Logica

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La crisi dei fondamenti Con "crisi dei fondamenti" (questa è l'espressione che utilizzano quasi tutti gli storici) si vuole indicare l'ampio dibattito che ha coinvolto l'intera comunità dei matematici, e dei filosofi, nel primo trentennio del XX secolo, incentrato sulla natura della matematica, cioè su quali siano, se ci sono, gli enti primitivi indimostrabili che costituiscono il punto di partenza di questa disciplina.

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La crisi dei fondamenti Con "crisi dei fondamenti" (questa è l'espressione

che utilizzano quasi tutti gli storici) si vuole indicare l'ampio dibattito che ha coinvolto l'intera comunità dei matematici, e dei filosofi, nel primo trentennio del XX secolo, incentrato sulla natura della matematica, cioè su quali siano, se ci sono, gli enti primitivi indimostrabili che costituiscono il punto di partenza di questa disciplina.

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Ci si chiedeva che cos'è la matematica? Tale dibattito fu di dimensioni così vaste che portò

praticamente tutti gli uomini di scienza a pronunciarsi in proposito. Da un lato, le posizioni filosofiche più innovatrici diedero vita a vere e proprie scuole matematiche, come l'Intuizionismo, il Formalismo e il Logicismo. Dall'altro vi fu una rinascita delle dottrine classiche, come il Kantismo. Dalle nuove impostazioni epistemologiche derivò addirittura la nascita di nuove discipline, come la "teoria della dimostrazione" o "metamatematica", ed il consolidamento di quelle emergenti, come la logica matematica.

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Le cause

Fondamentali per capire quali sono le radici storiche della crisi sono i profondi cambiamenti che la matematica ha subito nell'arco del XIX secolo.

Possono essere raggruppati in sette "eventi”: la nascita dell'analisi moderna, la scoperta delle geometrie non euclidee, la nascita della logica matematica, la nascita della teoria degli insiemi, l'aritmetizzazione dell'analisi, la logicizzazione dell'aritmetica, la formalizzazione della geometria.

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La nascita dell'analisi moderna

Negli ultimi anni del ‘700 l'attenzione dei matematici era in gran parte rivolta alla sistemazione della neonata analisi che, dopo le geniali intuizioni di Newton e Leibniz (suoi fondatori), prometteva di essere una delle più fruttifere discipline, sia in campo teorico che in campo applicato, ma che, proprio per la sua "giovane età", era ancora priva di fondamenta sicure e difettava in organicità. Si imponeva cioè di dare alle definizioni di "infinitesimo", "limite", "derivata", "integrale" ecc. una veste rigorosa, così da poter costruire l'intera analisi (reale e complessa) su basi solide, e domare una volta per tutte gli sfuggevoli concetti dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo.

Nel periodo che seguì, passato alla storia come età del rigore, il cui inizio si fa risalire in genere al 1797 anno in cui furono pubblicate Théorie des functions analytiques di J. L. Lagrange e Réflections di L. Carnot. La sua fine può considerarsi mai avvenuta, in quanto il rigore introdotto non è più stato abbandonato.

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La scoperta delle geometrie non euclidee

Negli Elementi di Euclide, che per circa due millenni è stato il testo più autorevole, la geometria è sviluppata come un sistema assiomatico non formale. Gli enti primitivi sono quelli dettati dall'intuizione dello spazio ideale: punto, retta, piano. Sono dati cinque postulati di cui il quinto, noto come postulato delle parallele, recita:

se una retta, incontrandone altre due, forma gli angoli interni da una stessa parte minori di due retti, le due rette prolungate all'infinito si incontrano dalla parte in cui sono i due angoli minori di due retti.

allora le rette a e b si incontrano dalla parte di alfa e beta

I "postulati" di Euclide corrispondono a quelli che oggi chiamiamo "assiomi".

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a

b

alfa

beta

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Nella definizione 23 del libro I Euclide definisce parallele due rette che, se prolungate indefinitamente in entrambe le direzioni, non si incontrano. Si

può dimostrare che il quinto postulato è equivalente alla seguente proposizione:

dati, in un piano, una retta e un punto esterno ad essa, esiste una e una sola retta, in quel piano, parallela a quella retta e passante per quel punto.

