Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2011 Capitolo IV....

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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2011 Capitolo IV. Intenzione e comunicazione 1 Prospettive sull’intenzionalità Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa Atteggiamento intenzionale = predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi entità come se fosse pianificata in modo consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un sistema di credenze, desideri e scopi (Dennett)

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2011

Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Prospettive sull’intenzionalità

Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa

Atteggiamento intenzionale = predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi entità come se fosse pianificata in modo consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un sistema di credenze, desideri e scopi (Dennett)

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2011

Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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In psicologia, due significati di intenzionalità:

a) Intenzionalità = proprietà essenziale della conoscenza umana in quanto coscienza di qualcosa (Brentano); questa “direzionalità” degli stati mentali verso qualche aspetto del mondo fenomenico valorizza il senso etimologico di intenzione come “in-tendere” (“tendere verso”)

b) Intenzionalità = proprietà di un’azione compiuta in modo deliberato, volontario e “di proposito” per raggiungere un certo scopo; tale azione ricade nell’ambito della propria responsabilità consapevole e diventa oggetto di sanzione morale in termini di approvazione o punizione

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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In entrambi i significati l’intenzionalità è una proprietà di certi (non tutti) stati mentali

Intenzione

(condotta diretta al raggiungimento di uno scopo)

Intenzione antecedente

“volontà e proposito di fare

delle cose”; progettazione e

pianificazione di un’azione per

il conseguimento di uno scopo

Intenzione-in-azione

capacità di intervenire in modo

intenzionale in una circostanza

imprevista o, comunque, non

pianificata

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Intenzionalità e coscienza

L’elaborazione di intenzioni richiede una condizione di coscienza

Coscienza

Consapevolezza delle proprie percezioni nel “qui e ora” (consapevolezza percettiva) e dei propri pensieri (consapevolezza cognitiva)

Funzione di riflessione sui propri processi mentali attraverso l’introspezione (consapevolezza metacognitiva e introspettiva)

Condizione di vigilanza focalizzata contrapposta a uno stato inconscio (funzione di monitoraggio e di controllo)

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Somiglianze• Disposizioni anticipatorie in grado di attivare la condotta del soggetto• Non sono né vere né false, ma possono essere soddisfatte da certe

condizioni della realtà• Sono il “motore” motivazionale dell’azione dell’organismo

Intenzionalità e desiderio

Differenze• Il desiderio è soddisfatto non appena è raggiunto il risultato desiderato• Le intenzioni sono soddisfatte solo se producono le azioni che conducono

al risultato che si intende raggiungere• L’intenzione è autoreferenziale; il suo contenuto proposizionale non è

[succede x] o [faccio x], ma [faccio x per soddisfare la mia intenzione]

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Intenzionalità e credenza

Intenzioni

Credenze

conoscenze idonee a rappresentare la realtà a livello cognitivo

Scelta

la scelta è di ordine superiore e l’intenzione è un sottoinsieme di ciò che uno sceglie, in quanto costituisce il risultato di una scelta

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Il gioco intenzionale

Gioco reciproco fra i partecipanti, caratterizzato da un processo di “intenzionalizzazione” (manifestazione di una data intenzione da parte del parlante) e da un processo di “re-intenzionalizzazione” (interpretazione dell’intenzione da

parte del destinatario) [Anolli e Ciceri]

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Informazione

senza la presenza di uncomportamento intenzionale

reciproco il messaggio è soltanto informativo e non

comunicativo; quindi, la frase ha solamente un valore informativo

Comunicazione

lo scambio comunicativoavviene solo se il messaggio èprodotto intenzionalmente dalparlante ed è riconosciuto e

interpretato intenzionalmente daldestinatario

Informazione e comunicazione

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L’intenzione comunicativa da parte del parlante

I livelli di intenzioneIl soggetto ha l’intenzione globale di comunicare qualcosa a un destinatario, in modo più o meno unitario e coerente

Grice

“ciò che è detto” (what is said) = intenzione informativa (rendere manifesto al destinatario un determinato contenuto)

