L’utilità del voto “inutile”

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L’utilità del voto “inutile” Da quando non si vota più con un sistema rigidamente proporzionale si sono moltiplicati gli appelli al “voto utile” con continui proclami del PD e del PDL tesi a sancire l’utilità del voto solo se conferito, rispettivamente, alla propria lista. Bene. Ma che fine hanno fatto i voti definiti “utili” ? ll mio voto alle politiche, ad esempio, è andato al Partito Democratico: a posteriori ritengo che non sia stato assolutamente un voto utile… penso addirittura che sia stato un voto dannoso visto che il PD ha poi deciso, tradendo palesemente la mia volontà e quella di tutti gli altri elettori, di allearsi con un PDL sempre più impresentabile… Si arriva quindi facilmente al paradosso che il mio voto, dato al PD, in realtà è stato “utilizzato”, assieme agli altri conferiti al PD, per raggiungere l’obiettivo, pervicacemente perseguito da PD e PDl, di un governo con il centro – destra, governo che non condivido e che prima del voto era stato assolutamente escluso dal PD stesso. E allora perché continuare a votare il PD anche nelle amministrative ? Risposta del PD: perché altrimenti si favorisce il candidato di centro-destra. Si arriva a definire disfattista colui il quale non si attiene alle indicazioni dei partiti maggiori, quasi un sabotatore…. Insomma, sempre la stessa storia: veniamo chiamati più o meno obtorto collo a votare il candidato del centro – sinistra, comunque e a prescindere dal candidato di volta in volta presentato… perché altrimenti vince il centro destra. Stessa storia con la Bonino candidata a Presidente della Regione Lazio: un disastro elettorale. E questa volta io non ci sto, sinceramente “ho già dato”, ho già dato svariate volte, forse troppe: alle amministrative 2013 per Roma Capitale voto per convinzione, non facendomi condizionare dal ricatto, perché tale è, della maggiore o minore utilità del mio voto, per il semplice motivo che nessuno ha il diritto di definire utile o inutile il mio voto, massima espressione della mia discrezionalità politica, così come sancito dalla Costituzione. Questa volta, in estrema sintesi, voglio che il mio voto non venga utilizzato per scopi diversi da quelli per i quali lo conferisco. Perché quindi, nella fattispecie delle Amministrative 2013, non voto Ignazio Marino ? Per il semplicissimo motivo che Marino, eccellente chirurgo di fama internazionale, non mi convince proprio come Sindaco, neppure un po’: è stato calato dall’alto improvvisamente, rappresenta il prodotto delle solite alchimie dell’oligarchia del PD, non ha un programma, lancia spot elettorali talvolta ridicoli (vedi il BIT a 5 € per i turisti subito dopo aver messo tra le massime priorità proprio il turismo), commette gaffes talvolta imbarazzanti, non ha nessuna esperienza di governo, imbarca con tanto di conferenza stampa congiunta Croppi, già assessore di Alemanno e comunque esponente del centro-destra, non sa nulla di

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L’utilità del voto “inutile”

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L’utilità del voto “inutile”

Da quando non si vota più con un sistema rigidamente proporzionale si sono moltiplicati gli appelli al “voto

utile” con continui proclami del PD e del PDL tesi a sancire l’utilità del voto solo se conferito,

rispettivamente, alla propria lista.

Bene. Ma che fine hanno fatto i voti definiti “utili” ?

ll mio voto alle politiche, ad esempio, è andato al Partito Democratico: a posteriori ritengo che non sia stato

assolutamente un voto utile… penso addirittura che sia stato un voto dannoso visto che il PD ha poi deciso,

tradendo palesemente la mia volontà e quella di tutti gli altri elettori, di allearsi con un PDL sempre più

impresentabile…

Si arriva quindi facilmente al paradosso che il mio voto, dato al PD, in realtà è stato “utilizzato”, assieme agli

altri conferiti al PD, per raggiungere l’obiettivo, pervicacemente perseguito da PD e PDl, di un governo con il

centro – destra, governo che non condivido e che prima del voto era stato assolutamente escluso dal PD

stesso.

