L'Osservatore Romano_2014-188_2108

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIV n. 188 (46.730) Città del Vaticano giovedì 21 agosto 2014 . y(7HA3J1*QSSKKM( +&!z!:!?!#! Ai fedeli riuniti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale Papa Francesco parla del significato del viaggio in Corea Tra memoria e speranza Una Chiesa fondata sulla testimonianza dei martiri e animata da spirito missionario In Corea il Papa ha «potuto visitare una Chiesa giovane e dinamica, fon- data sulla testimonianza dei martiri e animata da spirito missionario». E ha toccato con mano la realtà di «un Paese dove si incontrano antiche cul- ture asiatiche e la perenne novità del Vangelo». È stato lo stesso Pontefice Migliaia di palestinesi in fuga dai quartieri a est di Gaza Tregua sfumata tra Israele e Hamas TEL AVIV, 20. È di nuovo guerra nella Striscia di Gaza. Le sirene a Gerusalemme e a Tel Aviv sono tornate a suonare. La tregua, dun- que, non ha retto: ieri sera, dopo il lancio di tre ordigni contro il Neghev, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accusato apertamente Hamas di alimentare le violenze e ha richiamato la dele- gazione dai negoziati del Cairo. Allo stesso tempo Netanyahu ha dato ordine all’esercito di «attacca- re bersagli terroristici» nella Striscia. Nella notte i raid aerei israeliani sono andati avanti per ore, colpen- do — stando a fonti militari — dieci obiettivi. Dai quartieri a est di Ga- za migliaia di palestinesi si sono nuovamente dati alla fuga per sfuggire ai bombardamenti. Testi- moni hanno riferito che centinaia di famiglie, portando sacchi e ma- terassi, hanno abbandonato preci- pitosamente la zona di Shajaiya per andare a cercare riparo nelle scuole delle Nazioni Unite riadat- tate a rifugi. Hamas ha rivendicato il lancio di razzi, anche verso l’aeroporto in- ternazionale Ben Gurion di Tel Aviv. «Ancora una volta Israele ci ha imposto la guerra» ha dichiara- to oggi uno dei vertici del movi- mento palestinese. I combattimenti proseguono an- che questa mattina: la moglie e la figlia di un leader militare di Hamas sono rimaste uccise in un raid a Gaza. La morte dei familiari di un capo delle Brigate Al Qassam — l’ala militare del movi- mento islamista — è stata confer- mata da un deputato di Hamas in esilio: si tratta della moglie e della figlia del comandante Mohammed Deif. E sempre in queste ore, in un altro raid israeliano a Deir El Ba- lah, nella parte meridionale della Striscia, sono rimasti uccisi tre bambini, una donna incinta e due uomini, tutti membri della stessa famiglia. La donna era al nono me- se ma i medici non sono riusciti a salvare il bambino. Le Brigate Al Qassam hanno ri- vendicato in un comunicato il lan- cio di 34 razzi, anche contro Tel Aviv e contro la città meridionale israeliana di Beersheva. Secondo l’esercito israeliano, invece, i razzi lanciati dalla Striscia sono stati «circa cinquanta» e nessuno avreb- be causato feriti. Sul piano politico e diplomatico, gli Stati Uniti hanno chiesto l’im- mediata sospensione del lancio di razzi da Gaza verso il territorio israeliano e hanno invitato entram- be le parti a riprendere i colloqui in vista di un cessate il fuoco dura- turo. «Siamo molto preoccupati per gli sviluppi di oggi, condannia- mo il rinnovato lancio di razzi e, come abbiamo detto, Israele ha il diritto di difendersi contro tali at- tacchi» ha spiegato la portavoce del dipartimento di Stato america- no, Marie Harf. Gli Stati Uniti au- spicano comunque che «le parti possano raggiungere un accordo su un cessate il fuoco sostenibile». Anche Il Cairo è tornato a fare pressione per una nuova sessione di negoziati indiretti. Il simbolo di Londra si rifà il look Il tempo passa anche per il Big Ben Tecnici al lavoro sul Big Ben (Reuters) NOSTRE INFORMAZIONI I miliziani decapitano un reporter statunitense per vendetta contro i raid aerei decisi da Obama Piano dell’Unhcr per gli sfollati nel nord dell’Iraq Soldati israeliani al confine con la Striscia di Gaza (Afp) a descrivere così l’esperienza vissuta dal 13 al 18 agosto durante il suo viaggio in terra coreana. Ripercor- rendone i momenti più importanti con i fedeli riuniti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale di mercoledì 20, Francesco ha voluto sintetizzare il significato della sua visita in tre parole chiave: «memoria, speranza, testimonianza». «La Chiesa — ha spiegato — è cu- stode della memoria e della speran- za: è una famiglia spirituale in cui gli adulti trasmettono ai giovani la fiaccola della fede ricevuta dagli an- ziani; la memoria dei testimoni del passato diventa nuova testimonianza nel presente e speranza di futuro». Proprio in questa prospettiva vanno letti i due principali avvenimenti del viaggio papale: la beatificazione di 124 martiri e l’incontro con i giovani in occasione della sesta giornata asiatica della gioventù. Nel richiamare le origini della co- munità cristiana in Corea, «fondata sulla fede, sull’impegno missionario e sul martirio dei fedeli laici», il Pa- pa ha ricordato in particolare che «Cristo non annulla le culture, non sopprime il cammino dei popoli che attraverso i secoli e i millenni cerca- no la verità e praticano l’amore per Dio e il prossimo. Cristo non aboli- sce ciò che è buono, ma lo porta avanti, lo porta a compimento». Ciò che invece «Cristo combatte — ha aggiunto — è il maligno, che semina zizzania tra uomo e uomo, tra popo- lo e popolo; che genera esclusione a causa dell’idolatria del denaro; che semina il veleno del nulla nei cuori dei giovani». Durante l’udienza Francesco ha voluto anche ringraziare i fedeli per la partecipazione al dolore «per quello che è accaduto nella mia fa- miglia». Parlando dei suoi cinque fratelli e dei sedici nipoti, Francesco ha ricordato il nipote rimasto grave- mente ferito in un incidente nel qua- le hanno perso la vita la moglie e i due piccoli figli. PAGINA 8 Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Osaka (Giappone), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Leo Jun Ikenaga, S.I., in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Cano- nico. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Osaka (Giappo- ne) Sua Eccellenza Reverendis- sima Monsignor Thomas Aqui- no Manyo Maeda, finora Ve- scovo di Hiroshima. BAGHDAD, 20. In risposta alla dram- matica situazione nel nord dell’Iraq, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha lanciato oggi un vasto programma di aiuti umanitari con l’obiettivo di da- re concreta assistenza a circa mezzo milione di persone costrette ad ab- bandonare le proprie abitazioni a causa delle violenze scatenate nelle ultime settimane dai miliziani dello Stato islamico. In un comunicato l’Unhcr infor- ma che su strada e via mare viene avviato oggi un ponte aereo di quat- tro giorni utilizzando un Boeing 747 che volerà da Aqaba, in Giordania, a Erbil, capitale del Kurdistan irache- no. Nei prossimi dieci giorni l’opera- zione verrà seguita da convogli stra- dali provenienti dalla Turchia e dalla Giordania, come pure da spedizioni marittime terrestri che da Dubai pas- seranno attraverso l’Iran. L’obiettivo principale, affermano nel comunica- to i responsabili dell’Unhcr, è quello di migliorare le condizioni di vita degli sfollati nella regione, in parti- colare delle persone senza alloggio. Infatti le condizioni, si evidenzia nella nota, rimangono «disperate» per chi non ha accesso a una siste- mazione adeguata, per chi fatica a trovare cibo e acqua per sfamare la propria famiglia e per chi non può ricevere le cure mediche di base. «Fornire un supporto di emergenza rappresenta una necessità urgente a cui stiamo cercando di dare rispo- sta» si dichiara nel comunicato. Sul piano militare, intanto, si se- gnala che per il momento è fallito il tentativo delle forze irachene di ri- prendere il controllo di Tikrit, cadu- ta nei giorni scorsi nelle mani dei miliziani, i quali ieri sono riusciti a respingere l’attacco sferrato dall’eser- cito di Baghdad contro la città nata- le di Saddam Hussein. Nel frattem- po l’azione destabilizzante dei jiha- disti si è macchiata di un nuovo or- rore: è stato decapitato il reporter statunitense James Foley, quarant’an- ni, sequestrato il 22 novembre di due anni fa in Siria. Questa nuova, efferata violenza è stata ripresa da una videocamera e poi postata su YouTube. I miliziani hanno detto che quanto è stato perpetrato rap- presenta la vendetta contro i raid ae- rei statunitensi decisi da Barack Obama e, nello stesso tempo, hanno minacciato altri gesti sanguinari. Non si è fatta attendere la reazione di Washington. «Siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornali- sta americano innocente» ha detto la portavoce del Consiglio per la Sicu- rezza nazionale americana, Caitlin Hayden. È giunto oggi in Iraq, per una breve visita, il presidente del Consi- glio dei ministri italiano, Matteo Renzi. È previsto l’incontro, a Ba- ghdad, con il presidente Fuad Ma- sum, con il premier uscente, Nouri Al Maliki, e con quello incaricato, Haider Al Abadi. Il presidente del Consiglio dei ministri italiano si tra- sferirà poi a Erbil, dove incontrerà il presidente del Kurdistan iracheno, Masud Barzani. Fonti di stampa hanno intanto in- dicato che il ministero dell’Interno del Kuwait avrebbe mobilitato le forze di sicurezza per arginare possi- bili infiltrazioni terroristiche prove- nienti dall’Iraq. Le autorità kuwaitia- ne avrebbero richiesto un rafforza- mento delle misure di sicurezza al confine con l’Iraq e previsto una se- rie di blocchi stradali. Sempre più apprezzata la regolamentazione naturale della fertilità I meriti della Chiesa (con un demerito) PAGINA 5 Profughi iracheni in un campo a Feeshkhabour (La Presse/Ap) LONDRA, 20. Con secchi e spugne alla mano, un gruppo di tecnici è al lavoro da ieri per pulire il Big Ben. Sospesi a circa cento metri di altezza, quattro specialisti lavore- ranno per cinque giorni alla ma- nutenzione del simbolo di Londra. «Il processo è complesso ma ab- biamo un team di esperti che assi- curerà che questa parte del nostro patrimonio nazionale sia salva- guardata per le future generazio- ni» ha dichiarato Steve Jaggs, uno dei responsabili della manutenzio- ne. Durante l’operazione il mecca- nismo interno continuerà a funzio- nare, anche se le lancette rimarran- no ferme alle 12. La famiglia Blaise arrivata a piedi dalla Francia

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIV n. 188 (46.730) Città del Vaticano giovedì 21 agosto 2014

.

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Ai fedeli riuniti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale Papa Francesco parla del significato del viaggio in Corea

Tra memoria e speranzaUna Chiesa fondata sulla testimonianza dei martiri e animata da spirito missionario

In Corea il Papa ha «potuto visitareuna Chiesa giovane e dinamica, fon-data sulla testimonianza dei martiri eanimata da spirito missionario». Eha toccato con mano la realtà di «unPaese dove si incontrano antiche cul-ture asiatiche e la perenne novità delVangelo». È stato lo stesso Pontefice

Migliaia di palestinesi in fuga dai quartieri a est di Gaza

Tregua sfumatatra Israele e Hamas

TEL AV I V, 20. È di nuovo guerranella Striscia di Gaza. Le sirene aGerusalemme e a Tel Aviv sonotornate a suonare. La tregua, dun-que, non ha retto: ieri sera, dopo illancio di tre ordigni contro ilNeghev, il premier israeliano,Benjamin Netanyahu, ha accusatoapertamente Hamas di alimentarele violenze e ha richiamato la dele-gazione dai negoziati del Cairo.Allo stesso tempo Netanyahu hadato ordine all’esercito di «attacca-re bersagli terroristici» nellaStriscia.

Nella notte i raid aerei israelianisono andati avanti per ore, colpen-do — stando a fonti militari — dieciobiettivi. Dai quartieri a est di Ga-za migliaia di palestinesi si sononuovamente dati alla fuga persfuggire ai bombardamenti. Testi-moni hanno riferito che centinaiadi famiglie, portando sacchi e ma-terassi, hanno abbandonato preci-pitosamente la zona di Shajaiyaper andare a cercare riparo nellescuole delle Nazioni Unite riadat-tate a rifugi.

Hamas ha rivendicato il lanciodi razzi, anche verso l’aeroporto in-ternazionale Ben Gurion di TelAviv. «Ancora una volta Israele ciha imposto la guerra» ha dichiara-

to oggi uno dei vertici del movi-mento palestinese.

I combattimenti proseguono an-che questa mattina: la moglie e lafiglia di un leader militare diHamas sono rimaste uccise in unraid a Gaza. La morte dei familiaridi un capo delle Brigate AlQassam — l’ala militare del movi-mento islamista — è stata confer-mata da un deputato di Hamas inesilio: si tratta della moglie e dellafiglia del comandante MohammedDeif. E sempre in queste ore, in unaltro raid israeliano a Deir El Ba-lah, nella parte meridionale dellaStriscia, sono rimasti uccisi trebambini, una donna incinta e dueuomini, tutti membri della stessafamiglia. La donna era al nono me-se ma i medici non sono riusciti asalvare il bambino.

Le Brigate Al Qassam hanno ri-vendicato in un comunicato il lan-cio di 34 razzi, anche contro TelAviv e contro la città meridionaleisraeliana di Beersheva. Secondol’esercito israeliano, invece, i razzilanciati dalla Striscia sono stati«circa cinquanta» e nessuno avreb-be causato feriti.

Sul piano politico e diplomatico,gli Stati Uniti hanno chiesto l’im-mediata sospensione del lancio dirazzi da Gaza verso il territorioisraeliano e hanno invitato entram-be le parti a riprendere i colloquiin vista di un cessate il fuoco dura-turo. «Siamo molto preoccupatiper gli sviluppi di oggi, condannia-mo il rinnovato lancio di razzi e,come abbiamo detto, Israele ha ildiritto di difendersi contro tali at-tacchi» ha spiegato la portavocedel dipartimento di Stato america-no, Marie Harf. Gli Stati Uniti au-spicano comunque che «le partipossano raggiungere un accordo suun cessate il fuoco sostenibile».Anche Il Cairo è tornato a farepressione per una nuova sessionedi negoziati indiretti.

Il simbolo di Londra si rifà il look

Il tempo passaanche per il Big Ben

Tecnici al lavoro sul Big Ben (Reuters)

NOSTREINFORMAZIONI

I miliziani decapitano un reporter statunitense per vendetta contro i raid aerei decisi da Obama

Piano dell’Unhcr per gli sfollati nel nord dell’Iraq

Soldati israeliani al confine con la Striscia di Gaza (Afp)

a descrivere così l’esperienza vissutadal 13 al 18 agosto durante il suoviaggio in terra coreana. Ripercor-rendone i momenti più importanticon i fedeli riuniti nell’aula Paolo VIper l’udienza generale di mercoledì20, Francesco ha voluto sintetizzareil significato della sua visita in tre

parole chiave: «memoria, speranza,testimonianza».

«La Chiesa — ha spiegato — è cu-stode della memoria e della speran-za: è una famiglia spirituale in cuigli adulti trasmettono ai giovani lafiaccola della fede ricevuta dagli an-ziani; la memoria dei testimoni del

passato diventa nuova testimonianzanel presente e speranza di futuro».Proprio in questa prospettiva vannoletti i due principali avvenimenti delviaggio papale: la beatificazione di124 martiri e l’incontro con i giovaniin occasione della sesta giornataasiatica della gioventù.