“ciò che si intende dire” (what is meant) = intenzione comunicativa (m-intention: rendere consapevole il destinatario di qualcosa di cui non era prima consapevole)

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Intenzione comunicativa = rendere reciprocamente manifesto al destinatario e al parlante che il parlante ha una determinata intenzione informativa (Sperber e Wilson)

Principio dell’intenzione primaria = intenzione referenziale, ovvero intenzione di fare riferimento a determinati aspetti della realtà che sono oggetto dello scambio comunicativo (Jaszczolt)

Intenzione globale = intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario

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La gradualità dell’intenzione comunicativa

Gradualità intenzionale: consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni della vita quotidiana

• Forza dell’intenzione: è direttamente proporzionale all’importanza dei contenuti e delle informazioni trasmesse, alla rilevanza dell’interlocutore e alla natura del contesto

• Processo di messa a fuoco, puntualizzazione e calibrazione del messaggio prodotto

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• Gerarchia delle intenzioni: un singolo atto comunicativo può essere governato da una pluralità di intenzioni, incapsulate una nell’altra e disposte in modo gerarchico

• Principio della “pars pro toto”: nella produzione di un atto comunicativo il parlante può esprimere soltanto una parte dei suoi contenuti mentali

• Opacità intenzionale• L’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un

gesto, è limitata, parziale e sfumata• Lavoro inferenziale da parte del destinatario• Consente di evitare il rischio della trasparenza intenzionale

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La sintonia semantica e pragmatica

Intenzione comunicativa e attenzione

Stretta interdipendenza fra intenzione comunicativa e attenzione

• L’attenzione consente di selezionare le informazioni più salienti e pertinenti per l’elaborazione di un determinato atto comunicativo

• L’attenzione sostiene il processo di messa a fuoco e di realizzazione di una data intenzione comunicativa

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Intenzione comunicativa e attenzione

Due tipi di processamento attentivo:

• processamento automatico: rapido, coinvolge solo la memoria a breve termine e non richiede risorse attentive; possono svolgersi in parallelo diversi processi automatici senza interferenze reciproche e senza il controllo diretto del soggetto (attenzione orientata)

• processamento controllato: lento, richiede una notevole mole di risorse attentive, si svolge in modo seriale sotto il costante controllo diretto del soggetto (attenzione assidua)

Il passaggio dal processamento automatico a quello controllato è reso possibile dall’esercizio attraverso l’acquisizione di abitudini

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Intenzione comunicativa e attenzione

In base a questa distinzione variabilità continua e flessibilità estesa dell’intenzione comunicativa

• Livello 0 (= informazione): il soggetto non ha una precisa intenzione comunicativa e reagisce in modo automatico a uno stimolo esterno (processamento pre-attentivo)• Livello 1 (= intenzioni semplici): presenza di intenzioni di primo livello che comprendono sia atti comunicativi altamente stereotipati, sia gli scambi comunicativi comuni e abitudinari; intervento dell’attenzione orientata• Livello 2 (= meta-intenzione): comparsa di una intenzione di secondo livello, in quanto il soggetto ha la consapevolezza di comunicare comunicando (battuta di spirito, frase ironica ecc.)

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La sintonia semantica e pragmatica (SSP)e il significato modale

Processo che coordina in modo convergente e coerente i diversi sistemi di significazione e di segnalazione

• In condizioni di default, qualsiasi atto comunicativo, pur essendo costituito da diverse componenti, si presenta in modo armonioso e unitario

• Sorta di “coalizione” e fusione momentanea delle diverse parti del messaggio, le quali concordano le une con le altre

Significato modale: significato prevalente e predominante che assume un dato atto comunicativo in condizioni di default, quando

viene applicato il principio “assumere per garantito”

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Il modello SSP

L’ipotesi del SSP è conforme con il modello connessionista, che prevede un processamento distribuito parallelo (PDP) della conoscenza

• La mente è formata da una rete complessa di connessioni che operano in parallelo

• Un’intenzione comunicativa è vista come un pattern di attivazione di diverse unità (di input e di output), in cui ogni unità rappresenta il grado di presenza o di assenza di uno specifico pensiero

