Luigi sacilotto

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Luigi Sacilotto Luigi Sacilotto nasce a Pordenone nel 1947. Compie degli studi tecnici e consegue il diploma di disegnatore progettista. I suoi primi lavori risalgono alla fine degli anni '60. Si tratta di opere quasi assimilabili a modelli planimetrici, nelle quali l'artista ten-de a strutturare le masse secondo degli ordini di costruzione razionali e a spostare l'attenzione di chi guarda anche verso l'esterno del blocco compositivo, mediante sottili e lineari prolungamenti. Verso la metà degli anni '70 l'artista si lega ad un filone informale e materico, utilizzando tele e pennelli. L'intervento coloristico è minimo, ad interessarlo è soprattutto il movimento di grandi masse corporee che si dilatano a dismisura. Espressione sintomatica di questo suo modo di fare arte è la ricerca sui materiali, dei quali non dà mai per scontato il risultato fina-le, e sulle tecniche, che si devono adeguare alle plastiche, ai vinili, ai poliuretani usati. Così lo studio in cui lavora a Pordenone più che ad un atelier si può paragonare ad un'officina, specialmente in questi ultimi anni, in quanto invaso da una macchina di sua invenzione, per mezzo della quale riesce ad ottenere, dirigendola, degli effetti spaziali scon-volgenti. 1973 - Città: avvistamenti extra-territoriali. Planimetrie. L'osservazione viene effettuata dall'alto, poi si procede con la rilevazione obbiet­tiva. Le linee sono ben disposte, nitide, chiare; sottintendono geometrie razionali. Si stabilisce quindi un primo contatto se-zionando spaccati di agglomerati urbani. La prima fase è quella della registrazione pura e semplice di costruzioni solide nella loro struttura esterna, tutte d'un pezzo. Senza nessuno scarto aprioristico di sorta vengono riportate su carta le misure angolari, rigide, tecniche. 1975 - Segue l'avvicinamento lenticolare all'interno, all'essenza dei tessuti urbani. Le composizioni che, prima, dall'alto, sembrava-no rego­lari, rivelano ad una distanza millimetrica spaccature interne, sfibrature. Quella che era parsa solidità, nelle Fratture si smembra. Dai sondaggi più accurati si riprendono le brecce, le sfrondature. I rilievi sono riportati su masse plastiche di grandi di-mensioni: corrugamenti di intonaci, graffiati, textures e scoordinamenti. 1977 - La distruzione. Le città coi loro abitanti, tutti i loro componenti costitutivi e gli accessori vengono rivestiti di sostanze catra-mose, dense, aggreganti e disfacenti allo stesso tempo. Le strutture architettoniche spariscono, ingurgitate da masse di materiali sconvolgenti la loro sostanza e la loro forma. Si conservano i loro stampi, le loro prospettive eseguite in variabili pastellate, artificiali e distorte. 1986 - I più recenti scatti grafici sperimentali sono stati eseguiti con macchinari organolettici in cui l'intervento è minimo; sta tutto nel dosaggio degli inchiostri catramosi, dei solventi, nella disposizione iniziale, poi realmente il disegno finale si scrive secondo proprie leggi interne. I risultati sono puri. Le visioni aeree ci mostrano un mondo sconosciuto da un'apocalissi. Deserto. Le primitive città sono definitivamente scomparse. Sospensioni piane su carte traslucide, note azzurrine, trasparenti, polveriformi. La sensazio-ne è quella di abbandono e di solitudine. Tutto in alto e in basso vede sospeso il movimento a metà galoppante e rotatorio in un immobilismo assoluto, 1979 - La logica è di ingombro e chiusura di ogni forma, anzi lo scopo è la trasformazione di oggetti, di organismi, mediante agenti cataliz­zanti. I loro connotati fisici vengono in tal modo cristallizzati, bloccati per sempre, molecolarmente, dalla sedimentazione e dal ristagno dei loro caratteri primordiali. In seguito a queste ricerche si hanno le fila di Giacca, Pantaloni su stampella, Apparec-chio televiso si procede quindi all'imballaggio, alla chiusura ermetica, all'ingabbiamento, alla incomunicabilità totale. Vengono utiliz-zati a tal fine materiali poten­zialmente dotati di reazioni non ancora precisamete controllabili a contatto con l'atmosfera, per questo probabilmente i risultati sono tanto più sconcertanti. L'indagine sul poliuretano resta di fatto sorprendente. 1980 - Da queste sperimentazioni si originano le Colate, gli stravolgimenti di masse corporee, le corrosioni, gli slittamenti che fini-scono con lo straniare totalmente le superfici più obsolete e comuni. Si producono parallelamente organismi cancerosi, ributtanti alieni mostruosi e ingombranti, rigetti e vomiti di forme. La materia plastica così rigonfia e turgida e assolutamente nera acquista un senso erotico, quasi sessuale, ma di quell'eros grossolano da distanza ravvicinata. 1982 - Si cerca a questo punto di espandere e rendere assolutamente irriconoscibili gli oggetti lavorando in maniera parossistica, riem­piendo totalmente ogni più piccolo interstizio. Dopo aver fissato ogni possibile sviluppo temporale, immobilizzando nell'istanta-neità (come avviene per i composti liofilizzati) i corpi, le sostanze inorganiche, la meta si sposta ora sulla dilatazione e la distorsione della dimensione spaziale. Meta raggiunta invasando fuori e aldilà dei confini propri questi stessi materiali onirici e stratosferici. Si è rovinato Il materico macroscopicamente e microscopicamente, fino a fargli raggiungere una condizione assolutamente a-tipica in tutti i sensi. Nelle Radiografie si capisce bene come i tessuti plastici non siano facili al tatto e come le complicanze siano molteplici. La metastasi ha ormai irrimediabilmente rovinato gli organismi primigenii. Nessuna traccia di esseri umani. 1984 - Si attestano i primi studi sulle colate e sui rendimenti reattivi dei materiali: clinax, latex, wax, plastiche disciolte ... che a contatto con l'atmosfera solidificano rapidamente. Si tenta di procedere il più scientificamente possibile, per stendere un rapporto sulle loro dinamiche meccaniche e fisiche. I documenti dimostrano consolidamenti repentini, poco controllabili. 1987 - Filiazioni sdrucciole di ordini mutanti escono da passaggi incomprensibili. Sembrano emergere dal nulla e nel nulla galleggia-no. Sono forme idrospaziali, plastiche e lisce di origine sconosciuta. Mollemente solcano il vuoto e risultano assurdamente perfette. Compongono relazioni mimetiche, anomale. La loro stereometria puntativa non ci aiuta a comprendere il messaggio, che pure intendono inviarci. Sono esseri stranianti. Riflettono un alone di anonimità silenziosa e allo stesso modo interrogativa. Che cosa vogliono comunicare? Il loro mutismo ci sconcerta.

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1992 Pordenone Galleria Sagittaria

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1993 HICETNUNC

Chiesa di San Lorenzo

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1993 San Vito al T. HICETNUNC

Chiesa di San Lorenzo

Personale

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1995 San Vito al tagliamento

HICETNUNC Personale

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2004 Pordenone SOMSI

Personale

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Settembre - ottobre 2010 Trieste Palazzo del Consiglio Regionale

Artisti “la roggia” 1970 - 2010

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Alcune Opere

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