L'OblòSulCortile_2009aFebbraio

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Le pagelle, i Savi, la guerra. Ciao a tutti, Carducciane e Carducciani! Come annunciato nello scorso numero, da oggi l'Oblò sul Cortile conta ben 12 pagine di quello che ci piace chiamare “intrattenimento intelligente”: il giusto mix tra serietà e umorismo, che vi darà la carica per sopporta- re un altro mese di intenso lavoro scolastico (so che sembra la pubblicità dei cereali per la prima colazione, ma... Provare per credere!). In questo numero pubblichiamo, finalmente, uno spe- ciale che ha visto voi lettori coinvolti di persona e che prevediamo farà molto discutere: si tratta delle “pagel- le dei professori”, frutto di un sondaggio, a cui ha ri- sposto circa il 90% degli studenti. Se durante le va- canze di Natale non siete riusciti a dormire, pensando al voto del vostro prof. di Greco, correte alle pagine 4 e 5 per tabelle riassuntive e commenti. Continua la saga dei “Sette Savi”, ancora sepolti, dopo più di un anno dalla loro riscoperta e quaranta di oblio, nei sotterranei del nostro Liceo. Urge fare qualcosa, dice Elisabetta Pellarin, vicepresidente del Consiglio di Istituto, nel suo intervento, che pubblichiamo a pagina 7. Questo mese, poi, abbiamo ampliato lo spazio de- dicato all'attualità, ben tre pagine, in cui spicca un arti- colo sulla guerra nella Striscia di Gaza, firmato da una nostra compagna, che, allo scoppio del conflitto, si trovava in Israele. Un'altra guerra, dunque, come se negli ultimi anni non ne avessimo avute abbastanza: la guerra in Kosovo, in Afghanistan, in Iraq, il genocidio in Darfur, la guerra in Cecenia, quella in Libano e molte altre. I telegiornali ci ricordano sempre l'elevatissimo costo umano di que- ste guerre, quantificabile - se si può ridurre ad un nu- mero la perdita di una vita umana - in molti milioni di vittime. Ma c'è di più. Il costo economico, per esempio. Qualcuno ha azzardato un calcolo: con il denaro speso per la guerra in Iraq, si sarebbe potuto costruire una casa per ogni abitante degli Stati Uniti. O aprire decine di migliaia di scuole. O sconfiggere la fame nei paesi del Terzo Mondo. Solo con le spese sostenute per la guerra in Iraq. Ma tra il business delle armi, del petro- lio, della ricostruzione(!) e il benessere della gente co- mune, si sa cosa vince, purtroppo. Ciò che più mi preoccupa, però, è il “costo della memo- ria”, il carico di odio, che ogni guerra porta con sé e che rimane impresso nella memoria di un popolo per generazioni. É la cultura della guerra quella che i nonni raccontano ai figli e ai nipoti e che si impara a scuola, studiando la Storia. Già, la storia, letteralmente scandita da fatti di sangue, battaglie, guerre. Verrebbe da pensare che l'uomo non possa vivere senza la guerra e che, anzi, sia fatto per essa. Il problema, dun- que, non sarebbero più le differenze di religione di et- nia, il denaro, ma gli uomini in se stessi. Se così fosse, la pace non potrebbe esistere, ché il gene della guerra, radicato nel nostro DNA, distruggerebbe tutto. A me, però, piace pensare che un mondo di pace, in cui tutti gli uomini siano felici possa esistere e non solo nei sogni e nelle utopie di certi filosofi. Godetevi l'Oblò sul Cortile e non smettete di riflettere. Mattia Serranò Cronache da Israele Dopo 18 mesi di tregua i razzi di Hamas hanno, nella seconda metà del dicembre 2008, ricominciato a cadere sulle città del sud di Israele. Un Israele che era probabilmente pronta ad unʼevenienza del genere (come dʼaltra parte ha imparato ad essere) perché la reazione è stata fulminea ed efficace. Dopo pochi giorni trascorsi senza che lʼesercito israeliano contrattaccasse, la Knesset, presa una decisione, ha dato lʼordine di attaccare, di entrare a Gaza……di nuovo. Chi è che ha ragione? Molti sono coloro che pensano che la reazione di Israele sia stata esa- gerata, troppo violenta. Anche do- po essere entrati a Gaza City, an- che quando finalmente potevano entrare coi soldati di casa in casa senza fare troppe vittime tra i civili, gli israeliani hanno continuato lʼat- tacco aereo e ora gran parte delle vittime innocenti sono dovute a questo. Una bomba non distingue tra il militante ed il bambino dietro il quale questo si nasconde. Chi è che ha ragione? Nel caso della suola ONU, per esempio, gli israe- liani avrebbero potuto mandare i soldati dentro alla scuola, scovan- do così i militanti senza fare tutte quelle vittime. Ma un sionista può ribattere che mandando lì i soldati si metteva questi in pericolo di vita, che non puoi stare a pensare quando ti ritrovi davanti un uomo che cerca di spararti, anche se si nasconde dietro ad un bambino. continua a pagina 2 1 Liceo Ginnasio G. Carducci Gennaio - Febbraio 2009 Editoriale