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Il modello tradizionale della comunicazione

a) un’entità mentale è costituita da un’occorrenza atomica e discreta posizionata in uno specifico indirizzo della memoria semantica

b) il significato e l’intenzione sono operanti in modo dicotomico secondo la legge del “tutto o niente” (modello CNS)

c) un dato significato è inserito in un sistema di altri significati e simboli

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Il modello SSP

a) un’entità mentale è costituita dal sistema di attivazione di diverse unità dove ognuna di esse corrisponde al grado di presenza (o assenza) di un certo significato e pensiero

b) sono possibili e realizzabili variazioni graduate e continue nella gestione del significato e dell’intenzione comunicativa

c) il significato è l’esito del sistema di attivazione della rete

d) l’apprendimento è possibile anche a partire da singoli esempi e il processo di generalizzazione consente di applicare il loro significato a nuove occorrenze

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Il modello SSP

L’ipotesi del PCC è conforme con il concetto di spazio globale di lavoro (Baars)

L’esperienza consapevole e l’intenzione comunicativa sono il risultato di un’attività del sistema nervoso centrale in cui i diversi meccanismi di elaborazione delle informazioni competono fra loro per avere accesso alla possibilità di trasmissione. Il processore che vince distribuisce globalmente la sua informazione in tutto il sistema nervoso

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Articolazione e produzione del messaggio

Il modello olistico-funzionale di Levelt

Le diverse unità dell’interazione comunicativa sono identificate e categorizzate come entità globali in base alla loro funzione

Levelt studio del processo che va dall’intenzione alla produzione del messaggio

La comunicazione è un’attività complessa che prevede l’intervento sinergico e convergente di diversi processi fondamentali

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1. Concettualizzatore: elaborazione di un’intenzione, selezione delle informazioni pertinenti, organizzazione delle modalità con cui esprimerle. Accede a:

• conoscenze dichiarative (o proposizionali: proposizioni che stabiliscono una relazione fra due o più idee; “enciclopedia delle conoscenze”)

• conoscenze procedurali (rappresentate dalla forma SE X, ALLORA Y; forma di “conoscenza in azione”; concernono i modi e i procedimenti con cui sono svolti i compiti nei diversi contesti)

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2. Messaggio preverbale: rappresentazione mentale di quanto il parlante intende comunicare all’interlocutore; output del Concettualizzatore. Due fasi:

a) macropianificazione: consapevolezza ed elaborazione di una data intenzione comunicativa, con il conseguente recupero delle varie informazioni da manifestare

b) micropianificazione:conferisce un’adeguata forma proposizionale a ognuna di queste parti dell’informazione e attribuisce una prospettiva informativa a ciò che il soggetto intende comunicare

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• Formulatore: traduce la struttura concettuale in una struttura linguistica. Ha come input il messaggio preverbale. Due fasi:

a) codificatore grammaticale: procedure per avere accesso ai lemmi e per realizzare la costruzione sintattica del messaggio. Produce la struttura di superficie del messaggio

a) la struttura di superficie è sottoposta al codificatore fonologico: individua il piano fonetico (o articolatorio) corrispondente a ogni lemma e alla proposizione nella sua totalità

L’output del Formulatore è il piano fonetico del messaggio, ovvero il piano per la sua articolazione

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Il modello olistico-funzionale di Levelt

• Articolatore: procede all’esecuzione del messaggio per mezzo della muscolatura dell’apparato respiratorio e degli altri organi di fonazione

L’output dell’Articolatore è il discorso pronunciato

• Sistema di Comprensione del Parlato: favorisce il processo di riattribuzione di significato ai suoni emessi attraverso un processo di ascolto (auto-monitoraggio) dei propri enunciati

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Il modello olistico-funzionale di Levelt

Il modello olistico-funzionale di Levelt segue una pianificazione top-down del messaggio: • importanza del piano e del programma cognitivo sottesi alla generazione del messaggio, nonché dei vincoli centrali della sua esecuzione• l’intenzione comunicativa resta al centro della produzione del messaggio e svolge la funzione di produzione di senso (sense-making)

