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1 RICORDO DI DON GUGLIELMO BIASUTTI Indimenticabile CAPPELLANO DELLA 'TAGLIAMENTO' Nella lettera d'apertura del suo libro 'Nel nostro Cimitero di guerra di Mikailovka', datata Udine, 10 Agosto 1961 e indirizzata 'Ai miei figlioli i Caduti e Dispersi nella Campagna di Russia (1941-1943) ed ai miei carissimi Reduci della Legione Tagliamento' il Cappellano mons. Guglielmo Biasutti, a un tratto, scrive: ' .. Ma per ora ci é consentito di ritornare lassù saltanta cal pensiero. Ed io mi propongo appunto, in queste pagine, di ripercarrere con voi le strade d ’allora, di saffermarmi ad agni luogo ove qualcuno dei nostri morì, di entrare - particalarmente - con voi nel nostro Cimitero di Mikailovka e narrare la storia di agni fossa. Non troverete, dunque, qui la storia della Legione, che ci attendiamo dal nostro bravo Avenati. Io nan ho hè la campetenza né la documentazione per farla. E non troverete neppure la memoria di tutti i Caduti di Russia. Perché ignoro la sorte, o ne so qualcosa solo per sentito dire, di quanti caddero {o rimasero dispersi dal luglio al dicembre 1942, quando io ero ormai rientrato in Patria. Chissà che il datt. Pappalepore o Margini o Cristofoli o Staffuzza o qualche altro, che abbia vissuto tutto il calvario della Legione, non si senta spronato a completare (e correggere) questi miei appunti!'..' Nella lettera d'apertura della terza ristampa del libro, pubblicato la prima volta nel 1861 e poi nel 1983, datata Forgaria, 23 Febbraio 1992, il dr. Antonio Zuliani Presidente del Circolo Culturale 'Mons. Guglielmo Biasutti' di Forgaria nel Friuli realizzatore della ristampa in ricorrenza del cinquantesimo anno della partenza dei Nostri soldati per il Fronte Russo e nel 7°Anniversario della morte dell'autore, a un tratto così scrive: ' .. Sulla Campagna di Russia sono stati pubblicati numerosi scritti, gli storici hanno lavorato e lavorano tutt'ora alla ricerca della e delle "Verità", con la ripubblicazione del libro noi non vogliamo entrare nel merito di certi fatti, che accaduti in quell’epoca sono ora oggetto di alquanto deprecabili strumentalizzazioni politiche; non è nostro compito! I motivi che ci hanno indotto a decidere per la ristampa sono essenzialmente questi: rendere omaggio alla figura di Mons. Guglielmo Biasutti, uomo di Dio, testimone fedele della Sua carità e del Suo amore; parlare della tragedia umana che si é consumata sul fronte Russo senza veli o pregiudizi ideologici che spesso danno una visione distorta della realtà senza cogliere quegli aspetti umani che il cappellano don Biasutti coi suoi occhi e con il suo cuore seppe certamente trasfondere nel libro; onorare tutti i Caduti e i Reduci di quell’inutile e assurda guerra. Dopo mezzo secolo abbiamo visto l’ideologia bolscevica crollare con tutti i suoi dogmi e le sue certezze; per qualcuno questo improuviso crollo sarà stata una sorpresa ma non per i reduci in quanto, anche dalle pagine di Mons. Biasutti emergono precise alcune testimonianze di come quella dottrina non fosse per l’uomo ma contro l’uomo e le stesse povere popolazioni locali ne subivano l'oppressione.'... Nella prefazione della terza ristampa del libro, scritta dal Presidente del Gruppo Reduci dal Fronte Russo Cerimonie 2014 Con celebrazione della s.messa in suffragio dei 43 caduti della legione tagliamento : domenica 25 maggio ore 10:30 presso il cimitero di rovetta domenica 21 settembre ore 10:30 presso il cimitero del verano di roma rossa “Soli quei forti scesero, onta ai fratelli,in campo” Anno I - n°1 - gennaio 2014 quadrimestrale online d’informazione a carattere storico e culturale interno all’”associazione reduci 1^ legione cc.nn. “m” d’assalto tagliamento” http://associazionereducitagliamento.blogspot.it Comitato onoranze caduti di rovetta

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rivista reduci legione tagliamento

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RICORDO DI DON GUGLIELMO BIASUTTI

Indimenticabile CAPPELLANO DELLA 'TAGLIAMENTO'

Nella lettera d'apertura del suo libro 'Nel nostro

Cimitero di guerra di Mikailovka', datata Udine, 10

Agosto 1961 e indirizzata 'Ai miei figlioli i Caduti e

Dispersi nella Campagna di Russia (1941-1943) ed ai

miei carissimi Reduci della Legione Tagliamento' il

Cappellano mons. Guglielmo Biasutti, a un tratto,

scrive: ' .. Ma per ora ci é consentito di ritornare lassù

saltanta cal pensiero. Ed io mi propongo appunto, in

queste pagine, di ripercarrere con voi le strade

d ’allora, di saffermarmi ad agni luogo ove qualcuno

dei nostri morì, di entrare - particalarmente - con voi

nel nostro Cimitero di Mikailovka e narrare la storia di

agni fossa. Non troverete, dunque, qui la storia della Legione, che

ci attendiamo dal nostro bravo Avenati. Io nan ho hè la

campetenza né la documentazione per farla. E non

troverete neppure la memoria di tutti i Caduti di Russia.

Perché ignoro la sorte, o ne so qualcosa solo per sentito

dire, di quanti caddero {o rimasero dispersi dal luglio al

dicembre 1942, quando io ero ormai rientrato in Patria.

Chissà che il datt. Pappalepore o Margini o Cristofoli o

Staffuzza o qualche altro, che abbia vissuto tutto il

calvario della Legione, non si senta spronato a

completare (e correggere) questi miei appunti!'..'

Nella lettera d'apertura della terza ristampa del libro,

pubblicato la prima volta nel 1861 e poi nel 1983, datata

Forgaria, 23 Febbraio 1992, il dr. Antonio Zuliani

Presidente del Circolo Culturale 'Mons. Guglielmo

Biasutti' di Forgaria nel Friuli realizzatore della ristampa

in ricorrenza del cinquantesimo anno della partenza dei

Nostri soldati per il Fronte Russo e nel 7°Anniversario

della morte dell'autore, a un tratto così scrive: ' .. Sulla

Campagna di Russia sono stati pubblicati numerosi

scritti, gli storici hanno lavorato e lavorano tutt'ora alla

ricerca della e delle "Verità", con la ripubblicazione del libro noi non vogliamo

entrare nel merito di certi fatti, che accaduti in

quell’epoca sono ora oggetto di alquanto deprecabili

strumentalizzazioni politiche; non è nostro compito!

I motivi che ci hanno indotto a decidere per la ristampa

sono essenzialmente questi:

– rendere omaggio alla figura di Mons.

Guglielmo Biasutti, uomo di Dio, testimone fedele della

Sua carità e del Suo amore;

– parlare della tragedia umana che si é

consumata sul fronte Russo senza veli o pregiudizi

ideologici che spesso danno una visione distorta della

realtà senza cogliere quegli aspetti umani che il

cappellano don Biasutti coi suoi occhi e con il suo cuore

seppe certamente trasfondere nel libro;

– onorare tutti i Caduti e i Reduci di quell’inutile

e assurda guerra.