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che ha ragione? Nel caso della suola ONU, per esempio, gli israe- liani avrebbero potuto mandare i soldati dentro alla scuola, scovan- do così i militanti senza fare tutte quelle vittime. Ma un sionista può ribattere che mandando lì i soldati si metteva questi in pericolo di vita, che non puoi stare a pensare quando ti ritrovi davanti un uomo che cerca di spararti, anche se si nasconde dietro ad un bambino. continua a pagina 2 1 Sigal Chameides 2

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Le pagelle, i Savi, la guerra.Ciao a tutti, Carducciane e Carducciani!Come annunciato nello scorso numero, da oggi l'Oblò sul Cortile conta ben 12 pagine di quello che ci piace chiamare “intrattenimento intelligente”: il giusto mix tra serietà e umorismo, che vi darà la carica per sopporta-re un altro mese di intenso lavoro scolastico (so che sembra la pubblicità dei cereali per la prima colazione, ma... Provare per credere!).In questo numero pubblichiamo, finalmente, uno spe-ciale che ha visto voi lettori coinvolti di persona e che prevediamo farà molto discutere: si tratta delle “pagel-le dei professori”, frutto di un sondaggio, a cui ha ri-sposto circa il 90% degli studenti. Se durante le va-canze di Natale non siete riusciti a dormire, pensando al voto del vostro prof. di Greco, correte alle pagine 4 e 5 per tabelle riassuntive e commenti.Continua la saga dei “Sette Savi”, ancora sepolti, dopo più di un anno dalla loro riscoperta e quaranta di oblio, nei sotterranei del nostro Liceo. Urge fare qualcosa, dice Elisabetta Pellarin, vicepresidente del Consiglio di Istituto, nel suo intervento, che pubblichiamo a pagina 7. Questo mese, poi, abbiamo ampliato lo spazio de-dicato all'attualità, ben tre pagine, in cui spicca un arti-colo sulla guerra nella Striscia di Gaza, firmato da una nostra compagna, che, allo scoppio del conflitto, si trovava in Israele.Un'altra guerra, dunque, come se negli ultimi anni non ne avessimo avute abbastanza: la guerra in Kosovo, in Afghanistan, in Iraq, il genocidio in Darfur, la guerra in Cecenia, quella in Libano e molte altre. I telegiornali

ci ricordano sempre l'elevatissimo costo umano di que-ste guerre, quantificabile - se si può ridurre ad un nu-mero la perdita di una vita umana - in molti milioni di vittime. Ma c'è di più. Il costo economico, per esempio. Qualcuno ha azzardato un calcolo: con il denaro speso per la guerra in Iraq, si sarebbe potuto costruire una casa per ogni abitante degli Stati Uniti. O aprire decine di migliaia di scuole. O sconfiggere la fame nei paesi del Terzo Mondo. Solo con le spese sostenute per la guerra in Iraq. Ma tra il business delle armi, del petro-lio, della ricostruzione(!) e il benessere della gente co-mune, si sa cosa vince, purtroppo.Ciò che più mi preoccupa, però, è il “costo della memo-ria”, il carico di odio, che ogni guerra porta con sé e che rimane impresso nella memoria di un popolo per generazioni. É la cultura della guerra quella che i nonni raccontano ai figli e ai nipoti e che si impara a scuola, studiando la Storia. Già, la storia, letteralmente

scandita da fatti di sangue, battaglie, guerre. Verrebbe da pensare che l'uomo non possa vivere senza la guerra e che, anzi, sia fatto per essa. Il problema, dun-que, non sarebbero più le differenze di religione di et-nia, il denaro, ma gli uomini in se stessi. Se così fosse, la pace non potrebbe esistere, ché il gene della guerra, radicato nel nostro DNA, distruggerebbe tutto.A me, però, piace pensare che un mondo di pace, in cui tutti gli uomini siano felici possa esistere e non solo nei sogni e nelle utopie di certi filosofi.Godetevi l'Oblò sul Cortile e non smettete di riflettere.

Mattia Serranò

Cronache da IsraeleDopo 18 mesi di tregua i razzi di Hamas hanno, nella seconda metà del dicembre 2008, ricominciato a cadere sulle città del sud di Israele. Un Israele che era probabilmente pronta ad unʼevenienza del genere (come dʼaltra parte ha imparato ad essere) perché la reazione è stata fulminea ed efficace. Dopo pochi giorni trascorsi senza che lʼesercito israeliano contrattaccasse, la Knesset, presa una decisione, ha dato lʼordine di attaccare, di entrare a Gaza……di nuovo.