Limiti teorici:• spiegazione della generazione di un messaggio come processo globale e come attività decontestualizzata• non spiega la variabilità e la presenza di incoerenze nella produzione dei messaggi, poiché questi ultimi sono considerati come conformi al piano generale

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Il modello della gestione locale e situata del messaggio

Nessun messaggio è pianificato né eseguito secondo un insieme astratto e universale di regole, bensì secondo le condizioni del contesto di riferimento (O’Keefe e Lambert)

La generazione di ogni messaggio dipende dalla capacità di gestione locale dei pensieri e delle condizioni contestuali da parte del parlante, in rispondenza di una data intenzione comunicativa e in riferimento a uno specifico destinatario

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• Fuoco comunicativo = processo attivo di concentrazione dell’attenzione e dell’interesse del parlante su certi aspetti della realtà

• È guidato da una specifica intenzione e si svolge lungo un certo percorso comunicativo che il soggetto percorre attraverso il campo dei propri pensieri

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Intenzioni e strategie comunicative

Strategia comunicativa:

• organizzazione strategica dell’atto comunicativo attraverso la selezione dei contenuti da manifestare e delle modalità espressive da seguire

• scelta dell’azione comunicativa più pertinente in una certa situazione

• ha un carattere di contingenza (pone a confronto diverse rappresentazioni di situazioni precedenti simili ed equivalenti e adatta alla situazione presente il percorso ritenuto più produttivo e consono)

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La strategia comunicativa

• ha carattere di novità (implica l’impegno cognitivo di generare un percorso comunicativo ad hoc, ottimizzando le opportunità e riducendo i vincoli)

• implica un processo attento di calibrazione cognitiva e affettiva del messaggio (coordinamento e regia di una sequenza articolata di livelli comunicativi, implica il controllo di numerosi gradi di libertà)

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Intenzioni e strategie comunicative

Il processo di calibrazione comunicativa: è di difficile gestione, poiché siamo in grado di conoscere il livello di forza e di efficacia di una determinata azione comunicativa soltanto a posteriori e non a priori

Intenzione e strategia comunicativa

Rapporto uno-a-molti: una data intenzione può trovare diversipercorsi strategici di comunicazione e, viceversa, una datastrategia comunicativa non esprime in modo biunivoco una

corrispondente intenzione

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L’intenzione comunicativa da parte del destinatario

L’ipotesi dell’intenzionalismo

• Psicologia del senso comune: l’intenzione manifestata dal parlante pone dei vincoli rilevanti per il suo riconoscimento da parte del destinatario

• Il significato di un atto comunicativo dipende dall’intenzione del parlante; il compito del ricevente è quello di riconoscere e di ricostruire l’intenzione di “partenza” del parlante medesimo

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Il problema della trasparenza intenzionale

Meaning intention (o m-intention): P sa che A sa che P sa che A sa (e così senza fine) che P ha una determinata intenzione comunicativa; condivisione consapevole dell’intenzione comunicativa del parlante (Grice)

Reciproca consapevolezza fra il parlante e l’interlocutore

Rischio della trasparenza intenzionale

la comunicazione è il risultato di un’intenzione complessa che è soddisfatta nel medesimo momento in cui è riconosciuta dal destinatario. Questo atteggiamento implica una distorsione mentale nota come presunzione della comprensione

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Dalla reciprocità intenzionaleall’attribuzione di intenzione

Reciprocità intenzionale

L’obiettivo comunicativo del parlante è quello di modificare l’ambiente cognitivo del destinatario

Per avere successo, lo scambio comunicativo dev’essere caratterizzato non solo dalla manifestazione di un’intenzione comunicativa da parte del parlante (m-intention), ma anche del suo riconoscimento da parte del destinatario

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Reciprocità intenzionale

Interazionismo simbolico (Mead) spiega la nozione di reciprocità intenzionale attraverso l’uso di una forma di conoscenza detta analogia con il sé:

“Egli è come me. Di conseguenza, sono nella situazione per capire la sua intenzione”

