DIRETTORE MARKETING DEL GRUPPO MADE

UNA RETE DI PROFESSIONISTIPER IL MERCATO CHE C’E’COME LA PUBBLICITÀ DEI PUNTI VENDITA MADE PUÒ PORTARE NUOVE OPPORTUNITÀ A TECNICI, ARTIGIANI E IMPRESEM

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Imprese, tecnici, artigiani, tanto quanto le rivendite

hanno subito in modo più o meno feroce la crisi del mercato dell’edilizia. Poi si è detto che non di crisi si trat-tava ma di un cambiamento epocale riguardante anche il settore delle costruzioni. Siamo d’accordo, ma resta il fatto che la filiera delle co-struzioni, tecnici, imprese e artigiani, rivendite e anche produttori, si sono venuti a trovare in situazioni di gra-ve sofferenza. Insomma, c’è poco da girarci intorno, di crisi.Le motivazioni le conosce-te tutti meglio di me quindi non vale la pena ricordarle. Resta il dato oggettivo che il mercato tradizionale non c’è più. È finito. Per sempre. Ma c’è un altro mercato di grande interesse per tutta la filiera che va rapidamen-te consolidandosi il merca-to della ristrutturazione. Un mercato potenzialmente enorme: si stimano di 2 mi-liardi di mq da ristrutturare. Il dato sembra plausibile in quanto l’Italia “vanta” il pa-trimonio immobiliare più vecchio d’Europa: il 40% delle abitazioni hanno più di quarant’anni.Questo mercato ha un nuo-vo soggetto attorno al quale ruota tutto: è il privato. Così

come al tempo delle nuove costruzioni il privato poteva incidere poco o niente nelle scelte dei materiali, oggi con le ristrutturazione il privato diventa sempre più sog-getto. È, insomma il nuovo cliente con cui fare i conti.Rivendite in primis, ma an-che i clienti professiona-li delle rivendite, tecnici, artigiani, imprese devono rivedere la propria offerta affinché sia coerente con il mercato che c’è.Una delle leve che Made sta utilizzando per interagire con il privato è la pubblicità che abbiamo scelto di effet-tuare sia on-line che off-line. La pagina che vedete a fian-co è la pagina pubblicitaria diretta al privato che va sulle riviste legate a temi dei “la-vori in casa”, per esempio “Casa Facile”, dove il tema della ristrutturazione è pri-mario quanto il desiderio del lettore di metterci becco. Attraverso questa campa-gna iniziata già lo scorso an-no, vogliamo costruire una familiarità tra la domanda di ristrutturazione e l’offerta di materiali ma anche l’offerta di competenza. Infatti la bo-dy copy (quel trafiletto sot-to l’immagine) riporta che “possiamo offrire i migliori prodotti, ma anche servizi qualificati e che siamo in gra-

do di suggerire i migliori tec-nici e artigiani per effettuare lavori a regola d’arte”.La pagina inoltre invita a cercare il punto vendita più comodo sul nostro sito, nel quale il privato ha la possi-bilità di segnalare un lavoro chiedendo un preventivo, una segnalazione che il no-stro punto vendita gira al professionista più idoneo o al momento libero da im-pegni.Stiamo creando una rete di punti vendita sempre più adatti al mercato che c’è, una rete che comprende anche i professionisti dei nostri clienti. Insomma stiamo lavoran-do per orientare l’offerta al mercato attuale ma anche per valorizzare quel capita-le di competenze che solo rivendite, tecnici, imprese e artigiani, qualificati, posso-no vantare.Meglio affidarsi a professio-nisti, meglio affidarsi a Made e alla sua filiera. ■

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ANNALISA FERRAZZI RESPONSABILE MARKETING DI HARLEY & DIKKINSON FINANCE

FARE SISTEMA(CON LE SPALLE COPERTE)IL PROGETTO H&D-MADE COSÌ COME INDICATO DAL BINOMIO CHE GLI DÀ IL NOME, È STATO PENSATO DA HARLEY & DIKKINSON FINANCE E DA MADE PER FAVORIRE IL MIGLIORAMENTO DELLA COMPETENZA COMMERCIALE E TECNICA DELLE RIVENDITE ADERENTI, CON LO SCOPO DI FAR TORNARE LA DISTRIBUZIONE AL CENTRO DELLA FILIERA EDILE. NE PARLIAMO CON ANNALISA FERRAZZI DI H&DM

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Come hanno reagito le ri-vendite alla proposta

H&D – Made?Direi che, rispetto agli intendi-menti iniziali in cui si pensava di partire con una decina di riven-dite pilota, selezionate diretta-mente da MADE, la risposta di interesse pervenutaci dopo la presentazione generica inizia-le, ci ha portato a e� ettuare la proposta ai punti vendita che hanno attivamente manifestato volontà di saperne di più. Con il risultato comunque che le rivendite più strutturate sono state anche le prime a “candi-darsi”. Il progetto piace, il punto è che forse, al di là dell’entusiasmo iniziale, è stato recepito che va interiorizzato e associato a un cambio di approccio da parte della rivendita stessa che deve rivedere quello che vende, pas-sando, per esempio, dal sempli-ce cappotto, a un pacchetto fat-to di prodotto e applicazione di qualità, soluzione � nanziaria e garanzia assicurativa che copre tutto il progetto per cinque anni.

Quali dubbi ha potuto rile-vare da parte dei rivenditori e quindi risolvere?Il primo giro di appuntamen-ti ha evidenziato la di� coltà a farsi portavoce centrale verso le aziende clienti di un cambio di paradigma fon-damentale, ovvero proporsi

come centro di riferimento per la fornitura di un servizio, più che come venditori di un prodotto: in sostanza, la di� -coltà di adeguare la propria conformazione aziendale abituale alle nuove esigen-ze del mercato. Ritengo qui fondamentale il supporto di MADE nel guidarle con � ducia verso una loro nuova identità.

