Luce Delhove · Ben lontana dal condividere un’idea statica e monocorde dello spazio, il legame...

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Claudio Cerritelli Luce Delhove Sculture senza tempo SPAZIOTEMPORANEO Milano Settembre 2003

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Claudio Cerritelli

LuceDelhove

Scul tu r e s enza t empo

SPAZIOTEMPORANEOMilano

Settembre 2003

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Luce DelhoveSculture senza tempoDal 18 settembre al 18 ottobre 2003

SPAZIOTEMPORANEOVia Solferino, 5620121 MilanoTel/fax 02 6598056http:// www.gospark.com/spaziotemporaneoe-mail: [email protected]

FotografieFoto Boys – Roma

TraduzioneHoward Rodger MacLean

GraficaStudio LM – Roma

Luce Delhovee-mail: [email protected]

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1. Memorie gotiche

Prima era lo scavo della lastra elaborata in ogniminima variazione di luce, era la traccia e ilgraffio che incideva la superficie dei pensieri,era la sfumatura del segno che lasciava intuireil divenire delle forme, tra presenza e assenzadell’ombra.Oggi è il progetto della scultura a solidificarele stratificazioni della materia in rapportoall’ambiente, è l’evocazione del corpo amodellarsi in molteplici frammenti, è lo spes-sore del vuoto e il respiro della forma a solleci-tare visioni tattili che si nascono nell’eventodel fare. Durante gli anni in cui ha espresso, con glistrumenti tradizionali dell’incisione, le inquie-tudini interiori e i riflessi della mente, LuceDelhove ha sempre creduto nell’ener gia intel-lettuale della manualità, nella sapienza del farecome capacità di invenzione dell’immagine,nella sollecitazione delle antiche tecniche vis-sute sul filo dell’emozione,Questo straordinario magistero grafico non èdimenticabile e, in questo attuale rivolgersi aivalori della scultura, Delhove ne fa tesoro finoal punto da considerare la costruzione segnicadella superficie come trama della materia, luogodi ogni fondamento plastico, condizione neces-saria per l’universo corporeo delle immagini.Dalla matrice della lastra su cui l’incisorericava infiniti ef fetti di luce e di ombra, peraddizione e sottrazione di andamenti lineari, daquella superficie fitta di segni instabili e di tra-fitture ottiche Delhove trae la pelle delle suesculture, sospese nel vuoto come frammentiimponderabili, apparizioni concrete di astrattememorie gotiche.Alle forme del cosiddetto “inconscio gotico”facevano infatti riferimento, già a metà deglianni Novanta, un ciclo di fogli dedicati alletensioni spaziali dell’architettura medievale, areticoli di geometrica purezza dove le linee si

incrociano come fili sottili che indagano lospazio inestricabile. Si tratta di un’atmosferada cui affiorano bagliori e contrasti, oscurità eilluminazioni che continuano a sollecitare lamente dell’artista in vista della scultura, a raf-forzarne la determinazione formale e il sensodi costruttività che le recenti sculture racchiu-dono nel loro movimento ascensionale.Non a caso, la tensione verticale dello sguardoaffascina Delhove come sintesi possibile tra ilinguaggi grafici di antica tradizione e le attualisperimentazioni dei materiali, punto di incon-tro tra le valenze spirituali della luce e le forzemateriali che emer gono dalla realtà, ener giefisiche e mentali da cui l’artista si senteavvolta, partecipe, ma non sovrastata.Ben lontana dal condividere un’idea statica emonocorde dello spazio, il legame con laciviltà gotica è vissuto come spinta conosci-tiva, visione umanizzante capace di proiettarel’arte verso una valenza simbolica della figura,strumento di congiunzione tra realtà sensibile easpirazione ad una forma assoluta.Se è vero che l’interpretazione più profondadell’architettura gotica sta nel rapporto tra l’a-spetto costruttivo e quello atmosferico, vale adire nel modificarsi continuo tra idea e realtàcome entità che si compenetrano, il legamedichiarato da Delhove con questo tipo di cul-tura emerge dalla volontà di dare alla formauno slancio che racchiude opposte tensioni, unequilibrio vitale tra componenti universali efortemente soggettive.Se verifichiamo questa concezione nell’ambitodella scultura, si deve ammettere che una dellenecessità di orientamento spaziale è quelladella verticalità, della spinta ascensionalecome sentimento della vertigine che la misuradel corpo contiene in sè, nella volontà di colle-gare i propri movimenti a quelli della mente, inun reciproco divenire. La maggior parte delle recenti sculture di Del-hove sono forme convesse che alludono al

TRA LE PIEGHE DELLA MENTESulle recenti sculture di Luce Delhove

di Claudio Cerritelli

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corpo o a parti di esso, in tal senso esprimonoun concetto plastico come modellazione diforme essenziali che nascono a partire da unpiano malleabile, una struttura che acquistadiverse consistenze e dimensioni, dal breveframmento alla totalità, dal segno al volume,dalla superficie all’evocazione dell’ambiente.Il lavoro dell’artista si confronta in modo per-sonale con una tendenza della scultura contem-poranea basata proprio su questo dato fonda-mentale: la piegatura del piano bidimensionale,la creazione di valori plastici attraverso la sen-sibilizzazione della materia e dei suoi attributiparticolari, dal micro-or ganismo alla pienavisione spaziale, dal nucleo dell’oggetto alladisseminazione della scultura. Nel caso di Delhove sarebbe meglio dire chequesti modi di trattare il piano plastico sono infunzione di una specie di “calco mentale” chesi materializza nell’impronta del corpo, nonesattamente nella copia anatomica, ma nellasua forma allusiva. E’ un processo d’inven-zione che l’artista costruisce direttamente conle mani, con l’intelligenza del sapere artigia-nale, con l’emozione tattile di toccare e trasfor-mare la materia secondo una trascrizione intui-tiva del corpo, mai uguale a se stesso eppuresempre presente sull’orizzonte dell’immagina-zione.

2. La vertigine del corpo, impr onte eapparizioni

Già, il corpo: ogni verifica della sua forma giocatra la presenza e l’assenza, tra lo stare dentro efuori del perimetro che lo contiene, come se sistabilisse una coincidenza tra ciò che si vede eciò che si ricorda, tra ciò che è ef fettivamentepercepibile e ciò che s’immagina che sia. Il sogno di Delhove passa attraverso il recu-pero di frammenti anatomici trasfigurati comestrutture che proteggono e custodiscono laseduzione del corpo: immagini e metafore chesono, al tempo stesso, evocazioni plastiche epittoriche di qualcosa che è svanito, ma nonperduto.Partendo dalla memoria del corpo l’artistacostruisce un altro corpo, quello della scultura,

congiungendo il concreto e l’astratto in unasola forma, due tipi di sensorialità che rinno-vano sempre il loro incontro, sia che si tratti diopere caratterizzate da diversi ef fetti matericisia nel caso in cui il loro aspetto sfiora il sensodell’astrazione.Nella ricerca di Delhove non c’è materia che noncomporti intervento cromatico e, d’altro lato,non emerge mai definizione plastica che non siadettata dalle risonanze del colore che si insinuatra le pieghe del pensiero. Si tratta di un colore,dall’argenteo al ferreo o dal grigio al nero, chesuggerisce non solo un eco metallico ma ancheun silenzio arcaico, soprattutto quando tende albianco, come se la scultura fosse un reperto cal-cificato, un frammento archeologico della mente,un’icona mitologica, un segno muto tra molte-plici rumori dell’attualità. In “Astragalo” (2001) pittura e scultura trapas-sano l’una nell’altra fino a farsi sensibilità puradell’evento plastico, in “Untitled” (2002) unagrande impronta del corpo è immersa nelbianco candore della materia da cui af fioranovibrazioni minime di nero. Dalle sottigliezze ottiche di questi due valoriluminosi Delhove ricava effetti di lettura ambi-valenti, spiragli che lasciano intravedere laparte sottostante della superficie, la grana dellamateria, la struttura interna fatta di tessuto, dicarta e di pigmento. In molteplici frammenti tessili (2001-2002)alle impronte di busti e di corazze si aggiun-gono tagli e spaccature che mostrano spiragliinterni alla superficie, cavità che reagisconoalla forza dei rilievi, segni che implodono nelcorpo quasi per segnare i punti di congiunzionedelle opposte tensioni della forma. A questa fusione di spazio e di colore, divolume e di luce, di tessitura e di trasparenza,di elementi aerei e di pesi costruttivi guardaDelhove per tenere l’immagine sul limitaredello sguardo, sempre in bilico sulla soglia deldesiderio, sospesa tra densità fisica e trasfigu-razione mentale.Le strategie per giungere al culmine di questesensazioni sono diverse, accanto alla piegaturadella superficie l’artista dispone anche dellacurvatura o della leggera deformazione, possi-

