Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

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Opere complete di Luigi Sturzo

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OPERA OMNIADI

LUIGI STURZO

TERZA SERIE

SCRITTI VARI

VOLUME IV- 9

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PUBBLICAZIONI A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZOOPERA OMNIA - TERZA SERIE - VOLUME IV - 9

Luigi Sturzo-Mario Sturzo Carteggio (1924-1940)

Appendice[394 lettere di Mario Sturzo e otto minute di Luigi Sturzo]

A cura e con introduzione diConcetta Argiolas

Rubbettino

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Il volume è stato realizzato con il contributo dell’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Luigi Sturzo,

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali

© Proprietà letteraria riservata Istituto Luigi Sturzo

© 2006 - Rubbettino Editore88049 Soveria Mannelli - Viale Rosario Rubbettino, 10 - Tel. (0968) 6664201

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PIANO DELL’OPERA OMNIA DI LUIGI STURZOPUBBLICATA A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZO

PRIMA SERIE: OPERE

I - L’Italia e il fascismo (1926)II - La comunità internazionale e il diritto di guerra (1928)III - La società: sua natura e leggi (1935)IV - Politica e morale (1938). – Coscienza e politica.

Note e suggerimenti di politica pratica (1953)V-VI - Chiesa e Stato (1939)VII - La vera vita. – Sociologia del soprannaturale (1943)VIII - L’Italia e l’ordine internazionale (1944)IX - Problemi spirituali del nostro tempo (1945)X - Nazionalismo e internazionalismo (1946)XI - La Regione nella Nazione (1949)XII - Del metodo sociologico (1950). – Studi e polemiche di sociologia (1933-1958)

SECONDA SERIE: SAGGI – DISCORSI – ARTICOLI

I - L’inizio della Democrazia in Italia. – Unioni professionali. – Sintesi sociali (1900-1906)II - Autonomie municipali e problemi amministrativi (1902-1915)

- Scritti e discorsi durante la prima guerra (1915-1918)III - Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919). – Riforma statale e indirizzi politici

(1920-1922)IV - Il partito popolare italiano: Popolarismo e fascismo (1924)V - Il partito popolare italiano: Pensiero antifascista (1924-1925)

- La libertà in Italia (1925). – Scritti critici e bibliografici (1923-1926)VI - Miscellanea londinese (1926-1940)VII - Miscellanea americana (1940-1945)VIII - La mia battaglia da New York (1943-1946)IX-XIV - Politica di questi anni. – Consensi e critiche (1946-1959)

TERZA SERIE: SCRITTI VARI

I - Il ciclo della creazione- Versi. – Scritti di letteratura e arte

II - Scritti religiosi e moraliIII - Scritti giuridici

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IV - Epistolario scelto:1. Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959)2. Luigi Sturzo - Mario Scelba. Carteggio (1923-1956)3. Luigi Sturzo - Alcide De Gasperi. Carteggio (1920-1953)4. Luigi Sturzo - Maurice Vaussard. Carteggio (1917-1958)5. Luigi Sturzo a Londra. Carteggi e documenti (1925-1946)6. Luigi Sturzo e i Rosselli tra Londra, Parigi e New York. Carteggio (1929-1945)7. Luigi Sturzo e gli intellettuali cattolici francesi. Carteggi (1925-1945)8. Luigi Sturzo - Emanuela Sturzo. Carteggio (1891-1948)9. Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Carteggio (1924-1940). Appendice

V - Scritti storico-politici (1926-1949)VI - La mafiaVII - Bibliografia. – Indici

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Introduzione

Nella sua magistrale introduzione al voluminoso carteggio intercorso tra i fratelli Lui-gi e Mario Sturzo pubblicato nel 1985, Gabriele De Rosa metteva in luce la discontinuitàdi quel materiale epistolare, pur così consistente, sottolineando, in particolare, la presenzadi alcune vistose lacune nelle lettere di Mario per gli anni 1926, 1927 e parte del 1928, enelle lettere di Luigi per gli anni 1924 e 19251.

Oggi siamo finalmente in grado di colmare le lacune relative alle lettere di Mario,fugando così quell’implicito dubbio di dispersione che finora ha accompagnato la letturadel corposo carteggio: infatti, a seguito della conclusione del lungo ma meticoloso e ana-litico lavoro di riordinamento ed inventariazione della parte dell’archivio di Luigi Sturzorelativa agli anni dell’esilio, le lettere di Mario, per lo più cartoline postali, sono venutealla luce tra la corrispondenza di Luigi negli anni trascorsi a Londra e negli Stati Uniti. Ilprecedente mancato ritrovamento di queste lettere si giustifica, dunque, come spessoaccade in un archivio non ancora dotato degli opportuni strumenti di consultazione, conil fatto che esse, al momento della loro pubblicazione, non erano state ancora sottopostead un organico lavoro di ricognizione ed ordinamento, non risultando pertanto tuttefacilmente individuabili e reperibili.

Rimangono a questo punto però ancora mancanti le lettere di Luigi del 1924 e del1925. “Smarrite, perdute, sottratte?” già si chiedeva a questo proposito De Rosa. Interro-gativi legittimi per uno storico, visto che la prima lettera di Luigi di cui si dispone è data-ta gennaio 1926, ma una serie di indizi emersi dal carteggio inducono a ritenere che egliabbia scritto al fratello Mario sin dai primi giorni del suo esilio a Londra, iniziato nell’ot-tobre 1924. Partendo da questi presupposti e con l’intento di voler fugare ogni ragione-vole dubbio di “possibili sottrazioni da parte della censura fascista” è stata perciò effettua-ta una ricognizione presso l’Archivio Centrale dello Stato che, tuttavia, ha riportato esitonegativo. Infatti, a giudicare dalle 38 lettere rintracciate nelle buste del Casellario PoliticoCentrale e della Polizia Politica, non sono emersi elementi che inducano a ritenere che ilmancato ritrovamento delle lettere di Luigi sia da attribuirsi alla censura operata dal fasci-smo. Le 38 lettere rintracciate, per la maggior parte di Mario, recano, infatti, datazionisuccessive complessivamente riconducibili agli anni Trenta2, cioè agli anni in cui, forse

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1 G. De Rosa (a cura di), Luigi Sturzo-Mario Sturzo, Carteggio 1924-1940, voll. 4, Edizioni di Storia eLetteratura, Roma 1985, Introduzione, vol. I, p. XI.

2 In particolare: 33 lettere sono dell’anno 1931, due sono del 1932, una del 1933, una del 1936 e l’ulti-ma del 1938.

Di queste missive solo quattro, tutte del 1931, sono risultate inedite, ovvero non pubblicate nei prece-

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non a caso, lo stesso Luigi lamentava lo smarrimento “da un certo tempo [di] parecchielettere”3. Da questi indizi risulta, quindi, che il controllo operato dal Ministero dell’Inter-no non sia iniziato prima del 1931 e non abbia riportato gli esiti sperati, dal momentoche il contenuto di questa corrispondenza non reca traccia alcuna di argomenti di caratte-re politico tali da essere soggetti a censura.

Un’ipotesi che trova conferma anche in un appunto manoscritto, ivi rintracciato, del13 gennaio 1932 indirizzato “al Sign. Capo Sezione” in cui si legge che i due fratelli “siscrivono spesso trattando di argomenti filosofici. Sarebbe opportuno scrivere al Prefettoche mandi al Ministero soltanto copia di quella corrispondenza censurata che abbia unacerta importanza dal lato politico”4. La comunicazione prontamente inviata il giornoseguente al Prefetto di Catania ufficializza questa esigenza ministeriale di “voler disporreche, per l’avvenire, della corrispondenza relativa ai fratelli Sturzo, sottoposta a visione, siainviata […] soltanto copia di quella avente contenuto politico”5. Siamo all’inizio del1932 e Luigi è in esilio già da sette anni. Una precisazione di questo genere lascia, quindi,chiaramente intendere che la corrispondenza tra i due fratelli Sturzo che transitava negliuffici ministeriali avesse contenuti ben diversi da quelli politici di cui il Ministero andava,invece, alla ricerca e di cui pertanto si preoccupava di precisare la natura.

Non siamo, dunque, in grado di confermare l’ipotesi che esistano lettere di caratterepolitico tali da farci ancora indugiare nell’idea che il loro mancato ritrovamento sia daattribuire alla censura, per evitare la quale è altresì presumibile che siano stati i due stessicorrispondenti a vietarsi prudentemente simili argomentazioni. Rimane a questo puntoin piedi solo l’altrettanto plausibile ipotesi che le lettere mancanti di Luigi per gli anni1924 e 1925 siano da attribuirsi ad una dispersione avvenuta nel corso dei numerosi tra-sferimenti subiti dalle carte prima di approdare al convento delle Canossiane, in viaMondovì, dove il fondatore del Partito Popolare aveva fissato la sua dimora romana dopoil rientro in Italia dall’esilio, nel settembre 1946.

In sintesi, le lettere complessivamente recuperate e raccolte in questa appendice sono402 e sono tutte di Mario, ad eccezione di 8 minute di Luigi6. A parte le quattro lettere

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denti volumi e pertanto, sono state inserite in questa appendice con i seguenti numeri progressivi: 308, 309,310 e 311. La loro collocazione completa è stata resa alla fine del testo. Di queste 4 lettere non vi è traccia nel-l’archivio di Luigi Sturzo ed è per questo motivo che non hanno potuto essere pubblicate nel 1985. Le restan-ti 34 lettere, invece, essendo pervenute ai destinatari, risultano conservate anche tra la corrispondenza diSturzo. Per agevolare la lettura di queste 34 lettere già edite riportiamo i corrispondenti numeri progressivicon i quali sono state indicate nei precedenti volumi: 930, 932, 937, 941, 942, 943, 944, 945, 946, 948,950, 955, 959, 960, 966, 968, 971, 973, 975, 977, 978, 979, 981, 997, 998, 1004, 1010, 1020, 1025, 1040,1157, 1292, 1697 e 1937.

Tutte le 38 lettere sono in Archivio Centrale dello Stato (da ora in poi ACS), Ministero dell’Interno,Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I, Casellario PoliticoCentrale, busta 4980, fasc. 29392, “Sturzo don Luigi fu Felice” e Direzione Generale della Pubblica Sicurez-za, Divisione Polizia Politica, fascicoli personali, busta 24b, fascicoli “Sturzo don Luigi”.

3 Lettera di Luigi del 21 maggio 1931, in vol. II (1929-1931), lettera 893, p. 479.4 Appunto ms. del 13 gennaio [1932], in ACS, Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubbli-

ca Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I, Casellario Politico Centrale, busta 4980, fasc.29392, “Sturzo don Luigi fu Felice”.

5 Lettera ms. del 14 gennaio 1932 su carta intestata del Ministero dell’Interno al Prefetto di Catania, ibidem.6 Le 8 lettere di Luigi Sturzo pubblicate in questa appendice recano i seguenti numeri progressivi: 61,

307, 313, 314, 345, 348, 391, 399.

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inedite trovate presso l’Archivio Centrale dello Stato, tutte le missive provengono dall’ar-chivio di Luigi Sturzo.

In particolare, si tratta di 33 lettere per il semestre da giugno a dicembre 1925, 73 let-tere per il 1926, 84 lettere per il 1927, 48 lettere per il semestre da gennaio al 30 giugno1928, 41 lettere per i mesi da gennaio a maggio 1929, 14 lettere per il periodo dal 14maggio al 19 giugno 1930 e 25 lettere per il periodo da gennaio a settembre 1938 per untotale di 318 lettere. A queste lettere, che rappresentano il corpo principale di questaappendice, visto che colmano vuoti temporali molto lunghi, vanno aggiunte le restanti80 lettere provenienti sempre dall’archivio di Luigi e le 4 lettere provenienti dall’ArchivioCentrale dello Stato, che si inseriscono qua e là in parti più complete del carteggio giàpubblicato o vanno ad integrare vuoti temporali assai più brevi rispetto alle vistose lacunesu menzionate.

Complessivamente, più di 400 lettere, dunque, che offrono agli studiosi una docu-mentazione certamente ricca ed interessante, sebbene non si possa dire che offrano ele-menti nuovi e notizie inedite che consentano di fare ulteriore luce su quanto già espressonelle oltre 2100 lettere sinora pubblicate. Da un punto di vista contenutistico, infatti,esse non aggiungono nuovi elementi e non gettano nuova luce sugli aspetti a suo tempogià scrupolosamente evidenziati e dettagliatamente trattati da Gabriele De Rosa nella suaesaustiva introduzione. Il principale merito di queste lettere e della loro doverosa pubbli-cazione è da ricercarsi piuttosto nell’apporto che esse offrono allo studioso nel dissiparequei legittimi dubbi di dispersione che il loro mancato ritrovamento aveva a suo tempogenerato. La loro importanza risiede cioè nel fatto che esse vanno a colmare lacune tem-porali che, fino al momento del loro ritrovamento, non si potevano giustificare in altromodo se non appellandosi alla plausibile ipotesi della censura operata dal fascismo oall’altrettanto possibile ipotesi di una loro dispersione.

Consideriamo, dunque, le lettere qui raccolte come gli ultimi tasselli di un mosaico,la cui struttura era già chiara e definita dai volumi che l’hanno preceduta, e la cui aggiun-ta ha il merito di conferire al carteggio una sua compiutezza, fugando ogni dubbio su unavistosa lacuna che può ritenersi oggi in gran parte finalmente colmata.

Come spesso accade per le appendici di un carteggio, soprattutto se coprono periodidi tempo diversificati e in qualche modo “saltuari”, è bene segnalare che la lettura di que-ste lettere non appare sempre agevole e fluida, poiché la loro comprensione non può pre-scindere dai continui ed indispensabili riferimenti alle lettere già pubblicate che ne costi-tuiscono l’ossatura portante e con le quali queste sono strettamente collegate ed impre-scindibilmente intersecate.

Fatte queste doverose precisazioni, non si può tuttavia non confermare con rinnovatostupore la ricchezza di queste lettere: una miriade di appunti, richiami quotidiani, riferimentie allusioni a fatti, nomi e progetti su cui talvolta vorremmo sapere di più. Sebbene qui si trat-ti solo di lettere di Mario, ad eccezione, come si è detto, di 8 minute di Luigi, è tuttavia evi-dente che lo scambio di idee tra i due fratelli è costante, così come incessante è il loro scriveresu argomenti di filosofia, di storia, con incursioni finanche nel campo della letteratura“soprattutto nei casi in cui l’opera, il libro aveva rapporto con la fede o con la storia”7. Un

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7 G. De Rosa, cit., p. XII.

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carteggio animatissimo, dunque, alla continua ricerca di rapportarsi al nuovo, allamodernità ed ai processi conoscitivi del mondo moderno, molto sentito dai due fratelli ecostantemente presente nel loro scambio epistolare.

Continui sono i riferimenti alla religiosità più profonda. Una religiosità che, se purvissuta da Mario in modo più dogmatico e da Luigi con uno sguardo più rivolto “al difuori”, sull’uomo e sui suoi diritti primari, è sentita da entrambi come scopo principaledell’esistenza anzi, come vero e proprio itinerario verso la santità e la grazia. Una santitàdi cui i due fratelli scrivono continuamente come il principale ideale a cui tendere e ispi-rarsi; ma una santità concepita, vissuta e realizzata da entrambi non come qualcosa dieccezionale ma come qualcosa che riguarda tutti gli uomini che vogliono essere essenzial-mente religiosi attraverso il mondo reale e l’impegno sociale, secondo una concezionedella mistica che, attraverso l’incarnazione di Cristo, lega l’immanente con il trascenden-te, l’impegno storico con la grazia, l’uomo con Dio. Anche da queste lettere arriva dun-que la conferma della profonda visione religiosa e della grande fede che li accomuna, unafede semplice, quasi ingenua potremmo a volte dire, per chi, come loro, poteva vantareuna vasta cultura e approfonditi studi teologici e filosofici.

Le migliaia di lettere che hanno preceduto questa appendice hanno già permesso dichiarire l’origine delle principali opere di Luigi, sociologiche e storiche, “come le concepìe studiò, quali influssi di pensiero avvertì maggiormente, quali i suoi dubbi e i suoi rovelliculturali, come il fratello l’aiutò con la sua mentalità speculativa e il suo rigore logico”8.Anche in questa appendice troviamo qualche riferimento a questi argomenti. Non moltiper la verità ma, anche in questo caso, quelli presenti vanno a completare le discussioniintrattenute da Mario e Luigi nelle lettere già edite e confermano l’eccezionale armoniache legava i due fratelli, per quanto diversi di carattere e con diversi interessi culturali.Nella lettera del 5 novembre 1926 Mario, che aveva letto “finalmente la monografia sullaguerra”9, si affretta a confermare il suo primo giudizio sull’opera che il fratello stava ela-borando su questo difficile tema definendola “un gran bel lavoro”; manifesta “solo qual-che dubbio sulla parte che tratta della difficoltà di giudicare della giustizia della guerra;perché la difficoltà non implica la prova della non giustizia. Forse non era male rilevareciò. In tal caso quella parte s’intenderebbe come puro inquadramento storico. Poi sarebbestato utile un chiarimento circa il giusto concetto di legge di natura. Piccole cose che nontolgono il pregio, non piccolo, del lavoro”10. Ancora una volta Mario guida il fratello sen-za troppi complimenti giudicandone i lavori anche a costo di generare incomprensionidovute “a mentalità, sistemi e metodi diversi” “che facevano però parte di un progetto dicollaborazione intellettuale di altissimo livello culturale e morale, che durò con la stessaintensità e con lo stesso ritmo per ben sedici anni”11.

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8 Ivi, p. IX.9 L’opera, elaborata da Luigi Sturzo a Londra tra il 1926 ed il 1928, fu tradotta da Barbara Barclay Car-

ter e pubblicata per la prima volta in lingua inglese nel 1929 dall’editore George Allen and Unwin con il tito-lo The international community and the right of war. Tradotta anche in lingua francese da Marcel Prélot, l’ope-ra fu poi pubblicata in Francia nel 1931, mentre la versione italiana, riveduta dall’autore e con il titolo Lacomunità internazionale e il diritto di guerra, fu pubblicata solo nel 1954 dall’editore Zanichelli. Nel 2003 l’I-stituto Luigi Sturzo ha provveduto alla prima ristampa dell’opera, edita dalle Edizioni di Storia e Letteratura.

10 Lettera 97.11 G. De Rosa, cit., p. X.

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Non ci sono, invece, diretti riferimenti al Saggio di Sociologia pubblicato da Luigi nel1935 a Parigi12, sulla cui elaborazione i due fratelli discutono spesso nelle lettere già edite,sebbene vada ricordato che la similarità degli argomenti trattati genera sovente difficoltànell’individuazione delle opere a cui di volta in volta essi fanno riferimento: solo l’accen-no di Mario nella lettera del 28 dicembre 1936 ad una recensione di Marcel Prévost, defi-nita senza troppi complimenti “un riassunto arido” ed un giudizio “impacciato e freddo”.Il vescovo, che si trova spesso a scambiare con il fratello pareri su questo o quel personag-gio, mostra disapprovazione per “questo modo di recensire i libri. I riassunti nocciono,perché scheletriscono. Occorre che chi recensisce un libro, lo abbia vissuto, e ne dica quelche egli ne sente”13.

Anche sull’opera La vera vita. Sociologia del soprannaturale14, a cui Luigi cominciò apensare sin dall’ottobre 1936 e che si accinse a scrivere nel febbraio 1937, non troviamoriferimenti diretti, ma ciò si può spiegare con il fatto che in questo caso i due fratelli nonne discussero a lungo, come era avvenuto, invece, per le due opere precedenti.

Dell’opera Chiesa e Stato15, sulla cui elaborazione abbiamo già potuto valutare dallelettere edite quanto Mario abbia potuto giovare, questi parla nella lettera del 24 febbraio1938, ma solo in riferimento alla lettura fattane dal canonico Giuseppe Montemagno16.Cionondimeno, i riferimenti del vescovo all’oggetto di quest’opera del fratello sono con-tinui.

Da un punto di vista contenutistico, dunque, non c’è molto da aggiungere alle pagi-ne fondamentali già scritte da Gabriele De Rosa nel 1985. Possiamo tuttavia confermareche, lungi dall’essere un carteggio politico, visto che neanche in queste lettere compaionoriferimenti alla politica, alla passata esperienza partitica o ai nuovi scenari che si andavanoprofilando in Europa ed ai quali comunque Luigi dedicava in quegli stessi anni migliaiadi pagine e di articoli, si tratti, invece, di un intensissimo e problematico carteggio dipensiero e di cultura, “prevalentemente filosofica con indagini, esplorazioni, viaggi nellearee dello storicismo idealista, dell’intuizionismo e della sociologia positivistica, ma conl’occhio sempre attento a quanto avveniva nel pensiero cattolico”17.

Anche la prosa dei corrispondenti, sempre autentica, immediata, poco preoccupatadella lingua, a volte un po’ selvaggia, grezza e disordinata ma al tempo stesso frutto di una

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12 L. Sturzo, Essai de sociologie, traduit de l’italien par Juliette Bertrand, Librairie Bloud et Gay, Paris1935.

13 Lettera 349.14 L’opera, tradotta in lingua inglese da Barbara Barclay Carter, fu pubblicata nel 1943 negli Stati Uniti

con il titolo The true life. Sociology of the supernatural. La versione italiana dal titolo La vera vita. Sociologia delsoprannaturale fu pubblicata per la prima volta nel 1947 dalle Edizioni di Storia e Letteratura e poi, rivedutadall’autore, nel 1960 dall’editore Zanichelli. Dopo una prima ristampa dell’opera nel 1978, nel 2005 l’Istitu-to Luigi Sturzo ha provveduto alla seconda ristampa, edita da Rubbettino.

15 L’opera, tradotta in lingua francese da Juliette Bertrand, fu pubblicata per la prima volta nel 1937 aParigi da Les Éditions Internationales con il titolo L’Eglise et l’Etat. Etude de sociologie historique. La versioneitaliana, riveduta dall’autore, in due volumi dal titolo Chiesa e Stato. Studio sociologico-storico fu pubblicata,invece, per la prima volta negli anni 1958 (I vol.) e 1959 (II vol.) dall’editore Zanichelli. Dopo una primaristampa dell’opera nel 1978, l’Istituto Luigi Sturzo ha provveduto nel 2001 alla seconda ristampa, edita dalleEdizioni di Storia e Letteratura.

16 Lettera 372.17 G. De Rosa, cit., p. XII.

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ricchezza continua e di un gettito infinito di idee, risulta perfettamente coerente con lelettere già pubblicate. Il fatto però che in questa appendice figurino quasi esclusivamentelettere di Mario finisce con l’evidenziarne ancora di più i toni inducendoci ad esprimere ariguardo qualche considerazione sull’aspetto più intimo ed umano dei due fratelli e sullemanifestazioni di affetto sempre presenti in ogni cartolina e lettera; aspetti sui quali forseancora va detto. Non c’è dubbio, infatti, che nei dialoghi sembra sempre prevalere la per-sonalità di Mario e la sua vivacità polemica, prodotto di una straordinaria tensione mora-le. Pienamente investito del suo ruolo di fratello di dieci anni maggiore, Mario dispensacontinuamente consigli al fratello Luigi, ricorrendo spesso anche all’uso di toni fermi edecisi, a volte senza troppi riguardi, soprattutto quando si tratta di correggere le opere inlavorazione che il fratello esule gli invia in visione. Ed è in queste occasioni che si eviden-ziano le maggiori discussioni tra i due, forse dovute, come già ipotizzato da De Rosa, “aldiverso linguaggio o alla difficoltà di capirsi […], al modo di leggere e valutare le grandicorrenti di pensiero degli anni Trenta” o, più semplicemente, “dal diverso senso che essiattribuivano a certe parole ed espressioni”18. Un antagonismo che si giustifica tuttaviadall’alto livello intellettuale e morale della loro fraterna collaborazione.

Trovano conferma anche i riferimenti alla vita quotidiana e le preoccupazioni ansio-samente espresse da Mario per lo stato d’animo del fratello in esilio, al quale egli scrivecon l’intento chiaro, sebbene non esplicito, di tenere compagnia e fare sentire il menopossibile la solitudine della lontananza. Nella poesia A te, dedicata e inviata a Luigi il 1°dicembre 1926, si scorge tutta la sofferenza patita da Mario per la solitudine del fratellolontano che non può più godere della “bella italica favella”19. Sempre rivolto al fratelloesule, il pensiero di Mario torna a volte anche ai ricordi dell’infanzia, così come nella let-tera per il sessantunesimo genetliaco di Luigi, allorché, descrivendo l’immagine del fratel-lo che ad appena cinque mesi fissava il crocefisso, egli si interroga su questo misteriosoistinto e sulle sensazioni che sin da allora poteva aver provato il bambino ancora in fasce,forse premonizione di “future missioni e gioie e dolori e agglomerati e isolamento?”20.Non si può dire però che questi toni poetici siano così frequenti rispetto allo stile espressi-vo di gran lunga più sintetico e sbrigativo, peraltro giustificabile con l’esiguo spaziodisponibile sulle cartoline postali abitualmente adoperate dai due fratelli per la loro corri-spondenza. In Mario stupiscono, infatti, i bruschi passaggi del discorso e la disinvolturacon cui salta da un argomento all’altro; così, per esempio, lo vediamo passare dal mestoricordo della morte di suor Giuseppina, la “povera e cara sorella” che “non ebbe la conso-lazione e il conforto di morire tra le mie braccia”, al secco annuncio dell’avvio della sta-gione balneare di grande giovamento per la sua salute21.

Costante attenzione è riposta, infine, sulla salute, argomento che troviamo trattato oalmeno accennato in quasi tutte le lettere con una tale ripetitività da impedirci di non far-ne cenno; e anche in questi casi, Mario, prendendosi cura delle malferme condizioni fisi-che del fratello esule, sembra imporsi con i toni ansiosi, ma autoritari del fratello maggio-

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18 Ivi, p. IX.19 Lettera 103.20 Lettera 317.21 Lettera 152.

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re che segnala rimedi farmacologici da lui già sperimentati o particolarmente in uso aquei tempi, come la china Nanning, prodotto che spicca per la frequenza con cui vieneconsigliata. Stessi toni si rinvengono nella risoluzione delle beghe quotidiane, delle dele-ghe notarili ed in altre situazioni similari in cui fa spesso da tramite la sorella Nelina.

Attraverso le lettere di Mario, latrici, come si è detto, di consigli, preoccupazioni eattenzioni per il fratello, emergono evidenti i segni della sofferenza interiore di Luigi checolpiscono per la loro natura profondamente umana, invitando a spingerci al di là dellavalutazione dei contenuti della sua immensa produzione per indagare anche gli aspettipiù intimi del suo pensiero e, più in generale, della sua personalità.

E ciò anche in considerazione del fatto che, mentre di Luigi molto, e giustamente, siè detto della vasta cultura, della suggestiva potenza espressiva, dell’acuto intelletto critico,del vigile amministratore pubblico, del fondatore del partito, dello studioso, dell’umani-sta e, persino, dell’artista, insomma di tutti gli aspetti e momenti della sua poliedrica atti-vità, non altrettanto è stato studiato quel che vibrava nel profondo del suo animo in tuttequeste attività con impeto di vocazione, abnegazione e sacrificio, e a cui egli attingeva aconforto o ricorreva ad intimo rifugio. Eppure, se per ogni altro aspetto o sua manifesta-zione possono non mancare dissensi, riserve o critiche, secondo un destino che spetta achi vive la vita pubblica, sull’uomo, invece, non può che esservi unanime concordia nelriconoscergli il decoro con cui ne visse il carattere sacro, l’ortodossia del pensiero, lapurezza della vita, l’ossequio filiale alla Chiesa e la devozione al Papa; per gli intenti da cuiderivò tutta la sua aspirazione e tutto il nutrimento etico e sociale delle sue opere e dellesue battaglie, e per la tetragona onestà di cittadino e di legislatore.

Alla base di questo suo modo di essere troviamo sicuramente l’educazione ricevuta:Luigi proveniva da una nobile famiglia siciliana di possidenti terrieri in cui la fede religio-sa era stata l’alimento vitale. La madre, donna di grande intelligenza, aveva infuso nei figlila sua profonda fede e l’esempio del suo animo caritatevole dando vita ad una famigliaesemplare: il maggiore, Mario, uomo di notevole levatura e fervido ingegno, filosofo, teo-logo e poeta, sceglie la vita ecclesiastica e diventa vescovo; la sorella Remigia sceglie la vitadel chiostro con il nome di suor Giuseppina e santamente vi chiude i suoi giorni; le altredue sorelle, Margherita e Emanuela, detta Nelina22, entrambe nubili, si dedicano alleopere di carità; Luigi, come il fratello maggiore, segue la vocazione religiosa e viene ordi-nato sacerdote nel maggio 1894 a Roma.

I fondamenti filosofici e teologici della scelta sacerdotale di Luigi, scrupolosamentevissuta ed adempiuta, spiegano a loro volta il carattere missionario della sua azione politi-ca, tutta nutrita e illuminata di fermenti morali e di forti ideali di cui si è fatto apostolocombattendo senza mai rassegnarsi contro le contaminazioni, le deturpazioni e il malco-stume di cui è impastata la vita pubblica, alla ricerca del bene comune e nella difesacostante della libertà. Le prime e ben note parole dell’appello a “tutti gli uomini liberi eforti” per la costituzione del Partito Popolare Italiano contengono in sintesi tutto il pen-

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22 L’Istituto Luigi Sturzo ha recentemente pubblicato l’ampia corrispondenza intercorsa tra Luigi Sturzo ela sorella gemella Nelina negli anni 1891-1948, per un totale di 983 lettere conservate nell’archivio di LuigiSturzo. Cfr. Luigi Sturzo-Emanuela Sturzo, Carteggio (1891-1948), a cura e con introduzione di Vittorio DeMarco, Opera Omnia, Terza Serie, Epistolario scelto, volume IV-8, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005.

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siero e l’azione di Luigi Sturzo, che non si smentirà mai dedicando l’intera esistenza alladiffusione ed alla realizzazione di questi supremi ideali.

Dopo il crollo di quanto aveva faticosamente costruito per il trionfo dei cattolici ita-liani sul piano politico, il sacerdote si raccolse, infatti, nell’esercizio nascosto della suavocazione e si dedicò allo studio fecondo di opere nelle quali, oltre all’orma della suageniale intuizione, della sua vasta cultura sociale e politica e della sua laboriosa esperienza,possiamo scorgere anche i motivi che tranquillizzavano la sua anima. Nonostante leincomprensioni, le umiliazioni e le sconfitte che avrebbero potuto scuotere nella sua ani-ma la forza dei suoi ideali, egli vi rimase fedele, anzi vi aderì e vi si attaccò ancora piùtenacemente proprio in quei lunghi e dolorosi anni di esilio, in cui seppe sempre trovareil conforto di una fede altissima e di una libertà tutta interiore. Nelle sue elaborazionisociologiche di quegli anni egli immise il soffio concreto della storia e dei fatti umani, peri quali ebbe sempre un culto particolare, senza nulla concedere al positivismo, al fenome-nismo o all’empirismo ma, con coerenza alla tradizione del pensiero cattolico, ascenden-do dal fatto ai principi, dalla storia alle leggi superiori che la guidano, dall’osservazioneempirica alle norme naturali del vivere civile. Questa consapevolezza dell’azione dell’uo-mo, questo rendersi conto, cioè, che i singoli atti richiamano continuamente alla realtàumana di tutta la società e che non si esauriscono mai in se stessi, costituisce, si può dire,il nucleo centrale della sociologia di Sturzo e, quindi, del suo modo di intendere la politi-ca, in cui la convinzione cristiana che l’individuo abbia valore universale e metafisico siesprime in una ordinata e sistematica descrizione della società di cui è responsabile edartefice l’animo umano, ovvero l’intima coscienza dell’individuo.

E in questa vocazione troviamo un aspetto inscindibile del pensiero sturziano. Se,infatti, il valore storico della sua iniziativa politica, il contenuto ideologico, gli obiettivi ei risultati pratici ottenuti sono tutti aspetti che appartengono agli eventi storici nel lorocomplesso, non si può non riconoscere che quel suo modo personale di intendere i com-piti e le responsabilità dell’individuo e, in particolare, del politico, ha determinato sostan-ziali effetti che vanno ascritti a suo esclusivo merito. Benché infatti egli sentisse acuta-mente l’importanza delle cose concrete, per lui l’organizzazione, il programma, l’azioneparlamentare, la propaganda, tutte le attività essenziali di un politico valevano in quantovivificate da un’anima, da un pensiero, da un’etica. Tutto ciò doveva quindi scenderearmonicamente, quasi spontaneamente da un pensiero di fondo, formulato e seguito inmodo coerente; un pensiero che da parte sua egli vedeva chiarissimo e di cui aveva pienacoscienza ma che sentiva la necessità di proporre continuamente agli altri ed alla pubblicaopinione in generale, anche attraverso un’instancabile attività pubblicistica svolta ininter-rottamente fino alla fine dei suoi giorni.

Alla elaborazione di questo pensiero comune e allo forzo per trasformarlo in unorientamento spontaneo e continuo sempre più largo egli si dedicò senza requie e senzarisparmio con quello zelo e con quell’impeto missionario che è innanzitutto frutto dellasua interna vocazione. Il fatto nuovo, spirituale, eppure distinto dal contenuto ideologicodel suo pensiero è, dunque, proprio questo coefficiente che fu il suo modo personale dientrare in contatto con gli uomini, di convocarli, di far loro sentire il compito e la respon-sabilità di ciascuno e l’interesse e il fascino dell’alta impresa alla quale li invitava. LuigiSturzo, dunque, è stato presente nell’arena politica con caratteri assolutamente unici e

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peculiari che, felicemente impiegati dalla sua fortissima personalità, hanno lasciato effettiprofondi e duraturi. E questa sua forte personalità presente in ogni azione pubblica, neinumerosissimi scritti e discorsi, così come nel suo stile, è stata innanzitutto il frutto di unmetodo nato con lui e strutturatosi a partire dalla formazione ricevuta, dalla sua internavocazione e dalle scelte di vita conseguentemente operate.

Per la coerente applicazione di questo metodo Sturzo ha dovuto però pagare unprezzo molto alto anche in termini di interiori e quotidiane sofferenze. Non ci riferiamoqui solo alle pur gravose ma note sofferenze causate dagli stessi eventi storici che lo tra-volsero, ma alle sofferenze nate, generate e legate alla sua più intima essenza di essereumano, di cui è prova la lettura delle opere ma anche e soprattutto un’accorta analisi delsuo vissuto quotidiano. A voler scrutare nelle sue abitudini emergono evidenti, infatti,alcuni tratti caratteristici del suo stile e del suo modo di vivere sui quali vale la penariflettere, come il controllo costante e la meticolosità quasi ossessiva con cui egli gestivail tempo e i rapporti con gli altri, così come emerge dalla corrispondenza e dai diari per-sonali, sui quali, con sorprendente minuziosità annotava, tra l’altro, tutti i contattiintrattenuti ogni giorno con i suoi innumerevoli interlocutori; la scrupolosa attenzioneche riponeva nella conservazione dei suoi scritti, così come emerge dalla struttura delsuo immenso archivio: nulla doveva sfuggirgli, tutto veniva annotato, appuntato, segna-to, ritagliato e ordinatamente archiviato; la continua verifica alla quale sottoponeva leindagini e gli studi, di cui trattava solo quando li aveva sviscerati in tutti i dettagli e se neera impadronito a fondo, così come dimostra l’immensa mole di documentazione con-servata di cui si avvaleva per la loro elaborazione; le minuziose precauzioni che prendevaper monitorare l’idoneità degli ambienti in cui doveva vivere e lavorare ed il costantetimore per la precarietà della sua salute – le cui condizioni venivano spesso annotate neisuoi diari23 – che lo costringeva a nutrirsi con poco, a volte con solo mezzo uovo, arinunciare al piacere della musica per non subire emozioni che affaticassero il cuore, oancora, a dipendere dalla presenza del medico personale nei suoi frequenti viaggi da esu-le e infine, senatore a vita, a ricorrere alle iniezioni per evitare che un collasso gli impe-disse di portare fino in fondo i discorsi tenuti a palazzo Madama. Tutti tratti di umanafragilità che non offuscano certo il vigore intellettuale e la concretezza dell’azione, mache tuttavia colpiscono ancor più perché in perenne contrasto con la sua mente lucida, ilsuo intelletto pratico e la sua azione forte.

Gli studiosi della psicologia umana riscontrerebbero in questo intransigente controllodei propri gesti, del proprio tempo e della propria salute un inconscio tentativo di difesavolto a rendere meno ansiogeni quei passaggi emotivi che appartengono agli archetipistessi dell’esistenza radicati negli strati più inconsci e sconosciuti della psiche di ciascuno,e che emergono da una discreta ma attenta lettura dei silenzi e delle pulsazioni interioripiù vive e profonde provenienti dalla misteriosa dimensione dell’essere che non si decla-ma ma che si comunica implicitamente attraverso il proprio stile di vita.

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23 Nell’agenda di Luigi Sturzo del 1940, ed in particolare nelle pagine corrispondenti agli undici giornitrascorsi a bordo della nave Samaria, che a settembre lo condusse a New York, troviamo scrupolosamenteannotato, tra i tanti appunti, anche il suo stato di salute giornaliero. In Archivio Storico Istituto Luigi Sturzo,Fondo Luigi Sturzo, III parte (1940-1946), sc. 136, f. 624.

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Non c’è dubbio, dunque che, al di là dei contenuti altamente culturali di cui questocarteggio si fa portatore, siamo di fronte allo scambio epistolare di due anime che nel lorodialogo fraterno hanno riversato e manifestato affetti, ansie, preoccupazioni e riflessionianche sulla propria condizione umana, offrendo così un’infinità di spunti, seppure nonsempre facili da cogliere, sulla loro sfera personale, intima e interiore, legati agli strati piùprofondi delle loro personalità che non finiscono mai di stupire, senza tema di incorrerein interpretazioni riduttive delle loro illuminanti esperienze e del loro esempio superiore,prezioso patrimonio della storia del nostro paese.

Concetta Argiolas

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Nota redazionale

Le lettere, trascritte in ordine cronologico e numerate progressivamente, sono stateriprodotte integralmente e fedelmente dagli originali.

Sono state lasciate le forme grammaticali (es. lo detto, lettera 104) e ortografiche,anche dialettali (es. pinetta, lettera 9; venticinchesimo, lettera 191; buffera, lettera 201),nonché l’uso delle maiuscole, spesso personale e non sempre uniforme.

L’uso degli a capo è dei corrispondenti e non si è tenuto conto delle rare indicazioni#, al fine di rendere al lettore l’idea della fitta scrittura.

Sono state tacitamente corrette le sviste e le grafie errate di nomi propri (per es.:Albornoz e non Abarnuz, De Ruggiero e non de Ruggiero, Hobbes e non Obbes, Huguenye non Hegueney, Lavaccaro e non Lo Vaccaio, Lavitrano e non La Vitrana, Manzoni enon Manzioni, Maritain e non Maritaine).

I titoli dei giornali e delle riviste sono stati uniformati e posti tra virgolette basse. I titolidi libri, opere, collane editoriali e movimenti politici sono resi in corsivo, come pure le parolein latino e quelle che nell’originale risultano sottolineate una o più volte. In particolare, per ilibri e le opere sono stati lasciati i titoli come nell’originale, anche se citati in modo errato.Ove possibile si è data in nota l’indicazione bibliografica corretta, con riferimento all’edizio-ne cronologicamente più antica tra quelle conservate nelle biblioteche nazionali.

Le date croniche ad inizio lettera sono state uniformate sostituendo, dove occorreva,il nome a piene lettere all’ordinale del mese. Laddove la data cronica e la data topica sonostate desunte, esse sono state poste tra parentesi quadre.

L’espressione aff.mo, posta a chiusura delle missive, è stata resa sempre per intero.La tipologia del documento (lettera, cartolina postale e cartolina illustrata) è stata

indicata sempre alla fine del testo in basso a destra tra parentesi tonda, seguita dall’indica-zione della collocazione d’archivio. Allo stesso modo sono state indicate anche le letterescritte su carta intestata.

I puntini di sospensione posti in parentesi quadre sostituiscono le parole illeggibili oindicano le lacune dovute a mutilazioni negli originali, così come specificato di volta involta nelle note.

Ogni altro intervento sul testo è stato segnalato tra parentesi quadre o nelle note a pie’di pagina.

Poiché i quattro volumi pubblicati nel 1985 risultano già ricchi e completi di note, siè ritenuto opportuno fare riferimento ad esse con delle note di rimando. Sono state redat-te nuove note solo laddove citati fatti e persone non presenti nei precedenti volumi.

Trattandosi di un’appendice, nel titolo del presente volume è stata lasciata la data del1924, anno di inizio dell’intero carteggio, sebbene la prima lettera qui pubblicata sia del1925.

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1925

1.

Piazza Armerina, 7 gennaio 1925

Fratello amatissimo,ricevo a momenti la tua del due corrente. Godo nel leggere che stai bene, ben-

ché mi faccia cenno del patito raffreddore. Spero che sia passato senza strascichi. Anch’iosto bene. Ieri fui in cattedrale per la solennità dell’Epifania, sempre bella e sempre nuova.

Il giudizio di Crespi1, nella parte che ho letto, mi conforta. Ma io aspetto il tuo.A momenti ricevo la «Civiltà Cattolica». Finalmente parla del Problema della Cono-scenza2, molto favorevolmente. Non fa riserve, e dice che non ne fa per non essere fraintesaa danno del pregio dell’opera; del resto dice che sarebbero piccole e relative. Non potevoaspettarmi di meglio. La parola di questa rivista tra i nostri fa testo, e tu lo sai. Sia ringra-ziato il Signore. Così spero che il Monointuizionismo vegga la luce con aria più propizia.

A Parigi il Tomismo, se devo giudicare dal sentire dei PP. Lazzaristi, non dev’es-sere molto seguito, tanto meno seguito più esasperatamente che tra noi.

Cercherò le pubblicazioni di Maritain3. Non ho ancora ricevuto né il De Rug-giero né il Meyerson.

Dunque tu circa la criteriologia, come speciale trattato, la pensi come me? Sonfelice di quest’incontro di giudizi!

Non mi pare che nel mio monointuizionismo ci debbano essere oscurità di for-ma. Ci ho badato di proposito. Se mai saranno oscurità accidentali e agevolmente rime-diabili.

L’edizione francese si fa? Come la desidero!Ho per le mani una raccolta di scritti dei più celebri mistici, fatta da Angelo

Levasti4 con buoni criteri. E ci son cose mirabili! A volte disturba l’uso della filosofia deltempo troppo scoperto e non necessario.

Ora ti abbraccio in Domino e ti auguro ogni bene tuo

† Mario(Lettera, f. 259, c. 8)

13

1 Su Angelo Crespi cfr. vol. I (1924-1928), p. 7, nota 2.2 Su M. Sturzo, Il problema della conoscenza, cfr. vol. I (1924-1928), p. 3, lettera 1, nota 1.3 Su Jacques Maritain cfr. vol. I (1924-1928), p. 175, lettera 109, nota 1.4 Mario si riferisce ad Arrigo Levasti. Cfr. vol. I (1924-1928), p. 184, nota 4.

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2.

Piazza Armerina, 24 giugno 1925

Carissimo fratello,il 21 mi giunse un telegramma di Giovannino Sturzo d’auguri per te. Scono-

scendo il tuo recapito, ti fece gli auguri per mio mezzo. Mandagli un cenno di ringrazia-mento, a lui e a Peppina, perché c’era firmata anche Lei.

Ho letto il tuo studio sulla «Rassegna Nazionale». Moderno quanto a metodo,profondo quanto a dottrina, chiaro, sicuro: tale da esser destinato a far testo in materia.Ti faccio le più vive congratulazioni. Non mi par chiaro il punto che considera la collabo-razione con forme come il liberismo. Certo che, per esempio, la legge del divorzio non siannulla con un semplice cenno; ma è anche certo che sentenze di divorzio-moralmente-cioè-lecitamente-non se ne possono pronunziare.

Ho ricevuto la tua del 18 corr., interessantissima. Però credo che la teoria da teabbozzata, domandi migliore approfondimento. Il tuo spirito segue il metodo del cenna-to articolo e, penso anche, del lavoro sullo Stato moderno. Sta bene in quanto alle attua-zioni etiche del processo storico dei popoli. Anzi qui è l’unica maniera di spiegare il valoredi tali fatti. Non può dirsi lo stesso quando si cerca, non più la moralità di dati istituti,ma la pura ragione di moralità. Tu lo hai sentito; infatti conchiudi il primo punto accet-tando la mia definizione della moralità come convenienza del pratico al teorico.

Circa il problema del dovere il tuo pensiero non ha colto il punto specifico. Tudevi averlo sentito, infatti conchiudi col dire che tal processo a me possa parere troppostiracchiato. Or a me propriamente non sembra stiracchiato, ma improprio. Tu dici:“Non sono in contrasto un bene (oggetto) e un raziocinio (teoretico); ma due beni didiverso ordine; da uno dei quali può scaturire un disordine, una rottura di rapporti, unmale”. Ma questo contrasto è già fatto teorico. Quindi riporti il mio esempio (quellodell’offeso); e conchiudi: “Egli sceglie liberamente sotto la spinta di beni che ha non solovalutato migliori, ma che ha anche adeguati a un concetto di vincolo – dovere – che perla sua vita sociale stima non trascurabile e quindi stima anche un bene”. Anche qui sitrapassa al teoretico. E prima avevi detto che il dovere “è il momento esterno della mora-lità che si fa intellettualmente interno... È un limite che obbliga, costringe esternamenteprima, internamente poi...”. Parmi che ti abbia fuorviato quello stesso metodo che ti hafatto così ben trattare il problema morale della collaborazione ecc. Fuori dell’uomo nonci sono che i fatti. La moralità e il dovere son nell’uomo. E non sono nel campo pratico,ma nel teoretico. Nel campo pratico c’è l’origine, la quale è buona o no, conforme o noal dovere, se è conforme ai giudizi teoretici. In quanto a questi giudizi può ben dirsi chesono o elaborati dal soggetto o dalla società e poi conosciuti e accettati dal soggetto. Sial’uno, sia l’altro, sono sempre elaborati o da un soggetto o da molti. Il dovere non è unascelta, come la pura moralità; ma è una scelta di fronte a un giudizio teoretico esprimen-te obbligatorietà. Questo, nel suo puro valore logico è visione d’ordine di rapporti chenon consentono scelta: o l’origine secondo giudizio esprimente obbligo, o la colpa (ildisordine, il male). La sanzione esterna può essere un puro vincolo esterno, senza arriva-re al valore di dovere. Tale sarebbe la sanzione della precedenza del matrimonio civile. Il

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dovere nasce sempre dalla visione di rapporti che non consentono indifferenza di scelta,ma importano obbligo (morale) di scelta del bene di contro al male, dell’atto buono difronte all’atto malo. Per questo io avevo dato la stessa definizione: “convenienza del pra-tico al teoretico”, da essere differenziata dall’altra con l’aggiunta di “convenienza obbli-gatoria”.

Il tuo ragionamento può valere per la genesi del concetto di dovere, non perl’essenza; per la genesi storica e non per la genesi logica; per la genesi ordinaria e non perla genesi tipica. Questo vale anche per la genesi del concetto di moralità. Tu poni comepremessa l’ipotesi d’un uomo solitario nel modo più assoluto, senza conoscenza di uomi-ni e di Dio. E affermi che “per ciò stesso sarebbe fuori di ogni moralità e di ogni dovere”.Tal uomo non sarebbe “un uomo astratto” come tu dici, ma un uomo costretto a far dasé le conquiste avvenute per la rivelazione e per l’esperienza sociale. La moralità e ildovere non sono puri rapporti sociali; se così fossero, sarebbero rapporti estrinseci. Tu haitrascurato il meglio, cioè, il soggetto. Il conoscere, il volere, la moralità, il dovere o sononell’uomo o non sono. L’uomo solitario e ignorante di tutto (almeno per del tempo)conoscerebbe e vorrebbe come l’uomo sociale. Conoscendo e volendo conoscerebbe evorrebbe rapporti. I rapporti sono ordine. E c’è ordine che si risolve in altro ordine, e c’èordine che, risolvendosi in altro ordine sotto un rispetto, non si risolve in altro ordinesotto altro rispetto, e resta disordine. Mangiare è rapporto, è ordine. Mangiare tanto dacagionare la malattia o la morte, è rapporto ed è disordine. L’uomo solitario e nel perio-do della pura ignoranza (di Dio), conoscerebbe i rapporti ordinati e i disordinati, e arri-verebbe al concetto di dovere. Non avrebbe idea d’altri doveri, perché mancherebberoaltri rapporti. Arrivato all’idea di Dio (e ci arriverebbe presto), conoscerebbe alcunidoveri verso Dio, perché la conoscenza di Dio lo metterebbe in rapporto con Lui. Econoscerebbe doveri verso i suoi simili, se in quel luogo arrivassero altri uomini, siapure, come lui, ignari di doveri e provenienti d’altro isolamento. Nascerebbero i rappor-ti di proprietà, di famiglia ecc. Da questi rapporti nascerebbero i concetti di dati doveri.E nascerebbero, perché dovrebbero nascere, perché senza doveri in società non è possibi-le vivere.

Conclusione. Le tue osservazioni, lungi dal farmi modificare il mio concettodel dovere, me lo fanno affermare con più sicurezza. E mi fanno affermare, prima di tut-to, che il dovere non è nel puro campo pratico. Qui c’è il puro volere. Il dovere è nel purocampo teoretico. Tu dici che il dovere è voluto come bene. Ed è così, non però simpliciter.È voluto come bene, e come bene che moralmente non si può non volere senza commet-tere il male (senza disordine). Però la ragione di bene non è nel puro giudizio teoretico,ma nell’armonia che dal soggetto (in quanto volitivo) è appresa come bene. Ciò nonostante l’ultima parola non è detto che dal soggetto si possiede. Diversamente è preferitoil piacere al dovere, il bene disordinato al bene ordinato. Volere il dovere non è più purogiudizio pratico (pura volizione) ma giudizio teoretico-pratico, autodeterminazione pelbene obbligatorio anche a costo di sacrifici e di dolori.

Spero che mi darai ragione, anzi lo credo, perché credo che il mio ragionamen-to fili diritto.

M. Gravina mi scrive che accetta e che ha scritto a te. Ne sono lieto. Ci porteràil suo buonsenso e la sua fermezza.

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Domenica scorsa benedissi qui il monumentino ai caduti alla presenza delDuca di Pistoia e di senatori e deputati. Feci un breve discorso che, mi dicono, fu da tuttiapprovato.

Sto bene. Gli esami proseguono e mi assorbono. Questa lettera, come com-prenderai, è uno sforzo, tra una seduta e un’altra, sforzo gradito e che merita questonome. Il 22 si compirono 22 anni dalla mia preconizzazione. Sono già molti. Qual fardel-lo pel dì dei conti! Aiutami con le tue preghiere. Ti abbraccio

† Mario

P. S. Ho dovuto tagliare un po’ di margine perché eccedeva il peso!

(Lettera, f. 258, c. 1)

3.

Piazza Armerina, 28 giugno 1925

Carissimo fratello,ricevo ora stesso la tua cartolina del 23. Rispondo subito. Uso anch’io la cartoli-

na perché non avrei tempo per una lettera. Dunque a fine giugno costà avete freddo!Povero fratello! Anche qui da più giorni abbiamo una tramontanina più fredda del giusto.Piace però, anche perché c’era stato gran caldo. Sto bene. Come ti scrissi, son preso dagliesami. Quest’anno voglio assistere a tutti gli esami. È un po’ faticoso, ma lo reputo neces-sario. Son però contento del buon esito sino al presente. Spero che vadano bene sino allafine. È veramente un buon periodo questo. Tutti, professori e alunni fanno a gara a com-pire bene il dovere. Buon progetto di studi e buono spirito. Nel prossimo luglio, verso lametà, andrò a Castrogiovanni con tutto il Seminario. Là farò la s. visita; il seminario farà15 giorni di prevacanze e – spero – desterà nel paese – come a Terranova – un po’ di voca-zioni. I fasc. 23 e 24 son già pronti. Li riceverai fra giorni. Ti abbraccio. Tuo

† Mario (Cartolina postale, f. 258, c. 2)

4.

Piazza Armerina, 2 luglio 1925

Carissimo fratello,alla tua cartolina del 27 giugno rispondo con cartolina, perché anche a me

manca il tempo. Spero però che in settimana uscirò dal lavoro degli esami. Anche qui

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abbiamo avuto temperatura bassa e venuta di nord. Oggi però pare che voglia tornare l’e-state. Io l’aspetto con desiderio per cominciare i bagni. Sto bene. Questa volta gli esaminon mi stancano. Tu lo sai che a me tutto ciò che è passività, mi stanca. Forse perché van-no bene. Sarà il piacere di vedere il frutto dei metodi rinnovellati. Poi verrà il riposo dellevacanze. Non mi seduce; anzi mi reca una certa pena. Son così abituato a cominciar lagiornata con la scuola che la vacanza mi fa soffrire. Dunque andrai in Francia pei bagni?Aspetto che mi faccia conoscere il giorno della partenza e il luogo dove ti fermerai conNelina5. Io ne godo come se fossi io lì; potessi fare una volatina sino a te anch’io? Certo,se non fosse lungo il viaggio e caldo il tempo verrei. Ma la mia salute non comporterebbeun tal viaggio. E ne offro a Dio il desiderio. Del resto ti rivedo ogni giorno presso il s.tabernacolo. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario (Cartolina postale, f. 258, c. 6)

5.

Piazza Armerina, 6 luglio 1925

Carissimo fratello,ricevo ora la tua cartolina del 30, cioè, dopo sei giorni, quando ordinariamente

le tue arrivano tra cinque o anche quattro giorni. Godo che stai bene. Anch’io sto bene.Ho già cominciato i bagni. Mi fanno tanto bene sempre. Non so se andrò a riva di mare.Comunque, i bagni d’acqua dolce non li trascurerò per questo. Gli esami son finiti. Sonoandati bene. Non ti parlo di quelli di filosofia. Ho avuto il miglior compenso che deside-rar potessi. E ora mi preparo per andare a Castrogiovanni per un po’ di riposo e s. visitainsieme. Sento che sei quasi affaticato dalle prime lettere. Ti comprendo. Né voglio cheper me accresca la tua fatica. Mi bastano le tue cartoline. Prego per te sempre. E tu pregapel tuo

† Mario (Cartolina postale, f. 258, c. 7)

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5 Sulle quattro sorelle di Luigi e Mario Sturzo, Margherita, Remigia, Rosa e Emanuela (detta Nelina),cfr. vol. I (1924-1928), p. 4, nota 3. Su Nelina si veda anche il recente volume pubblicato dall’Istituto LuigiSturzo, Luigi Sturzo-Emanuela Sturzo. Carteggio (1891-1948), cit.

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6.

Piazza Armerina, 7 luglio 1925

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua carissima del 2.L’esempio del giudice nei casi di divorzio lo recavo io per stabilire il contrasto.

Infatti conservata la legge del divorzio, è conservato il dovere – legale – dei giudici di sen-tenziare ecc. Tranne che tu non voglia dire che i giudici debbano – qualunque sia il caso –pronunziarsi sempre pel vincolo. Però nemmeno così si moralizza la posizione del gover-no, perché – nei rapporti con esso – persistendo la legge del divorzio, persiste la ragionelegale che è immorale. La tua teoria del fatto storico e del suo ritorno nel dibattito politi-co presente mi pare che pecchi di astrattezza. La legge che in atto vige è legge viva, e storicoc’è solo il momento in cui fu voluta. Come legge viva, pugna nella coscienza attuale comeattualità e non ci sta come storia. Desidero che tu ritorni su questo punto gravissimo e,credo, ancora da là da soluzioni definitive.

Moralità. Non mi pare che io abbia formulato il problema come tu lo riassumi.Tu mi fai dire “che esiste, deve esistere la moralità pura, come deve esistere la verità”. Or ionon pongo così il problema. Così lo pongono gli scolastici. Io invece affermo che la mora-lità essendo un rapporto di teoretico a pratico ovvero una dipendenza del pratico dal teore-tico, non si attua perché ci sia o no una elaborazione storica, ma perché l’uomo è per natu-ra etico. Io ammetto il processo ambientale, tradizionale, storico, in quanto ci si risolvonoproblemi etici che gl’individui non potrebbero o non saprebbero – almeno prontamente –;non lo ammetto in quanto possa esser principio di moralità. E prego di notare la differen-za. La tradizione risolve problemi, crea codici di moralità; la ragione di moralità è nel rap-porto di teoretico a pratico; ed è universale, in quanto la mente umana è capace d’arrivarea principî universali, ed individuali, in quanto le sintesi etiche (che fanno la moralità diciascuno) sono individuali. In ciò credo che anche i nostri teologi convengano.

Se ben consideri, vedrai che dal mio punto di vista non si può uscire. Comerisolve la collettività i vari problemi morali e crea i vari codici morali? Né con le visioniastratte degli scolastici, né con le visioni universali-concrete dell’io trascendentale degliidealisti. Ogni problema che risolve la società è problema che risolve una singola persona,che viene accettata dai più perché la soluzione, corrispondendo al momento storico, cor-risponde alle disposizioni etiche dei più. Sicché il tuo processo storico è il processo indivi-duale che storicizza. Passando dal processo all’origine, abbiamo il fatto inverso. Ogniindividuo che in atto opera, opera moralmente, in quanto individualizza le soluzioni sto-riche. Se a ciò non arriva, nasce la coscienza dissenziente. È il caso di Socrate.

Sento davvero tutta l’importanza di questo problema, e mi pare tanto di stu-diarlo in tua collaborazione.

Sto bene. Leggo un libro ascetico tanto buono L’âme de tout apostolat del R. P.Chautard6. Mi fa tanto bene all’anima, mi prova come un ritiro. È tanto bello vivere unpo’ per Dio, dimenticando ogni altra cosa.

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6 J. B. G. Chautard, L’âme de tout apostolat, 4° ed. entièrement revue et augmentée, P. Tequi, Paris [1915?].

Page 26: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Ti abbraccio, caro fratello, con vivissimo affetto. Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 258, c. 8)

7.

Piazza Armerina, 12 luglio 1925

Carissimo fratello,ieri ebbi la tua del 7 con le annesse, che furono subito consegnate. Con la tua

giunsero lettere di Suor Giuseppina e di Nelina. Mi son sentito in famiglia: insieme convoi ho commemorato la nostra buona e cara sorella7 che da tre anni gode il premio dellesue virtù. Per la sua anima celebrai la messa il 10 e l’11 – oggi no, perché ho dovuto(essendo festa) celebrare pro populo. A Dio piacendo la terza messa l’applicherò per leidomani. Io partirò il 15 per Castrogiovanni. Tu però indirizza le lettere sempre a PiazzaArmerina. Vuol dire che mi seguiranno dove sono. La stampa dei fascicoli è già completa.Si aspetta l’ultimo. Io, come ti dissi, aspetto il tuo giudizio sintetico finale per decidere sulda fare circa la stampa a libro.

Dunque vai? Son proprio lieto di ciò. Un po’ di sole e di mare ti farà gran beneallo spirito e al corpo.

Ho scritto su cartolina per non aspettare domani. Ieri e oggi sono stato preso daun concorso a parroco. Sto bene. Continuo a riposare; s’intende, non scrivendo, mafacendo altro.

Prega, caro fratello, per me assai. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 12)

8.

Piazza Armerina, 29 luglio 1925

Carissimo fratello,sono stato due settimane a Castrogiovanni per la s. visita. Son rientrato ieri.

Lassù si stava tanto bene. Qui ho trovato caldo africano. Ho anche trovato la tua cartolinada Parigi.

Immagino la gioia tua e di Nelina nel vedervi dopo lunghi mesi di separazione!In ispirito ho goduto con voi. Quando ti rivedrò io? Ho avuto anche le cartoline di Neli-

19

7 Su Margherita Sturzo cfr. vol. III (1932-1934), p. 187, nota 1.

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na. Ora aspetto con ansia una lettera da Arcachon8. Che lunga attesa, caro fratello! Tunon puoi credere che pena è ancora per me non poter far partire nessuna lettera al nostroindirizzo. Avevo provato la pena del non ricevere lettere. Ignoravo la pena di non poternescrivere.

La s. visita a Castrogiovanni è andata benissimo. C’è stato anche il Seminario.Certo la visita di tanti seminaristi specialmente nelle ss. funzioni, ha fatto del bene. Oraquelli son partiti per Terranova; io son qui per la festa della Padrona. Dopo del 15 agostospero andare anch’io laggiù a rivedere il mare d’estate.

Io sto bene. A Castrogiovanni ho predicato a grandi folle e fatto il pontificalecon forze giovani.

La prima posta non mi reca la sospirata lettera. Spero la rechi la seconda. Que-sto disappunto mi spegne l’estro. Poso dunque la penna, attendendo...

La seconda posta reca la tua cartolina del 24. Riprendo la penna, benché siasera, perché non posso più aspettare: ho aspettato troppo.

C’è a Dose il nostro Sac. Velardita. È andato presso il signor Peters per appren-dere l’accento. Insegna francese già nel nostro seminario. Gli scrivo che venga a trovarti ea darti a voce le nostre nuove. È tanto vicino!

Ho letto la recensione del prof. G. B. Nicola. Sono rimasto molto soddisfatto.È una critica ma è anche una valutazione. La critica ferisce poco.

Gli ultimi fascicoli son pronti da più giorni. Ti si mandano costà. Mandai l’in-tera serie al prof. Cicapi, come tu mi dicesti. Gradirei molto una sua lettera-giudizio.

Stasera scrivo breve. Non posso però non far cenno di ciò ch’io pensi di quelche tu chiami principio di moralità, che io formulerei così “l’ordine dei rapporti pratici vaosservato”. Formulato così, formulato in qualunque altro modo, è sempre un giudizioteoretico dei rapporti pratici, quindi sempre sintesi di teoretico e di pratico. La qual sinte-si dà la buona o la cattiva morale, secondo che in atto è o non è ordine dei rapporti. Negopoi che sia la stessa verità. La verità è il puro rapporto teoretico; invece il principio dimoralità non può esser che l’ordine pratico; il giudizio teoretico di moralità non può esse-re che teoretico dell’ordine pratico.

Tu a volte rivivi i vecchi schemi di filosofia. Del resto nessuna sorpresa. Quellafu la tua e la mia formazione.

Ora fo punto. E aggiungo due righe per Nelina. Vi abbraccio con vivissimoaffetto. Vostro

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 258, c. 15)

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8 Celebre stazione balneare sulle coste dell’Atlantico nel sud ovest della Francia.

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9.

Piazza Armerina, 3 agosto 1925

Carissimo fratello,scrissi a te e Nelina appena avuto il tuo indirizzo, cioè il 29 luglio. Ricevetti la

tua del 26 luglio, il 31 luglio. Godo assai nel saperti sano e mi confortano non poco lenotizie che mi dai della salute della cara sorella. In ciò non mi essere avaro di ulteriorinotizie. Dunque siete in un luogo delizioso: tra il mare ceruleo e il mare verde! Penso checotesta pinetta sarà quanto tutto il bosco di Santo Pietro buon’anima sua! Che incanto!Son tentato di fare un viaggio cento volte desiderato: una visita a Lourdes e a voi. Lourdesnon dev’essere molto lontana da Arcachon. Poi penso che fa troppo caldo e che mi sentovecchio. Forse non sosterrei un viaggio così lungo. Tu cosa mi dici? Quanto ti fermeraicostà? Le dispense ti sono state spedite – penso –. Le aveva recate con sé Mons. Fondaca-ro9 quando partimmo per costì. E le portò poi a Terranova. Se non le avessi ancora rice-vute, scrivimelo. Sto bene. Penso di scrivere un articolo per illustrare la mia teoria dellaconoscenza contro le critiche della «Rivista Rosminiana» e del prof. Nicola. I primiappunti sono là. Lo studio riuscirà, spero, di valida conferma a quanto ho detto nel libro.Leggi nell’ultimo fascicolo della Neo Scolastica lo studio di Zamboni10 sulla teoria mora-le di S. Tommaso. C’è da discutere e criticare assai. Verrà qui Mario Vaccaro tra giorni adar gli ultimi ritocchi al mio vecchio ritratto. Vi abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 14)

10.

Piazza Armerina, 13 agosto 1925

Carissimo fratello,ricevo la tua del 9 tanto cara e tanto affettuosa. Accetto il tuo consiglio: meglio

in primavera o in autunno per Londra. Basta. Vedremo. Ti ringrazio assai del giudizio sul-l’ultimo capitolo. Non mi hai scritto nulla intorno al capitolo precedente, quello che trat-ta sulla teoria di Gentile. Aspetto che mi parli anche di quello. Giacché tu giudichi bene illavoro, lo limerò e rifarò, dove domanda di essere rifatto, alla ripresa del lavoro, cioè inottobre. L’articolo di risposta ecc. è quasi pronto. Appena copiato, lo manderò a te. Tu,limatolo buono, lo manderai alla «Rassegna Nazionale» e a me farai avere le tue osserva-zioni, delle quali terrò conto nella correzione delle bozze. Come hai giudicato l’articolo

21

9 Su Vincenzo Fondacaro cfr. vol. I (1924-1928), p. 22, nota 4.10 Su Giuseppe Zamboni cfr. vol. I (1924-1928), p. 80, nota 1, p. 159 nota 1 e vol. II (1929-1931), p.

361, nota 1.

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del prof. G. B. Nicola sul «Bollettino»? Del processo sociale-collettivo parlerò nel nuovotrattato, cioè, nel trattato del problema morale. È sera; e mi limito a una cartolina. Di gior-no i momenti liberi se li prende il prof. Vaccaro (che vi ossequia). Il ritratto è quasi finito.Ed è buono. Sto bene. Scriverò a lungo dopo il 15. Ora siamo in festa, anzi festona. ANelina dì tante cose. Tu, caro fratello, abbiti un abbraccio forte forte in Corde Iesu. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 16)

11.

Piazza Armerina, 20 agosto 1925

Carissimo fratello,al contrario. La nostra anima prima è determinata, poi libera; libera in quanto

potere di scelta. Ciò è assolutamente certo. Tu senti difficoltà ad ammetterlo per lo statodella tua mente, formata alla scuola scolastica.

È prima determinata, poi libera l’anima, per la legge della potenza e dell’atto.Che l’anima, messa una volta in atto, muova se stessa per una serie di volizioni è sogno diMercier11. Ne parlo dove parlo della teoria scolastica. L’anima per volere dev’essere stimo-lata a volere. Dato lo stimolo (del bene), la prima risposta non può esser che immediata.Se no, si dovrebbe supporre un terzo termine (assurdo). Immediatezza è determinazione.Il resto va da sé; e lo trovi nei miei fascicoli. L’autodeterminazione è sempre scelta, è sem-pre determinazione in rapporto all’azione del bene (passi l’espressione vecchia). Ma tiripeto, ciò è assolutamente certo.

Gli scolastici non seppero provare la libertà? È proprio così. Ma qui la Chiesanon c’entra. La Chiesa afferma la libertà come domma. Il resto lo fanno i teologi e i filo-sofi. Però la sostanza è salva, giacché gli scolastici affermano la libertà. Tu vorresti che iocerchi nella storia... Caro fratello, non ho nulla da cercare. La teoria di S. Tommaso èquesta. Io solo evito il nome di S. Tommaso e metto avanti quello degli altri, anche del-l’autore del Dizionario filosofico che del resto è un bel lavoro. È tattica di prudenza.

Fò punto, perché mi preme che questa vi trovi a Le Moulleau12. Pel dono a Teresa accetto il consiglio di Nelina. Ho già mandato a Tanfani una

bella corona grezza di madreperla perché la faccia rilegare in oro e la mandi in astuccio dicuoio fino.

Sto bene. Vi abbraccio con vivissimo fraterno affetto

† Mario(Lettera, f. 258, c. 17)

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11 Su Désiré Mercier cfr. vol. I (1924-1928), p. 16, nota 6 e p. 21, nota 3.12 È il quartiere più ad ovest di Arcachon. Oggi uno dei quartieri eleganti della città.

Page 30: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

12.

Piazza Armerina, 6 settembre 1925

Carissimo fratello,ricevo la tua da Parigi. Ti scrissi in quella appena ricevuti gli indirizzi cioè, il 30

agosto e il 1° settembre. Spero che le abbia ricevute. Ti dicevo che soffro di stomaco comea Roma l’anno scorso. Spero che il risolversi della stagione mi giovi. Ti dicevo che il pro-messo articolo è venuto una monografia e che sarebbe bene pubblicarla subito a opusco-lo. La Seli ne assumerebbe la pubblicazione? Io (se fosse bisogno) ne comprerei centocopie. Il manoscritto ti sarà spedito in settimana. A Caltagirone vado il 10 e torno l’11per riandarvi quando verrà Nelina. Tuo

Mario(Cartolina illustrata, f. 258, c. 21)

13.

[Piazza Armerina], 9 settembre 1925

Carissimo fratello,ecco il lavoro. Ora a te il giudizio. Sto ancora poco bene. Questo benedetto stomaco non si vuol rimettere. Spero

che giovi il fresco dell’autunno imminente.Il lavoro che ti mando è da sé una lettura. Attendo con ansia il tuo giudizio. Se

favorevole, manda subito il manoscritto alla stampa.Ti abbraccio. Tuo

Mario(Foglietto di carta, f. 258, c. 24)

14.

Caltagirone, 11 settembre 1925

Carissimo fratello,arrivai ieri sera. Benedissi le nozze. Feci le tue parti. Riparto subito per Piazza

Armerina. Ieri ebbi la tua cartolina da Londra. Sono ancora sofferente. Poca cosa però – etranseunte – dice il medico. Sono però condannato al riposo. È dura questa condanna.Tutti ti fanno tante cose. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 258, c. 25)

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Page 31: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

15.

Piazza Armerina, 16 settembre 1925

Carissimo fratello,grazie di cuore degli auguri. Il mio primo onomastico, è il 12, sempre, col nuo-

vo rito. Sto meglio assai. Il torpore di stomaco è alla fine. Riprendo infatti il lavoro, conmisura. Ora attendo la venuta di Nelina, che mi porterà le tue nuove. Io ti scrissi una car-tolina il 6; il 9 ti mandai raccomandata il mio nuovo lavoro; l’11 ti scrissi una cartolina daCaltagirone. Appena avrò il tuo giudizio sulla mia sintesi, ti scriverò per lettera. Ho tantecose filosofiche da dirti. Il titolo di questo lavoro va mutato così: Il monointuizionismo.Sintesi costruttiva del Problema della Conoscenza. Sto scrivendo un’introduzione, che repu-to necessaria. È a buon punto. Della critica del prof. Nicola non mi parli ancora? Sto leg-gendo il De Sarlo13. Il Tilgher ancora non mi è arrivato. Il Ianni è proprio il vecchio par-roco di Mazzarino. Ed è poeta, sicuro! E poi è munifico. Ha fatto lui le spese di stampadei fascicoli. Perciò li ho – messi – fuori commercio. Ed è un amico. È vecchio però ... ha80 anni; e malato. Scrivimi a lungo; parlami di te e dei tuoi lavori. Amami quanto t’amoio. E prega per me sempre, come io faccio per te. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 31)

16.

Piazza Armerina, 29 settembre 1925

Carissimo fratello,sto bene. Il mal di stomaco è passato. Quell’altro male non fu che un fenomeno

passeggiero, effetto e non causa! Né ha lasciate tracce. Ieri fui a Caltagirone. Una gita alampo. Nelina sta bene e ti saluta. Ho letto il Tilgher. Niente libro filosofico. È più chealtro, parodia ed ha altri fini. Credi alle recensioni! Lavoro, come ti scrissi, a rifare la miasintesi. Ho scritto già la parte che tu ci volevi; sul composto umano. Lavoro con entusia-smo. È la prova delle prove che già sto bene. Spero di presentare il mio lavoro con altrafisionomia, analoga all’introduzione, che a quest’ora avrai letto. Il caldo è cessato. Abbia-mo avuto la pioggia, che si desiderava. È l’amato autunno che sempre mi mette nello spi-rito la voluttà della scuola. Il De Sarlo procede sempre a un modo. Mai dentro il sistemache combatte, sempre soporifero; sempre deficiente. Mi meraviglio di me stesso comepossa continuarne la lettura. Aspetto il promessomi de Ruggiero Storia del Liberalismo. B.

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13 F. De Sarlo, Gentile e Croce. Lettere filosofiche di un superato, Le Monnier, Firenze 1925. Cfr. vol. III(1932-1934), p. 334, nota 1.

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Croce nella «Critica» ne dice tanto bene. Del resto anche la Storia della filosofia rivela loscrittore. Ho celebrato con viva commozione il mio 36° anniversario del sacerdozio. Pre-ga pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 32)

17.

Piazza Armerina, 2 ottobre 1925

Amatissimo fratello,sei preoccupato senza ragione. Il sospetto del diabete svanì presto. Fu effetto

transeunte del mal di stomaco. Un giorno mi fu consigliato come rimedio l’uva. Il gluco-sio, che è lo zucchero dell’uva, si depositò tal quale nelle urine. E fu giusto quello il gior-no dell’esame delle medesime. Gli altri esami son tutti riusciti negativi. Lo stomaco si varimettendo lentamente. Il tepore autunnale compie l’opera sua benefica.

Lessi il tuo articolo sulla società delle nazioni. Come filosofia, è una bella cosa.Tu hai pienissima ragione. Ma devi anche ricordare che su ciò andiamo d’accordo. Tra mee te c’è una sola differenza: tu parli (non qui, ma nelle tue lettere di primavera) ancoracon la mentalità scolastica; io no. Io ammetto che la moralità sia sintesi di teoretico e dipratico. Né così, come tu dici, riduco il problema a termini particolari; perché il teoreticoè un particolare-universale ovvero un universale-particolare. Universale in astratto. Se siprende solo, ricadiamo nella mentalità scolastica. Universale-particolare in concreto. Icasi che tu studi non sono che soluzioni di dati problemi, relative un tempo, ma morali,perché sintesi ut supra; assoluto poi; per una più giusta visione del teoretico. In quantoalla guerra, credo che in te ci sia più che altro del lirismo. Potranno attenuarsene le cause;ma non si arriverà mai a reputarla semplicemente male, perché le ragioni di legittimadifesa, in individuale e in modo collettivo, ci saranno sempre.

Lavoro sul mio monointuizionismo. Lo rifondo tutto, eliminando ogni accen-no di polemica. Va bene così?

Prega per me assai. Lunedì fui a Caltagirone. Già te lo scrissi. Verso il 20 andròa Caltanissetta a riabbracciare Suor Giuseppina. Mi fa sperare che ci verrà anche Nelina.

Ti abbraccio con vivissimo affetto. Tuo

† Mario(Lettera, f. 258, c. 35)

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Page 33: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

18.

[Piazza Armerina], 5 ottobre 1925

Carissimo fratello,ti mando la bozza di procura per la divisione redatta dall’avv. Barletta14. Puoi

nominare procuratore Michele Gravina (del fu Paolo). La puoi mandare direttamente aNelina. A me ne darai notizia.

Sto bene. Il mio lavoro di rifusione prosegue normalmente. Oggi aspettavo tuenuove. L’ultima cartolina la ebbi il 30. Son 5 giorni. Ricevesti l’Introduzione? Ma orascompare e meno assorbita dal libro. Dico libro, perché tale verrà, a Dio piacendo.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Foglietto di carta, f. 258, c. 36)

19.

Piazza Armerina, 9 ottobre 1925

Carissimo fratello,Ti scrissi il 5. Desidero sapere se hai ricevuta la mia. Io sto bene. Il male è passa-

to. La rielaborazione del mio monointuizionismo procede alacremente. Ne verrà un lavo-ro nuovo; e spero che non ti dispiacerà. Come ti dissi, ogni polemica scoperta vi è tutta-via. Oltre a ciò il problema è trattato nella sua interezza, e perciò, anche in rapporto aisistemi non intellettualistici. Son contento di aver deciso di rifonderlo, o meglio, pren-derlo daccapo. Come procuratore si può anche scegliere Gesualdo, e forse conviene. Ierividi Nelina. Fu qui un istante. Non mi hai parlato di Chesterton15 né dell’articolo diNicola. Dammi l’indirizzo di quest’ultimo. Dato che rifondo il lavoro, puoi limitare letue osservazioni o puoi aspettare il nuovo lavoro. Come questo non sarà quello. E ti biso-gnerà far di questo la critica. Fra giorni ricomincio le mie lezioni. Mi sento meglio prepa-rato. Ed avrò giovani più intelligenti. Preparo i miei successori. Oggi ne ho tre. E fannostudi speciali. Amami e prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 39)

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14 Su Gaspare Barletta e su suo padre Oreste Barletta cfr. vol. I (1924-1928), p. 67, nota 4 e vol. III(1932-1934), p. 62, nota 1.

15 Su Gilbert Keith Chesterton cfr. vol. IV (1935-1940), p. 151, nota 1.

Page 34: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

20.

Piazza Armerina, 13 ottobre 1925

Carissimo fratello,sono stato a Caltagirone un giorno e torno a momenti. Ci sono stato per confe-

rire con l’avvocato, perché m’ero accorto che nella bozza di procura erano incorsi errori difatti. Si è tutto riesaminato e controllato e si è redatta nuova bozza di procura che ti man-do. È necessario che la procura sia questa, perché solo questa è esatta. Falla subito eseguirecon tutte le formalità di legge e mandala a me raccomandata.

Sto bene. Nelina anche. Ti saluta. Il mio lavoro sul monointuizionismo procedesenza fretta, ma con assiduità. Viene una cosa diversa, e spero che non dia luogo alle tue cri-tiche, come quelle che mi hai mandate. Di queste non ti parlo perché non metto il conto.

Il consiglio di abbandonare questo lavoro per ora e tornare all’altro sulla voli-zione e sulla morale, non posso accettarlo. La conoscenza è la base e dà legge al resto. Tut-ti gli errori filosofici derivano dalla soluzione che si dà al problema della conoscenza. Unasoluzione soddisfacente non esiste. Il monointuizionismo, come viene rielaborato, pensoche debba imporsi; certo che supera molti punti morti e poggia su ragioni solidissime. Ionon ho i tuoi timori. Il caso Rosmini è molto diverso: là si trattava di ontologismo, per-ché, come sai, Gioberti trasse finalmente nella sua orbita un po’ il buon Rosmini. Maposto che qualche tribolazione potesse venirmene, non mi arresto per questo. Sento checompio un dovere di prim’ordine. Io non so perché tu non dai al problema della cono-scenza tutta l’importanza che merita.

E ora, dopo un giorno di viaggio, di studio, di discussioni, di spostamento diore, non ti sorprenderai se ti dico che sono un po’ stanco. Fo punto. Ti prego di mandar-mi subito la procura. L’incontro con Suor Giuseppina sarà qui a Piazza. Ancora non so ilgiorno.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario

La procura la farai al sacerdote Vincenzo Fondacaro del fu Gaetano.

(Lettera, f. 341, c. 23)

21.

Piazza Armerina, 19 ottobre 1925

Carissimo fratello,ricevetti la tua carissima dell’11 ed anche quella del 3. A questa ho già risposto.

