Macrofotografia - Dalla dalla macro al microscopio Macro Al Microscopio - Massimo Brizzi

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38 PC PHOTO dalla macro al microscopio Passo dopo passo, Massimo Brizzi ha messo a punto rafnate tecniche di macro e microfotograa, con crescenti richieste di immagini e collaborazioni con istituti e laboratori. In questa ma- turazione si è sviluppata anche la sua comprensione del delicato equilibrio naturale, il cui stravolgimento porta danni gravi e a volte irreparabili per il nostro futuro. Credo non ci sia fotografo che non abbia ripreso una farfalla o unʼape sul ore, a volte con discreti risultati, ma il “salto di qualità” è alla portata di tutti? Per fare il salto di qualità bisogna sentirsi pronti, non si può pensare che il fotografo della domenica possa fare tutto bene e subito. Affrontare un genere specialistico richiede forti moti- vazioni e la consapevolezza del lungo lavoro di perfezionamento necessario. Io mi sono sempre sentito attratto dalla macro, ma sono arrivato per gradi ad ottenere i risultati più interessanti. Sono partito con le lenti addizionali, poi sono passato ad invertire le ottiche, a tubi di prolunga e soffietto... a ottiche da cine- presa. Ho provato di tutto. Poi arriva il momento che uno pensa “adesso bisogna fare sul serio”, compra lʼottica macro e i risultati si comincia- no a vedere. Ma è giusto così, si deve maturare per gradi e capire se davvero la macro interessa così tanto da spen- dere soldi e tempo per andare oltre le foto alla portata di tutti. I soggetti sono tutti difficili, perché gli insetti non si mettono in posa e quindi sta al fotografo aspettare il momento giusto, quellʼattimo fuggente che permette di fotografarlo in una posa che dia il mas- simo dellʼinsetto. In questo genere di riprese, quanto “Graphos oma i talicum” (emitteri in accoppiamen to). Si trovano gene- ralmente nei prati e nella vegetazione di boschi, prevalentemente su om- brellifere (Apiacee). Il colore criptico (rosso e nero) serve a segnalare ai  preda tori (uccelli) il pro prio sapor e disgustoso. Fotocamera Nikon Coolpix 4500. Macrofotografia Dalla macrofotograa con tubi di prolunga e sofetti alla ripresa con il microscopio , che assicura stabilità e unʼilluminazione appositamente progettata per dare il massimo. I vantaggi della tecnologia digitale, a cominciare dalle compatte.

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Dalla macro al microscopio

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dalla macro al microscopio

Passo dopo passo, Massimo Brizzi hamesso a punto rafnate tecniche dimacro e microfotograa, con crescentirichieste di immagini e collaborazionicon istituti e laboratori. In questa ma-turazione si è sviluppata anche la sua

comprensione del delicato equilibrionaturale, il cui stravolgimento portadanni gravi e a volte irreparabili per ilnostro futuro.

Credo non ci sia fotografo che nonabbia ripreso una farfalla o unʼapesul ore, a volte con discreti risultati,ma il “salto di qualità” è alla portatadi tutti?Per fare il salto di qualità bisognasentirsi pronti, non si può pensareche il fotografo della domenica possafare tutto bene e subito. Affrontare un

genere specialistico richiede forti moti-vazioni e la consapevolezza del lungolavoro di perfezionamento necessario.

Io mi sono sempre sentito attratto dallamacro, ma sono arrivato per gradi adottenere i risultati più interessanti. Sonopartito con le lenti addizionali, poi sonopassato ad invertire le ottiche, a tubi diprolunga e soffietto... a ottiche da cine-

presa. Ho provato di tutto.Poi arriva il momento che uno pensa“adesso bisogna fare sul serio”, compralʼottica macro e i risultati si comincia-no a vedere. Ma è giusto così, si devematurare per gradi e capire se davverola macro interessa così tanto da spen-dere soldi e tempo per andare oltrele foto alla portata di tutti. I soggettisono tutti difficili, perché gli insettinon si mettono in posa e quindi sta alfotografo aspettare il momento giusto,quellʼattimo fuggente che permette difotografarlo in una posa che dia il mas-

simo dellʼinsetto.

