Madame Bovary vs Le vite degli altri

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Stefano Minelli III B

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Stefano

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L’opera che ho scelto di confrontare con il romanzo “Madame Bovary” di Gustave Flaubert si intitola “Le vite degli altri” (Das Leben der Anderen) scritto e diretto da Florian Henckel von Donnesmark.

Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 23 marzo del 2006.Prima di cominciare a trattare i contenuti delle opere cito brevemente la

vita del regista tedesco:Florian Maria Georg Christian Graf Henckel von Donnersmarck nasce a

Colonia il 2 Maggio del 1973. Cresciuto tra New York, Berlino, Francoforte e Bruxelles, parla correntemente, oltre al tedesco, l'inglese, il russo e l'italiano. Von Donnesmarck è il figlio di Leo-Ferdinand Graf Henckel von Donnesmarck e di Anna Maria von Berg.

Von Donnersmarck e sua moglie, Christiane Asschenfeldt, hanno tre figli: Lara Cosima (nata nel 2003), Leo Sylvester (2005) e Alexis Jaguar (2007). Vivono a Los Angeles. È’ di altissima statura, misurando ben 2,05 m.

GERD WIESLER

Il regista tedesco è principalmente noto per aver diretto questo film per il quale è divenuto celebre nel mondo. Nel 2010 ha diretto il thriller The Tourist, con Johnny Deep e Angelina Jolie

Filmografia parziale delregista:Mitternacht (1997) Das Datum (1998) Dobermann (1999) Der Templer (2002) Le vite degli altri (2006) The Tourist (2010)

FLORIAN VON DONNESMARCK

Il dramma confronta la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi (Ministero per la Sicurezza dello Stato), temuto organo di sicurezza e spionaggio interni. Questo film ha ottenuto grandissimi riconoscimenti in tutto il mondo poiché offre una differente prospettiva riguardo al governo socialista che controllava la Berlino dell’Est durante il 1980. E’ stato premiato con il Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2007.

GERD WIESLER

ANTON GRUBITZ

Nella Berlino Est dell'anno 1984, il capitano della Stasi Gerd Wiesler, nome in codice "HGW XX/7", viene incaricato di spiare e tenere sotto controllo Georg Dreyman, famoso scrittore di teatro, ritenuto non troppo in linea con l'ideologia del regime. Insieme alla sua squadra, Wiesler approfitta di una breve assenza di Dreyman dal suo appartamento e lo riempie di microfoni e microspie nascoste, e organizza un punto d'ascolto all'interno dello stesso edificio per poter spiare tranquillamente lo scrittore.

Wiesler è single, senza una vita privata, e vive in un semplice appartamento di edilizia popolare arredato spartanamente: spiando la coppia di artisti, è introdotto nel mondo dell'arte e dello spirito libero, e pure nelle relazioni umane, che lui non cura. Mentre vigila l'appartamento, Wiesler sente che durante la festa di compleanno di Dreyman, Albert Jerska un regista, legge un volume di Bertolt Brecht. Wiesler lo ruba di nascosto dall'appartamento ed inizia a leggerlo segretamente, restandone folgorato. Contemporaneamente, sotto l'azione della vita degli altri, Wiesler si sottrae sempre più all'incarico di trovare materiale compromettente sullo scrittore. I suoi resoconti diventano irrilevanti. Intanto Dreyman scrive un saggio sulla percentuale sorprendentemente alta e tenuta segreta dalle autorità di suicidi nella DDR e lo fa pubblicare sullo Spiegel. Wiesler non fa nulla per ostacolarlo.

Al contrario, protegge indirettamente Dreyman cercando di insabbiare l'intrigo il più a lungo possibile. Quando Christa-Maria (compagna di Dreyman) finisce col rivelare al superiore di Wiesler, Anton Grubitz, il coinvolgimento di Dreyman nell’articolo dello Spiegel; l'appartamento viene subito ispezionato, ma fortunatamente la macchina per scrivere (unica prova per inchiodare Dreyman) non viene rinvenuta. Grubitz, comunque, per provare la lealtà di Wiesler, fissa un nuovo interrogatorio dell'attrice sotto la sua supervisione, in cui lei rivela definitivamente a Wiesler il nascondiglio della macchina per scrivere.

Appena prima dell'ispezione nell'appartamento, condotta personalmente da Grubitz, Wiesler si affretta verso l'abitazione di Dreyman e di nascosto porta via la macchina per scrivere. Quando il tenente colonnello della Stasi Grubitz inizia a cercare proprio nel nascondiglio escogitato da Dreyman e rivelato da Christa-Maria, questa non sapendo che il nascondiglio è vuoto non può reggere la vergogna del tradimento: si precipita fuori di casa e si getta sotto un camion di passaggio, che la ferisce a morte. Pur senza poterlo provare, ora a Grubitz è chiaro che Wiesler ha protetto Dreyman, e perciò gli annuncia che la sua carriera è finita: passerà il resto della sua vita in uno scantinato ad aprire buste da lettere con il vapore, fino alla pensione, per i successivi vent'anni . È in questo scantinato che Wiesler si trova nel momento della caduta del muro di Berlino: di anni ne sono passati poco più di quattro.

