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a cura di GIOVANNI SOMMO LUOGHI FORTIFICATI FRA DORA BALTEA, SESIA E PO Atlante aerofotografico dell’architettura fortificata sopravvissuta e dei siti abbandonati IV Analisi, aggiornamenti, indici Edizione di riferimento: Edizioni del Gruppo Archeologico Vercellese Vercelli 2000

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a cura diGIOVANNI SOMMO

LUOGHI FORTIFICATI FRADORA BALTEA, SESIA E PO

Atlante aerofotografico dell’architettura fortificatasopravvissuta e dei siti abbandonati

IVAnalisi, aggiornamenti, indici

Edizione di riferimento:Edizioni del Gruppo Archeologico Vercellese

Vercelli 2000

Studi sul territorio5

2000«Edizioni del Cardo»

© Gruppo Archeologico Vercellese, via fratelli Garrone, 20 - 13100 Vercelli - tel. 0161-255251

http//:www.archeovercelli.it

Riguardo alle illustrazioni la redazione si è curata delle relative autorizzazioni degli aventi diritto. Nei casi in cui ciò non è statopossibile, resta comunque a disposizione per regolare le eventuali spettanze o per eventuali adempimenti burocratici.

In ogni caso si sono indicate le fonti.Per l’edizione dei materiali aerofotografici si è ottenuta autorizzazione dello S.M. A., n. 824, del 6.9.1991.

Autorizzazione alla riproduzione dei documenti dell’Archivio di Stato di Vercelli n. 2699X.9.

INDICE SOMMARIO

p. 4 Ringraziamenti5 Premessa

9 Correzioni e integrazioni alle schedeUn inventario in corsoLa conoscenza del territorio

10 Le schede

33 Tavole fuori testo a colori

49 Schede aggiunte49 Borgofranco di Peronasca50 Castrum Roncarolii51 Ramezzana52 Visterno

53 Inventario dei toponimiPer un inventario dei toponimi significativi

89 Indice delle schede

99 Tipologie ed evoluzione delle località fortificate nell’area di influenza del comune medievale vercellese

99 L’area geografica e i presupposti della ricerca100 Distribuzione e cronologia dei siti101 Fonti documentarie e fonti archeologiche per lo studio dei siti fortificati103 L’incastellamento nel Vercellese104 Decastellamento e trasformazione104 Tipi e caratteristiche dell’architettura militare del Vercellese105 Castelli d’altura (dal castrum turris al castrum e villa)109 Castelli di pianura (dal recinto al castrum e villa)112 Recinti di ville e borghifranchi113 Bastie e torri di vigilanza113 Le motte114 Ricetti (castrum e receptum)116 Le fattorie fortificate e le grange116 Monasteri e chiese fortificati o recintati117 Conclusioni

119 Bibliografia generale

Carta allegata con distribuzione territoriale delle schede dei siti e dei toponimi

1. Sigillo del Comune di Vercelli

RINGRAZIAMENTI

È mio dovere ringraziare quanti hanno dato il loro contributo alla realizzazione dell’ultima parte delprogetto. In particolare ringrazio i Comuni che hanno messo a disposizione le cartografie in loro

possesso permettendo di ridurre notevolmente i tempi della ricerca, il personale e le direzioni dellaBiblioteca Civica di Vercelli e dell’Archivio di Stato di Vercelli per la loro disponibilità.

Hanno collaborato alla preparazione del presente volume:

SILVANO BELTRAMEin particolare per le pazienti ricerche d’archivio sui materiali delle schede dei toponimi

NATALINO CORBELLETTIin particolare per l’elaborazione della cartografia di base

SERGIO GAVIGLIOEMANUELE GUAZZONIDEBORAH GUAZZONI

MARA MICHELONEper le ricognizioni e le ricerche bibliografiche.

A loro, e a tutti i Soci che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione del volume,vorrei esprimere la mia gratitudine.

PREMESSA

A distanza di sette anni dall’edizione del terzo volume dedicato all’inventario dellelocalità fortificate dell’antico territorio del Vercellese, e come era stato programmato,esce questo quarto volume, a lungo atteso, che conclude un fortunato ciclo di studi edi ricerche finalizzate ad una nuova e oggettiva conoscenza di un aspetto tanto deter-minante per la storia del paesaggio e dell’insediamento nel Vercellese.Per quanto sia noto agli addetti ai lavori l’acceso, e peraltro non concluso, dibattitoche ha caratterizzato l’ultimo decennio del secolo circa lo studio degli incastellamen-ti, dibattito aperto in Italia dai lavori di A.A. Settia, molto poco è cambiato ancora nel-l’immaginazione collettiva sull’argomento e ben pochi sono stati i lavori di studio che,come il nostro, hanno tentato un approccio di tipo storico-archeologico alla comples-sa materia, pur con i limiti che ovviamente ci si deve porre affrontando un ambito tantovasto sia dal punto di vista dell’estensione territoriale indagata, sia da quello, più sot-tile, dell’orizzonte culturale cui si vorrebbe fare riferimento. Mentre continuano le dis-cussioni sulla tutela e sullo studio del costruito e dell’esistente, sulle valenze paesisti-che e turistiche che solitamente affiancano ogni intervento rivolto ai castelli e alla lorodestinazione futura, si tende a dimenticare o a mettere in secondo piano l’importanzadi uno studio sistematico delle emergenze, siano esse allo stato di rudere, di semplicetraccia o addirittura di toponimo, in un ambito territoriale e storico omogeneo.Tale tipo di impostazione, naturalmente derivata dalla disciplina archeologica, e quin-di indipendente dalla presenza o meno di fonti scritte, è senza dubbio, almeno a mioavviso, la più corretta per affrontare in modo il più possibile scevro da pregiudizi lacomplessità del tema e la stessa complessità dei documenti materiali analizzati.Riconducendo la tematica dell'incastellamento a ciò che essa è in realtà, cioè unaforma di organizzazione e di controllo territoriale, si riportano i termini della questio-ne all’origine e, quindi, alle esigenze storiche che hanno determinato nel tempo lo svi-luppo e la successiva attenuazione del fenomeno.Ogni territorio, ha avuto, nel rispetto delle presenze e delle esigenze precipue, un pecu-liare sviluppo del fenomeno dell'incastellamento con particolarità dovute alle forme disfruttamento del territorio, di insediamento, di parcellazione dei diritti signorili, dimaggiore o minore importanza delle strutture comunali e centrali. La logica stessa concui sorgono e si sviluppano i segni del controllo signorile e le esigenze difensive dellepopolazioni ad esso legate è tanto più aderente alla rete insediativa e viaria preesi-stente e alle mutate esigenze organizzative, quanto più sul territorio esistono forma-zioni geologiche naturali idonee alla difesa e all’insediamento.Raramente, nelle nostre zone almeno, si erigono fortificazioni su alture artificiali, piùspesso si modificano preesistenze che facilitano le difese e si scelgono con attenzioneluoghi che presentano connessioni con canali, vie e passaggi obbligati, o elevazioninaturali, un tempo piuttosto comuni anche in pianura prima degli spianamenti opera-ti per la sempre più diffusa coltura del riso.In questo modo sembra che le più antiche forme di incastellamento non si siano trop-po allontanate dalla rete di insediamenti agricoli dell’epoca romana e tardo-antica inpianura. In aree collinari e montane, così come è avvenuto in tutta Italia lungo lecoste, gli incastellamenti si localizzano su di un colle o su un pianoro idoneo il più vici-no possibile ai campi, alle vie e agli insediamenti da difendere.

Gli abbandoni di insediamenti antichi e tardo-antichi, in alcuni casi documentabili,riguardano distanze di poche migliaia di metri e comportano spesso il massiccio recu-pero di materiale da costruzione, così come avverrà poi per gli abbandoni connessialla creazione dei borghifranchi. Il nucleo agricolo ruota, pertanto, sempre e conaccentuata tendenza al conservatorismo intorno ai terreni che sfrutta e che coltiva dagenerazioni, che conosce in ogni particolare e che chiama per nome.Una delle riflessioni che i risultati del censimento hanno provocato con immediatezzaè stata, infatti, la constatazione che lo studio delle dinamiche dell'incastellamento vafatalmente ricondotta all’ambito territoriale, alle preesistenze insediative e allo svi-luppo agricolo di una porzione di territorio, alle sue suddivisioni feudali e al succes-sivo accorpamento agrario di antichi diritti feudali che porterà alla formazione dellegrandi proprietà agrarie fra i secoli XVI e XVIII e, con confini che di esse sono spes-so lo specchio, alle entità territoriali comunali del XIX secolo, che sussistono sino aigiorni nostri.Il lungo lavoro di censimento, la cui ideazione era scaturita dal progetto dedicato aRado sul finire degli anni ‘80, mi ha fornito una privilegiata visione d’insieme di piùdi duecento siti e di un centinaio di toponimi significativi riguardanti un territorioassai vasto ma storicamente omogeneo, essendo limitato alla sfera di influenza cheebbe il Comune vercellese nel momento della sua massima espansione fra XII e XIIIsecolo. Da questa notevole mole di materiale formato da dati bibliografici, topografi-ci e archivistici e da utilissime riprese fotografiche aeree si formò innanzi tutto unaprecisa cartografia dell’esistente, fatto di per sé rivoluzionario se si tien conto che nes-suno degli Autori che si sono occupati di incastellamento negli ultimi anni in questoterritorio ha mai considerato l’aspetto topografico, né tantomeno ha utilizzato i docu-menti catastali o la ripresa aerofotografica obliqua a bassa quota.Si aveva così la possibilità, per la prima volta nel Vercellese, dopo il pionieristico lavo-ro di Panero sulla toponomastica nei documenti medievali, di osservare il fenomenodell' incastellamento nella sua totalità, tenendo conto di tutte le fonti disponibili, com-prese quelle territoriali e catastali, che hanno fornito spesso dati innovativi.Ma il fatto di gran lunga più rilevante determinato dalla raccolta dei dati è costituitodalla possibilità di esaminare e confrontare per la prima volta, oltre la dislocazione etipologia dei singoli manufatti, anche le microdinamiche riguardanti diverse porzionidi territorio fra loro diverse per caratteristiche geologiche e morfologiche, permetten-do la ricostruzione, anche solo ipotetica e sperimentale, di processi di sviluppo e diabbandono nonché di modelli insediativi che potrebbero presentare validità ben oltrei limiti territoriali e cronologici del censimento.Mi dolgo, a distanza di un decennio ormai dalla conclusione del nostro lavoro, di nonaver avuto la necessaria lungimiranza per percepire la necessità e l’opportunità disfruttare le centinaia di sopralluoghi effettuati per documentare fotograficamente iparticolari costruttivi dei singoli manufatti sopravvissuti, ma lo scopo principale dellaricerca era in un certo senso più orizzontale che verticale e, nella maggior parte deicasi, avremmo documentato strutture completamente ricostruite fra XV e XVII secolofornendo, in sostanza, una tipologia dedicata agli ultimi secoli di vita del castello.Uno degli apporti della ricerca che in questo volume trova conclusione è, infine, cer-tamente costituito dalla consapevolezza del notevole numero di siti che, sparsi sul ter-ritorio, sono potenziali oggetti di ricerca sulla storia dell’insediamento nel Vercellese.Questa archeologia “povera”, formata da tracce in via di cancellazione e da resti noncerto paragonabili a quelli che nel nostro Paese siamo abituati a considerare impor-tanti è tuttavia una delle principali piste che si dovranno seguire per avere una cono-scenza diretta della civiltà contadina che dall’Antichità alle soglie dell’Evo Modernoha caratterizzato le nostre campagne, costituendo il tessuto connettivo della nostrarealtà attuale. Molti luoghi abbandonati, un tempo abitati fiorenti, sono scomparsisenza quasi lasciare tracce e attendono di essere indagati. Queste località, spesso inpericolo per l’estendersi di nuove costruzioni o per moderni spianamenti e risistema-zioni agricole, costituiscono una sfida per l’archeologia e la storiografia locale e peri pianificatori degli Enti territoriali, che purtroppo non so quanto sianoin grado diraccogliere.

6 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Premessa 7

Ritengo che l’indagine di alcune località campione, di particolare interesse, insiemecon l’approfondimento dei dati storici e archivistici legati a piccole porzioni di terri-torio possa costituire un obiettivo sostenibile per il futuro delle ricerche, ma né l’ar-cheologia ufficiale né la ricerca universitaria sembrano interessate a portare avantiuna programmazione a lungo termine sul campo.Neppure Associazioni come la nostra possono esprimere impegni di lungo termine einnescare autonomamente programmi di ricerca interdisciplinari che vadano oltre lasemplice ricognizione di superficie. Tale situazione di stallo nella ricerca sul campo,rilevabile anche nel settore dell’archeologia classica, è stato più volte sottolineato, èalquanto tipica della realtà italiana nella quale Uffici di tutela, Università e ricerca-tori locali sono, salvo lodevoli eccezioni, volutamente separati da profondi fossati cor-porativi, disciplinari e socio-culturali. Tutto ciò non può che essere deleterio per laricerca e la tutela territoriale. Per questi motivi ritengo che il compimento del presen-te lavoro costituisca un piccolo fiore all’occhiello per un’Associazione che si apprestaa compiere i trent’anni di attività.Il quarto volume è quindi dedicato alla revisione critica delle 224 schede presentatenei tre volumi precedenti apportando quelle aggiunte, correzioni e precisazioni chesono state opportunamente segnalate e un nutrito elenco di toponimi che, seppure nontutti adeguatamente approfonditi nella loro pertinenza, costituiscono il miglior contri-buto possibile alla completezza del lavoro. Molto resterebbe da fare, molti singoli casiattendono comunque quegli approfondimenti sul campo che forse meriterebbero, mal’obiettivo limitato della ricerca e la ristrettezza delle risorse, materiali e umane, nonci consente di tardare ancora. La carta che accompagna questo lavoro è l’elaborato che ritengo più prezioso per unavisione d’insieme ed una sintesi del censimento. I numeri che vi sono disposti fanno capo ad un indice generale che raggruppa per ter-ritori comunali le emergenze segnalate e rimanda ai volumi e alle schede. Per quantoriguarda l’analisi dei materiali raccolti, viene qui riproposto un mio intervento accol-to al I Convegno dei Medievisti Italiani, con ampliamenti e approfondimenti circa latipologia delle località fortificate che vi avevo presentato come primo risultato del cen-simento. Inoltre ho ritenuto di inserirvi alcune ipotesi di lavoro su aspetti e proble-matiche legate alle logiche e alle dinamiche territoriali locali.Con questo rendiconto credo che il mio lavoro di organizzatore e curatore del proget-to possa dirsi finalmente concluso, grazie soprattutto alla generosità della FondazioneCassa di Risparmio di Vercelli cui va la mia gratitudine. Tutt’altro che conclusa laricerca che, anzi, appena si apre con questo primo passo che tuttavia confido sia diret-to nella giusta direzione.

Vercelli, novembre 2000

Giovanni Sommo

CORREZIONI E INTEGRAZIONI ALLE SCHEDE

Un inventario in corso

La necessità di apportare correzioni e integrazioni alle schede già pubblicate apparvesubito con chiarezza dopo l’uscita del primo volume, in particolare per il sito diRobiallo che non era stato centrato dalla fotografia aerea e, di conseguenza, nella car-tografia catastale. È stato quindi da quel momento raccolto tutto il materiale utile perle integrazioni, le correzioni e l’eventuale aggiunta di schede.Nonostante le attenzioni profuse per l’edizione dei tre volumi precedenti e del presen-te ritengo che non sia possibile, come ho già avuto modo di chiarire altrove, conside-rare concluso un lavoro di questo tipo. Per la sua stessa natura esso è destinato ad esse-re impreciso e lacunoso. La stessa bibliografia utilizzata, per quanto vasta, non è certoesaustiva e a tale riguardo abbiamo molto apprezzato le segnalazioni ricevute che cifacevano notare imprecisioni e lacune che in questa sede tentiamo di correggere e col-mare.Illustrazioni e testi aggiunti sono riportati nell’indice generale delle schede al loroluogo per facilitare la consultazione dei materiali presenti nei quattro volumi.La localizzazione topografica dei siti, che nei primi tre volumi utilizzava la cartografiaIGM, è stata raccolta qui in un’unica carta allegata, appositamente disegnata, che ripor-ta l’orografia del territorio ed i confini amministrativi comunali per permettere di riuni-re in un’unico documento la posizione delle schede, sia dei siti indagati che dei topo-nimi segnalati.

La conoscenza del territorio

Uno dei risultati del nostro “inventario” e dell’ “atlante” che ne è il prodotto cartogra-fico finale è stato certamente quello di permettere la visione d’insieme di una serie didati che non erano mai stati prima d’ora riuniti ed esattamente localizzati.Avendo ben chiaro questo obiettivo, che costituisce anche un limite alla ricerca, credosi possano perdonare le inevitabili imprecisioni, se si ritiene di annettere una qualcheimportanza alla conoscenza del territorio che la sintesi dei dati ha consentito di ottene-re. L’individuazione di alcuni modelli nella localizzazione e nella struttura delle loca-lità fortificate dell’area presa in esame e la loro schematizzazione in una proposta diseriazione tipologica e cronologica, ritengo possa costituire comunque un progressonello studio dell’insediamento fortificato nell’antico territorio vercellese. L’ “atlante”,oltre a chiarire il rapporto esistente fra i siti e fra essi ed il territorio circostante, con-sente finalmente di avere con immediatezza la visione della consistenza del fenomenodell’incastellamento nelle nostre terre e di progettarne un approccio interdisciplinare,la cui ineluttabilità è ben messa a fuoco da questo lavoro preliminare.Al termine di questa fase generale di conoscenza sarà forse meno arduo considerare lavalenza e la stratificazione del paesaggio agrario nella progettazione dello sviluppo ter-ritoriale e un poco più agevole la predisposizione di interventi conoscitivi preventivinelle aree dotate di un qualche interesse archeologico.

2. Pagina a fronte.Veduta aerea com-plessiva dell’abita-to di Caresana.

10 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Le schede

Sono indicate con la numerazione utilizzata nella cartografia dei primi tre volumi esono stati assegnati nuovi numeri alle schede aggiunte. Tutte compaiono nell’indicegenerale cui occorre fare riferimento per individuare i materiali esistenti per ciascunsito nei vari volumi e per l’interpretazione della numerazione nella cartografia allega-ta.

Correzioni ed integrazioni alle schede 11

Correzioni e integrazioni

2Varallo

Tipo: castello (?).Localizzazione: Chiesa parrocchiale di S. Gaudenzio, nel centro abitato.Superficie: non determinabile.Attestazione: 1030 (PANERO1985, p. 26).

Circa la tradizione storica che vorrebbe la presenza di un castello nel sito è intervenu-to Casimiro Debiaggi il quale, in una sua lettera (5.2.1993), esprime parere contrarioessendo l’altura ooccupata dalla pieve di S. Gaudenzio, che deve risalire all’VIII-IXsecolo. Non mi sento per questo di negare, tuttavia, la possibilità che la pieve possaessere stata affiancata da una residenza signorile e con essa racchiusa in un perimetrodifensivo, così come altrove avviene in località di pianura anche meno propizie alladifesa. Pertanto, dando credito al documento del 1260 circa la presenza di un palatiuma Varallo e alla tradizione raccolta, e forse distorta, da vari storici, sarei propensocomunque ad identificare nel colle di S. Gaudenzio il nucleo antico dell’abitato, suc-cessivamente evoluto nell’area circostante.

7Robiallo

Tipo: castello e borgo.Localizzazione: Comune di Borgosesia, frazione Bettole, sul colle sovrastante l’abitato.Superficie: 1500 mq. il castello, circa 2000 mq. il borgo. Attestazione: 1217 (MOR 1933, XXIV, p. 51).

Un banale errore di identificazione dall’alto del colle di Robiallo, in assenza di mappacatastale, ha determinato la localizzazione del sito sulla collina limitrofa, spostandoalcune centinaia di metri più a est l’attenzione, sul pianoro della cascina Bolola. Pertanto la fotografia aerea presentata a pagina 33 del volume I e la mappa catastaledella pagina 32 sono da considerarsi errate, così come, ovviamente, tutta la partedescrittiva della scheda. Ad un primo esame della mappa catastale (fogli 73- 75 - comu-ne di Borgosesia) nel suo insieme è infatti evidente che il disegno stesso della parcel-lazione e il toponimo “castello”, conservato dalla zona, identificano l’altura situatapoco a nord dell’abitato senza ombra di dubbio. Purtroppo non è stato possibile ripete-re l’aerofotografia del sito, ma la situazione topografica del luogo è stata indagata daterra.La dislocazione del sito di Robiallo rientra in un modello altrove attestato e molto dif-fuso. Sul pianoro più alto e dalle pendici scoscese è il castello, sul pianoro a nord, sepa-rato dal castello da un avvallamento, è il borgo, di non grandi dimensioni. È probabileche le caratteristiche naturali delle alture siano state accentuate dall’intervento del-l’uomo per adattarle alle necessità difensive dell’insediamento.Il castello presenta come elemento centrale il dongione, di cui sopravvivono i restidella base (RAVELLI 1924, p. 84), circondato da una cortina muraria che contorna i mar-gini dell’altura. Le strutture residue sono costruite in pietra a secco e formate anche dagrossi blocchi arrotondati, provenienti dal vicino greto del fiume. Sembra verosimileche, in alzato, le cortine sostenessero palizzate ed elementi lignei.Del borgo non resta quasi più nulla. Se il perimetro ha avuto una recinzione essa eracerto meno imponente di quella che circondava il castello e in essa dovevano prevale-re elementi lignei. Un edificio in rovina, utilizzato e riattato sino a pochi decenni orso-no, presenta strutture che potrebbero essere pertinenti all’epoca dell’insediamento e,per la sua posizione sullo spigolo nord occidentale del perimetro del borgo, potrebbeavere avuto una funzione difensiva.Nell’area è stato inoltre individuato un grosso blocco di granito con una sporgenza

3. Castello e borgodi Robiallo.Catasto comune diBorgosesia, frazio-ne Bettole,fogli n. 73 e n.75. 4. Robiallo.

Blocco angolare digranito.

12 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

6. Particolare dellamappa catastalecon l’indicazionesommaria dellemurature riscon-trate.

5. Robiallo.Costruzione ester-na, pertinente alborgo.

7. Robiallo. Restidella cinta esterna,lato meridionale.

Correzioni ed integrazioni alle schede 13

8. Robiallo. Murodi cinta esterno,lato est.

9. Robiallo.Dongione, lato est.

destinata alla sua connessione alle murature. Questo residuo, probabilmente parte di unangolo o della base del dongione, attesta la notevole qualità della costruzione.Il complesso, così come appare dai dati emersi dalle prime ricognizioni sul terreno,conserva un notevole interesse archeologico. Il sito, per essere meglio compreso neisuoi aspetti fondamentali, necessiterebbe di un rilievo accurato dei tratti di muratureancora rilevabili ed una serie di aerofotografie che, purtroppo, non sono fino ad ora-state effettuate.

14 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

11Bornate

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Serravalle, frazione di Bornate, sul colle dominante l’abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1290 (AVONTO 1980, p. 116).

Rovine del castello di Bornate. Questa fotografia documenta quanto restava del castel-lo ai primi del Novecento (BOZZALLA 1909, p. 61).

21Locenello

Tipo: castello (?).Localizzazione: Comune di Gattinara, sulla collina ad est di Lozzolo..Superficie: non determinabile. Attestazione: non attestato.

La fittisima vegetazione presente sul colle di Uccineglio ha impedito sino ad ora unapuntuale localizzazione dei resti dell’abitato. La cartografia IGM permette tuttavia una

10. Le rovine delcastello di Bornatenella fotorafia diinizio Novecento.(BOZZALLA 1909,p. 61).

11. IGM foglio 43,I, NE, Gattinara,particolare. Il colledi Uccineglio.

Correzioni ed integrazioni alle schede 15

puntuale localizzazione. La foto qui riportata mostra come il fattore vegetazione sial’unico elemento che ostacola i rilievi. La scheda resta dunque insoddisfacente.

31Oldenico

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Oldenico, nella zona orientale dell’abitato.Superficie: 1000 mq. Attestazione: secolo XIII (ORDANO 1966).