Chi è che ha ragione?Molti sono coloro che pensano che la reazione di Israele sia stata esa-gerata, troppo violenta. Anche do-po essere entrati a Gaza City, an-che quando finalmente potevano entrare coi soldati di casa in casa senza fare troppe vittime tra i civili, gli israeliani hanno continuato lʼat-tacco aereo e ora gran parte delle vittime innocenti sono dovute a questo. Una bomba non distingue tra il militante ed il bambino dietro il quale questo si nasconde. Chi è

che ha ragione? Nel caso della suola ONU, per esempio, gli israe-liani avrebbero potuto mandare i soldati dentro alla scuola, scovan-do così i militanti senza fare tutte quelle vittime. Ma un sionista può ribattere che mandando lì i soldati si metteva questi in pericolo di vita, che non puoi stare a pensare quando ti ritrovi davanti un uomo che cerca di spararti, anche se si nasconde dietro ad un bambino.

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Liceo Ginnasio G. Carducci Gennaio - Febbraio 2009

Editoriale

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Cronache da Israele“Quindi dovresti uccidere il bambi-no?” chiedo io scandalizzata “Do-vrebbero forse farsi uccidere loro?” mi chiederebbe di rimando il sioni-sta. Lì non si può che crollare. So-no questi i casi in cui si va a sbatte-re contro la complicatezza di situa-zioni del genere. In fondo uno dei primi compiti di uno stato è quello di proteggere i propri cittadini, e poi di pensare agli altri popoli, se uno stato cominciasse a fare il contrario è logico che i cittadini si ribellereb-bero. Non è giusto, ma è compren-sibile. Chi è che ha ragione? Uno sbaglio che lo stato israeliano ha commesso sin dallʼinizio, per quan-to possa valere la mia opinione, è stato quello di non sostenere ab-bastanza il POPOLO palestinese. Sin dallʼinizio le preoccupazioni di Israele sono sempre state un “Ha-maz-Fatha” continuo. Non si è mai parlato dei palestinesi, ma solo delle fazioni di palestinesi. Israele avrebbe dovuto sostenere il popolo palestinese, che, di qualunque fa-zione faccia parte, è sempre quello che ci rimette. Il punto è che Ha-

mas non fa tanto del terrore a noi, ad Israele, quanto ne faccia ai pa-lestinesi stessi. Se qualcuno si alza e dice di essere stanco della guer-ra, viene ucciso. I bambini vengono cresciuti fin dallʼinfanzia con delle interpretazioni distorte della propria religione, credendo che il più gran-de onore lo raggiungerà chi farà saltare in aria Israele. A rafforzare tutto ciò, gli sbagli del governo israeliano, che non li appoggia, non li sostiene, si fa vedere da loro esattamente come Hamas lo vuole dipingere, crudele, assetato di terre e di vittime palestinesi. Loro non vedono le manifestazioni a Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa di israeliani di tutte le età che protestano contro la guerra e gli atti del proprio gover-no. Vedono solo soldati israeliani che irrompono nelle loro case, si vedono esiliati da una terra che è loro tanto quanto nostra, vedono le proprie città distrutte, il futuro dei propri figli in frantumi, i propri cari uccisi da bombe, crolli, spari, man-canza di cure e di risorse. Loro ve-dono solo questo, non viene fatto loro vedere nientʼaltro. Ad Hamas questo fa molto comodo, perché queste persone che vengono abi-tuate a non avere la possibilità di pensare liberamente, alla fine non riescono a connettere che se loro si ribellassero, facessero cadere Hamas, se la smettessero di lan-ciare razzi su Israele, Israele non li bombarderebbe più. Il governo israeliano ne ha fatti molti di errori, ma anche solo per la pressione dellʼoccidente, se i palestinesi si rendessero disponibili a trattare, il governo israeliano sarebbe obbli-gato ad appoggiare il popolo pale-stinese e ad aiutarlo nella costru-zione di uno stato a cui ogni singo-lo palestinese ha diritto. E tuttavia Israele poteva sicuramente fare di più. Sempre il solito sionista mi rinfaccerebbe il caso delle centrali elettriche di Sderot che erano quel-le che rifornivano le zone al di là del confine, che i razzi di Hamas hanno distrutto e che lo stato di Israele ha ricostruito. Quando sono state fatte saltare in aria per la se-conda volta, il governo non le ha più fatte funzionare, però. È vero,

