L.S. in Scienze e tecnologie alimentari Anno Accademico 2008/2009 Corso integrato:
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L.S. in Scienze e tecnologie alimentariAnno Accademico 2008/2009
Corso integrato: Controllo delle modificazioni chimiche negli
alimenti (7 CFU)Modulo:
Chimica analitica strumentale (4 CFU)Giorgio Bonaga
GASCROMATOGRAFIA (GC)
(CAS-3a)Giorgio Bonaga
GASCROMATOGRAFIA (GC)fase mobile: gasI composti da separare (liquidi, solidi, gas) devono essere gas o resi gassosi. Lo stato di gas si ottiene riscaldando le sostanze nel momento dell’introduzione nello strumento e mantenendo il sistema a temperatura elevata (solo la temperatura della colonna può essere programmata con gradiente termico).
• CROMATOGRAFIA DI RIPARTIZIONE GAS-LIQUIDO (GLC) fase stazionaria: liquido su solido inerte o sulle pareti della colonna
• CROMATOGRAFIA DI ADSORBIMENTO GAS-SOLIDO (GSC) fase stazionaria: solido adsorbente
• CROMATOGRAFIA A FLUIDO SUPERCRITICO (SFC) fase stazionaria: fluido supercritico Giorgio Bonaga
Le soluzioni di campione vengono iniettate in un sistema la cui pressione interna non è molto diversa dalla pressione atmosferica.Nella GC la fase mobile è un gas che non compete con la fase stazionaria, ma che ha semplicemente il compito di “trasportare” (carrier gas) i soluti all’estremità della colonna. La migrazione differenziale di soluti diversi è dovuta alle diverse interazioni soluto/fase stazionaria, ovvero alle diverse costanti di equilibrio termodinamico Kd di soluti differenti.
Lo strumento della gascromatografia è il gascromatografo (Martin e Synge, 1941), le cui parti essenziali sono:1. bombola del gas inerte con riduttore di pressione a due stadi,
regolatore del flusso di gas, rotametro (misuratore del flusso in entrata), separatore di flusso, flussimetro (misuratore del flusso in uscita);
2. iniettore del campione (injector);3. colonna cromatografica alloggiata nel fornetto (oven) dello
strumento;4. rivelatore (detector).
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Carrier gas:He, Ar, N2, H2, CO2
riduttore
regolatoredel flusso
rotametro
B
separatore del flusso
injector
colonna
GASCROMATOGRAFO
detectorflussimetro
OVEN
colonna
Giorgio Bonaga
CROMATOGRAFIA DI RIPARTIZIONEGAS-LIQUIDO (GLC o GC)
È ancora oggi la cromatografia più importante perché è quella che consente il maggior numero di applicazioni, specialmente nel settore dell’analisi degli alimenti, con una facile ottimizzazione delle condizioni operative. La separazione dei soluti è dovuta alla loro migrazione differenziale lungo la colonna per effetto delle differenti interazioni con la fase stazionaria (un liquido immobilizzato su un supporto solido inerte o sulle pareti della colonna). La fase mobile è solo un trasportatore (“carrier gas”), essa non partecipa al processo di ripartizione. Ogni fase stazionaria liquida ha caratteristiche chimico-fisiche proprie, tra le quali la pressione (o tensione) di vapore. Nella GC, tenendo conto che la fase mobile non partecipa alla partizione, l’unico parametro che può modificare l’equilibrio (ovvero la costante termodinamica Kd che lo descrive) è la temperatura. Un incremento di temperatura aumenta in modo esponenziale la tensione (pressione) di vapore degli analiti e di conseguenza un loro più rapido passaggio nella fase mobile. L’effetto finale è la riduzione del loro tempo di ritenzione (un incremento di circa 30°C produce il dimezzamento del tR).
