Macro Mercati - aprile 2018 - Pramerica SGR€¦ · I dati macro hanno sorpreso mag-giormente in...

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1 Le aspettative di crescita sono le più elevate degli ultimi anni. Negli USA, l’accelerazione dell’economia sta avvenendo anche grazie alla ripresa degli investimenti. In Euro zona, la crescita si conferma sopra il potenziale. In Giappone non si vedeva una crescita così robusta da 18 anni mentre per i Paesi Emergenti il quadro macro resta solido. 3 Il quadro reflazionistico, già presente nel 2017, sembra confermato e rimane positivo per gli investimenti azionari anche se il posizionamento comincia ad apparire affollato. Cautela sul mondo corporate Investment Grade, con opportunità ancora per l’High Yield europeo. Positivo il carry offerto dai titoli governativi della periferia area Euro. 4 I rischi maggiori sembrano essere quelli geopolitici: dazi e guerra commerciale, le elezioni italiane, le elezioni di “midterm” negli USA, Cina. Temi principali 2 La riforma fiscale voluta da Trump sta dando respiro alla performance dei mercati, in particolare quelli azionari; oltre al beneficio diretto sugli utili delle imprese bisognerà valutare l’effetto sulla propensione a investire che potrebbe dare un’ulteriore spinta al ciclo economico statunitense. Macro & Mercati - aprile 2018

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1 Le aspettative di crescita sono le più elevate degli ultimi anni. Negli USA, l’accelerazione dell’economia sta avvenendo anche grazie alla ripresa degli investimenti. In Euro zona, la crescita si conferma sopra il potenziale. In Giappone non si vedeva una crescita così robusta da 18 anni mentre per i Paesi Emergenti il quadro macro resta solido.

3 Il quadro reflazionistico, già presente nel 2017, sembra confermato e rimane positivo per gli investimenti azionari anche se il posizionamento comincia ad apparire affollato. Cautela sul mondo corporate Investment Grade, con opportunità ancora per l’High Yield europeo. Positivo il carry offerto dai titoli governativi della periferia area Euro.

4 I rischi maggiori sembrano essere quelli geopolitici: dazi e guerra commerciale, le elezioni italiane, le elezioni di “midterm” negli USA, Cina.

Temi principali

2 La riforma fiscale voluta da Trump sta dando respiro alla performance dei mercati, in particolare quelli azionari; oltre al beneficio diretto sugli utili delle imprese bisognerà valutare l’effetto sulla propensione a investire che potrebbe dare un’ulteriore spinta al ciclo economico statunitense.

Macro & Mercati - aprile 2018

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A cura del Team Investimenti di UBI Pramerica SGR

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Lo scenario macroeconomico globale si è ulteriormente rafforzato

Indicatori di fiducia ai massimi per imprese e famiglie

L’economia USA cresce sopra il potenziale; la riforma fiscale di Trump potrebbe aggiungere fino a mezzo punto percentuale alla crescita del PIL

Le aspettative di crescita sono le più elevate degli ultimi anni, lo scenario macroeconomico globale si è rafforzato ulteriormente nella seconda parte del 2017, favorendo una continua revisione al rialzo.

Continua ad aumentare il numero di Paesi in cui sale l’utilizzo dei fattori della produzione,

chiudendo il differenziale (“output gap”) con i fattori disponibili che si era aperto con la grande recessione.

Sia gli indicatori di fiducia delle im-prese, sia i dati reali confermano il trend di miglioramento degli inve-stimenti, essenziale per il prolunga-mento della fase di espansione.I consumi continuano a rimanere solidi grazie soprattutto a un mer-cato del lavoro che resta molto for-te, con un tasso di disoccupazione ormai inferiore a quello che la Fed considera il potenziale di lungo periodo e vicino ai minimi storici.

