LUGLIO/SETTEMBRE 2008 • ANNO QUARTO •...

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SITI • anno quarto • numero tre Un’opportunità da cogliere ~ Innovativi strumenti di programmazione culturale ~ La “Casa comune” degli italiani ~ Il recupero degli antichi luoghi di produzione ~ Cineturismo e patrimonio culturale ~ I paesaggi Unesco tra eccezionalità e quotidianità ~ L’arte chiama e il Centro Pecci risponde e raddoppia ~ Non è più l’Italia del Grand Tour ~ La “Casa Rossa”, simbolo di memoria e libertà ~ Salvare l’oriente dell’Occidente ~ La Spoleto-Norcia, una ferrovia da fiaba ~ Il fenomeno della “griffe urbana” ~ Che ne sarà dei nostri ciceroni? ~ Assisi, lì dove regnano magiche atmosfere ~ Innovazione e tradizione alla Venaria Reale Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO luglio/settembre 2008 • anno quarto • numero tre SITI – anno quarto numero tre – periodico trimestrale – lug/set 2008 – Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in abbonamento postale – D L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma TRIMESTRALE DI ATTUALITÀ E POLITICA CULTURALE SITI LUGLIO/SETTEMBRE 2008 • ANNO QUARTO • NUMERO TRE

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SITI • anno quarto • numero tre

Un’opportunità da cogliere~

Innovativi strumenti di programmazione culturale~

La “Casa comune” degli italiani~

Il recupero degli antichi luoghi di produzione~

Cineturismo e patrimonio culturale~

I paesaggi Unesco tra eccezionalità e quotidianità~

L’arte chiama e il Centro Pecci risponde e raddoppia~

Non è più l’Italia del Grand Tour~

La “Casa Rossa”, simbolo di memoria e libertà~

Salvare l’oriente dell’Occidente~

La Spoleto-Norcia, una ferrovia da fiaba~

Il fenomeno della “griffe urbana”~

Che ne sarà dei nostri ciceroni?~

Assisi, lì dove regnano magiche atmosfere~

Innovazione e tradizione alla Venaria Reale

Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio MondialeUNESCO

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AUTORI E INTERLOCUTORI

Damiano Aliprandi - Ricercatore e project manager della Fondazione Fitzcarraldo e dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, specializzato in tematiche connesse allo sviluppo locale e alla valorizzazione terri-toriale. Svolge attività di docenza sui temi del marketing territoriale e sulla progettazione integrata. Negli ultimi anni ha gestito progetti speciali di applicazione di nuove tecnologie alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla crescita formativa degli operatori museali.

Paola Assom - Responsabile delle Relazioni esterne della Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. Ha esperienza ventennale nel settore comuni-cazione, maturata presso la Compagnia di San Paolo e, prima ancora, presso la Banca San Paolo. E’ pubblici-sta e ha collaborato con riviste in Italia e all’estero.

Patrizia Battilani - Insegna Storia economica e Storia del turismo all’Università di Bologna. Ha scritto e curato numerosi volumi con diverse case editrici, fra i quali “Vacanze di pochi, vacanze di tutti” (2001, il Mulino) e, in collaborazione con Donatella Strangio, “Il turismo e le città fra XVII e XX secolo” (2007, Fran-coAngeli). Pubblica abitualmente su numerose riviste specializzate italiane e straniere.

Valdemaro Beccaglia - Presidente del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci dal 2005. Imprendi-tore, da sempre appassionato di arte contemporanea ha collaborato negli anni scorsi con l’Amministrazione comunale di Prato nell’allestimento di eventi artistici fra cui le mostre su Salvatore Cipolla, Omar Galliani, e la collettiva “Ad Villam”. Membro del Consiglio Direttivo del Centro Pecci dal 1988 al 1994, nel giugno 2005 ha ideato e promosso la mostra “Territoria. Arte dall’Olanda a Prato e in Val di Bisenzio” con la collaborazio-ne del Centro Pecci e di vari enti, tra cui le amministrazioni comunali della Val di Bisenzio e Prato.

Giuliana Biagioli - Professore ordinario di Storia economica presso il Dipartimento di Storia dell’Univer-sità di Pisa, dove insegna anche Storia dell’ambiente e del territorio. E’ Presidente del “Leonardo” - Istituto di ricerca sul territorio e l’ambiente. E’ consulente scientifico del Parco Nazionale delle Cinque Terre per alcuni progetti di ricerca europei. Fa parte del gruppo di ricerca COST A 35 per lo studio delle società rurali europee. Si occupa di tematiche relative alla storia ambientale e a quella delle società mediterranee, in particolare per quanto riguarda la creazione ed evoluzione dei paesaggi, l’organizzazione degli spazi rurali, le attività produttive e l’organizzazione familiare negli ultimi secoli.

Renato Covino - Ordinario di Storia Contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia. Si è sempre occupato di storia economica e sociale, di storia d’impresa, di archeologia industriale. Presidente dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI).

Louis Godart - Professore di Civiltà Egee presso l’Università di Napoli Federico II e, dal febbraio 2002, Consigliere del Presidente della Repubblica per il Patrimonio Artistico. È stato membro della Scuola archeolo-gica francese di Atene e Direttore dell’Accademia belgica di Roma. Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia di Francia, dell’Accademia di Atene e dell’Accademia Pontaniana di Napoli. Membro del Comi-tato Scientifico delle Riviste Archeo, Archeologia Viva, Archéologie Nouvelle, Gaia, Res publica Litterarum. Autore di una trentina di monografie e di più di 140 articoli scientifici pubblicati in Italia e all’estero.

Davide Ponzini - Dottore di ricerca in Pianificazione Urbana e Territoriale presso il Politecnico di Mila-no, dove attualmente è assegnista di ricerca ed insegna Politiche Urbane. La sua attività si è concentrata sul-l’analisi, progettazione e gestione di politiche urbane e territoriali legate al settore culturale. Attualmente è rivolta allo studio degli strumenti di governo del territorio. Ha partecipato a programmi internazionali di ricerca presso la Yale University e la Johns Hopkins University. I principali risultati delle sue attività sono stati presentati in convegni e seminari internazionali e sono pubblicati in vari saggi e nel libro “Il territorio dei beni culturali” (Carocci, Roma, 2008).

Angelo Serio - Regista, sceneggiatore e attore. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, fonda nel ‘92 il Theatre de Poche. Nel ‘93 esordisce alla regia cinematografica con il corto “Rara Mens”, dieci anni dopo gira “Giardino Inglese”. Realizza, tra gli altri, “Rosa, Rosae...”, menzione spe-ciale al Los Angeles Italian Film Festival Award (Usa) del 2001 e “ISA 9000”, presentato nel 2005 al The Marilyn Monroe Theatre at The Lee Strasberg Theatre & Film Institute di Los Angeles, acquisito dall’Univer-sità della California (UCSD). Nello stesso anno firma “Co’stell’azioni – Inside Enzo Moscato’s Theatre” con installazioni di Mimmo Paladino. È docente presso la scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli.

Giovanni Zavarella - Professore ordinario di lingue e Letterature straniere. Ispettore Onorario del Mi-nistero per i Beni e le Attività Culturali dei Comuni di Assisi, Bastia, Bettona e Cannara. Cavaliere della Repubblica Italiana. Pubblicista, storico, critico d’arte e letterario. Scrittore, poeta e conferenziere.

Siti

Trimestrale di attualità e politica culturaledell’Associazione città e siti italiani patrimonio mondiale Unescoluglio/settembre 2008 • anno quarto • numero tre (tredici)

Sede: Piazza del Municipio, 244100 Ferraratel. 0532 419903 • fax 0532 [email protected] - [email protected]

Direttore responsabileSergio Gessi

Coordinatore editorialeFausto Natali

RedazioneEster Fenyves, Roberto Vitali

Hanno collaborato a questo numero:Damiano Aliprandi, Paola Assom, Annalisa Baldinelli, Luca Basso, Patrizia Battilani, Valdemaro Beccaglia, Giuliana Biagioli, Adriano Cioci, Renato Covino, Fabio De Luigi, Louis Godart, Venera Leto, Davide Ponzini, Angelo Serio, Giovanni Zavarella

Autorizzazione del Tribunale di Ferrara n. 2 del 16/02/05

Progetto grafico e impaginazioneAntonello Stegani

Impianti e stampaTipolitografia ItaliaVia Maiocchi Plattis, 36 – Ferrara

Si ringraziano Comuni, Province e Regioni per l’invio dei testi e del materiale fotografico.

Crediti fotografici:Centro Luigi Pecci, Luca Ficini, Luca Signorini, Fabio De Luigi, Federico Patellani, G. Bagrationi, Archivio Fotografico del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Giuliana Biagioli, FAP Foto Bastia Umbra, Archivio fotografico della Presidenza della Repubblica, Archivio fotografico Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale, Archivio fotografico Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Carlo Fei, Comune di Alberobello, Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale

L’editore è a disposizione degli aventi diritto per quanto riguarda eventuali illustrazioni non individuate.

In copertina: Castel del Monte

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SITI • anno quarto • numero tre

Un’opportunità da cogliere~

Innovativi strumenti di programmazione culturale~

La “Casa comune” degli italiani~

Il recupero degli antichi luoghi di produzione~

Cineturismo e patrimonio culturale~

I paesaggi Unesco tra eccezionalità e quotidianità~

L’arte chiama e il Centro Pecci risponde e raddoppia~

Non è più l’Italia del Grand Tour~

La “Casa Rossa”, simbolo di memoria e libertà~

Salvare l’oriente dell’Occidente~

La Spoleto-Norcia, una ferrovia da fiaba~

Il fenomeno della “griffe urbana”~

Che ne sarà dei nostri ciceroni?~

Assisi, lì dove regnano magiche atmosfere~

Innovazione e tradizione alla Venaria Reale

Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio MondialeUNESCO

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SITI • SOMMARIO

5 Editoriale Un’opportunità da cogliere Ilbenvenutodell’Associazionealnuovoministro

deiBeniculturali diGaetanoSateriale

7 Primopiano Occasioni di sviluppo sfumate e prospettive di

integrazione territorialeInnovativistrumentidiprogrammazioneper

ibeniculturaliinItalia diDavidePonzini

12 InevidenzaLa “Casa comune” degli italiani

Unaffascinantepercorsostorico-artisticoallascopertadelpalazzodelQuirinale

diLouisGodart

16 L’intervento Il recupero degli antichi luoghi di produzione Archeologiaindustriale:l’eternodilemma fravalorizzazioneedemolizione diRenatoCovino

22 L’approfondimento Cineturismo e patrimonio culturale Ilgrandepotenzialedell’audiovisivocomefattoredi

attrazioneturistica diAngeloSerio

28 L’analisi I paesaggi Unesco tra eccezionalità e quotidianità

Glieffettieconomicidell’iscrizionenellaWHL diGiulianaBiagioli

34 MuseiitalianiL’arte chiama e il Centro Pecci risponde e raddoppia

Iprimivent’annidelPeccidiPrato diValdemaroBeccaglia

38 Lariflessione Non è più l’Italia del Grand Tour L’errataconvinzionechelaricchezzadelpatrimonio

artisticoitalianorendasuperfluigliinvestimenti diPatriziaBattilani

42 Alberobello La “Casa Rossa”, simbolo di memoria e libertà Ilcampodiconcentramentofascistadell’ex

fondazioneGigantesaràsottopostoatutela diLucaBasso

46 Reportage Salvare l’oriente dell’Occidente Sitiarischio:imonumentimedievali delKosovo

diFabioDeLuigi

50 Lamemoria Una ferrovia da fiaba LaSpoleto-Norcia,chiusanel1968, èancoravivaneiricordidichil’hapercorsa diAdrianoCioci

54 Puntodivista Il fenomeno della “griffe urbana” Siamosicurichesiatuttaquestionediesterofilia

lasceltadiaffidarelanostraarchitetturaallegrandifirmeinternazionali?

diVeneraLeto

60 Ilpuntaspilli Che ne sarà dei nostri ciceroni? Guideturistiche:prospettive perunfuturotuttonuovo diAnnalisaBaldinelli

64 Ilprogetto Quando il percorso è più importante

della meta LafondazioneFitzcarraldoproponeundiverso

approccioalleindaginisulpubblicomuseale diDamianoAliprandi

70 Assisi Lì, dove regnano magiche atmosfere

TraisitifrancescanidiAssisiemergonoduegrandibasiliche:SanFrancescoeSantaMariadegliAngeli

diGiovanniZavarella 74 MadeinItaly Anche il feroce “Guardiano del tempio” si affida

alle mani esperte della Venaria Reale InnovazionetradizionealCentrodiconservazione

erestaurodellaVenariaReale diPaolaAssom

78 Brevi Notiziedall’Italiaedalmondo

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Siena

EDITORIALE

ignorMinistro,credosiadeltuttosuperfluodilungarmisullagrandeimportanzadelpatrimonioculturaleitaliano,inquantosonocertocheleinehapienaconsapevolezza,manell’augurarleipiùsinceriauguridibuonlavoroperl’impegnativoincaricocheleèstatoaffidato,desideroporreallasuaattenzionealcuneriflessionichesperopossanoservireaconsolidareilproficuorapportodicollaborazioneinstauratocongliultimiduegoverni.Laormaipiùchedecennaleesperienzadellanostra

associazione ha reso evidente come non tutti abbiano colto il reale valore, in termini di op-portunità,ancheeconomiche,dellaprincipalerisorsadicuidisponeilnostroPaese.Inalcuneoccasioniabbiamodovuto,infatti,constatareun’insufficientesensibilitàcollettivaeunalimitatapercezionedellegrandipotenzialitàoffertedaibenistorici,artisticienaturali.SiamoilPaeseconilmaggiornumerodisitiiscrittinellaListaUnesco,probabilmenteilpiùbellodelmondo,mailnostroturismo,unprodottochenontemeonondovrebbetemereconfronti,faticaareggereilritmodicrescitaimpostodaimercatiinternazionali.Unapoliticadeiprezzifuorisistema,un’of-fertaeccessivamenteframmentata,unacronicacarenzainfrastrutturaleeunaridottacapacitàd’innovazionesonosoloalcunideimotivi,forseipiùevidenti,cheinduconoiflussituristiciadorientarsiversometemenoprestigiosemaeconomicamentepiùconvenientiedappetibili.Credo,tuttavia,chelacausaprincipaledellenostrecrescentidifficoltàvadaricercatanellamancanzadiuncomplessivosistemadigovernodelturismo.Troppospessoglientilocali,chegiàincontranomoltedifficoltànel risponderealleordinarieesigenzedi recuperoe tuteladipiazze,palazzi emonumenti,sisonotrovatisolinelcercaredirilanciareunsettorecheavrebbeavutobisognodiunamaggioreattenzioneediunapiùefficacepartecipazionedapartedituttiisoggetticoinvolti,pubblicieprivati.Chiedereasindaciedassessoridicontinuareadaffrontareindividualmenteleinsidiedelmercatoglobalecostituisce,amioavviso,unastrategiapocolungimirante.L’appro-vazionedellalegge77/2006,chelanostraassociazionehapromossoesostenutocontenaciaeconvinzione,èunsegnalepositivoalqualeguardiamocongrandefiducia.Unprov-

IL BENVENUTO DELL’ASSOCIAZIONEAL NUOVO MINISTRO DEI BENI CULTURALI

UN’OPPORTUNITÀDA COGLIERE

di GAETANO SATERIALEPresidente Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco

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Firenze

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vedimento importanteperché riconosce l’esisten-zadelleeccellenzeUnesco,machenonèancorariuscitoaprodurrequelsaltodiqualitànellepoliti-chenazionalichedapiùpartisiauspica.Credosiagiunto ilmomentodi far“maturare” ilprestigiosomarchioUnescoattraversoun lavorocollettivodisalvaguardia,digestioneedipromozionedelpatri-monioculturaleesuquesto,signorMinistro,sonocertochenonverràmenoilsuoconcretoeconvin-tosostegno.Laculturaèunpotentissimovolanodisviluppoedoffreimportantioccasionidicrescita,mabisognasaperlecogliere,puntandosustrategiemenoepisodicheeincentivandocondeterminazio-neunalogicadisistema,direteintegrata,direalecooperazione,senzadisperderequantodibuonoèstatofattofinoadora.Lanostraassociazione,natanel1997dallafeliceintuizionedialcuniComuni,hamessoincampoinquestiannilepropriecapacitàelepropriecompetenzepercostruireunacapillare

retedituttiisitiUnescoitalianiedassecondarelosforzodelleamministrazionilocali.Abbiamolavo-ratoalungoeconimpegno,sostenendociavicen-da,confrontando le esperienzeecondividendo lepocherisorseadisposizione,mavolontàepassio-nenonsonopiùsufficientiadaffrontareledifficilisfide che ci attendono. Alla domanda di cultura,incostantecrescita,occorrerispondereconade-guatepolitichedisistemacheriescanoaformulareoffertecompetitiveeadintercettarelerichiestediarte,natura,autenticitàequalitàprimacheessesiindirizzinoversoaltredestinazioni.L’AssociazioneCittà e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco,anche inquest’occasione, èprontaa fare lapro-priaparte,aprendosialdialogoconunapproccioapertoedinclusivo,nellaconvinzionechesidebbaintraprendereunpercorsocomuneedarevitaadungrandeprogrammaditutelaedivalorizzazionedelpatrimonioculturaleitaliano.

ldibattitosullepoliticheperlecit tàe i territori che si distinguonoperelevatovaloreculturale,storicoedartistico come quelli toccati dalleiniziativedell’Unesco,sièdatem-po rivolto al contesto italiano congrande interesse e talvolta con

l’aspettativaditrarreimportantiinsegnamenti.

Certamenteleattivitàeletradizionidell’appa-ratopubblicoche tutela,gestisceevalorizzail patrimonio culturale sonounpuntodi rife-rimento adeguatamente studiato e discusso.In questa fase sembra tuttavia interessante,e per certi aspetti più urgente, osservare elasciareemergeresuggestionirelativeaespe-rienze e strumenti di programmazione

P R I M O P I A N O

INNOVATIVI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONEPER I BENI CULTURALI IN ITALIA

OCCASIONI DI SVILUPPO SFUMATE E PROSPETTIVE DI INTEGRAZIONE TERRITORIALE

di DAVIDE PONZINI

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Vicenza, Villa Godi Valmarana Malinverni

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Piazza Armerina, Villa del Casale

pubblica,sucuisolorecentementesièinizia-toariflet tere.QuestobrevearticolotratteggiaalcuneinnovazioniapparseinItalianell’ultimodecennio, evidenzia le ambiguità legate alleloro implicazioni per lo sviluppo del Paese epropone il tema dell’integrazione territorialecomechiaveinterpretativaperulterioririfles-sioniedazioni.

Nonostantesianostateavviate ineviden-tecontrastoconilsistemadiregolazionedeibeniculturaliitalianieconlargapartedell’opi-nione pubblica, le iniziative di valorizzazionedelpatrimonioimmobiliarestatalehannonegliultimidueannimessodapartel’intenzionedialienare proprietà di valore culturale ed han-no prodotto alcuni risultati notevoli, come ilcensimento ad opera dell’Agenzia del Dema-

nioconclusanel2007.Tuttavia,laconoscen-za della qualità e della consistenza dei beniimmobili statali è necessaria non solo allavalorizzazione,mapotenzialmenteancheallacessione che si sta nuovamente prospettan-do. Il fattocheentrambiglischieramentipo-liticisiano intenzionatia riattivarealienazionie cartolarizzazioni ipotizzando di generareintroitidestinatiasanareildebitodelloStatoevidentemente conferma che la breve paren-tesidiconcessionielocazionidegliultimidueannisiastatamotivatadallaproceduracomu-nitariadiinfrazioneapplicataall’Italia(proce-durache,comeènoto, impediscealienazioniecartolarizzazionisistematiche),piùchedal-l’orientamentopoliticodelgoverno.

