lU soTreninorosso,anchelavisitagui- sportinvernaleedestivo ...

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. Giovedì 27 marzo 200_3 _ FVJ: .0 TI R A td ft~.~""''''''' __ '''''_''''''''''=-''''''==L- ---l n c.Tl\n~n_\lU ~~ I I cere Bassone di Como. Il progetto è rivolto ai viaggiatori delle Ferrovie retiche. . so Trenino rosso, anche la visita gui- sport invernale ed estivo. Dante incanta la platea Unitre TIRANO - «Dante Ali- ghieri scrive; sotto divina ispirazione e la sua poesia resteràimmortale,perchédi- venta ricerca della speran- za,.espressione di fede e cammino verso la verità». La studiosa Anna Bordoni Di Trapani ha reso omaggio alla sacralità della «Divina Commedia» catalizzando l'attenzionedelpubblico du- rante la lezione Unitre svol- tasi martedì scorso, nella sa- lagremitadelCreditovaltel- linese. L'opera di Dante è stata dei versi dell'incipit del can- spiegata grazie alla capacità to 25esimo del Paradiso. I dialettica della docente uni: . dubbi teologici, i pensieri, versitaria, studiosa, direttri- gli incitamenti ad osare, i ce dell'Unitre di Sondrio e moniti all'umiltà, l'amore ed i desideri del poeta analizza- preside del Liceo Classico ti dalla professoressa, in un' di Sondrio. interpretazione totalmente «La Divina Commedia poe- personale, hanno trovato ma sacro al quale ha posto condivisione fra il pubbli- mano e cielo e terra». Que- co. «Un pomeriggio magni- sto il titolo dell'incontro e fico - afferma Remo Felesi- na, presidente tiranese Uni- tre - La relatrice è riuscita a coinvolgere l'intera sala ed atrasmettereilasuaemozio- ne e il suo entusiasmo. La docente haofferto alpubbli- co una personale interpreta- zione della Divina Comme- dia,edinparticolaredelcan- to 25esimo dei Paradiso, in- dagandoprofondamentesul- la componente sacrale del poema. Dante nella sua scrittura è stato ispirato'per- chè i suoi pensieri hanno re- spiro universale». Davanti ai partecipanti .siè stagliato quindiunDantepoetaepen- satore eclettico. Un Dante politico, filosofo e teologo, determinato a progredire nella ricerca di una vita che abbia un senso e saggi valo- ri. «LaprofessoressaBordo- ni Di Trapani ha ridato vita .alI'opera e al pensiero del poeta che può tornare ad avere grande attualità nella costruzione dell'identità dell'Europa, ovviamente mediatodallaricercasucces- siva». Afferma Carla Sol- toggio .Moretta, direttrice dei Corsi Unitre. Un Dantç, Alighieri quindi non neces- sariamente legato al suo tempo, ma in grado d'inter- pretareaspettieternidell'esi- stenza. Gabriela Garbellini

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. Giovedì 27 marzo 200_3 _ FVJ: .0 T IRA td ft~.~""'''''''__ '''''_''''''''''=-''''''==L- ---l n c.Tl\n~n_\lU~~ I I cere Bassone di Como.Il progetto è rivolto ai viaggiatori delle Ferrovie retiche. .so Trenino rosso, anche la visita gui- sport invernale ed estivo.

Dante incanta la platea UnitreTIRANO - «Dante Ali-ghieri scrive; sotto divinaispirazione e la sua poesiaresterà immortale,perché di-venta ricerca della speran-za, . espressione di fede ecammino verso la verità».La studiosa Anna BordoniDi Trapani ha reso omaggioalla sacralità della «DivinaCommedia» catalizzandol'attenzione del pubblico du-rante la lezione Unitre svol-tasi martedì scorso, nella sa-la gremita del Credito valtel-linese.