Dopo mezzo secolo abbiamo visto l’ideologia

bolscevica crollare con tutti i suoi dogmi e le sue

certezze; per qualcuno questo improuviso crollo sarà

stata una sorpresa ma non per i reduci in quanto, anche

dalle pagine di Mons. Biasutti emergono precise alcune

testimonianze di come quella dottrina non fosse per

l’uomo ma contro l’uomo e le stesse povere popolazioni

locali ne subivano l'oppressione.'...

Nella prefazione della terza ristampa del libro, scritta

dal Presidente del Gruppo Reduci dal Fronte Russo

Cerimonie 2014

Con celebrazione della s.messa

in suffragio dei 43 caduti della

legione tagliamento :

domenica 25 maggio ore 10:30

presso il cimitero di rovetta

domenica 21 settembre ore 10:30

presso il cimitero del verano di

roma

rossa “Soli quei forti scesero, onta ai fratelli,in campo”

Anno I - n°1 - gennaio 2014

quadrimestrale online d’informazione a carattere storico e culturale

interno all’”associazione reduci 1^ legione cc.nn. “m” d’assalto tagliamento” http://associazionereducitagliamento.blogspot.it

Comitato onoranze

caduti di rovetta

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della Legione Magg. Dott. BRUNO STAFFUZZA,

proprio uno dei nomi auspicati, come sopra riportato,

da mons. Biasutti per il completamento dei suoi

'appunti', la figura del Cappellano, guardata attraverso

ricordi che rivelano le elevate componenti della sua

identità, emerge in tutto il suo ecelso spessore di uomo,

di religioso e di illuminato del Signore. Ripercorrendo

alcune tra le parole dello Staffuzza, ecco dunque come

appare il nostro Cappellano.

'Don Biasutti, laureato in teologia e in filosofia; in

PACE, rifiutando gli onori di una brillante carriera

ecclesisstica, segue la vocazione che lo spinge alla

beneficienza. Negli Anni Trenta fonda la "Piccola casa

'Federico Ozanam'" in Udine, "Il rifugio Giacomo

Bearzi" in Planis (UD) che poi donerà ai Salesiani.

Appena rientrato dalla Russia " L'Ospizio di S.Maria La

Longa", che lascerà all'Opera di Don Orione. Nel 1937-

38, Lui è l'unico ed il solo sacerdote italiano, che

interviene con vari scrittie memorie a difesa degli Ebrei,

deplorando l'infamia delle leggi razziali... Nell’aprile 1945, quale amministratore temporaneo della

parrocchia di Lauzacco (UD), schiera i suoi parrocchiani

in armi sugli argini del Torre pronti a contrastare le

eventuali avanguardie di Tito, che si affermava

volessero conquistare Udine e tutto il Friuli sino al

Tagliamento... Tutti sanno della Sua opera di riordino

dell’importante biblioteca arcivescovile di Udine, dove

lavorò per quasi trent’anni .

IN GUERRA: sul Fronte Russo, col Suo coraggio,

esaltato dalla profonda dottrina e dalla Sua fede

cristallina, Lui Sacerdote e non Uomo d'armi, forgia la

Legione, ne crea la POESIA; quindi LA FAMIGLIA.

DELLA TAGLLAMENTO.

Dice lo storico Carlo Moriondo: '... se é difficile fare

andare d’accordo due orologi, due meccanismi fatti

dalle stesse molle, lancette, rotelline, come é possibile

mettere insieme, in armonia degli uomini di tendenze e

provenienze diverse?'. Come poté il nostro cappellano

creare la POESIA e LA FAMIGLIA della

TAGLIAMENTO, tra 1686 UOMINI di cultura diversa,

di tradizioni diverse, di provenienze disparate? ...

POTE', perché Lui praticava naturalmente, in modo

eroico e continuo, le virtù teologali e quelle morali,

sapendo trasmettere a noi fede,

speranza, carita, prudenza, giustizia,

fortezza, temperanza.

Noi, volontari, arditi, ribelli alla

disciplina rigida, formale, per noi

insopportabile, voluta dal Comandante

Nicchiarelli (che proveniva dai

Granatieri), trovammo nel cappellano

la comprensione del nostro spirito. Egli

seppe addolcirlo nel culto dell’umiltà,

come sottomissione ad una volontà piu

alta, quasi divina, che da Lui

proveniva. Quando, perché VOLONTARI DI

GUERRA, i Comandi Superiori

pretesero da noi l'impossibile, non

dandoci il necessario cambio a

Woroscilowa, noi esasperati, sfiniti

dalla fame, dalla fatica, dai pidocchi,

dal sonno, dicemmo: "Mai più

Volontari di Guerra, ma, con te, cappellano, se

occorrerà, ancora VOLENTIERI!". In Lui avevamo

intuito qualcosa di DIVINO. Era, tra l'altro,

invulnerabile: tutti volevano uscire con Lui specie di

notte per raccogliere i feriti ed i morti nella terra di

nessuno, avvicinandosi alle trincee dei russi, che spesso

sentivamo parlottare.

Sentimmo nel nostro cappellano quel carattere

sostanziale dell’UNIONE (che i teologi chiamano

ipostatica) delle due nature: l’umana e la divina.

Intuimmo che don Biasutti era in possesso dello STATO

eterno ed incancellabile, “lo stato dell’unione col Cristo,

concessogli dall’unzione sacerdotale".

Da questo Suo stato provenivano i Suoi atti, il Suo

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modo di vivere “nel sacrificio”, "nella preghiera”, “nella

comunione”. Cioé nella distribuzione delle grazie del

Signore: serenità, pace dell'anima, dedizione al dovere

sino al sacrificio, amore per la Famiglia e per la Patria,

amicizia verso tutti, fraternità, amore che non conosce

invidia ed odio.

Capì che non c'era in noi odio persino KRUSCEV

(intervista del sottosegretario on. Codacci Pisanelli,

riportata da tutta la Stampa il 15 novembre 1961). Ci

fece tutti santi? NO! Ma ci fece capire cos’é la

SANTITA'.

Ci preparò alla VITA ed alla MORTE. Ci insegnò a non

ribellarsi neppure all’idea della MORTE, per non

ribellarsi a Cristo, che e “IL GIUSTO". Ci diceva "A

Cristo bisogna sempre rendere omaggio, come aveva

fatto il Centurione di Cafarnao...

Ci aveva insegnato a vivere in umiltà, “in

nascondimento", a non usare mai la prepotenza, a

trattare umanamente ed amichevolmenle i russi. Ci

ricordava che il Battista aveva data questa risposta ad

alcuni saldati che l’avevano interpellato: "Non abusate

della vastra forza e della vostra posiziane per fare

angherie... non partate via soldi a nessuno, ma

accantentatevi della vostra paga" (Luca: 3,14)...

Ci fece capire, o quantameno intuire, il Miracaolo della

TRANSU-STANZIAZIONE, per cui il pane ed il vino,

nella celebraziane della S. Messa, pur rimanendo gli

stessi negli accidenti, nella loro materia, vengono

convertiti nel corpo e nel sangue di Cristo. In questa

certezza Egli celebrava la S. Messa con suprema

devozione, e noi lo seguivamo con trasporto, senza

distrarci. Nan ci distraemmo neppure la sera del S.

Natale 1941 a Krestovka sotto le bombe. Molti ancora

ricordano quella S. Messa came la più bella della vita!..