Anche relativamente alla valorizzazione

di beni culturali ha progressivamente presoforma l’idea di adoperare fondazioni di ge-stione, ad esempio per musei e gallerie. Neicasipiùavanzati,èstatonotatochegliattoriprivatipossonoessere interessati aprocessidi valorizzazione urbana innescati dalle tra-sformazioni dei beni culturali e finalizzati adincrementarne l’efficienza gestionale. Para-dossalmente, una volta incamerato il valoreaggiunto,lapartecipazionedelsettoreprivatopotrebbe ridursi amecenatismopubblicitarioo sottrarsi del tutto, indebolendo così l’isti-tuzione stessa che si intendeva rendere piùefficiente.

Nel2003l’agenziaArcusèstatacreataperfavorirelacollaborazionetrailMinisteroperiBeniCulturaliequellodelleInfrastrutture.Sindalla sua istituzione, è stato evidente comepotenzialmenteArcuscostituissel’opportunitàdimitigareoevitareglieffettinegatividerivatidallacomposizionedipoliticheinfrastrutturaliepoliticheditutelaecomepotesseinqualchecasodiventare registadi iniziativesperimen-talisuscalanazionale.Tuttavia,dopocheen-trambiglischieramentipoliticihannoavutolapossibilitàdi indirizzareecorreggerel’azionediquestaagenzia interministeriale,nonsem-branogeneralmentechiariimeccanismidise-lezionedeiprogettiequalisiano leprincipaliinnovazioniprodottenellaprogrammazioneedimplementazionedegliinterventi.

Sulfrontedellepoliticheperlosvilupposipuòricordarechenelprecedenteciclodipro-grammazione delle politiche comunitarie, lerisorseculturalisonostateunassestrategicorilevante. La valutazione di queste iniziativedi alto profilo ha tuttavia rivelato esiti poco

soddisfacenti, dovuti alla scarsa selettivitàdegli interventi finanziati, allo sbilanciamen-to dei finanziamenti in interventi sulle solestrutture culturali, alla inadeguata attenzioneperladefinizionedegliimpattidisvilupposo-cio-economico,allainsufficienteintegrazionefunzionale, territoriale ed alla scarsa mobili-tazionedegliattori locali.Nell’attualeQuadroStrategicoNazionalelavalorizzazionedeibeniculturalièunadelledieciprioritàedovràve-rosimilmente confrontarsi con queste stessecriticità.AnchenelleRegionidelCentroNord,alcuniprogettiditrasformazioneurbanalegatiallestruttureculturaliaffronterannoproblemipotenzialmentesimili.

Ilquadro,quisolamentetratteggiato,mo-stracomeinItalialeoccasioniperinnovareeper interpretare progettualmente la presenzae la significatività dei beni culturali e pae-saggisticinonsonocertoscarseggiate.Nellafase attuale, le ambiguità di questa varietàdi processi e le limitate indagini in materianon consentono di stilare complessivamenteun bilancio netto, ma piuttosto di proporreuna chiave interpretativa per ricercare

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Ragusa

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percorsi migliorativi, che potrebbero portaread una rimodulazione più consapevole dellastrumentazione programmatoria per i beniculturali.

Innanzitutto è evidente che i meccanismiinnovativi di programmazione introdotti daigovernidevonodimostrarecoerenzanonsoloformale ma anche operativa con le attivitàdelleSovrintendenze,devono innestarsinellaprogrammazione degli enti locali e guidare ilcrescentecontributodelsettoreprivatoenon-profit.Icontrattidiconcessioneaprivaticosìcomelagestionemistadelpatrimoniostatale,per essere economicamente sostenibili, ri-chiedono di far convergere l’intervento ed ilriusodeibenicon la regolazionesvoltadalleSovrintendenze in materia di beni culturali epaesaggistici,maancheconlaridefinizionedipianieprogrammiurbanisticieterritorialide-glienti locali.Ilgovernocentralenonsembraaverconsideratoaccuratamentelapossibilitàdi istituire localmente società miste che neicasidimaggiorsuccessovincolinounapartedel valore prodotto ad ulteriori politiche cul-turali e di sviluppo locale. L’agenzia Arcus èstatachiamatainalcunicasiadindurregiochiasommapositivainprogettiinfrastrutturaliinareesoggettearitrovamentiarcheologici.Ol-treariaprireildibattitosugliscavipreventivi,sonoapparsemisurevoltearealizzaremuseiin prossimità di nuove infrastrutture stradalio ferroviarie, senza considerare di avvaler-si di meccanismi tipici dei grant competitivi(i cosiddetti “bandi”) per stimolare progettiterritoriali più innovativi. Nonostante l’inte-grazione fosseparolad’ordinedellepolitichedisviluppoanchenelsettoreculturale,laloro

realizzazione non è stata sufficientementeattentaaimeccanismieffettivi attraversocuilaprogrammazioneprendeformalocalmente,ossia all’intreccio degli strumenti che strut-turano l’azione non solo amministrativa, maanchedeisettoriprivatienonprofit.Perque-staesperienzasembraincorsounariformula-zionechepotrebbeavvalersianchediulterioristrumentiindirettidiintervento.

Inquestoquadro,unnodocentralesembral’integrazionesubaseterritorialetrapoliticheetrastrumentinonsoloappartenentialsetto-reculturaleoalleattivitàturisticheericettive,che pure sono considerevoli in Italia, ma adun più ampio insieme di attività economicheesocialicomplementariedinterconnesseallacultura.Iversantimenoconsolidatidiquestamateria sono spesso quelli più ampiamentepraticati, ma trascurati dal dibattito pubbli-cooppure trattati inmodounpo’ ideologico,come nel caso della valorizzazione urbana.Al di là degli stimoli al dibattito, la questio-ne sembra richiedere maggiore attenzionesul piano della ricerca e del miglioramentodi conoscenzeecompetenzeamministrative,siadilivellonazionalechelocale.Ovviamentela riflessionesuquesti temiassumeunpesodifferente se l’intenzione del nuovo governonazionale sarà quella di ritornare a misurede-territorializzate e settoriali. Al contrario,l’importanza per i governi regionali e localisarebbeinquell’evenienzaancorpiùevidente.Inognicaso,questesembranole innovazionidella programmazione culturale italiana concui iniziative simili a quelle promosse dal-l’Unescosipossonoconfrontare inmodopiùsignificativo.

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Il Quirinale

lpalazzodelQuirinalesorgesulpiùaltodeisettecollidiRomaedaffon-daleradicinellastoriamillenariadel-la Città Eterna. Nel Cinquecento, inunaRomailluminatadaimillefuochidelRinascimento,ilcolleaffascinavagliamantidell’Antichità:unovipote-

vaammirarelerovinedelletermediCostantino,iruderideltempiodedicatoaSerapide,icolossaligruppiscultoreideiDioscuriconilorocavalli.Daquestiderivavailnomedelluogo(MonteCaval-lo). Dai tempi del cardinale Carafa, nella primametà delCinquecento, ad Ippolito d’Este, poi aGregorioXIIIBoncompagni(1572-1585),aPaoloVBorghese(1605-1621),adAlessandroVIIChigi(1655-1667), i piùgrandi artisti hanno lavoratoper fare del Quirinale lo straordinario inno allasobriabellezzacheèdiventato.PalazzodeiPapiprimadidiventare,nel1809,reggiadiunImpe-ratore,Napoleone,chenonvisoggiorneràmai,ilQuirinaletornaadesseresedepapalenel1814ediventa,nel1870,dopolabrecciadiPortaPiael’annessionediRomaalRegnod’Italia,residenzadellafamigliareale.Dalnaufragioprovocatodalfascismo e dalla tragedia della seconda guerramondiale,èsortalanuovaItalia,liberaedemo-

cratica,dicuiilQuirinaleèilvessillo.OggiilQui-rinaleèdiventatola“CasacomunedegliItaliani”edunmuseoapertoatuttiicittadinidelmondo.

TrepapihannosegnatopiùprofondamentelastoriadelpalazzodelQuirinale.

Gregorio XIII Boncompagni (15�2-15�5)Nel1583,GregorioXIIIincaricòilbolognese

OttavianoNonni,dettoilMascarinooMascheri-no, architetto papale, di progettare e dirigere ilcantieredell’edificio.Mascarinodisegnaerealiz-za lacosiddetta“PalazzinaGregoriana”. Ilpapaavviacosìilprocessomodernod’urbanizzazionedell’intero complesso palaziale che copre il piùaltodeisettecollidiRoma.IlQuirinalediventa,insiemealVaticano,ilsimbolodelpoterepapa-le.Nelmaggio1584ilpapaesprimel’intenzionedifarerigeresulnuovopalazzo“unagrantorre,laqualedomininonsoloisettecollimascopraanchequesti contorni finoalmare”.Nel girodipochi mesi Mascarino completa la torre pano-ramica.

Sisto V Peretti (15�5-15�0)DopolamortediGregorioXIII,SistoVacqui-

stadaiCarafalavilladiMonteCavalloperfarnelasedeestivadelpontefice.LavillacostruitadalMascarinononèperòsufficiente adaccogliere

lacortepontificiaeasoddisfarneleesigenzedirappresentanza.PerquestoSistoVaffidaall’ar-chitettoDomenicoFontanal’incaricodiampliarel’edificiocostruendounalungaalaversolapiaz-zaeunsecondopalazzosuviadelQuirinale,cosìdaformareunampiocortileinterno.Nellostessoanno1586SistoV pregaDomenico Fontanadidarenuovoassettoallapiazza.

Paolo V Borghese (1�05-1�21)Findaiprimimesidelsuopontificato,Paolo

VBorghesemanifestal’intenzionediampliarelasedepapalediMonteCavallo.Inparticolareriba-disceinpiùoccasionidivolerdotareilpalazzodiuncorpodifabbricaversoilgiardino,giàprevistodaMascarinoedaDomenicoFontana,ediunagrandecappellapercelebraremessanellericor-renzesolenniduranteimesiestivi.Sononeces-sari inoltrespaziadeguatiall’alloggiamentodel-l’interacortepapale.Nelgennaiodel1609Paolo

Vottienefinalmenteunostanziamentodi20.000scudiperlafabbricadelQuirinale.Possonoquin-diessereavviatigrandilavorid’ampliamentodelpalazzo progettati dal papa e diretti, in questaprimafase,dall’architettoFlaminioPonzio.

L’operapiùimportanteconsistenell’erezionedell’alaorientaledel palazzo, quella contiguaalgiardino,chePonzioedificasulmodelloarchitet-tonicodell’alaoccidentalecostruitadaDomeni-coFontanaperSistoV.Ilnuovocorpodifabbricaè tuttavia di larghezza doppia rispetto a quellosistino,poichédestinatoadospitaregrandisaledirappresentanzatracuilaSaladelConcistoro,oggiSalonedelleFeste,unacappellaprivatadelpapachesaràdecoratadaGuidoReni (laCap-pella dell’Annunziata) e lo scalone d’accessoprincipale al piano nobile in sostituzione dellavecchia scala sistina. L’opera sarà completatanel1611.

I N E V I D E N Z A

UN AFFASCINANTE PERCORSO STORICO-ARTISTICOALLA SCOPERTA DEL PALAZZO DEL QUIRINALE

LA “CASA COMUNE”DEGLI ITALIANI

di LOUIS GODARTConsigliere per la Conservazione del patrimonio artistico

della Presidenza della Repubblica

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Quirinale, la fontana Caserta

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Sempre nel 1609, essendo stata demolitala sede della Dataria Apostolica in San Pietro,un nuovocorpodi fabbrica destinato agli ufficidellaDatariavienecostruitoaccantoalpalazzodi Monte Cavallo, lungo il Clivus Cappuccino-rum(l’attualeviadellaDataria)chedallapiazzascendeverso ilCorso.Apartiredal1612si la-vora anche all’ampliamento degli alloggi per laGuardiaSvizzeraposti lungostradaPia,mentrenel1613ilprimotrattodellagalleriaSistavienedivisoinvariambientiperessereutilizzatocomeappartamento pontificio invernale. Sulla faccia-ta del palazzo l’appartamento si riconosce perla presenza di sei finestrelle sopra a quelle delpianonobile.

PaoloVsipreoccupaanchedellacontestua-lizzazione urbanistica del complesso del Quiri-nale. Si opera soprattutto sulla ripida via dellaDatariaperrenderlacarrozzabile,eprogettandolasistemazioneaipiedidellastradadiduefon-tanesulmodellodellasalitaalCampidoglio.TraiprogettidiPaoloVvièanchequellodell’aperturadiunastradachepermettadi isolare ilgiardinopontificio, e di una via che colleghi il QuirinaleconlapiazzaaipiedidiTrinitàdeiMonti,dadoveilpapaavrebbepotutoproseguireversoSanPie-tro percorrendo la via Trinitatis (via Condotti),TordiNonaeponteSant’Angelo.Per l’accessodalpalazzodiMonteCavalloaquestastrada,dicuiverràrealizzatosoloilprimotratto,PaoloVfacostruireilportonedettodellaPanetteria,com-pletatonel1612.

Nel 1615ha avvio la seconda fasedi inter-venti edilizi commissionati da Paolo V in Quiri-naleedirettidaCarloMaderno(FlaminioPonzioera morto nel 1613). Nei documenti si parla di“fabbricadiriquadramentoetcappella”.Ilriqua-

dramento consiste nel correggere l’architetturadove peccava, ovvero rettificare l’incongruarientranzache lafacciatadelpalazzodiSistoVpresentavanell’angolotralapiazzaestradaPia.

La “cappella” ricordata dalle fonti è inveceungrandesacellocerimonialedicuiilpapavuoledotareilpalazzodiMonteCavallopercelebrarvilemessesolenninellastagioneestiva.DopovariripensamentisidecidedicollocarlanelcorpodifabbricacheSistoVaveva fattoedificare lungostradaPia.Ènecessarioperò ricostruirloquasitotalmente perché lo sviluppo in altezza dellanuovagrandecappellacomporta lapresenzadiun’altana,strutturachenecessitadifondamentapiùrobustediquellesistine.Nellanuovafabbricaviene anche eliminato il loggiato superiore delpalazzodiSistoVperfarespazioaunaseriedistanzecontigueallacappella,chevengonoadibi-teadappartamentodirappresentanza.

La Cappella Paolina viene inaugurata nelgennaio1617,dataincuilagrandecampagnadilavori e di restauri edilizi voluti daPaoloVpuòdirsisostanzialmentecompiuta.Inquestonuovocorpodifabbrica,accantoallaCappellaPaolina,ilpapafaerigerelafamosaSalaRegia,oggiSa-lonedeiCorazzieri,destinataprincipalmenteagliincontri ufficiali con i regnanti e le delegazionidiplomatichestraniereinvisitaallaSantaSede.

Per questi due ambienti altamente presti-giosi, Paolo V vuole una degna decorazione eassolda una squadra di pittori e stuccatori cheraggiungono risultati di alto livello artistico siapergliaffreschidellaSalaRegiaadoperadiAgo-stinoTassi,GiovanniLanfrancoeCarloSaraceni,siaperglistucchidellaCappellaPaolinacon laraffinatadecorazioneideatadalticineseMartinoFerabosco.

I N E V I D E N Z A

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Crespi d’Adda

1� annoquarto•numerotre•lug/set2008www.sitiunesco.it unesco•associazionecittàesitiitalianipatrimoniomondiale 1�

tupisce l’interesse maturato, negli ultimi anni, nei confronti del patrimonio industriale. Una realtà destinata al degrado e alla distruzione è andata pro-gressivamente assumendo una rilevanza culturale insospet-

tabile fino ad un decennio fa, sottoponendo a dibattito il destino di aree, siti, monumenti tra-dizionalmente deputati ad essere terreno di at-tività della speculazione edilizia o di discutibili operazioni di riqualificazione urbana.

Non è inutile interrogarsi sui motivi che hanno portato a questa nuova attenzione per il patrimonio industriale. Il primo è relativo alla nuova politica nei confronti dei beni culturali suggerita dall’Unione Europea e agli ingenti finanziamenti che si sono indirizzati verso le aree di deindustrializzazione per progetti di re-cupero e valorizzazione finalizzati allo sviluppo locale. E’ questo un fenomeno che ha riguar-dato soprattutto alcuni paesi mediterranei e in particolare la Spagna e che ha suggerito come potesse esistere una alternativa al degrado, alla distruzione e alla riutilizzazione a fini abi-tativi e commerciali delle aree “liberate” dai “resti” della produzione. Il secondo motivo concerne l’onda lunga di un dibattito sul patri-monio culturale iniziato tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, che rimetteva in di-scussione l’idea che il bene culturale dovesse rispondere a criteri di unicità e di esteticamen-

te bello. Sempre più si è affermata l’idea che bene culturale andasse considerato ciò che era portatore di senso per gli uomini che vivevano in un territorio, elemento di identità e di me-moria considerata non solo come elemento di una tradizione spesso inventata, ma come stru-mento critico di costruzione di forme di coesio-ne di una comunità, in grado di garantirne gli stessi livelli di governabilità. Da ciò l’interesse per il paesaggio e le sue stratificazioni, per i reperti della cultura materiale, per i siti e i monumenti della produzione. Negli ultimi anni questa ricerca di senso ha riguardato non solo un mondo relativamente ristretto di studiosi, ma ha investito l’opinione pubblica e un ampio mondo giovanile sempre più interessato al riu-so dei luoghi della produzione, dove modernità, cultura, fascino dell’usato e risparmio di spazio si coniugano, proponendo meno effimeri e mer-cantili stili di vita.

L ’ I N T E R V E N T O L ’ I N T E R V E N T O

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: L’ETERNO DILEMMAFRA VALORIZZAZIONE E DEMOLIZIONE

IL RECUPERO DEGLI ANTICHI LUOGHI DI PRODUZIONE

di RENATO COVINOPresidente dell’Associazione Italiana

per il Patrimonio Archeologico Industriale1

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La pressa da 12 mila tonnellate musealizzata davanti alla stazione di Terni

Ragusa, l’ex fornace Sampieri

il Patrimonio ArcheologicoIndustriale (AIPAI), l’unicache abbia oggi una valenzanazionale con una presenzaconsistente in tutto il paese,concentrata nelle università,nellestrutturemuseali, traglioperatoridelsettoreeconunainterlocuzionenéepisodicanécasuale con settori di ammi-nistrazione pubblica (soprin-tendenze, regioni, enti locali).L’ipotesi su cui l’AIPAI è nataeranonsololegataallatutela,conservazione, valorizzazionedel patrimonio, ma anche esoprattutto alla sua gestione,alla sua utilizzazione – sullabasedialtreesperienzeeuro-pee–comeelementoevolanodi formedisviluppo locale.Aciòperaltroèfinalizzatoilpro-gettoformativoportatoavantidal“MasterinConservazione,Valorizzazione e Gestione delPatrimonio Industriale”, natonel 2002 per iniziativa di unpool di Università, con sedeamministrativa a Padova, dicuil’Associazioneèparteintegrante.

Ciòsignificainprimoluogocostruireproce-dureeprotocolliacuiattenersiconrigoreedaimporreneldibattito.Dettoinpillole,nonèpiùammissibilechesidistruggasenzaconoscereequindi i siti vannodocumentati, indipenden-tementedalledestinazionifinalid’uso.Ancora,non è più possibile non attivare la partecipa-

zioneallesceltedellecomunitàacuiesporreinmodotrasparentelediverseopzioniincampo.Infine, riusare significa rispettare le caratteri-stiche del sito e del monumento, rendendoneleggibile l’uso produttivo originario. Ciò comehanno dimostrato molteplici esperienze eu-ropee di “buone pratiche”, è possibile e nonsignifica affatto che “ilmorto afferra il

Ma,edèquestol’elementochemenocomparepuressendosostanzialmentequellopiùimportanteeduraturo,tuttoquestononavrebbepotutoregge-recometendenzaculturaleseinEuropaeinItalianonvifosserostate“vecchietalpe”chehannosi-lenziosamentescavatogalleriesottol’indifferenzaculturale e gli interessi consolidati legati al cicloedilizioedallarenditaurbana.Siètrattatadiunaretespessosconnessadiassociazioni,distrutturemusealiedecomuseali,disettoridell’amministra-zionepubblica,diopinionsmaker,di riviste,ecc.chehannocontinuatoalavorareeprogettare,no-nostante le difficoltà delle diverse congiunture enellaconsapevolezzadiandarecontrocorrente.