L'opera di Dante è stata dei versi dell'incipit del can-spiegata grazie alla capacità to 25esimo del Paradiso. Idialettica della docente uni: . dubbi teologici, i pensieri,versitaria, studiosa, direttri- gli incitamenti ad osare, ice dell'Unitre di Sondrio e moniti all'umiltà, l'amore ed

i desideri del poeta analizza-preside del Liceo Classico ti dalla professoressa, in un'di Sondrio. interpretazione totalmente«La Divina Commedia poe- personale, hanno trovatoma sacro al quale ha posto condivisione fra il pubbli-mano e cielo e terra». Que- co. «Un pomeriggio magni-sto il titolo dell'incontro e fico - afferma Remo Felesi-

na, presidente tiranese Uni-tre - La relatrice è riuscita acoinvolgere l'intera sala eda trasmetterei la sua emozio-ne e il suo entusiasmo. Ladocente ha offerto al pubbli-co una personale interpreta-zione della Divina Comme-dia, ed in particolaredel can-to 25esimo dei Paradiso, in-dagando profondamentesul-la componente sacrale del

poema. Dante nella suascrittura è stato ispirato'per-chè i suoi pensieri hanno re-spiro universale». Davantiai partecipanti .si è stagliatoquindi unDante poeta e pen-satore eclettico. Un Dantepolitico, filosofo e teologo,determinato a progredirenella ricerca di una vita cheabbia un senso e saggi valo-ri. «La professoressa Bordo-

ni Di Trapani ha ridato vita.alI'opera e al pensiero delpoeta che può tornare adavere grande attualità nellacostruzione dell'identitàdell'Europa, ovviamentemediatodalla ricerca succes-siva». Afferma Carla Sol-toggio .Moretta, direttricedei Corsi Unitre. Un Dantç,Alighieri quindi non neces-sariamente legato al suotempo, ma in grado d'inter-pretare aspetti eterni dell'esi-stenza.

Gabriela Garbellini

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TIRANO - (tmf) Emozio- tre, ildott.Clementiha letto', essere, l~'gi-azi~fmo all'al-nante ricordo di Grytzko le ultime riflessioni di: troieri trascurate, o consi-Mascioni ad inizio setti-. Mascioni("Qmmdodopoil derate con superbia suffì- .mana per l'Unitre di buio la luce è più luce") '. cienza come dovute per laTirano. L'università tira- riportate dal notiziario sola ragione d'essere al

, neseha volutocosìrendere della Banca Popolare di mondo, gli fiorisce dentro,, omaggio ad uno dei più Sondrio: un percorso a con ignota freschezza". Egrandi letterati e poeti che ritroso nell'infanzta, nella' concludeMascioni:"E chela Valtellina abbia mai· sua adolescenzaenella sua durando (la vita, ndr.);:generato, E' ancora fresco etàmatura, nei luoghi a lui niente consuma del tutto; ,il dolore della sua scem-e cari, dopo lo scampato ~ c'è sempre un passato che

.. parsa, per un male incura- purtroppo solo momenta- a saperlo vedere', eccolobile; tra gli amìcì di neo - pericolo alla' sua' rinascere nei suoi coloriGrytzko Mascìonì, ma' salute; di li a poco sarebbe migliori. E' il veliero chegrande è stato il desiderio, sopraggiunta la morte. un vento amabile riso-

. daparte delpresidente ~el:~:Che, faccia bene stare spinge nel m<'l:reaperto,t. .l'Unìtre, dott.Remo Fele:';- male, molto male?~.-' SI ' , dove gl.ì scogl ì della trI--'. sina,e della direttrice deì- -,"chìedeMascìonìnell'aper-, stezza si allontanano acca-corsi, dott.ssa Carla Sol- ' tura delle sue riflessioni. rezzati e dilavati dalla,

. toggio, di inaugurare.' (.:,)E una .rinata voglia di risacca ...", Tanno accademiconel suo cogliere della vita" che sac; -,-'~-:--.,--...,..,--:-:-",:"rrr-

" ,"' «s 'COI: p.-U!l,sociQ- ell'Uuj:,~-'be 9.' t~~apoE\sa. 'J;', ''':trl> ",j';i..",