In questo genere di riprese, quanto

“Graphosoma italicum” (emitteri in accoppiamento). Si trovano gene-ralmente nei prati e nella vegetazione di boschi, prevalentemente su om-brellifere (Apiacee). Il colore criptico (rosso e nero) serve a segnalare ai predatori (uccelli) il proprio sapore disgustoso.Fotocamera Nikon Coolpix 4500.

Macrofotografia

Dalla macrofotograa

con tubi di prolunga

e sofetti alla ripresa

con il microscopio,

che assicura stabilità

e unʼilluminazione

appositamente

progettata per dare il

massimo. I vantaggi

della tecnologia

digitale, a cominciare

dalle compatte.

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“Daphnia Pulex” (ninfa di pulce dʼacqua) appena fuoriuscita dalla camera incubatrice. Nellʼaddome, frontalmente, si possono intravedere le zampe esapode ltranti, con cui la larva respira. Ingrandimento 300x, illuminazione in contrasto di interferenza.

cʼè di documentazione e quanto direportage o creatività?Io non fotografo mai per pura documen-tazione, perché sarebbe come fare unafototessera al posto di un ritratto allapersona; metto sempre la mia creativitànel cercare la posa e la luce che valoriz-zino al meglio lʼinsetto. Il soggetto vasempre visto in una luce diversa, inten-dendo questo sia in senso letterale che insenso gurato.In primo luogo bisogna amare la na-tura, altrimenti non si fanno belle fotoe la si distrugge soltanto, poi si devedare il massimo per ottenere il risultatopressato. Ogni periodo dellʼanno ha i

suoi insetti: dalla primavera allʼestateinoltrata so qualʼè il ventaglio di specieche potrei trovare in una certa zona eallora parto con lʼidea di fare certe foto,poi naturalmente il più delle volte trovosoggetti e occasioni diverse da quelleche pensavo. Infatti va ricordato che sitratta di una vera caccia fotograca, contutti gli imprevisti del caso, positivi enegativi.

Quali sono le doti di un bravo ma-crofotografo? Conoscenze tecniche,

conoscenze entomologiche, metodo,pazienza, perseveranza?Oltre alla passione, che ci spinge e ci

motiva, è essenziale unʼelevata compe-tenza tecnica. Se non si è in grado di ri-prendere un soggetto in scala 1:1 a buonlivello, è inutile buttarsi sul campo. Sulcampo poi le situazioni possono esseremolto diverse da quelle comode e con-trollate nelle quali ci siamo preparati.Ci vogliono anche conoscenze entomo-logiche di base, perché altrimenti non siriconosce quello che si fotografa. Poi civuole pazienza e perseveranza, perchéuna bella foto si può fare per caso, marisultati ripetuti richiedono impegnocostante.

Si vedono macro notevoli realizzate

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Cimice dei boschi. In questa immagine laterale si nota,sotto le antenne, lʼapparato perforante-succhiante (ro-stro) con cui lʼemittero si nutre.Obiettivo Zeiss Planar 100 Makro con sofetto di prolungaa doppia slitta Contax per un rapporto di riproduzione di2:1. Flash su slitta in TTL. Fotocamera Canon Eos 450D.

con le compatte digitali, che spessohanno unʼottima resa nella messa afuoco molto ravvicinata. Quando èpreferibile questa soluzione allʼobiet-tivo macro sulla reex?Il fatto di avere un sensore più piccolonon penalizza le riprese di insetti, vistoche di solito il problema è proprio quel-lo di ingrandire a sufcienza lʼimmagineper riempire adeguatamente il fotogram-ma, mentre la possibilità di effettuareriprese ravvicinate è molto utile.Però non tutte le compatte vanno beneallo stesso modo. Ad esempio ho ri-scontrato che le vecchie Nikon Coolpix,come la 950 e 990, sono eccezionali perquesto impiego. Quando la luminositàambiente è al massimo, si possono usa-re addirittura senza ash e la qualità èfavolosa.In genere le compatte si rivolgono al va-sto pubblico e quindi non sono pensateper applicazioni specialistiche però, oper caso o per una scelta dei progetti-

sti, capita che qualche modello si riveliparticolarmente adatto ad un certo tipodi riprese. Se la fama si diffonde, quel