Nel richiamare le origini della co-munità cristiana in Corea, «fondatasulla fede, sull’impegno missionarioe sul martirio dei fedeli laici», il Pa-pa ha ricordato in particolare che«Cristo non annulla le culture, nonsopprime il cammino dei popoli cheattraverso i secoli e i millenni cerca-no la verità e praticano l’amore perDio e il prossimo. Cristo non aboli-sce ciò che è buono, ma lo portaavanti, lo porta a compimento». Ciòche invece «Cristo combatte — haaggiunto — è il maligno, che seminazizzania tra uomo e uomo, tra popo-lo e popolo; che genera esclusione acausa dell’idolatria del denaro; chesemina il veleno del nulla nei cuoridei giovani».

Durante l’udienza Francesco havoluto anche ringraziare i fedeli perla partecipazione al dolore «perquello che è accaduto nella mia fa-miglia». Parlando dei suoi cinquefratelli e dei sedici nipoti, Francescoha ricordato il nipote rimasto grave-mente ferito in un incidente nel qua-le hanno perso la vita la moglie e idue piccoli figli.

PAGINA 8

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastoraledell’Arcidiocesi di Osaka(Giappone), presentata da SuaEccellenza ReverendissimaMonsignor Leo Jun Ikenaga,S.I., in conformità al canone 401§ 1 del Codice di Diritto Cano-nico.

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato

Arcivescovo di Osaka (Giappo-ne) Sua Eccellenza Reverendis-sima Monsignor Thomas Aqui-no Manyo Maeda, finora Ve-scovo di Hiroshima.

BAGHDAD, 20. In risposta alla dram-matica situazione nel nord dell’Iraq,l’Alto commissario delle NazioniUnite per i Rifugiati (Unhcr) halanciato oggi un vasto programma diaiuti umanitari con l’obiettivo di da-re concreta assistenza a circa mezzomilione di persone costrette ad ab-bandonare le proprie abitazioni acausa delle violenze scatenate nelleultime settimane dai miliziani delloStato islamico.

In un comunicato l’Unhcr infor-ma che su strada e via mare vieneavviato oggi un ponte aereo di quat-tro giorni utilizzando un Boeing 747che volerà da Aqaba, in Giordania, aErbil, capitale del Kurdistan irache-

no. Nei prossimi dieci giorni l’op era-zione verrà seguita da convogli stra-dali provenienti dalla Turchia e dallaGiordania, come pure da spedizionimarittime terrestri che da Dubai pas-seranno attraverso l’Iran. L’obiettivoprincipale, affermano nel comunica-to i responsabili dell’Unhcr, è quellodi migliorare le condizioni di vitadegli sfollati nella regione, in parti-colare delle persone senza alloggio.Infatti le condizioni, si evidenzianella nota, rimangono «disperate»per chi non ha accesso a una siste-mazione adeguata, per chi fatica atrovare cibo e acqua per sfamare lapropria famiglia e per chi non puòricevere le cure mediche di base.

«Fornire un supporto di emergenzarappresenta una necessità urgente acui stiamo cercando di dare rispo-sta» si dichiara nel comunicato.

Sul piano militare, intanto, si se-gnala che per il momento è fallito iltentativo delle forze irachene di ri-prendere il controllo di Tikrit, cadu-ta nei giorni scorsi nelle mani deimiliziani, i quali ieri sono riusciti arespingere l’attacco sferrato dall’eser-cito di Baghdad contro la città nata-le di Saddam Hussein. Nel frattem-po l’azione destabilizzante dei jiha-disti si è macchiata di un nuovo or-rore: è stato decapitato il reporterstatunitense James Foley, quarant’an-ni, sequestrato il 22 novembre didue anni fa in Siria. Questa nuova,efferata violenza è stata ripresa dauna videocamera e poi postata suYouTube. I miliziani hanno dettoche quanto è stato perpetrato rap-presenta la vendetta contro i raid ae-rei statunitensi decisi da BarackObama e, nello stesso tempo, hannominacciato altri gesti sanguinari.Non si è fatta attendere la reazionedi Washington. «Siamo inorriditidall’uccisione brutale di un giornali-sta americano innocente» ha detto laportavoce del Consiglio per la Sicu-rezza nazionale americana, CaitlinHayden.

È giunto oggi in Iraq, per unabreve visita, il presidente del Consi-glio dei ministri italiano, MatteoRenzi. È previsto l’incontro, a Ba-ghdad, con il presidente Fuad Ma-sum, con il premier uscente, NouriAl Maliki, e con quello incaricato,Haider Al Abadi. Il presidente delConsiglio dei ministri italiano si tra-sferirà poi a Erbil, dove incontrerà il

presidente del Kurdistan iracheno,Masud Barzani.

Fonti di stampa hanno intanto in-dicato che il ministero dell’Internodel Kuwait avrebbe mobilitato leforze di sicurezza per arginare possi-bili infiltrazioni terroristiche prove-nienti dall’Iraq. Le autorità kuwaitia-ne avrebbero richiesto un rafforza-mento delle misure di sicurezza alconfine con l’Iraq e previsto una se-rie di blocchi stradali.

Sempre più apprezzatala regolamentazione naturaledella fertilità

I meriti della Chiesa(con un demerito)

PAGINA 5Profughi iracheni in un campo a Feeshkhabour (La Presse/Ap)

LONDRA, 20. Con secchi e spugnealla mano, un gruppo di tecnici èal lavoro da ieri per pulire il BigBen. Sospesi a circa cento metri dialtezza, quattro specialisti lavore-ranno per cinque giorni alla ma-nutenzione del simbolo di Londra.«Il processo è complesso ma ab-biamo un team di esperti che assi-

curerà che questa parte del nostropatrimonio nazionale sia salva-guardata per le future generazio-ni» ha dichiarato Steve Jaggs, unodei responsabili della manutenzio-ne. Durante l’operazione il mecca-nismo interno continuerà a funzio-nare, anche se le lancette rimarran-no ferme alle 12.

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Ferguson infuocataIl procuratore generale Holder inviato per riportare la calma e fare luce sui fatti di sangue

Distrutti cinquecento ettari e inviati tredicimila ordini di evacuazione

Le fiamme devastanoil parco di Yosemite in California

Si accentuanoi contrasti

internazionalisulle migrazioni

ROMA, 20. Il fenomeno epocaledei flussi migratori provocati dallafame e dalle guerre non trova an-cora un’efficace e concordata ri-sposta internazionale e si accen-tuano, anzi, i contrasti tra i Go-verni e le istituzioni chiamati afronteggiarlo. Se ne sono avute ul-teriori riprove nelle ultime ore inzone del mondo agli antipodi. InEuropa si è inasprita la polemicadel Governo di Roma con l’Unio-ne europea, che ha bloccato ilprogetto italiano di integrareFrontex, l’agenzia europea per ilcoordinamento dei controlli dellefrontiere, nell’operazione Marenostrum condotta in Mediterraneodalle navi italiane.

Nelle stesse ore, dall’altra partedel mondo sono arrivati segnali diammorbidimento delle politichedi rigido respingimento dei boat-people decise dal Governo austra-liano guidato dal conservatore To-ny Abbott, in carica dallo scorsosettembre. Dopo mesi di dure cri-tiche da parte di istituzioni inter-nazionali e organizzazioni umani-tarie, ora è arrivato un primo se-gnale in controtendenza: centocin-quanta minorenni che si trovanoin stato di sostanziale reclusionenei centri di raccolta degli immi-grati irregolari avranno un vistotemporaneo in attesa che la loroposizione sia esaminata.

La presidente Fernández annuncia nuove misure sui bond

Si riapre la partitadel debito argentino

Al via in Brasilela campagna

elettoraleper la presidenza

BRASILIA, 20. La presidente delBrasile, Dilma Rousseff, haaperto ieri la campagna elettora-le per le presidenziali del prossi-mo 5 ottobre, quando solleciteràdai concittadini un secondomandato. Rousseff, subentrataalla guida del partito dei lavora-tori al suo predecessore LuizInátio Lula da Silva, ha lanciatoun appello contro quello che hadefinito il pessimismo dell’op-posizione. «Sono stata scelta —ha sottolineato — per dare conti-nuità ai progressi ottenuti neiGoverni di Lula e ora stiamopreparando il Brasile per unnuovo ciclo di crescita, creandole condizioni per un nuovo saltoin avanti».

Diversi osservatori, comun-que, giudicano da mesi menocerta una rielezione di Rousseffche fino alle proteste dello scor-so anno sembrava scontata.

In particolare, sono in molti aprevedere un possibile ballottag-gio con la popolare leader am-bientalista Marina Silva, diven-tata protagonista della sfida perle prossime presidenziali dopola morte in un incidente aereodi Eduardo Campos, il candida-to del partito socialista (di cen-tro destra).

Denuncia della Federazione iberoamericana degli ombudsman

Scenari critici nelle carceri dell’America latina

KI E V, 20. Si combatte casa per casaa Lugansk, una delle due roccafortidei ribelli filorussi dove oggi l’eser-cito ucraino è riuscito a riconqui-stare un quartiere. L’avanzata mili-tare avviene sullo sfondo di un cro-cevia di imminenti incontri politiciche lasciano presagire un intensifi-carsi degli sforzi diplomatici, a par-tire dal possibile faccia a faccia trail presidente russo e quello ucrainoin programma il 26 a Minsk in unvertice tra Unione doganale (Rus-sia-Bielorussia-Kazakhstan), Ue eUcraina.

Ma nella guerra nell’est ucraino,che secondo stime dell’Onu ha giàcausato 2.100 vittime e oltre 5.000feriti, si registra una nuova presun-ta strage di innocenti: il vicepre-mier dell’autoproclamata Repubbli-ca di Donetsk, Andrei Purghin, haaccusato infatti l’esercito ucraino diaver bombardato un asilo aMakievka provocando la morte dioltre dieci bambini. Non ci sono almomento conferme indipendenti.Come del resto non ce ne sono perle «decine di vittime» nella colon-na di rifugiati che, secondo Kiev,sarebbe stata colpita ieri dai ribellicon colpi di mortaio e lanciamissilisulla strada Khriaschuvate-Novo-svitlivka, vicino a Lugansk. Ieri co-munque il portavoce militare ucrai-no, Andrei Lisenko, ha riferito delrecupero di quindici cadaveri.L’Unione europea ha sollecitatoun’inchiesta indipendente.

Le violenze, dunque, non cono-scono tregua. A Makievka, martel-lata dall’artiglieria di Kiev, un foto-grafo della Afp ha visto almeno trecivili morti. E a Lugansk, dove se-condo Lisenko sono in corso«combattimenti di strada», la si-tuazione è sempre più critica: da 17giorni la città è senza acqua pota-bile, energia elettrica, rete telefoni-ca e approvvigionamenti. E il sin-daco ha messo in guardia contro ladiffusione di malattie infettive. Ilconvoglio di aiuti umanitari inviatoda Mosca resta fermo al confine:Kiev — questa la giustificazione uf-ficiale — non garantisce la sicurezzanel territorio controllato dai mili-ziani filorussi.

Sul fronte politico da registrarela visita — annunciata ieri — del

cancelliere tedesco, Angela Merkel,il prossimo 23 agosto a Kiev, doveincontrerà il presidente Poroshenkoper la prima volta dall’inizio dellacrisi e il premier ucraino ArseniIatseniuk: in agenda «l’attuale si-tuazione ucraina e l’atteggiamentoda tenere nei confronti della Rus-sia. Inoltre si parlerà delle possibi-lità concrete di sostenere l’Ucrai-na» dice una nota. Il 30 agostoPoroshenko volerà poi a Bruxelles,su invito del presidente del consi-glio europeo, Herman VanRompuy, e del presidente dellaCommissione Ue, José ManuelDurão Barroso.

Tra le due date, l’evento più at-teso: il vertice del 26 a Minsk tra ileader dell’Unione doganale (Pu-tin, Nazarbaiev, Lukashenko), ilpresidente ucraino e tre rappresen-tanti di Bruxelles (l’Alto rappresen-tante per la politica estera, Catheri-ne Ashton, e i commissari all’Ener-gia e al Commercio). Il summit èstato organizzato per discutere l’at-tuazione dell’accordo di associazio-ne tra Ue e Ucraina, la sicurezzaenergetica e la stabilizzazione nellaregione del Donbas, nell’est ucrai-no. Il Cremlino ha annunciato chePutin avrà alcuni colloqui bilateralima non ha voluto precisare se ne èprevisto uno con Poroshenko.

BUENOS AIRES, 20. Sembra aprirsiun nuovo fronte nella vicenda deldebito argentino. La presidenteCristina Fernández ha annunciatoieri, in un discorso televisivo, lapresentazione di un disegno di leg-ge che permetterà ai detentori dibond argentini che hanno aderitoagli accordi di concambio del 2005e del 2010 di riportarli sotto la giu-risdizione di Buenos Aires. In que-sto modo — spiegano gli esperti —il Governo Fernández riuscirebbead “a g g i r a re ” in un certo senso lasentenza statunitense che avevabloccato il risarcimento dei credito-ri e aperto nuove trattative con ifondi speculativi che n0n hannoaccettato il concambio e che Bue-nos Aires accusa di estorsione.

«Per salvaguardare il pagamentoai creditori che abbiano aderito alleristrutturazioni del debito nel 2005e nel 2010 una filiale della bancapubblica Banco Nación è stata de-signata per sostituire Bank of NewYork Mellon come agente fiducia-rio; senza pregiudicare quello chedecideranno gli obbligazionisti, èuna misura basata sul volontariato»ha dichiarato Fernández.

In sostanza, ha spiegato Kir-chner, «se gli obbligazionisti chie-deranno, individualmente o collet-tivamente, un cambio di legislazio-ne e giurisdizione dei loro bond, ilministro dell’Economia è autorizza-

to ad applicare lo swap per deinuovi bond sotto la giurisdizionelo cale».

Il Governo Fernández ha piùvolte criticato apertamente i fondispeculativi che non hanno accetta-to il concambio definendoli «fondiavvoltoio». Non solo: la Casa Ro-sada ha attaccato anche l’Ammini-strazione di Washington, accusan-dola di gravi ingerenze nei propriaffari interni.

La rabbia di uno dei manifestanti nelle strade di Ferguson (Afp)

La distruzione lasciata dal passaggio delle fiamme a Oakhurst (La Presse/Ap)

BUENOS AIRES, 20. Il sistema peni-tenziario in diversi Paesi dell’Ameri-ca latina mostra uno scenario critico,con un sovraffollamento di detenutinelle strutture carcerarie che oscillafra il 30 e il 300 per cento, accompa-gnato da condizioni di vita degra-danti, per esempio con la saturazio-ne e la conseguente inefficacia deiservizi medici. Lo denuncia un rap-porto della Federazione iberoameri-cana degli Ombudsman (gli ufficidel difensore civico), speciali procu-re e commissioni per la tutela dei di-

ritti umani presenti in una ventina diPaesi della regione. L’eccessivo nu-mero di persone detenute in esiguispazi non garantisce l’accesso ai ser-vizi igienici e all’assistenza sanitaria«mettendo in grave pericolo la vitadelle persone», denuncia la Federa-zione. Il rapporto documenta la si-tuazione in Paesi come la Bolivia,dove non esiste sufficiente personalemedico, o l’Uruguay, dove non cisono infrastrutture adeguate per cu-rare pazienti cronici. In Colombia,Nicaragua e Repubblica Dominicana

risulta inadeguata la distribuzione dialimenti; in Brasile si calcola che il44 per cento dei detenuti è costrettoa vivere in celle insalubri.

A tutto ciò si aggiungono la man-canza di coordinamento fra il siste-ma giudiziario e quello penitenzia-rio, programmi di riabilitazione in-sufficienti, i sistemi di custodia ina-deguati alle necessità.