Potrebbe riassumere i prin-cipali vantaggi di questo servizio? I vantaggi sono di diverso ti-po, ma credo davvero tutti interessanti. Dal punto di vista dell’identità professionale, ven-dere soluzioni sistemiche piut-tosto che solo prodotti signi� ca diventare punti di riferimento globali del sistema casa. Poi, ovviamente, il servizio garan-tisce il pagamento per tutti i soggetti coinvolti; o� re cinque anni di garanzia dell’installa-tore e del cliente � nale con la formula RC Artigiani/Azienda + Garanzia H&D, oltre alla co-pertura dei danni patrimoniali con gestione sinistro. Ma, al di là delle comunque imprescindibi-li soluzioni � nanziarie, per le so-cietà che fanno capo a Gruppo Made questo servizio è anche un modo per fare sistema ed evolvere. E ciò signi� ca creare nuove opportunità commer-ciali garantite direttamente da H&D e Gruppo Made, su target

di mercato vecchi e nuovi. La ri-vendita, in� ne, così come i suoi clienti, possono contare su un supporto consulenziale di H&D che avviene tanto attraverso i suoi u� ci centrali, quanto per mano dei gestori di zona in tut-te le fasi precedenti e successi-ve all’istruzione della pratica � nanziaria.

Potrebbe riassumere i prin-cipali “impegni” per il riven-ditore?Praticamente nessuno. Il con-tratto è gratuito, non comporta costi. Chiediamo solo di veico-lare il progetto ai suoi migliori clienti aziendali che lavorano con i condomìni a cui un no-stro gestore possa spiegare nel dettaglio tutti i vantaggi di aderirvi; i primi quindici che aderiranno avranno l’esclusiva agevolazione di poter pagare il fee iniziale alla prima delibera bancaria, quindi con la certez-za di un primo lavoro � nanziato.

Esistono esempi, anche in al-tri settori merceologici, dove questo servizio viene pratica-to e funziona?H&D sta portando avanti un pro-getto � liera WIKI ovvero smart, su tutti i settori di interventi edili. In particolare, nell’ambito degli ascensori e dell’elettrofor-nitura abbiamo già avuto modo di seguire più operazioni andate a buon � ne. ■

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INFORMAZIONI LEGALIPER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARIM

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■ AMMINISTRATORE RESPONSABILE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ SE TRANSIGE UNA CONTROVERSIA SENZA CONSULTARE IL LEGALE

Non è possibile sindacare le operazioni nel merito e sotto il pro� lo del risultato economico, ma è invece ammissibile censu-rare le modalità attraverso le quali l’amministratore sia giun-to a tali scelte, concludendo una transazione penalizzante per la società da lui rappresen-tata senza nemmeno curarsi di consultare un avvocato

Deve risarcire i danni l’ammi-nistratore di una società per azioni che, nell’imminenza di una decisione arbitrale (ma il principio vale anche per una lite pendente dinanzi all’auto-rità giudiziaria), conclude una transazione penalizzante per la società da lui rappresenta-ta, senza neppure curarsi di consultare un legale, al � ne di analizzare sia l’esito probabile della lite sia i contenuti dell’atto transattivo.Con la sentenza in esame, la Suprema corte a� ronta il tema dei limiti del sindacato giurisdi-zionale sulle scelte di gestione compiute dagli amministratori, chiarendo quando questi ulti-mi possano essere chiamati a rispondere dei propri atti di mala gestio. Sebbene non sia

possibile sindacare le opera-zioni nel merito e sotto il pro� lo del risultato economico, è inve-ce ammissibile la censura delle modalità attraverso le quali l’amministratore sia giunto a tali scelte, qualora esse rivelino la violazione del generale dove-re di diligenza incombente sugli amministratori e, in de� nitiva, l’irragionevolezza della scelta concretamente operata.La giurisprudenza ha eviden-ziato che dalla norma discipli-nante la responsabilità degli amministratori si desume che essa può sorgere dalla violazio-ne: i) di obblighi che hanno un contenuto speci� co, in quanto precisamente determinato dal-la legge o dall’atto costitutivo (si pensi, ad esempio, all’obbligo incombente sugli amministra-tori, ai sensi dell’articolo 2377 del codice civile, di adottare i conseguenti provvedimenti in caso di annullamento di una deliberazione assembleare, o all’obbligo di rispettare le nor-me interne di organizzazione relative alla formazione e alla manifestazione della volontà della società); ii) oppure degli obblighi, identificati da clau-sole generali, di amministrare con diligenza (evincibile dal comma 1 dell’articolo 2392 del codice civile) e senza con� itto di interessi (articolo 2391 del codice civile). La Suprema Cor-te di Cassazione ha avuto mo-do di chiarire che, trattandosi

di clausole generali, le norme non speci� cano la condotta che l’amministratore deve tenere è, quindi, necessario stabilire di volta in volta, in relazione alle circostanze del caso concreto, quando vi sia stata violazione di tali canoni. Forzando il dato testuale, ma cogliendo lo spiri-to della legge, la giurisprudenza ha dunque ritenuto che l’obbli-go di diligenza (che - alla lettera - è riferito all’adempimento de-gli obblighi imposti dalla legge e dall’atto costitutivo) determi-ni un’autonoma obbligazione di amministrare con diligenza (Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza n. 1783/2015).