Egli, si, scrisse con mirabile felicità espressiva quando

ricordò la Legione e la morte eroica e veramente

cristiana di tanti nostri compagni d’arme. Leggete ciò

che il cappellano ha scritto in questo volume dei

legionari e dei fanti del LXIII Big. ”Sassari”. Vi

segnalerò solamente alcuni nomi: Vincenzo Bagnoli, da

Udine, Francesco Sbaiz da

Codroipo, che canta per non

lamentarsi, Mengoli Giuseppe,

da Villa Gavazza (Reggio E.)

Tagliavini Otello, da Poviglio.

Nulla aggiungo a quanto ha

detto il cappellano del

Centurione Luigi Muti e del suo

Ten. Amilcare Mazzocchi.

Come sparirono in battaglia

Pelati Ezio e Palmieri Giuliano,

amici in vita ed abbracciati

nellamorte? Di Mario D'Antoni,

che morl nell’OC 387, il

cappellano Enelio Franzoni,

medaglia d’oro al V.M., reduce

di 14 anni di prigionia, scrisse a

don Biasutti.: “E morto un

Santo!". E che dire del "toscanaccio”

Vittorio Zoppi, che spirando

balbetta a don Biasutti: "Oh, si,

parlerò di Voi, cappellano, in Paradiso”...

Celebrata in Russia la S. Pasqua, il cappellano è

coslretto a rimpatriare per malattia: ci lascia con dolore

e nel dolore. Ancora mal sicuro sulle gambe, lascia

l’aspedale, contro il parere dei medici,

ed intraprende un lungo pellegrinaggio in Emilia ed in

Friuli, per portare la sua parola di canforto ai familiari

dei Caduti. "Eris semper sacerdas", Egli dice. Ed é Lui

che il 25 dicembre 1942 viene a Tarvisio ad accagliere

306 legianari e 5 ufficiali della prima legione, che

miracolosamente, avendo avuto l'avvicendamento sul

Don il 14 dicembre (all’inizio della disastrasa ritiraia)

sano giunti in Patria il dì del S. Natale!

Quindi, per lunghi anni, partecipa ai nostri raduni, che si

svolgono “nascostamente”, perché vietati da Quelli che

camandano. Conforta noi perseguitati ed epurati can le

Prediche, che ci invia a corredo del nastro Natiziario.

Questo foglio esce regolarmente piu volte all’anno, ma

sempre nelle ricorrenze del Natale e della Pasqua. E' il

foglio che tiene unita la FAMIGLIA della

TAGLIAMENTO. E la Legione, anche se le sue file in

terra vengono falcidiate, vive intensamente tra i

superstiti e con i Familiari...

Accogliendo il voto di alcuni reduci, attenuto il

permesso dall’arciprete di Latisana (mans. Lianello Del

Fabbro, già cappellano della Julia in Russia), fa erigere

nel sagrato del duomo il manumento ai Caduti della

Legione, dedicandalo alla “REGINA PACIS”. La

Madonnina della Tagliamento è ora " venerata da tutto il

popolo di Latisana. Il Consiglio Comunale ha intiltolato

lo spazio che sorge davanti al monumento: "Campiello

della Regina Pacis”. Finché le forze glie lo permisero

mans. Biasutti venne ogni anno a Calendimaggio a

Latisana a celebrare la S. Messa per i Caduti ed a farci

pregare ai piedi della nostra Madonna. Con i legionari

iniervengono gli Alpini ed altri ex cambattenti di

Latisana per porre un fiore ai piedi della Lapide ...'.

P.P. (da 'Nel nostro Cimitero di guerra di Mikailovka', terza ristampa)

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La Tagliamento: dalla Legione

all'Associazione

Nella Presentazione di Paolo Minucci Teoni del volume di Arturo Conti 'LEGIONE TAGLIAMENTO con gli Esuli in

Patria Mariano Renzetti e Fernando Caciolo', edito dalla Fondazione della R.S.I – Istituto storico, si legge: 'La più alta

aspirazione della Tagliamento , così come per ogni altra unità della Repubblica, sarebbe stata quella di poter essere

ammessa alla linea del fuoco per contrastare a viso aperto l'invasore angloamericano: ma solo pochi reparti ebbero questo

privilegio.

Alla Legione fu assegnato l'incarico più difficile, ingrato e pericoloso: il presidio del territorio a protezione delle bande

che, col passare dei mesi, si facevano sempre più agguerrite e intraprendenti. Ciò nonostante essa dette sempre il meglio

di sé meritandosi la stima dell'alleato, al prezzo di un pesante contributo di sangue.

Proprio per la saldezza e la combattivitàche le permisero di conseguire risultati positivi in più occasioni, la Tagliamento

ebbe in premio dai tedeschi ciò che soltanto poche altre unità della RSI poterono ottenere: l'integrazione del proprio con il

più efficiente armamento tedesco.

La fine giunse, come sempre accade, improvvisamente.

La Legione aveva distaccamenti sparsi in impervie località della Val Camonica e della Val di Scalve che, in assenza di

validi collegamenti e di ordini per un 'cessate il fuoco', alla notizia che Mussolini non era più a Milano, si disorientarono.

Alcuni si arresero ad improvvisati, ingannevoli, irresponsabili comitati cosiddetti di liberazione. Altri tentarono la via di

casa. I più determinati presero la strada del Passo del Tonale, nel vano tentativo di agganciare le retroguardie tedesche e

continuare così, con esse, una lotta giunta ormai irrimediabilmente all'epilogo.

Coloro che ingenuamente avevano pensato che la resa volontaria avrebbe portato pace, furono bruscamente riportati alla

realtà: per i perdenti la resa si tradusse in un percorso di soprusi e vessazioni in fondo al quale, alla sommità di un altro

Calvario, ad attender molti di loro stava la morte.

Onore a Voi Legionari di una indimenticabile ed irripetibile stagione vissuta con speranze di vittoria'.

E' appunto con l'intento di ricordare i Caduti della Legione 'M' Tagliamento e di conservare la memoria 'inalterata' di una

delle più prestigiose unità combattenti dell'Italia repubblicana, che i suoi Reduci, durante la cena del 21 Settembre 1989,

decisero di costituire la loro Associazione d'arma.

Gregorio Misciattelli, il giovane sottotenente citato da Giorgio Pisanò nel libro 'Lultimo saluto' per un delicato incarico

affidatogli dal Comandante della Legione Colonnello Merico Zuccari, fondò il nobile Sodalizio inizialmente denominato

'Gruppo Reduci Legione Tagliamento' concretizzando l'idea di esso avuta assieme al Cappellano e legionario Padre

Antonio Intreccialagli che fu eletto Presidente Onorario a vita.

L'Associazione, come riportato nel suo Statuto, si prefiggeva non solo di conservare la memoria dei Caduti, ma anche di

ricercarne le spoglie disperse e di assicurare loro una degna sepoltura; di rinsaldare i vincoli di amicizia e di cameratismo

sorti in guerra e di promuovere la solidarietà fra gli appartenenti alla Legione. Inoltre, di organ izzare l'assistenza a favore

di tali appartenenti detenuti per fatti di guerra, dei Famigliari dei Caduti, dei mutilati ed invalidi per cause di servizio

durante la permanenza nella Legione. Infine, di raccogliere e riordinare materiale documentario concernente la Storia

della Legione. In questo spirito e in queste direzioni, l'Associazione operò con successo sin dal suo sorgere guidata dal suo fondatore,

eletto poi Presidente, che impersonava devozione al Passato, percezione del futuro e trascinante carisma. Il Misciattelli

continuava così a 'combattere', anche dopo la fine del conflitto, una guerra che non considerava 'finita' non avendo la sua

Legione definita con orgoglio 'invitta', come asseriva, deposto le armi, alla fine, solo per propria autonoma scelta.