La scheda è da integrarsi con il materiale raccolto sul toponimo “torrazza” (scheda313).

51Borgovercelli

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Borgovercelli, nel centro abitato.Superficie: 5000 mq. Attestazione: 956 (PANERO1985, p. 26).

Sulla base di quanto emerso dall’identificazione della torre (scheda toponimi n. 320) èpossibile ipotizzare che la fortificazione distrutta nel XIV secolo sia quest’ultima. Ilcastello attuale potrebbe pertanto avere origine da una costruzione posteriore al 1411,e non realizzata sulle rovine della precedente, come aveva affermato Ordano (ORDANO

1985, p. 83). Ciò spiegherebbe anche l’assoluta assenza nel castello di Borgovercelli distrutture databili ai secoli XII-XIII.

53Confienza

Tipo: castelli.Localizzazione: Comune di Confienza (PV), nel centro abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: 831 ? (AA.VV. 1959, p. 35) - 1060 (PANERO1985, p. 26).

Ad integrazione di quanto contenuto nella scheda già edita riportiamo nuove notiziestoriche e toponomastiche che attesterebbero la presenza nel luogo di due castelli.«Confienza nel 1198 possedeva due castelli. Il grande detto Castellaccio, ora scompar-

12. Resti di mura-ture coperti divegetazione sulcolle diUccineglio.

16 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

so del tutto, sorgeva accanto all’antica Pieve. Di questo castello poche notizie ci riman-gono e si sa soltanto che per qualche tempo appartenne a Vercelli, mentre l’altro, chesorge quasi al centro del paese, apparteneva ai duchi di Milano. Tale castello, costrui-to su un rialzo artificiale, misurava a levante metri 78,85, a ponente, a nord ed a sudmetri 60. Aveva cinque torri, delle quali una esiste tutt’ora, sebbene un po’modificata,

14. Confienza,vicolo Castellazzo.Catasto comune diConfienza, f. 26.

13. Confienza.Alcune strutturearchitettonicheriferibili ai secoliXIV-XV.

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Correzioni ed integrazioni alle schede 17

ed è la torre del Comune, sulla quale è collocata una grossa campana che serve, oltre adare il segnale della scuola e del mezzodì, anche per funzioni religiose. Un’altra nel-l’angolo a nord ponente è stata ridotta ad uso abitazione, sebbene se ne scorgano merlie feritoie. Nella prima metà del secolo scorso esisteva ancora, all’angolo sud-ponente,la torre alta, rotonda che ai tempi serviva da vedetta. Le quattro grandi cantine dove-vano servire come prigione e rifugio. Del castello si fa menzione in un documento del-l’anno 831 ove parlasi di Laude Oberto de Confluentia, vassallo di Desandedo, abatedi S. Ambrogio di Milano. Di questo grande castello ora rimangono due lati e parte deimuraglioni ai piedi dei quali scorre l’antica fossa» (AA.VV. 1959, p. 35).La descrizione del Castellaccio è suffragata dall’esistenza a Confienza del vicoloCastellazzo, situato poco lontano dalla pieve. Le tracce ancora visibili di parcellazio-ni regolari in questa zona dell’abitato, così come evidenziato dalla mappa catastale,farebbero pensare che si trattasse di una struttura fortificata comunitaria di notevolidimensioni, alla quale ben si attaglia anche il breve dominio comunale vercellese,anche se non si ha notizia di un vero e proprio borgofranco vercellese a Confienza.La seconda parte del brano citato si riferisce invece al castello vero e proprio, di cui siè già trattato nella scheda edita nel volume II, purtroppo non è citata la fonte del docu-mento dell’831 nè quella che determina la data riportata del 1190.La situazione di Confienza appare quindi più complessa ed interessante e meritevole diapprofondimenti sia dal punto di vista storico che archeologico.

58Langosco

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Langosco, nel centro abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1299 (PANERO1985, p. 27).

Per quanto emerso dall’identificazione del toponimo “Cascina delle motte” (scheda338), assume concretezza la transazione del 1166 riguardante una molta situata fra laSesia e la Sesia morta. Il plurale insito nel toponimo accrediterebbe inoltre l’ipotesidella presenza, a breve distanza, di due fortificazioni rappresentanti gli interessi deiCanonici di S. Eusebio di Vercelli e dei conti di Lomello, in contrasto circa la giuri-sdizione di terreni situati prima su di una sponda poi sull’altra del fiume, a seguito dellospostamento del letto principale. In tale contesto ben si inserisce anche la questione di“Langosco vecchia” (882) e “Langosco nuova” (1184).

68Caresana

Tipo: castelli ?.Localizzazione: Comune di Caresana, nell’angolo nord est del centro abitato.Superficie: 2500 mq. la rocca, il complesso circa 20.000 mq.. Attestazione: 987 (PANERO1985, p. 26).

L’analisi della documentazione bibliografica centra l’attenzione sulla chiesetta di S.Maria nei pressi del Castello, detta infra castrum in un documento del 1183 (scheda340) e sull’altura, probabilmente in parte artificiale, da essa occupata.Questa, ben visibile nelle aerofotografie, sostanzierebbe l’ipotesi di una antica fortifi-cazione, forse una motta, esistente, così come in altri casi attestati, proprio a ridossodel castello. Si tratta, ovviamente, di un’ ipotesi, per di più non suffragata da documentiscritti, se non dallo stesso che cita la chiesa come infra castrum. Tuttavia la particola-re conformazione dell’altura e l’interpretazione letterale del documento renderebberoverosimile tale presenza; che necessita di opportuni approfondimenti

18 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

82Crocetta

Tipo: fattoria fortificata.Localizzazione: Comune di Pezzana; lungo la via per Prarolo.Superficie: non determinabile. Attestazione: non attestata.

Quanto detto va aggiornato con la scoperta di un documento ottocentesco (CascineCastelletto. Archivio di Stato di Vercelli, Dis. Ospedale di S. Andrea, n. 227. Pezzana.)ove la Crocetta è denominata Cascina Castelletto (scheda 341), con lo stesso toponimodell’altra, situata ai limiti settentrionali del territorio di Caresana. Questa più anticadenominazione avvalorerebbe l’ipotesi di una fortificazione del sito anteriore al seco-lo XVII.

97Quinto

Tipo: castelli.Localizzazione: Comune di Quinto Vercellese, ai margini dell’abitato.Superficie: 4.500 mq. Attestazione: 1170 (PANERO1985, p. 27).

Anche a Quinto, come del resto accade in molte località del Vercellese, abbiamo latraccia toponomastica della presenza di un “castellazzo” non lontano dal castello anco-ra visibile. A tali notizie occorre aggiungere l’esistenza nei documenti medievali delluogo di Quintascum(attestato ancora nel 1156), che segnalerebbe un abitato dellostesso nome ormai abbandonato (scheda 317). Tutto ciò farebbe pensare ad un castel-lo e ad un abitato più antichi (X secolo almeno, se non addirittura di epoca romanacome prefigurato dall’origine del toponimo: ad quintum lapidem) abbandonati forseper uno spostamento del letto dell’Elvo. Tutto ciò rende assai interessante la località diQuinto anche sotto il profilo strettamente archeologico.

99Casanova Elvo

Tipo: castelli.Localizzazione: Comune di Casanova Elvo, nel centro abitato.Superficie: 2.000 mq il più recente, 400 mq. la parte residuale del più antico. Attestazione: 1170 (PANERO1985, p. 27).

L’illustrazione a pag. 99 del vol. II è stata numerata con il 124, in realtà il numero esat-to è 122.

100Formigliana

Tipo: motta e castelli.Localizzazione: Comune di Formigliana, nel centro abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1364 (ACB II 1928,CCCXC, p. 382) il primo e 1789 il secondo.

Qualche importante novità è emersa anche a proposito di Formigliana, luogo del qualenon si conosceva l’esatta ubicazione del castello e che un documento del 1751 inveceaveva chiarito perfettamente nella scheda già pubblicata. A ciò si aggiunge ora undocumento del 1364 che ricorda la denominazione di motta di detto castello. Ma sequesto non bastasse compare, in più, in un documento del 1789, un “Castello del Sig.Marchese di Murazzano”, situato ad occidente del primo, nei pressi della cappella di S.Vittore, ancora esistente oggi. Ecco quindi che la scheda necessita di non poche varia-zioni.

Correzioni ed integrazioni alle schede 19

Il documento di vendita del signor Cabrio degli Avogadro di Collobiano del fu signorGiovanni di terre in Formigliana, contiene la descrizione di un appezzamento: in motaseu castro dicti loci Formagnane mina una et pedes tres terre, cui choeret ab una parteecclesia S. Marie que est in dicto castro, ab alia Georgius de Nebiono, ab alia fossa-tum dicti castri(ACB, II 1928, CCCXCI, p. 382). Da tale descrizione apprendiamocome la fortificazione fosse in quel tempo denominata indifferentemente mota ecastrum, che essa comprendeva la chiesa di S. Maria nel proprio recinto, che l’area eracircondata da fossato. Dal documento del 1751 edito nella scheda 100 del vol. II nullafaceva pensare che il castello visibile potesse avere compreso la chiesa di S. Mariapoco distante. Evidentemente tale documento ci presenta una porzione del castello,forse quella principale, che conservava nome e caratteristiche di fortificazione ancoranel Settecento e che doveva secoli prima costituire il dongione di un recinto più ampiocomprendente la chiesetta di S. Maria ed altre costruzioni.Il documento del giugno 1364 costituisce dunque una preziosa testimonianza dellarealtà materiale del castello di Formigliana, rappresentandone anche l’attestazionescritta più antica a noi nota a tutt’oggi.Il secondo castello di Formigliana, attestato solo dal documento del 1789 che qui ripro-duciamo, è situato non lontano dalla cappella di S. Vittore, ancora oggi esistente unpoco fuori dell’abitato di Formigliana e visibile dalla provinciale. Non per questo pos-siamo essere certi della sua origine più recente, anzi. La presenza della cappella atte-sterebbe verosimilmente l’esistenza di un nucleo abitato intorno ad essa e la sua dedi-cazione riporta ai primi secoli del cristianesimo. Pertanto non è da escludere che ciòche nel 1789 era denominato castello non fosse, così come avviene altrove e in nume-rosi casi, una fortificazione di origine medievale o altomedievale e che un nucleo abi-tato esistesse nel luogo presso S. Vittore addirittura già in epoche anteriori, lungo unavia frequentata e presso un ponte o un guado sul Cervo che il documento del 1364ricorda in vari luoghi (ad pontem, ad pontixellum, via Vercellexia, ad SanctamPalaxiam).

15. Luogo diFormigliana.Castello del marchese diMurazzano.Archivio di Statodi Vercelli,Archivio ArborioMella, dis. n. 26,1789.

20 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

104Santhià

Tipo: castello e abitato fortificato.Localizzazione: Comune di Santhià, nel centro abitato.Superficie: non determinabile.Attestazione: 1000 (PANERO 1985, p. 26).

Ad integrazione di quanto esposto nella scheda già edita, nella quale venivalocalizzato un tratto delle mura del borgo, occorre tener conto della presenza nelcentro di Santhià di un recinto più piccolo, forse preesistente.La topografia del centro storico di Santhià, che qui riportiamo traendola dallafoto aerea zenitale, appare del resto molto interessante in quanto presenta il nucleooriginario dell’abitato odierno, dove nella parte centrale abbiamo la chiesa“collegiata” dalla quale provengono importanti reperti di epoca romana (VIALE1971, p. 63).

Tutto intorno, dove un tempo era il fossato di questo primo nucleo fortificatoabbiamo un allargamento posteriore della cerchia o un recinto esterno più ampio.Questa evoluzione del centro da una preesistenza di epoca romana al recintoaltomedievale o tardoantico, al castrum medievale e rinascimentale, è assai benleggibile nel caso di Santhià e costituisce una forma tipica che potremmo affiancareper esempio al recinto di S. Michele di Trino (quest’ultimo però successivamenteabbandonato) poiché ne costituirebbe la naturale e tipica forma evolutiva nelcaso in cui esso avesse avuto una continuità di occupazione sino al pieno Medioevoed oltre. La caratteristica principale del castrum di Santhià è quindi quella di unrecinto tardoantico con successivi sviluppi situato lungo un importante assestradale di epoca romana la cui rilevanza non è venuta meno nei secoli successivi,ciò che costituisce la principale forza di coesione del centro abitato. Altrettantonon avvenne a S. Michele, dove l’asse stradale perse progressivamente diimportanza fra Tardoantico e Medioevo.Le origini romane di Santhià sono ampiamente documentate oltre che da numeroseiscrizioni, fra cui un’ara di granito dedicata a Giove ed una in particolare,probabilmente a torto ritenuta dubbia, nella quale è la dedica degli abitanti di unpagus. Un sepolcreto è infine attestato presso le cascine di Pragilardo. Per questimotivi ritengo di estremo interesse l’approfondimento delle vicende storiche,archeologiche ed urbanistiche di Santhià.

Correzioni ed integrazioni alle schede 21

16. Topografia delcentro di Santhià(Foto Istella)

106Tronzano

Tipo: castelli.Localizzazione: Comune di Tronzano, nel centro abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: forse 1256, certo 1299 (PANERO1985, p. 27).

La presenza del “castello” e del “vicolo castelletto” (scheda 363) ha permesso di pre-cisare la situazione di Tronzano, dove sono presenti le tracce di due fortificazionisostanziando l’espressione castellautilizzata nel documento del 1256.

109Torrone dei banditi

Tipo: Casaforte.Localizzazione: Comune di Bianzè, nella zona a ovest delle attuali cascine Stroppei e Ariotta.Attestazione: 1688.

La cascina è denominata in un documento del 1730 «Casaforte o sia Torre del Torrone»(Archivio di Stato di Vercelli, Int. di Vc. serie I, n. 59). Pubblichiamo anche, ad inte-grazione della scheda già edita, il documento del 1688 di cui l’illustrazione n. 167, apag 116 del vol. II, costituiva un particolare ingrandito.

17. Vero Tippodell’Aque inser-vienti da tempoimmemorabile[...]alli Ben delTorrone. Foglio astampa, 1688.Archivio di Statodi Vercelli, Int. diVc. serie I, n. 19

110San Germano

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di San Germano, al centro dell’ abitato.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1219 (PANERO1985, p. 27).

La fotografia aerea pubblicata a p. 119 del vol. II, ill. n. 149, per un banale errore distampa è speculare. La riportiamo qui in modo corretto affiancandola alla cartografiacatastale riguardante l’area del centro interessata dai resti del castello.

22 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

18. San Germano,limiti del borgofortificato e cam-panile della par-rocchiale. Ripresaaerea, veduta dasud ovest(Riferimento ill. n.149 a pag. 119,vol. II).

19. Catasto comune di San Germano, foglio 19. Area del castello.

139Clivolo

Tipo: castello e ricetto.Localizzazione: Comune di Borgo d’Ale.Superficie: 1000 - 2500 mq.Attestazione: Sec. XIII (SELLA 1917, p. 27).

I resti sono visibili al termine della “Via del castel”, vi si notano due terrazzamenti arti-ficiali sorretti da un lato da consistenti resti murari a doppio paramento con ricolmocentrale. Il castello è attestato nel sec. XIII (SELLA 1917, p. 27). Nel XIV secolo neipatti fra i Savoia e la comunità di Borgo d’Ale la Bastita o Bicocca di Clivolo, di pro-prietà del Vescovo di Vercelli, venne data agli uomini di Borgo d’Ale. Nei catasti bor-godalesi del XVII secolo ricorre ancora il toponimo Bastita o Bicocca. Nel maggio del1988 il gruppo “L’Archivi e ji Carti dal Burgh” ne segnalò l’esatta ubicazione. Questeprecisazioni, la fotografia che pubblichiamo e lo schema dei resti murari ci sono per-venuti nel marzo del 1993. Pertanto la tavola 211, a pag. 165 del vol. II, riportava esat-tamente l’ubicazione del sito di Clivolo. Riportiamo qui di seguito nuovamente la car-

Correzioni ed integrazioni alle schede 23

tografia catastale con indicazione dei resti murari visibili e la relativa fotografia aereadella zona.

140Arelio o Bric del Monte

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Borgo d’Ale, regione Bric dal Munt.Superficie: non determinabile. Attestazione: non attestato.

Sulla base di alcune importanti osservazioni pervenuteci dal Gruppo “L’Archivi e jiCarti dal Burgh” nel marzo 1993 si sarebbe dovuta rivedere la situazione dell’interoterritorio situato nella zona del Bric. Sostanzialmente ci è stato fatto notare che i restidel “Bric dal Munt” sono ascrivibili al ricetto e castello di Erbario, come attestano in

20. Castello diClivolo. Catastocomune di Borgod’Ale, foglio 24.Sono evidenziati iresti murari visibi-li.

24 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

un consegnamento del 1379 diversi particolari di Arelio ed Erbario, confermando piùvolte la presenza sul “Monte” di Erbario del castello, ricetto e fossato di Erbario, loca-lità che noi crediamo prossima alla “chiesa dell’arbaro”, situata a nord ovest del Bric.Per quanto riguarda Arelio, abitato situato ai piedi del Bric del Monte, a sud, vi sareb-be attestato un castello nel XV secolo, ma permangono molte incertezze.Circa la possibile antichità delle fortificazioni presenti sul monte ribadiamo quanto nescrisse l’Ordano (ORDANO 1985, pp. 79-80) e, a correzione di quanto detto circa le cosi-dette Chiuse, sfatiamo definitivamente la leggendaria origine longobarda. Tuttavia varicordato che l’interpretazione storica e archeologica del sistema delle chiuse è un pro-blema aperto. Anche se l’imponente lavoro che è stato necessario per la realizzazionedelle opere fosse da far risalire all’Antichità riteniamo comunque che alcuni siti pos-

21. S. Michele diClivolo, vedutaaerea ripresa daest. In alto a sini-stra l’area delcastello.

22. Castello diClivolo, resti diuna cortina mura-ria.

Correzioni ed integrazioni alle schede 25

sano essere stati utilizzati anche posteriormente, ed alcuni certo nel Medioevo. Nelcaso del Bric del Monte, sarebbe estremamente utile una accurata campagna di rileva-mento finalizzata alla migliore conoscenza delle fasi cronologiche dell’occupazione edell’utilizzo dell’importante località fortificata.

141Erbario

Tipo: castello e ricetto.Localizzazione: Comune di Borgo d’Ale, regione Arbaro, cappella di S. Dalmazzo.Superficie: non determinabile. Attestazione: secolo XIII (ORDANO 1985, p. 80).

Per quanto detto a proposito del sito del Bric del Monte ricordiamo la tesi secondo laquale il castrum Erbariialtro non sarebbe che il Bric. La sua struttura non sembra tale,tuttavia, da adattarsi alle funzioni di un ricetto, anche se certo benissimo si adatta alconcetto di castrum. Per tale ragione mi permetto di avanzare dubbi circa l’identifica-zione del “Monte” di Erbario con le strutture presenti sul Bric del Monte.Evidentemente servono indagini più approfondite.

23. Zona di Borgod’Ale tratta dallaGran Carta degliStati Sardi in ter-raferma, f.39,Ivrea, con insovraimpressione isiti che sono statiindagati alle sche-de 139, 140, 141,142. vol. II.

26 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

142Meolio

Tipo: non determinabile.Localizzazione: Comune di Borgo d’Ale, chiesa di S. Maria della Cella.Superficie: non determinabile. Attestazione: non attestato.

Sempre rifacendoci a quanto poc’anzi affermato ed in relazione alla nostra convinzio-ne che anche Meolio, fra le località abbandonate in favore del costituendo borgofran-co di Borgo d’Ale, avesse proprie fortificazioni, facciamo rilevare la presenza di un“Monte” anche presso questa località che, non essendo stato adeguatamente indagato,non sappiamo se abbia ospitato qualche struttura difensiva.

149Chiuse

Tipo: sistema difensivo.Localizzazione: dalla Dora, attorno al lago di Viverone, sino alla Serra.Superficie: non determinabile. Attestazione: sec. XIV.

L’origine longobarda del sistema di chiuse e la validità della Cronica Imaginis Mundicome documento storico sono da escludere. La Cronicaè infatti da relegare fra i tipiciesempi dell’inventiva degli storici trecenteschi. Va eliminato quindi l’aggettivo “lon-gobarde” dal titolo della scheda pubblicata, nella quale tuttavia è chiaramente espres-sa l’ipotesi di una origine più antica delle Chiuse. Agli effetti poi del nostro interesseprimario, le località fortificate medievali, è sufficiente tenere in conto che, poiché cer-tamente i manufatti delle Chiuse erano già presenti sul territorio nel Medioevo, alcunidi essi sono forse stati riutilizzati e modificati per le nuove esigenze difensive: adesempio a Magnano, Zimone, Monte Orsetto, Peverano, Dorzano, Viverone, Roppolo,Bric del Monte, Masino.L’interesse dell’insieme dei manufatti, che non trova confronto per la vastità del terri-torio coinvolto, resta notevolissimo e determinante per la dinamica insediativa nellazona attorno al lago di Viverone.

24. Il recinto diBric del Monte.Veduta aerea,ripresa da sud.

Correzioni ed integrazioni alle schede 27

151Castronovo

Tipo: castello e borgo.Localizzazione: Comune di Roppolo, sul colle San Giacomo, presso la frazione Pioglio.Superficie: 1000 mq. circa il castello, 4000 mq. circa il borgo. Attestazione: 1140 (PANERO 1985, p. 14).

Si sono migliorate le conscenze del complesso attraverso più precisi rilievi degli ele-menti murari principali che rivelano orientamenti diversi rispetto alla planimetria editada Scarzella nel 1981. Sono poi state ripulite alcune sezioni dei muri per poterne dare

documentazione fotografica. È stato inoltre elaborato un primo rilevamento comples-sivo e speditivo del colle di San Giacomo in relazione con l’altura del borgo ed i ter-razzamenti agricoli circostanti. Ciò permette di apprezzare l’articolazione del com-plesso castello-borgo, forse l’esempio meglio conservato fra quelli riscontrati nel corsodella schedatura, per il suo precoce abbandono.Questi nuovi elementi non solo permettono di rilevare appieno l’importanza della loca-lità dal punto di vista archeologico, ma sottendono anche una improrogabile esigenzadi tutela delle emergenze, sia per quanto riguarda il sito principale del castello, sia perquanto attiene la zona dell’abitato, tutto ancora da indagare.I lavori agricoli nella zona tendono infatti a ripristinare e potenziare i terrazzamentiantichi con il pericolo di rendere illeggibile la realtà conservata.

25. Rilievo com-plessivo del colleS. Giacomo, conindicazione deglielementi fotogra-fati.

28 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

162Puliaco

Tipo: castello e motta.Localizzazione: Comune di Salussola, fra Vigellio e la strada per Massazza.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1361, ma certo preesistente (LEBOLE 1979, p. 224).

Ricognizioni accurate hanno portato alla scoperta dei resti del castello situati a pochipassi dalla strada provinciale Salussola-Massazza. Su di un ripido rialzo di formaallungata sono visibili i resti di una torretta semicircolare sporgente del diametro dicirca m 4,20, costruita in ciottoloni di fiume segnati da corsi regolari di laterizi conferitoia quadrangolare bordatata da laterizi. Il tipo di muratura riporta ad esempi tardoduecenteschi della zona. A poche decine di metri a nord est sono rilevabili i resti di unaltro tratto del recinto formato da ciottoli legati con malta, dello spessore di un metrocirca, che forma un angolo ottuso. Sul pianoro sono visibili accumuli di ciottoli dovu-

26. A sinistra.Colle S. Giacomo.Elemento 1

27. A destra.Colle SanGiacomo.Elemento 2.

28. A sinistra.Colle SanGiacomo.Elemento 3.

29.A destra.Colle SanGiacomo.Abside della cappella.Elemento 4.

30. Castronovo.Rilevamento d’in-sieme del colle delcastello e delborgo.

Correzioni ed integrazioni alle schede 29

ti alla disgregazione delle strutture murarie. L’area elevata è boschiva ed i campi cir-costanti sono coltivati a risaia.La pieve di S. Lorenzo si trova a circa millecinquecento metri in direzione ovest, a nonmolta distanza dalla cascina San Lorenzo, situata su di una costa elevata.

166Torre di Mongivetto

Tipo: torre.Localizzazione: Comune di Cerrione, località Torretta.Superficie: 100 mq. circa. Attestazione: non attestata.

La torre è stata rivisitata in una stagione più propizia alle riprese fotografiche. Abbiamocosì potuto documentare l’insieme dell’edificio ed il particolare della feritoia a doppiastrombatura, elemento architettonico essenziale alla datazione dell’edificio e alladeterminazione dell’uso militare e difensivo cui era destinato. La feritoia è costruitainfatti per il brandeggio di una balestra ed era protetta da un battente in legno icernie-

31. A sinistra inalto.Gran carta degliStati sardi in ter-raferma, foglio39, Ivrea. Il sitodel castello diPuliaco.

32. In alto.Rilevamento spe-ditivo delle strut-ture visibili.

33. A fianco. Puliaco. La torret-ta semicircolarevista di fronte.

34. Puliaco. Latorretta semicirco-lare vista di lato.

35. Torre diMongivetto.L’edificio visto dasud.

36. Torre diMongivetto. Laferitoia a doppiastrombatura.

30 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

rato nella parte superiore del vano, all’esterno. Il battente era manovrato dall’interno efermato in posizione aperta da apposite aste. Il tipo di muratura sarebbe da inquadrarefra XIV e XV secolo, così come il tipo della feritoia.

180Borriana

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Borriana, in località Chiesa Vecchia, nella zona Castellone.Superficie: non determinabile. Attestazione: XV secolo (LEBOLE 1990, p. 303).

L’ illustrazione n. 280 a p. 168 del vol. III in realtà doveva avere il n. 277.

189Rocchetta di Sandigliano

Tipo: castello e ricetto.Localizzazione: Comune di Sandigliano, nel centro abitato.Superficie: 4000 mq. Attestazione: XII-XIV secolo (CARDOSA 1992, p. 91).

La datazione al 996 del toponimo di Sandigliano si deve non già al Panero, che corret-tamente comunque la riporta, ma ad un saggio di Dario Lanza del 1979 (LANZA 1979).La pianta del castello riportata a pag. 95, vol. III, tav. 143 (UNIVERSITÀ DI KAISERSLAU-TERN 1982, p. 24) deriva invero dallo studio edito nel 1980 ne “Il Biellese” dallo stes-so Lanza (LANZA 1980), dedicato alla storia e alle strutture del ricetto, ripreso succes-sivamente nel 1981 nell’ambito dell’opuscolo: Sandigliano nei secoli: cenni di vitasociale. Devo le notizie bibliografiche e le precisazioni riguardanti il ricetto diSandigliano alla cortesia del signor Dario Lanza (lettera 9.12.1999) che ringrazio sen-titamente, riconoscendone i titoli ed integrandoli volentieri nel repertorio bibliograficodella scheda.

194Ysengarda

Tipo: castello e borgo.Localizzazione: località Sangarda, comune di Candelo.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1335 il castello, 1394 il borgo (CASSETTI-VIALARDI DI SANDIGLIANO 1990, p. 54).

Non sembrano esserci dubbi sulla localizzazione del castello e villa di Ysengarda inlocalità Sangarda (catasto comune di Candelo, foglio 18). Corrisponde infatti perfetta-mente il sito alla posizione dominante il Cervo e la parcellazione delinea i contorni diun ampio recinto. L’ipotesi del Lebole (LEBOLE 1992, p. 125) necessiterebbe dunquesolo di una conferma archeologica.

Correzioni ed integrazioni alle schede 31

32 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

37. Località Sangarda. Catasto comune di Candelo, foglio 18.

Tavole fuori testo 33

Tav. 1 - Veduta aerea di Poggio Castellazzo a Donato Biellese.

34 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 2 - Veduta aerea del castello dei Barbavara a Roccapietra.

Tavole fuori testo 35

Tav. 3 - Veduta aerea della cascina La Mandria nei pressi di Santhià, lungo l’antico percorso stradale diretto a Ivrea.

36 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 4 - Veduta aerea del Bric del Monte.

Tavole fuori testo 37

Tav. 5 - Castellengo, ruderi nella parte bassa del castello.

Tav. 7 - Veduta aerea di LeCastelle a Gattinara con sullosfondo il castello di S. Lorenzo.

Tav. 6 - Castellengo, la torrecircolare.

38 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 8 - Veduta aerea del Bosco della Partecipanza a nord di Trino Vercellese.

Tavole fuori testo 39

Tav. 9 - Puliaco, chiesa di SanPellegrino, particolare del campanile.

Tav. 10 - Castello diPuliaco, la torrettasemicircolare.

40 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 11 - Veduta aerea del corso della Sesia all’altezza di Greggio.

Tavole fuori testo 41

Tav. 13 - La torre diMongivetto.

Tav. 12 - Veduta aerea dellachiesa di S. Grato a Zimone.

42 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 14 - Ruderi del castello di Vintebbio.

Tavole fuori testo 43

Tav. 15 - Veduta aerea di Tricerro.

44 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 16 - Trino, palazzo deiPaleologi. Lunetta affrescata.

Tav. 17 - Particolare delle strut-ture murarie a Robiallo.

Tavole fuori testo 45

Tav. 18 - Veduta aerea del sito di Clivolo.

46 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 19 - Veduta aerea di Borgo d’Ale.

Tavole fuori testo 47

Tav. 20 - Veduta aerea di Salussola.

48 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Tav. 21 - Veduta aerea del duomo di Vercelli.

Tav. 22 - Veduta aerea dell’abbazia di S. Andrea a Vercelli.

Schede aggiunte

225Borgofranco di Peronasca

Tipo: borgofranco.Localizzazione: Comune di Vinzaglio, frazione Pernasca.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1258 (PANERO1985, p. 19).

Una lacuna certamente importante che la scheda si propone di colmare riguarda il bor-gofranco di Peronasca, istituito nel 1258, e di cui si conserva un estratto di atto notari-le che, fra l’altro, ne stabilisce i confini (MANDELLI , II 1857, p. 266). Fra le coerenzedel territorio di competenza del nuovo borgofranco compare il castellacium Casae Dei(scheda 89, vol. II, p. 80) di cui si è già trattato e che con ogni probabilità rappresen-tava l’antica sede dei signori di Peronasca. Il castello è tuttavia già in disuso nel 1258,anno in cui esso è denominato castellacium, forse in quanto la famiglia era ormai datempo residente all’interno della città di Vercelli. Ne farebbero fede le particolari atten-zioni riservate dal Comune ai domini di Peronasca nello stabilire le condizioni di“esproprio” delle terre da concedere in uso ai borghigiani, mantenendo infatti sostan-zialmente intatti i diritti signorili anche sulla comunità di Bulgaro, e, così come eraavvenuto a Gattinara, ai domini era concesso di affittare le loro terre, anche se sola-mente agli abitanti del borgo. Il nuovo centro fu certamente munito di fossati e ne furo-no tracciate le vie e creata la parcellazione dei sedimi, ma a quanto pare il luogo nonebbe un afflusso di abitanti tale da renderne la vita stabile e permetterne la difesa.Infatti il borgofranco di Peronasca non è mai divenuto un vero centro abitato ed è oggiuna frazione del comune di Vinzaglio. La carta IGM mostra il contorno regolare del-l’area di circa 20.000 mq, posta su di un rialzo del terreno, ma non sono visibili restidi costruzioni del secolo XIII. Molto probabilmente il borgo non ha superato la primafase insediativa e per ragioni che ci sfuggono, credo principalmente di carattere eco-nomico, non furono molti a trovare allettante stabilirsi a Peronasca, così come è avve-nuto in qualche altro caso di parziale riuscita o totale fallimento delle politiche inse-diative comunali.

38. Peronasca.Particolare dallatavoletta IGM,foglio 58, IV NO.

Correzioni ed integrazioni alle schede 49

226Castrum Roncarolii

Tipo: castello.Localizzazione: Comune di Lignana, cascina Roncarolo.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1305 (VILLATA 1978, p. 86).

Il luogo di Roncarolumcompare già nelle carte del 1000 nei pressi di Lignana (PANE-RO 1985, p. 20) ma non era noto il suo castello che è invece attestato in un documentodel 1305 (VILLATA 1978, p. 86) in cui sono elencati beni e spese dell’Ospedale di S.Maria dei Fasana: [...]Item pro hedificiis factis in castro Roncarolij pro rehedificandopalacio et in una domo nova facta cum solario et pro rehedificanda turre ad tres sola-rios et in uno labio novo et pro uno turriono novo facto super portam castri cum por-tis novis et balfredis novis et fossato castri, domo nova et cassinis novis et uno torcu-lari in dicto castro, libras D [...]. Il documento, pur non essendo che dei primi anni delXIV secolo, attesta la presenza a Roncarolo di un castello in condizioni tali da esserein gran parte ricostruito ed aggiornato e, pertanto, di alcuni secoli anteriore (secolo XI-XII). Esso fa ormai parte dei beni dell’istituzione ospedaliera cui è pervenuto, con lesue terre, attraverso acquisti fatti quarant’anni prima. La buona amministrazione dellascito e dei molti altri beni dell’ospedale permise in quell’anno le ingenti spese diriedificazione e di restituzione della fortificazione all’uso per cui era stata costruita.Apprendiamo quindi che il castrumcomprendeva un palacium, abitazione del castel-lano, una torre ad tres solarios(a tre piani), alcune domus, un turriono novoa guardiadella porta, un batafredum(torre lignea) e un fossato. Il recinto, con articolazioni inlegno e fossati (recetto?), comprendeva poi alcuni cascinali, se è da prendersi alla let-tera l’espressionein dicto castro, e un torchio, che riconducono alla funzione delcastello: centro nevralgico e difensivo di una cospicua proprietà fondiaria situata aduna certa distanza dalla città (VILLATA 1978, p. 80) e per due terzi tenuta a gerbido ebosco. Con ogni probabilità erano un tempo detentori dei diritti sul podere diRoncarolo i Serra, che li cedettero, con le terre di Lignana, nel 1262 (VILLATA 1978, p.66) a Simone Fasana, ministro dell’ospedale e nipote del fondatore. Non è dato saperese la famiglia Serra fosse anche detentrice dei diritti signorili, ma ciò che è certo e cheripristinando le difese del castello è l’ospedale a detenerli nel 1305. Dell’antico luogo è erede il toponimo della cascina Roncarolo che sorge verosimil-mente sulle rovine dell’antico castello o nelle immediate adiacenze. Purtroppo nonrestano segni evidenti, così come in molti altri casi, della fortificazione, la cui esattalocalizzazione costituisce un interessante obiettivo di ricerca archeologica.

39. CascinaRoncarolo. GranCarta degli StatiSardi in terrafer-ma, foglio 47, par-ticolare.

50 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

227Ramezzana

Tipo: castello, grangia fortificata (?).Localizzazione: Comune di Trino, frazione Ramezzana.Superficie: non determinabile. Attestazione: non attestato.

La località è citata per la prima volta nel 1183 (PANERO1985, p. 20), nel suo territoriofurono rinvenuti nel 1880 laterizi di epoco romana con bolloM. MAELI (SOMMO 1994,p. 280), ma di un castello non esiste attestazione nei documenti. Ramezzana fu unadelle grange dell’abbazia di Lucedio, insieme con le vicine Montarucco e Montarolo(Montarolium - Curia Montis Orioli). La presenza tuttavia di una torre merlata e di unedificio in stile neogotico a poche decine di metri dalla chiesetta del borgo, dedicata aSan Giorgio, ha attirato la nostra attenzione. Tutti gli elevati con finestre ogivali esegnapiani in cotto sono certamente databili alla fine dell’Ottocento, ma altrettanto nonsi può dire per il basamento quadrangolare della torre, che potrebbe costituire una pree-sistenza riutilizzata.Tale ricostruzione in stile medievale di un edificio padronale

40. BorgoRamezzana.Catasto comune diTrino, f. 31.

41. BorgoRamezzana.L’edificio neogoti-co. 42. Borgo

Ramezzana. Latorre circolare conil suo basamento.

Correzioni ed integrazioni alle schede 51

annesso ad un cascinale fa ritenere possibile la presenza di strutture più antiche, forseresidui delle difese della grangia medievale che si sono così intese rivalutare e tra-mandare. Appare quindi auspicabile un approfondimento sulle vicende architettonichedei fabbricati della grangia di Ramezzana.

228Visterno

Tipo: castello e villa.Localizzazione: Comune di Cavagnolo, frazione Valminore.Superficie: non determinabile. Attestazione: 1148 (SETTIA 1975, p. 287).

Il luogo compare nei documenti già nel 1085 (SETTIA 1975, p. 287) e nel 1148 i “deVisterno” vendono ai consoli del Comune di Vercelli le loro peroperietà [...] in loco etfundo Visterno tam in castro quam in villa [...]. Circa vent’anni dopo Visterno eCavagnolo vengono infeudati da Federico I a Guglielmo di Monferrato dando originead una serie di controversie fra i marchesi di Monferrato ed il Comune di Vercelli chesembrano concludersi, fra il XIII e XIV secolo, con la distruzione del castello e l’u-nione del territorio di Visterno a quello di Cavagnolo. L’ultima menzione di Visternocompare infatti nei documenti nel 1355. I catasti di Cavagnolo del secolo XVII ricor-dano il “bricco di Vistern” presso la frazione Valminore, dove sono tuttora visibili iresti di una torre quadrata costruita in conci di arenaria (SETTIA 1975, p. 288).

44. Il “bric diVistern”. GranCarta degli StatiSardi in terrafer-ma, foglio 46, par-ticolare.

43. Catasto comu-ne di Cavagnolo.FrazioneValminore

52 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

INVENTARIO DEI TOPONIMI

Per un inventario dei toponimi significativi

La constatazione che le cartografie IGM, le vecchie carte degli Stati Sardi e le mappecatastali contenevano dati topografici che potevano potenzialmente essere utili alnostro lavoro di inventario era stata fatta già nelle prime fasi del lavoro per il primovolume.Emergevano inoltre da documenti storici e d’archivio e dalle stesse toponomasticheurbane attestazioni di località e di presenze che avevano lasciato spesso solo il nomedi castellazzo, castellacium, via del castello ecc. In parecchie schede dedicate alle loca-lità indagate compaiono quindi già alcune di tali attestazioni che spesso coincidono conil sito indagato, ma talvolta costituiscono semplici indicazioni per l’individuazione disiti che affiancano le località principali. Si è sentita quindi la necessità di elencare aparte in un lavoro parallelo sia le attestazioni già utilizzate o citate nelle schede edite,sia le attestazioni raccolte da una indagine a tappeto su materiali cartografici editi, suicatasti e su toponimi emersi durante le ricerche d’archivio.Il materiale raccolto, numerato a partire dal 301 per differenziarlo dalla numerazionedelle schede che copre l’arco dall’1 al 300, viene qui presentato affiancato dalla nume-razione della scheda principale quando in essa il toponimo in questione è già stato trat-tato e documentato.Lo scopo dell’inventario dedicato ai toponimi è duplice. Da un lato ci interessava sco-prire, attraverso la valenza reale contenuta nelle attestazioni dei vari «castellazzi»,«torri» e «torrini», «motte» e «castellari» la portata del fenomeno su di un territorioabbastanza vasto ed omogeneo da poter fornire un risultato controllabile. Per altroverso la presenza di tali attestazioni, anche solo documentarie, permetteva, attraversoil riscontro diretto, comunque non eseguito purtroppo sulla totalità dei dati raccolti, dicolmare dei vuoti non facilmente spiegabili riguardanti aree e centri abitati che per laloro origine e storia avrebbero dovuto ospitare qualche traccia circa la presenza di loca-lità fortificate.

DENOMINAZIONE ATTESTAZIONI VERIFICATE

Castellazzo-Castellaccio-Castellacium 36 17Castello 25 8Castelletto - Castelleto 9 1Castellone 4 1Castellino 1 -Castelnovo 1 -Castellaro-Castellario 2 2Bastia 4 1Rocca 4 -Motta 8 2Torre 6 2Torrione-Torrone 7 2Torrazza-Torrazzo 4 -Torretta 2 -Torriggia 1 -Torrino-Torrini-Torrine 4 -Ricetto-Recetto-Receptum 3 2

L’ampia casistica che ci siamo trovati di fronte, tuttavia tutt’altro che esaustiva, ha per-messo riscontri diretti piuttosto significativi, tanto da condurci alla conclusione cheraramente la presenza di toponimi di questo tipo sia dovuta al caso e che essa si riferi-sca nella maggior parte delle attestazioni, con alcune eccezioni che vedremo, ad unaeffettiva valenza storica e architettonica, anche se non sempre riferibile al periodomedievale.Si è trattato in ogni caso di un lavoro che non risulta avere precedenti cui fare riferi-mento ed i cui risultati non sono quindi facilmente esportabili e confrontabili. Le dedu-zioni che sono state tratte hanno soprattutto valenza locale. Nell’area indagata infatti leforme lessicali legate ai toponimi mostrano di avere significato univoco, tramandatospesso per molti secoli dalla toponomastica campestre e da questa passate e trascrittenelle cartografie moderne, non senza errori o comprensibili distorsioni. Il quadro com-plessivo mostra un notevole interesse per il nostro ambito di indagine.

Fortificazioni scomparse e conservatorismo della toponomastica agraria

I termini «castellazzo», «castello» e «castelletto» sono particolarmente numerosi manon mostrano identiche percentuali di affidabilità circa la loro reale consistenza. Soloi toponimi di «recetto» e «castellaro», pur essendo poco frequenti, hanno rivelato unaaffidabilità pressoché totale. Ma queste riflessioni statistiche non sono completamenteattendibili in quanto in molti casi la reale presenza di una struttura non è stata provatae tuttavia ciò non significa che non sia esistita. In realtà ogni scheda rappresenta uncaso a sè e per di più molte attestazioni non sono state controllate.Lo scopo del censimento dei toponimi era sostanzialmente quello di aprire uno spira-glio sul valore storico della toponomastica che, al di là dei risultati numerici, ha con-feramto di contenere un forte aderenza alla realtà concreta del territorio, tramandando-ci spesso la notizia di presenze non più facilmente individuabili. Queste realtà minori, che hanno lasciato spesso come unica memoria l’attestazionetoponosmastica, dovrebbero costituire un interessante campo di indagine storico-terri-toriale e archeologica. E altrove forse così sarebbe. Ma se i ruderi di quelle fortifica-zioni e di quegli insediamenti che pur non essendo sopravvissuti, riutilizzati e trasfor-mati nel corso dei secoli costituiscono sostanzialmente un ingombro alle politiche disviluppo del territorio, dei toponimi, che potrebbero avere forse interesse archeologi-co, ancor meno si tiene conto. Eppure in un’ottica di studi indirizzati alla ricostruzio-ne della storia del paesaggio e dell’insediamento come chiave interpretativa dei pro-cessi storici di piccola scala, fra gli elementi a disposizione, oltre ai documenti scritti,ai resti materiali, ai ritrovamenti archeologici, assumono grande importanza anche i«paleotoponimi». Essi, pur non sempre da soli in grado di documentare le realtà chesottendono, sono in grado di indirizzare la ricerca, laddove siano assenti altri docu-menti, e di completare o integrare un quadro altrimenti lacunoso.

54 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

301 Castellaccio - Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Frazione Mantegna di Varallo.Attestazione: I.G.M. f. 30, II NO e catasto comune di Varallo, f. 151.

Il toponimo «Castellaccio» è rilevabile presso la frazione Mantegna di Varallo nellatavoletta I.G.M.. Lo stesso luogo assume la denominazione «Castello» nel foglio 151del catasto di Varallo. Il sito non presenta resti visibili. Interessanti comunque la con-formazione quadrangolare e la posizione dell’appezzamento.

302 Via salita al Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato del Comune di Breia.Attestazione: Toponomastica urbana posizionata su catasto comune di Breia, f. 10.

Il toponimo, che presuppone un sito elevato, è riscontrabile nella toponomastica urba-na di Breia. Non è stato controllato. Interessante la conformazione del piccolo nucleocui sembra far capo il toponimo.

303 Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A circa un chilometro a ovest di Quarona, frazione Doccio.Attestazione: I.G.M. f. 30, II NO e catasto comune di Quarona, frazione Doccio, f. 13.

Il sito non è stato controllato e le attuali parcellazioni non sembrano significative.Tuttavia va ricordato che il Ravelli (RAVELLI 1924, p. 180) citando l’acquisto di beni da

45. Catasto comu-ne di Varallo,f. 151, frazioneMantegna.

46. Catasto comu-ne di Breia,f. 10, Salita alCastello.

47. I.G.M. f. 30, IISO, Quarona conle frazioni Doccioe Valmaggiore.

Inventario dei toponimi 55

parte di Guido III conte di Biandrate in territorio di Quarona (1070) attestava la pre-senza dei ruderi di una «torre di vedetta» attribuita ai Biandrate «poco discosto dallachiesa di S. Giovanni». Ruderi che nulla avrebbero in comune con i toponimi superstitidi cui ci occupiamo, situati nelle frazioni (anticamente chiamate Vicuse Domus) e benlontano dalla chiesa. Si tratterebbe dunque di un’altra attestazione indipendente, severificata, dalle altre tre qui raccolte riguardanti il territorio di Quarona.

304 Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A circa un chilometro a ovest di Quarona, frazione Doccio.Attestazione: I.G.M. f. 30, II NO e catasto comune di Quarona, frazione Doccio, f. 13.

Il sito non è stato controllato e le attuali parcellazioni non sembrano significative.Sarebbe tuttavia interessante un approfondimento sulla reale morfologia del terreno esulle tradizioni locali riguardanti la zona. Non va dimenticato, infatti, che in molti casii toponimi come questo si possono riferire a fortificazioni in terra e legno utilizzate perbrevi periodi e successivamente smantellate.

48. Catasto comu-ne di Quarona,frazione Doccio,f. 13, Castelletto.

49. Catasto comu-ne di Quarona,frazione Docciof. 13, Castello.

50. Catasto comu-ne di Quarona,frazioneValmaggiore, Cantone deiCapi, f. 18. Via al Castello.

51. Catasto comu-ne di Valduggia,frazione Invozio,f. 18. Castello.

56 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

305 Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A circa un chilometro a ovest di Quarona, frazione Doccio.Attestazione: I.G.M. 30 II SO e catasto comune di Quarona, frazione Doccio, f. 13.

Il sito non è stato controllato e, come per Castelletto, le attuali parcellazioni nonmostrano formazioni significative. Quarona ebbe propri statuti dal 1227 e le frazionipotrebbero avere costituito opere difensive comunitarie a partire da tale data. I toponi-mi di Castelletto, Castello e Cantone dei Capi potrebbero rappresentare quanto resta ditali apprestamenti.

306 Via al Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A circa un chilometro a est di Quarona, frazione Valmaggiore, Cantone dei Capi.Attestazione: Catasto comune di Quarona, frazione Valmaggiore, f. 18.

Il sito non è stato controllato, ma in questo caso la conformazione del piccolo nucleoarroccato potrebbe essere significativa.

307 (8) Piancastello - Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A circa un chilometro a ovest di Borgosesia.Attestazione: I.G.M. f. 30, II SO.

Identità del toponimo con la scheda n. 8 (Agnona).

308 Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Frazione Invozio, comune di Valduggia.Attestazione: Catasto del comune di Valduggia, frazione Invozio, foglio 18.

Il sito non è stato controllato, ma è citato dal Ravelli (RAVELLI 1924, p. 181) chericorda come vi fosse anticamente una torre anche in frazione Lebbia. Di que-sta seconda fortificazione non è stata trovata traccia neppure nella toponoma-stica catastale.

309 (13) Torrione

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Frazione Piane di Serravalle.Attestazione: CONTI 1931.

Il toponimo è identificato con la scheda 13 (Piane).

310 (13) Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Frazione Mazzone di Serravalle.Attestazione: CONTI 1931.

Il toponimo è identificato con la scheda 13 (Piane).

Inventario dei toponimi 57

311 (24)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato di Gattinara.Attestazione: FERRETTI1982.