Corriere della Valtellina

ICORDO DI GCULTURA

o ASCIOdi Giorgio Luzzi

Se ne va, coraggio-samente e ancoraprecocemente, co-

lui che precocementeaveva esordito nei primianni cinquanta con delletraduzioni liceali dai liri-ci greci che avevanoaperto la strada a una vi-ta di scrittore non facil-mente comparabile dalpunto di vista della fertì-lità e della intensità.Gritzko Mascìonì era na-to alla fine del 1936 inun luogo della Valtellinaai confini con la Svizze-ra; svizzeri erano i suoiascendenti e Svizzera sa-rà una delle sue patriestabili, Lugano. Le altre,oltre alla patria italiana,sono state quella nonsoltanto ideale della Gre-cia e inoltre, sofferta eamata fino in fondo, laCroazia della capitale epoi quella del sud dell'A-driatico. Gritzko è mortoin Francia, a Nizza, verso

metà settembre. Suun'altura di Nizza avevaritrovato serenità e con-centrazione assieme allagioventù della moglie re-cente, tenera e estrover-sa, ferma nel governarela sua purtroppo franataconvalescenza.Mascìonì, allo stesso mo-do che nella vita, ha in-teso anche in letteraturasperimentare un po' tut-to, con un dispendio disé pari alla riflessionecritica sul mondo con-dotta nei modi del dolo-roso amore per l'esisten-za come avventura re-sponsabile. Partito comepoeta, negli ultimi anniottanta aveva già accu-mulato per le cure dellaRusconi (allora vivafertile nelle edizioni ditendenza moderata ri-spetto ai climi variamen-te sperimentali) un'anto-logia personale di tuttorispetto, l'ampia forma diauto considerazione diun cinquantenne dallo

stile contempora ea-mente indefinibile ~ in-confondibile. Indefinibilequanto alle parentele di-rette e calcolate, troppoelegantemente consuma-te ( n h sul piano per-son l ) P r convertirsi intìr nnìa di scuola sullot!l . In onfondibile perun uo ritmo fermo daolloquiO interiore co-smopolitico e esi ente.Questo era il suo itmotra poesia e esiste a, le-game che gli è stat-pre a cuore in m nieracentrale, tanto da qondi-zionarne le riferib ità aigruppi di generazìone: iquali, appunto, hannoaccolto la sua pr enzacome quella di un collegadottissimo e non li[duci-bile a una tendenza pre-ìsa e a una facile assi-mil bllità.Gritzko stato serittorenel senso più rìc o deltermine, in un senso sesi vuole artstocraàco og-gi largamente in disuso;

ha scritto poesie. poeta èstato dall'adolescenza al-la fine (è imminente, edunque purtroppo po-stuma, una nuova rac-colta per l'editore Aragnodal tragico titolo "Angst-bar", bar dell'angoscia);ma è stato un grandesaggìsta, concentrato so-prattutto sui temi dellagrecìtà, Saffo, Socrate, esoprattutto un Apollo fe-rìno e crudele, tutt'altroche limpido e seducente.Ed è stato fertile narrato-re, capace anche qui ditrasformare, come inpoesia, l'autobiografismoin emblema.Parafrasando Montale,egli usava dire, nei suoimolti incontri contrasse-gnati da una generositàsenza pari e da una dis-ponibilità infaticabile al-la comunicazione, di es-sere vissuto "al centocin-que per cento". Si è spe-so, e lo sapeva. Al dis-pendio della biologia hafinito sempre per corri-

spandere quel caratteresotterraneamente dolen-te dei suoi versi, quelparlare di sé come mo-mento di crisi storica ri-conoscibile in ognuno,patita da ognuno, da luiinterpretata come formadi stoica vitalità, senzasublimazioni e senzaestemporaneità facili,ma piuttosto accomuna-bile all'esperienza di altripochi autori europei delNovecento, scrittori pervirtù di integrazione traruolo pubblico e confi-denza con se stessi nel-l'atto poetico. Quello sti-le in versi, piuttosto ri-volto al passato, era co-munque un classico e,quasi ovidianamente, co-priva la disperazione peri limiti stessi di quelgrande esilio che il mon-do sembrava talvolta es-sere per lui.