L'Associazione, al cui appello risposero i Reduci di molte regioni italiane che in essa si ritrovarono, dette così vita a

Iniziative in Memoria e Onore dei Caduti e nei luoghi sacri del loro 'sacrificio' in varie località d'Italia. Tra queste, è il Raduno dei Reduci della Tagliamento, che ha luogo ogni anno, ad ogni anniversario dell'eccidio, a

Rovetta, divenuta punto nodale e di riferimento dell'Associazione stessa. Esso per ragioni climatiche si effettua nel mese

di Maggio e la Commemorazione, storica e religiosa, culmina nella celebrazione della Santa Messa sul luogo del locale

cimitero dove caddero i 43 Legionari giovanissimi traditi e spietatamente fucilati nella nota Strage la mattina del 28

Aprile 1945.

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Il Misciattelli si avvalse, per la sua realizzazione, di

un Comitato per le Onoranze di tali Martiri ma da

considerarsi 'esteso', come teneva a ricordare, anche

alla memoria di tutti gli altri Caduti della

Tagliamento e della RSI. Esso fu fondato e operò nel territorio bergamasco

grazie all'aiuto generoso di collaboratori come

Mirella Bordin Mercandelli, Luigi Cornago e Franco

Mandelli che, quando il Cornago dovette assentarsi,

ne assunse la coordinazione.

Altra iniziativa è la fondazione di 'Emmerossa', il

notiziario dell'Associazione che reca e diffonde

l'immagine del Sodalizio, informa delle sue attività e

dei suoi programmi, rievoca la Storia della Legione,

onora di 'ricordo' i Caduti, in una ottica culturale e

spirituale.

Nel 2007, con lettera dell'8 Gennaio, Gregorio

Misciattelli, assegnava l'incarico della

organizzazione delle Manifestazioni di Rovetta e di

Lovere a Paolo Piovaticci, fratello di un Caduto di

Rovetta, al quale aveva il 21 Maggio 2006 concesso

l'onore di presentare il suo libro 'Sono morto per

l'Italia' dedicato al fratello Guido e agli altri giovani

con lui Caduti, ai piedi del muretto del Cimitero

dove furono barbaramente abbattuti.

L'Associazione si arrichì di nuove iniziative, in parte

'riprese con sviluppo' da quelle già esistenti. Fra le

più significative è l'innesto, nelle inaugurazioni dei

Raduni, dell'aspetto culturale, con l'apporto di

interventi, susseguitisi negli anni, di relatori come

Stelvio Dal Piaz, Carlo Viale, Maurizio Canosci, il

compianto Giovanni Zanoletti.

Altra iniziativa è, nel 2006, è il 'Riconoscimento

Nazionale Alto Morale' da assegnarsi annualmente a

chi ha più contribuito con opere concrete alla Memoria dei Caduti di Rovetta e della RSI. Esso è stato conferito, da

quell'anno a oggi, al Camerata e studioso della Storia della Tagliamento Giuliano Fiorani, al Presidente Gregorio

Misciattelli, allo scultore Pierino Bertocchi, al Legionario Giulio Di Marino, al Presidente di Continuità Ideale Umberto

Scaroni, al Legionario Mariano Renzetti ed alla Custode della Tomba dei Caduti del cimitero rovettese Mirella Bordin

Mercandelli.

Altra istituzione è la Visita annua alla Tomba dei Caduti di Rovetta del Verano di Roma dove giacciono le spoglie mortali

dei 43 Martiri, ivi translate l'11 Novembre 1947 con solenne cerimonia religiosa e partecipazione di popolo. Nella

Cerimonia, religiosa, viene celebrata la Santa Messa in suffragio dei Caduti e impartita la Benedizione.

Tale iniziativa, riprende e regola visite già esistenti, dandogli ritmo annuale in modo che ogni anno i 43 Martiri vengano

onorati in ambo i luoghi in Italia a loro sacri: a maggio a Rovetta sul luogo dove caddero, e a Settembre a Roma, dove

riposano.

L'11 Aprile 2010, all'età di ottantasei anni, veniva meno Gregorio Misciattelli. Sabato 22 Maggio 2010, nel corso della

Inaugurazione del XVII Raduno, veniva annunciata la nomina a Presidente del Camerata Reduce Mariano Renzetti che

quindi succedeva in tale ruolo al compianto Gregorio.

Con il Renzetti, figura d'alto profilo morale e senso militaristico organizzativo, l'Associazione ha fruito di un ulteriore

sviluppo migliorativo..

Sotto l'aspetto dell'immagine, ha visto ripresa la stampa della 'Emmerossa', il quotato Notiziario che nel tempo si era

dovuta sospendere, mentre, sotto l'aspetto giuridico, ha compiuto un avanzamento 'storico' con la regolarizzazione

'aggiornata' della sua Costituzione e del suo Statuto, esistenti in forma privata dal 1989, effettuata con registrazione

pubblica n.754 del 15 Giugno 2012.

In questa ufficialità, l'Associazione si muove nel pieno riconoscimento dallo Stato nello scenario delle Realtà similari

d'Area, e la sua attività sociale ha sempre più ampio e notato respiro, intrecciando o rinnovando rapporti con altri

prestigiosi Reggruppamenti come ad esempio l'Associazione 'Campo della Memoria' e 'X Mas-RSI', con le quali è nata

una esemplare cooperazione, al punto che le Manifestazioni di Rovetta e anche di Roma si fanno sempre più mèta di

aumentate partecipazioni nazionali specie di giovani.

Oggi Rovetta è fra i primissimi Appuntamenti d'Italia di 'coloro che non dimenticano': sempre più ostacolata e minata con

indegne 'rotture di lapidi' e 'intimidazioni' che, incredibilmente, sortiscono, al contrario, una pubblicità sempre maggiore

fausta alla numerosità delle presenze annuali di essa, ed anche alle Visite in Roma.

Paolo Piovaticci

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LO SPIRITO DELLA 'TAGLIAMEMTO'

in un esempio di 'vero' volontario

Riproponiamo il brano di un intervento di Gregorio

Misciattelli, Presidente della Legione 'M' Tagliamento,

apparso sulla Emme Rossa Anno III n. 8 di Ottobre

1999,pag. 3, che evidenzia lo spirito che animava il

Reparto e parificava nel merito di operare per la unica

causa ufficiali e

legionari.

Il brano fa parte di

una lettera da lui

diretta al Direttore di

'Italia volontaria,

gennaio-aprile 1998.

“Caro direttore, ho

letto su 'Italia

volontaria, n. 2 del

settembre-dicembre

1997, la lettera

indirizzata al Dr.

Intelisano.

Le comunico che il

Gruppo Reduci la

Legione 'M'

Tagliamento, di cui

mi onoro essere il

presidente, ha

iniziato le pratiche

per la riapertura del

processo contro i

partigiani che fecero

l'eccidio di Rovetta

che non fu un atto di

guerra, ma una

strage compiuta dopo

la fine della guerra

da partigiani

comandati da ufficiali

cosiddetti alleati

passibili di aver

violato la

convenzione di

Ginevra. La nostra Legione 44

anni fa, precisamente

il 26/04/1954 fu

giudicata dal

Supremo Tribunale Militare (Predidente

Buoncompagni) e fu riconosciuta come reparto

combattente.