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bilità che non irrigidiscono il ritmo delle lineema stimolano gonfiori e dilatazioni. Sonomovimenti che appartengono alla natura stessadel corpo, alle sue tensioni biologiche, comeun incurvarsi e ricomporsi della forma nellamisura della mente, accettando il senso dell’in-forme come categoria estetica non negativa,anzi capace di trasformarsi in una nuova tenta-zione.La dimensione instabile del frammento è parti-colarmente esplorata nella scultura contempo-ranea, frammenti del corpo, frammenti dellanatura, frammenti di materie consumate daltempo ma anche immagini che gli artisticostruiscono come frammenti della memoria:questo è il caso di Delhove che non trova ilframmento come reperto della vita ma lo crea apartire dall’emozione del gesto, come nucleo divalori esistenziali. Il segreto di questa ricerca è anche quello disaper tornare sempre all’origine del fare, al pia-cere artigianale di trasformare gli elementi adisposizione, fin quasi a ripercorre le fasi dellavoro con l’entusiasmo della prima sperimen-tazione. Non vi è ricetta che possa dirsi scon-tata in questo processo di manipolazione dellematerie, questo si può af fermare con certezzaanche se la nostra artista potrebbe sviluppare lesue note di lavoro e svelare le alchimie del lin-guaggio come testimonianza del “saper fare”,come elogio e difesa della manualità alcospetto dell’attuale disimpegno degli artistiverso le tecniche e la loro tradizione.

3. Frammenti ed emozioni dello spazio

Il discorso torna al fatto che Luce Delhove amapartire da una forma rettangolare o quadrata, daun impasto di fibra tessile e cellulosa che vienemodellato e piegato con variazioni di spessoreche diventano, senza nulla aggiungere otogliere, la vera identità dell’immagine, la suapregnanza primaria. Insieme a questa fasenasce la scelta di forme particolari che deri-vano dalla natura dei materiali o dal diversomodo di trattarli, superfici lisce o ruvide,dipinte oppure lasciate indefinite, con il van-taggio di ottenere ulteriori effetti tattili e visivi.

Astragalo, 2000Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 150 x 35 x 30

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Si tratta di frammenti di armature e di corazze,di elmi e scudi, strumenti di guerra che pos-sono essere dislocati in punti diversi dello spa-zio: protezioni del corpo e della mente chealludono a ciò che è rimasto in scena dopo labattaglia del tempo, membra sparse dellamemoria che talvolta sprigionano un senso dimalinconia e di mistero. L’artista non si lascia guidare da alcuna logicastrutturale, semmai il suo punto di riferimentoè la geometria del corpo umano, il valore strut-turale delle forme anatomiche, la tensionevisiva della superficie che copre l’immagineassente in relazione al vuoto, lasciandoneintuire l’impronta. Se nelle attuali prove grafi-che è la materia a far da matrice alle forme, nellavoro plastico essa si esalta nell’atto di esseremanipolata fino a modificarsi in un processo dirispondenze non programmabili tra idea ed ese-cuzione, tra progetto ed esito finale, tra speri-mentazione dei materiali e loro sintesi formale.Quella che Delhove va esplorando è una scul-tura che non vuole esplicitare un significatopreciso ma trasformarsi in una modulazionecontinua di sensazioni plastiche, in un ritmo diforme che spor gono e rientrano nella materiamostrando solo una parte del visibile, il fram-mento errante nello spazio laconico del muro.È una scultura che, partendo dalla garanziadella superficie, se ne allontana per ritrovare undialogo a distanza con la parete, preferendorimanere comunque staccata dalla sua esten-sione, quasi per sospendere lo sguardo tra ilpieno e il vuoto e dar respiro alla parte retro-stante del manufatto plastico, quel nascondi-glio concavo altrettanto affascinante. Dialettica presente nel lavoro di tutti gli scul-tori, dai figurativi ai costruttivi, quella delpieno-vuoto è sentita da Delhove come energiainterna al costituirsi dell’or ganismo plastico,nel senso che non può esservi costruzione dellaforma se non attraverso l’istantanea rispon-denza del pieno al vuoto, e viceversa. Essi par-tecipano nel medesimo istante all’intuizionescultorea e si prolungano insieme nell’atto diallestire l’oggetto plastico nell’ambiente espo-sitivo, come se una maggior quantità di vuotointorno all’opera potesse modificare la perce-

zione dell’immagine, fosse cioè in grado diconferirle una energia diversa. In tal senso, nonva sottovalutato il modo di allestire questiframmenti e di valutarne la collocazione in rap-porto alla luce, alla profondità e all’altezza,senza trascurare la sensazione di peso che essilasciano intendere, stimolando la forte sugge-stione del colore metallico.Se è vero che il corpo è la matrice della scul-tura, di conseguenza sono l’armatura, la magliametallica o la struttura dell’elmo le forme sim-boliche tangibili e riconoscibili di queste imma-gini che contengono le pulsazioni del visibile,sono esse a identificarsi con il sof fio primor-diale dello spazio e a determinare ogni rela-zione possibile tra interno ed esterno. Non sonomai icone inerti, figure senza vita, segni di unpassato che non torna ma hanno la forza imma-ginativa di porsi come tracce per infondere vita-lità alla materia che vi si trova inglobata. Delhove agisce sulla qualità della luce calco-lata nelle sue infinite variazioni, non a casoogni piega provoca trasalimenti percettivi cheoriginano equilibri sempre diversi, in modo dasegnare lo spazio plastico con ombre che sonol’eco della luce stessa. Echi metallici, certo, maanche sonorità materiche a cui l’artista guardasempre più come ulteriore sviluppo della scul-tura e dell’aggregazione dello spazio, con quelsenso quasi indeterminato che conferisce alframmento il senso di apertura infinita. È sem-pre più urgente, nell’ultima fase di lavoro, l’ap-proccio alla naturalità della materia, l’interesseper le superfici scabre, una diversa fisicità cheDelhove indaga tra l’or ganico e l’inor ganico,come se dovesse mettere le mani nel reconditomagma del profondo. Da questi abissi inesplorati dell’inconscio, lascultura esce allo scoperto e vuol riconquistareil carattere arcaico della materia, lo spessoreinforme del corpo e la ruvida traccia dellamente: come se da questo straordinario incon-tro potesse prendere forma la prima immaginedella vita, il senso della genesi e dell’appari-zione, il vero corpo di una scultura senzatempo.

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1. Gothic memories

First there was the engraving of the plate in themost minimum variation of light, it was the traceand the scratch which incised the surface ofthoughts, it was the nuance of the sign that allowedone to intuit the becoming of the forms between thepresence and the absence of the shade.Today it is the project of the sculpture which solid-ifies the stratifications of the matter in relation tothe environment, it is the evocation of the bodywhich models itself in manifold fragments and it isthe thickness of the emptiness and the breathing ofthe form that solicit tactile visions which are bornfrom the event of the doing/making.During the years in which with traditional intaglioinstruments she expressed the interior anxieties andreflections of the mind Luce Delhove always be-lieved in the intellectual nature of manual work, inthe sapience of the act of doing as the ability of theinvention of the image and in the solicitation of theold techniques lived on that fine thread of emotion.This extraordinary graphic ability is not forgettableand today in addressing the values of sculptureDelhove profits from this to the point of consider-ing the sign construction of the surface as being theweft of the matter, the place of every plastic foun-dation and the necessary condition for the corpore-al universe of the images.From the matrix of the plate on which the engraverachieved infinite effects of light and shade by wayof the addition and subtraction of linear progres-sions, and from that surface filled with unstablesigns and optical piercings, Delhove takes the‘skin’ of her sculptures, suspended in emptinesslike imponderable fragments, concrete apparitionsof abstract gothic memories.In fact, as early as the middle of the 1990’ s theforms of the so-called “gothic unconscious” madereference to a cycle of prints dedicated to the spa-tial tensions of medieval architecture, meshes ofgeometrical purity in which the lines crossed eachother like thin threads that investigated the inextri-