Giorgio Bonaga
PRESSIONE DI VAPORE
Tens
ione
di v
apor
e
Pvapore
All’equilibrio è costante il rapporto tra il numero di molecole che dallo stato liquido passano alla stato gassoso e il numero di molecole che dallo stato gassoso passano allo stato liquido
Giorgio Bonaga
RELAZIONE TEMPERATURA/ENERGIA CINETICA
Ecmedia (t1) Ecmedia (t2)Ec > forze intermolecolari del liquido
t1t2
frazio
ne d
i mol
ecol
e
Giorgio Bonaga
liquidoPRESSIONE DI VAPORE (mm/Hg)0°C 20°C 30°C
etere etilico
185 442 647
etanolo 12 44 74acqua 5 18 32
RELAZIONE TEMPERATURA/PRESSIONE DI VAPORE
Tens
ione
di v
apor
e
milli
bar
t (°C) -30 -20 -10 0 10 20 30
48,0
24,0
12,0
6,0 3,0 1,5
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RELAZIONE TEMPERATURA/TEMPO DI RITENZIONE
tR= 4’
tR= 2’
t
t + 30°C Giorgio Bonaga
ALLARGAMENTO DEI PICCHI IN GCL’allargamento dei picchi è governato dall’altezza equivalente del piatto teorico (HETP), tenuto conto che alcuni termini dell’espressione vanno modificati sulla base delle specificità della GC:
Q U dliq22 dp. l + + +
2 g v
vdp2 HETP = v
Inglobando tutte le costanti caratteristiche di una determinata colonna e di una determinata fase stazionaria (dp, l, g, dc, Q, U, dliq, Dliq) ed anche di un determinato gas (Dgas) nelle costanti A, B e C, l’equazione può essere scritta nella versione di Van Deemter, che correla queste costanti alla velocità lineare media di flusso del gas di trasporto (v):
HETP = A + B + C . v
Verranno discussi più avanti i profili di questa equazione in relazione al tipo di colonna GC utilizzata.
v
DmDgas
DmDgas
dc2W
DliqDs
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LE VARIABILI DELLA GCNell’analisi gascromatografica, analogamente alle altre tecniche analitiche, si deve operare una scelta delle variabili del sistema, sulla base delle caratteristiche della miscela che bisogna analizzare. Nella gascromatografia di ripartizione le variabili sono:
1. TIPO DI COLONNA (impaccata o capillare)2. FASE STAZIONARIA (supporto solido inerte e liquido di
partizione)3. FASE MOBILE (tipo di gas e velocità di flusso)4. TEMPERATURA (isoterma o programmata)5. INIETTORE (on column, split/splitless)6. RIVELATORE (FID, TCD, ECD, NPD)
Gli argomenti verranno trattati in riferimento alla gascromatografia tradizionale, perchè gli ultimi sviluppi di questa tecnica (“Fast GC”, “Ultra Fast GC” e “2DGC”) verranno illustrati separatamente.
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1. TIPO DI COLONNALa classificazione fondamentale delle colonne per GC è:1. COLONNE IMPACCATE (“Packed Colum”): sono tubi di acciaio inossidabile, rame o vetro che vengono riempiti con una fase stazionaria costituita da a) supporto solido (di diversa composizione e granulometria, opportunamente trattato) sul quale si deposita b) film del liquido di partizione (liquido alle temperature di esercizio).
2. COLONNE CAPILLARI (“Open Tubular”): sono tubi di vetro o di silice fusa, con a) film di liquido di partizione supportato su b1) parete interna della colonna (WCOT = Wall Coated Open Tubular), b2) strato poroso sulla parete interna della colonna (SCOT = Support Coated Open Tubular), b3) parete interna della colonna resa porosa (PLOT = Porous Layer Open Tubular)
3. COLONNE MEGABORE (“Open Tubular”): la loro efficienza è intermedia tra quella delle impaccate e quella delle capillari. Hanno elevata capacità (quantità iniettabile fino a 3 ml) e compatibilità con tutti i tipi di iniettori GC.
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colonne capillari di silice fusa
capillaryfused silica column
colonne impaccate di vetropacked
glass column
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WCOT SCOT PLOT
IMPACCATA
strato porososilice
liquido di partizione
“Open Tubular”
vetro
fase stazionaria(supporo+liquid
o)
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GC-impaccata GC-capillare
3,0 mm (i.d.) 0,25-0,53 mm
(i.d.)0,1-25 mm (f.t.)