■ CONTRATTO PRELIMINARE DI PRELIMINARE - INVALIDITÀ - ESCLUSIONE

Valido il contratto preliminare di preliminare di vendita immobi-liare quando emerge la con� gu-rabilità dell’interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla di� eren-ziazione dei contenuti negoziali

La vicenda all’esame della Cor-te di Cassazione trae origine da un’azione promossa dai proprie-tari di un immobile, i quali agi-vano per chiedere l’esecuzione in forma speci� ca dell’accordo con il quale i futuri acquirenti del bene si sarebbero obbligati

contrattualmente ad acquistar-lo, a condizione che l’istituto di credito avesse dato l’assenso alla cancellazione dell’ipoteca che vi era iscritta. La difesa dei convenuti eccepiva - in sede di costituzione - che l’accordo, dal quale sarebbe scaturito l’impe-gno a stipulare il successivo pre-liminare di vendita, non creava un’obbligazione giuridicamen-te vincolante. Dal momento, in-fatti, che il primo accordo era da considerare quale preliminare di preliminare, lo stesso doveva ritenersi nullo per mancanza di causa, con la conseguenza di dover riquali� care l’iniziale in-contro dei consensi come una semplice puntuazione e quindi privo di vincolatività giuridica. In sostanza, la non riconducibilità del primo accordo a un contrat-to preliminare, escludeva la per-corribilità dell’azione ex articolo 2932 del Cc.. Sia in primo che in secondo grado, i giudici acco-glievano la tesi dei promissari acquirenti, escludendo quindi che all’accordo preliminare po-tesse riconoscersi una funzione giuridicamente apprezzabile se produttivo di e� etti uguali da quelli del successivo prelimi-nare, e ribadendo pertanto la nullità del preliminare di preli-minare per difetto di causa, così come sancito dall’unico prece-dente di legittimità rinvenibile. La Suprema Corte ha, invece, stabilito che - in presenza di contrattazione preliminare re-

A CURA DELL’AVVOCATO CRISTIANO LEONARDUZZI STUDIO AGRIMI & LEONARDUZZI DI MILANO

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lativa a compravendita immo-biliare che sia scandita in due fasi, con la previsione di stipu-la di un contratto preliminare successiva alla conclusione di un primo accordo - il giudice di merito deve preliminar-mente veri� care se tale accor-do costituisca già esso stesso contratto preliminare valido e suscettibile di conseguire e� etti ex articoli 1351 e 2932 del Cc, ovvero anche soltanto effetti obbligatori, ma con esclusione dell’esecuzione in forma speci-� ca in caso di inadempimento. Col ché, si riterrà produttivo di effetti l’accordo denominato come preliminare con il quale i contraenti si obblighino alla successiva stipula di un altro contratto preliminare, soltanto qualora emerga la configura-bilità dell’interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla di� e-renziazione dei contenuti ne-goziali e sia identi� cabile la più ristretta area del regolamento di interessi coperta dal vincolo negoziale originato dal primo preliminare. La violazione di ta-le accordo, in quanto contraria a buona fede, potrà dar luogo a responsabilità per la mancata conclusione del contratto stipu-lando, da quali� carsi di natura contrattuale per la rottura del rapporto obbligatorio assunto nella fase precontrattuale (Corte di Cassazione, sezione unite, sen-tenza n. 4628/2015).

■ DIFFORMITÀ E VIZI DELL’OPERA - DENUNCIA DEI VIZI - TERMINI - DECORRENZA

Nell’ambito dei contratti di ap-palto i termini per la tempestiva denuncia dei vizi alla cosa de-corrono dalla conoscenza loro completa che deve intendersi conseguita, in alcuni casi, all’atto dell’acquisizione di idonei accer-tamenti tecnici

L’identi� cazione degli elemen-ti conoscitivi necessari e su� -

cienti onde possa individuarsi la scoperta del vizio ai � ni del computo dei termini (agli e� et-ti di cui all’articolo 1669 del Cc) deve effettuarsi con riguardo tanto alla gravità dei vizi, quan-to al collegamento causale di essi con l’attività espletata. Non potendosi onerare il dan-neggiato di proporre senza la dovuta prudenza azioni gene-riche a carattere esplorativo o, comunque, suscettibili di rive-larsi infondate, la conoscenza completa - idonea a determina-re il decorso del termine - deve ritenersi conseguita, in assenza di convincenti elementi contrari anteriori, solo all’atto dell’acqui-sizione di idonei accertamenti tecnici. Deriva da quanto pre-cede, pertanto, che nell’ipotesi di gravi vizi, la cui entità e le cui causa - a maggior ragione ove già oggetto di contestazioni tra le parti - abbiano, anche per ciò, rese necessarie indagini tecni-che, deve ritenersi che una denuncia di gravi vizi può im-plicare un’idonea ammissione di valida scoperta degli stessi, tale da costituire il dies a quo per la decorrenza del termine e, a maggiore ragione, tale da far supporre una conoscenza dei difetti di tanto anteceden-te da implicare la decadenza solo quando, in ragione degli e� ettuati accertamenti, risulti dimostrata la piena compren-sione dei fenomeni e la chiara individuazione e imputazione delle loro cause, per l’un e� etto alla data della denuncia e, per l’altro, a data a essa convenien-temente anteriore (Corte di Cas-sazione, sezione II civile, sentenza n. 22722/2014).