Ora solamente aggiungo le mie impressioni che tu desideri. La prima fu impressione d’e-

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Page 35: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

sagerata sensibilità a mio riguardo, quando tu sei ben altrimenti sereno e forte a tuoriguardo. Né il codice né le encicliche o le semplici lettere pontificie hanno mai inteso dicanonizzare l’intellettualismo in quanto sistema. La filosofia di S. Tommaso, di cui parla-no, è sostanza e non fumo. L’intellettualismo fu, più che altro, ipotesi di studio. Penso chenon fu mai utile. Il realismo temperato di cui ancora si mena vanto (ne vivi anche tu), fuun modo di esprimersi consono ai tempi. Ma impedì l’intelligenza del giusto nominali-smo e del giusto concettualismo. Questi due sistemi, purgati delle inferenze teologiche, econsiderati nel loro valore logico, furono intuiti felici, infelicemente soccombuti. Il con-cetto puro, ammesso dai realisti, non è concepibile: puro è nulla, è flatus vocis (nominali-smo). Il concetto pensamento e non intuizione di essenze, è il vero concetto (concettuali-smo). Né il nominalismo né il concettualismo, ben compresi, furono errori; e invecefurono la visione giusta del concetto che avrebbe potuto far superare l’intellettualismo.Errore dei tempi!

Seconda impressione. Tu vivi ancora di reminiscenze d’università. Tutti gli sco-lastici sono aristotelici, perché tutti sono intellettualisti. I sistemi si aggrappano in moltimodi. Però le differenze occidentali non fanno vere distinzioni di sistemi. L’intellettuali-smo è la teoria dell’intelletto separato (Aristotelismo). L’intelletto separato è l’intellettoche agisce senza concorso della sensitività. È un assurdo. Posto però così l’intelletto, lesoluzioni non tomistiche, non si reggono, pure restando intellettualistiche; perché unintelletto separato non può comunicare che con un oggetto illuminato da luce intelletti-va. Tu comprendi come questo e non altro è il punto centrale di una lotta attuale efficace.

Terza impressione. Tu torni sul principio di individuazione. Ti prego di rilegge-re quanto dissi in Problema della conoscenza. L’individuazione, qualunque siano le teoriefisiche dell’essere, non riguarda che gli oggetti nella loro attualità. L’evoluzione riguarda leunità successive. Ma anche che riguardasse le unità attuali, la filosofia non parlerebbe inmodo diverso. Ciò che è uno è tale per la sua attuale natura, e non mai per una fantasticaessenza, una per tutti, determinata dalla materia quantitate signata.

Tu parli poi del conoscere gli attributi, e dici che potrebbe anche essere catego-rizzare. Or io proprio studio questo punto e risolvo. È la parte più importante del mano-scritto che è presso di te, che ora nel rifacimento prende luce più chiara.

Tutto sommato, ripeto che a me sembra un dovere altissimo quello d’infrange-re idoli e feticci. Così solo la filosofia nostra potrà esser anche oggi efficace.

Io poi non ho timori, perché quel che io tocco non ha rapporti intrinseci con lafede. Io tocco sistemi. Ci potrà esser rumore. Ci sia. Così solo la verità potrà affermarsi.

E ora del tuo problema circa i giudizi morali. Io, come ti scrissi, penso come te.Penso diversamente solo circa il futuro giudizio sulla guerra. Come sempre è lecita la dife-sa personale, così sarà sempre lecita la guerra difensiva. La civiltà potrà influire benissimoa far reputare, come sempre è stato, illecita la guerra offensiva ingiusta; potrà insegnare afrenare l’egoismo; non cangerà mai la natura dell’uomo. E ci sarà sempre il birbante cheaggredisce il galantuomo, e il galantuomo che si difende; e ci saranno sempre popoli egoi-sti che faranno guerre ingiuste.

E fo punto. Scrivo in fretta perché ho troppo da fare, e scrivo come il sindaco.Sto bene. Stamani ho fatto la mia prima lezione. Come ci godo! Ed ho buoni

alunni. Ho poi tre giovani, uno già prete, che frequentano le mie classi come assistenti.

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Page 36: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Hanno già fatto il corso; ma fanno il tirocinio. Domani saranno i miei successori. L’entu-siasmo in tutti, maestro ed alunni, è vivo e forte.

Dunque il mio lavoro sul monointuizionismo procede bene. Io ne son conten-to. Appena sarà pronto, te lo manderò. E bisogna che si stampi subito. Cosa ti ha rispostol’amico? Laterza accetta?

Ti abbraccio forte forte. Tuo

† Mario

P. S. Il 14 ti spedii raccomandata la nuova bozza per la procura, riveduta e cor-retta. Deve esser questa. Mandala a me appena stipulata.

(Lettera, f. 258, c. 43)

22.

Piazza Armerina, 26 ottobre 1925

Carissimo fratello,m’avvedo che ti scrivo con ritardo; ma il tempo fugge così, che non me ne

accorgo. Ti scrissi il 17 e il 19 per lettere; ora accomodo con una cartolina. Mi manca iltempo. Buon segno! Vuol dire che si sta bene e si lavora. E sto bene, e lavoro. Laterza harisposto? Se rispondesse no, vorrei trattare con Marietti. Fa edizioni magnifiche, e nelnostro campo, è uno degli editori più affermati. L’atto si farà qui. Ho letto il romanzo diL. Bertrand16 (quello dell’appendice): è un gran romanzo, ma non è un bel romanzo. Èperò intemerato, tranne certi cenni sulla condotta passata del protagonista Cecilius.Comunque del valore ne ha. Conosci Bertrand? È un convertito e uno scrittore valido diparte nostra. C’è di lui una vita di S. Agostino molto stimata. Con Nelina a volte parlo altelefono. Io l’ho in casa. Essa va o da Michele o da Favitta. Domani è un anno che seicostà. Ti sono vicino con più affetto. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 48)

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16 Su Louis Bertrand cfr. vol. I (1924-1928), p. 188, nota 6 e vol. II (1929-1931), p. 211, nota 5.

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23.

Piazza Armerina, 31 ottobre 1925

Carissimo fratello,ieri conferii con Gesualdo. Si è concluso di non cercare altro e contentarci della

cosa fatta. Vidi anche Nelina. Sta bene. Mi disse da tua parte di non lavorar troppo. Tudunque credi che io lavori troppo? Come t’inganni! Fo quel che posso. Ti scrissi una car-tolina il 26. E torno con le cartoline. Tornerò che non ho tempo. Ho ricordato in Dominola data del 25 e del 27 ed ho pregato per te. Domani celebro, a Dio piacendo, il mio ses-santesimo quarto genetliaco. Vedi come son vecchio. E occorre farsi santo in fretta.Aspetto la risposta di Laterza. Ti scrissi che, nella negativa, vorrei trattar con Marietti.Però il mio pensiero torna alla Seli. Il lavoro è così connesso col primo, che mutar tipo-grafia non mi persuade. Poi penso che l’uno farà di réclame all’altro. Comunque, aspettotue comunicazioni. Sto bene. Sto leggendo una bella vita del Beato G. Cafasso17. Fa tantobene all’anima! Aspetto ancora il De Ruggiero promessomi da quando eri in Francia.Dire ancora che l’opera di S. Tommaso è come una cattedrale gotica, a cui nulla si puòsottrarre, è fare della retorica vecchia e mostrare di non conoscere quell’opera in sé. Pregaper me. Io sempre prego per te. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 50)

24.

Piazza Armerina, 2 novembre 1925

Amatissimo fratello,leggo la tua carissima del 28 ottobre che ricevo a momenti. Ieri ti scrissi come,

avendo conferito con Gesualdo, si conchiuse d’accettare la procura tal quale. Compresisubito le ragioni. Mi rincresce però che tu abbia avuto tanto dispendio per sostituire a unnome un altro. Avresti dovuto comprendere che ciò era cosa molto accidentale. Non so inche senso ti abbia scritto Nelina. Michele ci è ancora amico come prima. Ma cosa fattacapo ha.

L’atto sarà fatto tra giorni, appena arriva la procura di Suor Giuseppina che s’èdovuta mettere in armonia. Insomma siamo stati tra due fuochi. Ma ora tutto è aggiusta-to e pronto. Non si tratta che di pochissimi giorni di attesa; due o tre al più.

Non conosco il Rougier di cui mi parli. È contrario alla Scolastica? Qual è ilsuo valore?

30

17 C. Salotti, Il beato Giuseppe Cafasso: la perla del clero italiano, Marietti, Torino-Roma 1925.

Page 38: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Il mio rifacimento è a buon punto. Viene un lavoro tutto nuovo. Tolta la pole-mica, son anche tolti i punti che veramente stridevano un po’. La polemica ha le sue leggi.

Nego che in san Tommaso tutto sia oro. È stato errore crederlo. C’è tanto divecchio e di morto.

Nego che la distinzione tra essenza ed esistenza abbia valore. Tra gli scolastici èdiffusa. Dice il Reinstandler che le due opinioni pro e contro sono egualmente probabili eche quindi si può scegliere a piacere. Io penso che la quistione è azione per non dire stupi-da. Se il possibile fosse qualche cosa, si potrebbe dire che, passando all’esistenza, acquistiun nuovo elemento. Ma il possibile è un puro pensamento. La realtà è l’esistente. Ora l’e-sistente e l’essere o essenza non son due cose nemmeno idealmente. Idealmente non sisepara nulla; ma si pensa l’esistenza sempre in funzione dell’esistente. E la pura esistenzanon si pensa, perché non è possibile; pura è nulla, come ogni altro concetto.

Nemmeno ha importanza la questione sul principio d’individuazione. La teoriatomistica è una certa cosa che non ha nessun valore.

Io vorrei che tu superassi certo stato di pensiero, che sa di università romane.Sto bene. Lavoro con entusiasmo. Aspetto ancora la risposta di Laterza. Vorrei

che il mio lavoro si stampasse subito appena finito. Credo che sarà finito tra una ventinadi giorni. Il più è fatto. Ma ti ripeto, è tutta cosa diversa dal primo. Pur essendo la elabo-razione del primo concetto. Io ne son convinto. Ho ragione? Tu me lo dirai.

Ieri compii 64 anni. Vedi come son vecchio! Prega per me. Ti scrissi una carto-lina l’altro ieri.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 258, c. 51)

25.

Piazza Armerina, 7 novembre 1925

Carissimo fratello,ricevetti i tuoi affettuosi auguri un momento dopo aver mandato alla posta la

mia del 2. Grazie di cuore. Come più crescono gli anni, più ci appressiamo al beato gior-no del nostro passaggio, che ci renderà in uno a Dio. Aiutiamoci con la preghiera a nonfallir la via. Ti scrissi il 31 e il 2. Sto bene. Lavoro con alacrità. Sono a buon punto. Tiscrivo una cartolina per non ti far desiderare le mie nuove. Per una lettera mi manchereb-be il tempo. Le mie scuole vanno benissimo. In quanto al tempo certo è preferibile la pri-mavera. E sarebbe bene far coincidere il viaggio col congresso nazionale di filosofia che siterrà a Milano in primavera. Tutto sommato, prender parte a quel congresso non saràmale. Due anni fa il congresso nazionale si tenne a Firenze. Ti ricordi? E ci presero parteanche i nostri. Dopo le belle affermazioni del congresso di Napoli, i nostri potranno pre-sentarcisi con maggiore sicurezza. Comunque, una decisione definitiva non si potrà pren-

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Page 39: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

dere che più tardi, certo non prima di Natale. Tu però mi dirai sin da ora se sarà possibileavere comunicazioni utili ai lavori di cui mi occupo, ai problemi che studio. Vedo che lemie lettere si son fatte ora un po’ aride. E vorrei scriverti di me come lo scorso anno. Spe-ro aver più tempo appena dato via questo benedetto monointuizionismo che tanto mioccupa e appassiona. Prega per me assai, affinché nulla metta sulla carta che non sia veritàe di gloria a Dio. Io prego per te sempre. E ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 53)

26.

Piazza Armerina, 12 novembre 1925

Carissimo fratello,i due volumi di morale li trattengo. Te lo scrissi in giugno. Accetto Laterza. Quando l’originale sarà pronto, lo manderò a te per le osserva-

zioni: tu conchiuderai col detto tipografo per la stampa.Ieri si firmò l’atto qui. Gesualdo certo ti avrà stamani dato conto di tutto. Desi-

dera che gli mandi presto la quietanza di quelle £ 74.038,09 che sono in dipendenza dellaprocura 16 ottobre 1925 ai rogiti del notaro John Martyn Dimond di Londra e dell’attodi divisione relativo rogato l’11-11-1925 da notaro Giovanni Rizzo di Piazza Armerina.

Ho ricevuto la tua cartolina. Sto bene. Anche Nelina sta bene. Son sempreoccupato. E perciò scrivo sempre breve. Supplisco il tuo affetto. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Il Vescovo di Piazza Armerina”, f. 258, c. 56)

27.

Piazza Armerina, 17 novembre 1925

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina. Ho scritto pel Rougier. Io ti scrissi una lettera il 12.

Ti dicevo che l’atto era stato firmato il giorno avanti. Sto bene. Son tutto preso dal miolavoro, che però è alle ultime pagine. È venuto proprio altra cosa. Sarà subito copiato e tisarà spedito. Le mie scuole procedono benissimo. Ho già i miei bravi assistenti (formatida me) che mi alleviano del lavoro della ripetizione. Il 26 è il tuo genetliaco. La mia men-te di questi giorni spesso torna al 26 novembre del 1871. E prego per te assai. Che il buon

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Page 40: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Dio ti assista e consoli e colmi delle sue grazie. Il Cielo, amato fratello, ci chiama; è lanostra casa. Là saremo riuniti nella felicità del possesso di Dio. Occorre non si smarrir pervia. Ho letto una vita del beato Cafasso, scritta da Mons. C. Salotti: che uomo! Che sacer-dote illuminato e santo! E che bel lavoro questo del Salotti. Come mi piace sentirmi leg-gere vite di santi! A tavola da me si legge sempre. È la più bella compagnia per me. Tiabbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 59)

28.

Piazza Armerina, 23 novembre 1925

Amatissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina del 16. Hai tu ricevuto la mia lettera del 12? Ti

mandavo la minuta della quietanza da fare al tuo procuratore G. Barletta.Ieri Barletta con Nelina furono qui. Barletta, avendo riflettuto, ritiene che la

quietanza debba esser vistata dal Console. S’intende, se fatta per atto pubblico. Tu comel’hai fatta? Se per pura scrittura privata, Barletta non se ne contenta. Egli vuol esser garan-tito nel modo più sicuro, avendo assunta la responsabilità di procuratore, firmato l’atto,ricevute e trasmesse a te le somme. Dunque desidera una quietanza per atto notarile; edesidera che sia fatta secondo la minuta dettata da lui, che ti acchiudo; e che la firma delnotaro (lo stesso Dimond) sia legalizzata dal Console e mandata a Nelina a Roma (Nelinariparte fra giorni), perché faccia dal ministero legalizzare la firma del Console.

Spero che tu non abbia ragioni in contrario, e che tutto faccia con sollecitudine.Nelina sta bene. Anch’io sto bene. Il mio lavoro non è ancora finito. Mi cresce

sotto la penna. Però son davvero alle ultime pagine.Ti ripeto gli auguri, fervidissimi, per tuo genetliaco. E prego assai per te.Se hai fatto la quietanza per atto pubblico, senza il visto, ti sarà rimandata da

Barletta, perché tu curi questa formalità. Tu comprendi che Barletta non ha torto.Ti abbraccio forte forte.Tuo

† Mario(Lettera, f. 258, c. 61)

33

Page 41: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

29.

Piazza Armerina, 28 novembre 1925

Carissimo fratello,ricevetti la tua lettera del 19; ricevo ora la tua cartolina del 23. Tu certo avrai rice-

vuto la mia lettera del 23. Come in essa ti dicevo, furono da me il giorno avanti Nelina eVavà; questi dettò una formula di quietanza di cui ti trasmisi copia. Sto bene; lavoro nellapienezza delle mie forze; mai come ora mi son levato dal lavoro senza ombra di stanchezza.Speravo in questo dirti d’aver scritto l’ultima pagina del mio lavoro. Spero, a Dio piacendo,scriverla domani. Poi lo rileggerò e farò copiare. È stato saggio consiglio aver insistito suquesto argomento e non passare al problema della volizione. Infatti son arrivato a conquisteche ora mi gioveranno per la correzione e compimento di quel lavoro. Sto leggendo Monta-lembert. Assai importante. Il Salotti, vita del B. Cafasso è in lettura al seminario. Subitodopo lo manderò a te. Io non penso di riposarmi, perché non ne ho bisogno. Questo lavoroche mi ha occupato più di quattro mesi, mi lascia fresco. Mentre un po’ di cura del mal distomaco mi ha rifatto. E sarebbe un rubare il tempo a Dio, pensare ora al riposo. Se Diovorrà, me lo prenderò dopo Pasqua se avrò la fortuna di far un viaggio a Parigi. Caro, il 25applicai la messa per te e Nelina. E ora ti abbraccio e mi raccomando alla tua preghiera. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 65)

30.

Piazza Armerina, 3 dicembre 1925

Carissimo fratello,ebbi ieri la tua lettera. Mi pare che non abbia penetrato il senso della minuta

che ti mandai il 12. Ha il senso di ratifica. Dicevo qui che nel mandato occorreva la lega-lizzazione. Manca lì; sia nel nuovo atto. Ecco tutto. Tu hai ingegno. Se poi legalmente siacome dice il notaro, chi può affermarlo? Vavà, che prima negava, poi s’è arreso.

Scrissi l’ultima pagina del Monointuizionismo martedì. Ora sto rileggendo edando gli ultimi ritocchi. Quindi sarà copiato e mandato. È venuto 188 pagine; giustoper un volume. Io non ne sono scontento. Il mio pensiero vi ha fatto nuovi superamenti.Parmi anche chiaro e convincente. Questo pare a me. Ora aspetto il tuo parere. Desiderosolo che non abbia fretta, come non ne ho io. Sento tutta la responsabilità d’un lavoro,che se è come io lo credo, non resterà senza ripercussioni utili.

Vai a Parigi? Divertiti e riposati. Io non ho visto ancora Suor Giuseppina. Nel-l’estate m’impedì il mio male di stomaco. Ora sto bene; ma ogni mutamento di ore mi siripercuote in questo benedetto stomaco. Pensa se io desideri rivedere la cara e buonasorella! Spero in primavera.

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Il Montalembert è stato letto; me ne restano una trentina di pagine. Che uomo!E che bel libro! Dio benedica tutti coloro che sanno come lui amar la Chiesa.

Povero Don Giulio! L’ho pianto come parente! Nelle mie preghiere l’ho semprepresente. Penso al tuo dolore. E prego a te conforto dall’alto.

Nelina è tornata a Roma senza dormire una sola notte a Piazza. La sua partenzaha portato via un brandello del mio povero cuore. Come la vita presente è manchevole!Che il buon Dio ci accolga tutti nel suo regno. Aiutiamoci, vivendo a renderci degni. Tiabbraccio. Tuo

† M.(Lettera, f. 258, c. 69)

31.

Piazza Armerina, 9 dicembre 1925

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina del 4 e ricevetti quella precedente. Nelina partì dopo l’ura-

gano, quando la linea era stata rimessa. Scrive che sta bene e che ti ha scritto. Questa non titroverà a Londra. Pure la mando là perché non mi hai ancora indicato il tuo nuovo ricapito.Spero che non tardi ad arrivarti. Sto bene. A momenti ho finito di leggere e ritoccare il miolavoro. Ora si copia e ti sarà subito mandato. Come avrai rilevato dalla mia del 3, Vavà e noinon ci preoccupiamo che dell’atto già stipulato. È vero che la procura doveva essere legaliz-zata? Se sì, occorre la ratifica nella quietanza, e questa per atto notarile, legalizzato. Se no,bisogna che ne indichi le ragioni. Certo i notari di Londra le sapranno.

Mi arriva il Rougier. Dio che mole! 800 e più pagine! A prima vista, parmi unlibro vecchio: tratta della nostra religione con criteri superati. Vedrò la parte che riguardala filosofia. Ma, data l’impostazione del libro, non può non essere anch’essa superata.

Vuoi che mi riposi? Infatti ho rallentato il lavoro e questo è riposo. Ora domano al problema della morale. Poi, a Dio piacendo, rielaborerò il problema della voli-zione; dico poi, per poterlo fare in armonia al problema della morale.

Qui abbiamo freddo e neve da non ne poter più. Oggi però il tempo sembravolger al meglio.

A tavola ricevo lettura della Fabiola. Non l’avevo mai letto. È roba inglese e miinteressa. Siamo alla metà. È però un libro un po’ semplicista; il proposito morale tropposcoperto; i caratteri senza verità e senza rilievo. Come giudicano costà questo libro, checerto ha un nome?

Prega per me. Io non manco di pregar per te. Tuo

† Mario(Lettera, f. 258, c. 73)

35

Page 43: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

32.

Piazza Armerina, 15 dicembre 1925

Carissimo fratello,ti scrivo con un giorno di ritardo, perché ho aspettato il tuo nuovo ricapito, che

mi giunse a momenti. Godo che stai bene. Ti ringrazio del documento, che poi più che aVavà, giova a noi. Il lavoro sarà solo in inglese? In tal lingua per me sarebbe come se nonfosse. Il monointuizionismo si sta copiando. Io ho già dato mano al problema della mora-le; però senza ansia e senza fretta. Ho tra mani un libro di Cathrein sulla Morale. Duevolumoni. Che delusione! È più arretrato dei più vecchi e fossili scolastici. È però buonoper la parte storica. Io sto bene. Ti sto vicino col pensiero e col cuore. Così Natale lo faraia Londra. Te ne anticipo gli auguri. Il Rougier, tolti i cenni di cui ti parlai, davvero che èinteressante. Ne proseguo con attenzione la lettura. Come ti scrissi, i libri di morale litrattengo. Così dissi e ho ripetuto a Luigi Caruso18. Abbiamo avuto freddo precoce eintenso. Ora non c’è male. Le mie classi vanno bene. Sopratutto va bene la rinnovazioneche influisce anche sulla formazione generale degli alunni.

Ti abbraccio. Tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 258, c. 75)

33.

Piazza Armerina, 20 dicembre 1925

Carissimo fratello,questa ti troverà ritornato e, come spero, bene. Ebbi la tua da Parigi. Io ti scrissi

una cartolina in quella; spero che ti sarà arrivata. Ieri ho tenuto s. ordinazione nella Cap-pella del Seminario, summo mane. Ero rientrato nel mio appartamento prima ancora chespuntasse il sole. Ma che raccoglimento e che gioia in quelle ore ancor notturne! Sto bene.Lavoro, come ti scrissi, attorno al problema morale. La mia mente precorre i problemi datrattare. C’è un criterio morale, uno, dico, chiaro e preciso? Ma sta bene fare della crite-riologia, pensando che è criteriologia (l’unica) la stessa filosofia. Ti sarò grato se mi vorraidire il tuo pensiero su ciò. Natale è alle porte. Te lo auguro felice in Domino. Come desi-dero rivederti! Ti rivedo in ispirito a pié dell’altare. E offro a Dio il sacrificio della separa-zione. Il monointuizionismo è quasi pronto. Spero spedirtelo tra domani e dopodomani.E terrà luogo di lettera. Tu, leggendolo, pensa che son io che parlo. Come ti scrissi, io nonho fretta. Spero che nemmeno ne avrai tu leggendolo. Preme che lo legga con pace, per

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18 Su Luigi Caruso (Calatinus) cfr. vol. I (1924-1928), p. 33, nota 1.

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giudicarlo con ogni accuratezza. Parmi che l’argomento lo meriti. Io ti abbraccio forte inCorde Iesu, e mi raccomando alle tue fervorose preghiere. Tuo

† M.(Cartolina postale, f. 259, c. 1)

34.

Piazza Armerina, 28 dicembre 1925

Fratello amatissimo,ti scrissi il 20; il 23 ti spedii il manoscritto che è da sé una ben lunga lettera. Ho

ricevuto la tua del 21 da Parigi. Godo che stai bene. Non mi par encomiabile una filosofiaa base di matematica, come dici che fa Meyerson19. La cosmologia può influire sulla filo-sofia, come conoscenza scientifica della realtà, ma non come pura filosofia. Comunque,se me ne mandi, leggerò volentieri qualche libro di codesta filosofia. Il suo giudizio suRougier è giusto; e anche sugli scolastici.

Sto bene. Il mio lavoro sul problema morale è bene avviato. Dopo avere scrittosul monointuizionismo, mi nasce molto più agevole, giacché i due problemi sono stretta-mente connessi. Vado però piano, ma non senza entusiasmo.

Ti ho mandato il torrone piazzese. Accettalo come segno del bene che ti voglio.A Roma non ci sono stato. Ci andrò, a Dio piacendo, in primavera, dopo

pasqua. Te ne scrissi già. E per una possibile gita a Parigi aspetto tua risposta.Mi è arrivato il Royce, consigliatomi da te forse in febbraio: il volume sulla

morale, che ti indicò Crespi. Non l’ho ancora letto, ma non ne sento gran voglia. Sonolezioni. E a quel che ho visto, non molto interessanti. Sarà un idealista a suo modo. Perora leggo il Rougier. Sono a buon punto. Ma quante parole superflue e quante ripetizionie quanti punti sbagliati o eccessivi. Pure ha la sua importanza e utilità.

Son lieto che tratti per una edizione in francese. Così io non resterò a dentiasciutti.

Il santo natale ci ha recato le sue gioie, sempre intense e sempre nuove.Gli amici ti fanno tante cose. Io aspetto il tuo giudizio sul mio lavoro, che ho

dedicato a te. E ti abbraccio. Tuo

† Mario

Per le messe aspetto tua lettera che mi dica se davvero non ne avrai più. Ma èpossibile!

(Lettera, f. 259, c. 2)

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19 Su Emile Meyerson cfr. vol. I (1924-1928), pp. 232 e 233, nota 2.

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1926

35.

Piazza Armerina, 1 gennaio 1926

Amatissimo fratello,in queste prime ore del 1926 mando a te il saluto augurale del più vivo affetto.La tua del 24 mi è giunta ieri. Io ti ho scritto il 20 e il 28 dicembre. Il 23 ti spe-

dii l’autointuizionismo. Penso che lo stia leggendo e giudicando con oggettività. Io, cometi scrissi, lavoro già attorno al problema della morale. E sono a buon punto. Questo lavo-ro se ne va tanto agevolmente. Forse incontrerò delle difficoltà quando arriverò alla suasoluzione. La critica è sempre più facile della costruzione. Ti scrissi già che sento le diffi-coltà dei criteri etici. Un criterio generale lo trovo. Ancora non trovo il sistema dei criterispeciali. E ti dissi come mi sembri che una criteriologia non si debba fare né per la cono-scenza né per la morale; perché ogni criteriologia si risolve in un sistema, tranne i comuniprincipî, che regolano tutti i sistemi. Se dico bene, lo vedrò quando arriverò alla soluzio-ne. Frattanto aspetto i tuoi consigli.

Dopo del problema morale ci sono nel mio programma i problemi metafisico elogico. Se Dio mi dà forza e grazia, ne tratterò brevemente, prima dell’uno, poi dell’altro.Ma prima di tutto dovrò rivedere il problema della volizione e accordarne la trattazionecon la trattazione del problema della morale.

Sto bene. E lavoro con questo. Questo per me è l’indice della buona salute. Lemie scuole vanno benissimo. E vedo che quando i problemi son trattati con certa ampiez-za, giovano di più. I miei alunni son così consapevoli e convinti che è un piacere.

Ho ricevuto la quietanza regolarmente vistata. E l’ho già depositata presso lostesso notaro.

Quando leggerò i nuovi lavori? E per le messe non mi dici nulla?Ti ripeto gli auguri e ti abbraccio. Tuo

† Mario(Lettera, f. 259, c. 4)

36.

Piazza Armerina, 12 gennaio 1926

Fratello amatissimo,ricevo la tua cartolina del 6. Io ti ho scritto il 1 e il 7. Godo che stai bene e che

avete tempo mite. Anch’io sto bene e lavoro con fervore. Qui però abbiamo gran freddo,e pare che debba tornar la neve.

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Sto leggendo (cioè, udendo leggere – tavola –) una vitina, un po’ troppo empi-rica, ma piacevole (è scritta da una monaca, e ha del muliebre un po’ troppo) d’una novi-zia clarissa, morta in odore di santità il 1897: Suor Maria Celina Costanzi. Ha fatto moltegrazie. Di speciale si nota che suole accompagnare le grazie col far sentire gratissimo pro-fumo di fiori.

Io, pei miei bisogni spirituali e un po’ temporali, presi a raccomandarmi a que-sta verginella; ma non sentendomi esaudito, cessai d’invocarla. La sera del 10, prima diandare a letto, nel prendere il mio fazzoletto bianco, sentii un forte odore di gelsomino.Pensai a Suor M. Celina, e tornai ad invocarla. La mattina seguente, prendendo l’amittoper la messa, sentii forte e grandissimo odor di viole. Noto che le due impressioni nontrovarono in me preconcetto o memoria di sorta; e che, realmente non c’era odore né nelfazzoletto né nell’amitto né nell’altare. Son rimasto pensoso. Certo che naturalmente nonposso spiegare il fatto. Sarà suor M. Celina che si fa sentire al modo suo consueto, perchévuol esser invocata e vuol farmi delle grazie? Lo spero. E la invoco con tanta fede ancheper te.

Il 19 è S. Mario. I miei aspiranti oblati rinnoveranno i loro voti. E sarà unafesta soavissima. Dà i suoi frutti la Congregazione. Il novello sacerdote oblate Mario Scar-lato è già diventato l’apostolo della gioventù. Mi ha rianimato e popolato il circolo. CheDio lo benedica. Velardita, che tu conoscesti, mi fa tanto bene nel Seminario. Ah gliOblati! Son sacerdoti con ben altro spirito.

Ti abbraccio forte forte in Corde Iesu. Tuo

† Mario(Lettera, f. 259, c. 9)

37.

[Piazza Armerina], 16 gennaio 1926

Amatissimo fratello,ricevo la tua tanto affettuosa lettera. Certo, senza l’affetto che hai per me, non

avresti sopportata tanta fatica. Te ne ringrazio commosso. Il tuo giudizio sintetico milusinga assai.

Le tue osservazioni hanno certamente il loro valore e saranno tenute presenteper una revisione del lavoro. Non le discuto qui, ché sarebbe vano. Le discuterò mettendomano alle correzioni. E certo mi gioveranno assai a rendere il mio lavoro meno imperfetto.

Il titolo penso che non si possa mutare. Intuizionismo, non direbbe tutto, esarebbe parola vecchia. Neo-intuizionismo farebbe pensare a un legame, che non c’è, consistemi precedenti. Le due parole vanno analizzate così: monismo, intuizionismo; cioèunità nell’origine.

Per far le correzioni con minor fatica, sarà bene che tu mi rimandi il manoscrit-to. Così io le inserirò al lor posto, e non occorrerà far di nuovo copiare il lavoro.

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Escludo che si possa scegliere di far le correzioni sugli stampini. Io voglio esserlibero sia circa la quantità delle correzioni, sia circa il tempo.

Sto bene. Il lavoro sul problema morale (per la scuola) volge al suo termine.Come avrò finito, riprenderò in mano i fascicoli e li fonderò con questa nuova parte dellavoro, rifondendo il lavoro su di un piano unico e, spero, armonico.

E fo punto per far partire subito questa mia lettera. Ti abbraccioTuo

† Mario(Lettera, f. 259, c. 11)

38.

Piazza Armerina, 20 gennaio 1926

Ecco: “Alla fervida penna dell’illustre vesc. M. S. è dovuto questo volume suldibattuto problema della conoscenza, esposto in Lezioni di filosofia per i licei secondo i nuoviprogrammi. Dotta è la trattazione, polemica, istruttiva, originale, con riferimenti di opinioniscolastiche e moderne, con varietà di discussioni, forse in più d’un punto un pochino alteper i nostri studenti di liceo. L’ampiezza dell’argomento, e la molteplicità dei varii aspettiantichi e recenti, come quelli del Croce e del Gentile, onde viene esposta la sentenza del det-to autore, qui ci dispensa dal fare un esame particolareggiato delle novità scientifiche difeseo criticate, anche perché di tali argomenti fu già ragionato in parecchi articoli del n. period.;né d’altra parte vorremmo che qualche riserva nostra fosse intesa come uno scemamento delparticolare interesse che certo reca con sé questo erudito lavoro di lunga lena dell’illustreautore”. Sto bene. Il Levasti te lo manderò io insieme al Salotti – Vita del Beato Cafasso – tragiorni. Entro il mese spero finire il lavoro sul problema della morale. Poi ritoccherò ilMonointuizionismo; poi riprenderò in mano l’intero lavoro – sulla volizione nella morale –per darvi la forma definitiva. Aiutami con le tue preghiere. Il 24 è giorno di sacro dolore pernoi. Saremo uniti in ispirito attorno alla memoria di papà. Ti abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 14)

39.

Piazza Armerina, 25 gennaio 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua del 20; e resto sorpreso che siano trascorsi cinque giorni dalla tua e

dalla mia ultima. Come vola il tempo! Ho letto la piccola recensione su quella pubblicazio-ne tomistica. Mentalità vecchia! Si concede alla filosofia di S. Tommaso ciò che la scienza ha

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scoperto in psicologia, e si negano le altre conquiste puramente filosofiche come se S. Tom-maso fosse stato profeta! Così anche conchiuse il congresso tomistico dello scorso anno. Tiscrissi il 16, dicendoti che avrei ritoccato il mio lavoro prima di mandarlo al tipografo; e tipregai di rimandarmi il manoscritto, che aspetto. Desidero sapere se con Laterza si vennealla conclusione. Desidero anche che Laterza mi scriva le condizioni a cui accetta di stampa-re il mio lavoro. Occorre che si metta in comunicazione con me. Io manderò l’originaledirettamente a lui. Sto bene. Son quasi alla fine del mio lavoro sul problema morale. Cometi scrissi, ora lo sistemerò unendo in unico lavoro questo e l’altro sulla volizione. Penso sem-pre a te e prego per te assai che il buon Dio ti colmi delle sue grazie. E ti abbraccio.

Tuo

† M.(Cartolina postale, f. 259, c. 17)

40.

Piazza Armerina, 31 gennaio 1926

Carissimo fratello,stamane ho finito di scrivere il trattato sul problema morale. Non ne sono scon-

tento. Ricevetti il mio manoscritto di ritorno. Ora che son libero, mi accingo al lavoro direvisione. Quanti lutti! Dopo il P. Genocchi20, l’Em. Mercier. Grande patriotta, non perògrande filosofo. Egli non comprese il vero compito della Neo-Scolastica. L’opera sua filoso-fica non è né nuova né rinnovatrice. Ci dà una scolastica peggiorata. Lo comprendono inostri? Sicuramente di no. Sto bene. Lavoro senza sforzo. Oramai la penna sa la sua via. Stoleggendo un’opera francescana assai importante: Gl’ideali di S. Francesco del Felder, cappuc-cino tedesco. Due volumi. Non ti ho ancora spedito il Salotti e il Levasti, perché ancora l’al-tro volume di questo non mi è arrivato. Il «Bollettino bibl.»21 ancora non l’ho ricevuto. Quiil tempo alterna il sole con la pioggia, il tepore col freddo. Il giorno quattro febbraio in cat-tedrale faremo solenni funerali per l’anima della Regina Margherita. Non ti mando copiadel Problema della morale; te la manderò quando avrò unificato le due parti del problema:volizione e moralità. Celebro sempre prestissimo. Il sole spunta dopo mezz’ora che sonouscito dalla cappella. Prego per te sempre. Ora prego Suor Celina della Presentazione. Lapreghiera Pro fratribus nostris etc. l’ho sulla bocca molte volte al giorno.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 18)

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20 Su Giovanni Genocchi cfr. vol. IV (1935-1940), p. 380, nota 1.21 Sul «Bollettino bibliografico di scienze sociali e politiche» fondato da Luigi Sturzo nel 1924 cfr. vol. I

(1924-1948), p. 51, nota 2.

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41.

Piazza Armerina, 5 febbraio 1926

Carissimo fratello,benché non abbia ricevuto tue nuove, ti scrivo per darti le mie; breve e in fretta,

perché mi manca il tempo. Sto bene. Ieri sono stato in Cattedrale per i funerali della regi-na Margherita. Tutte le autorità e le rappresentanze; molta gente, molto ordine. Io infinefeci breve discorso. Ho già in mano il lavoro di rifusione del problema della volizione edella morale. Spero superare le varie difficoltà tenendo conto anche delle tue osservazioni.Ho già mandato il manoscritto per Laterza a De Ruggiero. Non ho ancora da La Rosaricevuto il libro. Qui abbiamo tempo mite che sa di primavera. Ma io sono così occupatoche non m’accorgo della qualità dei giorni. E i giorni passano come il vento. Diceva benemesser Francesco Petrarca quando cantava: “Quanto più mi avvicino al giorno estremo...più vedo il tempo andar veloce e leve”. Siamo quasi a Carnevale. La quaresima mi ridestala nostalgia della predicazione. Bei tempi!

Prega per me, come io faccio per te sempre. E abbiti un fraterno abbraccio incorde Jesu. Tuo

† M.(Cartolina postale, f. 259, c. 23)

42.

Piazza Armerina, 10 febbraio 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina del 5 corr. Hai ragione. Ma anche le tue lettere si sono

fatte più rare. L’ultima cartolina mi è arrivata dopo sette giorni dalla precedente. Pro-pongo di essere più assiduo. È che a volte non mi accorgo del tempo, come ti scrissinella mia ultima. Benedetto tempo, come vola rapido. Però il mio pensiero è semprerivolto a te. E prego per te tutte le ore. Sto benissimo, lavoro con molto piacere edentusiasmo. Questo rifacimento del problema della volizione e della morale mi va avele gonfie. E ne son contento. Salvo ad esserne contento poi anche tu. E penso al tipo-grafo. È fatto con intenti scolastici. È per le mie scuole. Ma fatto diversamente da Pro-blema della Conoscenza. Io vorrei che fosse stampato per esser pronto al nuovo annoscolastico. Consigliami circa il tipografo. Mandai a De Ruggiero il manoscritto. Nonmi ha risposto. Ho finito di leggere il Felder su S. Francesco. Ideale francescano. Moltointeressante. Spero in questo centenario far qualche lavoro in merito. Te ne scriverò inlettera più a lungo e sentirò i tuoi consigli. Le scuole di filosofia mi vanno a meraviglia.Se sentissi i miei alunni. Davvero che così la filosofia diventa scienza della vita. Ti

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lascio, caro fratello, per ritrovarti presso il mio Gesù nella mia cara cappella, dove è giàuna bella vetrata che rappresenta il S. Cuore. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 27)

43.

Piazza Armerina, 11 febbraio 1926

Carissimo fratello,risposi ieri con cartolina alla tua cartolina del 5. Stasera ho un po’ di tempo,

giacché il giovedì grasso la gente dà poco da fare, e torno a scriverti, anche per rifarmiun po’ della passata quasi-negligenza. Oh! Negligenza no, caro fratello; contrasterebbeassai con l’affetto che ho per te. Penso alla vecchia e morta quistione della distinzioneontologica di essenza ed esistenza, che tanto appassiona il prolisso Rougier. Certo chefu un problema; ma è anche certo che fu mal posto. S. Tommaso avrebbe dovutosuperarlo. Le condizioni di pensiero non glielo consentirono. Io dico che proprio per-ché per loro in Dio essenza ed esistenza sono l’identica cosa; dico: proprio per questodovevano negare nelle creature la distinzione, l’essere viene concepito come essere,come entità ontologica. Ma l’Essere è Dio. Cosa sarà quest’altro essere? Il non-Dio?cioè, l’essere creato? Ma un essere che sia solo essere, senza più è Dio, secondo il pen-siero scolastico. E si andrebbe verso il panteismo. Invece il problema andava risolutonegando semplicemente l’essere partecipato o affermando gli esistenti. L’essere così sirisolverebbe in concetto, come pensava Aristotele. Che cartolina noiosa, mi dirai? Ene son convinto anche io. Ma ora è fatta, e bisogna che la riceva tal quale. Sto benissi-mo e in gran vena di lavoro. Come ti scrissi ieri, nella finestra della mia cappella homesso una bella vetrata colorata a fuoco, rappresentante il Cuor di Gesù. Mi è costatacirca tremila lire. Ma è bella. Oh come si prega bene nella luce così temperata e nelladolce visione di Gesù. E mi pare a volte d’averti allato. Certo mi stai vicino in spirito.Ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 28)

44.

Piazza Armerina, 13 febbraio 1926

Carissimo fratello,eccomi a te di nuovo. Ti ho scritto delle cartoline il 5, 10, 11 corrente. Già,

una cartolina è presto scritta. Se si pensa a una lettera, è altra cosa. E non si fa, perché

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manca il tempo. Non ho ancora ricevuto il numero del «Bollettino [bibliografico] discienze sociali [e politiche]», e quindi non ho letto la critica o recensione che sia al DeRuggiero. E nemmeno ho ricevuto la storia del liberalismo, né altro libro. Ti mandocopia della lettera di comiato alla diocesi di Mons. De Bono22. È tanto soave. Son certoche anche tu preghi il Signore, affinché mandi alla nostra patria un pastore secondo ilsuo cuore. Povera diocesi! Sempre in alto mare da oltre mezzo secolo! Ho già finito discrivere la parte costruttiva del problema della volizione. È stata rifatta puramente esemplicemente daccapo. È venuta molto più concisa ed organica. Io ne son contento.Ora ho messo mano alla parte storica e critica. Insomma viene un lavoro nuovo. Dissebene G. Papini23 che un libro non s’impara a scriverlo come si dovrebbe che quando s’èfinito di scrivere. Sto molto bene. E ringrazio il Signore. Come ti scrissi, ora penso altipografo. E aspetto i tuoi consigli. Mi scrive Suor Giuseppina. Dice che sta bene. Orason le vacanze di Carnevale. Avrò tempo di più per lavorare. Di Chesterton non miparlasti più? E non mi parli più di te. Lo desidero. Io spero avere tempo per una lungalettera. Ti abbraccio. Tuo

† M. (Cartolina postale, f. 259, c. 29)

45.

Piazza Armerina, 15 febbraio 1926

Carissimo fratello,ieri ricevetti con gioia la tua cart. del 9, cioè, con un giorno di anticipo. Io sono

in secca di cartoline. Te ne ho scritte nei giorni 10, 11, 13. Il mio viaggio (mi tocca l’adlimina) penso sarà verso la fine d’aprile e i primi di maggio. Una conferenza? Due diffi-coltà: la lingua, il tempo. Quello della lingua sarebbe rimediabile: troverei un buon tra-duttore. Non così quello del tempo. A Dio piacendo io vorrei portar con me il manoscrit-to completo sul problema della volizione e della morale. E penso che prima d’aprile nonpotrò finirlo. Oltre a ciò ci sarebbe il problema dell’argomento. Sicché pare che bisognaescludere l’idea d’una conferenza. Come ti scrissi, spedii già il manoscritto al prof. DeRuggiero, con una lettera d’accompagnamento. Ora preme che Laterza non ne ritarditroppo la composizione. Dopo domani è quaresima. Oh come sento la nostalgia del qua-resimale! Quella è la vita più veramente apostolica. Nell’ultimo numero della «Critica» holetto un articolo di Citanna, molto interessante, come gli antecedenti, di cui è seguito.Parlando di V. Monti gli nega la qualità d’artista e di poeta. Esagera. Ma in nome diragioni assai vere. E dice parole verissime sul romanticismo. Precede un articolo di B.Croce sulla religione a Napoli ecc. Si mostra propenso pei giansenisti di quel tempo. Ora

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22 Su Pio Damasco De Bono cfr. vol. I (1924-1928), p. 142, nota 1.23 Su Giovanni Papini cfr. vol. I (1924-1928), p. 346, nota 2.

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ti copio. È sera. Vado nella mia cara cappella a pregare anche per te. Ti troverò là con lospirito. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 30)

46.

Piazza Armerina, 19 febbraio 1926

Carissimo fratello,la tua cartolina del 17 mi perviene a momenti, cioè, con un giorno di ritardo.

L’ultima mia cartolina fu spedita il 15. La cartolina è presto scritta. Però le mie son piccolelettere al paragone delle tue. Comunque, quel che preme è avere e dare le nuove. Il numerodi gennaio della «Critica» reca una pagina di B. C. Proemio alla Vita Nuova. Ivi è detto che isentimenti profondi mal si esprimono con le parole. “Che cosa si può dir con le parole chenon sia stato detto col tacere”. Il principio è vero; credo che ogni uomo ne abbia fatto l’e-sperienza. Noi, quando ci siamo riveduti, abbiamo parlato tra noi di scienza e d’arte; e nonci siamo detta una sola parola del nostro reciproco profondissimo affetto. E che cosaavremmo dovuto dirci, che non sia stato da noi detto a vicenda nel nostro abbracciarci rive-dendoci? Ogni parola sarebbe stata inadeguata, scolorita. Quando, in tali circostanze, siaggiunge la parola ai sentimenti, questi non son profondi. Sto bene. Predica il quaresimalenella nostra cattedrale il Sac. Greco, parroco di Butera. Dirai: un parroco? Eh sì. È stata unanecessità: oggi la merce quaresimalisti buoni si è fatta rarissima, e si è dovuto, per quest’an-no, venire a delle eccezioni. Non ho ricevuto lettere né da De Ruggiero né da Laterza. Nonho ricevuto il numero nov.-dic. del «Bollettino [bibliografico] di scienze sociali [e politi-che]». Ci dev’essere l’articolo sul libro del De Ruggiero: e mi preme leggerlo. La primaveraci manda i suoi primi messaggi! Come son belli. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 33)

47.

Piazza Armerina, 24 febbraio 1926

Carissimo fratello,ho letto con vivo piacere la tua del 17. Ora aspetto notizie sull’esito delle tue

letture, che suppongo felicissimo come sempre. A quest’ora certo avrai ricevuto le mie del13, 15, 19. Ivi è anche la risposta circa il viaggio e la conferenza.

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L’editore? A Marietti fu scritto. Ha risposto che non può assumere la pubblica-zione a suo conto. Lo farebbe volentieri e ne curerebbe la réclame se le spese le facessi io.Prescindendo da ciò, l’editore non mi piace: il libro resterebbe carcerato al nostro campo.Scriverò a Codignola, per Vallecchi.

Abbiamo i nuovi programmi del Ministro Fedele. Costano all’Internazionalesalesiana, come un salesiano diceva, un danno di circa mezzo milione. Ora si pensa ainuovi testi. Il programma di filosofia resta lo stesso, quasi; solo è stato allungato l’elencodegli autori, anche di parte nostra. Però, secondo questi nuovi programmi, istituzioni difilosofia non pare abbiano luogo. Si devono studiare autori – quattro almeno – tra antichie moderni, di gnoseologia e morale.

Il mio libro quindi sul problema della volizione e della morale o più semplice-mente, sul problema della morale, non potrà trovar posto nelle scuole. Ciò non ostante iopenso sempre di pubblicarlo, sia per le mie scuole, sia come contributo a guida ovverolibro da consultare. Appena sarà finito te ne manderò copia, per sentire il tuo giudizio.

Ma io vorrei scrivere un libro per le scuole. Potrei scegliere un autore. E pensoalla Critica della Ragion pratica di Kant. Premetterei l’inquadramento storico e la critica.Su questa esporrei le mie idee. Che ne dici? Che consiglio mi dai?

Perché Kant? Ora che ho potuto avere la traduzione delle due Critiche (primaera esaurita l’edizione), e che ho potuto leggere e studiare con agio la seconda, in rapportoal mio lavoro, mi son convinto che, dato lo stato del pensiero in voga, a noi ne può gio-varne lo studio fatto con buona critica. Ci farebbe intendere il contributo, superare glierrori, rilevare l’influsso su Croce e Gentile, e ci darebbe buono in mano per affermareuna nostra teoria svecchiata e rinnovata e precisata. Forse nessun altro autore si prestereb-be a ciò quanto Kant. E nessuno troverebbe quanto lui grazia nelle scuole.

Circa il problema dell’essenza e esistenza Suarez torna a Aristotele: nega ladistinzione reale e mantiene la logica. Ma a noi Suarez non basta: in fondo è anch’egliintellettualista-scolastico. E bisogna superare anche lui.

Di questi giorni medito sui giudizi sintetici a priori di Kant. I nostri neganoche si diano di tali giudizi; dicono che a priori non ci sono che giudizi analitici. Così hoanch’io creduto sin ora. Ma ora, leggendo Kant in fonte, trovo da pensare. Per lui son giu-dizi a priori tutti i giudizi universali; tutti quelli, cioè, che non sono empirici. E sono ana-litici quelli che implicano identità, sintetici quelli che implicano diversità. Gli uni sonlogici; gli altri reali; come per es. i giudizi di causalità. Tu che ne dici? Sia pure quistionedi nomi; non è però quistione di contrasto. Battagliare per nomi non mi sembra serio.

In questi giorni ho fatto una sosta nel mio lavoro: visito le classi. Così un po’riposo, un po’ compio un altro dovere. Sono soddisfatto delle scuole che ho visitato sinoal presente. I nuovi metodi son già entrati e danno buoni frutti.

Mons. Jacono, con tanta bontà, mi allevia del lavoro, immane, della cresimanella diocesi. Ora è a Barrafranca; subito dopo andrà a Pietraperzia, e poi a Villarosa. Loscorso anno è stato a Niscemi e Terranova. Così io posso non interrompere i miei lavori ela scuola; e mi risparmio un lavoro, che ho a ragione chiamato immane. Se sapessi che sfi-nimento che è lottare con le nostre folle irragionevoli!

Da Cefalù mi è stato mandato un ricordo commemorativo dell’acqua potabileavuta per tuo mezzo. È una bella placca rettangolare in oro e argento, col panorama della

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città e a tergo una dedica commemorativa a te. Ti sarà rimesso a pena mi si offrirà unmezzo acconcio. La placca è chiusa in un bell’astuccio di cuoio.

A questa volta non dirai più che c’inseguiamo con le cartoline. Certo, tu hai ragio-ne. E io sento che dovrei scriverti sempre lettere e non cartoline. Tu però mi compatirai: mimanca il tempo, e il lavoro incalza. Son già vecchio, caro fratello, e se non m’affretto, nonarriverò a compiere il mio qualsiasi lavoro. Aiutami con le preghiere, e prendi di me quel cheti posso dare: sicuro che ti do tutto il mio affetto, tutti i miei sospiri e le mie preghiere.

Sto bene. E ringrazio il Signore. E ora ti abbraccio.Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 259, c. 37)

48.

Piazza Armerina, 1 marzo 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina del 24-2. Ricevetti la lettera e le cartoline tutte. Puoi ben

immaginare quanta gioia mi abbia recato questa speciale frequenza di tue notizie. Il 24-2io ti scrissi una lettera discretamente lunga. Il manoscritto al Prof. De Ruggiero fu speditoil 2-2. Se a te egli scrisse il 5-2 lo avrà certamente ricevuto poco dopo. Io sto bene. Hoperò gli occhi stanchi. È una delle tante recrudescenze del mio vecchio incomodo. E mison messo a riposo (d’occhi, s’intende); unico rimedio veramente efficace. Se perciò inquesto periodo ti scrivo più breve non ti angustiare: è per pura precauzione. Conosco ilDe Wulf attraverso la critica. È certo il libro d’un conoscitore della storia. Ma è scrittocon criteri antistorici. Perisca la storia e si salvi la neo-scolastica. Questo motto è del DeRuggiero quando parla del De Wulf. Prega per me, caro fratello, e pei miei occhi. Neavrei tanto bisogno. Spero però che si rimettano presto. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 39)

49.

Piazza Armerina, 6 marzo 1926

Carissimo fratello,dunque facciamo così: tu fissa la tua andata a Parigi pel tempo che più ti riesce

comodo, procurando che sia più verso la fine di marzo il principio d’aprile. Io disporrò ilmio viaggio pel tempo che tu m’indicherai.

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Gli occhi si rimettono pian pianino. Però li tengo in riparo al possibile. E speroche per aprile saranno al posto e che non debbano esser di ostacolo al mio viaggio. Se tudesideri rivedermi, io desidero con non meno ardore rivederti. Se avessi le ali! Sto bene. Emi occupo in lavoro che non domanda applicazione di occhi.

Desidero sapere se De Ruggiero ricevette il manoscritto. Fammi dunque ilfavore di scrivergli. Gli fu mandato il 2 febbraio raccomandato.

Non scrivo in questi giorni, ma penso. Tra le altre cose penso al problema deirapporti tra filosofia e teologia. Per me la teologia dei misteri non deve aver rapporticon la filosofia, perché non può. Si dice che la filosofia spiega che i misteri non hannointerne contraddizioni. No. La filosofia non lo può spiegare. Spiegar ciò importerebbecomprendere gl’interni rapporti, cioè, comprendere i misteri. La filosofia può solo direche nei misteri contraddizioni non ce ne possono essere, perché sono rivelazioni. Sonverità che trascendono la ragione. Vanno credute senza speranza d’esser compresi. Dailibri di teologia si dovrebbero levare tutte le pagine che pretendono spiegare i misteri,come inutili. La filosofia combatte le eresie. Questo sì. E basta. Non dubito della tuaapprovazione.

Sostanza e accidenti. Questa teoria torna come modo di pensare. Non sta comevalutazione della realtà. Gli accidenti sono attuazioni della sostanza, sono la stessa sostan-za nella sua dinamica. Sono i fenomeni. Ma i fenomeni sono la dinamica della famosacosa in sé. Kant ripeté il vecchio errore sotto altra forma. La cosa in sé è inconoscibile.Benissimo. Ma perché non si dà. È un pensamento.

L’essenza non è un’entità per sé stante. È una sintesi. L’identità riguarda l’indi-viduo, non l’essenza. Questo muta, non nel senso che diventi sintesi d’altra natura, manel senso che mutano gli elementi della sintesi. Un cane appena nato è altra cosa da uncane vecchio: tutto in questo si è mutato, eppure è rimasto lo stesso individuo.

Lascio la filosofia. Ieri si compirono 50 anni dal dì che presi l’abito chiericale.Ciò fu il 5 marzo 1876. Ho celebrato le mie nozze d’oro chiericali nel segreto e nelle gioiedel mio spirito. E ho ringraziato il Signore che tanta grazia mi fece, quando io non erodegno.

Come! dirai, scrivi tanto con i tuoi occhi stanchi! Ecco: scrivo dopo tanto ripo-so. E se scrivo vuol dire che sto meglio assai. È la prova delle prove.

Ma ora vince la prudenza, e fo punto. Mi raccomando assai alle tue preghiere.E ti abbraccio con vivissimo affetto.

Tuo affezionatissimo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 259, c. 42)

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50.

Piazza Armerina, 11 marzo 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina del 6. Ricevetti la lettera del 3. Sto bene. Gli occhi col

riposo vanno assai bene. Spero riprendere il lavoro tra breve.Ho letto la recensione sul De Ruggiero: è una magnifica monografia. La farò

studiare ai filosofi di terzo anno.Il ricordo di Cefalù lo mandò il Can. Misuraca rettore del Seminario. Fu pro-

mosso da amici e fatto per contribuzione. È bello.Giudizi a priori. Tu divaghi. La quistione non riguarda l’innatismo, ma è d’ordine

generale. Si tratta di sapere se si danno giudizi a priori sintetici. Che se ne diano analitici loammettono tutti. L’a priori qui va preso nel senso opposto a empirici. Kant dice che il giudi-zio analitico è d’identità, in quanto non si esce dall’oggetto; il sintetico a priori di diversità, inquanto al soggetto si afferma un predicato che non è in lui: esempio – la causalità che non ènell’effetto e si afferma in esso effetto. Certo questi giudizi sono a piori perché sono universa-li; ma non sono analitici. I nostri lo negano. E viene quel che dici tu, cioè, che nell’originel’empirico non manca. Ma questo è altra quistione. Posti così i termini, aspetto il tuo parere.

Verrò solo? Certo no. La compagnia accresce le spese. Ma come fare? Verrò conFondacaro. Come ti scrissi, verrò quando tu vorrai.

Ho ricevuto da La Rosa il libro di De Ruggiero. Me lo farò leggere subito; e sonsicuro che sarà graditissima e utile una tal lettura.

Parlerai di musica? Mi piace. Oh! La musica. E la musica nostra!Tu dici che la quistione della distinzione di essenza ed esistenza oggi sia passata

in seconda linea. Da quel che ho letto in questi giorni e da conversazioni avute con dottoridella Gregoriana, devosi cavare il contrario. Ancora si pone quella distinzione come neces-saria per spiegare la contingenza e la razionalità dei misteri. Suarez è imbattuto! Certe cosenon paiono credibili. È una specie di fatalità. I misteri si credono e basta. Spiegare filosofi-camente che non hanno contraddizioni interne è vana pretesa. Termini che non si com-prendono, non si comprendono. Ed è assurdo affermare che non si comprendono e sidimostra che non implicano contraddizione. Se ciò fosse possibile, si comprenderebbero.

Vado preparando la 2° edizione di Problema della conoscenza. Se Dio mi dà gra-zia spero di farne un lavoro che contenti. In sostanza resta lo stesso. Ma viene semplificatoe precisato. Ciò mi è possibile dopo avere scritto il monointuizionismo.

Aspetto l’assicurazione che De Ruggiero abbia ricevuto il manoscritto e l’abbiapassato a Laterza.

Scrivo senza avvertire stanchezza agli occhi. Dunque si rimettono. Però stoancora in riposo oculare. E prendo la penna per scrivere a te e a Nelina.

Farò, a Dio piacendo, una tournée di conferenze francescane in diocesi e fuori.Ora ti abbraccio, pensando al giorno che ti abbraccerò in ben altro modo.Tuo

† Mario(Lettera, f. 259, c. 47)

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51.

Piazza Armerina, 15 marzo 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina del 10. Io ti ho scritto due lettere, una il 6, un’altra l’11.De Ruggiero ha ricevuto il manoscritto dopo un mese e per caso. Non ebbe l’avvi-

so, e il plico restò giacente alla posta. Dice d’aver dato una scorsa al lavoro e di averlo trovatopiù stringato e più difficile del primo. Questo giudizio mi sorprende. Aggiunge che teme chenon lo pubblichi in «Biblioteca di Cultura». Si aspettava un lavoro di volgarizzazione dell’al-tro. Gli ho subito risposto, facendogli osservare la differenza dei due lavori. Lombardo Radi-ce non gli pubblica la recensione su Problemi della Conoscenza perché lungo e tecnico. Lopubblicherà altrove. Gli ho scritto che desidero che la recensione venga integrata con la criti-ca del monointuizionismo. Gli ho un po’ parlato della ragione di questa teoria. Afferma che,mandando il manoscritto a Laterza, non gli farà cenno dei suoi apprezzamenti. Io penso cheabbia scorso troppo in fretta il lavoro e non ne abbia colto il punto essenziale. Non so se unatua lettera possa giovare. Penso che il mio lavoro possa andare in «Biblioteca di Cultura», per-ché non è più tecnico della Storia della filosofia dello stesso De Ruggiero, che pure fa parte didetta biblioteca. A ogni modo, osservo che Laterza ha anche «La Piccola Biblioteca filosofica»che contiene lavori tecnici come quello sul De Anima di Fazio-Allmayer.

Circa il mio viaggio ripeto quanto ti scrissi il 5, cioè, che lo subordino al tuo.Sto bene. Gli occhi col riposo si vanno rimettendo.

Semplicità di Dio. Dicono filosofi e teologi che questa semplicità importa in Diol’identità di essenza ed esistenza, perché, per esser veramente tale, deve escludere ogni com-posizione, anche metafisica. Ciò significa che in Dio l’essenza sia l’esistenza. Punto di par-tenza le parole della Scrittura: Ego sum qui sum – Qui est misit me... Parmi che si abusi di sot-tigliezza. L’essere da solo, per me non è una realtà, ma un pensamento. Noi pensiamo Diocome spirito. Però pensiamo l’anima come semplice in un modo e Dio come semplice in unaltro modo. L’anima è semplice, perché spirito; però non è puro atto, ma processo; Dio èsemplice perché spirito e perché puro atto. Dirne di più parmi impossibile, perché tantodell’anima, quanto di Dio non ne abbiamo che conoscenza impropria, cioè, per analogia.

Ho fatto leggere ai miei alunni di III corso l’appendice al 3° capitolo dellaMorale Cattolica di A. Manzoni “Del sistema che fonda la morale sull’utilità”. Manzoninon è filosofo. Per me fece male a occuparsi di filosofia. Questa appendice, che è una dis-sertazione, nulla crea, nulla imposta in modo universale, e semplicemente fa dell’apologiaall’antica. Ciò hanno ben rilevato i miei alunni. Se vedessi come scrivono e parlano difilosofia! Ne ringrazio Dio! Son giovani che pensano: ecco tutto.

Predica, come ti scrissi, la quaresima in Cattedrale il Parroco Luigi Greco, alun-no già del Capranica e laureato alla Gregoriana. Ha ottime qualità naturali. Ma ha il pen-siero vecchio oltre ogni credere. Quella benedetta università! Che non vorrebbe essererinnovellata?

Ti abbraccio in C. Iesu e mi raccomando alle tue orazioni. Tuo fratello

† Mario(Lettera, f. 259, c. 52)

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52.

Piazza Armerina, 29 marzo 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua del 24. Ebbi anche quella del 20. Scrissi il 21. L’indirizzo è: Can.

Gius. Misuraca, rettore del Seminario vescovile Cefalù. Laterza accampa pretesti, che DeRuggiero giudica come pentimento. Ho scritto a Codignola24 per Vallecchi. Ci sarebbeda tentare Le Monnier. Fu da lui edito il De Sarlo. Sto bene. Gli occhi ancora bisognosidi riposo. E riposano. Il Levasti te l’ho fatto spedire io ed è stato pagato. Ti abbraccio. Tuo

† M.(Cartolina postale, f. 259, c. 59)

53.

Piazza Armerina, 3 aprile 1926

Amatissimo fratello,ieri, dopo aver predicato sulla passione di nostro Signore, ricevetti la tua, che

s’inserì nel flusso dei miei sentimenti come un’appendice e fece crescere in me le soave-menti tristi gioie della passione. E “Scrivi che in ciò è perfetta letizia”.

A Roma non vorrei vedere nessuna delle due persone, perché, invece d’infor-mazioni, mi potrebbero venire ordini. Meglio al ritorno. Se però pensi che convenga pri-ma, scrivimelo.

Penso partire non più tardi del giorno nove. Ho scritto a Codignola da ottogiorni. Non mi ha ancora risposto. Non ho ancora risposto a De Ruggiero. Lo farò appe-na saprò il pensiero di Codignola. Son però, quasi non dissi, contento: così, se ora nontrovo il tipografo, potrò fare una nuova rielaborazione del mio lavoro. Noi moderniabbiamo troppa fretta di dar fuori i nostri poveri lavori.

Sto bene. Gli occhi ancora bisognosi di riposo. E riposano. E per non romperela consegna, fo punto.

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24 Ernesto Codignola, filosofo, pedagogista e uomo politico nato a Genova nel 1885 e morto a Firen-ze nel 1965. Neo-idealista, collaboratore di Giovanni Gentile, aderì al fascismo e diffuse in Italia le teoriedell’“attivismo scolastico”. Docente di pedagogia nel magistero di Firenze, si occupò, sia come uomo distudio sia come politico, dei problemi legati all’educazione ed alla preparazione degli insegnanti. Direttoredi collane scientifiche e di riviste, nel 1922 fondò la rivista «Levana», da lui diretta fino al 1928. Nel 1929fondò e diresse la rivista «Civiltà moderna», rassegna bimestrale di critica storica, letteraria e filosofica. Hadiretto, inoltre, «La nuova scuola italiana», «Scuola e città», ed è stato tra i fondatori della casa editrice LaNuova Italia. Nel 1923 collaborò con Giovanni Gentile alla nota riforma scolastica. Le sue opere principa-li sono: La pedagogia rivoluzionaria (1919), Educatori moderni (1926), Le scuole nuove e i loro problemi(1946).

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Ti ringrazio degli auguri. Io ne faccio il ricambio oggi, tra i gaudi della memo-ria della Risurrezione.

Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 259, c. 61)

54.

Roma, 10 aprile 1926

Carissimo Luigi,arriviamo a momenti benissimo. Detto per diplomazia oculistica. Scrive Vin-

cenzo. Lo vedi dalla calligrafia; disposti a proseguire il più presto possibile. Vincenzo tiossequia, io ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 64)

55.

Roma, 14 aprile 1926

Caro Luigi,Vincenzo fece i conti senza l’oste: i posti erano presi per una serie lunga di gior-

ni e ci si è dovuti rassegnare alla partenza di lunedì alle 22 che ha l’arrivo mercoledì versole 6 e 1/2. Se arrivano lettere al nostro indirizzo 24 Rue Cassette, si trattengano. Stiamobene. Tuo

Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 69)

56.

Roma, 15 aprile 1926

Arriveremo mercoledì ore 14,45

Mario(Telegramma, f. 259, c. 67)

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57.

Roma, S. Chiara, 18 aprile 1926

Carissimo fratello,ricevo il tuo espresso: il mistero è presto spiegato: i letti nei vari treni furono

da noi trovati impegnati in anticipo per molti giorni. C’era il pericolo d’andare a sabatoventuro; poi per fortuna si trovò modo d’averli per martedì. Ecco perché ti fu fatto iltelegramma in quei termini. L’arrivo dunque sarà, a Dio piacendo, mercoledì alle14.45.

Io, dato questo ritardo, ho avuto modo di espletare tutti gli affanni della visitaad limina, e quindi lascio Roma senza fretta di ritornarvi. Stiamo bene e ti abbracciamo.

Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 259, c. 72)

58.

Lourdes, 5 maggio 1926

Carissimo fratello,il telegrafo è chiuso e mi rassegno a dettare una lettera. Il Sign. Peters ci ha trat-

tato più che da amico da parente; e ci ha fatto passare ore soavissime a Dax. Ottimo è sta-to il viaggio da Dax a Lourdes. Siamo ospiti del Vescovo. Col pellegrinaggio italiano èvenuto il Cardinale B. Cerretti25, il quale con un vescovo della Francia, è anch’esso ospitedel vescovo di Tarbes a Lourdes. Appena arrivati siamo andati alla grotta, ed abbiamo pre-gato per te e per Nelina, poi ci siamo bagnati la fronte con l’acqua prodigiosa. Io sonomeno stanco di quanto temevo di essere, e sono felice di trovarmi in questa terra di bene-dizioni e di prodigi. Spero che la Madonna SS.ma faccia scendere una goccia delle suegrazie prima sull’anima mia, e poi sui miei occhi; e spero che grazie copiose versi su di te esui tuoi lavori e sulle care sorelle. Ho messo nel cuore della Madonna SS.ma Immacolatail progetto della rivista; benedetto dalla Madonna non resterà sterile pensiero. Benché sta-sera sia tanto lontano da te, appié della Madonna ti sento non solo vicino, ma presente; espero che la Madonna conserverà vivo nel mio cuore questo senso di unione spirituale inDio.

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25 Bonaventura Cerretti (1872-1933) nato a Orvieto e ordinato sacerdote nel 1895 occupò delicati ufficiin varie Congregazioni Romane. Riallacciate le relazioni tra la Francia e il Vaticano fu primo Nunzio Aposto-lico a Parigi. Ordinato Cardinale nel 1925 fu per un anno ancora a Parigi e poi Prefetto del Supremo Tribu-nale della Segnatura Apostolica. Cfr. anche G. De Luca, Il cardinale Bonaventura Cerretti, Edizioni di Storia eLetteratura, Roma 1971.

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Abbraccio te e Nelina con vivissimo affetto, e mi raccomando alle vostre pre-ghiere.

Affezionatissimo fratello

† Mario

Anch’io ho pregato per Lei la Madonna SS.ma di Lourdes. E mi benedica.Suo

Sac. Fondacaro(Lettera su carta intestata “Notre-Dame de Lourdes, Hautes-Pyrénées”,

f. 300, c. 25)

59.

Dax, 5 maggio 1926

Carissimo fratello,ti scrivo con la mano di Vincenzino, ma sono io che detto. Il viaggio sino a Dax

è stato ottimo; ottimo s’intende corporalmente, perché spiritualmente ho sentito la cre-scente lontananza da te. Però mi conforta il saperti così rassegnato, ed il potere offrire aDio per te il dolore della separazione.

Il Signor Peters ci ha accolto con grande affetto, e mandò a rilevarci alla stazio-ne un confratello con l’automobile chiusa. A mezzogiorno ci darà una tazza di brodo cri-stiano, e poi un piatto di pasta con i criteri di laggiù. Ora andremo a visitare la Maisonet-ta di San Vincenzo, ed oggi, a Dio piacendo, ripartiremo per Lourdes.

Ti abbraccio fraterni con Nelina, ed a tutti e due presento gli ossequi del Sign.Peters e di Mons. Fondacaro.

Detto ora la lettera a Suor Giuseppina.Tuo affezionatissimo fratello

† Mario

Come l’ha trattato oggi il sagrestano?Affettuosi saluti.Suo

Vincenzo(Lettera su carta intestata “Congrégation de la Mission de Saint-Vincent-de-

Paul, (Lazaristes), Maison de N.-D. du Pouy, Dax, (Landes)”, f. 259, c. 73)

54

Page 62: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

60.

Genova, 9 maggio 1926

Carissimo fratello,arrivammo ieri in questa dopo ottimo viaggio. Stiamo benissimo. Oggi parti-

remmo per Torino. Giovannino e Pinin vi fanno un mondo di cose. Attendo tue nuove.Ti abbraccio con Nelina. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 75)

61.

[Parigi], 10 maggio 1926

Caro fratello, speravo di ricevere stamane una tua lettera. Siamo in pensiero per il freddo

enorme che ha fatto. Certo avrai sofferto nel viaggio.Noi abbiamo lasciato l’Hotel St. Marie: io sono tornato a rue Cassette 24 (dove

dirigerai le tue lettere) e Nelina a N. Dame dell’Esperance. Stiamo bene e in attesa che losciopero inglese finisca, per andare a Londra.

Il giorno seguente alla tua partenza ricevei una lettera del Card. Bourne26, che,credendomi a Londra, mi dava un appuntamento. Si tratta, credo, dell’affare che tu cono-sci. Forse per sollecitare una risposta. Gli ho scritto che appena mi sarà possibile tornare aLondra, andrò a trovarlo.

Dacci notizie del tuo viaggio, delle tue sofferenze agli occhi, e del tuo itinerario.Ti mando questa a Milano, non sapendo dove potrei indirizzarla con sicurezza.Un abbraccio da tutti e due

[Luigi](Minuta di lettera, f. 342, c. 24)

55

26 Su Francis Bourne cfr. vol. IV (1935-1940), p. 7, nota 1.

Page 63: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

62.

Torino, 10 maggio 1926

Carissimo fratello,arrivai ieri sera in questa benissimo. Domani farò la comunicazione filosofica.

Dopo domani ripartirò. Ho visitato la tomba del Ven. Bosco27 ed ho pregato per te e perNelina. Attendo tue nuove. Mons. Fondacaro vi ossequia; io vi abbraccio con fraternoaffetto.

Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 76)

63.

Milano, 12 maggio 1926

Carissimo fratello,sono arrivato a mezzogiorno. Sto bene. Ieri a Torino feci la conversazione filo-

sofica. Andò bene. I PP. Salesiani si mostrarono di spirito largo e docile. Mi sorprende cheancora non abbi ricevuto le mie nuove. Ti scrissi da Dax, Lourdes, Genova, Torino. Staròqui due o tre giorni; poi a Roma e poi a Piazza. Mandami le vostre nuove a Roma, S.Chiara. Esco per vedere P. Gemelli28. Stamani venne a incontrarmi un suo segretario.Sono in una buona pensione. Ti abbraccio con Nelina

[Mario]

Mons. Fondacaro vi ossequia.

(Cartolina illustrata, f. 259, c. 77)

56

27 Su Giovanni Bosco cfr. vol. II (1929-1931), p. 263, nota 2.28 Su Agostino Gemelli cfr. vol. I (1924-1928), p. 177, nota 2.

Page 64: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

64.

Milano, 16 maggio 1926

Carissimo fratello,mi rincresce assai che non hai ricevuto le mie due lettere da Dax e Lourdes. La

comunicazione è andata a meraviglia. Io interpreto la lettera in altro modo. Il signor Pie-tropaoli ha dovuto far quelle proposte che ti accennai al mio arrivo. Ripartiremo perRoma stasera. Ivi ci fermeremo al più tre giorni, sperando d’arrivare a Piazza non più tar-di di venerdì. Abbracci a te e a Nelina. Mons. Fondacaro vi ossequia. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 342, c. 26)

65.

Roma, 17 maggio 1926

Carissimo fratello, ricevo a momenti le tue e quella di Nelina, cioè appena sceso dal treno. Ho fat-

to ottimo viaggio. Ti scrissi già che la mia interpretazione è diversa. Starò sino a giovedì.Detto subito l’articolo sulla mia teoria per la rivista di cui mi parli. Appena pronto lomanderò. Abbraccio te e Nelina con vivissimo affetto. Mons. Fondacaro vi ossequia.

Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 78)

66.

Roma, 19 maggio 1926

Oggi, fratello carissimo, è il 32° anniversario del tuo sacerdozio. Ricevi gliauguri fraterni più caldi. È qui Mons. Jatrini, tuo compagno d’ordinazione. Si unisce aimiei auguri. L’interpretazione è assolutamente quale ti scrissi già. L’orizzonte si schiarisce.Ripartirò domani per la Sicilia. Sto proprio bene. Ti abbraccio con la cara sorella. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 259, c. 79)

57

Page 65: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

67.

Piazza Armerina, 22 maggio 1926

Carissimo fratello,eccomi in sede. Arrivai ieri alle 18 felicemente. Sto proprio bene. Questa catena

di viaggi mi ha tanto giovato, credo perché ho potuto avere cibi adatti al mio stomaco eper la china, e, soprattutto per grazia della Madonna di Lourdes.

Ricevo a momenti la tua cartolina del 18. Come ti scrissi da Roma la mia inter-pretazione è la vera. Il mio consiglio credo che avrà tutto il suo effetto. Così giudico dalleprime impressioni. Spero che siano confermate in tutto.

Gli occhi vanno un po’ meglio; tanto che scrivo la presente senza fastidi.La mia comunicazione a Milano, come ti scrissi, andò benissimo. Erano pre-

senti i professori e gli alunni della materia. L’ambiente vibrava forte a favore del miomodo di giudicare dei sistemi. Nella discussione trovai i professori non convinti della miateoria, e il P. Gemelli preoccupato del troppo entusiasmo destato dalle mie parole. Poiebbi contatti speciali con Cordovani29 e Olgiati. Spero che continuando la discussioneper via di lettere qualche cosa debba ottenere.

L’idea della rivista fu accolta con grande favore da Scalia, Fenu, De Ruggiero. AMilano non ne parlai. Saranno collaboratori Mazzantini dell’Università di Torino e DonCaiazzi. De Ruggiero desidera che ci sia qualche collaboratore inglese per le informazionidel movimento filosofico in cotesta nazione.

Ora occorre pensare all’attuazione. Fammi tu un piano abbastanza concreto.De Ruggiero pensa che debba essere trimestrale. Crede che, se garantiamo le spese, tro-veremo facilmente l’editore che lo pubblichi e lanci. Dovrebbe uscire a Roma. Pensod’andare a Palermo per cercare altri collaboratori. E il titolo? Suggeriscimene tu qualcu-no.

Torno indietro. Il punto che ha fatto impressione, è che si potesse nel caso,chiedere che sia detto il perché, cioè, che si farebbe perché voluto in alto. Ma l’ultimaparola non la conosco. Forse la conoscerò domani se Vittorio Alma mi scriverà subito.

Il titolo di Conte porterebbe una spesa, per tasse, di £ 12.000. Ma non di ciòscriveva Barletta ma d’altra cosa, corsa tra lui e Fondacaro, cosa già abbandonata quandoarrivò quella lettera, e che non ebbe alcuna importanza né ne ha. Della mia proposta Bar-letta non sa nulla: e io non ne farò nulla.

Non ho ancora ricevuto il fascicolo della rivista di cui mi parlasti. Scriverò l’ar-ticolo. Già gli appunti son pronti: li feci a Milano.

Sento la tua lontananza più del passato; e anche quella della cara sorella. A finemaggio andrò a Caltagirone per il pontificale del 31. A Mons. Mineo30 non ho potuto dir dino. Domani farò il pontificale di Pentecoste. Ciò prova come il viaggiare mi abbia fatto bene.

Stamani ho fatto la mia lezione. Grande entusiasmo negli alunni.

58

29 Su Mariano Cordovani cfr. vol. III (1932-1934), p. 195, nota 2.30 Su Mario Mineo Janny cfr. vol. I (1924-1928), p. 64, nota 1.

Page 66: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Ieri s’era sparsa la voce che io ero stato esiliato in Francia. Il mio ritorno è statoaccolto con grande favore.

Mi si segnala un professore di Lovanio, credo Noël31, ma non ricordo bene ilnome, come uomo di cultura e mente filosofica di grande importanza. Lo conosci? Pensodi mettermi in corrispondenza con lui.

I professori di filosofia dell’università del S. Cuore vivono della scolastica nelmodo più fossilizzato e immobile. Gli alunni lo sentono e ne soffrono. Dicono che dueanni fa non era così. Il fenomeno non mi sorprende. Però penso che una rivista seria eben fatta possa recare un po’ di vita anche negli animi più arretrati. Ma sarà lavoro lungoe dovrà essere molto avveduto. Però, presentando la rivista come libera iniziativa di spiritinon del nostro campo, avrà le simpatie anche dei detti fossili.

A Nelina dirai per me le cose più affettuose. A te rinnovo gli auguri pel 32°anniversario del tuo sacerdozio.

Gli amici ti salutano, io ti abbraccio forte forte in Domino.Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Lettera, f. 342, c. 29)

68.

Piazza Armerina, 28 maggio 1926

Carissimo fratello, dopo la tua cartolina del 18 non ho ricevuto più tue nuove e della cara sorella.

Io ti scrissi una lettera il 22. Domani, a Dio piacendo, andrò a Caltagirone per la benedi-zione d’una campana e il pontificale alla Matrice. Tornerò subito. Sto bene; desideroso divostre nuove e in pena pel lungo silenzio. Scrivimi cartoline, che viaggiano meglio e piùleste, ma non mi fare stare in pensiero. Il mio sistema, non ricordo se te ne ho scritto, lovorrei chiamare sintetismo. La parola mi sembra più espressiva ed è più agevole. Dopotanto discutere e pensare ho trovato con maggior convinzione che non c’è altro modo dispiegare la conoscenza. L’intuizione non è prima atto sensitivo e poi atto ideale, ma è nel-lo stesso tempo l’uno e l’altro insieme; perché il principio conosciuto è insieme senso espirito. Perciò l’intuizione non è fuori, ma dentro la virtù idealizzatrice del soggetto, cioè,è sin dall’origine intuizione idealizzata: prima più povera d’elementi ideali, poi più ricca.Ho ragione? Gli occhi? Sempre bisognosi di riposo.

Qui ho trovato gran freddo e pioggia, grandine e tuoni. Oggi però è una bellagiornata.

59

31 Su Léon Noël cfr. vol. I (1924-1928), p. 145, nota 3.

Page 67: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Vittorio Alma non mi ha ancora scritto. Non ho ancora ricevuto i libri. DonGiacomo, che è stato qui, vuol sapere come devono esser colorate le nuove cassile32. Ver-de? Cenere? Giallo? Mi si risponda. Cari gemelli, il Signore vi colmi delle sue grazie. Io viabbraccio con affetto vivissimo.

† Mario(Cartolina postale, f. 342, c. 30)

69.