le avevano distrutte i palestinesi, ma proprio perché probabilmente neanche sapevano che erano quel-le centrali a rifornirli, Israele avreb-be dovuto farle funzionare di nuo-vo, per dimostrare ai palestinesi, ai propri cittadini e al mondo intero quali sono realmente le sue inten-zioni, che non vuole la morte del popolo palestinese, ma che è pron-to a sostenerlo. Anche provando a vederla dalle due parti: se un gior-no Bergamo cominciasse a tirare razzi su Milano (la distanza è più o meno quella, credo un poʼ meno) dicendo che i suoi cittadini devono morire tutti e che non deve più esi-stere sulla cartina geografica, voi cosa avreste fatto?Se ad un certo punto vi foste trovati spodestati dalle vostre terre, comprate da un popolo venuto da occidente che vuole stanziarsi sul vostro stesso territorio, se la vostra economia stesse andando in rovina e vi di-cessero che è colpa di quel popolo, cosa avreste fatto? Chi è che ha ragione? Chi ha cominciato? Chi è il cattivo? Questo è un ragiona-mento puramente soggettivo, io sono sicuramente di parte, anche se di sinistra, non esito ad ammet-terlo e cʼè sicuramente chi la pensa in modo diverso e potrà portare a suo favore altri elementi convincen-ti, come spero di aver fatto io. Lʼunica cosa di cui sono certa è che io ho una famiglia là e che a combattere una guerra che viene portata avanti da troppo tempo, lì a Gaza, ora ci sono tre miei amici, ragazzi di 18-19 anni, ragazzi co-me noi, che come me, come gli israeliani e come i palestinesi, sono stanchi di combattere contro un nemico che non vuole nulla di di-verso da quello che vogliono anche loro: la pace. Lʼunica cosa che possiamo fare noi impotenti cittadi-ni di uno stato straniero è cercare di informarci, di mantenerci ogget-tivi e guardare la situazione da en-trambi i punti di vista, nella speran-za di un improvviso arrivo di questa tanto attesa soluzione a un conflitto di cui tutti ormai sono stanchi.

Sigal Chameides

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La riforma della scuola nei liceiSit-in, manifestazioni, occupazioni: negli scorsi mesi si è fatto di tutto per protestare contro la riforma della scuola della Gelmini e i tagli di Tremonti e di Brunetta. Poi, le vacanze, lo shopping natalizio, i regali, le abbuffate in famiglia ed eccoci a gennaio, ancora intontiti dalle feste. Chi si ricorda più dei problemi della nostra travagliata scuola?Tra una fetta di panettone e una scossa di terremoto, abbiamo approfittato delle vacanze per fare due conti:

quali sono i progetti del governo per il Liceo Classico?Il “decreto Gelmini”, convertito, poi, in legge, contiene soprattutto indicazione generiche sulla riforma delle scuole elementari e medie. Le modalità dei tagli sono meglio descritte nel “Piano programmatico” del Ministero della Pubblica (D)Istruzione, contenuto nella legge 133 del 6 agosto 2008. A che punto siamo con la riforma della scuola?

Ecco i principali cambiamenti previsti per i Licei Classici:• L'orario complessivo di lezione non potrà superare le 30 ore settimanali. Ciò significa che salteranno tutte le

6° ore. A prima vista può sembrare positivo, ma i programmi da svolgere rimangono gli stessi e quello che non si riesce a fare a scuola, andrà studiato a casa...

• Aumenta di un'unità il numero medio di alunni per classe (da 22 a 23, secondo i dati del ministero) e il rapporto studenti-insegnanti. Risultato: meno tempo per l'insegnante da dedicare ai bisogni del singolo studente. E poi: cosa ne sarà delle classi che già oggi sono sovra-affollate (es. 4e ginnasio con 28 alunni)?

• Le cattedre vengono ricondotte a 18 ore di solo insegnamento. Un esempio: un docente di scienze, che insegna in quattro classi per quattro ore alla settimana, potrà completare le 18 ore, insegnando matematica al ginnasio. Peccato che la sua specializzazione sia Scienze, non Matematica.

• Vengono accorpate “le classi di concorso [a cattedra] con una comune matrice culturale e professionale”. Significa che, ad esempio, un insegnante abilitato all'insegnamento di Italiano e Latino potrà insegnare anche Greco. Oppure un professore specializzato in Storia e Filosofia potrà insegnare Italiano.

Ancora più interessante (ed inquietante) è lo scenario prospettato nel disegno di legge dell'onorevole Valentina Aprea, che si propone di modificare dalle basi la scuola pubblica.

Ecco i cambiamenti più eclatanti, presenti nel disegno di legge:• gli istituti vengono trasformati in fondazioni, finanziati dagli enti locali

(comuni, province, regioni) e da privati.Il Consiglio di Istituto diventa un Consiglio di Amministrazione, in cui siede il Preside, il rappresentante dell'ente pubblico finanziatore e gli eventuali privati.

• Il Preside, in virtù di una maggiore autonomia, può assumere e licenziare gli insegnanti, anche senza avva-lersi delle graduatorie ministeriali.

