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L’unificazione italiana 1815-1870

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L’unificazione italiana1815-1870

le prospettive

• La forma:• Repubblica o monarchia• Confederazione o stato

unitario• Confederazione neoguelfa

o filosabauda

• I mezzi: • insurrezionale (Mazzini)• militare (Vittorio

Emanuele, Garibaldi)• politico-diplomatica

(Cavour)

Gli interessi

• Gran Bretagna e Massoneria: Creazione di uno stato satellite, con:• Posizione strategica rispetto

al canale di Suez• la Sicilia come base per i

traffici nel mediterraneo• Giacimenti di zolfo• Area di mercato unificata• Soluzione al problema del

debito pubblico piemontese• Distruzione potere temporale

del Papa

Gli interessi

Francesi:

Utilizzare il Piemonte in funzioneantiaustriaca, ma non anti papale →creazione di uno stato dell’Alta Italia,togliendo il Lombardo-Veneto all’Austria

Piemontesi:

Risolvere il problema del debitopubblico, e mettersi al servizio diinteressi internazionali (Massoneria,Gran Bretagna, Francia): Cavour sapràsfruttare abilmente questa situazione.

L’Italia unita: protettorato inglese

• Nella lettera inviata alla Regina Vittoria, il 10 gennaio 1861,Palmerston sosteneva che, considerando “la generale bilancia deipoteri in Europa”, uno Stato italiano esteso da Torino a Palermo, postosotto l’influenza della Gran Bretagna ed esposto al ricatto della suasuperiorità navale, risultava “il miglior adattamento possibile” perché“l’Italia non parteggerà mai con la Francia contro di noi, e più fortediventerà questa nazione più sarà in grado di resistere alle imposizionidi qualsiasi Potenza che si dimostrerà ostile al Vostro Regno”. Paroleprofetiche che, se si esclude l’intervallo della politica estera fascista, laStoria, fino ai nostri giorni, non ha mai completamente smentito.

Interessi commerciali britannici

• Nel 1842, come illustrava un denso articolo, pubblicatosull’autorevolissimo “Journal of the Statistical Society of London”, unaquota rilevante della bilancia commerciale britannica erarappresentata dall’importazione di materie prime provenienti dallaSicilia. L’ingente traffico era costituito da vino, olio d’oliva, agrumi,mandorle, nocciole, sommacco (una spezia), e soprattutto dallo zolfo(utilizzato per la preparazione della soda artificiale, dell’acido solforicoe della polvere da sparo), che copriva il 90% della richiesta mondiale edi cui venti ditte inglesi avevano ottenuto, di fatto, la prerogativaesclusiva, per l’estrazione e lo sfruttamento, grazie al pagamento diun modico compenso».

L’appoggio inglese alla «spedizione dei Mille»• Come rivelò il dibattito, svoltosi nella Camera dei Comuni, il 17 maggio

1860, la presenza delle fregate inglesi nella rada di Marsala, che impedì lareazione della squadra borbonica, non fu una semplice coincidenza ma unatto deliberato deciso con piena cognizione di causa dal gabinettobritannico. Il sostegno di Londra non si esaurì in questo episodio.Palmerston e il ministro degli Esteri Russell tolleraronoe incoraggiarono “the subscription for the insurrectionists in Sicily” allaquale aderirono esponenti del partito whig e alcuni ministri tuttiegualmente disposti a elargire “ingenti somme da utilizzare nella guerracontro il Regno delle Due Sicilie” e quindi a sostenere economicamente unacampagna di arruolamento destinata a ingrossare le fila dei ribelli incamicia rossa. Inoltre la flotta inglese collaborò tacitamente con quellapiemontese nella protezione dei convogli che trasportarono rinforzi diuomini e materiali destinati a raggiungere Garibaldi.

Debito pubblico

• Nel 1848 il debito piemontese era di 168 milioni di lire, ma nel 1859era balzato a 1,12 miliardi di lire per un incremento monstre del565%. Questa montagna di debiti era pari quasi al 74% del pil. ISavoia pagavano interessi annui sul debito pari a 68 milioni di lire,circa tre volte in più di quello che pagava il Regno delle Due Sicilie. AlSud i Borboni potevano contare su un’economia decisamente piùgrande e diversificata: il pil del regno napoletano era pari a 2,62miliardi di lire, mentre quello dei piemontesi 1,61 miliardi di lire. Dal1847 al 1859 il debito del regno napoletano era aumentato solo del29,6% a 411,5 milioni di lire da 317 milioni.