cable space. An atmosphere from which flashes andcontrasts surfaced, forms of darkness and lightingsthat continue to solicit the artist’ s mind with re-gards to her sculpture, reinforcing the formal deter-mination and the sense of constructiveness that therecent sculptures embody in their ascensionalmovement.It is not fortuitous that the vertical tension of theeye fascinates Delhove as the possible synthesisbetween the graphic languages of old tradition andpresent-day experimentations of materials, themeeting point between the spiritual significances oflight and the material forces which emerge from re-ality, physical and mental ener gies by which theartist feels herself enveloped, participating al-though not overcome.Very far from sharing a static and monochord ideaof space, the bond with Gothic civilization is livedas a cognitive urge or drive, an humanizing visioncapable of projecting art towards a symbolic im-portance of the figure, instrument of conjunctionbetween sensitive reality and the aspiration towardsan absolute form.If it is true that the most profound interpretation ofgothic architecture lies in the relationship betweenthe constructive aspect and the atmospheric one -that is, in the continuous modification between ideaand reality as entities that interpenetrate each other- then the declared tie on Delhove’ s part with thistype of culture emerges from the will-cum-desire togive the form an impetus which embodies opposedtensions, a vital equilibrium between universal andforcefully subjective components.If we verify this conception within the sphere ofsculpture then one has to admit that one of the ne-cessities of spatial orientation is that of verticality ,of the ascensional thrust and impetus as a feeling ofthe giddiness which the measure of the body con-tains within itself, in the desire to connect one’ sown movements to those of the mind in a recipro-cal becoming.Most of the recent sculpture by Luce Delhove isrepresented by convex forms which allude to the

AMONG THE FURROWS OF THE MINDRegarding the recent sculptures by Luce Delhove

Claudio Cerritelli

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body or to parts of it. In this sense these sculpturesexpress a plastic concept as the modelling of essen-tial forms that are created by starting out from amalleable plane: a structure that takes on diverseconsistencies and dimensions ranging from thebrief fragment to totality, from the sign to the vol-ume and from the surface to the evocation of theenvironment.In a personal way the work by the artist confrontsitself with a tendency of contemporary sculpturethat is precisely based upon this fundamental da-tum: the bending or folding of the two-dimensionalplane, the creation of plastic values by means of therendering of the matter and its particular sensitiveattributes, ranging from the micro-or ganism to thefull spatial vision, from the nucleus of the object tothe dissemination of the sculpture.In Delhove’s case it would be better to say that

these ways of treating the plastic plane are depend-ent upon a kind of “mental mould” which is materi-alized in the imprint of the body - not exactly in theanatomical copy but in its allusive form. It is aprocess of invention that the artist directly con-structs with her hands, with the intelligence ofhandicraft knowledge, with the tactile emotion oftouching and transforming the matter according toan intuitive transcription of the body , never thesame and yet always present on the horizon of theimagination.

2. The giddiness of the body , imprints and ap-paritions

The body, in fact. Every verification of its formplays between presence and absence, between thelying inside and outside of the perimeter that con-tains it, as if one established a coincidence betweenwhat one sees and what one remembers. Betweenwhat is effectively perceptible and what one imag-ines is so.Delhove’s dream passes by way of the retrieval oftransfigured anatomical fragments as structureswhich protect and take care of the body’s seduction:images and metaphors that at one and the same timeare plastic and pictorial evocations of somethingwhich has vanished but has not been lost.Starting out from the memory of the body the artistconstructs another body, that of sculpture, joining

the concrete and the abstract within a sole form.Two types of the sensorial which always renewtheir meeting whether one is talking about workscharacterized by different matteric effects or else inthe case in which their appearance comes close tothe sense of abstraction.In Delhove’s research work there does not existmatter that does not involve the chromatic inter-vention. On the other hand there never emer ges aplastic definition that is not dictated by the reso-nances of the colour which insinuates inside be-tween the furrows of thought. Here the question isof a colour - ranging from the silvery to iron, orfrom grey to black - which not only suggests ametallic echo but also an archaic silence, above allwhen tending towards white, as if the sculpturewere a calcified find, an archaeological fragment ofthe mind, a mythological icon or a mute signamidst the multiple sounds of actuality.In “Astragalo” of 2001 painting and sculpture runthrough each other to the point of becoming puresensitivity of the plastic event. In “Untitled” of2002 a large imprint of the body is immersed in thepure whiteness of the matter from which minimalvibrations of black appear.From the optical subtleties of these two luminousvalues the artist obtains ambivalent reading effects,‘openings’ that let one glimpse the underlying partof the surface, the grain of the matter: the internalstructure made up of fabric, paper and pigment.In multiple textile fragments (2001-2002) the im-prints of busts and breastplates are added to by cutsand rents which show openings inside the surface,cavities that react to the force of the reliefs, signsthat implode always by way of marking the pointsof conjunction of the opposed tensions of the form.Delhove looks well at this fusion of space andcolour, volume and light, of weaving and trans-parency, of aerial elements and constructiveweights in order to keep the image to the point oflimiting one’s eye, always poised on the thresholdof desire, suspended between physical density andmental transfiguration. The strategies employed inorder to arrive at the culmination of these sensa-tions are diverse. Next to the folding of the surfacethe artist also places curving or slight deformation,possibilities which do not make the rhythm of thelines rigid but which stimulate swellings and di-

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latations. These are movements that belong to thevery nature of the body, to its biological tensions,like a flexing and recomposition of the form with-in the measure of the mind, accepting the sense ofthe inform as a non-negative aesthetic category .Rather, one capable of transforming itself into anew temptation.The unstable dimension of the fragment is particu-larly explored in contemporary sculpture: frag-ments of the body , fragments of nature and frag-ments of matters worn away by time. Although alsoimages which the artists construct as fragments ofthe memory. This is Delhove’s case. She does notfind the fragment as a ‘find’ of life but creates itstarting out from the emotion of the gesture, as thenucleus of existential values.The secret of this research is also that of knowinghow to always return to the origin of doing/mak-ing, to the handicraft pleasure of transforming theavailable elements - almost to the point of onceagain going through the phases of her work withthe enthusiasm of the initial experimentation.There is no prescription or ‘recipe’ that can be saidto be taken for granted in this process of manipula-tion of matters. One can affirm this with certainty,even if Delhove might develop her work notes andreveal the alchemies of language as the testimonyof “savoir-faire”, as the eulogy and defence ofmanual ability in being faced by today’ s ‘disen-gagement’ by artists with respect to techniques andtheir tradition.

3. Fragments and emotions of space

The discussion returns to the fact that Luce Del-hove loves to start out from a rectangular or squareform, from an impasto of textile or cellulose fibrewhich is modelled and folded with variations ofthickness that become the real identity of the im-age, its primary pregnancy (without adding or re-moving anything). Together with this phase onethen has the choice of particular forms which de-rive from the nature of the materials or from thedifferent way of treating them: smooth or roughsurfaces, painted or left indefinite (with the advan-tage of obtaining further tactile and visual effects).These are fragments of armour , breastplates, hel-mets and shields, instruments of war that can be

Dalla crociata: frammento, 2001Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 31 x 11 x 8

Dalla crociata: schiniere, 2001Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 45 x 14 x 8