■ LOCAZIONI AD USO ABITATIVO – RILASCIO ANTICIPATO DELL’IMMOBILE – RISARCIMENTO DEL DANNO

L’anticipato rilascio altera l’ori-ginario assetto contrattuale: il locatore che ha ottenuto la ri-

soluzione del contratto per ina-dempimento dell’inquilino può, dunque, chiedere anche i danni; infatti, se l’inquilino non paga, la preoccupazione del locatore è di ottenerne lo sfratto al più presto. Una volta avuta la riconsegna dell’immobile, però, notevoli ri-mangono i costi e le perdite pri-ma di riuscire a trovare un altro inquilino, anche con riferimento all’ammontare dei canoni del nuovo contratto L’art. 1591 c.c. stabilisce che il conduttore, in mora a restituire la cosa, sia tenuto a dare al loca-tore il corrispettivo convenuto � no alla riconsegna, salvo l’ob-bligo di risarcire il maggior dan-no. Nell’ipotesi, del tutto usuale, nella quale l’inquilino non pa-ghi i canoni della locazione ed ometta di riconsegnare l’immo-bile, al locatore in pratica non resta che dar corso all’intimazio-ne di sfratto per morosità, chie-dendone la convalida al tribu-nale e nello stesso atto anche l’ingiunzione di pagamento per i canoni scaduti e, in tal caso, il giudice pronuncia separato de-creto d’ingiunzione per l’am-montare dei canoni scaduti e da scadere � no all’esecuzione del-lo sfratto, e per le spese relative all’intimazione. In alternativa, il locatore potrebbe anche chie-dere l’adempimento dell’obbli-gazione del conduttore, ossia il pagamento dei canoni � no alla cessazione contrattuale del rap-porto. Va da sé, però, che in pra-tica questa seconda strada non viene mai intrapresa, se non al-tro perché quando si veri� ca la morosità appare evidente che l’inquilino navighi in cattive ac-que, e allora ciò che più conta è toglierselo di torno il più presto possibile. Nel caso all’esame della Supre-ma Cassazione, i due gradi del giudizio di merito avevano ne-gato il risarcimento dei danni da anticipata restituzione de-gli immobili locati sul rilievo (pressoché costante fino a quel momento) che - una vol-ta rilasciato l’immobile in con-

seguenza della risoluzione - viene ripristinata la posizione del locatore in ordine al godi-mento del bene nei termini in cui essa si poteva estrinsecare prima della scelta dell’eserci-zio del godimento nella forma indiretta della concessione in locazione: il locatore viene po-sto, cioè, nella condizione di esercitare il godimento sul be-ne in via materiale oppure con atteggiamento di mera inerzia oppure nuovamente in forma indiretta, cioè conferendolo in godimento a un terzo, a titolo oneroso, cioè iure locations, o, eventualmente, gratuito, iure commodati.Questa orientamento deve in-tendersi oggi superato alla lu-ce della sentenza in commento che ha il merito di evidenziare come - a seguito del rilascio - il locatore recupera sì la disponi-bilità materiale della cosa e la possibilità di goderne, diretta-mente o dandola nuovamen-te in locazione a terzi, ma que-sta nuova situazione di fatto di per sé non è idonea a por-re nel nulla il danno, che esiste ed è originato dall’alterazione dell’assetto contrattuale. Tale pregiudizio subito dalla parte locatrice si esprime dunque, ad avviso della sentenza in esame, nell’incremento patrimoniale netto che la parte non inadem-piente avrebbe conseguito mediante la realizzazione del contratto e che non ha potuto conseguire per l’inadempienza dell’altra parte. Tuttavia, a� er-ma la Corte di Cassazione, non vi è alcun automatismo, con la conseguenza che incombe a parte creditrice, cioè alla lo-catrice, l’onere della prova di avere inutilmente tentato di locare l’immobile ovvero del-la sussistenza di altre analoghe situazioni pregiudizievoli (co-me ad esempio il reperimen-to di o� erte di locazione me-no vantaggiose), dando conto dei concreti propositi di utiliz-zazione dell’immobile (Corte di Cassazione, sezione III civile, sen-tenza n. 2865/2015).

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L a grande attenzione all’inserimento paesag-gistico di un progetto

dalla cubatura importante, ha portato i progettisti Stefania Saracino e Franco Tagliabue a sfruttare il declivio naturale e a realizzare un edi� cio par-zialmente ipogeo, scelta che risponde anche alla richiesta iniziale del committente di re-alizzare un edi� cio “invisibile” da monte, e percepibile come un solo taglio orizzontale da valle. Architettura e topogra� a si fondono.Il progetto risolve le due unità funzionali - residenza di un im-prenditore agricolo e agrituri-smo - in un unico insediamen-to interconnesso, ma distinto dalla diversa esposizione delle due parti. L’abitazione si apre con il fronte vetrato a Ovest verso la vallata, l’agriturismo con il fronte vetrato delle came-re a Sud, verso l’avvallamento del rio e il bosco. Esposizione ottimale per un’architettura ad alto risparmio energetico che impiega sistemi di climatizza-zione passivi per il controllo dell’apporto calorico. La ricerca tipologica è stata supportata dall’affinamento delle tecniche costruttive, con la scelta di realizzare la strut-

tura ipogea completamente in legno. Da monte la luce penetra negli ambienti interni tramite una sequenza di patii, incisi nella super� cie del prato. L’utilizzo di materiali locali (pie-tra per i terrazzamenti, legno, copertura a prato) completa l’inserimento armonico della costruzione nel paesaggio.

Interamente realizzata da LignoAlp, la struttura degli ambienti abitabili è realizzata in legno a pannelli portanti X-lam, lasciati a vista negli spa-zi interni. Questa soluzione, oltre a favorire elevati livelli di comfort e vivibilità inter-na, risulta ottimale per l’ot-tenimento, in combinazione

con materiali isolanti quali la � bra di legno, dei livelli di isolamento termico richiesti all’involucro per un edificio classi� cato CasaClima Oro. Particolare attenzione è sta-ta posta nella de� nizione del pacchetto di copertura, che ricostituisce sopra l’edi� cio in legno il prato preesistente alla sua costruzione. I fronti vetrati continui sono stati risolti come facciate strutturali in legno con doppio o triplo vetrocamera. Oltre ai sistemi di accumulazio-ne passivi dell’energia solare, l’edi� cio è riscaldato e ra� re-scato da una pompa di calore alimentata da sonde geoter-miche. Lo sbalzo della gronda con struttura in legno garanti-sce un opportuno ombreggia-mento nel periodo estivo e un adeguato irraggiamento solare in quello invernale. L’edificio non ha pannelli fotovoltaici applicati direttamente, ma utilizza l’energia elettrica di un consorzio locale, prodotta da un impianto a distanza. La climatizzazione interna è con-trollata da impianto di ventila-zione con preriscaldamento/preraffrescamento dell’aria immessa e recupero di calore dall’aria espulsa, regolato da un impianto domotico.