Mangione e Bozzi ritengono che i tentativi di sistemazione del quinto postulato "possono sostanzialmente farsi rientrare in uno dei seguenti tre tipi, non

necessariamente escludentisi fra loro: 1) assunzione di una definizione di rette parallele diversa da quella euclidea; 2) sostituzione del quinto postulato con un'altra proposizione più intuitiva, ossia la

cui verità risultasse più «evidente», e quindi di più facile accettazione; 3) dimostrazione del postulato come teorema, deducendolo dai quattro postulati

rimanenti“.

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Indipendentemente l'uno dall'altro Nicolaj Ivanovič Lobacevskij e János Bólyai nel 1832 ebbero l'idea di sviluppare una nuova geometria in cui non fosse valido il quinto postulato. Essi sostituirono il quinto postulato con l'assunzione che per un punto esterno a una retta data si potessero tracciare più rette parallele ad essa.

Lobacevskij e Bólyai diedero vita a una geometria, oggi detta "geometria iperbolica", la quale pur andando evidentemente contro le intuizioni dello spazio ordinario (euclideo, appunto), non presenta contraddizioni logiche, a patto che non ve ne siano in quella euclidea. Il fatto che possano non presentarsi contraddizioni logiche se in un sistema assiomatico (se pur originariamente non formale) ben funzionante (nella fattispecie quello euclideo) si modificano uno o più assiomi ci sembra oggi evidente, ma allora, quando non erano ancora stati studiati i sistemi assiomatici, questo poteva sembrare abbastanza sconvolgente. Le geometrie non euclidee quindi non ebbero una grande risonanza fino al 1854, quando Riemann presenta una geometria, per dirla con Boyer, "non euclidea" in un senso molto più generale delle precedenti. Si "sosteneva […] una visione globale della geometria come studio di varietà di un numero qualsiasi di dimensioni in qualsiasi genere di spazio" . Dall'opera riemaniana sorsero la geometria ellittica e quella sferica.

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I «punti» e le «linee» cominciano a essere non più cose chiare in sé, ma oggetti descritti da proposizioni atte a specificarne l'uso, e quindi, in buona misura, prodotti di scelte volontarie, di assiomi revocabili o di convenzioni «prestabilite». La «realtà» naturale era certamente in grado, ancora, di influire sulle scelte, ma non di condizionarle del tutto“.

La messa in discussione dell'intuizione kantiana divise i matematici in due partiti opposti che potremmo definire partito conservatore e partito progressista. I conservatori ritenevano che le geometrie non euclidee potessero essere un ottimo strumento per la matematica, ma che non intaccassero minimamente l'unicità dello spazio euclideo come intuizione pura della mente. Difendevano dunque la filosofia matematica classica. Al contrario i progressisti accolsero la scoperta delle geometrie non euclidee come una sorta di liberazione dalle antiche concezioni dogmatiche, cioè come una sorta di "affrancamento" della matematica dalla metafisica.

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La nascita della logica matematica

Chaïm Perelman: "La verità è che per Aristotele il ragionamento è a un tempo una struttura espressa in

formule determinate e un discorso interiore dell'anima.[…] La logica moderna, al contrario, dopo Frege e la sua lotta contro lo psicologismo […], ha cercato di eliminare ogni traccia di psicologia dalla logica, alla quale la nozione stessa di mente sarebbe, come dice Russell […], totalmente estranea (irrelevant)“.

L'anno che di solito si sceglie per datare la nascita della logica matematica è il 1847, anno di pubblicazione di The mathematical Analysis of Logic (L'analisi matematica della logica) di Gorge Boole, in ogni caso tutti sono concordi nel considerare Boole il padre della logica moderna.

Dice Agazzi: "E' noto che questa idea leibniziana trovò in certo senso la sua prima forma di realizzazione effettiva nell'opera di Gorge Boole, […] nella quale si forniva con una certa ricchezza di sviluppi lo strumento simbolico che avrebbe permesso l'effettiva formulazione della deduzione logica come «calcolo»"

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Le idee più innovative contenute nelle opere di Boole sono

la convinzione che la logica è collegata con la matematica più che con la metafisica;

la concezione della logica come scienza che studia le "forme" dei ragionamenti più che i loro "contenuti", da cui la cosiddetta "formalizzazione della logica";

la convinzione che la vera essenza della matematica risiede nella logica che vi sta sotto, non negli oggetti classici (numeri e figure) del suo studio.