modello copre di fatto il ruolo di model-lo specialistico.Oggi anche nellʼambito delle compattesi sono create delle nicchie, come lamicrofotograa o il digiscoping (fotoca-mera compatta abbinata a cannocchialeo telescopio), per cui ci sono modelliprogettati con un occhio di riguardo perqueste applicazioni.La qualità della reex resta sempre supe-riore, però il mio 100mm macro Planarsi allunga molto per arrivare al rapporto1:1 e questo porta ad una perdita di lu-minosità di circa 2 diaframmi; quindi civuole per forza il ash e non si può usarea mano libera. Così per alcuni scatti micapita di usare la compatta. La compattaè utile anche quando si vuole fotografareun intero ambiente, come ad esempio unformicaio con tutte le formiche intorno;in questi casi la compatta è superioreperché grazie alla maggiore profonditàdi campo riesce a descrivere lʼambiente,mentre la reex tende sempre ad isolare

il soggetto.

Usi sempre il treppiede e il ash?

Al treppiede preferisco il monopiede. Iltreppiede è più pesante e lento e tendea far perdere il contatto con lʼinsetto.Invece il monopiede mi permette spo-stamenti più rapidi e continui, pur assi-curando quellʼappoggio che garantiscela stabilità delle riprese, perché il micro-mosso è sempre un nemico in agguato.Il ash lo uso soprattutto sulla slitta,regolato per la posizione grandangolare.In questo modo la luce spiove dallʼalto emantiene un aspetto naturale, perché innatura la luce è quella solare e provienesempre dallʼalto.Con insetti molto piccoli uso il ash anu-lare, ma non a 360 gradi perché darebbeuna luce troppo piatta; maschero la parteinferiore, sempre per fare in modo che laluce provenga dallʼalto.

Oggi ci sono motivi concreti per usareancora lʼanalogico in queste riprese?Nella macrofotograa, a mio avviso lapellicola è ancora superiore. Guardando

i 50x75 stampati da Velvia 50, mi vieneda dire che col digitale ancora non ci ar-riviamo, soprattutto come profondità del

“Coreus marginatus” (emittero). Chiamata anche cimice deiboschi, opera in gruppo e si nutre di bacche, mirtilli e simili.Possiede una vista molto acuta. Se catturata, secerne dalleghiandole poste ai lati dellʼaddome un liquido acre maleo-dorante, la propria Emolinfa interna, da ciò lʼappellativo di«cimice puzzolente».Obiettivo Zeiss Planar 100 Makro montato su Canon digitaletramite anello adattatore. Rapporto dʼingrandimento 1:1.

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«Ragno granchio»(aracnide). Questoastuto predatore rimaneimmobile sotto ai ori, con le zampe in

atteggiamento simile adun granchio, in attesadi cogliere al volole prede. Ha proprietàmimetiche.Obiettivo Zeiss Planar 100 Makro su Canon Eos, conun ash per schiarire leombre.

colore e tridimensionalità.Nella microscopia è diverso, perché nel-lʼilluminazione per trasparenza lʼimma-gine digitale è decisamente superiore; ilcontrasto che ottieni col digitale non lopuoi avere in pellicola. Oggi poi non ènemmeno più possibile farsi stampareuna diapositiva in Cibachrome.

Arriviamo quindi a parlare di micro-scopio

Ho provato a fare della supermacroacquistando delle ottiche usate ZeissLuminar montandole sul sofetto, ma

poi subentra il micromosso e la difcoltàdi illuminazione. Alla ne non cʼè nienteda fare: per andare oltre la macro ci vuo-le il microscopio, che assicura stabilità eunʼilluminazione propria appositamenteprogettata per dare il massimo.Però anche qui occorre fare pratica pri-ma di ottenere il massimo, non puoi pen-sare di acquistare il microscopio il saba-to e fare foto eccezionali la domenica. Ioho impiegato un anno. Naturalmente ci

si deve informare su dei buoni libri, pernon perdere troppo tempo in tentativisenza un criterio preciso. Il microscopio

è uno strumento particolare che va com-preso e approfondito.

Campo chiaro, campo scuro, contra-sto di fase... Ci puoi illuminare?Sono tipi di illuminazione utilizzati coimicroscopi e si adattano più o menobene ai diversi soggetti, oppure servo-no per evidenziare particolari diversi.Lʼilluminazione in campo chiaro è pertrasparenza, con la luce che proviene

da sotto e attraversa il soggetto prima diarrivare allo strumento.Il campo scuro si ha con un sistema

“Pediculus Capitis Humanus” (pidocchiodel capello). Il pidocchioè fotografato vivo tra frammenti del capello.