DAMIANI HOLZ – LIGNOALP TRA ARCHITETTURA E NATURA, UN AGRITURISMO IN LEGNO

LA DAMIANI-HOLZ&KO S.P.A., AZIENDA DELL’ALTO ADIGE SPECIALIZZATA IN EDILIZIA PREFABBRICATA IN LEGNO E PRESENTE SUL MERCATO CON IL MARCHIO LIGNOALP, REALIZZA LA CASA RIGA, UN ESEMPIO DI SIMBIOSI TRA ARCHITETTURA E NATURA, CHE SORGE IN TRENTINO ALTO ADIGE, AI MARGINI DELLA STAZIONE TERMALE DI COMANO, SU UN TERRENO IN PENDIO PARZIALMENTE TERRAZZATO ADIBITO A FRUTTETO E PRATO: UN CONTESTO PAESISTICO DELICATO

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Nel 2008 il gruppo Loccioni di Angeli di Rosona (AN), lea-

der nello sviluppo di sistemi automatici di misura e con-trollo qualità, ha lanciato il progetto denominato “Leaf Community”, un laboratorio dinamico e aperto che racco-glie la s� da della sostenibilità e che rappresenta un punto di incontro tra imprese, enti e istituzioni. La prima richiesta progettua-le prevedeva la realizzazione di pareti interne in grado di garantire contemporanea-mente prestazioni acustiche, resistenza meccanica, resa estetica e salubrità dell’aria. La soluzione Saint-Gobain Gyproc è stata la realizzazio-ne di divisori a secco, costitui-ti da montanti metallici da 75 mm, isolante nelle intercape-dini e doppia lastra per lato, una del tipo Wallboard 13 e una del tipo Habito Activ’Air®. La combinazione delle due lastre assicura un’elevata du-rezza super� ciale e alte pre-stazioni acustiche, con grande velocità di esecuzione e pulizia di cantiere. La tecnologia Ac-tiv’Air®, brevetto internaziona-le di Saint-Gobain, neutralizza la formaldeide presente negli

ambienti chiusi, assicurando comfort e salubrità dell’aria.La seconda richiesta proget-tuale era la realizzazione di una parete di compartimen-tazione antincendio di gran-de altezza, posizionata tra il magazzino e l’area adibita ad uffici e laboratori. In questo caso, Saint-Gobain Gyproc ha proposto una parete realiz-zata completamente a secco, con struttura metallica da 150 mm e doppia lastra Fireline 13 per lato, in grado di garanti-re una resistenza al fuoco EI 120. Le Fireline sono lastre di tipo F – che si identi� cano per la colorazione rosa del ri-vestimento sulla faccia a vista – con incrementata coesione del nucleo ad alta temperatu-ra, il cui gesso è additivato con

� bre di vetro e vermiculite al � ne di aumentarne la capacità di resistenza al fuoco.La terza richiesta progettuale riguardava il rivestimento dei tamponamenti perimetrali tramite controfodere a secco per facilitare il passaggio degli impianti e migliorare le presta-zioni termo-acustiche dell’edi-ficio. La soluzione Saint-Go-bain Gyproc è consistita nella realizzazione di contropareti tecniche, costituite da una struttura metallica da 50 mm, da un pannello isolante e da una lastra Habito Activ’Air®. Le contropareti così concepite consentono di incrementare le prestazioni termiche e acusti-che, di contenere le numerose e complesse parti impiantisti-che dell’edi� cio e di migliorare

la qualità dell’aria grazie alla tecnologia Activ’Air®.La quarta richiesta proget-tuale prevedeva la creazione di controsoffitti a pannelli ispezionabili nelle zone u� ci per nascondere gli impianti e assicurare resa estetica e resi-stenza meccanica. La risposta di Saint-Gobain Gyproc è sta-ta il sistema per controso� tti ispezionabili Eurocoustic Mi-nerval con bordi ribassati di tipo E, costituito da pannelli rigidi autoportanti in lana di roccia, resistenti agli urti e facili da montare. Caratteristi-che tecniche-prestazionali del controso� tto: Assorbimento acustico: 15 mm: αw = 0,90; Reazione al fuoco: Euroclasse A1; Tenuta all’umidità: 100% resistente, qualunque sia il livello di umidità relativo dell’aria.

SAINT- GOBAIN GYPROC LOCCIONI LEAF LAB

QUATTRO RICHIESTE PROGETTUALI SPECIFICHE HANNO TROVATO RISPOSTA NEI PRODOTTI E NEI SISTEMI GYPROC, CON PIENA SODDISFAZIONE DEL PROGETTISTA E DELLA COMMITTENZA

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Progetto: Arch. Lando Pieragostini; Direzione Lavori: Ing. Francesco Giorgini – Gruppo Loccioni Applicatore sistemi a secco Saint-Gobain Gyproc: Il Controso� tto di Cecchini Sandro, Maiolati Spontini (AN) - in collaborazione con Nuova Grondex srl. Monte Roberto (AN)