Idea di riconoscimento concezione bidirezionale della comunicazione, ma comporta a livello implicito una direzione asimmetrica della responsabilità comunicativa:

il parlante appare più importante del destinatario

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Reciprocità intenzionale

Riconoscimento dell’intenzione dipendenza semantica del destinatario rispetto al parlante:

L’attività comunicativa del destinatario consiste in una specie di “lavoro filologico” di interpretazione semantica dell’intenzione del secondo

Opacità intenzionale: scarto sistematico fra l’intenzione del parlante (non accessibile direttamente in modo esaustivo e completo) e il suo riconoscimento da parte del destinatario (parziale e limitato)

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Attribuzione di intenzione

Il principio del “totum ex parte”: il destinatario attribuisce un’intenzione completa e coerente all’atto comunicativo del parlante sulla base di un insieme ristretto e limitato di indizi e di elementi comunicativi

• il concetto di “riconoscimento” risulta essere insufficiente per spiegare l’attività di interpretazione del destinatario

Attribuzione di una intenzione: il ricevente ha l’atteggiamento mentale di attribuire un’intenzione comunicativa al messaggio del parlante

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Attribuzione di intenzione

Alcune proprietà del processo di attribuzione:

• è un processo autonomo, realizzato soltanto dal destinatario

• è un processo attivo, poiché dipende soltanto dalle abilità e dall’attività del ricevente

• è un processo soggettivo, in quanto esprime il suo punto di vista e la sua sensibilità

Il destinatario può riconoscere l’intenzione del parlante in modo

preciso e attendibile, ma ha anche la possibilità di attribuirgli

un’intenzione per raggiungere determinati

suoi scopi relazionali anche a un comportamento causale

(ipertrofia dell’intenzionalità)

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Attribuzione di intenzione

Prospettiva machiavellica della politica: si assume come standard di azione l’atteggiamento mentale di attribuire all’avversario l’intenzione più malevola e sfavorevole, in modo da:

• avere maggiori probabilità di prevenire e di difendersi dalle sue mosse

• elaborare strategie efficaci di intervento, con più elevate probabilità di successo

Differenza nei punti di vista del parlante e del destinatario implica e presuppone in ogni caso una loro diversa interpretazione e un differente percorso di senso in relazione ai medesimi episodi

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Molteplicità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa

Manifestazione dell’estesa gamma di gradi di libertà a disposizione del destinatario. Il significato assume aspetti paradossali. Appena si definisce un significato esso cambia (semiosi infinita).

• il significato letterale (o figurato) di un enunciato dipende dall’attribuzione di intenzione operata dal destinatario; l’interpretazione letterale è una fra le diverse soluzioni a disposizione

• l’interpretazione autentica: problema di avvicinamento alla reale intenzione del parlante attraverso un processo di graduale approssimazione

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Molteplicità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa

Il principio del “assumere per garantito” (taking-for-granted): il destinatario propende ad accogliere il primo senso dell’atto comunicativo che gli viene in mente e che non è immediatamente contraddetto da un altro significato

L’attribuzione delle intenzioni comunicative rappresenta per il destinatario un compito psicologico importante, sottile e impegnativo in molti giochi comunicativi. Si tratta di modelli complessi di scambio che qualificano le relazioni fra individui nello stesso flusso di interazioni.

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La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa

Il significato appartiene all’atto comunicativo per lasua posizione intermedia fra i partecipanti: esso non

è dato né dall’attività comunicativa svolta dal parlanteSoltanto, né da quella messa in atto dal destinatario,

bensì dalla loro attività congiunta in un processo condiviso di comprensione

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Inferenza nell’attribuzionedelle intenzioni comunicative

Comprensione inferenziale: il destinatario è in grado di elaborare una ipotesi sul significato del messaggio a partire dagli indizi comunicativi

Inferenza = forma di ragionamento nella quale un’ipotesi è ammessa come accettabile sulla base di altre ipotesi la cui accettabilità è ammessa in partenza

Modelli mentali = rappresentazioni mentali di situazioni reali, ipotetiche o immaginarie impiegate dal destinatario durante l’attività inferenziale

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Inferenza non dimostrativa nell’attribuzione delle intenzioni comunicative