Vorrei fare alcune precisazioni: 'i Martiri di Rovetta

facevano parte della Legione 'M' Tagliamento ed era un

plotone di formazione costituito da Legionari molto

giovani e malati e feriti in convalescenza, che era stato

lasciato a Presidio del p.asso della Presolana, lontano

dai combattimenti, nei quali era impegnato il resto della

Legione.

Ci sono errori nei nomi e nelle date di nascita nel vostro

elenco, ma sono cose

di poca importanza.

Altra cosa che invece

tengo a far notare è

che il Legionario

Giuseppe Mancini ,

essendo il figlio di

Edvige, sorella di

Mussolini, ne era il

nipote ma, nessuno

di noi lo sapeva, fu

scoperto solo quando

il Duce nell'Agosto

1944 ci venne ad

ispezionare al fronte

sulla linea del Foglia

e chiese al nostro

comandante Console

Merico Zuccari di

poter parlare con il

Legionario Mancini.

Il Console, molto

meravigliato che il

Capo dello Stato

volesse parlare con

un Legionario, lo

fece chiamare ed il

Duce notando la sua

meraviglia gli disse

che era suo nipote.

Questo è un esempio

di vero volontario

che non ha voluto

parlare della sua

parentela per essere

trattato come tutti e

non avere privilegi.

Mi scuso per essere

stato lungo ed invio

cordiali saluti.

Gregorio Misciattelli”.

E' lo 'spirito', questo di allora, che ha ereditato il

Gruppo, ora 'Associazione' dei Reduci della

Tagliamento creata da Gregorio, e che è il primo

fondamento imprescindibile di essa e dei suoi aderenti.

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Visita alla Tomba dei Caduti di Rovetta

Roma, 15 Settembre 2013

Imponente, la Visita in ricordo e

onore dei 43 Caduti di Rovetta e,

con essi, di tutti i Caduti della

Repubblica Sociale Italiana, del

15 Settembre 2013, che ha avuto

luogo al Verano di Roma davanti

alla Tomba che conserva i loro

resti mortali. Una Manifestazione

cresciuta grazie anche all'inter-

vento di prestigiose Associazioni

d'Area che si sono unite all'Asso-

ciazione Reduci della Legione

Tagliamento nell'omaggio annua-

le da questa istituito con tale Vi-

sita per i 43 giovanissimi Legio-

nari brutalmente abbattuti da par-

tigiani traditori e assasini il 28

Aprile 1945 a Rovetta. Queste

sono 'Il Campo della Memoria' di

Nettuno, la 'Flottiglia X MAS-

R.S.I.', i 'Volontari Reduci di

Guerra' di Roma, coordinate dal

Presidente di quest'ultima Alber-

to Indri.

Ritrovatisi puntualmente all'ingresso del Verano di Piazza delle Crociate alle ore 9,30 come da programma, i partecipanti,

convenuti numerosi più che mai anche da diverse Regioni d'Italia anche lontane come la Lombardia, hanno formato il tra-

dizionale Corteo: più di cento persone fra Reduci, parenti di Caduti, simpatizzanti tra cui molti giovani, rappresentative di

Associazioni con le loro insegne combattentistiche della RSI verso la Tomba dei Martiri.

Il Corteo, guidato da Alberto Indri, s'apriva con il labaro della Legione Tagliamento portato dal suo alfiere Ismaele Mensi,

dietro a cui seguiva la corona di fiori portata da Girolamo Misciattelli , e poi da molte insegne di associazioni tra cui i

'Volontari di Guerra Sezione Enrico Toti di Roma', la 'Flottiglia X MAS-RSI di Nettuno', l'Ass. Naz. Volontari di Guerra

Federazione dell'Istria Giovanni Grian' , l'Ass. Naz. 'Volontari di Guerra Federazione del Carnaro Annibale Noferi' e

l'Ass.ne naz. 'Volontari di Guerra Federazione della Dalmazia Francesco Rismondo'.

Giunti alla Tomba, il Corteo si è disposto a corona attorno ad essa, e il Presidente Alberto Indri dopo il saluto ai presenti

porto anche da parte delle Associazioni aderenti, ha dato la parola al Presidente dell'Associazione Reduci della Taglia-

mento, il Camerata Veterano della Legione Mariano Renzetti, che ha aperto l'Incontro dedicando parole commemorative

di elevata intensità ai Caduti ascoltate con profonda attenzione e anche commozione da parte dei presenti.

E' seguìta la Commemorazione del Cemerata professor Stelvio Dal Piaz, che ha rievocato il valore e il Sacrificio dei pu-

rissimi Martiri Ragazzi della Tagliamento, e dedicato parole e pensieri al messaggio da loro tramandato alle future gene-

razioni, e malgrado lo scroscio d'una pioggia che ha costrello ad aprire molti ombrelli e al riparo sotto ai cipressi del cimi-

tero, le persone sono rimaste al loro posto, come - commemterà poi l'oratore - da protocollo militare.

Ha quindi avuto la parola il Camerata professor Augusto Sinagra, il cui intervento ha suscitato non solo emozioni per il

ricordo dei Martiri, ma anche profondo interesse per gli argomenti di memoria storica trattati con rara logica su un elevato

piano culturale.

Dopo il saluto dato dal Camerata e Reduce della Tagliamento Fabio Poggio la cui assidua collaborazione è preziosa per la

realizzazione delle Manifestazioni romane, è stato effettuato, da Alberto Indri, il tradizionale Appello ai Caduti.

Sull'attenti, tutti i presenti ad ogni Nome da lui scandito, hanno risposto gridando con tutta la loro voce, ed insieme, 'Pre-

sente!' alzando il braccio teso nel 'saluto romano'. Dopo l'ultimo nome pronunziato, si è udito, suonato dal vivo con la

tromba, il 'Silenzio d'ordinanza', che ha concluso la parte commemorativa della Visita, per dare spazio alla cerimonia reli-

giosa.

Questa è consistita nella celebrazione della Santa Messa davanti alla Tomba, officiata su un piccolo tavolo adibito ad alta-

re, da Don Marco Solimena, di Roma, protetto da qualche ombrello dalla pioggia insistente che però non ha dissuaso i

partecipanti dall'assistere fino al termine alla funzione religiosa e alla bella ed elevata Manifestazione. Il sacerdote ha, nel-

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la breve omelìa, ricordato i Ragazzi ingiustamente abbattuti dalla malvagità umana, ed ha poi impartito la Benedizione

alla loroTomba.

In omaggio ai giovani Caduti ed a chiusura della Cerimonia religiosa è stata letta da Gurolamo Misciatteli, figlio di Gre-

gorio, il compianto fondatore dell'Associazione Reduci della Tagliamento, la 'Preghiera del Legionario', ed infine è di

nuovo risuonato con la tromba, tra i solenni cipressi del Verano, il 'Silenzio', che ha sigillato con le sue note lunghe di sa-

luto e di commiato, l'Evento.Va ricordato che alcune personalità che non hanno potuto, per giustificati motivi, essere pre-

senti, hanno inviato il loro messaggio, che qui riportiamo.