E’ daciò chederivaun interesseeun’atten-zione altrimenti inspiegabili, che hanno trovatoun primo momento di riconoscimento normativonell’inserimento del patrimonio dell’industria nel-l’elenco dei beni degni di tutela presenti nell’art.10 della nuova stesura del Testo unico dei beniculturalirecentementelicenziatodalGovernoedalParlamento.

Sarebbe, naturalmente, trionfalisticamenteidiotaesaltareirisultatiraggiuntisenzasottolineareledifficoltàelecriticitàampiamentepresentinellaattualesituazione.Maicomeoggi,inunmomentoin cui siti e monumenti industriali vengono rico-nosciutialivellolegislativoediopinionecorrentecomebeniculturali,ilpatrimoniodellaproduzionearischiotendeadaumentare.E’ilfruttodiunciclodidimissionicheèandatoprogressivamenteau-mentandonelcorsodeidecenniacavallodeiduesecoli,diunabollaspeculativalegataall’industriadellecostruzioni,oggiinviadiesaurimento,diunaculturaarchitettonicaeurbanisticaspessoscarsa-menteinteressataalriusoedalrecupero.Insom-ma, mai come oggi si parla tanto di archeologiaindustrialeeallostessotemposidistruggesenzaconoscere, pensandosemmai di salvarsi l’animalasciandoinpiedisegnidecontestualizzatidifab-bricheediopifici,solitamenteciminieredivenuteanonimireperti.

E’ da questa consapevolezza che è nata, or-mai undici anni fa, l’Associazione Italiana per

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L’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO INDUSTRIALE

L asolaassociazioneoperanteinquest’ambitoalivellonazionale.Fondatanel1997daungruppodispecialistidelpatrimonioindustrialeedaalcunetralepiùimpor-

tantiistituzionidelsettorenelPaese.L’Associazionecontaoggioltre300sociattivinellesezioni regionali presenti in tutto il Paese ed interagisce proficuamente con università,centridiricerca,fondazioni,musei,organicentralieperifericidelloStato.

AIPAISedePiazzaleAntonioBosco3/A-05100Ternitel.0744407187fax0744407468-www.patrimonioindustriale.itinfo@patrimonioindustriale.it

Venezia, l’Arsenale

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vivo”, anzi può consentire sfide progettuali etecnologicheinnovative.

E’questo il terrenosucuioggisiamopiù im-pegnati. A tale proposito produrremoentro l’announamostraitinerantesu“Perduti,Compromessi,aRischio,Valorizzati.PatrimonidiArcheologiaIndu-strialeinItalia(1978-2008)”acuisiaffiancherannoconvegniegiornatedistudiosuitemidellamostra.Altempostessosiamoimpegnatisuidannigiàpro-dottidalle“cartolarizzazioni”delpatrimoniostatale(prima tra tuttequelladellemanifatture tabacchi),suitemirelativialpassaggiodeibeniindustrialideldemaniomilitareaquellocivile,alladismissionedeisedimiferroviaricollocatinellecittà,ecc.

Questi temi - a cui si aggiunge una propo-sta di censimento del patrimonio industriale cheproporremo al Ministero dei Beni Culturali e unaseriedimomentidistudiorelativiaisingolitemiesettori (leminiere,gli impiantisiderurgici, tessili,alimentari, ilprogettourbanisticoedarchitettoni-co,imacchinari,ecc.)-configuranounampioedambizioso programma che impegnerà l’AIPAI nelprossimotriennio.

Non è, naturalmente, possibile pensare che

un’attività di questo tipo possa essere svolta insplendido isolamento, siapuredaun’associazio-neterritorialmentediffusaequalificata.L’AIPAIsièquindi impegnata,perunverso,a rafforzare lasuareteorganizzativa,trasformandolainunveroeproprionetworkdiesperienzediricercaediinter-ventInazionalielocali,dandoaquestevisibilitàestrumenti;peraltroversostacercandodicostruireunrapportoconleassociazioniprofessionali(As-sociazione ItalianadiStoriaUrbana,Docomomo,Società Italiana degli Storici Economici, ecc.) equelleimpegnatesuitemidelpatrimonioculturaleedelpaesaggio(Italianostra,Fai,LegaAmbiente,Audis,ecc.),cercandodicostruireun’ampiareteincuiognuno,purnellasuaspecificamission,possatrovareterrenidiconfrontoediattivitàcomune.

E’questo,peraltro,l’unicomododimantenerevivo l’interesseneiconfrontidelpatrimonio indu-striale,evitandolesecchepuramenteconservazio-nisteolederivelocaliste,pericolisemprepresenti,conilrischiodiregredireinformedispecialismo,semmairaffinato,maprivodiunarealecapacitàdiincideresulpianodellatutela,dellavalorizzazioneedellagestione.

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La Reggia di Caserta

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i parla molto oggi di “cineturi-smo” per indicare la promozione e la pratica di un turismo colto che trovi nei luoghi del cinema (stabilimenti di produzione, loca-tion utilizzate per scene famose, mostre dedicate al cinema) i

suoi principali attrattori. Nel ragionare su que-sta nuova forma di turismo, da molti ritenuta la gallina dalle uova d’oro dell’industria dei viaggi, si dimentica spesso di inquadrare in maniera più corretta, da un punto di vista storico, linguistico, tecnico ed estetico il concetto di “cinema” nel più ampio insieme dell’audiovisivo, ovvero del dispositivo tecnico ed artistico che permette di creare testi basati su immagini in movimento e suoni. Non si pensi a questa precisazione come ad un tentativo pedante, troppo da addetti ai la-vori, di definire qualcosa, il cinema appunto, che in fin dei conti tutti conoscono fin troppo bene per esperienza diretta.

Per giustificare quanto appena detto faccia-mo un lungo balzo indietro alle origini del cinema. Una delle prime killer application del “cinémato-graphe” di Auguste e Louis Lumière era proprio la sua possibilità di mostrare al pubblico luoghi remoti ed esotici ai quali la gente comune del-l’epoca non avrebbe mai potuto avere accesso: le rive del fiume Nilo, Londra, Mosca, New York, Tokyo, Berlino, Chicago esplodevano a piena luce sugli schermi approntati per le proiezioni, por-tando con sé, prima dello star system americano, prima della nascita del film d’art (e L’Assassinat du duc de Guise, di Charles Le Bargy e André Calmettes è solo del 1�0�!), prima ancora delle affascinanti magie di Georges Méliés tutti i mo-tivi per star seduti, zitti e guardare con gli occhi

spalancati sognando di essere altrove. Ed era, in nuce, cinema documentario!

Come chiunque si sia interessato un po’ di storia del cinema sa, le prime sale di proiezione furono i famosi nickelodeon, ovvero le sale l’in-gresso, alle quali costava un solo nickel (cinque centesimi di dollaro), che si diffusero negli Stati Uniti a partire dal 1�05, anno di fondazione a Pit-tsburgh della sala di Harry Davis e John P. Harris. I nickelodeon proiettavano “moving pictures” a ciclo continuo: brevi film di massimo venti mi-nuti tra i quali andavano per la maggiore, oltre a quelli di impostazione narrativa, gli “scenics” (vedute in movimento dai finestrini dei treni) e gli “actualities” (minireportage di impostazione pro-todocumentaria). I nickelodeon iniziarono il loro lento declino con l’avvento dei “feature films”, i lungometraggi a soggetto, ed oggi non c’è più traccia di quel tipo di fruizione dell’audiovisivo.

O forse c’è? Vi dice nulla la parola Youtu-be? Uno dei siti Internet più famosi e visitati del mondo non fa altro che proporre, per pochi centesimi (l’abbonamento Internet e la corrente elettrica sono, diciamolo, a carico nostro) pic-coli filmati della durata massima di dieci minuti a ciclo continuo e noi li guardiamo per distrarci velocemente, per informarci, per sapere come si vive in altre parti del mondo. Noi, però, dopo aver visto un luogo esotico in un video online possiamo raggiungerlo molto più facilmente di quanto non potessero i nostri bisnonni. La mo-bilità umana è decisamente aumentata: il turi-smo è il settore economico che ha raggiunto il primo posto nel fatturato globale del mondo , muove settecento milioni di persone all’anno ed è una risorsa economica fondamentale per tutti i paesi coinvolti.

L ’ A P P R O F O N D I M E N T O L ’ A P P R O F O N D I M E N T O

IL GRANDE POTENZIALE DELL’AUDIOVISIVOCOME FATTORE D’ATTRAZIONE TURISTICA

CINETURISMOE PATRIMONIO CULTURALE

di ANGELO SERIO

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La donna del fiume (foto Patellani)

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Si gira a Castel Sant’Angelo

Ilturismo,inoltre,èilsettorepiùimportanteper ilweb:attraverso lagrande retesipossonoscambiareinformazioni,pareri,immaginie“mo-vingpictures” sui luoghi da visitare e sulle loroprincipaliattrazioni.

Aquestopuntoleconclusionisonolampanti:non esiste solo il cineturismo di ritorno, quellocioè che si basa sull’andare a visitare i luoghidelcinema,mapuòesistere (eglioperatoripiùscaltri, in genere piccoli privati, se ne sono giàaccorti)uncineturismoprovocato,magarianchecasualmente,dallapresenzadiunaudiovisivoinInternet che dia conferma di un desiderio (“sì,quelpostoèpropriobello,voglioandarci”),ocheneinducaunocompletamentenuovo(“Mahaivi-stoquesto?Ciandiamo?!”).

Le amministrazioni turistiche dovrebberorivalutare l’enorme potenziale che l’audiovisivobreve su Internet ha come fattore di attrazionediviaggiatori,incercadiuna“geografiaemozio-nale”,capacedicatturareprimal’animaepoiilmoto.Potrebbero,dunque,fareottimiinvestimen-ti incaricando autori lungimiranti e competentinell’utilizzare questo “nuo-vo” linguaggio via web percreare brevi ed efficaci testiaudiovisivi. I video online,prestandosi ad una fruizionequasi nevrotica, in genereconsumatacomemomentodisvago,hannoilmeritodiatti-rare l’attenzionedi spettatorispessooccasionaliedistrattieconvincerliallapartenza.Nel2003vennichiamatoarealiz-zare alcuni corti per l’evento“PercorsidiLucenellaReggia

diCaserta”.Gliideatoridiquelprogettoavevanol’esigenza,tralealtrecose,dimostrareinparti-colareunpostopococonosciuto,mabellissimo,della Reggia di Caserta: il Giardino Inglese. Nelrealizzareilcortodecisi,contrariamenteaquantoprogettato,dinondargliuntaglio“accademico”(immaginioleografiche,voceoff,montaggioca-nonico)ecercaiunapprocciopiùpersonale.Per-ché?Beh,perevitarelanoia!

E’ difficile per un regista, che fondamental-menteèunnarratore innamoratodell’immagine,raccontare qualcosa su commissione. I registipubblicitari,adesempio,sonofondamentalmentedegli straordinari esecutori che spesso leggonola sceneggiatura solopocheoreprimadi girareuno spot. Nel realizzare “Giardino Inglese” hopreferitoevitaredifareilregistapubblicitarioedimettermiancoraindiscussionecomenarratore.Mettermidacapo indiscussioneogni voltacheiniziounnuovoprogettoèperme l’unicomododi agire e divertirmi ed anche come spettatorepreferiscoifilmcheraccontano“favole”aquelliintrisidi“realtà”.

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MAGIE DELL’ITALIA, PATRIMONIO DELL’UMANITA’

InoccasionedellaquintaConferenzaNazionaledeisitiUNE-SCOItalianiedel25°anniversariodell’iscrizionedellacittà

diFirenzenellaListadelPatrimonioMondiale,ilMinisteroperiBenie le Attività Culturali ha realizzato il filmato “MAGIE DELL’ITALIA,PATRIMONIO DELL’UMANITA” di 50 minuti, che rappresenta i 41sitiUNESCOconimmaginitrattedadocumentarioriginaliintegrateda brani di film girati da grandi Maestri del cinema Italiano e daiprincipaliregististranieri.

DallesequenzediRomadiFedericoFelliniconlastraordinariafotografiadiPeppinoRotunno,icoloripastellodiFerraradiAldilàdellenuvolediMichelangeloAntonioniedeIlgiardinodeiFinziContinidiVittorioDeSica,lapoesiadiFrancescoGiullarediDiodiRossellini,iSassidiMateranelfilmLapassionediCristodiMelGibsonenelVangelosecondoMatteodiPasolinidallostruggentebiancoenero,labellezzadiFirenzenelleindimenticabiliimmaginidiCameraconvistaeUntèconMussolinidiZeffirelli,agliinconfondibiliscenaridiVeneziagirata,traglialtri,daStevenSpielberginIndianaJonesedaWoodyAlleninTuttidiconoIloveyou,sicomponeunpreziosopuz-zlediluoghimagiciincuil’umanitàinterasiritrova.Ilfilmato,acuradiAdrianoPintaldi,testidiFernandoFerrigno,montaggiodiRobertoDiTanna,siavvaledellavocenarrantediunodeiprincipaliattoriitaliani,GiancarloGiannini,edèarricchitodainterventiinvideodipersonaggiillustridellanostraculturacomeilpremioNobelDarioFò,gliscrittoriAndreaCamillerieAlbertoBevilacqua,iregistiLinaWertmuller,MarioMartoneeGiovanniVeronesi.

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Agliè, il castello di Elisa di Rivombrosa

Matera, il set de “La passione di Cristo”

Ilmioobiettivoeraquellodiintercettareecar-pire l’attenzione di un pubblico quanto più vastopossibile,che,allostessotempo,nonavessel’im-pressionediguardareundocumentariopromozio-nalesudiunluogopredefinito.

OggiquelcortoèfinitosuYoutube(sito fon-dato nel 2005, due anni dopo la realizzazione di“GiardinoInglese”!)edèstatoutilizzatodapiùdiunportaleperrilanciareilturismoinCampania,inquestomomentodigrandecrisiperilproblemari-fiuti,attraversol’offertavisivadiunluogomagico,imperdibile,chesfidaognilimitazione.

Inaspettatamentequelvideo,natoperunfinedeterminato,unavolta“liberato”sulwebhaam-pliato la sua efficacia, divenendo uno strumento

promozionale decisamente più potente di quantosarebbestatosefosserimastoconfinatoneiluo-ghidifruizioneperluiprevistiinorigine.Equesta,loammetto,èunacosachemifasorriderecom-piaciutoemirendesemprepiùconvintodellafortericadutadeimessaggiaudiovisivisulla fantasiaesull’immaginazionedeglispettatori.

Èpropriolaseduzionedelleimmaginiafarsìcheilvideodiventiunprodottoturistico,capacedivalorizzarepiùdiognialtroilpatrimonioculturaleedambientale.Lospettatore/viaggiatoresi lasciaincantaredaipaesaggideisuoisogni,ansiosoditrasformarequellosguardoaffascinatoinun’espe-rienzapolisensorialeche,daquelmomento,diven-teràunanecessitàsicuramentepiùforte.

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Riomaggiore

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paesaggiche,perlelorocaratteristicheeccezionali,hannomeritatol’iscrizioneal Patrimonio mondiale dell’umanità,sono divenuti un modello culturale alivellomondiale.LalorogestionedeveessereinregolaconlaConvenzioneperlaprotezionedelpatrimoniomondiale,

adottata dall’UNESCO nel 1972, e dunque mante-nere icaratterichehanno loropermessodiacce-dereallostatutodibenieccezionalidelpatrimoniomondiale riconosciuto dall’UNESCO. Questi stessiluoghisitrovanoattualmenteaconfrontarsiancheconlepolitichepromossenelquadrodellarecenteConvenzione europea del paesaggio. Gli attori re-sponsabilidellagestione,efraessiinprimalineasitrovanoleistituzionilocali,sonochiamatinelleloroazionipubblicheaduncompitodifficile.Daunlatosonochiamatiamantenereilpaesaggioneicarattericheglihannopermessol’accessoaltitolodibeneeccezionale, ad adeguare la politica richiesta dal-l’UNESCOconquellapromossadallaConvenzioneeuropea. Dall’altro devono far evolvere il territorioiscrittonelpaesaggiopermigliorarelecondizionidivita della popolazione, che questo paesaggio vive“alquotidiano”;edunquedevonoconciliarel’ecce-zionaleconilquotidiano,laprotezioneconlosvilup-podellesocietàlocalieconilsoddisfacimentodellerichiestedegliabitanti,lacuivitanonpuòsvolgersi

inunambientepensatocomeimmobileneltempo.L’eccezionalehasguardiesterni,derivanti inparteedeffettodellaglobalizzazioneedellamercantiliz-zazione di beni simbolici. Il quotidiano ha sguardiinterni,anchediresistenzaaiprincipiealleconse-guenze della globalizzazione: il paesaggio è alloravistocome“identitàlocale”.

La ricerca su Paesaggi d’eccezione, paesag-gi al quotidiano, finanziata dal Ministero francesedell’ambienteedellosvilupposostenibile,affrontaquestetematicheintresitieuropeiPatrimoniomon-dialedell’umanità:leCinqueTerreinItalia,lagiuri-sdizionediSaintEmilioninFrancia,elaregionediTokajinUngheria.PerleCinqueTerre,essaèaffi-dataall’Istitutodiricercasulterritorioel’ambienteLeonardo,consedeaPisa. Il progettohadiverselineedi ricerca.Si parte dallemodalità di identifi-cazione e caratterizzazione dei paesaggi rispettoaicriteridellaConvenzioneUNESCOedaimotiviedalla valutazionedel gradodi partecipazionedellepopolazionialla richiestadientrarea farpartedelpatrimoniomondiale.Ilsecondocampodiindagineriguardaquantoèsuccessodopol’inserimentonel-lalistadiquestisiti.Ilprogettosiproponedaunlatodistudiarecomelepoliticheinternazionalistimolinolamessainoperadiregolamentieazioninaziona-li e locali, che garantiscano la conservazione deipaesaggiculturali,edinparticolarediquelli

L ’ A N A L I S I

GLI EFFETTI ECONOMICI DELL’ISCRIZIONE NELLA WHLIN TERMINI DI AUMENTO DEL TURISMO E DI PLUS-VALORE SIMBOLICO

I PAESAGGI UNESCO TRA ECCEZIONALITÀ E QUOTIDIANITÀ

di GIULIANA BIAGIOLI

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I vigneti del Tokaj (Ungheria)

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iscrittinellalistadelpatrimoniomondiale.Dall’altro,halafinalitàdiosservareseecomequestapoliticadiprotezionepossatrasformareilpaesaggioinunarisorsa capace di giocare un ruolo nello sviluppodurevole del sistema economico locale. Questosecondo tema sarà affrontato tenendo conto inparticolare del principio dell’equità sociale. Si staindagandoatalepropositosullapartecipazionedel

pubblicoalledecisioniesullaripartizionedeiprofittiricavatidallavalorizzazionedellarisorsapaesaggio.Unaparticolareattenzioneèinfattidedicataaglief-fettieconomicidell’iscrizioneinterminidiaumentodel turismoedi aggiuntadi plus-valoresimbolicoaiprodottilocali;aisettorieconomicieaigruppidi“attorieconomici”chepiùsigiovanodellapoliticadisviluppobasatasulpaesaggio;allepolitichedige-

stionedeiterritoriprotetti,conleloroconseguenzesociali;e ingenerale,acome ilpaesaggio-risorsasirelazioniconilpaesaggio-quadrodivitadellepo-polazionilocali,esplorandoattraversointervistesulcampolapluralitàdeglisguardilocalisulleformedivitaneipaesaggiprotetti.