E allora perché continuare a votare il PD anche nelle amministrative ?

Risposta del PD: perché altrimenti si favorisce il candidato di centro-destra.

Si arriva a definire disfattista colui il quale non si attiene alle indicazioni dei partiti maggiori, quasi un

sabotatore….

Insomma, sempre la stessa storia: veniamo chiamati più o meno obtorto collo a votare il candidato del

centro – sinistra, comunque e a prescindere dal candidato di volta in volta presentato… perché altrimenti

vince il centro destra. Stessa storia con la Bonino candidata a Presidente della Regione Lazio: un disastro

elettorale.

E questa volta io non ci sto, sinceramente “ho già dato”, ho già dato svariate volte, forse troppe: alle

amministrative 2013 per Roma Capitale voto per convinzione, non facendomi condizionare dal ricatto,

perché tale è, della maggiore o minore utilità del mio voto, per il semplice motivo che nessuno ha il diritto

di definire utile o inutile il mio voto, massima espressione della mia discrezionalità politica, così come

sancito dalla Costituzione.

Questa volta, in estrema sintesi, voglio che il mio voto non venga utilizzato per scopi diversi da quelli per i

quali lo conferisco.

Perché quindi, nella fattispecie delle Amministrative 2013, non voto Ignazio Marino ?

Per il semplicissimo motivo che Marino, eccellente chirurgo di fama internazionale, non mi convince

proprio come Sindaco, neppure un po’: è stato calato dall’alto improvvisamente, rappresenta il prodotto

delle solite alchimie dell’oligarchia del PD, non ha un programma, lancia spot elettorali talvolta ridicoli (vedi

il BIT a 5 € per i turisti subito dopo aver messo tra le massime priorità proprio il turismo), commette gaffes

talvolta imbarazzanti, non ha nessuna esperienza di governo, imbarca con tanto di conferenza stampa

congiunta Croppi, già assessore di Alemanno e comunque esponente del centro-destra, non sa nulla di

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urbanistica né di mobilità nè di quant’altro serve per gestire e possibilmente risolvere i problemi complessi

di una metropoli quale è Roma.

Sullo sfondo del mio profilo di Facebook, è riportata una frase di Albert Einstein: “Non si può risolvere un

problema con lo stessa mentalità che l’ha generato”.

Ecco, il problema è tutto qui, la candidatura di Marino è stata “confezionata” con gli stessi presupposti e la

stessa mentalità di sempre.

Ci vuole ben altro a mio avviso: ci vogliono competenze specifiche, esperienza di governo, know-how,

insomma, un curriculum che necessariamente deve essere più ricco, più solido, più attinente alle complesse

tematiche che devono essere risolte.

E’ per questo che sostengo Alessandro Bianchi e la sua lista Progetto Roma ed è per questo che ho

accettato con entusiasmo la sua proposta di candidarmi all’Assemblea Capitolina e al I Municipio. Perché in

Bianchi c’è, come dire, della stoffa per fare bene il Sindaco, della stoffa buona, perché Bianchi mette sul

tavolo la propria esperienza di governo nazionale e le proprie competenze tecniche, l’urbanistica e la

mobilità in primis, che, guarda caso, attengono ai maggiori problemi che Roma deve urgentemente

risolvere.

Voto inutile il mio ? Bah, lo vedremo, intanto andiamo alla conta, noi di Progetto Roma siamo pronti.

E anche se Progetto Roma non dovesse vincere, beh, a buon intenditor, ammesso che ve ne siano ancora,

poche parole: molti elettori, questa volta, avranno votato per convinzione, finalmente non facendosi

condizionare dalla pretesa della più o meno utilità del proprio voto.

Carlo Buscalferri

Progetto Roma