Questo ricordo compari-rà sul prossimo numerodella rivista "Poesia".

di GRYTZKO MASCIONI

fervescenze provvide di salutari le-zioni. Ma durava ancora il viavaitra la città che nel debordare ne-reggiante di una folla anonima in-segnava pazienza e umiltà e invi-tava alla ricerca di esperti maestrie di condiscepoli desiderosi di farequalcosa che valesse la pena, e lavalle materna. Dove sul precipizioche forse segnalava a suo modo laventura fuga d~li anni, Teglio noninnalzava solo l orgoglio dell'anti-ca torre ma anche il furnigare deipiatti di pizzoccheri attorno ai qua-li faceva cerchio l'allegria degliamici che celebravano una giovi-:nezza non ancora tarlata dal ven-

strada avessimo fatto, o quantofossimo andati fuori strada, (...),. .\ . . . .un gIorno IIll ritrovai a vrvere mquei Balcani che sembrano lontanima sono tanto vicini,quando a Bel-grado una furia di insensato pre-dominio accese la miccia aggressi-va che innescò lo scoppio di unabomba di desolazione a Vu.kovar,a Duhrovnik, a Zagabria, a Sa-rajevo ...(...) E così la Croazia si è aggiuntaall'elenco dei miei paesi, per annine ho sperimentato la sommersaricchezza, umana, tante volte tra-volta e ustionata da fiamme acce-se altrove da espliciti o occulti di-

nuovo. Nuovo in effetti era il miosguardo rivolto al passato (...). Ap-pena il riaffluire delle forze me loconsenti, partii: cvi assicuro, ho fi-nalmente capito ciò che significauna rimpatriata.Anche qualche favorevole caso miha aiutato: ma che dire, del mutoabbraccio con i compagni di scuo- .la della mia prima elementare, aCampocologno? Cosa, della cenain un'ospitale locanda di Villa diTirano con le ragazze che mi ave-vano fatto battere il cuore e con iragazzi che avevano condiviso lespericolate acrobazie dell'adole-scenza (...)? Ma non mi acconten-

~~ aMASCIONI__'Diario interiore di Un peIlegrinaggl

Sull'ultimo numero del Notiziario della Banca Popolare di Sondrial'estrentestamento letterario e spuituale dello scrittore scomparso venerdì scorso a !vE' scomparso venerdì scorso a Nizza bre.GrytzkoMascwni: la notizia,pero, per L'uomo che ci siamo figurati, losua espressa volontà. è giunta soltan- .confesso, forse un po' mi somiglia.to a funerali avvenuti attraverso un Forse sono io, mi dico, uscito allanecrologio pubblicato sul «Corriere luce da un tunnel sul quale nondella Sera» di martedì 16 settembre amo intrattenermi: basti sapere cheredatto dallo stesso scrittore. per qualche tempo era sufficienteGrytzko Mascwn~ originarÙJ di Btu- che mi cadesse l'occhio su un 01'0-

sig/Svizzera) era nato il l" dicembre logio o un calendario, per pensareJfj)86 a Villa di Tirano. a quante volte ancora avrei com-Dal 1961, in pratica dalla fondaziD- piuto quel gesto irriflesso che im-

- t . 'né, iniziò a collaborare con la Televi- mancabilmente mi rimandava al::..':' tione della Svizzera italiana, per la computo dei giorni che mi restava-

'7, quale ha realizzato numerosi servizi, no. Davvero pochi, pareva. Poi, do-~(r :sino ad assumere importanti cariche lore e trepidazione, erano d'un trat--:[:-~",organizzative. E stato anche regista e to alle spalle: e gli interrogativi che- '1( produttore. mi avevano turbato rimanevano,_"'~{Fu autore di romanzi, bwgrafie, va- ma ora riuscivo a accoglierli con la,,' "riazioni. narrative su temi mitowgic~ serenità di chi-ha già fatto da vici-