Piazza Armerina, 3 giugno 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua del 29. Finalmente siete a Londra! Penso che dato questo ritardo,

mi potevo fermare altri giorni a Parigi. Ora aspetto una bella e lunga lettera da te e una daNelina. Io scrivo breve per non affaticare gli occhi, che per altro lentamente migliorano.Ma occorre tenerli a riposo: questo solo rimedio è veramente efficace. Sto bene come mai.Come ti scrissi, i viaggi a questa volta mi hanno tanto giovato. Sia ringraziato il Signore.Sono stato a Caltagirone dove ho benedetto la campana, fatto il vespro e la messa pontifi-cale tra una folla pia e raccolta. Gli amici di là ti fanno un mondo di cose affettuosissime.Ora mi preparo per la bella processione del SS.mo Sacramento. In modo speciale ti salutae abbraccia Mons. Mineo. Che vecchio! Pare che con gli anni ringiovanisca. Ha predicatotutto il maggio col suo solito entusiasmo. Di vescovo ancora non se ne parla. Il ritardoparmi che noccia. E Nelina, come fa per la lingua? Benedette lingue: fu un male nonaverle studiate a suo tempo. Ho scritto a Mons. Olgiati e al P. Cordovani precisando i ter-mini del mio sistema. Ora aspetto la loro critica. Spero che questa corrispondenza giovi aprecisare le idee e ad aprire un solco. Mi raccomando alle tue preghiere e a quelle di Neli-na, e tutti e due vi abbraccio in Corde Iesu. Vostro

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 81)

60

32 Termine dialettale indicante tipiche persiane locali realizzate in giunco intrecciato.

Page 68: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

70.

Piazza Armerina, 8 giugno 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cara lettera del 1° corrente e quella di Nelina. Rispondo per carto-

lina per rispondere subito. Tra qualche giorno scriverò lettere a te e alla sorella. Ricevo amomenti i libri. Godo assai nel sapervi insieme. Londra mi pare una seconda patria pervoi. Sto bene. Ho fatto senza soffrire la processione di Corpus. Domenica, a Dio piacen-do, farò la processione o pellegrinaggio solenne del giubileo. Gli occhi migliorano. Codi-gnola non risponde ancora. Questo silenzio mi pare significativo. Vedremo. Circa la rivi-sta ti prego di scrivermi criteri pel contratto con l’editore. Noos vuol dire facoltà di cono-scere. Conoscenza in greco è gnosi. Quindi il titolo potrebbe più esattamente essere ognoseosintetismo o sintetismo gnoseologico. Ciò dico dopo aver consultato un buondizionario greco. Però non posso pubblicare il mio lavoro tal quale: troppo cammino inquesto tempo ha fatto il mio pensiero. Ti abbraccio con Nelina. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 259, c. 82)

71.

Piazza Armerina, 14 giugno 1926

Carissimo fratello,ti scrissi una cartolina l’8, con la promessa che ti avrei presto scritto una lettera

e una a Nelina. Se non che la mattina del 9 Mons. Gibilisco, maestro confessore, siammalò gravemente, e dopo quattro giorni di malattia, ier sera è volato in cielo. È unaperdita gravissima, senza pronta speranza di buona sostituzione. Tu comprendi lo statodel mio spirito. Ecco perché non ho scritto e ora mi limito a una semplice cartolina. Ciònon ostante sto bene, come e quanto si può in simili casi. Prega pel caro defunto e perme. Ti abbraccio con la buona e cara sorella. Tuo

† Mario

P. S. Ricevo a momenti la tua dell’8.

(Cartolina postale, f. 259, c. 83)

61

Page 69: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

72.

Piazza Armerina, 18 giugno 1926

Carissimo fratello,ti faccio con vivissimo affetto gli auguri pel tuo onomastico e ti assicuro che il

21 non solo farò speciali preghiere, ma applicherò per te la santa messa. In questo cente-nario aloisiano vorrei farteli a voce gli auguri; ma bisogna rassegnarsi; e anche bisogna ras-segnarsi al ritardo con cui ti arriveranno. Volevo scriverti prima, ma non mi è stato possi-bile.

Sto bene, benché afflitto per la perdita del buon mons. Gibilisco della quale giàti scrissi.

Ho ricevuto la tua cartolina dell’11. Hai ragione! Scrivo meno frequentementedi prima. Spero rimediare a questa apparente negligenza.

Il D. V. Alma non si fa vivo e non comprendo perché. Ma, dicevano gli antichi,nulla notizia, buona notizia. Gli occhi migliorano, però a condizione di stare a riposo.Che pena!

A Nelina dirai le cose più affettuose. Io le scrivo la prossima volta. Dettare miripugna. Se si trattasse d’affari, detterei. Due pene: la separazione e il non potere scriveresenza affaticare gli occhi. Fiat !

Che mi dici circa l’articolo da pubblicare nella rivista fondata da Ribot33? E cir-ca la futura rivista non mi dici nulla? Codignola dorme. Penso di ritirare il manoscritto ecerco altro editore. Mi raccomando assai alle vostre preghiere e vi abbraccio.

Vostro

Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 259, c. 84)

73.

Piazza Armerina, 24 giugno 1926

Carissimo fratello,mi trovo in ritardo. Come passa il tempo! Avrai ricevuto il Salotti e i due volu-

mi del Levasti e la lettera di Mons. Fondacaro in mia vece. Era sera; erano passati sei gior-ni: per non prender la penna a luce artificiale, ti feci scrivere da lui. Sto bene. Gli occhiancora domandano riposo. Pazienza!

Ripeto quanto ti feci scrivere: venendo per te, preferisco star con te. Ciò ancheperché la vita di comunità con i suoi orari, non si conviene alle esigenze della mia salute.

62

33 Su Théodule Ribot cfr. vol. 1 (1924-1928), p. 5, lettera 2, nota 4 e p. 11, nota 5.

Page 70: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Mi raccomando alle tue preghiere. E ti abbraccio.Tuo

† Mario(Lettera, f. 260, c. 1)

74.

Piazza Armerina, 28 giugno 1926

Carissimo fratello,a momenti ricevo la tua del 23. Godo nel sentire che state bene. Anch’io sto

bene. Codignola risponde che Vallecchi pubblicherebbe il mio lavoro a mie spese. Hoscritto richiamando l’originale. Questo dei tipografi è un guaio. Ora scrivo a De Ruggieroanche circa la rivista. Però, come più volte ti ho detto, non penso di pubblicare questolavoro tal quale. Lo rifarò tutto da capo a fondo. Qui abbiamo tempo sciroccoso. Sabatosera ci fu un leggiero terremoto. Nessun panico. Il giornale ora dice che fu avvertito aMessina, Catania, Siracusa e che l’epicentro sia stato lontano. A me, che ero in cappellapel rosario, fece l’impressione come se avessi un’improvvisa e forte palpitazione. Non cibadai e tirai via. Dopo vidi le lampade oscillanti e mi accorsi che la palpitazione l’avevaavuta la terra. Sono in periodo di esame. E perciò non ho tempo. Scriverò più a lungoappena sarà finito questo lavoro. Fate buoni bagni e pregate per me. Vi abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 2)

75.

Piazza Armerina, 3 luglio 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua e quella di Nelina da Londra. Ora aspetto le vostre nuove da costà.

Godo del vostro benessere. Sto bene anch’io. In pieno lavoro di esami però; che pure mipiace tanto. Hanno già dato esame di filosofia gli alunni di primo e secondo corso, conesito magnifico. Ci sono lavori degli esami scritti così maturi e completi che è uno stupo-re. Codignola mi ha già rimandato il manoscritto. Per ora non penso a tipografi; pensoalla rielaborazione da esser fatta in modo che ne venga fuori un libro scolastico: quello dicui ho bisogno, che sarà anche contributo. Spero di riuscire a fare un lavoro armonico,cioè che attinga i due fini senza contrasto. L’ho presente allo spirito, perché l’ho vissutonell’insegnamento di quest’anno. Quando sarà pronto, cercherò l’editore e spero trovarlo.

63

Page 71: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

A Nelina dirai che scrivo a Don Ciccio34 nel senso che essa desidera. Intanto vi abbraccioe fo punto nei riguardi dovuti agli occhi, che pure vanno meglio

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 3)

76.

Piazza Armerina, 13 luglio 1926

Carissimo fratello,ieri celebrai per l’anima della cara e buona Margherita; e fui col cuore sempre

vicino a te e alla cara Nelina. La tua lettera mi giunse opportuna per render più vivo que-sto sentimento.

Dunque state bene? Ne ringrazio il Signore. Sto bene anch’io. Gli esami si sonchiusi con l’esposizione e difesa delle tesi di licenza su argomento filosofico speciale. Èuna novità che ha dato ottimi risultati. Le due tesi più personali e originali son state espo-ste e difese avanti tutti i superiori e professori e gli alunni delle classi superiori. Son duebrevi monografie tanto riuscite e furono dette bene, benché con libera parola.

Il mio lavoro deve esser rifatto per esser contributo efficace. E siccome mia pri-ma cura è la scuola; così sarà rifatto per la scuola, ma in modo da esser anche un contribu-to. Come ti scrissi, l’ho in mente e credo che non avrà i contrasti del primo lavoro sulproblema della conoscenza.

Sì, nelle vacanze mi prenderò un po’ di riposo; relativo, però, perché a me ilriposo assoluto non fa bene.

Anche qui il tempo si mantiene fresco, e io non ho potuto cominciare i mieibagni che tanto mi giovano.

Ti manderò i libri appena sarai tornato a Londra. Ecco la indicazione esattadello studio sull’esperienza religiosa: Expérience religieuse - H. Pinard - Dictionnaire deThéologie Catholique - Tome cinquième. È nei quaderni 56-59 da pag. (o meglio colonna)1786 a 1867. L’editore è Letouzey et Ané, 6 bis Rue des Saints Pères (VIIe) Paris. È vera-mente importante.

A Nelina scrissi una cartolina l’8. Dille tante cose per me. E vi abbraccio affet-tuosamente. Tuo fratello

† Mario(Lettera, f. 260, c. 4)

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34 Su Francesco Piazza (Don Ciccio) cfr. vol. IV (1935-1940), p. 68, nota 1.

Page 72: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

77.

Piazza Armerina, 18 luglio 1926

Carissimo fratello,torno dalla Cattedrale dove con solennità massima ho tenuto sacra ordinazio-

ne. Ho l’animo pieno di sacro gaudio. È tardi. Per non farti attendere le mie nuove scrivoqueste poche righe. Ieri ebbi le vostre lettere. Domani è il XXIII anniversario della miaconsacrazione. Saremo uniti nella preghiera. Stasera farò una conferenza francescana. Stobene e vi abbraccio. Affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 5)

78.

Piazza Armerina, 23 luglio 1926

Carissimo fratello,grazie a te e a Nelina degli auguri pel XXIII anniversario della mia consacrazio-

ne. Il mese volge al suo termine, e volge al suo termine anche la vostra villeggiatura. Poi laseparazione. Questa è la vita. Però tornerete rifatti al lavoro e con l’anima piena di soaviricordi. Qui il caldo comincia a farsi sentire. Spero non tardare più a prendere i bagni. Stobene; gli esami e la ressa del lavoro son finiti: ora riposo, non certo assoluto, che non mifarebbe bene. Forse andrò a Terranova, ma non ne son certo, perché ancora non trovo l’al-loggio. Al Convitto è già arrivato il Seminario; e non c’è posto. Desidero sapere se haicombinato per l’articolo sulla rivista fondata da Ribot. Spero che finalmente combini. Perla rivista vorrei aprire trattative con l’opera del Card. Ferrari, che pubblica diverse riviste.Che mi dici? Cari gemelli: pregate per me come io faccio per voi sempre. Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 6)

79.

Piazza Armerina, 28 luglio 1926

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua del 20. Non ti posso rispondere circa la Neoscolastica perché

il fasc. marzo-giugno non l’ho ancora ricevuto. Mazzantini insegna storia della filosofia

65

Page 73: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

all’università di Torino. È un convertito dall’idealismo; e ha fatto il trapasso alla scol. piùvecchia. Ha ingegno. È colui che fece la recensione al mio libro sulla «Rivista dei Giova-ni». L’ho saputo a Torino, dove anche conobbi personalmente il Mazzantini. Dunqueandrò a Terranova. Spero partire lunedì. Sto bene. Rassetto gli affari per poter assentarmicon più tranquillità. Dunque tornate a via Rivoli? Quante care memorie! Tutta Parigi perme è in quella via e in quell’albergo. Poi Nelina tornerà in Italia o meglio in Sicilia e larivedrò e da essa avrò le tue nuove. Vi abbraccio tutti e due con affetto

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 7)

80.

Terranova (Sicilia), 2 agosto 1926

Carissimo fratello,arrivo a momenti, dopo poco più d’un’ora di magnifico viaggio. Sto bene e sen-

to la poesia del mare. Penso a te e a Nelina e vi mando un affettuosissimo saluto. Aspettoqui tue e sue nuove. Conto di fermarmi in questo un buon mesetto, senza altro program-ma che riposo e qualche benedizione sacra e predichina. Mons. Fondacaro vi ossequia. Iovi abbraccio

† Mario

Ho inviato la mia ultima a Paris-plage.

(Cartolina illustrata, f. 302, c. 4)

81.

Terranova di Sicilia, 9 agosto 1926

Carissimo fratello, ricevo la tua del 2. Non mi dici quanto ti fermi costà. Comunque, questa la

indirizzo a Parigi; vuol dire che, se sei partito, ti seguirà. Aspetto però tue lettere che miassicurino della tua salute e di quella di Nelina, dopo i sofferti incomodi. Son qui da ottogiorni. Ti scrissi una cartolina appena arrivato. Il tempo è buono, ma più fresco che caldo.Ho cominciato i bagni. La mattina faccio alle classi filosofiche riunite un corso di lezionisulla filosofia della conversione. Son seguite con vivissimo interesse. Spero di tirarne fuoriun libro e parmi che oramai il mio pensiero su questo argomento sia maturo. Ho fatto

66

Page 74: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

qualche predica e ne farò delle altre. Tutto questo però è lavoro lievissimo e graditissimo.Posso dirti che mi diverto un mondo e che sto benissimo. È il bene fattomi dal viaggioche dura. Al leggere che sei tornato al St. Marie e ai n. 19 e 20 ho palpitato forte: lememorie si sono affollate nel mio cuore... Ma... ora siamo così lontani! E Nelina? Cosafa? Torna a Roma? O va a Caltagirone? Con essa ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 10)

82.Terranova di Sicilia, 14 agosto 1926

Carissimo fratello,rispondo alla tua carissima del 7 da Parigi. Godo al sentire che ti sei rimesso e

che parti per Londra col proposito del lavoro. Aspetto con ansia tue nuove da Londra e diNelina da Roma.

Sto bene. L’altro giorno feci una conferenza francescana in un salone di questobello edifizio. Molta gente e scelta; accoglienza molto favorevole.

L’articolo sullo gnoseo-sintetismo lo detterò, perché gli occhi domandano ancorariposo. Spero che riesca a dir quello che penso. Tu vedrai se il cammino che ha fatto il miopensiero, da maggio a questa parte, sia veramente un progresso, come sembra a me.

Grazie dei saluti dei de Quirielle e Russo35. Dice qualche tuo amico che que-st’ultimo non sia fedele. Badaci.

Sto leggendo (cioè, udendo leggere) il S. Bonaventura di Gilson36. Il libro è dav-vero interessante; però spesso è prolisso. Il sistema filosofico del santo ha tre aspetti interes-santi, ma ha anche un vizio essenziale: quello di porre per la conoscenza e volizione naturalila necessità d’elementi soprannaturali e di giudicare con eccessiva severità Aristotele.

Ricevo anche lettura delle opere di Platone. S. Bonaventura deriva da Platoneattraverso S. Agostino.

Più studio i grandi filosofi e più mi pare che io abbia ragione a prender la viache ho presa.

Caro fratello, prega per me assai, sta sano e lieto in Domino e scrivimi dei tuoilavori. Ti abbraccio con vivissimo affetto.

Tuo† Mario

(Lettera, f. 260, c. 13)

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35 Il cognome de Quirielle è stato letto finora sui manoscritti in de Quinelle. In seguito è stato trovatotra i corrispondenti di L. Sturzo e qui viene corretto. Su Domenico Russo cfr. vol. I (1924-1928), pp. 152 e153, nota 3.

36 Su Etienne Gilson cfr. vol. I (1924-1928), p. 152, nota 2 e vol. II (1929-1931), p. 235, nota 2.

Page 75: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

83.

Terranova di Sicilia, 19 agosto 1926

Carissimo fratello,ricevetti la tua cartolina da Londra del 10 corrente. Io ti avevo scritto una car-

tolina il 9 a Parigi, una lettera il 14 costà. Spero che tu abbia ricevuto l’una e l’altra. Ieriricevetti le recensioni. Le ho lette. Il P. Daffara ha ragione, ma posa a tragico; e Marino hatorto. Problema vecchio, risoluto e inutile. Invece mi ha molto interessato la recensionesul Rimaud37. Pensa proprio come me. Grazie assai dell’invio. Di simili squarci manda-mene ogni volta che ci sono problemi di filosofia. Nelina mi ha scritto da Roma. Dice chesta bene. Io sto bene e continuo i bagni e le conversazioni filosofiche. Ora leggiamo ilFedone di Platone sull’immortalità dell’anima. Ci manca proprio la prova filosofica. Que-sta credo che si desideri anche in S. Tommaso. Abbiamo letto anche questo. Il problemaci interessa vivamente. Domenica scorsa feci una conferenza popolare su S. Francesco. Èl’argomento del giorno. Molta gente e molta attenzione. Domenica prossima, a Dio pia-cendo, benedirò l’ospizio marino per la cura di mare e sale dei bambini. Ancora non hodato mano all’articolo. Forse è bene aspettare che il tempo si faccia più fresco. Quandoammiro questo bel mare penso a te. E prego sempre per te. Gli amici ti salutano. Io tiabbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 17)

84.

Terranova di Sicilia, 25 agosto 1926

Carissimo fratello,mi avvedo che sono in ritardo: l’ultima te la scrissi il 19. Qui non puoi credere

come voli il tempo. Ho ricevuto la tua carissima del 16. I bagni, con acqua di mare, presacon cura, nella vasca hanno il gran perché della temperatura. Il mare non sempre è caldo,né sempre, quando è caldo, ha la temperatura voluta. Però a mare ci vado tutti i giorni edalla mia bella stanza lo ammiro tutti i momenti e ne aspiro l’aria. Sto bene. Le mie lezio-ni interessano me e i ragazzi. Dopo la filosofia della conversione abbiamo letto il Fedonedi Platone. Delizioso. Ora son tornato al primo tema, ma sotto l’aspetto psicologico. Quil’interesse cresce, perché troviamo che la psicologia ben intesa, si risolve in filosofia. Il

68

37 J. Rimaud, Thomisme et méthode: que devrait être un discours de la méthode pour avoir le droit de se diretomiste?, G. Beauchesne, Paris 1925.

Page 76: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

tempo si è fatto più caldo, ma non molto. A momenti scrive Nelina. Sta bene; e mi arrivail libro di Ugo Ojetti: Uomini che si confessano. I rivistatori ne dicono tanto bene. Vedrò ete ne scriverò. Non mandai i libri prima di partire pel timore che, non ti trovando, si fos-sero smarriti. Li spedirò al mio ritorno che è fissato pel 10 settembre. Gli amici ti osse-quiano. Io ti abbraccio. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 18)

85.

Terranova di Sicilia, 31 agosto 1926

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina del 22. Sento con piacere che hai ripreso i tuoi lavo-

ri. Mi consigli la macchina da scrivere: non risolve il problema, perché non libera dallatensione oculare. Io sto con gli occhi un po’ meglio; e spero che Dio mi conceda di tornaral lavoro dello scrivere. Tu aiutami con le tue preghiere. Nelle mie lezioni mattutine (intrenta giorni ne ho fatte trenta!) ora mi occupo delle Confessioni di S. Agostino e della suaconversione. Parmi scoprire una cosa: che S. Agostino non sia filosofo. Se finisco di con-vincermene, farò su tale argomento una monografia, che, spero, non sarà inutile. Siamoin piena novena della Bambina, patrona della città. Io feci la predica d’apertura: follastraordinaria. Ora continuano i miei chierici. Rivivo con grande gioia i bei tempi dellanostra festa della Bambina38. La città ne è entusiasta e anche i chierici. Ho disposto checosì si faccia tutti gli anni. Ho visto il Timeo di Platone. È una cosmogonia curiosissima,che versa tanta luce sul sistema platonico della conoscenza e mi conferma nel mio giudi-zio: Platone deformò (è troppo?) il problema; e gli effetti durano ancora. Sto bene. I gior-ni volano che è una sorpresa, e non senza molteplice utilità. A Girgenti in auto nonandrò: è troppo lontana. Spero veder Suor Giuseppina a Caltanissetta. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 21)

69

38 Sulla Festa della Bambina cfr. vol. I (1924-1928), p. 303, nota 1.

Page 77: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

86.

Terranova di Sicilia, 5 settembre 1926

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua carissima cartolina del 31 agosto. Io ti scrissi una cartolina lo

stesso giorno. Il profitto dei bagni comincio a sentirlo ora. Ne ho fatto per oltre un mese.Lascerò Terranova il 10. Ora a scuola leggiamo il Teeteto di Platone. Qui, secondo me, è lachiave dell’enigma circa la conoscenza. Sventuratamente rimase lì, anzi fu tenuta la viaopposta. Platone sostiene (però ad altro fine) che la sensazione da sé non è conoscenza; edè tale per l’Idea. L’Idea però per lui è una realtà. E il problema rimase insoluto. Secondome bisogna tornare alla sensazione. Questa, come percezione di qualche cosa di determi-nato e come funzione per se stante, non si dà. È funzione puramente sensitiva per l’ele-mento appetitivo. Così pei bruti e i neonati le cose si categorizzano in convenienti o no. Èfunzione percettiva oggettiva per l’idea, che nasce con essa per lo spirito. E l’idea è relati-va, ma anche assoluta. È relativa quando ha la funzione di tipo; è assoluta quando ha lafunzione di giudizio di rapporto dato. Es. il tutto è maggiore della parte. In questi cenni èil mio pensiero allo stato presente, in conseguenza delle conversazioni avute con te a Pari-gi. E credo che sia una efficace approssimazione. Sto bene, grazie a Dio, e anche gli occhinotevolmente migliorano. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 23)

87.

Piazza Armerina, 10 settembre 1926

Carissimo fratello,eccomi in sede. Sono arrivato a momenti dopo un ottimo viaggio. Ricevetti la

tua cartolina ieri. Io ti ho scritto il 31 agosto e il 5 settembre. Sto bene. Abbiamo celebra-to la festa della Bambina more antiquo. Io feci la prima predica e poi una seconda l’altradomenica; il resto fu predicato dai chierici terranovesi. Il risultato superò ogni previsione.Dicono che mai s’era vista tanta folla, che cresceva di sera in sera. Poi feci vespro e messepontificali e poi andai alla processione. Posso dire che la villeggiatura è stata utilissima perogni verso. Ora son su questi bei monti a rifarmi dell’eccessivo sudare dell’ultima quindi-cina. Spero tra breve scriverti una lettera e parlarti di tante cose. Ora ti lascio col tuo lavo-ro. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 28)

70

Page 78: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

88.

Piazza Armerina, 15 settembre 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua lettera del 7 e la cartolina del 9. Grazie di cuore. Non mi è ancora

arrivato il «Bollettino». Nelina è già a Caltagirone. L’abbraccerò venerdì andando là peruna conferenza francescana: è la quinta che faccio in questo centenario. Ne ho fatte unaqui e tre a Terranova. A Terranova tornerò il 30 corr. per le feste francescane: lì è il piùimportante convento francescano della diocesi. Dopo andrò per pochi giorni a Niscemi.Ora riposo nel senso vero della parola e quasi sono stanco dal riposare. Continuo i bagni,che ora mi giovano di più. Sto benissimo, grazie a Dio. A volte scrivo qualche pagina, mapoi torno al riposo per non impedire l’azione utile dello stesso riposo. Lavoro però colpensiero. Al nuovo anno, se sarà bisogno, detterò le nuove lezioni, che completerò coltrattato dell’estetica, in quanto filosofia. Lo reputo necessario, perché le nuove teorie este-tiche, secondo me, si collegano strettamente col problema del reale e della conoscenza.Abbiamo avuto larghe piogge. Ora è bel tempo e anche caldo. L’autunno per me è semprela stagione che mi desta nuovi ardori per lo studio. Amami quanto io t’amo e prega perme. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 29)

89.

Piazza Armerina, 21 settembre 1926

Carissimo fratello,ti scrissi il 15 e poi in Germania il 18. Ho ricevuto la tua cartolina da Bonn.

Penso con cara memoria Sonnenschein39. Bei tempi! Oggi celebro il 37° anniversario delmio sacerdozio e rinnovo i propositi fatti allora e riconsacro tutto a Dio e alle anime. Nonho ancora ricevuto il «Bollettino [bibliografico] di scienze sociali e politiche». V. Schiliròmi ha mandato per te un suo Santo Francesco, dramma in 5 atti. Non metto il conto spe-dirtelo: è una ben povera cosa, povera per ogni verso. Sto bene, grazie a Dio e passo que-ste vacanze col desiderio di riprendere le mie lezioni. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 260, c. 33)

71

39 Su Carl Sonnenschein cfr. vol. I (1924-1928), p. 155, nota 1.

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90.

Piazza Armerina, 25 settembre 1926

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua lettera da Bonn. Al prof. da te indicatomi manderò il volume

sul problema della con. quando avrò pubblicato il nuovo lavoro sullo gnoseo-sintetismo.Diversamente non sarà compreso tutto il mio pensiero. Ti spedisco Pascal et son temps.Non però il Vacandard40 sulla bolla Unam Sanctam, che mi bisogna. Ne ordino copia inFrancia che riceverai direttamente. Sto bene. Ho ripreso la penna, con certa trepidazioneperò. Spero che non debba tornare a posarla. Per ora scrivo poco. Tu prega pei miei poveriocchi. Come ti scrissi, il 30 tornerò a Terranova, poi andrò a Niscemi, poi a Caltagirone.E poi al lavoro del nuovo anno scolastico atteso con impazienza. Prego assai per te. E tutrovami e unisciti a me presso al s. altare.

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 38)

91.

Terranova di Sicilia, 30 settembre 1926

Carissimo fratello,eccomi di nuovo a Terranova, con buoni auspici, perché arrivo con la pioggia,

attesa da nove mesi. Il viaggio è stato ottimo, benché bagnato. Sto bene. Come ti scrissi,starò quattro giorni solamente, poi andrò a Niscemi, e l’otto, spero, a Caltagirone per duegiorni. La cartolina, inviatati a Bonn mi è ritornata con tanto di sconosciuto. Ti parlavodella mia gita a Caltagirone e della conferenza ivi fatta. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 39)

72

40 Su Elphege Vacandard cfr. vol. I (1924-1928), p. 156, lettera 86, nota 1.

Page 80: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

92.

Niscemi, 5 ottobre 1926

Carissimo fratello,arrivo in questa a momenti. Ti scrissi da Terranova appena arrivato. Da quando

son partito non ho tue nuove; penso che hai scritto a Piazza. Qui starò tutto domani;domani sera, a Dio piacendo, sarò a Caltagirone, dove mi fermerò per ora solo due gior-ni. A Caltagirone le tue nuove me le darà Nelina. La rivista è un fatto compiuto. Inizieràle sue pubblicazioni in gennaio. Pel momento si compiono le pratiche legali e si prepara ilmateriale con abbondanza, affinché la regolarità della pubblicazione sia assolutamenteosservata. Te ne scriverò più a lungo appena sarò tornato in sede. I miei occhi fanno abba-stanza la parte loro. E io sono nell’idillio. Vedremo se resterà tale quando il signor pubbli-co dirà la sua parola. Sto bene. Questo nuovo viaggio è assai utile. Lavoro come mai e tro-vo tanta bella corrispondenza. Anche il tempo è bello: né freddo né caldo, né piovoso nésecco. E poi l’autunno è la mia stagione e rinasce sempre in me tutta la poesia del lavoro.Prego sempre per te. Ora ti abbraccio.

Tuo

† Mario

P. S. 6 ottobre 1926Ieri per un disguido questa non fu portata alla posta. Così posso far questa

aggiunta e dirti che ieri sera feci una conferenza francescana, che è la sesta che faccio.

† Mario(f. 260, c. 41)

93.

Piazza Armerina, 11 ottobre 1926

Carissimo fratello,ricevetti a Niscemi la tua del 26; ricevo qui ora la tua del 6. I miei viaggi sono

andati bene e ringrazio il Signore. Sto bene e tengo la penna in mano quasi come il solito.Che Dio sia benedetto. Ora sono occupatissimo. Ti scriverò più a lungo tra qualche gior-no. Ti scrissi da Niscemi il sei. Son contento che lavori di pensiero. Che il buon Dio tibenedica e consoli. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 260, c. 44)

73

Page 81: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

94.

Piazza Armerina, 16 ottobre 1926

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina dell’undici; rispondo subito, anche perché oggi son

cinque giorni dall’ultima mia cartolina. Comincio dalla rivista. Si chiamerà «Giovinez-za-Filosofico-letteraria». Giovinezza, per indicare simbolicamente il proposito di rinno-vazione. Anche letteraria, per renderne più facile la diffusione. Ma sarà letteratura filo-sofica e limitata. Uscirà ogni due mesi, il 15 dei mesi dispari. Comincia col 15 gennaio1927. Per questo primo anno sarà di 48 pagine. È già pronto il materiale per duenumeri. Gli articoli, meno il primo, son brevi; ma trattano, sotto vari aspetti, del pro-blema centrale, cioè, lo Gnoseo-sintetismo. Ho già scritto a De Ruggiero per un artico-lo sulla teoria aristotelica; scriverò a Gilson, per un articolo sulla teoria agostiniano-bonaventuriana. Tu scrivi anche in mio nome al prof. Dempf41 per uno studio storico,per esempio, sul problema degli universali. Io scriverò anche a questi. Ancora non hoconchiuso con nessun tipografo; ma sono in via di conchiudere. Frattanto si lavora fer-vidamente per preparare il materiale per tutta l’annata, in modo che la regolarità siaosservata puntualmente. Sto benissimo e sono in vena. Il lavoro mi cresce senza quasiavvedermene. Tu su che cosa scriverai? Lascio a te la scelta, ora che ti ho abbozzato ilprogramma. Domani si farà l’inaugurazione del nuovo anno scolastico. Prega per me epel mio seminario. Ti abbraccio. Ti ho mandato la mia fotografia del 12 corr. RicevestiStrowski42?

[Mario](Cartolina postale, f. 260, c. 47)

95.

Piazza Armerina, 26 ottobre 1926

Carissimo fratello,all’inizio del terzo anno di tua dimora costà a te mi unisco dividendo con te le

tue gioie e i tuoi dolori.Son contento che la fotografia ti sia piaciuta. Mario Vaccaro in pochi giorni ne

ha derivato un ritratto molto riuscito, forse tra tutte le sue opere. È stato fatto per la Cat-tedrale. Poi ha pensato aggiustare quel vecchio ritratto che tu sai. Di qui la nuova fotogra-fia che ti mando oggi. Vedremo come se la caverà.

74

41 Su Alois Dempf cfr. vol. I (1924-1928), p. 157, lettera 87, nota 1.42 Su Fortunat Strowski cfr. vol. I (1924-1928), p. 157, lettera 88, nota 1.

Page 82: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Sto bene. Sono occupatissimo, e per cui scrivo breve e in fretta.Ti abbraccio.Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 260, c. 52)

96.

Piazza Armerina, 31 ottobre 1926

Carissimo fratello,la tua carissima lettera del 26 mi arrivò ieri. Grazie assai degli auguri e della

messa che domani celebrerai per me. Sarò con te in ispirito. A che ora tu celebri? Io cele-bro alle 6 e 1/2. Levo quel titolo e l’aggiunta letteraria. Però non trovo ancora un titoloche mi vada. Circa Zamboni ti scriverò. Le tue osservazioni son tanto giuste. Mi rincrescesolo che la critica sia venuta prima della pubblicazione del mio gnoseo-sintetismo. Ecco ilpunto centrale. Sensazione pura non la dà. La sensazione si attua sempre in sintesi coiprincipi appetitivi e col principio idealizzante. La sensazione percettiva è atto sintetico disensi e spirito; ed è sempre sensazione determinata e quindi in rapporto. Il soggetto coglieinsieme rapporti e termini, cioè, termini in rapporto; e conosce i termini pei rapporti.Credo che tu veda tutta l’importanza di questa impostazione. Sto bene. Il quattro andrò aCaltagirone e vi starò fino al dieci. Il dodici andrò a Valguarnera per S. visita. Vi starò set-te giorni. In teologia non insegno teologia, ma filosofia complementare. Ho trattato dellastoria. Ora tratto di Dio nella storia; poi della Provvidenza nella storia ecc. Mons. Fonda-caro ti saluta. Ti abbraccio e prego per te.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 55)

97.

Caltagirone, 5 novembre 1926

Carissimo fratello,arrivo in questo momento. Sto bene e anche Nelina. Ricevetti prima di partire

la tua cartolina. Il ritratto riproduce la prima fotografia, benissimo. Chi lo vede, non sisazia di ammirarlo. La seconda fu fatta per correggere il vecchio ritratto sbagliato. Vaccaropensa di farvi una nuova testa. L’impresa mi sembra ardua. Vedremo. Io starò qui sino il

75

Page 83: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

dieci. Il dodici andrò, a Dio piacendo, a Valguarnera per la sacra visita, che durerà nonpiù di una settimana. Ho letto finalmente la monografia sulla guerra43. Confermo il mioprimo giudizio espressoti a Parigi. È un gran bel lavoro. Ho solo qualche dubbio sullaparte che tratta della difficoltà di giudicare della giustizia della guerra; perché la difficoltànon implica la prova della non giustizia. Forse non era male rilevare ciò. In tal caso quellaparte s’intenderebbe come puro inquadramento storico. Poi sarebbe stato utile un chiari-mento circa il giusto concetto di legge di natura. Piccole cose che non tolgono il pregio,non piccolo, del lavoro. Mentre scrivo piove. Sino ad ora ha fatto caldo. La pioggia civoleva. Con Nelina ti faccio un mondo di cose. Ti scrissi il 31 e feci un cenno circa la cri-tica al mio libro. Per ora non penso di rispondere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 58)

98.

Caltagirone, 9 novembre 1926

Carissimo fratello,abbiamo letto la tua ultima cartolina. Io ti scrissi da qui appena arrivato. E ti

torno a scrivere sul punto di ripartire (ripartirò domani). Stiamo bene. Ieri fummo allavilla di Michele. Io prima non l’avevo vista che da lontano. Son veramente belle la casinae la villa. Ieri verso le 15 ci fu un po’ di terremoto. Breve però. Più tardi andremo allaMessa. Per tutto portiamo il tuo ricordo e viviamo del tuo affetto. Questi giorni sono sta-ti di pieno riposo per me. Anche volendo, non avrei avuto il tempo di mettermi a tavoli-no. Ora, come ti scrissi, starò una settimana a Valguarnera per la S. visita: anche quellosarà riposo. Ti dovrò scrivere più in particolare della mia teoria gnoseologica; e dovrò scri-vere l’articolo per la rivista francese. Spero non ritardar troppo. Ti abbraccio affettuosa-mente con Nelina.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 59)

76

43 Si tratta presumibilmente dello studio di Luigi Sturzo dal titolo Sur le droit de guerre pubblicato sul«Bulletin Catholique International», II anneé, n. 18, 1° novembre 1926, pp. 206-225.

Successivamente ampliata, la monografia uscì nel 1929 con il titolo The International Community andthe Right of War, Allen and Unwin, London; nel 1930 il libro uscì in America, New York, presso Smith e nel1931 a Parigi presso Bloud et Gay con il titolo La Communauté internationale et le droit de guerre. In Italiauscì nel 1954 presso Zanichelli con il titolo La comunità internazionale e il diritto di guerra.

Page 84: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

99.

Valguarnera, 12 novembre 1926

Carissimo fratello,arrivo a momenti in questo. Lasciai Caltagirone mercoledì. Nelina stava bene.

Io, grazie a Dio, sto benissimo. Finalmente ho dato mano all’articolo sullo gnoseo-sinteti-smo per la rivista francese. Appena sarà pronto lo manderò a te. Se tu gli darai la tua appro-vazione, potresti, per la traduzione, pregare M. Vaussard44 affinché lo traduca lui o cerchiegli un traduttore. Non sarà lungo. Credo che ora il mio pensiero sia, su ciò, maturo. Cosìpotrò riprendere il rifacimento del primo lavoro. La rivista soffre una stasi, e non so sepotrà esser superata prima di gennaio. Dopo questo po’ di S. visita, ritornerò in sede, alme-no prossimamente. Prega assai per me, come io faccio per te sempre. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 61)

100.

Valguarnera, 16 novembre 1926

Carissimo fratello,son privo delle tue nuove da sette giorni. Penso che mi abbi scritto a Piazza e

che la posta faccia i suoi comodi. Ti scrissi da questa il 12 appena arrivato. Sto bene. ADio piacendo il 18 ritornerò in sede. Ho già terminato l’articolo sullo gnoseo-sintetismoper la rivista francese. Appena rientro in sede sarà copiato e spedito a te. Io non ne sonoscontento. Spero che trovi anche la tua approvazione. Nell’affermativa, come ti scrissi, lopotrai spedire a M. Vaussard affinché lo traduca o faccia tradurre. Ci troverai la rispostapiù conveniente alle critiche della Neo-scolastica. Non scrivo il nome del critico per la suaaffinità con nomi detestabili. La sacra visita è andata bene, senza che il lavoro mi abbiastancato. Ora siamo agli sgoccioli. Spero, ora che ho impostato bene il problema, di tor-nare al lavoro del libro. Non mi far desiderare le tue nuove. Prega per me e cercami a pie’di Gesù quando dici la S. Messa. Ti abbraccio con vivissimo affetto. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 62)

77

44 Su Maurice Vaussard cfr. vol. I (1924-1928), p. 161, nota 1. Si veda anche Luigi Sturzo-Maurice Vaus-sard. Carteggio (1917-1958), a cura di Enrico Serra, Opera Omnia di Luigi Sturzo, Terza Serie, IV EpistolarioScelto, vol. 5, Gangemi, Roma 1999.

Page 85: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

101.

Piazza Armerina, 21 novembre 1926

Carissimo fratello,ieri ti spedii, raccomandato, l’articolo per la rivista francese. Ti feci anche gli

auguri, ma parmi avere scritto onomastico invece di natalizio. Scrissi in fretta, perché laposta partiva. Te li ripeto riveduti e corretti, con tutto l’affetto del mio cuore. Che il buonDio ti benedica e conceda lunga vita, ricca di lungo-fecondo lavoro. Termino a momentila sacra ordinazione. Tornai da Valguarnera il 20. Tra non molto riceverai il primo nume-ro d’una rivistina «L’autoformazione». È stata fondata proprio per l’autoformazione, spe-cialmente, intellettuale. E spero possa far da staffetta alla rivista filosofica. Vi collaboranoi miei alunni. E in ciò io ripongo il lavoro autoformativo. Vi scrivo anch’io. Esce qui.Avrà abbonati? Forse pochi. Ma oggi io non miro a questo. Miro a prepararmi il terreno.La mia rivista non può attuarsi che come quella di B. Croce. Dovrò scriverla io e, sotto lamia guida, i miei alunni. Diversamente non raggiungerebbe il fine. Tu intendi. Oggi nonc’è in Italia e fuori chi si possa reputar preparato a sostenere un nuovo sistema e una rin-novazione della nostra filosofia. Ricevetti la tua del 12 a Valguarnera. Sto bene. Spero chel’articolo incontri la tua approvazione. Ti ripeto gli auguri e ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 64)

102.

Piazza Armerina, 26 novembre 1926

Carissimo fratello,stamani ho celebrato la S. Messa per te e per Nelina. Ora rinnovo a te gli auguri

che avrai, per cartolina, dovuto ricevere ieri e l’altro ieri per cenno unito all’articolo. Cheil buon Dio ti colmi delle sue benedizioni. Attendo il tuo giudizio dell’articolo. Spero chesia favorevole, almeno circa la sostanza. Ho dato mano alla rielaborazione definitiva delproblema della conoscenza, a cui lascio questo stesso titolo. Il Divus Thomas fa la sua criticaal mio libro. E son due con la «Neo-Scolastica». Attacca la mia teoria. Per occuparmi delledue critiche aspetto che sia pubblicato l’articolo sullo gnoseo-sintetismo. Altrimentiandremo all’uno via uno. Sto bene. La rivistina di cui ti ho parlato uscirà il 15 dicembre.Hai visto nella «Critica» il primo articolo? È il messaggio mandato da B. Croce al con-gresso filosofico d’America. Caiazzi vi risponde in modo bambino. Poveri noi, non com-prendiamo che c’è altro da fare, che non sia l’ostinarci nel nostro vecchio passato. Tiabbraccio con vivissimo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 68)

78

Page 86: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

103.

Piazza Armerina, 1 dicembre 1926

A te!

Fratello, a te dintornoNon suona più la bellaItalica favella,Né più risplende il giorno

Sì puro e cristallino,Come splende in eterno,E sia l’estate o il muro,Sull’italo giardino.

Sulla città si stendeDi nebbia cupa moleChe ai vivi rai del soleDi trapassar contende.

Siccome l’aria, il coreSi serra al dolce affetto,E a te non scalda il tettoSacro fraterno amore.

È muta la mattinaQuando l’oriol ti desta;Per te mai brilla a festaLa luce vespertina.

La sera alle tue porteRessa non fa l’audaceGioventù. Tutto tace.È la sera una morte!

T’è sol l’alto pensieroCompagno, e fan nell’almaImperturbata calmaLe sacre ansie del nero.

Qual legge il ben governiDella famiglia umana,E qual mai legge arcanaE guerra e pace alterna.

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Dì verrà che i cannoniSaran macchine vane,E sen faran campaneE vomeri e picconi.

Sarà tuo nome incisoSui sacri archi alla paceIn fra ammorzata faceE rio dragon conquiso.

Ritorni la mattinaAlle sudate carte;Sol ten distoglie in parteLa tregua vespertina.

Vi ritorni la sera,Ma col lavoro alterniDesio di beni eterniChe accende la preghiera.

30 novembre 1926

Sto bene. Ti ho scritto il 16, un cenno il 20, il 21, il 26 novembre. Oh! la posta!In attesa del tuo giudizio sul mio articolo (dopo del quale, se favorevole, scriverò a M.Vaussard) ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Lettera, f. 260, c. 73)

104.

Piazza Armerina, 6 dicembre 1926

Carissimo fratello,l’altro ieri ricevetti la tua col manoscritto. Il tuo giudizio mi fa tanto bene, per-

ché mi assicura d’esser sulla via della scoperta. Appena avrò un po’ di tempo, darò all’arti-colo i ritocchi da te desiderati. Ora ho in mano il problema della conoscenza; e spero dimenarlo a capo tra non molto. È diviso in due parti. Nella prima espongo la mia teoria;nella seconda farò la esposizione e la critica dei principali sistemi. È per la scuola. E già lodetto. Come ti sarai accorto il mio pensiero non rinnega il passato. Per me l’unità evoluti-va di Problema della Conoscenza di due anni fa, e il mono-intuizionismo dello scorsoanno, erano il sintetismo, e solo mi mancava una più chiara esposizione logica e tecnica.Ti scrissi il primo di questo mese, o meglio, ti mandai dei versi che facevano da lettera. Aquest’ora li avrai ricevuti e giudicati. Saranno forse anche questi musica d’altro tempo.

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Ma che si può sperare da un vecchio? Comunque, spero che ci scorgerai il palpito di que-sto tempo. Sto bene. Faccio la scuola con visioni più sicure. Il profitto è molto. Prega perme e credimi tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 75)

105.

Piazza Armerina, 10 dicembre 1926

Carissimo fratello,la tua del 1° mi ha compensato dell’attesa della tua precedente, che stette in

viaggio sette giorni. Grazie di quanto mi scrivi sul concetto della storia. Lo trovo così giu-sto e interessante. Ricevetti la tua del 17 novembre con la traduzione del tratto che miriguarda. Grazie all’autore, il quale ha ben compreso il significato della posizione presa dame sin dalla pubblicazione di Problema della Conoscenza. Il 7 ti ho spediti raccomandatail Vacandard e un libro sulla guerra che giaceva nella mia biblioteca. Non mi è stato anco-ra possibile trovare l’indirizzo attuale della libreria di Parigi. Vuol dire che quando lo tro-verò, comprerò per me il Vacandard. La «Rivista d’autoformazione» non reca nessun visi-bile legame col seminario. Il direttore formale è A. Di Fede. Non provocherà apprensioni.Prima di tutto sarà un allenamento dei giovani. Non sarà una rivista giovanile. Vedrai.Lavoro con fervore attorno al Problema della Conoscenza. Ho quasi finito la 1° parte.Aspetto il tuo giudizio sui miei versi. Spero però che non ti siano dispiaciuti. Quest’au-tunno la vena poetica s’è ridestata. Sto bene. Lavoro con giusto [sic] e senza provare affati-camento; e ne ringrazio Dio. Prego per te assai, sempre. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 76)

106.

Piazza Armerina, 15 dicembre 1926

Carissimo fratello,ricevetti la tua cartolina del 6 corrente. Grazie della buona accoglienza fatta ai

miei versi – giovanili – ! Nelina mi scrive che sei stato raffreddato. Spero che si sia trattatodi cosa lieve e faccio voti per la completa guarigione. Io sto bene. Domani verrà a farmiuna visita Nelina. Immagina come l’aspetto. La prima parte del mio lavoro – Problemadella Conoscenza – è quasi finita. Lavoro con fervore e forze: e ringrazio Dio che mi ha fat-

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Page 89: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

to la grazia di riprendere la penna. La rivistina tarda un po’ a uscire perché le pratichelegali non son ancora espletate. Spero che non sia lungo ritardo. Sono assai occupato. E fopunto. Ti abbraccio e mi raccomando alle tue preghiere.

Tuo

† Mario(f. 260, c. 80)

107.

Piazza Armerina, 20 dicembre 1926

Carissimo fratello,questa ti reca gli auguri per il S. Natale. Spero che ti arrivi in tempo. Una delle

tre Messe sarà applicata per te e per le sorelle. Che il buon Gesù ti colmi delle sue gioie.Le tue due ultime cartoline (del 10 e del 14) mi sono arrivate lo stesso giorno. Usatiriguardi. Fà una cura di china che è fortificante anche contro i raffreddori. Io prendo laChina Nanning da un anno e ne cavo grandissimo vantaggio. Te ne prego. Ho letto lostudio sul Vanderpool45. Degno del suo gemello. Però per la rivistina non è adatto, essen-do a forma di bibliografia e molto lungo. Se se ne cavasse uno studio d’ordine generalecirca i principi (che è la parte notevolissima e la ragione dello studio) non più lungo di 12o 14 o al più 16 pagine, andrebbe a meraviglia. Posso sperare? Sintesi conoscitiva nonesprime un sistema; ma pure occorre esprimere un sistema. Non ti pare? Forse sarebbe dapreferire la sola parola sintetismo; sarebbe più breve e avrebbe lo stesso valore. Che nedici? Se l’originale dell’articolo sul Vanderpool lo vuoi, te lo mando. Io ne ho fatto farcopia. Stamani spero finire la prima parte del mio libro (il sintetismo); poi un po’ di sosta,e poi la 2° parte. Io non ne sono scontento. Vedo che quadra su tutti i punti. Sto bene.Abbiamo la neve. È una bella cosa. Gli alunni studiano con fervore. Ti ripeto gli auguri eti abbraccio forte. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 260, c. 83)

82

45 Sull’articolo di S. S., Alfred Vanderpool. La doctrine scolastique du droit de guerre pubblicato sulla «Rivi-sta di Autoformazione» nel 1927 cfr. vol. I (1924-1928), pp. 173 e 174, nota 1.

Page 90: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

108.

Piazza Armerina, Natale 1926

Carissimo fratello,la mia del 20 la riceverai oggi. Ti reca i più fervidi auguri. Questa li ripete nel

gaudio della festa. Stanotte ho pontificato, poi subito celebrate le altre due messe nellamia cappella illuminata a giorno. La seconda delle tre messe l’ho applicata per te e per lebuone sorelle. Ieri aspettai invano tue nuove. Spero che arrivino più tardi. Io intanto vadoin cattedrale per l’assistenza pontificale. Ho terminato la prima parte (che per me è tutto)del Problema della Conoscenza. Ora pausa. Ho ripreso in mano l’articolo. Veramente, ètroppo scolastico, cioè, da scuola. Lo rifarò. Domani, a Dio piacendo, andrò a Caltagiro-ne. Vi starò sino al 31. Là, se avrò tempo, finirò l’articolo, e lo rimanderò a te. Non hofretta di pubblicarlo, ho invece interesse che riesca efficace. La rivistina aspetta ancoral’autorizzazione del responsabile. Sto bene. Questa volta ho vegliato sino alle tre a. m.senza sonno o stanchezza. E la tua salute? Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 1)

83

Page 91: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1927

109.

Piazza Armerina (prov. di Castrogiovanni), 2 gennaio 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua del 28. Ricevetti quella del 23 a Caltagirone, dove sono stato cin-

que giorni. Le mie nuove te le ha date Nelina, che sta molto bene. Ho quasi finito l’arti-colo. L’ho rifatto daccapo. Te lo manderò appena copiato. L’ho intitolato: Il neo-sintetismocome contributo alla soluzione del problema della conoscenza. Credo che neo-sintetismovada. Infatti altro sintetismo esiste, ed è il sensismo e l’idealismo. Dunque questo è unnuovo modo di considerare il sintetismo e d’opporlo al separatismo. La rivistina aspettaancora la gerenza. Spero, a quel che so, che non si faccia aspettare. Sto benissimo. Ieri fuiin cattedrale per la solita funzione e feci l’omelia come al solito. Mi si assicura che ilvescovo di Caltagirone è stato già nominato. C’è viva attesa. La rivistina si occuperàanche di filosofia. E spero che presto possa prendere il suo posto nel mondo delle idee.Così risolvo il problema della rivista, senza rumore. Auguri pel nuovo anno fervidissimi.Oggi è primavera. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 4)

110.

Piazza Armerina, 3 gennaio 1927

Carissimo fratello,questa è la prima lettera che scrivo in questo nuovo anno, ed è per te, e ti reca

nuovi auguri sempre più caldi di fraterno affetto. La tua del 25 l’ho ricevuta ieri. Gododelle notizie rassicuranti che mi dai della tua salute; giacché stavo in pena per gli effettidella caduta. Nell’ultimo numero della «Neo-scolastica»46, Mons. Olgiati nell’articolo suBruni47, parla di idee astratte in opposizione alle idee concrete dei moderni con unasuperficialità desolante. Il prossimo fascicolo della rivista è completo e sotto i torchi. Peròci son gli altri fascicoli, desiderosi di cose belle e buone, paesane e forestiere. Quest’annoil mal tempo m’impedì la notte di andare in cattedrale. Ci andai però il giorno e poi il

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46 Si riferisce alla «Rivista di filosofia neo-scolastica».47 Su Gerardo Bruni cfr. vol. I (1924-1928), pp. 220 e 221, nota 2.

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capo d’anno. Una delle tre messe anch’io l’applicai per suor Giuseppina e un po’ per tuttinoi. La Città di Dio di S. Agostino, della quale ne ho letto due volumi (il terzo è ancora instampa) è un gran bel libro; però non è che il libro d’altro stampo che, penso, si legge unasola volta, tranne alcuni capitoli (i più belli) che son d’ordine generale. Polemica incal-zante, ma a volte eccessivamente analitica e prolissa. Nelina ha fatto il Natale a Catania,dove è ancora. Come torno, andrò a trovarla. Sto bene e lavoro. Prego per te assai, e miraccomando alle tue preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 5)

111.

Piazza Armerina (prov. di Castrogiovanni), 6 gennaio 1927

Carissimo fratello,la tua del 1° mi arrivò ieri, cioè, dopo quattro giorni, compensandomi di quelle

che sono arrivate dopo otto giorni. Godo assai nel leggere che stai bene. Anch’io, grazie aDio, sto bene. Ho terminato la nuova elaborazione dell’articolo. È già copiato. Lo spediròdomani, perché oggi non si fanno raccomandate. Se lo trovi possibile, mandalo a M. Vaus-sard. Io gli scriverò, appena avrò notizia dell’invio. Così si risparmia tempo. Se trovi che abbiabisogno di ritocchi, rimandalo a me subito. Ho dato mano alla revisione del lavoro sullo stes-so problema. Ho messo per titolo: Nuovo saggio sul problema della conoscenza. L’articolo inve-ce è intitolato Il neo-sintetismo, come contributo alla soluzione del problema della conoscenza.Così ho già posto la determinazione da te desiderata. Certo sarebbe molto utile averne unatraduzione e edizione inglese. E spero che il tipografo si trovi. Parmi che il periodo acuto delcercare pel mio pensiero sia, al meno in parte, finito. Sento che questa soluzione quadra enon mi cagiona ansie. E spero che possa giovare a una efficace rinnovazione della nostra filo-sofia. Io la metto nelle mani di Dio, per cui lavoro. Con vivissimo affetto ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 6)

112.

Piazza Armerina, 11 gennaio 1927

Carissimo fratello,ieri celebrai per l’anima dei nostri cari, essendo il XXX anniversario della morte

di mamà. E fui in spirito con te e le sorelle. Ricevetti la tua del 5. Io ti scrissi il 2 e il 6. Da

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Page 93: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Caltagirone ti diede le mie nuove Nelina. Ho già dato mano sin dal 3 alla rivisione e riela-borazione del nuovo saggio sul problema della conoscenza. Procede spedito e, credo, sicu-ro. Spero terminarlo presto. Sto benissimo e ho pel lavoro in generale più forze di prima,e ne ringrazio Dio. Prendo per te un secondo abbonamento alla «Critica». Il Vacandardnon lo mandare. Non preme. Il Vanderpool, compendiato un po’, andrà. Conoscopochissimo dell’Action Française48. Mancandomi i presupposti, i frammenti in propositodella nostra stampa mi riescono oscuri. Le pratiche per la gerenza non sono ancora esple-tate. Son occorsi nuovi documenti. Penso però che siamo alla fine. Son contento che faraiun po’ di cura di china. Rinforza davvero. Oggi è l’undici. Le campane ricordano il granterremoto. È un giorno mesto l’undici gennaio, sempre. Questo anno, in febbraio, avre-mo le conferenze episcopali, in Acireale, platoniche al solito. Ti ho spedito l’articolo rifat-to. Aspetto il tuo giudizio. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 8)

113.

Piazza Armerina, 14 gennaio 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina dell’otto. Dalla mia ultima avrai appreso che ti ave-

vo già preso l’abbonamento alla «Critica». Son lieto d’aver prevenuto il tuo desiderio. Ilvescovo di Caltagirone è il previsto Bargiggia della diocesi di Milano, parroco del Rosario,di anni 51. I giornali milanesi ne dicono molto bene. A quest’ora avrai letto il mio artico-lo. A Vaussard scriverò appena avrò il tuo giudizio. Sto bene. Il lavoro di ultima elabora-zione del Problema della conoscenza procede alacremente. Appena avrò finito vedrò perl’editore. Anch’io sento che non bisogna perder tempo. Questo per me è periodo fecondoe intenso di lavoro, e ringrazio Dio e quanti pregano per me. La rivistina ancora attendel’espletamento delle pratiche per la gerenza. Speriamo che non tardino più. Oramai ètroppo. Qui il tempo è buono e mite. Influenza non ce n’è. Attendo le tue nuove e tiabbraccio.

Tuo affezionatissimo fratello

† Mario vescovo(Cartolina postale, f. 261, c. 12)

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48 Sull’Action Française cfr. vol. I (1924-1928), pp. 170 e 171, nota 2.

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114.

Piazza Armerina, 19 gennaio 1927

Carissimo fratello,la tua carissima di auguri mi giunse ieri. Ti ringrazio commosso. Son unito a te

e alle sorelle nell’annuale memoria dei nostri cari defunti. Nelina credo sia partita perRoma con i Gravina. Così mi scrisse l’altro giorno. Il Signore ci vuole divisi. Fiat. Aspettole tue osservazioni. Certo più si studia questo problema, più si sente il bisogno di precisa-re e approfondire. Molto ho già precisato e svolto nel lavoro di sistemazione, spero, defi-nitiva. Ma forse ancora ci sarà molto da precisare e svolgere. Ho cercato di chiarire al pos-sibile l’aspetto psicologico, come è tuo desiderio. Sento che la soluzione quadra sotto tuttigli aspetti. Anche la scolaresca sente maggiore soddisfazione. Lavoro di gran lena, senzaombra di stanchezza. Se questo lavoro deve fare del bene, il buon Dio lo benedica. L’in-verno s’è fatto crudo e oscuro. Quando manca la luce del sole soffro a scrivere. Rimedio,mettendomi presso il balcone. È veramente un periodo straordinario. Il 29 giugno ci saràeclissi di sole totale pel centro dell’Inghilterra. Tu la godrai. Che spettacolo. Sto bene.Penso a te, specialmente nella preghiera.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 13)

115.

Piazza Armerina, 24 gennaio 1927

Carissimo fratello,oggi è il 28° anniversario della morte di papà. Ho celebrato la S. Messa per la

sua santa anima e per quelle di mamà e della sorella. E mi sento più vicino a te e alle sorel-le. Ricevetti il manoscritto con le osservazioni. Grazie di cuore. Farò subito un’ultimarevisione e lo manderò a Vaussard. Come ti scrissi ho preso per te l’abbonamento alla«Critica». La riceverai direttamente. Sto benissimo. Abbiamo avuto giorni rigidissimi convento mai visto. Ora c’è il sole, che riposa i guai del freddo. Il lavoro di ultima rielabora-zione è a buon punto. Ma è un lavoro quasi tutto ex novo. Parmi concludente. Spero fini-re entro febbraio. Aiutami con le tue preghiere.

Ti abbraccio con infinito affetto.Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 16)

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Page 95: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

116.

Piazza Armerina, 29 gennaio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 23. Godo nel leggere che stai bene. Ti prego però, duran-

te il freddo, di usarti ogni riguardo. Sto bene anch’io e lavoro. Non so se hai saputo che alcaro can. G. Montemagno due mesi fa morì il nipote che aveva in casa, chierico, in modotragico: forse suicida o forse accidente. Povero Peppino! È tanto desolato. Il suo dolore miha suggerito alcuni versi che ti trascrivo.

Stanco di lacrimar, gli occhi all’oblioVelano di lievissimo sopore,Allor che circonfuso di splendoreSi fe’ tutto presente al pensier mio

Colui che piago. Mi sorrise, ond’io,Fissando in lui lo sguardo indagatore,Gli chiesi: “Vien dal regno dell’amore?” “Vengo dal fuoco ove ci purga Dio”.

Rispose, e fece per partir. “Oh resta,Resta” gli dissi sospirando, “un segnodammi che questo non è sogno vano”.

Mi guardò, levò al Ciel la destra manoE disse: “Oh i gaudî del beato regno!”E sparve e mi lasciò con l’alma in festa.

Prega assai pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 19)

117.

Piazza Armerina, 2 febbraio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua cartolina del 28. Io ti scrissi il 24 e il 29. Come vedi non ho

fatto ritardo. Il P. Gemelli desidera sapere se ricevi le sue riviste e le sue lettere. Scrivine alui e fammi cenno a me. Oggi abbiamo una vera primavera. Ce n’era bisogno dopo tantofreddo e vento e pioggia e accenni di neve. Non conosco bene storie di filosofia. Quella diDe Ruggiero tu la conosci e non te ne parlo. Io però la trovo molto buona, s’intende, pre-scindendo dal preconcetto idealista. Il mio lavoro, che s’è risoluto in una nuova rielabora-zione dello stesso concetto, procede avanti senza interruzione. Penso che non potrò ter-

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Page 96: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

minarlo che fra un mese almeno. Poi dovrò limarlo. Come vedi non è ancor tempo ditrattare coi tipografi. Io non ho né debbo avere fretta. Il tuo quando lo finisci? Spero chela rivistina prenda il volo dentro questo mese. Sul congresso internazionale per la ricercad’un codice di morale s’è scritto tanto dai nostri negando che un tal codice sia possibile.Io son di parere contrario. Un codice minimo è possibilissimo e forse di fatto esiste, per-ché di fatto o naturalmente la morale è una. Desidero conoscere quel che tu ne pensi, per-ché vorrei scrivere su ciò un articolo. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 20)

118.

Piazza Armerina, 7 febbraio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua cartolina del 1°. Il 22 ti sarò vicino con la mente e col cuore.

Fin da ora ti auguro felice successo. L’ultima mia è del 2. Sto bene. Lavoro alacrementeattorno al neo-sintetismo; ma mi avvedo che il cammino non è breve. Il problema hamolti lati: come progredisce il lavoro, si fanno visibili sempre aspetti nuovi. Io ne soncontento; però non mi fido del contento che accompagna il lavoro. Sento però che nonbisogna aver fretta. La rivistina aspetta ancora l’espletamento delle pratiche per la geren-za. Bisogna rassegnarsi. Aspetto il tuo parere sul problema di un codice unico di moralità,di cui ti feci cenno nella mia precedente. Sto rileggendo le memorie autobiografiche di G.Duprè. Parla di cartoni di Raffaello esistenti in codesto museo nazionale. Dice che chinon li ha visti, non conosce bene quel grande. Ne sai nulla? Il tempo continua freddo eumido. Io vivo di sole, specialmente quando scrivo. E sospiro alla primavera, che frattan-to si avvicina. Prega per me come io faccio per te. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 22)

119.

Piazza Armerina, 12 febbraio 1927

Carissimo fratello,la tua del 5 mi arrivò ieri, cioè, con un giorno di ritardo. Godo nel leggere che

stai bene e che lavori così, da non aver tempo. Aspetto risposta se ricevi le riviste e le lette-re del P. Gemelli. Te ne scrissi nella mia del 7. Io sto bene e lavoro attorno al neo-sinteti-

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Page 97: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

smo con sempre crescente interesse. Vedo che i vari punti del lavoro quadrano bene, e ciòmi anima e conforta. Spero di terminare questa rielaborazione nei primi di marzo. Poipausa, e poi una buona limata. Quando avrai tempo non dimenticare di dirmi il tuo pen-siero circa la possibilità e utilità d’un codice unico internazionale di moralità. L’odisseadella gerenza non è finita. Si è andati da Catania a Caltanissetta a Palermo e ora si è torna-ti a Catania. Pare che nessuno conosca bene la legge. Vedremo se questa sarà l’ultima tap-pa. Fai bene a scrivere al povero Peppino Montemagno. È così desolato che davvero habisogno di conforto. Maritain è uno scolastico fossile; da lui non c’è da aspettarsi cheastrattismo e intolleranza. Il freddo continua intenso. Ti abbraccio. Tuo affezionatissimofratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 26)

120.

Piazza Armerina, 16 febbraio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 10. Io ti ho scritto il 2, 7, 12. Come vedi non c’è ritardo;

e oggi anticipo d’un giorno. Ti prego rispondermi su quanto ti chiesi nella mia del 2,cioè, se ricevi le riviste e le lettere del p. Gemelli. E scrivine anche a lui. Circa una storiadella filosofia ti ho già risposto. Ora aggiungo che fu pubblicata, parecchi anni fa, unatraduzione della storia della filosofia del Turner, credo inglese. Io l’ho vista per poche ore.Mi parve come le altre; forse un po’ più arranciatina. È uno scolastico. Vedo citato conautorità lo Zeller, storia della filosofia greca. Come informazione ha certo un valore la sto-ria della filosofia del Medio Evo di De Wulf (belga neo-tomista)49. Sto bene. Il tempo s’èalquanto raddolcito. Si vede che la primavera non è molto lontana. Ti auguro felice risul-tato pel tuo discorso imminente. Gran bella cosa poter parlare l’inglese! Come vorreisaperla codesta lingua! Mi scrive Nelina: dice che sta bene e va ogni mattina al Gesù.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 27)

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49 M. De Wulf, Storia della filosofia medievale, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1913. Su MauriceDe Wulf cfr. vol. II (1929-1931), p. 305, nota 2.

Page 98: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

121.

Piazza Armerina, 20 febbraio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua carissima lettera. Rispondo oggi anticipando d’un giorno il mio

turno. Del congresso internazionale pel codice morale unico tenuto a Roma lo scorso settem-bre, ha lungamente parlato la «Civiltà Cattolica» recentemente. Si cercava un codice mini-mo. Le tue osservazioni son giuste secondo il tuo punto di vista, che riguarda un codice,direi, medio e alquanto determinato e filosofico. Un codice minimo dovrebbe raccogliere glielementi comuni a tutti i popoli e non i pensamenti filosofici. E dovrebb’essere, io penso, uncodice di principî senza le ulteriori determinazioni proprie ai vari popoli. Se infatti la morale,come principî semplici, è una (ed è tale), questa codificazione sarebbe possibile e utile, utile,dico, per l’influsso che potrebbe esercitare sui pensatori. Il mio lavoro va avanti. Non sond’accordo con Crespi. Meglio tardare un po’, per dar fuori un lavoro più persuasivo. Credoche tu la pensi come me. L’articolo non l’ho riveduto ancora. Penso che per via sia megliovedere dove la logica del mio sistema mi menerà sino alla fine. Del resto l’articolo nondovrebbe precedere di troppo il libro. Sto bene. Il mio pensiero riposa su quel che va metten-do fuori. Sarà buon segno? Lo spero. Prega assai pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 30)

122.

Piazza Armerina, 25 febbraio 1927

Carissimo fratello,anch’io ho aspettato la tua per scriverti. La ricevo a momenti. Godo che stai bene.

Sto bene anch’io e lavoro. Ho letto che è importante la storia della filosofia moderna di Höff-ding. L’ho commissionato. Il De Ruggiero (storia della filosofia) mi bisogna. Dimmi se vuoitutte le parti o solamente alcune epoche, e te lo commissiono. Il Turner non l’ho. L’ha il Sac.De Francisci, ma lo tiene caro. Come ti scrissi, io l’ebbi per pochissimo tempo. Ma credo chenon metto il conto cercarlo. Del resto l’ho cercato invano. Il Lantrua l’ho, ma ancora nonl’ho letto. Il pensiero dei neo-scolastici ha il peccato d’origine: ecco tutto. Oggi è una splendi-da giornata di primavera. Le mie scoperte completive del mio lavoro continuano. E ne rin-grazio Dio. Aspetto le notizie del tuo discorso. Il buon Sac. Salvatore Cremona50 è volato aDio. Prega per lui, nostro caro amico e maestro. E prega pel tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 31)

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50 Su Salvatore Cremona cfr. vol. I (1924-1928), p. 182, nota 3.

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123.

Piazza Armerina, 2 marzo 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina che mi dà le notizie del discorso del 22 febbraio. Ne

ringrazio Dio e mi rallegro con te. Oggi comincia la s. quaresima. Come è soave questotempo dell’anno ecclesiastico. Io penso ai bei giorni della mia predicazione quaresimale.Quanta santa poesia! Sto bene. Oggi non vado in cattedrale, perché tira un levante furio-so e nebbioso. Ieri si ebbe un giorno di vera estate. Immagina! La temperatura salì a 16 e1/2. Oggi è daccapo inverno. Continuo il mio lavoro. È davvero a buon punto, ma credoche non lo potrò terminare che col mese. Se non finisco, non posso pensare al tipografo.Verrà un volume pari al Problema della conoscenza. Tra giorni ti manderò un gruppo foto-grafico, dov’è Mons. Bargiggia vescovo di Caltagirone. Vedrai che bella fisionomia e chearia d’interiorità! Me l’ha mandata Don Soldini che te l’offre e ti saluta.

Quest’anno è il primo centenario dei Promessi Sposi di A. Manzoni. Lo celebre-remo con animo d’italiani. Che gran bel lavoro. Non si rilegge senza nuova ammirazione!La rivistina aspetta ancora... È veramente uno sfinimento. Salutami Crespi. E tu pregaassai per me, come io faccio sempre per te. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 33)

124.

Piazza Armerina, 5 marzo 1927

Carissimo fratello,oggi è il 51° anniversario del mio chiericato. Lo celebro nella più grande rico-

noscenza verso Dio, che si degnò farmi suo ministro, non ostante le mie miserie.Ieri ricevetti la tua cartolina del 27 febbraio. Certo, se poni il problema del

codice di moralità unico come problema di pura filosofia, devi reputarlo insolubile pelcontrasto dei sistemi. Invece occorre porlo di storia, e ponendolo così, si pone anchecome filosofia in senso realistico, in quanto storia e filosofia realisticamente coincidono.Occorre, cioè, studiare i codici di morale di tutti i popoli attuali e vedere se e quali ele-menti hanno di comune. Questi raccogliere in unico codice. Che cosa se ne caverebbe? Iopenso che se ne caverebbe la conferma del principio che la morale è una in idea e moltenel fatto sociale, la qual molteplicità non annulla l’ideale unità, ma la conferma, pel fattoche con la civiltà si tende verso attuazioni più vicine alle visioni ideali.

In quanto a me, io ci vedo altra cosa, cioè, la conferma del mio neo-sintetismo.Giacché se le idee nascessero per percezione delle essenze o se fossero forme a priori o sefossero innate, la barbarie non ci sarebbe e nemmeno le grandi divergenze di pensare che

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Page 100: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

scorgiamo nei sistemi filosofici. Tutto ciò si spiega ammesso che le idee nascono perespressione intellettiva di rapporti, per successiva determinazione dei precedenti, e perinterpretazione della natura degli oggetti nel moltiplicarsi della conoscenza dei rapporti.Ciò posto, è spiegato l’errore come non retta concatenazione di rapporti e come non rettaelaborazione di sintesi; ed è spiegata la barbarie e l’ignoranza come mancanza di riflessio-ne metodica e di studio.

Qui troverai il gruppo fotografico di cui ti parlai nella mia del 2. Sto bene. Assi-curami del recapito di questa.

† Mario(Lettera, f. 260, c. 36)

125.

Piazza Armerina, 9 marzo 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua carissima lettera con i tratti interessantissimi annessi. Te ne

ringrazio assai. Godo che stai bene. Sto bene anch’io e ne ringrazio il Signore. Mi sonoassicurati i due grossi volumi della storia della filosofia moderna del danese Höffding51.Ho letto l’introduzione molto ben fatta. Il taglio dell’opera si presenta bene. Come nesarò in grado, te ne darò il giudizio. Comunque, l’opera certo non sarà volgare. E perciò,se la desideri, te la commissiono subito. Non ricordo se ti ho dato la notizia del buoningegnere Ignazio Campoccia, volato or non è molto agli eterni riposi. Risiedeva in que-sta, e io lo vedevo spesso. Tanto buono e affettuoso. Prega per lui. Caro, gli amici se nevanno, ci precedono, e ci preparano un posticino lassù con le lor preghiere. Questa è lavita. E beato chi l’intende. Abbiamo un buon predicatore, certo Rove da Maddaloni. Fupresente al congresso di Napoli e ti ossequia. Merce rara oramai quella dei buoni quaresi-malisti. Il lor pensiero è vecchio e stanco, e non c’è nessuno che con le opere e con la dot-trina avvii una rinnovazione oratoria. Caro fratello, ti ho sempre presente nelle mie pre-ghiere, e mi raccomando alle tue. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 38)

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51 H. Höffding, Storia della filosofia moderna, trad. di P. Martinelli, Bocca, Torino 1906.

Page 101: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

126.

Piazza Armerina, 14 marzo 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 6. Io ti ho scritto il 5 e il 9. Il 5 ti mandai il gruppo fotografi-

co dov’è Mons. Bargiggia. Sto bene. Il tempo è bellissimo. Il mio lavoro va avanti a velegonfie. Però non lo potrò terminare che nei primi di aprile, salvo gl’incerti del mestiere.La Scienza Nuova la cominciai a leggere, ma non uscii dall’introduzione. La lettura diquel libro è penosissima. La storia dello Höffding è serena. Il punto specifico è la ragionedell’umanesimo e del naturalismo. L’opposizione al medio evo è esagerata, come in tutti ilibri del genere. Questo dico riguardo alle pagine lette. Vedrai il seguito. Ho letto anchel’introduzione che G. De Ruggiero premette al Discorso sul Metodo di Descartes. È moltobuona, ma ha lo stesso peccato circa lo stato del pensiero Medievale, cioè, c’è dell’esagera-to o forme non del tutto ben comprese. C’è però del vero. È un problema questo delmedio evo che merita studio. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 42)

127.

Piazza Armerina, 19 marzo 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 13. Godo che il tuo discorso sulla musica è andato bene.

Dunque rileggi la Commedia. Quello è un libro che si dovrebbe rileggere almeno una vol-ta l’anno. Io rileggo La Poesia di Dante di B. Croce52. E mi confermo nel primo giudizio;è veramente un bel libro. Tu lo trovasti eccessivo. Ma ogni libro originale ha dei lati ecces-sivi, quando è l’espressione d’una reazione. Sto bene. Abbiamo avuto giorni molto freddi.Oggi è un bel giorno. Oggi è S. Giuseppe. Oh il caro santo! Quante memorie e quantisogni ridesta! Il popolo lo celebra sempre con gran fervore. Leggo la Vita di S. FrancescaRomana. Che Santa meravigliosa! Ho letto un romanzo sui primi anni del cristianesimo aRoma, decantato dai facili rivistatori. È un vero rompicallo storico e letterario. È scrittoda un certo Bianconi domenicano53. Ed è alla 2° edizione. Bisogna dire che in Italia si èdi troppo facile contentatura.

94

52 Su B. Croce, La poesia di Dante. Scritti di storia letteraria e poetica, Laterza, Bari 1921, cfr. vol. 1(1924-1928), p. 204, nota 2 e vol. II (1929-1931), p. 41, nota 1.

53 Si tratta presumibilmente del romanzo storico di Francesco Alfonso M. Bianconi, O Roma felix,Marietti, Torino 1924.

Page 102: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Sta sano, riposa pel tuo stomaco. E prega assai pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 43)

128.

Piazza Armerina, 24 marzo 1927

Carissimo fratello, ricevetti la tua cartolina del 16. Scrivo subito per la storia della filosofia moderna

dell’Höffding. Appena l’avrai ricevuto, ti prego farmelo sapere per mia norma. Scrivoanche per gli altri libri da te desiderati. Sto bene. Lavoro sempre con la stessa alacrità.Spero finire prima di pasqua. Sto leggendo un libro di conversione. È del Klein, prof.all’istituto catt. di Parigi54. Narra una conversione recente (di Maddalena Sémer). Il libroè troppo schematico, e c’è troppo scoperto il preconcetto apologista. Il fatto è di grandeimportanza. Spero farne uno studio per la rivistina, quando, s’intende, potrà spiegar leali. Ancora è nel nido, e aspetto la grazia della gerenza che, come mi si assicura, è al prin-cipio della fine. Il problema della conversione torna a interessarmi. Se Dio vorrà, nellarivistina potrò svolgere questo problema sotto i suoi vari aspetti; e credo che il mio pen-siero su ciò abbia fatto qualche passo avanti. Dunque hai parlato di musica. È una grancosa la musica. Ma da noi buona musica non se ne dà. Prega assai pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 46)

129.

Piazza Armerina, 29 marzo 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua lettera. Ti prego vivamente a prenderti il necessario riposo per vin-

cere ogni resto del male. Leggo quanto sunteggi della teoria di Einstein. La conoscevo già,per aver letto l’opuscolo di Tilgher I relativisti contemporanei. Circa la nozione di spazio etempo ti prego di rivedere il mio Problema della conoscenza. Vi troverai quello che mi haiscritto e stimato importante. Il mio neo-sintetismo ha assunto una fisionomia relativisticapiù marcata, specialmente circa la nozione delle idee. Lo vedrai. Bene inteso il relativismosarà la teoria prevalente chi sa per quanto tempo. Mentre io scrivo le ultime pagine del

95

54 Su Félix Klein cfr. vol. III (1932-1934), p. 284, lettera 1399, nota 1.

Page 103: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

mio libro, ne è cominciata già la copiatura. Appena pronta, te ne spedirò una copia (giac-ché se ne fanno più copie per mezzo della tipografia che abbiamo). Sto bene. Abbiamoavuti giorni molto caldi, anzi troppo attesa la stagione. Oggi accenna a far pioggia. Saràbene. La mattina nella messa son sempre con te. È confortevole pregare in mistica unionecoi nostri cari. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 49)

130.

Piazza Armerina, 3 aprile 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua cartolina del 28. Alla tua lettera che mi parlava del relativismo di

Einstein risposi già. Sto bene. Il mio lavoro si avvicina al termine; frattanto si copia e lito-grafa. Però le copie non potranno esser pronte che verso la fine del mese. Oggi si compio-no ventiquattro anni dalla mia nomina a vescovo. Ringrazio il Signore e lo prego a darmimaggiori grazie or che son vecchio e ho la responsabilità di sì lunghi anni di apostolato.Tu non mi negare l’aiuto delle tue preghiere. Hai ricevuto la storia della filosofia di Höff-ding? Spero di sì. Bada: è stata pagata. Aspetto gli altri libri; li vedrò un po’ io un po’ te lispedirò senza ritardo. Hai letto sulla «Critica» fasc. di marzo lo studio di Citanna? Accen-nando a Manzoni ripete la vecchia accusa, cioè che il cattolicesimo lo abbia impacciato.Quanta incomprensione! La Settimana Santa si avvicina sempre attesa e sempre ricca dinuove emozioni. Costà come celebrano queste grandi funzioni? Abbiamo avuto giorni divento e freddo. Oggi il tempo è più mite. Ma non è la primavera di giorni fa. Dimmi cheti sei riposato e che stai bene. Prega per me come io faccio per te sempre con lo stessoaffetto. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 51)

131.

Piazza Armerina, 8 aprile 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua del primo; ricevo a momenti la cartolina del 3. Godo della tua

buona salute. Sto bene anch’io, contento nel vedere che sono alle ultime pagine del mio,un po’ lungo, lavoro. La copiatura procede con discreta rapidità. Sarà finita verso maggio.

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Page 104: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Se ne vuoi due copie, scrivimelo. L’imprimatur si richiede per i libri di morale e religione.Può darlo ogni Curia. Se il tipografo lo vuole (non ce n’è bisogno) lo porrà questa Curia.L’articolo da esser tradotto lo rivedrò appena avrò finito. Certo farò delle modifiche, inrapporto al lavoro, che reputo abbastanza definitivo. Io ne son contento. E ne ringrazioDio. Spero che ne sarai contento anche tu. Hai ricevuto l’Höffding? Spero di sì. Non sonriuscito ancora a trovare gli altri libri da te richiesti. Spero nelle nuove ricerche. Si deside-ra la pioggia. A Caltagirone ieri è stato a tal fine aperta la Madonna di Coenadomini. Pre-ga anche tu per le nostre campagne.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 53)

132.

Piazza Armerina, 11 aprile 1927

Carissimo fratello,due parole in fretta per darti le mie nuove, farti gli auguri, fervidissimi, per la

Santa Pasqua, dirti che a momenti ho scritto sul mio lavoro la parola fine. Deo gratias. Lacopiatura procede avanti alacremente. Non penso fare un compendio per cotesto tipo-grafo, perché non ho tempo. Quando avrai il manoscritto, potrete dargliene conto com-pendiosamente sul fatto.

Sto benissimo. Il lavoro di quasi tre mesi e mezzo mi lascia freschissimo emeglio disposto, specialmente per gli occhi, che non ero al principio. Non so come rin-graziare il buon Dio. Il lavoro a me sembra chiaro e probativo. Ha un po’ la forma dida-scalica, non però sempre. Mi è parso necessario far così anche per esigenza di chiarezza eun po’ per renderlo utile almeno ai professori. Ora mi riposo nel gaudio delle sacre fun-zioni. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 56)

133.