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dislocated in dif ferent points of space. Protectivepieces of the body and the mind which allude towhat remains ‘on stage’ after the battle of time:scattered limbs of the memory that at times em-anate a sense of melancholy and mystery.The artist does not let herself be guided by whatev-er structural logic. If anything her point of refer-ence is the geometry of the human body , the struc-tural value of anatomical forms and the visual ten-sion of the surface that covers the absent image inrelation to emptiness, allowing one to intuit the im-print. If in her present-day graphic trials it is thematter that acts as the matrix for the forms, in herplastic work it is exalted in the act of being manip-ulated up to the point of modifying itself in aprocess of agreements - not programmable - be-tween idea and execution, between the project andthe final result and between the experimentation ofmaterials and their formal synthesis.What Delhove is exploring is a sculpture whichdoes not wish to make plain a precise meaning butone that transforms itself into a continuous modula-tion of plastic sensations, into a rhythm of formsthat ‘jut out’ and once again enter the matter , onlyshowing part of the visible - that errant fragment inthe laconic space of the wall.In starting out from the guarantee of the wall it is asculpture which ‘moves away’ in order, at a dis-tance, to once again find a dialogue with the wall(preferring, however, to remain detached from itsbreadth and height, almost as if to suspend the eyebetween the full and the empty and give ‘breathingspace’ to the part lying behind the plastic form, thatequally fascinating concave hiding place).A dialectic to be found in the work of all sculptors,from the figurative to the constructive, the full-empty is felt by Delhove as the internal energy forthe constitution of the plastic organism in the sensethat there cannot be construction of form if not byway of the instantaneous correspondence betweenthe full to the empty , and vice versa. In the samemoment they participate in the sculptural intuition,together protracting themselves in the act of in-stalling the plastic object in the exhibition environ-ment, as if a greater quantity of emptiness aroundthe work could modify the perception of the image:as if capable of giving it a dif ferent energy. In thissense one should neither underrate the way of in-

stalling these fragments nor their collocation in re-lation to light, depth and height. Nor should one ig-nore the sensation of weight that they suggest,stimulating the forceful inference of the metalliccolour.If it is true that the body is the matrix of the sculp-ture then consequently it is the armour, the metallicmail or the structure of the helmet that are the tan-gible and recognizable symbolic forms of these im-ages which contain the pulsions of the visible:these identify themselves with the primordial‘breath’ of space, determining every possible rela-tion between inside and outside. They are never in-ert icons, figures without life or signs of a past thatdoes not return. Instead they possess the imagina-tive force to propose themselves as traces in orderto imbue the matter in which they are incorporatedwith vitality.Delhove acts on the quality of light calculated in itsinfinite variations: it is not by chance that everyfurrow provokes perceptive jumps that give rise toalways different equilibriums in such a way as tomark the plastic space with shades or shadowswhich are the echo of light itself. One certainly hasmetallic echoes but also matteric sonorities whichthe artist to an ever greater degree sees as a furtherdevelopment of both the sculpture and the aggrega-tion of space (and with that almost indeterminatesense which gives the fragment the meaning of in-finite opening). During her most recent work phasethe approach to the naturalness of the matter andher interest for the rough and terse surfaces has be-come increasingly more urgent: a diverse physical-ity which Delhove investigates between the organicand the inorganic. As if she had to immerse herhands within the secret, innermost magma of theunconscious.From these unexplored abysses of the unconsciousthe sculpture comes out into the open, wanting toonce again conquer the archaic character of thematter, the inform thickness of the body and thecoarse trace of the mind. As if from this extraordi-nary encounter the first image of life could take onform, the sense of genesis and apparition, the realbody of a timeless sculpture.

Translated by Howard Rodger MacLean

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Il miglior fabbro, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 70 x 49 x 26

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Le roman de la Rose, 2003Struttura tessile con cellulosa

cm. 245 x 87 x 22

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Crisalide dell’anima, 2002Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 166 x 62 x 18

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Harnois blanc, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 48 x 37 x 10

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Nelle gole di Roncivalle n. 1, 2001Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 42 x 42 x 8

Nelle gole di Roncivalle n. 2, 2001Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 30 x 30 x 5

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Roman de Brut, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 45 x 46 x 17

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Il cantore delle armi, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 70 x 68 x 6

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Cotta d’arme, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 32 x 50 x 7

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Buio medioevo, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 34 x 24 x 15

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Camaglio, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 32 x 50 x 7

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Officina del poeta, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 85 x 92 x 18

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Frammento medievale n. 2, 2000Acquatinta, punta secca e tecniche sperimentali

cm. 50 x 50

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Frammento medievale n. 4, 2001Calcografia: tecniche sperimentali

cm. 35 x 35

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La tenzone di Raimbaut, 2001Calcografia: tecniche sperimentali

cm. 67,5 x 17 x 6,5

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1980 Galleria Mondrian, Roma1981 Galleria Aiga, Roma1984 Linee del territorio, Centro La Sorgente, Spoleto

(Perugia)1989 I tracciati, Studio S/Arte Contemporanea, Roma

Matera, Galleria Monocrome, Bruxelles, Belgio1990 Tensioni, Academia Belgica, Roma1991 Galleria Delle Foglie, Spello (Perugia)1992 Realtà urbana, Galleria Miralli, Viterbo

Caffè Voltaire, Catania1994 Luci trascorrenti, Galleria del Leone, Venezia1995 Galleria Spazio Oltre, Roma

Galleria Saletta Rossa, Torino1996 Blacks and Blues, Halsey Gallery, Charleston (South

Caroline), Stati Uniti1997 Incontri traslati, Galleria Il Mosaico, Chiasso,

SvizzeraSegni della memoria, Temple Gallery, Roma

1998 Saletta Rosa Spina, Ascoli PiscenoMasserini Arte Contemporanea, BergamoBiblioteca Cantonale, Lugano, SvizzeraAtelier del borgo, PiacenzaRecalcati Arte Contemporanea, Torino

1999 Biblioteca Centrale Sormani, MilanoBiblioteca Civica Internazionale, Bordighera(Imperia)

2000 Giardini, Studio d’Arte Grafica, Milano2001 Ardesie: i pendenti, Spaziotemporaneo, Milano2002 Medioevo e Contemporaneo, Galleria Nugae,

MilanoLaboratorio Arti Visive, Foggia

2003 Opere grafiche, Il Laboratorio Di Nola, NapoliSculture senza tempo, Spaziotemporaneo, Milano

MOSTRE COLLETTIVEGROUP EXHIBITIONS

1982 Ex Libris, Grafica dei Greci, RomaGenesi, movimenti, danza: la dinamica del segnonell’esperienza incisoria e gestuale, Galleria Aiga.RomaIl concetto della natura nel messaggio di SanFrancesco, Sala della Minerva,Assisi (Perugia)Creatività e tecnica nell’incisione: tradizione ericerca a Roma 1960/1982, Palazzo Venezia, Roma

1983 Graphic trends, Temple Gallery, RomaPrima rassegna Internazionale delle Accademie diBelle Arti, Expo Arte, Bari

Dal laboratorio alle collezioni, Istituto Nazionaleper la grafica, RomaNuova Grafica per il Manifesto, Centro Di Sarro,Roma

1984 Radierungen von 30 International bekanntenItalianischen Kunstlern, Wolfsburg, Hannover,Emden, Germania

1985 Segno, colore, spazio, Galleria Aldo Manuzio, LatinaGrafica Contemporanea, Palazzo Casali, Cortona,(Arezzo)

1986 Italian prints, Excelsior Fine Arts Gallery, Sidney,AustraliaSegno, colore, spazio: atmosfere romane, IstitutoCentrale di Grafica, Latina

1987 Tredicidiciotto, Studio MP, RomaPremio Internazionale Biella per l’incisione, PalazzoFerrero della Marmora, BiellaIncisione dall’Accademia di Belle Arti di Roma,Librogalleria Barte, Frascati (Roma)Le stanze di Persefone, Villa d’Este, Tivoli (Roma)10 e lode, Palazzo Valentini, RomaAfrica: project against apartheid, Academia Belgica,Roma

1988 Grafica di Via Sette Dolori, Expo Arte, BariDue scuole d’incisione: Accademia di Belle Arti diRoma, Grafica di Via Sette Dolori di Matera, LaScaletta, MateraDalla natura all’arte: aspetti dell’astrattismocontemporaneo, Biblioteca Comunale, Sabaudia(Latina)Tra figurazione e astrazione, S. Giovanni degliAlmadiani, ViterboDodicimenotrentacinquesecondo, Giovani Artisti aRoma, Ex borsa in Campo Boario, RomaPittori e pittori, Fondazione Bevilacqua La Masa,VeneziaIncisioni, Galleria Stanze del Segno, Sciacca Terme(Agrigento)

1989 Arte Fiera, BolognaConfrontation, Casino, Knokke, BelgioMale Formy Grafici, Lodz, PoloniaDopo il Boario, Spoleto (Perugia)Installazioni, S. Biagio, Tuscania (Viterbo)Contemporary Italian Printmakers,Melbourne,AustraliaExposition Internationale Petit Format de Papier,Couvin, Belgio

1990 Premio Internazionale per l’Incisione, PalazzoFerrero della Marmora, Biella

MOSTRE PERSONALISOLO EXHIBITIONS

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Percorsi, Galleria delle Foglie, Spello (Perugia)Dal segno al colore, dalla parola all’immagine,Studio S/Arte Contemporanea, Roma