~" raccolte poetiche, di sceneggiature e no l'esperienza del peggio. E ciòtesti teatrali . che emergeva dal lago di stuporeSiè oc~up«to a lungo anche di comu: su quimi sembrava di navigare; erancasione, di spettacolo - come auto- la precisa intenzione di tenermire e regista - e di arti v~ive, con nu- stretta ogni occasione di rifare unmerosi testi per cataloghi; interventi e cammino che mi riportasse a guar-soprattutto documentan; e con artisti dare con gratitudine alle cose buo-ha·altresì realizzato edizioni d'arte. ne che nel presente o nel corso de-Per l'opera complessiva haneeuuo il gli anni erano sempre lì ad aspet-Premio internazionale Dubooica - tarmi, ma che esigevano da me unoHvar nel 1993 e il Grand Pnx Schil- sforzo di amoroso impegno al qua-ler, il massimo riconoscimento lette- le mi -accorgevo di non essermi fi-TarÙJsvizzero, nel 2000. no allo~acome iiusto adeguato. MiDal 1992al 1996 è stato direttore con pungeva soprattutto la speranza di~~atut~.diploma~~ de!l'Istif;rjto ita::..:_..:;r~ia::ll.~.::a::;;:c;;:,:ci:::a::..re~il~f~il~o...:c:::;;h~e..:;a",v",,·e..:.;va=n'-o-_L""~~-=

un'ipotesi ancora vitale di comuni-cazione onesta e responsabile, cosìspesso tradita in seguito dal ribol-lire della volgarità caharettistica edal prurito provocatorio dell'ipe-rinformazione, ebbra di illusoriscoop. (...)A questo punto il diario della rim-patriata registra l'obbligatoria fer-mata a Milano: la città non è più lametropoli ancora semi diroccatadalla guerra e tuttavia fermentan-te di accesa voglia di fare e costruì-re il futuro che mi aveva sbalordi-to da ragazzino,' gli occhi ancoraabituati allo spettacolo dolce e as-sorto della mia valle; e nemmenoquel bonario teatro che accoglieva'il fervore un po' scamiciato degliartisti di Brera e dintorni, che nonci sono più ma che hanno fatto tan-ta parte della pittura italiana, daCassinari a Fontana, da Migneco aCrippa. Non è più quella dell'esa-

, gitato '68, delle gelide paure deglianni di piombo, degli incontri let-terari alla scomparsa libreria diRenzo Cortina .dove. tra habituéscome Dino Buzzati o Indro Monta-nelli, potevano capitare [ack Ke-rouac o Erskine Caldwell o AndyWarhol. (... ) Orami chiedevo seavessi davvero colto'nella sua es-p-n'7..R f~tt.R di T-ÌO'òr.A-iL.ool:nlt...ont

fine per riscoprire leranti del principio: {nocenza del neofita (ma volta si imbatte nne di un universo stelde scoperte che ripertieri che si erano anscrepolando con il iltempo. Non ci stavol'insensibile corrosioìche ci accade di scamscontata esperienza I

mondo. E ancora UIgevo dal mio pellegrìidava vita èoncreta e .te al catalogo un po'miei amori.Dalla capitaneria di Ilho lanciato uno sper~lo a Dubrovnik: c'eghetto che staval'Adriatico, davo app'vecchi amici di una li:di pena e di coraggamabile fratellanza aCittà, Gradzka Kavipiù centrale dell'anti,éa di Ragusa. Non mitrattenere molto, IItroppo a ravvivare glmusica composita, flbrividire della paura:co della città assediatnl;a dollo DO~J;;JO"_O ,

ta? purché p~-Idiventi abitudi-. A esperimentono un uomo re-ci colloqui estre-bruschi faccia a .[a dell'aldilà, in-ItOdella propriatura: all'improv-isanato, è lì nelloscopre il mondo.ier la prima vol-ato a ridisegnareforse non avevadovuta attenzio-ti.o patinati dallacui troppo spesso'isi della familia-ersi nella nebbiami. I più frusti~re(...Il tutto riaf-inedito reperto-

rilucenti di unatà. La canzonet-listratto gli risuo-:on l'emozione dii libri che sfoglia-:lronanza svelanoate sorprese, fan-) vertiginose illu-traversano comele penombre delnata voglia di co-he sa bene quan-ssere, le grazie fì-ascurate, o consi-la sufficienza co-sola ragione d'ès-;li fiorisce dentroezza, Gli anni nonominciano a esse-io di non sottrar-iglia che lo com-acolo delle comu-e dirama come leIUtache dopo unaà approfitta dellastora le vecchie fi-