Dopo un paio d'anni, in seguito alla riunificazione, Dreyman riesce a leggere i documenti dell'indagine della Stasi relativa alla sua persona. Molto perplesso, dai documenti Dreyman capisce finalmente che l'agente "HGW XX/7" lo ha coperto. Riesce a rintracciarlo: ora Wiesler si guadagna da vivere distribuendo pubblicità nelle buche delle lettere.

Due anni dopo Wiesler vede per caso il manifesto pubblicitario del romanzo Die Sonate vom Guten Menschen, scritto proprio da Dreyman. La dedica interna del libro reca la scritta: «HGW XX/7 gewidmet, in Dankbarkeit» («Dedicato a HGW XX/7, con gratitudine»). Wiesler Decide di acquistarlo.

GEORG DREYMAN

ALBERT JERSKA

Ho personalmente trovato molto interessante il confronto tra il romanzo di Gustave Flaubert, “Madame Bovary”, ed il film di Florian Henckel von Donnesmarck “Le vite degli altri”. Confronto queste due opere apparentemente così differenti perché, nonostante i pochi punti di contatto, penso che i due protagonisti delle opere scelte compiono esattamente il percorso opposto rispetto a quello che riguarda la lettura dei libri. In entrambi le opere, infatti, i libri determinano in modo differente le vite dei protagonisti di una e dell’altra storia.

Nel libro possiamo infatti notare come Emma, giovane ragazza sposata con il dottor Bovary, confonda la lettura dei romanzi letti nel corso dell’adolescenza con la vita reale, che a confronto risulta sfigurata rispetto ai lieto fine dei libri.

Il processo opposto viene compiuto da Gerd Wiesler, protagonista del film, apparentemente membro irremovibile delle Stasi senza la possibilità di un cambiamento sostanziale che si verifica invece sorprendentemente attraverso la lettura di un semplice libro di Bertold Brecht che lo introduce ad un diverso modo di vedere la realtà che lo circonda e gli fa riscoprire la sua umanità sepolta sotto la divisa e offuscata da un governo che somiglia più ad una dittatura per la modalità di pensiero che introduce in ogni membro di questo.

Entrando nel dettaglio in quelli che sono i particolari delle due opere possiamo notare come entrambi i personaggi vivano un grande conflitto interiore, anche se, come citato in precedenza, le parti si invertono all’interno dei due capolavori.

Nel film di Donnesmarck, infatti, inizialmente nel film il protagonista è succube del regime e si nota come sia fermamente convinto delle ideologie socialiste. Con il passare del tempo Wiesler si trova ad affrontare una nuova esperienza, ovvero entra come spia nell’ambiente della casa di Dreyman seguendo lui e la sua fidanzata in tutto quello che accadeva nella loro vita privata. Wiesler a contatto con questo ambiente, in particolare leggendo un volume di Brecht, cambia radicalmente riscoprendosi una persona diversa sopportando anche la punizione impostagli dal regime di finire la carriera ad aprire buste da lettere per tradimento nei confronti del governo.

Nel romanzo di Flaubert, invece, Emma Bovary, nel corso della sua giovinezza, si trova a leggere dei romanzi che non rispecchiano quella che è la vita reale, bensì uno stile di vita impossibile fatto di passione e tanta, tanta felicità. La lettura di questi libri, contrariamente all’esempio sopra citato, risulta dannoso per la giovane Emma, che rimane delusa dalla vita reale e vive nella continua ricerca di quella felicità attraverso i piaceri effimeri. Dopo aver verificato che quello che cerca non lo troverà mai, non regge al peso che la opprime e decide di intraprendere la via del suicidio. Lo stesso Flaubert ha apertamente dichiarato di immedesimarsi in parte nel romanzo da lui scritto.

Analizzando i temi affrontati dalle due opere è evidente la differenza che si verifica nel confrontare i due modelli, tuttavia cercherò di trattare le principali differenze e, anche se poche, le analogie dei capolavori presi in considerazione:

I temi principali affrontati all’interno del film che ho deciso di confrontare sono, tra gli altri, la libertà d’espressione, la censura, la dignità dell’arte e dell’uomo in opposizione alle regole ferree del regime Socialista che dominava la Berlino Est prima della caduta del muro.

Per quanto riguarda il romanzo di Flaubert, il tema principale è proprio il cosiddetto “bovarismo”, cioè il modo sofferto di sentire la vita che ha preso il nome direttamente dalla protagonista: Emma, vengono tuttavia affrontati anche altri temi come per esempio quello dell'adulterio, e il tema della morte che Emma si trova ad affrontare e a prendere una decisione definitiva. A questi argomenti trattati fa da sfondo l'odio per la vita borghese trattato da Flaubert in quest’opera ed il

viscerale romanticismo caratteristico dell’autore. EMMA BOVARY

E’ possibile invece cogliere qualche analogia tra il film ed il libro riguardante le due tipologie di temi affrontati dagli autori.

In modo particolare entrambe le opere trattano il tema dell’amore extraconiugale anche se descritto in modo differente.