Il punto 3 è in nuce la prima formulazione del logicismo, il cui il massimo esponente Bertrand Russell, come ci ricorda Boyer: "affermò che la più grande scoperta del XIX secolo fu quella della natura della matematica pura.

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L'aritmetizzazione dell'analisi e la nascita della teoria degli insiemi

La matematica classica si divideva in aritmetica e geometria che erano state concepite come lo studio della quantità e lo studio della misura, ovvero del discreto e del continuo, del numero e della figura, del tempo e dello spazio. Questo dualismo intuitivo era sempre esistit, ma le due parti che lo generano sono sempre state strettamente legate come se fossero l'una il completamento dell'altra, imperfette da sole e armoniose insieme. Per usare un'immagine letteraria, si può dire che la matematica è nata da un parto gemellare, e che i gemelli sono siamesi, con un unico cuore.

Naturalmente con il tempo l'aritmetica e la geometria si sono evolute e hanno cambiato aspetto. L'aritmetica con gli arabi è diventata algebra; nel Rinascimento arte cossica; con Viète viene parametrizzata fino a dividersi nel XIX secolo in algebra astratta (con Boole, De Morgan e Peacock) e teoria dei numeri. La geometria fu campo di notevolissimi risultati presso i Greci (Euclide, Archimede, Apollonio), poi fu trascurata per molti secoli fino alle due grandi rivoluzioni apportate da Cartesio, con l'introduzione delle coordinate e dell'approccio analitico, e da Newton e Leibniz, con l'invenzione del calcolo infinitesimale.

In definitiva, verso la metà del XIX secolo la matematica appariva come sempre divisa in due filoni che erano l'algebra e l'analisi, cioè lo studio delle grandezze discrete e di quelle continue.

In C. Mangione-S. Bozzi, op. cit., p. 19, si dice: "A questa concezione «intuitiva» della geometria come noto darà una perfetta sistemazione teorica Kant. […] Ma Kant, ripetiamolo, vedendo nella geometria un nesso indissolubile tra ragionamento e intuizione, non farà che sistemare filosoficamente una concezione che si era tramandata fin dall'antichità greca per quanto riguarda la natura della geometria come interprete fedele e assoluta della struttura dello spazio fisico".

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La cosiddetta aritmetizzazione dell'analisi altro non è che la riduzione dello studio del continuo allo studio del discreto, ovvero dell'analisi all'aritmetica, Cartesio aveva dato inizio alla trasformazione della geometria da scienza sintetica in analitica; Newton e Leibniz con l'introduzione degli infinitesimi l'avevano completamente ricondotta all'analisi; con l'aritmetizzazione l'analisi si riduceva allo studio dei numeri razionali, i quali a loro volta non sono altro che classi di equivalenza di coppie ordinate di naturali. Tutta la matematica classica, in circa due secoli (ma se si escludono Cartesio, Newton e Leibniz, possiamo dire in dieci anni), era stata ridotta ai numeri naturali

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Dall'antichità fino al XVIII secolo la matematica e la logica erano sempre state due cose distinte: la prima era stata concepita come scienza che studia i numeri e le figure, intesi questi come entità intuitive; la seconda era invece l'arte di trarre conclusioni vere da premesse vere. Verso la metà dell'800, con l'operato di Boole, la logica fu matematizzata (cioè furono espresse le leggi logiche, fino a quel momento date in modo discorsivo, in forma di calcolo) e nacque la logica matematica.

Nel frattempo c'era stata la scoperta delle geometrie non euclidee che ebbe due conseguenze: da un lato si sviluppò un grande interesse per i sistemi assiomatici, quindi in definitiva per la logica; dall'altro si generò, a torto o a ragione, una sorta di impulso irrefrenabile alla libertà creativa e alla non accettazione dei vecchi modelli, che causò la messa in discussione di tutta la matematica classica.

La matematica classica, abbiamo detto, poggiava su due pilastri: l'aritmetica e la geometria. Quello che abbiamo chiamato gusto per l'essenzialità e la voglia di rinnovamento spinsero a ridurre i fondamenti della matematica da due a uno: tra l'aritmetica e la geometria si scelse di salvare l'aritmetica e si ebbe l'aritmetizzazione dell'analisi (e la nascita della correlata teoria degli insiemi). Quella voglia di ridurre, unita all'innamoramento per la logica, portarono poi alla logicizzazione dell'aritmetica, e più tardi della geometria.

La tendenza ottocentesca alla minimizzazione delle basi su cui poggia la matematica è stata in seguito chiamata riduzionismo.

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Glossario:Assioma In epistemologia, un assioma è una proposizione

o un principio che viene assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento.

L'insieme degli assiomi e dei concetti primitivi costituiscono il fondamento, il "punto di partenza", di ogni teoria deduttiva che si presenti come sistema assiomatico.

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Postulato: Un postulato si differenzia da un assioma in

quanto è introdotto per dimostrare proposizioni che altrimenti non potrebbero essere dimostrate. In altri termini si può definire come una semplicissima "teoria ad hoc, accettata grazie alla sua utilità.

In matematica il termine postulato invece ha il significato più preciso di assioma non –logico, cioè di assioma specifico di una particolare teoria matematica. Gli assiomi e i postulati, proprio per loro natura, non sono mai dimostrati.

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LOGICAOLOGICHE

[

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Che cos’è la logica?

Teoria dell’inferenza valida

ossia Delle condizioni alle quali un ragionamento

risulta corretto, qualunque sia l’universo del discorso a cui esso appartiene.

Si riserva il termine logica alla disciplina che ha per oggetto l’argomentazione deduttiva

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Qual è il compito della logica? E’ compito della logica fornire un metodo

generale per distinguere le argomentazioni valide da quelle invalide in base esclusivamente alla loro forma.

LOGICA FORMALE

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Ci sono più logiche? E’ più corretto dire che ci sono più metodi

logici.

Si distinguono per esempio:

La logica classica e la logica moderna.

Logica estensionale e logica modale

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LOGICA CLASSICA Si basa su un principio di classificazione delle proposizioni

elementari in alcune categorie fondamentali, cui corrispondono schemi degli enunciati (in definitiva essa si occupa della struttura degli enunciati categorici e di come si correlano, o debbano correlarsi in modo valido – quantità, universali o particolari –qualità, affermativi o negativi)

LOGICA MODERNA Si basa su un principio di generale ricorsività di tutte le forme di

enunciati da un insieme di simboli semplici, mediante applicazione reiterata di un insieme finito di operazioni ( l’idea è quindi quella di sostituire alla lingua ordinaria che è oggetto di analisi logica un linguaggio formale, un insieme cioè perfettamente specifico di simboli semplici e regole per la loro combinazione in enunciati).

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LOGICA ESTENSIONALE

Con logica estensionale si intende una logica ove il valore di verità degli enunciati composti è funzione dei valori di verità degli enunciati componenti.

LOGICA MODALE

Con logica modale si intende una logica ove le modalità ritenute fondamentali (necessità, possibilità, contingenza, impossibilità) sono presentate come i modi dell’inerenza

del predicato al soggetto, oggi la logica modale è generalmente la logica proposizionale.

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Che cos’è una inferenza? (deriv. da inferire e quindi dal latino in-ferre,

propriamente portar dentro e quindi concludere logicamente.

In generale quell’operazione logica che trae conclusione da una o più proposizioni ritenute vere.

L’inferenza si applica sia al processo deduttivo che a quello induttivo, affermando la verità o la falsità di una determinata proposizione, in ragione del legame necessario che questa ha con altre proposizioni riconosciute come vere o come false.

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Che cos’è un enunciato? L’enunciato è l’espressione linguistica di cui è possibile

parlare in termini di verità o falsità:“Nevica”, “it is snowing”.

La proposizione è ciò che è invariante rispetto alle varie espressioni linguistiche di un enunciato (è il contenuto cognitivo degli enunciati)

Il giudizio è l’atto mentale con cui si giudica una proposizione.

L’asserzione è l’atto con cui si dichiara la verità o la falsità di un enunciato.

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Che cos’è una classe per Boole?L’universo del discorso

Insieme di cose concrete o non

Indicato con 1

(es. gli abitanti di Paperopoli)

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Atti di elezione

X y z

Cioè consiste nello scegliere nell’universo del discorso tutti gli oggetti che godono di una certa

proprietà

Il risultato di un atto di elezione è una classePer es. essere nipotini di Paperino

Qui Quo Qua

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E’ possibile fare atti di elezione successivi

Es. dopo aver scelto tutti gli abitanti di Paperopoli che sono paperi tra essi è possibile scegliere tutti i paperi che sono nipoti di Paperino.