Il sito, accompagnato dal coesistente toponimo «villazza», attesta una situazio-ne insediativa anteriore alla creazione del borgofranco di Gattinara (1242).Nessun riscontro materiale, fatta eccezione per i ruderi della chiesa di S.Giovanni, tuttora esistenti su di un’altura a nord-ovest dell’abitato. Se ne è datanotizia alla scheda n. 24 (Castelli di Gattinara).

312 Castelazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Ai confini orientali del territorio di Balocco, a sud est di Buronzo.Attestazione: 1710 Archivio di Stato di Vercelli, Intendenza di Vc, serie II, n. 149.

Il toponimo in questione compare in una Pianta del finaggio di Balocco eBastia, datata 1710 (Archivio di Stato di Vercelli, Intendenza di Vc, serie II, n.149). La località si trova a nord ovest della Bastia, proprio in corrispondenzadel confine territoriale fra Balocco e Buronzo, lungo la costa o il leggero alto-piano su cui sono collocate la stessa Bastia ed alcune altre località fortificatedella zona. L’area va collocata su di un rialzo situato nei pressi di Buronzo, asud est dell’abitato.

52. “Pianta delfinaggio diBalocco e Bastia”datata 1710(Archivio di Statodi Vercelli,Intendenza di Vc,serie II, n. 149).Il toponimoCastelazzo silegge proprio sottola grande letteraN.

53.Gran cartadegli Stati Sardi interraferma, 1852,f.40,Vercelli.Particolare.

58 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

313 (31)Torrazza

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Comune di Oldenico.Attestazione:ORDANO 1985.

Grazie all’esistenza di questo toponimo viene sostanziata la presenza di fortifi-cazioni perimetrali dell’abitato medievale di Oldenico, i cui fossati e spalti ilComune di Vercelli si preoccupava di mantenere in efficienza (CENISIO 1957,pp. 74-75; ORDANO 1985, p.188). Abbiamo localizzato sul catasto del comunedi Oldenico (foglio 3) la località denominata Torrazza, situata alcune centinaiadi metri ad est del castello, non lontano dalla chiesa. La posizione, piuttostoeccentrica, farebbe supporre, contrariamente a quanto si crede, che il toponimonon indichi una pertinenza del castello o una parte di esso circondante l’abita-to, ma piuttosto ricordi l’esistenza di una fortificazione comunitaria totalmenteindipendente dal castello richiamata forse anche dalla forma chiusa della por-zione dell’abitato situata poco distante.

54. Catasto comu-ne di Oldenico, f.3. Zona denomina-ta Torrazza.

314Cascina della Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato di Caresanablot, 200 metri a sud-est della chiesa parrocchiale.Attestazione: Catasto francese e Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli.

Il lato settentrionale del fabbricato presenta parti di muratura costituite da filedi mattoni alternate a file di ciottoli. Dubbia la localizzazione cronologica e fun-zionale della supposta torre, in assenza di elementi concreti o storici, così comeper ogni altra attestazione simile dei dintorni della città di Vercelli.

Inventario dei toponimi 59

315Cascina Torrione

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A nord di Vercelli, verso Caresanablot.Attestazione: Catasto francese e Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli.

Il cascinale si trova nei pressi dell’antico corso del Cervo, che probabilmente inepoca romana e medievale doveva separare il suo sito dal territorio diCaresanablot unendolo alla così detta regione Isola. L’Orsenigo ricorda che lacascina, detta in antico Torrione degli Scoti, faceva parte dei beni che questaantica istituzione ospedaliera possedeva non lontano dalla propria sede, situatanei pressi del Duomo. Molta parte dell’area compresa fra Cervo e Sesia, regio-ne Isola, era anticamente detta insula scotorumper la sua appartenenza ai benidell’Ospedale di S. Brigida o degli Scoti (ORSENIGO1909, pp. 141-142). Proprioqui «alla cascina Torrione», a meno di un miglio dalla città, lungo il percorsostradale per la Valsesia di epoca romana e tardoantica, Ferraris colloca senzaesitazioni la chiesa di S. Eusebio in horatorio (FERRARIS1995, p. ). Per l’anti-chità dellla sua attestazione e per la funzione di fulcro dei possedimenti dell’o-spedale di S. Brigida la cascina Torrione potrebbe avere avuto realmente inepoca medievale un qualche tipo di fortificazione, tale da giustificarne il nome.Per tali ragioni il luogo presenta un interesse del tutto particolare.

316 Torrione della Mossa

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A lato dello stradale per la Valsesia, a sud di Caresanablot.Attestazione: Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli.

Il toponimo è legato a quello della cascina omonima. Circa la sua reale entitàvalgono tutte le cautele di cui si è detto nelle precedenti schede.

55.Gran cartadegli Stati Sardi interraferma, f. 40,Vercelli.Particolare dellazona a nord diVercelli.Cascine Torrione eTorrione dellaMossa.

60 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

317 Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Ad alcune centinaia di metri a nord-ovest dell’abitato di Quinto, nei pressi della cascinaMalcontento.Attestazione: Catasto francese Dip. Sesia n. 76, Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli,IGM f. 43, II SE.

Il toponimo sembra legato all’antico luogo di «Quintascum», forse l’abitatoantico abbandonato in favore del nuovo insediamento, situato un poco più asud-est (1156, PANERO1985, p. 20). La vicinanza del corso dell’Elvo e della suaconfluenza nel Cervo potrebbe spiegare la necessità dello spostamento, proba-bilmente dovuto ad antiche esondazioni. Il sito non è stato controllato. Diindubbia rilevanza sarebbe, sia per la topografia antica che per la viabilità diepoca romana, la localizzazione del sito di Quinto romana, appunto al quintomiglio della via che da Vercelli, costeggiando l’Elvo, portava alle Aurifodinaecitate da Plinio. Il Castellazzo cui fa riferimento il toponimo potrebbe avere ori-gini anteriori al XII secolo e riferirsi alla signoria dei Biandrate sul luogo, maoccorreranno certo opportuni approfondimenti per stabilire quale nesso esistafra il toponimo Castellazzo ed il castello di Quinto.

56. CascinaCastellazzo.Catasto francese,comune di Quinto,Dipartiment de laSesia, Archivio diStato di Vercelli,n. 76.

318Torriggia

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa tre chilometri a sud-est di Borgovercelli, verso Confienza.Attestazione: Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli, IGM f. 44, III SO.

Il toponimo è legato a quello della cascina omonima ma anche all’antico luogodi Turrigia (PANERO1985, p. 23), posto sotto la giurisdizione comunale vercel-lese, di cui rappresenta l’unica sopravvivenza.

Inventario dei toponimi 61

319Castel Merlino

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa due chilometri a sud-ovest di Villata.Attestazione: IGM f. 43 II SE.

Il toponimo è legato a quello della cascina omonima. Il sito non presenta strut-ture di interesse.

320Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa due chilometri a nord-est di Borgovercelli.Attestazione: Carta in PEROSA1889, catasto comune di Borgovercelli f. 17.

Il toponimo compare laconicamente solo nella carta allegata all’opera dello sto-rico di Borgovercelli. La località è tuttora ricordata dal toponimo «torre» riscon-trabile nei catasti di Borgovercelli. Quale rapporto abbia questa «antica torre»con le vicende del castello di Bulgaro e se in essa sia lecito identificare la stes-sa torre di cui parlano i documenti, distrutta alla metà del XIV secolo, è mate-ria di approfondimenti che competono più alla a ricerca archeologica che a que-sto lavoro. Quello che appare certo è che l’odierno castello di Borgovercelli furicostruito dopo il 1411 e se ciò sia avvenuto sulle rovine del precedente è tut-tora da dimostrare.

57. Luogo dell’an-tica torre.(PEROSA1889,carta allegata).

58. Catasto comu-ne diBorgovercelli, f.17. Torre.

321 (18)Cascina Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Lungo la sponda sinistra della Sesia all’altezza di Rado.Attestazione: Gran carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 40, Vercelli.

Il toponimo si identifica con il sito del castello di Breclema, scheda n. 18.

322 (114)Cascina Castellazzo - Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poco fuori dell’abitato di Ronsecco a sud-est, lungo la roggia Mussa.Attestazione: Catasto del Comune di Ronsecco, f. 22.

Il toponimo si identifica con la scheda 114 (Castellazzo di Ronsecco).

62 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

323Cascina Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poco fuori dell’abitato di Vercelli, in frazione Cappuccini, zona detta «CappucciniVecchi».Attestazione: Schede Leone (SOMMO 1995, p. 184).

Il toponimo del «fabbricato rustico, così detto: l’antico castello» non ha lascia-to traccia nella topografia attuale. Sappiamo che era situato «a destra della stra-da provinciale tendente da Vercelli a Casale, nella regione così detta deiCappuccini Vecchi» e che fu di proprietà della famiglia Leone sino alla metàdell’Ottocento. Il rustico doveva trovarsi fra la via per Casale e la cascinaSapienza e deve essere stato inglobato dall’abitato odierno.

324 (54)Castellacium- vicolo castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Ai margini dell’abitato di Palestro, su di un rialzo.Attestazione: ACV, I, CXII, p. 134 (sec. XII).

Il toponimo si identifica con la scheda 54 (Palestro) ed è accompagnato da unlacus de castellacio. L’identificazione del toponimo antico con lo stesso sito èda ritenersi probabile per gli elementi forniti dalle coerenze elencate nel docu-mento. Nella toponomastica urbana è poi presente anche il «vicolo castello» checonduce, appunto, al sito del castello.

325 (89)Castellacium Casae Dei

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Cascina Cadè in frazione Brarola, comune di Vercelli.Attestazione: MANDELLI 1857, II, p. 267 (sec. XIII).

Il toponimo si identifica con la scheda 89 (Cascina Cadé).

326 Recetto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Presso la cascina Fra Marco, poco fuori dalla città di Vercelli, lungo la strada perOlcenengo.Attestazione: MANDELLI 1857, II, p. 412 (1275).

Il termine «recetto» è definito dal Mandelli, credo sulla scorta del contenuto deldocumento, «piccola fortificazione con fossato». Esso arricchisce il ricco pano-rama di attestazioni toponimiche che interessano il suburbio vercellese esostanzia il valore che la controversa espressione di «recetto» assume a Vercellisul finire del XIII secolo. Un’indagine più approfondita della località potrebbequindi rivelarsi interessante.

327 Cascina Torrione

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud-ovest dell’abitato di Vercelli.Attestazione: IGM f. 57, I NE.

La cascina, un tempo al centro di un ampio podere, non ha conservato tracce diun qualche interesse. Anche per essa valgono le cautele circa origine e funzio-ne del «torrione» che vi dovette sorgere.

Inventario dei toponimi 63

328 Cascina Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa due chilometri a sud-ovest dell’abitato di Vercelli, lungo la strada di Asigliano.Attestazione: IGM f. 57, I NE.

La cascina non conserva tracce di qualche interesse. Il toponimo rientra così nelnovero di quelli che, per non poter contare su documenti che ne attestino l’ori-gine, presenta tutti i dubbi e le incertezze del caso, e a maggior ragione trovan-dosi esso nel suburbio vercellese, teatro di assedi e fatti d’arme nel secolo XVII.

59. CascineTorrione,Castelletto eCastellazzo.Archivio di Statodi Vercelli, Dis.Ospedale di S.Andrea, n. 227.

329Cascina Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa due chilometri a sud-ovest dell’abitato di Vercelli.Attestazione: IGM f. 57, I NE.

Il toponimo anche in questo caso non trova riscontri documentari anche se qual-che aspetto della pianta dell’edificio, che ha uno degli angoli sporgente, potreb-be riecheggiare elementi tipici delle fortificazioni.

330Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa trecento metri a sud-est dell’abitato della frazione Larizzate.Attestazione: Archivio di Stato di Vercelli, Dis. 522, Ospedale S. Andrea.

A pochi passi da Larizzate e dal suo castello il toponimo, oggi indicante unappezzamento, ma sino al principio del Novecento legato ad un cascinale, nonpuò non essere posto in relazione con quanto gli è accanto e con la via per Trino,un percorso di origine romana. Tuttavia non abbiamo documenti circa l’esi-stenza di un castello più antico a Larizzate.

64 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

331 Masseria detta Castello di Carengo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Carengo, frazione di Vercelli.Attestazione: 1622 (AA.VV. 1976, 345, p. 170).

Il toponimo ci perviene da una fonte piuttosto tarda, ma non per questo va scar-tato a priori dall’ambito cronologico che ci interessa. Piuttosto va ricordato cheanche per esso valgono le cautele già ricordate a proposito del suburbio vercel-lese, se non altro per l’assenza di documenti in grado di chiarire l’origine e lafunzione della supposta fortificazione, ridotta a masseria nel XVII secolo. A taleproposito va ricordato un breve cenno del Dionisotti al luogo di Carengo il cuinome deriverebbe dalla «nobile famiglia vercellese Carengo, da lungo tempoestinta, forse perchè colà avesse i suoi possedimenti» (DIONISOTTI, I, 1861, p.179).

332 (85)Castellacium citra Sarvum

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Dubbia identificazione con il sito del castello visconteo di Vercelli.Attestazione: 1206.

L’indicazione topografica fornita dal toponimo castellacium citra Sarvum, deldocumento datato al 1206, non è certo se sia da collegarsi al sito poi occupatodal castello visconteo. Certa è esclusivamente la prossimità del luogo all’anticocorso del Cervo, che un tempo lambiva tutto il lato settentrionale ed orientaledella città.

333Castellone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud di Olcenengo, lungo la strada per Torino.Attestazione: IGM f. 43, II SO.

Il luogo è menzionato già nel 1210 (PANERO 1985, p. 14) come pertinenza diOlcenengo. Il toponimo potrebbe quindi essere legato alla effettiva presenza diuna fortificazione in epoca medievale che, tuttavia, non sembra avere lasciato

60. CascinaCastellazzo.Archivio di Statodi Vercelli, Dis.Ospedale di S.Andrea, n. 522(1906).

Inventario dei toponimi 65

traccia. La zona è pure assai prossima alla località, ricordata ancora da un casci-nale posto poco oltre verso ovest, di Capriasco, abitato menzionato nel 1153(PANERO1985, p. 14) ed ora scomparso. Non è possibile stabilire se vi sia rela-zione fra i due toponimi.

61. CascineCastellone eCapriasco.Archivio di Statodi Vercelli, Dis.Ospedale di S.Andrea, n. 227.

334Cascina Torrini

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Nord di Casanova Elvo.Attestazione: Archivio di Stato di Vercelli, Dipart. della Sesia, dis. n. 33 (1803).

Non è possibile collegare il toponimo ad alcuna documentazione storica o mate-riale.

335Cascina Castellino

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud-est di Casanova Elvo, sulla riva destra dell’Elvo.Attestazione: Archivio di Stato di Vercelli, Ins. II, Casanova Elvo.

Si trova lungo un antico percorso costeggiante la riva destra dell’Elvo. Anchein questo caso non è possibile collegare il toponimo ad alcuna attestazione sto-rica o materiale.

336Cascina Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A nord-est di Carisio.Attestazione: Archivio di Stato di Vercelli, Dip. della Sesia, n. 73 (1805).

La sua posizione, proprio sul guado dell’Elvo, ne farebbe un sito interessanteper la difesa dell’abitato.

66 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

337Castelnovo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a sud-est di Carisio.Attestazione: IGM f. 43, III SE.

Il toponimo riflette una situazione abbastanza frequente in aree soggette alleesondazioni, dove non è raro trovare cascinali dai nomi di Cason Nuovo oCason Vecchio. In questo caso il toponimo presuppone l’esistenza di unCastellaccio o Castelvecchio.

338 Cascina delle Motte

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a nord-ovest di Langosco.Attestazione: IGM f. 58, IV SO.

Il toponimo è senza dubbio interessante per la sua posizione. Dal documento del1814 apprendiamo che la Cascina delle Motte è situata in un’ansa della Sesia eche tale territorio era di pertinenza di Caresana prima di essere assegnato aLangosco per la variazione del corso del fiume. Ne deriverebbe che la presen-za di fortificazioni proprio di fronte a Langosco potrebbe essere giustificata perla salvaguardia degli interessi territoriali della comunità di Caresana.

62. Cascina delleMotte. Archivio diStato di Vercelli,Dis. Int. Vc, n. 10(1814).

339Cavo Castellaro

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a est dell’abitato di Pezzana.Attestazione: IGM f. 58, IV NO.

Il toponimo si riferisce ad un corso d’acqua, tuttavia non è raro il caso in cui sisia potuta verificare la massima aderenza alla realtà circostante di un toponimodi questo tipo. Si è quindi verificata l’esistenza nell’area fra Pezzana e la fra-zione Pizzarrosto di una località prediale denominata Castellaro, rinvenutaeffettivamente in un atto del Tribunale di Vercelli datato 1841 (Archivio di Statodi Vercelli, Trib. Vc, Atti non sott. ins. n. 262 - Pezzana). Circa la valenza del

Inventario dei toponimi 67

toponimo tutto resta da verificare. Va ricordato tuttavia a questo proposito cheil toponimo Castellaro si trova ad esempio anche a Tricerro accostato a Villaro,termini indicanti castello e villa abbandonati per la costituzione del borgofran-co.

340Vicolo dal Turìn

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Nell’abitato di Caresana.Attestazione: Toponomastica del Comune di Caresana (BUSSI 1979, pag. 81).

Il toponimo pare avesse a indicare un elemento delle fortificazioni del castellodi Caresana, ma potrebbe anche riferirsi a qualche struttura ad esso esterna, poiscomparsa. Un sito che presenta caratteristiche in qualche modo anomale ècostituito, infatti, dall’elevazione, quasi certamente artificiale, su cui sorge lachiesetta di S. Maria nei pressi del Castello, detta infra castrumin un docu-mento del 1183 (BUSSI1979, p. 185). Tale denominazione la assocerebbe ad unafortificazione nella quale essa era situata e non già di cui era semplice dipene-denza, come sostenne Bussi per spiegare la posizione della chiesa fuori dalcastello. Per questo è da ritenere probabile che il sito elevato su cui sorge lachiesa attuale fosse occupato in antico da una fortificazione nel cui perimetroera situata una chiesa di S. Maria, di dimensioni certo ridotte rispetto alle odier-ne. Si tratta di un’ipotesi tutta da verificare, ma essa si fonda, oltre che su alcu-ne incongruenze già comunque rilevate dal Bussi, sulla caratteristica morfolo-gia dell’altura su cui sorge la chiesa di S. Maria, divenuta cimiteriale, va ricor-dato, solo dopo il 1807.

63. Caresana.Veduta aerea dellaRocca e dellachiesa di S. Mariainfra castrum.

341Cascina Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri circa a nord di Caresana.Attestazione: IGM f. 58, IV SO.

Il toponimo che oggi si identifica con la cascina omonima appare di particola-re interesse, quantunque non vi siano documenti in grado di collocare cronolo-gicamente l’origine e la funzione della presunta fortificazione. La posizione delsito, nei pressi del guado della Marcova, lungo la strada antica diretta a Vercelli,ha tuttavia tutte le caratteristiche per giustificare l’esistenza di un punto fortifi-cato, compresa la presenza di una cappella. Nel disegno d’archivio appare conil toponimo di Castelletto anche la Cascina Crocetta di cui si è già trattato nelvol. II (82).

68 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

342 Cascina Motta Novella

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a sud-est dell’abitato di Villanova Monferrato.Attestazione: IGM f. 58, IV SO.

Il toponimo, che presuppone evidentemente l’esistenza di una motta più antica,non è stato indagato. Esso tuttavia ben si inserisce nella casistica che interessail nostro studio.

343 (115) Castellazzo o Castellaro

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a nord dell’abitato di Tricerro.Attestazione: IGM f. 57, I SO.

Il toponimo si connette alle preesistenze insediative anteriori alla costituzionedel borgofranco di Tricerro ed alla presenza del villaro che lo affianca neidocumenti del XIII secolo.

64. CascineCastelletto.Archivio di Statodi Vercelli, Dis.Ospedale di S.Andrea, n. 227.Pezzana.

Inventario dei toponimi 69

344Monterocca

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud di Stroppiana, sulla riva sinistra della Marcova.Attestazione: IGM f. 57, I SO.

Il toponimo si è evidentemente alterato nelle trascrizioni cartogrfiche assumen-do la forma Montarucco, già presente in zona. Tuttavia pare che l’originaletoponimo sia Monterocca. Ciò si dedurrebbe dal fatto che le cartografie di scalagenerale del 1852 riportano Montarucco, mentre i catasti locali (comune diStroppiana) ancora ai primi del Novecento, non solo riportano la cascina comeMonterocca, ma denominano il rio che transita presso la cascina RioMonterocca. Ritengo si debba prestar fede a questi ultimi. La località non è stataindagata in modo approfondito e non sappiamo se esistano strutture che giusti-fichino la particolare denominazione. Il toponimo appare composto da due ter-mini che suggeriscono il primo una morfologia del terreno elevata, probabil-mente un dosso lungo il corso della Marcova, il secondo una struttura difensi-va. Solo ulteriori approfondimenti sranno forse in grado di chiarirne l’origine.

65. Catasto comu-ne di Stroppianaprimi Novecento.Cavo Monteroccae CascinaMonterocca.

66. CascinaMontarucco, inrealtà Monterocca.Gran carta degliStati Sardi in ter-raferma, 1852, f.47, Casale.

70 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

345Motta Ruzinentis- Motta de Ferrarotis- Motta

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Territorio di Trino.Attestazione: SETTIA 1980, p. 49, nota 88.

La presenza di almeno tre motte nel territorio di Trino è segnalata dal Settia daun Registro de’ consegnamentidel 1423.

346Via Castello - Castello.

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato di Robella, frazione di Trino.Attestazione: Toponomastica urbana del comune di Trino Vercellese.

In frazione Robella di Trino, su di un leggero rialzo, si trova il castello diRobella. Costruito nel 1770 dal marchese Ottavio Maria Mossi su progetto del-l’architetto Martinez, ed incompiuto a causa della conquista del Piemonte daparte di Napoleone. Divenne successivamente residenza dei Mossi-Pallavicini.La tradizione vuole che il palazzo sia sorto sulle rovine di una preesistente for-tificazione, che sia la posizione che i resti delle costruzioni adiacenti farebberocomunque presagire.La possibile antichità del luogo rende proponibile la sua identificazione con unadelle motte attestate a Trino nel XV secolo (345), ma siamo nel campo dellesupposizioni.

67. Via Castello eCastello. Catastocomune di TrinoVercellese, frazio-ne Robella, f. 58.

68. Castello dellaRobella.Vedutaaerea da est.

347 (76)Castellacium

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Chiesa di S. Michele, a poche centinaia di metri dall’abitato di Trino.Attestazione: sec.XIII.

Il recinto fortificato di S. Michele assume la denominazione di castellaciumnel XIII secolo, perio-do in cui la fortificazione cadde in disuso.

Inventario dei toponimi 71

348Castellacium

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A nord dell’abitato di Trino.Attestazione: S. MICHELE 1989, f. 16, p. 50, sec. XV.

L’indicazione del toponimo è frutto di una ricerca complessiva condotta sul ter-ritorio trinese. La localizzazione è approssimativa.349Torrione (74)

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Frazione di Costanzana.Attestazione: Toponomastica attuale.

La frazione, in cui una fortificazione è attestata fin dal 1309, prende nome pro-babilmente dalla fortificazione stessa, ammodernata e irrobustita nel secoloXVII.

350Castell’Apertole

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud-ovest dell’abitato di Leri. Attestazione: Toponomastica attuale.

La tenuta non presenterebbe attualmente caratteristiche che possano giustifica-re quel «Castel» che ne precede il toponimo. Tuttavia un documento del secoloXVIII (Archivio di Stato di Vercelli, Int. di Vc, I - Livorno Ferraris-Bianzè, n.56) trascrive il toponimo come «Castello di dette regie Apertole», situato fragerbidi e pascoli di regia concessione usati dalle comunità di Crescentino e SanGenuario. Evidentemente era allora ancora presente una struttura che giustifi-cava il nome di castello.

69.Gran cartadegli Stati Sardi interraferma, f. 47,Casale. CastelApertole.

351Castelmerlino

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud dell’abitato di Leri.Attestazione: Toponomastica attuale.