Giovanni Rebaudengo, Presidente RNCR-RSI-Continuità Ideale ha scritto:'Cari Camerati, dall’eccidio partigiano dei 43

giovani Legionari della Tagliamento sono passati ormai 68 anni. Ma né il tempo né le ingiurie avversarie sono riusciti a

cancellare in noi il loro ricordo. Il ricordo di un estremo sacrificio che ha assunto le stigmate della sacralità, e che riaf-

ferma ancora una volta, senza se e senza ma, la nostra assoluta fedeltà a quell’Idea per la quale i Ragazzi della Taglia-

mento si sono battuti e hanno immolato la vita. Oggi, come vecchio soldato superstite della Repubblica Sociale Italiana,

per forza di cose lontano da voi, e come Presidente dei Combattenti repubblicani vi sono spiritualmente accanto nel ren-

dere omaggio e testimonianza ai 43 Martiri caduti nell’immane lotta del sangue contro Giuda e contro l’oro. E con voi

alzo alto il grido: Presente!'.

La signora Mirella Bordin Mercandelli ha

scritto: 'Oggi 15 settembre un giovane Sa-

cerdote, don Marco Solimena, che condi-

vide i nostri ideali, nel ricordo di suo Pa-

dre, si sente onorato di celebrare la Santa

Messa per i 43 giovani Legionari trucidati

a Rovetta da belve sanguinarie. Lo spirito

dei Legionari sarà sull’Altare di Dio e i n

quella atmosfera mistica sarò presente

anch’io con i fedeli camerati , il mio cuore

e il mio pensiero sono accanto all’avello

dei Martiri.Sempre con il cuore appeso a

quel muretto intriso di sangue, lascio la

custodia di quel lembo di terra e della

Tomba al cimitero di Rovetta, all’Alfiere

della Tagliamento Ismaele Mensi che da

provetto giardiniere, metterà tutta la sua

passione e la sua fede per conservare quel

luogo della Gloria e dell’Onore nel modo

degno del loro sacrificio.Ringrazio don

Marco, e saluto tutti nel ricordo

dell’indimenticabile Gregorio Misciattel-

li.'.

Il dr. Mario Troviso, membro dei probiviri dell'Ass,ne Nazionale V Mas-RSI Genova ha scritto al cav. Paolo Piovaticci

Vicepresidente dell'Ass.ne Reduci Tagliamento: 'Caro Paolo, ti invio questo comunicato da leggere domenica 15 settem-

brep.v. al Verano per la commemorazione dell'eccidio di Rovetta.Ecco il testo:"A settanta anni dalla proclamazione della

R.S.I.è motivo di orgoglio ricordare le sante battaglie per affermare i principi ispiratori delle regole di vita di ogni popo-

lo oggi,domani e sempre:Patria Repubblica, Socializzazione.Orgoglio e commozione nel ricordo dei camerati caduti

combattendo contro le forze armate al servizio dei poteri della finanza internazionale,commozione per i caduti di Rovetta

massacrati dalle bande partigiane nella"radiosa primavera"del 1945. Orgoglio commozione e fierezza onorando il co-

mandante Borghese e tuttii caduti della X Mas e Benito Mussolini capo della prima repubblica sociale della storia.'

Il Cav. Paolo Piovaticci ha scritto: 'Un saluto ai 43 Caduti di Rovetta, fra i quali è il caro mio fratello Guido, i cui resti si

conservano in questa Tomba. Un saluto ai Reduci dell'Associazione Reduci della Tagliamento ed alle Associazioni 'Cam-

po della Memoria', X MAS-RSI' e 'Volontari di Guerra di Roma' che sono intervenute per unirsi a loro in questa Visita in

memoria e onore dei nostri Martiri.Un saluto a tutti i presenti qui convenuti per partecipare alla cerimonia commemora-

tiva e religiosa in onore di questi Ragazzi che vissero e caddero per l'Italia, e che non sono morti, ma seguitano a vivere

in noi che li ricordiamo, pregandoli di perdonarmi se per cause di forza maggiore oggi non posso essere tra qui tra loro.'

Malgrado il tempo piovoso, molti dei convenuti alla Visita per i nostri Caduti, si sono ritrovati per l'incontro conviviale in

programma al caratteristico e vicino Ristorante 'Le Crociate', dove, dopo il l'ottimo pranzo come al solito animato da uno

stare insieme cameratesco e allegro, e non scevro da qualche canto collettivo delle amate canzoni di guerra, la program-

mata Riunione del Direttivo dell'Associazione Reduci della Tagliamento presieduta con autorevolezza dal Presidente Ma-

riano Renzetti, si è conclusa felicemente per il prosieguo della positiva linea direttiva e operativa del prestigioso Sodali-

zio.

Paolo Piovaticci

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Ideologia e/o l'utopia marxista

Due parole sulla dottrina marxista

e il rapporto avuto il comunismo,

ovvero, vecchie teorie, da Marx a

Engels, a Lenin. Una delle più

grandi fabbriche di illusione del

'900 è stato il comunismo. Quel

comunismo teorizzato da Carlo

Marx (1818-1883), dove la mate-

ria era forza operosa e la religione

un prodotto della società. Per

Marx, è l'uomo che fa la religione

e non la religione che fa l'uomo,

ed è pura fantasia credere a una

ricompensa nell'aldilà. Nella sua

teoria del "Materialismo", Marx

affermava che "... il primo gesto

storico dell'uomo è la produzione

dei mezzi necessari a soddisfare i

propri bisogni", cioè: mangiare,

bere e vestire. Divideva la società

in due categorie: borghesia e pro-

letariato, in antagonismo tra loro,

dove il padrone retribuiva l'ope-

raio per una frazione di quello che

produceva e la rimanenza del la-

voro, non pagata, procurava al pa-

drone la formazione del capitale.

Pertanto il padrone era tutto il ma-

le; l'operaio invece era tutto il be-

ne e gli si doveva assoluta libertà,

prevedendo la rivolta del proleta-

riato contro l'oppressione dei capi-

talisti in nome di questa libertà.

Marx fonderà, nel 1864, l' "Asso-

ciazione Internazionale dei Lavo-

ratori", poi nota come "Prima In-

ternazionale". Friedrich Engels

(1820-1895), coordinatore di

Marx, aggiungeva "... finché una

nuova generazione, cresciuta in

nuove libere condizioni sociali,

potrà sbarazzarsi di questo stato

sociale in rovina". Lenin Nikolay-

Vladimir (1870-1924), seguace di

Marx e Engels, in conseguenza

alla sua attività nei circoli rivolu-

zionari di Pietroburgo, nel 1897

verrà confinato in Siberia e in se-

guito costretto all'esilio; rientrerà

in Russia dopo la rivoluzione del

1905. Lenin era per la rigida orga-

nizzazione del partito e della auto-

sufficienza del pensiero marxista,

ma dovrà emigrare nuovamente.

Durante la prima guerra mondiale

(1915-1916) era contrario alle

tendenze patriottiche della IIa In-

ternazionale, proponendo di sfrut-

tare la guerra in senso rivoluziona-

rio. "Noi non dobbiamo soltanto

spaventare i capitalisti, così che

essi sentano la forza del proleta-

riato che prevede ogni cosa... Noi

dobbiamo annientare anche la lo-

ro resistenza passiva, la quale è

indubbiamente ancora più perico-

losa e nociva... introdurre il lavo-

ro obbligatorio per i ricchi... di-

stribuire i generi di consumo, il

consumo dei ricchi venir commi-

surato dalle classi più povere...".