1991 Presenze: artisti stranieri oggi in Italia, RoccaPaolina, PerugiaTra astrazione e figurazione, Prima Rassegna d’ArteContemporanea, Comune di Serino (Avellino)

1992 Creatività sotto torchio: la stampa d’autorenell’arredamento, La Piazza Bornello, Preganziol(Treviso)Prova d’autore, rassegna di grafica contemporanea,Palazzo Comunale, Castelgandolfo (Roma)VII Biennale de Gravure, Sarcelles, FranceVisioni e tracce, Gallerie Delle Foglie, Spello(Perugia)L’uovo di Colombo, Galleria Eralov, Roma

1993 Grafica Italiana a confronto, Temple Gallery, RomaLa stampa d’arte:come riconoscerla?, Atelier 50,RomaFemminile plurale, Vecchio Palazzo Comunale,Spello (Perugia)1st International Graphic Biennal, Maastricht, Olanda7th International Print Biennal, Varna, BulgariaItalianskih Grafikov, Graphic Museum, ZdravilisceRogaska Slatina, JugoslaviaMozart Variazioni, Museo della carta, Fabriano,Centro dell’Incisione Alzaia Naviglio Grande,Milano, Teatro R. Zandonai, Rovereto (Trento)Repertorio degli Incisori Italiani, Gabinetto Stampe,Comune di Bagnocavallo (Ravenna)La sperimentazione nella stampa d’arte, Spazio 9Arte, Carignano (Torino)The 6th International Biennal Print & Drawing, FineArts Museum, Taipei, TaiwanGravures, Galleria del Leone, Venezia

1994 Troisième Triennale Mondiale d’Estampes Petitformat, Chamalières, FranciaVII Triennale dell’Incisione, Palazzo dellaPermanente, MilanoArte Fuori Circuito, Caffè Latino, RomaInternational Print Triennal, Cracovia, PoloniaLa Strada 8° edizione, Ventimiglia (Imperia)Oltre Il Segno, Museo d’Arte Contemporanea,Skopie, MacedoniaLogos e Mythos, Galleria Spazio Oltre, RomaBiennal Ibiza-grafic, Museu d’Art Contemporani,Eivissa, Balears, SpagnaGli Spazi Erranti, Studio S/Arte Contemporanea,RomaGrafica Italiana Contemporanea, Galleria SalettaRossa, TorinoFormelle romane, Galleria Trifalco, Roma

1995 International Biennal of Graphic Art, ModernaGalerija, JugoslaviaIncontri con sibille, regine, dogaresse, poetesse,scrittrici… ed artiste, Galleria Atelier 50, RomaFemminile Plurale, Galleria La Gibigiana, Bra(Cuneo)Anni 90 Arte a Milano: mai più ripararsi dietro levirgole, Biblioteca Nazionale Braidense, MilanoErrances multiples, Istituto Italiano di Cultura, Cairo– Galleria l’Atelier, Alessandria, EgittoCarta senza frontiera, Kunstbygning, Arthus,DanimarcaEdizioni Masoero, Biblioteca Centrale Sormani,MilanoThe 18th International Independante Exhibition ofprints, Kanagawa, GiapponeIncontri d’arte, Mandela (Roma)Graphic Constellation, Cultural City Network, Graz,AustriaPrint Triennal, Nurenberg, Germania

1996 Premio Città di Casale, Casale Monferrato (Asti)Donne che lasciano il segno, Galleria 50, RomaRassegne delle Accademie in Europa: Artisti diBrera, Civitanove Marche (Ancona)Cartoline, Galleria Spazio Oltre, RomaPremio Internazionale Charles Moulin, MuseoCivico, Anticoli Corrado (Roma)L’immagine allo specchio, Sala Consiliare delComune, Mandela (Roma)Matera e i suoi dintorni psicologici, CastelloSforzesco, MilanoSurprise, Centro d’Arte l’Officina di Gorgia, RomaScena emergente: 15 Artisti Europei, CastelloColonna, Genazzano (Roma)

1997 Prospettive, Biblioteca Casanatense, RomaSilenzi, Libreria delle Donne, RomaBiennale de la Gravure, Sarcelles, FranciaPrimaverile Romana A.R.G.A.M., Studio S/ArteContemporanea, RomaIII Biennale per l’Incisione, Acqui Terme(Alessandria)L’Arte a Roma, Ex Mattatoio, RomaNel segno del labirinto, Comune di Varna, Novacella(Bolzano)International Print Triennal, Cracow, PoloniaArte al Femminile, Cascina Roma, San DonatoMilanese (Milano)Dry Point, Vigano Gallery, Budapest, Ungheria

1998 Me Io, Galleria La Cuba d’Oro, RomaNel segno del labirinto, Ex Pescheria, Este (Padova)Incisore al femminile, Palazzo Cisterna, TorinoIl Segno di Diario, Galleria Il Segno, Roma

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Triennale d’Incisione, Praga, CecoslovacchiaLa stampa originale, Civica Biblioteca d’Arte,MilanoTriennale de l’Estampes Originale, Musée desBeaux- Arts, Le Locle, SvizzeraArte e moda, Studio Laboratorio Labirinto, TorinoDonna è… “L’universo femminile nelle raccoltecasanatensi”, Biblioteca Casanatense, RomaContemporaneità, Portici del Lingotto, TorinoTracce, fili, segni, Galleria Il Tempo Ritrovato, Roma– Palazzo delle Prigioni, Venezia

1999 Incisioni, Museo della Permanente, MilanoLa Città dell’Arte, Ex-Mattatoio, RomaItinerari del Senso, Rassegna di Arte Contemporanea,Trassani di Urbino (Pesaro)Rassegna 98/99, Il Tempo Ritrovato, RomaFrammenti di memoria, Kungsgard, Gotland, SveziaSegni di carta, Museo di Arte Visive, Scuola “G.Matteotti”, Aprilia (Latina)

2000 3rd Egytian International Print triennal, Cairo,EgittoJ’accuse, ricognitoria soggettiva sull’arte, CIAS,RomaArs Itineris, Ex Chiesa Santa Rita, RomaFestoni, drappi e feste, II rassegna Internazionale diArte Contemporanea, Rocca di Cave (Roma)L’eau, Musèe et office de tourisme, St Paul de Vence,FranciaArt Colony, Galichnik, MacedoniaBNL: una Banca per l’Arte oltre il mecenatismo,Chiostro del Bramante, RomaPost post scriptum, Polisgramma, Roma – PalazzoVescovile, Frascati, RomaOro nero, Palazzo Comunale, Molini di Triora(Imperia)Art Paris, Galerie Claude Dorval, Carrousel duLouvre, Paris, FranciaCon la cima verso il cielo. La torre di Babele trasegno e forma, Galleria d’Arte Contemporanea,Cascina Roma, San Donato Milanese (Milano)2000 Arte Grafica Italiana, Villa Bettanini, Castellodi Peraga, Vigonza (Padova)Incisione Contemporanea, Il Quadrato di Omega,RomaArtisti proAIL Palazzo Vescovile, Frascati (Roma)

2001 L’Altro, incisione contemporanea, Centro CulturaleSvizzero, MilanoMe Art, Mendrisio, Svizzera8th International Cairo Biennale, Egitto – Accademiadi Egitto, RomaPrimo premio Nazionale di pitturaFerruccio Terrazzi,Corpo Forestale dello Stato, Sabaudia (Latina)

Post post scriptum, stabilimento ACS DOBFAR,Anagni, (Frosinone)Invito alla lettura, Biblioteca Alberto Savinio, RomaPremio Vasto, Labirinto dell’immaginario, Vasto(Abruzzo)Angeli, San Severo al Pendio, NapoliPensieri d’arte, Lo Scoglio di Quarto, MilanoIl pensiero, la parola, l’arte più che mai, LaboratorioArti Visive, FoggiaUn ponte sul Mediterraneo, Studio S/ArteContemporanea, RomaPremio Santa Croce, Villa Pacchiani, Santa Crocesull’Arno (Pisa)

2002 Imago libris: dalla legatoria contemporanea d’arteal libro d’artista, Il punto di svolta, RomaIl Colapasta, Macef, MilanoOmaggio a Palazzeschi, Lavatoio Contumaciale,RomaLibri d’artista, Villa Mercede, RomaCMF 40x40 Libreria Quasar, RomaL’altro, Palazzo Trevisan degli Ulivi, VeneziaIl classico dei tre caratteri, Libreria Bocca, MilanoArt Box, Centro per l’Arte e la cultura “A.Capizzano”, Rende (Cosenza)Le Edizioni Pulcinoelefante, Galleria Nugae, MilanoPietre, metalli e terre, Castel dell’Ovo, NapoliArt Colony Galicnick, Museum of the city, Skopie,MacedoniaContraddizioni si, ma solo apparenti, Galleria VentiCorrenti, MilanoProfumi d’inchiostri, ritratti immaginari di Lucrezia,Museo dell’Illustrazione, FerraraAd immagine di libro, Biblioteca Comunale, Aprilia(Latina)Scaramantici, galleria Fatto ad Arte, Monza (Milano)Arte da indossare, Artmele, MilanoSucq, Galleria Gard, RomaOreficeria Contemporanea, Cà de Oro, VeneziaL’Arte della stampa: printmaking is for ever, SoFAgallery, Bloomington, Indiana, Stati Uniti

2003 Arte in tasca, Annotazioni d’Arte, MilanoGli estraibili, Libreria Bocca, MilanoIncisori Italiani Contemporanei, Galeria IX,Budapest, UngheriaRumori di fondi, Università di Strada a Rua Catalana,NapoliMateria e segno, Galleria Fatto ad Arte, Monza(Milano)Prova d’autore, Il Quadrato di Omega, RomaLibri d’Artista “Per Margherite: variazioni daitemi”, Biblioteca Alberto Savinio, RomaIncisori ungheresi e italiani, Il Vecchio Melo, Torino

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Istituto Nazionale per la Grafica, Calcografia, Roma;Museo d’Arte Moderna, Lodz, Polonia; Musèe du PetitFormat, Cul de Sarts (Couvin), Belgique; Ministère dela Comunauté Francophone, Bruxelles, Belgique;Galleria d’Arte Contemporanea, Spello (Perugia);Museo dell’Incisione, Bagnocavallo, Ravenna, Italia;Musée d’Art Contemporain, Chamalières, France;Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II,Roma; Civiche Raccolte d’Arte Applicata ed Incisioni,Castello Sforzesco, Milano; Ca’Pesaro GalleriaInternazionale d’Arte Moderna, Venezia; Museo delleArti Grafiche, University of Hellman, Cairo, Egitto;Tama Art University Museum, Tokyo, Giappone;Galleria d’Arte Moderna, Torino; City Gallery, Uzice,Jugoslavia; Biblioteca Provinciale, Matera; BibliotecaCasanatense, Roma; Galleria d’Arte Moderna, Trasannidi Urbino; Biblioteca Civica Internazionale,Bordighera; Biblioteca Sormani, Milano; Museodell’Illustrazione, Ferrara; Civica Galleria d’Arte,Bellinzona, Svizzera.

EDIZIONI E CARTELLEEDITIONS

Atlantis, volume 14, Edition Belvedere Co. Ltd, Rome -MilanFresco, volume 11, Edition Belvedere Co. Ltd, Rome -MilanBlack Africa impressions, volume 2, Edition BelvedereCo. Ltd, Rome - MilanRigore e coerenza, cartella con un’incisione,presentazione di Giorgio Bonomi. Tiratura: 120esemplari numerati da uno a 120 e 10 prove d’autorenumerate da I a X, Roma 1991.Realtà urbana, cartella con un’incisione, presentazionedi Gabriella De Marco. Tiratura: 80 esemplari numeratida uno a 80 e 10 prove d’autore numerate da I a X,Roma 1992.Voltaire Arte 92, cartella con due incisioni,presentazione di Giuseppina Radice. Tiratura: 150esemplari numerati da uno a 150 e 10 prove d’autorenumerate da I a X, Roma 1992.Mozart variazioni, cartella con 12 incisioni,presentazione Anna Cochetti e Marco Botelli. Tiratura:

COLLEZIONI PUBBLICHEPUBLIC COLLECTIONS

100 esemplari numerati da uno a 100 e 12 proved’autore numerate da I a XII, stampate su cartaFabriano delle cartiere Miliani Fabriano, Edizioni CafèMozart, Stamperia Centro dell’Incisione, Milanosettembre 1993.Desiderio blu, libro con un’incisione ed un testodell’autrice. Tiratura: 30 esemplari numerati da uno a10 e 10 prove d’autore numerate da I a X, stampate sucarta Hahnemuhle, Franco Masoero Edizioni d’arte,Torino 1994.Tempo immagine, cartella con un’incisione di LuceDelhove e una poesia di Toti Scialoja. Tiratura: 90esemplari numerati da 1 a 90, stampata su carta Pescia ,Edizione Le parole gelate, Roma giugno 1995.Blacks and blues, catalogo con due incisioni,presentazione di Michael Phillips, Roma 1996.Prospettive, cartella con sette incisioni, presentazionedi Stefania Massari. Tiratura: 80 copie numerate da unoa 80 e 10 prove d’autore numerate da I a X, EdizioniTekhne, Roma 1997.Segni della memoria, catalogo con un’incisione,presentazione di Anna Imponente. Tiratura: 50 copienumerate da uno a 50, stampata su carta Pescia,Edizioni Tekhne, Roma 1997.Passione, cartella con sei incisioni. Tiratura: 68 copienumerate da uno a 68, stampata su carta Graphia. Lacartella è stata confezionata da Josef Weiss nella sualegatoria d’arte di Mendrisio. Edizione del Mosaico,Chiasso.I giardini della memoria, libro con un’incisione e untesto di Georges Braque. Tiratura: 33 esemplarinumerati in cifre arabe, edizioni Pulcinoelefante n.3506, Osnago, gennaio 2000.Classico dei tre caratteri, libro con un testo di WangYing Lin e un’incisione stampata in 33 copie, edizioniPulcinoelefante n. 4664, Osnago febbraio 2002Luce Delhove, libro con una poesia di Riccardo Scarpae un’incisione stampata in 40 copie, edizioniPulcinoelefante n. 4819, Osnago, maggio 2002.L’altro, cartella con sei incisioni stampata dall’Atelier14 a Milano, edizioni Cisi, Lugano 2002.Blu oltremare, cartella stampata dal Laboratorio di Nolain 22 copie numerate in cifre arabe su cartaHahnemulhe, edizioni Bruno Mansi, Ravello 2003.

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Tra epopea e romanzo: la chanson de Antioche, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 71 x 48 x 19,5

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Federica Di Castro, presentazione catalogo, Creatività etecnica nell’incisione: ricerca e tradizione a Roma1960-1982, ottobre 1982Mario De Candia, Tutti gli Ex Libris in una raccolta”, LaRepubblica” 1982.Franco Miracco, presentazione catalogo, Nuova graficaper Il Manifesto, Roma 1983.Antonella Sbrilli, Una grafica per Il Manifesto, “IlManifesto”, Roma, dicembre 1983.Federica Di Castro, presentazione catalogo, Linee delterritorio, Spoleto, ottobre 1984.Federica Di Castro, presentazione catalogo, Segno,colore, spazio:tracciati di una ricerca incisoria, Latina,dicembre 1985.Quale potere? Parlano le donne, “L’Unità”, 2 dicembre1986.Pamela Bell, Italian prints in Sidney, “Inprint”, Vol. 21,1-2 aprile 1986.Flavia Ruggeri, Valori estetici e non, “Paese Sera”,mercoledi 22 ottobre 1986.Berenice, Le Belle Arti in trasferta alla Bart di Frascati,“Paese Sera”, Settevolante, martedì 7 aprile 1987.Gabriella D’Alesio, 10 e lode, Artiste ironiche a PalazzoValentini, “Il Manifesto”, giovedì 19 novembre 1987.Gabriella D’Alesio, 10 e lode, “Arti Visive”, ottobre-novembre-dicembre 1987.10 e lode, “Flash Art”, n. 141 novembre 1987.Guido Strazza, Luce Delhove, presentazione in catalogo“Pittori e pittori, Venezia 1988.Mario De Candia, Artisti contro l’apartheid, “LaRepubblica”, Il piacere dell’occhio 1988.Marcella Cossu, presentazione catalogo, Dalla naturaall’arte, aspetti dell’astrattismo contemporaneo,Sabaudia 1988.Mario Ursino, presentazione catalogo, Dalla naturaall’arte, aspetti dell’astrattismo contemporaneo,Sabaudia 1988.Toni Toniato, presentazione catalogo, Pittori e pittori,Venezia 1988.Anna Cochetti, presentazione catalogo, Tra figurazionee astrazione, Viterbo 1988.Fabrizio D’Amico, presentazione catalogo,Dodicimenotrentacinquesecondo: giovani artisti aRoma, Roma 1988.Mario Ursino, presentazione catalogo, L’altra metàdell’arte, Roma 1988.Viterbo: una mostra nell’ex chiesa S Giovanni,“Corriere della Sera”, Appuntamenti, martedì 8novembre 1988.Rai Tg 3, 14 novembre 1988, ore 19.30.

Enrico Tantucci, La mostra della settimana, “La nuovaVenezia”, venerdì 21 ottobre 1988.Simonetta Baroni, Dodicimenotrentacinquesecondo,“Terzocchio”, Anno 14, dicembre 1988.Vito Apuleo, Al campo Boario ancora un mese giovane, “IlMessaggero”, martedì 1 novembre 1988.Rossella Caruso, Giovani artisti a Roma, “Flash Art”, n. 147,dicembre1988 – gennaio1989.Fabrizio Crisafulli, Roma, “Juliet”, n. 40, aprile1989.Berenice, Tanti giovani artisti al Campo Boario, “PaeseSera”, Settevolante, 24 ottobre1988.Ludovico Pratesi, presentazione catalogo, I tracciati di LuceDelhove, Roma, aprile 1989.Mario Cambi, presentazione catalogo, I tracciati di LuceDelhove: i contenuti dei sentimenticontenuti, Roma, aprile1989.Carmine Siniscalco, Studio S/Arte contemporanea, La voceA.R.G.A.M, 1989.Delhove allo Studio S, Proposte anno 3 n. 9, 11 maggio1989.Vito Apuleo, Delhove pittura e segno, “Il Messaggero”,martedì 16 maggio 1989.Carlo Apuleo, Delhove allo Studio S, “Proposte”, anno 3, n.9, 11 maggio 1989.Canale 23, domenica 21 maggio1989, ore 22.Canale 5 e Rete Mia, 5 giugno 1989, ore 22.30.Delhove Luce, Rai Tg 3, 14 novembre 1988, ore 1.30.Gian Luigi Rondi, Pittura”, Il Tempo”, venerdì 5 maggio1989.Enzo Bilardello, Delhove, “Corriere della Sera”, 5 giugno1989.Berenice, “Paese Sera”, Settevolante, lunedì 4 settembre1989.Art agenda,”Art Antiques Auctions, Bruxelles et environs, n.196, mai 1989.Generazione d’arte under 35, “Corriere dell’Umbria”,martedì 11 luglio 1989.A passeggio fra arte e storia, “Corriere dell’Umbria”,martedì 11 luglio 1989.E.P. Cose così, “Il Messaggero”, sabato 15 luglio 1989.Fulvio Abbate, presentazione catalogo, Installazioni,Tuscania 1989.Rosella Siligato, presentazione catalogo, Dopo il Boario,Spoleto, giugno 1989.RTE rete regionale di Spoleto, Spoleto in Festival, mercoledì12 luglio, ore 22.30, giovedì 13 luglio, ore 14.30, 1989.Tg1 Dopo il Boario, giovedì 13 luglio 1989, ore 13.30.TG 3 Dopo il Boario, giovedì 13 luglio 1989, ore 14.30.Philippe Cantraine e Fulvio Abbate, presentazione catalogo,Tensioni, Roma, 1990.

BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAPHY

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Frammento tessile n. 1, 2002Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 30 x 30 x 3

Chanson de Willelme, 2002Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 41 x 40 x 10

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Mozart variazioni, “Archivio”, novembre 1993.Tg 3 Marche, settembre 1993.Gloria Vallese, presentazione catalogo, Luci trascorrenti:segni di sé, Galleria Del Leone, Venezia, 1994.Luce Delhove, Desiderio Blu, collana Amorgos, FrancoMasoero Editore d’arte – Torino 1994Rolando Bellini, presentazione catalogo, Luci trascorrenti:ruote di luce, Galleria Del Leone, Venezia 1994.Catalogo “Art Leader”, Top Arts, Ed. Rossano Massaccesi,1994Scardovi Giovanni, Che cosa sarebbe la luce se…, Lugo(Ravenna)Gabriella De Marco, Ritmi e trapani elettrici, “L’Unità”,Cultura, lunedì 17 ottobre 1994.Catalogo Franco Masoero Edizioni d’Arte, settembre 1994,Torino.Paolo Bellini, Club grafica Forni, Editori Riuniti, Bologna,1995.Marco Rosci, presentazione catalogo, Luce Delhove,Torino, 1995.Fernanda De Bernardi, Luce Delhove: arte e tecnica,“Corriere di Torino”, sabato 15 aprile 1995.Angelo Mistrangelo, Fra le geometrie e l’astrattismo, “LaStampa”, giovedì 20 aprile 1995.Paolo Levi, Luce Delhove, “La Repubblica”, domenica 16aprile 1995.Franco Fanelli, “Il giornale dell’arte”, aprile 1995.Anna Cocchetti, presentazione catalogo, Logos e mythos,Roma, 1995.Mohamed Sehaba, Errances multiples, “Hebdo Al – Ahram”,13 – 19 settembre 1995, Cairo, Egitto.Marco Fragonara, La scrittura della luce: l’opera di LuceDelhove, “Charta”, anno V, n. 24, settembre – ottobre, 1996.Gabriella de Marco, Lo scorrere della luce, presentazionecatalogo, “Due secoli di incisione”, Ed. G. Mondadori, 1996.Michael Phillips, presentazione catalogo, Blacks and blues,Halsey Gallery, Charleston, Stati Uniti, 1996.Edizioni di Palazzo Bandera, Busto Arsizio, 1989 – 1996.Annuario, “Roma in mostra”, Palazzo delle Esposizioni,1996.Antonio Musiari, presentazione catalogo, Incontri traslati,Galleria Il Mosaico, Chiasso, 1997.Anna Maria Corbi, presentazione catalogo, Prospettive,Biblioteca Casanatense, Roma, 1997.Stefania Massari, presentazione catalogo, Prospettive,Biblioteca Casanatense, Roma, 1997.Anna Imponente, presentazione catalogo, Segni dellamemoria, Temple Gallery, Roma, 1997“Archivio”, Artisti Italiani contemporanei, anno II, n. 6,1997.Carlo Alberto Bucci, Un delitto senza castigo di NantasSalvataggio con immagini di Luce Delhove, “L’Unità”,Diario della settimana, anno II, n. 31.“Nuova Meta” Parole e immagini, anno XI, n. 10, p. 46-47,Editore Maffessoli, Firenze.

L’abbaye aux Dames, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 211 x 30 x 12

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C.M, Emozioni incise sulle lastre, “Il Messaggero”, 20marzo, 1998.Marilena Piccinini, Luce Delhove espone ad Ascoli,“Corriere di Ascoli”, 21 marzo 1998.Franca Maroni, Le rotelle di Luce Delhove, “Il Resto delCarlino”, 6 marzo 1998.Michelangela Turano, presentazione catalogo, LuceDelhove: dalla luce alla materia, Biblioteca CivicaInternazionale, Bordighera (Imperia), 1999.Triora, l’oro nero in cattedra a Brera, “La Stampa”, Imperiaspettacoli, mercoledì 1 dicembre 1999.“La Stampa”, Esposti a Parigi due capolavori fattid’ardesia, mercoledì 4 ottobre 2000.Marco Fragonara, presentazione catalogo, I guardiani dellamemoria, Studio d’Arte Grafica, Milano, 2000.“La Repubblica”, Arco della pace, Banca mecenate digiovani pittori, venerdì 15 settembre 2000.Aoristias, “Arte e cultura”, anno XXXIV, marzo 2000.Sebastiano Grasso, “Il Corriere della Sera”, marzo 2000.Marco Scolasi, L’ardesia come il petrolio, “La Riviera”,venerdì 21 luglio 2000.Nuova Macedonia”, 19 agosto 2000, Skopije.Maria Will, presentazione del catalogo, L’altro: incisionecontemporanea, fertilità dell’incisione, Milano 2001.Raffaele De Grada, presentazione catalogo, L’altro:incisione contemporanea. Otto divagazionigrafiche suL’altro, Milano 2001.Maria Fortino, “Viveur”, L’arte che mettiamo sotto i piedi,venerdì 3 maggio, anno X, 2001.Carlo Fabrizio Carli, presentazione catalogo, 1° PremioNazionale di pittura Sabaudia FerruccioFerrazzi,Sabaudia, 2001.Claudio Cerritelli, presentazione catalogo, XXXIV premioVasto d’arte contemporanea: Labirintodell’immaginario,Vasto, 2001.Marco Fragonara, presentazione catalogo, Contraddizionisì, ma solo apparenti, Milano, 2002Chiara Gatti, Cammei d’ardesia, “Arte Artigianato”, 2002Arte in Italy, anno 9, n. 19, I semestre 2002, Adriano ParisiEditore, Verona.Mimma Pasqua, presentazione catalogo Arte da indossare,Milano, 12 aprile 2002.Flavia Scotton, I disegni e le stampe, Cà Pesaro GalleriaInternazionale d’Arte Moderna, Venezia, Musei CiviciVeneziani 2002.Simona Cesana, segnalazioni in “ Arte Artigianato”, numero48, gennaio-marzo 2003.Stefano Di Stefano, Luce Delhove, il gioco degli oppostidiventa incisione, “Corriere del Mezzogiorno”, Cultura,mercoledì 30 aprile 2003, NapoliPatrizia Fiorillo, presentazione catalogo Blu oltremare,Ravello, 2003Claudio Cerritelli, presentazione catalogo Sculture senzatempo, galleria Spazio Temporaneo, Milano 2003