Piazza Armerina, 16 aprile 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua dell’otto che mi recò i tuoi auguri. Grazie di cuore. I miei li avrai

ricevuti a momenti. Fra qualche minuto vado alla funzione. Tengo ordinazione stamani.

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Page 105: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Il sabato santo così diventa anche più bello. I libri del Tosti55 non son qui. Potrò prender-li in maggio. Ti scrissi già che non faccio il compendio, perché mi manca il tempo. Tusull’originale, che riceverai tra una quindicina di giorni, potrai informare il tipografo. Eforse basterà tradurre l’indice e a voce dare qualche chiarimento. Così potrà anche vederla mole del lavoro. Ti mando il mio Psichari56. Cosa curiosa. Lessi questo tuo desiderio,dimenticandolo subito. Me ne ricordai, come d’un sogno dopo. Per assicurarmi che erarealtà, rilessi le tue; e non trovando nulla, mi convinsi d’aver sognato. Ridi? Sto bene.[…]57 le sacre funzioni con grande gioia dello spirito. Ora resta l’Alleluia! Ti sento vici-nissimo in questo istante. E sento che siamo per intonarlo insieme l’Alleluia. Prega perme e abbiti di nuovo i migliori e più affettuosi auguri. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 58)

134.

Piazza Armerina, 21 aprile 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue del 12 e del 15. Godo nel sentire che stai bene. Sto bene

anch’io. Finalmente il decreto per la rivistina è ottenuto. Manca solo il visto del prefetto.Tra giorni riceverai il primo numero. Ora preparo il 2° e spero che prenda in modo piùchiaro la sua fisionomia. Questo è il disegno di Fragapane. I lavori, per più anni abbando-nati, sono stati ripresi e procedono bene. Verrà una bella chiesa. Ieri ti ho spedito il Psi-chari. L’Höffding mi piace. Però parmi sentirci troppo la tesi. Ti abbraccio e mi racco-mando alle tue preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 261, c. 60)

135.

Piazza Armerina, 23 aprile 1927

Carissimo fratello,un compendio, per quanto breve, del mio lavoro non posso farlo, perché mi

manca il tempo, e anche perché potrebbe nuocere alla valutazione del libro. Invecemostrando al tipografo l’indice, si dice abbastanza e non si compromette nulla.

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55 Su Luigi Tosti cfr. vol. I (1924-1928), p. 195 nota 5 e p. 208, nota 3.56 M. Sturzo, Le voyage du Centurion di Ernesto Psicari, Soc. Vita e pensiero, Milano 1916.57 Parola illeggibile perché coperta dal francobollo.

Page 106: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

La copiatura è quasi finita; facendo il controllo della quale, faccio anche la rilet-tura del lavoro. L’impressione di questa rilettura su di me è abbastanza favorevole. Veroche io son giudice in causa propria, ma non son giudice appassionato. Per me il lavoro,stavo per dire, è riuscito. Conserva la più rigorosa unità sino alla fine. È diviso in tresezioni: la conoscenza sensitivo-appetitiva; la conoscenza percettivo-ideale; la conoscenzaintellettivo-volitiva. Son tre aspetti, che si vanno unificando e che in fine raggiungono lapiena unità.

Per me i punti più importanti sono la genesi delle idee e la prova della cono-scenza dell’anima e di Dio. Quest’ultima non solo mi sembra riuscita, ma anche origina-le. Parmi che si superino le più gravi obiezioni circa la prova dell’esistenza e natura divinae che si dia il processo veramente e strettamente filosofico e probativo. Che il mio lavororechi un notevole contributo alla gnoseologia, se io non fossi l’autore, l’affermerei senzariserve.

Sto bene. Predico una ruota d’esercizi alle maestre e studentesse delle nostrescuole. Molto concorso e molto raccoglimento.

Prega assai pelTuo affezionatissimo fratello

† Mario(Lettera, f. 261, c. 61)

136.

Piazza Armerina, 27 aprile 1927

Carissimo fratello,due parole per non farti desiderare le mie nuove. Ti scrissi una lettera il 23. Sto

bene. Ti spedirò il mio lavoro nei primi di maggio. Sarò occupatissimo e per giunta non hocartoline. Ecco perché una illustrata. Questi giorni di aprile mi ridestano! Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 261, c. 63)

137.

Piazza Armerina, 3 maggio 1927

Carissimo fratello,mi accorgo con sorpresa che son passati sei giorni dall’ultima mia. Me ne rin-

cresce assai. E propongo di star più attento. Ma il tempo fugge così rapidamente che è

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Page 107: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

uno stupore. Ieri ricevetti la tua del 27. Il dente vedi di curarlo. È meglio. La rivista tardaancora qualche giorno, perché c’era altra pratica da fare, che, spero, sarà compiuta presto.La copiatura del mio lavoro è finita; però non è finita la litografatura. Potrò spedire lacopia venerdì. Io però non ho ancora trovato l’editore. Il 12 aprile scrissi a De Ruggieroper riattaccare le pratiche con Laterza, ma non mi ha risposto. Che abbia cambiato domi-cilio? Ho scritto a un amico per saperlo. Ho anche fatto scrivere all’Internazionale, manon ha risposto. Vallecchi stamperebbe il libro, ma a mie spese. È enorme. Vorrei tentarecon Bocca. Che ne dici? Ma non avrei chi mi presenterebbe. Sto trattando con Vecchi,che ha pure una biblioteca filosofica. Vedremo. Sto bene. Fa caldo soffocante. Le campa-gne soffrono. Finito il lavoro sul neo-sintetismo, lavoro per la rivista. È necessario averpronti i lavori per più numeri. Maggio mi fa ricordare Parigi. Prega assai pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 69)

138.

Piazza Armerina, 7 maggio 1927

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 30 aprile. Spero che ti trovi del tutto rimesso. Ieri ti è stata

spedita la rivistina. Quante formalità! Lunedì, a Dio piacendo, ti sarà spedito il mio lavo-ro sulla conoscenza. Vecchi di Trani lo pubblicherebbe non a tutte sue spese, ma con unconcorso mio da stabilirsi; in compenso mi darebbe un numero di copie a prezzo dicopertina, detratto il venti per cento, del valore del mio concorso. Gli altri ancora nonrispondono. Lo stesso Vecchi assumerebbe la pubblicazione della rivista. Vedrò. Frattantoaspetto i tuoi consigli. Col 2° fascicolo la rivista determina meglio il suo indirizzo, che èdi formazione, rinnovando; ed è prevalentemente filosofico. Versi, penso, non ne pubbli-cherà più o ne pubblicherà di raro e come per eccezione. Sto bene. Ho rallentato poco illavoro, tra l’altro, perché non ho impegni prementi. Ho avuto qui per alcuni giorniMons. Mineo. Venne per riposarsi un po’ prima dei lavori del maggio. Immagina che pia-cere. Che buon vecchio! E come filosofo è forte ancora. Che Dio lo conservi. I nostricioè, i caltagironesi andati a Milano per la consacrazione del nuovo vescovo, son tornatientusiasti di lui. Speriamo bene. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 72)

100

Page 108: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

139.

[s. l.], 10 maggio 1927

Ecco. Manca l’indice. Sarà subito fatto e mandato. Sto bene. Abbracci.

† Mario(Foglietto di carta, f. 261, c. 74)

140.

Piazza Armerina, 14 maggio 1927

Carissimo fratello, ricevo ora stesso la tua carissima del nove. Sento anch’io un gran desiderio di

qualche giorno di spirituale riposo presso qualche bel convento. Non potendo far altro,mi associo al tuo gaudio. Il 19 è l’anniversario della tua consacrazione sacerdotale. Antici-pando le preghiere stamani ho celebrato per te. Ora ti faccio i più fervidi auguri. Il sacer-dozio è una grazia di prim’ordine; io, più cresco e più lo comprendo, e non cesso di rin-graziare il Signore tanto pel mio quanto pel tuo sacerdozio. Ciò che più ci unisce, amatofratello, è proprio il sacerdozio. Io sto bene e lavoro a preparare materiale per la rivistinache tu a quest’ora avrai ricevuto e giudicata. Il manoscritto ti fu spedito quattro giorni fa.Quanto prima ti manderò l’indice e l’imprimatur. Pel momento il revisore studia l’opera.Vedremo se farà osservazioni. Come vedi si procede a rigore di legge. Per la stampa le pra-tiche con Vecchi sono a buon punto. Assumerà anche la pubblicazione della rivista dalterzo fascicolo. Spero che combinerai per l’edizione inglese. Il maggio mi colma sempredi arcana gioia. Che bel mese, quando è vissuto con la nostra madre Maria SS.ma. Tiabbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 76)

141.

Piazza Armerina, 19 maggio 1927

Carissimo fratello,oggi è il 33° anniversario del tuo sacerdozio. Gli auguri te li feci il 14 e spero

che ti siano giunti a tempo; ora te li ripeto col più vivo affetto. Ho ricevuto la tua dall’Ab-

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Page 109: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

bazia di Buckfast. Mons. Minacapelli ha quasi finito di leggere il manoscritto pel nullaosta. Ne è entusiasta. Come vedi, il visto della curia o imprimatur sarà dato nella formapiù scrupolosamente regolare. Tu a quest’ora avrai ricevuto tanto la rivistina, quanto ilmanoscritto. Questo fu spedito raccomandato il dieci. Aspetto il tuo giudizio. Col terzofascicolo la rivista la pubblicherà Vecchi. I nostri tipografi non valgono nulla e fanno per-der tempo e pazienza. Entra Mons. Fondacaro, che per mio mezzo ti saluta tanto e timanda i suoi devotissimi auguri. Sto bene. Preparo gli alunni agli esami. L’entusiasmo traloro è sempre vivo e forte. Io lavoro per la rivista. È già pronto il materiale pel terzo fasci-colo e già preparo quello pel quarto. Son convinto che bisogna avere una forte anticipa-zione di lavoro per mantenere la puntualità. Per ora conto poco e punto sui collaboratori:è necessario per imprimere alla rivista il suo giusto carattere. Prega pel tuo affezionatissi-mo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 78)

142.

Piazza Armerina, 23 maggio 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 15 e ora quella del 18. Sei un lettore meraviglioso! Ti ringra-

zio dei cenni di giudizio, tanto lusinghiero, e aspetto il seguito promessomi. Tra giorni timanderò l’indice e l’imprimatur. Spero che combinerai col tipografo per la stampa dellatraduzione. Vecchi ha scritto che sta studiando la portata del lavoro per fissare le condi-zioni. Sto bene. Penso ancora a Parigi dello scorso anno. Care memorie! Abbiamo caldoeccessivo, da farci credere in piena estate. Spero che il secondo fascicolo della rivista sipresenti con fisionomia più determinata. Nel pensare al formato ecc. si tenne davveropresente il Bollettino di cara memoria. Vecchi renderà più regolare la stampa, ma il for-mato resterà lo stesso. Ho letto due volumi di Allard sulle persecuzioni dei primi tre seco-li: chiari, sereni, ben fatti58. Costantino nei primi anni fu insieme cristiano di spirito epontefice massimo del culto pagano. Ecco un problema che Allard pone e non risolve, ealla cui soluzione penso senza trovarla o senza trovarla chiara. Tu che ne pensi? È un pro-blema che si connette con altri simili, come la persecuzione delle case di tolleranza e l’ese-cuzioni di leggi non del tutto rette. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 81)

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58 Paul Allard, Histoire des persécutions pendant la première moitié du troisième siècle, 4° ed. revue et aug-mentée, Librairie Victor Lecoffre J. Gabalda, Paris 1919.

Page 110: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

143.

Piazza Armerina, 28 maggio 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue due lettere critiche e te ne sono gratissimo. A me la discussio-

ne fa sempre bene: e credo che questo nuovo lavoro sia figlio delle discussioni dello scorsoanno. Quando avrò un po’ di tempo, ti dirò le mie ragioni; ora ti prego di rivedere il cap.della conoscenza delle cose particolari, notando che io non mi ponevo i problemi diprinc. d’individuazione ecc. perché studiano il processo originario sotto il rispetto sinteti-stico. Se tu leggi la parola forma (del cane), intendila nel senso ovvio di figura. Quandoavrai considerato così questa parte, che non può essere impostata che così, dato il miosistema, ne riparleremo. Circa l’origine delle idee vedi che io noto che non do come asso-luto l’ordine che io studio, tranne che per alcune idee e sotto un certo rispetto. Ti pregoanche di rivedere dove parlo della teoria della sostanza come principio mediato e ne fo lacritica. Credo che la critica stia e l’esempio calzi. Ne riparleremo. Sto bene. Finalmenteho saputo che De Ruggiero non sta più a Napoli, ma a Roma. Gli ho scritto e mi harisposto e ti saluta tanto. Vedremo se Laterza si risolve a pubblicarlo lui il lavoro. Aspettoche mi parli della rivista. Minacapelli ha dato il nulla osta. È contento del lavoro e ti salu-ta. Ti abbraccio caro fratello e prego per te. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 84)

144.

Piazza Armerina, 1 giugno 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua carissima del 27 maggio. Darò una limatina al mio lavoro,

appena si sarà conchiuso o con codesti o con questi tipografi. Prima non mi saprei mette-re in tensione. Però alcune osservazioni non le posso accettare, perché non mi pare chequadrino con lo spirito della tesi. Ma forse, riprendendo in mano la penna, farò ritocchisu […]59 da te non segnalate. Frattanto ti prego di riflettere sul concetto di problemimorali di soluzione mediata. Forse accederai al mio modo di vedere. Appena l’uomoragiona, ha visioni di morale, nel senso che ha visione di alcuni aspetti dell’armonia razio-nale dei rapporti volitivi. Quindi anche i fanciulli hanno la lor moralità. Il senso del mio edel tuo è precocissimo. Sarà una moralità rudimentale, ma sarà moralità. Chiamo astrattociò che è pensato in modo diverso dal pensamento sintetico. Così si dice astratta la pura

103

59 Parola illeggibile.

Page 111: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

filosofia, perché si considera un aspetto della conoscenza sintetica, che abbraccia l’accadi-mento e le idee. Esigenze fuori della conoscenza o prima non se ne danno, nemmeno perla felicità. Il concetto di felicità non è dei primi e domanda non breve esperienza. Tienipresente che io considero l’inizio della conoscenza e non la conoscenza già progredita. Stobene. Ti abbraccio. Tuo

Mario

La rivista senza critica non sarebbe cosa morta?

(Cartolina postale, f. 261, c. 86)

145.

Piazza Armerina, 5 giugno 1927

Carissimo fratello,mentre mi preparo pel pontificale con s. ordinazione (e sarà promosso al sud-

diaconato A. Di Fede e altri), volgo a te il pensiero, a te cui oggi fa quasi veder presente lacarità di G. Cristo in noi diffuso dallo Spirito Santo. Ieri ricevetti la tua cartolina e primatutte le tue lettere. Io ti ho risposto regolarmente con le mie cartoline. I libri del da Kem-pis60 non son riuscito ancora a trovarli. A Caltagirone non ci sono ancora stato: hannoinvece avuto mons. Carabelli61. Appena ci andrò ti manderò l’indice. L’internazionalesalesiana risponde che sono in riparazioni e non stampano libri di non sicura vendita.Povero mondo del pensiero! È l’antico tormento che si ripete sempre, perché le leggi del-l’umanità non cangiano. Del resto quella non era la tipografia adatta. Se non combino nécon Laterza né con Vecchi, più che correzioni farò una rielaborazione. Lo penso da primache ricevessi le tue osservazioni. Tal lavoro però non lo farei in estate: non sarebbe pru-denza. Lo farei in autunno. Su ciò tu mi dirai il tuo pensiero. Sto bene. Fa troppo caldo,vero caldo di agosto e non si lavora bene. E bisogna fare una sosta. A Dio piacendo neiprimi di luglio andrò a riposarmi al solito a Terranova. Nel pontificale pregherò per te.Ora smetto che è ora di uscire, e ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 89)

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60 Su Tommaso da Kempis cfr. vol. I (1924-1928), p. 184, nota 3.61 Su Giacomo Carabelli cfr. vol. III (1932-1934), p. 111, nota 1.

Page 112: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

146.

Piazza Armerina, 9 giugno 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua cartolina del 3. Spero che il malessere cagionato dall’estrazio-

ne della radice del dente ti sia passato. Noto però che se io avessi avuto le tue preoccupa-zioni, non avrei più un dente da oltre trent’anni. Con quelli che ho, tra sani e rotti, man-gio le cose più dure. Mons. Fondacaro ti ha spedito l’indice. Incaricai un dei miei alunni afarlo, ed è stato un affare da... commedia. Ora finalmente è uscito dal pelago alla riva. Stobene. Lavoro poco a cagione del caldo precoce e della preparazione agli esami. Credo checiò sia un bene anche per il lavoro futuro. Quando la mente è riposata, si lavora meglio.La funzione di domenica andò a meraviglia. Mai come questa volta ho provato così vive eprofonde le commozioni e le gioie della sacra ordinazione. Il 2° fascicolo è quasi pronto.Sarà spedito puntualmente. Oggi si è firmato il contratto col nuovo tipografo, Vecchi diTrani. Così la rivista prende anche tipograficamente, una forma migliore. Pel libro nullaancora, né da parte di Laterza né da parte di Vecchi. Questi scrive che scriverà. Quandoandrai ai bagni? Io spero partire nei primi di luglio. Di questi giorni penso come mai allanostra buona madre, e la penso in cielo. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 90)

147.

Piazza Armerina, 13 giugno 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua cartolina del 7. Della tua salute non fai cenno. Spero che

vada bene. Io sto bene. Attendo ad affari di ufficio, non avendo tempo di prender lapenna; del resto non è male: il variar lavoro è riposo. Verso la fine del mese farò un po’di s. visita e poi al mare, a Dio piacendo. Ti son gratissimo del pensiero che ti dai delmio lavoro e ti do tutte le autorizzazioni a rendere la forma e il taglio più consonoall’indole di codesto. Quanto a questi tipografi non posso che ripeterti che ancora nonsi fan vivi; e ti ripeto anche che non voglio aver fretta e che, se non arriverò a conchiu-dere, in autunno, a Dio piacendo, farò una rielaborazione del lavoro, che ora che è bendeterminato, non potrà non riuscire utile e soddisfare le tue esigenze di maggior perspi-cuità di prove e di forma. Così seguirò, benché di lontano, l’esempio di A. Manzoni,che impiegò 14 anni a ripulire I Promessi Sposi. Ora intanto vado pensando al problemadella morale, giacché parmi che ne sia tempo. Ho un monte di saggi che risentono delcammino del mio pensiero, e occorre finalmente che ci si possa veder chiaro. Pensoanche al problema estetico, ma credo che qui ho ancora qualcosa da scoprire. Tu aiuta-

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Page 113: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

mi con le tue preghiere. Il 21 si approssima e io ti anticipo gli auguri con vivissimoaffetto. Ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 93)

148.

Piazza Armerina, 18 giugno 1927

Carissimo fratello,rispondo alla tua carissima dell’undici. Ti ripeto gli auguri con più vivo affetto.

Abbiamo da più giorni caldo veramente eccessivo senza refrigerio di vento. Non si può farnulla. La processione di Corpus quest’anno è stata un calvario: si soffocava addirittura.Oggi lo scirocco è più intenso. Torno sull’argomento della tendenza alla felicità. Premettoche secondo me noi interpretiamo i fatti psicologici in rapporto alla gnoseologia che pro-fessiamo. Questo per me è certo. Ed è certo che le tendenze altro non sono che potenzia-lità appetitive e volitive, le quali non si attuano che in rapporto a oggetti determinati eparticolari. A misura che la conoscenza si svolge e arricchisce, si formano delle sintesi teo-retico-pratiche che vivono nella memoria e influiscono nei nuovi atti, cioè, nascono gl’i-deali. L’uomo è tabula rasa come attualità, non come potenzialità. Ma la potenzialità sen-za l’attualità non si esprime. Sicché voler provare l’immortalità con le tendenze è un pro-varla dopo d’averla provata. Questo modo di vedere inerisce al mio sistema, da non poteressere negato senza scapito del medesimo; perciò mi preme che tu torni a studiarlo. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 95)

149.

Piazza Armerina, 23 giugno 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 17, dove erano anche alcune linee di Nelina. Spero che

abbi trovato al ritorno la mia del 13 e ricevuta l’altra del 18. Tutte e due ti recavano i mieiauguri pel tuo onomastico, nel qual giorno ho celebrato per te e per naturale concomi-tanza per Nelina. Che il buon Dio vi benedica e faccia felici. Spero che abbi anche ricevu-to il 2° fascicolo della rivista. Dopo un discreto temporale qui il tempo s’è fatto più mite,ora però accenna di nuovo al caldo. Il 29 ci sarà l’eclissi di sole totale visibile costà. Godi-ne anche per me. Io ricordo bene quello del 1872. Nelina farà bene a tenersi essa in corri-

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spondenza per gli affaruccini di casa. Io son ormai disadatto. Sto bene. Dopodomani mirecherò a Mazzarino per un po’ di s. visita e per un funerale all’avv. Natoli, tanto mioamico e tanto esimio cristiano. Ti ringrazio del pensiero che ti dai del mio lavoro. Quinon risponde nessuno ancora. Penso al problema estetico. Forse scriverò qualche cosa sul-la rivista se una certa soluzione che vagheggio resiste alla critica della riflessione. Scendediritto dalla mia teoria della conoscenza. Dì a Nelina per me tante cose affettuose. E tucredimi affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 261, c. 96)

150.

Mazzarino, 28 giugno 1927

Carissimo fratello,sono in questa graziosa città nel fervor del caldo estenuante e del lavoro. Sto

bene, grazie a Dio. Starò qui tutto domani; il 30, a Dio piacendo, tornerò in sede, dovespero trovare le vostre nuove. I ritocchi al mio lavoro li farò a Terranova, coi favori del belmare. Prima non sarebbe possibile per mille ragioni, delle quali la prima è l’eccessivo cal-do. Spero che abbi ricevuto il 2° fascicolo della rivista, e attendo il tuo giudizio. Il prof.Meno Caristia promette la sua collaborazione.

Ho interrotto più volte questa cartolina, e per farla partire oggi, mi fermo qui,mentre ti abbraccio con Nelina. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 1)

151.

Piazza Armerina, 2 luglio 1927

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua. Tornai l’altra sera da Mazzarino. Sto bene, ma il caldo

persiste e cresce. Davvero che non se ne può più. Quanto mi piacerebbe il fresco di costà!Dunque non hai visto l’eclisse totale? Che peccato! Io non vidi nemmeno il po’ che sidoveva vedere da noi, perché in quell’ora il sole era velato dallo scirocco. Sto scrivendo unarticolo sul problema estetico per la rivista. Se incontrerà la tua approvazione, ne farò uncapitolo pel libro. A me pare d’aver finalmente trovato la via e trovatala proprio nel sinte-tismo. La rivista raccoglie approvazioni e consensi. Per l’avvenire cercherò d’evitare la cri-

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tica almeno la troppo scoperta, e seguire la via delle ricostruzioni. Spero che possa ciò faresenza scapito dell’interesse intellettuale degli articoli. Nelina come passa i giorni? Dilletante cose. E tu credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 2)

152.

Terranova (Caltanissetta), 12 luglio 1927

Carissimo fratello,son qui da sabato. Oggi sono stato unito a te e a Nelina nel celebrare il quin-

to anniversario della morte della nostra santa sorella. Parmi vederla ancora là, sul suoletto... Povera e cara sorella, non ebbe la consolazione e il conforto di morire tra le miebraccia. Ho cominciato i bagni. E sento che mi giovano più che lo scorso anno. Hoquasi finito lo studio sul problema estetico. Come mi rassetto un po’, prenderò inmano il neo-sintetismo pei ritocchi. Sto bene. Qui fa più caldo, ma c’è il beneficio delvento e del bagno. Attendo le tue nuove e di Nelina. A Nelina scrissi da Piazza Armeri-na. Voi sino a nuove comunicazioni, indirizzatemi qui le vostre lettere. E vi abbraccio.Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 3)

153.

Terranova (Caltanissetta), 17 luglio 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 10 e quella di Nelina dell’11. Stamani ho visto l’inge-

gnere Foti. S’è conchiuso di continuare gli assaggi per altri due metri di profondità e faril preventivo dei lavori di muratura. Egli pensa che possa adattarvisi una pompa. Sideciderà dopo l’esito dei saggi. Sto bene, benché il caldo non accenni a decrescere. Cheestate! A Nelina sembra il mio un fatto personale. Invece abbiamo temperatura ecce-dente e costante da aprile. Ho preso i primi bagni e ne ho risentito grande vantaggio.Oggi ho tenuto ordinazione alla matrice. Ho terminato lo studio del problema estetico.Manderò subito la rivista ai due indirizzi da te indicatimi. La mattina faccio la solitalezione estiva ai miei ragazzi, senza ordine di argomenti e obbligo di ripetizione. È forsepiù utile delle lezioni dell’anno scolastico, e per me è un bel pretesto per costringere la

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mia mente a risolvere nuovi problemi. Ti abbraccio con Nelina. Mons. Fondacaro viossequia. Vostro

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 4)

154.

Terranova (Caltanissetta), 20 luglio 1927

Carissimo fratello,ricevuta la tua del 13, ho subito spedito il manoscritto litografato al prof.

Dempf giacché fortunatamente ne avevo qui una copia pel caso che avessi combinato conqualche editore italiano. Ti sono grato del pensiero che ti dai del mio lavoro, così sarà piùagevole, spero, trovare un editore, sapendo che il lavoro avrà avute delle traduzioni ecc.Sto bene. I bagni mi giovano; ma non li prendo a mare, bensì a casa con acqua di mare; eciò faccio per la temperatura, perché quella del mare, per me, è troppo fredda, e non migiova né, alla mia età, è consigliabile. Quest’anno i bagni tiepidi li sopporto meglio delloscorso anno e mi giovano di più e li faccio un giorno sì e un giorno no, mentre lo scorsoanno li tolleravo solo ogni cinque o sei giorni. Tu hai cominciato i bagni? E Nelina? Gra-zie degli auguri per l’anniversario della mia consacrazione. Riposo e lavoro un po’, convero gusto; e faccio qualche funzione. Prega per me e dì a Nelina tante cose. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 5)

155.

Terranova di Sicilia, 25 luglio 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua del 17, con ritardo, perché la indirizzasti a Piazza Armerina.

Dunque siete in una bella campagna con un bel mare. Quanto ne godo! E vi augurobagni altamente proficui. Io continuo i miei con profitto sempre maggiore. Ieri sul caderdel giorno, in vista al nostro mare sereno e immenso ho benedetto solamente il monu-mento ai caduti. Momento di intensa poesia e commozione. Oggi è S. Giacomo, protet-tor nostro, ma qui non c’è festa, benché ci sia la parrocchia S. Giacomo. La festa è a Cal-tagirone, tanto più bella quest’anno, quanto meglio allietata dalla fresca presenza delnovello vescovo. Penso di riprendere sotto forma nuova il problema della conversione perla rivista, perché parmi che il neo-sintetismo mi giovi a una migliore soluzione del mede-

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simo. Qui sempre caldo, sempre la stessa serenità che dura da più mesi, da provare oramaila nostalgia delle nuvole e della pioggia; però il caldo intenso è utilissimo ai bagni. Questaè la quarta cartolina che t’indirizzo costà. Spero che ti siano arrivate tutte. Il sac. G. Com-pagno è molto malato ed ha gli arti inferiori paralitici. Prega per lui. Dì a Nelina tantecose affettuose. E tu credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 6)

156.

Terranova, 29 luglio 1927

Carissimo fratello,la tua del 21 mi dice che costà piove. Da noi non piove da oltre quattro mesi e

fa sempre lo stesso caldo. Ho vinto a Roma (Concilio plenario) una causa importantissi-ma a favore della chiesa parrocchiale di S. Filippo di Aidone contro il capitolo della Cat-tedrale di Catania, la qual vittoria mi dà la dote di questa nuova parrocchia. A Caltagiro-ne Mons. Bargiggia è stato accolto come solo sa fare quella città. L’entusiasmo è stato tra-volgente e dura. Lo studio sul problema estetico comparirà sul fascicolo di ottobre. Stobene. I bagni mi giovano assai; continuo le mie conversazioni filosofiche la mattina aiteologi e filosofi, su punti fondamentali e varî, con grande interesse e utilità. Il sette ago-sto a Dio piacendo, promuoverò al Diaconato i tre suddiaconi che tu conosci. Qui saràun avvenimento. Sto leggendo i Principî di Scienza Morale di Rosmini. Te ne parlerò.Nelina perché non mi scrive? L’abbraccio con te, e mi raccomando alle vostre preghiere

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 7)

157.

Terranova (Caltanissetta), 2 agosto 1927

Carissimo fratello,dal giorno che riceverai la presente in poi indirizzami le lettere a Piazza Armeri-

na. I doveri della festa della Padrona mi chiamano; del resto vengo a compiere 33 giornidi villeggiatura. Spero di trovare lassù un po’ di fresco, giacché ieri hanno avuto pioggia,della quale noi non abbiamo nemmeno il vantaggio del fresco che si vuol comunicare daluogo a luogo. Questi giorni che seguono farò la sacra visita e così non avrò speso invanoil tempo del riposo. Sto bene; continuo i bagni e le lezioni, due cose egualmente belle e

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interessanti. Son sul punto di combinare con Vecchi, il quale stamperebbe subito il libro.Le condizioni son quelle che ti accennai, più o meno. Se si combina (e credo che si com-bina) le correzioni le farò sulle bozze di stampa e ciò sarà per me un gran risparmio dilavoro. Nelina fa i bagni? Non mi scrive? Dille che le mando un mondo di cose affettuosee che l’abbraccio in Domino con te. Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 8)

158.

Terranova di Sicilia, 6 agosto 1927

Amatissimo fratello,ho ricevuto la cara lettera di Nelina e la tua. Qui continua il caldo, sempre più

intenso; a Russa però, come mi scrive l’ing. Foti, ci sono stati due palmi di acqua. Lo stes-so Foti mi ha mandato il progetto dei lavori dell’acqua, esclusa la pompa. Ammontano a£ 7.600 (settemila e seicento circa); e aspetto gli ordini. Dice che il lavoro si può dividerein due fasi; la prima lavori di vanga, e questo è il momento buono per eseguirli. Io scri-verò che comincino. Nelina scriva il resto. Sto bene. Come ti scrissi, sono agli sgocciolidella villeggiatura; per mezzo agosto, a Dio piacendo, sarò a Piazza pei pontificali eresterò. Scrivimi in quella. A Gilson è bene che scriva tu; io non posso fare il panegiricodel mio lavoro. Ti scrissi anche che con Vecchi siamo alla conclusione. Spero che fra gior-ni si firmi il contratto e si dia principio alla stampa. Il ritardo della edizione inglese potràesser utile, perché si avrà il lavoro nella sua forma definitiva con la edizione italiana. ConNelina ti abbraccio e mi raccomando alla vostre preghiere.

Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 9)

159.

Piazza Armerina, 12 agosto 1927

Carissimo fratello,ier sera arrivai in questa felicemente. Sto bene e sento che la villeggiatura, un

buon mese, mi è giovata; e ringrazio Dio. Vecchi chiede il manoscritto, per darvi unascorsa, prima di firmare il contratto. Lo spedisco subito. Reputo l’affare conchiuso; e neson contento: è giusto che prima venga fuori l’edizione italiana. La rivista porta qualchegiorno di ritardo: la colpa è del tipografo. Ancora le pratiche pel passaggio di tipografia da

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Caltagirone e Trani non sono ultimate. Spero che siano pel prossimo numero. Qui hotrovato lo stesso caldo di Terranova. Quest’anno l’estate è veramente eccezionale. Quiperò non c’è l’umidità di laggiù. Godo delle vostre buone nuove. Mons. Fondacaro è sta-to a prestare omaggio a Mons. Bargiggia. Aveva ricevuto la tua e ti aveva risposto. Mons.Fondacaro ha avuto di lui ottima impressione. È un santo. Con Nelina ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 10)

160.

Piazza Armerina, 16 agosto 1927

Carissima sorella,sicuro che ho ricevuto le tue lettere: infatti ho risposto. Io ho desiderato vedere i

tuoi saluti scritti di tua mano nelle cartoline con tanta affettuosa assiduità scritte da Luigi.Non lagnanza, ma affetto. Sto bene. Ho fatto i due pontificali per la festa della Padrona. Ilcaldo e il sereno perdurano immutabili. Le piante seccano; della frutta non parliamo.Quella gran pioggia di cui ti scrissi, che ristorò La Russa, qui non arrivò. Qui è l’affrica.Ma... ha da venire il fresco! Dunque sta sana e divertiti, ed abbiti tutto il mio affetto.

Carissimo fratello,due righe anche per te. Come ti scrissi, Vecchi ha richiesto il manoscritto per

prenderne visione prima di firmare il contratto. Gli fu spedito il 12. Io l’affare lo ritengoconchiuso. Manderò a te copia delle bozze a mano a mano che si stamperanno. Così iofarò una sola volta il lavoro di revisione. Qui si lavora meno di Terranova, perché fa piùcaldo. Ma oramai caldo ne ha fatto tanto, che deve una volta stancarsi. Io mi preparo allavoro sulla morale. Tu aiutami con le tue preghiere. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 11)

161.

Piazza Armerina, 20 agosto 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua del 12. Ora che la villeggiatura è finita spero di rivedere le

cartoline intere, perché le illustrate son mezze cartoline. Qui il caldo continua soffocante.

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E si soffre. Pure sto bene. Ho cominciato, con discrezione, dato il caldo, a scrivere il tratta-to della morale. Viene impiantato in modo del tutto diverso dai primi tentativi o saggi chedir si voglia. Il neo-sintetismo mi dà leggi e mi consente una maggiore personalità. Nonsaranno trascurati i rapporti con la scienza sociologica, di cui si giovano tanto gli avversariper combattere la nostra morale. Ma non posso non allontanarmi dal concetto statico dellamorale e dall’altra della sua universalità pura e semplice. Dai nostri si confondono le ideeprime dei rapporti morali, che sono universali, con le attuazioni etiche, che sono relativealla civiltà dei popoli. Aiutami con le tue preghiere, perché non erri e rechi un po’ di luci suquesto massimo problema. Abbraccio te e Nelina in Corde Iesu. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 12)

162.

Piazza Armerina, 25 agosto 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 20. Mons. Fondacaro è a Terranova ancora col seminario.

Gli manderò là i tuoi saluti. Io mi sono già abituato a questo caldo implacabile senza ilbeneficio del mare, e riprendo il solito lavoro, sempre con precauzione che non diventieccedente. Vecchi appena ricevette il manoscritto accusò recezione assicurando che avreb-be fatto presto la lettura. Spero che fra giorni si arrivi alla conclusione. Se Nelina mi por-tasse, tornando, un pettine fitto, di osso, lo accetterei assai: in Italia non son riuscito a tro-varne che di corno, che non son buoni. Se però ciò le recherà fastidio, lasci stare. Soncurioso di sapere se leggesti l’Höffding, storia ecc. I libri da te desiderati Giardino fioritoecc. non si trovano. A Caltagirone andrò al ritorno di Nelina e ti manderò i libri chiesti.Se la rivista non ti è arrivata, non tarderà. Io aspetto il tuo giudizio e vorrei che fosse datocon riferimento ai primi due fascicoli. Tu sai quanto conto io faccio dei tuoi giudizi. Stobene. Godo che anche voi state bene. E vi abbraccio.

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 13)

163.

Piazza Armerina, 26 agosto 1927

Carissimo fratello,mi avvedo che nelle ultime due cartoline del 20 e del 25 posi, tra gli altri, un

francobollo di cent. 50 già fuori uso. Temo che le dette cartoline non ti siano arrivate.

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Per non farti stare in pena scrivo la presente. A momenti ricevo la cartolina illustratadi Nelina. Sto bene. Il tempo si è fatto meno caldo, però sempre ostinatamente sere-no. Vecchi non risponde ancora; ma credo che non tarderà molto. A. Caiazzi da tem-po scrive sulla «Rivista dei Giovani» articoli contro B. Croce che sono una vera mise-ria. E quel che è peggio è che li scrive con un’aria di maestro che fa sorridere di com-passione. E dire che ha tanto ingegno! Io, come ti scrissi nella cartolina del 20, hodato mano al lavoro sulla morale. Spero che sia definitivo per me. Guardo il problemain modo diverso di come l’ho guardato nei tentativi precedenti. Però lavoro poco, per-ché il caldo si oppone a un lavoro intenso. Dì a Nelina tante cose. E vi abbraccio inCorde Iesu.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 14)

164.

Piazza Armerina, 31 agosto 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 25. Godo delle vostre buone nuove. Sto bene anch’io. Il

tempo da più giorni si è fatto fresco; però pioggia non ne viene, e ce ne sarebbe tantobisogno. Spero che la rivista ti sia arrivata, e attendo il tuo giudizio. Col quarto fascicolomostrerò, spero, meglio la mia fisionomia. Scrive l’ingegnere Foti che i lavori dell’acquavanno bene. Sono arrivati al sodo e ora faranno il rivestimento. L’ingegnere si mostra con-tento del risultato. In questi giorni che il seminario è assente e la gente in campagna, fac-cio un po’ di ritiro spirituale. Così mi rinnovo quanto mi è possibile nello spirito, primache il lavoro mi riprenda col suo ritmo normale. E sento, caro fratello, come mai che por-ro unum est necessarium. Ed è così soave stare un po’ col buon Dio, che è tanto buono connoi, che ci fa partecipi dei suoi amorosi segreti. In questi giorni mi sento assai più vicino ate e alla sorella e la preghiera per voi sgorga più abbondante e soave. Tutti e due abbraccionei ss. Cuori di Gesù e di Maria.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 15)

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165.

Piazza Armerina, 5 settembre 1927

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 29 agosto. Sto bene; il tempo si mantiene fresco, ma la

pioggia non viene. Scrivo subito a Laterza pei libri; e aspetto con mio desiderio che miparli delle tue nuove concezioni poetiche. Oh! Certo la poesia è una gran bella cosa, e piùbella assai è quando, come fai tu, canta cose sacre. La mia musa tace da molto tempo, edavviene sempre così, quando prevale il pensiero filosofico. Ma anche la filosofia è poesia, esoprattutto, è poesia scriverne e scoprire rapporti nuovi. Io aspetto l’autunno non lonta-no per tornare a quel lavoro intenso che veramente si può chiamar lavoro. Per ora si vivac-chia, perché l’aria è cruda; e sfido io! non piove da quattro mesi. L’Höffding parmi troppopreoccupato della tesi laicista. Vecchi ancora non risponde, e dire che il manoscritto gli fumandato il 12 agosto. Ti abbraccio con la cara sorella. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 16)

166.

Piazza Armerina, 10 settembre 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua del 4 che mi reca le vostre nuove. Sto bene anch’io. Di questi gior-

ni si lavora poco come i passati, perché, se il caldo si è mitigato, il fresco ancora non vie-ne. Del resto penso che dal riposo estivo si ricava sempre vantaggio pel lavoro autunnale einvernale. Io ho avuto un programma di lavoro molto vasto; e forse questo mi astiene daldarvi cominciamento mentre il tempo non è propizio. Compenso con delle letture,necessarie per altro al futuro lavoro. Mons. Fondacaro, reduce dalla villeggiatura e quipresente ti ossequia affettuosamente e ti scriverà fra giorni. Aspetto il tuo giudizio sulfasc. III della rivistina. Mi raccomando alle preghiere tue e di Nelina e tutti e due viabbraccio.

Affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 18)

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167.

Piazza Armerina, 16 settembre 1927

Carissimo fratello,sono in ritardo senza avvedermene. Come vola il tempo! Grazie degli auguri pel

mio onomastico, anche a Nelina, se ancora è costà. Hai visto l’ultimo quaderno della«Neo-Scolastica»? C’è una discussione sul metodo di studio della filosofia nei licei. Le pri-me puntate son nel quaderno precedente. Desidero su ciò conoscere il tuo pensiero. A mepare che vada bene il metodo storico, ma che non vada bene la prescrizione dello studiodiretto di quattro opere classiche. Lo studio che non comincia dalle istituzioni, mi parecampato in aria. Qualche opera classica giova studiarla, ma quando si è preparati. Stobene. Il tempo è sempre secco ed è tornato caldo. Vecchi ha scritto, ma ancora non stan-no alla conclusione; credo però che la pratica abbia fatto un passo avanti. Attendo le ulti-me decisioni di lui. Dempf non ti ha scritto? Desidero conoscere il suo giudizio. Prenderòl’abbonamento della rivista francese che mi hai segnalato, ma temo che sarà anch’essalegata al passato. Ti abbraccio con vivo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 22)

168.

Piazza Armerina, 20 settembre 1927

Carissimo fratello,ho letto con vivo piacere la tua lettera ricevuta ieri. La tua critica alla esemplifi-

cazione non mi sembra calzante, perché gli esempi riguardano la storicizzazione e non lostoricismo. Del resto l’articolo si deve considerare nel suo perché, in quanto è una criticaall’affermazione di Croce che la Chiesa nega di storicizzarsi62. Considera così il lavoro eforse mi darai ragione. C’è poi da notare che gli esempi son come le parabole: hanno illato che calza e quello che non calza. Aspetto assolutamente lo studio sulla Chiesa in rap-porto allo storicismo. I collaboratori spero verranno. Per ora mi sembra bene l’unità asso-luta d’indirizzo e quindi di scrittore. Nelina mi ha scritto da Roma. Tu hai sofferto allaseparazione. Questa è la vita. Ma io ti sto più vicino con la preghiera. Sto bene. Il caldopersiste soffocante e impedisce il lavoro. Che estate lunga e tribolosa! Come sospiro all’in-verno con la neve e il resto! La critica al P. Bianconi ha un senso: reagire alle bibliografie

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62 Su M. Sturzo, La storicizzazione, in «Rivista di Autoformazione», anno I, luglio-agosto 1927, pp. 97-115, cfr. vol. I (1924-1928), p. 207, nota 1.

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insignificanti e di favore. Ed è molto piaciuto. Ti lascio con Nostro Signore Gesù Cristo.E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 24)

169.

Piazza Armerina, 24 settembre 1927

Carissimo fratello,ti ho scritto il 5, 10, 16, 20. Sto bene. Il tempo continua secco e caldo. Il 21 ho

celebrato il 38° anniversario del mio sacerdozio. Ho letto l’articolo di P. Chiocchetti delquale mi facesti cenno. Il mio neosintetismo che altro è se non il ponte da gettare per pas-sare dal vecchio a un nuovo ortodosso? Dico il mio neosintetismo là dove parlo dell’e-spressionismo. Questo mio pensiero lo troverai nel prossimo numero della rivista. OggiD. Giovanni raccoglie l’uva da una pergola della mia terrazza. È una vite che produce dadue anni. Una numericamente, la quale quest’anno ha fatto più di cento, dico cento,grappoli di ottima uva. È uno stupore! Fu scritto a Laterza. Appena riceverai i libri, avvi-samene, affinché io saldi il conto. Il Milton di Maffei è a Caltagirone. Appena ci vado, telo spedirò. Perché vuoi la traduzione del Maffei e non quella del Papi. C’è anche questo.Prega per me, come io faccio per te sempre. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 27)

170.

Piazza Armerina, 29 settembre 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 21. Nelina è arrivata e sta bene. Io la vedrò fra giorni. Il caldo

continua. È una pena quest’anno. Il 26 firmai il contratto con Vecchi. Aspetto che mitorni controfirmato da lui. Il libro sarà stampato fra sei mesi. Il saggio di stampa e carta èottimo, non meno bello dei libri di Laterza. Il lavoro di stampa sarà cominciato subito.Bisogna dire che il manoscritto sia stato giudicato, perché Vecchi si propone di tirarnesino a tremila copie. La rivista per questa volta uscirà in fascicolo doppio, per compensareil primo bimestre dell’anno, giacché iniziò le sue pubblicazioni col secondo bimestre. Cisi vedranno i primi collaboratori. Esce coi tipi di Vecchi e si presenta assai bene comestampa. Sto bene. Aspetto il fresco come un amico che liberi da questa inerzia. Domani si

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riapre il Seminario. È una gioia per me. Così almeno avrò il lavoro delle lezioni, cui il cal-do non impedisce. Aspetto qualche buona bibliografia e il lavoro sulla Chiesa e lo storici-smo. Ti abbraccio con vivissimo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 29)

171.

Piazza Armerina, 4 ottobre 1927

Carissimo fratello,oggi vado da Nelina; stasera ritorno. Prenderò i libri che desideri. Tu preferisci

la traduzione del Papi63; se la trovo ti mando quella. Ho ricevuto la tua del 27, che mireca le tue nuove. Sto bene anch’io; il tempo si è fatto un po’ fresco, senza pioggia però edio mi accingo a riprendere il mio lavoro; prima però predicherò il ritiro d’apertura ai mieicari seminaristi. A Terranova nelle scorse vacanze i miei alunni, incontrandosi con qual-che persona colta, hanno destato maraviglia che si possa nel liceo aver tanto ardore per lafilosofia. Quest’anno nel terzo corso farò studiare alcuni problemi in S. Tommaso diretta-mente. Laterza ha pubblicato tre bei volumi di scritti filosofici di questo Santo: su di essisarà fatto lo studio. Studiamo anche un po’ di storia della filosofia. Nel primo caso si stu-diano il neo-sintetismo; nel 2° il problema della morale. Come vedi io non commettol’errore di unire in uno i tre corsi. La rivista incontra simpatie e consensi; e comincia aessere richiesta. Ti ringrazio delle preghiere che fai per me. Io ti assicuro che non facciopreghiera in cui tu non sia presente e non ci sia un sospiro per te. Ti lascio per mettermiin auto. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 33)

172.

Piazza Armerina, 8 ottobre 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua carissima che mi reca le tue buone nuove. Sto bene anch’io. Santa

Teresa del B. Gesù nel mio calendario, al 3 ottobre c’è già; in quello di Caltagirone ci sarà

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63 Si riferisce a J. Milton, Il paradiso perduto, trad. di Lazzaro Papi, presso Gaetano Ducci, Firenze 1826.Cfr. vol. I (1924-1928), p. 208.

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perché il culto di questa santa è stato ora esteso a tutta la Chiesa. Il contratto pel libro ètornato da Trani regolarmente controfirmato da Vecchi. Io avevo qualche timore perchénon avevo accettato certe condizioni. Ora davvero siamo al principio della fine. Il giorno4 fui a Caltagirone da Nelina, sta bene e ti saluta. Presi i libri, che subito ti ho spedito.Sono: Concil. di Costanza - Bonif. VIII - Abelardo - Milton - Maffei (il Papi non lo tro-vai) - Virgilio - Caro. Ieri qui c’è stato Caristia. Ti saluta. Scriverò per la rivista subordina-tamente alle condizioni, non liete, della mia vista. Scalia non ha ancora risposto. Mons.Bargiggia attraversa un periodo simile ai più agitati del passato remoto. Che il Signore glidia lumi e forza. Io non lo vidi perché mi fermai solo il tempo del pranzo e del riposo.Però ci tornerò per qualche settimana, appena sarà dato avviamento all’anno scolastico.Ora siamo in ritiro. Lo predico io (istruzioni) e un Sac. da Palazzolo, un certo Fiorentino,tanto buono e pio. Lo conoscesti chierico? Ha 53 anni. Con lui ho rievocato quel passatosempre a me caro. Oh! Mons. Blandini! Lo rivedo a volte in sogno... In questi giorni digrazia prego per te con più fervore. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 35)

173.

Piazza Armerina, 12 ottobre 1927

Carissimo fratello,oggi è l’ultimo giorno di ritiro; domani comunione generale e inaugurazione

dell’anno scolastico. Noi sempre abbiamo cominciato le lezioni verso mezzo ottobre (si facosì anche nelle scuole pubbliche), perché il tempo è già fresco; però terminiamo gli esa-mi verso mezzo luglio, perché allora è troppo caldo. Non si tratta che di spostamenti. Lastoricizzazione potrò vederla domani: oggi è ancora ritiro spirituale sia a predicarlo sia apraticarlo. È un superare le presenti miserie e vivere di ciò che non verrà mai meno. Logoscol seguito è troppo trasparente. La rivista, come ti scrissi, si pubblicherà in numero dop-pio, questa volta per rifarsi del primo bimestre. Ti prego di fare attenzione a una recensio-ne su un libro di Vanderpool. A me questo fascicolo sembra interessante. È già pronto.Reca però qualche po’ (ma poco) di ritardo per le pratiche del passaggio di tipografia, cheson quasi espletate. C’è lo studio sull’estetica. Tu mi saprai dire se però andare in appen-dice nel Neo-sintetismo; e dico in appendice, perché il libro essendo nato così, un capito-lo sull’estetica apparirebbe sempre come soprapposto. Sto bene. Sento la gioia della predi-cazione. Oh! I bei tempi del quaresimale. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 37)

119

Page 127: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

174.

Piazza Armerina, 18 ottobre 1927

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua carissima del 18. Mi duole saper che sei stato raffredda-

to. Usati riguardi. Riceverò con piacere la promessa recensione di libri di filosofia inglese.Non so nulla del Troeltsch64. Ho letto con vivissimo interesse lo studio sulla storicizzazio-ne della Chiesa. È molto ben fatto e molto interessante e utilissimo. Da cosa nasce cosa.Penso che possa farsi un terzo studio che consideri la storicizzazione secondo l’idealismoin confronto alla storicizzazione secondo il dualismo realistico. Ne tenterò la prova comeavrò un po’ di tempo. Ho già ricevuto le prime bozze di parte del libro. Mi è stato agevo-lissimo far dei ritocchi al testo. Leggendo questo lavoro dopo sei mesi, ne ricevo impres-sione favorevole, più che non pensassi. Come arriveranno le bozze corrette e impaginatedi questa parte te ne spedirò subito una copia. E così del resto, a mano a mano che arrive-ranno. Il passo dell’Ecclesiaste suona così: nihil sub sole novum65, e non novi. Cosa è lo sta-to polis? Sto bene. Le lezioni cominciano con ottimi auspici. Prega pel tuo affezionatissi-mo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 40)

175.

Piazza Armerina, 22 ottobre 1927

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 17 che ricevo a momenti. Non mi parli della tua salute.

Spero che vada bene. Io, grazie a Dio, sto bene, ed ho ripreso il lavoro. Vecchi ha già otte-nuto l’autorizzazione; quindi tra qualche giorno riceverai il fasc. doppio della rivista.Farai attenzione allo studio sull’estetica, e spero converrai meco, che debba mettersi inappendice, o, se mai, come quarta sezione. Se preferirai questa, rispondimi subito, affin-ché possa recare nella introduzione la necessaria correzione. Non credo che riesca comecosa staccata, perché riprende il problema tutto, però sotto l’aspetto dell’espressività, sen-za che sia trascurata la ragione di sinteticità. Io penso che, dato il lavoro, già concepito inaltro modo, non si poteva far diversamente. Oggi finisce il ritiro di questo clero. Ora lofarà il clero della diocesi. Il sac. Fiorentino è molto pio e ha fatto bene. Egli entrò grandein seminario, e tu ne eri uscito. Ma ti conosce per averti incontrato altrove. Ecco perché

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64 Si riferisce a E. Troeltsch, Der Historismus und seine Überwindung, Berlin 1924. Cfr. vol. I (1924-1928), p. 210, nota 1.

65 Ora Qoelet 1, 9.

Page 128: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

tu ne hai memoria oscura. Nell’entrante settimana verrà qui Nelina. Io andrò dopo. Pregapel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 42)

176.

Piazza Armerina, 26 ottobre 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua del 21. Il 16 non ti scrissi, perché ti aveva scritto Vincenzino. Però

ti scrissi il 18 e poi il 22. In questi giorni son con te con più affetto. Ti mandai le bozzedello studio sul problema estetico. Aspetto il tuo parere se possa mettersi come 4° sezione,s’intende, con le necessarie modificazioni. Nulla ho di diritto internazionale. Indicamiqualche autore e provvederò subito. Sto bene. Aspetto Nelina venerdì o sabato. La raccol-ta di cose di S. Tommaso ediz. Laterza è desunta da varie opere. Te ne scriverò. Ora tiabbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione»66, f. 262, c. 46)

177.

Piazza Armerina, 30 ottobre 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua lettera e letta quella indirizzata a Vincenzino. La parola ipote-

si la comprendo bene; però forse non la comprenderanno gli altri; dato il punto, è benelevarla e usare un’espressione che non si presti a fraintesi. Godo che stai bene. Sto beneanche io e lavoro di lena. Lo studio diretto di S. Tommaso fatto in rapporto allo stato pre-sente del pensiero filosofico, ha destato nella classe vivissimo entusiasmo. Vi assistonoanche i teologi. Me ne imprometto grande profitto per la formazione mentale dei giova-ni. La rivista guadagna terreno e consensi e anche simpatie. Spero che col prossimo bime-stre non farà più ritardi perché ora tutto è sistemato e bene con Vecchi. Sento che hairicevuto i libri. Poi mi dirai le impressioni di questa nuova lettura del Tosti! Dopo unabuona settimana di pioggia, abbiamo daccapo sereno. Son giornate autunnali veramente

121

66 Sulla «Rivista di Autoformazione» fondata da Mario nel marzo 1927 cfr. vol. I (1924-1928), p. 145,nota 2.

Page 129: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

deliziose. La mia stanza inondata di tiepido sole, invoglia davvero allo studio e al lavoro.Se te ne potessi mandare un po’ del nostro bel sole. Martedì è il mio genetliaco. Son sicu-ro che pregherai per me. Ora ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 47)

178.

Piazza Armerina, 7 novembre 1927

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del primo. Grazie di nuovo degli auguri. La mia fu

impostata realmente il 22 ottobre e prima degli stamponi; questi furono spediti appenami avvidi che il fasc. della rivista avrebbe tardato a cagione delle ultime formalità legali.Son già deciso a scrivere la quarta sezione; però nella prefazione non mi sono impegnato,ma ho corretto la dizione in modo che posso, volendo, aggiungere od omettere la quartasezione. Ciò ho fatto per giusta cautela. Ora ho per le mani l’articolo sullo storicismo, cheè quasi finito e che a me sembra buono. Subito darò mano alla quarta sezione. Tu hairagione pienissima. Ti prego di nuovo a dirmi che cosa è lo stato polis. Ho un volume del-le encicliche di Leone XIII, tradotto in italiano. Se non trovo altra raccolta negli editori, timanderò questa. Nelina che è qui, ti ha scritto due volte ed ha fatto le mie parti; ecco per-ché io non ho scritto. Oggi, a Dio piacendo, l’accompagnerò in casa, dove mi fermerò unpoco. Tu però manda le tue cartoline sempre in questa. Sto bene. Anche Nelina sta benedavvero. […]67 tuo nuovo giudizio […] del P. Tosti. Io ti feci […] mio circa La […]. Pen-so che il Tosti non sia stato un vero storico, ma un poeta o meglio un romanziere, e in lin-gua un pedante. Esagero? Ora a casa mi riposerò un poco e andrò agli affarucci. Se vuoialtri libri scrivimene subito. Con Nelina ti abbraccio. Preghiamo per te e ci raccomandia-mo alle tue preghiere. Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 51)

122

67 I puntini in parentesi quadre segnalano qui e di seguito le parole mancanti perché coperte dal franco-bollo.

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179.

Caltagirone, 9 novembre 1927

Carissimo,come vedi sono in casa e con il caro fratello che è venuto ad accompagnarmi e

starà (al solito) pochi giorni. Stiamo bene tutti e due e godiamo che anche tu stai bene.Dato che vai dal dentista fatti curare bene e rifare i denti perduti per potere masticarmeglio. [Da] Questo come dice Chiavaro dipende in parte il funzionamento dello stoma-co. Senza dubbio che la tua padrona di casa dovea scriverti per la cameriera come ha scrit-to né tu devi tornare lì se prima non si sono sistemati. Con questo sistema ogni annosaranno così.... È un guaio!!... Ho ricevuto una cartolina di Miss Motto e godo che tidistrai un po’. Salutami tutte le mie amiche. Non ho dimenticato il vaso, spero poterloavere. Mario ti abbraccia come faccio io. Affezionatissima

Nelina

Carissimo fratello,ricevo la tua del 4. Starò qui sino a sabato. Sto bene. Ho terminato lo studio

sulla storia. Ora comincio la 4° sezione . Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 52)

180.

Piazza Armerina, 14 novembre 1927

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua dell’otto. Abbiamo freddo intenso anche qui, da due

giorni. La rivista, dato il fluttuare dei tuoi indirizzi, ti si rimanda da qui. Ecco la ragionedel ritardo. La riceverai insieme ai Fioretti di S. Francesco, le Rime del Petrarca e le letteredi S. Caterina da Siena. Nelina stette qui cinque giorni, cinque giorni sono stato io là. Citornerò in Dicembre, a Dio piacendo. Sto bene e anche Nelina. Non mi pare che negarela conoscenza della pura cosa in sé possa cagionare scetticismo perché la pura cosa in sé èil fuori della conoscenza. I consensi alla rivista crescono. Ho cominciato la 4° sezione.Son contento di averci messo mano; e ti dò piena ragione, perché così solo mi è possibilefar cosa armonica e svolgere convenientemente il concetto di esteticità. Lo studio direttodi S. Tommaso desta entusiasmo vero, perché vien fatto in rapporto allo stato presente delpensiero filosofico. Senza di ciò l’entusiasmo sarebbe impossibile. La prima classe studiagià il neo-sintetismo con ardore che io non credevo. Sento che il sistema quadra. Da ciò

123

Page 131: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

l’ardore. Lavoro di lena. Il tempo è propizio. Prega per me. E abbiti gli auguri più fervidipel prossimo genetliaco.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 55)

181.

Piazza Armerina, 18 novembre 1927

Carissimo fratello,due parole in fretta per darti le mie nuove che son buone. Ricevo a momenti la

tua del 13. Anche qui freddo intenso. Da Nelina tornerò altra volta. Assenze lunghe nonposso farne, tra l’altro, per la scuola. La rivista ti fu spedita il 14 con altri libri di cui tiscrissi lo stesso giorno. Ne vuoi altre copie? Del neo-sintetismo ti manderò a mano amano i fogli stampati e con le bozze. Tra giorni avrò i primi quattro e subito te li spedirò.Il lavoro della 4° sezione è a buon punto. Penso di aggiungere, in appendice, un cennosulla grazia, e così avrò in tutto seguito i tuoi consigli. Ti abbraccio

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 262, c. 58)

182.

Piazza Armerina, 20 novembre 1927

Carissimo fratello,questa ti reca i più fervidi auguri pel tuo natalizio. Il 26 celebrerò per te e

Nelina, a Dio piacendo. Sto bene. Dire che la creazione non è conoscenza, non signifi-ca, come parve a te, che non sia cosciente: sarebbe strano pensarlo, ma che non è perce-zione di oggetto, sibbene elaborazione di conoscenze già possedute. Il contesto rendechiaro il mio pensiero. Spero a quest’ora abbia ricevuto la rivista e i libri. Il fascicolocerto uscirà in dicembre, e spero oramai, senza ritardo. Così si compie la prima annata.Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 262, c. 59)

124

Page 132: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

183.

Piazza Armerina, 25 novembre 1927

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 18. Tu avrai ricevuto i libri e la rivista. Ipotesi sta bene. Lo

dico ora, che, correggendo le bozze di stampa, ho compreso che non si riferiva alla tesi,come m’era parso. A rendere più chiara la dicitura ho fatto piccole correzioni. Scalia è inAmerica. Mi ha risposto. Spero che manderà anche di là qualche suo scritto per la rivi-sta. Ritornerà in febbraio. Desidero qualche monografia bibliografica di qualche librorelativo al programma della rivista. Il tempo si è raddolcito. Però c’è molta nebbia, comea Caltagirone. Mons. De Bono ha cessato di soffrire. Prega per la sua bell’anima. È mor-to l’avvocato Napoli. Prega anche per lui. I buoni ci lasciano e la loro dipartita ci richia-ma a pensieri più seri e gravi. Nelina sta bene. La rivedrò, a Dio piacendo, in Dicembre,e starò là una settimana. Non sta tanto bene Suor Giuseppina. Questa cara sorella hatanto trascurato la sua salute. Speriamo che si rimetta presto. Io sto bene e lavoro. Laquarta sezione è quasi finita, e scontento non ne sono. Te ne manderò copia. Tra giorniti manderò i primi fogli del libro. Finalmente! Prega per me, come io faccio per te. E tiabbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 62)

184.

Piazza Armerina, 26 novembre 1927

Carissimo fratello,oggi ho celebrato per te e per le sorelle. Che il buon Dio vi colmi delle sue gra-

zie. Suor Giuseppina sta meglio. Ciò ti scrivo per non farti stare in angustie. Speriamoche presto si rimetta del tutto. Hai ricevuto i libri e la rivista? Spero di sì. Sto bene. Hofretta e scrivo in fretta. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 262, c. 65)

125

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185.

Piazza Armerina, 30 novembre 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua lettera, ora ricevo la tua cartolina. Suor Giuseppina sta sem-

pre meglio. E sia ringraziato Dio. Nelina ti ha dato ogni giorno le sue notizie. Ieri ti haspedito i primi quattro fogli del libro e due copie della rivista. Grazie delle tue osservazio-ni. L’accenno alla Francia è un accenno in rapporto all’articolo che io critico: e non ha ilsenso che tu vi vedi. L’”udii [sic] troppo tardi” dei versi, indica che avrebbero dovutoconoscere Gesù sulla via. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 262, c. 69)

186.

Piazza Armerina, 4 dicembre 1927

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua cartolina. Hai ragione di sentirti desolano, così lontano

come sei. Spero però che abbi ricevuto le migliori notizie della salute della cara Suor Giu-seppina. Le suore che l’assistono ci vedono una grazia speciale. Stava tanto male. Al baciod’una immagine del S. Cuore, volse in meglio, e la miglioria progredisce sempre. Ringra-ziamo il Signore. Sto bene. Lavoro di lena. La quarta sezione è compiuta. È venuta un po’più lunga che non pensassi. Perciò, come ti scrissi, vorrei lasciare l’appendice. Ora si stacopiando. Appena pronto, te lo manderò per avere le tue osservazioni. Ora preparo ilfascicolo di gennaio, che sarà, spero, doppio, perché l’articolo sulla storia è venuto un po’lungo. Aspetto qualche cosa di costà. Crespi mi manderà il promesso articolo? Lo deside-ro assai. La rivista chiude bene la prima annata. Spero che vada avanti di bene in meglio.Ho però bisogno di chi mi aiuti, anche per la varietà. Io ho tanta materia, che potrei farda solo. Ma non è bene. Prega per me assai, come io faccio per te. Salutami Crespi. Lesseil mio lavoro?

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 71)

126

Page 134: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

187.

Piazza Armerina, 8 dicembre 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua. Sarei curioso di leggere i libri o giornali dove si dicono cose

tanto curiose sulla elezione dei papi e sulle loro azioni. Puoi indicarmeli? La cara SuorGiuseppina migliora sempre. Non ha avuto male nuovo, ma soffre del suo male antico. Iosto bene. Sto correggendo le nuove bozze del mio libro. Anche qui ti ripeto che la lettura,dopo tanti mesi da che il lavoro fu scritto, non mi cagiona scontento. Parmi che il libroqualche bene debba farlo, perché mi par chiaro e anche ampio. E certo occorreva nonrisparmiar parole, per sperare qualche breccia su cervelli fossilizzati. Le mie lezioni su S.Tommaso, studiato in rapporto al pensiero moderno, destano interesse sempre più vivo.Solo però S. Tommaso non potrebbe cagionare entusiasmo anzi cagionerebbe fastidio.Oh come si sente che quella filosofia, in quanto sistema, è d’altro tempo! Abbiamo damolti giorni pioggia, vento, nebbia, tenebre. Cosa insolita. Il sole non si fa più vedere. Eio ho tanto bisogno del sole per scrivere. Però scrivo lo stesso, in un tavolino presso il miogrande balcone. Per la campagna è un tesoro. Caro fratello, amami, quanto t’ama il tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 73)

188.

Piazza Armerina, 12 dicembre 1927

Carissimo fratello,quando scrivo in queste cartoline è segno che mi manca il tempo. Sto bene e

lavoro fervidamente. Ricevetti la tua ultima cartolina e la lettera con le accluse, la ricevettiio, essendo assente Vincenzo, perché, lui assente, ricevo io la sua posta. Suor Giuseppinava sempre meglio. Nelina sta bene. Andrò a farle compagnia per un po’ di giorni dopoNatale. Ti anticipo gli auguri per le sante feste. Il 16° fasc. della rivista è già pronto. Speroche lo riceverai subito. Si chiama supplemento, perché supplisce alla mancanza del 1°bimestre. Ho solo due articoli. E spero che bastino, data la loro importanza.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 262, c. 75)

127

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189.

Piazza Armerina, 17 dicembre 1927

Carissimo fratello,ricevo la tua del 12 e ricevetti la tua dell’8. Per lo stomaco forse ti gioverebbe un

po’ di china Nanning. Suor Giuseppina lentamente migliora. Io sto bene. A quest’oraavrai ricevuto e forse letto la quarta sezione, la quale certo non va in appendice. Ultima-mente ti parlavo dell’appendice circa il fatto della grazia, e ti dicevo che ne ho quasi smes-so il pensiero, per non crescere troppo la mole del volume, giacché, come avrai visto, laquarta sezione è venuta lunghetta. Aspetto ora il tuo giudizio. Io penso che l’impostazio-ne del problema estetico non ti debba dispiacere. Aspetto qualche cosa per «autoforma-zione», e senza ritardo. L’ultimo numero della rivista lo devi avere ricevuto da più giorni.Vincenzo è ancora assente, quindi io ho più lavoro. Spero che non avrò bisogno, permancanza di tempo, di ricorrere alle mezze cartoline. La mia ultima è del 12. Il Caro nonti piace come allora. Nemmeno a me piace come ai bei tempi. Così tanti altri libri, tra cuiTosti. Siamo già nella dolce novena di Natale, e si sentono i canti pastorali, non moltobelli, ma molto cari. Ti faccio i migliori auguri anche pel nuovo anno. La rivista acquistanuove simpatie. Speriamo che col nuovo anno acquisti nuova lena. E che vengano i colla-boratori. Tu prega per me, come io faccio per te, mentre ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 79)

190.

Piazza Armerina, 21 dicembre 1927

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua cartolina del 15. Penso che ti farebbe del bene l’estratto di

tamarindo. Prova. Te ne prego. Io ti ho scritto il 12 e il 17. Il 14 ti spedii la IV sezione,che certo avrai ricevuto e letto. Ti prego di rimandarmi il manoscritto, perché se ne feceuna sola copia, che ora devo mandare al tipografo. S’intende che aspetto le tue semprecare osservazioni, anche quando resto d’avviso diverso. Sto bene. Suor Giuseppina cosìcosì. Questa dovrebbe arrivarti il 25. E ti reca più che mai caldi i miei auguri. In S. Tom-maso pel momento studiamo le quistioni sulla divina provvidenza. Penso di scrivere perla rivista un articolo su questo argomento sempre vecchio e sempre nuovo; e scriverlo conriferimenti all’idealismo, che per definizione, nega ogni provvidenza. Crespi non mandanulla per la rivista? Ha egli finalmente letto il manoscritto del neo-sintetismo? E Dempf?Sarei desideroso di conoscere il loro giudizio. Tra breve ti manderò altri fogli stampati.All’università del S. Cuore la rivista ha delle simpatie. La sera suona per le vie la zampo-

128

Page 136: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

gna tradizionale. Come piace sentire le antiche note pastorali! Ho spedito un pacco ditorrone allo Oliva. Prega assai pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 83)

191.

Piazza Armerina, 26 dicembre 1927

Carissimo fratello,ieri prima d’andare in Cattedrale ricevetti i tuoi affettuosissimi auguri. Grazie

di cuore. Godo nel sentire che ti sei rimesso. Ti prego di usarti riguardi. Sto bene. IlSanto Natale ci ha recato i gaudi più puri. Sia sempre benedetto il nostro buon Dio.Qui abbiamo avuto freddo mai visto. Penso a te, perché i giornali parlano del granfreddo di costà. Meno male che avete i riscaldamenti. L’articolo sulla storicizzazionedella Chiesa è stato molto apprezzato. L’articolo sulla provvidenza, di cui ti feci cenno,avrà per titolo La filosofia della storia68; sicché la provvidenza ci entrerà come elemento;e penso che sarà meglio. L’ho già incominciato, e penso che non sarà senza importanza.I consensi alla rivista son molti e notevoli; c’è però anche qualche dissenso o diffidenzao attesa. Né ciò mi sorprende. Fra giorni ti manderò altri cinque fogli del neo-sinteti-smo. Come ti scrissi, sto leggendo La Città di Dio di S. Agostino in una nuova tradu-zione. È un libro molto interessante. Forse troppo analitico; certo d’una potenzialitàpolemica straordinaria. Dato il tempo e lo scopo, s’intende sia il fare analitico, sia il farepolemico. Son tre volumi; il terzo però è ancora sotto i torchi, e non vedrà la luce cheverso marzo. Ho letto una nota di S. Paolo di Baumann69. Buona. Col nuovo anno avròun nuovo sinodo. Sarà celebrato pel mio venticinchesimo anniversario di vescovato.Ora ti lascio e riprendo il mio solito lavoro. Suor Giuseppina continua. Vincenzo tisaluta. Io ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 262, c. 84)

129

68 Su M. Sturzo, Della filosofia della storia, in «Rivista di Autoformazione», marzo-aprile 1930, p. 106,cfr. vol. II (1929-1931), p. 236, nota 2.

69 E. Baumann, Saint Paul, Paris 1925.

Page 137: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

192.

Piazza Armerina, 30 dicembre 1927

Carissimo fratello,il nuovo anno ti rechi ogni bene eletto. Ricevetti la tua del 22. Dopo una

mezz’ora mi fu recato il plico con la 4° sezione e le osservazioni, cosa che mi fu di grandeconforto, perché implicitamente mi diceva che stavi meglio. Che pena dover uscir cosìpresto con questo freddo. Oh come sto in pensiero. Usati riguardi, per carità. Ti ringrazioassai delle osservazioni. Ora do una ritoccata al lavoro e lo mando al tipografo. Il tuo giu-dizio favorevole mi conforta. Del resto devo questa quarta sezione alle tue insistenze; pos-so dire che è tua. Gli appunti di Crespi mi hanno sorpreso; perché lo credevo più moder-no. La cosa in sé è l’oggetto considerato fuori del rapporto conoscitivo: perciò è dettoirrelativo (cioè, è considerato come irrelativo). La fisicità è conosciuta non come pura-mente tale, cioè come è fuori della elaborazione conoscitiva, ma come è in questa e perquesta elaborazione. Che cosa poi intenda Crespi per conoscenza della realtà come è inDio, non lo capisco, perché in Dio non c’è che la ragione prima della realtà, ragione a noiignota. Dirai a Crespi che abbia la bontà di leggere tutto il neo-sintetismo: vi troverà quelche io non potrei dirgli che scrivendo un nuovo volume. Circa il romanzo storico e simili,o meglio il giudizio storico nell’arte, credo che diciamo, io e tu, la stessa cosa, sotto aspet-ti diversi. Sto bene. Suor Giuseppina mi ha scritto di propria mano che sta meglio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 3)

130

Page 138: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1928

193.

Piazza Armerina, 7 gennaio 1928

Carissimo fratello,quello che tu mi scrivi nella tua del 1°70 circa il subcosciente, è così complesso,

che domanda, a esser chiarito, più che una cartolina. Comincio con rifarmi a quanto tiscrissi parecchio tempo addietro, cioè, a quanto dice Th. Ribot circa la incoscienza. Diessa può ben parlare il fisiologismo, pel quale tutto è fisiologico, e la coscienza è un perfe-zionamento che viene e va; non può però parlarne lo spiritualismo, pel quale la coscienzaè l’atto conoscitivo d’un principio spirituale. Quel che si dice della incoscienza, si dicedella subcoscienza. Ti prego di tener presente questa distinzione, perché la reputo decisi-va. Ed ora a noi. La coscienza è la stessa conoscenza, però nella sua attualità. Ammettiquesto? Certamente. Cosa ci può essere oltre l’attualità? Non la potenzialità, che non èconoscenza, ma suo principio. Invece non vi può essere che la memoria, la quale, notalobene, non è una speciale facoltà, ma è la virtù ritentiva di tutte le facoltà. La memoriavisiva è nella facoltà visiva ecc. Per me dunque il subcosciente è tutto ciò che è conservatonella memoria. E quindi nego il subcosciente come funzione diversa. Nego anche che nelnostro organismo ci siano trasmissioni ataviche morali, estetiche. Ci sono solo trasmissio-ni potenziali, e quindi eredità di disposizioni. E solo possono parlare di trasmissionimorale ecc. i filosiologisti. Occorre separare bene i campi. Noi siamo spiritualisti. Percarità, non ci confondiamo con i nostri avversari, sarebbe disastroso. Sto bene. Ieri ho fat-to il pontificale soave tanto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 5)

194.

Piazza Armerina, 8 gennaio 1928

Carissimo fratello,questa ti compensi del ritardo delle due precedenti. Sto bene. Passate le feste,

riprendo regolarmente il mio lavoro. Gli americani di oggi non sono gli indigeni di piùsecoli fa, quando l’America fu scoperta. Sono europei. Così il tuo argomento cade. L’A-merica è così, perché la sua civiltà è commerciale attivissimamente. Non può avere il

131

70 La lettera, presumibilmente dispersa, non risulta conservata nel fondo Luigi Sturzo.

Page 139: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

gusto greco o italiano per le arti, perché non ne ha la corrispondente proporzione e il cor-rispondente studio dei classici. Io ritengo che tutti i mistico-intuizionisti son su una vianon del tutto sicura. A me pare che la conoscenza e tutta l’attività umana si aggiri tra duepoli: la potenzialità e l’attualità. Uscirne è smarrire la retta via. Occorre far i conti coltomismo, salvo a saperli fare. Tutto quello che altri scrive, divergendo, giova certamente afar rielaborare meglio quel vecchio aristotelismo, che non sarà mai – nella sua essenza –superato. Questo è il mio pensiero, e intorno a questo si aggira tutto il mio lavoro. E spe-ro di non aver lavorato invano. Da molte parti mi giungono felicitazioni per le mie pove-re memorie. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 6)

195.

Piazza Armerina, 8 gennaio 1928

Carissimo fratello,son con un giorno di ritardo, quasi senza volerlo, perché ieri rimandai lo scri-

verti all’ultimo periodo del lavoro, e quando me ne ricordai, era troppo tardi. Sto bene.Ho fatto le funzioni di capo d’anno e Epifania. Ho ricevuto la tua. Godo che ti sei rimes-so e che hai finito la seconda stesura del lavoro sulla guerra. Circa la teoria della idealizza-zione, come purificatrice dell’arte, ho i miei dubbi! Idealizzare ha due significati: tipizzaree teorizzare. Nel primo senso si idealizza anche il male, in quanto se ne fa come un pro-gramma. Così l’orgoglioso ha l’ideale del prevalere. Nel secondo senso si supera la prati-cità, ma con questo si va nelle sfere logiche, dove non c’è arte, la quale vive di concretezza.La teoria del pudore è molto relativa. Certo una suora dal suo pudore sarebbe impedita divestir secondo certe mode; mentre non sono egualmente impedite tante fanciulle buone ein certo senso virtuose. L’arte, o meglio, l’opera d’arte non teme l’immoralità sensualesolamente, ma ogni immoralità, come per esempio, l’incitamento alla ribellione. Quandol’esteticità si pone nell’armonia o equilibrio di teoretici e pratici, che solo si attua nelmomento ammirativo contemplativo, credo che si superi ogni difficoltà. Lo spunto è ot-timo: l’insieme interessante e con della originalità buona. Penso che meriti una 2° edizio-ne. Il manoscritto sarà mandato coi fogli del neo-sintetismo che son per arrivare. Tantisaluti da tutti. Un abbraccio dal tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 8)

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196.

Piazza Armerina, 12 gennaio 1928

Carissimo fratello,ricevo la tua: mons. Fondacaro ha anche ricevuto la cartolina a lui diretta.

Godo assai nel saperti rimesso. Io sto bene e lavoro. Ora abbiamo qui il visitatore aposto-lico, un certo P. Dall’Olio, conventuale; un sant’uomo. Ripartirà domani. Prima ha visi-tato Patti. Ora continua il suo giro. Dicevo: non diciamo cosa diversa, nel senso che ioammetto l’unità di consenso, almeno alle nuove letture del romanzo storico e simili.Nego la parità con le liriche. Se per es. A. Manzoni avesse nel Cinque Maggio inseritoavventure fantastiche da lui attribuite a Napoleone, ci rivolterebbe. Circa la cosa in sé, ilpensarla come in sé è certo un’astrazione, ma ha il suo valore. Del resto la quistione si fa,perché ci son quelli che ammettono che noi conosciamo la natura delle cose come laconosce Dio. (Così scrive A. C. nella critica che mi mandasti). Noi diciamo che è fisicità,perché così la esprimiamo, in quanto la opponiamo a psichicità. Però diciamo che nonsappiamo né sapremo che cosa sia la fisicità fuori dal rapporto conoscitivo. Credo cheoccorre insistere su questo punto, perché mi sembra il punto dell’asino dei nostri scolasti-ci arretrati. Ora andrò a Caltagirone per un po’ di giorni. Abbiamo avuto piogge lunghe etorrenziali. Che annata! Leggo un libro recente di Lanzalone L’Anticroce. Te ne parlerò.Ora uniamoci in ispirito a suffragare i nostri cari il 24. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 11)

197.

Piazza Armerina, 17 gennaio 1928

Carissimo fratello,ieri ti spedii cinque altri fogli del libro in corso di stampa e l’attorno alla mora-

lità delle opere d’arte. Nella mia dell’otto ti parlavo di alcune mie osservazioni che sperotroverai giuste. Così sarà possibile un rifacimento del lavoro, da sé, molto importante.Scrivo subito a Laterza pei libri. Il visitatore è partito domenica. Sto bene. Spero andare acasa il venti, perché il 19 è S. Mario, e devo trovarmi qui per gli auguri. Sto scrivendo lapastorale giubilare. L’argomento è Dio. Sono a buon punto. Sarà presto stampata. In que-sto momento del mio pensiero l’argomento di Dio domina, e sento che noi dobbiamooccuparcene tanto più, quanto più la filosofia moderna pretende, così dice Croce, di avercorroso il concetto di Dio e della vita avvenire. Su questo stesso tema, ma sotto altroaspetto, ho già scritto un articolo per la rivista, che però non potrà essere stampato chenel n. 3. Prega per me, come io faccio per te sempre. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 13)

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198.

Piazza Armerina, 21 gennaio 1928

Carissimo fratello,la nostra amata e santa sorella Suor Giuseppina, ieri alle 12 ha cessato di soffrire

ed è volata al premio. Ci lascia desolati ma consolati insieme, perché visse da santa e cosìmorì. Stamani ho celebrato la s. messa per l’anima sua benedetta. Il Capitolo e le parroc-chie celebrano funerali allo stesso fine.

Ti abbraccio nella santa Croce di Gesù. Tuo

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 263, c. 17)

199.