La frazione assume lo stesso toponimo già riscontrato nei pressi di Villata (319).Qui ci troviamo in presenza di una delle grange di Lucedio che, insieme conDarola, adotta una forma chiusa. Non pare esservi alcuna relazione fra il topo-nimo e la presenza di fortificazioni.

72 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

352Cascina Torrone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: a ovest di Leri, presso la cascina Colombara.Attestazione: 1821.

Nel 1916 essa è descritta in un disegno insieme con le cascine Colombara eCarpo (Archivio di Stato di Vercelli, Trib. di Vc, Verb. div., bobina 9, nn. 340,422). Ma è detta grangia Torrone nei documenti anteriori.

70. CascinaTorrone, Archiviodi Stato diVercelli, Trib. diVc., Verb. div.nn. 340-422(1916).

71. GrangiaTorrone. Tipi deltenimento diLucedio relativialla divisione in 4lotti, 12 dicembre1821 (Raccoltaprivata).

353 (66)Cascina Castellario o Castellaro

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Ad ovest dell’abitato di Morano Po.Attestazione: Borghetto Po , 1217 (PANERO1985, p. 13).

Il toponimo del cascinale è associato alla presenza del borgofranco (66).

354Regione Motta

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Dintorni di Palazzolo.Attestazione: Lettera del Fabretti al Bruzza 17. 8. 1881 (SOMMO 1995, p. 279 ).

Il toponimo, di tipo prediale, è citato da un conoscitore dei luoghi e quindi èattendibile. Non è tuttavia stato riscontrato con sicurezza in cartografie d’archi-vio, nè localizzato. Nella stessa lettera è citato il luogo di Ramezzana a nord diPalazzolo.

355Vicolo dietro castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Palazzolo. Attestazione: Catasto comune di Palazzolo, f. 8.

La presenza del toponimo «dietro castello» è da collegarsi alla presenza di unterreno o edificio conosciuto come «castello». Che quindi ai margini dell’abita-to di Palazzolo, sede plebana del X secolo, sia esistita una località fortificata èpiù che ragionevole. Non c’è dubbio che la carenza di documenti sia integratasolo marginalmente dal residuo toponomastico e si faccia in questo caso parti-

Inventario dei toponimi 73

colarmente sentire la necessità di opportuni approfondimenti data l’importanzae l’antichità del luogo.

72. Catasto comu-ne di Palazzolo, f.8. Vicolo dietrocastello.

356La Motta

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A nord dell’abitato di S.Giorgio Monferrato. Attestazione: Toponomastica attuale.

La vicinanza del castello di S. Giorgio avvalora la valenza di questo toponimoche, tuttavia, non presenta alcuna traccia evidente di avere ospitato una fortifi-cazione.

357Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Comune di Casale, frazione Casale Popolo.Attestazione: Toponomastica attuale.

La frazione di Casale Popolo si trova sulla riva sinistra del Po ed è quindi di for-mazione relativamente recente rispetto al nucleo storico di Casale. Il toponimo,così come avviene nel suburbio vercellese, presenta pertanto tutti gli analoghiinterrogativi circa la sua origine e reale consistenza.

358Torretta

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud dell’abitato di Casale. Attestazione: IGM f. 57, II NE.

Anche per questo toponimo vanno espressi i dubbi già ricordati. La località nonpresenta alcuna particolarità di qualche interesse.

74 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

359Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Sud-est di Serralunga. Attestazione: IGM f. 57, II NO.

Il toponimo non è stato controllato.

360 (131)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Loc. Case Cocetti, Verrua Savoia.Attestazione: XVII secolo (OGLIARO 1976, p. 43, nota 181).

Il toponimo si identifica con la scheda 131.

361 (119) Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Crescentino. Attestazione: XIV secolo (OGLIARO 1976, p. 43, nota 177).

Il toponimo si identifica con la scheda n.119.

362 (120)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Landoglio, nei pressi di Crescentino.Attestazione: XVI secolo (OGLIARO 1976, p. 31, nota 82).

Il toponimo si identifica con la scheda n.120.

363 (106)Vicolo Castelletto - Castello

Tipo: Toponimi.Localizzazione: Tronzano.Attestazione: 1256 (SABARINO RUBELLO 1982, p. 23).

La presenza di «castella» a Tronzano, rilevata dai documenti del XIII secolo(scheda n. 106), è sostanziata da due toponimi che fanno tuttora parte della real-tà urbana. Il Castello, ben visibile nel documento d’archivio del secolo XIX,

73. Tronzano.Edificio del castello.

74. Tronzano,vicolo Castelletto.Una torricella.

Inventario dei toponimi 75

364 (106)Torrone Gibellino

Tipo: Toponimi.Localizzazione: Al limite orientale del territorio del comune di Tronzano.Attestazione: SABARINO RUBELLO 1982, p. 19.

La presenza del toponimo era già stata segnalata nella scheda (106). Il docu-mento d’archivio del 1850 (Archivio di Stato di Vercelli, Int. serie II, n. 525)colloca con precisione la cascina che il Dionisotti elenca fra le «borgate conchiese e cappellanie» (DIONISOTTI vol.I,1861, p. 89).

appare in forma di palazzo secentesco, anche se le sue origini devono esserefatte risalire al XII secolo almeno. Non lontano è situato il «vicolo Castelletto»,cui è direttamente associabile una costruzione specifica, che attesterebbe l’esi-stenza di una seconda fortificazione minore. Entrambe le sopravvivenze si col-locano all’esterno di un perimetro dai contorni tondeggianti che dovrebbe ricon-durre all’area occupata dal borgofranco, certamente circondato da fossati e daaltre opere difensive. Le due fortificazioni sarebbero inoltre perfettamente giu-stificabili dai due abitati preesistenti al borgofranco.

76. Catasto comu-ne di Tronzano, f.13. VicoloCastelletto.

77. TorroneGibellino o Cristo.Archivio di Statodi Vercelli, Int.Vc., serie II, n.525 (1850).

75. Il castello diTronzano (1822).Archivio di Statodi Vercelli, Int.Vc., serie II, n.102.

76 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

78. Cigliano. Ilnucleo del centrostorico con la par-rocchiale e la viaCastellazzo.

79. Rocca diCigliano. La torremerlata.

81. Rocca diCigliano.Planimetria dell’a-bitato. Archivio diStato di Vercelli,Int. Vc., serie II,n. 415. Primidecennidell’Ottocento.

80. Rocca diCigliano. Il corpodi quanto restadell’edificioche è attualmenteadibito ad abita-zione.

365Via Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato di Cigliano. Attestazione:Toponomastica attuale.

Che fosse esistito un castello a Cigliano lo apprendiamo da un manoscritto«Cenni di storia patria dell’insigne borgo di Cigliano» del 1842 di Don NataleMartinetti, parroco del luogo, inviato a Luigi Bruzza e conservato fra le corri-spondenze dell’insigne archeologo (SOMMO 1994, p. 28, nota 20). La presenzadella «via Castellazzo» confermerebbe quanto affermò il reverendo Martinetti,anche se egli riferiva di «bastioni e torri» e constatava come il borgo sorgessesu di una leggera sopraelevazione.In effetti, pur mancando prove tangibili, riteniamo più che plausibile che unalocalità di notevole importanza come Cigliano, situata lungo la via per Torino,dovesse avere difese e castello.

366Rocca di Cigliano

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a ovest di Cigliano, sul guado della Dora.Attestazione: Toponomastica attuale.

Il toponimo è giustificato sia dalla posizione che dalla costruzione dominante ilpiccolo nucleo abitato, che certamente un tempo ha svolto un ruolo di control-lo della strada e del guado. I rifacimenti subiti dall’edificio hanno reso difficilecollocarne cronologicamente la struttura, che così come si presenta non apparemolto più antica del XVII secolo. Non si sono reperiti documenti in grado dichiarire il ruolo della «rocca» e la sua collocazione storica.

via Castellazzo

Inventario dei toponimi 77

367Castello o Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poco fuori dell’abitato di Cavaglià.Attestazione: RONDOLINO 1882, p. 269.

«Il nome di Castello o Castellazzo, lasciato al colle attiguo alla cappella di SanVincenzo ed al piano che gli stà a ponente, farebbe supporre che quivi fosse esi-stito un castello. Nessun rudere però ne rimane, né memoria alcuna nelle carte.Forse non era che un edifizio fortificato o torre eretta sul colle a difesa delMonastero di San Vincenzo» (RONDOLINO 1882, p. 269).

368Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a nord-est di Cavaglià.Attestazione: IGM f. 43, III SE.

Il toponimo, controllato sul posto, non presenta alcunché di rilevante.

369Torrine

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a nord-est di Cavaglià.Attestazione: IGM f. 43, III SE.

La cascina, di origine recente, è affiancata dai resti di una costruzione in pietracostituita da due vani di pianta quadrata di circa otto metri di lato, di uno deiquali restano le sole fondamenta.

82. LocalitàTorrine.Catasto comune diCavaglià, f. 12.

370Bastia

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a sud-est di Cavaglià.Attestazione: IGM f. 43, III SE.

Il sito, occupato da un cascinale, non presenta tracce che ne giustifichino ilnome.

78 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

371Torrazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a sud-est di Areglio.Attestazione: IGM f. 43, III SO.

Il toponimo non presenta particolari significativi.

372 (147)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Azeglio.Attestazione: 1182 (PANERO1985, p. 27, nota 15).

La località «castellazzo» ospitava il castello e la villa di Azeglio prima dell’ab-bandono decretato dal Comune di Vercelli per il costituendo borgofranco (sche-da 147). Ma l’abbandono non fu del tutto rispettato, anche per l’opposizionedell’abbazia di S. Andrea che deteneva i diritti sul luogo, e ben presto il castel-lo venne ricostruito, forse sulle rovine dell’antico. Questo spiega come in loca-lità «castellazzo» siano visibili i resti di un piccolo castello di aspetto trecente-sco.

373 (170)Poggio Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Donato Biellese, sul colle dominante l’abitato.Attestazione: ante 1170 (PANERO1985, p. 27, nota 15).

La località si identifica con una interessante fortificazione di cui si è trattatonella scheda n.170. Al materiale grafico allora presentato e ad integrazione della

83. Il PoggioCastellazzo, vedu-ta aerea da nord.

Inventario dei toponimi 79

scheda si riporta la maglia della parcellazione catastale della località. Essa rap-presenta certamente uno degli esempi più rappresentativi della validità delmateriale catastale agli effetti dell’individuazione di insediamenti abbandonati.

374 (177)Castello - Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A est dell’abitato di Zubiena.Attestazione: Catasto comune di Zubiena, f. 14 - f. 15.

La presenza dei due toponimi è certo da porre in relazione con le complessevicende del luogo, trattate nella scheda n.177.

375 (159)Bastia

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A nord di Salussola, dopo il ponte che attraversa l’Elvo.Attestazione: IGM f. 43, III NE.

La frazione, che non conserva tracce evidenti, potrebbe avere ospitato una dellebastie esterne fatte costruire nel 1375 dal vescovo di Vercelli nell’intento di raf-forzare le difese del borgo (159).

84. PoggioCastellazzo.Catasto comune diDonato Biellese,f.13.

80 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

376Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a sud-est di Dorzano.Attestazione: IGM f. 43, III NE.

Il toponimo non è stato controllato. Plausibile comunque la presenza di uncastello nei pressi dell’abitato in quanto il luogo è attestato fin dal 1177 (sche-da n. 153).

377 (148)Castellazzo - Via del Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poche centinaia di metri a sud-est di Piverone.Attestazione: IGM f. 43, III NE - boratto 1934, p. 61.

La menzione di castellani in un documento del 1202 e l’esistenza del toponimo«castellazzo» a poca distanza dal borgo fa ritenere che si tratti di una delle pree-sistenze anteriori alla formazione del borgofranco (scheda n. 148).

378 (154)Ricetto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Su di un dosso fuori della frazione di Pavarano.Attestazione: Catasto comune di Roppolo, f. 2.

Le prove fornite sulla reale dislocazione del ricetto di Pavarano sembrano tut-tora valide (scheda n. 154).

379 (155)Castelleto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Località Torre Ca’ Bianca.Attestazione: 1194 (ACB, I, XXXV, p. 47).

L’identificazione del toponimo citato nel documento del 1194 con la torre di S.Lorenzo appare tuttora valida (scheda n.155) .

380 (189)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Regione Casazza, Sandigliano.Attestazione: sec. XV (LEBOLE 1990, p. 170).

La presenza di un castello più antico a Sandigliano è segnalata dai documentidel secolo XV che ricordano un grande fossato ed una costruzione ancora visi-bile allora (schede 189 e 190). Il toponimo «Casazza» avrebbe in questo casovalore analogo a «Castellazzo».

381Torrazza

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Circa tre chilometri a sud-ovest di Benna.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

Inventario dei toponimi 81

382 (199)Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poche centinaia di metri a ovest di Villanova Biellese.Attestazione: IGM f. 43, III NE, catasto comune di Villanova Biellese, f. 2.

La torre di Villanova è uno dei frutti della ricognizione effettuata sulla base deitoponimi nell’ambito di questo lavoro. Non se ne conosceva l’esistenza anchese era segnalata su tutte le carte IGM (scheda n. 199).

383 (204)Regione Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Castelletto, frazione Monastero.Attestazione: Toponimo prediale non inserito in cartografia.

La piccola fortificazione, mai prima indagata, è descritta alla scheda n. 204.

384 (202)Ricetto de Quarabiono

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Non identificato.Attestazione: 1260 (viglino davico 1979, p. 69).

La località non è attualmente identificabile. L’attestazione del «ricetto» appareaffiancata dal termine «belfredo», forse una torre di legno o «betefredum».

385 (200)Cascina Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Comune di Gifflenga.Attestazione: IGM f. 43, III NE.

La cascina conserva qualche tratto di muratura antica, ma non è possibile iden-tificarvi con sicurezza una fortificazione (scheda n. 200).

386 (176)Cascina Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Alcune centinaia di metri a sud di Torrazzo.Attestazione: IGM f. 43 III NO.

La presenza di due toponimi significativi a Torrazzo è stata segnalata nellascheda n. 176. Il «castelletto» indicherebbe la presenza di altri diritti signorilisul luogo e una residenza di importanza minore.

387 (176)Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Torrazzo.Attestazione: Catasto comune di Torrazzo, f. 4.

Il toponimo indicherebbe il luogo occupato dal castello di Torrazzo, denomina-to «fortilicio» in un documento del 1327.

82 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

388 (172-173)Frazione Castellazzo - Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Netro.Attestazione: Catasto comune di Netro, f. 15.

La splendida motta di terra di pianta quadrangolare è quanto resta del castello.Essa ci offre la possibilità di osservare l’impianto di una fortificazione ruraleche doveva essere costruita in gran parte in terra e legno. Ritengo databile tale struttura residua al XII secolo.

389 (173)Località Torrazza

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Netro.Attestazione: GIARDINO, parte II.

Non è rilevabile nella toponomastica catastale attuale. Il sito non è stato identi-ficato

390Teggie del Castelletto

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a est di Rosazza.Attestazione: IGM f. 30, III SO.

Il toponimo non è stato controllato.

391 (181)Ad castellacium - Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Muzzano, località non identificata.Attestazione: ACB, I, LXXV, p. 148 (1233), catasto comune di Muzzano, f. 16.

Il territorio di Muzzano fu accorpato a quello di Graglia con la signoria degliAvogadro (scheda n.181). Forse per questo motivo una delle due fortificazionivenne abbandonata. Nel 1233 abbiamo infatti la presenza di un castellaciuminterritorio di Muzzano. Il sito è stato identificato con il toponimo «Castellazzo»nel catasto del comune di Muzzano. La parcellazione metterebbe in risalto unpianoro di forma regolare.

85. Castellazzo.Catasto comune diMuzzano, f. 16.

Inventario dei toponimi 83

392Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: A sud-est di Biella Cortello.Attestazione: Gran Carta degli Stati Sardi in terraferma, f. 31, Biella.

Il toponimo non è stato controllato.

393 (188)Castellacium

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Territorio di Gaglianico.Attestazione: ACB, II, CCLXVII, p. 139.

Il toponimo compare in un documento del 1344. Attualmente non sembra rin-tracciabile nella cartografia catastale della zona.

394Castellone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poche centinaia di metri a sud di Borriana.Attestazione: Stati di Sardegna.

Il toponimo non è stato controllato.

395Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Cento metri a nord di Ronco Biellese.Attestazione: IGM f. 43, IV NE.

Il toponimo non è stato controllato.

396Torrino

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a sud-est di Cossato.Attestazione: Stati di Sardegna.

Il toponimo non è stato controllato.

397 (213)Frazione Castellazzo - Località Castellone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Castel Fiardo, Cossato.Attestazione: Catasto comune di Cossato f. 11.

La frazione Castellazzo ed il toponimo Castellone potrebbero riferirsi a duerealtà contigue.

398Motte

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro e mezzo a sud di Castellengo.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

84 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

399Bastia

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Poche centinaia di metri a nord-ovest di Castellengo.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

400Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a nord-ovest di Castellengo.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

401Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a nord-est di Orio Mosso.Attestazione: IGM f. 43, IV NO.

Il toponimo non è stato controllato.

402Bastia

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro e mezzo a est di Crocemosso.Attestazione: Stati di Sardegna.

Il toponimo non è stato controllato.

403 (220)Frazione Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Trivero.Attestazione: Catasto comune di Trivero, f. 13.

In frazione Castello non sono visibili tracce di qualche interesse.

404Castellazzo - Rio Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Territorio del comune di Miagliano, località Cstellazzo.Attestazione: Catasto comune di Miagliano, f. 4.

Il luogo compare nei documenti nel 1150 (PANERO1985, p. 17), il toponimo diMiagliano deriverebbe dal personale latinoEmilianussegnalando la presenza diun fundus in epoca romana o tardoantica (DIONISOTTI 1898, p. 109). Non èaccreditatata l’ipotesi secondo la quale Miagliano sarebbe il Mulinariam deldiploma ottoniano del 963, toponimo successivamente trascritto, sempre inmodo errato, nei successivi (LOZIA BARBIERI 1971, p. 26 sgg.). Non è quindi pos-sibile avere notizie certe sulla località, di non grande importanza, sino al 1379,anno in cui la comunità di Miagliano con altre del Biellese fece dedizione aiSavoia. Nel 1422 Miagliano venne concessa in feudo ai Bertodano che ne con-servarono il possesso sino al XVIII secolo. Una fortificazione nel luogo sembraattestata dal microtoponimo Castellazzo da cui prende il nome il rioCastellazzo, anticamente rio Dunasco (CROVELLA 1985, p.32). Il toponimo si

Inventario dei toponimi 85

riferisce ad un pianoro che non ha rivelato tracce visibili e tuttavia potrebberievocare la presenza di una fortificazione in disuso, non è chiaro se già presenteprima che divenisse base di partenza per i Biellesi, comandati dal Faciotto inuna guerra contro gli Andornesi che nel 1486 pretendevano un proprio merca-to (LOZIA BARBIERI 1971, pp. 50-51). Sembra infatti possibile che il toponimocastellazzo sia derivato alla località solo dopo la fine del XV secolo, e che sitratti in realtà di un apprestamento difensivo provvisorio legato a quei fatti d’ar-me.

405 (221)Regione Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Curino.Attestazione: BARALE 1975, p. 14.

Vi sarebbero ancora visibili i ruderi di una casaforte attribuita ai feudatari diMasserano.

406 (221)Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Curino.Attestazione:BARALE 1975, p. 14, catasto comune di Curino, f. 37.

Il sito non è stato controllato.

86. Castellazzo.Catasto comune diMiagliano, f. 4.

86 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

407 (168)Località Castellazzo

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Bollengo.Attestazione: TESTORE1983, p. 17; VIGLINO DAVICO 1990 p. 170, nota 14.

La località è individuabile nella mappa catastale di Bollengo, f. 18.

408Castellone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a est di Zubiena.Attestazione: IGM f. 43, III NO.

Il toponimo non è stato controllato.

409Casacina la Torretta

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a est di Vergnasco.Attestazione: IGM f. 43, III NE.

Il toponimo è stato privo di riscontri materiali.

410Torre

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Due chilometri a ovest di Vigliano.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

411Castellone

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Un chilometro a est di Quaregna.Attestazione: IGM f. 43, IV SE.

Il toponimo non è stato controllato.

412Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Territorio di Coggiola.Attestazione: Catasto comune di Coggiola, f. 21.

L’area denominata «castello» si estende su di un’ampia zona sommitale.

413Vicolo del Castello - Castello

Tipo: Toponimo.Localizzazione: Abitato di Ailoche.Attestazione: Toponomastica attuale.

La presenza del castello è attestata dal «Vicolo del Castello» e dal cantoneCastello.

Inventario dei toponimi 87

88. Ailoche.Cantone Castello.

87. Castello.Catasto comune diCoggiola, f. 21.

88 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

INDICE DELLE SCHEDE

NUMERI SCHEDE - COMUNI VOLUME - N.TOPONIMI PAGINA E N. ILL.

Comune di Alagna Valsesia (VC)1. Alagna I 19 - 6, 7Comune di Varallo Sesia (VC) 3012. Varallo I 20 - 8, 9, 10

IV 113. Castello dei Barbavara I 22 - 5, 11, 12, 13

IV Tav. 2 f.t.4. Castello d’Arian I 25 - 14, 15, 16, 17Comune di Breia (VC) 302Comune di Quarona (VC) 303, 304, 305, 306 5. Quarona I 28 - 18, 19Comune di Borgosesia (VC) 3076. Vanzone I 30 - 207. Robiallo I 31 - 21, 22

IV 11 - 3, 4, 5, 6 ,7 , 8, 9, Tav. 17 f.t.

8. Agnona I 33 - 23, 24, 25, 269. Aranco I 36 - 27, 2810. Montrigone I 36 - 29, 30, 31Comune di Valduggia (VC) 308Comune di Serravalle Sesia (VC) 309, 31011. Bornate I 40 - 32, 33, 34, 35

IV 15 - 1012. Serravalle I 43 - 36, 37, 3813. Piane I 44 - 39, 40, 4114. Vintebbio I 47 - 42, 43, 44, 45, 46,

47, 48, 49IV Tav. 14 f.t.