Il decreto Gelmini è stato definitivamente approvato il 7 gennaio alla Camera dei Deputati e la riforma delle scuole superiori verrà attuata a partire dall'anno scolastico 2010-2011, un anno più tardi di quanto previsto inizialmente. Il disegno di legge Aprea, per ora, è ancora tale, pronto ad essere discusso in sede parlamentare appena ci sarà bisogno di far cassa, a danno della scuola pubblica; e, di certo, gli auspici non sono dei migliori: proprio mentre scrivo, viene annunciato un nuovo record storico per il debito pubblico e decollano i primi voli della CAI, frutto della disastrosa svendita di Alitalia, che costerà ai contribuenti circa 4 miliardi di Euro.Eppure, ci ricorda il nostro governo, in Italia va tutto bene, la crisi non esiste e il livello scolastico migliorerà!Che la farsa sia con voi. Mattia Serranò

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PROFESSORI, TREMATE!Le Pagelle sono arrivate.

Finalmente abbiamo finito! Ecco un paio di considera-zioni generali.Nel corso di questo progetto ci siamo imbattuti in una serie di stravaganti situazioni: alcune classi si sono ri-fiutate di partecipare. In altre classi hanno voluto ag-giungere tra i professori anche quello di religione, Don Repossi: noi non abbiamo inserito i professori di reli-gione perché è un insegnamento facoltativo la cui valu-tazione non ha alcun peso (non è neppure espresso in decimi). Alcuni, ben pochi fortunatamente, hanno preso la cosa poco sul serio, riempiendo di due i loro prof. più odiati, senza alcun criterio, vedendola come unʼocca-sione di vendetta; al contrario, altri hanno riempito il foglio di nove e dieci. Le classi di ginnasio in genere sono state più generose, anche se dalle medie com-plessive non emerge.Siccome non tutte le classi ci hanno riconsegnato le pagelle, mancano due o tre professori, ci scu-siamo con loro. In generale i voti dei vari professori

non sono pienamente confrontabili tra loro, in quanto le medie di coloro che hanno tante classi sono risultate da moltissimi voti, mentre chi ha po-che classi è stato valutato da meno studenti; per avere idea del grado di attendibilità dei risultati, si aggiunga a questo il fatto che parte di alcune clas-si, o anche intere classi, non hanno partecipato al sondaggio.Speriamo che i professori vogliano tenere conto dei risultati; questo sondaggio può essere lʼoccasione buo-na per instaurare un dialogo, non sprechiamola. A fron-te di basse valutazioni, interrogate i vostri studenti, cer-cate di capire cosa non funziona.Unʼultima cosa: potrebbe essere molto irritante per un professore con anni di studio alle spalle vedersi valuta-to sulla propria preparazione da dei mocciosi come noialtri, ma era lʼunico modo per far emergere i casi di totale incompetenza di cui pure sentiamo parlare e di cui anche gli studenti sono in grado di rendersi conto.

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Professori Preparazione Obiettività nella valutazione

Capacità di coinvolgere

Rapporto con gli studenti

Giudizio Complessivo

Romussi 9,5 8,5 9,5 9,5 9Casaccia 6,5 7 7 7 7Vallaro 9,5 7,5 8 7,5 8Re 8 5,5 6 6,5 7Zago 8 8 7,5 8 8Gargiulo 8,5 7 7,5 8,5 8Tabiadon 9,5 6,5 7,5 7,5 8Cocuccio 9 7 7 6,5 7Alessandroni 9 8 6 7 7,5Lo Pinto 7,5 7,5 7,5 8 7,5Bonetti 9,5 7,5 7,5 5,5 7,5Rocculi 7,5 6,5 5 7,5 6,5Prestipino 9 7 7,5 8,5 8Ghielmi 9,5 7 7,5 9 8,5Taini 6 5,5 4,5 4,5 5Canevari 7,5 5,5 6,5 8,5 7,5Piergallini 8,5 7,5 5,5 7 8,5Gusmini 9,5 7,5 8,5 8,5 8,5Mariani 9,5 5,5 7,5 6,5 7,5Cristofori 6 5,5 4,5 7 5,5Caspani 8,5 4,5 6,5 4,5 6Frigerio A.M. 8,5 6,5 6 8 7,5Hugnot 8 5,5 4 5 6

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Professori Preparazione Obiettività nella valutazione