Piazza Armerina (Enna), 25 gennaio 1928

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue due ultime cartoline. Tu avrai ricevuto i fogli stampati e la

notizia del passaggio della nostra amata sorella suor Giuseppina. Penso al tuo dolore, evorrei consolarti. Ma certi dolori non hanno altro conforto che la fede. Son anch’io biso-gnoso di conforto. Ho celebrato per l’anima a noi cara la santa messa di questi giorni.Sono ancor qui, perché la sventura mi ha qui fermato, sembrandomi giusto non lasciarsubito la sede, mentre tutta la diocesi si associa al nostro lutto con le letture e i telegram-mi e i servizi funebri. Ad Agrigento è stato un vero plebiscito di amore, come mi ha scrit-to Michele Sclofani71. Era stata l’educatrice di due generazioni di madri. Uniti nel dolore,siamo anche uniti nella preghiera. Commosso, ti abbraccio.

Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 19)

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71 Nell’originale Mario scrive chiaramente Sclofani, ma presumibilmente si tratta del cognome dellafamiglia Schifano fondatrice dell’omonimo Istituto. Sull’Istituto Schifano, dove per 45 anni visse RemigiaSturzo con il nome di suor Giuseppina, cfr. vol. III (1932-1934), pp. 320 e 321, nota 1.

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200.

Piazza Armerina, 30 gennaio 1928

Carissimo fratello,

la tua del 19 la ricevetti il 24. Dopo non ho più ricevuto tue nuove e comincioa essere inquieto. Io ti ho scritto il 21 e il 25. Non ti ringraziai degli auguri, perché misfuggì dalla mente, stante le condizioni del mio spirito afflitto per la perdita della nostracara Suor Giuseppina. Ora son più rassegnato, ma sempre afflitto e non ti so parlare d’al-tra cosa; e penso che tu, così lontano e solo, sarai più afflitto di me. A Caltagirone nonsono andato, verrà Nelina, ed è meglio. Là io non potrei ora evitare le visite, che vorreb-bero esser conforto e rincrudiscono la piaga. Non ho ancora letto l’articolo sull’ActionFrançaise, perché non ho lo spirito disposto e ho lavoro di diocesi molteplice e incalzante.Sto bene però, per misericordia di Dio. Fra giorni, credo, avremo la visita del Seminario.Il visitatore oggi è a Caltanissetta, dopo essere stato a Messina e a Catania. Uniamoci nel-la preghiera, mentre ti abbraccio con affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 21)

201.

Piazza Armerina, 3 febbraio 1928

Carissimo fratello,sì, il pensiero della cara sorella non ci abbandona, sopra tutto non ci abban-

dona il ricordo delle sue virtù. L’ultima malattia dovette esser dolorosissima, perché lasuora segretaria scriveva che Gesù la teneva sulla croce; dolori che essa sopportò conedificante serenità. Nelina spero che venga domani con l’auto di ritorno, che condurràa Caltagirone il visitatore dei seminari, mons. Pasetto. È qui da tre giorni. Ed è uomosaggio e molto dotto. S’interessa assai della mia filosofia e della rivista. Sto bene, graziea Dio. Il tempo però continua freddo e piovoso. Il vento a volte arriva alle forme dibuffera. Dicono che sia un ritorno all’antico e che sia un buon ritorno, perché così dav-vero che si riforniscono le sorgive e si rinfeconda la campagna. Ho rinnovato per tel’abbonamento alla «Critica» e ho scritto pei libri. Appena li riceverai, avvisami, affin-ché io li paghi. Spero nelle prossime cartoline riprendere le conversazioni filosofiche.Ancora non mi sento disposto di rivolgere a te simili discorsi. Parmi che non si debbatra noi parlare che della nostra cara estinta e del nostro dolore. Oggi è il primo venerdì,nel qual giorno ogni mese facciamo col seminario un po’ di ritiro. Ti sarò più vicino inDomino. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 23)

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202.

Piazza Armerina (Enna), 7 febbraio 1928

Carissimo fratello,Nelina è qui da sabato. Sta veramente bene. Però pensa di partire in giornata.

Ti saluta. Sto bene anch’io e godo del conforto della presenza di lei. Citare Pindaro o altriantichi che fa? Certo se Manzoni avesse nel Cinque Maggio inserite delle favole su Napo-leone, avrebbe fatto ridere. Noi leggiamo le cose antiche con uno spirito, con un altro lemoderne. Tutto ciò che si allontana troppo da noi, acquista luci diverse. E perciò oggi,per esempio, si scriverebbe un dramma napoleonico, ma non si metterebbe Napoleonesulla scena senza difficoltà e sconvenienze. Il troppo storico o troppo noto, ricusa la favolapiù fortemente. Quando però lo scrittore è genio, crea agevolmente arte vera, anche vio-lando il canone dell’unità, ma non dà ai generi la perfezione che possono, come tale, nonavere. E poi c’è il fatto della rielaborazione soggettiva del lettore, pel quale si può nonpreoccuparsi molto delle manchevolezze dei generi. Tu credi che il problema sia già riso-luto da tempo contro Manzoni. Lo tengo una via media e credo non aver torto. E credoancora che tra te e me non ci sono differenze irriducibili. Il fascicolo della rivista è pronto.Uscirà regolarmente il 15. Spero che vi troverai qualche progresso anche tipografico. Lavisita al seminario spero dia buoni risultati. Caro fratello, prega per me come io pregosempre per te. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 25)

203.

Piazza Armerina (Enna), 11 febbraio 1928

Carissimo fratello,ti ho scritto il 30, 2, 7, cioè ogni 4 giorni, mentre prima ti scrivevo ogni cin-

que. Usati riguardi con questo freddo. Io sto bene. Non è sostenibile il principio chel’arte purifica, perché idealizza, perché tutto l’uomo idealizza conoscendo e non tuttopurifica. Io ritengo che purifica il momento d’ammiratività contemplativa, che è relati-vo. Quando dunque nell’opera d’arte ci sono elementi che fanno prevalere o il teoreticoo il pratico, l’opera d’arte è difettosa. Quando questa prevalenza spinge all’immoralità,l’opera d’arte si dice immorale, più o meno, secondo che a ciò più o meno efficacementespinge. Ciò che o per l’antichità o per altre ragioni ci apparisse come estraneo al nostrosentire o pensare, anche se poco morale in sé, non ha o può avere questa azione in noi.Io penso che così bisogna intonare lo studio. Desidero però, più che questo, buone notebibliografiche circa opere importanti e consone. Ho scritto ad Agrigento per averememorie della cara sorella. Spero che sarò appagato. In tal caso te ne farò parte. Ora ci

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basti ricordare la sua abnegazione e il suo distacco. Essa visse tutta per la sua vocazione.E così chiuse serenamente i suoi giorni. Imitiamola o aiutiamoci insieme con la preghie-ra. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 27)

204.

Piazza Armerina (Enna), 13 febbraio 1928

Carissimo fratello,la tua ultima mi arriva dopo che la mia dell’undici era alla posta. Sento con

pena che stai poco bene per certo indebolimento. Ti consiglio di nuovo la china Nanningche può prendersi anche quando si prende il ioduro. Io sto bene, grazie a Dio. Mi scrive lasuperiora di Schifano, rispondendo alla mia, che suor Giuseppina morì come una santa.Nulla però sa dirmi in particolare. Morì senza far testamento. Aveva però fatto un testa-mento parziale. Resta quindi come successione ab intestato il suo piccolo canone del capi-tale di diecimila lire. Nelina è già a Roma. Qui trovò tempo pessimo. Ora da due giorniabbiamo tepore tale di primavera. E ci voleva. Oh che inverno freddo e piovoso. Nonricordo l’eguale! La pastorale si sta stampando a cura del comitato per le mie feste giubila-ri in numero di tremila copie. Sarà pronto tra breve. Ricordati di me nelle tue orazioni. Tiabbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 30)

205.

Piazza Armerina, 24 febbraio 1928

Carissimo fratello,speravo stamani ricevere tue nuove. Son in pensiero per la tua salute. E aspetto

con ansia le tue cartoline. Spero arriverà con la posta del pomeriggio. Io sto bene. Abbia-mo gran freddo. C’è però il sole. A quest’ora avrai ricevuto la rivista e l’avrai letta. Tornocol pensiero alla difficoltà di Crespi. Noi non conosciamo la cosa in sé, cioè fuori del rap-porto conoscitivo. E quando la conosciamo, noi la elaboriamo conforme la nostra natura.Come dunque diciamo che, da sé, è fisicità? Lo diciamo allo stesso modo che diciamo cheDio è l’assoluto. Nel mondo della nostra conoscenza l’assoluto non c’è. Ricordo le nostre

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Page 145: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

conversazioni del 1926. Ciò vuol dire che noi parliamo di fisicità psicologicamente, e diassolutezza relativamente. E ciò facciamo per dialettica delle idee, per cui cogliamo unaragione dell’oggetto, senza saper mai cosa essa sia da sé. Noi sappiamo che Dio è assoluto,senza mai sapere o poter sapere che cosa sia da sé l’assolutezza. Di S. Tommaso abbiamostudiato molte questioni su Dio, la provvidenza, la creazione. Quanta roba morta. Equanto metodo morto. Senza rapporto al presente e senza le idee nuove quello studiosarebbe molto penoso. Predica qui la quaresima quel Fiorentino che predicò gli esercizi alseminario e al clero. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 48)

206.

Piazza Armerina, 28 febbraio 1928

Carissimo fratello,ricevo la tua cartolina a momenti e godo nel sentire che stai meglio. Evita il

troppo lavoro sino a che non siano tornate le forze allo stato normale. Io, grazie a Dio, stobene, e lavoro di lena. La pastorale non è ancora pronta e nemmeno ci son pronti altrifogli. I tipografi son tutti gli stessi. La rivista è uscita e spero l’abbia già ricevuta. Ho gl’in-dirizzi di Vaussard e degli altri, perché [a] loro si manda la rivista. Non conosco una Storiad’Italia di Croce, conosco invece la Storia della Storiografia Italiana. Dimmi se è giustal’opera che desideri o se è altro: nel qual caso indica meglio il titolo. I ricordini dellanostra amata sorella non son pronti, o almeno, io non ne ho ricevuti. Diversi scrittorihanno mandato articoli per la rivista, ma nessuno è stato accettato, perché o sono statitrovati deboli o vecchi. È un guaio: nel nostro campo non si lavora a dovere e non si pen-sa a un giusto rinnovamento d’idee. Però si è risposto in modo da conservare i buoni rap-porti. Del resto, almeno per ora, non si sente il bisogno dell’opera degli altri. Speriamoche la stessa rivista concorra a preparare i suoi collaboratori futuri. Si desiderano peròbuoni collaboratori di bibliografie serie. Il tempo qui è orribilmente freddo, come mai.Meno male che siamo vicini alla primavera. Prega assai per me come fa per te il tuo affe-zionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 34)

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Page 146: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

207.

Piazza Armerina, 4 marzo 1928

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue due ultime cartoline. Godo nel sapere che ti prendi un po’ di

riposo. E sia non un sol po’, ma molto. Io sto bene e lavoro; il lavoro abbonda tanto, che ierimi impedì di scriverti. Son con te nel reputare conveniente che il paragrafino che riguarda ilconsenso storico, nella 4° sezione, sia o levato o modificato. Mi deciderò all’uno o all’altropartito, quando arriveranno le bozze di stampa. Con questo non rinunzio al mio modo divedere. Tu persisti nel dire che l’arte idealizza. Io persisto nel ritenere che l’uomo idealizzasempre. L’arte è arte, per me, perché rende contemplativa l’idealità del pensiero. Il mescolarestoria e favola non è funzione idealizzativa, ma creativa. Che gli artisti ciò facciano, è un fatto,che non si risolverà mai in principio filosofico. Esteticamente io sostengo che questa mesco-lanza, da sé, è nociva. Parlo di vera mescolanza e di storia veramente attuale. L’educazionepuò benissimo far superare questo contrasto. E anche questo è principio, relativo, di estetica,perché l’uomo si educa al suo momento estetico, che potrà anche esser vizioso, come fu, inparte al secento. Penso anch’io a S.t Marie con desiderio. Vedremo. Ti abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 40)

208.

Piazza Armerina, 8 marzo 1928

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 3. Come son contento nel sapere che hai goduto giorni di

sole! O il sole! Son più di dieci giorni che non ci mostra la sua faccia... e son troppo per noi.Ieri abbiamo celebrato S. Tommaso, come protettore delle scuole cattoliche, con messa can-tata e la sera con discorso, che ho fatto io. La pastorale sarà pronta fra qualche giorno. Te nemanderò subito più copie. Il libro spero riprenda il suo laborioso cammino di stampa: cosìalmeno mi fa sperare il tipografo, che per il resto è tanto puntuale e bravo. Leggerò con piace-re il libro sulla teoria della causalità. Dimmi: Meyerson vive ancora? Ho guardato NôtreDame nella cartolina con tanta nostalgia. Chi sa se potrò presto rivederla? Sto bene e son attoal lavoro come mai. Ne sia ringraziato il Signore. La settimana Santa si avvicina ed è attesasempre con la stessa gioia. Il sabato Santo, a Dio piacendo, terrò ordinazione. Di Fede saràpromosso al Sacerdozio; e potrà lavorare di più nella rivista. Ci saranno altri due sacerdoti. Intutto tre. Pochi! È vero! E occorre pregare, affinché il buon Dio benedica le vocazioni e lemoltiplichi. I vecchi se ne vanno. E già si sente il vuoto. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 42)

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209.

Piazza Armerina, 13 marzo 1928

Carissimo fratello,ricevo le tue del 7 e dell’8. Godo nel saperti abbastanza riavuto. Io, grazie a

Dio, sto bene, e lavoro sempre a un modo. Ho in mano altre bozze del libro. Finalmente!E spero che ora non si facciano altri ritardi. Trovo però, con mia grande gioia, che il ritar-do non è stato senza utilità, perché la rivista ha sufficientemente preparato gli spiriti aricevere il libro. Le pagine che ora ho corrette non sono invecchiate. Direi che mi son pia-ciute anche. Spero non sia effetto d’amor d’autore. Le simpatie per la rivista crescono ediminuiscono le ostilità. E ne ringrazio il Signore. La pastorale è quasi pronta. Aspetto leprime copie tra oggi e domani. Le primissime saranno spedite a te. Penso anche di stam-pare il discorso fatto il sette, commemorando S. Tommaso. Mi si è richiesta questa pub-blicazione e io mi arrendo, pensando che potrà far del bene. Non mi resta che rivederequel che dissi, e che, per fortuna, fu stenografato. Leggo con piacere grande gli Atti degliapostoli del Fouard72. Lo conosci? Son molto ben fatti. Ne ho due copie. Ti abbraccio convivo affetto

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 45)

210.

Piazza Armerina, 17 marzo 1928

Amato fratello,ieri ricevetti la tua del 12. Se hai ripreso il lavoro, penso che devi star meglio. Io

sto bene. Ti ringrazio delle buone parole che mi dici dell’articolo sullo storicismo. Se tuttileggessero come leggi tu, certamente si potrebbero evitare certi ritorni. Però, se badi bene,in questo articolo ci sono aspetti nuovi, come quello delle facoltà attive, che credo abbiagrande importanza. L’altra tua osservazione parmi che sorvoli il punto specifico, che è la

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72 Henri-Constant Fouard, sacerdote e biblista nato ad Elbeuf (Rouen) il 6 agosto 1837 ed ivi morto il 3dicembre 1903. Durante i suoi studi di teologia a Parigi, nel seminario di S. Sulpizio, fu iniziato alle scienzebibliche, alle quali dedicò tutta la vita. Ottenuta la licenza in lettere a Parigi nel 1867, fu professore di lettera-tura a Boisguillaume fino al 1876, quindi di S. Scrittura alla facoltà teologica di Rouen. Dottore in teologianel 1877, nel 1884 fu nominato canonico della cattedrale di Rouen e nel 1903 membro della CommissioneBiblica. Frutto dei suoi studi e dei suoi viaggi in Oriente sono i sei volumi a cui diede per titolo Les origines del’Eglise, e che voleva costituissero una risposta alle opere scritte sul medesimo argomento da E. Renan. I titolidei volumi sono: Vie de N. S. Jésus-Christ, 2 voll., Parigi 1880; St Pierre et les Premières années du Christiani-sme, ivi 1886; St Paul et ses missions, ivi 1892 (trad. it. Torino 1920); St Paul, ses dernières années, ivi 1897; StJean et la fin de l’âge apostolique, ivi 1904 (postumo).

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distinzione tra conoscenza immediata e conoscenza discorsivo-costruttiva, ed ha il suoperché, in rapporto al vecchio equazionismo e al vecchio modo di concepire la storia. S.Tommaso ammette che l’anima si perfeziona a misura che sorpassa le leggi del corpo, perconchiudere che così si perfeziona, separata dal corpo non dovrà venir meno. Curiosa!non è vero? E dice che si perfeziona vincendo le passioni. Ma lo spirito non ha anch’essole sue esigenze, che sono l’equivalente delle passioni? Ne viene un concetto della storiatanto diverso. Forse me ne occuperò nella rivista, integrandolo con ciò che dice in altroluogo, cioè, che il naturale desiderio dell’uomo non è circa la conoscenza del particolare,ma circa i generi e le specie. Anche questo è curioso. È però una delle conseguenze delseparatismo! Del resto tutto il pensiero di questo autore sente troppo del tempo. E sor-prende come sia rimasto lì. Ma anche questa è legge del tempo. Caro fratello, amamiquanto io t’amo e credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 49)

211.

Piazza Armerina, 21 marzo 1928

Carissimo fratello,hai ragione. Ma il 12 fui così preso dagli affari, che non potei scriverti. Ti scrissi

il 13. Ma insomma la mia corrispondenza con te oscilla dai quattro ai cinque giorni. Ecredo sia bene non esser troppo legati al termine, anche per evitare angustie in caso diritardo. Ciò non ostante procurerò d’esser assiduo al possibile. Grazie delle buone paroleper la rivista. Non mi parli però delle note bibliografiche. Se però hai su queste qualcheosservazione da fare, non me la tacere. In pari data riceverai una copia della pastorale. Lealtre fra qualche giorno. Leggo del gran freddo di costà, e penso a te. Anche qui continuail freddo e il mal tempo. Anno veramente eccezionale. Di Fede ti ringrazia degli auguripel suo prossimo sacerdozio e del giudizio favorevole. Spero fra non molto, ammetterequalche altro dei miei alunni alla collaborazione. Piano è meglio, per l’unità d’indirizzo.Sto bene, nonostante il freddo, e lavoro, benché mi manchi il mio sole. Scrivo subito aLaterza per la Storia d’Italia di Croce. Ne prendo una copia anche per me, perché pensoche dev’essere interessante. Sulla cosa in sé ho scritto delle postille che poi leggerai sullarivista. Credo che gioveranno a rassettare alcune nozioni fondamentali. Ora mi sto occu-pando del problema dell’assoluto nella conoscenza, che reputo di somma importanza,giacché di vera assolutezza non si può parlare, e occorre affermare un sano relativismo.Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 50)

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212.

Piazza Armerina, 24 marzo 1928

Carissimo fratello,ricevo la tua del 18. Mi rincresce sapere che la mia ti arrivò con tanto ritardo.

Stai dunque bene col tempo discretamente buono? Ne godo assai. Sto bene anch’io. Quiperò da cinque mesi fa lo stesso tempo: freddo, pioggia, nebbia, vento. Speriamo cheaprile rechi a noi un po’ di sole, noi che viviamo di sole. Per la Storia di Croce dissi a Fon-dacaro di scrivere. Ora Fondacaro è assente. Se scrisse, vuol dire che la riceverai. CircaGioberti penso che Padovani73 non dica male. Però non posso far un giudizio adeguato,perché conosco poco le opere di Gioberti. Uno studio su Meyerson starà molto bene.Potrà andare nel fascicolo 5 o nel 6, perché il 3-4 è già completo. Ma io preferisco avereroba conservata (e ne ho abbastanza), affinché quando le circostanze potessero impedire illavoro, non si lamenterebbero ritardi, che son sempre noiosi. A quest’ora avrai certo lettola pastorale che ti fu spedita il 20. Le altre copie fra giorni, perché le aspettiamo ancora. Edire che sono state spedite (come ci si scrive) da 12 giorni. I fogli del libro li avrai fra unaquindicina di giorni. Ora, in questo momento, faccio la seconda lettura degli stamponi.La Pasqua si avvicina. Penso agli auguri. Te li anticipo con tutto il cuore. Prega per il tuoaffezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 52)

213.

Piazza Armerina, 28 marzo 1928

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua carissima cartolina. Non conosco Il pensiero di S. Paolo del

Tondelli74. Ho letto il S. Paolo di Baumann tradotto in italiano. Mediocre. Vuol mostrareS. Paolo intimo, e trascura le epistole. Ci si sente il laico e il romanziere. Il S. Paolo diFouard vale molto di più. È una parte dell’opera di cui ti ho parlato e che ti manderò traqualche giorno. Ho letto una prima critica della Storia d’Italia del Croce, contraria. È diPietro Mignosi. Non mi convinse. Io aspetto questa opera del Croce oramai con curio-sità. Se S. S. volesse fare una nota bibliografica? S’intende, se egli si convincerà che metteil conto. Il 20 ti fu spedita una copia della pastorale. Altre quattro il 24. Se te ne avanzaqualche copia, passane una a Crespi. Diversamente, gli sarà inviata direttamente. Di que-

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73 U. A. Padovani, Vincenzo Gioberti e il cattolicesimo: una pagina nella storia moderna della Chiesa; condocumenti inediti, Vita e pensiero, Milano 1927.

74 L. Tondelli, Il pensiero di S. Paolo, Vita e pensiero, Milano 1927.

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sti giorni penso a un problema che non pare abbiano trattato i filosofi: se l’uomo ha ilpotere d’annullare qualche cosa. Dico annullare in senso proprio. Certo non l’ha. Comesi prova filosoficamente? L’annullare penso che sarà come il creare, atto di onnipotenza.Desidero conoscere il tuo pensiero. Se si può cavare un argomento per l’immortalità del-l’anima. Se nessuna cosa si annulla, e la morte o la distruzione altro non è che risoluzionein altre esistenze, lo spirito, che non può risolversi, essendo spirito, separato dal corpo,deve permanere. Resta però il problema della nuova funzione dello spirito separato dalcorpo. La logica separata dalla rivelazione, condurrebbe alla metempsicosi. Sto bene.Dura il maltempo. Già facciamo la colletta per la serenità. Aiutaci con le tue preghiere,perché si prevede cattiva annata. I contadini non lavorano da più mesi. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 54)

214.

Piazza Armerina, 31 marzo 1928

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua carissima. La prima copia della pastorale ti era stata spedita il

giorno avanti la mia del 21 a cui tu rispondi; e avresti dovuto riceverla. Spero che oraabbia ricevuto anche le altre quattro copie. Ne vuoi altre? Io sto bene. Sto scrivendo unparagrafo da aggiungere al capitolo del libro, che parla dell’anima. Ne ho aggiunto giàuno sulla conoscenza di Dio. Parmi che così il capitolo acquisti nuova luce. Vedrai. Ifascicoli 10-14 li avrai fra giorni. Pare che il tipografo voglia ora dir davvero. Oggi si vedeil sole e si presentisce la primavera. Quanto l’ho desiderato il sole. Dopo pasqua, sicuro,un viaggetto farebbe bene. Temo però di non poter lasciare, perché siamo in fervido lavo-ro per le opere giubilari: il sinodo e il seminario di villeggiatura a Terranova (ora Gela), pertacere delle altre. Spero che il buon Dio benedica. L’impresa del seminario è forte: si trattadi fabbricarlo, e la spesa sarà grave. Comprendi che una mia assenza, che porterebbeanche l’assenza di Vincenzino, nuocerebbe assai. Io feste personali non ne voglio, e nonce ne saranno. Ma voglio le opere. E bisogna indirizzare e animare e sostenere. Comun-que, vedrò, e t’informerò. Ora pensiamo alla cara Settimana Santa. Domani son le palme.Nelle funzioni ti avrò vicino con lo spirito. Ora ti abbraccio.

Tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 57)

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215.

Piazza Armerina, 1 aprile 1928

Carissimo fratello,questa cartolina è un pleonasmo perché ieri ti scrissi la solita cartolina intera.

Ho letto il causalismo di Meyerson: chiaro, limpido, abbastanza convincente, certo assaiinteressante. Comprerò il libro. Faccio però delle riserve su quanto è detto verso la fine,circa le energie degradanti e la tendenza al termine. S. Tommaso nega la tendenza al nul-la, che sarebbe la tendenza al termine. Le cose durano, almeno come processo, e duranosempre, perché non hanno in sé la ragione del lor essere, ma in Dio. Il durare perciò èanalogo al cominciare: deriva da non potenza infinita. Dio solo può annullare. Sto bene.Ti abbraccio

† Mario(Cartolina della «Rivista di Autoformazione», f. 263, c. 59)

216.

Piazza Armerina, 4 aprile 1928

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 29. Grazie delle parole buone per la pastorale. Che

faccia tutto il bene che io desidero alle anime. Ti scrissi il 31 e il 1°. Sto bene. Siamo inSettimana Santa e in pieno periodo di funzioni. Ti faccio i più fervidi auguri pasquali.Sabato, come ti scrissi, terrò s. ordinazione. Avrei da fare delle osservazioni alla teoria diMeyerson. Ora però son troppo preso dalle sacre funzioni. Le farò appena avrò un po’ ditempo. Solo ti dico che mi sembra più metafisica che scientifica. Ho letto altre criticheacri alla Storia d’Italia del Croce. Qui continuano le piogge, anzi si fanno più lunghe ecopiose. Oggi però s’è visto il sole, pallido e senza energia. Ricorsi storici! C’è qui il Prof.Mario Vaccaro. Ha fatto un bel S. Francesco per Valguarnera. Ti ossequia. Questi giorniti son più vicino in G. Cristo. Credimi tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 62)

144

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217.

Piazza Armerina, 7 aprile 1928

Carissimo fratello,le campane ancora tacciono, perché è ben presto; ma suoneranno tra non mol-

to ed eromperanno gli alleluia. Mi unisco a te nel celebrare il mistero della risurrezione eti mando ancora una volta i più fervidi auguri. Spero che la posta mi rechi le tue nuove.Io sto bene. Spiego perché ti scrissi che la teoria della risoluzione in un termine o princi-pio nato, mi sa di metafisica e non molto buona. Nella nostra conoscenza elementi irra-zionali (o ignoti o non categorizzati) non ce ne sono. Quelli che chiamiamo punti di rife-rimento, più o meno dimostrati, prima non erano tali (erano ignorati). E siccome il pri-mo stato è l’ignoranza (tali si nasce), così è certo che noi iniziamo la nostra conoscenzaponendo noi i punti di riferimento, cioè, logicizzando i termini percepiti; di modo chequesti diventano, reciprocamente, determinativi. Quando poi la nostra conoscenza s’èsistemata e arricchita, le scoperte irriducibili, son tali sotto un rispetto; ma sotto altrorispetto son ben categorizzati, riferiti, risoluti; diversamente sarebbero l’irrelativo. Maappunto per questo un vero punto fermo o definitivo non è ammissibile, perché tutta laconoscenza è relativa e processuale. Poi non è ammissibile la riduzione all’unità, perché lospirito non è riducibile alla materia, né il principio vitale dei bruti è riducibile alle forzefisico-chimiche. Ecco perché la teoria di Meyerson, più che scienza, mi sembra una riela-borazione della vecchia metafisica. Caro fratello amami quanto t’ama il tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 63)

218.

Piazza Armerina, 8 aprile 1928

Carissimo fratello,ieri nel pomeriggio ricevetti la tua del 2. Io penso che il lavoro t’impedisce di

rimetterti, e ti prego assai darti un buon periodo di riposo. Prendi la china Nanning? Pro-va. Io sto bene. Son a tavolino, ma dovendo pontificare, non mi risolvo a mettermi allavoro. Un po’ con te. Poi con Dio. Domani, a Dio piacendo, che le funzioni sarannofinite, riprenderò il corso interrotto del lavoro e il periodo normale della corrispondenza.Dir che nel processo della materia qualche cosa si perde, è altra quistione. Il problema chepongo io è se qualche cosa si annulla, presa questa parola in senso stretto. Io penso cheno. Tutto si risolve, si svolge e involge, ma nulla torna al nulla, perché nessuna forza agi-sce fuori dei rapporti, e agire così, è permanere. Aggiungo che nulla si risolve senza unacausa che ciò determini. Dunque il perire d’un rapporto o d’una sintesi, avviene per l’af-fermarsi d’altro rapporto o altra sintesi. Il problema mi interessa assai. E aspetto il tuo

145

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giudizio. Ancora la Storia d’Italia non mi è arrivata. Spero che non tardi. I nuovi fogli dellibro li avrai tra breve. La primavera pare che si affermi. Ringrazio Dio. Che inverno, carofratello! Ora però verrà il caldo e forse sarà forte, per legge di compenso. Ma... questa è lavita. Scrivo ad Agrigento per i ricordini. De Ruggiero nella «Critica» (Genn. p. 21) diceche idealismo in Inghilterra non se ne sostiene come prima. Che ne pensa Crespi? Ieril’ordinazione fu un paradiso. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 64)

219.

Piazza Armerina, 10 aprile 1928

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 3. Circa la categoria del sacro persiste nel mio giudizio: è

bensì una categoria; non è però dello stesso ordine delle categorie di vero, bene, bello.Queste sono primitive; quella derivata. Queste si attuano sinteticamente sin dal princi-pio; quella per via di coordinazione e progresso di giudizio, perché segue la via della sco-perta di Dio. Mi occuperò con cura del libro di Bruni, appena lo riceverò. La rivelazione èstoria e quindi filosofia. Anche il mistero è filosofia; però i misteri son problemi dei qualiconosciamo solo alcuni termini; e quindi, per la parte che trascendono la forza dellaragione, sono razionalmente insolubili e solo sono credibili. La libertà di cui parla Gentilealtro non è che l’interna virtù del soggetto di farsi quello che si fa; ed è libertà, perché nonha limitazioni esterne; ma è necessità, perché è la legge del soggetto, come dice Croce. Èdunque una nozione propria dell’idealismo, che a torto si vorrebbe, tal quale, applicare aldualismo. Circa la permanenza del creato, la filosofia dice solo questo: che le cose createnon si annullano né per legge del creato né per azione dell’uomo. Creare e annullare. Sonatti divini. La filosofia non dice, perché gliene mancano i termini, se Dio conserverà sem-pre il creato; e solo potrà porre argomenti di convenienza o, come dicono, morali. Se ilperire annullandosi fosse legge delle cose, anche lo spirito perirebbe. L’argomento per meè di grande importanza e merita di essere studiato con visioni larghe. Solo così noi dimo-streremo in modo filosoficamente certo la perennità delle cose, come processo dello spiri-to come individuo. Perennità sempre subordinata ai divini voleri. Ringrazio Age. Tiabbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 264, c. 22)

146

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220.

Piazza Armerina, 12 aprile 1928

Carissimo fratello,grazie dei tuoi affettuosi auguri. Il buon tempo continua e anche il tepore

primaverile. Sto bene. Rileggendo il causalismo, sento più vivamente che è metafisica.Per me la teoria dell’identificazione è falsa, perché l’identico non si dà. Quello che sem-bra tale è l’elemento logico, cioè, l’idea, la categoria. Dico, sembra, e non è, perchéogni idea è se stessa. Noi crediamo all’identificazione, quando risolviamo il dato ogget-tivo in idea. Però risolverlo in idea, non è affermare l’identità; ma categorizzare. Nem-meno posso ammettere la teoria che ciò che ha principio, avrà fine. Dico, non possoammetterla pure et simpliciter. Ciò sta bene per l’individuo fisico, non per la realtà-pro-cesso. Te ne scrissi già. E confermo il già detto. La risoluzione avviene pei rapporti. Unindividuo si decompone, perché altri individui si compongono o svolgono. Le energiedeterminate crescono o decrescono, ma non si perde nulla, cioè, nulla si annulla. Ciòvuole la Scrittura, e la filosofia. Come al contingente manca il potere al primo suo esi-stere, così, gli manca il potere al suo annullamento. Pensaci, e mi dirai che ho ragione.La scienza non risolverà mai questo problema, perché non farà mai una indagine com-pleta. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 67)

221.

Piazza Armerina, 16 aprile 1928

Carissimo fratello,la mezza cartolina era un pleonasmo, che non ritardò il solito turno della corri-

spondenza. La mandai sicuro di farti piacere, perché il di più deve far sempre piacere. Espero che non vorrai levare a me il piacere del di più. Sto bene e lavoro di lena. Torno almio problema, che nulla si annulla. La scienza su questo punto non ha che ipotesi. L’e-nergia degrada. E passi. Occorre però provare che la parte che non si converte, si annulli.Prova che la scienza non darà mai, perché il nulla non è controllabile. Il problema dun-que è filosofico. Il caso di Galilei è diverso: si trattava d’una legge controllabile. Nulla siannulla, perché il mondo creato non ha in sé la ragione del suo essere. Tu dici che Diopoteva porre la legge dell’annullamento. Come legge no. L’annullamento non può avve-nire che per un atto di Dio, analogo all’atto creativo e incomunicabile come questo. Sepoi fosse vero che ciò che ha principio, avrà fine, avrebbe fine anche l’anima. Io son cosìconvinto di ciò, che mi sembra evidente. E mi pare che sia un punto da mettere in tuttaluce, perché non si trova, parmi, trattato o trattato a dovere. Tu forse dai troppa impor-

147

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tanza alla scienza nei rapporti con la filosofia. Io invece penso che la scienza spesso fatroppa filosofia e a volte fuori luogo. Prega per me e credimi. Tuo

† Mario

P. S. S.t Marie. Non potrò rivederla in questa primavera, perché non possolasciare assolutamente, tanto lavoro ho per il sinodo e il resto.

(Cartolina postale, f. 263, c. 68)

222.

Piazza Armerina, 17 aprile 1928

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua, dopo che la mia era alla posta. Rispondo senza ritardo, per

assicurarti che la quistione dell’annullamento degli esseri m’interessa per sé e non per ilcausalismo. Questo sarà pubblicato nel quinto fascicolo, perché il terzo-quarto è giàstampato. Ed è interessante assai. Solo saranno levate alcune parole in fine, cioè, le paro-le che la teoria possa venire accettata o respinta, che del resto non dicono nulla. Finiràdunque dove è detto che la teoria non può essere ignorante. Circa la categoria del sacro,io penso che è la stessa categoria del divino, determinata in quel modo. La china Nan-ning giova anche pel cuore. A me ha fatto gran bene. Prova, te ne prego. Penso ancheche gioverebbe una cura di glicerofosfati, che tu, penso, hai fatto altra volta. E poi riposacon la mente. Credimi: quella è la vera causa della debolezza, che dev’esser debolezza dinervi. E nutrisciti bene, preferendo la carne agli altri cibi. E dammi le tue nuove con sin-cerità, e non mi fare star in pena. Io sto bene. Sto scrivendo le mie lezioni su S. Tomma-so, e spero che faranno del bene75. Scrive Nelina a momenti. Dice che sta bene. Tiabbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 71)

148

75 Sulle lezioni su S. Tommaso, pubblicate nella «Rivista di Autoformazione», cfr. vol. I (1924-1928), p.347, nota 1.

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223.

Piazza Armerina, 21 aprile 1928

Carissimo fratello,la tua ultima è del 12, alla quale risposi il 17. Spero che la nuova cartolina arrivi

oggi. Sto bene. Correggo le nuove bozze del libro. Siamo al capitolo della storia e a tuttala terza sezione. Non resta che la quarta. Tengo presenti le tue osservazioni al capitolo del-la storia. L’accenno agli scolastici-fossili ti pareva ritorcibile. Rivedendolo nel contesto,ritengo che sta bene, perché parla di quella gente che vorrebbe restar ferma. Or la immo-bilità è antistoricità. Poi ti pareva fuori posto la parte che riguarda i giudizi. Anche questalascio come nacque, perché la parte dei giudizi sta meglio in seno al problema della storia,da cui prende luce e importanza, che sola, che apparirebbe arida. Il libro, a quel che mipare, non potrà uscire che verso giugno. Sto leggendo la storia d’Italia. Ti spedii i nuovicinque fogli del libro (10-15), che certo avrai ricevuto. Come va la tua salute? Prendi lachina? Prendila, che fa sempre bene. Aspetto che mi dica le tue ragioni sulla categoria delsacro. Occorre però fissar bene il concetto di categoria, che coincide col concetto di idea.Ti scrissi che per me è una determinazione dell’idea del divino. Persisto a pensar così,anche se si considera il sacro come atteggiamento mistico; perché il mistico altro non èche un rapporto al divino. Ti scrissi che sto scrivendo le lezioni su S. Tommaso. Sonoesposizione e serena critica del tomismo nello spirito e mettono in luce il vivo e il mortodi S. Tommaso. Penso che sarà un libro di battaglia, e spero che il buon Dio mi assista ebenedica il lavoro, perché faccia bene e non male. M’interessa vivamente, profondamen-te. Ti lascio col buon Gesù e mi raccomando alle tue orazioni. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 73)

224.

Piazza Armerina, 24 aprile 1928

Carissimo fratello,la tua del 15 m’è arrivata il 22, quella del 19 ieri. In quest’ultima mi dici che

stai bene. Voglio sperare che non debba tornar a soffrire. Sto facendo per te una novena aS. Teresa del B. Gesù. Io sto bene e lavoro fervidamente. Penso e forse penso una scioc-chezza. Te ne scrivo, affinché mi dica quello che tu ne pensi. Io credo che i rapporti trafilosofia e scienza in tema di cosmologia corrano il pericolo del concordismo tra fede escienza. Ti prego di attenerti ai termini stretti della tesi. Io parlo di concordismo. Il peri-colo è quello di adattare la filosofia, che ha le sue leggi, al fluttuare delle teorie cosmologi-che, che hanno le loro. Io penso (e ho pensato sempre così) che la filosofia domini lascienza, ma non ne dipende. Ha campo proprio, e tale deve averlo. Gl’idealisti come Cro-

149

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ce e Gentile, hanno ragione su questo punto. Di Dio si ha notizia per ragione e fede. Perragione, certo, e ciò è di fede. Ed è di genuina filosofia, per la dialettica delle idee dainostri non approfondita com’è dovere. Ho rifatto il paragrafo sulla fusione di storia efavola. Ti spedii i fogli 10-14. A Vaussard la rivista si spedisce regolarmente. Egli perònon ci ha onorato nemmeno d’un biglietto. Aspetto con ansia le tue nuove. E mi racco-mando alle tue orazioni.

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 74)

225.

Piazza Armerina, 27 aprile 1928

Carissimo fratello,leggo con molto piacere la tua del 21 ricevuta ieri. Essa mi conferma nel mio

pensare, che la cosmologia spetta alla scienza, e spetta alla filosofia come metodologia diquella scienza. Del sacro ti ho scritto. Non posso però dire se metto il conto trattarne,perché non so quello che di speciale tu ne pensi. Se il sacro è quel che dico io, non mettoil conto perderci tempo. Hai ricevuto i fogli 10-14? Te li spedii il dieci, se non ricordomale. Trovo in S. Tommaso che egli pone l’intelletto agente come un lume divino parteci-pato. Ciò giova a metter in più evidenza la ipoteticità della teoria. Però egli in ultimo diceche l’intelletto possibile non conosce la natura delle cose particolari che per potentiammedium, cioè, per la cogitativa. La qual ipotesi rende ancora più caduca la teoria dellaconoscenza. Sicché il famoso convertir sé al fantasma, non è veramente un attingere ilfantasma in sé, ma per mezzo della cogitativa. La complessità della tecnica è quanto maivasta, ma l’intento di arrivare alle vere sintesi resta un conato vano. A proposito dellapastorale Mons. Olgiati mi scrive una lettera vibrante d’affetto e di simpatia. Vuol direche al S. Cuore la nostra Rivista non è rimasta senza effetto. Come stai? Parlamene piùespressamente: dire semplicemente – sto bene – è poco per me. Io sto bene, grazie a Dio,e non lascio di lavorare in molte cose tra diocesane e culturali. Penso a S.t Marie con desi-derio. Spero che il buon Dio mi concederà la grazia di rivedere quei luoghi cari. Prega perme. E prendi in caldo amplesso. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 75)

150

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226.

Piazza Armerina, 28 aprile 1928

Carissimo fratello,rispondo subito alla tua del 23, benché ti abbia scritto ieri. Occorre dire peren-

nità e non eternità. L’eternità è la pura attualità, anche per S. Tommaso, e appartiene soloa Dio. L’ipotetica eternità antecedente del mondo, in S. Tommaso, altro non è che unosforzo per difendere Aristotele contro murmurantes. Lo stesso va detto della parola infini-tezza. La perennità del creato è sempre finitezza, perché è sempre processo. L’infinitezza ècome l’eternità, l’attualità pura. La perennità si prova filosoficamente, perché filosofica-mente si prova che i contingenti non hanno in sé la ragione del lor essere. Non avendolain sé, cominciano per creazione, durano per conservazione, e durano tanto quanto dura laconservazione. Sicché il punto che bisogna provare non è la durata, che è dipendente dal-la conservazione, ma la conservazione. Dio conserverà sempre la sua creazione? E diciamosì, perché la distruzione non è né atto di bontà né di sapienza. Se questo non si ammettes-se, anche dell’anima si dovrebbe dire che, giacché ebbe principio, avrà fine. Per metter lacategoria del sacro allo stesso livello delle categorie del vero, bene, bello, occorre provareche consiste in un rapporto oggettivo-soggettivo. E siccome il sacro si risolve nel divino, equesto in Dio unico e personale-reale, la categoria sacro apparisce come trascendente. Lostesso avverrebbe se le altre tre categorie si risolvessero (come è possibile) anch’esse nelsommo vero, bene, bello. E sarebbero trascendenti. Così però son altra cosa. Fo puntoperché manca lo spazio. Sto bene.

† Mario

P. S. Ti mando della china Nanning. Ricevesti i fogli?

(Cartolina postale, f. 263, c. 76)

227.

Piazza Armerina, 1 maggio 1928

Carissimo fratello,ricevo la tua del 26 aprile e ho ricevuto tutte le altre e a tutte ho risposto con le

mie del 21, 24, 27, 28 aprile. Circa la categoria del sacro parmi che occorra superare lavecchia triade del vero, buono, bello che non esaurisce la spiritualità umana, e fare, comeho fatto io nel neo-sintetismo: identificare le categorie con le idee e porre le idee comeespressione logica dei rapporti. Quante categorie o idee? Tante, quanti i rapporti. Occorreperò distinguere i rapporti immediati dai mediati, i semplici dai complessi. Parmi, salvoerrore, che la categoria madre (circa il sacro), sia la bontà. Dalla bontà nasce la categoria

151

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di moralità; da questa la categoria di sacro. Poi io credo che occorre tener presenti le ten-denze immanentistiche e idealistiche. Per questi sistemi sicuro che ha importanza far delsacro una categoria a parte, perché sarebbe, non l’espressione d’uno o più rapporti, mauna forma a priori. Poste le categorie come espressione di rapporti di termini reali (ogget-to e soggetto), in ultimo domanda il divino per nascere; e quando nasce, altro non è che ilrapporto dell’uomo con Dio, che è religione, come rapporto specifico; moralità comerapporto più semplice; bontà come rapporto più semplice ancora. Le lezioni su S. Tom-maso sono scritte con alacrità. Spero terminare il mio lavoro prima che passi il periododelle vacanze. Ti domando ancora una volta se hai ricevuto i fogli del libro. Sto bene. Iltempo è tra freddo e piovoso. Ma... verrà il caldo. Ti abbraccio

Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 81)

228.

Piazza Armerina, 4 maggio 1928

Carissimo fratello,l’ultima tua è del 26 aprile, a cui risposi con la mia del primo. Sto bene. Aspetto

le tue nuove, e spero siano pienamente buone. Sto leggendo un libro di Schmidlin Storiadelle missioni76. Troppo schematico, ma buono come bibliografia (amplissima). È unbuon contributo a lavori specifici. Accenna alla teoria dell’assoggettamento dei selvaggiper evangelizzarli, e all’autorizzazione che ne davano i papi, concedendo (ai re di Spagnaper es.) il diritto di conquista. Che ne dici tu? È lecita, per sé, la conquista a fini di evan-gelizzare i popoli? Ricordo aver letto cenni di approvazione. Se mai, penso, si tratterà diquelle visioni relative ai tempi, che si superano col progresso. Non ti parlo del modocome gli spagnoli compirono quelle missioni. Fa orrore. Si parla anche della schiavitù acui assoggettavano i popoli che resistevano, e i missionari non di raro ciò reputavano leci-to. Quante cose insegna la storia. Io vorrei su ciò leggere qualche libro che ne trattiampiamente e bene. Ne conosci? Il tempo è discreto. Insomma è la primavera. E costà?Prega per me, come io faccio sempre per te. E ti abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 82)

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76 J. Schmidlin, Katholische Missionslehre im Grundniss, Münster 1923 e Katholische Missionsgeschichte,Styl 1925; trad. it., Manuale di storia delle missioni cattoliche, prima versione di G.B. Tragella, Pontificio isti-tuto missioni estere, Milano 1927-1929.

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229.

Piazza Armerina, 7 maggio 1928

Carissimo fratello,la tua del 30 aprile mi giunse il 4, dopo che la mia era alla posta. Spero che le

altre mie ti siano arrivate. La rivista la riceverai fra giorni. L’intelletto non ha funzioniintuitive, presa questa parola in senso proprio. Ricordo che tu, circa questa affermazione,facesti delle riserve. Scrivendo la seconda lezione su S. Tommaso, che è quasi finita, hodovuto trattare di proposito questo argomento, e mi son ancora di più confermato nellamia convinzione. L’uomo non ha che intuizioni sensitive, perché solo gli oggetti fisici agi-scono sull’organo dei suoi sensi. L’intelletto non potrebbe intuire che sostanze spirituali.È una verità questa che giova quanto mai a superare il vecchio processo della origine delleidee. Le lezioni che sto scrivendo mi appassionano oltre misura. Il tomismo, ben compre-so, ha in se stesso i germi d’un sano superamento. A questo miro, quanto è possibile inuno studio che vuol far conoscere S. Tommaso e i rapporti di lui col presente. Aspetto chemi scriva qualche cosa circa la categoria del sacro. Io non avrei da aggiungere a quanto inpiù volte ti ho scritto. Ho in mano un libro di Ezio Flori77 (mi arriva a momenti) sul regi-me del principe di S. Tommaso. L’indice è interessante. Vedrò se il contenuto risponde. Iltempo si è fatto discreto. E sento un po’ la poesia del maggio. Nella cappella del Semina-rio si celebra con fervore. Qualche sera predico io. Com’è dolce predicare della Madonnain maggio! Sto bene. E aspetto le tue nuove. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 85)

230.

Piazza Armerina, 21 maggio 1928

Carissimo fratello,rispondo alle tue carissime del 13 e del 16. L’intuizione è la stessa percezione, è

la conoscenza diretta e immediata dell’oggetto concreto e reale e immediato. Questaparola s’adopera anche in senso improprio. Io non faccio quistione di parole. La postillasulla casistica, sta, perché Croce non parla d’una casistica, ma in generale. Quella dei sec.XVII e XVIII fu una casistica, ma non la casistica. La teoria della restrizione mentale ha ilsuo senso storico: salvare il segreto e la verità. Il male è non averla superata, specialmentedopo la condanna di tre proposizioni, che per me son la condanna della teoria. Qualche

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77 E. Flori, Il trattato «De regimine principum» e le dottrine politiche di S. Tommaso, Zanichelli, Bologna1927.

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teologo più coraggioso, come il D’Annibale78 e il Génicot79, fa un passo in avanti e dice:il segreto si salva non con una formuletta o con un giochetto, ma semplicemente non lorivelando: quindi essi dicono, qualunque risposta è buona, quando è la risposta che vale asalvare il segreto ed è quella che uno in atto può dare. Però nessuno ancora arriva a supe-rare la teoria della restrizione mentale; che resta come la forma genuina. Le altre formeson consentite, quando non si arriva in atto a una vera restrizione mentale. Solo un opu-scolo conosco d’un francese, che la nega simpliciter. Gli effetti son proprio quelli che tuaccenni. Già è vero che i popoli non cristiani conobbero male Dio; pure lo conobbero inqualche modo, e l’onorarono come l’attimo, il massimo o uno degli attimi massimi, ecome il dator d’ogni bene. Diverso assai è il problema dell’Io e dello spirito. Ciò nonostante il mistero resta. E non resta questo solo. Sto bene. Correggo altre bozze del libro.Siamo davvero al principio della fine. Per S.t Marie ti scriverò quando avrò preso unadecisione concreta. Ti abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 91)

231.

Piazza Armerina, 26 maggio 1928

Carissimo fratello,dir che Dio non è conoscibile, perché non è contenuto nell’Io è far idealismo.

L’argomento della perennità, in quanto filosofico non è l’affermazione della stessaperennità, ma l’affermazione che le cose create, in quanto create, non hanno da sé né ilcominciare né il finire. Dureranno sempre? La filosofia non può né affermarlo né negar-lo. La postilla è assai interessante e farà molto bene. La fine è un po’ precipitata. Se ognifatto che s’inserisce nella storia, è come la pianta, che prospera e si esaurisce: dir che laChiesa è pianta perenne, è affermare il contrario. Senza provarlo. Occorrerebbe levar laimmagine di pianta riferita alla Chiesa e usare altro concetto. Il passo di S. Giovanninon è a proposito. Il mondo qui e nei passi analogi è l’antitesi del bene, è il male. Occor-rerebbe dire che il mal ci sarà sempre, perché l’uomo è relativo. Con piccoli tocchi,scompare il senso di affrettatezza. La quarta lezione su S. Tommaso mi fa troppo pensa-re. Studio il problema del soggetto e delle facoltà. Per S. Tommaso le facoltà son principîimmediati; mentre la essenza dell’anima è principio mediato. Sono accidenti. Comespiegare l’azione del soggetto, che è animatrice delle facoltà e moderatrice? Il soggettosarà essentialiter intelligenza e volontà? Se sì, l’intellezione e la volizione saranno atti sog-gettivo-oggettivi (conoscitivo-affettivi); e il soggetto sarà questo, e sarà intellezione e

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78 Su Giuseppe D’Annibale cfr. vol. IV (1935-1940), p. 52, nota 1.79 Su Edward Génicot cfr. vol. II (1929-1931), p. 457, nota 2.

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volizione soggettiva, e così modera i propri atti. Se no, la umana attività di soggetto nonsi spiega. Sto bene. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 95)

232.

Piazza Armerina, 29 maggio 1928

Ieri ricevetti la tua del 24. Sto bene. Ho finito a momenti di correggere le bozzedella 4° sezione del mio libro. Non ho trovato quelle superflue ripetizioni della teoriagenerale a cui tu accennavi. I riferimenti son discreti e ordinati al punto specifico; sonquindi specifici e necessari. Quando tu lo leggerai stampato, spero che mi darai ragione.Sono occupatissimo, e scrivo breve e in fretta. La quarta lezione su S. Tommaso, dellaquale ti feci cenno, è rimasta sospesa, proprio per mancanza di tempo. E dire che mi pre-me assai finirla, per veder di risolvere il problema della potenzialità fondamentale del sog-getto. Spero aver un po’ di tempo più libero fra qualche giorno. Il tempo si mantiene fre-sco e sereno, che è una bellezza. Tra giorni avremo la bella processione del Sacramento:sempre soave e santificante! Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 96)

233.

Piazza Armerina, 4 giugno 1928

Carissimo fratello,leggo la tua del 29 maggio. Certo, la troppa lettura stanca gli occhi, come il

troppo camminare stanca le gambe. Riposo dunque. Bada a non danneggiare gli occhi collavoro eccessivo. Te ne prego. So io che significa indebolimento della vista. Ben detto chel’esperienza intuizionistica è la conoscenza del reale concreto, a patto però d’intendere perreale il mondo fisico; giacché del mondo spirituale non si dà intuizione (per l’uomo), mapensamento. L’esperienza mistica poi (dico la cattolica), ha un fattore proprio che è unaparticolare azione di Dio sull’anima. C’è una vita di S. Teresa (la grande spagnola) diLouis Bertrand. La conosci? Ho letto una interessante recensione, ed ho commissionato illibro. Di questo autore lessi il S. Agostino80; molto ben fatto. Bertrand è un gran ricostrut-tore di ambienti storici. Hai letto il primo articolo della «Critica» di maggio? Desidero

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80 L. Bertrand, St Augustin, Paris 1913.

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conoscere il tuo giudizio. L’argomento m’interessa assai. Certo del bene e del male deitempi passati non si può giudicare che in rapporto alla mentalità dei medesimi. Il tempoè buono: sereno e tiepido. Tutto il contrario dello scorso anno, che fu caldissimo da aprilea tutto settembre. Il caldo per me è peggiore del più gran freddo. Ma ci ha da essere l’unoe l’altro. Sto bene. Gli affari non mi fanno ancora riprendere il lavoro su S. Tommaso. Delresto un po’ di sosta giova allo spirito, che si rinsangua. Ti abbraccio con vivo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 100)

234.

Piazza Armerina, 6 giugno 1928

Carissimo fratello,bada agli occhi. Riposa. Vedi se le lenti son adatte al grado della vista. Son otti-

me le lenti Zeiss, purché il grado sia quello che bisogna. Ecco il passo: “E si vedrà ancheche, quando un fatto nuovo inserito nella storia avrà prodotto i suoi effetti, allora si esau-risce e decade, come ogni pianta che ha dato i suoi frutti, come ogni individuo che ha vis-suto la sua vita. E poiché il Cristianesimo è una pianta sempre viva che sempre rinnova laparabola evangelica del grano di senapa; così il suo processo è sempre nella storia e non siesaurisce mai, e si svolge secondo i tempi ecc.”. Io dicevo che, posta la immagine di pian-ta, il trapasso a pianta perenne, sembra arbitrario e discordante. E credo che sia bene leva-re la ragione, sia pure apparente, della dissonanza. All’altro. Ricordati di S. F. Neri, ilSaverio, S. Teresa. È detto: “Del resto leggiamo i lamenti degli scrittori cristiani, dall’apo-calisse di S. Giov. ad oggi troviamo che in ogni epoca il male abbondò e abbondò la gra-zia. Totus mundus in maligno positus est; ma Spiritus ubi vult spirat”. Lo stesso S. Giov.dice, riferendo il discorso di G. C. “Ego pro eis rogo; non pro mundo rogo, sed pro eis”(XVII, 9). L’antitesi è chiara. Del resto a levar ogni ragion di dissenso, basterà eliminare idue passi. Son piccole cose; ma non è meglio che non ci siano? Circa il concetto scolasticodi sostanza e accidenti ecc. poco importa che derivi dalla cosmologia aristotelica. Quelche preme è la teoria. E questo implica la intuizionalità o percettività dell’intelletto, cometale, fu l’intelletto, da solo non è intuitivo. E invece è intuitivo il soggetto nella sintesi disensi e intelletto. Il problema è fondamentale. Sto bene. E ti abbraccio.

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 102)

156

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235.

Piazza Armerina, 7 giugno 1928

Carissimo fratello,suonano le campane e le confraternite si preparano: fra breve avremo la proces-

sione; il SS.mo lo porterò io, come di rito. Che giorno soave! Pregherò assai per te.Riprendo il ragionamento di ieri su S. Giovanni. Questo evangelista fissa sin dal prologoil concetto centrale del suo evangelo: il contrasto tra la luce e le tenebre. Questo concettoanima anche gli altri suoi scritti. E anima il passo citato nella postilla, che intero è questo:“Scimus quoniam ex Deo sumus: et mundus totus in maligno positus est” (I Epist. V, 19).Non dice simpliciter che il mondo tutto è come immerso (è questa la parola usata dalCrampon81 nella sua bella traduzione) nel male; ma che sono immersi nel male gli uomi-ni non rigenerati da Gesù Cristo. E perciò dice: noi siamo da Dio (e siamo nel bene); glialtri son nel male. Come vedi il passo nel suo contesto ha ben altro significato da quelloche assume nella postilla. E quindi ripeto che è bene levarlo via. In quanto all’immaginedi pianta, vero è che, riferita alla Chiesa, si dice che è pianta perenne. Ma piante perenninon ce ne sono. Volendo dunque fissare il concetto di perennità che è antitetico a ognialtro fatto storico, occorre usare altra espressione. Aspetto che mi parli del primo articolodella «Critica» di maggio. E anche del terzo. Questo mi sembra assai interessante con tut-te le sue relatività. Sto bene. Il lavoro ancora non mi consente di riprendere la quartalezione su S. Tommaso. Spero poterlo fra giorni. Un abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 104)

236.

Piazza Armerina, 11 giugno 1928

Carissimo fratello,la tua del 4 mi è arrivata ieri. Io ti ho scritto il 4, 6, 7. Che cosa propriamente

soffri agli occhi? A ogni modo, primo rimedio, il riposo. Circa l’intuizione, tu in fondo,torni allo stesso punto, cioè, a quistione di parole. La parola intuizione è comune e signi-fica percezione. E siccome i filosofi moderni non si occupano del vecchio concetto dellefacoltà, così, quando parlano d’intuizione intellettiva, intendono parlare del soggetto, edell’atto, unità di percezione e logicità. Io che fo la critica del vecchio, per indurre i vecchia svecchiarsi, studio il vecchio intelletto-facoltà-accidente, e dico, che non può far attiintuitivi, cioè percettivi, in nessun modo e grado. Ciò provato, io dico che il soggetto, che

157

81 A. Crampon, La Sainte Bible traduite d’après les textes originaux, 2 voll., Société de S. Jean l’Evangeli-ste, Paris 1923.

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è le sue potenze, intuendo, cioè, percependo coi sensi, non mette in gioco la sola sensiti-vità, ma anche l’intellettività; cioè, dico che la percezione è atto molteplicità-unità, perconcorso di tutta la soggettività. L’elemento soggettivo specifico, dell’intuizione sono isensi; l’intellettività e la volitività son gli elementi concomitanti-integranti. È come lariprova del neo-sintetismo. Vedi bene che le tue preoccupazioni non hanno luogo, perchésono soddisfatte! Ho pronti sei fogli del libro. Fra giorni avrò il resto sino alla fine. Te limanderò tutti insieme. Abbiamo caldo eccessivo. Se potessi mandarne un poco a te. Stobene. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 108)

237.

Piazza Armerina, 18 giugno 1928

Carissimo fratello,credo che l’inchiostro nero sia preferibile per la vista. Io parlo dell’uomo. Di

chi vuoi che parli il filosofo? E proprio perché parlo dell’uomo, affermo che l’intellettonon ha funzione intuitiva. Quando l’anima è separata dal corpo, avrà certamente talifunzioni, ma l’oggetto saranno le sostanze spirituali. Io faccio questa quistione, perchépei tomisti è il punto dell’asino. Ed anche perché trovo che le potenze non hanno, cia-scuna da sé, funzioni complete. Ciò provato, il sintetismo riceve nuova luce. Il caldocontinua in una serenità completa, cioè, con assenza di ogni nuvola o umidità. S.teMarie sarà fresca; ma... andarvi! Se ci fosse un bel servizio d’areoplano! Duns Scoto èacutissimo e ha punti di critica magnifici. Ma anch’esso è del tempo. Ho ricevuto unbreve del S. Padre molto interessante. È pel mio 25° il più bel conforto. Ti manderò il 6°numero della Rivista tra breve coi fogli del mio libro. Le lezioni su S. Tommaso speroche le stampi Vecchi, che è ormai il nostro tipografo. Ma prima devono esser terminate epoi limate. E frattanto pel caldo non vi lavoro, perché il caldo è eccessivo e non si puòlavorare. Io poi non voglio aver fretta, perché do molta importanza a questo lavoro inrapporto alla mia teoria. I due articoli della «Critica» li ho letti e spiegati ai miei filosoficon molto profitto. Sto bene. Vincenzo è stato assente. Ti rinnovo gli auguri pel tuoonomastico. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 112)

158

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238.

Piazza Armerina, 19 giugno 1928

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 15. Io ti ho scritto ieri. E ti scrivo anche oggi. Circa

la quistione dell’intuizione ti prego di metterti in atteggiamento filosofico, lasciando perpoco l’atteggiamento storico per tornarvi poi con una teoria bene assodata, in modo dapoter meglio intendere il momento storico e meglio farne la critica. L’intuizione è la per-cezione. Certo percepire è conoscenza diretta e immediata del reale. E questo è intuire. Sel’uomo fosse solo anima, intuirebbe solo sostanze spirituali. I primi principî non sonointuibili, perché non sono oggetto né sensitivo né spirituale. Quando così si dice, si usauna metafora, perché la conoscenza dei primi principî ha dell’immediato. Quando dico:il tutto è maggiore della parte, esprimo logicamente, ciò che ho intuito, cioè, tutto e par-te. Esprimo quel rapporto. Lo stesso avviene quando diciamo intuizione poetica o moralee via dicendo. Il bello infatti, non è una pura realtà. Se così fosse, occorrerebbe un sensoestetico per intuirlo. E invece essendo un rapporto, è espresso in seno alla vera intuizione.Così è della moralità e di tutti i rapporti. Gl’intuizionisti in fondo non studiano che ilpotere di esprimere i rapporti. E siccome tutti i rapporti son espressi spontaneamente eimmediatamente, così hanno un che, che fa pensare all’intuizione, ma che vera intuizionenon è. Sto bene. Il tempo si è fatto più mite. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 114)

239.

Piazza Armerina, 25 giugno 1928

Carissimo fratello, la tua del 19 mi arriva a momenti. Spero che questa mia ti trovi del tutto rimes-

so. Circa i primi principî ripeto quel che ti ho già scritto: si dà pensamento, non intuizio-ne. L’intuizione, in senso proprio, è percezione di un oggetto. Io intuisco oggetti e pensounità e molteplicità, cioè, intuisco gli uni e i molti, non l’unità e la molteplicità, che èlogicità, pensiero, idea. Intuisco tutte le parti d’un oggetto, e penso tutto e parte in idea edico (primo principio): il tutto è maggiore della parte. Siccome questo processo non èdiscorsivo, ma immediato, così, per metafora, si chiama intuitivo. Le metafore son buo-ne, a patto di non venir prese per letteralità. Ma io credo che la mia del 22 circa le visioniintellettive dei mistici ti abbia mostrato tutto il mio pensiero su questo punto. Nota peròche gli scolastici parlano d’intuizione intellettiva in senso proprio, perché ammettono chel’intelletto percepisca l’universale nel fantasma illuminista. S. Tommaso lo dice espressa-mente. Se dunque per loro l’universale è un oggetto (ed è tale nel fantasma), si compren-

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de perché parlino d’intuizione. E quindi parlano d’intuizione dei rapporti universaliimmediati (primi principî). Or il mio sintetismo ciò supera e quindi io insisto molto nelnegare l’intuizione all’intelletto in questa vita. Sto bene.

† Mario(Cartolina postale, f. 263, c. 118)

240.

Piazza Armerina, 30 giugno 1928

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 25. Credo che lo ammettono tutti che la conoscenza attin-

ge termini e rapporti e non solo rapporti. La quistione della cosa in sé qui non ci entra.Inoltre è da notare che qui si fa dell’analisi, per conoscere la funzione specifica d’ognifacoltà. Nella realtà, che è sintesi, le funzioni delle varie facoltà fanno l’atto umano. Lafunzione intuitiva o percettiva, che fa lo stesso, coglie i termini; la funzione intellettivacoglie la ragione di rapporto. Percezione la prima; la seconda no. Sarebbe percezione, se laragione del rapporto fosse una realtà oggettiva, un termine, un oggetto. E invece è laragione d’un termine a un altro. Quando questa ragione è colta immediatamente, dicia-mo che è colta in modo intuitivo, ma non che è vero atto d’intuizione. Uscendo dall’ana-lisi delle facoltà e considerando l’atto umano unità molteplicità, possiamo dire che l’uo-mo (dico: l’uomo) intuisce i primi principî, il bello, il morale. Cosa significa ciò? Soloquesto: che l’uomo intuisce, per es. un tutto e conosce che sta alle sue parti come il più almeno; ovvero che intuisce, per es. una statua ed esprime bellezza, se è nel momento este-tico, o moralità, se percepisce uomo e atti umani. Spero che finalmente ci intenderemo.Sto così così. Il caldo già mi fa un po’ soffrire. Ora comincio i bagni. È l’unico rimedio.Ho sospeso i lavori più pesanti. Oh l’estate è sempre angustiosa per me. Il libro sarà pron-to fra giorni. Quante copie ne vuoi?

† Mario(Cartolina postale, f. 264, c. 3)

241.

Piazza Armerina, 27 dicembre 1928

Carissimo fratello,il S. Natale è passato lasciando nell’anima una profonda soavità. La notte fu

tempesta vera; ciò non ostante io andai in cattedrale e feci il pontificale e l’omelia. Sto

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bene e ringrazio Dio delle forze che mi dà pel mio lavoro. Ho presenti le due cartoline, del18 e del 20. M’interessa di più la prima. Tu accetti la mia teoria, ma vi fai qualche aggiuntache io non so accettare. Dir che le sintesi son diverse secondo che prevale uno o un altroelemento, io l’ammetto; però questa è una diversità nella unità, e non è diversità d’altraunità. Or io nego che ci siano nell’uomo conoscente più unità conoscitive. Tu con quel cheaggiungi, lo affermi, almeno in parte. Infatti tu parli di volontà inespressa (subcosciente).Io non ammetto il subcosciente, e la volontà inespressa per me è la potenza e nulla più. Tuconcedi qualche cosa all’immanentismo, io non concedo nulla. Parli poi d’un intellettoilluminato. Questo sarebbe l’opposto di volontà inespressa. L’intelletto illuminato è ilconoscente quando manca l’oggetto, è la sola potenza. Se tu mi concedi queste rettificazio-ni l’accordo tra noi è raggiunto. Giacché quello che tu chiami stato intuitivo non ragiona-tivo coincide con quello che io chiamo momento spontaneo. Noto però che lo spontaneoesclude il discorso, non il ragionamento, che per sé consiste nella visione mentale dei rap-porti, senza cui mancherebbe la teoreticità e quindi la conoscenza. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 1)

242.

Piazza Armerina, 30 dicembre 1928

Carissimo fratello,pel libro di Gentile è stato scritto. Perosi82, dicono, si è guarito ed ha ripreso il

lavoro. Paolo Rotta83, della cui opera sul Cusano De Ruggiero ha fatto, come tu scrivi,una stroncatura, non è certo uno dei migliori professori dell’università cattolica. Se nonm’inganno, è lì per certa fatalità; io lo conobbi al congresso di Napoli del 1924, e poi lorividi a Milano il 1926. Di lui ho letto qualche recensione molto mediocre. Ho in manoLa poésie pure di H. Bremond84. Credo che l’assunto non si possa sostenere. E credo che sirisolva in immanentismo. Te ne parlerò quando lo avrò letto tutto. Ora ne ho appenaviste alcune pagine. Bremond ha qualche libro all’indice. Ho in mano le cose pedagogi-che di Laberthonnière85. Anche costui tende all’immanentismo. Questa è una teoria cheprevale in Francia e che per me segna una deviazione perché confonde il dato della cono-scenza con la potenzialità. Certo nel soggetto occorre trovare qualcosa che consenta l’at-tuarsi dei rapporti con l’oggetto. Or questo qualche cosa non è né può esser che la poten-za. Gl’idealisti, come De Ruggiero o Codignola, notano che codesti autori non arrivano a

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82 Su Lorenzo Perosi cfr. vol. II (1929-1931), p. 252, nota 1.83 P. Rotta, Il Cardinale Nicolò di Cusa, Vita e pensiero, Milano 1928. Sulla critica del De Ruggiero cfr.

vol. I (1924-1928), p. 353, nota 1.84 Su Henri Bremond cfr. vol. I (1924-1928), p. 255, nota 1 e vol. III (1932-1934), pp. 275 e 276, nota 2.85 Su Lucien Laberthonnière cfr. vol. I (1924-1928), p. 294, nota 5.

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superare il contrasto di soggetto e oggetto, che in loro rimane meno sintetizzabile che inS. Tommaso. E penso che hanno ragione. Sto bene. Ti auguro felice in nuovo anno.

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 2)

162

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1929

243.

Piazza Armerina, 3 gennaio 1929

Carissimo fratello,eccoci al nuovo anno. Che il buon Dio te lo colmi di tutte le sue benedizioni.

Questa porta un giorno di ritardo. Le grandi feste tolgono il tempo. Sto bene. Il tempo èun po’ meno rigido. Per gennaio ci si può stare. Dopo un’interruzione di dieci giorni,riprendo, a feste finite, il mio lavoro sull’educazione. Spero cominciarlo a pubblicare nelfascicolo secondo. Il primo è già fatto e si sta componendo dal tipografo. Rosmini pone lalibertà nel primo momento della conoscenza, che, per lui, è freddo. Acceso l’amore, cheper lui si accende per la stima, prevale sempre l’amore più forte. È una tecnica moltocuriosa. Spero scriverne sulla rivista. Il libro del Gentile non è ancora arrivato. Io non loconosco. Conosco invece dello stesso Il pensiero toscano del sec. XIX. Sei certo che si trattadi un’opera diversa? La Poésie Pure di Bremond non mi seduce. A me pare che egli nonabbia fatto speciali studi sul problema della tecnica della conoscenza. Te ne scriverò quan-do ne avrò finito la lettura, che, appunto perché non mi seduce, procede lenta. A volte mipare che giochi come i vecchi retori su frasi e costrutti. Spero che la presente ti trovi inottima salute. Prega per me come io faccio sempre per te. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 3)

244.

Piazza Armerina, 12 gennaio 1929

Carissimo fratello,io apprezzo Bremond e non da ora. Lessi tempo fa vari suoi lavori, specialmen-

te uno su Newman86 interessantissimo. Io dissento da lui, ora, sul problema gnoseologi-co. Egli ammette conoscenze fuori la ragione. Ciò è inammissibile. Prière et Poésie mi èarrivato ieri. Vedrò questo volume, che, come tu dici, è più interessante dell’altro. Crede-vo che sulla definizione dell’intuizione ci fossimo finalmente accordati. Ora tu torni dinuovo a porre questo problema. Che posso aggiungere? Posso ripetere il detto, con altreparole. L’atto intuitivo non è certo l’atto cogitativo. Questo si dà anche senza attualiintuizioni. Però l’intuizione non si dà anche senza pensiero. Intuizione sono anche quelli

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86 H. Bremond, Newman. Essai de biographie psychologique, Bloud et Gay, Paris 1906.Su John Henry Newman cfr. vol. II (1929-1931), p. 494, nota 1.

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che chiamano stati d’animo. È la percezione soggettiva del soggettivo. Distinguere la per-cezione dall’intuizione e farne due cose, secondo me, è errore gnoseologico. Ci sono sfu-mature di intuizioni e fuori dell’intuizione, parlandosi di apprendimento di realtà ogget-tive e soggettive, non c’è nulla. Del 6° fascicolo della Rivista a quest’ora avrai ricevutoaltre quattro copie. Fa anche qui gran freddo. Siamo ai gradi minimi. E ne è tempo. Neli-na è già a casa. Io forse andrò a vederla verso il 20 e starò lì uno o due giorni. Sto bene. Iltuo saggio di Laberthonnière sulla filosofia religiosa l’ho io, ed è all’indice dei libri proibi-ti. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 8)

245.

Piazza Armerina, 15 gennaio 1929

Amatissimo fratello,nella tua dell’otto mi dici d’aver ricevuto le copie del 6° fascicolo della Rivista,

ma non mi parli del ricordino del mio XXV e del fidanzamento di Guido. Se non li haitrovati, scrivimelo, che te ne manderò altre copie. Ho cominciato la lettura di Prière etPoésie. Certo questo è altro libro, e si legge, benché non sempre si consenta. Io sto fermonel mio giudizio, che tutte queste varietà di teorie derivano dal vecchio separatismo. IlBremond cerca salvarsi distinguendo tra ragione ragionante e intendimento. Inveceoccorre distinguere tra ragionamento e discorso. Ogni atto di conoscenza, in quanto attodell’intelletto, è ragionamento, anche quando è giudizio semplice; non è discorso chequando è catena di giudizi. Un’apprensione che preceda il giudizio è distinzione senzafondamento, ed è una delle vane virtuosità degli scolastici. L’atto conoscitivo è sintesi diteoretico-pratico, di intuizione di oggetti, stati d’animo e logicità. Ed è o logico o moraleo estetico, secondo che prevede uno o un altro elemento. Il poeta non discorre nelmomento lirico, ma ragiona, cioè, esprime e vive un qualche giudizio; lo vive però in con-templazione, quasi nell’oblio di ogni cosa e di se stesso. Dico quasi, e soggiungo che nes-sun oblio c’è mai, perché dov’è l’oblio è nulla. La liricità se fosse fuori della ragione,sarebbe pura praticità. La carta è finita e mi fermo per tornarvi alla prima. Sto bene. E tiabbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 10)

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246.

Piazza Armerina, 16 gennaio 1929

Carissimo fratello,la tua cartolina dell’undici mi pare pensata “tra lo stil dei moderni e il sermon

prisco”. Per te la memoria sarebbe ancora un certo senso interno. Ora un senso dei sensi èinconcepibile e sarebbe un duplicato vano. Io non faccio che dir della memoria quel chedico della facoltà. Vedo con l’occhio? L’immagine visiva è data dall’occhio? E chi potràconservarla se non l’occhio? Se la conservasse altra facoltà, avremmo due occhi. Moltefacoltà, un soggetto; identità di soggetto e sue facoltà; molteplicità dell’unità: ecco tutto.Non ammetto poi una subcoscienza, perché non posso ammettere una coscienza. Lacoscienza è lo stesso atto conoscitivo. Né tu diresti che ci sia un atto sub-conoscitivo. Sond’accordo con te nel ritenere che la potenzialità si educa e affina e fa più determinata conl’educazione e l’esperienza. Insisto nel ritenere che le nozioni di sub-coscienza, idee-forza,irrazionale ecc. appartengono al fisiologismo e non hanno senso nello spiritualismo. L’i-dea è teoreticità; la forza è praticità. Nel soggetto son lo stesso soggetto e son sinteticità.Un’idea-forza, sarebbe un’idea-volontà. Ciò ripugna. Sto bene. Rivivo l’affetto ai nostricari defunti in questo mese per noi tanto mesto. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 11)

247.

Piazza Armerina, 19 gennaio 1929

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 14. Le discussioni che facciamo da più mesi su dei

problemi filosofici, son tanto utili, almeno per me, perché mi costringono a pensare e arendere più chiaro il mio pensiero circa i medesimi. Per me l’eredità non valica i confinidella fisiologia. Il resto è lavoro personale. Son d’accordo con te nell’ammettere che lapotenzialità con l’esercizio e lo studio si affina; però non posso ammettere un quidmedium tra l’atto e la potenza, la conoscenza e la memoria. Solo occorre (e io lo faccio)concepire la memoria in modo più profondo e più sintetico. Certo io nego che la memo-ria sia un senso speciale. Come ammette che il soggetto è le sue potenze, così ammetteche è la sua memoria. La conoscenza che si annulla è anche conoscenza che gradualmentesi modifica, determina, e fa da fondo (personalità) alla conoscenza nuova, perché l’attodelle nuove cognizioni attualizza quella parte di memoria (personalità) con cui ha rappor-to. Né è il caso di parlar di subcoscienza, perché la coscienza è la sintesi conoscitiva dellasua attualità che è memoria che si ridesta e cognizione che si acquista. Prendo nulla delletue idee? No. Prendo questo, che concepisco la memoria in modo più profondo. Nel mio

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Page 173: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

libro ce n’è il germe, quando dico che la memoria è la virtù ritentiva delle stesse facoltà ele facoltà sono lo stesso soggetto. Sto bene. Oggi è S. Mario. Ho applicato per tutti noi epei miei oblati, che hanno rinnovato i lor voti. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 12)

248.

Caltagirone, 20 gennaio 1929

Carissimo fratello,arrivo a momenti. Nelina sta bene e ti fa tante cose. Io sto bene e son contento di

trovarmi a casa dopo più di 14 mesi di assenza. Brilla il sole come mai; ma il freddo è inten-so. Ho fatto il viaggio sul gelo. Starò due o tre giorni. Tu scrivimi sempre a Piazza. Facciofilosofia con te anche qui. Quella che i fisiologisti chiamano eredità e personalità, per me, èattitudine fisiologica, elaborata nella stirpe, e attitudine psicologica, personale, elaborata, sulfondo fisiologico, dell’ambiente. Noi, latini, siamo più atti all’arte, perché la nostra cultura èclassica. Elemento ambientale di primo valore è il libro. Il libro è come la grande memoria.Quanto più è ricca la cultura, tanto più è complessa la personalità; la qual complessità atte-nua il carattere personale. Tutto ciò è vero, e quadra benissimo con la mia teoria. Il soggetto-sue facoltà, tutto rielabora in perenne sviluppo; ma lo sviluppo è gioco della memoria, che siriattualizza sempre diversa e delle nuove cognizioni, che si attuano sempre più ricche. Quelche Bremond chiama conoscenza razionale e conoscenza mistica, non son due conoscenze,che non è possibile, perché l’uomo è unità, ma due momenti o modi dell’unica conoscenza,che è logicità, praticità, liricità, sempre. L’elemento lirico accompagna tutta la nostra cono-scenza, e ne fa l’incanto. Quando prevale, è la poesia pura. Con Nelina ti abbraccio

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 13)

249.

Caltagirone, 22 gennaio 1929

Carissimo fratello,ieri lessi la tua cartolina a Nelina. Non ho ancora ricevuto la tua del 19 di cui par-

li. Dimani, a Dio piacendo, la troverò a Piazza Armerina. Frattanto ti ringrazio degli auguripel mio onomastico invernale. I pedagogisti pongono il problema dei rapporti fra autorità elibertà. A me questo sembra un problema mal posto, perché l’antitesi, se mai, è tra abuso

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dell’autorità da parte dell’educatore e diritto di porre date azioni da parte dell’educando.Ponendo il problema dei suoi termini integrali, troviamo che l’autorità è un principio sinte-tizzatore, e il diritto a porre date azioni un principio da essere sintetizzato. Quando la sintesisi attua, è l’ordine, ed è l’educazione, sia come formazione, sia come ordine familiare osociale. Fuori dalla sintesi, è l’anarchia o, più limitatamente, il disordine, la colpa, la devia-zione, la deformazione. L’autorità, così concepita, è elemento amabile, perché è elemento dibene. Su tal base si costruisce bene l’edificio dell’educazione sia formativa, sia conservativa.Mi arriva da Piazza la tua del 16, che reca gli auguri. Grazie di nuovo. La cara Suor Giusep-pina passò non il 19, ma il 20. Le due date quindi non coincidono. Splende il sole. E io escoa respirare l’aria patria, che fa tanto bene, sempre. Nelina e io stiamo bene e parliamo di te eti mandiamo tanti affettuosi saluti. Dopo domani è l’anniversario (trentesimo) della mortedi papà. E saremo uniti nella preghiera. Abbracci. E prega per noi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 15)

250.