Inferenza dimostrativa = applicazione di regole deduttive a un insieme di premesse di partenza (sillogismo)

Inferenza non dimostrativa = un’ipotesi su quanto comunicato può essere confermata, ma non deduttivamente dimostrata

o la forza di un’ipotesi di spiegazione e di interpretazione di quanto comunicato dipende dal grado di plausibilità di tale ipotesi

o entrano in gioco ipotesi fattuali, connesse con la rappresentazione di fatti e di episodi contingenti che vengono a costituire l’oggetto dello scambio di comunicazione

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L’inferenza non dimostrativa

Regole di eliminazione

Modus ponendo ponens

input (i) P(ii) se P allora Q

output Q

Modus tollendo ponens

a) input (i) P o Q(ii) non P

outputQ

b) input (i) P o Q(ii) non Q

output P

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L’inferenza non dimostrativa

Sulla scorta di questi procedimenti, il destinatario è in grado di fare delle implicazioni su quanto comunicato dal parlante,

cioè di inferire di più di quanto venga detto

In condizioni di comunicazione per default, i partecipanti fanno riferimento a rappresentazioni mentali incomplete e

approssimative

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L’inferenza abduttiva e le euristichenell’attribuzione delle intenzioni

Analisi dei processi inferenziali: tre forme fondamentali di inferenza (Peirce)

Ciascuna combina in modo differente tre aspetti:una regola, un esempio particolare (o caso), il risultato

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Deduzione

Regola Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi

Caso Questi fagioli provengono da questo sacco

Risultato Questi fagioli sono bianchi

Tipo di inferenza monotonica in cui passiamo con il ragionamento da una regola (o generalizzazione) a un caso particolare; in tal modo non otteniamo nessun guadagno semantico in termini di comunicazione

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Induzione

Caso Questi fagioli provengono da questo sacco

Risultato Questi fagioli sono bianchi

Regola Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi

Forma di inferenza non monotonica nella quale passiamo da molti casi particolari a una generalizzazione (o legge)

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Abduzione

Regola Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi

Risultato Questi fagioli sono bianchi

Caso Questi fagioli provengono da questo sacco

Tipo di inferenza non monotonica in cui si passa a ritroso dagli effetti alle cause, nel tentativo di spiegare qualcosa che è già accaduto; si procede per congetture e si tenta di indovinare una soluzione

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L’inferenza abduttiva

Negli scambi comunicativi quotidiani facciamo ricorso, di solito, all’inferenza abduttiva per capire ciò

che l’altro comunica

Non avendo a disposizione una rappresentazione completa di quanto l’altro comunica, non siamo in grado di fornirne una spiegazione esauriente e, di conseguenza, siamo portati a indovinare e a fare delle congetture su quanto viene comunicato

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L’inferenza abduttiva

Il procedimento abduttivo è influenzato dai processi di fissazione comunicativa:

• concentrazione attentiva su aspetti parziali e limitati di quanto è stato comunicato, assumendoli come se fossero la totalità del messaggio

• è una forma di fissità funzionale dell’attenzione e del pensiero

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Le euristiche

Entrano in azione le euristiche: procedimenti logici, forme semplificate ed economiche di ragionamento, in grado di ridurre la complessità degli elementi e di fornire una spiegazione “al meglio” di quanto viene comunicato

• Euristica della rappresentatività: la tendenza a ritenere accettabile o meno un’affermazione in base alle conoscenze stereotipate in proprio possesso

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Le euristiche

• Euristica della conferma: la tendenza a identificare soltanto gli indizi che confermano la propria ipotesi

• Euristica della disponibilità: la tendenza a ritenere credibile un’affermazione circa un determinato evento, in quanto è conforme con la probabilità di frequenza di quell’evento

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Il ragionamento controfattuale

Ragionamento controfattuale: sorta di simulazione mentale in cui si modifica un antecedente, in modo da ottenere un esito diverso da quello reale; tale modificazione prende la forma di SE … ALLORA

INFERENZA ABDUTTIVA +

RICORSO ALLE EURISTICHE +

RAGIONAMENTO CONTROFATTUALE=

RAZIONALITA’ LIMITATA

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La razionalità limitata

• I partecipanti non comunicano come se fossero dotati di una razionalità olimpica, perfetta ed esente da limiti e imperfezioni