~~;~tt~~~llo-ch~-~~~ev-on:'~C~os~ì,-n-e--------~~~--~~~~~-tracciavo come potevo il disegno, Egià in un primo abbozzo ecco af-fiorare il paese dove sono nato, ilborgo di Villa di Tirano che si di-lunga ai piedi della costa soliva del-la Valtellina -di mezzo, di dove siinerpicano le prealpi retiche e si di-partono fra rocce e selve i sentieriche i lesti contrabbandieri di untempo ,percorrevano a occhi chiu-si. Ritornava il trambusto dei grigi

, e magri giorni di guerra, e attra-verso la lente di uno sguardo in-,fantile che ingigantisce o rimpic-ciolisce a suo grado i dettagli deglieventi ché fanno la confusa tramadella maiuscola e a volte atroce av-

~ ventura umana, riappariva il mi-stero llCOngruOdelle frontiere, tor-navano le sbarre bianconere delconfine di Piattamala presidiatodai foschi militari tedeschi, e piùsu, i valichi clandestini dove eratutto un' frenetico scambiare sac-chetti di riso e golfini d' angora ~o-sa e celeste, e si vedevano letterepassare di straforo di mano in ma-no, .e risuonavano le intemperantirisate dei partigiani fieri della loro .selvatica Iihertà, della esibita setadei'paracadute americani che pre-sto si sarebbe mutata nel candoredelle camicette tese sul seno pro-spero delle ragazze. (...lE inavver-titamente anche la morte andava aiscriversi nell'educazione senti-mentale del bambino che ero e cheguardava curioso agli orizzonti ere-stati che incombevano attorno e sichiedeva cosa ci fosse di là.la men-te già presa dai favolosi racconti deigrandi che parlavano di inmtensecittà formicolanti nel cuore di ster-minate pianure e dell'acqua blu delmare che non finisce mai. E ap-punto la curiosità compressa dallastagione bellica sarebbe esplosa ilgiorno stesso della battaglia di Ti-rano che il 28 aprile del 1945avrebbe chiuso l'epopea della Re- .sistenza e dischiuso la febbrile se-que~a delle mie inquiete migra-ziom.,(...lAppena il tempo di una sostaa Villa perché l'adolescenza mor-desse di gusto i frutti saporosi deiprimi amori e conoscesse le grinto-se scaramucce contradaiole, e già 'Sondrio alludeva dai vicoli scorti-cati dai e oli del rione Scarpatetti

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Grytzko Mascioni, lo scrittore nato a Villa di Tirano e scomparso venerdì 12 settembre a Nizza, "

tare dell'insoddisfazione universa-le, dell'agra ribellione che avrebbeturbato o rischiarato, secondo ipunti di vista, l'incalzante futuroprossimo. Ci volle l'invenzione del-la televisione e il suo dilagare nelleconsuetudini popolari perché miprendesse l'uzzolo di metterei lemani: e fu possibile solo attraversole ancora vergini antenne svizzeredi Lugano, così che sulle rive di unlago circondato da un gregge di vil-laggi sommersi dal verde delle col-line, durò a lungo l'avventura del-le cronache dal mondo e della ca-parbia rassegna dei personaggi il-lustri che aggiungono di proprioqualche tassello d'arte o ingegno almosaico di quella che chiamiamola nostra civiltà o cultura. Sebbenefosse necessario diffondere anchegli echi penosi delle guerre ch~ nonmancano mai, delle diatribe che af-fannano le disperse tribù umane ele compagini sociali cui danno ir-requieto corpo.Proprio per decrittare quell'eternomarasma alle sue fonti, mi sareb-be nata dentro una nuova curio-sità: quella di capire da dove na-scevano le forme sempre piuttostoinformi del nostro sentire e ragio-nare europeo, che mi ha spinto ari-percorrere da capo le rotte medi-terranee, a rivisitare puntualmen-te e ripetutamente le isole e le acro-poligreche, a risuscitare come me-glio ~ ~usciva la bellezza. di u:n,alucidità intellettuale e poetica on-ginaria, a parlare a tu per tu con ifantasmi di Saffo e Socrate, con laluce ambigua di Apollo, con la vi-sione democratica di Atene, con le