Preoccupa la Federazione anche ilcostante aumento del numero di mi-norenni, tra i 12 e i 17 anni, detenutinelle carceri, dopo condanne princi-

palmente per furto, ma anche percrimini più gravi, fino alla violenzasessuale e all’omicidio. I difensori ci-vici dei Paesi oggetto del rapportoconcordano, in particolare, nel de-nunciare la coabitazione coatta tradetenuti minori e adulti che costitui-sce per i primi una situazione di ri-schio costante di diventare vittimedei secondi. Più in generale, manca-no programmi educativi volti a dareuna possibilità di reinserimento so-ciale a questi migliaia di ragazzi inc a rc e re .

WASHINGTON, 20. Si aggrava la situazione al parcoYosemite, dove l’incendio che ha già distrutto cinque-cento ettari ha spinto le autorità a inviare 13.000 ordinidi evacuazione. Lo sceriffo della contea di Madera hadichiarato nelle ultime ore lo stato d’emergenza. Il par-co resta aperto — in base a quanto riferiscono fonti del-la stampa locale — ma la strada che consente l’accessoal sud è stata chiusa. Al momento circa mille personesono state evacuate, mentre altre quattromila hanno ri-

cevuto l’indicazione di tenersi pronte a lasciare le pro-prie case. Le fiamme si estendono per 1.200 acri e han-no già distrutto due strutture del parco. Yosemite, unadelle mete turistiche preferite, è già stato teatro di unviolento incendio nel luglio scorso; le fiamme avevanominacciato aree in cui si trovano sequoie giganti. Sitratta comunque di uno dei parchi più frequentati degliStati Uniti: è visitato ogni anno da oltre 3,5 milioni dipersone provenienti da tutto il mondo.

WASHINGTON, 20. Ancora violenzanel Missouri. Ieri un altro ragazzonero è stato ucciso dalla polizia: unventitreenne armato di coltello è sta-to colpito a morte non lontano daFerguson, dove continuano le mani-festazioni dopo l’uccisione da partedi un agente del diciottenne afroa-mericano Michael Brown.

Secondo quanto riferisce la poli-zia, l’uccisione del ragazzo nero èavvenuta in una località a circa diecichilometri di distanza da Ferguson.In base alle ricostruzioni della stam-pa, i poliziotti avrebbero ripetuta-mente detto al giovane di posarel’arma, il coltello, ma la vittima agi-va in maniera «strana» e avrebbedetto: «Sparatemi, uccidetemi».Quando il giovane si è trovato a po-chi metri di distanza dagli agenti,uno di loro (o due, non è ancorachiaro) gli ha sparato. Il ragazzo èmorto sul colpo.

Il nuovo fatto di sangue avviene adieci giorni dall’uccisione di MichaelBrown, i cui funerali saranno cele-brati lunedì prossimo, in un momen-to di alta tensione. Anche ieri, nono-stante la presenza della Guardia na-zionale e l’invito del presidenteBarack Obama «a manifestare inmaniera pacifica», il sobborgo di St.Louis, diventato il simbolo delle ten-sioni razziali che persistono nella so-cietà americana, è stato teatro di

nuovi scontri. Sei feriti e 78 arresti èil bilancio degli incidenti che — hadetto Ron Johnson, capo della poli-zia stradale del Missouri — sono sta-ti provocati «da un piccolo gruppodi delinquenti che aspettano la seraper agire». Anche ieri, per ore, laprotesta è stata pacifica, ma la ten-sione era tangibile con la polizia an-

cora una volta in tenuta antisom-mossa e la presenza della Guardianazionale. La situazione è degenera-ta quando alcuni manifestanti hannolanciato bottiglie, pietre e molotov.A quel punto gli agenti, supportatida un elicottero e da mezzi blindati,hanno ordinato più volte alla folladi disperdersi, poi è partito il lancio

di lacrimogeni verso i manifestanti.Una trentina di persone sono statearrestate, mentre i feriti sono sei,compresi quattro poliziotti e un fo-torep orter.

Sabato scorso il governatore delMissouri, Jay Nixon, aveva dichiara-to il coprifuoco. L’iniziativa nonaveva tuttavia fermato le manifesta-zioni. Di conseguenza Nixon avevachiesto l’intervento della Guardianazionale e dell’Fbi.

Adesso l’obiettivo primario è farechiarezza sulla dinamica dei fatti ri-guardo all’uccisione di Brown. Se-condo un sondaggio del Pew Center,l’ottanta per cento degli afroamerica-ni statunitensi ritiene che la questio-ne razziale sia centrale nella mortedi Brown, mentre il 47 per cento deibianchi interpellati sostiene che i fat-ti vadano letti in maniera diversa eche la chiave razziale sia solo unacomponente in un mosaico ben piùcomplesso.

Oggi in città arriva il procuratoregenerale Eric Holder. A FergusonHolder incontrerà i vertici dell’Fbigià sul posto per indagare sulla mor-te di Brown mentre si attendono i ri-sultati dell’autopsia dei federali.Holder — dicono fonti di stampa —è uno specialista di questioni razzialie gode del pieno sostegno del presi-dente Obama.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 21 agosto 2014 pagina 3

Attaccati posti di controllo

Risp ostatalebana

all’offensivadi Kabul

KABUL, 20. Non si fermano le vio-lenze in Iraq. Ieri un commandodi talebani ha attaccato alcuni po-sti di controllo presieduti da sol-dati dell’esercito, nella provinciadi Logar: gli scontri seguiti agliassalti hanno provocato ventunomorti. I combattimenti sono statiparticolarmente intensi nel distret-to di Charkh, dove, riferisconofonti locali, si è sparato per più ditre ore. Le stesse fonti hanno evi-denziato il fatto che agli assaltihanno partecipato più di seicentotalebani: una risposta significativaall’offensiva lanciata in queste ul-time settimane dalle forze regolaricon il dichiarato obiettivo di libe-rare vaste zone del territorio dallapresenza dei miliziani.

E se le violenze non lascianol’Iraq, l’incertezza non lascia lascena politica afghana, e ciò a de-trimento anche dell’impegno mili-tare diretto proprio a contenerel’azione destabilizzante dei taleba-ni. Di questa realtà ne è ben con-sapevole il presidente uscente,Hamid Karzai, il quale ieri ha lan-ciato un appello ai due candidatia succedergli affinché diano provadi unità, mettendo fine, per il be-ne del Paese, alle loro divergenzesul processo elettorale che porteràalla nomina del nuovo capo delloStato.

Nei prossimi giorni, stando alcalendario indicato dalla commis-sione elettorale indipendente, saràcomunicato il nome del presiden-te: o l’ex ministro delle Finanze,Ashraf Ghani, o l’ex ministro de-gli Esteri, Abdullah Abdullah. Siteme, rilevano gli osservatori, chei due candidati possano contestareil verdetto della commissione chein questi giorni sta procedendocon il riconteggio totale dei voti,più di otto milioni, espressi nelballottaggio svoltosi lo scorso 14giugno. Del resto il riconteggio siè reso necessario dopo le accusedi brogli formulate da Abdullah:da allora il clima si è fatto semprepiù astioso, tanto da far temereuna vera e propria crisi istituzio-nale, con l’ex ministro degli Esteriche ha anche minacciato di nonriconoscere il verdetto che sarebbestato espresso dalla commissioneelettorale.

Per rimettere in moto il proces-so dell’elezione presidenziale èsceso allora in campo il segretariodi Stato americano, John Kerry,che nell’arco di appena dodicigiorni si è recato due volte a Ka-bul per tessere una paziente operadi mediazione. Il capo della di-plomazia statunitense è riuscito afar addivenire i due candidati apiù miti consigli: hanno infatti ac-cettato il riconteggio totale dei vo-ti e si sono impegnati a riconosce-re, senza ulteriori contestazioni, ilverdetto finale della commissioneelettorale, atteso per la fine delmese. Ma alla luce del tortuosoandirivieni del processo elettorale(da principio il nuovo capo delloStato si sarebbe dovuto nominareil 22 luglio), non sono infondati itimori riguardo a nuovi, eventualir i t a rd i .

La folla dei manifestanti di fronte al Parlamento pakistano (Afp)

I manifestanti dell’opposizione entrano nella «zona rossa» della capitale pakistana e s’insediano davanti al Parlamento

Sfida al premier SharifL’India accusa

il Pakistandi dare protezione

ai terroristi

NEW DELHI, 20. Non accenna adiminuire la tensione tra India ePakistan. Come riferisce «The In-dia Times», a rilanciare le accusea Islamabad di «offrire rifugio» aiterroristi all’interno del proprioterritorio è stato l’ambasciatore in-diano in Afghanistan, Amar Si-nha. In un’intervista ad AfghanTv Channel, il diplomatico, riferi-sce «The India Times», ha dettoche i terroristi che s’infiltrano inAfghanistan e in altre zone strate-giche della regione «non vengonoda Paesi africani, come il Mali ola Nigeria», ma dal Pakistan, dovevi sono «campi di addestramen-to». E tutto ciò, ha detto il diplo-matico sempre citato dal quotidia-no, «non è un segreto». Non si èfatta attendere la reazione di Isla-mabad che, come riferiscono leagenzie di stampa internazionali,ha rispedito al mittente le accuse,respingendo ogni addebito.

La tensione fra i due Paesi, i cuirapporti hanno sempre conosciutoalti e bassi, è tornata a manifestar-si con una certa evidenza dopoche le autorità di New Delhi han-no annunciato la cancellazione diun previsto incontro, il 25 agosto,fra i viceministri degli Esteri in-diano e pakistano. Questa decisio-ne è stata presa, hanno dichiaratole autorità di New Delhi in un co-municato, «a causa della paleseingerenza pakistana negli affari in-terni indiani».

Lo Sri Lankanega i vistid’i n g re s s o

agli ispettori Onu

CO L O M B O, 20. Lo Sri Lanka nonconcederà i visti di ingresso agliispettori dell’Onu incaricati di in-vestigare sui crimini commessidall’esercito cingalese e dai guerri-glieri tamil tra il 2002 e il 2009: loha annunciato, ieri, il presidentedello Sri Lanka, Mahinda Rajapa-kse. Nel marzo scorso, ricordal’agenzia Ansa, il Consiglio deiDiritti umani delle Nazioni Uniteha adottato una risoluzione, soste-nuta dagli Stati Uniti e dall’Unio-ne europea, per «intraprendereun’indagine complessa sulle accu-se di abusi e violazioni di dirittiumani commessi da entrambe leparti nello Sri Lanka tra il 2002 eil 2009». L’Alto commissario delleNazioni unite per i Diritti umani,Navi Pillay, ha nominato l’ex pre-sidente finlandese e premio Nobelper la pace, Martti Ahtisaari, a ca-po dell’inchiesta. Ricorda semprel’agenzia Ansa che il conflitto tra iribelli tamil e l’esercito è duratoper quasi quarant’anni (dal 1972 al2009) provocando, secondo le sti-me elaborate dalle Nazioni Unite,la morte di più di centomila per-sone. Nel 2011 l’Onu accusò Co-lombo di aver causato «decine dimigliaia di morti» nell’offensivamilitare finale contro le Tigri diLiberazione del Tamil Eelam e diaver «violato» i diritti umani.

Il conflitto in Sud Sudan ha portato il numero totale dei profughi a oltre seicentomila

Etiopia terra di rifugiati

Un accampamento di rifugiati (Epa)

Rimpatrianoda Kinshasa

i profughi angolani

KINSHASA, 20. È incominciata ieril’ultima operazione di rimpatriovolontario dei rifugiati angolaniriparati nella Repubblica Demo-cratica del Congo, alcuni già nel1962, all’inizio della lunga guerrad’indipendenza contro il Portogal-lo. Il primo gruppo, composto dacinquecento persone, è partitodalla stazione ferroviaria della ca-pitale congolese Kinshasa. In tut-to saranno rimpatriati 29.000 an-golani che si aggiungeranno ai76.000 già rientrati nel Paesed’origine in due precedenti opera-zioni, tra il 2003 e il 2007 e nelbiennio 2011-2012, organizzate daidue Governi di concerto con l’Al-to commissariato dell’Onu per irifugiati (Unhcr). Questa terza econclusiva fase, secondo l’U n h c r,potrebbe protrarsi fino al 2016.

Nuovi passi distensiviin Mozambico

Decine di morti per le piogge torrenziali nell’ovest del Giappone

Tragiche frane a Hiroshima

ISLAMABAD, 20. Sta guadagnandosempre più terreno l’opposizione inPakistan, che da giorni chiede le di-missioni del primo ministro, NawazSharif. Nella notte migliaia di mani-festanti sono riusciti a entrare nellacosiddetta «zona rossa» di Islama-bad e hanno raggiunto il Parlamen-to, davanti al quale si sono insediati.Intanto il leader di uno dei dueprincipali partiti dell’opp osizione,Pakistan Tehreek-e-Insaf, ImranKhan, ha formulato un nuovo ulti-matum invitando il premier a darele dimissioni il prima possibile. Alprimo ministro l’opposizione conte-sta di aver compiuto irregolarità «suvasta scala» in occasione delle ele-zioni legislative svoltesi nel maggiodello scorso anno, che hanno porta-to all’elezione di Sharif. Questi, dalcanto suo, sta cercando di aprire undialogo con l’opposizione e, negan-do ogni addebito, si è detto pronto,insieme al suo Governo, ad aprireun’inchiesta che faccia luce sull’inte-ra vicenda e che sgomberi il campoda ogni dubbio.

In questi ultimi giorni Khan hapiù volte lanciato ultimatum al pri-mo ministro invitandolo a dimetter-si, ma quello formulato questa notteè stato il più energico, visto che haminacciato di «entrare con la forza»negli uffici del premier se non do-vesse accogliere le richieste dell’op-posizione. Nella «zona rossa» dellacapitale si trovano i principali edificipubblici pakistani e le principali am-basciate straniere. Le sedi governati-ve sono sotto la diretta protezionedell’esercito il quale, dal canto suo,ha invitato le parti a negoziare e araggiungere un compromesso.

Al momento, come rilevano gliosservatori, il rischio è duplice. Daun punto di vista politico, è concre-to il rischio di una crisi istituzionale,con una compagine governativa chepotrebbe presto sfaldarsi mentre giàda lunedì parte dell’opposizione haannunciato l’intenzione di abbando-nare il Parlamento. Da un punto di

vista della sicurezza, cresce il timoreche le manifestazioni dell’opp osizio-ne, per ora pacifiche e senza inci-denti di rilievo, possano a lungo an-dare determinare situazioni critiche,degenerando in scontri: il fatto che idimostranti, in massa, siano riuscitia raggiungere l’area superprotetta diIslamabad per chiedere le dimissionidel premier, sottolineano gli analisti,non può che essere letto come undato poco confortante sul piano del-la sicurezza.

E questo scenario si sta svilup-pando proprio quando l’esercito pa-

kistano sta compiendo significativiprogressi nella lunga lotta contro imiliziani: progressi registrati in par-ticolare nel Nord Waziristan dove,dalla metà del giugno scorso, è scat-tata un’operazione su vasta scalacon il dichiarato obiettivo di elimi-nare dalle zone tribali la presenzatalebana.

È proprio in queste zone, infatti,che i miliziani possono contare supostazioni dalle quali sono solitilanciare attacchi contro obiettivi siamilitari sia civili. Finora l’offensivadell’esercito di Islamabad, che si è

avvalso anche del contributodell’aviazione, ha permesso di elimi-nare più di seicento talebani e di di-struggere numerose loro postazioni.

Ma le autorità militari pakistane,anche alla luce dei risultati conse-guiti, tengono a sottolineare l’imp or-tanza di non abbassare la guardia,nella consapevolezza che sono anco-ra tante le sacche di resistenza deitalebani in varie parti del territorio eche quindi c’è ancora molta stradada percorrere prima di poter dire diaver sconfitto definitivamente i mili-ziani.

TO KY O, 20. Sono 27 i morti finora accer-tati a Hiroshima, colpita questa notte dauna serie di smottamenti seguiti allepiogge torrenziali che in questi giornistanno flagellando l’ovest del Giapponee che il primo ministro, Shinzo Abe, hadefinito senza precedenti. Le frane han-no sorpreso gli abitanti della città, dovediverse abitazioni sono state letteralmen-te inghiottite dal terreno. Fra i morti fi-gurano due fratellini di 11 e due anni, ol-tre a numerose persone anziane che nonsono riuscite a mettersi in salvo. Le au-torità locali hanno disposto lo sgomberodi circa 65.000 persone da 26.000 case.

Le conseguenze della sciagura potreb-bero purtroppo rivelarsi ancora più gra-vi, dato che i soccorritori stanno cercan-do almeno una decina di persone che ri-sultano disperse. Nella zona sono statidispiegati seicento soldati in appoggioagli uomini della protezione civile, ma leoperazioni di soccorso sono ostacolatedal fatto che il terreno resta in gran par-te impraticabile. Le immagini riprese da-gli elicotteri mostrano un panorama didevastazione totale. Soccorritori all’opera a Hiroshima (Afp)

ADDIS ABEBA, 20. L’Etiopia è diventato il Paeseafricano con il maggior numero di rifugiati, supe-rando sotto questo aspetto il Kenya, dove si trova-no da decenni oltre mezzo milione di somali. Loha annunciato l’alto commissariato delle NazioniUnite per i rifugiati (Unhcr), specificando che a fi-ne luglio l’Etiopia ospitava 629.718 profughi, controi 575.334 del Kenya.

La ragione principale di questo aumento di pre-senze di profughi in Etiopia è il conflitto civilescoppiato a metà dicembre scorso in Sud Sudanche ha costretto dall’inizio di quest’anno 188.000persone a varcare il confine, secondo i dati comuni-cati ieri dall’U n h c r.

Ormai in Etiopia vivono circa 247.000 rifugiatisudsudanesi, compresi molti presenti da decennidopo essere stati costretti a lasciare la patria duran-te l’ultraventennale conflitto civile sudanese conclu-so nel 2005 con l’accordo che aprì la strada all’indi-pendenza sudsudanese proclamata sei anni dopo,nell’estate del 2011. Le altre comunità nazionali dirifugiati maggiormente presenti sono i somali, sti-mati a 245.000, e gli eritrei, quasi centomila.

MA P U T O, 20. Nuovi passi di disten-sione si registrano tra il Governo diMaputo, espressione del Fronte diliberazione del Mozambico (Freli-mo), il partito al potere nel Paesefin dalla sua indipendenza dal Por-togallo, e gli ex ribelli della Resi-stenza nazionale mozambicana (Re-namo). Il portavoce di quest’ulti-ma, Antonio Muchanga, è stato li-berato dalla prigione di massima si-curezza, dove era detenuto dal lu-glio scorso con l’accusa di incita-mento alla violenza e possesso ille-gale di armi. La settimana scorsa, ilpresidente del Mozambico e leaderdel Frelimo, Armando Emilio Gue-buza, aveva promulgato l’amnistiaper tutti i crimini commessi durantegli scontri tra l’esercito e gli ex ri-belli della Renamo riesplosi circaun anno fa dopo oltre vent’anni disostanziale pacificazione. L’amnistiaaveva fatto seguito all’accordo sot-

toscritto da Frelimo e Renamo permettere definitivamente termine alleostilità. Il Frelimo aveva accolto larichiesta di inquadrare i guerriglieridella Renamo nelle forze di sicurez-za nazionali.

I positivi sviluppi della crisi era-no apparsi evidenti all’inizio delmese, quando la Commissione elet-torale nazionale aveva deciso dinon escludere alcun partito dalleprossime legislative che si terrannoa ottobre, in concomitanza con lepresidenziali. Già a fine luglio, co-munque, dopo sessantasei tornatedi colloqui, il Governo di Maputoe la Renamo avevano annunciatoun accordo per porre fine alle vio-lenze nelle province centrali di So-fala, principale roccaforte degli exribelli, Manica, Tete e Zambezia,dove i combattimenti avevano pro-vocato decine di morti e la distru-zione di numerose infrastrutture.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 21 agosto 2014

In un libro di Brunetto Salvarani

Perché non possiamonon dirci ecumenici

di CRISTIANA DOBNER

La dedica che Brunetto Salvaranipone in apertura del suo libro Nonpossiamo non dirci ecumenici. Dallafrattura con Israele al futuro comunedelle Chiese cristiane (San Pietro inCariano, Gabrielli editore, 2014, eu-ro 16) conferisce il “la” a tutto il la-voro. E anche alla lettura, che do-vrà essere meditata e riflessa: «Aitanti, sorelle e fratelli di diverseconfessioni cristiane, con i quali,nel corso di molti anni, ho provatoa camminare insieme, trovandovigioia, consolazione e speranza».

La prefazione di Enzo Bianchi,invece, ne suggerisce il taglio:«Questa introduzione all’ecumeni-smo di Brunetto Salvarani, che uni-sce passione e rigore, fornisce glistrumenti per discernere i tempi delcammino ecumenico, accompagnan-do il lettore alla scoperta di un ter-ritorio apparentemente incognito,ma che si rivela sempre più familia-re, perché riposa al cuore delle do-mande della vita del credente».

La cornice storica dell’ecumeni-smo attuale, con la vitalità che gli

relazione diretta, personale. Unasorta di empatia con l’alterità. Sicaratterizza in diversi livelli. Il dia-logo morale, sorto dalla convivenzache produce una conoscenza reci-proca oppure dal collaborare aqualche obiettivo comune. Il dialo-go intellettuale favorito dallo studioe dalla ricerca condotta insieme. Ildialogo spirituale che si dilata allapreghiera e alla meditazione comu-ne.

Il saggio, che si sviluppa in diecicapitoli, ripercorre tutta la storiadella Chiesa, le vicende dello sci-sma fra Oriente e Occidente (1054),la riforma protestante, per giungerea formulare l’identità del dialogoecumenico dopo il Vaticano II, «ini-zio di un nuovo inizio».

La riflessione si dilata in un cam-mino aperto a tutti coloro che sa-pranno riconoscere, rimanendo nelsolco delle parole di Papa France-sco, «ciò che lo Spirito ha seminatonegli altri come un dono anche pernoi».

L’ultimo capitolo, «Per una costi-tuente ecumenica», contiene il mes-saggio per il nostro oggi, ricco di

Mostra alla Pro Civitate Christiana di Assisi

Lo sguardo degli artistisul concilio Vaticano II

di ANTONIO PAOLUCCI

«G entile ci fasentire lacarne» scri-ve VittorioSgarbi nel

catalogo (Firenze, Mandragora,2014, pagine 312, euro 35) dellamostra «Da Giotto a Gentile.Pittura e scultura a Fabriano fraDue e Trecento»; mostra che,nella Pinacoteca Civica BrunoMolaioli e in altri luoghi eminen-ti della città marchigiana, saràpossibile visitare fino al 30 no-vembre prossimo.

Sgarbi, curatore con GiampieroDonnini e Stefano Papetti, si rife-risce alla tavola raffigurante leStigmate di san Francesco dellaFondazione Magnani Rocca, unodei gioielli della esposizione in-sieme alla C ro c i f i s s i o n e di Brera,elemento apicale del Polittico diValle Romita e alla Madonna colBambino della Galleria Nazionaledi Perugia.

Di fronte a queste opere si ca-pisce la portata della rivoluzionedi Gentile da Fabriano il quale,nel primo quarto del XV secolo,sotto il segno del naturalismo,della rappresentazione delicata eaffettuosa del vero visibile, è ca-pace di proporre un altro Rina-scimento; altro, intendo dire, ri-spetto a quello razionale e pro-

spettico di Brunelleschi e di Ma-saccio.

Sono altro Rinascimento, ci-tando da capolavori celebri diGentile da Fabriano, le strisce dinebbia che si impigliano nei mer-li di un castello lontano, in unamattina di inverno gelida e lumi-nosa (predella della An n u n c i a z i o n edei Magi degli Uffizi, 1423), latempesta di mare che strappa lavela dalla nave e increspa la ver-de superficie dell’acqua (Pinaco-teca Vaticana).

Sono “altro Rinascimento” gliinterni ombrosi, i fiori descritticon amorosa sapienza botanicarampicanti dentro le cornici deipolittici, lo stolone di un santovescovo che, nel comparto delPolittico Quaratesi degli Uffizi,piega i suoi cedevoli ricami ad as-secondare la positura del corpo;infine, “altro Rinascimento” larappresentazione — direbbe Vasa-ri — delle «attitudini e degli affet-ti» e cioè la poesia delle emozio-ni, la calda umanità degli sguar-di, dei trasalimenti del cuore.

Naturalmente non poteva esse-re la piccola Fabriano a fare lafortuna di Gentile. La sua fortu-na e l’internazionale notorietàgliela diedero i banchieri e gli oli-garchi fiorentini come PallaStrozzi e il Vescovo di Roma do-ve dipinse, in San Giovanni inLaterano, celebri e purtroppoperduti affreschi destinati ad affa-scinare Rogier van der Weyden ea stupire Michelangelo.

Sotto il cielo delle MarcheGentile da Fabriano è il punto diarrivo di una storia iniziata più diun secolo prima, già all’inizio delTrecento, quando Giotto, reduceda Assisi, lasciò a Rimini operecapitali. Da lì, lungo la via Fla-minia, l’arte nuova, interpretata erielaborata dai suoi “c re a t i ” —Giuliano, il Maestro dell’I n c o ro -nazione di Urbino, Baronzio,maestri tutti rappresentati in mo-stra — fecondò il versante adriati-co d’Italia, fino alla Tolentino diPietro da Rimini.

Ma nella mostra di Fabrianonon c’è soltanto il giottismo dideclinazione riminese rappresen-tato da almeno due capolavori diGiuliano da Rimini. La croce di-pinta di Sassoferrato e, ancora diGiuliano, il polittico dei MuseiCivici di Rimini, acquistato nel1996 dalla Fondazione bancariadi quella città. Con ciò realizzan-do una delle operazioni “patriot-tiche” più generose e più intelli-genti compiute in anni recenti daun istituto di credito italiano.

Molte sono le tendenze, gli in-flussi, le proposte stilistiche che

trecentesca se, nella Ma d o n n adell’umiltà di San Severino Mar-che, datata al 1366 e presente inmostra, arriva a firmarsi — lui se-nese di nascita e fiorentino di for-mazione — Allegrettus de Fabria-no.

«Il genio degli anonimi»; sottoquesta epigrafe Roberto Longhiamava collocare quegli artisti chepur non avendo o non avendoancora, una precisa identità ana-grafica, si impongono tuttaviaper originalità espressiva, per ildominio di un linguaggio forte-

Forse era romagnolo, forse um-bro, certo memore dei cicli pitto-rici di Assisi, sicuramente influen-zato da Pietro Lorenzetti. Restache, di fronte ai pur consunti la-cunosi affreschi staccati di Urbi-no o a quelli dell’Oratorio fabria-nese della Maddalena, cicli en-trambi presenti in mostra, noipossiamo dire con AlessandroMarchi, autore delle schede in ca-talogo: «Ciò che oggi non vedia-mo più possiamo intuirlo e, sfor-zandoci un poco, comprendereche siamo di fronte a una delle

Come nacque l’altro Rinascimento

Rivoluzione Gentile

mente caratterizzato e ben rico-noscibile. A questa categoria ap-partiene il cosiddetto maestro diCampodonico, la figura più altanel panorama artistico fabrianesea metà del Trecento.

I suoi affreschi, già nella chie-sa di San Biagio in Caprile neipressi di Campodonico, oggistaccati e custoditi nella GalleriaNazionale di Urbino, sono l’op e-

più alte pagine che il Trecentopittorico italiano ha innalzato».

Anche la scultura policroma,genere artistico di grande diffu-sione in tutta l’area umbro-mar-chigiana, popola la mostra di Fa-briano. Dal grande Christustriumphans databile alla secondametà del XII secolo (Museo Pier-santi di Matelica) alle opere diFr a ’ Giovanni di Bartolomeo, untempo conosciuto come Maestrodei Magi di Fabriano, dal grupposcultoreo custodito in parte nellaPinacoteca Bruno Molaioli e inparte nel Museo Nazionale di Pa-lazzo Venezia a Roma. Siamo difronte a un maestro di fine Tre-cento portatore di una raffinatacultura, in parte mutuata dai to-scani Andrea e Nino Pisano, inparte sensibile alle suggestioniautoctone di Allegretto Nuzi edel Maestro di Campodonico, inparte infine, elaborata nel fervidocantiere del Duomo di Orvieto.

Si lascia Fabriano riflettendosul valore non solo culturale maanche “p olitico” di una mostracome questo. Una mostra che en-tra nel vivo tessuto di una piccolapatria italiana, ricomponendonele desiecta membra e offrendo aivisitatori la ricostruzione di unaantica storia fatta di dipinti e disculture ma anche di uomini e didonne, di artisti, di committenti,di comunità civili e religiose; unastoria che chiede soltanto di esse-re conosciuta, studiata, custodita.

«Cerchiamo di ricordare i cinquant’anni del Vaticano II non conun semplice “appunto da calendario”, ma evidenziando il vissu-to del concilio attraverso questo mezzo secolo»: a parlare è lostorico dell’arte Mariano Apa, curatore della mostra «Il concilioVaticano II. Giovanni XXIII. Arte e testimonianza in Assisi» cheinaugura il 20 agosto e sarà aperta fino all’8 novembre ad Assisinella Galleria d’arte contemporanea della Pro Civitate Christia-

Manzù, De Felice e Bodini), ma anche — sottolinea ancora ilcuratore — «una rilettura in chiave contemporanea con le opereinedite di artisti che hanno provato a rinnovare l’iconografia diGiovanni XXIII». Infine, sempre seguendo l’idea di «non volermuseificare documenti e opere», il percorso offre anche attualiz-zazioni di tematiche spirituali quali la liturgia, la misericordia ela pace.

na. «Spunto della mostra— spiega Apa — è il rap-porto del fondatore dellaPro Civitate Christiana,don Giovanni Rossi, conAngelo Roncalli e Gio-vanni Battista Montini, ifuturi Pontefici del con-cilio». A partire da que-sto, la mostra — que-st’anno incentrata suGiovanni XXIII, l’annoprossimo il protagonistasarà Paolo VI — invita aun percorso che intreccianon solo una parte stori-ca, data dalla documen-tazione fotografica ed’archivio (con lettere edocumenti) e dalla docu-mentazione artistica (conopere di artisti come

dona lo Spirito Santo, è il pronaoche poi conduce la ricerca al “p ro -toscisma”, la frattura fra ebrei e cri-stiani. Gli studi teologici infattihanno aperto Salvarani dalla sco-perta dell’ebraismo, quale radicesanta della fede cristiana, a com-prendere l’altro e insieme a scende-re in profondità.

L’autore ha vissuto nella sua ado-lescenza l’evento del Vaticano II eha compreso come questo abbiaaperto percorsi inediti, forgiandonuove parole che suonano quali pa-role chiave in una Chiesa che si stamodellando dopo ben quattro seco-li di distanza dal concilio di Trento.

Seguiamo le singole parole. “Po-polo di Dio” — l’espressione sceltadalla Lumen gentium — rimanda auna concezione di Chiesa intesanon come gerarchia ma esattamentecome popolo, formato da clero elaici, ognuno con la propria vicen-da storica, i propri aneliti e i cari-smi che il Signore a ciascuno a con-cesso. Tuttavia, tutti riuniti insieme.Dobbiamo ai padri conciliari que-sto sguardo che ci riporta agli At t idegli apostoli quando i primi cristia-ni vivevano con un cuor solo eun’anima sola.

“Parola di Dio” — come affermala Dei verbum — fonda la comunità,il popolo di Dio appunto che si di-ce cristiano e che la ritiene fonda-mentale per la sua vita. La “litur-gia”, con l’Eucaristia, fons et culmen,così definita dalla Sacrosanctum con-cilium, proprio perché tutto si di-parte dalla fonte ma tutto devegiungere al punto di arrivo.

“Chiesa-mondo”, sulla scorta del-la Gaudium et spes la Chiesa, so-prattutto nelle sue Chiese locali,entra nel cuore della realtà con tut-ta la problematica che tocca le per-sone. “D ialogo”, dal 1965 Nostra ae-tate indica un punto di partenzaper motivare e promuovere l’incon-tro con le diverse religioni.

Nei rapporti post conciliari conle diverse religioni non si tratta discivolare né nel sincretismo, né nel-la mescolanza che, in fin dei conti,non solo non dà risposta all’intelli-genza ma neppure la dà alla vita.Per spiegare questa difficoltà Salva-rani si riferisce al rischio del super-market religioso, che non conducea nulla nella sua eccessiva indiffe-re n z i a z i o n e .

L’aspetto intellettuale nel dialogoè necessario ma non può essere uni-co, perché il dialogo si basa su una

dersi in un ghetto, cercando di ri-creare l’ideale della cristianità delpassato» e «assimilarsi completa-mente alla società in cui si vive, fi-nendo per essere succubi di unacultura ormai definitivamente seco-larizzata».

Con una visione evangelica posi-tiva che sorregga: «Perché quelloche già ci unisce è molto più gran-de (e importante) di quello che an-c o ra ci divide (...) e perché l’ecume-nismo, in fondo, più che un’esigen-za dei credenti, è un’esigenza delvangelo. Sì, allora, non possiamonon dirci ecumenici!».

L’aspetto intellettuale nel dialogoè necessario ma non può essere il soloPerché il dialogo si basasu una relazione diretta e personaleUna sorta di empatia con l’alterità

una dimensione di sognoma anche di concreta pra-ticità che «senza ripudia-re l’itinerario fin qui trac-ciato dal movimento ecu-menico del ventesimo se-colo, si mostri in grado diadottare linguaggi, stili,percorsi innovativi diascolto fraterno».

Fugando due tentazio-ni emergenti: «rinchiu-

Il naturalismo del maestro di Fabrianoci permette di vedere le strisce di nebbiache si impigliano nei merli di un castello lontanoo una tempesta che strappa la vela di una nave

diocesano di Cortona, opera diPietro Lorenzetti al 1320 circa. Ec’è, importante e spesso decisivoanche perché sollecitato e poten-ziato dagli scambi commerciali edalle relazioni politiche, l’influssofiorentino. La variante di que-st’ultimo che piaceva di più interra marchigiana era quella cheaveva le sue origini nel prezioso,policromo, scintillante BernardoDaddi e che, al di là dell’App en-nino, andò declinandosi nello sti-le un po’ naïf di Puccio di Simo-ne, di Allegretto Nuzi, di France-scuccio Ghissi. Allegretto è unp o’ il genius loci della Fabriano

ra eponima del grande maestro,opera alla quale andranno ag-giunti, come propone GiampieroDonnini in catalogo, gli affreschidell’Oratorio di Santa MariaMaddalena a Fabriano e quelli diproprietà Serafini già nella Badiadi Santa Maria dell’App ennino.Chi era, da dove veniva, come econ chi si era formato il Maestrodi Campodonico, un artista chesembra avere avuto nei grandiordini monastici, benedettini inprimis, i suoi privilegiati commit-tenti? Sono domande queste cheancora intrigano gli storici del-l’arte.

attraversano leMarche nel corsodel XIV secolo, fraloro mescolandosi,ibridandosi e pro-ducendo fecondiinnesti locali. C’è lacomponente seneserappresentata dalCristo in croce sutavola sagomata edipinta dal Museo

Sotto il segno di una rappresentazionedelicata del verosi incontra un’alternativa alla pitturarazionale e prospetticadi Brunelleschi e Masaccio

Gentile da Fabrianoparticolare del «Polittico Quaratesi»(1425, Firenze, Uffizi)

Gentile da Fabriano, «Stigmate di san Francesco»(1420, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca)

Floriano Bodini«Giovanni XXIII e i cardinali del concilio», (1963)

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 21 agosto 2014 pagina 5

I meriti della Chiesa(con un demerito)

Sempre più apprezzata la regolamentazione naturale della fertilità

Una riscoperta imprevistadi FRANÇOIS BÉGUINe LAETITIA CL AV R E U L

I metodi naturali di con-traccezione si credevanoormai dimenticati. I fran-cesi se ne erano allonta-nati dopo l’arrivo dellapillola a causa della lorominore efficacia. Oggi,però, quasi una donna sudieci opta per le tecnichedi osservazione del ciclodi ovulazione o per l’in-terruzione del rapporto

stra capacità di dare la vita», indicaMéthode-naturelles.fr, il cui nome potreb-be far pensare a un sito ufficiale.

Checché ne dicano gli adepti, esistonodelle differenze di efficacia. Secondo il si-to Choisirsacontraception.fr delle autoritàsanitarie, la spirale registra il 99,8 per cen-to di «efficacia pratica», la pillola il 91, ilpreservativo l’85, l’interruzione del rappor-

to il 78 e i metodi di astinenza periodica il75 per cento. Ma il sito include tali meto-di tra i mezzi di contraccezione. Alcunidottori non li prendono in considerazione,perché non impediscono totalmente legravidanze.

«È ben lungi dall’essere di poca impor-tanza, come metodo contraccettivo, se, inun sondaggio, lo utilizzano quasi il 15 per

cento delle donne», stima Nathalie Bajos,direttrice della ricerca all’Inserm, in riferi-mento ai metodi più sfavoriti. Ai suoi oc-chi, bisognerebbe forse domandarsi comesarebbe meglio parlarne. Perché tutti sonod’accordo nel dire che tali metodi di os-servazione del corpo sono complessi dacapire e da applicare. Da qui il loro piùelevato tasso di fallimento.

Motivi salutistici ed ecologicispiegano la riscoperta di questi metodiIn fondo è una specie di riabilitazionedella vituperata enciclica «Humanae vitae»

di ANDREA POSSIERI

Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti muoiono a di-stanza di quasi dieci anni l’uno dall’altro, in due mo-menti storici molto differenti e in due luoghi geogra-ficamente e simbolicamente lontanissimi: lo statistatrentino il 19 agosto 1954, a Sella di Valsugana, inTrentino; il segretario del Pci il 21 agosto del 1964,nel campo dei pionieri di Artek, in Crimea. Una vici-nanza delle date di morte — e quindi di anniversari —che di per sé non avrebbe alcun rilevante significatostorico-politico, se non fosse per una sorta di destinocinico e baro, come avrebbe detto Saragat, che negliultimi tempi li ha accomunati in una sbrigativa politi-ca della memoria, legittimata, a sua volta, da una ri-lettura storica che li ha entrambi ascritti al rango di“padri della patria”.

Togliatti — la cui origine, secondo Giuseppe Vacca, sicolloca, grossomodo, a metà degli anni Settanta, conla pubblicazione, nel 1974, del saggio di Pietro Scop-pola su De Gasperi e la svolta politica del 1947 — siconsolida soprattutto all’indomani del duplice anni-versario del 1984. In quell’occasione, per l’appunto,questa narrazione, che dipinge i due leader politicicome i veri «padri dell’Italia moderna», esce dalleterze pagine dei giornali e approda sul grande scher-mo, con una trasmissione televisiva, in onda su Rai 1il 20 agosto, dal titolo De Gasperi e Togliatti, due pro-tagonisti dell’Italia che rinasce. L’interpretazione difondo che scaturisce dalla trasmissione — aperta em-blematicamente con una fotografia che ritrae i dueleader politici assieme, uno vicino a l’altro, vigilantima sorridenti; poi corredata di immagini, video e di-scorsi dei due leader politici fino al momento del lorofunerale; e, infine, conclusa con un dibattito, coordi-nato da Nuccio Fava, al quale presero parte GiovanniSpadolini, Leopoldo Elia, Pietro Scoppola, PaoloSpriano, Giuseppe Vacca, Giuseppe Tamburrano eCarlo Vallauri — consiste nel fatto che, al di là deicontrasti, anche durissimi che li divisero, entrambi si

batterono per la difesa e la costruzione della demo-crazia in Italia.

Tutto vero, ma con alcune macroscopiche differen-ze che non possono non essere sottolineate. Mentreper lo statista trentino la scelta delle libertà occiden-tali — dalla democrazia all’economia di mercato, finoalla laicità dello Stato — era il prodotto maturo e au-tentico della sua storia personale, della sua biografiapolitica e perfino della sua fede religiosa, per il diri-gente comunista, invece, si trattò sempre di sceglierein base a una strategia da guerra di posizione: ovverodi prediligere un’opzione politica la cui attuabilità silegava sempre alla scelta di campo internazionale, alrapporto con l’Urss e a un’attenta analisi di costi ebenefici per il suo partito. Da questo punto di vista,dunque, De Gasperi e Togliatti, non solo non sono

leader comunista. Se da un lato, infat-ti, Togliatti ebbe il merito di riuscire aingabbiare e a depotenziare la storicacarica sovversiva del massimalismo ita-liano e di costruire una delle più effi-caci operazioni di egemonia politico-culturale del secondo dopoguerra,dall’altro lato, questa poderosa costru-zione simbolico-ideologica si sarebberivelata, in anni recenti, come la za-vorra più ingombrante da superare perla costruzione di un partito socialde-mocratico sul modello europeo.Un’eredità ancora vivissima, invece,quella di De Gasperi. I cui confini po-litico-culturali, soprattutto se lo siprende come modello ideale di sobrie-tà, responsabilità e lungimiranza e co-me metodo di azione politica, supera-no ampiamente gli angusti confini delpartito unico dei cattolici.

Risiede anche in questa duplice ere-

Da alcuni anni infatti — e le pagine dei maggioriquotidiani italiani di questi giorni sembrano confer-marlo — si è andata affermando una narrazione pub-blica che, seppur evidenziando notevoli differenze trai due leader politici, tende però a riconoscere entram-bi, non solo come gli indiscutibili protagonisti di unastagione politica, quella dell’immediato dopoguerra e

sessuale. La cifra — rivelata lo scorso mag-gio da uno studio Ined-Inserm — è sor-p re n d e n t e .

Secondo lo studio Ined-Inserm dedica-to alle scelte contraccettive dopo la crisidella pillola, il ricorso ai metodi naturali èmolto aumentato tra le donne con difficol-tà economiche e/o senza diploma. Il rifiu-to di imporre ormoni al proprio corpo haanche giocato un ruolo. Lo studio indicache tra il 2010 e il 2013, nelle persone tra i15 e i 49 anni, la pillola ha perso 9 punti

Monde» presso l’Inserm. Queste pratiche,dominanti prima degli anni Sessanta, ri-guardavano il 33,9 per cento delle donnenel 1978. Nel 2000, i tassi si sono elevatial 5,5 per cento.

Flore (nome fittizio), 29 anni, giornali-sta in oriente, interrompe la pillola setteanni fa per ragioni mediche. «Ho detto almio medico che avrei calcolato i cicli diovulazione. Mi ha detto che era rischio-so», ricorda. «Non lo avrei fatto dieci an-ni fa. Ma mi trovo in un periodo della vi-ta in cui, se rimanessi incinta, terrei ilbambino».

«Il mio nuovo compagno — raccontaMarie C., 29 anni, ottica del sud dellaFrancia, che ogni mattina si calcola latemperatura — non apprezza tutti questiprodotti imposti al corpo delle donne.Abbiamo dunque approfondito il metodoinsieme». Quando era adolescente, suamadre, cattolica, l’aveva iniziata a questometodo. Lei l’aveva presa in giro e avevaoptato per la pillola. Per lunghi anni,mentre la prendeva, ha fatto «qualsiasi co-sa», prendendo le compresse in modo taleda non avere mai le mestruazioni quandovedeva il suo compagno. Nel tornare aivecchi metodi, ne fa quasi una rivendica-zione. La cosa non le ha mai impedito difare sesso. Durante i periodi a rischio gra-vidanza, opta per l’interruzione del rap-porto o il preservativo.

C’è una vera tendenza? È troppo prestoper dirlo. Ma sono stati sviluppati appa-recchi sofisticati che permettono di stima-re il periodo di ovulazione. Si trovanod’altronde siti cattolici che incoraggianol’astinenza temporanea. «Significa mante-nere intatta, a ogni unione sessuale, la no-

(dal 50 al 41 per cento). La spirale ha gua-dagnato l’1,9 per cento, il preservativo il3,2. Ma l’aumento più forte (3,4 punti) èstato registrato dai metodi naturali, ormaiscelti dal 9,5 per cento delle donne.

Nelle persone tra i 20 e i 44 anni, l’asti-nenza periodica (metodo Ogino-Knaus,per esempio) era nel 2013 l’opzione favori-ta dal 3,8 per cento delle donne (+ 0,5punti) e l’interruzione del rapporto dal 5,2(+ 2,1), secondo le cifre raccolte da «Le

L’11 agosto scorso sulquotidiano francese«Le Monde» è uscital’inchiesta a quattro mani«La contraception “n a t u re l l e ”de plus en plus prisée»che pubblichiamoquasi integralmente.

Su «Le Monde»di LU C E T TA SCARAFFIA

Con questa inchiesta di «LeMonde» scopriamo con stupo-re che per motivi per lo più sa-lutistici ed ecologici oggi è inaumento il numero di donne

che ricorrono alla regolamentazione natura-le della fertilità. In fondo, è una specie diriabilitazione della vituperata enciclica Hu-manae vitae, che proponeva alle donne — echiedeva ai medici di impegnarsi nella ri-cerca — di regolare le nascite attraverso me-todi naturali.

La Chiesa, dopo essere stata considerataper decenni — e l’accusa è viva ancora oggi— proprio per questo nemica dell’emanci-pazione femminile, si rivela invece moltopiù attenta alla salute delle donne della so-cietà laica, influenzata anche dagli interessidi potenti case farmaceutiche, che traggonogrossi profitti dalla vendita dei contraccetti-vi chimici. Comincia infatti a incrinarsi lafiducia delle donne in una libertà sessualeottenuta mettendo a rischio la propria salu-

te, una propaganda alla contraccezione chi-mica che contribuisce acriticamente all’ac-cumularsi di profitti in mano a imprese chenon hanno certo a cuore il loro vero benes-sere. Stupisce però, nell’articolo di «LeMonde», la carenza di informazione su

calcoli complicati, e che non incide sullaloro salute. Strano che le femministe non sisiano mai accorte che esisteva questo meto-do, che sembra realizzare tutti i loro desi-deri.

Ma la colpa della insufficiente diffusione

quello che è il più sicuro ed efficace meto-do naturale di regolamentazione della ferti-lità, cioè il metodo Billings, ormai testatocon successo da decenni in molti Paesi, fracui la Cina comunista. Un metodo sempli-ce, basato sull’osservazione del proprio cor-po da parte delle donne, che non implica

ne parli pochissimo. Perdendo così unagrande occasione di riabilitare la moralecattolica sulla procreazione — uno dei pun-ti di attrito più forti con la modernizzazio-ne — in un momento in cui la tanto concla-mata contraccezione chimica sta entrandoin crisi.

di questa scoperta — re a l i z z a t aalla fine degli anni Settanta dadue medici australiani, i coniu-gi Billings — è da addebitarsianche alla Chiesa: pochi sono isacerdoti che lo conoscono e lofanno conoscere, e una malinte-sa vergogna nei confronti dellavita sessuale ancora imperantein un mondo totalmente ma-schile fa sì che, in generale, se

dità, la diversità di De Gasperi e Togliatti. Che, indefinitiva, hanno incarnato due differenti visionidell’Italia moderna che hanno attraversato, fronteg-giandosi, quasi tutto il Novecento. La Repubblica ita-liana, infatti, al netto di ogni retorica collaborativa,nacque nel fuoco di un acceso e radicato scontro po-litico in cui si affrontarono uomini, ideali e visioni delmondo totalmente contrapposti. E oggi, a distanza disessant’anni dalla scomparsa improvvisa di De Gaspe-ri — «come di quercia robusta, abbattuta da un colpodi fulmine» scrisse Salvatorelli all’indomani dellamorte — e dopo decenni di oblio, si può pacatamenteaffermare, senza correre il rischio di una monumenta-lizzazione inutile, che lo statista trentino rappresentiil grande vincitore del lungo e tribolato dopoguerraitaliano.

della ricostruzione del Paese, ma addirittura come i«padri delle larghe intese», quasi fossero una sorta diprecursori dell’Italia di oggi, e i padri nobili di quelpatriottismo costituzionale che è ormai diventato unasorta di surrogato politico-culturale dell’identità na-zionale.

Questa narrazione pubblica di successo, però, la-scia campo aperto a molti equivoci. Sia perché riman-da immediatamente a una complessa stratificazione diinterpretazioni storiche piegate, spesso non inciden-talmente, a una contingente necessità politica, e siaperché, richiama alla mente quel complesso processodi rimodulazione politico-identitaria operato daglieredi del partito di Togliatti che, a partire dagli anniOttanta, iniziarono a dismettere le zavorre più ingom-branti del passato leninista, per innestare artificiosa-mente all’interno della propria cultura politica unacongerie di idee, valorie simboli provenientidall’esterno della tra-dizione comunista, in-sieme a nuovi paradig-mi interpretativi dellastoria d’Italia.

Non è un caso, in-fatti, che questo pro-gressivo accostamentotra le vicende biografi-che di De Gasperi e

Edward Hopper«East Side Interior» (1922)

Palmiro Togliatti

due figure così facilmente accomunabili, ma, all’op-posto, rappresentano due storie politiche e umane in-trinsecamente divergenti e inconciliabili. Due storiepolitiche opposte nelle quali si riflettevano una visio-ne differente della democrazia (l’ambigua «democra-zia progressiva» di Togliatti non aveva lo stesso signi-ficato della democrazia liberale che aveva in mente lostatista trentino), una serie lunghissima di obiettivipolitici diversi, dall’alleanza atlantica alla Comunitàeuropea di difesa, dalla riforma agraria al piano casa,

fino all’Europa unita, e, infine, anche una diffe-rente visione dell’uomo che scaturiva, per

l’uno, dal proprio credo religioso e, perl’altro, dall’ideologia marxista.

Una diversità profondissima, dunque,che si ravvisa, peraltro, anche nella diffe-

rente eredità politica che i due uominipolitici hanno lasciato al Paese.Un’eredità molto pesante quella del

De Gasperi e Togliatti

Anniversari a confronto

Alcide De Gasperi

Spesso ricordati insiemei due statisti rappresentano invecedue storie politiche oppostee due visioni radicalmente diversedella democrazia

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 21 agosto 2014

Un secolo fa moriva Angela Vallese prima missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Non siamoné d’America né d’Italia

di MARIA VANDA PENNA

Cent’anni fa, il 17 agosto 1914, mori-va a Nizza Monferrato (Asti) madreAngela Vallese, pioniera dell’op eramissionaria delle Figlie di MariaAusiliatrice. Nata a Lu Monferrato(Alessandria) l’8 gennaio 1854 inuna numerosa famiglia di agricoltoriprovata dalla povertà, a 21 anni, il18 agosto 1875, Angela partì per lavicina Mornese, luogo di originedell’istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice fondato da san Giovan-ni Bosco il 5 agosto 1872. In quellacomunità chiamata «La casadell’amore di Dio», la superiora ma-dre Maria Domenica Mazzarello ac-colse la giovane intravedendo in leila portatrice di un grande progettodi Dio e la iniziò alla vita religiosasalesiana facendole bruciare le tap-pe. Il 29 agosto 1876 Angela emise,infatti, i primi voti religiosi e nelnovembre del 1877 già era prontaper guidare la prima spedizionemissionaria in America del Sud. Dadue anni don Bosco aveva mandatoi primi missionari salesiani in Ar-gentina e anche il nuovo istituto re-ligioso femminile vibrava dello stes-so ardore apostolico. Del gruppodelle prime missionarie, oltre ad An-gela Vallese, facevano parte cinquesuore fra i 17 e i 25 anni.

La prima tappa missionaria fuVilla Colón a nord di Montevideo,in Uruguay, ma altra era la terra chequasi tutte aspettava. L’Uruguay erainfatti il primo avamposto per illancio verso la Patagonia, la terradel sogno di don Bosco. Oggi puòavere dell’incredibile ciò che questegiovani donne misero in atto dap-prima in Uruguay e poi, giù, sem-pre più giù, fino alla Terra del Fuo-co, al di là dello stretto di Magella-no: catechesi, oratori, collegi, scuo-le, laboratori, educazione alla pre-ghiera, soprattutto liturgica, in am-bienti dove tutto questo poteva ap-parire impossibile. Le suore, infatti,potevano più facilmente avvicinaredonne e bambini e attraverso loroguadagnarsi la fiducia degli indige-ni, che avevano vissuto in passatodolorose esperienze a causa degliuomini “bianchi”.

Radice solida dell’opera di evan-gelizzazione e promozione umanaerano i sacrifici senza numero, le de-

lusioni apostoliche per i sospetti chegli indigeni nutrivano anche neiconfronti dei missionari, le epidemieche falcidiavano intere etnie, la po-vertà inimmaginabile degli inizi,unite a una fedeltà alla regola di vi-ta, la preghiera incessante e la caritàfraterna.

Per venticinque anni — dal 1888al 1913 — madre Angela Vallese vissea Punta Arenas. Nel 1893 venne no-minata superiora visitatrice delle ca-se aperte delle Figlie di Maria Ausi-liatrice nella Patagonia meridionalee nelle Terre magellaniche. Nono-stante il clima rigidissimo, il fre-quente rischio di naufragio nelle tra-versate dello stretto di Magellano

per andare a visitare le missioni fon-date al di là del medesimo nellaTerra del Fuoco, nell’isola Dawson,nelle isole Malvine, le difficoltà diogni genere (comprese le ostilità dialcuni Governi nei confrontidell’opera salesiana), madre Angelamai avrebbe voluto lasciare quelleterre, divenute ormai la “sua terra”.Scriveva infatti nel 1878, nella primalettera ai genitori dall’U ru g u a y,quella che era la sua radicata con-vinzione di interculturalità missiona-ria: «Noi non siamo né d’Americané d’Italia, la nostra casa si trovadappertutto». Certamente madreVallese non conosceva la Lettera aDiogneto in cui si legge relativamen-te ai cristiani: «Ogni terra stranieraè per loro patria e ogni patria terrastraniera».

Al termine della sua avventuramissionaria, giunse per madre Ange-la l’ultimo, pesantissimo sacrificio:dopo la partecipazione al settimocapitolo generale dell’istituto nel1913, a Nizza Monferrato, vi si do-vette fermare, per pura obbedienza,perché le forze fisiche ormai nonavrebbero retto ad altre fatiche. Lamorte la colse, infatti, l’anno se-guente, all’età di 60 anni, il 17 ago-sto 1914. Moriva la pioniera dellemissioni in America lontana dallasua “patria del cuore" ma spiritual-mente vicina a quelle sorelle, a quel-le donne e ragazze che aveva cerca-to di promuovere a livello umano espirituale. Era davvero “m a d re ” p er-

ta per il Regno di Dio, che seppeinculturarsi con semplicità tra lagente di quelle terre lontane, pur ri-manendo affettivamente legata alsuo Paese d’origine e alla sua fami-glia, senza nulla rimpiangere, maamando tutti di vero cuore. Sempreinvitando a spingere in avanti losguardo, oltre, al Cielo, meta diogni cammino umano, perla prezio-sa per cui tutto si può perdere inquesto mondo. Il titolo del volume,Là non ci separeremo mai più, èl’espressione che ricorre con fre-quenza nelle lettere e che attesta lacertezza da cui madre Angela è so-stenuta, soprattutto quando gli ar-gomenti umani sembrano non reg-gere di fronte all’offerta eroica dellavita.

La Conferenza episcopale canadese nel cinquantesimo anniversario del decreto «Unitatis redintegratio»

Chiesa debole se divisa

Aperte le celebrazioni del bicentenario della nascita di don Bosco

In camminoverso le periferie

ASTI, 20. Il carisma salesiano è un«regalo» di Dio a tutta la Chiesain favore dei giovani e per questo ilbicentenario della nascita di donBosco si presenta anche comeun’occasione di «autentico rinnova-mento spirituale e pastorale» avantaggio dell’intera comunità cri-stiana. È quanto ha sottolineato ilrettore maggiore, don Ángel Fer-nández Artime, aprendo ufficial-mente sabato 16 agosto a Castel-nuovo Don Bosco, in provincia di

pre ci sarà accanto nella ricerca diD io».

In questo senso, le celebrazionioffriranno realmente, ha aggiunto,«un’opportunità di vero rinnova-mento spirituale e pastorale per lanostra famiglia, un’occasione perrendere più vivo il carisma e rende-re più attuale don Bosco. Credia-mo che sarà un’opportunità per vi-vere con rinnovata convinzione eforza la missione che ci è stata affi-data, sempre per il bene dei bam-

certezza della bontà dei loro cuori,qualunque sia stato il loro passato,facendo conoscere l’opp ortunitàche hanno di essere proprietari eprotagonisti dei loro sogni, standoloro accanto se ce lo permettono,per poterne sviluppare al massimoi talenti, la loro vocazione piena-mente umana e cristiana».

Con queste convinzioni, e con ilricordo di tanti uomini e donneche hanno partecipato con grandepassione a questo progetto, «cisentiamo più animati non solo adammirare don Bosco, non solo apercepire l’attualità di questa gran-dissima figura, ma anche a sentirecon grande forza l’irrinunciabileimpegno a imitare colui che, daqueste colline, arrivò fino alla peri-feria di Valdocco, e anche alla peri-feria rurale di Mornese, per am-pliare con sé e con altre personequel desiderio di ricerca del benedei giovani e perché ognuno diquei ragazzi e ragazze potesse esse-re felice ora e per l’eternità».

Indulgenzaplenariaper il giubileosalesianoQuanti prendono parte allecelebrazioni per il bicentenariodella nascita di don Boscopotranno ottenere l’indulgenzaplenaria. Venendo incontro allarichiesta del rettore maggioredon Ángel Fernández Artime, laPenitenzieria Apostolica haammesso, infatti, l’indulgenzaplenaria per il giubileosalesiano. Tale indulgenza puòessere ottenuta alle solitecondizioni (confessionesacramentale, comunioneeucaristica e preghiera secondol’intenzione del Pontefice) daogni membro della famigliasalesiana e da ogni fedele cheprenderà parte a qualchefunzione sacra celebrata inonore di san Giovanni Bosco oalmeno davanti a una reliquia ouna immagine sacra del santonei giorni 31 gennaio 2015 e 16agosto 2015 o ogni volta che ingruppo prendano parte a unpellegrinaggio sacro alla chiesadi Colle Don Bosco e alsantuario di Maria Ausiliatrice aTorino. I fedeli impediti pervecchiaia o malattia potrannougualmente ottenerel’indulgenza plenaria se siuniranno spiritualmente allecelebrazioni giubilari, offrendoal Signore le proprie sofferenzeo i disagi della propria vita.

Asti, le celebrazioni del bicentena-rio che termineranno il 16 agosto2015. «199 anni fa, un giorno comeoggi, veniva al mondo un bambi-no, Giovanni Melchiorre Bosco,proprio in queste stesse colline, fi-glio di umili contadini. Oggi noi,volendo dar inizio al bicentenariodi questo storico evento, rendiamograzie a Dio per il suo mirabile in-tervento nella storia, e ancor più inconcreto in questa storia, incomin-ciata sulle colline dei Becchi», haesordito il decimo successore didon Bosco, che ha poi ricordatocome sin dal primo articolo dellecostituzioni della congregazione sa-lesiana si afferma come «la Societàdi San Francesco di Sales è natanon da solo progetto umano, maper iniziativa di Dio». Infatti, «ilcarisma salesiano è un regalo cheDio, attraverso don Bosco, ha fattoalla Chiesa e al mondo». Un cari-sma che «si è formato nel tempo»,fin da quando il piccolo Giovanni«stava seduto sulle ginocchia dimamma Margherita», poi «conl’amicizia di buoni maestri di vitae, in particolar modo, nella vitaquotidiana in mezzo ai giovani».

E oggi, ha sottolineato il rettoremaggiore, «questo bicentenariovuole essere per tutti noi, e in par-ticolar modo per il mondo salesia-no, non solo un momento di festa,ma una preziosa occasione che ci èofferta per guardare al passato congratitudine, al presente con speran-za, e per sognare il futuro di mis-sione evangelizzatrice ed educativadella nostra famiglia salesiana conforza e novità evangelica, con co-raggio e sguardo profetico, lascian-doci guidare dallo Spirito che sem-

bini e delle bambine, degli adole-scenti e dei giovani di tutto il mon-do, in special modo quelli che nehanno più bisogno, i più poveri e ipiù fragili».

Il bicentenario sarà dunque untempo in cui l’intera famiglia sale-siana continuerà il suo «camminoverso le periferie fisiche e umanedella società e dei giovani». Untempo, ancora, nel quale «contri-buire umilmente con ciò che faparte della nostra essenza carisma-tica: il nostro impegno per leggerele realtà sociali, specialmente quellegiovanili che oggi ci toccano; il no-stro impegno, con intenzioni chia-re, a favore dei giovani emarginatio che sono a rischio di esserlo; lanostra fede e piena fiducia in loro,in ogni ragazzo e ragazza, nelle lo-ro possibilità e capacità; la nostra

ché aveva irradiatotanta vita e ungrande incommen-surabile amore.

Sono state pub-blicate da poco,dall’istituto delle Fi-glie di Maria Ausi-liatrice, le lettereche madre Vallesescrisse a don Bosco,a madre Mazzarello,a don Rua, ai supe-riori salesiani, ai ge-nitori, alla sorellaTeresa, ad altri fa-miliari, a consorelle.Leggendole, si co-glie la concretezzadi questa donnaumile e appassiona-

OT TAWA , 20. Per celebrare il cinquantesimoanniversario del decreto sull’ecumenismoUnitatis redintegratio — approvato dal concilioVaticano II e promulgato da Paolo VI il 21novembre 1964 — la Conferenza episcopalecanadese, attraverso la Commissione perl’unità dei cristiani, i rapporti religiosi con gliebrei e il dialogo interreligioso, ha pubblicatoun documento dal titolo «Una Chiesa in dia-logo. L’impegno ecumenico cattolico», desti-nato a parrocchie, collegi e scuole superiori,così come ai gruppi di discussione. Il testofornisce informazioni di base riguardanti l’im-pegno e le azioni della Chiesa cattolica inmateria di ecumenismo dopo il concilio Vati-cano II e offre definizioni e termini-chiaveper aiutare coloro che esplorano l’ecumeni-smo per la prima volta.

«La società canadese — esordisce il docu-mento — si caratterizza oggi per una ricca va-rietà di popoli di tradizioni etniche, culturalie religiose differenti. Questa diversità includela presenza di cristiani appartenenti a varie

comunità. Diversità che arricchisce la "cattoli-cità" della Chiesa di Cristo, che è per suastessa natura una comunione di persone pro-venienti da ogni ceto sociale, da ogni Paese ecultura. La Chiesa cattolica è essa stessa unacomunione di Chiese diverse, che comprendela Chiesa latina il cui centro è a Roma cosìcome ventidue Chiese cattoliche orientali ra-dicate nelle tradizioni bizantina, alessandrina,antiochena, armena e caldea, ognuna dellequali ha sviluppato le proprie tradizioni litur-giche, spirituali, teologiche e canoniche. No-nostante la diversità di espressione della fedecontribuisca alla cattolicità della Chiesa diCristo, le divisioni causate dalla discordia e imalintesi tra i cristiani sono in diretta con-traddizione con il Vangelo. La divisione inde-bolisce la capacità della Chiesa di compierela propria missione. Cristo ci chiede di ricon-ciliarci in modo che possiamo dare una fedeletestimonianza del suo amore a tutta l’umani-tà». Ma — spiega la commissione citando Pa-pa Francesco — «l’unità dei cristiani non ap-

parirà subito e per miracolo ma sarà piuttostoil frutto di sforzi lunghi e pazienti».

Parlando del dialogo ecumenico condottodai vescovi canadesi negli ultimi cinquant’an-ni, la commissione episcopale sottolinea chesono stati fatti «grandi progressi nella nostracomprensione reciproca. In alcuni casi abbia-mo scoperto che, a causa di incomprensioni edi polemiche passate, ci siamo giudicati malel’un l’altro. Invece abbiamo scoperto livellisorprendenti di comprensione comune e diconvergenza della fede».

Nelle prossime settimane, l’episcopato pub-blicherà un’altra risorsa per celebrare il decre-to conciliare sull’ecumenismo. Questo secon-do documento sarà una presentazione piùdettagliata e approfondita dell’impegno dellaChiesa cattolica nel dialogo ecumenico. Sitratta di un testo accademico che si rivolgeprincipalmente ai membri del clero e agli stu-diosi, così come a coloro che conoscono e so-no coinvolti direttamente nel lavoro ecume-nico.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 21 agosto 2014 pagina 7

Incontro del cardinale Filoni con il presidente iracheno Masum

Una tragediache riguarda tutti

BAGHDAD, 20. L’incontro a Bagh-dad con il presidente iracheno,Fuad Masum, è stato l’atto conclu-sivo della missione nel Paese me-diorientale del cardinale prefettodella Congregazione per l’Evange-lizzazione dei Popoli, Fernando Fi-loni. «L’incontro è stato molto cor-diale», ha commentato il porpora-to, inviato personale del Ponteficetra le popolazioni perseguitatedell’Iraq, il quale nei giorni scorsi,come è noto, è stato nelle provinciedi Duhok e Erbil per portare soli-darietà ai rifugiati. Al presidenteiracheno, ha riferito il porporato aimicrofoni di Radio Vaticana, «horaccontato un po’ l’esperienza diquesti giorni e ho sottolineato chela mia non era una visita politica,ma era una visita umanitaria perconto del Santo Padre ed è quindiper questo che mi sono recato pri-ma di tutto a Erbil, dove la situa-zione nel Kurdistan è ancora moltoseria e grave».

Soprattutto, il cardinale sottoli-nea come «la questione qui in Iraqnon è solo una tragedia per ilpopolo iracheno, per i nostricristiani o per gli yazidi, ma èqualcosa che riguarda tutti gli uo-mini che hanno a cuore l’umanità.Piccole o grandi minoranze, fedidiverse e religioni diverse». Infatti,«tutti siamo accomunati in questastessa dignità umana, che deve es-sere salvaguardata, difesa e incre-mentata».

Quanto alla questione di dover«fermare l’ingiusto aggressore», ilporporato ha affermato che «da-vanti a una situazione così precaria

— e vorrei dire anche così dura —io credo che qui non si tratti diguerra: noi non possiamo mai esse-re a favore delle guerre, però ci so-no delle conflittualità dove i piùpoveri — pensiamo che i nostri cri-stiani non avevano armi, gli yazidinon avevano armi — sono stati sot-tratti alle loro terre, violentati nellaloro dignità, rubati delle loro fami-glie. Ecco, possiamo rimanere in-differenti? Ecco allora che si trattadi diritti che devono essere difesida ogni persona di buona volontà.Ognuno lo deve fare secondo leproprie capacità. Il Santo Padre lofa con tutta la sua capacità spiri-tuale e morale».

Alla visita del cardinale Filoni siaggiunge in queste ore quella com-piuta nella regione del Kurdistanda una delegazione delle Chieseorientali, sia cattoliche che ortodos-se, guidata dal cardinale patriarcadi Antiochia dei Maroniti, BécharaBoutros Raï, che ha portato con-forto e solidarietà alla popolazione.Della delegazione, che ha incontra-to il patriarca di Babilonia dei Cal-dei, Louis Raphaël I Sako, e il pre-sidente della regione del Kurdi-stan, Massoud Barzani, fanno parteil patriarca di Antiochia dei Greco-Melchiti, Gregorios III Laham, ilpatriarca di Antiochia dei Siri,Ignace Youssif III Younan, e il pa-triarca siro ortodosso di Antiochiae di tutto l’Oriente, IgnaceEphrem II.

Quello che sta accadendo allecomunità cristiane e alle altreminoranze perseguitate nella pianadi Ninive e a Sinjar «è uno tsuna-mi, è l’ecatombe del secolo». è ilgrido d’allarme lanciato dal patriar-ca di Antiochia dei Siri, che dallepagine del quotidiano francese«Ouest France» ha rivolto un pres-sante appello ai Paesi occidentali:«L’Europa deve essere all’altezzadella sua missione nel Mediterra-neo. Altrimenti le comunità cristia-ne dell’Iraq, della Siria e delLibano che sono tra le più antichein Medio oriente, rischiano vera-mente di scomparire insieme allaloro cultura e al loro patrimoniomillenario».

Colletta per il Medio orientedei cattolici statunitensi

WASHINGTON, 20. Il presidente dell’episcopato statunitense, l'arcive-scovo di Louisville, Joseph Edward Kurtz, ha invitato i cattoliciamericani a dare vita a una speciale colletta per rispondere alleemergenze umanitarie e alle necessità pastorali dei cristiani e dellealtre vittime delle violenze in Medio oriente. «La nostra Chiesa —ha affermato il presule — piange le terribili sofferenze dei cristiani edelle altre vittime innocenti della violenza in Iraq, Siria e Gaza, chestanno lottando per sopravvivere, per proteggere i loro figli e viverein dignità». I fondo raccolti — nei fine settimana 6-7 e 13-14 settem-bre — saranno destinati alle altre agenzie cattoliche che collaboranocon le Chiese locali mediorientali

Da Gaza la testimonianza del parroco argentino Jorge Hernández

L’eloquenza della caritàGAZA, 20. Il 17 luglio aveva ricevu-to un breve messaggio di PapaFrancesco nel quale il Ponteficeesprimeva a lui, alle suore e a tuttala comunità cattolica locale, vici-nanza e accompagnamento nellapreghiera. E nelle settimane succes-sive, esattamente il 31 luglio e l’8agosto, padre Jorge Hernández,parroco argentino della chiesa dellaSacra Famiglia a Gaza, ha risposto,ringraziando tutti coloro che negliultimi tempi lo hanno aiutato,

compresa l’ambasciata argentinapresso la Santa Sede. Lo ha fattoinviando due lettere alla redazionedell’Agenzia informativa cattolicaargentina (Aica) nelle quali, fral’altro, precisa che la parrocchianon è stata bombardata (come ap-parso su alcuni mezzi di informa-zione) e parla della solidarietà, ap-prezzata nel suo giusto valore inmomenti difficili come questo: «Sequesta solidarietà è anche il risulta-to di autentica carità, allora siamo

di fronte a una testimonianza in-confutabile della carità evangeli-ca».

Nella prima lettera, padre Jorgeracconta che «le grida di dispera-zione, le bombe, gli aerei, le esplo-sioni, le processioni con i mortilungo le strade, la gente in fuga,disorientata, senza meta, sono di-ventati il nostro pane quotidiano dilacrime». L’acqua è scarsa, così co-me le medicine negli ospedali,manca la luce. Ricorda che il Go-verno argentino sta aiutando laparrocchia attraverso la Caritas diGerusalemme. Nella seconda lette-ra il parroco spiega che la Scuoladella Sacra Famiglia, appartenenteal patriarcato di Gerusalemme deiLatini, è diventata rifugio per oltrenovecento persone colpite dallaguerra. Il problema dell’acqua po-tabile è stato in qualche modo ri-solto grazie alla Caritas che ha col-locato enormi serbatoi di acquapotabile nelle scuole e nelle parroc-chie. Un medico e un farmacista sialternano per curare i feriti e gliammalati. Ci sono poi le suore diMadre Teresa che assistono bambi-ni disabili e anziani, nessuno cri-stiano: «Lavoro silenzioso e costan-te, servizio ai più poveri tra i pove-ri, testimonianza di ciò che signifi-ca vivere secondo le esigenze del“comandamento nuovo”. Nessunopuò tacere l’eloquenza della cari-tà», scrive padre Jorge Hernández.

Al l ’udienza generale di mercoledì 20agosto, nell’Aula Paolo VI, erano pre-senti i seguenti gruppi.

Da diversi Paesi: Famiglia missionariaDonum Dei.

Dall’Italia: Gruppi di fedeli dalleParrocchie: San Marco, Sacra Fami-glia, in Rovereto; Cattedrale diAdria; Santa Maria Assunta, in Casa-le sul Sile; Annunciazione della Bea-ta Vergine Maria, in Moniego; SantiGervaso e Protaso, in Trezzo sull’Ad-da; Santi Pietro e Paolo, in Bocca-leone di Bergamo; San Nicolò, inVillafranca Tirrena; San Luca, inModica; Sant’Antonio Abate, in AciSant’Antonio; San Giovanni Battista,in Casteldaccia; Tutti i Santi, inRoncade; Santa Maria, in Casale diScodosia; Sant’Antonio Abate, inCattolica Eraclea. Gruppi di fedelidalle Parrocchie: Comunità pastoraleSanta Maria della Rocchetta, in Cor-nate d’Adda; Unità pastorale di Vil-longo. Parrocchie di Albavilla/Albe-se; Celeseo; Fiesse; Borgomanero;Reggio Emilia — Guastalla; FioranoModenese. Gruppo di giovani delleDiocesi di San Miniato, e di Livor-no; gruppi di famiglie dalla Siciliaper la 3ª Marcia Francescana; Parte-cipanti al pellegrinaggio in canoadella Lega Navale italiana; Associa-zione Santissimo Redentore, di Cani-cattì; Associazione Amici della musi-ca, di Civitella Messer Raimondo.Gruppi di fedeli da Petritoli; Tresili-co di Oppido Mamertina; Parola diFo n t a n e l l a t o .

Coppie di sposi novelli.Dalla Svizzera: gruppo di Allievi

infermieri, da Chiasso.Gruppi di fedeli da: Croazia;

Ucraina.I polacchi: Pielgrzymka ministran-

tów z archidiecezji katowickiej; oazaIII stopnia Kościoła Domowego zdiecezji radomskiej; pielgrzymi z pa-rafii św. Barbary z Rybnika-Boguszo-wic; pielgrzymka z Olsztyna; nauczy-

ciele ze Szkoły Podstawowej z Lipni-cy; pielgrzymka rowerowa Polaków zAntwerpii w Belgii; grupa turystycz-na z Poznania; pielgrzymi indywidu-alni.

De France: Groupe de jeunes del’Association «Verso l’Alto»; groupede pèlerins, de Tassin-la-Demi-Lune.

Du Cameroun: Groupe de pèlerinsde la paroisse de Babadjou.

From Malta: A group of altar serv-ers.

From the United Kingdom: Fromthe Diocese of Hexham and New-castle; Pilgrims from the Parish of StMary’s, Newton, Aycliffe.

From Japan: A group from theBunri Sato Education Institute, Sait-ama; A group of young pilgrimsfrom the Archdiocese of Nagasaki.

Aus der Bundesrepublik Deutsch-land: Pilgergruppe aus der PfarreiHI. Josefmaria, Essen; Ministrantenaus folgenden Pfarreien: St. Martin,Kaiserslautern; St. Josef, Kamp-Lint-fort; St. Andreas, Parsberg.

Aus der Republik Österreich: Pilger-gruppe aus der Pfarre St. Georg, Zil-lingdorf.

De España: Parroquia de la Purísi-ma, de Zarandona; Parroquia Ntra.Sra. de Manjavacas, de Mota delCuervo; Parroquia Sant Pere, de Pre-mia de Dalt; Escuela de familias«Galilea Betania», de Valencia.

De Argentina: grupos de peregri-nos.

De Portugal: grupo de Vilar deAndorinho.

Inizio della missionedel nunzio apostolico in Bulgaria

Il 27 giugno scorso, monsignor An-selmo Guido Pecorari, arcivescovo ti-tolare di Populonia, è arrivato all’ae-roporto internazionale di Sofia, doveè stato accolto da un alto funzionariodella direzione del Protocollo del mi-nistero degli Affari Esteri, nonchédal vescovo Christo Proykov, esarcaapostolico di Sofia e presidente dellaConferenza episcopale interritualebulgara, e monsignor Georgi Yov-chev, vescovo della diocesi di Sofia-Plovdiv, accompagnato dal suo vica-rio generale e dal reverendo JánMalček, segretario della nunziaturaap ostolica.

Il 21 luglio, nel palazzo presiden-ziale di Sofia, il rappresentante pon-tificio ha presentato in forma solennele lettere credenziali al presidentedella Repubblica, Rosen Plevneliev.Nel successivo colloquio, sono statemesse in evidenza le ottime relazioni

tra la Santa Sede e la Repubblica diBulgaria, così come quelle che, nelcontesto delle relazioni di carattereecumenico, intercorrono con la Chie-sa ortodossa di Bulgaria. Il capo del-lo Stato ha altresì espresso la suagratitudine per la messa a disposizio-ne della comunità bulgara della chie-sa di San Paolo alla Regola, a Roma.Al termine della cerimonia, il nuovonunzio apostolico, accompagnato dairappresentanti del Protocollo di Sta-to, ha reso omaggio alla tomba delmilite ignoto.

Il 4 luglio, il rappresentante ponti-ficio si è recato a Rakovski, nelladiocesi latina di Sofia-Plovdiv, doveha presieduto la concelebrazione eu-caristica per l’incontro nazionale deigiovani della Bulgaria. A tale cele-brazione hanno partecipato monsi-gnor Proykov e monsignor Yovchev.Il giorno dopo, nella sede dell’esar-

cato apostolico di Sofia è stata con-segnata al presidente della Conferen-za episcopale interrituale la letteracommendatizia del cardinale segreta-rio di Stato Pietro Parolin.

Il 14 luglio, il rappresentante pon-tificio è stato invitato dal patriarcaortodosso, sua Santità Neofit. Du-rante il colloquio è stato fatto riferi-mento alle sfide comuni alle quali laChiesa cattolica e il Patriarcato orto-dosso devono far fronte, come quellederivanti da una società sempre piùsecolarizzata e quelle che riguardanola gioventù.

Nelle prime settimane di presenzain Bulgaria, il rappresentante pontifi-cio ha avuto modo di incontrare, indiverse circostanze, anche il granmuftì della comunità musulmana,con il quale ha intrattenuto un dialo-go cordiale.