Lenin, nel 1917, rientrerà in Rus-

sia e sosterrà la dittatura del prole-

tariato come forma di transizione

del capitalismo al comunismo,

contro il parlamentarismo borghe-

se dal governo Kerenskiy. Ancor

prima che il comunismo conqui-

stasse il potere, reclamava: "E se

voi, sfruttatori, tentaste di opporre

resistenza alla nostra rivoluzione

proletaria, noi vi sopprimeremo

senza pietà; vi priveremo di ogni

diritto; più ancora, non vi daremo

pane... perché noi siamo realmen-

te e seriamente socialisti". Nel

novembre 1917, Lenin, dopo la

conquista bolscevica del potere,

prese la via del governo e inizia-

rono le uccisioni e le detenzioni

contro i contadini benestanti (i gu-

lak), i pope e le guardie bianche, e

tracciò le linee del nuovo Stato

sovietico. A dicembre 1917, nel

decreto sulla socializzazione

dell'economia nazionale, si ap-

prende che: "il servizio del lavoro

obbligatorio è introdotto d'ora

innanzi: tutti i cittadini di ambo i

sessi, nelle età fra i 16 anni e i 55

anni, saranno obbligati ad esegui-

re il lavoro ad essi assegnato dai

locali Sovieti dei rappresentanti

degli operai, soldati e contadini o

da altri organismi del potere so-

vietico. Allo scopo di un esatto

controllo e di distribuzione di vi-

veri ed altri prodotti necessari,

ogni cittadino dello Stato sarà ob-

bligato a fare parte di una coope-

rativa di consumo". L'ideale del

marxismo era quello di liberare il

lavoratore dalle catene impostegli

dal sistema capitalista che lo

avrebbe annientato come indivi-

duo e ne avrebbe fatto un oggetto

produttivo. Il marxismo propone-

va una società senza classi, fatta

da persone libere, impegnate alla

costruzione di un mondo fondato

sulla giustizia sociale. Purtroppo,

il comunismo verrà imposto con la

forza, dove si costrinsero i "prole-

tari", in nome della lotta ai ricchi,

a una rigorosa e ubbidiente disci-

plina, che, senza la possibilità di

contraddizione e reazione, si ritro-

varono con ben altre pesanti cate-

ne. Come dimenticare la fame

come mezzo di controllo, i campi

di lavoro di Stalin, la Cina di Mao,

la Cuba di Fidel Castro. Dove il

comunismo si è radicato, è costato

lacrime, sangue, fame e regresso,

fallendo in tutti i campi le teorie di

Marx. Diversi studiosi hanno pa-

ragonato il marxismo ad una reli-

gione laica con un suo dio e in

Marx il suo profeta; con Engels,

Lenin e Stalin i suoi santi; con il

partito, il suo clero. Il giorno del

Giudizio sarebbe arrivato con la

rivoluzione mondiale, dove il pro-

letariato è il popolo designato a

vivere in un Paradiso terrestre do-

po l'applicazione del comunismo,

poichè una società senza classi era

la Terra promessa. Da quella Terra

promessa, chi ha potuto, è fuggito.

Giuliano Fiorani

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l’agonia DEL REGIME

I sintomi clinici ci sono tutti, ma uno in particolare è significativo del disfacimento morale e materiale del regime: l’emergere della corruzione, non come evento episodico legato alla disonestà dei singoli (quello che sta emergendo a livello delle regioni ne è la prova ! ), ma come fenomeno strutturale del sistema, come fatto intrinseco ed abitudinario della vita stessa dei partiti che, nella democrazia italiana o, meglio, all’italiana, sono divenuti l’architrave di questa repubblica nata dalla sconfitta, dalla resistenza, dall’antifascismo. Si tratta di un fenomeno negativo inarrestabile ed ecco allora che emerge un’altra verità: le tare dell’attuale regime sono di natura congenita del sistema. A questo punto si rende necessario introdurre una riflessione intorno alla “democrazia”. E’ bene ricordare che la “democrazia” è una prassi di governo attraverso la quale il popolo esercita i propri diritti politici direttamente o, come accade nelle cosiddette democrazie moderne, indirettamente per mezzo di rappresentanze elettive. Questo è il meccanismo che abbisogna poi di istituzioni che costituiscono il cosiddetto “sistema democratico”: suffragio universale, partiti, parlamento, governo, capo dello stato. Le regole che portano alla selezione delle rappresentanze elettive non sono fisse e uguali in tutti i paesi che si reggono sul sistema democratico, ma variano a seconda delle circostanze, delle tradizioni, dei momenti storici, delle

opportunità e necessità contingenti. Questo intanto significa che la democrazia non può essere di per se classificata come prassi di governo perfetta; il continuo variare delle regole ( e in Italia ne sono state sperimentate di tutti i colori ! ), la costante ricerca di meccanismi correttivi, la critica alla quale è storicamente sottoposta da autorevoli esponenti del pensiero, i fallimenti di tipo etico e sociale di cui è risultata responsabile nel corso degli anni, dimostrano ampiamente che questa forma di governo non può assolutamente essere presentata o, peggio ancora, imposta come dogma inviolabile, un dogma nel quale una massa crescente di individui non crede più, tanto è vero che la partecipazione alle liturgie democratiche sta diminuendo e non solo in Italia Tutto questo mi sento di affermare in piena tranquillità di spirito, anche se mi rendo conto che tale impostazione concettuale mi espone agli anatemi di tutti coloro che si arrogano il diritto di dare la “patente di democratico” soltanto a chi accetta acriticamente e passivamente i sacri principi ideologici del 1789. Io di tutto ciò me ne frego perché, anche sull’esperienza di quanto è accaduto e sta accadendo di negativo in Italia in questo periodo ( e non solo in Italia ! ), sono

portato a sostenere che la

democrazia di per sé – non

essendo un valore, ma solo una

prassi di governo modificabile

secondo gli interessi della “casta”

– non garantisce e non può

garantire ( neppure in linea

teorica, si badi bene ! ), i legittimi

interessi del cittadino e, tanto

meno, i superiori interessi della

Nazione. Basti pensare che questo

meccanismo mette in piedi un

“gioco” democratico nel quale è

possibile cambiare il colore della

maglia durante la partita senza che

tutto questo porti all’interruzione

della partita stessa. Un cittadino elegge un suo

rappresentante in un dato

schieramento politico e può

ritrovarselo in un altro o,

addirittura, in uno costituito in

itinere. Questa analisi ci porta

ad un’ altra riflessione

conseguenziale. L’italiano medio,

che è poi il tipico rappresentante

della grande maggioranza degli

italiani, durante tutti questi anni,

ha lavorato, costruito, fatto figli,

studiato, risparmiato,

nell’illusione di vivere in uno

stato di diritto, cioè in un contesto

socio-politico organizzato e

finalizzato al bene comune per

mezzo di norme di garanzia e di

tutela valide per tutti. Questo

italiano medio, cresciuto ed

educato in un clima di pluralismo

ipocrita e formale – come

abbiamo dimostrato – ha

progressivamente perduto capacità

critica e libertà di giudizio e non

ha saputo tempestivamente e

correttamente decodificare segnali

e messaggi che indicavano il

consolidarsi al potere di fameliche

oligarchie, tra l’altro emanazioni

di autorità e lobbie sovranazionali.