Nel libro, infatti, Emma cerca insistentemente di avere una relazione extraconiugale perché è convinta di trovare la felicità e che questa possa quindi consentirle di essere serena ed in pace con se stessa. Nel, invece, la compagna di Dreyman, Christa-Maria, per poter continuare a recitare, viene costretta dal ministro della cultura Bruno Hempf, pezzo grosso all’interno del partito, ad avere un rapporto che le consente di proseguire nella sua brillante carriera.

Un altro tema rintracciabile in entrambe le opere è quello del cambiamento. Possiamo infatti notare come vi sia un forte cambiamento nella vita dei due protagonisti. E’ inevitabile infatti cogliere il grande mutamento di Wiesler, in opposizione alla delusione che pian piano matura all’interno di Emma che la rende fragile e vulnerabile.

Confrontando i due testi possiamo notare come l’ambientazione risulti differente nei due casi e questo ne determini lo sviluppo della narrazione.

Il film di Florian von Donnesmarck, infatti, si sviluppa principalmente in ambienti chiusi e bui nella Berlino Est del 1980, lasciando anche molto spazio, secondo me, all’immaginazione del visionatore.

Madame Bovary, al contrario inizia nell’ottobre del 1827, e termina nell’agosto del 1846, questo periodo viene anche chiamato “Monarchia di Luglio", ovvero il regno di Luigi Filippo. Si tratta di un periodo di netta ascesa della classe medio-borghese. Molta parte del lavoro di descrizione dei costumi della Francia rurale, tuttavia, può essere interpretata come critica sociale visto l’odio di Flaubert per la borghesia.

Il romanzo si sviluppa nella città Francese Rouen (Normandia) in spazi aperti dove prende luogo la maggior parte della narrazione. Il romanzo di gustave Flaubert, inoltre, viene situato nel lontano 1800, creando una notevole differenza di costumi oltre ai luoghi che fanno da sfondo alle due vicende affrontate.

Confrontando quelli che sono le modalità di esposizione dei due autori nel libro e nel film possiamo notare come questa risulti essere molto semplice nel primo, poiché i periodi sono spesso brevi e non troppo complessi, mettendo sempre bene in chiaro l’argomento trattato ed i contenuti, rendendolo molto piacevole nella lettura, mentre per quanto riguarda il secondo, la visione del film risulta molto scorrevole senza nascondere significati secondari o doppi sensi, a mio avviso, non entrando più di tanto nei dettagli ma toccando sempre quelli che sono i temi più importanti, fenomeno che si verifica in entrambe le opere. Posso quindi considerare il facile approccio che ho avuto leggendo e visionando le due opere a confronto come un canone di somiglianza che ho potuto constatare con grande piacere.

Per concludere ho trovato questo lavoro molto interessante e, sebbene non sia stato facile trovare un opera da proporre nel confronto con Madame Bovary, ho colto l’occasione per visionare e apprezzare un film che da tempo mi era stato consigliato. Alla fine penso che il confronto non risulti esageratamente forzato e che sia quindi piacevole da leggere ma che possa anche stimolare a vedere questo film che offre molti spunti interessanti da discutere. Il film propone infatti una visione realistica di quello che era il governo socialista della Germania dell’est, discorso che non viene affrontato spesso dai registi e che risulta essere molto interessante.

GUSTAVE FLAUBERT

Oltre al film sopra confrontato con Madame Bovary, ho trovato molto interessante il paragone già affrontato da un compagno di classe riguardante il film uscito l’anno scorso nelle sale cinematografiche: “Inception” di Christopher Nolan ed il romanzo di Flaubert. Ho trovato geniale questo confronto perché trovo che, oltre a essere un bellissimo film, presenti numerose analogie rispetto al tema da noi affrontato riguardante Madame Bovary.

Nel film di Nolan è possibile verificare infatti come il mondo dei sogni risulti perfetto a tal punto che quando la realtà ci si presenta davanti in tutta la sua brutalità risulti differente e deludente nei confronti dell’impossibile perfezione vissuta durante la permanenza nel mondo “dei sogni”.

Questo fenomeno si verifica nel film, ma anche nel libro, nel momento in cui Emma Bovary si rende conto che le cose lette sui libri quando era una ragazza non possono rispecchiare quella che è la vita reale. Questa consapevolezza può risultare dannosa e porta le persone a compiere gesti orribili come il suicidio, che si verifica, anche se per motivi differenti, in entrambi i capolavori affrontati.

DOM COBB

Per quanto riguarda quello che penso del confronto appena affrontato, credo che sia opportuno sostenere che non credo minimamente che il modo di pensare di Emma sia sbagliato e, anche se il gesto che ha compiuto è esagerato, penso che accada spesso nella vita di ognuno di volere che le cose vadano diversamente dalla realtà e ci è concesso di sperare che tutto vada nel verso giusto. Spesso, però, subentrano le difficoltà della vita che non possano essere alleviate e che fanno apparire la vita non degna di essere vissuta, ma penso che sia proprio perché esistono questi problemi che ci accorgiamo di quanto in realtà vivere possa risultare piacevole nonostante tutto.

Informazioni tratte da:www.Wikipedia.comwww.Megavideo.comwww.Spietati.it