Capacità di coinvolgere

Rapporto con gli studenti

Giudizio Complessivo

Fumagalli 7 6,5 5,5 4 5,5Laffi 9 4 5 7,5 6,5Girardi 8,5 7 6,5 6 7Bruschi 7,5 7,5 6 5,5 6,5Bettoni 7 6,5 6 7,5 7Barbarente 8 6,5 6 6,5 7Tanzarella 7,5 6,5 6,5 7,5 7Cagnoni 6,5 8,5 6,5 7,5 7,5Buttazzo 6,5 6,5 4,5 5 5,5Bernabei 8,5 8,5 8 8,5 8,5Mondani 8,5 6,5 6 4,5 6Frigerio Ale. 9 8 7 8,5 8Cazzaniga 10 7 8 7,5 8Torregrossa 9 9 8 7,5 8,5Viola 9,5 8,5 8,5 9,5 9,5Lori 9 7,5 8 9 8,5Pellegrino 9 7 6 4,5 6,5Trulli 6 7 7 8 7Farina 8,5 6 8 8 7,5Villari 8 7 4,5 7,5 7Musante 9,5 6,5 7,5 6 8Zarra 5 5 4 4 4Cosmi 8 8 7 7 8Del Genovese 8 7 7,5 8,5 8Bersino 9,5 7 8 7 8Torretta 9 6 8 6,5 7Rossi 8 8 4,5 8 7Monfroni 10 5,5 7,5 4 6,5Sponton 9,5 8 9 9 9Andenna 8,5 7 4 5 6,5Mascellani 9,5 7 8 6,5 8Jotti 9 7,5 6,5 8,5 8,5Galli 9 8 6 6 7Mattioli 5,5 4,5 5 5 5Russo 9 8 7 8 8Zanone 9 8 6,5 6,5 7,5Sarcinelli 8,5 5,5 6,5 7 7Canavero 9 7,5 8 8 8,5

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“Dio è morto, Marx è morto, e anch’io non mi sento troppo bene”

Dove può un giovane, disilluso e annichilito per la demitizzante eredità storico-culturale che gli si pone di fronte, ricercare il senso dell ʼ incessante routine che la vita gli im-pone, il senso di tutta questa progettualità? Diceva Freud che la scuola deve offrire un sostegno ai giovani, su-scitare in loro il piacere di vivere e lʼinteresse per il mondo. Ebbene io credo che la scuola possa ve-ramente colmare un vuo-to: non si può negare la straordinarietà e la pro-fondità degli studi che giorno per giorno ci ven-gono proposti. Alla base di tutti questi studi, uma-nistici o scientifici che siano, cʼè una carica di senso, di fronte a cui lʼin-differenza di tutti noi, me compreso, mi deprime e mi spaventa. Quelle che potremmo vivere come eclatanti scoperte, di fronte alle quali emozio-narci, rimangono spesso un semplice strumento per il raggiungimento di un voto, prima di scivola-re via senza alcun rico-noscimento. Perché av-viene una svalutazione della cultura, che ci porta a considerare la scuola come nientʼaltro che un

transito obbligatorio?I motivi possono essere svariati, ma forse lʼatavi-co sistema di trasmissio-ne frontale del sapere, che non garantisce una partecipazione attiva degli studenti, lʼecces-siva importanza attri-buita al voto, la com-mercializzazione del sapere non contribui-scono a cogliere un senso profondo nello studio, riducendo la bellezza della cultura ad un groviglio insigni-ficante di nozioni.Questa non vuole esse-re in alcun modo una critica né allʼapproccio allo studio di ciascuno studente, né tantomeno al lavoro degli inse-gnanti, è piuttosto una richiesta rivolta a tutti noi, me per primo, a ra-gionare sul senso - e tenerlo vivo - di quello che giorno per giorno facciamo. Porre un senso alla base di qualsiasi studio, può essere unʼoc-casione per rendere ad esso il giusto valore e, se non apprezzarlo, quan-tomeno giustificarlo.Uno studio scevro di senso non nutre, né ar-ricchisce lʼessere, incre-menta piuttosto un insul-so bagaglio di conoscen-

ze. Erich Fromm nella sua analisi sulla modalità di vita incentrata sullʼave-re rispetto a quella incen-

trata sullʼessere, defini-sce passivo e sterile lʼapproccio allo studio di chi si prefigge come uni-ca meta il registrare mere informazioni, che egli chiama agglomerati di idee cristallizzate, con-trapponendole alla vera conoscenza che presup-pone unʼinteriorizzazione, una compartecipazione ed una convivenza pro-fonde, capaci di rendere lʼanima fertile cioè atta a nutrire nuove idee, da cui originali interpretazioni,

nuova conoscenza. Co-noscenza, infatti, spiega lo stesso Fromm sullʼim-pulso dei grandi maestri

del pensiero, non significa pos-sedere la veri-tà, ma tendere ad avvicinarsi sempre più alla verità. La paro-l a e b r a i c a jadoa, che si-gnifica cono-scenza e pene-trazione ses-suale al tempo stesso, esplica molto a propo-sito il senso di conoscenza , in tesa come penetraz ione creativa.Penso che sia necessario dare

un senso, perché la dan-nosa modalità di approc-cio allo studio, che mira solo allʼavere, che svalu-ta la cultura, non cancelli il senso che ha portato gli uomini a produrre cultu-ra; che sia necessario dare un senso per recu-perare lʼinter-esse, per-ché lo studio sia ancora prima di tutto passione. Alessio Patané

dèmodè • january 2009Crisi, recessione, stagnazione economica… Depressione…Saranno queste le parole del 2009?No! Perchè va bene essere poveri di tasche, ma mai di spirito! Torniamo ad essere spiri-tosi e divertenti! Ok, go alla creatività! DèMoDè is working in progress!!!P.S. Servono nuove idee e proposte per rendere divertente e creativa questa piccola rubrica dell'Oblò, quindi scrivete all'e-mail [email protected] visitate il sito www.myspace.com/demodemagazineoppure ancora iscrivetevi al gruppo DèMoDè su facebook !Buon inizio anno a tutti! E siate creativamente divertenti! Yahù !!