Si è attualmente completato il primo anno diindagine.Neiduesuccessivi, irisultatidelladocu-

mentazione raccoltaedelaborata,edelconfrontoconquelladeiduealtrisitieuropeiinteressati,for-niranno l’occasione di incontri di esponenti delletrecittadinanze,edegliamministratorilocali,fradiloro,perdefinirecomunicriteridigestionedeiloropaesaggi,rispettosaallostessotempodellastoriadeiluoghiedellalorovitaquotidiana.

Unodeglistrumentidiricercacheèsta-

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Saint Emilion (Francia)

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tosceltodalletreéquipesèquellodelleintervistesulcampo.Le intervistenonhanno lapretesadi rap-presentareuncampionestatisticonédegliabitantideiluoghi,nédeisoggettiistituzionali.Sirivolgonoinvece, come in altre procedure sperimentate, acittadini qualificati chepossanonei tre siti ogget-todell’indaginedare risposte ai quesiti posti dallaricerca.Perquantociriguarda,inprimoluogo,perragionidiuniformitàtraitresitieuropei,acittadinicheabbianoinquestomomentooabbianoavutonelloropassatoconoscenze, interessi,chepermetta-nodicogliereunapluralitàdisguardisulleformedivita,sulleoccasionifavorevoliosulledifficoltàcheaffrontanogliabitantidelleareeprotette,siacomeagenti istituzionalioeconomici,siacomesempliciabitanti.Letreéquipesdevonomuoversiinquestoambitoconintelligenzaediscrezione,sapendogiàinpartenzachefraitresiticisonodiversitàanchenelcampodellatuteladelterritorio.LeCinqueTerreinfatti,apocadistanzadall’iscrizionenelPatrimoniomondialeUNESCO,sonodivenuteParcoNazionale,egliabitantitendonoacollegareleazionisvoltesulterritorioadun’iniziativadelParco, l’istituzionepiùpresentenellalorovitaquotidiana,piuttostocheallabelUNESCOchepureilParcopromuovenellasuaazioneecomunicazione.NelcasodiSaintÉmilionediTokaj, inoltre, lamaggiorpartedei redditide-gliabitantiprovienedallavitivinicoltura,mentrenelcasodelleCinqueTerrelaforzatrainanteincampoeconomicoè il turismo; ilsettorevitivinicolodàalmomentounredditomarginale,mavaincrementatoper risponderesiaalledomandediconservazionedelpaesaggiostorico,siadisviluppopiùdifferen-ziatoedequilibratodell’economiaattuale.

Nelprimoannodilavoroilgruppodiricercaita-lianohaeffettuatooltrecinquantainterviste,metàacittadinidelleCinqueTerre,metàasoggetti istitu-

zionali, seguendoduegriglie formulate inmanieraomogenea per tutte e tre le aree oggetto della ri-cerca,inmododapoterpoipiùfacilmenteconfron-tareirisultati.Quantoaicittadiniintervistati,quasituttioriginaridellaCinqueTerre,sitrovanodiversecategorie:dipendentidiamministrazionicomunali,provinciali e statali, liberi professionisti, storici estudiosilocali,alberghierieaffittacamere,artigiani,commercianti,viticoltori,managerculturali.Le fa-sced’etàpresceltesonostatequelledai40anniinsu,perlamaggioreconsapevolezzadapartedique-stiabitantideiprocessidicambiamentonegliultimidecenni.Le intervistehannoaffrontato temicomeledinamichedelpaesaggio,conimutamentinegliultimidecenni; leazionisupaesaggiodopol’iscri-zionedelsitoalPatrimoniomondialedell’UNESCOelacreazionedelParcoNazionale;l’andamentodelsettorevitivinicolo;letrasformazionidell’economialocaleedinparticolarel’aumentodelpesodelset-tore turistico; le emergenze ed i rischi ambientali;gli aspetti positivi dei cambiamenti per settori ogenerali; gli aspetti negativi dei cambiamenti (inparticolare, nelle risposte, sotto accusa il turismodi massa); ed infine, le proposte degli abitanti dapresentarealleistituzionipreposteallatutelaevalo-rizzazionedelterritorio.

Siamooranelsecondoannodilavoro;inque-stoenelsuccessivosiamplieràlaraccoltadidatiesianalizzerannoeconfronterannoirisultatidelladocumentazione raccoltaper i tresiti. Ilmaterialeelaborato fornirà l’occasione di incontri fra espo-nentidelletrecittadinanze,efraquestiegliammini-stratorilocali,perdefinirecomunicriteridigestionedeiloropaesaggi,rispettosaallostessotempodellastoriadeiluoghiedellalorovitaquotidiana.Contia-modirenderenoti,inunasuccessivaoccasione,irisultatidellanostrainchiesta.

L ’ A N A L I S I

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Centro Pecci, in primo piano l’installaziione di Anne e Patrick Poirier

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La mezzaluna di Mauro StacciolilCentroper l’ArteContemporaneaLuigiPeccicompievent’anni.Mol-te sono state le “mostre-evento”che in tuttoquestoperiodohannolasciato un segno importante nel-l’ar te contemporanea: da “EuropaOggi”aMerz,da“Futurama”aRi-

chter, daCucchi aSchnabel, finoadarrivarealle più recenti monografiche di David Trem-lett,DanielSpoerriedEmilioIsgròchehannoottenutounnotevole successodi critica edipubblico.

Ogni evento espositivo ha caratterizzato

la storia del Museo attraverso acquisizioni edonazioni di opere che hanno trasformato laCollezionePermanenteinunpatrimoniocom-postodaoltremillelavorirealizzatidabentre-centoartistidifamainternazionale.

Maivent’annidelCentrosonoanchecon-trassegnatidaunimportanteprogettodiam-pliamento.Realizzatodall’architettoolandeseMauriceNio,ilprogetto,dal2010,permetteràla visione completa di tutto questo patrimo-nio artistico, oltre alla nascita di nuovi spa-zi generatori di emozioni, capaci di ospitareulteriori eventi espositivi e progetti d’artista.

Un’operazione chepunta non solo ad unmaggiore radicamentodelCentroPeccisulter-ritorio ma anche ad unulteriore rafforzamentodella collaborazione frail Centro stesso con ilComune di Prato e laRegione Toscana, coni quali sono stati av-viati da anni progettidi sviluppo artistico eculturale di particolareimportanza e ai qualisi sono aggiunti l’Accademia di Belle Arti diFirenzeeilMinisterodegliAffariEsteri.L’Ac-cademia di Belle Arti sta organizzando varicorsi all’interno della struttura museale perpromuovere, direttamente “sul campo”, unamaggiore conoscenza dell’ar te contempora-neamentre,conilMinisterodegliAffariEsteri,ilCentroperl’ArteContemporaneaLuigiPeccihaprodotto“ItalianGeniusNow”,unamostrasullacreativitàitalianadaglianniCinquantaadoggi che sta rappresentando il nostro Paese

invariesediprestigiosedelsud-estasiaticoecheinautunnoraggiungeràanchel’India.

Festeggiamo quindi i primi vent’anni delCentroguardandoal futuro,stabilendoocca-sionididialogoerelazionicheoltrepassanolenostrefrontiere,rivolgendolosguardoanchealMediterraneocomeabbiamofattoospitan-do, all’interno del Museo, la riunione di Pre-sidenzadelComitatocheuniscequestipaesiinsiemeaquelli europeiedandovitacosìadunaseriediprogettiediscambiartistici,di-

M U S E I I T A L I A N I M U S E I I T A L I A N I

IL PECCI DI PRATO FESTEGGIA VENT’ANNI DI ATTIVITÀCON UN GRANDE PROGETTO DI AMPLIAMENTO FIRMATO MAURICE NIO

L’ARTE CHIAMAE IL CENTRO PECCI RISPONDE E RADDOPPIA

di VALDEMARO BECCAGLIAPresidente del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

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IL CENTRO PER L’ARTECONTEMPORANEA LUIGI PECCI

L aprimaistituzionemusealeitalianacostruitaexnovo esplicitamente per presentare, collezio-

nare, documentare e promuovere gli sviluppi dellericercheartistichepiùavanzate. Inauguratonelgiu-gno1988conlamostraprogrammaticaEuropaoggi,nelcorsodiventiannid’attivitàhapresentatoampiepanoramicheartistichelegateaspecifichesituazioniculturali; ha prodotto mostre personali di numerosiesponenti dell’arte contemporanea internazionale;hapropostomostredialcunitraimaggioriprotago-nistidell’artedellasecondametàdelXXsecolo;haistituito il primoesempio in Italia di corsomusealepercuratorid’artecontemporanea(1992)ehadatospazioaimoltepliciaspettidellaricercaartisticacon-temporanea, come le installazioni, la fotografia, lagrandemoda,ilcinemaeilcostume,l’architetturaeildesign.Ilcrescentepatrimoniodiopereraccolteincollezionerappresentalatracciaduraturadiciòcheèstatoespostoinoccasionedimostretemporanee,così come delle inclinazioni critiche, degli interessiculturaliedelleopportunitàdeivaridirettoriecurato-richesisonosuccedutiallaguidadelCentroPecci.La raccolta costantemente in fieri, caso unico tra ivarimuseid’artetoscani,includeattualmenteoperedi oltre trecento artisti, tra cui Isgrò,Kounellis, SolLewitt,Merz,Paladino,Paolini,Pistoletto,AnneePa-trickPoirier,Schnabel,Spoerri,Tremlett,Zorio.Info:VialedellaRepubblica,277–59100Pratotel.05745317www.centropecci.it.

I PROSSIMI EVENTI

Fatto bene!LacollezionedelCentroPecci-Salemuseo,14giugno-3agostoPaolo ParisiProgettospeciale-Lounge/ProjectRoom,14giugno2008-15febbraio2009Fausto Melotti e Giulio Paolini o della leggerezza a TeatroLacollezionedelMaggioMusicaleFiorentino-Sale espositive CID/arti visive, 14 giugno - 8 luglio2008Il sapore della cenere - Speak truth to powerIncollaborazioneconl’AssociazioneRobertF.Kenne-dyFoundationofEurope-Teatro,12-13luglio2008Videominuto Pop TvIncollaborazioneconControradio-Salemuseo,6-13settembre2008Il Novecento in viaggioPartiturepervociemusica-SerateeventonelleSalemuseo,18-19-20-21settembre2008Mauro Staccioli - La graficaSale CID/Arti Visive, 5 ottobre 2008 - 11 gennaio20091���: vent’anni prima, vent’anni dopoSaleespositiveprimopiano,ottobre2008- febbraio2009Italian Genius NowXueXueCenter,Taipei,15luglio-3agosto2008Travencore HouseNewDelhi,settembre2008-IncollaborazionecolMi-nisterodegliAffariEsteri

Collezione permanente: Merz e Kounellis

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dattici e culturali di alto livello, tra cui quellicon ilMuseodiArteModernadiTelAvivop-purecoproducendoinsiemeallaAssociazioneRobert Kennedy Foundation of Europe Onluslospettacolo“Ilsaporedellacenere–SpeakTruthtoPower”.Ispiratodall’omonimolibrodi

KerryKennedy(lafigliadiRobert), lospetta-colo,chesaràpresentatoinprimamondialeil12luglionelnostroteatroall’aperto,hacomeobiettivoprimarioquellodiscuotercidaqueltorporecheciharesisonnolentidifronteallecrudeltàealleingiustizie.

Quando, nel giugno del 1988, fu realiz-zato il Centro per l’Arte Contemporanea Lui-gi Pecci, per molti si trattò di una sfida e diuna intuizione, felice idea che oggi permettealla cit tà di Prato di avere una marcia in piùnella promozione internazionale delle nostre

aziende e nella crescita culturale del nostroterritorio perché esso sia sempre di più luo-godiconfronto,discambiodiopinionienonscontro di civiltà e penso che il Centro, conlesueiniziative,stiasvolgendoegregiamentequestocompito.

M U S E I I T A L I A N I M U S E I I T A L I A N I

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Tivoli

3� annoquarto•numerotre•lug/set2008www.sitiunesco.it

ella variegata of fer ta tu-ristica italiana il turismoculturalehasempresvol-to un ruolo molto impor-tante, soprat tut to perchéha rappresentato l’ele-mentodicontinuità inun

set tore carat terizzato dall’alternarsi di mol-te mode. Tut tavia la sua crescita nel corsodel Novecento è stata inferiore a quella chela r icchezza ar tistica e culturale dell’I taliaavrebbefat tosperare.Molteragionipossonoessere richiamate per spiegare tale anda-mento:dallacompetizioneconaltreformediturismo, inprimoluogoconquellobalneare,alla convinzione che la r icchezza del patri-monio ar tistico italiano rendesse super fluigliinvestimenti.

La convinzione che il turismo culturalepotesse essere dato per scontato risale al-l’epocadelGrandtour,dicuil’I taliafualun-go una delle principali destinazioni. Come ènotoilGrandtoursidif fusetral’aristocraziaingleseapar tiredallafinedel1500erestòinaugesinoall’iniziodell’Ot tocento(alloscop-pio delle guerre Napoleoniche), cambiandoprogressivamente le sue carat teristiche: se

all’inizio venne concepito come una scuolait inerante per giovani tra i 20 e i 30 anni,con soste di alcuni mesi nei diversi paesi euna durata di almeno 3 anni; tra la fine delSet tecentoel’iniziodell’Ot tocentoessointe-ressò soprat tut to scrit tori, filosofi e ar tisti,spesso di età compresa tra i 30 e i 40 annieconunaduratadif ficilmentesuperioreai4mesi.Lemotivazionidelviaggiocambiaronoaltret tanto radicalmente eprogressivamentel’aspet todella formazioneculturalepassò insecondopianosostituitodaunat teggiamen-topiùricreativo.

L’Italiaseppeconservare ilprimato inen-trambeleepochemaconunaprofondadif fe-renza:inizialmenteiviaggiatorifuronoat trat tidallepotenzialitàdiunaciviltàurbanaprogre-ditaedalleproduzionidegliar tistiedegliar ti-gianicontemporanei,mentredalSet tecentoinavanti dalla sua arretratezza che ben si spo-savaconl’amoreper ilpaesaggio, l’interesseantropologicoperunpopoloconsideratopri-mitivoe,infine,lapassioneperl’archeologiaelecit tàmortedeinuovigrandtouristi.

I diari dei viaggiatori sono testimoni fe-deli di questo nuovo sguardo che si posasull’I talia.

L A R I F L E S S I O N E

PARTE DA MOLTO LONTANO L’ERRATA CONVINZIONECHE LA RICCHEZZA DEL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO

RENDA SUPERFLUI GLI INVESTIMENTI

NON È PIÙ L’ITALIADEL GRAND TOUR

di PATRIZIA BATTILANI

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Napoli

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“(Dall’isoladiIschia,nda)sigodelapiùbel-lavedutadelmondoperchèoltrealle isolette lìattorno si afferra con un solo sguardo tutto iltrattodiItaliachevadalpromontoriodiAntiumaCapoPalinuro”(Berkeley,1716).

“LaposizionediNapolisulgolfoèbellissi-ma;èunanfiteatrosulmare,maprofondo...UnadellecosechecontribuisconodipiùapopolareNapoli è la miseria e la pigrizia dei napoletani:vivonodiunpo’dielemosinaediunpo’dimine-stra,paneecarnechedistribuisconoiricchissi-miconventidellacittà...”(Montesquie,1728).

“LaSiciliaèpermeilpreannunciodell’Asiaedell’Africaeiltrovarsiinpersonaalcentrodelprodigiosocuiconvergonotantiraggidellasto-riadelmondononècosadapoco……SenzalaSicilianoncisipuòfareun’ideadell’Italia:quièlachiaveditutto”(Goethe,1786-88).

Il fascino dell’arretratezza cominciò lenta-mente a svanire nella seconda metà dell’Otto-cento,quandol’Italiaavviò ilprocessodi indu-strializzazioneeassunseagliocchideivisitatoril’immagine di un Paese che stava perdendo la

suainnocenzaelasuabellezzaintrinseca.

Anche di questa trasformazione possiamooffrirediversetestimonianze,trattedaidiarideiviaggiatoristranieridipassaggiodaVenezia,Fi-renzeeRoma:

“Weturnedthecornerof thebastion,whe-re Venice once appeared, and behold – theGreenwich railway, only with less archer andmore dead wall, entirely cutting off the wholeopenseaandhalfthecity,whichnowlooksasnearly as possible like Liverpool… the railwaycovered with busy workman, scaffolding andheapsofstones,anironstationwheretheMa-donnadell’Acquausedtobe,andagroupofom-nibusgondolier so.”, conquesteparoleRuskindescrissenel1845 ilsuoprimo impattocon laferrovia che negli anni Quaranta dell’OttocentocollegòVeneziaalrestod’Italia.

“SaràcacciatocosìdallasuaultimadimorainEuropa lospirito romantico,dal fischiodellaferroviaedallalucedellascienzamoderna,chedisperdel’oscuritàoilchiarorelunarecheessoama”,cosìAnneBuckland,commentava,laco-

struzione della ferrovia che collega Venezia alrestod’Italia,trail1870eil1900,inoccasionediunodeisuoinumerosisoggiorniinItalia.

“Hanno appiccicato accanto ai suoi vene-rabili palazzi e alle torri eleganti, residenze in-tonacate e orrende strade diritte, mura che tiaggrediscono con i loro cartelloni pubblicitarie viali spoglibordatidaalberigiocattolo”,cosìLuoise de la Ramee (Ouida) protestava controlosviluppourbanisticodiFirenzedellasecondametàdell’Ottocento.Deltuttoanalogaeral’opi-nione di Maurice Hewlett che negli stessi anniaccusava lacittàdinonesserepiùun’incante-volevecchiacittà,malaparodiaraffazzonatadiunanuova.

Per quanto riguarda Roma è sufficiente ri-portare le parole di Frederic Harrison che nel1893 la descrisse comeuna città: “…grande,rumorosa, volgare, immensa, francesizzata…unaParigiditerzacategoria”.

Ingeneraleiviaggiatoriinglesidellasecondametà dell’Ottocento furono accomunati da unaidealizzazionedelpassatoedaunatteggiamen-

toeccessivamentecriticoneiconfrontidelletra-sformazionidelpresente.Sonoperòanchelate-stimonianzachequalcosastavacambiandonelsettoredelturismoculturale.Infatti,conl’avviodell’industrializzazione,l’Italiainiziòunpercorsodiomologazioneconglialtripaesieuropei,cheneridusseinevitabilmenteilfascino:nonerapiùl’Italia in sé che i viaggiatori cercavano, bensìla sua “heritage”.Questo fenomeno si rafforzònel Novecento, quando lentamente cambiaro-no anche le caratteristiche sociali e culturalideiviaggiatori:nonpiùunaeliteestremamentecolta,mauncetomedio(edallasecondametàdel Novecento, popolare) con una formazioneculturalemoltodisomogeneaespessodilivellononalto.

Tuttavia, la consapevolezza che il turismoculturale stesse cambiando e soprattutto chenon potesse essere dato per scontato maturòassailentamenteeperlungotempononvenne-rofattiinvestimentiperrenderepiùaccessibiliecomprensibili leopered’arteelemeteculturaliingenerale.Permoltotemporestòopinionecon-divisa che chi si dedicava al turismo culturaledovesseesseresiamotivatochecolto.

L A R I F L E S S I O N E L A R I F L E S S I O N E

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La Casa Rossa

i tratta di un fat-to storico che adAlberobello atten-devamo da anni,esprimo la gioia diunpaeseinteroperunanotiziabellissi-

ma.Sonoonoratochequestoprovvedimentoar-rividuranteilmiomandato,mavoglioricordarechesitrattadell’apprododiuncamminoiniziatomolti anni fa, una battaglia storica compiutadalleultimeamministrazionialberobellesi.OrailnostrosognodifaredellaCasaRossaunluogodellamemoriasifapiùconcreto.”