Conti economici

• Il rapporto debito/pil del Regno delle Due Sicilie era pari al 16,57%.Il Regno di Sardegna le tentò tutte pur di oscurare i dati sui contipubblici. Arrivò addirittura a non redigere più il bilancio statale, oltreche applicare ben 23 nuove tasse e vendere beni demaniali. Secondouno studio dell’economista lucano Francesco Nitti, i Savoiapossedevano un patrimonio pari a 27 milioni di lire di oro mentre ilRegno delle Due Sicilie 443 milioni di lire di oro. Le sorti finanziariedella casa regnante piemontese era finite nelle mani dei Rothschild, ibanchieri più influenti dell’800 che furono anche determinanti per lasconfitta di Napoleone a Waterloo.

Conti economici

• Ai Savoia, dunque, l’unica cosa da fare per evitare la bancarotta era quelladi unirsi con chi aveva i conti in ordine. D’altronde lo stesso Vittorio Sacchi,economista piemontese, affermò che le finanze napoletane erano inperfetto ordine quando fu chiamato a redigere il bilancio pubblico dopol’unificazione del 1861. Dalla Restaurazione del 1815 il regno borbonicoaveva solo 5 tasse e le rendite pubbliche salivano da 16 milioni a 30 milionidi ducati grazie alla ricchezza generata dall’economia. Dal 1847 al 1859 alSud non viene introdotto nemmeno una nuova tassa. Senza contare che ilbilancio pubblico era decisamente trasparente e che non era stataeffettuata alcuna vendita di beni demaniali. Dopo l’Unità il debito delRegno di Sardegna era diventato il debito del Regno d’Italia. In un libricinodatato 1862, l’economista Savarese sottolineava che si trattava di «ereditàluttuosa».

Debito pubblico e rendimento dei bond

• Le grandi opere di modernizzazione volute da Cavour e le ingenti spesemilitari di unificazione sostenute dal Regno di Vittorio Emanuele II avevanoportato il debito pubblico piemontese a 1292 milioni di lire nel 1861(corrispondenti a circa 5.800 miliardi di euro).

• Questa pesante e onerosa situazione si ripercuoteva decisamente sulrendimento dei bond sardi, che era del 5,7%. Il rapporto debito/PIL al 1859aveva raggiunto il 73,8%.

• L'esposizione finanziaria era soprattutto verso l'Inghilterra (oltre aiRothschild), che aveva prestato il denaro necessario (ben 1 milione disterline) a Cavour per sostenere le imprese belliche della Guerra di Crimeae le riforme dello Stato necessarie per avviare quel percorso diavvicinamento dell'economia al livello francese e inglese.

I protagonisti

Rotschild, Palmerstone, Cavour,Garibaldi, Mazzini, Gioberti,Cattaneo, Pio IX …

La situazione italiana

Stati presenti nell’area italiana:

Regno di Sardegna (Savoia)

Lombardo – Veneto (Asburgo)

Granducato di Toscana (Lorena)

Stato Pontificio

Regno delle Due Sicilie

Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla

Ducato di Modena

Repubblica di San Marino

La situazione mondiale:il canale di Suez

Nel 1854 Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese in Egittodal 1830, ottenne una concessione da Sa'id Pascià, Khedivèd'Egitto, al fine di costituire una società che costruisse un canalemarittimo aperto a navi di ogni nazione e lo gestisse, affittandola terra per 99 anni. Il canale fu infine costruito tra il 25 aprile1859 e il 1869 da una compagnia francese (Compagnieuniverselle du canal maritime de Suez costituita il 15 dicembre1858) diretta da Ferdinand de Lesseps, con macchinariappositamente concepiti per l'opera.

Il canale, costato il doppio delle stime originali, era di proprietàdel governo egiziano (44%) e della Francia (attraverso più di20.000 azionisti), mentre altre grandi potenze si mostraronomolto scettiche sulla redditività dell'opera.

Nel 1875 il debito estero dell'Egitto costrinse Isma'il Pascià,successore di Sa'īd, a vendere per 4 milioni di sterline la quotadel suo paese al Regno Unito, che così si assicurava il controllodella rotta delle Indie.

Il progetto era di Luigi Negrelli.