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Across the Universe r u b r i c a m u s i c a l e d e l l ’ O b l ò S u l C o r t i l e

In questo articolo non perderò tempo a raccontarvi la lunga storia dei Led-Zeppelin, in quanto ritengo che lo renda noioso, cosa che non voglio che accada. Dirò semplicemente le cose fondamentali, poiché il resto si impara ascoltando i loro album.Per cominciare, i Led-Zeppelin sono diventati famosi in tutto il mondo per aver rivoluzionato la musica degli anni ’70, dando forma a quello che è il genere del rock’n’roll. La magia del gruppo sta, però, nei suoi com-ponenti; il cantante Robert Plant, il chitarrista Jimmy Page, il bassista John Paul Jones e il batterista John Bonham, quest’ultimo ritenuto da molti come il migliore del mondo nel suo campo. I quattro dimostrano fin da subito un notevole talento, non solo nel comporre, ma soprattutto nell’improvvisare; durante i loro concerti, infatti, avevano l’abitudine di prolungare di molti minuti i loro brani, creando nuove melodie. Il loro successo fu notevole fin da subito. I loro album hanno avuto tutti più o meno ugual successo, anche se sono entrati nella storia con il quarto album, il quale è titolato con delle rune, quattro per la precisione, una per ogni componente. Questo album è così speciale perché contiene la più grande canzone rock mai com-posta ed etichettata da molti come la più bella mai scritta. Il suo assolo è classificato ancora oggi dalle riviste più importanti come il migliore nella storia, e la melodia che risuona nel pezzo rispecchia la bellezza e

l’arte della musica. Il brano è intitolato “Stairway to Heaven”. Ultimamente i Led-Zeppelin si sono riuniti per il loro ultimo tour conclusosi ormai due anni fa, nel 2007; il gruppo si era infatti sciolto nel lontano 1980, a

causa della morte del batte-rista, la quale ha lasciato un vuoto enorme e impossibile da rimarginare.Rileggendo l’articolo mi so-no accorto d’aver tralasciato tanti, forse troppi, avveni-menti importanti, ma ritengo assai difficile contenere in una pagina scarsa tutta la loro incredibile storia, la sto-ria di un gruppo che non sarà mai imitato o superato da nessun altro in futuro…

Leonardo Di Martino

L'ingiusto sonno dei saviMentre i filosofi di pietra (gli originali) dormono un sonno innaturale e forzato in uno scantinato buio e polveroso del Carducci, i loro set-te bianchi savi fratelli di gesso, illuminati da luci suggestive al piano d'onore del Mart di Rovereto (Museo dʼ Arte Moderna e Contempo-ranea n.d.r.), accolgono con queste parole di Fausto Melotti i visita-tori che da ogni parte del mondo giungono al museo in occasione di una importantissima mostra celebrativa del '900 italiano:"Al confine tra la vita solare e la vita oscura, i filosofi sono lì a medi-tare e ogni tanto danno una voce verso il buio, affinano l'udito per ascoltare inavvertiti echi. Risponde la poesia"Parole profetiche, quelle di Melotti. Tuttavia, fin qui, alla voce dei savi in Carducci non ha risposto neʼ la poesia neʼ la pratica.Stiamo tutti condividendo una grave responsabilità negativa: mi au-guro che il Consiglio d'istituto decida di attivarsi in modo coordinato ed efficace per riportare alla luce, alla "vita solare", il nostro tesoro più importante. Elisabetta Pellarin, Vicepresidente C.d.I

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Da ascoltare -Stairway to Heaven -RockʼnʼRoll -The Lemon Song -Good Times Bad Times - Black Dog -Kashmir -Whole Lotta Love - Moby Dick -The Song Remains The Same - Communication Breakdown -Immigrant Song

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“Ora vi svelo tutto”Cleobulo, uno dei Sette Savi, intervistato in esclusiva assoluta da Dario Elio Pierri, racconta la loro

reale vicenda dal principio.