Chanson de Roland, 2003Struttura tessile con cellulosa e pigmenti

cm. 200 x 37 x 16

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Luce Delhove nasce a Uccle (Belgio) il 29 settembre 1952.Trascorre la sua infanzia in Africa fino all’età di sette anni

1959 Breve permanenza in Belgio, a Bruxelles per un anno.1960 Si stabilisce a Roma a l’età di nove anni con la famiglia.1972 Consegue il diploma di “Baccalauréat scientifique” al Lycée

Chateaubriand di Roma.1974 Frequenta l’Istituto Politecnico di Design a Milano diretto da

Nino Salvatore, conoscendo autori come Bruno Munari, GuidoBallo e Attilio Marcolli, affinando così un’interiore inclinazioneal rigore progettuale.

1976 Nascita del figlio Lorenzo.1978 Frequenta la Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti

di Roma ed un corso serale al Liceo artistico “Pantheon” doveinizia a praticare l’incisione.

1979 Si iscrive al corso di decorazione dell’Accademia di Belle Arti diRoma, frequentando il corso di decorazione di AugustoRannochi e il corso di incisione di Guido Strazza, doveapprofondisce con un lavoro assiduo e personale la conoscenzadel linguaggio e delle tecniche.Prima personale alla Galleria Mondrian di Roma.

1980 Inizia una collaborazione con la casa Editrice Belvedere diRoma diretta da Wolfgang Hageney che durerà alcuni anni,illustrando tre libri tra cui AfricaSocio dell’Associazione Incisori per la Grafica d’arte “Aiga”.

1982 Cura l’organizzazione della mostra Creatività e tecnicanell’incisione: tradizione e ricerca a Roma 1960 – 1982,Palazzo Venezia, Roma.Socio fondatore dell’Associazione Culturale Tekhne, Roma.Frequenta il laboratorio d’incisione dell’Istituto Nazionale per laGrafica, Roma

1983 Si diploma in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma.Frequenta il seminario di litografia all’Istituto Nazionale per laGrafica.

1984 Insegna tecniche dell’Incisione presso il laboratorio dellastamperia Corbo & Fiore, a Roma, per alcuni anni.Frequenta il seminario di xilografia Giapponese all’IstitutoNazionale per la Grafica

1985 Insegna xilografia e tecniche dell’Incisione presso la Scuola diArti Ornamentali del Comune di Roma, per tre anni.Si diploma in arte della stampa all’Istituto d’Arte SilvioD’Amico a Roma.

1986 Assistente alla cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademiadi Belle Arti di Roma fino al 1989.

1987 Riceve una borsa di studio per frequentare il laboratoriod’Incisione dell’Associazione Culturale “La Scaletta” diMatera. Da questo soggiorno trarrà spunti tematici per una seriedi lavori (pastelli e incisioni) che saranno presentati insuccessive mostre personali.

1988 Fabrizio D’Amico presenta il suo lavoro nella rassegnaDodicimenotrentacinqueprimo: giovani Artisti a Roma, daquesto momento le sue opere si pongono all’attenzione digalleristi, critici e collezionisti.

1989 Assistente alla cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademiadi Belle Arti di Bologna.

1990 Assistente alla cattedra di tecniche dell’Incisione all’Accademiadi Belle Arti di Roma fino al 1992.Collabora alla partecipazione dell’Accademia di Roma alprogetto Erasmus d’interscambio con Accademie Europee.Organizza la partecipazione dell’Accademia di Belle Arti diRoma all’Esposizione delle Accademie Europee a Barcellona.

1992 Nominata titolare della cattedra di tecniche dell’Incisione pressol’Accademia di Belle Arti di Torino. Conosce Franco Masoero

che la invita due anni più tardi a realizzare un libro nella collanaAmorgos.

1993 Titolare della cattedra di tecniche dell’Incisione all’Accademiadi Belle Arti di Venezia.Seminario di tecniche dell’incisione presso la ScuolaInternazionale di Grafica a Roma.

1994 Titolare della cattedra di tecniche dell’Incisione all’Accademiadi Belle Arti di Milano dove tuttora insegna.

1995 Invita Giuseppe Mirabella a tenere una conferenza sul tema dell’ex-libris presso il suo corso all’Accademia di Belle Arti di Breraa Milano.

1996 Conferenza alla Temple University of Rome, Roma.Secondo seminario sulle tecniche dell’Incisione alla ScuolaInternazionale di Grafica a Venezia.Vince un premio d’incisione al Premio “Città di Casale”, CasaleMonferrato.Conferenza al College di Charleston, South Caroline, StatiUniti.

1997 Conferenza all’Università La Cattolica, su “L’incisionecontemporanea”, Milano.Invita Gianfranco Grechi a tenere una conferenza sull’Ex-librise Paolo Bellini, docente di Storia dell’arte all’Università laCattolica di Milano, sulla storia dell’incisione.Laboratorio con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Breraalla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia.Terzo seminario sulle tecniche calcografiche alla ScuolaInternazionale di Grafica a Venezia.

1998 Incomincia a sperimentare nuovi materiali per le grafiche erealizzare delle sculture con carte stampate, cellulosa e materialetessile. Opere che verranno esposte in successive esposizioni.

1999 Invitata a partecipare ad uno stage di lavorazione esperimentazione dell’ardesia in Valle Argentina in provincia diImperia.Dopo questa esperienza si dedica alla realizzazione di gioielli esculture in ardesia presentando il suo lavoro alla Galleria TotemIl Canal a Venezia e alla fiera Art Paris con la Galeria di ClaudeDorval.Trasferisce lo studio in via Principe Umberto 27 a Roma, doveapre un laboratorio di grafica ed uno spazio espositivo.

2000 Invitata a partecipare ad uno stage di pittura e scultura aGalichnik in Macedonia.L’ardesia incisa, conferenza alla Libreria Hoepli a Milano.

2001 Secondo anno di partecipazione allo stage di scultura in ValleArgentina. Con il progetto “Ardesia incisa e stampata” invita gliallievi dell’Accademia a lavorare su questa pietra esponendo ilavori alla Galleria Bellinzona di Milano. L’Associazione NuoviOrizzonti assegna cinque borse di studio per partecipare allostage di lavorazione dell’ardesia. Invitata da Gabriella De Marco, titolare della cattedra di Storiadell’Arte - Arte Contemporanea a tenere una conferenza pressoil corso di Laurea in Scienze delle Comunicazioni all’Universitàdi Palermo.

2002 Invitata da Enrico Crispolti a condurre un seminario sull’artedella stampa alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’Artedell’Università di Siena.Conferenza sui gioielli in ardesia al Dipartimento dei Metalli eOreficeria dell’Indiana University di Bloomington, Indiana,negli Stati Uniti.

2003 Espone per la prima volta in una mostra personale le sculturerecenti nella galleria Spaziotemporaneo a Milano.

Vive e lavora a Roma e Milano.

BIOGRAFIABIOGRAPHY

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Stampatoa Roma nella Tipografia Eurosia

in 1200 copie.

Roma luglio 2003