- ambizioni di Pericle ... Facevo mia,quasi senza accorgermene, un'al- ,tra terra. Mi impadronivo poco al-la volta della conoscenza dei ventie delle correnti che mescolano sa-pori d'oriente e occidente, di meri-diol1l' (' HC\u(\J11l'ionll, /\ me ne servi-

'segni di interessata prevaricazione.Ma poiché della faccia oscura del-la luna ci consola il suo visibile ri-splendere nelle notti chiare.ho an-che cercato qualche confortanteconsolazione, là dove mi riusciva diintravederla: qua e là in quell'Eu-ropa che amo anche se mi spezza ilcuore constatarne l'avvilente con-fusione di opere e intenti, o piùspesso negli scorci di un'Italia cheda Lampedusa allo Stelvio ridon-da di meraviglie che nessuna cial-trona incuria o rissosa distrazionesa cancellare del tutto; o infine, nel-la douce France che al di là diun'inveterata spocchia generatricedi storiche gaffes, consente di ri-spolverare gli insegnamenti dei lu-mi in un sempre aggiornato dibat-tito di graffianti intelligenze. (...lEcco, fu proprio qui che reduce dauna stagione intensa di lavoro espaesamento in terra lontana,quando credevo di potermi ritem-prare e .approfittare deìlalibertàdel riposo e del sole tiepido di una .primavera profumata di mare everzura, il cielo mi si oscurò negliocchi e la lama di un male cattivosul serio mi penetrò il costato. Ime-dici scrollavano il' capo e io speri-mentavo cosa vuol dire una cadu-

J ta libera nel !pozzo nero del desti-no. Ma lasciamo perdere, poiché dauna sorta di buio letargo senza so-gni mi ritrovai un giorno, di puntoin bianco, nella sorpresa di un mi-racoloso risveglio. E poco alla vol-ta il mondo mi riapparve intorno emi sembrava di vederlo nella lucedi meraviglia con la quale un navi-gante sopravvissuto a un'uragano,che ne inghiottiva speranza e co-scienza, sbarca su un continente dafavola, di mai viste seduzioni. E

'lentamente già andavo formulan-do il proposito di recuperare quan-to più fosse possibile di ciò che inveritÌl di antico e vissuto i elava

tavo più: e a Madonna, all'ombradella secolare grazia del Santuario,era al Museo etnografico che tor-navo a stringere la mano degli ami-ci che condividono da sempre imiei stessi amori: storia delle valli,sprofondate memorie di guerra epac~ .p~o~te a rigalleggiar~ nell' af~fabilita di una conversazione ra-psodica che coniuga passioni civilie gusto della poesia. Di sorpresa insorpresa: la stretta di mano all'or-gogliosò rappresentante della neo-nata Accademia del Pizzocchero ri-conduceva alle svagate stagioni diTeglio, alla prima giovinezza chetendeva l'orecchio alle canzoni deiPlatters o del Quartetto Cetra mache non trascurava per questo isortilegi fascinosi della preistoricaDea di Caven o i fasti rinasoimen-tali del Palazzo Besta. Sondrio ri-trovata rinverdiva lo scarpinare super l'erta che un tempo costava lafrequentazione del liceo, rilucida-va le vetrine della libreria familia-re, la penombra quieta della pa-sticceria che offriva il sonnolentochiacchiericcio delle ore del tè: ba-stava mi trattenessi un momento inPiazza Caribaldi e nell'andirivienidei,passanti si illuminava improv-viso un volto fraterno, si accende-va un sorriso che dava l'esca a unabella frana di ricordi. Tornavano lecorse invernali per arrivare in ban-da all'Aprica a inaugurare la pistadel Palabione, le scampagnate inbicicletta della comitiva che si sa-rebhe tuffata chiassosa nel lago aColico, le spedizioni a Bormio perg~dere dello smagliare della neveòitrele vetrate della piscina fu-mante al fiotto delle sorgenti calde.Ma poi, rieccomi a varcare la fron-tiera e approdare a Lugano: e ba-stava stringere la mano di un vec-chio collega che aveva condivisol'avventurosa epionieristica inven-zione di una tivù alternativa (..)