Comune di Grignasco (NO)15. Grignasco I 51 - 50, 51Comune di Prato Sesia (NO)16. Prato I 52 - 52, 53, 54, 55, 56,

57, 58Comune di Romagnano (NO) 32117. Romagnano I 63 - 62, 63, 6418. Breclema I 65 - 65, 66, 67Comune di Villa del Bosco (BI)19. Villa del Bosco I 67 - 68, 69Comune di Lozzolo (VC)20. Lozzolo I 67 - 70, 71

Comune di Gattinara (VC) 31121. Locenello I 69 - 72, 73

IV 15 - 11, 1222. S. Lorenzo I 69 - 74, 75, 76, 7723. Le Castelle I 73 - 78, 79, 80

IV Tav. 7 f.t.24. Castelli di Gattinara I 75 - 8125. Rado I 76 - 82, 83, 84Comune di Lenta (VC)26. Lenta I 79 - 85, 86, 87, 88Comune di Ghislarengo (VC)27. Ghislarengo I 81 - 89, 90, 91, 92Comune di Arborio (VC)28. Arborio I 84 - 93, 94, 95, 96Comune di Greggio (VC)29. Greggio I 86 - 97, 98, 99Comune di Albano Vercellese (VC)30. Albano I 87 - 100, 101, 102, 103Comune di Oldenico (VC) 31331. Oldenico I 91 - 104, 105

IV 16Comune di San Giacomo Vercellese (VC)32. San Giacomo I 91 - 106, 107Comune di Rovasenda (VC)33. Rovasenda I 92 - 108, 109, 110, 111,

112Comune di Villarboit (VC)34. Monformoso I 97 - 113, 114, 115, 11635. Villarboit I 35 - 117, 118Comune di Balocco (VC)36. Balocco I 101 - cop.I, 119, 120,

121, 12237. Bastia I 104 - 123, 124, 125Comune di Buronzo (VC) 31238. Buronzo I 104 - 126, 127, 128,

129Comune di Ghemme (NO)39. Ghemme I 108 - 130, 131, 132,

133, 134, 13540. Cavenago I 111 - 136, 137, 3841. Cattanea I 111 - 139, 140, 141,

142, 143Comune di Sizzano (NO)42. Sizzano I 115 - 144, 145Comune di Landiona (NO)43. Landiona I 117 - 146, 147, 148Comune di Vicolungo (NO)44. Vicolungo I 117 - 149, 150, 151Comune di Recetto (NO)45. Recetto I 120 - 152, 153Comune di Biandrate (NO)46. Biandrate I 122 - 154Comune di San Nazzaro Sesia (NO)47. San Nazzaro I 123 - 155, 156, 157Comune di Casalbeltrame (NO)48. Casalbeltrame I 123 - 158, 159

90 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Comune di Casalvolone (NO)49. Casalvolone I 124 - 160, 161, 162Comune di Villata (VC) 31950. Villata I 129 - 61, 163, 164Comune di Borgo Vercelli (VC) 32051. Borgo Vercelli I 129 - 165, 166, 167

IV 16Comune di Vinzaglio (NO) 31852. Vinzaglio I 133 - 168, 169, 170225. Borgofranco di Peronasca IV 49 - 38Comune di Confienza (PV)53. Confienza II 17 - 6, 7

IV 16 - 13, 14Comune di Palestro (PV) 32454. Palestro II 17 - 8, 9, 11Comune di Robbio (PV)55. Robbio II 20 - 10, 12Comune di Rosasco (PV)56. Rosasco II 21 - 13, 14Comune di Castelnovetto (PV)57. Castelnovetto II 21 - 15Comune di Langosco (PV) 33858. Langosco II 22 - 16, 17

IV 18Comune di Cozzo (PV)59. Cozzo II 24 - 5, 18, 1960. Celpenchio II 25 - 20Comune di Candia Lomellina (PV)61. Candia Lomellina II 27 - 21, 23Comune di Villanova Monferrato (AL)34262. Gazzo II 2763. Villanova Monferrato II 29 - 22, 24, 25Comune di Balzola (AL)64. Balzola II 30 - 26, 27, 28, 29Comune di Morano Po (AL) 35365. Pobietto II 32 - 30, 31, 3266. Castellario II 32Comune di Motta de’Conti (VC)67. Motta de’Conti II 34 - 33, 34, 35, 36Comune di Caresana (VC) 340, 34168. Caresana II 36 - 37, 38, 39, 40

IV 18 - 2Comune di Stroppiana (VC) 34469. Stroppiana II 39 - 41Comune di Rive (VC)70. Rive II 41 - 42, 43, 44Comune di Pertengo (VC)71. Pertengo II 42 - 45Comune di Costanzana (VC) 34972. Costanzana II 43 - 47, 4873. Saletta II 45 - 49, 50, 5174. Torrione II 47 - 52, 53 Comune di Trino (VC) 345, 346, 347, 348, 35175. Trino II 48 - 54, 55

IV Tav. 16 f.t.76. S. Michele II 50 - 56, 57, 5877. Leri II 51 - 59, 60, 61

Indice delle schede 91

78. Darola II 52 - 62, 63, 64, 6579. Lucedio II 54 - 66, 67, 68, 69, 7080. Auriola II 58227. Ramezzana IV 51 - 40, 41, 42Comune di Pezzana (VC) 33981. Pezzana II 63 - 70, 71, 7482. Crocetta II 64 - 73, 75

IV 19 Comune di Asigliano (VC)83. Asigliano II 65 - 76, 77, 78, 79, 80Comune di Prarolo (VC)84. Prarolo II 68 - 81, 82, 83 Comune di Caresanablot (VC) 314Comune di Vercelli (VC) 315, 316, 323, 325, 326, 327, 328, 329, 330,

331, 33285. Castello visconteo II 69 - 84, 85, 86, 8786. Muleggio II 73 - 89, 9087. Montonero II 76 - 91, 92, 93, 9488. Larizzate II 78 - 95, 96, 9789. Castellacium Casae Dei II 80 - 98, 99Comune di Lignana (VC)90. Casalrosso II 81 - 100, 101111. Lignana II 118 - 150, 151226. Castrum Roncarolii IV 50 - 39Comune di Sali Vercellese (VC)91. Sali II 82 - 102, 103, 104Comune di Salasco (VC)92. Salasco II 86 - 105, 10693. Selve II 88 - 107, 108Comune di Crova (VC)94. Crova II 88 - 10995. Viancino II 91 - 110, 111, 112Comune di Olcenengo (VC) 33396. Olcenengo II 91 - 113, 114Comune di Quinto Vercellese (VC) 31797. Quinto II 92 - cop. II , 115, 116,

117, 118IV 19

Comune di Collobiano (VC)98. Collobiano II 97 - 119, 120Comune di Casanova Elvo (VC) 334, 33599. Castelli di Casanova Elvo II 99 - 121, 122, 123, 124

IV 19Comune di Formigliana (VC)100. Formigliana II 102 - 125, 126, 127

IV 19 - 15Comune di Carisio (VC) 336, 337101. Carisio II 103 - 128, 129, 130,

131102. Nebbione II 105 - 132, 133, 134103. S. Damiano II 107 - 135, 136, 137Comune di Santhià (VC)104. Santhià II 109 - 138, 139

IV 21 - 16105. Vettigné II 111 - 140, 141, 142

92 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Comune di Tronzano Vercellese (VC)363, 364106. Tronzano II 113

IV 22Comune di Cigliano (VC) 365, 366Comune di Bianzé (VC)107. Bianzé II 114 - 143108. Carpeneto II 115 - 144109. Torrone dei banditi II 115 - 145, 147

IV 22 - 17Comune di S. Germano Vercellese (VC)110. S. Germano II 117 - 148, 149

IV 22 - 18, 19111. Lignana

v. Comune di LignanaComune di Desana (VC)112. Desana II 119 - 152, 153Comune di Ronsecco (VC) 322113. Ronsecco II 120 - 154, 155, 157114. Castellazzo di Ronsecco II 122 - 156Comune di Tricerro (VC) 343115. Tricerro II 124 - 158, 159

IV Tav. 15 f.t.Comune di Fontanetto Po (VC)116. Fontanetto Po II 125 - 160Comune di Palazzolo (VC) 354, 355Comune di Crescentino (VC) 361, 362117. S. Genuario II 126 - 161, 162, 163,

164118. Castellum Vallacii II 129 119. Castellazzo II 129 - 165120. Landoglio II 131 - 166121. Crescentino II 131 - 167, 168Comune di S. Giorgio Monferrato (AL)356122. S. Giorgio Monferrato II 134 - 169, 170, 171Comune di Coniolo (AL)123. Coniolo II 135 Comune di Pontestura (AL)124. Pontestura II 137 - 172, 173Comune di Casale Monferrato (AL) 357, 358125. Torcello II 138 - 174, 175, 176Comune di Serralunga di Crea (AL) 359Comune di Camino (AL)126. Camino II 142 - 177, 178, 179127. Castel S. Pietro II 143 - 180, 182Comune di Gabiano (AL)128. Gabiano II 145 - 181, 183Comune di Moncestino (AL)129. Moncestino II 147 - 184, 185, 186Comune di Verrua Savoia (TO) 360130. Verrua Savoia II 148 - 187, 188, 189,

190, 191131. Case Cocetti II 151 Comune di Cavagnolo (TO)132. Cavagnolo II 152Comune di Saluggia (VC)133. Saluggia II 152 - 192, 193, 194,

196, 197

Indice delle schede 93

Comune di Livorno Ferraris (VC) 350, 352134. Livorno II 155 - 198, 199, 200Comune di Moncrivello (VC) 135. Miralda e Uliaco II 156 - 195, 201, 206136. Moncrivello II 158 - 201, 202, 203,

204, 207Comune di Villareggia (TO)137. Borgo Dora II 159 - 205Comune di Alice Castello (VC)138. Alice II 160 - 208, 209, 210Comune di Borgo d’Ale (VC) 371139. Clivolo II 162 - 211

IV 23 - 20, 21, 22, Tav. 18 f.t.140. Arelio II 165 - 212, 213, 214

IV Tav. 4 f.t.141. Erbario II 167 - 215, 216

IV 26 - 23, 24142. Meolio II 142 - 217, 218

IV 27 143. Cavaglià

v. comune di Cavalià144. Borgo d’Ale III 17 - 6

IV Tav. 19 f.t.Comune di Cavaglià (BI) 368, 369, 370143. Cavaglià II 168 - 219, 220, 221150. Borgo di Cavaglià III 27 - 21, 22Comune di Villareggia (TO)145. Villareggia III 18 - 7, 8, 9Comune di Maglione (TO)146. Maglione III 20 - 10, 11Comune di Azeglio (TO) 372147. Azeglio III 21 - 13, 14Comune di Piverone (TO) 377148. Piverone III 23 - 15, 16, 17, 18Comune vari 149. Chiuse longobarde c.d. III 25 - 19, 20

IV 27150. Borgo di Cavaglià

v. comune di CavagliàComune di Roppolo (BI) 378151. Castronovo III 29 - 23, 24, 25, 26, 27,

28, 29, 30IV 28 - 25, 26, 27, 28, 29, 30

152. Roppolo III 34 - 31, 32, 34153. Dorzano

v. comune di Dorzano154. Pavarano III 38 - 41, 42Comune di Dorzano (BI) 376153. Dorzano III 36 - 33, 35, 36, 37, 38, 39161. Mondone III 51 - 64, 65, 67Comune di Salussola (BI) 375, 379155. S. Lorenzo III 40 - 40, 43, 44, 45156. Viverone

v. comune di Viverone157. Monte Orsetto

v. comune di Viverone

94 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

158. Castello di Salussola III 47 - 56, 60, 63IV Tav. 20 f.t.

159. Borgo di Salussola III 48 - 57, 58, 59, 61, 63160. Vittimulo III 50 - 62161. Mondone

v. comune di Dorzano162. Puliaco III 52 - 66

IV 29 - 31, 32, 33, 34, Tavv. 9-10 f.t.

Comune di Viverone (BI)156. Viverone III 41 - 46, 47, 48, 49, 50,

51157. Monte Orsetto III 44 - 52, 53, 54, 55Comune di Cerrione (BI)163. Cerrione III 53 - 68, 69, 72164. Vergnasco III 55 - 70165. Mongivetto III 56 - 74, 75, 76, 77166. Torre di Mongivetto III 57 - 71, 73

IV 30 - 35, 36, Tav. 13 f.t.Comune di Magnano (BI)167. Borgo di Magnano III 61 - 78, 79, 80, 81, 82,

83, 84, 85, 86Comune di Bollengo (TO) 407168. Bollengo III 64 - 87, 88, 89Comune di Burolo (TO)169. Burolo III 66 - 90, 92, 93Comune di Donato (BI) 373170. Poggio Castellazzo III 67 - 91, 94

IV Tav. 1 f.t.171. Donato III 69 - 95, 96, 97Comune di Netro (BI) 388, 389172. Netro III 70 - 98, 101173. Castellazzo di Netro III 71 - 99, 100Comune di Andrate (TO)174. Torre della bastia III 72 - 102, 103Comune di Sala Biellese (BI)175. Sala III 73 - 104, 105Comune di Torrazzo (BI) 386, 387176. Torrazzo III 74 - 106, 107Comune di Zubiena (BI) 374, 408177. Zubiena III 75 - 108, 109178. Blatino III 76 - 110Comune di Mongrando (BI)179. Mongrando III 77 - 111, 112, 113Comune di Borriana (BI)180. Borriana III 78 - 114, 115

IV 31Comune di Graglia (BI)181. Graglia III 80 - 116, 117, 118Comune di Muzzano (BI) 391Comune di Occhieppo Superiore (BI)182. Occhieppo Superiore III 81 - 119, 121Comune di Occhieppo Inferiore (BI)183. Occhieppo Inferiore III 83 - 122, 124, 125Comune di Camburzano (BI)184. Camburzano III 84 - 120, 123

Indice delle schede 95

Comune di Andorno (BI)185. Andorno III 85 - 126, 127Comune di Rosazza (BI) 390Comune di Miagliano (BI) 404Comune di Biella (BI) 392186. Biella III 87 - 128, 129, 130,

131, 133, 134Comune di Ponderano (BI)187. Ponderano III 89 - 132, 135, 136, 137Comune di Gaglianico (BI) 393188. Gaglianico III 92 - 138, 139, 140,

141, 142, 143, 145Comune di Borriana (BI) 394Comune di Sandigliano (BI) 380189. Rocchetta di Sandigliano III 95 - 144, 146, 147, 148

IV 31190. Torrione di Sandigliano III 97 - 149, 150, 151,

152, 154Comune di Verrone (BI) 409191. Verrone III 101 - 153, 155, 158, 159,

160, 161Comune di Benna (BI) 381192. Benna III 103 - 156, 157, 162,

163, 164, 165, 166, 167

Comune di Candelo (BI)193. Candelo III 107 - 5, 168, 169, 170,

171, 172, 173, 174, 175, 176, 177

194. Ysengarda III 110 IV 31 - 37

Comune di Cossato (BI) 396, 397, 398, 399, 400195. Castellengo III 112 - 178, 179, 180,

182, 184, 189 IV Tavv. 5 - 6 f.t.

211. Castel Fiardo III 148 - 244212. Castel Broglio III 149 - 244213. Castellazzo III 150 - 245Comune di Mottalciata (BI)196. Mottalciata III 114 - 181, 185, 186,

187197. Montebelluardo III 117 - 186 Comune di Massazza (BI)198. Massazza III 119 - 190, 191, 192, 193Comune di Villanova Biellese (BI) 382199. Villanova III 121 - 194, 195Comune di Gifflenga (BI) 385200. Gifflenga III 123 - 200, 201, 202Comune di Villarboit (VC)201. Busonengo III 124 - 196, 197, 203Comune di Ronco Biellese (BI) 395Comune di Castelletto Cervo (BI) 383, 384202. Castelletto Cervo III 126 - 198, 199, 204,

205, 206203. Castelletto Monastero III 128 - 207, 208, 209204. Castellazzo III 130 - 210, 211, 212,

213, 214

96 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Comune di Zumaglia (BI)205. Zumaglia III 135 - 215, 216, 217,

218, 219, 220Comune di Ternengo (BI)206. Ternengo III 137 - 221, 222, 223,

225Comune di Valdengo (BI)207. Valdengo III 138 - 224, 226, 228,

229, 230, 231, 232 Comune di Vigliano Biellese (BI) 410208. Vigliano III 141 - 227, 233 Comune di Quaregna (BI) 411209. Quaregna III 144 - 234, 235, 236, 237,

238, 239Comune di Cerreto Castello (BI)210. Cerreto III 146 - 240, 241, 242, 243Comune di Lessona (BI)211. Castel Fiardo

v. comune di Cossato212. Castel Broglio

v. comune di Cossato213. Castellazzo

v. comune di Cossato214. Lessona III 151 - 246, 247Comune di Masserano (BI)215. Masserano III 152 - 248, 249, 250,

251, 252, 253, 254, 255Comune di Brusnengo (BI)216. Brusnengo III 156 - 256, 257, 258,

259, 261217. Cascina Gattesca III 157 - 260, 262, 263Comune di Roasio (BI)218. Roasio III 158 - 264, 265Comune di Vallemosso (BI) 401, 402219. Vallemosso III 160 - 266Comune di Trivero (BI) 403220. Trivero III 161 - 267Comune di Curino (BI) 405, 406221. Curino III 162 - 268, 269Comune di Sostegno (BI)222. Sostegno III 164 - 270, 271Comune di Coggiola (BI) 412Comune di Ailoche (BI) 413Comune di Crevacuore (BI)223. Crevacuore III 164 - 272, 273, 274, 275Comune di Guardabosone (BI)224. Guardabosone III 166 - 274, 275, 276, 277225. Borgofranco di Peronasca

v. comune di Vinzaglio226. Castrum Roncarolii

v. comune di Lignana227. Ramezzana

v. comune di TrinoComune di Cavagnolo (TO)228. Visterno IV 52 - 43, 44

Indice delle schede 97

89. Il territorio del districtusdel Comune di Vercelli con indicazione delle foreste attestate dai documenti, i borghifranchi ele principali località fortificate (secoli XI-XIII).

■ Borghifranchi del Comune di Vercelli (sec. XIII) ❏ Incerti o attestati da toponimi o da fonti documentarie● Località fortificate attestate da resti e fonti documentarie ❍ Attestate da toponimi o da fonti documentarie

TIPOLOGIE ED EVOLUZIONE DELLE LOCALITÀ FORTIFICATE NELL’AREA DI INFLUENZA DEL COMUNE

MEDIEVALE VERCELLESE.

L’area geografica e i presupposti della ricerca

La rilevanza del fenomeno dell’incastellamento nell’area dell’antico districtus delcomune vercellese (PANERO 1984) e la necessità di impostare lo studio delle localitàfortificate medievali nel quadro complessivo dell’evoluzione storica del territorio (epertanto avvalendosi dei metodi propri delle discipline archeologiche), sono alle basedel progetto di censimento che, intrapreso a partire dal 1990, è ora concluso dopo l’e-dizione dei primi tre volumi di schede e di quest’ultimo, dedicato al completamento dellavoro che conta complessivamente 228 schede di siti e più di un centinaio di schederiguardanti toponimi (SOMMO 1991; SOMMO 1992; SOMMO 1993; SOMMO 1997). Unaconclusione non certo definitiva, ma imposta dall’opportunità di chiudere una fase,comunque soddisfacente, di raccolta di dati e documenti che permette alcune primeriflessioni e proposte di interpretazione e che dovrebbe stimolare ulteriori approfondi-menti dedicati a singoli siti o a particolari porzioni territoriali. Lo scopo del comples-so lavoro di inventario era di individuare topograficamente (in catasto) e documentarecon aerofotografie oblique a bassa quota i siti occupati da fortificazioni tuttora utiliz-zate, in rovina o scomparse, raccogliendo sinteticamente i dati storici, cartografici ebibliografici ad esse afferenti, per formare un primo documentato archivio e una primacarta distributiva generale (tav. 89) riguardante un’area geografica storicamente e cul-turalmente omogenea quale quella rappresentata dal districtuscomunale del XIII seco-lo, corrispondente, a grandi linee, all’antico territorio municipale di epoca romana ealla zona pressapoco occupata dal territorio del centro protourbano preromano. Sisarebbe così impostato lo studio dell’evoluzione dell’insediamento fortificato medie-vale sulla base di inequivoche e sostanziali conoscenze topografiche e morfologiche dicui tutta la precedente bibliografia locale era sostanzialmente priva, permettendo unaserie di considerazioni analitiche sulla localizzazione, tipo e distribuzione dei siti inrapporto alle conosenze storiche e archeologiche circa l’evoluzione storico-territorialedell’insediamento, della viabilità e del paesaggio fra Antichità e Medioevo. Non man-cavano, del resto, per l’area considerata, precedenti studi generali fondati su solide basidocumentarie e su moderni metodi di ricerca storica (PANERO 1984, PANERO 1985) econtributi di grande respiro territoriale sull’approccio metodologico della ricerca stori-ca in tema di incastellamento (SETTIA 1984c), troppo spesso ancora legata a schemi ina-deguati o ridondanti e ben poco ancorata alle prime illuminate analisi regionali diimpostazione architettonico-urbanistica (VIGLINO DAVICO 1979) o archeologico-inven-tariale (FRANCOVICH 1976).Nel portare avanti la ricerca si è avvalorata l’ipotesi che fosse indispensabile premes-sa ad ogni ulteriore approfondimento, sia di tipo storico che archeologico, e al di làdelle ovvie considerazioni circa la ricaduta sulla tutela delle emergenze del costruito edei siti archeologici, la considerazione topografica del fenomeno dell’incastellamento,cioé la definizione e documentazione dei siti in quanto tali, sia pure attestati da sem-plici toponimi la cui reale pertinenza restava comunque da approfondire caso per caso.In quest’ottica sono apparse di importanza decisiva la ricognizione aerofotografica e la

consultazione della cartografia catastale, spesso uniche testimoni di preesistenze cri-stallizzate nella toponomastica o nelle forme della parcellazione o sottolineate dalleevidenze aerofotografiche.L’individuazione dei siti si è basata su tutta la vasta documentazione storica coeva esulle precedenti analisi di essa (PANERO1985), con le opportune integrazioni, e con l’a-nalisi della toponomastica in cartografie IGM, nelle cartografie sabaude precedenti(Gran Carta degli Stati Sardi in terraferma), nelle cartografie catastali e d’archivio . A questi dati si sono aggiunti, ma purtroppo solo a campione, microtoponimi catastalie toponomastica urbana, con tutte le cautele del caso. All’individuazione dei siti èseguita la ricognizione aerofotografica (non sempre ovviamente determinante) e laricognizione a terra, con campagna fotografica e rilievi di prima mano. I dati e le docu-mentazioni raccolte sul terreno sono state integrate da una accurata ricerca bibliografi-ca e d’archivio che, non di rado, ha portato a successive individuazioni integrative disiti scomparsi negli ultimi tre secoli, a fondamentali precisazioni di ubicazione di real-tà materiali conosciute solo da fonti scritte, o a inedite acquisizioni.Alla conclusione del progetto (più di trecento siti censiti) appare certo che, mentre l’in-ventario delle evidenze materiali è molto prossimo alla completezza il censimento deisiti attestati da toponimi e microtoponimi raggiunge forse solamente il 40% della realeconsistenza, rilevabile per intero esclusivamente da un ipotetico e accurato esame del-l’intera cartografia catastale e dallo spoglio della vastissima documentazione cartogra-fica storica conservata fra i dati archivistici.Per quanto riguarda in particolare le attestazioni date da toponimi, quando non sonopresenti dati di conferma di tipo storico o archeologico, esse sono segnalate comeincerte, in quanto i vari termini «castellazzo», «torrazza», «motta» ecc. possono rife-rirsi, come abbiamo visto, a realtà materiali estranee all’ambito cronologico della ricer-ca, che si spinge al XVI secolo per alcune presenze di possibile origine cronologicaanteriore. Oltre ai limiti sopracitati il progetto ha risentito dei costi elevati della rico-gnizione aerea che non hanno consentito una copertura totale del territorio nelle sta-gioni più opportune. I risultati raggiunti in questi anni da un gruppo di lavoro formatoda semplici volontari, sono tuttavia soddisfacenti e possono costituire un valido puntodi partenza per l’impostazione di nuove ricerche territoriali e per l’approfondimento disingole realtà. Lo studio dell’evoluzione tipologica e morfologica (origini, evoluzione,tipi e caratteristiche) dell’architettura militare nel Vercellese, il modo con cui essa hacontribuito alla formazione ed espansione del sistema del feudalesimo in un’ area par-ticolarmente significativa, con le sue peculiari caratteristiche storiche, per l’origine diquesta forma di organizzazione sociale in Italia, e per la successiva organizzazione diuno dei maggiori comuni medievali padani, costituisce, a mio avviso, un obiettivo pri-mario per la ricerca storico-archeologica locale dei prossimi decenni, oltre che unambito di esercizio delle funzioni di tutela (sia a livello centrale che periferico) sostan-zialmente ancora inesplorato. Il completamento pertanto di questo primo e lacunosoprogetto di ricerca è, almeno nei propositi, funzionale anche ad una generale riconsi-derazione delle problematiche storiche ed archeologiche legate alla materia dell’archi-tettura militare medievale in un territorio ricchissimo di testimonianze.