 Microscopio da ricer-ca Nikon Eclipse concondensatore a torret-ta ruotante in campooscuro e illuminatore a bra ottica. Fotocamera Nikon Coolpix 4500.

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ottico che indirizza la luce verso il pre-parato in modo da colpirlo con una luceradente. In questo modo la luce deviatadal soggetto forma lʼimmagine che ve-diamo, mentre lo sfondo resta nero.Il contrasto di fase consente di fotogra-fare microrganismi o tessuti completa-mente trasparenti e si basa sul fenomeno

dellʼinterferenza luminosa. Il soggettoviene illuminato da una luce suddivisa indue porzioni che hanno fase differente ediverso angolo di incidenza. La luce cheattraversa il campione va soggetta ad unulteriore cambiamento di fase e, quandosi ricombina con la luce non rifratta, ren-de visibili i componenti trasparenti chehanno un indice di rifrazione differenteda quello del liquido che li circonda.

Dove si possono cercare i nostri sog-getti?Non occorre andare in luoghi esotici,

perché anche la pozza nel giardino o ilpiccolo stagno nel bosco possono dareabbondanza di soggetti da osservare e

fotografare. L̓ importante che lʼacquasia stagnante, perché queste condizionifavoriscono lo sviluppo dei microrga-nismi; quelli più affascinanti si trovanonegli ambienti sporchi (ma non inquinatida scarichi industriali tossici), dove è incorso il processo naturale di puricazio-ne, mentre nelle acque chiare e in rapi-

do movimento non si trova nulla. Haipresente quando nellʼanalisi dellʼacquaminerale scrivono che è batteriologica-mente pura? Vuol dire che non cʼè nien-te da osservare al microscopio.

Vuoi parlare di qualche tua iniziativarecente?Ho fatto una mostra a Prato, al Centrodi Scienze Naturali, dove ho espostoparecchie immagini. Oltre al mio sitopersonale (www.massimobrizzi.it), col-laboro regolarmente con Ulisse SISSA(Scuola Internazionale Superiore di

Studi Avanzati), dove potete trovare mieimmagini alla sezione Controluce (http://ulisse.sissa.it/controluce).

Cerco anche di tenere il pi possibile ilcontatto con le scuole: quando proiettole mie diapositive scattate al microsco-pio, i bambini restano a bocca aperta.Purtroppo queste attività sono occa-sionali e relegate al passaparola tra gliinsegnanti che mi chiamano. Infatti, par-lando in termini generali, devo dire che

manca qualunque tipo di iniziativa tesa aportare questa conoscenza nelle scuole;eppure sarebbe importante per far capirealle nuove generazioni la natura e i suoimeccanismi delicati.

Cʼè una richiesta di mercato per que-sto genere di immagini?Io vendo molto su internet. Veterinari,biologi e ospedali mi chiedono so-prattutto immagini al microscopio emacro di parassiti, mentre sugli insetticʼè minore richiesta. I laboratori dianalisi e i biologi hanno grandi attrez-

zature, ma spesso sono carenti nellecompetenze fotograche e quindi michiedono direttamente le immagini

“Tranchelius ovum” (ciliato). Animaletto a bottiglia che si trova in acque eutroche, cioè ricche di sostanze nu-

tritive. Microscopio da ricerca, condensatore Dark eld luce polarizzata. Ingrandimento 200x. Fotocamera Nikon Coolpix 4500.

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oppure una consulenza per sfruttarebene le apparecchiature che hanno indotazione.

In queste riprese si corrono rischi dipunture e parassiti, oppure di con-trarre malattie?In genere i rischi sono molto modesti.

Fotografando gli scorpioni, bisognastare attenti nei periodi estivi, che sonoquelli dellʼaccoppiamento, dato che isoggetti allergici potrebbero subire unoshock analattico. Un altro rischio èlegato alla zanzara tigre, ma questo ècomune a chiunque si trovi per qualun-que motivo negli ambienti frequentati daquesto insetto.Per i parassiti, più che con i pidocchi sirischia con le zecche: stanno appostatenelle erbe del prato alla ricerca di ospitie possono scegliere una persona, anzi-ché un cane o una pecora. Le femmineintroducono il pungiglione nella pelleper succhiare il sangue e alimentare lacrescita delle uova. Vanno rimosse con

delicatezza, facendo attenzione afnchil pungiglione non rimanga nelle pelle,che poi si infetterebbe. Nel caso, oltrea consigliare di rivolgersi ad un presi-dio medico, la tecnica giusta è quelladi soffocare la zecca con olio o grasso,dopodiché si stacca da sola.Di ragni pericolosi nelle nostre zone cʼè

solo la vedova nera (nome scientico“Latrodectus tredecimguttatus”), da nonconfondere con la parente americana cheè estremamente pericolosa.