Con queste parole il Professor Bruno DeLuca, Sindaco di Alberobello, ha commentatoladecisioneconcui, loscorsodicembre,ilMi-nistero per i Beni e le Attività Culturali ha sot-toposto a vincolo di tutela in quanto immobiledi interesse storico artistico, la ex FondazioneGigante,meglioconosciutacome“laCasaRos-sa”,lamasseriasitanellecampagnediAlbero-bello tristementenotaper avereospitato, negliannidellasecondaguerra,uncampodiconcen-tramentofascista.

Èunastoriaavvincenteeavventurosaquelladella Casa Rossa di Alberobello: grande mas-seria a due piani, con scantinati e circa trenta

stanze di diversa ampiezza, la Casa Rossa fucostruita sul finire dell’ottocento per volere diun importante sacerdote locale dell’epoca,Pa-dre FrancescoGigante, perospitareun istitutoagrario.

Nonèchiaroilmotivopercuichilacostruìscelse di dipingerne i muri esterni non con ilcaratteristicobiancocalceche tradizionalmen-te distingue le costruzioni agricole della ValleD’Itria,maconunpiùrarocoloramaranto;èunfattoperòchefuproprioquestadecisioneadareallaMasseriaGigante,moltiannidopo,ilnomeCasaRossa,concuièogginota.

Illuogosceltoperlarealizzazionedell’immo-bile(unacollinaisolataincontradaAlberodellaCroce,cinquechilometriasud-ovestdalcentroabitato,circondatadalverdeintensoevellutatodella stupenda campagna alberobellese) dove-va,nelleintenzionidichiloimmaginò,aiutareglistudentiatrovarelaconcentrazionenecessariaaglistudi,invecefinìcolsegnareprofondamenteildestinodiquell’edificio.

L’istitutoscolasticorimaseattivofinoaipri-mimesidel1940,quando leattivitàdidattichefurono trasferite, con un pretesto, in un’altrasede, nel centro del paese. Di li a poco, il 28giugno di quello stesso anno, poco dopo l’en-tratainguerradell’Italiafascista,laCasaRossa

futrasformata inunCampodiconcentramentoperebrei.

Ilcampodiinternamentorimaseinfunzioneperoltre treanni, finoal6settembre1943(unmeseemezzodopolacadutadelfascismoecin-quegiorniprimadell’armistizio).DurantequestoperiodonellaCasaRossadiAlberobellofurono

internaticircaduecentoebrei,perlagrandepar-teprofessionistiointellettuali,italiani,maancheinglesi,tedeschi,polacchi,jugoslavieapolidi.

Nel ‘46 la Casa Rossa diventò colonia diconfino politico per ex fascisti, nel 47 divenneprima centro di accoglienza per donne senzadimora,poi,dasettembre,centrodirac-

A L B E R O B E L L O A L B E R O B E L L O

IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO FASCISTADELL’EX FONDAZIONE GIGANTE SARÀ SOTTOPOSTO A TUTELA

LA “CASA ROSSA”,SIMBOLO DI MEMORIA E LIBERTÀ

di LUCA BASSO

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Alberobello

colta per profughi stranieri.Nel 1949 il registaunghereseGezavonRadvanygiròpropriopres-so laCasaRossadiAlberobello, il film“Donnesenzanome”dedicatoaimesiincui,nel1947,lamasseriafuospiziofemminile.

Da allora lamasseria ha cambiato spessofunzione diventando, tra l’altro,

anchecarcereminorile.Poilamessainliquidazio-

nedella FondazioneGigante,alcunianniorsono,haimpo-sto la vendita all’asta dellastruttura; asta ancora bloc-

catadaproblemigiuridici.Damolti anni il Comunedi Alberobello ha intra-

preso una lunga bat-tagliaper impedire

che un monu-mento così

i m p o r -tan te

per lastoriad’Italiasidisperdesseechequeiluoghisubisserodestinazioniimproprie(primache ilComune intervenisse conprovvedimen-tispecificia tuteladellastruttura,siè temutoche in quel sito potesse sorgere un ri-storante-discoteca…).

Daallorasonostatenumerose leiniziativepubblichechehannochie-stochelaCasaRossadiAlberobel-lofosserecuperataetrasformatainunluogodellamemoria.

Leipotesiincamposonomol-te: si parla di un museo dellamemoria, ma anche di uncentro studi per la pace,recuperando così sial’iniziale vocazione“scolastica” del-la strutturache la suavicendad o -

lorosa.Molti intellet tuali hanno scrit to sull’argo-

mento, traquestiGiuseppeGoffredo,Vitanto-nioLiuzzi,GinoAngiulli,eFrancescoTerzulli.

E proprio gli importanti studi di Terzullisonostatifondamentaliperottenereilpreziosoprovvedimentoministerialedelloscorsodicem-bre.Nelconcreto,ildecretoconcuiilMinisteroper iBenie leAttivitàCulturalihapostosottovincolo di tutela la Casa Rossa stabilisce chel’immobile non potrà essere modificato senzauna esplicita autorizzazione della Soprinten-denza dei Beni Culturali (dunque se ne scon-

giura definitivamente l’abbattimento e sene impedisconoeventuali stravolgimenti

architettonici)echeincasodivenditaglientipubbliciavrannoundirit todi

prelazione.

Ad Alberobello si prova ora a pensare alfuturo,atrovareperlaCasaRossa,unadesti-nazionechepossa ricucirequellachenell’im-maginario collettivo della cit tà rimane ancoraunaferitaaperta.

“Per noi Alberobellesi - spiega il SindacoDeLuca - l’ospitalità è una sorta di undicesi-mocomandamento,unelementofondamentaledellanostracultura,unodeimotivipercuisia-moconosciutiintuttoilmondo.

Neglianniorribilidelfascismoqualcunohavoluto sfregiare la nostra comunità, infangarequestanostra tradizione:pernoiAlberobellesiesserecostrettiaospitareunaprigioneèstatounautenticolutto,unaferitaaperta,unavergo-gna,checol tempoabbiamo imparato,peròanonnascondere.

Oggi,chequel luogodisofferenzadiventasimbolodimemoriaemonitocontrotutti i fa-scismieirazzismi,questavergognapuòdiven-tareilnostroorgoglio,unesempioperlenuovegenerazionidiPugliesi,uninsegnamentoinde-lebileperilfuturo.”

A L B E R O B E L L O A L B E R O B E L L O

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4� annoquarto•numerotre•lug/set2008www.sitiunesco.it unesco•associazionecittàesitiitalianipatrimoniomondiale 4�

Dečani

a luce bassa del tramontoscivolasulpratoverde, tutti ivisitatoriormaisenesonoan-dati.Solounmonaco,comple-tamentevestitodinero,cam-minalentoattornoallachiesae batte su un’asta di legno

appoggiata sulla spalla, il symandron, per an-nunciarel’iniziodellamessa.Èunritochevienedalontano,èinquestomodocheNoèchiamavaaraccoltaglianimalipersaliresull’arca.

Il sensodell’arca losicogliedavvero,arri-vandodalMontenegroaimonasteridelKosovo,attraversounafrontieraincuila“terradinessu-no”corretramontagneimpervieesembranonfiniremai,equandofinisceciaccolgonomilitariannoiatidietrosacchidisabbia,bandiereazzur-redell’ONU,uniformifrancesi,tedesche,svedesieblindatideinostriCarabinieri lungo lestrade;sonopiùdi35 ipaesicheoggicontribuisconoallaKFOR, la forza internazionaledipaceper ilKosovo.

Qui ognimonastero èun’arca inminiatura,piccoleporteemurarobustecostruitesecolifaperdifendereimonacidall’esterno,maalloranonc’eranolagranatechepiovevanoognitantodalbosco,comeracconta ilgiovaneebarbutopa-dreAndrej,tantoorgogliosoegratoagliitaliani,cheormaisonodicasalìattorno,quantopreoc-

cupatoper il futurodelsuomonastero.PerchéentrareaDečani,maanchealpatriarcatodiPeč,significaattraversareduecheck-point,mostrareipassaportiespiegarechecosacisivaafare.Emenomalechelìcisiamonoiitalianidiguardia,ci capiamo in un attimo, si scherza, anche sepoileregolesonoferree“Mostrateidocumentiall’altropuntodicontrolloevifarannopassare,l’autistaalbaneseperòvideveaspettarefuori”.

VameglioaGračanica,solounmilitaresvedesediguardiache tisorride,ma lìèdinuovoterraserba, unadelle pocheenclave in cui il ritornodopolaguerraperloroèstatopossibile.

ImonasteriortodossidelKosovosonoqua,in una terra che non è albanese, ma vorrebbeesserlo,comedesideralamaggioranzadeisuoiresidentiecomehapromessoanche lacomu-nitàinternazionale,mentreperiserbiè laculladellalorociviltà.Èdasempreterradiincontroediscontrotraciviltàdiverse,pontetral’occiden-te romano e l’oriente bizantino uniti da un’arteecclesiasticachedalXIIIsecoloproseguìfinoalXVII.Oggiquisilitigasututto,anchesuinomi:ognicittànehadue,conquelloalbanesechehasostituitodapocoquelloserbo.PečoraèPejae lacapitalePrištinaèPrishtina;d’altraparte i

serbivorrebberochiamare ilKosovo“Kosmet”,chestaperKosovoeMetohija,aindicarelaterradonataallaChiesaeamministratadaimonaste-ri.

Passare qualche ora a Gračanica significaanche allontanarsi da tutto questo e godersil’incontro con padre Damjan. L’abbiamo cono-sciutoviaemaileoggiraccontaorgogliosochelachiesadedicataallaDormizionedellaMadrediDioèunadellepiùcopiatedituttal’ortodossia.Èl’alternanzadellapietraconaltrimaterialichefa “respirare” l’edificio, contribuendo alla con-servazione degli affreschi di una chiesa che èconsideratailculminedell’architetturadelregnodiMilutinecheoggièanchemonasterofemmi-nileedaottoanniresidenzavescovile.

Occorre tornare verso i confini del

R E P O R T A G E

SITI A RISCHIO: I MONUMENTI MEDIEVALI DEL KOSOVO

SALVARE L’ORIENTE DELL’OCCIDENTE

di FABIO DE LUIGI

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LE TRACCE DEL PASSATO

I l sitodeiMonumentiMedievali delKosovo, inseritonella lista nel 2004, comprendequattro complessimonumentali:lachiesadellaVerginediLevšaaPriština,capitaledelKosovo,ilmonasterodiGračanica

pochichilometrifuoridaPriština,ilpatriarcatodiPečeilmonasterodiDečani,questiultimiversoilconfinedelMontenegroedell’Albania.Questositoèstatoinseritonel2006nellalistadeisitiarischioperledifficoltàdige-stioneeconservazionedovuteall’instabilitàpoliticadellaregione.Inquell’occasioneilWorldHeritageCommiteehachiestoallaSerbiadicollaborareaiprogrammiUNESCO,assiemeallamissionedelleNazioniUniteinKosovo(UNMIK)ealgovernoprovvisoriodelKosovoperlatuteladelsito

Peč

4� annoquarto•numerotre•lug/set2008www.sitiunesco.it unesco•associazionecittàesitiitalianipatrimoniomondiale 4�

Gračanica

Montenegro per raggiungere il patriarcato diPeč,uncomplessonatoattornoallachiesadeiSantiApostoli,che iniziòaesserepreferitadalcleroserborispettoallasedepatriarcalediŽičaper lasuaposizionemenoespostaepiùvicinaal centro dellaSerbia, e di cui si hanno le pri-menotizieufficialiintornoal1250.Apartiredal1320levenneroaffiancate,insensoletterale,lechiesediSanDemetrioe lachiesadellaMadredi Dio Odigitria e successivamente, separatadalle altre, la piccola chiesa di San Nicola, aformare un monumentale complesso che oggiè circondato dai resti delle fondamenta di tuttigli antichi edifici di servizio: refettori, granaio,mulinoeforni.

Sono pochi i chilometri di strada verso il

confine albanese che separano Peč da Dečani,monasterofondatodalfigliodiMilutinededicatoa Cristo Pantocratore a ricordo del convento diCostantinopoliincuitrascorsegliannidell’esilio.Edificatoaimarginidiunbosconel1327,conser-vaunadelle più importanti raccolte di affreschidel ‘300: oltre mille diversi affreschi che raffi-gurano più di 14.000 volti, quasi tutti in ottimecondizioni.Esulpreziososfondodiblulapislaz-zulisistaccanononsololeclassicheiconografieortodosse, ma anche soggetti legati alla storiaspecifica del luogo, come l’albero genealogicodei Nemanja (cui apparteneva re Stefan Uroš IIMilutin,fondatoreepatronodelmonastero)oundavvero insolito Gesù armato di spada, che lanostraguidasiaffrettaadefinire“assolutamente

spirituale”.La giornata termina al

tramonto,uncaffèconpadreAndrej nel loggiato, tavolilunghiemonaciaffaccendatimescolatiapellegriniefami-glie;senonfosseperqualchemilitare che passeggia nelcortile sembrerebbe un pa-radiso.Maquinienteècomesembra:almomentodelno-stroincontrononsisaanco-racosasaràdelKosovo,eladata del 10 dicembre 2007,incuiStatiUniti,UEeRussiasono chiamati a individuareunasoluzioneassiemeallepartiincausa1,èvis-sutadaimonacicomeunadelletantescadenzediquestiannitormentati.Aquestopuntoquellocui aspirano è che la protezione internazionaleprosegua per molto tempo, temono per la loroincolumità e per i monasteri. L’impressione èche, comunque vada, verso questi luoghi sarànecessario tenerealta l’attenzioneneiprossimianni:sitrattadiunpatrimoniotroppoimportan-teper essere lasciato inbaliadelleoscillazioni

geopolitiche di una regione ancora alla ricercadiunsuoequilibrio.

Note

1 Una soluzione concordata non è stata indi-viduata e il Kosovo ha unilateralmente dichiarato lapropriaindipendenzadallaSerbiail17febbraio2008emutatoilproprionomeinKosova

R E P O R T A G ER E P O R T A G E

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Veduta della discesa in Valle Nera

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indai tempidellasuacostruzione,la ferrovia Spoleto-Norcia fu con-siderata un gioiello di ingegneria.La sua struttura è statamodellatasull’esempiodelle ferrovie alpine equesto non soltanto perché il suoprogettistaeraespertodiarditissi-

meopered’arte,maancheperchéilpaesaggiodellaValnerinaeraidealeperconsentireunperfettoacco-stamentotraprogressoeambiente.QuestofattorehalasciatointuiregiàneglianniVentileenormipossibilitàcheunpercorsodelgenerepotevarivestireincampostrettamenteturistico,quandoilturismoeraancoraunasperanza.CertoèchelaSpoleto-Norcianonhaavutoiltempodiesprimeretuttelesuepeculiarità:sièguardatotroppoall’aspettoeconomico,alleperditedigestione,allaquotidianità,senzaassaporaretrop-po il profumodelleginestrechealeggiasui fianchidellamontagna.Eppureiviaggiatoricheancoraoggiricordanoquestaferrovialofannoconnostalgia,consentimentoesoprattuttoconamarezza.Insommaunviaggionellafavola,proprioperchéiltempononeracontrassegnato dal continuo rincorrersi che assillal’uomomoderno.Ledueoretrascorsesul“trenino”nonsispartivanoconlanoia,maeranoripagateconcontinuigrappolidilibertà,disilenzi,dipoesia.

Il progetto esecutivo venne redatto da ErwinThomann,progettistadella ferroviadelLotschberg.Grandeeuforiaaccompagnònel1913l’iniziodeila-vori. Essi, però, si protrassero, contro lepiù roseeprevisioni,perbentredicianni;ilnotevolissimoritar-doeradaaddebitareinprimoluogoalconflittomon-diale,quindialledifficoltàdicarattereeconomicoeallanaturadelterreno.Lostessocostopreventivatoper la costruzione (12,5 milioni) risultò poi quattrovoltesuperiore. Inoltre, il tracciatosiattestavapro-prioaNorcia,senzailproseguimentoperPiediripa,

vistochesulfrontedelleMarcheilcollegamentotraAscoliedAntrodocostavaperesseredefinitivamentedimenticato.

Laferratarisultòavereunosviluppodikm51,250(armataconrotaieVignoleda25kg),unapendenzadel45permille,unraggiodicurvaturaminimodi70metri, gallerie per 4.963 metri (di cui la più lunga,ForcadiCerro,di1.936metri), ilpuntopiùelevatoinquotadi624,65m(galleriaForcadiCerro),ilpiùbassoa290m(Sant’AnatoliadiNarco)conundi-slivellodi334,65m.L’alimentazioneeraacorrentecontinua2.400v.

AllapresenzadelMinistroGiuriati,iltrenoinau-guralesimossedaSpoleto il1°novembre1926. Ilservizioviaggiatoriebbeiniziocinquegiornidopo.Ilprimoorarioprevedevaquattrocorsegiornaliereconuntempodipercorrenzavariabiletra1he45’e2he5’.Adunamediadi27km/hilprogressoarrivavafinalmenteinValnerina.

Ilprimodirettored’eserciziofuPaoloBaslercheera stato assistente di Thomann nella costruzione;eglimantennel’incaricosinoal1953.LalineaSpo-leto-Norciaservì lepopolazionidiquestapartedel-l’Umbriaperquarantadueanni,sinoal1968quandonefudecretatalachiusura,traleprotesedelComi-tatodiDifesa, ItaliaNostra, laProvinciadiPerugia,i Municipi, deputati, senatori, uomini di cultura, lastampaepersinoilMinistroperilTurismo.

Perdecenni,daquel “nefasto”1968, il ricordodellaSpoleto-Norcianonsièmaispento,anzièriu-scitoaviverenonsoltantoneiprotagonisti,maancheinquellicheiltrenoinValnerinal’avevanovistosol-tantotransitareo,traipiùfortunati,chealmenounavolta vi avevanoviaggiato.Era edèunsimbolo: larazionalitàchediventafantasiaechetuttoaccendeecolora.Cosìcomeaccesoecoloratoè l’autunnoinquestecontrade,disseminatedipaesiar-

L A M E M O R I A

LA SPOLETO-NORCIA, CHIUSA NEL 1���,È ANCORA VIVA NEI RICORDI DI CHI L’HA PERCORSA. ATTRAVERSAVA, TRA ARDITI VIADOTTI E GIOCHI DI NUVOLE,UN TERRITORIO INCONTAMINATO

UNA FERROVIA DA FIABAdi ADRIANO CIOCI

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LE TRACCE DEL PASSATO

Checosaè rimastodella ferroviaSpoleto-Norcia?E’più facile indicarequellochenonesistepiùequaliinterventipostumiallachiusurahanno irrimediabilmentecompromesso lapossibilitàdiun ripristinodel

tracciatooriginario.Comel’urbanizzazionediSpoletochehacancellatoletraccedellaferroviatralaStazioneF.S.equelladiCittàovecomunquesonoancoraesistentituttiifabbricati,daquelloviaggiatorialloscalomerciallarimessaperimezziditrazione.NuovecostruzionielosvincolosullaFlaminiahannototalmenteinvasolaparteinizialedell’iti-nerario.NeltrattoCastelSanFelice–BorgoCerretoèstatointerratol’acquedottosottolavecchiasedeferroviaria.DopoTriponzolasituazionesipresentapiùdifficileperchéalcunipontisonostatirimossiedalcunitrattidistradahannoassorbitol’areadeibinari.Oggialcunitrattidell’ex-ferroviasonometadiescursionisti.E’possibilepercorrereapiedimoltichilometriosservandopontiegallerie,scoprendochenumeroseopered’artesonoancoraefficienti,altreinprocintodiesserericonsolidate.ImponentisonoipontidiCortaccioneedellaCaprareccia.Lasuggestioneinvadeilvisitatorecheriscopreivecchimanufatti,riconosceilrilevatodovepoggiavanoibinari.