Gruppi di fedeliall’udienza generale

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 giovedì 21 agosto 2014

Ai fedeli riuniti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale il Pontefice parla del significato del viaggio in Corea

Tra memoria e speranzaUna Chiesa giovane e dinamica, fondata sulla testimonianza dei martiri e animata da spirito missionario

Memoria, speranza, testimonianza. Inqueste tre parole Papa Francesco hasintetizzato il significato del viaggio inCorea, al quale ha dedicato lacatechesi svolta durante l’udienzagenerale di mercoledì 20 agosto,nell’aula Paolo VI.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Nei giorni scorsi ho compiuto unviaggio apostolico in Corea e oggi,insieme con voi, ringrazio il Signoreper questo grande dono. Ho potutovisitare una Chiesa giovane e dina-mica, fondata sulla testimonianzadei martiri e animata da spirito mis-sionario, in un Paese dove si incon-trano antiche culture asiatiche e laperenne novità del Vangelo: si in-contrano entrambe.

Desidero nuovamente esprimere lamia gratitudine ai cari fratelli Vesco-vi della Corea, alla Signora Presi-dente della Repubblica, alle altreAutorità e a tutti coloro che hannocollaborato per questa mia visita.

Il significato di questo viaggioapostolico si può condensare in treparole: memoria, s p e ra n z a , testimo-nianza.

La Repubblica di Corea è un Pae-se che ha avuto un notevole e rapidosviluppo economico. I suoi abitantisono grandi lavoratori, disciplinati,ordinati e devono mantenere la forzaereditata dai loro antenati.

In questa situazione, la Chiesa ècustode della memoria e della spe-ranza: è una famiglia spirituale incui gli adulti trasmettono ai giovanila fiaccola della fede ricevuta daglianziani; la memoria dei testimonidel passato diventa nuova testimo-nianza nel presente e speranza di fu-turo. In questa prospettiva si posso-no leggere i due eventi principali diquesto viaggio: la beatificazione di124 Martiri coreani, che si aggiungo-no a quelli già canonizzati 30 anni

fa da san Giovanni Paolo II; e l’in-contro con i giovani, in occasione del-la Sesta Giornata Asiatica della Gio-ventù.

Il giovane è sempre una personaalla ricerca di qualcosa per cui valgala pena vivere, e il Martire dà testi-monianza di qualcosa, anzi, di Qual-cuno per cui vale la pena dare la vi-ta. Questa realtà è l’Amore di Dio,che ha preso carne in Gesù, il Testi-mone del Padre. Nei due momentidel viaggio dedicati ai giovani loSpirito del Signore Risorto ci hariempito di gioia e di speranza, che igiovani porteranno nei loro diversiPaesi e che faranno tanto bene!

La Chiesa in Corea custodisce an-che la memoria del ruolo primario cheebbero i laici sia agli albori della fede,sia nell’opera di evangelizzazione. Inquella terra, infatti, la comunità cri-stiana non è stata fondata da missio-nari, ma da un gruppo di giovanicoreani della seconda metà del 1700,i quali furono affascinati da alcunitesti cristiani, li studiarono a fondo eli scelsero come regola di vita. Unodi loro fu inviato a Pechino per rice-vere il Battesimo e poi questo laico

battezzò a sua volta i compagni. Daquel primo nucleo si sviluppò unagrande comunità, che fin dall’inizioe per circa un secolo subì violentepersecuzioni, con migliaia di martiri.Dunque, la Chiesa in Corea è fonda-ta sulla fede, sull’impegno missiona-rio e sul martirio dei fedeli laici.

I primi cristiani coreani si propo-sero come modello la comunità apo-stolica di Gerusalemme, praticandol’amore fraterno che supera ogni dif-ferenza sociale. Perciò ho incorag-giato i cristiani di oggi ad essere ge-nerosi nella condivisione con i più po-veri e gli esclusi, secondo il Vangelodi Matteo al capitolo 25: «Tuttoquello che avete fatto a uno solo diquesti miei fratelli più piccoli, l’avetefatto a me» (v. 40).

Cari fratelli, nella storia della fedein Corea si vede come Cristo nonannulla le culture, non sopprime ilcammino dei popoli che attraverso isecoli e i millenni cercano la verità epraticano l’amore per Dio e il prossi-mo. Cristo non abolisce ciò che èbuono, ma lo porta avanti, lo portaa compimento.

Ciò che invece Cristo combatte esconfigge è il maligno, che seminazizzania tra uomo e uomo, tra popo-lo e popolo; che genera esclusione acausa dell’idolatria del denaro; chesemina il veleno del nulla nei cuoridei giovani. Questo sì, Gesù Cristolo ha combattuto e lo ha vinto con ilsuo Sacrificio d’amore. E se rimania-mo in Lui, nel suo amore, anchenoi, come i Martiri, possiamo viveree testimoniare la sua vittoria. Conquesta fede abbiamo pregato, e an-che ora preghiamo affinché tutti i fi-gli della terra coreana, che patisconole conseguenze di guerre e divisioni,

possano compiere un cammino di fra-ternità e di riconciliazione.

Questo viaggio è stato illuminatodalla festa di Maria Assunta in Cie-lo. Dall’alto, dove regna con Cristo,la Madre della Chiesa accompagnail cammino del popolo di Dio, so-stiene i passi più faticosi, confortaquanti sono nella prova e tiene aper-to l’orizzonte della speranza. Per lasua materna intercessione, il Signorebenedica sempre il popolo coreano,gli doni pace e prosperità; e benedi-ca la Chiesa che vive in quella terra,perché sia sempre feconda e pienadella gioia del Vangelo.

Il coraggiodi una famigliafranceseC’è tutta «la fatica, la povertà, ilsacrificio e la bellezza delpellegrinaggio» vissuto come«esperienza coraggiosa dicomunione, di accoglienza difratellanza e di ricerca di Dio»nei due singolari incontri chePapa Francesco ha avuto prima dientrare nell’aula Paolo VI p erl’udienza generale.Arrivato a piedi dalla Casa SantaMarta alle 9.45, nel cortileantistante l’aula il Papa ha infattiabbracciato la famiglia Blaise —marito, moglie e sei figli — venutaa piedi dalla Francia, percorrendo1200 chilometri in tre mesi esatti,«per vivere un’avventura difratellanza come famiglia». Conloro il Pontefice ha pregato,ringraziandoli «per il coraggio».Quentin e Ingrid, originari diParigi, si sono conosciuti quindicianni fa a Buenos Aires. E stamanilo hanno confidato al Papa.«Siamo partiti il 20 maggio daAvignone con l’idea dicamminare lungo la viaFrancigena almeno fino adAssisi» hanno raccontato.Inizialmente, infatti, «non eraRoma la meta finale e di certonon pensavamo di poter essereaccolti dal Papa in persona!».Il Pontefice ha ascoltato la lorostoria e, anzitutto, ha volutosalutare i sei bambini uno a uno:Léopold, 11 anni, Ferdinand, 10anni, Théodore, 7 anni,Constance, 5 anni e mezzo,Joseph, 3 anni, e Zélie, che haappena 9 mesi. Con la famigliahanno compiuto il pellegrinaggioanche due asini, che sono statiregolarmente presentati al Papa:Totò, 7 anni e Menelao, 14 anni.«Sono animali biblici» ha dettoscherzando Quentin, che hadefinito la Provvidenza come «laprima compagna» di viaggio.E, ha raccontato ancora Quentin,«lungo la strada siamo passatiper le vere periferie, abbiamoincrociato immigrati, prostitute edemarginati. E abbiamo compresoche il segreto della famiglia, dellostare insieme, è la semplicità dellafraternità, il saper accettare lefragilità dell’altro e la capacità disostenerci perdonandoci avicenda». Ma, ha conclusoIngrid, «non sarebbe statopossibile fare neppure un passosenza l’accoglienza di tutti coloroche, senza conoscerci, ci hannoaperto le porte per ospitarci». Èstato così anche per l’ultimatappa di stamani: sveglia alle 4 evia, sempre a piedi, da un istitutodi suore di Grottarossa fino apiazza San Pietro. Ora i Blaisetorneranno a casa in aereo. EQuentin dovrà cercare un lavoro.Prima del pellegrinaggio, infatti,si era licenziato da unamultinazionale farmaceutica «perragioni etiche».Accanto ai Blaise, e ai loro dueasinelli, il Papa ha accolto anche i«coraggiosi» protagonisti di unpellegrinaggio in canoa daLoreto. Roberto Rabboni hapresentato al Pontefice senso edettagli dell’iniziativa: «Siamopartiti, senza sponsor ma conl’appoggio della Lega navaleitaliana, l’11 giugno per portarlein dono una copia dell’immaginedella Madonna di Loreto».Così a piedi il gruppo è arrivatoa Porto Recanati. Da lì è iniziatoil viaggio in canoa lungo le coste:1200 miglia, cioè circa 2400chilometri, per arrivare il 18agosto a Ostia: «In ogni portoabbiamo raccolto lettere e doniper il Papa e in tanti hannoanche scritto col pennarello unmessaggio sulla canoa, sempreper il Pontefice». Per Rabboni èstato «un pellegrinaggio di fedeche, in questo momento storicodifficile, ha comunicatofratellanza e solidarietà».A conclusione dell’udienza,nell’aula, il Papa ha accolto concalore la delegazione del SanLorenzo, la sua squadra delcuore, venuta apposta da BuenosAires con l’originale e una copiadella prestigiosa CopaLibertadores che gli è stataregalata. E Francesco non hamancato di complimentarsi per lavittoria con l’allenatore EdgardoBauza, i centrocampisti JulioBuffarini e Juan Mercier, che glihanno donato le loro magliette, ilpresidente Matías Lammens e ilvicepresidente Marcelo Tinelli.

Nuovo appello di Francesco alla preghiera

Per i cristiani e le minoranze religioseperseguitati in Iraq

Nuovo appello del Papa per i cristianie le minoranze religiose perseguitatisoprattutto in Iraq. Il Pontefice hachiesto ai fedeli di unirsi alla preghieradi tutta la Chiesa per questemartoriate popolazioni salutando ifedeli di lingua francese al terminedella catechesi.

Saluto cordialmente i cari amici dilingua francese. In occasione del vo-stro pellegrinaggio a Roma, vi invitoad unirvi alla preghiera di tutta laChiesa per quelle comunità dell’Asiache ho appena visitato, come ancheper tutti i cristiani perseguitati nelmondo, particolarmente in Iraq, an-che per quelle minoranze religiosenon cristiane ma che anche loro so-no perseguitate. Anche vorrei saluta-re quella bella famiglia francese cheera all’entrata dell’Aula, che è venu-ta dalla Francia con due asinelli, isei figli! Eccoli là, sono quelli! Sonoquelli... Ma, gli asinelli non sono en-trati? Grazie. Che Dio vi benedica!

Rivolgo un saluto affettuoso aigiovani ministranti di Malta, eranolì, bravi, eh, ecco! e li ringrazio peril fedele servizio prestato nella Basi-lica di San Pietro in quest’ultimomese. Su tutti i pellegrini di linguainglese presenti a questa Udienza,specialmente quelli provenienti daRegno Unito e Giappone, invoco lagioia e la pace del Signore Gesù.Dio vi benedica!

Sono lieto di accogliere i pellegri-ni di lingua tedesca presenti a que-st’Udienza. Portate i miei saluti an-che ai tanti coreani che vivono inGermania, Austria e Svizzera. Pos-siamo imparare gli uni dagli altri esostenerci nella fede. Fiduciosi pre-ghiamo Dio affinché il popolo diCorea, che patisce le conseguenzedelle guerre e divisioni, possa com-piere un cammino di piena riconci-liazione. Auguro a tutti voi un buonsoggiorno a Roma.

Saludo cordialmente a los peregri-nos de lengua española, en particu-lar a los grupos provenientes de

España, Argentina y otros países la-tinoamericanos. De modo especial,saludo a los campeones de América,al equipo de San Lorenzo, aquí pre-sente, que es parte de mi identidadcultural. Que la peregrinación al Se-pulcro de los Apóstoles Pedro y Pa-blo aumente su fe y estimule su cari-dad para con los pobres y necesita-dos.

Saluto cordialmente i pellegrini dilingua portoghese, in particolare ilgruppo di Vilar de Andorinho. Il mioviaggio in Corea è stato illuminatodalla festa di Maria Assunta in Cie-lo: dall’Alto, dove regna con Cristo,la Madre della Chiesa confortaquanti sono nella prova e tiene aper-to l’orizzonte della speranza. Nell’af-fidare voi e le vostre famiglie allasua protezione, invoco su tutti la Be-nedizione di Dio.

Do il benvenuto ai pellegrini po-lacchi. Cari fratelli e sorelle, mentreringrazio il Signore per il donodell’incontro con il popolo coreanoe con i giovani dell’Asia, vado avanticon il pensiero verso l’incontro con igiovani del mondo che — a Dio pia-cendo — si svolgerà a Cracovia. Pre-go affinché i preparativi alla prossi-ma Giornata Mondiale della Gio-ventù siano per tutti un’o ccasioneper l’approfondimento della fede,della speranza e dell’amore. Ringra-zio tutti i giovani che, nel periododelle vacanze, in diverse comunitàsvolgono gli esercizi spirituali o ipellegrinaggi, per gli auguri, leespressioni di affetto e le preghieresecondo le mie intenzioni. Affidotutti alla protezione della BeatissimaMadre di Dio e benedico di cuore.

Cari pellegrini di lingua italiana:benvenuti! Sono lieto di accoglierela Famiglia missionaria Donum Dei ei partecipanti al pellegrinaggio in ca-noa della Lega Navale Italiana daLoreto a San Pietro. Oggi, in questaUdienza, ci sono due gruppi corag-giosi: questi che sono venuti in ca-noa da Loreto e i francesi che sonoarrivati con gli asinelli. Complimenti

a questi due gruppi coraggiosi! Salu-to i gruppi parrocchiali; le Associa-zioni e le famiglie partecipanti allaterza Marcia francescana dalla Siciliaad Assisi. A tutti auguro che questoincontro susciti un rinnovato impe-gno in favore della pace e della soli-darietà verso i più bisognosi. Vi rin-grazio anche per le preghiere e perle condoglianze per quello che è ac-caduto nella mia famiglia. Anche ilPapa ha una famiglia. Noi eravamocinque fratelli; ho sedici nipoti euno di questi nipoti ha avuto un in-cidente stradale: è morta la moglie, idue figli piccoli di due anni uno e dipochi mesi l’altro, e lui in questomomento è in stato critico. Vi rin-grazio tanto, tanto delle condoglian-ze e della preghiera.

Un particolare pensiero rivolgo aigiovani, specialmente quelli delleDiocesi di San Miniato e Livorno,agli ammalati e agli sposi novelli.Oggi celebriamo la memoria liturgi-ca di San Bernardo, abate e dottoredella Chiesa. Il suo amore alla Ma-donna, definita Stella maris, ispiri lavita cristiana di ciascuno: impariamoa guardare e ad invocare Maria pernon essere mai vinti dal peccato epoter vivere dei frutti della graziadonataci dal suo Figlio Gesù.

La partecipazionedei fedeli

al lutto del PapaLa notizia della morte di tre fami-liari di Papa Francesco, avvenutaieri, martedì 19 agosto, in un inci-dente stradale nella provincia ar-gentina di Cordoba, ha segnato ilcorso dell’udienza. Alcuni spea-ker, nel presentare i vari gruppilinguistici, hanno espresso le con-doglianze assicurando le preghie-re dei fedeli. E soprattutto gli ar-gentini hanno testimoniato diret-tamente al Pontefice la loro vici-nanza. Tanto che il Papa ha volu-to ringraziare per questa parteci-pazione al dolore «per quello cheè accaduto nella mia famiglia».Parlando dei suoi cinque fratelli edei sedici nipoti, Francesco ha ri-cordato il nipote rimasto grave-mente ferito nell’incidente in cuihanno perso la vita la moglie e idue piccoli figli. E ha ringraziatoancora una volta «delle condo-glianze e della preghiera».