Ci sono vincoli? Se porto via un va-setto dʼacqua da uno stagno possoandare incontro a sanzioni?No, non ho mai incontrato difcoltàdel genere. Basta stare attenti ai laghiprivati, perché in fondo si entra semprein casa dʼaltri, e chiedere il permessospiegando le proprie intenzioni.

Ma quanto costa attrezzarsi per co-minciare a fare qualcosa di serio?La microscopia si può fare anche con

strumenti semplici e dal costo di sette-ottocento euro, al massimo mille. Conqueste cifre si compra un microscopioda laboratorio biologico, non di marcama di buona qualità.È consigliabile un microscopio trinocu-lare, che oltre ai due oculari per lʼosser-vazione prevede il tubo per alloggiare la

macchina fotograca.Le ottiche devono essere planari, perchése i bordi non sono ben corretti non sipuò fare della buona fotograa. Tra lemarche economiche di buona qualità mivengono in mente Alstar, Konus e Ziel,mentre chi fosse disposto a spenderecifre molto più alte potrebbe guardareanche a Nikon, Olympus e Zeiss.Anche lʼusato non è da scartare, perchéconsente di avere prodotti validi a prezzisensibilmente inferiori al nuovo; infattiil microscopio si usa in casa e quindinon si rovina facilmente, e poi lʼevo-luzione tecnica non è così incalzante equindi non serve avere sempre lʼultimomodello.

“Notonecta Glauca” (ninfa di emittero acquatico). Piccolo predatore che vive in corsi dʼacqua, ruscelli e sulle

rive di piccoli laghi. Sospeso a testa in giù sotto il livello dellʼacqua, utilizza i grandi occhi per localizzare e cat-turare le prede di cui si ciba. Abile nuotatore, è estremamente veloce.100 ingrandimenti. Campo nero e bra ottica.

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Panoramica di diatomee. In questo vetrino si possono osservare forme e tipologie molto diverse. Ogni diatomeasi è in pratica adattata allʼambiente circostante: pressione, luce, corrente uviale o di lago, posizione, ecc.hanno inuito sulla conformazione evolutiva attuale. Microscopio 200x in campo oscuro.

In genere i prodotti ottici russi e cinesihanno la fama di basarsi su progettivalidi e di essere costruiti con dimen-sionamenti abbondanti, ma di peccaredi tolleranze produttive un poʼ ampiee messa a punto approssimativa.Questo vale anche per i microscopi?Io non ho riscontrato problemi di questotipo. Naturalmente dipende anche daicanali commerciali ai quali ci si rivolge.Acquistando da un rivenditore specializ-zato ci si aspetta anche una corretta mes-

sa a punto dello strumento e la soluzionedi eventuali problemi.

Hai riferimenti da dare a chi cercasseconsigli e avesse domande specichesulla microfotograa?Vorrei segnalare Microcosmo Italia(http://microcosmo.homeip.net/), ungruppo che vanta un buon numero disoci ed è aperto allo scambio di infor-mazioni ed esperienze.Si fanno anche dei meeting di micro-scopia e ci si può incontrare portandole foto.

Come vedi lʼinteresse per macro e mi-crofotograa? In calo o in crescita?

La macrofotograa la vedo un poʼ instasi. Nellʼopinione pubblica lʼinsettoviene associato allo scarafaggio o allazanzara tigre e quindi cʼè difdenza edistacco.Invece lʼinteresse per la microscopia èsicuramente in crescita, perché anche lepersone comuni restano affascinate dal-lʼidea del microscopio che ti fa vederelʼinvisibile. È come entrare in un altromondo, in unʼaltra dimensione.