Le tre guerre d’indipendenza:

la prima guerra 1848-49

1848: 18-22 marzo 5 giornate di Milano(Cattaneo)

23 marzo Carlo Alberto di Savoia a capodi una coalizione di stati italiani dichiaraguerra all’Austria

29 aprile : il papa si ritira (Austriaminaccia scisma) → si ritirano anche glialtri → Piemonte rimane solo (guerraregia)

1849 repubblica toscana repubblicaromana

Sconfitta di Novara e abdicazione diCarlo Alberto in favore di VittorioEmanuele II

La seconda guerra di indipendenza 1859-1861

1852: Cavour primo ministro Regno di Sardegna.Iniziative diplomatiche : guerra di Crimea,congresso di Parigi. Utilizza la cugina, la Contessa diCastiglione, come ambasciatrice presso NapoleoneIII. Accordi di Plombieres.

1859 Provocazioni piemontesi al confine conl’Austria. Austria dichiara guerra.

A Magenta, Solferino e San Martino vittorie franco-piemontesi, ma Napoleone avvia trattative conAustria per armistizio Villafranca di Verona 11 luglio1859. la Francia ottiene la Lombardia esclusaMantova. Cavour si dimette . Annessioni alPiemonte di Romagna, Modena, Reggio, Toscana(plebisciti)

Accordi Piemonte Francia: Nizza e Savoia in cambiodi Lombardo Veneto

La spedizione dei Mille

I sempre più idilliaci rapporti tra il Regno delle DueSicilie e lo Stato Pontificio a generare l’astio diLondra. La massoneria inglese aveva come prioritàpolitica la cancellazione delle monarchie cattolichee la cattolica Napoli era ormai invisa allaprotestante e massonica Londra che mirava allacancellazione del potere papale. I Borbonecostituivano principale ostacolo a questo obiettivoche coincideva con quello dei Savoia, anch’essimassoni, di impossessarsi dei fruttuosipossedimenti della Chiesa per risollevare le propriecasse. Massoni erano i politici britannici LordPalmerston, primo ministro britannico, e LordGladstone, gran denigratore dei Borbone. Emassoni erano pure Vittorio Emanuele II, Garibaldie Cavour.

Il regno delle due Sicilie

la nazione Napoletana percorreva di suouna crescita esponenziale ed era già laterza potenza europea per sviluppoindustriale come designato all’EsposizioneInternazionale di Parigi del 1856. Unrisultato frutto anche della politica diFerdinando II che portò avanti una politicadi sviluppo autonomo atto a spezzare lecatene delle dipendenze straniere.

La flotta navale delle Due Sicilie costituivapoi un pericolo per la grande potenzanavale inglese anche e soprattutto infunzione dell’apertura dei traffici conl’oriente nel Canale di Suez i cui scavicominciarono proprio nel 1859, alla vigiliadell’avventura garibaldina.

Regno delle due SicilieL’integrazione del sistema marittimo con quelloferroviario, con la costruzione delle ferrovie nelmeridione con cui le merci potessero viaggiareanche su ferro, insieme alla posizione d’assolutovantaggio del Regno delle Due Sicilie nelMediterraneo rispetto alla più lontana GranBretagna, fu motivo di timore per Londra che giànon aveva tollerato gli accordi commerciali tra leDue Sicilie e l’Impero Russo grazie ai quali la flottasovietica aveva navigato serenamente nelMediterraneo, avendo come basi d’appoggioproprio i porti delle Due Sicilie.

Proprio il controllo del Mediterraneo era unapriorità per la “perfida Albione” che si eraimpossessata di Gibilterra e poi di Malta, e miravaad avere il controllo della stessa Sicilia quale puntopiù strategico per gli accadimenti nel mediterraneoe in oriente. L’isola costituiva la sicurezza perl’indipendenza Napoletana e in mano agli stranierine avrebbe decretata certamente la fine, come fecenotare Giovanni Aceto nel suo scritto “De la Sicilieet de ses rapports avec l’Angleterre”.

La spedizione dei Mille

• La traversata parte da Quarto il 5 Maggio 1860 a bordo della “Lombardo” e della“Piemonte”, due navi ufficialmente rubate alla società Rubattino ma in realtàfornite favorevolmente dall’interessato armatore genovese, amico di Cavour.

• La rotta non è casuale ma già stabilita, come il luogo dello sbarco. Marsala non èla terra scorta all’orizzonte ma il luogo designato perché li c’è una vastissimacomunità inglese coinvolta in grandi affari, tra cui la viticoltura.