• I partecipanti possono raggiungere, di volta in volta, soltanto un ottimo locale sul piano della comunicazione

• Di conseguenza, l’attribuzione di una intenzione comunicativa al messaggio del parlante è indeterminata, poiché può prendere diversi percorsi, nessuno dei quali è privilegiato né pienamente prevedibile

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La sincronia comunicativaLa sincronia comunicativa

Nella gestione dell’interazione comunicativa, gli interlocutori sono sul medesimo piano e condividono la stessa responsabilità nella gestione della interazione comunicativa

Comunicazione = forma di partecipazione: prodotto congiunto della collaborazione fra gli interlocutori

• Coordinazione interattiva: quando le persone comunicano, devono adattare i loro stili le une con le altre

• Adattamento reciproco: le persone devono adattare la loro condotta, sincronizzare i loro tempi e il loro ritmo

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La sincronia comunicativa

Sincronia comunicativa: proprietà globale efondamentale della comunicazione

• La dimensione temporale è molto importante nell’organizzare la sequenza degli scambi comunicativi

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La sincronia comunicativa

Teoria dell’accomodazione comunicativa (Communication Accomodation Theory, CAT): le strategie di sintonizzazione e di accomodazione consistono in una gamma estesa di segnali linguistici e non linguistici

• Possibilità di adattare i nostri atti comunicativi a quelli del partner. La sequenza degli scambi può assumere due direzioni:

convergenza: le modalità comunicative di entrambi gli interlocutori diventano più simili e assumono una forma omogenea

divergenza: le differenze diventano progressivamente più grandi e si crea un processo di scismogenesi

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La sincronia comunicativa

L’emergenza dei modelli di sincronizzazione e di adattamento ha un’importanza cruciale nell’assicurare efficacia e comprensibilità alla comunicazione

Questa condizione diventa essenziale nelle fasi di transizione relazionale, quando si mettono in atto significativi processi di allontanamento e di avvicinamento (es. seduzione)

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Le intenzioni collettive

Genesi e comprensione delle intenzioni collettive (Searle)

Concezione capitalista le intenzioni collettive non sono altro che la

somma delle intenzioni individuali

Concezione additiva e meccanicistica: tante intenzioni individuali non danno come risultato finale un’intenzione collettiva;

nell’intenzione collettiva vi è una forma di cooperazione che non è generata dalla somma di singole intenzioni individuali

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Le intenzioni collettive

Concezione socialista le intenzioni collettive sono generate da una

mente e da una coscienza di gruppo

Non esiste una mente di gruppo, né un inconscio di gruppo; la società è formata soltanto da individui e la coscienza è soltanto

nella mente degli individui

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Le intenzioni collettive

Searle: intenzioni collettive (We-intentions)

• Sono espresse nella seguente forma: “Noi intendiamo fare l’azione A”, esistente nella mente di ogni agente che agisce come parte del gruppo

• Il contributo personale è rappresentato dalla forma: “Io intendo fare l’azione B come parte del nostro fare l’azione A”

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Capitolo IV. Intenzione e comunicazione

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Le intenzioni collettive

Intenzione individuale: “ottenere lo scopo A per mezzo dell’azione B”

Intenzione collettiva: “ottenere lo scopo collettivo A per mezzo delle azioni individuali B”

Nell’intenzione collettiva la componente individuale dell’azione collettiva svolge il ruolo di mezzo rispetto allo scopo collettivo e condiviso interdipendenza e influenza reciproca fra le due componenti

Tuttavia, vi è un’unica rappresentazione mentale che congiunge in modo unitario l’intenzione individuale e locale con l’intenzione collettiva e globale

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Le intenzioni collettive

Un’efficace realizzazione delle intenzioni collettive comporta il senso dell’altro come partecipante a un’attività di collaborazione e cooperazione

Il senso dell’altro favorisce il senso della squadra e la consapevolezza di “cantare in coro”, pur ciascuno con la propria voce e la propria mente