La vecchia stazione di Spoleto

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altro, ma senza che nessuna delle ipotesi venisserealizzata.

Negliultimianni,però,sonostaticoltiimpor-tantirisultati:ilprimoèilvincoloappostoall’inte-ropatrimoniodalMinisteroperiBenieleAttivitàCulturali(decretolegislativo490/99).E’infasediavanzata realizzazione ilProgettoPiano IntegratoTerritorialeValnerinacheriguardaalcuniedifici:lastazionediSpoletodatrasformareinMuseodellaFerroviaeCentrodiDocumentazione; lastazionediSant’AnatoliadiNarcocomepuntoinformativo;icasellidiRomitaePassoStretto,asupportodelleattivitàlegateallapesca;lastazionediSerravallecomecentroservizipersportambientali.AciòvaaggiuntoilprogettoPRUSSTchestarealizzandolamessainsicurezzadeltrattoditracciatotraSpole-toeBorgoCerretoconinterventisuponti,viadotti,scarpateegallerie.Infine,vièdaannotareilpro-getto PIAT che riguarda la “rifunzionalizzazione”dell’interotracciato.

Vedercorrerenuovamenteiltrenoinquestaparteidilliacadell’Umbriacentro-orientalerimanecomun-queunsogno.

roccati,ditorriesentinelle,diabbaziecelebratedallastoria ed ora avvolte dal silenzio, che il progressovorrebberompere,perorasenzaesito.

Ebbene, quei 51 km di binario univano tuttoquesto, insinuandosinellanaturasenzaalterarla,diventando persino parte dello stesso ambiente.Progettisticapacielungimirantiavevanocompre-sochequestapartedell’Umbrianonpotevaesserecollegata altrimenti, senzasconvolgerne le radicistoricheearchitettoniche.Avevanoprevistotutto,sino all’ultima pietra, fuorché il calcolo matema-ticodeibilancid’esercizioe,soprattutto, il semedell’indifferenza,cheattecchiscepiùdellaostinatavolontàdidistruggere.

Moltisonostati i tentatividisostenereprogettitendenti al restauro e al riuso della ex ferrovia. Suquesto frontemolteenergiesonostatespesedallaSocietàSpoletinadiImpreseTrasporti(lastessache,subentrataallaSocietàSubalpinadi ImpreseFerro-viarie,avevagestitogliultimiannidieserciziodellalinea)edalleamministrazionicomunali interessate.Sonostatielaboratidiversipianiperlarealizzazionedi percorsi di trekking, piste per mountain-bike ed

L A M E M O R I A

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La nuova Fiera di Milano

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’architet tura ita-liana at traversauna situazioned r a m m a t i c a ” ,recitava l’emble-matico slogandi un impor tante

episodio avvenuto l’11 set tembre 2005. Inquell’occasione trentacinque architet ti i ta-liani sot toscrisseroun appello alPresidentedella Repubblica insorgendo contro il feno-menodella“grif feurbana”checompromet telatradizioneitaliana.Grandinomiinternazio-nali detengono infat ti lamaggior par te degliincarichi pubblici nelle cit tà i taliane: l’AraPacis di Richard Meier ed il museo dell’Ha-didaRoma, ilpontediSantiagoCalatravaaVenezia, la fiera di Fuksas ed il nuovo polofieristicodi Isozaki,HadideLibeskindaMi-lano.Asollevareilpropriorammaricotrenta-cinquegrandi nomi tra cuiVit torioGregot ti,Guido Canella, Antonio Monestiroli, FrancoPurini,AimaroIsola,Et toreSot tsass,CesareStevan e Paolo Por toghesi. Si fa appello adunacontinuitàdellatradizioneitalianainizia-taneglianni’30daarchitet ticomeTerragni,Libera, Ridolfi, Gardella, Samonà, Scarpa.

La polemica scoppiò feroce: scambiato perun at to di campanilismo corporativo venneampiamente crit icato da molti fra cui Mas-similianoFuksas,MarioBellini, Fulvio Irace,Ugo Rosa. Eppure a par te gli innumerevolitravisamenti emergono da questo episodiotut telecontraddizionidelloscenarioitalianodell’architet turacontemporanea:l’invasionestraniera;lar iduzionedell’architet turaapuromarketing; l’accademismo universitario; loscollamentotrateoriaeprassi;lostrapoteredelleSovrintendenze;lalimitataqualitàdelleamministrazioni comunali; la discrepanza diopinionitragliarchitet tii talianistessi.

Al finedianalizzare lucidamente l’episo-dio e comprenderemeglio questo fenomenoho intervistatoalcunideiprotagonisti firma-taripercercaredicapire,adistanzadianni,seecosasiacambiato.

Qual’è oggi la sua opinione a riguardo dell’appello firmato nel 2005 insieme ai suoi trentaquattro colleghi?

Franco Purini: in realtà il significato reale di quell’appello è stato in gran parte travisato. E’ stato infatti scambiato per un atto corporativo mentre l’intenzione

P U N T O D I V I S T A

SIAMO SICURI CHE SIA TUTTA QUESTIONE DI ESTEROFILIALA SCELTA DI AFFIDARE LA NOSTRA ARCHITETTURAALLE GRANDI FIRME INTERNAZIONALI?

IL FENOMENODELLA “GRIFFE URBANA”

di VENERA LETO

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L’Ara Pacis di Roma

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era quella di denunciare la mancanza di un possibile confronto per gli architetti italiani, nella realtà italiana.

Renato Nicolini: a quel tempo ero mol-to affiatato con i protagonisti della vicenda soprattutto con Paolo Portoghesi perchè ci stavamo battendo per la demolizione dell’ala Cosenza quindi è stato molto naturale firma-re quell’appello di cui Portoghesi si faceva portavoce.

Laura Thermes: posso riconfermare oggi la mia posizione che non era di certo un at-teggiamento sciovinista di difesa bensì un atto di coerenza nei confronti di una tradi-zione e di una linea di ricerca che ha avuto esiti positivi non solo con le figure di spic-

co degli anni ‘30 ma anche negli anni ‘70 in personaggi come Aldo Rossi, Giangiacomo Dardia, io e Franco Purini e moltissimi altri che invece sono stati tagliati fuori da molte possibilità. Si rischia così di zit tire i porta-voce di un’identità che è, e rimane, pur se nell’ottica globale, quella italiana. Probabil-mente le persone che hanno attaccato que-sto documento hanno una concezione globa-lizzata dell’architettura quale utopica, spet-tacolare. Io credo, inoltre, che sia un dovere degli architetti italiani quello di scuotere le Sovrintendenze che hanno maturato nel tem-po degli atteggiamenti molto più propizi alla conservazione anziché al restauro. Il passato va invece vissuto secondo la contempora-

neità. La Darc con quel documento andava sollecitata proprio su questo aspetto.

A distanza di due anni è cambiato qual-cosa?

Franco Purini: purtroppo a distanza di due anni non molto è cambiato e quell’appel-lo può considerarsi ancora lo specchio della nostra contemporaneità.

Renato Nicolini:l’appello era ideologica-mente corretto perchè, a mio avviso, esiste un predominio che è quello francese sia per quanto riguarda il cinema che per quanto riguarda l’architettura che per me viaggia-no di pari passo. Basti pensare, però, che Fuksas è famoso perchè lavora e costruisce

in Francia, Piano invece è famoso perchè ha costruito in Francia è questo è sintomatico di qualcosa che non va.

Laura Thermes: la situazione è un po’ cambiata poiché la voglia di architettura è più estesa di allora. Alcune amministrazioni hanno compreso che è preferibile la qualità alla quantità: tuttavia anche se a livello na-zionale le cose sono migliorate il rischio è di cadere adesso nel provincialismo. Basti pen-sare al disastroso esito del concorso del wa-terfront reggino. Se un tempo il riferimento a nomi internazionali era sintomo di apertura adesso la situazione è divenuta paradossale e si rasenta addirit tura il ridicolo. Prevarica la modaiola voglia di architettura del-

P U N T O D I V I S T A P U N T O D I V I S T A

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Il ponte di Santiago Calatrava a Venezia

in tal senso e dovrebbe perdere il suo esse-re uni-decisionale. La creazione di una realedimensione estetica è compromessa dallaglobalizzazione consumistica che rischia didisperdereicarat teriautoctonidellacit tàde-clinandoun’uniformitàdimodelli.

“Bisognacostruireperl’uomounospaziofelice,amato,creativo”,sot tolineaPierreRe-stany.Bisognacostruireunacasaintelligenteintegratanellospazioeneltempochestiamovivendo.Selanostraeraèquelladelloshockpercet tivo,dell’accorciamentodelledistanze,dellosguardotelematicolacasadevediveni-reun luogodicomunicazionevicinaalleno-streesigenze,allenostreabitudini,unpuntodisostaper ilnomadismo,unospaziouniconellaglobalizzazione. Ilprocessodimercifi-

cazionedif fusoprovocauneccessodiimma-giniunasor tadi“horrorpleni”edogniambi-toneèinvaso,inclusoquelloarchitet tonico.Anchel’architet turasifapor tavocediquestocaos sensoriale: mischiate definit ivamentele ar ti sot to le sue mura, le sue grandi Stargrif fano con i propri manufat ti le cit tà, ren-dendoogniluogoidenticoadunaltro.Anchei materiali sono quelli propinati dalle paginepatinate delle r ivista alla moda: traslucidi,trasparenti, super tecnologici e spesso pocosostenibili. Il confezionamento del prodot toar tisticoavvienesecondoleleggidelmerca-tosenzaalcunaremoraperl’aspet tocultuale,declassando l’esponibili tà a mero involucro.L’architet turadivieneelementospet tacolare,fenomenopubblicitario.

le amministrazioni sulla qualità della ricerca architettonica.

Ha modificato la sua opinione da allora?Franco Purini: no, con le giuste pre-

cisazioni che vanno ben al di là di tutto il polverone sollevato dalla stampa, la mia opi-nione è sempre la stessa. Se potessi avere una risposta operativa da chi di competenza, sottoscriverei quell’articolo anche oggi.

Renato Nicolini: certo è che tutti i tra-visamenti risoltisi poi in “non passi lo stra-niero” non erano del tutto scorrette perchè è stato scritto male e si è esulato lo scopo originario. Il rischio però è, come dice Carlo Argan, che: ”i vecchi sono come i gambe-ri tendono ad andare sempre indietro”. Non escludo sia probabilmente vero, sono anch’io così, a volte, invece la tradizione bisogna co-noscerla sì ma per superarla. Certo è che la realtà è spesso fatta di provincialismo. Basti pensare all’ultimo concorso del waterfront qui a Reggio Calabria. Ha vinto Zaha Hadid ma continuo a credere che il mio progetto e quello di Marcello Sestito fosse migliore, più creativo, più contestualizzato.

Laura Thermes: in realtà le occasioni per gli architetti italiani sono veramente poche. La legge Merloni continua a privi-legiare il fatturato come requisito per par-tecipare ai concorsi di opere di un certo budget. Maturare tale fatturato diventa estremamente complicato e preclude an-che la possibilità di lavorare all’estero. Se in Italia non si sono mai costruite media-teche come posso maturare il budget per progettare una mediateca all’estero? E’ un

circolo vizioso. Sono veramente pochi gli architetti italiani che hanno avuto tale oc-casione. Basti pensare che per partecipare al concorso del Campidoglio 2 i più grossi studi d’architettura italiani compreso il mio si sono dovuti associare perchè da soli non raggiungevano il budget richiesto. Eppure sicuramente le ricerche e gli studi italiani condotti su Roma dagli stessi, li rendevano molto più preparati rispetto agli studi d’ar-chitettura stranieri che riuscivano da soli a raggiungere il fatturato. In merito a questo episodio bisogna poi sottolineare che gli unici studi italiani in grado di raggiungere il fatturato erano proprio quelli che avevano lavorato sotto Tangentopoli e questo credo che sia una contraddizione nei termini.

L’architet tura possiede una natura tat ti-le e nel magma caotico della comunicazionemodernapuòcontrapporsiallaculturadell’ef-fimero con la sua durevolezza. Dorfles indi-vidua nell’architet tura la potenzialità di eser-citare la propria influenza sull’uomo e sullacit tàeriuscireladdoveinpassatolealtrear tihannofallito.Dicontroalladif fusaculturadeinon-luoghibisognerebbe recuperare lasmar-rita identità culturale, di ap¬partenenza, diriconoscenza di un patrimonio comune cheimpedisca che le cit tà siano specchio delladichi¬arazione dei redditi dei suoi abitanti.Tut to è ogget to di mercificazione dif fusa edanchel’architet tosiassurgeamercanted’au-ra raggiungendo spesso la propria autocele-brazione anziché il frut to pragmatico di unasapiente ricerca urbana ed ambientale. Lacommit tenza gioca un ruolo impor tantissimo

P U N T O D I V I S T A P U N T O D I V I S T A

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Pisa

ssunta come definizionedi guida turistica quantoespressodallaLeggeQua-drosulTurismoecioè:“chiaccompagna persone egruppinellavisitaamusei,galleried’arte,monumenti,

siti archeologici illustrandone le caratteristichestoriche, artistiche, paesaggistiche e culturali”,l’approvazione da parte del Senato della LeggeBersani,hasuscitatonumerosepolemiche.

Conlaleggenumero135del29marzo2001,l’esercizio della professione non è subordinataall’obbligodiautorizzazionipreventive,alrispettodi parametri numerici e a requisiti di residenzama,ènecessariosoltantoattestaredipossederei requisitidiqualificazioneprofessionaleprevistidalledifferentileggiregionali.Ciòcheperòhasu-scitatomaggioripolemichesoprattuttodapartedell’Associazionenazionaledelleguideturistiche,èunaulterioreliberalizzazionedellaprofessione,conl’introduzionedellapossibilitàdisvolgimentodellaprofessionepercolorochehannoconsegui-tounalaureainlettereconindirizzoinstoriadel-l’arteearcheologia,senzasvolgerealcunesameabilitante né prove selettive, pur restando vale-volelaverificadelleconoscenzelinguistichenonoggettodelcorsodistudi.L’Associazioneguide,infatti, lamenta un decadimento degli standard

qualitativiedellaprofessionalità.Tra le caratteristiche richieste ad una guida

turistica non ci sono soltanto le competenze dibasedovuteallaconoscenzadellamateriachesivaadillustrareunitaallaconoscenzadellelinguestraniere, ma anche una serie di caratteristicheindividuali e spesso innate che fanno parte deisingoli individui.Si fariferimentoaquellaanno-sadistinzione tra“saperessere”e“saper fare”,intendendo con “saper essere” l’acquisizione dituttequellecompetenzefondamentalichesiap-prendonoattraversoglistudi,econ“saperfare”la capacità di organizzazione, di gestione deigruppi,degliimprevisti,spiritodiiniziativa,buo-namemoria,comunicativa,lacapacitàdistareacontattoconunpubblicosemprediversoesem-pre più esigente, tutti elementi che distinguonounserviziodialtolivelloechenonsiacquisisco-noconnessuntitolodistudio.

Nonacasolamodernaespressione“faredaCicerone”,nelsensodiguidaturistica,sidiffuseinEuropanelSettecento,probabilmenteperl’as-sociazionetra l’eloquenzadell’anticooratorero-manoMarcoTullioCiceroneelaparlantinadelleimprovvisateguidelocalicheaccompagnavanoivisitatoritralemeravigliearcheologichediRoma.Giàaqueitempivenivanoinunqualchemodori-conosciuteabilitàcheesulavanodallaconoscen-zastorico–artisticadellacittà.

GUIDE TURISTICHE: PROSPETTIVE PER UN FUTURO TUTTO NUOVO

CHE NE SARÀDEI NOSTRI CICERONI?

di ANNALISA BALDINELLI

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Amalfi

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Siracusa

L’Associazione nazionale delle guide sostie-ne che è già presente una liberalizzazione dellaprofessione,datochenonesistepiùunnumerocontingentato,néquantomenounobbligodi re-sidenza e chegli esami abilitanti la professionesonoapertiacittadinidiqualsiasinazionalitàsiaessacomunitaria,cheextracomunitaria.Proprioilsuperamentodell’esamecherichiede ladimo-strazionedelpossessodeirequisiti,èunaformadi tutela riconosciutaanchedaDirettiveCe,perunacategoriadilavoratoricheditutelenecono-scebenpoche,svolgendoinfattiunaprofessionedecisamente precaria e senza tutela in caso dimalattiaoinfortunio,adesempio.

Dall’altraparte,c’èL’AssociazioneNazionaledegliStoricidell’ArteelaConfederazioneItalianadegliArcheologi,cheesprimonounforteentusia-smo ed un parere estremamente favorevole neiconfrontidella leggeBersani, ritenendochefinoadoggicisiastatounimpoverimentodell’offertaculturale,dovutoadunmancatoriconoscimentodellaprofessionalitàdistoricidell’arteearcheo-logiedellaloroattivitàdidivulgatorisulterritorio.Proprio in virtù della professione che svolgono

nonèpensabilechiedereloroilsuperamentodiunulteriore esame che nedimostri le competenzeperacquisire il famigera-to“patentino”,nonfareb-bealtrochesvilireancoradipiù la loroattività e laformazione ricevuta. Af-fermano, inoltre, di nonandareadisconoscerelaprofessionalità delle gui-deturisticheoinvadereil

settorelavorativoaltrui,dalmomentochelaloroattivitàèinrealtàpiùampiaecomplessainquan-tononsilimitaallesolevisiteguidate.

In questo quadro intervengono le Regioni egli Enti locali che con le loro leggi disciplinanola professione individuando spesso diverse ca-tegorie di guide a cui riconoscono compiti benspecifici.

In Sardegna, ad esempio, esiste una distin-zionebennettadelconcettodi“guidaturistica”,acuivengonorichiestecompetenzestoricoartisti-chealivelloregionalesesiparladiguidastoricoartistica, competenzenaturalisticheebotanicheperleguideambientali-escursionisticheecono-scenzesubacqueeperleguidesportive.

Non sono molte le Regioni che hanno ade-guatolaloronormativasecondolaleggeBersani,perlopiùsonoancoralegatealsuperamentodel-l’esameperaccedereallaprofessione.

Forse proprio la Sardegna è quella che harecepito meglio la nuova direttiva, richiedendoperesempioproprioperleguidesportive,oltreaititoli,untirociniocertificatodialmenotremesielostessotirocinioèrichiesto,ancheperleguide

ambientali, come per quelle storico-artistichenonostanteiltitolodilaureaposseduto.

Pur essendo la Sardegna all’avanguardia, ilconcetto del superamento dell’esame abilitante,nonèstatoperòabbandonatodeltuttonemmenoperquestaregione,perchévienerichiestaun’abi-litazioneintegrativapercolorochesonoguideinaltreregionioaltripaesidell’UnioneEuropea.

InToscanailcampodelleguideèancorapiùristretto,perchési rimaneancorati tutt’oggiagliambitiprovincialiequelleabilitazionidicuisipar-lavaprima,vengonorichiesteancheperesercita-relaprofessioneall’internodellastessaRegione,mainprovincediverse.

Nondimentichiamocichedasemprela legi-slazioneriguardante leguide turistichehaavuto

carattereprovincialeeregionalespecializzandosisulle informazioni turistiche e storico - culturalidelluogodiresidenza,apartiredallaprimaleggein materia emanata addirittura dallo Stato Pon-tificio nella prima metà dell’800 e per questo èancoraoggiregolatada leggiregionalieprovin-ciali.

L’intentodellaLeggeBersanièsenzadubbioquellodiabbatterelenumerosebarrierechede-limitanol’accessoaquestaprofessione,creandopiùopportunitàdilavoroperigiovani,ladiscus-sionerimaneapertasulmantenimentodellivelloqualitativoesullanecessitàdiverificarequanto-menounaapprofonditaconoscenzadelterritoriosulqualesiesercitalaprofessione.

I L P U N T A S P I L L II L P U N T A S P I L L I

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Ferrara, Palazzo dei Diamanti

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er coloro che si occupanodi musei (in qualità di r i-cercatore, di operatore, difinanziatore o di sponsor)laconoscenzadelpubblicorappresenta, o dovrebberappresentare, uno dei pi-

lastrisucui incardinareogniazioneostra-tegiadi valorizzazione, intendendocon taleterminetut tigliaspet tirelativial“migliora-mento”dell’of fer tamuseale.

Ogni at tività mirante a potenziare lavisibili tà delle collezioni, ad at trarre nuo-vi pubblici, a incrementare la qualità deiservizi, etc., infat ti, rappresenta per moltiversi un “salto nel buio” quando mancanole informazioni relative alle carat teristichedelpropriopubblico,aisuoifabbisogni,allerealimotivazionichespingonoilvisitatoreapassare par te del proprio tempo all’internodellastrut tura.

Passandodallateoriaallapratica,comealsoli to,lasituazioneprimadescrit taperdemoltodellasualinearità.Ilconcet todi“mi-glioramento”, infat ti, si presta ad una mol-teplicitàdiinterpretazionichedipendonodafat tori diversi tra i quali, non secondario,quello relativo al par ticolare punto di vista

dei sogget ti che promuovono (e/o finan-ziano) l’indagine sul pubblico: chi ha espe-rienza nella realizzazione di tali at tività dir icerca,infat ti,èbenconsciocheleprioritàpercepitedaldiret torediunmuseopossonodivergere dai fabbisogni conoscitivi senti-ti dal suo conservatore o dal suo diret toremarketing.Oppure, per fare un altro esem-piopiù“estremo”,sipensiaquantodistantipossonotrovarsigliapprocciall’indaginedapar tediunricercatoreprofessionistarispet-toallostakeholderfinanziatore(adesempio,l’entepubblico,losponsor,etc.).

I fat torididiversità,comesempre, rap-presentanounaricchezza,acondizionechesir iescaagestirnelacomplessitàr icondu-cendo ivari fenomeniall’internodiunqua-dro interpretativo comunque unitario e ca-pacedigarantireunavisionesistemicadellarealtà osservata. In caso contrario, è for teil r ischio di produrre studi eccessivamenteset toriali,ovvero limitatiallafocalizzazionedei singoli fenomeniascapitodegli aspet tidiinterconnessionefunzionaletralediversecomponentidell’of fer tamusealecomplessi-va.

Appare quindi oppor tuno sof fermarsi ar iflet teresudueaspet tispessosot to-

I L P R O G E T T O

LA FONDAZIONE FITZCARRALDO PROPONEUN DIVERSO APPROCCIO ALLE INDAGINI SUL PUBBLICO MUSEALE

QUANDO IL PERCORSOÈ PIÙ IMPORTANTE DELLA META

di DAMIANO ALIPRANDI

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Roma, Musei Vaticani

stimati,soprat tut todaglioperatorimuseali,benchécentraliper lacorret ta implementa-zione di un’indagine sul pubblico. Il primodi tali aspet ti è relativoalle finali tà: acosaserveun’indaginesulpubblico?Cheutili tàebeneficionepossonotrarreimusei?

Ilsecondoelementodir iflessione,inve-ce, è stret tamente correlato al primo ed èrelativoaqualedeveessere il ruoloeserci-tatodaglioperatorimuseali–ovveroiprin-cipalibeneficiariedestinatariditaliat tivitàconoscitive–eillorolivellodipar tecipazio-neallediversefasirealizzative.

Perché,quindi,sono impor tanti le inda-gini sul pubblico? Uno dei motivi consistenel fat tocheperdefinire,precisareoadat-tareunproget toculturale–chesitrat tidel-

l’allestimento della collezione permanente,di una mostra temporanea, di un proget toeducativo – sempre di più diventa neces-sariosviluppareuna “polit icadelpubblico”coerente con tale proget to. Qualsiasi “po-li t ica del pubblico” non può prescindere esoprat tut tononpuònonpar tiredallacono-scenzadeipubblicistessi(realiepotenzia-li). Lo studio dei pubblici, infat ti, permet tedi individuare con più ef ficacia e maggio-re cognizione di causa i mezzi at traverso iquali si può ot timizzare l’of fer ta, la si può“met tere in valore”, la si può presentare erendere leggibile e at traente ai diversi t ipidi visitatori (Tobelem, 2003). Il processodimessainvaloresipuòdeclinareinnuoviapprocci museografici, in programmi edu-

cativi, in scelte di comunicazione, nell’of-fer ta di nuovi servizi. Questo significa chel’obiet tivodelle r icerchesulpubblicononènecessariamenteaumentarelapar tecipazio-ne,bensìmigliorarelaqualitàdelservizioedell’esperienzaof fer ti(Bollo,2005).

Laconoscenzadelpubblicopuòaiutarele organizzazioni museali sia sul versantedellastrategiaedelledecisioniamedio-lun-goterminesiasuquellostret tamenteopera-tivo.Ancheselar icercanormalmentevienepromossa e sostenuta da un’area o da unsingola funzione del museo (generalmenteladirezione,oppure ilmarketingo ladidat-tica), le informazioni che si r icavano pos-sono (e anzi dovrebbero) essere utilizzatesupiùfronti(laconoscenzadel fabbisognoconoscitivo dell’utenza è informazione uti-le alladidat tica, ai curatori, ai responsabilidelmarketing)eadiversilivelli(lineeguidaperlapianificazionestrategica,materialeadusodeglisponsoredeglistakeholder,stru-mentodilavoroperilmarketingel’apparatoeducativo).Nonsi trat tasolodi r isponderead un principio di ot timizzazione delle r i-sorse (e le informazioni che si traduconoin conoscenza rientrano tra le r isorse piùpreziose), quanto di invogliare la strut turaad assumere un at teggiamento di condivi-sione degli scenari, delle oppor tunità e deivincoli.

Propriol’aspet todelcoinvolgimentode-glioperatorimusealinegliesitidelleindagi-nisulpubblico,ciconducealsecondoele-mento di r iflessione, ovvero quello relativoal livellodipar tecipazioneat tivadelperso-nalemusealealladiversefasidisviluppodi

unaricerca.Spesso,infat ti,l’at teggiamentoriscontrato dagli operatori è carat terizzatodaunasor tadiadesione“diprincipio”edaun’at tenzioneesclusivaagliesiti finalidellar icerca,dedicandopocaonessunaat tenzio-nealprocessodiindagine.Ovviamente,ra-gionidicarat tereorganizzativoegestionaleinduconoglioperatorimusealiadelegareleat tivitàdiindaginearicercatori/r ilevatoriin-caricati: tut tavia, tale situazione, per moltiversi, compor ta un cer to depauperamentodellaqualitàfinaledell’indaginenontantoalivello dei r isultati finali della r icerca, checomunquepossonotrarreunindubbiobene-ficio dall’integrazione tra le impressioni da“esterno” del r ilevatore e quelle di chi nelmuseo lavora quotidianamente - ma relati-vamenteallaef fet tivadisponibili tàfinaledapar tedelmuseodiutilizzareconcretamentegliesitidellar icercapermigliorarelaquali-tàdell’of fer ta.Inaltreparole,sel’operatoresi trovasse a “vivere” diret tamente l’espe-rienzadell’indagine,nondelegandolaintotoasogget tiesternimacollaborandoconessi,lapresadicoscienzadeilimitiedeipuntidiforzadelpropriomuseosarebbecer tamentepiùprofondaeincisivarispet toaquellachegli deriverebbe dalla semplice let tura di unrepor tfinaledir icerca,perquantobencon-fezionatoecompleto.

Comecentrodi formazioneedi r icerca,Fondazione Fitzcarraldo è da molto tempointeressata all’aspet to “didat tico” e forma-tivodelleindaginisulpubblico,daintenderenon solo come at tività di r icerca e analisima anche come strumento di crescita del-le competenze interne del personale

I L P R O G E T T O

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La Biennale di Venezia Il Guggenheim di Bilbao

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museale. Da tale approccio nasce l’ideadi base del proget to Miranda, il museo sifa osservare. Il proget to Miranda si ponel’obiet tivo di met tere a disposizione deglioperatori museali strumenti tecnologici in-novativi che rendano loro maggiormenteinvogliante e stimolante – in altre parole:diver tente– la realizzazionedi indagini pe-riodichesulpropriopubblico.Inpar ticolare,l’at tenzione del proget to è stata rivolta aduna specifica tipologia di indagine, ovveroquella“osservante”,checonsistenelsegui-reeregistrare(senzaessereapropriavoltavisti)icompor tamentideivisitatoriall’inter-no degli spazi museali così da raccogliereelementi conoscitivi quanti-qualitativi sullemodalitàdi interazione tra ilpubblico, l’im-piantoallestit ivoeivariservizipresenti.

Rispet toallamodalitàclassicadiindagi-neosservante,lanovitàdiMirandaconsiste

nell’aver introdot to una sistema sof twareed hardware che consente al r ilevatore diregistrare idati sulcompor tamentodi visi-ta diret tamente su una mappa interat tiva e“animata”delmuseo.Ilsistemainformaticoraccoglieidati,litrasferisceinundatabaseremoto,ovveroaccessibileviainternet,esioccupadipersonalizzareleelaborazionisiain formato grafico sia in formato tabellare.L’operatoremuseale,quindi, vieneagevola-toanchenellafasedielaborazionedeidati,disponendo di una serie di strumenti chegli consentono di personalizzare le proprieinterrogazioni e dargli una veste grafica diimmediata applicabili tà, ad esempio perpresentazioniinpowerpoint.

DueannidisperimentazionidiMirandaneimusei piemontesi hanno confermato come ilvaloreaggiuntodelproget tononsiastato li-mitato alla realizzazionedi una infrastrut tura

tecnologica innovativa e alla sua riuscita ap-plicazionesutipologiediversedimuseiebeniculturali,manell’essereriuscitiacoinvolgerepienamente nell’esperienza gli operatori deimusei coinvolti, registrando il loro crescenteinteresse e la loro par tecipazione alla inter-pretazionedeidatiraccoltiedeifenomenios-servati.Ma,forse, l’aspet topiùgratificanteèstatounaltro:quellodileggereneiloroocchilasorpresael’interessequandorealizzavano,dopo aver osservato il loro pubblico, quantodiverso e più complesso esso fosse rispet toall’ideacheseneerano,finoaquelmomento,fat ta.Ediquantofossenecessariocercarediconoscerlomeglio.

BIBLIOGRAFIABolloA. (a cura di), I pubblici deimusei, FrancoAngeli,Milano,2008Bollo A., Il museo e la conoscenza del pubblico:glistudisuivisi tatori,IBC,Bologna,2005Loomis R.J. , Museum visitor evaluation. Newtool for management, American Association forStateandLocalHistory,1987Maresca Compagna A., Il pubblico reale e po-tenziale dei musei: r icerche all’estero e in I talia,in Per una gestione manageriale dei musei sta-tali i taliani. At t i del Corso per Diret tori di museistatali,Ministeroper iBenie leAt t ivi tàculturali,Roma,1998SerrellB.,Payingat tention:visi torsandmuseumexhibit ions, American Association of Museums,1998Solima, L., Il pubblico dei musei. Indagine sullacomunicazione nei musei statali i taliani, Gange-mi,Roma,2000Tobelem J. M., Utilisation des études de publicset stratégie dedéveloppement desorganisationsculturelles, in Le(s) Public(s) de la culture, Dep,Paris,2003

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San Francesco

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e Basiliche Patriarcali (oggipapali) nel mondo sono sei:quattro a Roma e due adAssisi. Esse contengonoall’interno il seggio, l’altaree l’appartamento papale. Sitrattadichiesestraordinarie

chegodonodiunostatogiuridicoecceziona-le.Nonultimodel legatopontificio.LeduediAssisisonoinseriteneiPattiLateranensieorahanno come Cardinale Legato il Card. AttilioNicora.

La Basilica di San Francesco fu erettasul Colle dell’Inferno (dopo nomato Colle delParadiso)con laposadellaprimapietra il17luglio1228dalPapaGregorioIX,chelavollesotto la sua diretta giurisdizione. Ne ebbe adisegnareilprogettoilMinistroGeneraledel-l’OrdinedeiFratiMinori,FrateElia,perildesi-deriodichiaratodeifedelicristianiedelBeatoEgidio che scrisse perché: “sul suo corpo sidovrebbe erigere una chiesa singolare, cheservisse per insinuare nel popolo, ingolfatonei sensi, l’idea della sua eminente santità”.L’idea di costruire un monumentale tempionasceva dall’esigenza non solo di onorare lamemoriadiFrancesco,mortoallaPorziuncolail3ottobre1226eportatoilgiornodoponellaChiesadiSanGiorgio adAssisi,maancheepercustodirnelespogliemortalichecorreva-no,purtroppo, ilpericolodiessere trafugate,secondoundisdicevolecostumemedievaledirubarelereliquiedeisanti.

Per la verità erano appena trascorsi dueannidallamorte,quandoFrancescofudichia-rato Santo e ascese agli onori degli altari. Ilciclopico Tempio di Assisi, non ancora del

tutto terminato, se non nella parte inferiore,ebbe ad ospitare il corpo di San Francesco,traslatoviil25maggio1230.

La possente struttura della chiesa supe-riore e la costruzione dell’altare maggiore sirealizzònel1236,mentrenel1239eragiàvisi-bilelatorrecampanaria,dadoverisuonavanosulla valle spoletana le prime due campane.Le fonti ritengono che le vele della crociera,come le pareti e volte a botte dei transetti,furono debitamente decorate tra il 1230 e il1239, con l’intervento, di volta in volta (e insuccessione), di Giuseppe detto Cimabue,Giotto e Scuola, Pietro Lorenzetti, SimoneMartiniedaltri.

Per la verità nel 1263 il luogoera ritenu-to da FedericoVisconti essere quarto centrocristiano, dopo Gerusalemme, Roma e Com-postela.Lespoglieumanedelfigliopredilettodi Assisi furono seppellite nella cripta, “cel-la memoriae”, scavata nella roccia al centrodellaCrocieraantistante lacordadell’abside.I lavori, contrariamente a quanto si potrebbeimmaginare,ebberoaprocederealacrementee finalmente Sua Santità Innocenzo IV, il 24maggio 1253, con un’apposita cerimonia acuiparteciparonoi“prelati,religiosi,chierici,uomini e donne, bambini e popolo cristiano”dedicò l’edificio sacro, formato dalla doppiachiesa,inonoreememoriadiSanFrancesco.PurtroppolaChiesa,caraatuttoilmondocri-stiano,èstataferitadalterribileterremotodel1997 che ha colpito Assisi, l’Umbria e partedelleMarche.Esolodaqualchetempoèstatarestituita nel suo splendore ai pellegrini e aituristichevisiportanopergoderedellamagi-caatmosferacheviregna.

A S S I S I A S S I S I

TRA I SITI FRANCESCANI DI ASSISIEMERGONO DUE GRANDI BASILICHE:

SAN FRANCESCO E SANTA MARIA DEGLI ANGELI

LÌ, DOVE REGNANOMAGICHE ATMOSFERE

di GIOVANNI ZAVARELLA

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Santa Maria degli Angeli

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LacostruzionedellaBasilicadiSantaMariade-gliAngeli,apochissimichilometridaAssisi,ebbeadiniziareconlaposadellaprimapietradapartedelPapaPioVil28marzo1569,sudisegnodell’AlessielasupervisionedelVignola.

Lachiesa,dedicataallaMadonnadegliAngeli,nacqueconl’obiettivodicustodireloscrignodel-laPorziuncoladoveFrancescopose il centrodelsuoOrdineedadoveproclamòalmondoilSantoPerdonodiAssisi.Peraltroiltempio,terminato110annidopo,ebbeaproteggereanchelaCappelladelTransito,doveilfigliodiBernardoneresel’animaaDio.Purtroppoiterremotidel1832fecerocrollarelaBasilicafinoallacrociera.Edanniulteriorisonostatiarrecatidalsismadel1997.LaChiesafuele-vataaBasilicaPatriarcale (recentementepapale)in data11 aprile 1909, annosestodel pontifica-todiPioXcon ilprovvedimento“OmnipotensacmisericorsDominus”. Inparticolare ildocumentorecita:“LachiesadiS.MariadegliAngeli inPor-ziuncola,postaneiconfinidelladiocesidiAssisi,sideveperdirittochiamareCapoeMadredell’Or-dinedeiMinori,cosìvolendoelanaturadellecosegloriosissimememoriedeifastifrancescani;comelaBasilicadiAssisi,nellaqualeriposailcorpodisan Francesco, fu decorata per le sue glorie disimile titolodanostripredecessoriGregorioXIeBenedettoXIV.ParimentidiMotuproprioeconlapienezzadellaNostrapotestà,coltenoredellepre-sentierigiamolastesachiesadegliAngelidiPor-ziuncolainBasilicaPatriarcaleeCappellaPapale,edecretiamochedaquestomomentotaledebbaessere in perpetuo e vogliamo che essa vengachiamataeritenutaBasilicaPatriarcaleeCappellaPapaleinquellostessomodoenellastessaformachesonochiamateeritenutelealtreBasilichepa-triarcalidentroefuorilemuradiquest’almaRoma

elecappellepapalicostituiteneipalazzipontificievicinoadessi.PerciòconlastessaNostraautoritàapostolica,coltenoredellepresenti,assoggettia-modipienodirittoallagiurisdizione,alpatronatoeal dominioNostroedeiNostriSuccessori ediquestaSantaSedeBasilicaPatriarcaleel’annessoconvento,contuttelecosespettantiallaBasilicaealConventostesso,lasciandocomeprimal’usoperenneelaperpetuacustodiadell’unaedell’altraaiFratiMinoridellaProvinciaSerafica.Comandia-moperòespressamentecheilMinistrodellastesaProvincia,amaggiordecorodell’insegnesantua-rio, ponga ivi la sua stabile residenza. VogliamoinoltrechenellachiesadegliAngeli,innalzatacosìal sublime onore di Basilica Patriarcale, si erigastabilmente, presso l’altare maggiore posto allamedesimabasilicadallapartedelVangelo,iltronoossialacattedrapapaleperusodelsoloRomanoPonteficeedinessunaltro.Dichiariamoinoltrechel’altare maggiore posto nella stessa PatriarcaleBasilica,daunapartesoltantocheguardailtronopontificio,ossiapapale,cosicchénessuno,senzaspecialeindultoefuorideicasiricordatidalCeri-moniale,sia lecitodicelebrare inesso laMessa,siaprivatamentechesolennemente”.

Leduechiese,dasempresonostatemetadiPapi.Fattaeccezioneilperiodochevadal1860al1962 allorquandoPapaGiovanni XXIII si portò adAssisieLoreto.PoièstatalavoltadiGiovanniPaoloII(seiviaggi)eBenedettoXVI.

Il tempio Mariano di Santa Maria degli Angelicheebbeadimpreziosirsidiunapossentefacciataneoclassica(disegnatadaCesareBazzanieinaugu-rata l’8giugno1930)ediunamadonna(statuadibronzo)chesovrastalafacciatadiGuglielmoCola-santi,siapprestaacelebrareilcentenariodellasuaelevazionenel2009aBasilicaPapale.