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L’ intervento ha previ-sto la totale demoli-zione della vecchia

pavimentazione � no ad arrivare alla struttura originale in c.a.; il consolidamento della strut-tura con calcestruzzo Rck 300 rinforzato con � bre; l’eventuale ripristino di parti ammalorate di calcestruzzo con malte struttu-rali e passivazione dei ferri d’armatura; la preparazione e regolarizzazione del supporto; l’impermeabilizzazione del sup-porto; l’incollaggio della nuova pavimentazione, per una grossa parte prevista in pietra naturale e per una piccola parte in pie-tra ricostruita tipo Listotech e la sigillatura impermeabile della pavimentazione con fugante a base epossidica.Le problemsatiche da tenere in considerazione per ottenere un lavoro allineato alle aspet-tative della Pubblica ammini-strazione, non erano banali; a una resa estetica pregevole era necessario prevedere una se-rie di accorgimenti, materiali e tecniche di posa che potessero superare le molteplici criticità a cui avrebbe dovuto far fronte il manufatto nel suo immediato futuro: la perenne esposizio-ne agli agenti atmosferici e a un ambiente salino particolar-

mente aggressivo, le forti sol-lecitazioni vibrazionali imposte dall’incessante e ripetitivo mo-to ondoso, comprese le mareg-giate di forte entità; la presenza di giunti strutturali; la diversi-tà delle pietre da posare, con maggiori di� coltà per le pie-tre ricostruite, notoriamente più “sensibili” all’assorbimento della parte liquida dei collanti; una sigillatura impermeabile e duratura nel tempo.

LE SOLUZIONI INDEXSi è proceduto con la prima ope-ra di ripristino dei calcestruzzi

ammalorati della soletta e dei pilastri di sostegno, tramite il ci-clo di passivazione con Strato-Fer e la successiva ricostruzio-ne con malta tissotropica � bro-rinforzata Resisto Tixo (malta strutturala classi� cata R4); ove necessario si è in� ne rasato e li-vellato con malta Resisto Level (malta R2 PCC). Successivamen-te, le lavorazioni sono prosegui-te con l’impermeabilizzazione della struttura, intervento ese-guito tramite stesura a pennel-lo (con temperature superiore a 10°C) di Epostop ABC, mal-ta tri-componente epossice-

mentizia (con consumi di circa 1-1,5 Kg/m2). Il supporto è stato poi trattato con malta adesiva Wetbond Rapid, per regolariz-zare le asperità e rendere il pia-no di posa della pietra quanto più planare possibile. Dopo sta-gionatura e un’accurata pulizia del supporto si è proseguito con la posa delle pietre naturali di grande formato e spessore e delle pietre ricostruite grazie al-le notevoli prestazioni di Grani-col AB Rapid, super collante ad adesione maggiorata bi-com-ponente (cemento-polimero) a elevata deformabilità e presa e asciugamento rapidi (classi� ca-to C2TEFS2). I giunti di fraziona-mento, e� ettuati ogni 5 m con campiture di circa 20 m2, sono stati trattati con il sigillante a base poliuretano Super� exPur, mentre le fughe sono state ese-guite con uno degli ultimi arri-vati in casa Index, il fugante a base epossidica Fugopox Color AB Grigio, prodotto rivoluziona-rio nel panorama degli stucchi epossidici, facilmente rimovibi-le anche dopo 45 minuti dalla stesura con una semplice spu-gna bagnata, dato con un “sac a poche” per riempire le fughe di grosso volume senza disper-dere prodotto e migliorare la velocità.

INDEX RIFACIMENTO DELLA PAVIMENTAZIONE DELLA “PROMENADE” DI ALASSIO (SV)

A CAUSA DEL LOGORIO DEL TEMPO E DELLE SEVERE CONDIZIONI CLIMATICHE, LA PAVIMENTAZIONE DEL LUNGOMARE HA SUBITO UN IRREVERSIBILE PROCESSO DI DETERIORAMENTO E IL CONSEGUENTE DISTACCO DI PARTI DI ESSA, RENDENDO NECESSARIA UN’OPERA DI RIFACIMENTO COMPLETO

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L’evoluzione tecnologica dei generatori di calore e l’abbas-samento delle temperature di uscita dei fumi ha portato a due sostanziali modifiche nelle prestazioni delle canne fumarie, che oggi devono ga-rantire impermeabilità (tenu-ta a pressione) e incorrodibili-tà (tenuta alle condense).Queste prestazioni sono state universalmente a� date � nora all’utilizzo di fascette di chiu-sura e guarnizioni siliconiche

in corrispondenza dei giunti degli elementi, senza alcuna garanzia di durata nel tempo. Ecco perché Camini Wierer ha studiato e brevettato CONIX®, sistema camino a elevate pre-stazioni, caratterizzato da un giunto conico che non neces-sita di guarnizioni né fascette di assemblaggio.CONIX® ha una caratteristica unica, l’universalità di utilizzo; la sua designazione lo identi-� ca con la massima resisten-za al calore (T600), tenuta a pressione (H1), resistenza all’incendio da fuliggine (G) e impermeabilità alle conden-se (W). È idoneo per qualsia-si generatore, condizione di temperatura o pressione; va bene sempre, per sempre. CONIX® offre anche grandi vantaggi installativi; il sem-

plice incastro tra i due giunti maschio/femmina abbatte di oltre il 50% i tempi di installa-zione con un notevole rispar-mio nei costi e la semplicità della messa in opera riduce al minimo la possibilità di errore

per un’installazione in assolu-ta tranquillità e sicurezza.L’assenza guarnizioni garan-tisce assoluta affidabilità e risparmio dei costi di eser-cizio anche per l’utente, che non deve sottoporre il siste-ma a periodiche verifiche di tenuta.La forza, i vantaggi e le ga-ranzie di CONIX® hanno in-dotto Camini Wierer a una scelta epocale; eliminare definitivamente il sistema con guarnizioni. Una deci-sione radicale data da una totale sicurezza e fiducia nel prodotto che ha portato, a far data dal 10.10.2010, al-la storica scomparsa delle guarnizioni siliconiche dal mondo Camini Wierer. Perché solo CONIX® è per sempre.