Distribuzione e cronologia dei siti

La carta distributiva generale (tav. 89) mostra una pressoché totale aderenza alle lineegenerali dell’insediamento demico medievale (secoli X-XIII) (PANERO1985), molto piùricco di attestazioni poiché tiene conto di numerosissimi piccoli abitati rurali, anchescomparsi, che non necessariamente hanno avuto difese militari.Tale considerazionenon solo prova l’indiscutibile legame fra l’insediamento fortificato e le altre formecoeve di insediamento rurale, ma sottolinea la necessità dello studio dell’incastella-mento nel contesto generale e particiolare delle forme e delle dinamiche insediative ter-ritoriali, di cui costituisce un fattore spesso determinante, anche se non esclusivo (CAM-MAROSANO 1984). Risulta poi evidente la grande concentrazione di siti ubicati in areacollinare e la presenza di vaste aree con assenza di attestazioni in corrispondenza dellegrandi selve ancora documentate in quell’epoca nella pianura. Inoltre si distinguono

100 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

con chiarezza le localizzazioni dei siti fortificati di pianura lungo gli assi della viabili-tà antica (Vercellae-Eporedia; Ticinum-A.Taurinorum; Vercellae-Mediolanum;Vercellae-Victimulae) e lungo i percorsi minori sulle rive delle aste fluviali. Tale logi-ca di scelta del sito, in molti casi dovuta alle preesistenze (SETTIA 1984 p. 194), al di làdi teorie che tendono a connettere i castelli con le strade, confermerebbe, almeno inparte, la massiccia prosecuzione nel Medioevo di strutture territoriali e di comunitàagricole di derivazione antica (SOMMO 1990 b ), proponendo una sostanziale continuitàe un forte conservatorismo agrario nell’area studiata. La particolare concentrazione disiti in area collinare farebbe poi per contro presumere un notevole sviluppo dell’eco-nomia agricola in quelle zone fra X e XIII secolo, legata probabilmente alla viticultu-ra e all’allevamento ovino per l’industria laniera, attività già ivi documentata in epocaromana e che conobbe una notevole diffusione nel XIII secolo.Per quanto attiene alla scelta del sito occorre ribadire che le logiche che presiedono adessa sin dalle prime fasi di incastellamento appaiono legate in pianura ai percorsi stra-dali e ad abitati preesistenti, anche di origine romana, stabilendo il principio che lo spo-stamento dell’insediamento e la costruzione delle difese, signorili o collettive, nondovesse discostarsi di molto dall’epicentro della proprietà terriera e dalla viabilità chevi era connessa. In alcuni casi non si abbandonano le sedi antiche e intorno ad esse sicreano abitati e recinti scegliendo aree che presentino anche solo alcune caratteristichenaturali adatte alla fortificazione. Altrove, lontano dai più importanti assi viari ed inaree collinari o montane, è spesso scelta un’altura adatta alla difesa benchè lontana dareti stradali. Qui confluiscono gli abitanti di insediamenti sparsi per trovarvi rifugio esicurezza anche a prezzo di una eccessiva scomodità nel raggiungere i terreni coltiva-ti, ma si tratta di un’economia agricola ben diversa da quella di pianura, assai menolegata alla quotidiana sorveglianza del campo seminato.A queste elementari logiche insediative, che già erano state delineate in un breve sag-gio (SOMMO 1984

a ) dedicato a Monformoso, nel quale esse, mutuandole dallo studio

territoriale, venivano definite “logica di valle” e “logica di promontorio”, saranno deltutto estranee le fondazioni dei borghifranchi comunali che, anzi, porranno in crisi ivicini preesistenti nuclei demici fortificati per rispondere alle nuove esigenze sia di tiposocio-politico che difensivo. Essi costituiranno una vera e propria rivoluzione dell’in-sediamento agrario di tipo feudale, propugnando un ben diverso rapporto fra contadinie signori e un modello civico assai prossimo all’organizzazione romana, non solo nellecittà ma anche nelle campagne. Ciò non toglie che in molti casi la proprietà agricola edil feudo, simboleggiati dal castello, manterranno la loro valenza aggregante ma, a par-tire già dal XII secolo, al castello si affiancheranno le fortificazioni collettive dei bor-ghi e delle villae. Per reciproco interesse di difesa dei prodotti e per evitare l’esodo dimanodopera verso i borghifranchi, i domini sono costretti a concedere alle comunitàlocali il diritto di costruire fortificazioni minori collettive, che affiancheranno o addi-rittura ingloberanno i castelli preesistenti, regolando questi nuovi rapporti con apposi-ti statuti, spesso molto simili a quelli esistenti nei borghifranchi di nuova fondazione.A questo nuovo “patto sociale” sarà informata l’agricoltura locale, e tale compromes-so fra libertà individuali e diritti signorili si perpetuerà nei contratti agrari sino ad annimolto vicini ai nostri.

Fonti documentarie e fonti archeologiche per lo studio dei siti fortificati

Per quanto attiene le origini cronologicamente più antiche dei siti fortificati nelVercellese, le fonti scritte assegnano con sicurezza al secolo X la presenza di fortifica-zioni ad Auriola (993), Borgovercelli (956), Caresana (987), Curino (999), Santhià(1000), San Giorgio (856), Victimulae(999) e a Uliaco (997), ma le fonti archeologi-che attestano, ad esempio, il recinto fortificato di S. Michele di Trino (tav. 91), di cuinon si hanno documentazioni scritte anteriori al secolo XIII, attribuendone l’origine alX-XI secolo su radici di frequentazione romane, con fasi tardo-antiche e longobarde,dimostrandone la sostanziale continuità di vita per un lungo periodo (NEGRO PONZI

MANCINI 1991). Il sito di S. Michele di Trino si trova lungo l’asse stradale Ticinum-A.Taurinorum, percorso alternativo di sicura origine tardo romana, proponendo, per ana-

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 101

logia, la possibile origine antica di altri siti fortificati localizzati lungo assi stradali romanio in posizione di dominanza di valli fluviali, anch’essi privi di attestazioni scritte riferibilial X secolo o anteriori. Ad esempio i siti di Santhià (tav. 93) e di Cigliano (tav. 92), pressoi quali sono documentati importanti ritrovamenti di epoca romana (BRUZZA 1874), cosìcome San Michele, potrebbero avere avuto origini antiche e, a differenza di San Michele,abbandonato già nel XIII secolo, potrebbero invece essresi evoluti negli odierni centriabitati. Anche la corte Auriola, ora scomparsa, si colloca in un’area ricca di testimonianzedi epoca romana, fra le quali, oltre al toponimo ad Septimum e ai vecchi e recenti ritrovamentimedievali ai confini fra Desana e Tricerro, si colloca l’imponente struttura in regione LeVerne (tav. 90), interpretata come mansio (BORLA 1980) e forse con maggiore probabilitàda studiare come edificio adibito ad insediamento di un’unità di cavalleria in epoca tardoimperiale. L’ indubbia origine longobarda della torre di Bulgaro, trasformata dal Comunedi Vercelli e successivamente distrutta, attesta il suo particolare interesse militare per ladifesa vercellese sin dall’alto Medioevo e ne fa un sito fra i più antichi ed interessanti delVercellese. L’origine romana del centro demico di Caresana, la grande importanzadiVictimulae nel tardoantico e la supposta origine tardo antica del sito di Bric del Monte(ORDANO 1985), o l’antichità delle località di Clivolo, di Rado, di Naula, di San Lorenzo edi Montrigone fanno presumere che alcuni di tali siti, successivamente abbandonati otrasformati, abbiano origine da castra tardo antichi. Di tali realtà sarebbe da impostare una più

102 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

approfondita analisi archeologica, offrendo questo piccolo gruppo di siti una possibili-tà di lettura (già molto bene evidenziata nello scavo di San Michele) delle prime formedi insediamento fortificato, della loro evoluzione, delle loro funzioni. Un esiguo grup-po di località fortificate potrebbe infine avere avuto origine, come spesso altrove acca-de, da preesistenze di epoca antica o protostorica riutilizzate (Monte Orsetto,Mondone, Montrigone, Castello d’Arian) riproponendo anche sotto tale luce il proble-ma di fondo della possibile origine delle “chiuse” del lago di Viverone dagli antichi epoco noti conflitti fra i Salassi e le popolazioni della pianura, con l’intervento conclu-sivo dell’esercito romano. Quanto affermato circa le notevoli discrepanze fra le atte-stazioni archeologiche territoriali, di cui gli esemplari scavi a San Michele di Trinosono ottimo esempio, e le fonti scritte, solitamente tarde e ben poco illuminanti circala realtà materiale sottesa ad esse, non può che confermare i dubbi circa la vasta lacu-na nella documentazione storica esistente fra la tarda antichità e il secolo XI su tutto ilterritorio da noi preso in considerazione. Sostanzialmente va sottolineata la carenza diindagini archeologiche nelle località più promettenti per l’approfondimento del temache ci interessa, cioé quello dello sviluppo dei primi insediamenti fortificati da abitatiantichi e delle origini antiche di alcune località fortificate che possono avere avuto unruolo nella difesa del territorio fra l’epoca romana e il Medioevo. Oltre ai significativirisultati nello studio del recinto di San Michele e alla consapevolezza che possonoessere stati presenti nel territorio vercellese alcuni stanziamenti militari già nel tardoAntico e poi nell’alto Medioevo, abbiamo pochissimi elementi per concretizzare ilruolo da essi svolto nel favorire l’insediamento eventualmente connesso ad essi ed iltessuto insediativo di quel periodo. Ancor meno sappiamo quanto queste prime realtàfortificate possano avere influito sull’esplosione successiva del fenomeno.Solamente alcune analogie formali fra la pianta del recinto di San Michele ed alcunerealtà successive, e ancora da studiare, quali i centri sicuramente fortificati di Santhiàe Cigliano, ad esempio, possono aprire qualche spiraglio e contribuire ad alcune rifles-sioni generali. Sarebbe poi alquanto interessante poter conoscere meglio alcune realtàmateriali scomparse. Solo la ricerca archeologica infatti può ancora dare un decisivocontributo alla conoscenza delle prime fasi di incastellamento.

L’incastellamento nel Vercellese

Fra i secoli XI e XII si assiste alla proliferazione dell’incastellamento, con attestazionicerte riguardanti una novantina dei duecento siti datati e probabili per una buona partedei siti in realtà attestati dalle fonti solo nei secoli successivi. Indubbiamente le costru-zioni militari sorte in questo periodo, caratterizzato da abbondanza di fonti scritte, nonpossono essere studiate senza che siano contestualizzate le loro coordinate storiche, fis-sando l’attenzione sulle cause della loro costruzione e sulla loro funzione in relazionecon i processi poltici e socioeconomici che ne determinarono l’origine, la formazionee la morfologia. Non è altresì possibile attribuire genericamente alle incursioni Ungareun fenomeno di tale portata e diffusione spaziale e cronologica. Più correttamente sideve considerare l’incastellamento come manifestazione materiale della cultura e dellatecnica del tempo: “né una risposta meccanica rivolta contro pericoli esterni, né unasemplice cornice nella quale si attua uno sviluppo economico” (SETTIA 1984), quindiuno “strumento diffuso di appropriazione di beni, mezzo di produzione, di occupazio-ne dello spazio, di consolidamento egemonico di un gruppo sociale a fronte di antago-nismi interni ed esterni” (GUTIÉRREZ GONZÁLEZ1995). La durata stessa del fenomeno,che abbraccia almeno tre secoli, deve corrispondere ad esigenze profondamente radi-cate non solo nella realtà sociale diffusa, ma nella stessa mentalità collettiva legata adalcuni punti fermi di portata europea. Tali coordinate non solo non sono messe in dis-cussione dalle classi più deboli, che anzi sono coinvolte certo direttamente nella costru-zione e manutenzione delle strutture, ma risultano parte integrante dell’orizzonte delquotidiano, così come naturalmente accade per gli edifici di culto, anch’essi di utilitàcollettiva e simbolo di un altro tipo di egemonia. Solo con la piena maturità dell’isti-tuzione comunale, dopo la fondazione dei numerosi borghifranchi documentati nelVercellese, si assiste ad una contrazione del fenomeno dell’incastellamento con carat-

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 103

teristiche feudali (decastellamento) e alla formazione di nuove logiche e tipologie, chesono indubbiamente frutto di nuovi rapporti fra signorie e insediamenti demici, con-cretizzati con il sorgere, presso le antiche fortificazioni, di ricetti e airali la cui giuri-sdizione e difesa è appannaggio delle libere comunità locali.

Decastellamento e trasformazione

Gli abitanti dei castra feudali assoggettati alle logiche di confine comunale, quandonon siano addirittura abbandonati dai dominie dagli abitanti a loro fedeli (Castronovo)sono soggetti all’attrazione dalle favorevoli condizioni di vita nei borghifranchi.I castelli si riconvertono quindi alle esigenze difensive e offensive di un esercito orga-nizzato e cessano le loro funzioni di controllo del possesso feudale per divenire tutt’alpiù, nelle situazioni di piccole signorie locali all’interno del territorio comunale, partidi un sistema difensivo di gruppi famigliari, spesso contrapposti, arroccati sui propripossessi terrieri, che si studiano di difendere offrendo la loro sottomissione al più forte.Con i dissidi interni già si intravvedono le cause della decadenza delle istituzionicomunali, progressivamente corrotte in signorie locali. Dopo il Quattrocento l’archi-tettura fortificata, sebbene in qualche caso militarmente aggiornata per servire alle con-temporanee esigenze di confine, si adatta al ruolo di semplice dimora agricola. Piùtardi, fra XVI e XVIII secolo, dopo numerosi abbandoni e demolizioni o dopo il pas-saggio del castello a funzioni di semplice azienda, si giungerà alla formazione, peraccorpamento di più feudi, di molti degli attuali territori municipali. In quest’ultimoperiodo (XIV-XVII secolo) vengono documentate fattorie fortificate di nuova costru-zione, a sottolineare le nuove esigenze di protezione di raccolti e di famiglie di colti-vatori, ma si tratta ormai di aziende fortificate che poco hanno a che vedere con l’in-castellamento medievale e che costituiscono semmai il naturale sviluppo dei ricettiagricoli del XIII secolo. Dal XVIII secolo il castello della pianura vercellese non èinfatti ormai che un semplice cascinale a corte chiusa, o nel migliore dei casi la resi-denza del proprietario terriero o dell’affittuario nel tessuto urbano del centro agricolo.Una considerazione a parte, per sottolinearne l’interesse, merita la fortificazione dimonasteri e di chiese campestri, sebbene molto male documentata, fra XI e XIII seco-lo. L’esempio di maggiore evidenza è costituito dal monastero di San Nazzaro Sesia,ma vi sono tracce documentarie e archeologiche che rendono probabile la fortificazio-ne degli importanti monasteri di Lucedio, di Muleggio e di Castelletto, nonché dellostesso palcium Episcopivercellese, situato per un certo periodo fuori delle mura urba-ne, presso un’area libera di mercato garantita probabilmente dalla presenza armata delvescovo. Qualche traccia di recinzione conserverebbero, inoltre, le chiese di S. Andreadi Monformoso e di San Giorgio di Rado, quantunque il fenomeno possa rivelarsi, adun più attento esame, assai più diffuso e complesso, potendovi far rientrare situazionidi fatto come quella riguardante la chiesa di S. Maria di Caresana, palesemente sortasu di una motta artificiale situata presso il castello e quindi definita in castro, o comeil recinto della chiesa di San Grato a Zimone (tav. 94). Abbiamo in questi casi edificidi culto che, per essere costruiti in muratura, rappresentavano un sicuro rifugio per ibeni e per gli abitanti che non potevano contare sulla protezione di castelli o di ricetti.Quindi fortificazioni di fatto, come nel caso di monasteri e grange, realtà economichee feudali paragonabili alle laiche e pertanto fortificate. Il decastellamento di questestrutture fu certamente assai precoce e dovette coincidere con il periodo di relativasicurezza e di accordo subentrato già al sorgere della prima struttura territoriale comu-nale.

Tipi e caratteristiche dell’architettura militare del Vercellese

L’ampia documentazione storica raccolta sull’Italia Settentrionale (SETTIA 1984) ci per-mette di gettare uno sguardo all’estrema complessità e alla vasta casistica delle formee degli apparati fortificatori attestati nelle varie epoche dalle fonti scritte e alla varia-bilità degli stessi significati attribuiti dal lessico in uso nei testi notarili o di cancelle-ria, in tempi e situazioni diverse, ai vari elementi costruttivi. Tenuto poi conto del fatto

104 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

che ciò che oggi sopravvive delle singole realtà fortificate, salvo alcuni rari casi, non èaltro che il frutto dei rimaneggiamenti e degli aggiornamenti subiti, lo studio dellecaratteristiche morfologiche e costruttive degli apprestamenti difensivi medievaliappare, se non impossibile, assai problematico in assenza di specifiche indagini archeo-logiche. Fortunatamente i siti abbandonati offrono qualche possibilità di indagine e sutali basi è forse possibile impostare una preliminare sistematizzazione delle realtà pre-senti sul territorio oggetto della nostra indagine. Le note che seguono andranno per-tanto considerate come un primo tentativo di schema evolutivo, soprattutto riferitoall’evoluzione della morfologia generale degli impianti e non già, purtroppo, comesarebbe stato desiderabile, delle caratteristiche costruttive particolari dei singoli ele-menti. Alcuni pregevoli lavori di sintesi territoriale riferiti a varie aree geografichehanno avuto infatti il grave difetto di non occuparsi punto delle morfologie generali edei siti abbandonati e di concentrarsi esclusivamente su alcune realtà concrete delcostruito, di cui peraltro non erano state preventivamente studiate le fasi costruttive(CAMMAROSANO 1984), rischiando di confondere spesso i termini reali della questionecon tipologie elaborate rivelatesi spesso inadeguate. Molto più interessante risulta lostudio di quei siti, non molti invero, che per essere stati precocemente abbandonati, nonhanno avuto importanti rifacimenti e semmai solo ben distinguibili aggiunte e aggior-namenti. Con tutte le incertezze del caso, del resto facilmente comprensibili data laestrema varietà delle situazioni locali, si è proceduto soprattutto sulla base dei docu-menti scritti e delle realtà abbandonate, ipotizzando, per analogie soprattutto di carat-tere morfologico generale e di impianto, alcune proposte tipologiche generali, provvi-sorie e ampiamente discutibili, riferite al territorio esaminato.

Castelli d’altura (dal castrum turrisal castrum e villa)

Costituiscono la tipologia più diffusa nel territorio collinare, nelle varie forme di asso-ciazione con l’abitato della villa, spesso recintato, o più tardi con le difese del ricetto(VIGLINO DAVICO 1984). La tipologia dei castradi altura sembra essere ben rappresen-tata dagli esempi di Cavaglià, attestato dal 1034 (tav. 95), e dalla doppia fortificazionedi Le Castelle (tav. 96), datata anch’essa all’ XI secolo dalle analisi alla termolumine-scenza e invece attestata dai documenti solo nel 1233. Il primo è costituito da un sem-plice recinto racchiudente la parte alta del colle, ad uno dei vertici del quale si colloca,su di un rialzo artificiale, la torre; il secondo è formato da una semplice torre a pianta

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 105

94. La chiesa diSan Grato aZimone. Vedutaaerea.

quadrata con accesso sopraelevato, contornata da un recinto che segue l’andamento delrilievo. In tali prime attestazioni il rapporto con l’abitato non è stringente, ma si rea-lizza successivamente e non in tutti i casi. Ad esempio, il castello di Vanzone, nei docu-menti coevi denominato castrum turris,viene affiancato solo successivamente dallavilla e il castello dei Barbavara a Roccapietra (tav. 97), anche per la sua posizione inac-cessibile, non sarà mai affiancato da un abitato di una certa entità. Nel XII secolo latipologia del castrumdi altura si riconosce con notevole ripetitività nell’impiantocastrume villa, caratterizzato invece da uno stretto rapporto di contiguità anche eco-nomica fra la residenza signorile e l’abitato, che possiamo vedere assai bene nel sito diCastronovo (1140), abbandonato verso la fine del Duecento (tav. 109). La conforma-zione naturale dei luoghi viene utilizzata per la fortificazione, che si articola in un sitodi sommità, sul quale sorge il castello con dongione e cappella castrense, separato dal-l’altura circostante, occupata dall’abitato, da un fossato. Questa tipologia e questasoluzione sono diffusissime, non solo nell’area studiata, caratterizzandosi per massic-ci lavori di sterro e di riporto, in grado di adattare la morfologia naturale del sito alleesigenze difensive, e utilizzando fors’anche recinti e terrapieni preesistenti. In partico-lare a Castronovo le pendici della collina sono state terrazzate per l’agricoltura, rispar-miando solo le ripide pendici del sito di sommità, attorno al quale si è scavato un largofossato, ancora in parte visibile. A questo tipo di impianto si adattano la maggior partedelle fortificazioni attestate nel periodo considerato che sono in grado di sfruttare undislivello naturale del terreno. È emblematico a questo proposito il sito di Monformoso(tav. 107), che si avvale di una leggera prominenza naturale e di un corso d’acqua, doveè ancora ben leggibile la tagliata che separa il castello, in sommità, dalla villa (SOMMO

1984).Ma la tipologia di base e l’evoluzione morfologica dei castelli d’altura, cui spesso siaffianca successivamente l’abitato, si può seguire con chiarezza solo nei casi di abban-doni precoci. In alcuni casi sappiamo che castello ed abitato attiguo sorgono contem-poraneamente, come a Castronovo (tav. 104), ma si attengono comunque ai modelli giàin uso altrove (Roppolo, tav. 102). Laddove per motivi geomorfologici il castello rima-ne isolato dall’abitato è possibile analizzare la struttura dell’impianto priva delle tra-sformazioni e delle aggiunte successive, provocate dalla contiguità (Roccapietra, tav.97, Agnona tav. 98, Montrigone, tav. 102, Massazza, tav. 100).

106 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

95. Schema d’im-pianto del castellodi Cavaglià.

96. Schema d’im-pianto della forti-ficazione geminadi Le Castelle aGattinara.

97. Schema d’im-pianto del castellodei Barbavara aRoccapietra.

98. Schema d’im-pianto del castellodi Agnona.

Anche a Mottalciata (tav. 101) il borgo si affiancherà solo più tardi. Abbiamo poi, frale fortificazioni di più antica origine, l’impianto assai regolare di Bric del Monte (tav.99), che sospettiamo derivi da una preesistenza tardo antica (ORDANO 1985), esso con-trasta infatti radicalmente con gli impianti di Poggio Castellazzo (tav. 106) e di Netro(tav. 108), molto più semplici ed evidentemente basati su terrapieni e strutture lignee. Alquanti altri esempi di impianti d’altura, di datazione anche piuttosto alta, come i casidi San Giorgio Monferrato e di Torcello, dove ai piedi dell’altura fortificata sono evi-denti le tracce di semplici capanne circolari rilevati dall’aerofotografia che rimandanoall’antica corte, costituiscono un’insieme di difficile lettura per la carenza di documenti

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 107

99. Schema delcastello di Bric delmonte.

100. Lo schemad’impianto delcastello diMassazza.

102. Schemad’impianto delcastello diMontrigone.

101. Schema delcastello diMottalciata.

103. Schemad’impianto delcastello diMoncrivello.

104. Schemad’impianto delcastello diRoppolo.

o per le intense trasformazioni subite. Entrambi gli esempi citati possono avere avutoorigine comune, ma il centro di San Giorgio si è poi trovato al centro di un abitato dinotevole importanza, cosa che non è accaduta a Torcello, dove abitato e castello sonostati abbandonati. Dai dati disponibili possiamo trarre alcune conclusioni di massimasulle fortificazioni d’altura, fatta salva l’eccezione costituita da Bric del Monte cheapparterrebbe alla categoria molto particolare delle fortificazioni tardo antiche riutiliz-

108 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

106. Schemad’impianto delcastello di PoggioCastellazzo.

109. Lo schemad’impianto delcastello diCastronovo (sche-da a p. 28).

107. Schema delcastello e borgo diMonformoso. 108. Il castello di

Netro

105. Schemad’impianto delcastellp e borgo diRobbiallo.

110.Schema d’im-pianto del castelloe villa di Rrado.

zate. Questi impianti sono, nelle fasi cronologiche più alte, assimilabili al modellocastrum turris, e non necessariamente costruiti in pietra, essi sfruttano ed adattanoposizioni naturalmente difendibili. Solo più tardi le fortificazioni sono affiancate ovepossibile da abitati o ricetti e, in caso di nuove costruzioni, in questa seconda fasecastrume villa sorgono contemporaneamente, come è ben documentabile a Castronovoe come forse è accaduto a Robiallo (tav. 105). La forma del recinto segue la forma del-l’altura e l’elemento centrale della fortificazione è costituito da una semplice torre,affiancata da un corpo di guardia. Spesso nel recinto si trova la cappella o la chiesa, main molti altri casi la chiesa resta presso gli abitati ed è munita di un proprio semplicerecinto.