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CARATTERISTICHECAPILLARI
MEGABORE IMPACCATEWCOT SCOT PLOT
diametro interno (mm) 0,32-0,53
0,32-0,53
0,32-0,53
0,53 3-6
piatti teorici/m 1000-4000
600-1200
2000-4000
2000 500-1000
lunghezza massima (m) 150 150 150 10 3piatti teorici totali (N) 3000000 150000 450000 20000 3000fase liquida (%) - - - - 5-10spessore fase liquida (mm) 0,1-0,5 0,1-0,5 15-25 1-10 5-10granulometria supporto (mesh)
- - - - 80-120
flusso medio (ml/min) 0,5-5,0 0,5-5,0 5-10 0,3-4,0 20-70velocità lineare media (cm/s) 20-50 20-50 50-100 10-40 10-50
PERCENTUALE DI CARICO E RAPPORTO b
1. COLONNE IMPACCATEIl rapporto tra la massa del liquido di partizione e la massa totale della fase stazionaria (supporto solido + liquido di partizione) espresso in percentuale (ossia la concentrazione percentuale in peso) è la:
% di carico = massa liquido di partizione massa fase stazionaria
ESEMPIOUna colonna è stata impaccata con 1,5 g di liquido di partizione e 48,5 g di supporto solido, la percentuale di carico è 1,5/50 = 3%
2. COLONNE CAPILLARIIl rapporto tra il diametro interno della colonna capillare e lo spessore delliquido di partizione è espresso dall’equazione:
rapporto b = i.d. = i.r. 4 f.t. 2 f.t.
dove: i.d. = diametro interno della colonna (in mm) i.r. = raggio interno della colonna (= i.d./2) f.t. = film thickness (in mm)
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rapporto b = i.d. = i.r.
4 f.t. 2 f.t.
film thickness in mm (f.t.)
diametro interno in mm (i.d.)
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b mol wt soluti da separare12-100 16-350 gas, solventi, idrocarburi a bassa massa molecolare,
alogenati volatili100-320 100-700 campo delle applicazioni più comuni
320-1325
350-1500 Idrocarburi ad alta massa molecolare, cere, prodotti petroliferi
Maggiore è il valore del rapporto b minore è la frazione di tempo che i soluti trascorrono nel liquido di partizione, ossia minori sono i loro tR. Il rapporto b è utile: 1. per scegliere la colonna idonea alla soluzione di soluti da
separare;2. per confrontare le separazioni fatte con colonne di differente
diametro (se hanno lo stesso b, le separazioni risulteranno fondamentalmente uguali).
ESEMPIO
0,53 mm i.d./0,1 mm f.t.0,53 mm i.d./0,4 mm f.t.
0,32 mm i.d./7,0 mm f.t.0,32 mm i.d./0,8 mm f.t.
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EQUAZIONE DI VAN DEEMTERIl trasferimento dell’equazione di Van Deemter alle colonne GC deve tenere conto delle specificità delle colonne:
1. le colonne impaccate sono riempite con un supporto inerte ricoperto dal liquido di partizione. Rispetto l’HETP questo sistema mostra:• un maggior effetto eddy per la tortuosità dei percorsi;• una minore diffusione longitudinale per la resistenza offerta dalle
particelle di fase stazionaria (fattore di ostruzione = 0,6);
• maggiori trasferimenti di massa nella fase mobile per effetto della maggior dimensione delle particelle di fase stazionaria;
• maggiore trasferimento di massa nella fase stazionaria e maggiore resistenza al trasferimento di massa tra le due fasi (elevato “loading”).
2. le colonne capillari sono “open tubular”, con film di liquido di partizione depositato sulle pareti della colonna o su strati porosi aderenti alle pareti della colonna. Rispetto l’HETP questo sistema mostra:• la mancanza dell’effetto eddy;• una maggiore diffusione longitudinale per la minore resistenza offerta
dallo strato di fase stazionaria sulle pareti della colonna (fattore di ostruzione = 1,0);
• minore resistenza al trasferimento di massa tra il film del liquido di partizione e la fase mobile gassosa (basso “loading”).
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Queste considerazioni spiegano il diverso andamento grafico delle equazioni di Van Deemter:
B / v C . vv
A
C . vB / v
v
HETP = A + B/v + C . v HETP = B/v + C . v
COLONNE IMPACCATE COLONNE CAPILLARI
HETP
HETP
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2. FASE STAZIONARIAa) SUPPORTO INERTE PER COLONNE IMPACCATEHa la funzione di garantire al liquido di partizione la maggior superficie di contatto con la fase mobile. Il supporto ideale è costituito da particelle sferiche uniformi, inerti, con buona resistenza meccanica, con un’area specifica di 1 m2/g. In realtà di impiegano materiali diversi:• gel di silice (da terra di diatomee)• allumina• carbone e carbone grafitato• setacci molecolari (zeoliti)• polimeri e copolimeri organici solidi porosi (resine)
allumina carbone zeoliti resine
diatomee
gel di
silice
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COMPOSIZIONE CHIMICA DI SUPPORTI A BASE DI SILICATI
COMPONENTE FirebrickC22
Celite545
Chromosorb P
ChromosorbW
SiO2 89,7 89,9 89,2 91,2Al2O3 5,1 3,6 5,1 4,1Fe2O3 1,6 1,7 1,5 1,1TiO2 0,3 0,3 0,3 0,3Cao 1,3 1,8 0,9 0,7Mgo 0,9 0,7 1,0 0,7
COMPOSIZIONE CHIMICA DI SUPPORTI A BASE DI RESINE
RESINA COMPOSIZIONE
Porapak A etilvinilbenzene/divinilbenzene Porapak N polivinilpirrolidone Porapak P stirene/divinilbenzene Porapak T etilenglicoledimetacrilato Chromosorb T politetrafluoroetilene
Gior
gio
Bona
ga
etilvinilbenzene divinilbenzene polivinilpirrolidone stirene divinilbenzene
Porapak A Porapak N Porapak P
CH CH2
CH2CH3
CH CH2
CH CH2
N OCH CH2
C CH3CH2C O
O
CH2 CH2O
CO
CCH3
CH2
CH CH2
CF
FCF
F
CH CH2
CH CH2
etilenglicoldimetacrilato politetrafluoroetilene
Porapak T Chromosorb T
n m
n n
n n m
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TRATTAMENTO DEL SUPPORTO
Il materiale a base di silicati (scheletri di diatomee) viene sottoposto ad una procedura di ottimizzazione (la sua funzione infatti è di alloggiare il liquido di partizione, ma non produrre fenomeni di adsorbimento o di interazione con i soluti) che prevede i seguenti passaggi:• inattivazione (trattamento con HCl a riflusso seguito da
calcinazione per trasformare i “gruppi silanolici” in “gruppi silossanici” e per eliminare sostanze con elevata tensione di vapore);
• fusione con NaCO3 (per garantire una cottura che produca “mattonelle”);
• triturazione (per ottenere materiale polverulento);• setacciamento (per selezionare il supporto in base alla
granulometria)• inerzializzazione (per convertire i gruppi silanolici residui nei
corrispondenti derivati)
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INATTIVAZIONEIl trattamento con HCl a riflusso trasforma i gruppi silanolici superficiali in gruppi silossanici, mentre con la calcinazione si ottiene la rottura dei ponti silossanici preesistenti con un aumento della porosità del supporto. La superficie porosa del supporto consente una migliore adesione del liquido di partizione. Sono le condizioni del trattamento idrotermico (concentrazione di HCl e temperatura della calcinazione), unitamente alla composizione chimica del silicato, che determinano le proprietà dei supporti (densità libera, densità impaccata, area superficiale, pH).
SiO O
O
Si
SiO
SiO
O Si OO
SiOOO
HH
OSi
OO
H
H
O H
HO
O
H
O
O
gruppo silossanico
gruppo silanolico
SiO
Si
OSi
HCl T (°C)poro
Giorgio Bonaga
OSi
SiO
Si
SETACCIAMENTOSi impiegano dei setacci con un diverso numero di maglie per unità di superficie: l’unità di misura è il mesh = numero di maglie/inch2 ( 1 pollice = 2,54 cm). L’indicazione 60-80 mesh caratterizza quelle particelle che passano attraverso le maglie del setaccio a 60 mesh, ma vengono trattenute dal setaccio a 80 mesh. E così via.
~ 150-170 mm
100 mesh
80mesh
Giorgio Bonaga~ 170-250 mm
80 mesh
60 mesh
INERZIALIZZAZIONE (FUNZIONALIZZAZIONE)Consiste nella silanizzazione dei gruppi silanolici (-Si-OH) residui con agenti sililanti, ovvero in grado di trasformare gli –OH liberi dei gruppi silanolici nei corrispondenti trimetilsilil-derivati (-OTMS).
Cl SiCH3
CH3CH3
OH
O SiCH3
CH3CH3
SiCH3CH3
CH3NH
SiCH3
CH3
CH3Cl SiCH3
CH3CH3
trimetilclorosilano esametildisilazano (TMCS) (HMDSA)
+ + HCl
sito attivo verso sito inerte i soluti (- OTMS)
..
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