Low Energy Nuclear Reaction Per un test d’ipotesi certamente verificabile /falsificabile

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Low Energy Nuclear Reaction Per un test d’ipotesi certamente verificabile /falsificabile Proposta di protocollo sperimentale per la verifica dell’ipotesi di osservazione di fenomeni LENR, attraverso l’uso di uno spettrometro gamma ad alta risoluzione Leandro Magro – Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale Istiututo Leopoldo Pirelli – Roma, 4 dicembre 2012

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Low Energy Nuclear ReactionPer un test d’ipotesi certamente

verificabile /falsificabile

Proposta di protocollo sperimentale per la verifica dell’ipotesi di osservazione di fenomeni LENR,

attraverso l’uso di uno spettrometro gamma ad alta risoluzione

Leandro Magro – Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione AmbientaleIstiututo Leopoldo Pirelli – Roma, 4 dicembre 2012

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Fenomeni previsti dai modelli teorici

I modelli teorici che vogliano spiegare “positivamente” le osservazioni sperimentali devono giustificare la possibilità che si verifichino, anche alle basse temperature delle celle elettrolitiche, vari tipi di reazione nucleare.

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• I primi esperimenti sono basati sull’uso di “acqua pesante” (contenente deuterio)

• Com’è noto il nucleo d’idrogeno, l’elemento più leggero in natura, è costituito da un solo protone

• Il nucleo di deuterio, un isotopo di H, contiene anche un neutrone

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• I modelli teorici sono inizialmente elaborati per giustificare reazioni di “fusione” dei due nuclei di deuterio in nuclei più pesanti.

Per esempio:

)8.23(4 MeVHeDD

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Un inatteso sviluppo• La presenza di deuterio è considerata essenziale • In molti esperimenti vengono, pertanto, eseguite

controprove (“bianco”) utilizzando acqua “normale”, per dimostrare l’assenza di effetti LENR in assenza di deuterio.

• Destano, quindi, grande sorpresa gli annunci di osservazioni di reazioni nucleari in celle elettrolitiche con soluzioni in acqua “normale”.

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Trasmutazioni nucleari

• Parallelamente, oltre agli eccessi di entalpia (calore), vengono annunciate “mutazioni” al’interno del catodo metallico: In conseguenza delle reazioni LENR apparirebbero nell’elettrodo elementi chimici non presenti prima del funzionamento della cella elettrolitica.

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IPOTESI 1: generazione di neutroni

1) Si verifica la reazione (Weak Interaction)

Nota: La massa del protone è inferiore a quella del neutrone; affinché la reazione possa verificarsi l’elettrone deve disporre di un’energia sufficiente (E = mc2). Secondo i modelli tale energia potrebbe essere fornita dall’interazione con un plasma coerente (QED).

enHe

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IPOTESI 2: assorbimento neutronico

2) Il neutrone viene assorbito da un nucleo del catodo; viene generato un nucleo di un nuovo elemento chimico, non presente nell’elettrodo prima della reazione di assorbimento

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ZA YYn 1

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Decadimento radioattivo

• il nucleo generato potrebbe essere instabile e decadere, ad esempio secondo la reazione di decadimento β- con la conseguante creazione di un diverso nucleo.

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ZA eYY

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Catena di decadimenti radioattivi

• Il nuovo nucleo, creato a seguito del decadimento β-, potrebbe essere a sua volta instabile; potrebbe cioè generarsi una catena di decadimenti che si arresterebbe solo con la creazione di un nucleo stabile.

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La radiazione gamma• Quando, dopo un tempo medio caratteristico,

un nucleo instabile decade, si può generare radiazione elettromagnetica di elevata energia.

• Ciò è dovuto al fatto che il nucleo figlio viene generato in uno stato eccitato; ricadendo nello stato fondamentale, esso emette radiazione g per compensare la perdita di energia.

• L’energia della radiazione gamma permette di identificare la natura dei nuclidi generati dal decadimento radioattivo.

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• Facciamo un esempio:

Usando elettrodi di tungsteno, attraverso l’assorbimento di un neutrone si verificherebbe la seguente reazione

Re187187186 WnW

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• Il W-187 ha un’emivita di circa 24 ore

• il suo decadimento (beta) verso il Re-187 è accompagnato da varie righe di emissione gamma con buona intensità (probabilità) di emissione

• Il Re-187 è stabile

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I rivelatori gamma al Ge iperpuro ad alta risoluzione in dotazione all’ISPRA permetterebbero

• Analizzare l’elettrodo durante i giorni successivi allo spegnimento delle cella

• Identificare i radionuclidi gamma emettitori• Misurare i tempi caratteristici di decadimento• Determinare l’attività di ogni gamma emettitore