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Il primo dopoguerra intervallo

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Il primo dopoguerraintervallo

Questioni e problemi del dopoguerra

• I trattati di pace

• La società delle nazioni

• Il calo demografico e la spagnola

• I problemi economici

• Il disagio sociale

• La diffusione del comunismo

I trattati di pace

Il nuovo assettogeopolitico uscito daitrattati crea una diffusainsoddisfazione, inparticolare:

La Germania èpesantemente umiliata

L’Italia è delusa : mitodella «vittoria mutilata»

La società delle nazioni

Proposta da Wilson nei 14 puntiè fondata a Ginevra nel 1920.

Gli Stati Uniti però non nefaranno parte, infatti nel 1920 ilSenato americano, amaggioranza repubblicana,sceglie di non entrare.

La Russia non ne fa parte

La Germania non ne fa parte

Non possiede una propria forzamilitare

Le lingue ufficiali sono ilFrancese, l’Inglese e lo Spagnolo

Le preoccupazioni del Papa

• Venerabili Fratelli,salute e Apostolica Benedizione.

• La pace, meraviglioso dono di Dio, « Della quale — comeafferma Agostino — nessuna cosa, fra quelle terrene emortali, è più gradita e più desiderabile, nessuna èassolutamente migliore »; la pace, che per più di quattroanni è stata implorata dai voti dei buoni, dalle preghieredei fedeli e dalle lacrime delle madri, finalmente hacominciato a risplendere sui popoli, e Noi per primi negodiamo. Senonché troppe ed amarissime ansieconturbano questa gioia paterna; infatti, se quasiovunque la guerra in qualche modo è finita e sono statifirmati alcuni patti di pace, restano tuttavia i germi diantiche inimicizie; e voi ben comprendete, VenerabiliFratelli, come nessuna pace possa consolidarsi, comenessuna convenzione possa valere, ancorché escogitatein diuturne e laboriose conferenze e solennementesottoscritte, se contemporaneamente non si placano gliodi e i rancori per mezzo di una riconciliazione fondatasulla vicendevole carità…

• Dato a Roma, presso San Pietro, il 23 maggio, festa diPentecoste, 1920, nell’anno sesto del Nostro Pontificato.

LETTERA ENCICLICAPACEM, DEI MUNUS PULCHERRIMUM

DEL SOMMO PONTEFICEBENEDETTO XV

AI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE

APOSTOLICA:LA PACE E LA RICONCILIAZIONE TRA I CRISTIANI

Il calo demografico e la «spagnola»

Oltre alle perdite causatedirettamente dal conflittomondiale (otto milioni emezzo di morti e venti milionitra feriti gravi, mutilati einvalidi) 22 milioni di personepersero la vita a causa di un’influenza che si diffuse inEuropa e in America tra il1913 e il 1924.

I problemi economici

Riconversione industriale: non tutte leimprese hanno i capitali necessari

Crisi: licenziamenti e riduzioni disalario.

I governi stampano moneta per pagarei debiti. Inflazione che erode i salari dichi ha un reddito fisso

Il ceto medio soffre in particolare diquesta situazione

La classe operaia invece può contaresui sindacati per rivendicare aumentisalariali

L’economia europea è pesantementeindebitata con gli Stati Uniti

Il disagio sociale

Operai : aumenti salariali e più poterenelle fabbriche

Contadini: proprietà della terra chelavoravano

Ceto medio: disagio economico senzastrumenti di lotta

I reduci: il rientro a casa è traumatico,molti sono senza lavoro, senza alcunriconoscimento per aver rischiato la vitaper la Patria. Risentimento einsoddisfazione

Gli Arditi, le truppe di assalto, sonodelusi e spaesati

La diffusione del comunismo

Marzo 1919: Terza Internazionale(Comintern) guidata da Lenin

Luglio 1920: Congresso internazionalecomunista a Mosca. Ventuno punti diLenin: rottura con il riformismo. Tra il1920 e il 1921 si formano partiticomunisti in molti paesi europei.

1919-1920 : biennio rosso, scioperi eagitazioni operaie con l’intento diprendere il potere . In Germania (RosaLuxemburg), Austria e Ungheria cisono tentativi rivoluzionari

In Italia

Nascono tre nuove forze politiche:

Partito Popolare Italiano 18 gennaio 1919, fondato da don Luigi Sturzo

Fasci italiani di combattimento 23 marzo 1919, fondato da Benito Mussolini

Partito Comunista d’Italia, nato da una scissione del Partito Socialista, 21 gennaio 1921, per opera di Gramsci e Bordiga, sulla spinta del Comintern (21 punti di Lenin)

I fasci italiani di combattimento

Milano 23 Marzo 1919 –FONDAZIONE DEL FASCISMO ITALIANO

• Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo. Per il problema politico noi vogliamo:

• a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.

• b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.

• c) L'abolizione del Senato.

• d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.

• e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.

• f) L'elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo.

Fasci italiani: Politica sociale

• PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:

• a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.

• b) Minimi di paga.

• c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria

• d) L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici.

• e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.

• f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni

Fasci italiani :Politica estera, difesa, economia.

• PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:

• a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo generale.

• b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.

• c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.

• PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:

• a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.

• b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.

• c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% per cento dei profitti di guerra.

• d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la concessione della terra ai contadini.

18 gennaio 1919

L’appello ai «liberi e forti»

• L'appello ai "LIBERI E FORTI"• di Don Luigi Sturzo

A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della "Società delle Nazioni".

Partito popolare italiano

• Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l'avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffattrici dei forti

Partito popolare italiano

• Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potereorganico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terrenocostituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca ilimiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali - lafamiglia, le classi, i Comuni - che rispetti la personalità individuale eincoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sinceraespressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell'IstitutoParlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non esclusoil voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttivadegli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamola riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e lasemplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridicodelle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il piùlargo decentramento nelle unità regionali

Partito popolare italiano

• Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, comeanima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civiledel nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, nonsolo agl'individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missionespirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertàalle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertàcomunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.

Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmenteorganico nel rinnovamento delle energie e delle attività, che debbono trovare alcentro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo.Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificarele correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta diclasse e della rivoluzione anarchica e attingere dall'anima popolare gli elementi diconservazione e di progresso, dando valore all'autorità come forza ed esponenteinsieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale

Partito popolare italiano

• Le necessarie e urgenti riforme nel campo della previdenza e della assistenza sociale,nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devonotendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l'incremento delle forzeeconomiche del Paese, l'aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione deiregimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzionedel problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, lariorganizzazione scolastica e la lotta contro l'analfabetismo varranno a far superare lacrisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.

Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci aisaldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell'Italia;missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentatividi nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, difronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di frontea vecchi liberalismi settari, che nella forza dell'organismo statale centralizzato resistonoalle nuove correnti affrancatrici

Partito Comunista d’Italia

• Programma di Milano I 10 punti su cui si formò il Partito Comunista d'Italia:

• Nell'attuale regime capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all'antitesi di interessi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.

• Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.

• Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione da cui deriva il suo sfruttamento, senza l'abbattimento violento del potere borghese.

• L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria del proletariato è il partito politico di classe. Il Partito Comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendosi dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali di azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.

• La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico che produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di classe non può che risolversi in conflitto armato fra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.

Partito Comunista d’Italia

• Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell'apparato sociale borghese e con la instaurazione della propria dittatura, ossia basando le rappresentanze elettive dello Stato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese.

• La forma di rappresentanza politica dello Stato proletario è il sistema dei consigli dei lavoratori (operai e contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.

• La necessaria difesa dello Stato proletario contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.

• Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure di intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.

• Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società in classi andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane