Lucidi Tavernola 9 Marzo 2006

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Note sulla Autorizzazione Integrata Ambientale Lafarge Adriasebina Tavernola Bergamasca 9 marzo 2006

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Note sulla Autorizzazione Integrata Ambientale Lafarge Adriasebina

Tavernola Bergamasca 9 marzo 2006

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L’ A.I.A.

• Autorizzazione Integrata Ambientale (Dlgs 372/1999 sostituito dal DLvo 18 febbraio 2005, n. 59) è, tra l’altro, il mezzo normativo per la applicazione delle migliori tecnologie disponibili (MTD o BAT) per la “riduzione e prevenzione integrata” dell’impatto sull’ambiente dei processi produttivi.

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Cammin facendo …

• La Lafarge ha “approfittato” dell’AIA non solo per documentare le attività previste per adeguare gli impianti esistenti alle BAT/MTD ma per modificare (ampliare) alcune fasi/impianti del ciclo produttivo con l’inserimento (e la richiesta di autorizzazione) di nuove emissioni (E113-E115) nonché l’incremento di emissione di alcuni camini esistenti (in primis l’emissione del forno, E005).

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Prima della cura

• Emissioni annue dichiarate da Lafarge (anno 2003), tutti i punti di emissione e emissione del forno e torno di preriscaldo

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InquinanteFlusso di massa/anno (t/a)

Emisssione E0005Flusso di

massa/annuo (t/a)

Monossido di carbonio (CO) 227 226,66Biossido di carbonio (CO2) 411.662 d.a.

Composti organici volatili non metanici (COVNM) 24,6 34,55

Ossidi di azoto (NOx) 1.337,2 1.335,3Ossidi di zolfo (SOx) 5,3 5,27

Arsenico (As) e composti 0,016 0,016

Cadmio (Cd) e composti 0,0012 d.a.

Cromo (Cr) e composti 0,017 0,017

Rame (Cu) e composti 0,01 0,0099

Mercurio (Hg) e composti 0,005 0,0052

Nichel (Ni) e composti 0,0143 0,014

Piombo (Pb) e composti 0,005 0,0049

Policlorodibenzodiossine (PCDD)Polidiclorobenzofurani (PCDF) 0,00000001

0,000000012 (*)

Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 0,00005 0,000045

Cloro e composti inorganici 2,2 2,24

Fluoro e composti inorganici 0,255 0,255

PM 3,6 3,6

PM10 2,9 d.a.

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Un errore …..

• Sulle polveri, nell’AIA vi è un errore evidente (o la voluta non considerazione) sul totale delle emissioni (flusso di massa annua), mentre il quadro riassuntivo (anno 2003 – v. p. 19-20) di tutto lo stabilimento dichiarato da Lafarge indica 3,6 t/a di “PM” e 2,9 t/a di “PM10” se mettiamo assieme i totali “parziali” ovvero l’emissione E0005 con 3,6 t/a di “polveri” (sempre al 2003 – v. tabella a p. 20) e tutte le altre emissioni (da E002 a E105 – v. tabella a p. 21-26) ove sommate danno altre 11,64 t/a emesse che non compaiono (se non eventualmente parzialmente per 2,9 t/a di “PM10”).

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Lafarge di Tavernola Bergamasca, prima e dopo la cura

Tipo inquinante

Concentrazioni ed Emissioni dichiarate da Lafarge, anno

2003

Concentrazioni ed Emissioni autorizzate risultanti dall’AIA dal 31.10.2007 (portata 180.000 Nmc/h Rapporto tra

flussi 2007/2003

Concentrazione

Flussi di massa (t/a)

Concentrazione

Flussi di massa (t/a)mg/Nmc mg/Nmc

Polveri 1,65 3,60 10,00 13,824 3,84

NOx 1.190,00 1.335,30 800,00 1.105,92 0,83

SOx 4,70 5,27 50,00 69,12 13,12Cl2 e

comp.inorg 2,00 2,24 10,00 13,824 6,17F2 e

comp.inorg 0,23 0,26 1,00 1,3824 5,42

COVNM 27,60 24,55 10,00 13,824 0,56

CO 202,00 226,66 d.a. d.a.

Hg e comp. 0,01 0,0052 0,05 0,06912 13,29

Cd   0,0012 0,05 0,06912 57,60

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Lafarge di Tavernola Bergamasca : prima e dopo la cura

Tipo inquinante

Concentrazioni ed Emissioni dichiarate da Lafarge, anno

2003

Concentrazioni ed Emissioni autorizzate risultanti dall’AIA dal 31.10.2007 (portata 180.000 Nmc/h Rapporto

tra flussi 2007/2003

Concentrazione

Flussi di massa (t/a)

Concentrazione

Flussi di massa (t/a)mg/Nmc mg/Nmc

Pb e comp. 0,01 0,0049

Somma metalli0,5

0,6912 11,18As e comp. 0,02 0,0160

Cr e comp. 0,02 0,0170

Ni e comp. 0,02 0,0140

Cu e comp. 0,01 0,0099

PCB 0,0003 0,0003 d.a. d.a.

IPA 0,0001 0,00005 0,01 0,013824 307,20PCDD+PCD

F

0,01 nanog/Ncm

0,000000012

0,10 nanog/Ncm

0,00000013824 11,52

NH40H (come NH3) 50 69,12

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Il Dlgs 59/2005

• “ Se, a seguito di una valutazione dell'autorita' competente, che tenga conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure piu' rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualita' ambientale, l'autorita' competente puo' prescrivere nelle autorizzazioni integrate ambientali misure supplementari particolari piu' rigorose, fatte salve le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di qualita' ambientale.”

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Un quesito ….

• “Dal 31/10/2007, o secondo le tempistiche previste dal D.Lgs. 133/2005 in caso di coincenerimento di rifiuti, la Ditta dovrà rispettare i valori limite riportati nella relativa colonna della tabella 5.1” ,

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Il Dlgs 133/2005

• Art. 5. - Realizzazione ed esercizio di impianti di coincenerimento (…)

• 2. Al fine della realizzazione di un impianto di coincenerimento:a) per gli impianti non sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, si applicano le disposizioni di cui all‘art. 27 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22;b) per gli impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, si applicano, al riguardo, le disposizioni del medesimo decreto legislativo.

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• Il coincenerimento di rifiuti è una modifica sostanziale dell’AIA esistente o no ?

• Il decreto 12.08.2005 indica che • l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata

con il presente provvedimento sostituisce ad ogni effetto, ai sensi dell’art. 5 comma 14 D. Lgs. 59/05, le autorizzazioni già rilasciate indicate a pag. 5 e 6 dell’allegato tecnico al presente decreto (non vi sono autorizzazioni per il coincenerimento in vigore al momento dell’A.I.A.)

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I nuovi combustibili

• La ditta intende utilizzare come combustibili alternativi farine animali, pneumatici e C.D.R. per un ammontare totale di 96 t/giorno. Tale quantitativo è inteso come somma delle portate dei tre combustibili, pertanto i quantitativi dei singoli rifiuti potranno variare in funzione dell’ottimizzazione del processo e dell’efficacia di riduzione degli NOx, ma rimarranno sempre nel limite di 96 t/giorno.

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I nuovi combustibili

• La tipologia di impianto presente presso la Lafarge prevede come possibilità per la riduzione di emissioni di ossidi di azoto l’utilizzo di combustibili in grossa pezzatura con un potere calorico non eccessivamente elevato, caratteristica che consente di ottenere un allungamento e raffreddamento della fiamma. In relazione a questa tecnica, Lafarge intende utilizzare come combustibili alternativi C.D.R. e pneumatici, prevedendo l’immissione direttamente al bruciatore principale del C.D.R. in forma di polvere mediante linea dedicata, mentre gli pneumatici ed il C.D.R. brichettato hanno una pezzatura tale (20 -100 mm) da prevedere un utilizzo in precalcinazione. Inoltre la grossa pezzatura delle gomme contribuisce alla formazione di una micro-atmosfera riducente.

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I nuovi combustibili

• Come ulteriore tecnica di abbattimento degli NOx, se la SNCR non risultasse sufficiente, si prevede di raffreddare la fiamma del bruciatore principale mediante aggiunta di acqua al combustibile o direttamente o attraverso l’impiego di emulsioni oleose esauste con tenore di acqua intorno al 30-50%.

• In sintesi si intende avviare a recupero energetico una quantità totale di rifiuti pari a 32.250 t/a .

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I nuovi combustibili

• …. la giustificazione del coincenerimento dei rifiuti non sarebbe solo l’utilizzo di “combustibili alternativi” e il (presunto) “risparmio” corrispondente di combustibili fossili, non solo il “recupero energetico” e l’uso di “fonti rinnovabili” come i rifiuti, ma anche di un sistema per ridurre le emissioni (gli ossidi di azoto) peraltro contando sul relativamente basso potere calorifico, “caratteristica che consente di ottenere un allungamento e raffreddamento della fiamma”.

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Cosa affermano i cementieri

• I FORNI DEI CEMENTIFICI FUNZIONANO A TEMPERATURE PIU' ELEVATE E CON TEMPI PIU' LUNGHI DI RESIDENZA DEI FUMI, RISPETTO AGLI INCENERITORI

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• I CEMENTIFICI, BRUCIANDO RIFIUTI, RECUPERANO ENERGIA E FANNO RISPARMIARE CONSISTENTI QUANTITA' DI COMBUSTIBILI FOSSILI TRADIZIONALI. LE NORMATIVE NAZIONALI ED EUROPEE SPINGONO VERSO IL RECUPERO ENERGETICO DEI RIFIUTI ANCHE PRESSO I CEMENTIFICI.

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• E’ previsto un periodo di sperimentazione (gestito dall’azienda) concluso il quale l’azienda, in ogni caso, potrà proseguire nelle attività di coincenerimento:

• “Dopo un periodo di sperimentazione dell’uso dei combustibili alternativi, della durata di un anno, la Ditta dovrà presentare all’Autorità Competente, alla Provincia e al Comune una relazione in cui sia valutata l’efficacia del loro utilizzo rispetto al coke nella riduzione delle emissioni di NOx, insieme a un bilancio dei costi/benefici ambientali.

(…)• La sperimentazione per l’utilizzo di combustibili

alternativi entro dicembre 2005, presentando dopo un anno dall’inizio della sperimentazione la relazione valutativa;”

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Il Dlgs 133/2005

• 3. Per gli impianti di incenerimento e coincenerimento aventi una capacita' nominale di due o piu' tonnellate l'ora, entro il 30 giugno dell'anno successivo, il gestore predispone una relazione annuale relativa al funzionamento ed alla sorveglianza dell'impianto che dovra' essere trasmessa all'autorita' competente che la rende accessibile al pubblico con le modalita' di cui al comma 2. Tale relazione fornisce, come requisito minimo, informazioni in merito all'andamento del processo e delle emissioni nell'atmosfera e nell'acqua rispetto alle norme di emissione previste dal presente decreto.

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Un contaminante globale : l’anidride carbonica• Emissioni attuali di CO2 equivalente :

circa 411.662 t/a (dichiarazione Lafarge 2003)

• Quota assegnata dal PNA (novembre 2005) alla Lafarge di Tavernola : 396.686 t/a (2005 – 2007)

• Quante emissioni di CO2 emetterà l’impianto nella nuova configurazione ??

• Nell’A.I.A. è un mistero ……

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E l’effetto serra ? Parte prima

le emissioni di gas serra dall’incenerimento da rifiuti sono da considerarsi “neutre” (come – purtroppo - indicato dalle direttive europee con riferimento alla parte biodegradabile dei rifiuti e, per il governo attuale, da estendere a tutti i rifiuti); queste emissioni non vanno pertanto “conteggiate” nei bilanci nazionali dei “gas serra”.

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E l’effetto serra ? Parte seconda

l’incenerimento determinerebbe di per sé anche una riduzione di emissioni ad effetto serra in quanto questo combustibile sostituisce (fa risparmiare) le emissioni corrispondenti alla combustione di combustibili fossili per produrre la stessa quantità energia con una centrale termoelettrica tradizionale o, ancora peggio, se i rifiuti venissero posti in discarica (quindi l’effetto benefico della combustione dei rifiuti viene “contato” due volte).

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E l’effetto serra ? Parte terza

Questo risparmio di combustibili viene considerato equivalente alla capacità di assorbimento di anidride carbonica che in natura viene svolto dalle piante : se venissero inceneriti in Italia 21 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno (la quantità di rifiuti che oggi finiscono in discarica) i tanti camini svettanti nel cielo equivarrebbero alla forestazione di una superficie pari a 18.842 kmq ovvero quasi pari a quella della regione Veneto[i]! [i] V. F. Cotana, F. Asdrubali, L. Frezzini “Il contributo della termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani alla riduzione delle emissioni di gas climateranti”, in Quarto Convegno Nazionale “Utilizzazione Termica dei rifiuti”, Abano Terme, 12-13 giugno 2003, Biblioteca di Termotecnica , p. 87 – 93.

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Cosa affermano i cementieri

• I CEMENTIFICI "DISTRUGGONO" I RIFIUTI ALTRETTANTO EFFICACEMENTE DI ALTRI IMPIANTI DI SMALTIMENTO (INCENERITORI)

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• Fatti : Secondo l’EPA i cementifici USA sono la seconda fonte di diossine e furani degli USA (dopo gli inceneritori per rifiuti urbani e prima di quelli per rifiuti ospedalieri) grazie alla scelta di utilizzarli per bruciare rifiuti industriali (in particolare solventi e simili).

• L’EPA ha inoltre stimato una emissione di diossine pari a 0,29 nanogrammi di diossine equivalenti per kg di clinker prodotto nei cementifici che non utilizzano rifiuti come combustibili e di 24,34 nanogrammi/kg invece nei cementifici che usano rifiuti come combustibile.

• Sempre negli USA, per lo stesso motivo, i cementifici sono la seconda fonte di emissione di Mercurio e producono significative emissioni di acido cloridrico.

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• Fatti : Le temperature variano a seconda del punto del forno e l’efficienza di combustione varia in relazione alla zona e alle modalità di alimentazione del rifiuto/combustibile. In caso di anomalie le parti più volatili dei rifiuti possono essere rilasciati così rapidamente che non vengono ossidati completamente (con elevate concentrazioni di composti incombusti molto tossici).

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• In linea di massima vi può essere una riduzione in termini di emissioni di zolfo (in quanto i rifiuti di norma hanno meno zolfo rispetto al carbone o agli oli combustibili) e di ossidi di azoto (indice di un minor utilizzo di aria comburente); per tutti gli altri parametri vi è un incremento più o meno significativo delle emissioni (le due tabelle sono prese da una pubblicazione del Politecnico di Milano, notoriamente favorevole all’incenerimento)

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Cosa affermano i cementieri

• LA QUALITA' DEL CEMENTO OTTENUTO DA FORNI CHE BRUCIANO RIFIUTI E' INDISTINGUIBILE DA QUELLA OTTENUTA DA CEMENTIFICI CHE USANO COMBUSTIBILI TRADIZIONALI

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• Nella tabella che segue sono riportati i dati di composizione di cementi realizzati con e senza l’utilizzo di combustibili /rifiuti.

• Si nota un innalzamento dei livelli di diversi metalli pesanti (diversi dei quali hanno una elevata mobilità, possono cioè “uscire” dal cemento per contaminare l’esterno). Anche se non vengono superati i limiti previsti dalle norme UNI sul cemento, il peggioramento è visibile. Non vi sono ancora idonei studi relativi alla durabilità e la qualità del cemento prodotto con e senza l’utilizzo di rifiuti. Negli USA i cementieri sono obbligati a contrassegnare i contenitori di cemento ottenuto con l’utilizzo di rifiuti come combustibili.

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Cosa affermano i cementieri

• LE CONDIZIONI DI SICUREZZA E IGIENE NEI CEMENTIFICI SONO TALI DA GARANTIRE LA SALUTE DEI LAVORATORI ANCHE NEL CASO DI COMBUSTIONE DI RIFIUTI

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• Fatti : Le polveri di cemento sono molto dannose e producono problemi alle vie respiratore e di tipo allergico ai lavoratori dei cementifici provocate in particolare dai cromati solubili presenti nel cemento. L’arricchimento di tali polveri in altri contaminanti è tale che le polveri sono da considerarsi rifiuti tossico-nocivi. Studi su lavoratori del cemento esposti a polveri con metalli pesanti e diossine dovuti alla combustione di rifiuti in cementifici hanno evidenziato incrementi in patologie asmatiche e in patologie tumorali alla pelle e del polmone (Germania); uno studio svedese ha evidenziato un incremento del 60 % di rischio per cancro al retto dei lavoratori in cementifici con combustione di rifiuti rispetto a quelli senza.

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Buona fortuna ….