Isover Clima34 G3 è l’unico pannello da cappotto in lana minerale con un indice di conducibilità termica pari a λ 0,034, un prodotto che non solo rappresenta una valida alternativa ai cappotti in natura plastica ma una soluzione innovativa e dalle caratteristi-che uniche, con il vantaggio di un prezzo straordinariamente accessibile. Isover Clima34 G3 abbina all’isolamento termico le caratteristiche uniche della lana di vetro: traspirabilità, comfort acustico, protezione dal fuoco e stabilità dimensionale, per un cappotto che dura nel tempo. È proprio la particolare natura della lana di vetro Isover, materiale impiegato come isolante in una casa su 3 in Europa, che conferisce le caratteristiche uniche che contraddistinguono Isover Clima34 G3. La struttura a celle aperte della lana di vetro confe-risce al pannello le prestazioni di isola-mento termico e traspirabilità. L’intreccio delle � bre di cui è composta crea una moltitu-dine di pori dove l’aria viene imprigionata impedendo così al calore di � uire attraverso il muro. Inoltre, grazie al valo-re di resistenza al passaggio del vapore acqueo uguale a quello dell’aria, un cappotto realizzato con Isover Clima34 G3 permette all’umidità in eccesso presente nell’edi� cio di fuoriusci-

re, evitando la formazione di mu� e e condense all’interno.La � essibilità ed elasticità della lana di vetro garantiscono al pan-nello le performance di isolamento acustico, adattabilità, dura-bilità e resistenza agli urti occasionali. A di� erenza degli isolanti plastici, il comportamento elastico della lana di vetro conferisce prestazioni uniche a un sistema a cappotto. Innanzitutto un ot-timo isolamento acustico ai rumori aerei quali tra� co, pioggia, grandine, ma anche un’elevata durabilità del sistema che corre minori rischi di fessurazione dovuti a sbalzi termici giornalieri e stagionali grazie alla stabilità dimensionale del pannello. Sem-pre risultato della struttura elastica della lana di vetro di cui è

composto, Isover Clima34 G3 permette anche una resistenza agli urti superiore agli standard e può essere facilmente adattabile a qualsiasi parete di base.Non da ultimo, la lana di vetro con cui è pro-dotto Isover Clima34 G3 proviene da materiale naturale per oltre il 95% (più dell’80% di vetro riciclato e silice): una scelta ecosostenibile, che si prende cura dell’ambiente dall’inizio alla � ne del suo ciclo di vita e contribuisce a uno sviluppo sostenibile nel tempo. La natura minerale del prodotto inoltre garantisce l’incombustibilità del materiale, caratteristica fondamentale per l’utilizzo di prodotti in facciata, come nel caso delle applicazioni a cappotto.

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I CAMINI WIERERCONIX® LA SCELTA SICURA SEMPRE

ISOVERCLIMA34 G3, IL CAPPOTTO IN LANA DI VETRO

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Maxima, Azienda di Poviglio (Re), leader nella realiz-zazione e nella distribuzione di utensili diamantati e macchine edili per taglio e carotaggio è lieta di presen-tare il primo espositore da banco che valorizza l’intera gamma di dischi professionali per il gres porcellanato: il Cer Oro Turbo, il Cer Rosa Turbo, il Cer Rosa Laser e il Cer Rosso Turbo.Tra questi, la novità nel campo degli utensili da taglio è rappresentata dal Cer Oro Turbo. È la naturale evolu-zione del disco più venduto e più imitato del mercato: il Cer Rosa Turbo. Pochi ma importanti dettagli li di� eren-ziano. La nuova versione Oro si distingue per un design

della corona diamantata che produce maggior velocità di taglio. La mag-

gior durata è ottenuta variando l’altezza della corona, che passa dai 7 mm del Cer Rosa Turbo ai 10 mm del Cer Oro Turbo.L’espositore “Linea ceramica” è nato per rispondere a tutte le esigenze di mercato e appartiene

alla linea di espositori da banco, speci� ci per linea di prodotto, pen-

sati e progettati da Maxima per favo-rire la vendita ai propri clienti. Grazie

al suo design semplice e ra� nato, alla comunicazione e� cace e diretta, in totale stile Maxima, esso è in grado di avvicinare i rivenditori all’utente � nale e accompa-gnarli nella scelta per loro più idonea. È il primo espositore da banco che comunica in mo-do e� cace un’intera linea di prodotti e facilita la scelta al cliente, anche attraverso le descrizioni delle princi-pali caratteristiche e di� erenze dei vari dischi in esso incorporate. Inoltre, la struttura dell’esposi-tore rende accessibile la consultazione delle tabelle tecniche ap-poste sul retro delle confezioni delle varie tipologie di dischi.Maxima, attra-verso questo nuovo espo-sitore, valo-rizza anche il territorio in cui opera e dimostra di es-sere parte atti-va del vicino D i s t r e t t o Ceramico di Sassuolo.