Castelli di pianura (dal recinto al castrume villa)

L’esempio più antico dei castra di pianura nel territorio considerato è senza dubbiocostituito dal recinto fortificato di San Michele di Trino (tav. 91), di forma ovoidale,di origine tardo antica con aggiunte e ricostruzioni fra XII e XIII secolo (torre d’in-gresso, corpo di guardia), racchiudente la chiesa plebana e un piccolo abitato. Essosfrutta un leggero innalzamento del suolo, contornato probabilmente in antico da areepaludose (NEGRO PONZI MANCINI 1991). Databile al X-XI secolo è il castrumdi Rado(tavv. 110-111), di forma vagamente rettangolare, con torre-porta d’ingresso e dongio-ne su di un rialzo artificiale recintato (PERIN 1990). La chiesa di S. Sebastiano, proba-bilmente preesistente, forma uno degli spigoli del perimetro, costruito in ciottolonilegati da malta. Anche questo sito sfrutta un leggero dislivello naturale e un corso d’ac-qua, difese accentuate da opere di sterro per un fossato. All’esterno era probabilmenteil recinto della villa, di cui si conserva un tratto di alcune decine di metri, costituito daciottoloni a secco e, probabilmente, da strutture lignee in alzato non più visibili. I docu-menti coevi al castrum tuttavia non fanno menzione alcuna di tale struttura che potreb-be essere stata costruita, e non terminata, nelle ultime fasi di vita dell’insediamento. Inarea di pianura la mancanza di forti predisposizioni morfologiche del terreno conducealla maggiore regolarità dei perimetri, che comunque sfruttano sempre, quando possi-bile, elementi preesistenti in grado di facilitare la difesa. Il rapporto fra castrume villane risulta meno stretto e più articolato. Il recinto difeso può avere dimensioni minime,

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 109

111. Il recinto diRado. Rilievo del-l’esistente.

come nel caso di Balocco, dove al centro di un piccolo recinto sorge il dongione (tav.117) o comprendere un’area ragguardevole come a Collobiano (tav. 120) e a Quinto(tav. 119). Il rapporto con l’abitato è comunque di stretta prossimità, quando non siaanch’esso fortificato o compreso nel perimetro del castrum. Come si è già potuto con-statare l’archetipo di S. Michele di Trino potrebbe avere confronto con altre situazionianaloghe sul territorio, dove molti nuclei storici possono avere avuto origini del tuttosimili con sviluppi diversi di un antico recinto. Queste strutture di forma vagamentecircolare, comprendenti solitamente la parrocchiale, sono un modello estremamentediffuso in situazioni di pianura ed in connessione con percorsi stradali, dove i recintiincludono precocemente nuclei abitati di origine antica. Altrove, in situazioni diverse,legate probabilmente alla presenza di abitati sparsi, tali forme abitative vengono abban-donate per passare, fra tardo Antico e alto Medioevo alla concentrazione della popola-zione agricola presso nuovi insediamenti difesi. Tale dinamica sembra provata nel casodi Greggio, dove l’abitato sparso antico, situato lungo l’asse stradale diretto allaValsesia, viene utilizzato senza interruzioni percepibili dalla fine del II, inizi I sec. a.C.al IV-V sec. d.C. (SOMMO 1989, SOMMO 1994) per passare poi alla forma raccolta e for-tificata documentata nel 1125, ma certo anteriore al secolo X. In modo del tutto analo-go si sviluppa il complesso castrume villa di Rado, dove l’abitato sparso interessa lostesso asse stradale più a nord, in stretto legame con le chiese di San Giorgio e di S.Maria presso le quali sono emerse tracce di frequentazione antica (un frustolo di iscri-zione marmorea a San Giorgio, resti di vasellame tardo romano presso la chiesa di S.Maria). Il castrumdi Rado, per il suo precoce e parziale abbandono, determinato dallacostituzione del borgofranco di Gattinara nel 1242, ci mostra un impianto quasi pernulla aggiornato dalla sua costruzione, forse addirittura anteriore al secolo X (tav. 111).Ritengo che questa dinamica, rilevabile assai bene a Greggio e a Rado, ma forse anchead Albano, Arborio e Lenta, sia piuttosto diffusa e coinvolga molte località di cui è pro-vata l’origine romana. Interessante a questo proposito anche il sito di Clivolo, dove aduna probabile villa di epoca romana con abitato sparso si affianca la chiesa nei cui pres-

110 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

113. Schema d’im-pianto del castellodi Sizzano.

114. Schema delcastello diAsigliano.

115. Schema d’im-pianto del castellodi Alice.

112. Ricostruzionedello schemad’impianto delcastello diPalestro.

si sorge poi il recinto fortificato, successivamente abbandonato per il borgofranco. Inquesto caso anche se è chiaro il ruolo dell’insediamento di epoca romana nella persi-stenza dell’occupazione del sito, non è documentata la continuità delle fasi cronologi-che ed il rapporto fra la pieve, il ritrovamento di tombe longobarde non lontano e ilrecinto fortificato (SOMMO 1987). Lo schema del recinto di Rado, il meglio documen-tato nella sua fase più antica, rappresenta dunque, con San Michele di Trino, l’archeti-po del castello-recinto di pianura del secolo X. Ad esso possiamo affiancare il castrumdi Palestro (ante1137) (tav. 112) nella sua probabile ricostruzione e al modello costi-tuito da San Michele icastradi Asigliano (ante 964) (tav. 114), di Sizzano (ante1140)(tav. 113) e di Alice (ante 1167) (tav. 115), che si distinguono per avere quale elemen-to centrale la chiesa. A questa tipologia vanno inoltre ascritti gli esempi riscontrati aCigliano e Santhià, già prima ricordati. Ma in situazioni decentrate ed in prsenza diinsediamenti meno popolosi il recinto assume forme semplici, costruzione lignea edimensioni molto contenute come avviene a Rive (tav. 118) (ante 1268), aCasalbeltrame (ante 1067) (tav. 116) e a Balocco (ante 1186) (tav. 117), dove soprav-vive però e si aggiorna solo la porzione signorile del recinto che un tempo doveva com-prendere anche la chiesa. Gli esempi di tale tipologia sono certamente moltissimi, main un solo caso è possibile valutarne la realtà materiale nel periodo prossimo allacostruzione. Per questo il recinto di Rado costituisce un monumento di grande interes-se, presentando le caratteristiche del recinto del X-XI secolo non aggiornate dopo l’ab-bandono parziale del 1242. Al castrumdi Rado facciamo quindi riferimento per il

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 111

117. Schema delcastello diBalocco.

118. Schema delcastello di Rive.

119. Schema delcastello diQuinto..

120. Schema delcastello diCollobiano.

116. Schema delcastello diCasalbeltrame.

modello di castello-recinto costruito nel nostro territorio nel secolo X, riconoscendovila derivazione di moltissimi altri esempi di pianura, costantemente aggiornati, amplia-ti e sostanzialmente ormai mutati rispetto alla loro forma iniziale. Allo stesso modo ilrecinto di San Michele di Trino assume il valore di modello per le prime forme di abi-tati fortificati la cui origine crediamo possa essere fatta risalire all’alto Medioevo oaddirittura al tardo Antico, ed abbiamo visto come in essi sia la chiesa l’elemento cen-trale e la persistenza dell’abitato antico la caratteristica originaria. Tutti sono comun-que definiti genericamente con il termine castrumnei documenti che ne fanno men-zione fra XI e XIV secolo ed affiancati dalle rispettive villae, anch’esse più o menoprotette.

Recinti di ville e borghifranchi.

Sono attestati dalle fonti scritte, a partire dal X secolo e successivamente, fossati erecinti lignei (tonimen:attestato a Caresana nel 987) con siepi di rovi, a difesa di abi-tati posti sotto la giurisdizione comunale vercellese o della chiesa vercellese.Quantunque essi si riferiscano a difese comunitarie, la cui manutenzione è general-mente affidata agli abitanti, e non a vere e proprie fortificazioni, tali attestazioni sonopreziose per darci un’idea del tipo di difese di terra, legno e siepi, che dovevano esse-re assai diffuse nelle campagne non solo in situazioni di giurisdizione comunale oecclesiastica, ma anche nei piccoli castelli, come dimostra il betefredumattestato aRoncarolo e a Castelletto Cervo. Oltre ai numerosi borghifranchi, costituiti dal comu-ne vercellese seguendo precise regole urbanistiche e dotati di apparati difensivi sostan-zialmente ancora da studiare, soprattutto nelle situzioni di abbandono documentate aBorgo Dora (tav.122), Castellario e Peronasca, dove sarebbe favorita l’indaginearcheologica, abbiamo esempi di abitati fortificati sorti comunque in epoca comunalema legati ad altre entità territoriali, come nel caso dei Marchesi del Monferrato checostituiscono il borgo di Fontanetto (tav. 123) in opposizione al Comune di Vercelli enel caso di Caresana (tav. 121), dove è la Chiesa vercellese a temere l’espansionecomunale. Come è possibile notare lo schema del borgofranco, sia esso di pertinenzacomunale, ecclesiastica o signorile, segue uno schema fisso che, in modo più o menoelastico, ricorda, almeno dal punto di vista urbanistico, l’impianto della colonia roma-na. Un modello che riemerge dopo un millennio e che sottolinea quali siano le coordi-nate culturali di riferimento della nuova organizzazione sociale e territoriale, non solo

112 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

121. Schema delcastello diCaresana.

122. Schemadelle difese delborgofranco diBorgo Dora.

delle nuove entità municipali. Sull’argomento dei borghifranchi comunali vercellesisono tutt’ora insuperati gli studi territoriali del Panero (PANERO 1978; PANERO 1979,PANERO1981) ai quali si rimanda per questa particolare categoria di fortificazioni.

Bastie e torri di vigilanza

La torre della Bastia in comune di Chiaverano (tav. 124) ci offre l’opportunità di osser-vare l’impianto di tali apprestamenti militari in epoca comunale, studiato anche recen-temente per quanto riguarda gli accampamenti temporanei della crociata dolciniana(PANTÒ 1995). Non abbiamo documentazione antica per la zona di pianura, dove lepoche attestazioni sono ampiamente trasformate (Bastia di Balocco). Più abbondante èla documentazione materiale in area collinare (torre di Castelletto Cervo, torre diVillanova Biellese, torre di Mongivetto, torre di San Lorenzo), dove troviamo solita-mente la fortificazione in muratura, in alcuni casi affiancata da un piccolo corpo diguardia, circondata da recinto o vallo. La torre è collocata su di un promontorio isola-to da un fossato, che sfrutta in parte la conformazione naturale del terreno. A questasemplice tipologia vanno assegnati spesso stretti rapporti di contiguità con altre forti-ficazioni o con abitati di cui le torri costituiscono generalmente la prima protezione. Laloro collocazione in rapporto di dominanza con vie di facilitazione è verificata presso-ché costantemente.

Le motte

Il termine motta, analizzato nelle rare attestazioni verificabili sul terreno in ItaliaSettentrionale, ha un significato non univoco e solo raramente associato o associabilea terrapieni o a sopraelevazioni artificiali (SETTIA 1980). In forme povere di incastella-mento l’elemento di terra è tuttavia in alcuni casi fondamentale per la lettura morfolo-gica e cronologica della fortificazione e non appare legittimo considerarlo di impor-tanza minore rispetto agli elementi in muratura, soprattutto se si affronta l’argomentoda un punto di vista archeologico. Il termine non indica comunque in modo univoco unrialzo del terreno, ma si adatta a strutture anche molto diverse, forse caratterizzateesclusivamente da estrema semplicità. La struttura in terrapieno del Castellazzo diNetro è, ad esempio, tutto quanto resta della fortificazione (tav. 108), tuttavia non sem-bra corretto, in assenza di documenti che ne facciano esplicita menzione, assegnare ilmanufatto, probabilmente costituito in origine solo da elementi di terra e di legno, aduna precisa tipologia delle motte. Nei documenti locali il termine appare con notevolefrequenza fra XIII e XIV secolo (presso Torrione nel 1309; presso Puliaco nel 1361; a

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 113

123. Schema delborgo diFontanetto Po.

124. Schemadella torre dellaBastia.

114 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

Formigliana nel 1360 circa. Motte sono inoltre presenti a Langosco, Castellengo,Trino. Nella toponomastica il termine motta compare, per quanto è emerso dalla nostraricerca, a Mottalciata (1299), presso l’antico luogo di Montebelluardo; a Mottade’Conti (1248); in regione Motta a Palazzolo; a Motta Novella, presso VillanovaMonferrato; a La Motta, presso S. Giorgio Monferrato e in località Il Motto, pressoGhemme. In nessun caso, salvo che nell’ipotetica identificazione della struttura a ter-rapieno di Torrione, si è in grado di collegare strutture ben definite al termine che com-pare nei toponimi o nei documenti medievali.L’incertezza sul valore del termine nella nostra area non esclude che nel lessico nota-rile coevo esso indicasse qualche tipo di struttura non assimilabile al generico castrumma, piuttosto, riferibile a una presenza signorile accessoria, provvisoria e marginale,poiché spesso troviamo menzione di motte all’interno di giurisdizioni feudali com-plesse e conflittuali, nel cui ambito la fortificazione assume il compito di concretizza-re e affermare l’esistenza di diritti. Nella maggior parte dei casi esaminati o la fortifi-cazione non è più visibile o si è aggiornata ed è servita di base a nuove costruzioni.Non è pertanto possibile associare al termine una precisa realtà concreta.

Ricetti (castrume receptum)

Un’ attestazione di ricetto affiancato da casa masserizia (1275) presso la Cascina FraMarco, non lungi da Vercelli, ci mostra il tipo di fortificazione che nella seconda metàdel Duecento è connesso al termine in contesto agricolo (MANDELLI 1857). Ma con lostesso termine di ricetto si intende, in contesti cronologici e urbanistici diversi, una for-tificazione comunitaria molto più complessa (come ad es. a Candelo) e spesso connes-sa al castrume alla villa (VIGLINO DAVICO 1979; SETTIA 1984). La presenza di una for-tificazione comunitaria, connessa o meno al castrum, e definita receptumnei docu-menti, diviene una costante fra XIII e XIV secolo nell’ambito territoriale studiato(Camino, San Giorgio, Ponderano, Buronzo, Casalvolone, Montebelluardo, Valdengoecc.). A Villareggia, ad esempio, è possibile vedere la struttura di un ricetto sorto moltotardi, verso la metà del XIV secolo, in assenza di fortificazioni signorili. Il problemadei ricetti e della loro formazione è stato studiato in area regionale (, 1979) con ottica

125. Schemad’impianto delricetto di Candelo.

urbanistica e rappresenta un interessante tema di evoluzione dell’incastellamentomedievale, che a buon diritto meriterebbe una appropriato sviluppo delle conoscenzearcheologiche, così come l’analisi delle formazioni insediative chiuse in area collina-re. Nella nostra ricerca, credo prudentemente, abbiamo parlato di ricetti o di castelli-ricetti solo laddove il termine compare nei documenti. Infatti non esiste uno schemafisso che distingue il ricetto, una distinzione è rintracciabile esclusivamente nelloscopo della fortificazione stessa e nel suo carattere comunitario e di uso occasionale. ACandelo, il ricetto più noto e conservato, le case non sono altro che magazzini e rifugitemporanei per gli agricoltori che abitano la villa. I signori di Candelo, i Vialardi, risie-dono ad Ysengarda nel castello e concedono la costruzione del ricetto (iniziata nellaseconda metà del XIII secolo), mediante vendita dei terreni alla comunità, per assicu-rare protezione ai sudditi ed ai loro raccolti e forse più che altro spinti da pressioni poli-

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 115

126. Schemad’impianto delcastello-ricetto diRecetto.

127. Schemad’impianto delcastello-ricetto diCasalvolone.

128. Schemad’impianto delcastello-ricetto diViverone.

129. Schemad’impianto delcastello-ricetto diDorzano.

130. Schemad’impianto delcastello-ricetto diRocchetta diSandigliano.

116 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

tiche del Comune di Vercelli. Solo molto più tardi il nuovo signore di Candelo,Sebastiano Ferrero, fece costruire il proprio palazzo nel ricetto ed ottenne una chiavecome ogni altro abitante. Sulla base di queste considerazioni e tenendo conto del fattoche spesso l’uso della struttura muta nel tempo, il termine ricetto, per quanto utilizza-to nella terminologia notarile per indicare la struttura così chiamata tradizionalmente,può assumere significati diversi in particolari contesti cronologici ed in situazionidiverse. Altrove, pur non essendo menzionato il termine ricetto, le strutture interneindicano comunque un uso analogo della fortificazione. Vediamo ad esmpio come in alcuni casi il ricetto non abbia al suo interno alcuna strut-tura signorile riconoscibile. A Recetto (tav. 126) ci trovaimo di fronte, nonostante iltoponimo, ad un castello, ma con una struttura interna molto complessa e così pure aCasalvolone (tav. 127), dove la struttura urbanistica interna parcellata tipica del ricet-to è documentata molto più tardi, anche se oggi del tutto scomparsa. A Viverone (1145)abbiamo l’uso del termine castrume il termine ricetto compare molto tardi (tav.128).Alla Rocchetta di Sandigliano, dove al castello il ricetto si affianca solo nel XIII seco-lo (tav. 130), sono presenti fortificazioni signorili importanti. A Dorzano (tav.129)invece è solo ritenuta probabile la presenza di una struttura signorile all’interno delrecinto. Appare con evidenza come la complessità delle realtà concrete e il loro muta-mento nel tempo condizioni l’interpretazione che oggi possiamo dare ad un fenomeno,quello dei ricetti, che in realtà si adatta alle singole situazioni ed esprime, a partire dallametà del XIII secolo almeno, una necessità nuova di protezione che a ben osservarenasconde soprattutto un mutato rapporto fra feudatari e abitanti. È particolarmente dif-ficile dunque inserire in precise caselle tipologiche il ricetto che può essere definitoessenzialmente una soluzione locale al problema della sicurezza, stabilita da precisi maparticolari accordi fra le parti, e come nuovo equilibrio fra le entità tradizionali delcastrume della villa.

Le fattorie fortificate e le grange

Sono poche le attestazioni materiali di questo tipo e piuttosto tarde (dal XIV al XVIIsecolo), tanto da non rientrare perfettamente nell’ambito cronologico della ricerca.Sembra tuttavia possibile che con esse, costituite da semplici recinti con torri agliangoli e muniti di torre-porta, si perpetuino le funzioni difensive del receptumagrico-lo e si introducano gli elementi planimetrici tipici delle cascine a corte chiusa, cheavranno notevole diffusione nella pianura fra XVII e XVIII secolo. I migliori esempivisibili (Pobietto, Darola, Crocetta, Catanea) occupano uno spazio cronologico ampio:dalle grange monastiche alle cascine costruite con intenti difensivi ancora nel XV-XVIsecolo. Questa particolare tipologia meriterebbe uno studio riservato all’evoluzionedegli edifici agrari, della quale certo non mancano documentazioni d’archivio.

Monasteri e chiese fortificati o recintati

Le attestazioni materiali e documentarie riferibili ad elementi difensivi di edifici reli-giosi sono molto scarse, tuttavia la loro presenza è rilevabile e meriterebbe uno studiopiù approfondito. I monasteri del territorio considerato, per la loro spiccata vocazioneagricola, devono avere avuto difese per lo meno simili a quelle in uso per gli abitati. Inalcuni casi solo microtoponimi agricoli restano a documentarne l’esistenza, in altri,come a Lenta, Muleggio e San Nazzaro (tav. 131), le difese si sono evolute col tempoin direzioni diverse. Alcune chiese campestri, inoltre, hanno certamente svolto, per laloro solida struttura in muratura, compiti di difesa di uomini e prodotti con sempliciapprestamenti di recinzione e con l’uso bellico di strutture come torri campanarie e tetti(SETTIA 1984), documentato almeno in un caso a San Nazzaro. La chiesetta diSant’Andrea di Monformoso, non lontana dal castrume villa, è circondata da un pro-fondo fossato, la chiesa di San Giorgio di Rado, anch’essa situata non lungi dalcastrum e villa omonimi, potrebbe essere stata circondata da fossato e palizzata di cuirestano labili tracce. La chiesetta di San Grato di Zimone, situata in area di sommitàrispetto all’abitato, si trova all’interno di un forte recinto a terrapieno di forma quadri-

Tipologie ed evoluzione delle località fortificate 117

latera, del quale non conosciamo l’origine nè possediamo documenti, ma che l’aerofo-tografia mostra con chiarezza (tav. 94). La chiesa di S. Maria di Caresana, come altro-ve ricordato, sorge su di un terrapieno artificiale e non è chiaro se fosse essa stessa for-tificata o inserita in una fortificazione. Anche il palazzo del vescovo di Vercelli, pres-so l’antico duomo, un tempo all’esterno delle mura cittadine, potrebbe avere avuto ele-menti fortificati che possono essere evocati dall’imponenza del campanile. Le abbazievercellesi di S. Andrea (tav. 132) e di Santo Stefano della Cittadella e l’antico mona-stero cluniacense di Castelletto, così come quello vercellese di Muleggio, erano strut-ture religiose chiuse da mura, come del resto avviene in tutta Europa. Solo a SanNazzaro il perimetro è così ben conservato, per essere stato aggiornato e potenziato neltempo, tanto da permettere una lettura completa del monastero fortificato.

Conclusioni

Questa prima analisi dei dati raccolti sul vasto territorio considerato ha messo in risal-to la sostanziale inadeguatezza delle conoscenze archeologiche circa i manufatti mili-tari e residenziali, se paragonata, ad esempio, ai dati raccolti per gli edifici di culto.Tale sproporzione non può che pesare negativamente sulla migliore conoscenza dellerealtà materiali e della loro evoluzione nel tempo, cui si è qui tentato di ovviare pro-ponendo una prima semplice suddivisione tipologica, basata essenzialmente sui datiforniti dai siti abbandonati. La necessità di affrontare il problema delle località fortifi-cate con approccio di tipo archeologico, cioè considerandole soprattutto come siti plu-ristratificati, sia dal punto di vista dei giacimenti che del costruito, sembra imprescin-dibile, così come la necessità di affrontare la tematica specifica con l’apporto indi-spensabile di altre discipline. La quantità notevolissima di attestazioni materiali, docu-mentarie e toponomastiche nel territorio costituisce il dato sostanzialmente più rile-vante e inaspettato della ricerca. La presenza di numerose località abbandonate, oltre aproporre con forza esigenze di tutela, che tuttavia sembrano all’effetto pratico assaiproblematiche, sollecita nuove ricerche per meglio definire i contorni di alcune realtàattraverso ricognizioni più approfondite sul terreno e verifiche dei siti di maggiore inte-resse archeologico. La disponibilità di questo primo vasto repertorio di dati sottolinea,inoltre, l’opportunità di proseguire lo studio dei siti fortificati medievali in stretta cor-relazione con l’insieme delle conoscenze storiche ed archeologiche territoriali, con-centrando eventuali approfondimenti su piccole aree dove sia possibile una maggiore

131. Schemad’impianto delmonastero di SanNazzaro.

132. Tarsia delcoro ligneo di S.Andrea (1511) raf-figurante le mura.

118 Luoghi fortificati fra Dora Baltea, Sesia e Po

integrazione fra fonti diverse per una ricostruzione globale delle dinamiche insediati-ve. La prosecuzione di sistematiche attività di ricognizione aerea sembra inoltre costi-tuire un potente mezzo di conoscenza, tale da permettere, con l’assidua frequentazionedel territorio, la rilevazione di tracce altrimenti ignorate e destinate a scomparire neiprossimi anni. Ma l’attenzione degli enti locali che hanno competenza territoriale intema di pianificazione viene concentrata, nel migliore dei casi, sul patrimonio edilizio(spesso oggetto di manomissioni del tutto prive di sensibilità archeologica e architet-tonica) e paesistico, per lo sfruttamento turistico ed economico, perdendo di vista laprospettiva, certo lungimirante ma molto scomoda, della conoscenza del territoriocome attività preventiva e fondamentale per ogni futuro intervento di sviluppo e di pia-nificazione.

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Edizione elettronica per Archeovercelli.it© Edizioni del Cardo - Edizioni del Gruppo Archeologico Vercellese

Vercelli 2002

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