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cui mi sono forgiato gli elementariattrezzi usati per dissodare il terre-no che mi conveniva, libri cinemae teatro, ma anche relazioni uma-ne e conoscenza dei contorti vilup-pi di una società in perenne oscil-lazione tra momenti evolutivi e in-volutivi: il più era esserne statodentro, e vederne risorgere la vi-cenda era come rivivere daccapo,ma con maggiore perspicuità, lafertile lezione. Qualcosa che anco-ra mi avrebbe guidato nell'ansiosaesplorazione di una più vasta pa-tria europea, dalle capitali del Nordal Mediterraneo. E ecco che torna-va a imporsi il richiamo 'del 'mare.Neanche a questa tentazione sono

, riuscito a resistere: e di nuovo im-barcato sulle care navi che avan-zando lentamente verso mete desi- .derate lasciano all'attesa il tempodi nutrirsi di motivi che sboccianoragionati alla carezza stimolantedelle brezze intrise di salso, punta-vo alla Grecia in cui avevo ricono-sciuto le più profonde ragioni diuna altrimenti incerta visione delmondo. (...lSi cercavano indiscer-nibili verità e si ipotizzavano inedi-te forme del convivere in fecondaeguaglianza, si litigava per una de-,finizione ragionevole della libertà eci si interrogava sui limiti delle leg-gi e sui pericoli della tirannide sem-pre in agguato. E ci si chiedevaquale fosse il segreto della bellezza,dono degli dèi inmtortali o arduaconquista umana, ma poi ci si ac-contentava di respirare a pieni pol-moni alzando gli occhi all'eretta e

=limpida geometria delle colonne, diposare lo sguardo sulle membra dimarmo dei perfetti efebi e delle Ko-rai dall'intatta dignità femminileche soni devano diffondendo unsenso di guadagnata pace, quasi ariequililirare gli eterni terrori di cuisi facevano messaggeri i versi alatie tremendi delle tragedie di Eschi-lo, Sofocle, Euripide.Ma il mio sguardo si era fatto di-verso: dovevo ammetterlo, con glianni anche la Grecia era diventataqualcosa come un'abitudine delpensiero, una routine del senti-mento. Ci voleva la frustata chescatta dal nulla e scuotendoti ti ri-

, corda che niente ~ acquisito, cheogni trascorso acquisto conservauna sua fragr~a di novità. Ci vo-

trovati molti di vecchi amicinell'ultima tappa della mia rimpa-triata: o dovrei chiamarla pellegri-naggio? E ho ritrovato, lì attorno altavolo del caffè, la bella nozioneche è proprio quando si giunge al'limite estremo della resistenza cheuno spirito fraterno ci può sorreg-gere. Occorre sapere delle ombrepiù scure per apprezzare al meglioi doni della luce? Ne ero ormai con-vinto. Ora potevo persino riprova-re a intrattenermi là dove mi erastato detto con duro cipiglio elini-co che il mio tempo era scaduto,dove si apre luminosa la Baia degliAngeli su cui si slarga il respiro di 'Nizza: e ringraziare il destino gen-tile che mi aveva fatto l'improvvi-sata di concedermi qualche temposupplementare. AVilla, Campoco-logno, Madonna, Teglio, Sondrio,Lugano, Milano, Atene, Dubrov-nik, he cercato di metterlo subito afrutto,"E confesso di averne ricavato unamesse di prove che la mia doman-da merita un sì senza riserve: forseoccorre davvero stare'rnale, moltomale, per capire che la vita, fin che

_dura, può ancora farei molto bene.E che durando, niente consuma deltutto: c'è sempre un passato che asaperlo vedere, eccolo rinascere neisuoi colori migliori. E il veliero cheun vento amabile risospinge nelmare aperto, dove gli scogli della

, tristezza si allontanano accarezza-ti e dilavati dalla risacca della sop-portazione, mentre scopri che ilcanto delle sirene della vita attiva e,riflessiva, dell'amicÌZiae degli amo-ri, dei luoghi cari di dove.si viene odove si giunge, non cessa di alzar-si invitante, melodia sottile e dura-tura che non mi stancherò mai diascoltare.