Piazza Armerina, 24 gennaio 1929

Carissimo fratello,ieri feci ritorno in sede, dopo quattro giorni soavissimi di vita di famiglia. Nelina

sta benissimo e ti assicura che ti scrive regolarmente e che i disguidi derivano dalla posta. Stobene anch’io. Stamani è il trentesimo anniversario della morte di papà. Ho celebrato per luie per gli altri dei nostri cari che ci hanno preceduto nell’eternità. Ieri ricevetti la tua del 19.Tu dici bene che il sintetismo è in grado di risolvere vari problemi di cultura attuale. E io miadopero a ciò. Però non posso accettare la teoria d’una seconda intuizione, perché non latrovo ammissibile. E frattanto credo che l’unico atto sempre sintesi di percezione, pensiero,sentimento, risponde bene ai vari problemi da te così lucidamente posti. Prendo l’esempiodi Bremond in Prière et Poésie: il solo ragionamento non mi mette i fremiti del patriottismo,mi rimette (egli dice) una sfilata con bandiere e musica. Questo per lui è misticismo natura-le. Non discuto ciò ora. Solo discuto, che i fremiti sono nella seconda sintesi e non nella pri-ma, perché la seconda ha un aspetto reale (la sfilata) che manca alla prima; e perché laseconda ha un’intuizione-percezione che manca all’altra. Però tanto l’un momento, quantol’altro sono dentro la razionalità; solo può e deve dirsi che il secondo ha elementi affettiviattuali e forti che vanno sino ai fremiti. Nota frattanto che l’affettività intanto è cosciente, inquanto è percepita, non in quanto sia essa un’intuizione, che ripugnerebbe. Leggerò l’arti-colo di Losacco. Chi è costui? Lo conosci? Però pare che ancora non sia tutto nostro. Gliamici di Caltagirone ti salutano. Io ti abbraccio con vivissimo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 16)

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251.

Piazza Armerina, 27 gennaio 1929

Carissimo fratello,non ho cartoline, e scrivo una lettera che mando aperta. Ricevo la tua del 22

alla quale rispondo. Sto bene. Tutto intorno è bianco: son due giorni che neviga. Il tavoli-no non attira e si desidera il moto per destare il calore. Non posso ammettere che il sog-getto permanga in una conoscenza non attualizzata, tranne che si ritorni alla potenza. Ilnon attualizzato, fu conoscenza, ora è memoria, e sarà ricordo. Tutto ciò che è attualizza-to è coscienza e non è mai sub-coscienza, perché non si comprende cosa possa essere unasub-conoscenza; e solo s’intende una conoscenza più o meno chiara, attenta, riflessa, defi-nita. La potenza, come soggettività fondamentale o generale, non è mai pura potenza, etu dici bene ciò affermando (benché lo affermi senza la mia limitazione). Ammesso che ilsoggetto è le sue facoltà, è ammesso che è sempre potenza attuantesi o riattuantesi; giac-ché, se potesse esser per un istante pura potenza, sarebbe pura irrelatività, che non è com-pibile. Però circa gli aspetti specifici della sua potenzialità, non sempre è in atto in tuttitali aspetti: non sempre vede, non sempre adora, nel letargo non sente né pensa: vegeta.La coscienza poi non è solo l’autocoscienza (non lo dicono nemmeno gl’idealisti) ed èsempre conoscenza dell’oggetto nella conoscenza delle proprie modificazioni, semprecoscienza e autocoscienza. La memoria non è una cassa dove si ripongono le cognizioni eda dove, al bisogno, si prendono, ma è (come ti ho scritto più volte) le stesse facoltà, ed èflusso perenne di conoscenze che si riattualizzano, arricchiscono, combinano, e ora si fan-no più chiare ora no, ora restano come sfondo poco avvertito riflessamente, ma animantee colorente sempre la conoscenza nella sua attualità. Tu parli di rifrazioni irriducibili emisteriose. A me il misterioso e l’irriducibile è parola che esprime (come già ti scrissi), larelatività del nostro essere e del nostro conoscere; è il riflesso dell’infinito che non rag-giungeremo mai in questa vita, ma di cui (ci si badi o no) viviamo. Però noi quel che ènostra conquista, sempre la riduciamo e chiarifichiamo, perché le nostre conquiste nonsaranno mai mistero; se così fossero, non sarebbero conquiste nostre, e sarebbero nulla.Così, per esempio, è la poesia pura di Bremond. Gli ci vuol vedere il mistero, perché civuol vedere una seconda sorgente conoscitiva. Per me il mistero del momento lirico è taleper chi non bada che è momento di contemplazione, nel quale il flusso del ragionare qua-si si ferma e assolutizza e prende il sentimento, che non è conoscenza, ma conoscente,sentito, e diventa mistero pel psicologo poco concreto, quando lo vuole spiegare comeconoscenza.

Fa freddo. Occorre muoversi. E fo punto. Spero però che finalmente dovre-mo intenderci, perché, in fondo, tutti e due diciamo, presso a poco, la stessa cosa. Tiabbraccio.

Tuo

† Mario(Lettera su carta intestata “Vescovado di Piazza Armerina”, f. 265, c. 19)

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252.

Piazza Armerina, 31 gennaio 1929

Carissimo fratello,la tua del 25 mi giunse ieri e mi recò le tue buone nuove. Io sto bene. Dopo

quattro giorni di neve, il tempo tende a rimettersi. Però il freddo fa bene. Dunque io misarò spiegato male. Io dico che quanto è più complessa la cultura, tanto è più attenuata lapersonalità in quanto carattere, naturalità, originalità, proprio perché l’arricchisce di ele-menti intellettivi. In quanto al problema della coscienza, io insisto nel mio modo di pen-sare, che non mena alle conseguenze da te indicate e temute. Invece mena a conseguenzedannose il tuo modo di pensare. La coscienza non può essere che la conoscenza nel flussodel suo perenne attualizzarsi. La conoscenza che non si attualizza, in quel momento ècome se non fosse. E quando si abbia, svanisce. Vedi bene che non ci sono che due solitermini: l’atto presente e la memoria. Né questo impedisce la sintesi. Del resto le sintesinon si fanno che di ciò che è in atto, sulle condizioni attuali del soggetto, come potenza;la qual potenzialità si affina e perfeziona e anche deperisce, come avviene ai vecchi e agliammalati. Io non approvo il modo di parlare dei francesi, come Bremond. Ah! No! Nonc’è un io superficiale e un io profondo; né le passioni e l’intelletto sono nel primo e laconquista del reale nel secondo. Così si fa un bel romanzo, non però vera filosofia. Pregaper me. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 21)

253.

Piazza Armerina, 4 febbraio 1929

Carissimo fratello,da ieri il freddo s’è fatto eccezionale. Abbiamo avuto fuori circa otto sotto zero,

e dentro un minimo di tre e mezzo e un massimo di 5 e mezzo sopra zero. Non ricordofreddo uguale. Pure sto bene e anche sento piacere dell’insolito freddo; solo posso starpoco a tavolino. Il sole splende, ma non riscalda e il gelo fa mille graziosissimi giochi suicristalli delle nostre imposte. Leggo le postille di SS. Molto interessanti. Tu ammetti dueintuizioni quando, oltre alla percettiva ammetti una intuizione cogitativa. Il bello, comerealtà, è l’oggetto. Può dirsi che il bello s’intuisce, intendendo che s’intuisce l’oggetto bel-lo. Però la ragione […]87 bellezza non si esprime che per lo stato soggettivo […] ammira-zione-contemplazione. Sicché, quando [qu]esta manca, resta l’intuizione dell’oggetto, ma

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87 I puntini in parentesi quadre segnalano qui e di seguito parole mancanti perché la cartolina è strappata.

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[…] [s]compare o non apparisce la ragione di bellezza. Se però […] vuol dire che la ragio-ne di bellezza s’intuisce, si […] l’improprio, perché (come dice la parola) la ragione […][n]on è una realtà, ma un modo di considerare la medesima. Io faccio quel che consigliaSS. circa l’uso delle parole, cioè mi adopero a superare la ragione si equivale. La parolaintuizione (in senso improprio) esiste. Occorre mettere in luce che quello è senso impro-prio e che intuizione vera non ce n’è che una sola – la percettiva – che risulta di elementioggettivi e soggettivi, di percezione, ideazione e sentimenti. Siamo d’accordo finalmente!Lo spero. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 22)

254.

Piazza Armerina, 8 febbraio 1929

Carissimo fratello,invece di stillarsi il cervello a dar senso alla subcoscienza a me pare che conven-

ga approfondire meglio il problema delle potenze. Certo la conoscenza non dimora maitutta allo stato di attualità; certo però che la conoscenza attuale è tutta pregna del resto.Questo resto come impregna di sé il momento attuale del conoscere e ricordare? Non cer-to come numero di conoscenze, ma come valore che la conoscenza attuale acquistò eperennemente riconquista nella sintesi conoscitiva, che non è mai ritta (tranne nei casi dipatologia). Diremo che la conoscenza attuale è coscienza e la abituale, o meglio, nonattuale, subcoscienza? No. La conoscenza, come sintesi, è tutta coscienza, cioè, sapere sin-tetico, senza rotture, senza iati. Non è nemmeno il dimenticare. Da dove viene la cono-scenza che, ragionando, a mano a mano viene a galla nel pensar presente? Io dico: dallamemoria. E soggiungo che la memoria è lo stesso sistema delle potenze, la stessa anima,che è le sue potenze. Il soggetto è una potenza con molte facce, è unità-molteplicità.Ripeto: è una potenza profonda, che si attua nelle potenze specifiche, giacché, se così nonfosse, la molteplicità di queste resterebbe sempre molteplicità e non diventerebbe maiunità. Sto bene. Il freddo persiste intenso, ma già ci siamo abituati e non desidero riscal-damenti artificiali. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 23)

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255.

Piazza Armerina, 11 febbraio 1929

Carissimo fratello,così la nostra discussione torna al problema dell’intuizione. Quando io intuisco

un oggetto bello, io non percepisco che quel dato oggetto, per esempio, la Trasfigurazionedi Raffaello. Dove occorre riporre il bello? Puramente nelle figure, in quanto tali? Certa-mente no. Occorre cercarlo nei rapporti tra figura e figura, tra le parti d’ogni figura, tratoni e toni di colori e via dicendo. I rapporti in quanto rapporti io non li percepisco (dicomeglio: non li intuisco visivamente), invece io li esprimo col mio pensiero. Se non ci fossein me, in sintesi, la funzione intellettiva, io sarei come i bruti, e non conoscerei la bellezzadi quella pittura. Quando io esprimo nella mia sintesi conoscitiva rapporti, io non lavoroche su dati particolari, concreti, dove non è la bellezza, ma solo il suo elemento oggettivo.Dunque io esprimo col pensiero ciò che cavo dall’oggetto, vive in esso, ma non è l’ogget-to. E siccome il rapporto che io esprimo è ragione e non oggetto, io dico che non l’intui-sco. È nell’intuizione dell’oggetto, come oggetto; è nella mia sintesi come espressione. Equesto nego che si chiami intuizione, perché è logicità, che anima la fisicità dell’intuizio-ne. Pensaci. Sto bene. Il tempo è ancora freddo, ma non ci bado più e lavoro di lena, esento la gioia del lavoro. Prega per me, come io faccio per te sempre. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 25)

256.

Piazza Armerina, 15 febbraio 1929

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 9. Abbiamo neve daccapo, temperatura interna 4 e

mezzo, la mia stufa è spenta, perché non ne ho bisogno. Oramai mi sono abituato a que-sto inverno singolarmente freddo. Sto bene e lavoro bene. Circa l’aspetto linguistico del-l’intuizione nulla ho da dire o aggiungere. Io studio l’aspetto filosofico. C’è nella cono-scenza la percezione dell’oggetto, l’intelligenza dei rapporti, il sentimento. Percepire filo-soficamente vale quanto intuire. È il vedere l’oggetto (e dico vedere, perché è la funzionepiù tipica. E perciò direi veder il suono ecc. per intendere la tipicità del percepire o intui-re). Fissato così il valore filosofico dell’atto (la parola conta poco), possiamo riprendere lanostra discussione (senza tornare al dizionario). L’atto conoscitivo che ha come elementoprimo un oggetto reale percepito, io lo chiamo intuizione. È la parola comprensiva e distin-tiva. E perciò non chiamo intuizione l’atto conoscitivo discorsivo, e non dico che iointuisco l’anima. Ora passiamo all’analisi dell’atto intuitivo: e trovo l’intuizione dell’og-getto, la cognizione intellettiva dei rapporti, la rispondenza affettiva, tre elementi, tre

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Page 179: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

parole diverse. Se chiamassi intuizione la cognizione intellettiva dei rapporti, produrreiconfusione. Finalmente io nego una immediata conoscenza intima d’ordine diverso. Perme sta l’omogeneità degli atti conoscitivi, tutti risolvibili negli elementi sopra indicati. Sedunque si parla di cognizione intellettiva, questa è pensiero; se di autocognizione consensitività; la sensitività interna è intuizione. La «Critica» (abbonamento) è stata pagata.Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 27)

257.

Piazza Armerina, 22 febbraio 1929

Carissimo fratello,la tua del 16 mi persuade che io mi devo essere espresso con te con la maggio-

re oscurità possibile, perché tu mi attribuisci idee che non sono certamente mie, alme-no quali tu le formuli. Sarò più chiaro oggi? Lo spero. Io nego che la percezione sensiti-va sia puro atto sensitivo. Uno per me è il principio conoscente, ed è lo spirito. Per mela percezione è atto dell’intelletto informante i sensi, suo atto coi sensi, pei sensi, maper la sua virtù che fa vivi e regge i sensi. Questa percezione è l’intuizione, unità-molte-plicità di idee, sensazioni, affettività. La sintesi è certo dà più della somma dei suoi ele-menti, perché è attiva. Questa di più sfugge all’intuizione, come atto diretto, ed è danoi divinata per ragionamento. Il bello è sintesi, come è sintesi il vero e il bene. La sin-tesi del bello è contemplativa e ammirativa. Dunque. Tu affermi che l’uomo intuisce ilbello. Con ciò affermi quello che in altra sede neghi, cioè, che ciò che ci sfugge siaintuibile, cioè, non ci sfugga. Io invece affermo che ciò che è il dippiù della sommadegli elementi della sintesi sfugge all’intuizione, atto diretto, e quindi affermo che noinon intuiamo il bello. Analizzando l’atto ammirativo, noi non troviamo il bello, perchél’analisi è cosa morta, e la ragion della sintesi cosa viva. Il freddo continua spietato.Abbiamo oggi neve daccapo, con una temperatura interna di 5 gradi. Però ti assicuroche io non ci soffro, tanto che lavoro senza mantello e a capo scoperto, com’è mio uso.Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 30)

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258.

Piazza Armerina, 24 febbraio 1929

Carissimo fratello,ho una raccolta delle encicliche di Leone XIII, però in italiano. Ho anche mol-

te di esse encicliche, sparse, in opuscoli separati. Se non riesco a trovare una raccolta inlatino, posso mandarti il mio volume o quelle particolari encicliche latine che tu mi indi-cherai. Ho scritto per l’abbonamento all’«Osservatore Romano». Spero che abbia comin-ciato a riceverlo. L’ho anche pagato, come ho pagato l’abbonamento alla «Critica». Circal’intuizione ti ho già scritto che il problema che mi seduce è quello posto da S. Tommaso,benché parzialmente e che io formulo così: l’intelletto (o l’anima) unito al corpo, nonesercita il suo potere intuitivo e solo esercita il suo potere raziocinativo. Però intuisce inunione coi sensi, e quest’atto è sintesi di percezione e idee. Posto così il problema vedraiche molte delle oscurità del nostro conoscere derivano da questa limitazione della attivitàdella mente. Di qui anche parecchia di quell’ansia a scoprire ciò che non scopriremo mai.Circa il bello aggiungo questo, che la espressione del medesimo è nella sintesi ammirati-va. La sintesi è sempre di più dei suoi elementi. Quando facciamo l’analisi, non vediamoche gli elementi, e il di più ci sfugge e ci deve sfuggire. Sto bene. Il freddo è più intenso,ma finirà, spero. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 31)

259.

Piazza Armerina, 28 febbraio 1929

Carissimo fratello,ricevo la tua del 22. Grazie dei giudizi benevoli sulla rivista. Quanto ai versi, il

tuo sentire non è molto diverso del mio, anzi potrei dire che è lo stesso. Se tu avessi fattealtre indicazioni, certo non avresti lasciato di segnalare l’ultimo sonetto, pel quale io hoqualche preferenza. L’Iliade l’avevo qui, e penso avertela mandata costà. Cercala. Se vuoi,ne comprerò una nuova. Se poi vuoi quella del Romagnoli in esametri, scrivilo. Final-mente ho trovato il Gentile - pensiero del sec. XIX88. Che delusione! È un discorso noncerto dei più interessanti. Lo riceverai subito. Circa il problema dell’intuizione aggiungoal già detto e lo preciso. Intuire è conoscere cosa non conosciuta (e sia qualsivoglia ilmodo). La tua intuizione sarebbe un atto interno della mente. Per la mente o considerarapporti e effetto di rapporto o non considera nulla, perché nel suo interno non ci sononé idee innate né forme a priori. Il bello, che per te è il ponte dell’asino, non è un’entità

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88 G. Gentile, Il pensiero italiano del secolo XIX, Fratelli Treves, Milano 1928.

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che quando è considerata come idea. Ma come idea è l’idea del bello, non il bello. Il belloè un modo di considerare un oggetto il qual modo deriva da una sintesi mentale. La sinte-si non è un oggetto da intuire, ma un atto dello spirito che unisce elementi che possiede.E questo non è intuizione. La sintesi che dà la visione dell’oggetto come trasfigurato,cioè, come bello, si attua nel momento ammirativo. Sto bene. Ieri abbiamo avuto unabella giornata tiepida e piena di sole. Oggi umido e vento. Ma la primavera si sente già. Ilpassero solitario del mio sonetto fu un fatto. Cantò sul mio balcone il 2 ottobre scorso,un istante e sparve. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 32)

260.

Piazza Armerina, 4 marzo 1929

Carissimo fratello,dunque costà neve e gran freddo! Penso con pena quanto tu debba soffrire. Qui

dopo una bella promessa di primavera, neve daccapo. Io però quasi penso con pena chel’inverno se ne va (siamo già in marzo) e viene l’estate che mi rende meno atto al lavoro. Ilfreddo intenso (non esagero) mi piace e fa molto bene. Eccomi ora a risponderti circa l’i-dentificazione di coscienza e conoscenza. La conoscenza di cui parlo, non è il pensamentoastratto dell’atto conoscitivo, come separato da ogni altro atto, ma è il conoscere conside-rato realisticamente. Ora l’atto del conoscere, ogni atto, ogni nuovo atto, è sempre in rap-porto e in funzione col conoscere precedente, ed è sempre sintesi di sensitività e volitività,sia perché non c’è un sentire separato, sia perché non c’è un volere come atto conoscitivo(noi ci conosciamo volenti e conoscendo vogliamo, perché attuiamo rapporti di oggetticonvenienti o contrari). Dunque l’atto del conoscere avviene in sintesi col conoscere,volere sentire antecendente che vive nel soggetto. La coscienza è questa sintesi, non avulsadal presente conoscere, ma in questo. Dunque? È chiaro che sono la stessa cosa. Se ciòrisponde a verità, avrà la sua forza sui sistemi divergenti, e l’avrà opponendosi ad essi enon assimilandosi. Bada però che il fondo del dissidio deriva dal modo di concepire ilsoggetto umano. Concepito come potenza ed atto nella copia di facoltà diverse, ogni teo-ria di subcoscienza apparisce inammissibile. Tu vedi che io attendo a un rinnovamentodella scolastica, perch’io ammetto che il realismo scolastico è inevitabile. Ricevi l’«Osser-vatore Romano»? Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 33)

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261.

Piazza Armerina, 7 marzo 1929

Carissimo fratello,oggi, giorno sacro a S. Tommaso ho dato la prima tonsura a tre bravi chierici

del mio seminario. Uno studio su storicismo e trascendenza89... sarà accolto con vivo pia-cere. Non ho il volume su G. B. Vico di cui tu mi parli. Ne lessi l’annunzio. Di questoautore tempo fa presi in mano la Scienza Nuova, ma non ne seppi tollerare la lettura. Chemodo strano di scrivere! Oggi freddo intenso. Il sole non si vede da tanto tempo. Semprenuvolato e nebbia e pioggia e vento e spesso neve. E son tre mesi che si va avanti così.Però si mangia con appetito, si dorme con gusto e si lavora di lena. Che vuoi di meglio? Ate però auguro il tepore della primavera e il verde rinnovato dei parchi. E ti raccomandoassai di non lavorare troppo e di riposarti, quando ti senti stanco; un po’ di riposo presoopportunamente giova più d’una cura fatta dopo i danni dell’affaticamento. Don Vin-cenzino Vaccaro è volato agli eterni riposi. Prega per l’anima sua bella. Gli ultimi anni glifurono tribolati da quasi piena cecità. Che tormento per un pittore. Io ho fatto al fratelloMario le nostre parti. Mi si aggiunge da più parti il desiderio che io faccia una raccolta deimiei versi. Ancora non mi so decidere. Il tempo della passione si avvicina. Com’è bello!Tu forse udirai delle belle musiche. Ti son più vicino in questo tempo e prego per te conpiù ardore. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 34)

262.

Piazza Armerina, 13 marzo 1929

Carissimo fratello,ringrazio Dio che l’influenza è stata benigna ed è passata tanto presto. Però ti

prego assai di usarti riguardi per evitare una recidiva. Anche Nelina è stata raffreddata.Ora sta bene. Io, grazie a Dio, sto bene. Il tempo si è molto raddolcito; si sente già la pri-mavera. Io credo che le sintesi specifiche siano un modo della sintesi fondamentale eprincipale, il qual modo ha la sua ragione nella potenza che prevale in seno alla sintesiprincipale. Esempio. Io rassetto le mie carte. Ragiono? Intuisco? Voglio? Faccio certo attodi ragione, perché rassetto; e intuisco o reintuisco, perché guardo e tocco le carte ecc., efaccio atto di volontà. Però gli elementi intuitivi e razionali restano come al secondo pia-

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89 Sull’articolo Storicismo e trascendenza che apparirà, in parte corretto, nella «Rivista di Autoformazio-ne», luglio-agosto 1929, con la sigla S. S., cfr. vol. II (1929-1931), p. 55, nota 1 e vol. III (1932-1934), p.142, nota 2.

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no, mentre il primo piano è tutto occupato dalla praticità prevalente dell’atto. Potenza edatto per me sono sintesi, perché la pura potenza sarebbe nulla, il puro atto sarebbe un dio.È un processo, atto che si potenzia, potenza che si attua. Ciò mi sembra chiaro comel’ombra. Il Tosti è da sé pesantissimo, e non è parso tale a te per la febbre. Le sue sono sto-rie concepite come poemi o romanzi. E siccome noi cerchiamo la storia nella storia, e nonil romanzo o la poesia, per questo la lettura di quelle opere ci reca fastidio e ci sembraponderosa assai. Ti ho spedito raccomandata lo Schiller, il Gentile, il Laberthonnière.Appena lo ricevi fammene cenno. Il Romagnoli sarà spedito appena mi arriva. A me piacepoco, come sempre piace poco l’esametro italiano che dà sapore di prosa alla poesia. Tiabbraccio e aspetto le tue buone nuove. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 38)

263.

Piazza Armerina, 16 marzo 1929

Amatissimo fratello,ho atteso con ansia la tua cartolina che mi arriva a momenti. Godo nel saperti

rimesso. Ricevo anche a momenti una cartolina di Nelina che mi assicura che essa stabene. Io sto bene e lavoro. Il tempo è tiepido, ma oggi è vento di levante e nuvolato. Nonho avuto ancora il tempo di leggere l’ultimo fascicolo della «Neo-Scolastica». Però, circaquanto mi scrivi riferendoti a Maritain, ti dico francamente che per me è errore fossiliz-zarsi nel culto di S. Tommaso ed è errore credere a un valore definitivo delle sistemazionidella scolastica. Io vado oltre, e reputo errore volere spiegare i puri misteri con la filosofia.La filosofia non può dirci nemmeno che i puri misteri non implicano contraddizione,perché di ciò che supera la ragione, la ragione non può fare che atti di fede. Per me ilcompito della filosofia è solamente quello di combattere le eresie, per la semplice ragioneche esse non sono vera teologia, ma filosofia. Però bisogna conchiudere mestamente chechi così pensa o non è compreso o è frainteso. La mentalità che si forma nelle nostre scuo-le circa questo punto è statica e irreformabile. Chi sa cosa avverrà col tempo! Ora forsenon ci resta che pregare. La teologia pura non si risolve mai in filosofia, perché non può, ese lo potesse, cesserebbe d’esser teologia pura. Prega per me, caro fratello, come io faccioper te. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 39)

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Page 184: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

264.

Piazza Armerina, 19 marzo 1929

Carissimo fratello,la tua del 14 mi giunse ieri. Rispondo nel bel giorno di S. Giuseppe. Tutta notte

ha piovuto. Ora vagano le nuvole e si affaccia a sbalzi pallido il sole. Un vero giorno di S.Giuseppe. Tutto il Seminario è a Valguarnera, dove la festa assume un’importanza straordi-naria, tanto più ora che la Chiesa di S. Giuseppe (su disegno di S. Fragapane) è a buon pun-to, mentre il culto si svolge nella sacrestia, fatta oratorio provvisorio, e mentre si festeggia ilsuo smembramento ed erezione a parrocchia. Così le parrocchie crescono e la vita parroc-chiale prende un andare più giusto e produce più frutti. Il Papa ha mandato in Sicilia (qui ciè stato in questi giorni) un ingegnere visitatore per le case parrocchiali, alla cui costituzioneo sistemazione il Santo Padre concorrerà, come ha fatto nella Sardegna. È un bene grandis-simo questo. Io sto bene. Il mio lavoro sull’educazione è a buon punto. Lo stamperò sullaRivista a parte a parte, e farò un po’ di estratti. Nel prossimo fascicolo compariranno i primidue capitoli. Se SS. facesse una nota bibliografica sul libro che commemora Vico, la rivistala pubblicherebbe con vivo piacere. Sta sano e abbiti riguardi. E prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 41)

265.

Piazza Armerina, 22 marzo 1929

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 17. E bisogna aver pazienza a curare i resti dell’in-

fluenza, perché sia evitata una possibile recidiva. Io sto bene, il tempo è bello; finalmenteda due giorni vediamo il sole in un cielo sereno da mane a sera. La teoria di S. Tommasocirca la conoscenza, attiva (in senso moderno) non è né poteva essere, perché l’attivitàmoderna è apriorità, creatività pura. L’intelletto possibile però è passivo in quanto è potenzaed attivo in quanto reagisce all’azione della specie impressa. Cercare in S. Tommaso qualco-sa che in quel tempo non c’era, è tempo perso. Ricordi Vismara? Cercava la teoria nuovadella storia in S. Tommaso. Mi parli di passare il caldo dell’estate in punti freschi. Speroquest’anno poter andare a Gela, dove sempre mi son trovato bene in estate. Andar fuori dio-cesi non ci penso nemmeno. Non saprei come passare il tempo. In ultimo mi affido allaProvvidenza: non sempre il caldo mi ha fatto soffrire quanto lo scorso anno; ma quel caldofa bene il paio col freddo di questo inverno. Oh il bel freddo! E se n’è andato! Sto leggendo,son presso alla fine, L’Azione di Blondel90 tradotta in italiano da Codignola. Appena avrò

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90 Su Maurice Blondel e la sua tesi di dottorato L’Action del 1893 cfr. vol. I (1924-1928), p. 294, nota 1.

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finito, te ne parlerò. Il Codignola dice che l’edizione francese fu ritirata dal Blondel in segui-to alle critiche dei conservatori. Ringraziamenti e ricambio di auguri

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 42)

266.

Piazza Armerina, 25 marzo 1929

Carissimo fratello,dei libri non mi occupo io personalmente, ma se ne occupa il mio rettore del

Seminario; il quale scrive alla salesiana di Catania, che procede spedito circa i libri propri,e lento circa gli altri. Comunque, per le Encicliche avevo già dato ordine di rivolgersi aDesclée. Sto bene. Ieri ho fatto le prime funzioni. Folla immensa. Che bel risveglio difede rinata da qualche tempo! Ti faccio i migliori e più affettuosi auguri per la S. Pasqua.Mi rincresce che non vai ai concerti, e sopra tutto, sapere che non vai per i reliquati del-l’influenza. Oggi daccapo vento e pioggia. È però bene per la campagna. In questa setti-mana mi sento più al posto: tutto è Chiesa e preghiere e riti soavissimi. Appena finirò lalettura del Blondel voglio tentar daccapo la lettura della Scienza Nuova di G. B. Vico.Leggerò anche il volume della Università Cattolica91. Ma la Scienza Nuova (lo dice ancheP. Gemelli) è scritta in modo poco seducente. Blondel lavora sulle supposte tendenze infi-nite della volontà. Tu ammetti (almeno in parte) questa teoria. Io la ritengo falsa. Lavolontà come facoltà pratica, ignora l’infinito. Una vera tendenza infinita sarebbe pantei-smo. L’infinito lo coglie solo la mente, ed è fatto teorico. Te ne scriverò più a lungo quan-do avrò finito la lettura dell’Azione. Prega per me e credimi con vivissimo affetto

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 46)

267.

Piazza Armerina, 29 marzo 1929

Carissimo fratello,ieri la grande funzione m’impedì di scriverti. Ecco la cagione del ritardo. Sino a

ieri abbiamo avuto una bufera di vento e pioggia che è durata quattro giorni. Oggi torna

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91 Si riferisce al volume dell’Università Cattolica su G.B. Vico, AA.VV., Volume commemorativo nelsecondo centenario della pubblicazione della Scienza Nuova, Vita e pensiero, Milano 1929.

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il sole, ma fa freddo. Sto bene. Croce combatte il trascendente e quindi combatte tutto ildualismo che lo ammette. Voglio dire (rispondendo alla tua) che quando egli attacca lanostra filosofia e la chiama teologia o campo chiuso e fermo, e simili, tutto ciò reputaconseguenza dell’ammettere Dio. In sostanza, e spesso apertamente, lotta contro Dio. Elo fa in modo persistente da non lasciar occasione di farlo. Dato Dio, per lui, è negata ladialettica dello spirito, che è forza interna mentre egli pone Dio come esterno (trascen-dente in modo totale). Hai letto nella «Critica» di questo mese il primo articolo? Croceafferma ancora una volta che la poesia è una e universale, e che le distinzioni di poesiavecchia e nuova, italiana o francese o tedesca ecc. è astrattezza. Che ne dici? Forse sottoun rispetto non ha torto. Ma parmi che abbia torto quando vuol fare un taglio netto trapoesia e elementi della opera d’arte. E anche qui sarà effetto del sistema questo, in quantopone l’arte nella intuizione lirica. Auguri

Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 44)

268.

Piazza Armerina, 1 aprile 1929

Carissimo fratello,siamo già in aprile! Splende un bel sole e canta il passero solitario che torna a

ogni primavera. Ho fatto le funzioni pasquali con gaudio del core e buona salute; e ne rin-grazio Dio. Spero che questa primavera non mi prepari le solite sofferenze estive, che cer-cherò prevenire prendendomi un po’ di riposo. Poi son nelle mani di Dio. Del resto ci sonanche gli anni. Ma non pensiamo troppo all’avvenire. Ora sto bene, meglio degli altrianni. Circa un corso a Roma e a S.ta Maria non so ancora dir nulla. Ci penso però. Hailetto nella «Critica» di marzo la pagina di B. C. su Papini? A me sembra molto giusta. C’èanche uno studio di De Ruggiero92 su Meyerson che ancora non ho letto, ma leggerò, pen-sandolo che sarà fatto bene. Sto leggendo il Rivieri Caduta d’una monarchia. È un zibaldo-ne ricco di documenti, povero di senso storico. Te ne parlerò più a lungo quando avrò fini-to, ma son già alle ultime quistioni. Anche dell’Azione di Blondel ti parlerò e anche qui sonverso la fine. Colorito spesso smagliante; ma secondo me, sbagliata la tesi. Scrivo subitoper la Vita Nova di G. B. Vico, che prima vedrò io, in fretta, e poi ti manderò, se pure neavrò la pazienza, perché è uno scrittore un po’ strano. Abbracci e rinnovati auguri

Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 45)

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92 Su G. De Ruggiero, Note sulla più recente filosofia europea. V. Emilio Meyerson, in «La Critica», annoXXVII, fasc. II, marzo 1929, pp. 104-113 cfr. vol. II (1929-1931), p. 35, nota 1 e vol. II (1929-1931), p. 98,nota 1.

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269.

Piazza Armerina, 4 aprile 1929

Carissimo fratello,quattro aprile! Ricordi il quattro aprile 1903? Tornando da Noto, trovai la notizia

della mia nomina a vescovo. Quanti anni! e quante responsabilità! Aiutami con le tue pre-ghiere. L’altra sera feci una conferenza sulla teoria dell’educazione come sintetismo. Il risul-tato superò le previsioni. È il concetto animatore del mio studio, che si comincia a pubbli-care nel prossimo fascicolo della rivista. La stroncatura crociana di Papini è vera, e solo nonè completa, perché vi manca l’accenno al vizio di trattare argomenti non ben posseduti,trattarli perciò da dilettante. Questo difetto è notevole nel zibaldone che è la Vita di G. Cri-sto93, e nell’ultimo libro, gli Operai della Vigna94. Penso che anche Manzoni ci sia cascatonella Osservazioni sulla Morale Cattolica. Hai presente alla mente questa opera? Manzoninon fu né teologo né filosofo; ma s’impacciò di teologia e filosofia in quella opera. Sto bene.Pare che la primavera di quest’anno mi tratti meglio delle precedenti. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 48)

270.

Piazza Armerina, 7 aprile 1929

Carissimo fratello,oggi la posta non mi ha recato la tua solita cartolina; e devo aspettare domani,

perché essendo domenica, non c’è altra distribuzione. Ho finito di leggere il Rivieri, Rovi-na d’una monarchia. È un zibaldone di documenti senza troppo criterio, perché non tuttii documenti recati hanno vero valore. La parte I che riguarda il concordato fallito, è lameno peggio; la II è una tesi sbagliata. Vi vuol dimostrare che la massoneria fu la causadella rovina di quella monarchia. Il fatto è che la massoneria (prima accarezzata) poi furepressa in più processi pei suoi errori diplomatici. Non andò in esilio, perché la Siciliaera suo regno. Il Rivieri si ferma qui, e fa male. Ferdinando riprese Napoli il 1814, il 1818fece il Concordato con Pio VII, e regnò sulle due Sicilie sino al 1825. Taccio del modonon storico, di parlar della massoneria. Dico modo, tra il sarcastico e l’apocalittico. Talilibri non convertono nessuno. Sto bene. Il tempo è tornato freddo. Ed è meglio. Speroche tu stia bene e prego per te. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 50)

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93 G. Papini, Storia di Cristo, Vallecchi, Firenze 1925.94 G. Papini, Gli operai della vigna, Vallecchi Firenze 1929. Sulla stroncatura dell’opera da parte di B.

Croce cfr. vol. II (1929-1931), p. 36, nota 3.

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271.

Piazza Armerina, 10 aprile 1929

Carissimo fratello,io propriamente non assegno l’infinito con tendenza né alla mente né alla

volontà. Dico che lo conosciamo per processo dialettico, e, quando l’abbiamo conosciuto,l’amiamo come bene. Blondel dice (e questo è il suo punto cardinale) che esiste una dispro-porzione tra lo slancio della volontà e l’azione; lo slancio è infinito, l’azione è finita. Di quidesume la comunicazione conoscitiva con Dio e il resto. Afferma senza provare. Tu dici chese non ci fosse la tendenza all’infinito, i beni finiti ci soddisfarrebbero. Tu però non conside-ri che la vita dell’uomo è processo e relatività; perché l’uomo è contingente. È dunque unappagarsi e tornare a desiderare senza posa. Se ci fosse una tendenza infinita, l’uomo sarebbeun mostro, perché sarebbe insieme finito e infinito, che ripugna. Il tendere alla perennità,non è tendere all’infinito. L’infinito è la pura attualità, la temporalità, la non spazialità. Noinon comprendiamo cosa sia l’atto puro, e quando ci pensiamo troppo, ci prendono le verti-gini. Se avessimo la tendenza all’infinito, ne avremmo la potenza e ne avremmo l’atto; eallora non ci sarebbe la disproporzione di cui parla Blondel. Manca la carta. Ne parlerò dinuovo altra volta. Sto bene. Ho ricevuto il numero della «Vie Catholique». Abbracci

Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 51)

272.

Piazza Armerina, 13 aprile 1929

Carissimo fratello,rispondo alla tua dell’8 che ricevo a momenti. Circa il concorso della volontà,

anche nelle quistioni filosofiche, rispondo sempre a un modo: la volontà non si scompa-gna mai dal conoscere per la sinteticità dell’atto umano. Però essa non fa dissentire perpuro atto di essa volontà, contro la verità, riconosciuta per tale, ma distogliendo dall’at-tenzione o dallo studio, o, nel dubbio, dalla decisione. Così Gangarelli prof. di filosofia aCaltanissetta, una volta, al mio ragionamento sulla mia teoria, rispose: sino a prova piùchiara, sto con gli antichi. Dimmi: non potrebbe SS. trattare l’argomento di quello che tuchiami disintegrazione della poesia per trovare la poesia? Il prof. Uccello (che ha scrittoun manuale di filosofia all’antica e insegna nel seminario di Siracusa) mi fa sapere che èquasi convinto del mio sistema. Aspetta d’aver con me un colloquio, per fare il gran pas-so. Credo che ci vedremo in maggio. Blondel, tra l’altro, pone nell’azione la prova dellarealtà del mondo esterno. Te ne parlerò altra volta, perché ora lo spazio non mi bastereb-be. Solo aggiungo a quanto ti scrissi nella mia precedente, che se in noi ci fosse veramenteuna tendenza infinita, questa ci distoglierebbe da tutto ciò che è contingente. Invece il

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contingente attira così fortemente, che spesso fa dimenticare l’assoluto. Sto bene. Abbia-mo avuto freddo daccapo, con danno delle piante. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 53)

273.

Piazza Armerina, 16 aprile 1929

Carissimo fratello,rispondo alla tua dell’11. Oh, sì, caro, un po’ di sole e un po’ di riposo ti faranno

bene. Desidero che tu legga la Morale Cattolica di Manzoni, per giudicarla ora con maturità.A lettura finita penso che l’Azione di Blondel si debba considerare come un lavoro giovanileche non si risolve in unità. Son due lavori in uno. Il primo, che ha vero valore, è morale-ascetico. La parola azione in esso va presa nel senso di atteggiamento etico dell’azione.Quando la vita è vissuta in Dio, tutto acquista senso e armonia. Il secondo, che non ha valo-re che relativo, è gnoseologico. Vi si cerca la prova della realtà oggettiva e dell’esistenza diDio. Il Blondel si lusinga che questa prova scaturisca dall’atteggiamento etico ordinato dellastessa azione; ma poi anch’esso ricorre alla sensazione e all’intellezione. Il punto centrale è laquistione del fenomeno come apporto all’essere. Egli prova, o meglio, afferma, che il feno-meno è l’essere, e l’essere è il fenomeno. Ed ha ragione. Però non ha ragione quando da que-sta identificazione vuol desumere la prova dell’estro soggettivo, perché non pone il proble-ma nella sua fase storica. Storicamente questo problema deriva da Kant e si risolve nell’idea-lismo. Sino a che dunque non si supera la posizione kantiana delle forme a priori, il proble-ma moderno della pura soggettività dell’oggetto resta insoluto. Che ne dici? Sto bene.Abbiamo bel sole e bel tepore. Se te ne potessi mandare un poco! Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 54)

274.

Piazza Armerina, 20 aprile 1929

Amatissimo fratello,la tua del 15 mi tira fuori della teoria di Blondel. Questi non dice che l’azione

ci faccia volgere verso l’oggetto ignoto, ma che ci faccia conoscere come reale, ciò che l’in-telletto conosce come possibile. È un aspetto del criticismo di Kant. Per Blondel la solaconoscenza dà l’idolatria: con l’azione dà la fede. Quel che tu dici a me non sembraammissibile, perché (come anche tu ammetti) la potenza non si può separare dall’atto, e

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tutt’e due fanno uno, il processo. Senza un’azione oggettiva che apra il rapporto, l’uomonon fa atti né di conoscenza né di volontà. La tendenza io l’ammetto, ma in altro senso,cioè, nel senso che formato un ideale, l’uomo desidera (tende) di conseguirlo. E questa èfunzione sintetica conoscitivo-affettiva. L’ideale senza l’azione ordinata al suo consegui-mento, resta come una fantasia sterile (come un idolo, direbbe Blondel). Quello che lorende reale per l’individuo, l’ordine. Ma quest’ordine non è (per me) qualcosa di diversodalla conoscenza, cioè, dall’atto che è conoscenza, perché ogni atto umano è azione, ed èo buono o malo eticamente. Dunque per azione occorre intendere l’ordine dell’azione.Conosca o agisca l’uomo, fa sempre o il bene o il male. Egli invera in sé l’ideale, quandotutta la sua attività teoretico-pratica è moralmente buona. Questo è l’aspetto importantedell’opera del Blondel. Sto bene. Ti prego di usarti riguardi e prendere del ioduro.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 56)

275.

Piazza Armerina, 23 aprile 1929

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 18. La tendenza, come tu la concepisci, non esiste. C’è inve-

ce l’unità di potenza ed atto, che è unità-distinzione. La potenza pratica è la potenza affetti-va. È la potenza a volere un bene che entra in rapporto col soggetto. Astrattisticamente con-siderata, si pensa a come agente e come non agente. Fuori del rapporto, sarebbe non agente,e perciò inavvertita. Realisticamente è sempre agente, ma in modo rispondente al rapporto.Sicché quando il termine Dio è o ignoto o non attualizzato, la tendenza a Lui non si attua.Tu consideri la potenza-tendenza astrattisticamente. Se una tendenza a Dio ci fosse in noicome specifica e come sempre attuale, essa dominerebbe tutte le altre tendenze, comeavverrà in Cielo. L’azione di Blondel è altra cosa. È come l’infinito in noi. Per lui agendo,l’uomo con “volontà voluta” vuole il particolare e “con volontà volente” tende all’infinito.Di qui il dissidio che si calma volendo Dio. E si calma in questa vita. È un’opera “ingarbu-gliata” come pure nota De Ruggiero. È lo sforzo d’un cattolico di battezzare il criticismo diKant, come dice apertamente Blondel verso la fine. Risponde alla mentalità francese, nonalla italiana. Di più ne scriverò, quando mi avrai risposto a quanto ti ho già scritto nelle mieultime. Sto bene. E godo che anche tu stai bene. Nella «Critica» del 1927 c’è una notabibliografica di B. C. su Prière et Poésie di Bremond, abbastanza ben fatta95. Hai ricevuto leEncicliche? L’ufficio S. Cuore ti si manderà presto.

Mario

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95 Sulla recensione di B. Croce a H. Bremond, Prière et poésie, Grasset, Paris 1926, in «La Critica», annoXXV, fasc, IV, luglio 1927, pp. 249-250, cfr. vol. II (1929-1931), p. 47, nota 1.

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P. S. Il video meliora è poco esatto. L’uomo vuole sempre il bene che giudica inatto più conveniente a sé.

(Cartolina postale, f. 265, c. 57)

276.

Piazza Armerina, 26 aprile 1929

Carissimo fratello,la tua solita cartolina ritarda. Spero venga nel pomeriggio. Io frattanto scrivo la

mia solita. Sto bene. Il tempo è buono. L’Iliade di Romagnoli è giunta. Però non mi è sta-ta mandata che “passi scelti, col collegamento in prosa, fatto dallo stesso traduttore”. Chefare? Te lo mando lo stesso. Tanto, ci son parti in quel poema che non è gran danno nonrileggere. Ti manderò anche alcune copie dell’ultimo fascicolo della Rivista. Le enciclichele avrai certo ricevute. Anche Manzoni nella Morale Cattolica accenna alla disproporzionetra tendenza e atto. È questa una di quelle nozioni che fecero fortuna. Ed è un danno,perché non fa sentire il bisogno di cercar qualcosa di meglio. Blondel poi cerca una provasperimentale del trascendente. E questo è un lato del punto animatore della sua opera.Egli crede che l’azione dia di fatto la cercata esperienza; non considerando che la vera pro-va sperimentale la dà l’intuizione. Questa la conseguono i mistici nello stato d’anime. Magli stessi mistici non possono recar la loro esperienza come prova perché agli altri a cuimanca quella esperienza, manca l’elemento soggettivo per giudicare. Possono credere allaparola del mistico, ma non più che questo. Blondel poi propone la prova dell’azione allafede. E questa si chiama in lingua povera eresia. Ti abbraccio. Tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 58)

277.

Piazza Armerina, 30 aprile 1929

Carissimo fratello,ieri fui troppo occupato, e ti scrivo con un giorno di ritardo. Ricevo la tua del

25. Io non ho mai detto che la tendenza sia acquisita, ma invece ho detto e ripeto, che, dasé, è potenza, come tale, fuori dell’atto non ha contenuto e nemmeno è concepibile; per-ché la potenza è sintesi di passività e attività. L’uomo, fuori dell’atto, non ha né tendenzaal vero né tendenza al bene, perché fuori dell’atto non ha vita. Tu ponendo queste ten-denze come un quid medium fra la potenza e l’atto, le poni (non come naturali) come

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innate. Ammesso, come fa S. Tommaso e come fa ogni buon realista, il processo cono-scitivo dall’oggetto al soggetto, il problema è risoluto. Ammesso il sintetismo, è risolu-to anche il problema della tecnica. L’uomo non conosce e vuole andando verso l’ogget-to; ma reagendo alle azioni molteplici dell’oggetto. Conoscendo esprime in sé il vero,ed esprime la sua effettività, che espressa assume la forma di tendenza, in quanto diven-ta un volere cosciente e finalistico, che cerca il conseguimento del bene conosciuto el’attuazione dei mezzi al fine. Sto bene. Spero che finalmente mi sia espresso menooscuramente. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 59)

278.

Piazza Armerina, 3 maggio 1929

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua carissima del 28, e rispondo subito. Godo nel leggere

che stai bene. Sto bene anch’io. Il tempo è bellissimo: tepore, venti asciutti, sole. Ti rin-grazio del benevolo giudizio sulle prime puntate del problema dell’educazione. Farò fareun’errata-corrige. Bado io alle correzioni, ma ascoltando. A volte la pronunzia tradisce larealtà. Farò più attenzione a ciò che non essendo mio, dà luogo più facilmente agli equi-voci. Circa la tendenza credo che l’accordo sarà raggiunto quando tu leggerai la mia pre-cedente; perché son sicuro che tu non pensi a una tendenza antecedente al fatto conosci-tivo, che sarebbe l’analogo delle idee innate. Ciò escluso, la soluzione mia s’impone, per-ché è realistica. C’è una tendenza che è la stessa facoltà, che si attua volendo un beneattuale. Ma c’è una tendenza che non è più la sola potenzialità affettiva che consegue ilbene in atto, ma è la visione d’un ideale, verso cui il soggetto tende, a cui aspira; idealeche non è innato, ma conosciuto o creato dal fervor della mente. Aspetto che tu mi scrivasu ciò, ma son sicuro del tuo consenso o meglio delle tue dichiarazioni che questo era iltuo concetto. Penso al 19 di questo mese. Giorno di ricordo giorno lontano e caro. Pregapel tuo affezionatissimo fratello

Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 62)

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Page 193: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

279.

Piazza Armerina, 6 maggio 1929

Carissimo fratello,rispondo alla tua del primo corrente. Ho in mano l’Archambault96. Quando ne

avrò finita la lettura te ne parlerò. Ora ti dico che dalle prime pagine comprendo che sia-mo allo stesso punto. La tesi più grave vi è ribadita, cioè, che nelle cose c’è un che di infi-nito e nella coscienza umana un che di trascendente. La tesi che io reputo caduca è tuttaqui. Il pensiero di Blondel è questo: che senza un po’ d’infinito nelle cose e di trascenden-te nell’uomo, questi non avrebbe su che poggiare la sua conoscenza di Dio. Che vuoi cheio possa cavare da una tale tesi, che è poi tutto l’aspetto gnoseologico dell’opera, mentrel’altro è l’aspetto ascetico? Desclée mi scrive che ti ha spedito le Encicliche. Quando leavrai ricevute, fammelo sapere. Io ti ho spedita da più giorni l’Iliade, le liriche di Manzonie cinque esemplari del fasc. 20 della rivista. L’hai ricevuto? Iersera s’è eseguito in Catte-drale il Cristo, oratorio in due parti del M. Bellarmino, che insegna musica nel mio semi-nario. Cantava il seminario. È un bel lavoro, non tutto bello però, ma, è certo un magni-fico saggio della capacità del giovane e bravo e buono maestro. Accompagnava l’orche-stra. L’esecuzione fu molto accurata. Il 25 corrente, a Dio piacendo, promuoverò al sud-diaconato sette accoliti. Quello sarà un bel giorno, molto bello, perché i candidati sonmolto buoni e bravi. Sto bene. Il tempo è bello. Abbracci.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 61)

280.

Piazza Armerina, 10 maggio 1929

Carissimo fratello,il moto verso l’oggetto antecedente o simultaneo al moto dall’oggetto al sogget-

to non è ammissibile. Per ammetterlo occorrerebbe porre come possibile un atto irrelativo.Tu dici bene che il soggetto non è mai tutto passivo; però trascuri la visione genetica. Se cifosse un moto del soggetto verso l’oggetto, simultaneo all’altro, il soggetto sarebbe in attoconoscente prima di conoscere. La finalisticità come la penso io (e così la pensa S. Tomma-so), altro non è che la rapportualità, e il fine altro non è che l’oggetto. Perciò io dico chenon è la tendenza che guida la conoscenza, ma la conoscenza che guida la tendenza. Né io

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96 P. Archambault, Vers un réalisme intégral. L’œuvre philosophique de Maurice Blondel, Bloud et Gay,Paris 1928.

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parlo di tendenze acquisite, perché queste altro non sono che determinazioni dellapotenza. Tutti i filosofi dualisti spiritualisti ammettono che la conoscenza di Dio non èimmediata. Io aggiungo che non è immediata la idea d’assoluto. Ammetto poi con Blon-del che la sintesi conoscitiva ha un elemento che supera la efficienza dei termini che lacompongono. Deriva dalla potenzialità-attività fondamentale e dalla relatività dellaconoscenza. Ogni conoscenza che si afferma importa un nuovo problema che si pone.Di qui il moto discorsivo-dialettico che mena alla conoscenza dell’assoluto. Come vedila divergenza non è di pure parole. Sto bene. Ieri funzione pontificale, che m’impedì discriverti. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 63)

281.

Piazza Armerina, 13 maggio 1929

Carissimo fratello,ti ringrazio assai d’aver fermata la tua attenzione sul problema della potenza e

dell’atto. Non è uno studio d’esegesi il mio, ma una mia elaborazione dei migliori ele-menti trovati in S. Tommaso. Son convinto che non posto e risoluto bene questo pro-blema facilmente si cade nell’idealismo o in altro errore. Circa le osservazioni di detta-glio osservo che l’atto è prima della potenza nel senso che la potenza non passa all’atto,se non è stimolata da un termine in atto. Il tuo esempio del generante e del generato vaposto così: niente generato senza un generante agente, cioè, in atto e agente. Il generan-te attua una sua potenza, e quest’attuazione produce il generato. Tu stacchi i due termi-ni, ecco tutto. Più grave è l’altra osservazione. Noi non arriviamo alla cognizione diDio, distinguendo fra Dio ed il creato, perché di Dio in questa vita non si dà intuizio-ne. Potenza ed atto, contingenza, divenire, tempo, ecc. son elementi necessari per arri-vare all’idea d’eternità, tanto necessari, che se mancassero nemmeno ci sarebbe cono-scenza del creato, e senza questa non ci sarebbe conoscenza di Dio. Invisibilia Dei, perea quae facta sunt intellecta, cospiciuntur. Comunque, le tue osservazioni mi son sempreutili, perché mi fan pensare con più diligenza o mi fan guardare aspetti nuovi dei pro-blemi. E te ne ringrazio assai. Hai ricevuto le Encicliche, l’Iliade, il Manzoni e i fascico-li? Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 65)

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282.

Piazza Armerina, 16 maggio 1929

Carissimo fratello,io non dico che le correnti volontaristiche e mistiche debbano essere ignorate, ma

che non mi appassionano. Son bensì una realtà di correnti, ma da essere superata. Dunquem’interessano come m’interessa, per esempio, l’idealismo. Son visioni parzialiste, che recanoil lor contributo. Non per questo posso dir di preferire l’intelletualismo, per la stessa ragio-ne. Io ricordo una tua parola del 1922. Tu mi dicesti allora: “crea ed opponi una teoria nuo-va”. La sola demolizione non giova né interessa”. Ed io, seguendo il tuo savio consiglio, hocercato e trovato il sintetismo. E spero di non aver lavorato invano. Il sintetismo più loapprofondisco, e più mi soddisfa. In esso è il meglio delle correnti attuali, senza la loro sco-ria. Dico bene? Il M.stro Bellarmino è professore di musica alle scuole complementari e alseminario. Il libretto del suo oratorio non è in versi. Son le stesse parole del Vangelo, colle-gate con giudizio. È una vera promessa. Secondo me la vera e duratura poesia di A. Manzo-ni sono I promessi sposi. Le sue liriche, dici bene, mostrano le rughe. La Morale Cattolica èsemplicistica e da orecchiante. È noiosissima. Manzoni mostra in un copione cosa è filosofiadella morale e cosa è cristianesimo. Ci si sente il neofito che ripete la lezione imparata amente e non risoluta in sistema. Sto bene. Auguri affettuosi pel 35° del tuo sacerdozio.

Mario

I tragici greci saranno a casa. Li riceverai quando vi andrò.

(Cartolina postale, f. 265, c. 66)

283.

Piazza Armerina, 19 maggio 1929

Carissimo fratello,nel 35° anniversario del tuo sacerdozio giungano a te da parte del fratello che t’a-

ma, i più fervidi auguri. Oggi nelle mie povere preghiere, più che negli altri giorni, tu seipresente e sei l’oggetto delle medesime. Ricevo la tua del 14. SS. manda uno studio che leg-gerò subito. Dal modo come tu descrivi la tendenza desumo ancora una volta che essa s’i-dentifica con la potenza, cioè, è la potenza. Però la potenza in quanto attività, non è tenden-za ordinata a dati oggetti particolari, ma è attività ordinata alla cognizione in generale e allafruizione in generale. La determinazione attuale e particolare avviene in seno ai rapporti eavviene come conoscenza di oggetti e come conoscenza della volizione di oggetti. La cogni-zione è costruttiva e progressiva (v. il capitolo della genesi delle idee), ed è tale per la potenzae per l’attuazione già avvenuta della medesima che è cognizione e volizione. Così si arriva

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alla definizione delle cose e alla cognizione dell’assoluto come idea e come realtà – Dio –.Ed è la conoscenza che guida la tendenza cioè lo esplicarsi della potenza, e non può essereche la conoscenza; giacché la stessa volitività se non si fa cosciente nella cognizione attuale, ècome se non fosse. Sto bene. Vado alla Cattedrale. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 265, c. 67)

284.

Piazza Armerina, 25 novembre 1929

Carissimo fratello,ricevo a momenti la tua del 19 e col piacere dell’inattesa. Mi duole però sapere

che lavori con fatica. Smetti per un po’, e non forzare la macchina. Te ne prego. Quel chetu mi scrivi è giustissimo. Non è però il problema che io ti ho proposto. Io pongo così ilmio problema, che poi non è problema ma quistione, direi, di tattica. Si parla di filosofiadella storia, e di S. Agostino e Bossuet che ne trattarono per i primi, e s’intende con que-sta parola indicare la ricerca della legge che guida il divenire storico e del piano divino cheesso attua. Lo so; questa legge è questo piano, come scrisse SS. è la stessa umanità, la stes-sa libertà, la stessa storia. E ciò è filosofia. Ma io non posso cancellare quel che altri hascritto e altri ripete; devo dunque confutarlo. È il tuo punto di vista che approvo. Madevo anche valutarlo. È un fatto? Ha un valore? Certo che sì. Ed io a chi cerca la legge,rispondo che fa, senz’altro, storia, che è filosofia; ed a chi cerca il piano divino, rispondoche, se lo cerca nella storia simpliciter anch’egli fa storia che è filosofia; se poi lo cerca nellarivelazione, fa anche della storia, ma fa della storia che è teologia. Con forme più sinteti-che, dirò che i primi fanno la così detta filosofia della storia, i secondi fanno la così dicen-da teologia della storia, e questa fecero S. Agostino, Bossuet ecc. Sto bene. Ieri ho finito ilmio lavoro sull’educazione, rimasto in tronco pel sopravvenir del caldo. Son in tutto diecicapitoli. La rivista esce il 15 dei mesi pari. Però il fasc. di dicembre è già pronto e sperouscirà presto. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 267, c. 70)

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1930

285.

Piazza Armerina, 14 maggio 1930

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 7, e a momenti ricevo quella del 10. Ieri ho letto la prima

azione – gli angeli – d’un fiato. La prima parte è meravigliosa. È un poema. È dramma-tica sin dalle prime battute. Osservazioni. La rivelazione di Dio la modificherei, perchéle luci dicono qualcosa al teologo, nulla agli altri; ma al teologo non dicono che unconcetto, una non poesia. Mi lascia perplesso il supporre gli angeli per un tempo prividella cognizione di Dio. Perché questa ipotesi? Non sarebbe meglio supporre unacognizione non intuitiva, ma concettuale, in un periodo d’ordine e amore, in un nasce-re e crescere l’ambizione di grandezza maggiore, ecc. ecc.? La seconda e la terza partenon hanno azione, cioè, non hanno dramma, pure avendo non piccole bellezze. Tu deviaverlo sentito, perché si avverte lo sforzo di creare il dramma, che resta vano. Tu finiscicon ricorrere alle trombe e dare a Michaël una spada. Ma no, non occorre ridurre gliangeli a guerrieri umani. Occorre trovare un concetto animatore che metta questa partedel lavoro alla pari con la prima. Angeli affaticati, no. Io penso angeli che si dominanoa vicenda con l’influsso del pensiero e della volontà. E porrei meno gioco di nuvole eluci, che sono un espediente. Il prologo è più bello nella prosa che nei canti. I canti sonanalisi. Il prologo vorrebbe essere una sintesi, un canto dei canti. Sto bene. Abbracci econgratulazioni

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 1)

286.

Piazza Armerina, 16 maggio 1930

Carissimo fratello,nella tua del 7 tu dici circa il problema della filosofia della storia97 che ci divide

una sfumatura. No, non ci divide nulla. Solo si tratta di atteggiamenti del mio pensierocirca il problema in particolare. Del resto devi tener presente che la postilla fu scritta oltredue anni fa. Circa il problema della prova dell’esistenza di un Dio personale aspetto ilpromesso libro. Però nel Neo-sintetismo c’è abbastanza la risposta. Ieri lessi la seconda

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97 M. Sturzo, Della filosofia della storia, in «Rivista di Autoformazione», marzo-aprile 1930, pp. 106-140.

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azione, anche questa d’un fiato. Mi piace di più, benché non abbia la potenza della primaparte della prima azione. Penso che potrà acquistarla con non troppo lavoro. Tu fai Ada-mo troppo presto sapiente (e fai gli angeli da principio troppo poco sapienti). Sarebbeforse bene mettere in luce i primi momenti del primo uomo, che dovettero essere tipici,di ingenuo cercare e ingenuo trovare, trovar piccolo come contenuto, forte come impres-sione. Poi porrei l’infusione della scienza. Leverei la rassegna degli esseri. Nella secondaparte colorirei di più e più a lungo il processo di tentazione. Porrei antitesi tra la donna el’uomo; l’una desiosa di sapere, travagliata sempre più dalla passione di sapere; l’altrodesioso d’obbedire. Quando il parossismo d’Eva fosse al colmo, chiuderei la parte e nondescriverei la colpa, che è prosa. Nella terza parte supporrei avvenuta la colpa e creerei ildramma di Adamo ed Eva, memori, e di Caino implacabile coi genitori per la colpa e nonrassegnato al mistero. Chiuderei (senza mostrare l’atto fratricida né il cadavere) descriven-do Caino dopo la colpa. A me la terza parte pare povera, fredda e fuori tono. Niente idil-lio. Sto bene. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 2)

287.

Piazza Armerina, 19 maggio 1930

Carissimo fratello,ricevo la tua del 15. Che dolce sorpresa! Infatti non l’aspettavo. Riceviti i miei

fraterni auguri pel 36° del tuo sacerdozio. Stamani ho celebrato per te, Nelina e me,vivendo un momento di comunicazione spirituale soavissimo. Così il buon Dio ci uniscain Cielo. Ti ho già scritto il mio giudizio sintetico sulle due prime azioni. Spero leggere lealtre in settimana. La maggiore difficoltà è trovare due ore libere per una lettura comple-ta, così necessaria a un giudizio coerente, ed anche a sentire il gaudio del momento esteti-co che qui è anche momento di fraterna gioia. Secondo me queste due prime azioni songià impostate in visioni estetiche solide. Domandano solo (più la prima, meno la secon-da) una rielaborazione parziale. Preferisco parlartene nelle cartoline, perché un giudizio aconto suo forse mi tirerebbe nelle pedanterie scolastiche dove non voglio andare. Qui mitrovo come in casa mia in terraferma, nella realtà. La forma, come tono sintetico, è benfusa e ben intonata. Il convegno se si farà, sarà fatto in modo che non muova dal neo-sin-tetismo ma a questo conduca. Io resterei nell’ombra. Questo è già stabilito. Te ne scriveròa cose più concrete. Non ho ancora avuto il tempo di leggere l’art. su S. Tommaso. Andròin s. visita fra giorni. Gilson mi interessa non pel modo come dice, ma per quel che dice eper le note98. Insomma m’interessa, perché mi rende possibile un migliore studio di S.

191

98 E. Gilson, Introduction à l’étude de St Augustin, Vrin, Paris 1929.

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Agostino senza la fatica della lettura delle opere del Santo. Di queste io conosco le Confes-sioni e il De civitate Dei. Sto bene. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 3)

288.

Piazza Armerina, 21 maggio 1930

Carissimo fratello,ieri fu la volta della terza azione, che lessi con mistico raccoglimento. C’è meno

dramma, ma più interiorità e coerenza di parti, e più d’originalità. Parmi però che l’elabora-zione espressiva sia stata fatta in un periodo di stanchezza. In rapporto alle due prime, è assaipiù breve e meno nutrita. Si direbbe che è l’embrione del lavoro pensato e atteso. La formami è parsa un po’ negletta, e senza numerosità metrica o musicalità che dir si voglia. Iomodificherei l’atteggiamento d’Isaia. Invece di rappresentarlo veggente, lo rappresentereinarrante la visione avuta poco prima. Così potrebbe animarsi meglio la scena, che per sé, èbella. Leverei la figura d’Abramo (Israel). Quella parola a Caifa storicamente disturba.Volendo, lascerei l’apparizione, senza determinare il personaggio, ma certo leverei Caifa, cheè troppo storico, e metterei un personaggio ideale. Leverei Pietro e Giovanni. Eviterei il dia-logo tra Maria e Cristo. In generale eviterei tutte le parole dirette della scrittura provenientida Dio, tanto qui quanto nelle altre azioni. Riescono sempre sgradite e prosastiche; e non sodirne il perché. Bellissima la chiusa e di grande effetto. Quanto al metro, qui si desideraqualcosa che faccia sentire l’elegiaco. Non discuto sul genere, perché è affare di gusti. Solovoglio dire che si desidera che anche il verso pianga, cioè, che abbia altra musicalità. E bastaper ora, anzi forse è stato troppo. Il vero critico è l’autore stesso. Sto bene. Il tempo si man-tiene fresco. Il convegno, se si farà, non avrà per niente carattere eccl. Adesioni di professoridi università ce ne son già parecchie. Ma ancora son progetti. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 4)

289.

Piazza Armerina, 23 maggio 1930

Carissimo fratello,ieri lessi la quarta azione. È la più bella. Credo che sia stata pensata prima delle

altre. Certo è più ispirata. Anche la forma ha più consistenza e musicalità. Le osservazioniche ora faccio, son di poca importanza, perché riguardano accessori. I tre santi vegli nonfanno quasi nulla. Occorre rianimarli parecchio. Il portento della ridonata giovinezza

192

Page 200: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

disturba. Occorre levarlo. La vergine, come rappresentante degli eletti o dei costanti, èquantità quasi invisibile. La fine del mondo senza un periodo di ritorno a Cristo o una largaschiera di costanti, che escono dai nascondigli e tornano a vita collettiva apertamente,disturba la sensibilità della fede in Dio. La quarta parte è troppo pacata e troppo sommaria.Ho letto l’art. di Gorce Neo-Thomisme99 etc. Invano ho cercato l’importanza segnalatami. IlGorce è uno dei tanti che non capiscono che S. Tommaso va considerato nel processo e nonnella statica. Il processo infine il superamento. È quel che Gorce non ha visto. Esso ci vor-rebbe tout court rimenare alla psicologia della prima secundae. Oh poveri noi! Insomma perme non mette il conto cercare aiuto dai fossili e semi fossili. Ho fatto subito scrivere pelPapafava100. Son però convinto che non varrà granché. Lo desumo dalla stessa bibliografia eda altra recensione letta giorni fa. La ragione messa in evidenza dai recensori è che se fossecome dice Gentile, tutte le filosofie sarebbero vere. Occorre avere il cervello di legno per dirtali superficialità e prenderle sul serio. Sto bene. Abbracci e congratulazioni

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 5)

290.

Butera, 26 maggio 1930

Carissimo fratello,stamani ho lasciato Piazza Armerina. E ora sono a Butera in visita. Ci starò, a

Dio piacendo, una intera settimana. Tu mi scriverai sempre a Piazza Armerina. Ripensan-do alla tetralogia, mi avvedo che essa mette in vista il male delle cose create. La cadutadegli angeli e del primo uomo, la prevaricazione dei tempi dell’anticristo; e in fine il giu-dizio. Ma non sarebbe più bello e meno legato alla tradizione ascetico-artistica, metter inevidenza il bene? Io poi alternerei tutte le espressioni arroganti di Lucifero, e così alterna-te, ci metterei sempre il senso dell’insoddisfazione delle infelicità, del rammarico d’averperduto il bene, ecc. Io dico così per dire. Il poeta e solo lui, saprà fare e trovar la via aldefinitivo. È il pomeriggio. E non è l’ora più adatta pei miei occhi. Scrivo però per non tifar desiderare le mie nuove. Sto bene. Sento le gioie dell’apostolato diretto. Ho bisogno dipreghiere. Tu mi accompagnerai con le tue. Ti ho spedito Il Confortatorio di Martini101 eil Vico, La Scienza nuova. Assicurami della recezione. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 6)

193

99 M. Gorce, Neo-thomisme et simple philosophie, in «Revue apologétique», marzo 1930, p. 287.100 Nella lettera del 19 maggio 1930 Luigi aveva chiesto a Mario di procurargli il libro di Novello Papa-

fava, L’idealismo assoluto, Ed. Athena, Milano 1930. Su N. Papafava cfr. vol. II (1929-1931), p. 249, nota 6.101 Su Luigi Martini, Confortatorio di Mantova negli anni 1851-52-53-55, 1870, cfr. vol. II (1929-

1931), p. 219, nota 1.

Page 201: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

291.

Butera, 29 maggio 1930

Carissimo fratello,ricevetti la tua del 22. Oxford potrebbe davvero attirarmi, se non ci fosse l’im-

paccio della lingua. Spero poter mandare una relazione. La tentazione e la caduta di Ada-mo, come già scrissi, io la leverei. Noi non abbiamo più gli elementi psichici per appas-sionarcene. La tentazione d’un pomo, che dramma può suscitare? L’incantesimo cheprende Adamo, può far pietà, come un fato, ma non più che questo. Io ritengo che lamusica non potrebbe dar quel che alla scena manca. Io spiritualizzerei la scena. Porrei inEva l’ossessione crescente per la scienza del bene e del male; dico per la scienza, e non pelpomo. Farei comunicare Eva con Adamo, e creerei il dramma fra loro: l’una sempre piùsuggestionata, l’altro sempre più preoccupato per lo stato di Eva. Poi parmi Eva sola. Unsoliloquio potente di contrasti; però sul punto di arrendersi farei calar la tela. Così l’attodel prender il pomo e portarlo alla bocca, che è prosastico e per noi ripugnante, verrebbesottinteso. Io penso che si potrebbe fare una, anzi, più scene di effetto. L’effetto che ora sicava è di dispregio per Eva e per Adamo, i quali giocano il bene proprio e dell’umanitàcosì prosasticamente, vilmente, stupidamente. Sto bene. La s. visita procede molto bene.Butera è una parrocchia modello. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 8)

292.

Butera, 1 giugno 1930

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 25 maggio. Se potessi mandarti un po’ di questo nostro

sole! Noi ne abbiamo fin troppo. Circa Isaia io non parlavo di narrazione storica, ma dram-matica, per es. com’è drammatica la narrazione che S. Pietro fa della sua colpa all’Ostria-no102 nel Quo Vadis. Isaia veggente (anche musicalmente) è meno drammatico di un Isaianarrante, se la narrazione sarà risoluta in dramma e serberà un che di visione, un che diincomprensione, un che di mistero. Il Vico me lo avevi chiesto un anno fa, ma tu veramentevolevi l’edizione di Laterza. Non ti avevo ancora spedito il fasc. della «Scuola Cattolica»,perché non mi sapevo risolvere a pensare che davvero l’art. di Olgiati potesse interessarti.Olgiati non fa che riesporre l’argomento scolastico del motore immobile. Tu prendi sul seriole note bibliografiche dell’«Osservatore Romano». Di questi giorni i giornali cattolici invei-scono villanamente o almeno stupidamente contro B. Croce per un volume di cose manzo-

194

102 Cimitero cristiano sulla via Nomentana.

Page 202: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

niane. Io ho letto sull’«Avvenire d’Italia» due articoli non so se più sciocchi che petulanti. Èuna pena e una vergogna. Ieri ho fatto una conferenza su S. Agostino. Spero cavarne un arti-colo per la rivista. Sto bene. Domani, a Dio piacendo, tornerò in sede. Ormai fa caldo e nonsi può più far visita. Qui però è proceduta molto bene. Ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 9)

293.

Piazza Armerina, 4 giugno 1930

Carissimo fratello,eccomi in sede. Sto bene. La s. visita a Butera è andata molto bene, perché c’è

un parroco che l’ha organizzata a dovere. Al ritorno mi fermai un po’ nel bosco di Cimia,bosco di quercie sugherifere. Com’era delizioso star all’ombra di quegli alberi belli! Notaiperò che una enorme quantità di bachi da sughero salivano pei tronchi in cerca dellafoglia da divorare. Torno alle mie osservazioni. Tutta la Tetralogia come ti scrissi, ha delpessimismo. E invece occorre (pare a me) metter in buon rilievo il bene. Sopra tuttooccorre levar a Lucifero quell’aria di rivale che disgusta, perché non è né vera né possibile.Egli deve sentire la mano di Dio ed avere il convincimento che è lotta vana (ed impari) lasua. Il dramma se ne avvantaggerà, perché vi si sentirà il peso dell’infinito, che certo non ècome l’antico Fato, ma è certo dinamico. Occorre non contare sul simbolismo, il quale intanto è arte, in quanto non è simbolo. Su ciò son come Croce. I tre vegliardi della quartaazione non dicono nulla perché si risolvono in simbolo. Certo non è necessario vedere ilcampo degli eletti; ma certo è necessario saper che c’è. La vergine è non solo un simbolo,ma un simbolo che si esaurisce. Del resto questo è il tuo concetto, l’esaurimento dellachiesa. Credo che sia errato anche teologicamente. Fo punto, perché lo spazio manca.Prega per me, come io prego per te. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 10)

294.

Piazza Armerina, 7 giugno 1930

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 3. Potenza può ora venir tradotta nella parola faculté: “l’uo-

mo, essendo conoscente teoretico” in “conoscente logico” ovvero “avendo la conoscenza idea-

195

Page 203: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

le”; “fisologicità, sinteticità, fisicità” possono diventare “ragione fisiologica, ecc.”. Godo poinel sentire che la traduzione è stata fatta e con buon garbo. Grazie delle tue congratulazioniper me e pel buon parroco Scarlato. Circa l’articolo su S. Tommaso io voglio dire che nongiova ai fini d’un vero progresso della filosofia, perché in fondo resta tomista. L’autore biasmal’atteggiamento eccessivo di alcuni, ma riafferma l’antiveggenza totalitaria di S. Tommaso.Circa la Tetralogia, io non ho detto che occorre levare il contrasto (come potevo dirlo?) mache occorre dare più luce e sviluppo all’elemento del bene. Così com’è, apparisce pessimista.Sopra tutto io ritengo che Lucifero non debba mai venir atteggiato a rivale di Dio. E sarà piùdrammatico un Lucifero ribelle, consapevole della propria impotenza, infelice e consapevoledella propria infelicità. Così nella quarta azione, io non voglio lo spiegamento del campo delbene, ma la limitazione (sentita) della ribellione, affinché non apparisca totale. I tre vegli sontre simboli, e perciò non hanno dramma. Son tre ombre. Sto bene. Sabato 14 terrò ordina-zione, a Dio piacendo. Promuoverò sette al sacerdozio. Ho in mano il Papafava. Dalle primepagine vedo (o parmi) che è un libro molto superficiale. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 12)

295.

Piazza Armerina, 10 giugno 1930

Carissimo fratello,a momenti ricevo la tua del 6. Godo assai nel saperti in buona salute. Sto bene

anch’io. Abbiamo avuto una settimana di gran caldo. Oggi è di nuovo primavera. Circa laTetralogia le mie osservazioni sono artistiche e dottrinali. È dottrinale l’osservazione circail pessimismo. Ma pessimismo si trova anche nella tradizione-leggenda. Che perciò? Itempi dell’anticristo saranno vero imbestiamento dell’uomo? Io ritengo di no. Quando laS. Scrittura tocca certi tasti, lo fa a volte con colori forti, che rispondono alla mentalità dicoloro a cui la parola fu prima indirizzata. L’uomo mai si perverte intero, e sempre serbadella spiritualità e della giustizia. Quando si parla di pervertimento come intero, ciò si fain ordine alla salvazione eterna. Circa i simboli ripeto che per me son arte per quel chesono, non per quel che rappresentano. Sulla scena simboli non immediati, cioè, simboli-simboli, non ce ne devono essere. A me pare che, dato l’ingegno dell’autore della Tetralo-gia si abbia diritto d’aspettarsi delle coraggiose innovazioni. Il caso del viaggio di Dante èdiverso. È un viaggio, descritto come tale, ma con leggi proprie, che la mente accetta.Che poi sia un viaggio simbolico, questo non riguarda più l’arte, cioè, la poesia, ma laprassi o modale. Tutto quel che su la Tetralogia ho scritto, è ispirato a questi principî, a cuinon vorrei mai mancare. Sta sano e prega pel tuo affezionatissimo fratello

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 13)

196

Page 204: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

296.

Piazza Armerina, 13 giugno 1930

Carissimo fratello,un po’ in fretta, perché son occupato: domani ci sarà la s. ordinazione di sette

sacerdoti e due suddiaconi. Affinché io possa con profitto rileggere il tratto a cui tu ti rife-risci, devi precisare lo stesso tratto e trascrivermi la mia osservazione. Però tu devi tenerpresente quel che altra volta ti ho scritto, cioè, che le critiche degli altri, in arte o per l’arti-sta-autore, devono considerarsi come causa occasionale di riflessione. Se l’artista non sentein sé la ragione delle correzioni e le stesse condizioni, guasta, come guastò Tasso. Io poi,più che ai minuti particolari, ho badato all’insieme. Ora nell’insieme, come più volte ti hoscritto, c’è prevalenza dell’aspetto della colpa e dei colpevoli, come se il male accusasse Diod’impotenza e non fosse mistero almeno in parte. Io penso che si avrebbe dottrina più verae poesia più drammatica, se, invece di umanizzare i vari drammi, si ponessero nella lor veraluce, dove il fondo di mistero farebbe il meglio del contrasto drammatico. Tu sei nell’ordi-ne d’idee tradizionale con tendenze simbolistiche. Io vorrei che reputassi tal modo di vede-re, come sorpassato o da sorpassare. Sto bene. Abbracci e preghiere. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 14)

297.

Piazza Armerina, 16 giugno 1930

Carissimo fratello,questa ti reca i miei più affettuosi auguri pel tuo onomastico. Circa quanto mi scri-

vi nella tua dell’11, non posso che ripetere il già detto. Io proprio discuto sulla catastrofe, chetu prendi per punto di difesa, nel senso che mi ripugna che Dio ponga fine al mondo, quan-do più non ci sono nel mondo anime che lo amano. Mi ripugna anche per fede. S. Paolodice: “Noi che viviamo, che resteremo, non morremo, ma andremo incontro al Giudice esaremo sempre con lui”. L’arte segue il concetto. Tu poni un concetto quando invochi il sim-bolo, di fatti non invochi, se non quel che tu stesso hai posto. Ora per avere altro tono d’arte,occorre spostare il concetto. Ciò dico per tutta la tetralogia. Né c’è da temere che manchi ildramma. Anzi io credo, come pure ti ho scritto, che dramma ne potrà esser di più. Ciòdipende dal genio creatore e drammatico del poeta. Sabato ci fu la s. ordinazione, solennissi-ma e affollatissima come mai. Durò ben tre, ma furono ore di santo gaudio e profondo e rin-corante. Pel libro di Parodi scriverò io direttamente. Aspetto il modulo di adesione al Con-gresso di Oxford. Sto bene. Ti rinnovo e ripeto gli auguri onomastici e ti abbraccio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 15)

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Page 205: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

298.

Piazza Armerina, 19 giugno 1930

Carissimo fratello,è il giorno della più soave delle processioni. Ti scrivo con l’anima intenta al

gran mistero. La tua del 13 mi dà l’occasione di tornare su d’una quistione già discussacon te, ma senza accordo. A proposito della frase di Croce – che la Chiesa non si vuolestoricizzare – e a proposito d’un mio articolo sulla mia rivista, tu combattevi questo con-cetto (cioè, dello storicizzarsi degli uomini o non storicizzarsi), perché – dicevi – anchechi non segue una corrente, influisci in quella, sia pure negandola, e con ciò si storicizza.Ora nella tua cartolina leggo le seguenti frasi: “In generale tutta la filosofia francese è fuo-ri della corrente storicista e di una concezione storica adeguata”. Ciò, secondo me, valequanto dire che i filosofi cattolici in Francia non si storicizzano. Posso dare questo sensoalle tue parole, ovvero, debbo credere che siano uscite dalla penna senza proposito diesprimere quel che io vi vedo? La risposta m’interessa, perché m’interessa il problema. Ioallora recavo l’esempio (tra gli altri) dei filosofi italiani cattolici che per dirla con le tueparole “sono ancora fuori delle correnti di pensiero”. Sto bene. Il tempo è mitissimo, anzifresco. Da tre giorni piove nel meriggio. Oh la pioggia in estate! Leva la polvere delle vie eraddolcisce la temperatura. Ho ricevuto il libro di Le Roy103. Ora mi preparo per la fun-zione. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 268, c. 13)

299.

Piazza Armerina, 7 agosto 1930

Carissimo fratello,rispondo subito alla tua del 1° ricevuta ier sera. Ti seguo nel tuo metodo. Pre-

metto che per me è essenziale che il lavoro non abbia colore pessimistico. Pensa, non aGeremia, ma ad Isaia. Pensa a S. Paolo costruente e non a l’eresia demolente. Circa il sim-bolo io sto con Croce e son convinto incrollabilmente. Il simbolo dev’essere dramma epoesia, lo stesso dramma e la stessa poesia, e non estraneo. Achille è un simbolo di questi.Lui sotto la tenda, i greci non fanno un passo avanti: lui il campo, è la vittoria. Io darei alsimbolo dell’anticristo un carattere più umano, non nella figura, ma nell’azione. Levereila fonte e tutto ciò che sarebbe troppo seducente e sconvolgente. Leverei le nozze e la spo-

198

103 E. Le Roy, Le problème de Dieu, L’Artisan du livre, Paris 1929. Luigi ne parla per la prima volta aMario il 5 aprile 1930, cfr. vol. II (1929-1931), p. 230, nota 1.