A S S I S I

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Il Kongo Rikishi

unesco•associazionecittàesitiitalianipatrimoniomondiale �5

resso i Laboratori Scientifici del Centro si fanno ricerche sperimentali dal contenuto altamente innovativo. La-vori che si svolgono senza clamori e risonanza, ma che potrebbero offrire risultati di

estrema unicità e importanza. Uno dei settori in piena evoluzione e di assoluta innovazione è quello degli studi sul genoma applicati al le-gno. Già utilizzata con successo per la rintrac-ciabilità dei materiali legnosi in diversi campi, tra i quali l’enologia per lo studio delle botti in rovere, tale tecnica, con opportuni accorgi-menti, viene sperimentata per la prima volta a Venaria Reale, sui preziosissimi e delicati arredi di ebanisteria. Con i metodi tradizionali era necessario esaminare porzioni di legno piuttosto ampie, quindi difficilmente dispo-nibili in questo tipo di arredi. L’utilizzo di un metodo così sofisticato è dunque giustificato dall’esigenza di applicare tecniche meno inva-

sive possibile. Parallelamente sono in corso sperimentazioni con tecniche di microscopia a luce riflessa che non richiedano il prelievo di materiale, nonché con tecniche di spettro-scopia nel medio infrarosso - MIR -.

Nel campo della diagnostica applicata al campo dei beni culturali è stato condotto un completo esame tomografico sulla statua li-gnea del Kongo Rikishi, in collaborazione con l’Università di Bologna, l’Università di Torino e l’INFN. Il Kongo Rikishi, scolpito in legno di cipresso, rappresenta uno dei due “Guardia-ni del Tempio” e risale al periodo Kamakura (XIII secolo). La statua è imponente (cm. 230) come si confà al suo ruolo: è infatti una figura umana di formidabile espressività, che rap-presenta il feroce guardiano dei templi bud-dhisti, con il petto nudo, i muscoli rigonfi e le vene in rilievo, gli occhi esorbitanti e la bocca chiusa e contratta per esprimere l’esplosiva violenza della sillaba hum, il terribile mantra delle divinità furiose.

M A D E I N I T A L Y

INNOVAZIONE E TRADIZIONE: AL CENTRO DI RESTAURO PER LA PRIMA VOLTA SI APPLICA LO STUDIO DEL DNA ALL’EBANISTERIA E SI SPERIMENTA UN METODO PER LA TAC DI MANUFATTI LIGNEI

ANCHE IL FEROCE “GUARDIANO DEL TEMPIO” SI AFFIDA ALLE MANI ESPERTE

DELLA VENARIA REALEdi PAOLA ASSOM

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IL CENTRO DI CONSERVAZIONE E RESTAURO “LA VENARIA REALE”è una fondazione che opera da tre anni all’interno degli oltre 8.000 mq delle ex scuderie

set tecentesche proget tate per la Reggia di Venaria Reale dall’architet to Benedet to Alfier i. Disponedi laboratoridirestaurodidipintisutelaetavola,sculture,af freschi,stucchiearredi lignei,oltreailaboratoriscientif iciediimaging.Recentementesonostatiavviatiilaboratoriperilrestaurodipietre,metallietessili.IlCentroèanchesededelprimocorsodilaureainConservazioneeRestaurodiBeniCulturali, inaugurato il 2 ot tobre 2006 nella sua Aula Magna “Giovanni Urbani”, nonché di corsi diper fezionamentopost-universitar ioeformazioneprofessionale.Conl’ot tenimentodellacer tif icazioneISO9001delsistemadigestionequali tà,r ilasciatodallaDNV(DetNorskeVeritas)nelnovembre2006,ilCentrotestimoniailsuoimpegnonellar icercadiunasempremaggioreef ficaciaedef ficienza.

Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” – Piazza della Repubblica - 10078 Venaria Reale (Torino – Italy) - Tel. +39 011 4993.011 - [email protected]; www.centrorestaurovenaria.it

La Venaria Reale, in primo piano l’Albero di Giuseppe Penone

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Per la prima volta la TACviene effettuata suun’opera di dimensioni così grandi e complesse.Queste ricerche sonodi primario interesseper ilCentrodiRestauro,ilcuisettorestrategicoèpro-prioquellodellaconservazionedegliarrediedelleartidecorativeingenerale,prerogativadettataan-chedallapeculiaritàdelterritoriopiemontese,ca-ratterizzatodalsistemadelleResidenzeSabaude,icuiarredi riflettono lagrandestagionedell’eba-nisteriaedella “minuseria”piemontese.Questi ealtristudisonoattivatidaborsepluriennaliavviateincollaborazionecon l’UniversitàdiTorino, l’Isti-tutoNazionalediRicercaMetrologicadiTorinoel’UniversitàdiBologna.Tutteleborsesonososte-nutedallaFondazioneperl’ArtedellaCompagniadiSanPaolo,checonciòconfermailsuoappoggioallaricercascientificaelafiducianeisuoirisultati,anchealungascadenza.

M A D E I N I T A L YM A D E I N I T A L Y

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RIAPRE IL MUSEODI BAGHDAD

Sono passati più di cinque anni da quando il 10aprile 2003 il Museo Nazionale di Baghdad e laBibliotecaNazionalevenneroassaltatiedevastati

dai saccheggiatoriin diretta televisiva.Migliaia di pezzid’incalcolabile va-lore artistico e sto-rico, memoria dellaMesopotamia, la“culla della civiltà”,scomparirono nelnulla, fagocitati dal

mercatoclandestinodiopered’arte.Inqueidrammaticigiorni la guerra non risparmiò niente e nessuno. Ora,dopocinqueanni,ilMuseoèprontoariaprireibattenti,graziealpreziosolavoroditecnicierestauratoriitalia-ni, coordinati dal Ministero per i Beni Culturali, con ilsupporto dell’Università di Pisa e dell’Enea. Sono, in-fatti,pronteallariaperturalesalepiùimportantiedèinfasedicompletamentolacatalogazionedirepertietesti(ventimilaschedeconsultabiliondinesulsitodell’Uni-versità di Pisa www.unipi.it). La documentazione cheavrebbepotutopermetterel’identificazionedeinovemi-laoggettidepredatiè, invece,sparitae lasperanzadirecuperarlièormairidottaalminimo.

ASSISI E SANTIAGOUNITE DALLA FEDEE DAL DESTINO

Nella festosa cornice cittadina dell’apertura delCalendimaggio una solenne cerimonia ha salu-tato l’8maggioscorso ilgemellaggio traAssisi

e Santiago De Compostela. La firma del protocollo èavvenuta nella sala della Conciliazione cui è seguita,nellapiazzadelcapoluogo,laconsegnadellerispettivebandiere.EranopresentiilsindacodiSantiago,XosèA.SanchezBugallo,accompagnatodaunadelegazionedi

amministratori del-la città, funziona-ri, rappresentantidella Confraternitaspagnola di SanGiacomo, il sindacodi Assisi, ClaudioRicci, assessori econsiglieri comu-nali, l’Ambasciatoredi Spagna in Italiae quello presso laSanta Sede, il ve-scovo di Assisi,

mons.DomenicoSorrentinoenumeroseautoritàcivili,militariereligiose.Primadella“firma”dellapergame-na,sigillodelgemellaggio,ilsindacoRiccihasalutatogliospiticonunacitazionedaiFiorettidiSanFrance-sco che segna il primo viaggio del Santo in Spagna:“Francesco per sua devozione andò a Santo Iacopodi Galizia”, sottolineando come l’odierno gemellaggiofosse“neldestinodelleduecittà,legatedall’essere,sindal1216, insiemeallaTerraSantaealleTombedegliApostoli,metedipellegrinaggionellequalisipotevalu-crarel’indulgenza.SanGiacomoeSanFrancesco,duesantiPatronideirispettiviPaesi,distantisecolidistoriamaunitidallafedeedaldesideriodipercorrere leviedelmondo”.

LA SQUADRADEL MINISTRO BONDI

Si sta rapidamente definendo la struttura che af-fiancheràSandroBondinell’impegnativoincaricodiministrodeiBeniculturali.Dopolanominadel

sottosegretario Francesco Maria Giro, del portavoceLino Jannuzzi e delcapo di GabinettoSalvatore Nasta-si, il ministero hareso noto che AlainElkann ricoprirà ilruolo di consiglie-

re per gli eventi culturali e per i rapporti con l’estero.Elkann,giornalistaescrittoredisuccesso,èpresidentedella Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Tori-noediMecenate90,l’associazionenatanel1990perfavorirelacollaborazionetrasoggettipubblicieprivatinella gestione e nella valorizzazione dei beni culturalidelnostroPaese.

CASTELLO DI MONCALIERI: STANZIATI I FONDIPER IL RESTAURO

Dopo i primii n t e r v e n t id’emergenza,

sostenuti dalla Re-gionePiemonte,dal-laDirezioneregiona-leperiBeniCulturalidel Piemonte, dallaCompagnia di SanPaoloedallaFonda-zioneCRT,oraancheilMinisteroperiBeniculturalihastanziato15 milioni di europer il restauro del

CastellodiMoncalieri,fortementecolpitodall’incendiodelloscorso5aprile. Il rogoha interessato il torrionesud est della dimora sabauda, ma non ha coinvoltol’areaoccupatadalIBattaglionedeiCarabinieri,l’unicaabitata del Castello. In particolare sono stati danneg-giatigliappartamentireali,lestanzedelProclamaediMariaAdelaide.

TARQUINIA NON FINISCE MAI DI STUPIRE

Ventisettenuovetombeetrusche,moltedellequalipotrebberoessereancoraintatte,sonostatesco-pertenelmaggioscorsoaTarquiniadagliarcheolo-

gidellaSoprintendenzaall’Etruriameridionale.Letombe

sono state ritrovatein località Madonnadel Pianto, a pochecentinaia di metridallacollinadiMon-terozzi,dovesitrovala celebre necropoliconletombedipinte,

dichiarata nel 2004 dall’Unesco patrimonio mondialedell’umanità.Ilavori,inquestaprimafase,interesseran-nounlimitatonumerodisepolture.Perlealtres’ipotizzaunnuovo interramento, inattesadi ricevere i finanzia-mentinecessariadunagrandecampagnadiscavi.

NON C’è PACEPER I BUDDHA DI BAMIYAN

L’esplosionecontrollatadiduepezzidiartiglie-riainesplosieseguitanelmaggioscorsodagliartificieridelcontingenteIsaf-Natoneipressi

diunodei famosiBuddhadiBamiyanhasuscitatoqualchepolemica, subito stemperata, fra l’Unescoeilgovernoafgano.Sembra,infatti,chel’intervento

dibonificadell’areanonabbiaprodottonuove crepe allestatue, distruttequasi integralmen-te nel 2001 dallafuria integralistadelletruppetaleba-ne.Neimesiscorsièstata fattaancheuna scoperta sen-sazionale: sonostati,infatti,trovatiresti pittorici adolio nelle nicchie

che custodivano le colossali statue di pietra. Unanotiziadigrande importanzaperché farebbe risali-re ilprimoutilizzodicoloriadolioallepopolazioniindoeuropeeenonaifiamminghi,comeinveceso-stenevailVasari.

B R E V I * Not iz ie dal l ’ I tal ia e dal mondo Notiz ie dal l ’ I tal ia e dal mondo * B R E V I

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IL TURISMO FRANCESESU TUTTI

Ilrecenterapporto2008di“TheEuropeanHouse-Ambro-setti”sul“SistematurismoItalia”,realizzatoconilcontri-butodelTouringClubItaliano,haevidenziatounasensibile

flessioneneltassodicrescitadeivisitatorinegliultimianni.Gli arrivi sul nostroterritoriosono,infatti,diminuiti e il Paese èsceso al quinto po-sto nelle classificheturistiche internazio-nali, superato anchedallaCina.LaFranciamantiene la primaposizione, seguita daSpagna, Stati Uniti eCina, mentre l’Italia,quinta, fatica a reg-gere la concorrenzae stenta a proporrevalide contromisure.Dallo studio emerge

inoltrecheleregioni italianepiùvisitaterisultanoessereilVeneto,ilTrentino,laToscana,l’EmiliaeilLazio.

SETTANTA PROGETTIPER LO SVILUPPO DEI MEDIANEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

IlComitatodirettivodell’Internationalprogrammforthedevelopmentofcomunication,duranteilsuocinquanta-duesimoincontroannuale,svoltosiafinediaprilepres-

solasededell’UNESCO,hadecisodisostenere70nuoviprogettiperilpotenziamentodeimediain50paesiinvia

disviluppo.Lefinalitàdei progetti vannodalla promozionedella distribuzione digiornali nelle regionirurali del Ruanda,

alla istituzionedicorsidi formazioneperungiornalismoprofessionale ed etico in Colombia, al consolidamentodella radiofoniadicomunità inNepal,allapromozionediopportunitàperlaparitàdicarrieradelledonneneiTerritoripalestinesiattraversouncorsoformativosull’uguaglianzadigenererispettivamentepereditoriegiornaliste.

IL DOSSIER MUSEI 2008 DEL TOURING CLUB

L’ultimaedizionedelDossierMuseidelTouringClubItalianoha rilevatounsensibile incrementodi pre-senzenelle istituzionimuseali italiane:24,5milioni

di visitatori nel 2007 rispetto ai 23,7milioni del2006. IMuseiVaticanisiconfermanoalprimopostodellaclassifi-caseguitidagliScavidiPompei,dagliUffizidiFirenze,dalPalazzoducalediVeneziaedall’AcquariodiGenova.TraleperformancemigliorisisegnalanoilTesorodiSanPietro

(+24,7%),ilBioparcodi Roma (+20,2%)e le Gallerie dell’Ac-cademia a Venezia(+12,2%).Duelenewentry nella classificadei Top 30 rispettoal 2006: il Museo diStoriaNaturalediMi-

lanoePalazzoMadamaaTorino.IlDossierhaanchemes-soinevidenzaunacomplessivainadeguatezzadeiservizi:pochi,infatti,dispongonodiprevenditaonlineotelefonica,dicasellamailediguardaroba.Piùdeplorevoleèlaquasiassenzadinurseryepercorsididattici(solo9su30).

RINASCE AD AXUML’OBELISCO CONTESO

Nelgiugnoscorsosono iniziati i lavoridi riassem-blaggiodell’obeliscodiAxum,restituitonel2005dall’Italia all’Etiopia e dal quel momento conser-

vato,smontato in trepezzi, inunmagazzino. Ilcelebremonumento,che risalepresumibilmenteaiprimisecolidopoCristo,erastatorequisitodalletruppeitalianene-

gli anni Trenta eperdecenni era statoesposto al CircoMassimo a Roma,davantiallasededel-laFao.L’obelisco,dalpesodi152tonnella-te,saràrimontatoadAxum, nel nord del-l’Etiopia, nel postoesattonelqualeven-ne originariamenteeretto. L’operazionesarà completata en-

trofineluglioel’inaugurazioneèprevistaperilprossimo10settembre.

DANNEGGIATOUN MEGALITODI STONEHENGE

Duevandalihannotentatodistaccareconmartel-loescalpellounframmentodaunodeimegalitidel complesso monumentale di Stonehenge, in

Inghilterra.Solol’interventodellasorveglianzahaimpe-ditoloscempiodelmonumentopiùvisitatodelPaese.Idueteppistisonofuggiti,manellafrettahannolasciatolascheggiadipietra,delledimensionidiunamoneta.Ilmegalitodanneggiatoèsituatonelbloccocentraledelcomplesso. Il sitoèstatoaggiuntoalla listadeipatri-

moni dell’umanitàdell’UNESCO nel1986. Le pietre diStonehenge, risa-lential terzomillen-nio prima di Cristo,sono allineate conun significato par-ticolare ai punti di

solstizioedequinozio.Diconseguenzaalcunisostengo-nocheStonehengerappresentiun“anticoosservatorioastronomico”, anche se l’importanza del suo uso pertalescopoèdibattuta.

GLI EFFETTI DEL TURISMO DI MASSA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Un recente studio dell’Organizzazione Mondialedel Turismo ha messo in evidenza come anchel’incremento del turismo di massa contribuisca

allo squilibrio ecosistemico del pianeta. Nel 2020 siprevede, infatti,che i flussi turisticiinternazionali si at-testeranno attornoal miliardo e 600milionidiviaggiatori,contro i 900 milionidel 2007. Ciò, ine-

vitabilmente, determinerà un aumento delle emissionidigasnell’atmosferaterrestre(isoliaereinesonore-sponsabili per il 5%), con conseguente inquinamentoatmosfericoeaumentodellatemperaturamedia,siaalivelloplanetariochelocale.OrachispiegheràaituristideiPaesiemergenticheillorodirittoaviaggiare,appe-naacquisito,provocalafebbredelpianeta?

CORSO DI FORMAZIONE ICCROM

L’International Centre for the Study of the Pre-servationandRestorationofCulturalPropertyterràpressolapropriasedediRomadal2mar-

zoal30aprile2009ilsecondocorsodiformazionein“ConservationofBuiltHerritage”.Possonoiscriversi

professionisti e di-rigenti del settore.La scadenza perl’iscrizione è il 31luglio prossimo.Per maggiori infor-mazionièpossibilecollegarsi al sito:

ht tp://www.iccrom.org/eng/o1train_en/announce_en/2009_03BuiltHeritage_enshtml.

B R E V I * Not iz ie dal l ’ I tal ia e dal mondo Notiz ie dal l ’ I tal ia e dal mondo * B R E V I

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Torino

�2 annoquarto•numerotre•lug/set2008www.sitiunesco.it

L’Associazionedellecittàedeisitiitalianipatrimoniomondialedell’Unescoènatanel1997dauna felice intuizionedi setteamministrazionicomunali convintedell’utilitàdicostruireunacollaborazioneconaltrecittàeconaltrisoggetti

permigliorarelacapacitàprogettualedelleproprierealtàterritoriali.Un’intuizionediven-tataoggiunanecessità.Lacrescentecompetitivitàdeipaesiemergenti,europeienon,impone infattidisviluppare,concoerenzaedeterminazione,politichedivalorizzazionesullequaliconverganocapacità,competenzeeresponsabilitàapiùlivelli.Progettiampiecondivisicheconsentanodioffrirepropostecompetitiveinterminidiqualitàediopportu-nitàdicrescitaculturale.Ilsodalizio,delqualefannoparte50socifraComuni,Province,Regioni,ComunitàMontaneedEntiParco,svolgeun’intensaattivitàdisostegnoallepoliticheditutelaedipromozionedeiterritoriinsignitidelprestigiosoriconoscimentoUnesco.

Il presidente dell’associazione è Gaetano Sateriale - sindaco di Ferrara; vicepresidenti i sindaci di Assisi, ClaudioRicci e di Tivoli,GiuseppeBaisi . Il Comita-todirettivoècompostodai rappresentantideiComunidiAndria,Barumini,Firenze,Noto, Urbino, Verona, Vicenza e dalla Regione Toscana. Presidenza e segreteriahanno sede presso il Comune di Ferrara in Piazza del Municipio n° 2. tel. 0532419969-902 fax0532419909e-mail: [email protected] - sitoweb:www.sitiunesco.it.

Isoci:ComunediAlberobello,ComunediAmalfi,ComunediAndria,ComunediAquileia,ComunediAssisi,ComunediBarumini,ComunediCapriateSanGervasio,ComunediCaserta,ComunediCerveteri,ComunediErcolano,Co-munediFerrara,ComunediFirenze,ComunediGenova,ComunediLipari,ComunediMatera,ComunediModena,ComunediMontalcino,Comunedi Napoli, Comune di Noto, Comune di Padova, Comune di PalazzoloAcreide,ComunediPiazzaArmerina,ComunediPienza,ComunediPisa,ComunediPortoVenere,ComunediRavenna,ComunediRio-maggiore,ComunediRoma,ComunediSanGimignano,Comunedi Siena, Comune di Siracusa, Comune di Sortino, Comune diTarquinia,ComunediTivoli,ComunediTorino,ComunediTorreAnnunziata,ComunediUrbino,ComunediVenezia,ComunediVerona,ComunediVicenza,ComunitàMontanadiValleCamonica,ConsorzioParcodelDelta delPo,EnteParcoarcheologicoepaesaggisticodellaValledeiTempli,Pro-vinciadiFerrara,ProvinciadiPesaroeUrbino,ProvinciadiRoma,ProvinciadiSalerno,RegioneLazio,RegioneToscanaeRegioneVeneto.

L’ASSOCIAZIONE CITTÀ E SITI ITALIANI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO