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L'ostello dellagioventù

intergalattica

Guida per insegnanti

Cosa è L'ostello della gioventùintergalattica?È un gioco di ruolo per comunicare alcuni argo-menti di astronomia. Per la precisione, è un kit digioco, che propone un’ambientazione, un set diregole flessibili, sei scenari per avviare delle di-scussioni e un manuale (questo) per proseguire illavoro in classe.Questo gioco è stato realizzato per il progetto EU-UNAWE Italy finanziato dalla commissione euro-pea; è un materiale liberamente utilizzabile e perquesto trovate anche il marchio Creative Com-mons: vuol dire che potete fotocopiarlo, proporlo,riprodurlo e anche adattarlo, purché abbiate lacortesia di segnalare da dove avete tratto i mate-riali che usate, e purché il vostro lavoro non siadestinato a finalità commerciali.

Come si usano questi materiali?Come tutti i materiali UNAWE, tutto ciò che tro-vate in questi due libretti è stato pensato all’inse-gna della flessibilità. Sono stati cioè pensati inmaniera trasversale all’età, alla provenienza, allosfondo educativo; ci sono alcuni limiti “tecnici” –ogni scenario richiede cioè 90-120 minuti e ungruppo di partecipanti non troppo numeroso(dalle 8 alle 30 persone: sopra questi numeri ladiscussione dura inevitabilmente di più e posso-no rendersi necessari più conduttori). In particolare, nell'altro libretto trovate la descri-

zione estesa degli scenari, e in questo trovate de-gli approfondimenti che possono aiutarvi a intro-durre o a proseguire il lavoro avviato con gli sce-nari, e a collegarlo meglio al vostro percorso di-dattico. In questo libretto, ogni pagina è dedicata a unoscenario: qui, a pagina 4, trovate anche dei consi-gli pratici per inserire queste attività nel pro-gramma scolastico.

Gli obiettivi del giocoL’obiettivo di questi giochi è stimolare la curiositàdei ragazzi sull’astronomia, e in particolare su al-cuni snodi. L’astronomia è un campo meravigliosoper fare divulgazione, perché il nostro materiale diosservazione, il cielo stellato, è sempre disponibi-le, e offre inesauribili argomenti di approfondi-mento. Il gioco che proponiamo parte dalla curiosità, masi ferma lì: ogni problema che emerge dal discorsodovrebbe stimolare delle domande (e offrire qual-che risposta), e aiutare a mettere insieme rispostesensate anche rispetto alle conclusioni ingenueche i ragazzi possono trovare. In particolare,quando si parla di astronomia, il senso comune e ilsenso scientifico si scontrano intorno ad alcunimiti. Uno di questi è l’astrologia ma abbiamo deci-so di non parlarne, trovandolo decisamente pocointeressante dal punto di vista scientifico; un altroè il grande tema della vita aliena.

introduzione

Un alieno di Hydra e la sua forma umana

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Perché si parla di alieni?Qui si parla di alieni, in maniera divertita ma scien-tifica, per pensare alla vita nello spazio: il senso co-mune con cui magari ci si troverà a lottare è quellodi tanta pseudoscienza che fiorisce intorno alle visi-te extraterrestri sulla Terra. Pseudoscienza nonperché “non possono esistere extraterrestri” maperché ogni evidenza mancante rischia, come intutte le pseudoscienze, di essere liquidata con lateoria del complotto – “le prove ci sono, ma sonostate nascoste”. Giocare con gli extraterrestri, in-ventandosi storie e modi di pensare, è un modo diandare al di là delle paure e delle speranze legatealle invasioni o alle visite aliene, e per riflettere in-vece sulla vita, sullo spazio e su tutto quanto (com-preso, in primo luogo, il metodo scientifico: proce-dere per ipotesi, verificare, indagare).

Cosa è un gioco di ruolo?I giochi di ruolo sono una grande famiglia di giochiin cui ogni giocatore interpreta un personaggio,cioè agisce (nel gioco) seguendo gli obiettivi specifi-ci a un personaggio assegnato o scelto liberamente:così facendo contribuisce a dare vita a una storiacollettiva e improvvisata.Il conduttore di un gioco di ruolo (in questo caso,quasi sempre e in prima battuta, l’insegnante) dà iturni di parola, aiuta a portare avanti la storia e senecessario scioglie ogni nodo che non si sia risoltocon un semplice scambio dialettico.Inventare una storia collettivamente, o anche soloviverla assieme nella cornice protetta del gioco, è

una grande molla motivazionale. Di più, è un modoper fare emergere diversi punti di vista, e smasche-rare anche alcuni punti di vista deboli o fallaci.

Cosa deve fare chi vuole usarequesti materiali?Studiarli. Scegliere uno scenario, ragionandoci oper gusto personale, e prepararsi: predisporre imateriali necessari stampandoli o fotocopiandoli,farsi una scaletta e pensare in anticipo a come ge-stire il gruppo e il tempo, quindi introdurre il gio-co e condurlo; infine, conducendo la discussionefinale e riprendendo ciò che nel gioco è emerso nelcorso del normale lavoro didattico o passando iltestimone ai propri colleghi perché ne discutano.

Come legare tra loro i vari scenari?Un buon percorso può essere deciso a livello diprogrammazione di team didattico, coinvolgendoi colleghi specialisti delle varie materie: è quantosuggeriamo nella prossima pagina. Più in genera-le, è opportuno legare tra loro le varie tappe delpercorso didattico anche rinforzando l’esperienzadei giocatori: per esempio tenendo un diario col-lettivo (o un registro degli ospiti dell’ostello), ag-giornando una pagina web dedicata, illustrandole varie sessioni di gioco… Tutto dipende dall’etàdei partecipanti e dagli strumenti di documenta-zione di cui ci si è dotati.

introduzione

Un alieno di Helios e la sua forma umana

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Percorsi didatticiAbbiamo disposto gli scenari secondo un criteriopratico: dal più semplice al più complesso. Questosignifica che, avendo tempo, riteniamo che possaessere utile, divertente e istruttivo provarli tutti,nell’ordine, toccando così diversi argomenti.

Ci sono però più percorsi possibili, che possonoessere intrecciati sia sulla base degli insegnanti di-sponibili che della storia del gruppo (ovvero, qualiargomenti si sono già affrontati insieme, quali atti-vità hanno avuto successo).

Ecco alcuni esempi: li diamo come spunti perchéaltri possano creare i propri – perché mettere alcentro la flessibilità, la trasversalità, significa an-che, in positivo, far sì che ognuno crei uno stru-mento su misura delle proprie esigenze.

A. La fantascienzaLa fantascienza è un genere letterario relativa-mente giovane: in ambito scolastico è un mezzofenomenale per parlare sia di scienza (anche dovece n’è poca!) che di miti, fantasie e paure. Per parlare di fantascienza suggeriamo di partirecon il secondo scenario (Alieni a pezzi), in partico-lare se si sta lavorando con la scuola primaria o se-condaria di primo grado; da qui possiamo alterna-re delle letture o delle visioni di film con degli sce-nari mirati (il collegamento è evidente, per esem-pio, tra E.T. e Telefono casa, il sesto scenario). Collegamenti: Scienze, Italiano, Lettura, Educa-zione all’immagine, Educazione ai nuovi media.

B. Il viaggio nello spazioLa premessa del gioco è che gli alieni sono già sullaTerra, in visita. In nessun momento ci si chiedecome abbiano fatto ad arrivare qua, tema irrisoltodal punto di vista scientifico ma centrale a tantafantascienza. Il tema del viaggio spaziale è di gran-de fascino per i ragazzi, e può essere affrontato an-che legandolo alle imprese spaziali e all’astronauti-ca – qui suggeriamo di partire dal quarto scenario(Problemi geografici) legandolo al quinto (Cosa vi-sitare), che porta con sé la necessità di definire unobiettivo per una cosa così impegnativa come unviaggio interstellare, e al sesto (Telefono casa) cheparla della trasmissione di segnali.Collegamenti: Scienze, Geografia, Tecnologia

C. Umani, troppo umaniLa scienza è fatta, comunque, sempre, a partire dalnostro essere umani. Una scienza non è mai fredda,perché con essa capiamo anche noi stessi – nella

nostra quotidianità. Così, parlare di vita nello spa-zio è anche parlare di come viviamo noi a contattocon altre specie, di come usiamo risorse di tutti, dicosa significa essere umani. Suggeriamo di partiredal primo scenario (Mi scusi, ho un problema conla camera), quindi di legarvi il terzo (Come viveresu un pianeta arretrato) e chiudere con il quinto(Cosa visitare) per parlare di sostenibilità. Potresteconcludere inventandovi uno scenario (vedi a pagi-na 15) che parli di amori interplanetari. Collegamenti: Scienze, Biologia, Educazione allacittadinanza, Educazione all’ambiente, Italiano(poesia)

D. Un pianeta ricco di speciePer ragioni di gioco, e anche un po’ per come èfatta la fantascienza, gli scenari si concentranointorno alla relazione tra poche specie, alcunealiene e una terrestre (gli umani). Gli scenari ruo-tano però tutti intorno alla relazione tra specie, epossono introdurre, in modo più o meno esplici-to, al tema della biodiversità e della molteplicitàdi specie (aliene e terrestri): sono centrali il terzoscenario (Come vivere su un pianeta arretrato),il quarto (Problemi geografici, dove le speciealiene sono ispirate ad animali terrestri) e il se-condo (Alieni a pezzi), che permettono di parlaredi habitat e di sostenibilità.Collegamenti: Scienze, Educazione all’ambiente,Educazione alla sostenibilità, Geografia

E. Miti e leggendeLe storie delle stelle non sono solo quelle dellafantascienza: ci sono anche quelle, antichissime,legate alle costellazioni, che raccontano ciascunaun suo mito. Sono miti e leggende, da cui si puòpartire anche per fare un percorso di osservazionedel cielo – partendo dai miti, gli scenari proposti sipossono attraversare diversamente, semplicemen-te imponendo che la storia degli alieni sia legata ainomi delle loro razze e ai posti da cui provengono,inventando cioè, insieme al personaggio, partedella sua leggenda, come se fosse un mito antico.Questo viene particolarmente bene con il secondoscenario (Alieni a pezzi), con il quinto (Cosa visi-tare) e con il sesto (Telefono casa), che racconta-no storie che possono assomigliare ai miti antichi.Infine, con ragazzi un po’ più grandi, può essereutile confrontare i miti antichi con le moderne leg-gende urbane che avvolgono le storie di avvista-menti di Ufo, di rapimenti e di segnali dallo spa-zio: se le storie del mito incarnano spesso le spe-ranze di un’umanità antica, portandole nel cielostellato, le odierne leggende urbane parlano solodelle nostre paure…Collegamenti: Italiano, Geografia, Storia, Scienza

scenari

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scenario 1Mi scusi, ho un problema conla cameraLo scenario affronta direttamente il problema dellavivibilità di un pianeta: che non è solo un dato asso-luto, ma riguarda anche le specie che a quello speci-fico ambiente si sono adattate.

Dopo aver affrontato lo scenario è probabile cheemergano con più forza alcune domande, che meri-tano una lezione frontale. In particolare, a secondadell’età del gruppo, e degli argomenti già svolti, rac-comandiamo di affrontare i seguenti argomenti:

1. Come varia la forza di gravità con la massa diun pianeta?

2. Se la nostra massa rimane uguale, come fa acambiare il nostro peso? O meglio, cos’è checambia (l’attrazione gravitazionale) e cos’è cherimane uguale (la nostra capacità muscolare,che ci permette di spostarci)?

3. Cosa fanno gli astronauti per allenarsi a unagravità modificata?

Più in generale, se usiamo questo come scenario in-troduttivo, sarà utile parlare anche di alieni. Le se-guenti domande verranno da sole, o potranno esse-re pilotate e affrontate insieme:

4. Esistono gli extraterrestri? Cosa significa porsiquesta domanda? Stiamo parlando di probabi-lità o di certezze?

5. Cosa intendiamo con forma di vita?6. Premesso che nel Sistema solare possiamo dire

con ragionevole certezza che non esistono for-me di vita così sviluppate da avere una tecnolo-gia adatta ad affrontare un viaggio spaziale,quanto è distante il più vicino pianeta da cuiaspettarsi un’invasione aliena?

7. Esistono gli UFO? E i dischi volanti? Cerchiamo

di partire da quello che i ragazzi credono di sa-pere, e discutiamo con loro: esistono mezzi ingrado di nascondersi? Possono esistere piccolimezzi spaziali in grado di percorrere distanzecosì grandi?

8. Esistono alcuni criteri scientifici universali: unodi questi è quello di evitare sempre la spiegazio-ne con implicazioni più complicate e non verifi-cabili. Da questo punto di vista, esistono spie-gazioni più semplici agli avvistamenti di UFO?

A differenza di gran parte dellafantascienza, stiamo parlandodi turisti e non di invasori:una razza tanto sviluppatada poter affrontare unviaggio spaziale, per-ché dovrebbe farlo?Proviamo a ragio-narne insieme: emagari scopriamodelle ragioni sostan-ziose sui motivi percui noi viaggiamo nel-lo spazio. Se l’argo-mento suscita entusia-smo, possiamo proseguirecon il quinto scenario:Cosa visitare.

Le clausole del contratto diospitalità hanno un sensodi gioco, perché possonoservire a dirimere even-tuali contestazioni. Pos-siamo però provare ascriverne insieme dinuove: che criteri do-vremmo usare?

Scenari

Clausole del contratto di ospitalitàTutti gli ospiti hanno accettato e sottoscrittoquanto segue:

La direzione e il personale dell’Ostello della Gio-ventù Intergalattica si impegnano a far sempretutto ciò che è umanamente possibile per miglio-rare il soggiorno degli ospiti. Gli ospiti da parte loro si impegnano a:

• non farsi riconoscere come specie non umanao aliena

• accettare le condizioni di vita sul pianeta Ter-ra così come sono, senza alterarle a vantaggio

della propria specie• non lasciare rifiuti sul Pianeta Terra e in par-

ticolare non alterare l’ecosistema con specieviventi aliene

• non portare via con sé alcuna specie vivente:non importa se l’esponente della specie non haprotestato o ha detto che è d’accordo

• rispettare le usanze locali e le leggi, scritte enon scritte, del Pianeta Terra, oltre alla Di-chiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

• ogni controversia che non possa essere risoltatra le parti è rimandata al Tribunale Interpla-netario di Laia XXIX.

Forma umana di unalieno di Anhanga

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Scenario 2Alieni a pezziLo scenario si propone come un buon gancio perintrodurre i giochi, in particolare con i ragazzidella scuola primaria (ma può essere propostosenza difficoltà anche a età più alte). A parte questo, offre molti spunti di dibattito suqual è l’idea intuitiva di vita aliena, e quale quellascientifica. Sul sito it.unawe.org Italia è disponi-bile un gioco di ruolo sulla ricerca di vita nellospazio che può consentire di affrontare il temadella vita fuori del pianeta Terra con una tecnicapiù basata sulla parola. Se non sono emerse durante la discussione, sof-fermatevi in particolare su queste domande:

• Che forme di vita aliena vi immaginate?• I pezzi che avevate a disposizione sono stati

fatti sulla base dell’immaginario della fanta-scienza, che non si discosta troppo dalla fisio-logia umana o degli animali terrestri più evo-luti. Quante altre forme di vita possiamo im-maginare?

Nello scenario si chiede anche di collegare le for-me di vita al proprio ambiente: l’adattamento èuno dei temi cardine dell’evoluzione, e ragionarcicon dei disegni è solo un modo creativo per co-gliere le relazioni tra una creatura e il suo habitatnaturale.Una domanda correlata è: ci sono condizioni di

base per garantire la vita su un pianeta? Serveun’atmosfera (per proteggere dalle radiazioni, maanche per poter respirare), la presenza di acqua,e delle temperature sufficientemente stabili e vi-vibili (né troppo freddo, né troppo caldo: quindiun pianeta alla giusta distanza dalla sua stella,con un periodo di rotazione che garantisca escur-sioni termiche vivibili, cioè che non abbia notti egiorni troppo lunghi). Conterà poi la sua distanzadal sole e il tipo di orbita che fa intorno alla stellaprincipale, il tipo di composizione chimica (a suavolta legato alla massa del pianeta)… tutte consi-derazioni che vanno sotto il termine ombrello di“abitabilità planetaria”.

A questo proposito: parlare di vita è anche impa-rare a capire e leggere meglio le notizie riportatedai media a grande diffusione. Scoprire la vita suun altro pianeta sarebbe di per sé una grandescoperta: pure, non bisogna pensare solo a degliextraterrestri in grado di comunicare o viaggiaretra pianeti. Proviamo ad analizzare una notizia(per esempio: scoperta la vita su Marte) e cer-chiamo di capire quali semplificazioni sono statefatte dalla scoperta alla sua divulgazione.

I pezzi degli alieni sono integrabili: di seguito ri-produciamo, perché possiate stampare, fotoco-piare e aggiungere pezzi, le pagine che trovatenell’inserto a colori. Qui sono in bianco e neroperché possano anche essere colorate e riprodot-te come più vi è utile.

scenari

Due esempi di alieni che potete costruire con i pezzi dell'inserto

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Scenario 3Come vivere su un pianetaarretrato (senza farsi riconoscere)Questo scenario ha una dinamica più giocosa, edè un ottimo modo per ragionare sugli stereotipi,in un modo che può andare ben oltre la cornicedegli extraterrestri.La discussione proposta ruota intorno a “cosa èessere umani”, e può riservare delle belle sorprese:la domanda non è fine a se stessa, ma se la sonoposta, tra gli altri, anche gli scienziati della Nasa.Quando hanno lanciato la prima navicella Voya-ger, a bordo c’era anche un disco (il Voyager Gol-den Record), presentato con queste parole dalPresidente Jimmy Carter: «Questo è un regalo diun piccolo e distante pianeta, un frammento deinostri suoni, della nostra scienza, delle nostre im-magini, della nostra musica, dei nostri pensieri esentimenti. Stiamo cercando di sopravvivere ainostri tempi, così da poter vivere fino ai vostri.»(http://voyager.jpl.nasa.gov/)Il disco è stato creato anche per il Voyager 2, eanaloghi tentativi di lanciare messaggi erano statifatti sul Pioneer, incidendo su una placca (la ri-produciamo qui) il ritratto di un uomo e una don-na, la posizione del nostro pianeta nel sistema so-

lare, e qualche nozione scientifica per indicare itraguardi raggiunti dalla nostra specie. Questi temi vengono ripresi anche nel sesto scena-rio – ma può essere utile mostrare un’immaginedella placca, o scaricare dalla rete i contenuti del di-sco creato per il Voyager – tutti tentativi di capireche immagine dare dell’uomo a degli sconosciuti.

Un altro tema che può emergere dallo scenario ri-guarda il falso mito popolare delle “abduzioni”,cioè dei rapimenti a opera di alieni – popolareperché dalla fantascienza il tema è presto scivola-to nel giornalismo sensazionalistico, creando unacerta confusione. L’articolo su come riconoscereun alieno è tratto da un sito satirico, e prende ingiro proprio un certo modo di cercare gli alieni inmezzo a noi, come se fosse un complotto galatticodi cui siamo ostaggio. Non è necessario parlarne – se però il temaemergesse dal gruppo, in particolare come datodi fatto o notizia nascosta ai più per opera di ungrande complotto, crediamo meriti affrontarla ri-conducendola alle conoscenze scientifiche, e po-nendola al vaglio del filtro delle prove scientifi-che. Se non avete idea di cosa stiamo parlando,provate a cercare in rete le teorie sull’esistenzadei “rettiliani" e rabbrividite.

Scenari

La placca lanciata con il Pioneer 11 (1973)

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Scenario 4Problemi geograficiQuesto è forse lo scenario più tradizionalmente “di-dattico” – la discussione può portare a galla una se-rie di domande interessanti sulla posizione dellaTerra e sulla geografia astronomica.

Sul sito http://www.unawe.org trovate molte sche-de interessanti, che propongono sia dei modi eco-nomici e rapidi di realizzare un modello del pianetaTerra, sia materiali per il Sistema Solare (come rap-presentarlo, quali sono le distanze e le grandezze ingioco), che foto e disegni da stampare.

Affrontando i problemi geografici con una ordina-ria carta del cielo, ci potremo invece rendere contoche… non serve a molto per viaggiare!La carta stellare è infatti uno strumento per l’osser-vazione delle stelle così come le vediamo noi dallaTerra – da un altro punto di vista la carta del cielosarebbe necessariamente diversa. Una carta è sem-pre uno strumento costruito intorno a un bisogno equindi per uno scopo. Lo stesso discorso andrebbe fatto intorno alle co-stellazioni (di cui qui non parliamo): le costellazionisono un modo di organizzare il nostro sguardo sulcielo che non ci sarebbe di grande aiuto in una na-vigazione astrale – nella stessa costellazione gli an-tichi possono aver raggruppato stelle anche moltolontane tra loro (ma che visivamente a noi sembra-no vicine, perché si trovano nella stessa direzione).

Pure, una mappa per guardare le stelle è uno stru-mento importante. Gli antichi usavano, oltre allemappe, dei riferimenti fissi, che potevano orientaretalvolta anche il modo di costruire edifici sacri (ilprossimo scenario offre però più argomenti perparlare delle nozioni astronomiche degli antichi).

Se avete occasione di parlare di osservazioni, que-sto scenario può anche servire per introdurre i tele-scopi e il concetto di “puntamento”: come funzionaun telescopio? E un radiotelescopio? Cosa usiamoper amplificare un segnale luminoso? E un segnalesu una lunghezza d’onda non visibile? Quanti se-gnali riceviamo dalle stelle – e quanti ci possonoaiutare ad orientarci?

Un viaggio spaziale richiede invece una “mappa inmovimento” che tenga conto degli spostamenti chefanno i corpi celesti lungo le loro orbite – studiare icalcoli complicati che stanno dietro ai lanci aero-spaziali può in questo senso essere molto istruttivo.

Tornando alla Terra, i diversi modi di orientarsi cheabbiamo inventato per gli extraterrestri di questoscenario sono basati sui complessi e raffinati siste-mi di orientamento che hanno alcune tra le specieterrestri di grandi animali migratori – parlare dimigrazioni (di alcuni uccelli, delle balene, di alcunipesci come i salmoni o le anguille…) può essereistruttivo per capire quanti modi diversi ci sono percostruirsi dei punti di riferimento e come sfruttarliper dei lunghi tragitti.

scenari

Un alieno di Ruaumoko e la sua forma umana

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Scenario 5Cosa visitare

Il tema principale di questo scenario è focalizzarequali possono essere le motivazioni che stanno die-tro all’esplorazione spaziale.

• Cosa ci aspettiamo di trovare nel cosmo?• Cosa cerchiamo? Conoscenza? Ricchezze?

Idee?• Cosa abbiamo trovato durante i viaggi spaziali? • La tecnologia sviluppata per l’aeronautica spa-

ziale ha avuto anche altre ricadute?

Ovviamente, viaggiare è solo uno dei modi con cuipossiamo recuperare informazioni dallo spazio:

• Possiamo anche sfruttare telescopi e radiotele-scopi, cercando di migliorare la ricezione deisegnali che ci arrivano

• Possiamo studiare le meteoriti per acquisire in-formazioni preziose

• Possiamo sfruttare le nostre conoscenze scien-tifiche per fare ipotesi “a tavolino” sul compor-tamento dei corpi celesti

• Che altri modi vi vengono in mente per scoprireil funzionamento delle stelle?

Nello scenario, compare anche uno strano figurocon lo scopo di creare un anello intorno alla Terra.L’idea è solo una provocazione; pure:

• Cosa accade ai satelliti e agli oggetti che l’uomoha spedito in orbita? Si può parlare di spazzatu-ra spaziale?

• Qual è un buon modo per promuovere un terri-torio? Che idee alternative potreste suggerire?

• Come scrivereste una guida alla vostra città perextraterrestri?Vale anche la pena spenderequalche parola in più sulla razza aliena che vie-ne sulla Terra per ricercare le proprie radici.Esiste una pseudoscienza chiamata semplice-mente “fantaarcheologia”, che raccoglie tutte leipotesi sull’origine aliena di alcuni monumentio insediamenti terrestri: fanta-archeologia per-ché molte delle ipotesi (pur divulgate in primaserata in televisione) rimangono non verificabi-li, e (al contrario della scienza) basta una sugge-stione per costruire una intera teoria.

Invece:

• Da sempre l’uomo dedica parte del suo tempoprezioso a una cosa apparentemente inutile

come lo studio delle stelle• Le conoscenze di alcuni popoli antichi sulle

stelle è sorprendentemente esatta: le stelle e ilcielo sono sempre stati un ottimo oggetto distudio, sempre disponibile, e presente agliscienziati

• Molte delle leggende sugli alieni sono suggesti-ve: sono buone se ci spingono a conoscere e in-terrogarci di più, sono buone per la narrazionese invece mirano solo ad affascinarci

• Sono anche facili da inventare! Proviamo acreare a tavolino una buona leggenda sulle ori-gini extraterrestri di qualcosa a noi vicino: unamontagna, un fiume, un edificio antico!

L’ultimo grande tema di questo scenario è lasostenibilità:

• L’uomo sta facendo qualcosa per impedire orallentare la scomparsa di molte specie?

• Come possiamo diminuire la nostra “improntaecologica”?

• Chi deve agire perché l’inquinamento diminui-sca? Di chi è la responsabilità e come si puòregolare?

Scenari

Un alieno di Anhanga

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Scenario 6Telefono casa

Il tema della comunicazione è quello forse menofantascientifico e più simile alle classiche situazio-ni da gita scolastica: non per questo è meno im-portante e potenzialmente divertente. Parlare anche di comunicazione vuol dire mettereal centro della nostra esplorazione dell’universonon solo le azioni fisiche di spostamento ma anchequelle, altrettanto importanti e complesse, diascolto e di ricezione. Alla base di questo approccio stanno dei program-mi come il SETI, che scandaglia attivamente i se-gnali provenienti dallo spazio alla ricerca di possi-bili comunicazioni da altri pianeti: partecipare alSETI è, dal 1999, possibile per tutti, grazie al pro-gramma SETI@home che gira su quasi tutti i com-puter.

Nel secondo scenario abbiamo accennato alle co-municazioni spedite dalla Nasa nello spazio: que-ste e altre forme di comunicazione attiva, cioè disegnali lanciati nello spazio, costituiscono un pro-gramma analogo al SETI e chiamato METI.

Oltre alle domande descritte nella discussione del-lo scenario, suggeriamo qui di affrontare una seriedi questioni che riguardano le antenne e gli stru-menti di ricezione:

• A cosa servono le grandi parabole delle anten-ne? Prendete un’insalatiera, mostrando comela sua forma assomigli a quella di un’antenna.Tendete sopra l’insalatiera della pellicola tra-sparente e poi percuotetela: diventa un tambu-ro, e la forma del recipiente serve ad amplifi-care le vibrazioni. La stessa cosa accade con ungrande radiotelescopio.

• Quali sono i posti migliori per mettere dellegrandi antenne? Quali problemi deve superareun’antenna rivolta verso lo spazio?

• Quali sono i luoghi dove sono stati costruitistoricamente gli osservatori? Dove li costruia-mo oggi? Perché?

• Ogni oggetto che spediamo nello spazio è do-tato anche di grandi antenne radio: a cosa pos-sono servire?

• Domanda più difficile: i segnali radio e i se-gnali luminosi sono entrambi radiazione elet-tromagnetica. Cosa è che li rende diversi, tantoche possiamo sentire meglio un segnale radio?

scenari

Un alieno di Delphos e la sua forma umana

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Come continuareL’ostello della gioventù galattica sta finendo: manon chiude. Come tutte le narrazioni, può funzio-nare non solo come dispositivo di gioco, ma anchecome cornice per inventare altre storie e fare altrescoperte. Leggendo queste pagine, provando gli scenari, puòesservi venuta voglia di crearne di nuovi. Bene, ag-giungeteli pure: ricordatevi di assegnare parti di-verse e affrontare un tema su cui ci sia un po’ di di-battito e dove siano disponibili posizioni differenti.Se volete mandateci i nuovi scenari e commenti aduno di questi indirizzi:

[email protected] [email protected]

Spesso uno scenario nasce intorno a un problema: iproblemi sono il motore della narrazione e sonouno degli aspetti interessanti della scienza. Ecco al-cuni altri scenari legati a problemi:

Una storia d’amore intergalatticaDue ospiti dell’ostello, provenienti da pianeti di-versi, provano l’uno per l’altro qualcosa più chesimpatia: le famiglie (o gli insegnanti) si oppon-gono, ma loro sono intenzionati a conoscersimeglio. Da qui la storia può proseguire in tantedirezioni…Come affrontare una relazione a distanza side-rale? Che relazione abbiamo col diverso da noi?Ci possiamo fidare degli extraterrestri? Come sipossono comunicare messaggi di pace compren-sibili in tutto l’universo?

Presto, c’è un dottore?Un ospite sta improvvisamente male, e i suoicompagni di viaggio cercano aiuto – devonospiegare come funziona la fisiologia del loroamico, e cercare insieme di capire cosa puòavergli dato fastidio. Di cosa si può ammalare un alieno? Il tema del-la malattia extraterrestre è uno dei più ricchidella fantascienza… come si preparano gliastronauti? Esiste la medicina astronautica?

Un seme, solo un semeIl contratto di ospitalità prevede che non si deb-ba portare via niente… stavolta, però, un giova-ne alieno viene beccato mentre sta portandosivia un pinolo. Gli verrà tolto e confiscato!Uno scenario per parlare di cosa significa por-tare la vita in giro per la galassia, dei problemietici e dei rischi nel trasporto di forme di vita.

Il commercio di beni immaterialiUn mercante si offre di comprare qualcosa: magli alieni non possono portare via niente, né la-sciare niente sul nostro pianeta. Cosa potremmodare a un alieno? Cosa chiederemmo in cambio?Quali sono i beni immateriali che potremmocommerciare? Le missioni astronomiche svolgo-no anche un commercio di beni immateriali?

Infine, per continuare, ricordatevi di visitare econsultare periodicamente il sito di EU-Unware,in tutte le lingue che conoscete: è ricco di risorse,schede e proposte didattiche, e viene aggiornatoregolarmente.

Scenari

Un alieno di Nasos e la sua forma umana

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Bibliografia per bambini e ragazzi sugli extraterrestri e i viaggi spaziali

• L. Albanese, F. Pacini, ET, Jaca Book, 2003• U. Guidoni, A. Valente, Così extra, così terrestre, Editoriale Scienza, 2013• M. Brake, A caccia di Alieni, Editoriale Scienza, 2013• J. Gaarder, C'è nessuno?, Salani, 2001• B. Pitzorno, Extraterrestre alla pari , Einaudi Ragazzi, 2003 (ed. or. 1979)• V. Wyatt, D. Petricic, Un terrestre ai raggi X : il corpo umano visto da un extraterrestre,

Editoriale Scienza, 2000• H. Brennan, Zartog e il magico telecomando, Feltrinelli, 2003• S. De Mari, L'ultima stella a destra della luna, Salani, 2000

sitografia

• www.unawe.org - sito del progetto UNAWE, contiene materiali, informazioni, notizie in• tutte le lingue, soprattutto in inglese.• http://it.unawe.org/ - sito del progetto UNAWE Italia, materiali e informazioni in italiano• http://it.unawe.org/resources/education/ - materiale didattico in italiano• http://it.wikipedia.org/wiki/SETI - descrizione in italiano del progetto SETI• http://www.polare.it/ - sito generale di didattica dell'astronomia

L’ostello della gioventù intergalattica – guida insegnantiTesti: Beniamino SidotiIllustrazioni: Francesca Marina CostaImpaginazione e grafica: Andrea Zoffoli

Un progetto realizzato da MINI G4M3S STUDIO per EU-UNAWE

Responsabili del progetto Lara Albanese e Alessandra Zanazzi

This EU-UNAWE book is licensed under a Creative Commons Attribution-Non-Commercial-ShareAlike 3.0 Unported License. It was produced by funding from the European Community’s SeventhFramework Programme. EU-UNAWE books are carefully produced. Nevertheless, editors, contribut-ors and the publisher do not guarantee the information contained in this report to be free of errors.Readers are advised to keep in mind that statements, data, illustrations, procedural details or otheritems may inadvertently be inaccurate.

Finito di stampare nel novembre 2013 presso PressUp, Ladispoli (RM)

credits

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