Che ruolo ha la fotograa di questomicrocosmo nella tua visione delmondo?La fotograa al microscopio ottico deimicrorganismi presenti nelle acque diumi, torrenti e laghi rappresenta unatappa fondamentale nel mio viaggiodi ricerca e maturazione personale.Analizzando e studiando queste im-magini, mi sono reso conto del ruoloimportantissimo svolto dai microrga-nismi, visto che qualsiasi raccolta diacque inquinate da sostanze organiche,se non viene alimentata con nuove so-

stanze inquinanti, dopo un certo temporitorna pulita. Questo processo prendeil nome di autopuricazione ed avviene

quasi esclusivamente ad opera dei bat-teri che scindono le sostanze organichee le scompongono in H2O, CO2 ed inelementi minerali. Quando il processodi autopuricazione è concluso, non visono più sostanze organiche, lʼacqua ènuovamente pura, ricca di ossigeno esenza odori.Purtroppo questo processo può venirestravolto dallʼintervento umano. Adesempio, lʼimmissione di elevate con-centrazioni di concimi chimici nelle ac-

que produce un proliferare delle alghe,che quando muoiono vanno in decom-posizione ed assorbono tutto lʼossigenodallʼacqua, causando morie di pescie così via. A causa dellʼinquinamentoumano, oggigiorno occorre afdare aidepuratori il ruolo che prima svolgevala natura; paradossalmente lʼuomo è co-stretto a spendere risorse per sostituirsiai processi naturali, visto che la naturanon è più in grado di svolgerli proprio acausa dellʼuomo.

Ma dobbiamo sempre vedere una con-

trapposizione tra progresso tecnico enatura?Certo che no, perché la comprensione

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 Diatomea. Per questo primo piano di Diatomea ho usato un insieme di tipologie dʼilluminazione (luce polariz- zata, ltri, contrasto interferenziale) per ottenere un risultato simile allʼimpiego della microscopia elettronica.Questo per evidenziare le fessure poste lungo lʼasse longitudinale della valva, che sono responsabili dei movimen-ti della diatomea. Non molto tempo fa i lenti movimenti delle diatomee pennate si spiegavano in base a una sortadi principio del cingolo: si ipotizzava che ad unʼestremità del rafe uscisse del citoplasma che scivolasse lungola diatomea stessa per rientrare allʼaltezza del nodulo centrale. Recenti osservazioni al microscopio elettronicohanno chiarito la dinamica: sotto ogni fessura del rafe è presente un organello nastriforme costituito da brille, ingrado di contrarsi. Questo organello induce la produzione di una secrezione collosa che permette alla diatomeadi muoversi. Microscopio Olympus a circa 1600 ingrandimenti, ottica Planapocromatica da ricerca con iride (diaframma) adimmersione in olio sintetico.

dei meccanismi naturali ci rende piùconsapevoli e capaci di coniugareprogresso e salvaguardia ambientale.Si può aggiungere che lʼosservazio-ne degli insetti e dei microrganismi

può essere vista anche in unʼaltraprospettiva. In un istituto di ricerca inAmerica, a seguito dellʼosservazione edel monitoraggio computerizzato delvolo di libellule, sono stati realizzatimodelli meccanici volanti per unapossibile costruzione di velivoli speri-mentali per ricognizione a basse quotee volo silenzioso. Sempre in questoistituto è presente un modello in sca-la (circa 2 metri) di mosca domesticaprovvista di ali con movimento mec-canico, immersa in una vasca dʼolio;

assieme allʼolio è stato aggiunta aria inbollicine, questo per valutare i vorticiche si formano sotto le ali e che per-

mettono alla mosca domestica di effet-tuare decolli accelerati. Le possibilitàdi un velivolo con proprietà del generesarebbero impressionanti. Per non direpoi dello studio effettuato sui velocis-

simi movimenti della blatta americana,malgrado le dimensioni, che potrebbetrovare applicazione in sonde roboti-che per missioni anche su Marte.Naturalmente gli argomenti sullo stu-dio e lʼosservazione dei microrganismisarebbero inniti, basti pensare ai mi-crorganismi impiegati per la bonicadelle chiazze di petrolio a seguito dinaufragi. Lʼosservazione degli insettie dei microrganismi quindi può esserevista, a mio giudizio, anche in una vestebio-tecnologica, ispirandosi alla natura

e non contro di essa.Dario Bonazza

Con questa immagine di copepode conle uova, Massimo Brizzi ha ricevutouna menzione dʼonore al concorso in-ternazionale Olympus Bioscapes.http://www.olympusbioscapes.com/gallery/2008/index.html