Tra il significante e il significato

dei comportamenti di queste

oligarchie, si sono inseriti i mass-

media di regime, il coro dei

cosiddetti “intellettuali organici”

nonché gruppi dell’imprenditoria

assistita che hanno dato – tutti

insieme – di questa attività

pseudo-politica per non dire

“criminosa”, interpretazioni

univoche e rassicuranti, sulle quali

è stato poi costruito il famoso

“consenso” che ha portato

all’attuale “democrazia senza

demos”, per di più imbalsamata e

mummificata. Da parte sua,

l’italiano medio, per quel processo

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psicologico definito di “rimozione” ha cancellato dalla

propria memoria storica il peccato originale, il vizio

d’origine del sistema, e non ha tenuto conto di vivere in

uno stato a “sovranità sempre più limitata” con al potere

una classe dirigente mercenaria ed asservita ad interessi

stranieri. Il disegno mondialista della “trilateral” sta

adesso destabilizzando i vecchi equilibri geo-politici –

interni ed internazionali – con lo scopo di ricercare un

assetto che favorisca l’instaurazione definitiva ed

irreversibile del “ nuovo ordine mondiale “. In questa

fase la classe politica mercenaria del paese chiamato

Italia, non serve più, ha fatto quanto doveva fare e così,

la stessa, si ritrova improvvisamente senza coperture,

senza la protezione dei “padrini”. Ecco, quindi,

emergere il putridume di un regime che in questi anni è

riuscito soltanto ad accumulare fallimenti su fallimenti;

una classe politica e burocratica sulle cui spalle ricadono

responsabilità storiche i cui effetti perversi peseranno

alla lunga anche sulle generazioni future. Una classe

politica e burocratica che adesso si sente scoperta e che

sta passando repentinamente dall’arroganza alla paura e

al panico, una “casta” priva di dignità che si sente

tallonata, assediata, prossima alla resa dei conti. Questi

manigoldi vivono asserragliati nel “palazzo”, alla

ricerca di “nuove regole” del gioco da spacciare come

soluzioni salvifiche; cercano di mimetizzarsi, cambiano

il nome dei loro partiti, si scompongono e si

ricompongono in un vergognoso ruolo delle parti, ma

ormai – paradosso dei paradossi – i rappresentanti del

popolo sono in rotta di collisione col popolo; come pure,

gli stessi sindacalisti di regime, vengono sempre più

frequentemente contestati dai lavoratori, dai precari e

dai disoccupati. In una recente trasmissione televisiva l’attuale

presidente della repubblica è stato definito un

“criminale” a tutto tondo e questo appellativo è stato

applaudito dai presenti. I malfattori cominciano ad

accorgersi che la fame, la miseria, la precarietà,

l’insicurezza, la mancanza di un futuro, fenomeni che si

stanno diffondendo a macchia d’olio, potrebbero

divenire cattivi consiglieri circa i propositi di una

popolazione esasperata e non più disposta a tollerare le

loro inutili chiacchiere. Si tratta, pertanto, di una truffa

colossale affermare che con “nuove regole” del gioco si

possa garantire la soluzione di tutti quei problemi

morali, sociali ed economici creati proprio dalla

democrazia realizzata in Italia in questi ultimi decenni.

In tale contesto di palude mefitica e di stupidità

intellettuale è perfino poco gratificante, per noi

SOCIALISTI NAZIONALI, praticare il ruolo di

avversari di questo regime in agonia. A loro, a tutti loro,

il nostro disprezzo!

Stelvio Dal Piaz

DEMOCRAZIA DEL

“sistema”:

UN FALSO IN ATTO

PUBBLICO !

La loro “democrazia”, quella importata con l’invasione militare di occupazione del suolo europeo per intenderci, é una colossale truffa, un vero e proprio falso in atto pubblico direbbero dei magistrati impegnati seriamente nel loro lavoro. Come altro si può intendere un sistema perverso ed ipocrita che porta i cittadini (ignari o cretini a questo punto !?) ad andare a depositare in un’urna una scheda contrassegnata da vari simboli i quali non rappresentano nemmeno più Idee-forza ma sono agglomerati di comitati di affari in cui si sgomita per avere una poltrona da cui poi vedere cosa ricavare per sé e per i propri “famigli”. Una “democrazia”,tra l’altro, che come avviene nei paesi da cui trae origine ormai é rappresentativa si e no solo di un 50% di aventi diritto sempre più collocati nella fasce sociali che traggono vantaggi dal collegamento – spesso di tipo mafioso e lobbistico – con la cosiddetta “classe dirigente” dalla partitocrazia che ormai al suo stesso interno provvede a creare maggioranza ed opposizione in un balletto consumato secondo copioni predeterminati e pronti semmai – in caso di “emergenze nazionali” – a divenire sodali complici del malaffare pro domo loro a danno degli interessi della comunità di cui invece dovrebbero rappresentare i bisogni. Una “democrazia” che genera mostri giuridici di leggi senza regolamenti attuativi, di imposizioni di costume fuorvianti, di deliberazioni amministrative dettate da tecnocrati non eletti che perseguono obiettivi contrari alla giustizia sociale in nome e per conto di una centrale usuraia apolide ed internazionale avvitata sulla propria diabolica avidità. Eppure oggi é il 4 novembre, per noi italiani giorno della Vittoria (l’unica da poter festeggiare !), giorno che segna in qualche modo anche l’avvio di quella resurrezione sfociata nella Rivoluzione Nazionale del 1922, unico momento di ritorno ad una atavica grandezza del nostro Popolo; e vogliamo essere ottimisti nella speranza di saper ritrovare quei valori e quelle forze necessarie a dire una volta ancora: “E adesso….. basta !!! “ In alto i Cuori.

Maurizio Canosci

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rossa

Foglio informativo gratuito inviato

online agli iscritti

Anno I - N°1 – gennaio 2014

Responsabile mariano renzetti

via armando diaz 544/a, 03014 fiuggi, fr

-------------------------------------------------

Si invitano i Reduci della R.S.I. – continuità

ideale e le associazioni d’arma che volessero

segnalare episodi, celebrazioni, ricorrenze,

ad inviare il materiale a questo indirizzo:

Paolo PiovaticcI

Via XX Settembre 99, 52037 Sansepolcro, Ar

-------------------------------------------------

Chi volesse offrire un contributo

volontario per l’associazione che opera per

conservare, tramandare e onorare la

memoria dei Caduti di Rovetta e della R.S.i.

(o per rinnovo tesseramento) può farlo

inviando un versamento a mezzo

c/c postale n° 001 015 515 487

oppure tramite bonifico bancario

iban: it04b0760114800001015515487

intestati a:

"associazione reduci 1^ legione cc.nn. "m"

d'assalto tagliamento"

Blog:

http://associazionereducitagliamento.blogspot.com

e-mail:

[email protected]

Da oggi seguici anche su dispositivi mobili

scaricando l’ app ufficiale all’indirizzo:

http://staffapp.mobi/assreducitagliamento

direttamente dal cell (non eseguibile da pc) o

scannerizzando il QRcode qui sopra con il

lettore di codice a barre dello smartphone

Dedicata ai Caduti, ai Reduci ed

alla vita dell’ Associazione creata

dal Tenente della “invitta” Legione

Tagliamento Gregorio

Misciattelli per la continuità

della memoria e dell’omaggio ai

purissimi Martiri di Rovetta e a

tutti gli altri eroici Caduti della

gloriosa Repubblica Sociale

Italiana.

”…noi reduci viviamo perché voi ci ricordate…”

Giulio Di Marino