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sa. Farei un’azione come quella dei riformatori seducenti. E vi darei solo il colore di tenta-tivo che si vuol affermare dalle masse aderenti, e non si può, perché vi contrasta altra for-za. Questa forza la farei erompere per l’apostolato e santità di Elia, per esempio. Eliasarebbe il dominatore antitetico. Egli vorrebbe rianimare il campo dei buoni e spingerloall’ordine e alla normalità. Ma nemmeno lui dovrebbe riuscire. Tutto il mondo dovrebbesentire che non si riesce, che è la fine. Catastrofe di là, il placido sonno dei vegli di qua.Poi il giudizio. Sto bene. Aspetto la tua controrisposta

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 17)

300.

Piazza Armerina, 17 agosto 1930

Carissimo fratello,rispondo subito alla tua del 12. “La fine è statica, fatalistica, non umanamente

volitiva, perché divina”. Così tu dici. Questo che fa? Tu stesso, parlando della storia, haidetto, che il divino nella storia, si storicizza. E tutto si storicizza quel che conviene nelmondo, tranne che, quando interviene Dio in modo speciale, abbiamo lo straordinario.Ma questa è filosofia. Invece la tetralogia è arte. La quarta azione si svolge come azione,strana, se vuoi, ma azione; la quale è drammatica da parte dell’anticristo, ed è nulla da par-te dei tre vegli; dico: nulla come azione drammatica. Vedi, io mi pongo nella platea: tu for-se nel terzo cielo. Ed io discorro di equilibrio artistico di quello che il poeta ha creato. Laquistione dell’allegoria, c’entra, anzi è essa che dà la chiave della soluzione. Lo spettatorenon vuol sapere quel che si asconde sotto il velame de li versi strani; egli bada a ciò chevede. Son sul tuo piano e ti segue; tu però sei su d’un piano diverso da quello sul quale ticredi. Circa il pessimismo, io parlo da teologo. E perciò mi ripugna. Né credo che l’artista(cristiano) possa passar sopra al teologo. Circa il congresso ti scrissi già che per mancanzadi spazio (scusa magra) la mia relazione non fu stampata e mi fu rimandata. Sto bene.

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 19)

301.

Piazza Armerina, 29 agosto 1930

Carissimo fratello,ieri ti spedii raccomandata la relazione al congresso ecc. Alla quistione dell’otti-

mismo o del pessimismo do solo importanza relativa. Perciò ti scrivevo che io avrei preferito

199

Page 207: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

ispirarmi a Isaia piuttosto che a Geremia. Circa la quarta azione il mio pensiero è diverso. Iotrovo inefficace i tre vegli ecc. perché a me pare, che la loro azione non s’inserisce nella sinte-si del dramma, che così resta pessimistica, drammatica in se stessa. Qui noto che il drammache ha l’aspetto di svolgersi come lotta contro Dio, per me, non sta bene, perché (parlo soloper l’arte) così vero dramma non se ne crea, cioè, se mai, si crea il dramma interiore, l’auto-dramma. Estendo queste mie osservazioni a tutte le quattro azioni. Che fa a me che unacosa la dica un personaggio o molti? Tutto sta vedere se quella tal parola è nella sintesi o seresta fuori. Se resta fuori, è come le parole che si scrivevano come uscite dalla bocca di certefigure antiche. Circa la luce (simbolo della manifestazione divina) io osservo che essa nondeve esser né triangolo né altra figura, ma solo luce senza forma e simbolo. Circa il prologovolevo consigliarti a levarlo via senz’altro, perché la natura, senza l’uomo o altro conoscente,è muta, non ha né colore né suoni ecc. Sto bene. Nelina è ancora con te? Vi abbraccio.

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 23)

302.

Piazza Armerina, 28 ottobre 1930 mentre parte il treno inaugurale Piazza-Caltagirone

Carissimo fratello, ieri una festa di cartoline: tre in una volta. Grazie. Ed eccomi a te. Persisto nel

mio primo giudizio come critica. Circa la proposta, questa deve venir considerata come sti-molante. In arte ogni consiglio positivo è un pericolo. Dunque. Io leverei la scena del serpe,perché non rappresentabile. Son con te nel ritenere che tanto Eva quanto Adamo debbanoesser coinvolti dalla stessa tentazione. E tutti e due debbano lottare con la suggestione, e,anche, un po’ tra loro. Quando Eva cede e stende la mano, io chiuderei la scena senza aspet-tare la caduta di Adamo. Sia quel che sia, penso che uno stato di torpore, com’è nella stesuraletta da me, debba essere evitato. Esso sminuirebbe la colpa. Ora la colpa di Adamo è alta-mente tragica, per gli effetti sul genere umano tutto. A effetto tragico deve corrisponderecausa tragica. Per me la pena culminante e fremente è proprio questa. Sia resa tale nel fatto.Fo un passo indietro. Io sopprimerei il prologo. Senza l’uomo la natura è muta. Ora il cantodella natura sarebbe la umanizzazione della medesima. Alla creazione non devono precedereche pure tenebre. Scrivimi su Tetralogia tutto quel che senti di scrivermi. Sono tutto a tuadisposizione. Sto bene. Penso al mio monologo. Riattaccherò il filo a suo tempo. Tuo

† Mario

Ho ricevuto la rivista inglese.

(Cartolina postale, f. 458, c. 25)

200

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303.

Piazza Armerina, 8 novembre 1930

Carissimo fratello,ora che il prologo è messo a parte, non torno alla critica, ma solo ti comunico

un’idea che mi sta fitta come un chiodo. Per me il prima della creazione dell’uomo non èrappresentabile, perché non è pensabile. Sai tu cos’è il mondo fuori del nostro conoscere?Quando tu credi di rappresentare quel prima, tu rappresenti il poi. Ora io farei così il pro-logo (breve però). Farei cantarlo da cori di angeli. Essi canterebbero sulla natura che man-ca del suo compimento che è l’uomo. Canterebbero la luce, che ancora non splende, per-ché essa non splende che all’occhio, e splende come conoscenza teoretica-categorizzata,all’occhio dell’uomo. E canterebbero i servi ecc. ecc. La scena sarebbe fantastica, ma pos-sibile, cioè, avrebbe molto fondo di verità e molti elementi di una poesia con moltopathos. Circa la tentazione persisto nel mio concetto, che corrisponde alla tragicità deglieffetti. Ma poi io mi domando: è vero che Adamo non peccò come Lucifero? Il desideriodella scienza del bene e del male nell’essere simili a Dio, così divenuti, cioè, divenibili,come suggeriva la tentazione, non è orgoglio? E non è malizia, data la sapienza e santitàoriginaria? Dunque: o esprimere con tinte tragiche questo dramma d’anima o sopprimerela scena. Così io penso. Mando i libri a Malta104. Ho tante cose da scrivere sul mio pro-blema. Sarà per le prossime cartoline. Ora accenno solo al canone che chi scrive storia, sepensa davvero, la concepisce nel suo concetto della vita. Una storia senza un tal rapporto,non avrebbe senso, sarebbe eclettismo o scetticismo. Sto bene. Penso a te e prego per te. Iltempo è mite. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 27)

304.

Piazza Armerina, 20 novembre 1930

Carissimo fratello,questa ti reca i fraterni affettuosissimi auguri pel tuo natalizio. Rispondo alla

tua del 15, ricevuta ieri. Il passo dell’epist. a Timot. significa questo, che la donna, chepiù facilmente si lascia ingannare (sedurre) dev’esser soggetta all’uomo. Io ti consiglio dilasciar le ricerche positive perché il fatto è preistorico, e cercare senz’altro un’attuazionedinamica. Se a ciò non pervieni, ometti la scena. In quanto al prologo, non si tratta d’ir-

201

104 Un probabile riferimento ad una persona residente a Malta che nel 1930 aveva richiesto a Luigi gliscritti di Mario si trova nella lettera di Luigi del 6 novemre 1931. Cfr. vol. II (1929-1931), p. 562.

Page 209: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

razionalità (la parola è sciupata), ma di proprietà o meglio, improprietà. La natura nonpuò cantar la prossima comparsa dell’uomo. Il far ciò in arte è uno di quei mezzo pueri-li espedienti dell’arte stessa. Non ti secondo nelle digressioni circa il mio problema. Pri-ma aspetta che c’intendiamo sul punto essenziale. Ho letto la risposta acre di G. Zam-boni105. Per meglio intenderne il costrutto occorre leggere Sistemi di gnoseologia e moraledel medesimo, che ho in mano. Non mi pare che meriti troppa attenzione, perché sia-mo in un tomismo leggermente ritoccato alla periferia, identico al centro. Z. è separati-sta, cerca l’origine delle prime idee per astrazione; ammette come Mercier un processodi universalizzazione; poi – del suo – ammette che l’idea dell’ente nasca per una specied’autopercezione pel proprio essere. Che speri da tutto questo vecchiume? C’è moltaerudizione, molta professorità. E basta. Da Malta mi si scrive una bella lettera. La lette-ratura sarà – si spera – adattata al prossimo anno nel corso superiore. Sto bene. Pregapel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 29)

305.

Piazza Armerina, 21 novembre 1930

Carissimo fratello,circa la scena della tentazione io persisto nel mio concetto, che però forse un

po’ modifico. Dunque io colorirei vivamente la scena della tentazione di Eva (assenteAdamo). Il serpe non dovrebbe parlare, ma fissare Eva con occhi lucenti. Eva dovrebbesentire la suggestione ed esprimerla con parole ed atti, in un monologo-dialogo, comerispondendo al serpe e come parlando a se stessa. Tutto il quadro dovrebbe parteciparealla tentazione: vento, lampi, stridor di rami, ecc. Eva a mano a mano dovrebbe entrare inistato di esaltazione pel desiderio della scienza e per l’ambizione della sua divinizzazione.Al punto culminante Eva dovrebbe cogliere il frutto e gustarlo. E dovrebbe, ciò fatto,entrare in uno stato d’insonia fremente. Qui entrerebbe Adamo, che verrebbe come inve-stito da Eva e da tutto l’ambiente. Adamo dovrebbe opporsi e nel tempo stesso sentirsiinvaso. Ma Eva nel suo furore non adurebbe ragioni, e assalirebbe Adamo con più passio-ne. Nel punto più drammatico uscirebbero dalla scena come per gesto spontaneo, che litrascini in là. E qui io troncherei la scena. E così sarebbe più efficace. Il mio è relativismomeglio del tuo, perché esclude la provvisorietà, che è scetticismo, e pone la parzialità nellaverità. Quando io dico che siamo d’accordo, io sorpasso tutti i problemi accessori, episo-

202

105 G. Zamboni, Percezionismo immediato e realismo critico, in «Rivista di filosofia neo-scolastica», set-tembre-ottobre 1930, pp. 339-370. Su Zambroni e la polemica contro Giulio Cantagalli cfr. vol. II (1929-1931), p. 361, nota 1, cit.

Page 210: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

dici, relativi, e mi fermo al problema centrale. Zamboni del suo Sistemi ... parla di con-quista definitiva, a cui aspira. Sto bene. Abbracci

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 31)

306.

Piazza Armerina, 1 dicembre 1930

Carissimo fratello,la tua ultima è del 24, ricevuta il 27. L’ultima mia è del 28. La spiegazione al

passo di S. Paolo, che io ti accennai, è del Crampon, autore molto serio. Certo a sugge-stioni meno realistiche soggiace più la donna che l’uomo. Questo nota S. Paolo. E tupotresti cavarne molto profitto, conforme quello che io ti scrissi sulla mia del 21. Se desi-deri leggere un buon libro su S. Agostino, ti manderò il Pincherle, ediz. Laterza106. Rice-vesti la fotografia del quadro del B. Bono, fatto da Vaccaro per questo istituto Salesiano?Se no, te ne farò spedire un’altra copia. Il quadro è derivato da una delle ultime fotografiedel beato, ed è quanto mai somigliante e ben fatto. Riceverai una biografia del prof. VicoNecchi107, che leggerai con piacere. Non ho ancora letto il libro che tu mi mandasti, cioè,il Le Roy. Sono stato stanco da mezzo agosto, né ancora mi son rimesso. Son periodi dellamia vita, che si ripetono. Pazienza. Tu prega per me. Son però lieto e contento di far lavolontà di Dio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 32)

203

106 A. Pincherle, S. Agostino di Ippona, Laterza, Bari 1930.107 Probabilmente si tratta del libro di F. Olgiati, Un maestro di fede e di vita. Vico Necchi, Vita e pensie-

ro, Milano 1930. Cfr. vol. II (1929-1931), p. 375, nota 1.

Page 211: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1931

307.

[London, Paddington], 28 marzo 1931

Casisitica

Come ti ho scritto, mi riservo di tornare sul tema della casistica in un foglio aparte. Qui solo noto che il punto centrale della nostra divergenza è se si dà passaggio daldubbio teoretico positivo al giudizio di probabilità. Secondo me non si dà. A propositodella guerra, mi sembra, che tu, nella cartolina del 21 (arrivatami ieri dopo giorni) mettiinsieme una questione teorica, (se può darsi giustizia da due parti: il che è assurdo in teo-ria) con l’altra che le parti possono ingannarsi o possono credere di avere probabilmenteragione (il che è anti-psicologico).

Il giudizio sulla giustizia della guerra psicologicamente si confonde con il giudi-zio della necessità-utilità della guerra.

[Luigi](Minuta di lettera, f. 271, c. 51)

308.

Piazza Armerina, 7 settembre 1931

Carissimo fratello,sabato celebrai la messa per l’anima del povero Lugan. Domani è la Bambina.

Come ricordo le soavi feste che facevamo nel seminario! Anche ora festeggiano la nativitàdella Madonna al modo antico. Nelina mi ha scritto e mi ha dato le tue nuove. A casa,caro fratello, andrò per qualche giorno solamente. Di più non è possibile, perché ci soffroassai. Tu non mi comprendi. Del resto tu non ti rendi conto della realtà. La nostra patria,a cui sono legati i nostri affetti e le nostre memorie, dopo 28 anni, dove la trovi? C’è lasorella. Ma essa verrà da me, e sarà meglio. Ho letto un antico libro di Don Clementi Dairicordi di un prete caporale - 1904. Buon libro e utile. Sto leggendo del medesimo Gli ottobeati tonchinesi - 1906. Mediocre. Lessi il libro sulla Staël di Meuccio Ruini, di cui sioccupò «La Critica». Suggestivo. Interessante. Tu vuoi qualche libro? Scrivimi liberamen-te, che mi fai sempre piacere. Sto bene. Il tempo è buono: serenità fresca. Troppa serenità,nociva alle campagne. Non piove dai primi di giugno, né si vedono nuvole. Ma il cieloora è bello: turchino come mai, come qui non suol essere. Aspetto la tua per continuare ladiscussione nostra in modo più ordinato. Prega per me, come io faccio sempre per te. Sia-

204

Page 212: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

mo così vicini in Dio, che quasi ti vedo e ti sento. Mille abbracci. Tuo affezionatissimofratello

† Mario(Datt., Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione

Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I,Casellario Politico Centrale, b. 4980, fasc. 29392 “Sturzo don Luigi fu Felice”)

309.

Piazza Armerina, 11 settembre 1931

Carissimo fratello,scrivo con un giorno di ritardo, sperando che avrei ricevuto una tua da costà.

Invece ricevo «La Vie Catholique» con la data del 5. Godo del tuo arrivo e aspetto la tuacartolina che mi dia la possibilità di continuare le nostre discussioni, perché, come ti hogià scritto, ho stabilito di non fare come pel passato, ma di aspettare la risposta per torna-re su l’argomento. Sto bene. Il tempo è tornato caldo, ma son gli ultimi sforzi dell’estateche tramonta. Vedo che su «La Vie Catholique» c’è un articolo di M. Vaussard. Lo leg-gerò subito, anzi in parte l’ho letto, o almeno ho visto il tono. Ho anche visto la fisiono-mia di A. Lugan. Povero amico. Ma dimmi: l’articolo che io lessi in minuta, è presso di te,o fu consegnato? Amerei averlo come ricordo. Aspetto con ansia le solite cartoline, pienedi idee. Le ultime sono state, come la presente, care sempre, ma che lasciano un gran desi-derio di qualcos’altro. Prega per me, come io faccio per te sempre.

Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Datt., Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione

Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I,Casellario Politico Centrale, b. 4980, fasc. 29392 “Sturzo don Luigi fu Felice”)

310.

Piazza Armerina, 20 settembre 1931

Carissimo fratello,domani è il 42° anniversario del mio sacerdozio. Prega per me. Ho ricevuto la tua

del 15 u. Cosmo ha pubblicato la vita di Dante108. Vuoi questa? Se vuoi altra opera, che io

205

108 U. Cosmo, Vita di Dante, Laterza, Bari 1930.

Page 213: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

non conosco, indicamene meglio il titolo. Ieri fu l’anniversario liturgico (sabato-tempora)del mio sacerdozio, e celebrai per me e per te e per Nelina. Grazie degli auguri pel mioonomastico e della s. messa. Il can. Ciantro (ora) Luigi Caruso, ti ringrazia delle condo-glianze. I sonetti? Non li ho dimenticati. Domani, a Dio piacendo, vado per un giorno acasa a rivedere Nelina. Sto leggendo il libro di Pasquale Villari sulle invasioni barbarichein Italia109. Quanto mi piace! Avevo prima messo in lettura il Radl, Il senso della vita,romanzo già premiato dall’Accademia di Francia; ma dopo una trentina di pagine smisi.Era insopportabile. Sto bene. Una villeggiatura? Perché? A me non giovano le villeggiatu-re. A Roma mi tocca andare per la visita ad limina. Prega pel tuo affezionatissimo fratelloche tanto prega per te

† Mario(Datt., Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione

Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I,Casellario Politico Centrale, b. 4980, fasc. 29392 “Sturzo don Luigi fu Felice”)

311.

Piazza Armerina, 21 dicembre 1931

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue note al mio canto. Te ne sono gratissimo per l’affetto che vi

scorgo e pel bene che mi faranno quando tornerò al lavoro di lima. “Sfiora un sorriso”. Hairagione. Non si dice, o, almeno non trovo il modo registrato nei dizionari. Il sorriso sfiorale labbra. “Scarti – ai primi scarti” (sonetto I.B.III). E deve dirsi così – Passi – non avrebbesenso, lo scarto è, in senso proprio, un salto improvviso fuori via, in senso relativo, lo scar-to è uno sviamento improvviso, senza molta avvertenza, un inizio di sviamento. E poi laparola mi par bella. Circa l’intero sonetto tu mostri dei dubbi. A me è parso sempre unodei più riusciti. Infatti nella rielaborazione esso è rimasto quale era nella rivista, così pochialtri. Ti sarei grato, se volessi riesaminarlo in rapporto all’intero canto e in sé stesso.

Io terrò in gran conto quel che tu me ne scriverai. Circa il sonetto II del c. Isegni la frase “un non so, che”. Non indovino il perché Dante dice nel II del Purg. (poid’ogni parte sol esso m’appario – Un non sapea che….”. Segni anche la ripetizione del“come”. Anche qui vorrei che riesaminassi il sonetto. Qui io voglio dire che lo stato dispirito, che chiamerei “canto della vita” o semplicemente, “stato lirico” non è definitocome il canto espresso, il canto arte, ma ne è il principio. Sto bene, abbiamo gran freddo.Nella mia stanza, che è la più calda, oggi la temperatura è di 4 ½ sopra zero. Io ci godo.Grazie di nuovo e di cuore. Tuo

† Mario

206

109 P. Villari, Le invasioni barbariche in Italia, 4° ed., Ulrico Hoepli, Milano 1928.

Page 214: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Auguri affettuosi pel S. Natale.

(Datt., Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Sez. I,Casellario Politico Centrale, b. 4980, fasc. 29392 “Sturzo don Luigi fu Felice”)

207

Page 215: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1932

312.

Piazza Armerina, 18 gennaio 1932

Carissimo fratello,ieri fu giorno di s. ordinazione. Ecco il perché del mio ritardo. L’idea della rap-

presentazione cinematografica mi piace, perché son convinto delle difficoltà non superabi-li delle scene. Però non mi piace il consiglio di ridurre i drammi a oratorii. Sicché, in sinte-si, non mi piace nemmeno la prima parte. Io notai la difficoltà, e credo che te ne abbiascritto. Io modificherei la sceneggiatura. Il complicato non è elemento estetico da sé. Ma ionon mi so rassegnare alla scena della tentazione. Io la sopprimerei, perché la reputo nondrammatizzabile. Così non mi so rassegnare a un prologo che suppone assente l’uomo.Assente l’uomo, di umano non c’è nulla; mentre il prologo è umano, è, cioè, quel che l’uo-mo percepisce. Io per prologo porrei la creazione, che del resto, è il vero prologo: breve sce-na di ombre e luci e guizzi e visioni. Ma io dimentico che non sono io l’autore, e che, aipoeti specialmente, non si possono dare che consigli accessori. Sto bene. Domani, a Diopiacendo, vado a Gela, con una settimana di ritardo pel lutto del perduto seminarista. Dilà ti darò le mie nuove. Tu mi scriverai sempre qui. Ancora le riviste più importanti nonparlano del mio canto, né io di esso mi occupo. A Gela farò un discorso sul centenario efe-sino (in ritardo). L’ufficio della Maternità non si fa più. Lo vuoi? Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 34)

313.

[London, Paddington], 19 maggio [1932]

La tua del 14 c.m. riprende il tema della storia. Tu dici che il processo umano èla storia-vita; cioè identifichi il processo umano con la storia, perché identifichi la storiacon la vita. Ora il mio punto di differenza è che non tutto quel che accade nel processoumano è storicizzabile, ma solo quello che è risolvibile in coscienza di gruppo o sociale ocollettiva o coscienza storica. E non tutto lo storicizzabile si storicizza, ma solo quello chedi fatto si risolve in coscienza storica. Non facendo questa distinzione si arriverebbe adaffermare che sarebbe storico anche quel che del processo umano non si conosce né siperpetua.

[Luigi](Minuta di lettera, f. 273/2, c. 138)

208

Page 216: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

314.

[London, Paddington], 19 maggio 1932

A Mario

In questo momento finisco le correzioni della Tetralogia che spedisco alla tipo-grafia. Le ultime correzioni sono state più di forma e di lima che d’altro. Ne sono scon-tento e contento, secondo i punti di vista. Non mi pare di poter fare di più o meglio.Intanto l’edizione sarà utile per vedere se possibile averla musicata. Per ora è solo un Poe-ma drammatizzato e non per la scena ma per la lettura. Quindi sono permesse tutte learditezze che la scena non consente. Diverse persone che l’han letta mi hanno incoraggia-to a pubblicarla. Ora mi sono deciso. È un tentativo di poema religioso che potrà interes-sare una certa zona. Almeno lo spero.

[Luigi]

2 settembre 1932 inviata copia con dedica.

(Lettera, f. 458, c. 36)

315.

Piazza Armerina, 6 settembre 1932

Carissimo fratello,oggi la posta mi dà la dolcissima sorpresa della Tetralogia. La dedica mi ha com-

mosso. Ho visto la prefazione; ho dato una rapida scorsa al volume. Ho nell’anima lavisione multiforme: ne sento il dramma; immagino la musica; vedo l’effetto scenico. Èstraordinario. Fo voti che sorga il maestro che attui quel che in me in questo dolcissimoistante è sogno, anzi visione. Ora leggerò con calma, e ti dirò il mio parere critico. Oggi lacritica è assente: c’è l’ammirazione. Spero, anzi son certo, che il critico non lotterà col liri-co ammiratore. Anche il tempo coopera al mio stato d’animo: piove da più giorni, primacon dei tuoni lontani, poi tranquillamente. Oggi è sereno. È quell’inizio d’autunno, cal-mo, fresco, riconfortante, che ogni anno mi richiama ai sentimenti più soavi, alla volontàdi lavoro più ispirata, alla capacità recettiva già benevola e sempre lirica. Gli anni su que-sto punto nulla hanno in me modificato. Ed è tanto bello sentirsi con tali disposizionivicino a te che amo, congiunto a te con la stessa fede religiosa, con le stesse eterne speran-ze. La terra con le sue vicende sparisce; non vedo che il Cielo, il Cielo d’amoroso gaudioche risolve in amore tutti i sacrifizi della vita. Sto bene. Le vacanze volgono al lor fine. Fragiorni si riapriranno gli uffici e io tornerò al consueto lavoro non certo smesso, ma, atte-

209

Page 217: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

nuato nei mesi caldi. Nelina mi ha scritto annunziandomi il suo ritorno. Sto bene. Tiabbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 37)

316.

Piazza Armerina, 14 novembre 1932

Carissimo fratello,ho scritto subito pel libro. Per l’ufficio della Madonna di Loreto è stato scritto.

Ti son grato della messa celebrata pei miei oblati. Certamente abbiamo bisogno di pre-ghiere affinché la congregazione abbia da Dio le grazie necessarie. A casa ebbi in mano ilvolume delle poesie di Leopardi da te studiato e segnato. Ho visto con piacere come quasisempre i tuoi accenni son giusti; solo mi ha fatto pensare e meditare il giudizio che tu faidella Palinodia e della Ginestra110, ma più il primo che il secondo. Tu mostri di apprezzaremolto la Palinodia. Or questo canto non ha ispirazione né originalità. È una fredda satiradel moderno, prendendo a fascio, il bene e il frivolo; vuol esser quel che è il Giorno delParini, ma non ne è che la imitazione senza vita. La Ginestra è certo un bel canto. Io perònon ho mai trovato la ragione della sopra valutazione che se ne fa. Si reputa come l’iniziod’una poesia nuova, che restò inizio per la morte del poeta. Secondo me è quello che sonotutte le altre, il gemito dell’infelice che sente la sua e altrui impotenza di fronte alla natu-ra. L’appello alla solidarietà umana non è visione di civiltà nuova, ma la posa del Titano.È l’invito a lottare contro la natura. Sto bene. Abbiamo avuto giorni di gran pioggia enebbia, giorni oscuri che m’impediscono di prender la penna. Prego per te assai e ti augu-ro i gaudi della fede. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 313, c. 52)

317.

Piazza Armerina, 19 novembre 1932

Carissimo fratello,ho presente al cuore la sera del 26 novembre 1871 quando mi presentarono un

bimbo in fasce, sparuto, con gli occhi chiusi, quasi senza vita, e mi dissero: ecco il fratello.

210

110 Sul giudizio di Luigi sulle poesie di G. Leopardi cfr. vol. III (1932-1934), p. 163.

Page 218: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Di fratello mi avevano parlato da più tempo quasi destando in me desiderio e attesa. L’at-tesa mi parve delusa quella sera. Ed ebbi gravi sofferenze. Colsi nei discorsi di casa la fraseche il bimbo era nato in sette mesi. Ecco un problema che non giunsi a risolvere. Dopocirca cinque mesi da quella data, il fratellino che non era più né sparuto né inerte guarda-va fisso in un punto, e s’inquietava se alcuno vi si frapponesse. Che cosa guardava? Il cro-cifisso di ottone che stava al capezzale materno. E guardò a lungo né fu possibile distrarlosin che durò in lui tal istinto. E son passati 61 anni. Ed io ripenso a quelle due date e alpresente. Che cosa disse il crocifisso quel giorno al bambino? Che cosa sentì questo bam-bino? Forse future missioni e gioie e dolori e agglomeramenti e isolamento? Mistero. Tifaccio gli auguri e ti abbraccio

Mario(Cartolina postale, f. 313, c. 61)

318.

Piazza Armerina, 23 novembre 1932

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 18. Ed entro subito in argomento. Il Prologo. La poesia è

più nelle prenotazioni in prosa che nei versi. Il canto della natura è meno efficace di quel-lo degli angeli. A me pare che il poeta non sia riuscito a risolvere il suo pensiero in veraliricità. Sento un contrasto tra il momento lirico e il filosofico, o meglio, vi sento la sepa-razione, la non fusione, la non risoluzione. Secondo me occorrerebbe una nuova elabora-zione per ottenere il canto che non sia autocommento, ma puro canto che, nella unitàlirica renda il pensiero che il poeta ora ha espresso nella non fusione degli elementi. Ma èal posto un prologo? Ecco il mio vecchio problema. E che cosa prepara? O invece non faesso sentire o l’ingombro ovvero l’abbozzo. Giacché, come è concepito, vorrebbe piùampio sviluppo, e in tal caso uscirebbe dai confini d’un prologo. Come espressione delconcetto del poeta è breve e frammentario. Però rifacendolo, riducendolo a un canto liri-co unico, voce delle voci, espressione dell’universo, credo starebbe al posto e preparerebbele azioni. Sto bene. Son tanto occupato. Il tempo è oscuro, e ciò intralcia il mio lavoro.Prego per te e ti rinnovo gli auguri e ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 38)

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Page 219: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

319.

Piazza Armerina, 27 novembre 1932

Carissimo fratello,ieri celebrai per te e Nelina. Che il Signore vi conservi a lungo sani e felici.

Oggi mi limito a piccoli particolari. A p. 7 lin. 7 è detto “è tutto ritornare nel nulla”;invece deve dirsi “ritornerebbe”. A p. 14 il verso “la forza che percorre i spazi immensi” èuna negligenza. Occorre levare l’i o modificare il verso. P. 19 “I mondi che passeggian...”.Improprio e disgusta. P. 28 “Al Principe degli Angeli e dei Spiriti”. Nuova licenza cheoffende. Data la maniera liberissima di verseggiare, ogni licenza di tal genere, offende,perché mostra negligenza. Tanto più offende, quanto più il pensiero è alto e l’insieme bel-lo. Non vado oltre, tranne che tu lo voglia, perché penso che non è necessario. Ritengoche tu abbia dato poca importanza a tali nei. Io invece son di contrario avviso. Data laindiscussa importanza del concepimento e dell’attuazione, la forma va curata con ognidiligenza. E non bisogna abbandonarsi molto alla libertà del metro, ma questo deve servi-re degnamente il pensiero, che è altissimo e nobilissimo. Riceverai direttamente dallatipografia gl’inni. Ti ho fatto spedire l’ufficio della M. di Loreto. Sto bene. Prega per me,e credimi tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 40)

320.

Piazza Armerina, 1 dicembre 1932

Carissimo fratello,ho fatto lo sforzo di leggere con i miei occhi. Mi son avveduto d’aver preso un

equivoco udendo leggere, cioè, che il prologo facesse corpo a sé e fosse prologo di tutta latetralogia. Con questa scoperta il mio precedente giudizio in parte si modifica. Premettoche la prima azione, che dovrebbe, io penso, intitolarsi simpliciter “Gli angeli”, è unamagnifica concezione, grande, attuale che mette in centro il problema del creato e delCreatore, della ribellione (indipendenza della ragione) e dell’adesione, rapporto dellaragione umana, contingente, con la Divina, assoluta e provvidente. È un poema che hagli elementi per durare più a lungo d’un monumento bronzeo. La creazione messa in Pro-logo, è, per me, errore d’analisi. Disturba la compatta solennità, ora la credo nociva. Ma ilpoema, che è già stato bene accentrato credo che abbia ancora bisogno di lavoro. Moltaparte è bellissima, specialmente nel principio e nel mezzo. Ma mi pare che il dramma diLucifero ancora non si veda ben chiaro. Bella l’invenzione del pensiero di Lucifero, manon chiaramente preparata. A posto la lotta, lotta di pensiero, ma forse un po’ affrettata enon bene drammatizzata. Che la resistenza di Michele sia l’ostacolo alla vittoria di Lucife-

212

Page 220: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

ro mi sembra un mezzuccio. Tutto deve esser proporzionato alla poderosità del poema etutto deve apparire logico e naturale. Lo spazio manca. Continuerò alla prossima. Ora mirallegro con te assai e fo voti che voglia dar al tuo geniale lavoro l’ultima mano. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 41)

321.

Piazza Armerina, 4 dicembre 1932

Carissimo fratello,riattacco il mio discorso. Nella 1° azione quel che più mi ha fatto pensare è la rive-

lazione di Dio. Per me è il punto debole del lavoro. È il simbolo inserito dove è e si cerca azio-ne e realtà. È prosa insignificante che vuol essere espulsa come un germe di dissoluzione. Ciho pensato sopra parecchio e mi son convinto che un rimedio c’è e agevole. Nell’azione larivelazione di Dio non trova posto. Mettila dove vuoi, è sempre fuori posto. Allora credo chedebba andare nel prologo. Ed ecco che ti do ragione circa il bisogno di un prologo. Io lascereidel prologo la creazione. Apparsa la luce sopprimerei tutto il resto e in sua vece metterei l’ap-parizione degli angeli, tutti, i quali canterebbero non già un discorso, ma parole, come per es.Alleluia. Quindi Dio loro si mostrerebbe senza essere visibile agli spettatori. Dio si suppor-rebbe dalla parte degli spettatori, e solo si vedrebbe il fluire della sua luce. Gli Angeli si pro-strerebbero in adorazione. Scomparso Dio, canterebbero l’inno della riconoscenza e dellalode. Con questa modificazione, sarebbe agevole impostar meglio Lucifero. Io leverei il con-cetto di ribellione, lasciando solo quello di orgoglio che del resto lo implica. Similis ero Altiss.E leverei la sua azione di proselitismo. A lui aderirebbero quegli angeli che parteciperebberoal suo orgoglio. E svilupperei di più la parte di Michele, la antitesi, cioè, sudditanza e amore.Ribellione, volendo, sarebbe l’ultima parola di Lucifero precipitante. Sto bene. Sento la pas-sione della tetral. che vorrei veder menata alla sua ultima perfezione. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 42)

322.

Piazza Armerina, 8 dicembre 1932

Carissimo fratello,lessi i due articoli su «La Vie Catholique». Ora leggo le recensioni della «Civiltà

Cattolica». Voci amiche, benché non molto profonde. Ne godo vivamente e aspetto chisappia parlarne più degnamente. Continuo le mie osservazioni. P. 39-40 scena debole,

213

Page 221: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

forma negletta. P. 39 “Ho corso ecc.” non sarebbe meglio “Volai” anche per levare il con-trasto tra ho corso e nulla vidi o sentii? Nel cielo empiero io nulla: direi: dell’empiero unnulla. Dopo stella il punto e virgola non ci va; va dopo empireo. P. 56 Flebilmente. Direi:fievolmente. P. 63 Michelani. Dì: Micheliani. E così: luciferiani, come diciamo agostinia-ni, e non agostinani. Evaso. Metti altra parola. Mezza buia. Dì mezzo. P. 69 Discesiabbiam gli abissi. Discendere è neutro. P. 65-69. Fattura debole. P. 73 ne lo vieti. Forsemeglio me lo vieti. P. 76 nulla speranza i’ punge. L’i brutto e superfluo. A un certo puntomi pare che si accenni a morte. Ma gli spiriti non muoiono. Non comprendo la scena del-le Silfidi che, da sé presa, è graziosa. Mi pare fuori posto. Come mi par fuori posto l’ansiacreatrice in Lucifero, o forse non impostata bene. E per oggi basta.

Ti ho spedito Ventidue anni di martirio. Cominciai a udirne la lettura. Non lasopportai e smisi. È come un incubo, come una notte affannosa. Spero che tu abbia piùvirtù e vi possa trovare quel che io non vi ho trovato. Ricevesti gl’inni e l’ufficio dellaMadonna di Loreto? Sto bene. La tua ultima è del 29. Circa il prologo credo che ora sia-mo d’accordo. Prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 44)

323.

Piazza Armerina, 13 dicembre 1932

Carissimo fratello,rispondo alla tua dell’otto. Dacché al presente urge l’introduzione e il primo

capitolo più che la Tetralogia, lascio questa e passo subito a quelli. Però ho deciso di par-lartene nelle mie cartoline, perché mi manca il tempo di fare un lavoro a parte. Ho spera-to già da quattro mesi, ma invano. Il lavoro cresce e le forze scemano. Son già vecchio,caro fratello. Dunque farò come ho detto. Del resto avrò poco da dire. Comincerò con laprossima. Ora conchiudo le mie osservazioni circa la prima azione. Io persisto nelle mieidee espresse nelle mie cartoline. Una o due rivelazioni, non devono entrare nel dramma,ma lo devono precedere, cioè, devono formare il prologo. Senza questo presupposto, l’a-zione non ha senso, Lucifero non si spiega. Dico: non si spiega così come si mostra sindalle prime battute. Il simbolo è improprietà e prosa, è intellettualismo. La resistenza diMichele – di un solo – è un mezzuccio. Tu hai ancora l’animo pieno del tuo concetto enon sei – oggi – buon giudice. Gli angeli quanti erano? Milioni? Miliardi? Tu devi oppor-re massa a massa, come opponi capitano a capitano. E fo punto. Il libro di cui parla «LaVie Catholique» del Noble dev’essere interessante. Lo comprerò. Però non comprendocome tutto ciò che dice il recensore si trovi in S. Tommaso. Io conosco la prima-secundae.Quella mi pare altra cosa. Sto bene. Abbracci. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 46)

214

Page 222: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

324.

Piazza Armerina, 19 dicembre 1932

Carissimo fratello,sono in ritardo. Sono stato a letto con raffreddore, che ora è passato. La tua

ultima è quella del 12. Gli spiriti, prima della creazione dell’uomo, ignorano la lussuria. Ildiavolo è detto spirito di lussuria in quanto istiga l’uomo alla colpa sensuale. Oggi dovreiparlarti dell’introduzione, ma la tua cartolina a cui rispondo, mi spinge a dir qualche altraparola sulla 1° azione. Pare a me che ragioni logiche, teologiche e estetiche consiglino cheLucifero non si presenti come ribelle, ma come tendente alla somiglianza di Dio: uno sta-to che prepara la ribellione; perché, dato l’atto di ribellione, per lui non c’è più posto inCielo. Così pare a me che gli accenni di pervertimento sensuale siano fuori posto. E fopunto. Discendere ha anche le forme attive. Ciò dico correggendo la mia osservazione. Tiho fatto spedire il fascicolo di «Civiltà Cattolica» dove si parla della Tetralogia e un fogliodel fascicolo non ancora uscito, inviato a me come primizia, dove si parla di Il mio canto.Ho letto la vita di Marta di Noaillat111. È ottima come contenuto e come forma. Fa beneall’anima. Se la vuoi te la manderò, sicuro che la leggerai con vera gioia dell’anima. Tantifraterni auguri per le sante feste natalizie. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 48)

215

111 È Marthe Devuns in de Noaillat. Cfr. vol. III (1932-1934), p. 180, nota 1.

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1933

325.

Piazza Armerina, 26 gennaio 1933

Carissimo fratello,io penso che l’aspetto sociologico serva a mettere nella sua migliore luce la trat-

tazione storica. Il problema storico del trattato è di prim’ordine, e, credo, aspetta ancoralo storico che lo metta bene in centro. I nostri non fanno che povere apologie prive di unacoscienza storica. Spero che sia come penso. Ricevo una rubrichina di nove messe. Lepotrai celebrare in due mesi al fine indicatomi. La divisione non fu fatta in modo esattoper molte ragioni. Desidero, se lo credi, che mi dica se la hai ratificata così come fu fattaper quiete di mia coscienza. Io farò opere di religione, riserbando l’usufrutto a chi variserbato. Non so se mi sono spiegato chiaramente. Grazie degli auguri. Il 24 celebrai perl’anima del nostro santo genitore e per quelle di mamma e sorelle. Aiutiamoci con lemutue preghiere a salvarci. Io son già vecchio e ho maggior doveri di pensare alla poveraanima mia. Ma il Signore è buono. E spero nella sua misericordia. Sto bene. Lavoroquanto posso, e pel resto prego Dio che supplisca Lui. Ti abbraccio. Tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 314, c. 19)

326.

Piazza Armerina, 26 febbraio 1933

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 19. Preciso la data della tua ordinazione. Il sabato delle

tempora di dicembre del 1893 cadde il 23; il sabato di Sitientes del 1894 cadde il 10 mar-zo. Ho letto in «Rivista di Letture» un cenno sulla tetralogia firmato fm. Credo siaMeda112. Il cenno è breve, ma buono. L’hai visto? Il giudizio sulla prima azione dice quelche io penso, che questo ancora non ha raggiunto il suo vero impostamento. Ma merita illavoro necessario a tal fine. Circa la 4° credo anche io che il troppo fantastico non giovi.Ma penso poi, che cosa potrebbe dirsi di storico? Il giudizio sul Mio Canto che tu mi tra-scrivi non mi pare che abbia colto il valore del canto, cioè, il senso, perché non son tantoorgoglioso da riferirmi al valore estetico. Il mio canto non è, come tutti credono, una rac-colta, è un processo. È il pensiero che muove dai valori supremi (I) passa pei valori con-

216

112 Su Filippo Meda cfr. vol. IV (1935-1940), p. 373, nota 1.

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tingenti (II), si raccoglie nella intimità con Dio (III), rievoca l’alba della vita (IV), si fermaal tramonto della medesima e al fine (V). Né credo occorra molto sforzo per vedere chequesto è il canto. Tu che ne dici? Credi che il lavoro risponda al disegno? Sto bene. Dopo laneve e una temperatura interna di 4 gradi, oggi bel sole e tepore. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 51)

327.

Gela, 8 marzo 1933

Carissimo fratello,ricevo qui le tue cartoline rigiratemi da Piazza. Starò in questa, a Dio piacendo,

sino al 13. Poi ritornerò in sede. Il 5 feci solenne pontificale in questa matrice, nella inau-gurazione di un bel pavimento di marmo e una bella balaustra. Ieri feci una conferenzarelativa al fatto. Questa città spiritualmente si eleva d’anno in anno e in tutte le classi.Ormai quasi ci precede nel cammino del bene. Io sento tutto il gaudio dell’apostolato.Sto bene. E il buon Dio mi mantiene le forze. Ed io le consacro tutte a Lui.

Circa l’espressione “libertà del male” sono stato titubante. Certo non è felice. Manemmeno è felice l’altra “libertà del bene”. Per me la espressione propria sarebbe “libertàdella creatura” la quale espressione, così, non è poetica. Io leverei tale espressione o adopere-rei un giro di parole che esprima il concetto della possibilità del male inerente alla limitatez-za dell’uomo sino a che Dio non lo colma della grazia della sua potenza. Prego sì e volentieriper l’anima a te cara volata a miglior vita. Qui molti hanno letto la tetralogia. Il tempo simantiene bello e mite. Penso che a Piazza troverò daccapo l’inverno. E bisogna aver pazien-za sino a tutto aprile più o meno. Ti abbraccio e mi raccomando alle tue preghiere. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 53)

328.

Gela, 12 marzo 1933

Carissimo fratello,non ho tue nuove ma spero di trovarle a Piazza Armerina, dove a Dio piacendo

tornerò domani. Io sto bene. Il lavoro e l’aria marina in questi dieci giorni mi hanno tan-to giovato. E ne ringrazio il Signore. Torno a scriverti circa l’espressione “libertà delmale”. Secondo me la libertà non è un ordinamento a qualche cosa, ma è il potere d’auto-

217

Page 225: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

determinazione. Nell’Essere supremo la libertà è sempre autodeterminazione ordinata,che perciò produce il bene; negli esseri contingenti è bensì autodeterminazione, ma capa-ce di traviamenti etici. Ma occorre anche notare che tali traviamenti non fanno mai usciredai rapporti col bene. L’uomo agendo, cerca sempre il bene. Sicché anche sotto questorispetto l’espressione “libertà del male” è impropria e suona male. A questo punto ricevola tua carissima dell’8. Godo nel leggere che stai bene. Da Piazza fra qualche giorno tiscriverò le mie impressioni sui sei capitoli. Oh! sì! Belle giornate primaverili. Io sul mez-zodì vado verso il mare. Il mare mi attira, specialmente in quell’ora. A Piazza di mattinanon esco mai. C’è quindi anche il piacere dell’insolito. E mi giova tanto quel moto e l’ariae la luce. La tetralogia qui è letta da non pochi. Qui ho avuto anche il piacere di assisterealle prediche del quaresimale. Molta gente e molto composta. Quanto progresso spiritua-le in questi ultimi anni. Prega per me e credimi tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 458, c. 54)

329.

Piazza Armerina, 26 marzo 1933

Carissimo fratello,la primavera ci ha recato la neve e, da ieri, un levante furiosissimo. Avrai letto

sulla «Critica» la recensione di Adolfo Omodeo circa Leone XIII di Soderini113. L’Omo-deo è un forte conoscitore di storia. È idealista o almeno molto vicino all’idealismo. Lodesumo dalle sue bibliografie. Credo che in massima abbia ragione. Quel che egli dice io,in parte almeno, lo avevo divinato o pensato leggendo le recensioni laudative di partenostra. Per tal ragione ti scrissi nel modo che ti scrisse. Ma, conchiudo con Omodeo, spe-riamo meglio negli altri due volumi.

Quanto prima, a Dio piacendo, metteremo mano alla edificazione del semina-rio di villeggiatura a Enna. Sorgerà dove è la parrocchia di S. Giacomo, un po’ più in sudel convitto Pignatelli, annettendo un edificio dell’eredità Gurrisi che io ho donato a talfine al Seminario. Così si andrà in casa propria e, lungo l’anno scolastico, si terrà un pic-colo seminario. E così ho finito di rassettare quella eredità che da principio mi diede noiee dolori. Sto bene. Sento il beneficio del freddo che è tornato in tutta la pompa del suoessere invernale. Ebbi la tua cartolina del 20. Godo delle tue notizie. Che il buon Dio ticolmi delle sue benedizioni. Mi raccomando alle tue preghiere e ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 314, c. 20)

218

113 E. Soderini, Il pontificato di Leone XIII, Milano 1932-33, 3 voll. Sulla recensione di A. Omodeo cfr.vol. III (1932-1934), p. 197, nota 1.

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330.

Piazza Armerina, 10 ottobre 1933

Carissimo fratello,ti spedisco subito la vita del cardinal Albornoz114. Sto bene. Son tutto preso dal

lavoro del capitolo generale che è al suo secondo giorno e perciò scrivo in fretta. Ieri nonmi fu possibile prender la penna. L’argomento principale di questo secondo capitologenerale è decisivo. Riguarda la parte economica, non come amministrazione, ma comemerito. I padri oblati hanno il solo voto d’obbedienza. Quel che ricavano dai loro benefi-ci e uffici sarà una entrata personale o no? Certo che personale non può essere, perché lacomunità non avrebbe senso. Dunque tutto dovrà cedere alla comunità e questo provve-derà a tutti. In massima su questo punto s’è raggiunta l’unanimità. Si discute però ancorasu certe modalità. Con questa sistemazione si toglie agli oblati la tentazione di lavo[ra]reper arricchire o migliorare la condizione dei parenti. Il lor lavoro si spiritualizza di più, inloro si fa la calma e cessano le ansie del domani. Aiutaci con le tue preghiere affinché lacongregazione raggiunga il suo ideale di creare sacerdoti santi e apostoli distaccati da tut-to. Sulla S.ta Caterina di Joergensen115 devo dirti che veramente è un bel lavoro, che,come tu dici, ha anche i suoi difetti. Però più che intenti storici ha intenti mistici. Nel-l’insieme mi piace. Ti abbraccio. Tuo affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 275, c. 78 bis)

331.

[s. l.], novembre 1933

In queste vacanze, dopo due anni di sosta assoluta, ho preso in mano il miocanto per la 2° edizione. Il lavoro è a buon punto, e spero, alle nuove vacanze, se Diovorrà, menarlo a capo. Ora ho pronto o quasi solo il capitolo V. Te ne mando l’unicacopia perché tu la veda e me la rimandi con le tue osservazioni che segnerai in un foglio aparte, appunto perché è unica. Ho più lavorato su questa parte perché mi ricorda unperiodo speciale della mia vita. Stavo tanto male che per scrivere a te la solita cartolina avolte v’impiegavo non meno di tre giorni. Quel che vi è detto è tutto vero, anche quel cheriguarda le manifestazioni mistiche, solo occorre notare che non furono veri fatti mistici,ma proiezioni pure e semplici di stati d’animo. Noterai che l’ordine dei sonetti è statomodificato. Ciò ho fatto non per esigenze estetiche, ma perché questo è l’ordine che

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114 Su Gil Albarez Carrello de Albornoz cfr. vol. III (1932-1934), nota 1.115 J.J. Joergensen, Sainte Catherine de Siene, G. Beauchesne, Paris 1919 e S. Caterina da Siena, 1ª ed. it.,

Roma 1926. Su Jens Johannes Joergensen cfr. vol. III (1932-1934), p. 204, nota 1.

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meglio traduce la realtà. Il qual riordinamento mi ha imposto la modificazione di parec-chi sonetti, prescindendo se i primi fossero o no esteticamente meglio ispirati. Ho anchelavorato con preferenza su questa parte, perché da te ben annotata con maggior favore. Tuperò mostravi di dubitare che vi si esprimesse una vera storia, e perciò consigliavi o disopprimere i sonetti che accennano al giudizio di Dio o di riportarli al passato. Per la stes-sa ragione ho soppresso sei sonetti, alcuni dei quali da te giudicati con favore. Desideroche sii giudice severo. Io non ho né troppo desiderio né fretta di far la 2° edizione. E, aDio piacendo, la farò quando potrò esser certo di ripresentare il lavoro in modo che possapiù efficacemente raggiungere il fine pel quale fu fatto. Sto bene

† M.(Foglietto di quaderno, f. 317, c. 37)

332.

Piazza Armerina, 18 dicembre 1933

Carissimo fratello,sento che i geloni alle mani ti danno fastidio. Rimedio sovrano è lo scaldino

che tu non hai mai adoperato. Giova tener la pelle morbida per mezzo della vasellina osimili. Se la pelle accenna a rompersi e si rompe di fatto, specifica è la pomata di zincoche tu adoperavi a quei tempi. Questa giova anche pei geloni non rotti, perché ramorbi-disce e ingrassa la pelle. Si ungono bene le mani, per es. prima d’andare a letto, poi siasciugano ben bene con un pannolino un po’ ruvido. Così la pelle assorbe i principigrassi e disinfettanti della pomata, e il sangue riprende più fluido la sua circolazione. PelConcilio di Trento ho scritto a Desclée. Appena l’avrai ricevuto informami; e così deglialtri due libri. Io ne ho una bella edizione con le relative risposte della S. C. del C. Ma èun volume troppo grosso e più utile a me, per le dette risposte, che a te. Sto rileggendo(l’avevo letto un 40 anni fa!) il Concilio di Costanza del Tosti116. Mi piace. Certi giudiziperò son troppo assoluti, come, per es. quello della legittimità della elezione di PapaGiovanni XXIII, e anche di Papa Alessandro V e del valore degli atti del concilio di Pisa.I teologi discordarono prima e discordano ancora. E io ne son convinto. Sto bene.Abbiamo gran freddo, venuto di salto. Ma il freddo per me è sempre il benvenuto.Auguri fraterni pel s. natale. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 317, c. 65)

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116 L. Tosti, Storia del concilio di Costanza, voll. IX e X in Opere complete, edite da Loreto Pasqualucci,Tip. Camera dei Deputati, Roma 1887.

Page 228: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1934

333.

Piazza Armerina, 21 aprile 1934

Carissimo fratello,torno da Catania dove sono stato tre giorni per le annuali conferenze episcopali

tenute in Villa San Saverio a Cibali, luogo amenissimo, edificio splendido dei PP. Gesuiti.Ho fatto conoscenza di alcuni dei nuovi vescovi della Sicilia; dico d’alcuni, perché alcunialtri dei nuovi non vennero per malattia o altra cagione. Chiamo nuovi vescovi quelli chesono stati nominati in questi ultimi anni nei quali io o per un impedimento o per unaltro non sono stato alle conferenze. Il lavoro, sotto la presidenza dell’Em. Card. Lavitra-no è proceduto molto bene e molto rapidamente. Fui ad Acireale a conoscere e visitare alPennisi due nipotini: Nello Mario figlio di Rita Mirone, e Francesco Greco, figlio di Tere-sa figlia di Rita. Due cari fanciulli, intelligenti e buoni che promettono. Lunedì, a Diopiacendo, andrò a Caltagirone. Tronco la cronaca e rispondo alla tua del 12 che ricevo amomenti. Godo nel leggere che hai già ripreso l’uscita mattinale per la santa Messa e neringrazio il Signore e lo prego che ti conservi sano e a lungo al nostro affetto e al suo servi-zio, cioè, del Signore. Io sto bene e lavoro in modo insolito. Ne sia ringraziato il Signore.Dunque, dicevo, andrò a Caltagirone, celebrerò la s. messa nella nuova cappella del Semi-nario alla quale offersi già un bel calice d’argento indorato ed artistico. Starò due giorni.Dopo farò un po’ di ritiro agli ordinandi in minoribus. Tu usati riguardi, lavora conmoderazione e riposa sino a guarigione completa. Prega per me, povero vecchio così biso-gnoso di preghiere. Io non manco di pregare per te. Ora ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 319, c. 53)

334.

Piazza Armerina, 12 luglio 1934

Carissimo fratello,oggi è il XII anniversario della morte della nostra buona e santa sorella Marghe-

rita. Ho celebrato la s. messa per la sua bell’anima oggi, ieri e l’altro ieri. Noi preghiamoper lei; essa certo prega per noi affinché tutti possiamo ritrovarci uniti in seno a Dio.

Ho ricevuto la tua del 6; ti ringrazio delle buone parole che mi scrivi sullapastorale Il giorno del Signore. Io veramente non so come è stata accolta dalla diocesi per-ché ho educato i miei diocesani alla sobrietà col vescovo e credo, almeno in parte, esserciriuscito. Parole che suonino di complimenti o, peggio, d’adulazione non ne odo o leggo

221

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più da parecchi anni. Però, come parmi averti scritto, queste due ultime pastorali sonostate pubblicate sul bollettino interparrocchiale «L’angelo della famiglia», che dallo scorsogennaio corre per la diocesi. Parecchie altre cose in questi mesi ho pubblicato su dettobollettino delle quali non ho fatto fare estratti. Ciò che in esso io pubblico come attipastorali, è letto e spiegato al popolo dai parroci. Il fine è di coordinare a unità il lavoroparrocchiale e di dire al papato quelle cose che possono giovare a una vita più cristiana einteriore. Solo questo posso dirti che si cominciò con 600 abbonati e oggi se ne hanno1200, e che anche i nostri così detti intellettuali leggono il bollettino. La cronaca mira adestare l’emulazione tra le parrocchie. Aiutami con le tue preghiere a santificare me e imiei diocesani affinché tutti possiamo salvarci e affinché il povero pastore non giunga amani vuote al cospetto di Dio. Sto bene. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 321, c. 31)

335.

Piazza Armerina, 22 luglio 1934

Carissimo fratello,ho ricevuto la tua del 16. Io scrivo con ritardo perché il convegno ci ha tenuti

occupati, come puoi ben immaginare. È riuscito solenne e raccolto. Niente rumore difolle e insieme grande concorso. Tutta la diocesi vi ha largamente partecipato. Spero chei frutti siano duraturi. Ti ho fatto spedire il fasc. di questo mese dell’«Angelo della fami-glia». Questo bollettino si pubblica a Torino e va in molte diocesi. Ogni diocesi ha dirit-to a pubblicarvi le proprie notizie. Il resto è fatto lassù. Noi, per un patto speciale, pos-siamo occupare 14 delle 16 pagine. Sicché, il nastro, tutto sommato, è fatto da noi,meno due pagine o anche di più se la materia manca. Ora aspetto il tuo giudizio che cipotrà giovare e certo ci gioverà. I nostri che vi collaborano son giovani e sono alle primearmi. Hanno dunque bisogno di consiglio e di esperienza. Sto bene. Il caldo è già aglialti gradi. Le notti son calde come i giorni. Come sarebbe utile un po’ di Svizzera perme! Ma io son vecchio, caro fratello, e lunghi viaggi non ne affronto. E poi penso che èmeglio aspettare la Svizzera del Cielo dove, per misericordia del nostro buon Dio, spe-riamo riposarci. Qui è meglio lavorare sempre. Nelina mi ha scritto l’altro ieri. Sto bene.Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 321, c. 52)

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Page 230: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

336.

Piazza Armerina, 31 dicembre 1934

Carissimo fratello,chiudo l’anno con te, con te, a Dio piacendo, comincerò il nuovo anno. Tu mi

stai sempre vicino ed io prego per te in tutte le ore. Di questi tempi, ti vedo spesso nei mieisogni. L’altra notte ti sognavo al pianoforte, un pianoforte meraviglioso e tu suonavi damaestro. Ti dicevo: io non so più suonare dopo trentadue anni di dissuetudine. Gennaioper noi è il mese dalle tristi memorie; il 10, il 20, il 24, la mamma, suor Giuseppina, ilpadre. Pregheremo per loro e per noi affinché il buon Dio ci ricongiunga un giorno nellabeata eternità. Leggerò con piacere il libro del Cantico di cui mi parli. Mandalo. Io questonuovo anno smetto l’abbonamento alla «Critica»; non m’interessa che molto poco. Croce èesaurito. In filosofia non cerca più nulla. E tu? Ti ho fatto rinnovare l’abbonamentoall’«Osservatore Romano». Io son sopraffatto dal lavoro da non aver tempo di rifiatare.Ecco perché le mie cartoline si son fatte più rare. Però il lavoro pressante e straordinariovolge al termine. Spero di riprendere presto il turno precedente. Sto bene ciò non ostante,molto bene e lavoro senza stancarmi. Sia ringraziato il Signore, perché lavoro per lui. Tiabbraccio con fraterno affetto e mi raccomando alle tue sante preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 324, c. 4)

223

Page 231: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1935

337.

Piazza Armerina, 24 gennaio 1935

Carissimo fratello,questi tre giorni ho celebrato per l’anima di papà. Son già 36 anni che ci lasciò.

Come ho presente al cuore la sua santa figura! Fu sorpreso dal male e tanto. Ricordi? Ioarrivavo verso la fine del pranzo perché il Dr. Corfì era venuto tardi a medicarmi gliocchi. Arrivai col bruciore del medicamento che mi toglieva l’appetito, e con gli occhisemi chiusi. Quando mi riebbi un po’ notai che papà non istava bene. Voi altri non ve neeravate accorti. L’invitai a levarsi; “non posso camminare” disse appena tentò di rizzarsi.Compresi. A te dissi: Subito; il confessore e il medico. E tu partisti. Sorressi il caro corposino al letto, sulle tavole del quale io lo adagiai e gli chiesi se volesse confessarsi. Lo con-fessai. Subito dopo giunge il dottore e poi il parroco D’Amico suo confessore. Ricordo lamattina del 25. Avevo vegliato tutta la notte nella mia stanza in preghiera. Verso le 6entrai nella camera ardente, mi appressai al cadavere, lo baciai in fronte. Oh Dio chebacio. La fronte era fredda. Ohimè, quella sensazione di freddo, di cadaverico, come lasento ancora! Come è terribile sentire la morte dei nostri cari! E verrà la nostra morte. Lamia non può esser lontana perché oramai son vecchio. Non credevo poter vivere così alungo. Verrà! E voglia Dio che ci trovi ben preparati. Io mi preparo come posso. Ma lamorte è sempre terribile, perché sempre terribili sono i giudizi di Dio. C’è però la suamisericordia guai a noi se non ci fosse! In quella io mi rifugio e spero. Temo e spero. Aiu-tami con le tue preghiere amato fratello. Sto bene. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 324, c. 19)

338.

Piazza Armerina, 4 febbraio 1935

Carissimo fratello,la tua del 26 mi è pervenuta il 1° di questo mese; l’altra l’avevo ricevuta il 24.

Son dunque stato otto giorni senza tue nuove. Meno male che spesso vieni a visitarmi insogno. L’altra notte sognavo che discutevamo insieme su una quistione di latino. Ti sognosempre in casa, sempre nel tempo che vivevano i nostri cari, sempre cari. Godo nel saperche stai bene. Sto bene anch’io. Dopo un mese di neve, pioggia, vento e gran freddo, sta-mani una giornata primaverile nel senso più bello della parola. Il cielo è limpidissimo,l’azzurro è dei più incantevoli, il vento tace e il mio canarino canta e canta e canta. Aspet-

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to il manoscritto che leggerò subito e con gran piacere. In queste due ultime domenicheho tenuto s. ordinazione; nella prima ho conferito il diaconato a tre suddiaconi; nellaseconda la tonsura a sette giovani, i primi due ordini minori a due. Avevo preparati imedesimi con un ritiro speciale nel quale avevo io predicato loro con tanta gioia dell’ani-ma mia. Io miro sopra tutto a far dei miei seminaristi anime interiori, anime d’orazione.Ho abolito l’uso antico di far leggere i punti da meditare, perché mi son convinto che lameditazione non può essere che personale-individuale. Si va in cappella, come al solito,ma, dette le prime preghiere, poi si fa silenzio per una mezz’ora, nella quale ciascuno fa aconto suo la meditazione nel modo che l’anima richiede e Dio spira. Il frutto che se necava mi sembra abbondante. Posso dire che solamente ora si comincia a capire che cosasia meditazione. Ti ho fatto spedire l’«Angelo della Famiglia». Già si fanno le tiraturedegli estratti della mia pastorale. Appena saranno pronti, te ne manderò 10 copie comemi hai chiesto. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 324, c. 29)

339.

Piazza Armerina, 9 marzo 1935

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 1° ricevuta il 5. Spero che finalmente possa tu darti un po’

di riposo. Il troppo lavoro, il lavoro incalzante fa sempre male. Già si avvicina la primave-ra. E puoi far qualche bella passeggiata e lasciar che i nervi si detendano. Sognai l’altranotte che tu venivi a me, che dormivo, volando (senz’ali) per l’aria in modo orizzontale,col capo e il petto eretto, recando un bel mazzo di fiori primaverili odorosissimo. Prevale-va l’odore della cedronella e della rosa. Mi destai. Era mezza notte. L’odore sognato losentivo desto, realmente, chiaramente, con coscienza riflessa, stupito di sentirlo. Poi siattenuò lentamente e si spense. Io ne rimasi così colpito, che tutta notte ricordai il fatto,anche dormendo. Certo la suggestione fa di simili giochi, ma qui io ci vedo qualcosa dipiù, perché la sensazione odorosa aveva tutti i caratteri della realtà. Sentivo e riflettevo sulsentito, e sentivo che non sognavo più né immaginavo. Che messaggio mi cercavi, carofratello? Quali fiori mi offrivi? Di quale primavera eran simbolo quei fiori? Nella cedro-nella, che è pianta modesta ed ha virtù calmante, vedo il simbolo della dolcezza e dellamitezza; nella rosa il simbolo dell’amore, della carità. L’una mi parla del mio nulla, l’altradel mio tutto, che è Dio che mi ama e consente che io l’ami. Tu aiutami con le tue pre-ghiere a morire a me stesso per non vivere che di Dio e per Dio, e così prepararmi allamorte. Ti abbraccio. Sto bene. Tuo

† Mario vescovo(Cartolina postale, f. 324, c. 47)

225

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340.

Piazza Armerina, 15 marzo 1935

Carissimo fratello,la tua ultima cartolina è quella del 1° che io ricevetti il 5. Son dunque dieci

giorni che mi mancano le tue nuove. Ma ecco che giunge la posta e mi reca la tua del 7.Sia ringraziato il Signore. Ricevo anche la sociologia che leggerò senza ritardo. Abbiamoavuto quattro giorni di maltempo che ha interrotto tutte le comunicazioni, per cui siamostati senza posta. Stamani però la posta è arrivata; vuol dire che le comunicazioni, almenoin parte, sono state ristabilite. Qui predica il quaresimale il P. Intieri O. P. che è questoanno maestro di spirito nel seminario. A Caltagirone non c’è quaresimale, ma missionepredicata da tre vescovi, Mons. Iacono di Caltanissetta, Mons. Montiero di Putti, Mons.Baranzini di Siracusa117. Sarà un movimento di prim’ordine e certo si raccoglierà moltofrutto. Luigi Caruso è stato fatto monsignore, cameriere ecc. Da più anni non esce pelquaresimale perché insegna nel seminario. Sto bene. Sono molto occupato. Tra giornipartirò, a Dio piacendo, per Gela e poi per Niscemi in missione. Prega per me. Sta bene,prenditi un po’ di riposo e amami quanto t’ama il tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 324, c. 48)

341.

Piazza Armerina, 28 marzo 1935

Carissimo fratello,domenica ricevetti il tuo telegramma che chiedeva notizie della nostra buona

sorella. Risposi subito. È stata una ventina di giorni a Palermo presso Venerina, poi, sem-pre in auto, è andata a Messina e a Catania. Aspetto ora le sue nuove da casa. Tu pare cheabbia dimenticato il proverbio: nessuna notizia, buona notizia. Pare anche che abbiadimenticato i consigli di san Francesco di Sales. Non bisogna mai inquietarsi e semprebisogna rifugiarsi nella santissima volontà del Signore con grande pace. Egli, nel caso tuo,più che far un telegramma, avrebbe fatto un atto di conformità alla volontà di Dio, edopo avrebbe atteso in pace le notizie per la solita via della posta. Qui è grande perfezio-ne, anzi è tutta la perfezione. Questo modo di agire non ispegne i santi affetti della vita,ma li purifica ed eleva e ci toglie l’inquietudine che sempre turba. Ho ricevuto le tue del19 e del 20. Godo nel sentire che stai bene e che il raffreddore fu breve fastidio. Sto beneanch’io. Oggi comincerò un ritiro spirituale alle dame nel grande salone del palazzo. Cheil Signore benedica e ci dia di meglio avvicinarci a Lui. La pastorale nell’orazione è già

226

117 Su Ettore Baranzini cfr. vol. III (1932-1934), p. 309, nota 1.

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pronta. Te ne farò spedire dieci copie come desideri. Sta sano, caro fratello, amami e pre-ga per me. Io ti ho sempre nel cuore e sempre presente nelle mie povere preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 325, c. 32)

342.

Piazza Armerina, 26 giugno 1935

Carissimo fratello,la tua del 17 mi giunse il 21. Risponderò alla medesima quando tu avrai rispo-

sto alla mia del 20. Ti ho fatto spedire «Jesus» che l’autore ti offre; e la pastorale sullapastorale collettiva ecc. Ti feci spedire una copia della fotografia-gruppo-Bagheria nelleConferenze Episcopali. Desidero sapere se hai ricevuto i primi e la seconda, ed anche sehai ricevuto il Diritto Pubblico ecc.

La discussione ci assorbe troppo e inaridisce le nostre conversazioni. Il 21 cometi avevo scritto, celebrai per te con molta soavità. Il buon Dio è tanto buono con noi. E ciattira con tanta forza. E noi dovremmo santificarci per forza. Come lo desidero! Aiutamicon le tue preghiere. Fuori della vera santità la vita è troppo meschina cosa. Non ho anco-ra potuto cominciare la lettura della Sociologia Storicista. Il lavoro è così travolgente. Maoramai le ferie estive non sono lontane. Se fosse stampa, buona stampa, l’avrei letto a que-st’ora. Il dattilografato mi offende. Non posso leggerlo. Sento pena del ritardo anche per-ché può parere segno di poco affetto. Tu però mi conosci. Siamo in pieno periodo di esa-mi. Un lavoro di più. Sto bene. Spero che questa trovi bene anche te. Dopo molti giornidi gran caldo abbiamo tempo mite, anzi fresco. Ti abbraccio, caro fratello, e ti assicuroche prego per te sempre

† Mario(Cartolina postale, f. 325, c. 33)

343.

Piazza Armerina, 17 dicembre 1935

Carissimo fratello,ti ho scritto il 1, il 7, il 13. Del resto “nulla notizia, buona notizia”. Non lo

dimenticare. Questa ti reca gli auguri pel santo Natale, auguri fraterni di pace e di bene innostro Signore per la nostra santificazione. Il 21 terrò, a Dio piacendo, s. ordinazione. Il24, come al solito, farò il pontificale della notte. Come è bello vegliare un po’ con nostro

227

Page 235: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Signore. Subito dopo dirò le altre due messe nella mia cappella. Poi la cena, perché la seradi Natale io non ceno. Prendo solo una tazza di caffé. Così veglio senza soffrire sino versole 4 del mattino. E anche questo è soave. Fortunati i religiosi che si levano tutte le nottiper l’ufficio divino! Ricordi Mons. Vizzini vescovo di Noto? È morto in Ferla mentrefaceva la s. visita, dopo breve malattia. Era quasi della tua età. L’avevo visto lo scorso mag-gio in Bagheria lungo le solite conferenze episcopali. Stava proprio bene. Era un buonamico. Ora mi parla dal Cielo. Grazie a Dio sto bene e lavoro. Son però vecchio, e questonon devo dimenticarlo. Il tempo è discreto. Non più autunno, non ancora inverno. Neli-na si è rimessa e sta bene. Vincenzino ti ossequia. È stato poco bene. Soffre di ipertensio-ne. Così giovine! E deve usarsi riguardi; la qual cosa rende più grave il mio lavoro. Pregaun po’ per noi. Noi sempre preghiamo per te. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 326, c. 63)

228

Page 236: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1936

344.

Piazza Armerina, 19 luglio 1936

Carissimo fratello,ricevetti il 7 la tua del 3, e il 17 quella del 10; sono dunque stato dieci giorni

senza tue nuove. Vedo che sei tutto preso dal lavoro e desioso di luce e di sole. Qui neabbiamo per noi e per gli altri. Sono giorni canicolari, tersi dalla mattina alla sera e dallasera alla mattina. Io sto bene. Continuo il mio relativo riposo e la mia villeggiatura. L’im-pone anche il caldo che è eccessivo. Hai ricevuto il Papa di De Maistre118? Desiderosaperlo. E desidero conoscere che importanza ha. Domani e il 33° anniversario della mor-te di papa Leone XIII. Ricordo l’entusiasmo che per molti anni destò quel nome. Ora,attraverso recenti letture, quella figura gigante s’è un po’ rappiccolita. Ma che cosa nonsoggiace al flusso del tempo? Io son tanto diverso da quello che ero trentatré anni fa. Mipare curioso, ripensando al passato, come certe cose allora m’infiammassero tanto. Orauna cosa sola veramente mi prende l’anima, il soprannaturale, e ciò, anche naturalmente.La mia vita è la vita tutta protesa verso Dio. Sapessi viverla come la penso e sento. A talfine invoco le preghiere di tutti gli amici e le tue principalmente, anche perché tu intendibene quel che dico e voglio. Caro fratello, santificati nel ritiro che farai, e fa buona villeg-giatura. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 328, c. 3)

345.

[s. l.], 2 settembre 1936

Ieri a rivedere i tuoi amati caratteri è stata una grande gioia per noi ecc.Circa il tema che ci occupa la corrispondenza, ti prego di fissare i dati nei quali

siamo d’accordo per non ritornarci più. 1° che trattiamo della veridicità e non della veritàin sé. 2° che ammettiamo entrambi che la comunicazione della verità debba essere pru-dente e opportuna e non ledere la giustizia. 3° che la società umana ha per base la comu-nicazione nella verità così come la partecipazione dell’amore. Messi questi punti fuoridiscussione, restano i punti di dissenso: 1° la definizione della veridicità perché tu intro-duci la qualifica di comunicabile alla mente, cosa che io non trovo esatta. 2° la lesionedella base sociale, perché (come ti scrissi) nessuno più potrebbe comprendere quando una

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118 J. de Maistre, Il Papa, trad. e pref. di Tito Casini, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1926.

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persona parla con mente comunicabile o con mente non comunicabile; ne seguirà ilsospetto perenne di essere ingannati. 3° il valore dell’uso di certe frasi di convenienza,evasive, e simili perché da tutti ammessi e conosciuti; ciò è apprezzato o apprezzabile nelloro vero valore di fasi di conoscenza ed evasive. Sarà possibile metterci d’accordo sui trepunti di dissenso prima di ritornare all’affare del segreto?

[Luigi](Minuta di lettera, f. 278/2, c. 119)

346.

Piazza Armerina, 14 settembre 1936

Carissimo fratello,ti scrivo con qualche ritardo, perché mi è mancato il tempo. Ho tanto lavoro

ammassato... Vero è che faccio la mia convalescenza; ma ho forze sufficienti per un po’ dilavoro. Insomma, lavoro quel po’ che posso, e quanto al resto riposo e faccio una certa vil-leggiatura. Questa volta la convalescenza è rapida. Potrei dire anzi che è finita. Sicché iriguardi son più per cautela che per un bisogno. Sì, la morte di Mons. Scalia è stata unavera perdita. Era uomo di molto valore intellettuale e morale. Nelina mi scrisse da Romail 7. Sino a ieri non era ritornata in patria. Ti ringrazio della santa messa. Ti assicuro cheprego molto per te. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 328, c. 85)

347.

Piazza Armerina, 26 settembre 1936

Carissimo fratello,due parole per darti le mie nuove. Sto bene; posso dirlo in senso pieno. E rin-

grazio Dio. Faccio intanto una cura ricostituente e lavoro con misura. Il tempo è propi-zio. L’autunno mi fa sempre bene. Non è ancora il freddo, non è più il caldo e nemmeno,come la primavera, l’andare verso il caldo. Ripiglierò, a Dio piacendo, la nostra conversa-zione alla prossima cartolina che ti troverà rassettato. È bene che la discussione procedacon serietà e profondità; cosa che domanda tempo e animo tranquillo. Prega per me ecredimi. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina illustrata, f. 328, c. 87)

230

Page 238: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

348.

[s. l.], 27 ottobre 1936

Io scrivevo [?] che la tua teoria altererebbe tutta la vita sociale perché nessunosaprebbe se l’altro con cui parla gli dice il vero oppure no. Non rispondo certo al caso spe-ciale di chi capziosamente e a fini non onesti tenta carpire il segreto ad un altro; marispondimi alla proposta definizione della veridicità quale locutio secundum mentem comu-nicabilem e della menzogna quale locutio contra mentem comunicabilem. Poiché la comu-nicabilità o no è un apprezzamento o un vincolo subiettivo e non mai un dato obiettivonoto a tutti come regola comune, così mancherà nella società quel che è alla base, cioè lafiducia nella reciproca comunicazione della verità.

Risposta a lettera del 20 ottobre

[Luigi](Minuta, f. 278/2, c. 125)

349.

Piazza Armerina, 28 dicembre 1936

Carissimo fratello,mi auguro che questa ti trovi del tutto rimesso. Io sto bene. La sacra notte ho

celebrato con grande gaudio le tre messe; la terza l’ho applicata pei nostri cari defunti enoi tre. Eravamo tutti attorno alla culla di Gesù. Speriamo di ritrovarci tutti in Cieloattorno al trono del nostro buon Dio. Vincenzino è tornato da Messa contento della suamissione che è stata benedetta da Dio. Rinnovo per te gli abbonamenti all’«OsservatoreRomano» e alla «Critica». Ho letto la recensione di Marcel Prévost su Saggio di sociologiaecc. È un riassunto arido. Il giudizio infine mi pare impacciato e freddo. Io non compren-do, o meglio, non approvo questo modo di recensire i libri. I riassunti nocciono, perchéscheletriscono. Occorre che chi recensisce un libro, lo abbia vissuto, e ne dica quel cheegli ne sente. Prega per me e accogli i migliori auguri pel nuovo anno. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 484, c. 68)

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1937

350.

Piazza Armerina, 3 gennaio 1937

Carissimo fratello,ti rinnovo gli auguri natalizi e ti ringrazio dei tuoi tanto affettuosi. Dopo il 12

dicembre ti ho scritto il 20 e il 28. Il can. 126 circa i ss. esercizi dice “... per tempus a pro-prio ordinario determinandum, in pia aliqua religiosa domo ab eadem designata vacare... “.E non dice nulla circa il modo. Tu sei andato nella casa religiosa, ci sei stato il tempo pre-scritto e hai fatto il ritiro parte con gli altri e parte solo per l’infermità. Non occorre altroe sta tranquillo. Il tuo invito a scrivere un corso di esercizi sarebbe da me accolto se avessidieci anni di meno e la conveniente santità. Tre giorni fa ti sono stati spediti i seguentilibri: Ragguaglio 1935, 1936, il Toffanin, Umanesimo119 e quattro esemplari di Suggeri-menti... Ricevi ancora «L’Angelo della Famiglia»? Vi sto pubblicando a puntate una pasto-rale sulla “Educazione nelle sue ragioni supreme”. Il raffreddore è passato, sto bene e lavo-ro con la grazia del Signore. Prega per me e credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 329, c. 2)

351.

Piazza Armerina, 26 gennaio 1937

Carissimo fratello,ho letto qualche recensione del libro del P. Garrigou-Lagrange, ma non ho sen-

tito voglia di leggere il libro. Dirà certamente cose buone, non però nuove. In tema basta-no i libri vecchi, i classici. Anzi son preferibili. Ma, giacché tu lo desideri, scrivo. E scrivoanche per sapere se il 2° vol. del Delatte è stato pubblicato120. Tu scrivi che stai così così eche, intanto, lavori. Riposa, caro fratello, il riposo è medicina. Ti prego ancora una volta,non abusare. Non son più gli anni giovanili che sopportano il lavoro e lo dominano.Quando poi starai in piene forze e lavorerai, sii discreto. Si lavora di più, quando perdiscrezione si lavora di meno. Io sto bene. I miei discorsi, caro fratello, non son che

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119 G. Toffanin, Che cosa fu l’Umanesimo. Il risorgimento dell’antichità classica nella coscienza degli italianifra i tempi di Dante e la riforma, Sansoni, Firenze 1929.

120 P. Delatte, Le lettere di San Paolo inquadrate nell’ambiente storico degli Atti degli Apostoli, trad. di Gio-vanni Montali, S.E.I., Torino 1935-1936. 2 voll. Su Paul Delatte cfr. vol. IV (1935-1940), pp. 107 e 108,nota 1.

Page 240: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

appunti informi, fogli volanti come quelli della Sibilla di cui parla Dante, che il ventodisperdeva. Abbiamo bel tempo, una primavera fuori stagione. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 329, c. 30)

352.

Piazza Armerina, 2 febbraio 1937

Carissimo fratello,ricevo la tua carissima del 28 gennaio e rispondo subito. Se il lavoro ti affatica,

riposa. Il riposo è necessario dopo la malattia. È il primo farmaco. Nelina mi dice che ildottore ti ha prescritto il valerofosfer. È un buon tonizzante-calmante del cuore e ricosti-tuente del sistema nervoso. Bada però che non ti irriti lo stomaco. In questo caso potrestiprenderlo per via ipodermica. La stanchezza attuale, in parte almeno, deriva dal logoriodel pensiero nel lavoro precedente. Quando poi ti sarai rimesso, evita il lavoro protrattotroppo. Interrompilo di tratto in tratto anche quando non avverti stanchezza. Ciò giova aconservare le forze e a lavorare di più. Io sto bene, grazie a Dio. Abbiamo avuto 15 giornidi primavera anticipata. Ieri il caldo infastidiva. Oggi torna l’inverno. Sia ringraziato ilSignore. Oggi è vento forte e pioggina. E anche freddo. Ma vero freddo ancora non neabbiamo avuto che due o tre giorni. Del Toffanin Umanesimo lessi alquante pagine enotai anch’io l’oscurezza della prosa. Sto leggendo la vita del P. Carlo de Foucauld di Rena-to Bazin tradotta in italiano. È un gran bel libro. Ti lascio nei sacri Cuori di Gesù e diMaria. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 329, c. 44)

353.