Il tasso di crescita dell’economia statunitense è tornato ad attestarsi sopra il livello potenziale e vicino al 3%, il rallentamento eviden-ziato nel primo trimestre 2017 è stato temporaneo. Tra i princi-pali contributi all’accelerazione dell’economia statunitense c’è in-dubbiamente da segnalare quello degli investimenti non residenziali che erano stati i grandi assenti dei

primi anni della ripresa. Anche la parte di investimenti residenziali, dopo una fase di rallentamento, sembra aver ripreso forza nei mesi recenti con dati ai massimi degli ultimi anni. Inoltre, l’approvazio-ne della riforma fiscale di Trump potrebbe ulteriormente rafforzare il quadro di crescita, con un incre-mento stimato del PIL nell’ordine di mezzo punto nell’anno in corso.

Fonte dati Bloomberg; elaborazione UBI Pramerica SGR

dISoccUPAzIone USA

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Nonostante l’inflazione sotto il target, nel 2018 la Bce sarà meno accomodante

In eurozona, crescita sopra il potenziale e indicatori di fiducia ai massimi

Fonte dati Bloomberg; elaborazione UBI Pramerica SGR

InfLAzIone AReA eURo

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Le pressioni salariali rimangono modeste e così pure le pressioni inflazionistiche

A questo quadro positivo non cor-risponde un incremento sostanzia-le della crescita salariale e quindi delle pressioni inflazionistiche che rimangono al di sotto dei target della Fed.Lo scenario di base rimane quello che prevede un moderato incre-mento della crescita dei prezzi e quindi una prosecuzione della po-litica di rialzi graduali dei tassi da parte della Banca centrale statuni-tense.

L’inflazione invece continua a non mostrare alcun segno di accelera-zione e pertanto permane ben al di sotto del target della BCE. Questo rende ancora necessario il mante-nimento da parte della istituzione monetaria europea di una politica accomodante anche se appare pro-babile il termine del programma di QE nel corso del 2018.

I dati macro hanno sorpreso mag-giormente in positivo in Eurozona. La crescita, attualmente, è sopra il potenziale e il progresso appare anche più omogeneo rispetto a pe-riodi recenti.

Il PIL del 2017 è aumentato di quasi un punto percentuale in più rispetto alle previsioni di inizio anno.

I vari indicatori di fiducia sono vi-cini ai massimi degli ultimi anni, qualcuno addirittura ai massimi storici.

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confermata la ripresa dell’economia nipponica

Principali rischi geo-politici

Il Giappone ha evidenziato una certa volatilità macro, anche se gli ultimi dati hanno confermato un quadro di crescita robusto che non si registrava da 18 anni.

La dinamica inflazionistica, però, è rimasta significativa-mente sotto l’obiettivo del 2%,

con un incremento dell’indice ge-nerale dello 0,5% su anno in no-vembre. In tale contesto la Bank of Japan ha rimandato al 2019 il rag-giungimento del target d’inflazione e pur mantenendo l’attuale stance ultraccomodante, ha annunciato l’avvio della riduzione dell’acquisto di titoli sul mercato per quelli con scadenze superiori a 10 anni.

In questo quadro globale general-mente positivo, i rischi maggiori risiedono nelle tensioni geopoli-tiche (dazi e guerra commerciale, le elezioni italiane, le elezioni di “midterm” negli USA) e nei tradi-zionali squilibri della crescita ci-nese, oltre al fatto che la durata di questo ciclo lo pone al di sopra della media storica.

Paesi emergenti con buoni fondamentali e positive condizioni tecniche

Per quanto riguarda i Paesi Emer-genti, il quadro macroeconomico resta solido. La crescita in modera-to aumento e superiore a quella dei Paesi sviluppati e un’inflazione che si stabilizza intorno agli attuali li-velli (con qualche eccezione), fanno pensare a politiche monetarie an-cora accomodanti nell’area. Potreb-be presentarsi, in qualche Paese, il rischio idiosincratico per elezioni o per la rinegoziazione di accordi, come il Nafta.