MAXIMAIL NUOVO ESPOSITORE PER LA LINEA CERAMICA

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I ECLISSESYNTESIS® COLLECTION

Syntesis® Collection include soluzioni scorrevoli a scomparsa prive di cornici esterne, soluzioni per porte battenti � lo muro, vani tecnici nascosti nella parete e un innovativo pro� lo battiscopa, in un sistema completo e modulare per la progettazione di pareti completamente lisce. Syntesis® Collection comprende:Syntesis® Line scorrevole, il controtelaio per porte a scomparsa senza � niture esterne. Grazie alla totale integrazione nella parete che lo ospita e all’assenza di cornici, il sistema raggiunge una perfetta sintesi tra tec-nica e design per un risultato estetico perfetto. Il controtelaio include elementi e dettagli costruttivi che, pitturati con lo stesso colore della parete diventano invisibili, all’insegna della perfetta mimetizzazione.Syntesis® Luce, il controtelaio per porte a scomparsa senza � niture esterne, che combina estetica e praticità. Disegnato per ottenere un’assoluta pulizia delle linee, contemporaneamente all’installazione di vari dispositivi elettrici come punti luce, comandi on/o� o prese. Gli accorgimenti costruttivi permettono di ottenere un risultato di asso-luta omogeneità della parete, mentre, con la tecnologia brevettata di Eclisse, il controtelaio viene predisposto per l’illuminazione.Syntesis® Line battente, la soluzione Eclisse che permette di installare una porta a battente raso muro. Con Syntesis® Line battente la parete è uniforme � no all’interno del foro di passaggio, senza che sia visibile alcun bordo in alluminio. Notevoli le prestazioni anche sul piano della robustezza per consentire l’installazione anche in misure fuori standard senza incorrere in deformazioni o crepe.Syntesis® Tech, la soluzione che permette di contenere vani di servizio. Cablaggi, tubature, impianti elettrici e persino ripostigli possono ora esser nascosti ed integrati con discrezione nella parete. Grazie a Syn-tesis® Tech, la parete appare completamente inalterata mentre i vani tecnici rimangono accessibili attraverso comode aperture push-pull. Personalizzabile con qualsiasi tipo di apertura, Syntesis® Tech permette di nascondere qualsiasi nicchia, lasciandola ispezionabile per inter-venti di manutenzione. Syntesis® Battiscopa, la versione montata con super� cie a � lo scorre a livello del muro senza sporgere, a di� erenza dei normali battiscopa. In questo modo i mobili possono appoggiare direttamente alla parete, senza che ci sia la necessità di rimodellare il battiscopa.

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Saint-Gobain Weber presenta weber.col la nuova generazio-ne di collanti per piastrelle ad alta sostenibilità ambientale. Alla base della nuova gamma weber.col vi è un legante eco-logico a elevate prestazioni a base di minerali riciclati che, riducendo l’utilizzo di cemen-to, consente maggiore rispar-mio di energia. Inoltre, grazie alla tecnologia SP Tech, i nuovi collanti Weber raggiungono un notevole abbattimento delle polveri nelle varie fasi di lavora-zione, garantendo un maggior comfort sia per l’applicatore sia per il committente � nale.

Saint-Gobain Weber, primo produttore al mondo di col-le, con le sue cinque famiglie di prodotto garantisce all’in-stallatore elevate prestazioni applicative con una gamma completa adatta a qualunque formato e tipologia di piastrella ed è in grado di rispondere alle diverse esigenze di posa.La famiglia weber.col Smart rappresenta la soluzione più e� cacie per la posa del cotto, della bicottura e monocottura in interno e in esterno, a parete e pavimento. La famiglia weber.col Pro, con-forme alla normativa europea

C2TE, permette la massima garanzia per la posa del gres porcellanato anche in sovrap-posizione grazie ai suoi 4 pro-dotti specifici per le diverse necessità:Weber.col ProGres Evo de-stinato alla posa di materiali inassorbenti e pietre naturali in esterno, interno nonché in box doccia e su massetti con impianto radiante.Weber.col ProGres Top per la posa dei materiali inas-sorbenti e pietre naturali di grandi dimensioni e su fondi critici.Weber.col ProGres Maxi è

l’adesivo cementizio senza polvere adatto per regolariz-zare pavimenti e pareti, sia in interno che in esterno, � no a 20 mm di spessore, prima del-la posa di piastrelle.Weber.col ProGres Fast rispon-de alle necessità di rapidità ed elevata adesione in caso di materiali grei� cati e sovrap-posizione anche di grandi di-mensioni e non sensibili alla macchiatura, garantendo un rapido indurimento.La famiglia weber.col Ultra, conforme alla normativa euro-pea C2TES1, risolve con i suoi tre prodotti, UltraGres Evo, UltraGres Top e UltraMarmo, ogni problema legato alla po-sa dei grandi formati, anche a basso spessore, sui fondi più critici sia a pavimento sia in facciata. La famiglia weber.col pro HF Light garantisce il massimo della � essibilità nella posa dei grandi formati sia a pavimento che in facciata ed è conforme alla normativa eu-ropea C2TES2.

Le membrane autoadesive Adeso® sono il prodotto imperme-abilizzante bituminoso più innovativo del settore. Rispondono alle necessità di sicurezza, velocità di realizzazione, versatilità d’uso tipiche delle tecnologie costruttive moderne. La facilità di posa su strutture delicate come il legno, l’applicazione sicura su pannelli isolanti sensibili alla � amma o la semplicità di interven-

ti di ripristino del manto impermeabile, costituiscono solo alcuni tra i vantaggi del sistema autoadesivo proposto da Polyglass®. Le membrane autoadesive con tecnologia Adeso® sono applicate senza uso di � amma. L’applicazione dei prodotti con tecnologia Adeso® è facile e veloce. I � lm monosiliconati asporta-bili, e un allineamento preciso dei teli, rendono il lavoro sicuro, piacevole ed esteticamente eccellente. Le mem-brane autoadesive Adeso® rispettano l’ambiente. Durante l’applicazione non producono fumi, odori e rumori. Nella linea sono disponibili membrane di natura SBS e APP, barriere al vapore bi-adesive, sotto-tegola con finitura antiscivolo e membrane per applica-zioni su muri contro terra, dotate di finitura in HDPE.

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I SAINT-GOBAIN WEBERLA NUOVA GAMMA WEBER.COL

POLYGLASSADESO, IL LEADER DELLE MEMBRANE AUTOADESIVE

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I Partner Commerciali di i elfweb

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