I due atti di elezione successivi sono graficamente indicati con xy corrispondono al prodotto logico

Infatti essi indicano tutti gli abitanti di Paperopoli che sono paperi e che sono nipotini di Paperino

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QUI QUO QUA

PAPEROPOLI

PAPERI

1x

y

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1 (universo del discorso es.tutti gli abitanti di Paperopoli)

X ( atto di elezione es.tutti gli abitanti di Paperopoli che sono paperi)

Y ( atto di elezione es.tutti i nipotini di Paperino)Da cui

1= xy prodotto logico

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ma a Paperopoli vive anche Archimede che è un pappagallo pertanto avremo:

1-x dove 1-x è il complemento di x infatti:Compiuto l’atto di elezione x (un paperopolese che è un

pappagallo) 1-x sta per tutti gli oggetti dell’universo del discorso 1 che non sono in x (tutti gli abitanti di Paperopoli meno Archimede che è Pappagallo).

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Che cos’è la logica per Frege? La logica si occupa di quelle leggi che la

mente deve rispettare per poter ragionare validamente.

La logica necessita di un linguaggio artificiale – l’ideografia – che ammette un’unica interpretazione.

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Che cos’è l’ideografia?È una scrittura concettuale

Traduce in simboli il solo contenuto concettuale delle proposizioni matematiche.

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Il contenuto concettuale di una proposizione è individuato nel ruolo della proposizione Funzione Argomento La chiave del lavoro di Frege è la teoria delle funzioni. La logica, per la prima volta nella sua storia, non venne

basata sulla distinzione soggetto-predicato, ma sulla distinzione tra funzione e argomento. L'abbandono della distinzione grammaticale soggetto-predicato come base della logica è un passo che differenzia la logica di Frege da quella di Aristotele e permette l'unificazione di logica dei termini (aristotelica) e logica enunciativa o proposizionale (stoica) che erano rimaste per più di due millenni due branche separate della logica.

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La funzione In matematica, una funzione f da X in Y consiste in: 1) un insieme X detto dominio di f 2) un insieme Y detto codominio di f 3) una legge che ad ogni elemento x in X associa uno ed

un solo elemento f(x) in Y. Si dice che x è l'argomento della funzione, oppure la

variabile indipendente, mentre f(x) o y è il valore della funzione, oppure la variabile dipendente. Sinonimi di "funzione" sono: "applicazione", "operatore", "mappa", "relazione binaria univoca", "trasformazione".

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In matematica il dominio di una funzione è l‘insieme su cui la funzione è definita, mentre il codominio è l'insieme dei valori che la funzione può assumere.

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Per Frege I concetticoncetti sono realtà oggettiva,

indipendenti dalla mente umana; Il concetto è una funzionefunzione, cioè una

relazione tra due insiemiinsiemi Che fa corrispondere a uno o più valori del

dominio (argomenti) un determinato valore del codominio.

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Insieme di tutti i filosofi

dominio

X è un filosofo tedesco

funzione

X= Kant o Cartesio

Codominio

Kant è un filosofo tedesco

Per Frege il concetto “X è un filosofo tedesco” è una funzione il cui dominio è l’insieme di tutti i filosofi e il codominio sono i valori di verità e di falsità

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concetto

Intensione o senso

Estensione o significato

Insieme delle caratteristiche che un oggetto deve possedere: si richiede che x sia un uomo, un filosofo, nato in un paese tedesco ecc.

Insieme degli oggetti che cadonosotto quel determinato concetto: Kant, Hegel ecc.

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Gli insiemi secondo Frege

I assioma : Principio di estensionalità

Se sotto due concetti cadono gli stessi oggetti e solo essi, allora i due concetti sono uguali (es.Parigi)

II assioma: Principio di astrazione o comprensione

1) Esiste una classe in relazione a ogni molteplicità di enti distinti caratterizzabili da una stessa condizione

2) Le classi sono sostanze nel senso che esse possono godere di attributi

Componenete platonica di Frege

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Nipotini di Paperino Tre porcelliniequinumeroso

Concetto che come tutti i concetti individua una classe

Il numero è classe di tutte le classi che sono numero di una qualche classe