Fonte dati Bloomberg; elaborazione UBI Pramerica SGR

S&P 500 Index

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Rebus governabilità in Italia

Le elezioni politiche italiane hanno premiato i partiti più populisti ma nessuna delle coalizioni ha la mag-gioranza necessaria per formare un governo. Una coalizione tra le forze maggiormente populiste, poi, sembra al momento altamente im-probabile. Un Parlamento “inges-sato” non è necessariamente una soluzione “market unfriendly”, che possa cioè impaurire i mercati. Ri-mane il rischio che un eventuale governo di minoranza o di larghe intese possa trovare convergenza su alcuni temi (politica fiscale, pen-sioni, ecc…) e deviare dalla traiet-toria di rientro del debito pubblico. In questo caso potrebbe verificarsi un allargamento del premio richie-sto per l’investimento in titoli di stato italiani. Al contrario, una so-luzione di governo moderata e che non metta a rischio le riforme ef-fettuate potrebbe portare maggiori investimenti sul Paese Italia.

“America first”

Uno degli elementi di maggio-re incertezza per lo scenario è quello relativo ai dazi che l’Amministrazione americana è decisa ad applicare su alcu-ni settori e nei confronti di al-cuni Paesi.

Se dovesse verificarsi una vera guerra commerciale, l’impatto sa-rebbe sicuramente negativo per la crescita globale e anche per l’eco-nomia americana. Il mercato sem-bra guardare con attenzione a que-sta ipotesi anche se le schermaglie che si stanno susseguendo finora non dovrebbero essere in grado di deragliare la fase di crescita econo-mica che stiamo sperimentando. La nostra idea è che, al momento, non si stia prefigurando lo scenario più negativo.

Mercato obbligazionario core ancora caro; opportunità di rendimento ancora presenti nel debito della periferia area euro

Il mercato obbligazionario core continua ad apparire caro e a non riflettere appieno il miglioramento del quadro macroeconomico. Il premio al rischio sia in Europa che negli USA rimane estrema-mente vicino ai minimi storici e tutti i modelli di fair value indi-cano che, in questo momento, il livello dei tassi dovrebbe essere più elevato. Questo, unitamente al momentum macroeconomico, por-

ta a mantenere un posizionamento sostanzialmente corto di duration per la componente core.Per quanto riguarda le obbligazio-ni periferiche, in particolare Italia e Spagna, viene mantenuta una view moderatamente positiva.

Sui BTP le pressioni maggiori po-trebbero registrarsi solo dopo l’in-sediamento di un governo che in-traprenda manovre “populiste”.

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Mercato corporate meno attraente nella parte Investment Grade; ancora opportunità di rendimento nell’High Yield area euro

Relativamente al mercato corpo-rate, la situazione generale resta positiva, un atteggiamento ancora accomodante delle Banche Cen-trali e una crescita solida con bas-sa inflazione; le valutazioni della componente Investment Grade, però, sono particolarmente tirate e gli spread non sono lontani dai minimi storici registrati prima del-la grande crisi. I livelli raggiunti, unitamente alla riduzione dello stimolo da parte della BCE, racco-mandano maggior cautela e l’ap-proccio dovrà essere più tattico. La pressione sugli spread potrebbe aumentare man mano che ci si av-vicinerà al termine degli acquisti di titoli da parte della Banca Centrale. Questo induce ad un atteggiamen-to piuttosto cauto sui portafogli corporate, soprattutto, sulla parte Investment Grade, mentre resta leggermente più positivo l’orienta-mento sull’High Yield europeo.

Scenario positivo per l’azionario, in particolare area euro, Giappone e, selettivamente, Paesi emergenti

Lo scenario macro resta positi-vo per il mercato azionario con un ulteriore miglioramento delle prospettive in seguito all’appro-vazione della Riforma Fiscale ne-gli USA, che dovrebbe portare a un aumento di circa il 10% degli utili delle aziende dello S&P 500. Per il 2018 le previsioni di crescita degli utili americani sono di circa il 14,5% contro il 12% del mese di

dicembre. Pertanto, nei portafogli di asset allocation viene general-mente mantenuto un sovrappeso dell’asset class azionaria che, però, non è ai valori massimi. A livello geografico, il sovrappeso riguarda, soprattutto, l’Europa, il Giappo-ne e gli emergenti che presentano premi per il rischio interessanti mentre la posizione sul mercato americano resta un po’ più cauta.

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