Piazza Armerina, 8 febbraio 1937

Carissimo fratello,sto tanto in pena per la tua salute. Ma poi penso che la convalescenza è sempre,

più o meno, penosa e mi conforto nella speranza che presto passerai allo stadio risolutivo.Occorre però riposo e buona igiene. Nutrirsi sì, ma non forzare lo stomaco. Cibi leggeri esani da principio. Poi aumentare come aumenta il potere digestivo dello stomaco. Io pre-go per te. Tu non mi privare delle tue nuove. Le desidero particolareggiate. Io sto bene elavoro, grazie a Dio, come non avrei creduto dopo le malattie dello scorso anno. Il tempo

233

Page 241: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

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è mite e sereno con piogge benefiche e placide a riprese. Non abbiamo ancora avuto fred-do tranne nei giorni che fui a Palermo che venne qui la neve, là la grandine. Ed ecco chela quaresima è alle porte. Mi piace sempre la Santa quaresima. Tu prega un poco pel tuovecchio fratello e credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 329, c. 54)

354.

Piazza Armerina, 18 febbraio 1937

Carissimo fratello,scrivo con molto ritardo perché i miei occhi sono stati stanchi e ho dovuto

tenerli al riposo. Sto bene. Gli occhi col riposo si rimettono. Ricevo la tua del 22. Godoin sentire che stai meglio. Però il riposo deve ancora durare se vuoi evitare il peggio. Il 2°vol. delle Epistole di S. Paolo del Delatte è uscito. Lo riceverai tra giorni, se pure non l’haigià ricevuto. Ci ho pensato più volte alla ristampa delle pastorali più importanti. Se trovoil tipografo, vedrò. Solo mi spaventa il lavoro di revisione, perché mi manca il tempo.Ma, se Dio vorrà, farò anche questo. Tu che cosa pensi sul tuo puro lavoro di ascetica?Scrivimi qual accenno del tuo disegno. Così avremo materia di conversazioni utili (alme-no per me). Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 329, c. 63)

355.

Piazza Armerina, 18 marzo 1937

Carissimo fratello,i miei occhi sono ancora sofferenti. Tu mi compatirai se scrivo raro e breve.

Non c’è via di mezzo: o il riposo o l’aggravarsi e prolungarsi del male. Questo mi hannoinsegnato trent’anni di esperienza. Quanto al resto sto bene. Lavoro dettando e ascoltan-do. Il primo volume del S. Paolo (epistole) di Delatte mandalo a me. Ho ordinato ancheil secondo. Desidero sapere se hai ricevuto il Garrigou-Lagrange121. Sto ricevendo lettura

121 R. Garrigou-Lagrange, Le tre età della vita spirituale, trad. Antonio Balducci, Libreria Editrice Fio-rentina, Firenze 1936.

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della vita di T. Moro dell’Hollis122, recentemente tradotta. Mi piace assai. Ne avevo lettauna scritta da un italiano, Lovera. Questa è altra cosa. E già! Un inglese è più idoneo. Pre-ga per me. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 329, c. 100)

356.

Piazza Armerina, 21 aprile 1937

Carissimo fratello,aspetto la promessa noticina sulle tre età della vita spirituale, e, sopra tutto, se il

libro merita d’esser letto. Io ti parlai del Tommaso Moro di C. Hollis. A lettura finita devodire che il libro non mi ha molto soddisfatto. Si diffonde molto sulle opere del More, etrascura la vita, cioè, molti di quei particolari che hanno risolto il quadro. A Caltagironefervono i preparativi del Congresso Eucaristico regionale. Vi prenderanno parte una doz-zina di vescovi. L’ultimo giorno vi sarà anche l’Em. Card. Lavitrano. Sarà una gran festa.Siamo già in piena primavera; ma le piogge scarseggiano. Io sto bene, ho molto lavoro elo sopporto benino, grazie a Dio. Ti son sempre vicino col cuore e prego sempre per te.Tu ricordati di me nelle tue orazioni. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 330, c. 40)

357.

Caltagirone, 7 maggio 1937

Carissimo fratello,la mia ultima fu scritta il 28 aprile. Sono dunque molto in ritardo. Ma non ho

avuto tempo. Son qui da ieri. Ier sera parlai ai professionisti sul tema “L’Eucaristia nellavita cristiana”. Il congresso procede molto bene. La città non vive che pel Congresso. Èun fervore e una unanime causanza che consola e sorprende. Tale doveva essere Caltagiro-ne dei tempi remoti. Moltissimi forestieri. Tutti i vescovi della Sicilia più due altri. Nellagrande processione di domenica porterà il Santissimo S. Em. il Cardinale Lavitrano che tibenedice. Bisogna dire che Mons. Bargiggia ha superato l’aspettativa che si ebbe quando

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122 C.M. Hollis, Sir Thomas More, Sheed and Ward, London 1934.

Page 243: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

se ne conobbe la nomina or sono proprio dieci anni. Parroco fu apostolo, apostolo èvescovo. Ma tutto l’episcopato nostro è degno del grado. In tutte le diocesi c’è tanto fer-vore di opere, di congressi eucaristici e catechistici. Il 16-20 di questo stesso mese ci sarà ilcongresso diocesano catechistico a Caltanissetta: verso mezzo giugno a Nicosia. Io, a Diopiacendo, dovrò parlare nell’uno e nell’altro. Povero vecchio, non posso rifiutarmi ai santiconfratelli che mi aiutano nel lavoro (per me ora pesante) della cresima. Sto bene; ancheNelina. Tu prega per noi. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 330, c. 48)

358.

Piazza Armerina, 15 maggio 1937

Carissimo fratello,scrivendo la data di questa lettera penso a Leone XIII. Tornai in sede l’undici. Il

Congresso Eucaristico non poteva riuscire meglio. La città anzi la diocesi è stata un solcuore e una sola anima. Ottima la preparazione coi congressini parrocchiali a turno, otti-ma l’attuazione. Copiosi saranno i frutti. Ti scrissi già che per una 2° edizione dei Suggeri-menti sulla maniera di fare l’orazione mentale, aspetto di trovare l’editore. Circa due annifa feci scrivere a P. Gemelli che cercava un manuale buono da far tradurre. Non risposenemmeno. Ho rimesso l’affare nelle mani di Dio. Io non ho né desiderio né fretta. Vogliose Dio vuole; avrò fretta se Dio mi farà conoscere di dovere averne. Sto bene. Lunedì, aDio piacendo, mi recherò a Caltanissetta pel congresso Catechistico Diocesano.

Prega pel tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 330, c. 50)

359.

Caltanissetta, 19 maggio 1937

Carissimo fratello,ricevetti la tua cartolina quando stavo per mettermi in auto per questo. Ti ave-

vo scritto da Caltagirone il 7 e poi dalla sede il 15. Son qui pel congresso [di] catechismo.L’altro ieri parlai al clero; stasera dovrò parlare, a Dio piacendo, agli intellettuali. C’è tan-to fervore di congressi nelle diocesi della Sicilia. E sia ringraziato il Signore, perché benese ne fa molto. C’è qui pel congresso fratello Alessandro, che ti saluta. Non so se sai che a

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Page 244: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

causa d’una operazione chirurgica, è paralitico al lato destro. Circa tre anni fa ebbe untumore al cervello. Fu operato a Parigi. L’operazione, difficilissima, durò sei ore. Gli salvòla vita, ma gli lasciò la semi paralisi. Ciò non ostante, lavora come prima. Mi è parso mol-to più interiore. Davvero che il suo contegno spira santità. Porta il suo male con una pacemirabile. Il congresso finirà domani. Io, a Dio piacendo, tornerò in sede dopo domani.Sto bene. Nei primi di giugno dovrò recarmi a Enna per inaugurare la chiesa di cui bene-dissi la prima pietra il 21 aprile dello scorso anno, al lago. Ricorderai certamente il lagoPergusa123 e la campagna circostante. Ivi sorge un borgo con la sua bella chiesetta che saràpresto parrocchia.

Conservati sano e prega pel tuo

† Mario

Da Caltanissetta le giungano i miei riverenti e rispettosi ossequi. Mi benedica.

Giovanni

(Cartolina illustrata, f. 330, c. 51)

360.

Piazza Armerina, 26 maggio 1937

Carissimo fratello,ricevo la tua carissima cartolina del 22. Mons. Angelo Gurrera vive e sta

bene124. Morì lo scorso anno il fratello maggiore Mons. Michele. Vive anche il Can.Natale. Il Decano Mons. Angelo che vidi in Caltanissetta, ti saluta. Io sto bene e ringrazioil Signore che mi dà nuova forza a sostenere la fatica della predicazione. Ricevetti il volu-me su S. Paolo (Epistole). Sto leggendo la vita di Vico Necchi del Bondioli125, un volumegrande di 600 pagine. Molto interessante. Però troppo analitico. I nostri biografi sonpigri, perché l’abuso di analisi è prigrizia. Però queste son opere che giovano ai futuriagiografi per la larga documentazione. Ci si rivive tanta storia tanto interessante. VicoNecchi vi risulta bene con la sua serena virtù e santità. Domani è Corpus, la soave festa delSignore. Saremo uniti in Lui. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 330, c. 54)

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123 Sul lago di Pergusa cfr. vol. III (1932-1934), p. 294, nota 1.124 Su Angelo e Michele Gurrera cfr. vol. IV (1935-1940), p. 169, nota 2.125 P. Bondioli, Vico Necchi: fedel servo di Dio, pref. di A. Gemelli, Milano 1934.

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361.

Piazza Armerina, 2 giugno 1937

Carissimo fratello,questa ti reca le mie nuove al solito. Sto bene e lavoro, s’intende, da vecchio.

Sono alle ultime pagine del lavoro di Bondioli su Necchi. L’ultima parte del libro cheriguarda il Necchi come medico e come collaboratore all’università del S. Cuore, è fattameglio. Nell’insieme si ha un lavoro ricco di documentazione, uscito dal cuore di chi fucompagno e amico del Necchi. C’è quanto basta affinché, lo stesso autore, volendo, oaltri, possa darci la vera biografia. Com’è buono il Signore nel suscitare nella sua Chiesa iSanti! Com’è bella la santità. Solo vorrebbe esser più largamente imitata e gli scrittoridovrebbero meglio preporsi nello scriverne. Non potresti tu tentare un lavoro per es. daltitolo Introduzione all’agiografia ecc.? Faresti cosa santa. Io prego Dio a tal fine. Ti abbrac-cio. Tuo

Mario(Cartolina postale, f. 330, c. 59)

362.

Piazza Armerina, 10 giugno 1937

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 1°. Sì, è vero, Bondioli ha mente analitica. Nel suo gros-

so volume (600 pagine) su Vico Necchi eccede in analisi. Pure il libro è molto interes-sante e verso la fine diventa più sintetico. Sto bene non ostante il caldo eccessivo. Sia-mo di colpo passati in piena estate. Temperatura come questa non si ha prima di lugliood agosto. Speriamo che il tepore primaverile ritorni un poco ancora. Nelina mi scriveche sta bene. Fa anche a Caltagirone gran caldo. Domenica scorsa promossi al diacona-to cinque seminaristi. Son tutti e cinque novizi oblati, e son veramente buoni e pii edinteriori. Prega per loro. Se Dio vorrà, riceveranno il sacerdozio il 18 luglio. Ti abbrac-cio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 330, c. 74)

238

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363.

Piazza Armerina, 23 ottobre 1937

Carissimo fratello,rientro in sede. Sto bene. La mia ultima è da Enna, del 14. Sono in ritardo. I

due congressi, quello della parrocchialità di Enna, e il catechistico in Nicosia mi hannofatto perdere la percezione del tempo. Ringrazio Dio del bene che si è fatto e spero frutticopiosi. Ora terrò il capitolo generale della Congregazione degli Oblati con ritiro spiri-tuale. Prega per noi. Abbiti riguardi e dammi notizia della tua salute. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 332, c. 46)

364.126

Piazza Armerina, 6 novembre 1937

Carissimo fratello,ricevo la tua del 2. Ti ringrazio di cuore della santa messa celebrata per me e

degli auguri. La mia ultima cartolina è del 30 ottobre. Per le sante messe della sanatoriaFanales basta una cartolina indirizzata a me nella quale tu dica a me di avere celebrato ecc.senza parlare d’altri argomenti. Io penserò poi a far la comunicazione a Filippo. Amomenti ho terminato il mio discorso mensile di ritiro spirituale alle dame. Questa car-tolina l’ho in mano da stamattina. L’ho interrotta più volte. Ed ora è sera. La finiscoanche perché domani è domenica e potrebbe non partire. Sto bene. Lavoro. E ringrazio ilSignore che ancora mi concede la grazia di poter predicare e far discorsi. Ma sento che sia-mo agli sgoccioli. I miei 76 anni sono un monito perenne e incalzante. Prega per me ecredimi. Tuo

† Mario(Cartolina illustrata, f. 332, c. 56)

239

126 Sul retro della cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi: “12 novembre. Ho celebrato le TrentaSS.M. [parole illeggibili] in riferimento alla sanatoria ottenuta dalla S. Sede”.

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365.

Piazza Armerina, 9 dicembre 1937

Carissimo fratello,sì, Nicosia è città antica ed ha pregevoli opere d’arte, tra le quali va annoverata

la Cattedrale. Lo scorso settembre tutti i rettori dei seminari di Sicilia ebbero un conve-gno a Caltanissetta. Di là Vincenzino ti scrisse una letterina. La ricevesti? Egli ti saluta.Hai ricevuto la teologia ascetica e mistica? Son tanto contento che ti occupi di questamateria anche per i lumi che potrai comunicare a me. Io ritengo che i sacerdoti dovrebbe-ro studiarla con preferenza. Senza di essa né direzione né predicazione possono attingereil fine. Fra giorni andrò a ricambiare la visita a Mons. Capizzi. Fu accolto in modo trion-fale. È un santo prelato, e farà molto bene. In quella occasione rivedrò la buona sorellache non vedo dai primi di agosto. Sto bene, ma son vecchio. Aiutami con la preghiera aprepararmi alla morte. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 332, c. 81)

366.127

Piazza Armerina, 18 dicembre 1937

Carissimo fratello,ricevo la tua del 14. Hai ragione e non so come mi sia uscito dalla memoria;

infatti la tua del 29 novembre che ho riscontrato fa cenno della lettera di Vincenzino.Sono stato a Caltagirone a rivedere la sorella e a ricambiare la visita a Mons. Capizzi. ConNelina parlando di affari, cadde il discorso su una reluizione d’un canone di tua pertinen-za la cui somma fu dalla stessa spesa per bisogni di casa. Essa non ricordava nulla nemme-no se avesse avuto da te licenza d’usar di quella somma. Se tu credi di tranquillizzare lanostra coscienza ratifica il fatto anche per casi analoghi forse accorsi o che potrannoaccorrere. Te ne sarò grato. Del resto tra abbonamenti e libri qualche cosa hai ricevuto.Sto bene. Il tempo vola che non me ne avvedo così piene sono le giornate. E non mi eroavveduto che scrivo con ritardo. Perdona a questo povero vecchio e credimi sempre pre-sente nel tuo cuore con la preghiera e l’affetto. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 332, c. 94)

240

127 Sul retro della cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi: “26 dicembre 1937. Sta bene circa ilcanone di cui mi parli e circa altri affari che possono riguardarmi, presenti, passati e futuri. Ricordo che altravolta me ne hai scritto e di averti dato la stessa risposta”.

Page 248: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1938

367.

Piazza Armerina, 1 gennaio 1938

Carissimo fratello,ieri l’ultima lettera dell’anno che finiva fu per Nelina; oggi la prima dell’anno

che comincia è per te. E a te volgo, con la parola, il pensiero e il cuore. E ti faccio i miglio-ri fraterni auguri di ogni vero e desiderabile bene. Domani, a Dio piacendo, sarò a Notoper commemorare dopo domani Mons. Blandini128 nel 25° della sua morte. Quantememorie! E quanto cammino! Il povero Parlagreco è morto. Me lo disse il Can. La Licataquando venne a visitarmi. Povero Parlagreco. Quanti vivono dei nostri compagni? Quan-ti si ricordano di noi. Oh! La vita! ... Sto bene. Prega pel tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 333, c. 8)

368.

Noto, 3 gennaio 1938

Carissimo fratello,ti scrivo da questa gaia città dove io e tu passammo i migliori anni del nostro

chiericato. La rivedo con viva gioia, rivivo quegli anni lontani con la commozione dellariconoscenza. È però mesto trovar bensì la città, ma non trovare quegli uomini, i piùcari e stimati tra quegli uomini, coloro che ci furono maestri e coloro che ci furonocompagni. Oh! La vita! Che fuga inesorabile verso l’eternità! In questo momento nellacattedrale si celebra il pontificale di suffragi; oggi alle 17 nel teatro comunale si cele-brerà la memoria di Colui, pel quale a noi Noto ha un che di venerato e sacro. Sonotanto riconoscente al Signore che ha concesso alla mia vecchiaia la grazia di rivederquesti luoghi della mia prima educazione e di parlar di questo grande. Oh MonsignorBlandini! Come lo ricordo trasfigurato e splendente, come ne sento nel cuore il genio ela grandezza. E a lui raccomando me e la mia diocesi. Domani, a Dio piacendo, torneròin sede rinnovellato nello spirito, come spero. Il mezzogiorno mi fermerò a casa. Staròcon la nostra buona sorella alcune ore, e le farò la cronaca di questa celebrazione. Inquesto momento il mio pensiero è a te. Ti rivedo qui, e rivedo in ispirito i tuoi maestrie i tuoi compagni, e ripenso con la mestizia e il dolore nell’anima a Parlagreco. Povero

241

128 Su Giovanni Blandini cfr. vol. IV (1935-1940), p. 242, lettera 1894, nota 1.

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Parlagreco. Chi sa con quali disposizioni sarà uscito da questo mondo. Ma Dio è mise-ricordioso; ed io m’abbandono al pensiero della misericordia di Dio e voglio sperare.Sto bene. Prego per te. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 333, c. 14)

369.

Piazza Armerina, 11 gennaio 1938

Carissimo fratello,a Noto trovammo primavera. Tornando, presso Buccheri trovammo il polo. La

neve alta mezzo metro, ci obbligò a tornare a Noto. Ripartimmo il giorno dopo per la viaRagusa, Vittoria, Santo Pietro, Caltagirone. In questa trovammo la ripresa della bufera.Vi pernottammo. La mattina seguente, sulla neve, tornammo qui, tutti pieni di freddo edi reuma. Non credevo di meritar tanta grazia pel piccolo sacrifizio fatto andando a com-pire in Noto un mio dovere. Com’è buono il Signore!

Ho ricevuto la tua del 5. Ti sto vicino col pensiero affettuoso e la preghiera. Ealle tue mi raccomando. Spero pubblicare la fatta commemorazione, se avrò il tempo distenderla. Ti abbraccio.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 333, c. 19)

370.

Piazza Armerina, 6 febbraio 1938

Carissimo fratello,scrivo con tanto ritardo (l’ultima mia è del 26 gennaio) per man[can]za di tem-

po a causa di lavoro straordinario e urgente. Compatiscimi e perdonami. In compenso tifo sapere che finalmente ho letto lo studio Diritto e limiti ecc. che ho trovato ben conce-pito, ben tagliato, ben documentato. In novembre avevo letto in uno dei fasc. di quelmese della «Civiltà Cattolica», in nota a un articolo, certi dissensi che ora giudico fuoritono e fuori proposito. Quando avrò più tempo spero tornar sull’argomento. Ora milimito a dirti che sono ancora oppresso dal lavoro, che però sto bene e che sempre penso ate e per te prego. Ho letto delle forti tempeste di codeste plaghe e dei danni. Povera uma-

242

Page 250: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

nità... Poi in Cielo non ci sarà più da temere e sarà perenne primavera. Ti abbraccio convivissimo affetto. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 422, c. 37)

371.

Piazza Armerina, 15 febbraio 1938

Carissimo fratello,anche questa volta ti scrivo con ritardo. Sono stato un po’ flussionato. Piccolo

male della stagione. Giusto in questi giorni abbiamo avuto molto freddo e pioggia e neve,e poi pioggia e poi neve. Ricevetti la tua. Scriverò per la Divina Commedia. I giornali par-lano del mal tempo di costà. Al paragone il nostro è stato un gioco. Nell’articolo Diritto elimiti ... non si fa nessun cenno della teoria del Suarez e dell’opposizione dei teologi, omeglio, condanne. Pure, per la logica del discorso storico del pensiero teologico su questopunto. Di questi tempi son così occupato che non mi resta tempo da respirare. Il lavorodelle diocesi cresce e le mie forze scemano. Prega per me. Ti abbraccio. Tuo

† Mario

Riverenti ossequi. Mi benedica. Giovanni

(Cartolina postale, f. 422, c. 74)

372.

Piazza Armerina, 24 febbraio 1938

Carissimo fratello,in una recente lettera il Can. G. Montemagno mi diceva di aver letto Chiesa e

Stato. Ieri Vincenzo mi passò la recensione di Marcel Prévost. Sorpresa. Nei libri cheBriuccia mandò qui non si trovano i volumi indicati. Sabato, a Dio piacendo, andrò aCaltagirone per firmare una procura. Il lavoro mi ha in questi giorni assorbito così, chenon ho avuto tempo per dare a te le mie nuove. Vorrai scusarmi. Sto bene, grazie al Cielo,e posso ancora lavorare, non certo come prima, ma tanto da non esser del tutto sconten-to. Son però ormai troppo vecchio e devo, più che prima e meglio di prima e con piùurgenza prepararmi al gran passo. Riceverai il Dante direttamente e me ne darai avviso. Ioprego tanto per te; tu certamente pregherai per me sempre, sopra tutto perché il Signore

243

Page 251: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

mi conceda di morire nella sua grazia. Credimi intanto e sempre tuo affezionatissimo fra-tello

† Mario(Cartolina postale, f. 333, c. 41)

373.

Piazza Armerina, 4 marzo 1938

Carissimo e amatissimo fratello,ricevo la tua. Quel che tu mi scrivi, mi sorprende. Premetto che io non ricevetti la

cartolina nella quale mi davi quella notizia. Il mio cuore di fratello non approva codesto tuomodo di giudicare. Ed io ti prego vivamente a riparare. Io son vecchio e posso applicarmipoco. Questo è vero. Ma che importa? Anche il poco per me è qualche cosa. Io tengo sul miotavolino sociologia, che spesso leggo o riscontro. Io poi ho una vera passione per gli studi suirapporti tra Chiesa e Stato. Ma buoni libri in merito non ne trovo. Sono stato aspettando. Enon sarò deluso. Sto bene. Ti abbraccio e prego per te e chiedo l’aiuto delle tue preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 333, c. 45)

374.

Piazza Armerina, 19 marzo 1938

Carissimo fratello,il giorno 12, dopo che la mia cartolina era alla posta, mi giunsero due libri tanto da

me attesi: la vita di S. Carlo Borromeo del Giussano129 (sec. XVII) aggiornata; dicono che restisempre la migliore, e il libro di cui ti avevo parlato nelle mie ultime. Di S. Carlo avevo lettosolo brevi monografie e invano avevo cercato di meglio. Questa recentissima riesumazioneappaga un mio voto profondo. Ho subito cominciato a leggere l’altro con grande gioia delcuore e della mente. Che il buon Dio benedica e gli uomini approfittino. Sto bene, ma unpo’ raffreddato da due giorni; piccoli regali della stagione. E siamo tutti raffreddati, ma tuttileggermente. Oggi è S. Giuseppe. Come mi è caro questo Santo! E l’invoco ogni giorno dopola Madonna Santissima sua sposa. Grazie di tutto cuore. Credimi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 49)

244

129 G.P. Giussano, S. Carlo Borromeo, Tip. dell’Istituto dei Paolini, 1856.

Page 252: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

375.

Piazza Armerina, 28 marzo 1938

Carissimo fratello,ascolto a tavola la lettura della vita di S. Carlo Borromeo del Giussano; leggo

l’altro libro che mi arrivò lo stesso giorno col Giussano. Il primo m’edifica e ancheammonisce. Quanta sapienza di governo e luce di santità; il secondo m’ammaestra e col-ma di gioia e spirituale godimento. Procedo passo a passo, senza fretta, un po’ per volta: ilibri come questo si meditano; una lettura affrettata sarebbe errore. È il libro che da annicerco, ma invano. Sia ringraziato il Signore. Sto bene. Il tempo è quasi primaverile. Sidesidera un po’ la pioggia; ma, sino al presente, le campagne son buone. Il quaresimalistaqui piace. È veramente un buon figliolo. Mi raccomando alle tue orazioni. Se io preghiper te sempre, tu lo sai. E ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 50)

376.

Piazza Armerina, 4 aprile 1938

Carissimo fratello,ricevo la tua carissima. Godo che stai bene e che costà c’è primavera ben tie-

pida. Qui caldo e sereno. Sto bene anch’io. Ho letto coi miei occhi e con indicibile gau-dio della mente l’introduzione e il primo capitolo. Stile sobrio, espressione nitida, pen-siero maturo, valutazioni vere. Che il Signore lo benedica e lo faccia fruttare il centu-plo. E dia all’autore il compenso che sa dar Lui: grazie di umiltà in tanto plauso, e diriferimento tutto al Supremo Principio, e premio di vita eterna. Prega pel tuo affezio-natissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 51)

245

Page 253: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

377.130

Piazza Armerina, 11 aprile 1938

Carissimo fratello,ricevo la tua mezza cartolina del 5 e godo nel leggere che stai bene. Sto bene

anch’io. Ho passato giorni di grande lavoro che però non mi ha impedito la lettura. Holetto, sempre con la stessa attenzione e con lo stesso piacere, il secondo capitolo. Eccoun’osservazione. È detto che “la leggenda della donazione di Costantino fu forse originatadal bisogno di una base giuridica ecc.”. Non è ora la prima volta che leggo questa ipotesi.Io penso che se fosse stato così, negli scrittori del tempo qualche cenno di critica lo trove-remmo: la novità subitanea e senza alcun antecedente urta sempre. Se un papa parla di talfatto, doveva esistere una tradizione almeno orale. Io mi sarei limitato al fatto che manca-no i documenti per la donazione ed anche per l’origine della leggenda. Altra osservazione.Parlando di S. Agostino si comincia più o meno così: S. Agostino è accusato d’aver can-giato opinione sulla tolleranza. Un tal inizio fa pensare a una conclusione negativa. Invecesi conchiude dicendo che il santo veramente cangiò opinione. Circa il merito io midomando se ha luogo il concetto di tolleranza nello stato di lotta violenta. Allora ha luogol’idea d’ordine. La tolleranza è un concetto che si attua nello stato d’azione. Piccole cose.Prega pel tuo affezionatissimo fratello

Mario

Voglia gradire i miei distinti e riverenti ossequi con i migliori auguri pasquali.Mi benedica.

Giovanni

(Cartolina postale, f. 478, c. 56)

378.

Piazza Armerina, 18 aprile 1938

Carissimo fratello,grazie dei fraterni pasquali auguri. Accettane il ricambio. Ho tanto pensato a te

in questi giorni. La Vita di S. Carlo Borromeo del Giussano m’interessa assai. I capitoli chenarrano a lungo l’azione del Santo nella peste sono interessantissimi e quanto mai belli. Li

246

130 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi: “A pag. 59 si fa distinzione fra la tradizione ed ildocumento. A pag. 118-120: Si nota l’interpretazione di Inn. IV. Non interessa allo scopo del libro ricordare imotivi della leggenda che sarà dell’8° secolo, certo dopo Gregorio Magno. Certo che la trad. non rende il sen-so della frase: si suole accusare S. Ag. per [?] non di avere. E se ne dà il perché dal punto di vista sociologico”.Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 17 aprile 1938. Cfr. vol. IV (1935-1940), p. 254.

Page 254: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

preferisco alle pagine dei Promessi Sposi sullo stesso argomento sotto il Card. Federicocugino del Santo. Sopra tutto m’interessa l’altro libro. Ho letto il capitolo terzo e partedel quarto. Le pagine su S. Bernardo son le più belle anche letterariamente. Mi è sembra-to troppo rapido il cenno del passaggio dell’impero a Ottone I. Non capisco perché Gio-vanni XII non vi è nominato tranne che per circollocuzione. La frase “un des pires papes”mi disturba forse pel cattivo suono o anche perché non s’accorda troppo con la sobrietàabituale della espressione. Il giudizio sulla scelta di Ottone I, chiamato felice, mi ha fattopensare e riflettere. Ottone I prepara Enrico IV. Certo è un grande, ma anche un violentonei rapporti con Giovanni XII e lo scisma per la elezione dell’antipapa. Forse occorrevaqualche altra parola di chiarimento. Gregorio VII ebbe davvero un programma politico?Certo ne ebbe uno religioso: purgare. Certo prepara Innocenzo III, ma non direi convolontà cosciente della portata e delle conseguenze del processo. Sto bene. Oggi abbiamoqui il Seminario di Caltagirone. Io vidi Mons. Capizzi quando andò in sede passando diqui e poi a Caltagirone quando gli ricambia la visita. Te ne scrissi. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 60)

379.

Piazza Armerina, 26 aprile 1938

Carissimo fratello,ti scrivo con ritardo per non aver avuto un istante libero in questi giorni. Ho

ricevuto la tua. Il freddo ti fa soffrire. Anche qui siamo tornati nell’inverno; però a me ilfreddo fa bene. Della vita di S. Carlo ho già letto il primo volume. Dell’altro libro ho lettoil capitolo quarto col quale finisce la prima parte dell’opera. Questo libro mi attira sem-pre più e sempre più mi piace e mi soddisfa. E ci sento tanto del mio passato ormai lonta-no, dove trovo le prime voci di ciò che ora è una sintesi profonda. Certamente! Le grandiopere non si scrivono improvvisando. Direi che nascono con l’uomo. L’autore di questolibro, tu lo sai, ebbe la passione della storia sin dai primi anni della sua fanciullezza, e vis-se della storia sotto questo aspetto sin da quando ebbe letto le opere del Tosti ecc. e stu-diato sociologia. Come mi piace ricordare tutto ciò mentre leggo questo libro! Che ilSignore lo benedica largamente. Per lucrare tutte le indulgenze basta confessarsi ogniquindici giorni. Il calendario di Caltagirone deve trovarsi in ritardo. Certo, la regola èquella che prescrive gli otto giorni. Poi venne l’allargamento che concede la stessa graziase uno, almeno, si confessa ogni quindici giorni. Prego assai per te. E tu non cessar di pre-gar per questo povero vecchio che certamente è agli sgoccioli.

Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 63)

247

Page 255: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

380.

Piazza Armerina, 3 maggio 1938

Carissimo fratello,ho ricevuto le tue due ultime cartoline. Certo il freddo prolungato sino a mag-

gio non fa bene. Speriamo che finalmente la primavera prenda il predominio. Io prose-guo la mia lettura, a poco a poco, ma assiduamente. Ho già letto il primo cap. della 2°parte sempre con la stessa ammirazione e con lo stesso interesse. Anzi l’interesse cresce amisura che vado avanti. Qui la trattazione è più ampia e per ciò stesso, più completa.L’autore non avrebbe dovuto subire le imposizioni del tipografo. Però avrebbe dovutodividere l’opera in tre volumi, vendibili anche separatamente. Avrebbe avuto certamentepiù lettori. Ciò, secondo me, dovrebbe fare se avrà la fortuna d’una 2° edizione.

Sto bene, s’intende, come possono star bene i vecchi; ed anche lavoro, da vec-chio. Il lavoro cresce. Io qualche volta mi sento oppresso, non propriamente dal lavoro,ma dalla prospettiva della sua mole. Poi volgo lo sguardo a Gesù Crocifisso e trovo la cal-ma nella confidenza. Prega per me e credimi. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 64)

381.131

Piazza Armerina, 10 maggio 1938

Carissimo fratello,ricevo la tua del 5. Nelina mi aveva già parlato del tuo raffreddore. Speriamo

che non abbia seguito. Pel Dante Inferno hai ragione: c’è stato un disguido. Lo avrai subi-to. Ho letto il capitolo 6° del libro che tanto m’interessa. Ma meglio far come vuole ilbuon Dio. Ti farò spedire il fascicolo della «Civiltà Cattolica». Il libro che vado leggendoammette che Giovanni XXII132 sia stato eretico, e solo ne limita il campo, che è quello diprivato teologo. Però l’opinione sulla visione beatifica sostenuta da lui, aveva corso dasecoli e nessuno la reputava eretica; e ci furono teologi come il generale dei francescaniche fecero la difesa del papa in tale senso. Io sto bene. Accudisco ai congressini della par-rocchialità che si celebrano presto in tutte le singole parrocchie della diocesi, per l’appli-cazione alla vita parrocchiale delle deliberazioni prese in ottobre a Enna nel congresso

248

131 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 16 maggio 1938: “Avendo riscontrato iltesto risulta (pag. 156 e 157) che non l’autore ma certi frati minori consideravano Giov. XXII come eretico olo accusavano di eresia sia per la questione della visione beatifica sia per quella della povertà”. Questo testo èripreso da Luigi nella lettera del 16 maggio 1938. Cfr. vol. IV (1935-1940), p. 257.

132 Su Giovanni XXII (Jacques Duèse) cfr. vol. III (1932-1934), p. 255, nota 2.

Page 256: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

diocesano. Aiutaci con le tue sante preghiere. Io prego sempre per te. E prego perché ilSignore benedica il libro che vado leggendo e che vorrei leggessero tutti. Tuo affezionatis-simo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 65)

382.133

Piazza Armerina, 17 maggio 1938

Carissimo fratello,la scorsa settimana ho predicato il santo ritiro ai chierici ordinandi, sabato ho

tenuto ordinazione in minoribus, domenica in majoribus. Molta pietà, raccoglimento, spiri-tualità. Più del passato. Ringrazio Dio. Questa ti reca i fraterni auguri pel 44° del tuo sacer-dozio. Che il buon Gesù ti riempia del suo Spirito e ti faccia tutto suo. Io continuo le mie let-ture. La vita di S. Carlo Borromeo è a buon punto. L’andare puramente cronologico la rendeun po’ monotona e pesante. Questo difetto si sente più nel 2° volume. La sostanza però èdegna della più alta ammirazione. Anche l’altra lettura va avanti, ma più adagio. Qui peròniente stanchezza e niente monotonia. A volte mi pare che faccia nascere pensieri non troppofavorevoli alla Chiesa Cattolica. È la storia; lo so. Ma non è tutta la storia. C’è una parte (lavera e migliore) della vita della Chiesa che resta fuori o nell’ombra. Certo, dato il soggetto, èdato il metodo. Pure si sarebbe potuto salvare la capra e i cavoli, come suol dirsi. Spero che ilseguito mi faccia trovare quello che desidero. Sto bene. Prego per te. Mi raccomando assaialle tue orazioni io povero vecchio così vicino al sepolcro. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 66)

383.134

Piazza Armerina, 26 maggio 1938

Carissimo fratello,ieri ricevetti la tua del 21. Io ti scrissi l’ultima volta il 17. Sono in ritardo per

pura mancanza di tempo. Sto organizzando i congressini parrocchiali della parrocchialità,

249

133 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 21 maggio 1938: “Diverse recensionihanno rilevato che il libro riesce un’apologia (indiretta) della Chiesa, forse più efficace di quella diretta. La«Civiltà Cattolica» è di questa opinione, ma io non ho il testo. È sempre messa in evidenza la correntenostra”. Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 21 maggio 1938. Cfr. vol. IV (1935-1940), p. 257.

134 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 31 maggio 1938: “L’autore ringrazia delle

Page 257: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

applicazione delle deliberazioni prese nel congresso diocesano dello scorso ottobre inEnna. Ieri la diocesi offrì a Vincenzino una pergamena artistica con medaglia d’oro per laricevuta onorificenza pontificia. Di questi giorni è stato nominato anche cavaliere dellaCorona d’Italia. Anche di questo si fece ieri menzione. Ci furono musiche scelte. Ildiscorso lo feci io. Gran folla di persone ragguardevoli. Il clero della diocesi largamenterappresentato. Molta consonanza di spiriti.

Le impressioni sul libro che vado leggendo e di cui ti scrissi cominciano daquando l’autore parla di certe manchevolezze della Chiesa senza attenuanti, per es. ilsistema fiscale. L’autore che è sempre maraviglioso quando mette nella lor giusta luce pro-blemi, fatti, uomini, qui pare (forse) che del suo non abbia nulla da mettere. Lopone[sic]. I fatti son quelli. Ma i soli fatti dicono tutto e non dicono nulla. La storia non è lacronaca. Però ritengo che si tratti di mie impressioni perché vorrei la santa Chiesa in tuttosanta e irreprensibile. Sto bene. Sento il peso degli anni. Prega per me. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 69)

384.135

Caltagirone, 9 giugno 1938

Carissimo fratello,scrivo da casa dove son venuto stamani e da dove ripartirò stasera. Nelina ha

ricevuto a momenti la tua. Sta bene. E sto bene anch’io. Circa la mia sensibilità riguardola definizione del papato ecc. devo precisare. Io trovo il tono del libro su questo puntotroppo freddamente oggettivo. Ben è vero che l’autore reca le ragioni storiche, ma ciò nonbasta, perché lo spirito è che mi fa impressione e l’insistere ogni volta che cade parlare suquei punti. Si potevano dire le stesse cose, con la stessa oggettività, ma con altro spirito.Io desidero (e chi non lo desidera?) veder la Chiesa santa, dico i fedeli, perché la Chiesasotto l’aspetto della sua costituzione è certamente santa e non contaminabile. Parlando diClemente VII l’autore non nota le deficienze politiche di questo papa. Quando parla diPio II il lettore ha l’impressione che il discorso debba continuare. E resta deluso al vedere

250

osservazioni. Egli è in via di rivedere l’opera per l’ediz. in Inghilterra. Circa l’oss. ultima leggere pag. 165,dove si trova la giustificazione storica del sistema della curia avignonese. L’idea fondamentale del lavoro è chela Chiesa è sempre pervasa dalle due correnti, l’organizzativa e la mistica, che cercando l’equilibrio formano ildinamismo storico. In questo il lato umano prevale mentre l’azione divina si opera nelle anime e si manifestanella dottrina e nella fede”. Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 31 maggio 1938. Cfr. vol. IV(1935-1940), p. 258.

135 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 16 giugno 1938: “Il tuo rimarco mi fapensare: forse tu non tieni presente che il mio lavoro non è una storia, ma uno studio sociologico-storicodiretto al gran pubblico. I fatti che rilevo debbono essere presi sia nella loro stretta obiettività e sia nella lucedell’indagine sociologica. Hai ragione nel trovare fugaci e incompleti certi punti ma ciò fu una necessità edi-toriale”. Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 16 giugno 1938. Cfr. vol. IV (1935-1940), p. 261.

Page 258: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

che l’argomento è subito lasciato. Mi pare troppo fugace l’accenno a Tommaso Moro. S.Carlo Borromeo è disegnato benissimo. Forse c’è troppo entusiasmo. Però è meritato.Ancora non ho potuto riprendere la lettura anche per una certa stanchezza dei miei pove-ri occhi; però, prima di tutto, pel lavoro che soverchia le mie forze. Nelina ti abbraccia. Iomi raccomando alle tue orazioni e prego per te. Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 72)

385.136

Piazza Armerina, 17 giugno 1938

Carissimo fratello,scrivo con ritardo perché non mi sono accorto della fuga dei giorni, e scrivo

breve e in fretta, perché sono anche oggi incalzato dal lavoro. Non ho ancora potutoriprendere la lettura preferita per la stessa ragione e perché i miei occhi sono al presentecostretti a un lavoro non normale per la loro fragilità. Offro al buon Gesù questo sacrifi-zio di lettura amata e dovuta rimandare e tiro via contento di far contento il Padrone. Ilmedaglioncino di Erasmo forse avrebbe bisogno d’un rafforzamento delle ombre. Quan-do egli s’accorse d’aver errato, non prese mai nettamente partito contro la Riforma erestò, com’egli amava dire, cattolico nel cuore e protestante nello stomaco. Sto bene. Horicevuto le tue. Mi raccomando alle tue preghiere

† Mario

Voglia gradire i miei più fervidi auguri per il Suo onomastico. Mi benedica.Giovanni

(Cartolina postale, f. 478, c. 74)

251

136 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 22 giugno 1938: “Le recenti opere su Era-smo, anche da cattolici, come Quidan, ne rivendicano la figura. La frase da te citata si afferma non essereautentica. È la sorte di certi geni. Oggi Pascal ha una lettaratura enorme a favore, non così mezzo secolo fa,quando ce lo facevano passare per uno scrittore pericoloso e un tipo dubbio. Del resto certi domenicani delsecolo XIV volevano bruciare la Div. Comm.”. Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 22 giugno1938. Cfr. vol. IV (1935-1940), p. 262.

Page 259: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

386.

Piazza Armerina, 21 giugno 1938

Carissimo fratello,ieri celebrai per te e un po’ per tutti noi compresi i nostri cari defunti. Oggi

scrivo a te per inviarti gli auguri fraterni d’ogni più eletto bene. Ricevo la tua. Io tengopresenti le condizioni di materia e tipografiche. Le mie osservazioni stanno dentro talquadro. Io però se ammetto l’oggettività e la serenità nello storico e la sincerità, nonammetto l’impersonalità. Se io leggo Manzoni, nelle pagine storiche dettate da lui devosentir palpitare Manzoni; se leggo B. Croce, B. Croce. È quel che principalmente midisturba (s’intende a volte e in frammenti) nel libro che ammiro e amo, cioè, uno sforzoper riuscire così oggettivo parlando delle manchevolezze del papato, da apparire imperso-nale o forse anche contrario. Bada, si tratta di impressioni su certe sfumature di esposizio-ne che certo ai più dei lettori sfuggono. Sto bene, son però vecchio e mi preparo alla mor-te che credo vicina. Tu aiutami con le tue fraterne preghiere. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 77)

387.

Piazza Armerina, 29 giugno 1938

Carissimo fratello, ti ringrazio delle preghiere che hai fatte pel 35° della mia preconizzazione e di

quel che mi dici di Erasmo. Ne son contento anche perché S. Tommaso Moro era moltoamico di lui. Così intendo meglio una tale amicizia. Io ho ancora la mente alla tesi sullaMistica e ancora, a tal fine, leggo o rileggo. I miei poveri occhi son ancora impegnati inquesto lavoro e ringrazio Dio. Ma son già presso alla fine. Spero che ne venga fuori – sesarò compreso – un lavoro ottimo e forse anche originale, perché credo che in tal sensonessuno ancora abbia scritto di proposito. Ora spero tornare a L’Eglise. Sto bene. Tu usatiriguardi col tuo raffreddore. Fa già caldo, molto caldo. Giorni limpidi e serenissimi. Mipar d’esser in luoghi di marina. I Santi Apostoli Pietro e Paolo preghino per noi e c’impe-trino la grazia della vera santità. Ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 82)

252

Page 260: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

388.

Piazza Armerina, 23 luglio 1938

Carissimo fratello,tu mi scrivi gli auguri ed io i ringraziamenti. Tu mi dici che mi stai vicino nel

mio pastorale lavoro ed io son felice di sentirti a me vicino, sopra tutto, nella preghiera. Èveramente un momento di grandi misericordie di Dio questo. L’altra sera il prevostoMons. Giuseppe Lavaccaro mi diceva: è una coscienza nuova che riformo. Tu non puoicredere al bene che hanno fatto i congressi parrocchiali della parrocchialità celebrati intutte le parrocchie. E già diamo inizio alla preparazione di congressi che, a Dio piacendo,saranno celebrati col nuovo anno. Sacerdoti e popolo sentono che questo è un movimen-to che non deve fermarsi, e sentono l’ansia del lavoro. Hanno però i congressi della par-rocchialità messo in tale evidenza i mali e i bisogni delle parrocchie (dico – del popolo)che se non si contasse sulla misericordia infinita del Signore, ci sarebbe da scoraggiarsi. Eanche ciò cresce lena al lavoro. Aiutaci con le tue sante preghiere. Io sto bene. E ti abbrac-cio nei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

† Mario(Cartolina postale, f. 334, c. 84)

389.

Piazza Armerina, 6 agosto 1938

Carissimo fratello,appena arriveranno gli estratti della pastorale, la prima copia sarà per te. Leg-

gendo quel che l’autore di L’Eglise dice circa le lotte in Francia culminanti nella notte diSan Bartolomeo, pensavo che la tolleranza è una virtù che si può praticare in tempo dipace dalle maggioranze. Quando una nazione è in lotta interna, si attuano altre leggi.Scrivo questo, perché il mio pensiero torna all’accusa fatta a S. Agostino d’esser passatodalla tolleranza alla intolleranza, la quale accusa è nel libro espressa poco chiaramente,sicché sembra che l’autore la faccia propria più o meno. Invece il caso di S. Agostino fudiverso. Egli, visto che gli eretici turbavano l’ordine, invocò la repressione.

Abbiamo gran caldo, così il giorno come la notte. Ma l’estate deve far caldo:questo è il suo dovere. Sto bene. Godo nel sapere che stai bene anche tu. Ti abbraccio emi raccomando alle tue preghiere.

Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 87)

253

Page 261: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

390.

Piazza Armerina, 18 agosto 1938

Carissimo fratello,la mia ultima fu scritta l’undici. Certo la avrai ricevuta. Leggendo il paragrafo

di L’Eglise che riguarda i PP. Gesuiti (cap. VIII) mi son chiesto se a esso si riferisce la notadi «La Civiltà Cattolica». E se allo stesso si riferisce la rivista inglese di detti padri. Sonomolto desideroso di conoscere il testo della costoro correzione del giudizio emesso. Certoche il contenuto del paragrafo è grave assai. Ma la storia è quello che è. E io penso chel’autore non avrà attinto le sue informazioni a fonti impure. Oh! La storia! La grandemaestra della vita! Croce non le riconosce tale valore nella storia. Ma la storia per Croce èaltra cosa, e certo non è quello che è per noi. Il caldo è stato eccessivo in questi giorni.Ora è abbastanza tollerabile. Io sto bene e lavoro, grazie a Dio, come l’inverno. Possoanche dire che quest’anno il caldo mi piace. Seguo che il povero corpo si va raffreddando.Poi sarà la fine. Che Dio mi usi misericordia. Tu come stai? Spero bene. Prega per me ecredimi tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 89)

391.

[London, Paddington], 9 settembre 1938

Rileggo la tua del 31 agosto. Tu dici che la mistica è una comune cagione conDio soprannaturale e non solo nel senso che presuppone la grazia mistica ma anche nelsenso che sorpassa la capacità della natura umana quale essa è nelle condizioni d’unioned’anima e di corpo. Per la chiarezza del senso vorrei sapere se grazia mistica è per te (inquesto periodo) la grazia santificante (che può benissimo darsi mistica) ovvero la graziadella contemplazione infusa. Inoltre se per unione d’anima e di corpo intendi solo lostato presente terreno o anche lo stato del corpo risuscitato. Perché appresso tu dici chel’intuizione spirituale è (sotto il sospetto naturale) una funzione propria dell’anima sepa-rata dal corpo. La quale cosa mi sembra discutibile (in tali termini), e per vedere quelche dice S. Tommaso (senza darmi la pena di cercarlo) ti prego di segnarmi il luogo.Così tu arrivi alla tesi che l’anima agisce sulla mistica indipendente dal corpo, il che èuna tesi corrente ma alla quale io trovo difficoltà ad accedere. A ciò altra volta. Sto bene.Auguri onomastico

[Luigi](Minuta di lettera, f. 282, c. 8)

254

Page 262: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

392.

Piazza Armerina, 21 settembre 1938

Carissimo fratello,49 anni fa ricevetti il sacerdozio. Aiutami a ringraziare il Signore. Il Crampon

(competentissimo) così spiega il passo di S. Paolo “Prudents pour discerner le bien quevous avez à praticher; simples pour le mal y restant complétement étrangers”. In Eglise apag. 333, parlando di Hobbes si dice della perdita di libertà che si risolve in forza. Laparola perdita non mi sembra propria. L’uomo uscendo dall’isolamento e entrando nel-l’organismo sociale, non perde la libertà, ma la esercita in altro modo. Questo concetto diperdita ecc. è anche nel Taparelli, ma non è esatto. Piccole cose! Sì, è vero, ma le piccoleombre dove tutto è luce, e che luce, dispiacciono.

Domani, se Dio vorrà, andrò a far una visitina alla nostra buona sorella. Aspet-to che tu mi dica il tuo pensiero sul fatto mistico di cui tutta la mia precedente. Nellamistica, per me, ha una grande importanza, dico, nello studio della mistica.

Sto bene. Il tempo si è fatto fresco e buono. Siamo veramente in autunno. Ioaspetto il fresco, come tu aspetti il caldo e la villeggiatura. Prega per me, caro fratello, cheson ormai tanto vecchio. Io non cesso di pregar per te. Ti ho sempre presente nelle miepreghiere. Credimi. Tuo

† Mario

Distinti e riverenti ossequi. Mi benedica. Giovanni

(Cartolina postale, f. 478, c. 94)

393.137

Piazza Armerina, 29 dicembre 1938

Carissimo fratello,ho atteso invano la tua solita cartolina. L’ultima la ricevetti il 20. Spero doma-

ni. Frattanto non ritardo più di darti le mie nuove. Sto bene. Stamani abbiamo avuto laprima neve, poca però. La vita del B. Eymard 138 mi è poco piaciuta. Manca di senso stori-

255

137 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 5 gennaio 1939: “Il tuo giudizio complessi-vo su l’Eglise mi ha interessato molto. Non so a quale punto ti riferisci circa l’autorità. L’A. nell’esaminare la teo-ria esposta da Leone XIII scarta l’esagerazione di certi commentatori, sottolinea due o tre punti e ne dà ragione(pag. 548). Non ricordo altri passaggi speciali in questo momento. Ti prego di indicarmeli se li hai presente”.Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 5 gennaio 1939. Cfr. vol. IV (1935-1940), pp. 309 e 310.

138 Su Pierre Julien Eymard cfr. vol. III (1932-1934), pp. 195 e 196, nota 1.

Page 263: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

co e sintetico. È farraginosa. Quel che uno cerca, l’opera dei sac. Adoratori in azione, nonlo trova. L’altro libro no. Quello è al suo posto. È una sintesi nel campo storico che trovaben riscontro della sintesi di S. Tommaso nel campo filosofico. E farà molto bene. Sopratutto segnerà la via agli storici futuri. Son sempre mirabili le messe in centro delle variequistioni. Ho più presenti quelle che riguardano la casistica, il giansenismo, l’illumini-smo, il rinascimento e l’umanesimo, il romanticismo ecc. Non trovo bene a foco Cle-mente XIV. Egli tentò la riforma, ma invano. S. Alfonso poi parlava da suddito che nondiscute il superiore. Così non trovo bene a foco la quistione dell’autorità che vien da Dio.Dir che la società designa il soggetto e Dio dà l’autorità, è dir parole. L’autorità come tuttigli elementi della socialità son nell’individuo. Vengono tutti da Dio, con la creazione esoggiacciono alla sua Provvidenza. L’autore in fine viene a questo concetto; ma, si direb-be, in ritardo. L’ultimissima parte non è più storia, a rigore di termini, perché è presente.Sta però bene al suo posto. Ti rinnovo gli auguri. Mi raccomando alle tue orazioni e tiabbraccio nel Signore. Tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 96)

256

Page 264: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1939

394.

Piazza Armerina, 5 gennaio 1939

Carissimo fratello,rispondo alla tua del 1° che ricevetti ieri sera. Ti ringrazio un’altra volta degli

auguri e delle preghiere; anch’io applicai per noi tutti vivi e defunti una delle tre messedella s. notte (io le celebrai tutte e tre la notte con grande gaudio dell’anima mia e contante buone disposizioni del mio corpo). Il 27 u. sc. ti scrissi facendo alcune osservazioniai due libri che avevo letto. Ora mi viene in mente il giudizio sulla fuga di Pio IX e sulritorno per mezzo delle armi francesi. Io non trovo ragione di biasimo. Se non fuggiva,correva il rischio di Luigi XVI. La Francia poi era giudicata ancora la primogenita dellaChiesa; e allora meglio che ora si ripeteva il gesto Dei per Francos. Credi tu che il caso diGregorio VII sia stato molto diverso? I Normanni forse che volevano di più? E forse chela fuga a Salerno non fu fuga?

Non mi dilungo, perché tu sei occupato. Sto bene. Il tempo è buono. Stamanianche bello. Sembra primavera. Spero che anche in codesta la temperatura si sia mitigata.Mi raccomando alle tue orazioni e ti lascio sui SS. Cuori di Gesù e di Maria. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 97)

395.139

Piazza Armerina, 11 gennaio 1939

Carissimo fratello,il passo è proprio a pag. 548; comincia così: “La Chiesa non nega che la desi-

gnazione della persona possa esser fatta dal popolo ecc.”. La parola “designazione dellapersona” fa pensare a una trasmissione diretta ed esclusiva da parte di Dio. Come ti scris-si, qui l’autore non fa come nelle altre quistioni, che prima mette in centro il problema ela soluzione e poi discute; qui, credo per voler far precedere le encicliche di papa Leone, simostra meno padrone del problema e meno perspicuo. Le nomine che fa il popolo non

257

139 Sulla cartolina si leggono i seguenti appunti di Luigi datati 28 gennaio 1939: “riscontrato il passo dipag. 548, questo non è che il pensiero di Leone [XIII]. La discussione qui non interessava. Credo che dellefrasi più chiaritive sarebbero bastate a mettere ciò in luce. Il tuo giudizio sulle tre parti mi sembra troppogeneralizzante ma vi è del vero”. Questo testo è ripreso da Luigi nella lettera del 28 gennaio 1939. Cfr. vol. IV(1935-1940), p. 312.

Page 265: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

sono sola designazione di persone, ma vere e proprie costituzioni dell’autorità, nel sensoche ciascuno limita il suo diritto o potere interno in potenza; dico, lo limita al solo fattodella votazione, e lascia per virtù di consenso, che l’eletto esplichi lui la virtù innata che sichiama autorità. Non passo ad altre quistioni per ora che sei tanto occupato; solo aggiun-go che il concetto e il fatto storico della diarchia, nel periodo che va dal protestantesimoalla rivoluzione del 1789 perde la primitiva precisione e perspicuità; tanto che l’autore,alla fine sente il bisogno di tornar su tale concetto per rimetterlo nella luce dei primi capi-toli. Ciò il lettore sente come qualcosa che pesa, come una nebbia. Sto bene. Qui tempomite. Usati riguardi e prega pel tuo affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 99)

396.

Piazza Armerina, 19 gennaio 1939

Carissimo fratello,stamani ho celebrato la s. messa per noi tutti vivi e defunti. Godo della tua

gioia sui giorni passati con la cara sorella. Non so se ti piace che io ancora ti parli dellemie letture. A quanto ti ho scritto, aggiungo, che tra la 1°, la 2° e la 3° parte a me parenon ci sia eguaglianza di animo. La 1° la direi con idillio-epico, cioè, animata da tale spi-rito come disposizione; la 2° animata da spirito austero specialmente nei riguardi dellaChiesa, dei gesuiti ecc.; la 2° [3°] animata di spirito più conciliativo. In questa si amaspiegare il portamento della Chiesa piuttosto che giudicarlo. Però posso giudicar male,perché lessi il libro un po’ per volta. Nella 2° parte il troppo di dati storici affatica. Il libronon è nato per esser un sommario di storia, ma un’impostazione sociologica-storicisticadegli umani accoglimenti nel campo dei rapporti tra i due poteri. Qui è tutto il suo per-ché e il suo valore. La storia come notizia vi è presupposta. Infatti negli eventi o periodipiù noti, l’autore è più parco di dati storici.

Abbiamo ancora tempo mitissimo, la temperatura è salita sino a 16 gradi. È unpo’ troppo per gennaio. Sto bene. Penso a te, prego per te e mi raccomando alle tue pre-ghiere, povero vecchio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 478, c. 98)

258

Page 266: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

397.

Piazza Armerina, 10 marzo 1939

Carissimo fratello,detto dal letto ove mi tiene febbre di raffreddore, proprio dal giorno di S. Tom-

maso che tu ricordi nella cartolina che ricevo a momenti. La mia ultima è del 1° e sonorimasto sorpreso che siano scorsi già nove giorni senza che io li avessi visti passare, perchéanche a letto le mie ore sono tutte ad esuberanza occupate. Spero che il mio male sia allafine perché stamattina sono stato sfebbrato e stasera ho appena due decimi di febbre. Adogni modo buona è la malattia come è buona la sanità, quando in tutte le vicende dellavita si cerca di fare la volontà del Signore. Ti mando un esemplare della pastorale di que-sta S. Quaresima. Se dopo di averla letta crederai che possa giovare a qualcuno dei tuoiamici, puoi liberamente domandarne altri esemplari. Non puoi credere, caro fratello, conquanto gusto in questo scorcio della mia vita, io detti dal letto; le visite mi stancano e unpo’ infastidiscono, forse perché più o meno sono sempre ingombranti e vuote; il dettaremi dà riposo e santa gioia. Ciò del resto è una prova che i malanni che soffro non sonopoi gravi. Godo che tu ti sei pienamente rimesso, prego il Signore per te e ti abbraccio nelsuo Sacro Cuore. Affezionatissimo

† Mario(Cartolina postale, f. 337, c. 59)

398.

Piazza Armerina, 17 marzo 1939

Carissimo fratello,ricevo la tua a letto dove ancora mi trovo, ma ora unicamente per precauzione,

dato il freddo intenso di questi giorni. Se domani la temperatura sarà più mite spero,almeno per alcune ore, di lasciare il letto. Non mi parli della mia cartolina del 10, dettatadal letto, come questa, e temo che non l’abbia ricevuta. Il libro edito Bloud et G. non l’hoancora ricevuto. Spero che non tarderà ad arrivare.

Godo nel sapere che ti sei del tutto rimesso. Io spero di non far troppo lungaconvalescenza, perché il male questa volta è stato molto benigno. Prega per me come iosempre prego per te e credimi. Affezionatissimo fratello

† Mario(Cartolina postale, f. 337, c. 64)

259

Page 267: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

399.

[London], 31 agosto 1939

Carissimo fratello,rispondo alla 27 agosto. Non ti incomodare a mandarmi la vita di Gesù di V.

Fornari140; almeno per il momento. Se occorrerà te ne scriverò. In questi periodi di angu-stie e di purificazione spirituale nell’abbandono completo a Dio, vado scrivendo la secon-da parte del mio libro sulla Vita Soprannaturale, con le idee che ho in testa, salvo (se Diome ne da le forze e la grazia) a rifarla in una seconda stesura (come del resto è mio siste-ma) dopo aver letto altri libri che mi sono procurato o mi potrò procurare. Sto bene. Miinteressa assicurare te e Nelina che potete disporre come meglio di tutto quel che potrebbeappartenermi (io non credo di avere ma se per caso, fate come se fosse vostro). Stiamocosì bene nelle mani di Dio, abbiamo tanta piena fiducia nella sua misericordia che ognicosa terrena sparisce ai nostri occhi. Un abbraccio di cuore tuo

[Luigi]

10 settembre Accenno alle tre ultime lettere di 26 e 29 e 31. Rispondo alla 27 agosto.

(Minuta di lettera, f. 283, c. 46)

260

140 Su V. Fornari, Della vita di Gesù Cristo, Società Editrice Internazionale, Torino 1930, cfr. vol. III(1932-1934), p. 200, nota 1.

Page 268: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

1940

400.

Piazza Armerina (Enna), 2 aprile 1940

Carissimo fratello,ricevetti la tua lettera. Io penso che la grazia fattati da Pio XI di santa memoria

duri ancora, perché parmi impossibile che egli l’abbia limitata alla durata della sua vita.Se fu incondizionata, e tale io la presumo, dura ancora. Salvo che non sia stata concessaper altre circostanze che più non esistono e per altro luogo. A ogni buon fine io ho giàscritto o per la conferma o per una nuova concessione. Non credo poi che possa avvalertidell’indulto dell’oratorio domestico, concesso a me. Questo ti dà bensì il diritto di dir lamessa nell’oratorio mio, in diocesi di Caltagirone, ma non più. Io poi dubito oggi dellavalidità di tale concessione, perché nel rescritto è detto: “a te de vivi more nobilium”. Maio non vissi mai da nobile. Tu sai come era modesta la nostra vita. Comunque, io non hobadato a chiarire tale dubbio, perché più non ho bisogno di quella grazia. Io sto benino. Ilpolso e la mano però sono sempre gonfi allo stesso modo, e dolenti. L’artrite dura. Facciole ignezioni di Uremina Ganassini che dicono siano molto efficaci per questo male.Vedremo. Prego per te, per Pasqua ti sono stato vicino; ieri e oggi ho celebrato anche perte; ti rinnovo i migliori auguri e ti abbraccio. Tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 350, c. 3)

401.

Piazza Armerina (Enna), 28 maggio 1940

Carissimo fratello,ricevetti la tua dell’otto. Bremond non risolve il problema della conoscenza

mistica, ma lo riguarda da psicologo. Io sto bene. Godo che tu stai meglio. Spero che que-sta ti arrivi senza troppo ritardo. Il bel mese della Madonna volge al termine. Dopo verràil mese del Sacro Cuore. E noi dopo le gioie del primo, godremo quelle del secondo conla grazia di Dio. Come è bella la vita trascorsa amando Dio e servendolo e lavorando perla sua gloria. Prega per me e credimi sempre tuo

† Mario(Cartolina postale, f. 629, c. 1)

261

Page 269: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

402.

Piazza Armerina (Enna), 5 giugno 1940

Carissimo fratello,speravo che il Papa mi avrebbe concesso la grazia per l’oracolo della viva voce.

Invece la mia istanza fu mandata alla sacra Congregazione dei Sacramenti per competen-za. Di qui il ritardo. Mi si assicurò pronta risposta, ma i giorni passano invano. Io sonoun po’ raffreddato, e ho un po’ di febbre. Sono agli inizi. Vedremo come mi tratterà. Maio vedo, caro fratello, che i mali si fanno in me sempre più frequenti. Sono una misericor-dia e un monito: la fine non dev’essere lontana. Dio sia benedetto e ringraziato. Ho vistoin S. Tommaso il punto in cui tratta della grazia. Dice, come pensi tu, che si infondeall’assenza. E io ora ne son più convinto di prima, perché le ragioni di questo dottore sonsempre chiare e decisive. Il mio polso e un po’ la mano son sempre gonfi e dolenti a unmodo; anzi più di prima. Anche questa è una grande misericordia. La internazionale sale-siana non accettò di stampare la pastorale sull’orazione, per esuberanza di lavoro. Pregaper me, come io prego per te, e riceviti i miei fraterni auguri pel tuo non lontano onoma-stico. Tuo

† Mario vescovo(Cartolina postale, f. 629, c. 3)

262

Page 270: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Abelardo, 119Abramo, (Israel), (personaggio di Il Ciclo della

Creazione), 192Achille, 198Adamo, (personaggio di Il Ciclo della Creazio-

ne), 191, 194, 200-202Agostino, sant’, 29, 67, 69, 85, 129, 189, 192,

195, 203, 246 e n., 253Albornoz, Gil Albarez Carrello de, 11, 219 e n.Alessandro V, (Pietro Filargo), 220Alfonso M. de’ Liguori, sant’, 256Allard, Paul, 102 e n.Allen e Unwin, (editori), 4n.Alma, Vittorio, 58, 60, 62Archambault, Paul, 186 e n.Aristotele, 43, 67, 151

Balducci, Antonio, 234n.Baranzini, Ettore, 226 e n.Barclay Carter, Barbara, 4n., 5n.Bargiggia, Giovanni, 86, 92, 94, 110, 112,

119, 235Barletta, Gaspare, 26 e n., 33, 58Barletta, Oreste, 26 e n.Barletta, Vavà, 34-36Baumann, Emile, 129 e n., 142Bazin, René, 233Bellarmino, (maestro), 186, 188Bernardo, san, 247Bertrand, Juliette, 5n.Bertrand, Louis, 29 e n., 155 e n.Bianconi, Francesco Alfonso M., 94 e n., 116Blandini, Giovanni, 119, 241 e n.Blondel, Maurice, 177 e n., 178, 179, 181-

184, 186, 187Bloud et Gay, (editori), 76n., 259

Bocca, (editore), 100Bonaventura, san, 67Bondioli, Pio, 237 e n., 238Bonifacio VIII, (Benedetto Caetani), 119Bono, san, 203 Borromeo, Federico, 247Bossuet, Jacques-Benigne, 189Bourne, Francis, 55 e n.Bremond, Henri, 161 e n., 163 e n., 164, 166-

169, 183 e n., 261Briuccia, Giuseppe, 243Bruni, Gerardo, 84 e n., 146

Caiazzi, A., 58, 78, 114Caifa, (personaggio di Il Ciclo della Creazione),

192Caino, (personaggio di Il Ciclo della Creazio-

ne), 191Campoccia, Ignazio, 93Cantagalli, Giulio, 202n.Capizzi, Pietro, 240, 247Carabelli, Giacomo, 104 e n.Caristia, Carmelo, detto Meno, 107, 119Carlo Borromeo, san, 244, 251Caro, Annibale, 119, 128Caruso, Luigi, 36 e n., 206, 226Caterina da Siena, santa, 123, 219Cathrein, Viktor, 36Cerretti, Bonaventura, 53 e n.Chautard, Jean Baptiste Gustave, 18 e n.Chesterton, Gilbert Keith, 26 e n., 44Chiavaro, (dentista), 123Chiocchetti, Emilio, 117Cicapi, (professore), 20Citanna, Giuseppe, 44, 96Clemente VII, (Giulio de’ Medici), 250

263

Indice dei nomi1

1 I nomi dei due corrispondenti, Luigi e Mario Sturzo, anche quando citati come autori, non figuranonell’Indice. I nomi degli editori sono segnalati solo quando citati in modo discorsivo.

Page 271: Luigi Sturzo - Mario Sturzo. Appendice

Clemente XIV, (Giovanni Vincenzo Ganganel-li), 256

Clementi, (sacerdote), 204Codignola, Ernesto, 46, 51 e n., 61, 62, 69,

161, 177, 178Compagno, Giacomo, 110Cordovani, Mariano, 58 e n., 60Corfì, (dottore), 224Cosmo, Umberto, 205 e n.Costantino, 102, 246Costanzi, Maria Celina, 39, 41Crampon, Augustin Joseph Theodore, 157 e

n., 203, 255Cremona, Salvatore, 91 e n.Crespi, Angelo, 13 e n., 37, 91, 92, 126, 128,

130, 137, 142, 146Croce, Benedetto, 25, 40, 44-46, 78, 94 e n.,

114, 116, 133, 138, 141, 142, 144, 146,149, 150, 153, 179, 180n., 183 e n., 194,195, 198, 223, 252, 254

Daffara, Marcolino, 68Dall’Olio, (padre), 133D’Amico, Luigi, 224D’Annibale, Giuseppe, 154 e n.Dante, Alighieri, 205, 206, 233, 243, 248De Bono, Pio Damaso, 44 e n., 125De Francisci, Salvatore, 91Delatte, Paul, 232 e n., 234De Luca, Giuseppe, 53n.De Marco, Vittorio, 7n.Dempf, Alois, 74 e n., 109, 116, 128De Rosa, Gabriele, 1 e n., 3 e n., 4n., 5 e n., 6n.De Ruggiero, Guido, 11, 13, 24, 30, 42, 44,

45, 47-51, 58, 63, 74, 88, 91, 94, 100, 103,146, 161 e n., 179 e n., 183

De Sarlo, Francesco, 24 e n., 51Descartes, René, 94Desclée, (editore), 186, 220De Wulf, Maurice, 47, 90 e n.Di Fede, Antonio, 81, 104, 139, 141Dimond, John Martyn, 32, 33Duns Scoto, Giovanni, 158Duprè, Giovanni, 89

Einstein, Albert, 95, 96

Elia, (personaggio di Il Ciclo della Creazione),199

Enrico IV, imperatore, 247Erasmo da Rotterdam, 251, 252Eva, (personaggio di Il Ciclo della Creazione),

191, 194, 200, 202Eymard, Pierre Julien, 255 e n.

Fanales, Filippo, 239Favitta, Salvatore, 29Fazio-Allmayer, Vito, 50Fedele, Pietro, 46Felder, Hilarin, 41, 42Fenu, Edoardo, 58Ferdinando I di Borbone, 180Ferrari, Andrea Carlo, 65Filippo Neri, san, 156Fiorentino, (sacerdote), 119, 120, 138Flori, Ezio, 153 e n.Fondacaro, Gaetano, 27Fondacaro, Vincenzo, 21 e n., 27, 52-54, 56-

58, 62, 66, 75, 102, 105, 112, 113, 115,121, 127-129, 142, 143, 158, 228, 231,240, 243, 250

Fornari, Vito, 260 e n.Foti, Sebastiano, 108, 111, 114Fouard, Henri-Constant, 140 e n., 142Fragapane, Saverio, 98, 177Francesco d’Assisi, san, 68, 123, 144Francesco di Sales, san, 226Francesco Saverio, san, 156

Galilei, Galileo, 147Gangarelli, (professore), 181Garrigou-Lagrange, Réginald, 232, 234 e n.Gemelli, Agostino, 56 e n., 58, 88-90, 178,

236Génicot, Edward, 154 e n.Genocchi, Giovanni, 41 e n.Gentile, Giovanni, 21, 40, 46, 51n., 146, 150,

161, 163, 173 e n., 176, 193Geremia, (profeta), 198, 200Gesualdo, (procuratore), 26, 30, 32Giacomo, (sacerdote), 60Gibilisco, (monsignore), 61, 62Gilson, Etienne, 67 e n., 74, 111, 191 e n.Gioberti, Vincenzo, 27, 142

264

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Giovanni, 117Giovanni Bosco, san, 56 e n.Giovanni Evangelista, (personaggio di Il Ciclo

della Creazione), 192Giovanni Evangelista, san, 154, 156, 157Giovanni XII, (Ottaviano dei conti di Tusco-

lo), 247Giovanni XXII, (Jacques Duèse), 248 e n.Giovanni XXIII, (Baldassarre Cossa), 220Giovannino, 55Giuseppe, san, 177, 244Giuseppe Cafasso, san, 30, 33, 34Giussano, Giovanni Pietro, 244 e n., 245, 246Gorce, Matthieu Maxime, 193 e n.Gravina, (famiglia), 87Gravina, Michele, 15, 26, 29, 30, 76Gravina, Paolo, 26Greco, Francesco, 221Greco, Luigi, 45, 50Gregorio Magno, san, 246n.Gregorio VII, (Ildebrando di Soana), 247, 257Gurrera, Angelo, 237 e n.Gurrera, Michele, 237 e n.

Hobbes, Thomas, 11, 255Hollis, Christopher Maurice, 235 e n.Höffding, Harold, 91, 93-98, 113, 115Hugueny, Etienne, 11

Jacono, Giovanni, 46, 226Joergensen, Jens Johannes, 219 e n.

Ianni, (parroco), 24Iatrini, Alfio, 57Innocenzo III, (Lando Frangipane), 247Innocenzo IV, (Sinibaldo Fieschi dei conti di

Lavagna), 246n.Intieri, (padre), 226Isaia, (personaggio di Il Ciclo della Creazione),

192, 194Isaia, (profeta), 198, 200

Kant, Immanuel, 46, 48, 49, 182Kempis, Tommaso da, 104 e n.Klein, Félix, 95 e n.

Laberthonnière, Lucien, 161n., 164, 176

Lantrua, Antonio, 91La Licata, (canonico), 241Lanzalone, Giovanni, 133La Rosa, 42, 49Laterza, (editore), 30-32, 41, 42, 44, 45, 49-

51, 100, 103-105, 115, 117, 118, 121, 133,141, 194, 203

Lavaccaro, Giuseppe, 11, 253Lavitrano, Luigi, 11, 221, 235Le Monnier, (editore), 51Leone XIII, (Gioacchino Pecci), 122, 173,

218, 229, 236, 255n., 257 e n.Leopardi, Giacomo, 210 e n.Le Roy, Edouard, 198 e n., 203Letouzey et Ané, (editori), 64Levasti, Arrigo, 13 e n., 40, 41, 62Lombardo Radice, Giuseppe, 50Losacco, Michele, 167Lovera di Castiglione, Carlo, 135Lucifero, (personaggio di Il Ciclo della Creazio-

ne), 193, 195, 196, 201, 212-214Lugan, Alphonse Marie, 204, 205Luigi XVI di Borbone, 257

Maffei, Andrea, 117, 119Maistre, Joseph de, 229 e n.Manzoni, Alessandro, 11, 50, 92, 105, 133,

136, 180, 182, 184, 186-188, 252Margherita di Savoia, 41, 42Marietti, (editore), 29, 30, 46Marino, L., 68 Maritain, Jacques, 11, 13 e n., 90, 176Martini, Luigi, 193 e n.Mazzantini, Carlo, 58, 65, 66Meda, Filippo, 216 e n.Mercier, Désiré, 22 e n., 41, 202Meyerson, Emile, 13, 37 e n. 139, 142, 144,

145, 179Michele, vedi Gravina, MicheleMichele, (Michaël), (personaggio di Il Ciclo

della Creazione), 190, 212-214Mignosi, Pietro, 142Milton, John, 118n., 119Minacapelli, Giuseppe, 102, 103Mineo Janny, Mario, 58 e n., 60, 100Mirone, Rita, 221Misuraca, Giuseppe, 49, 51

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Montalembert, Charles Forbes de, 35Montali, Giovanni, 232n.Montemagno, Giuseppe, 5, 88, 90, 243Monti, Vincenzo, 44Montiero, (vescovo), 226Motto Simonson, Anna, 123

Napoleone I, 133, 136Napoli, Giovanni, 125Natale, (canonico), 237Natoli, (avvocato), 107Necchi, Vico, 203 e n., 237, 238Nello Mario, (figlio di Rita Mirone), 221Newman, John Henry, 163 e n.Nicola, Giovanni Battista, 20-22, 24, 26Nicolò da Cusa, 161 e n. Noaillat Devuns, Marta de, 215 e n.Noble, Henri Dominique, 214Noël, Léon, 59 e n.

Ojetti, Ugo, 69Olgiati, Francesco, 58, 60, 84, 150, 194, 203n.Oliva, (signor), 129Omodeo, Adolfo, 218 e n.Orlando, Venerina, 226Ottone I, detto il Grande, imperatore, 247

Padovani, Umberto Antonio, 142 e n.Paolo, san, 142, 197, 198, 203, 234, 237, 252,

255Papafava, Novello, 193 e n., 196Papi, Lazzaro, 117, 118 e n., 119Papini, Giovanni, 44 e n., 179, 180 e n.Parini, Giuseppe, 210Parlagreco, V., 241, 242 Parodi, Dominique, 197Pascal, Blaise, 251n.Pasetto, (monsignore), 135Perosi, Lorenzo, 161 e n.Peters, (signor), 20, 53, 54Petrarca, Francesco, 42, 123Piazza, Francesco, detto don Ciccio, 64 e n.Pietro, (personaggio del Quo Vadis), 194Pietro, (personaggio di Il Ciclo della Creazione),

192Pietro, san, 252Pietropaoli, (signor), 57

Pinard de la Boullaye, Henri, 64Pincherle, Alberto, 203 e n.Pindaro, 136Pio II, (Enea Silvio Piccolomini), 250Pio VII, (Gregorio Luigi Barnaba Chiaramon-

ti), 180Pio IX, (Giovanni Maria Mastai Ferretti), 257Pio XI, (Achille Ratti), 261Platone, 67-70Prélot, Marcel, 4n.Prévost, Marcel, 5, 231, 243Psicari, Ernesto, 98 e n.

Quirielle de, (famiglia), 67 e n.

Radl, Emanuel, 206Raffaello Sanzio, 89, 171Reinstadler, Sebastian, 31Renan, Ernest, 140n.Ribot, Théodule, 62 e n., 65, 131Rimaud, Jean, 68 e n.Rivière, Jean, 179, 180 Rivieri, vedi Rivière, JeanRizzo, Giovanni, 32Romagnoli, Ettore, 173, 176, 184Rosmini, Antonio, 27, 110, 163Rotta, Paolo, 161 e n.Rougier, Félix, 30, 32, 35-37, 43Rove, (predicatore), 93Royce, Josiah, 37Rubbettino, (editore), 5n. Ruini, Meuccio, 204Russo, Domenico, 67 e n.

Salotti, Carlo, 30n., 33, 34, 40, 41, 62Scalia, Carmelo, 58, 119, 125, 230Scarlato, Mario, 39, 196Schifano, Michele, 133, 137Schilirò, Vincenzo, 71Schiller, Friedrich, 176Schmidlin, Josef, 152 e n.Sémer, Maddalena, 95Serra, Enrico, 77n.Smith, (editore), 76n. Socrate, 18Soderini, Edoardo, 218 e n.Soldini, (sacerdote), 92

266

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Sonnenschein, Carl, 71 e n.Staël-Holstein, Anne-Louise-Germaine Necker

baronessa di, nota come Madame de Staël,204

Strowski, Fortunat, 74 e n.Sturzo, Emanuela, detta Nelina, 7 e n., 17 e n.,

19, 20, 22-27, 29, 30, 32-35, 49, 53-57,59, 60-69, 71, 73, 75-78, 81, 84-87, 90,106-119, 121-127, 135, 137, 148, 166,167, 175, 176, 191, 200, 204, 206, 210,212, 222, 228, 230, 233, 236, 238, 240,241, 248, 250, 251, 260

Sturzo, Felice, 2n., 205-207Sturzo, Giovannino, 14Sturzo, Margherita, 7, 17n., 19n., 64Sturzo, Remigia, (suor Giuseppina), 6, 7, 17n.,

19, 25, 27, 30, 34, 44, 54, 69, 85, 125-130,133, 134 e n., 135, 137, 167

Sturzo, Rosa, 17n.Suarez, Francisco, 46, 49, 243

Tanfani, 22Taparelli d’Azeglio, Luigi, 255Tasso, Torquato, 197Teresa, 221Teresa d’Avila, santa, 155, 156Teresa del Bambin Gesù, santa, 149Tilgher, Adriano, 24, 95Toffanin, Giuseppe, 232 e n., 233Tommaso d’Aquino, san, 21, 22, 28, 30, 31,

40, 41, 43, 68, 118, 121, 123, 127, 128,138, 141, 144, 148 e n., 149, 150, 159,162, 173, 175, 177, 185, 187, 191, 193,194, 196, 214, 254, 256, 259, 262

Tommaso Moro, san, 235, 251, 252 Tondelli, Leone, 142 e n.Tosti, Luigi, 98 e n., 121, 122, 128, 176, 220 e

n., 247Tragella, Giovanni Battista, 152n.Troeltsch, Ernst, 120 e n.Turner, William, 90, 91

Uccello, (professore), 181

Vacandard, Elphege, 72 e n., 81, 86Vaccaro, Mario, 21, 22, 74, 75, 144, 203Vaccaro, Vincenzo, 175Vallecchi, (editore), 46, 51, 63, 100Vanderpool, Alfred, 82 e n., 86, 199Vaussard, Maurice, 77 e n., 80, 85-87, 138,

150, 205Vavà, vedi Barletta, VavàVecchi, (editore), 100-102, 104, 105, 111-

113, 115-117, 119-121, 158Velardita, Giuseppe, 20, 39Venerina, vedi Orlando, VenerinaVico, Giambattista, 175, 177, 178 e n., 179,

193, 194Villari, Pasquale, 206 e n.Vincenzo e Vincenzino, vedi Fondacaro, Vin-

cenzoVirgilio, 119Vismara, Silvio, 177Vizzini, (vescovo), 228

Zamboni, Giuseppe, 21 e n., 75, 202, 203Zanichelli, (editore), 4n., 5n., 76n.Zeller, Eduard, 90

267

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Indice

Introduzione 1

Nota redazionale 11

Carteggio 13

Indice dei nomi 263

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Finito di stampare nel mese di maggio 2006dalla Rubbettino Industrie Grafiche ed Editoriali

per conto di Rubbettino Editore Srl88049 Soveria Mannelli (Catanzaro)

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