• Il 10 Maggio, alla vigilia dello sbarco, l’ammiragliato inglese a Londra dà l’ordine aipiroscafi bellici “Argus” e “Intrepid”, ancorati a Palermo, di portarsi a Marsala;ufficialmente per proteggere i sudditi inglesi ma in realtà con altri scopi. Ciarrivano infatti all’alba del giorno dopo e gettano l’ancora fuori a città col precisocompito di favorire l’entrata in rada delle navi piemontesi. Navi che arrivano alle14 in punto, in pieno giorno, e questo dimostra quanta sicurezza avessero irivoltosi che altrimenti avrebbero più verosimilmente scelto di sbarcare di notte

La spedizione dei Mille

• L’approdo avviene proprio dirimpetto al Consolato inglese e allefabbriche inglesi di vini “Ingham” e “Whoodhouse” con le spallecoperte dai piroscafi britannici che, con l’alibi della protezione dellefabbriche, ostacolano i colpi di granate dell’incrociatore napoletano“Stromboli”, giunto sul posto insieme al piroscafo “Capri” e la fregataa vela “Partenope”.

La spedizione dei Mille

• Il 13 Maggio Garibaldi occupa Salemi, stavolta nell’entusiasmo perchéil barone Sant’Anna, un uomo potente del posto, si unisce a lui conuna banda di “picciotti”. Da qui si proclama “dittatore delle DueSicilie” nel nome di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia”.

• Il 15 Maggio è il giorno della storica battaglia di Calatafimi. I millesono ora almeno il doppio; vi si uniscono “picciotti” siciliani, inglesi emarmaglie insorte, e sfidano i soldati borbonici al comando delGenerale Landi. La storiografia ufficiale racconta di questo conflittocome di un miracolo dei garibaldini ma in realtà si tratta del risultatopilotato dallo stesso Generale borbonico, un corrotto accusato poi ditradimento.

Il Piemonte diventa Regno d’Italia

• 21 Febbraio 1861, nel Senato del Regno riunito a Torino, il nuovo Red’Italia fu proclamato da Cavour «Victor-Emmanuel II, Roi d’Italie»

• 17 Marzo 1861: proclamazione del Regno d’Italia

• 6 giugno 1861: Cavour muore improvvisamente, forse assassinato.

Terza guerra di indipendenza

1866Alleanza italo prussiana

1866 Guerra AustriaPrussia

Nonostante le sconfittesubite a Custoza e Lissa,all’Italia vanno il Veneto,Mantova e parte del Friuli

Amme pusate chitarre e tammurepecchè sta musica s'ha da cagnàsimme brigant' e facimme paurae ca sch'uppetta vulimme cantàe ca sch'uppetta vulimme cantà

E mo cantam' 'sta nova canzonetutta la gente se l'ha da 'mparànun ce ne fott' do' re burbonea terra è a nosta e nun s'ha da tuccàa terra è a nosta e nun s'ha da tuccà

Tutt' e païse da bas'l'cat'se so' scetat' e mo stann' a luttàpure a calabbria mo s' è arravutat'e 'stu nemic' o facimm' tremmàe 'stu nemic' o facimm' tremmà

Chi ha vist' o lupo e s' è mise paur'nun sape büon qual' è 'a ver'tào ver' lup' ca magn' e creatur'è o piemuntese c'avimm' 'a cacciàè o piemuntese c'avimm' 'a caccià

Femm'na bell' ca dat' lu cor'se 'stu brigant' u vulit' salvànun c' cercat' scurdat'v' o nomechi ce fa a guerra nun tien' a pietàchi ce fa a guerra nun tien' a pietà

'Omm' s' nasc' brigant' s' mor'ma fin' all'utm' avimm' a sparàe se murim' menat' nu fior'e 'na bestemmia pe' 'sta libertà

Accordi commerciali Italia – Gran Bretagna

• Il 12 febbraio del 1887 veniva firmato un accordo con il quale ilgoverno britannico e quello italiano s’impegnavano a “mantenerel’equilibrio mediterraneo e a impedire ogni cambiamento che, sottoforma di annessione, occupazione, protettorato, modifichi lasituazione attuale con detrimento delle due Potenze segnatarie”. Conquesta convenzione, se l’Italia s’impegnava ad appoggiare lapenetrazione inglese in Egitto, la Gran Bretagna si dichiarava disposta“a sostenere, in caso d’ingerenza di una terzo Stato, l’azione italianasu qualunque punto del litorale settentrionale africano eparticolarmente in Tripolitania e Cirenaica”. Rinnovato, nel 1902,questo accordo ci avrebbe consentito di portare a termine l’impresalibica nel 1911