Lʼappuntamento con il Savio è a mezzanotte, in una via buia e malfamata nei pressi della Stazione Centrale. Da un lato allʼaltro della strada, i nostri sguardi si incrociano. La sua faccia sembra di pietra. Ci presentiamo lʼuno allʼaltro e, raggiunto un vicolo deserto, inizio ad intervistarlo. Dario -Quando, e per quale motivo, vi è venuto in mente di evadere? Cleobulo -Fu un giorno di Luglio. Le scuole erano finite, e noi eravamo infuriati: dopo averci indotti a sperare in una liberazione e in un restauro imminenti, si erano nuovamente dimenticati di noi. Oltretutto, proprio quel giorno, nel garage, il fetore era diventato asfissiante, e il caldo insostenibile (anche per via del sole, che spaccava le pietre). D -Avevate un piano prestabilito per lʼevasione? C -Non abbiamo fatto pianificazioni: ricordavamo ben poco del modo esterno. Per questo motivo, una volta usciti, il senso di libertà ha preso il sopravvento in noi, e, eccitati, abbiamo fatto amicizia con un camionista, che ci era parso un nostro simile a causa del fisico statuario. D -Cosʼè successo poi? C -Il camionista ci ha fatto conoscere il mondo e ci ha spiegato come funziona: ci ha parlato dei soldi, unica fonte di felicità, del potere e del suo fascino, della bellezza della prevaricazione, dellʼefficacia dellʼomicidio e dellʼebbrezza del tradimento. Affascinati, decidemmo di mettere subito in pratica i suoi meravigliosi insegnamenti: alcuni di noi lo strangolarono, mentre altri lo pugnalavano. Ricordando sempre i suoi precetti, ci dedicammo a rapine, estorsioni e omicidi vari per qualche tempo, fino a quando ci venne voglia di tendere unʼimboscata a Gerry Scotti, come ricompensa alla generosità mostrata nei nostri confronti. Il piano era impeccabile, ma Biante, che da qualche tempo era in crisi e sosteneva di sentirsi un cuore di pietra, non agì nel

momento in cui avrebbe dovuto. Perciò fallimmo e fummo fatti schiavi proprio dallʼoggetto della nostra imboscata.La situazione della prigionia fu terribile; priva di ogni dignità umana: il nostro padrone ci condannò a spostare in continuazione tutte le altre statue di casa sua, (che peraltro invidiavamo ferocemente, in quanto avevano occhi, naso, bocca, capelli e tutte le altre parti al posto giusto). Un giorno, però, approfittando di una sua momentanea assenza, fuggimmo. Ci sentivamo così umiliati, che pensammo di emigrare. D -Dunque, dove siete andati? E soprattutto: dopo unʼesperienza simile, avete mantenuto gli stessi valori? C -Il nostro odio e la nostra durezza dʼanimo si erano centuplicati. Soltanto Biante, il più sensibile tra noi, era cambiato: aveva paura di perdere la testa (effettivamente la testa gli era stata staccata da qualche carducciano, nel 1964). Un giorno, senza dire nulla, sparì, e poco dopo scoprimmo che si era frantumato buttandosi giù da un ponte.Rimasti in sei, allora, ci recammo su unʼisola dellʼOceania, abitata da una popolazione indigena. Qui cominciarono ad adorarci come loro divinità: obbedivano ad ogni nostro comando, ci offrivano sacrifici e ci dedicavano templi; fabbricarono anche delle statue che ci rappresentavano. Raggiungemmo una popolarità tale, da poter esigere perfino sacrifici umani: ci sentivamo pienamente realizzati. Tuttavia, parallelamente alla nostra realizzazione, cresceva la nostra ambizione: ognuno di noi faceva lʼimpossibile per essere considerato il più autorevole. In questo modo, poco a poco, perdemmo credibilità presso gli abitanti dellʼisola. Ciò che però segnò il nostro declino, fu lo sbarco, sulla medesima isola, di un anarchico, che cominciò a predicare lʼuguaglianza tra uomini e dei. Questa strana ideologia, che ci lasciò veramente di stucco, volse lʼopinione degli isolani totalmente a nostro sfavore. Alcune delle statue che ci raffiguravano

vennero addirittura sfregiate: interpretammo questo atto, come il segnale dellʼormai totale odio nei nostri confronti, e comprendemmo che sarebbe stato meglio per noi sparire. Così avvenne. D -Come vi siete comportati in seguito? C -Ci rifugiammo in una foresta del Vietnam, in cui discutemmo dei nostri destini mentre seviziavamo animali di specie protette. Un giorno poi, Pittaco, mentre andava a caccia di lepri, per sventrarle, incontrò un alieno, il quale lo credette un proprio simile e lo portò via con sé. Ormai in cinque, decidemmo di dividerci, imboccando strade differenti, che seguiamo tuttora. D -Dunque ora gli altri Savi cosa fanno? C -Chilone è a capo di un gruppo di Nomadi che compie razzie nelle steppe Kazake, Talete è il più famoso serial killer di tutta la Siberia, tanto crudele da ambire di essere citato ne “il seme cattivo”, Solone è andato in Argentina, dove ha aperto una scuola di tango Continua…

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e Misone, dopo una disastrosa carriera nellʼimprenditoria edilizia statunitense, si è sposato e, poco dopo, ha ucciso la moglie per divertimento. Pittaco invece, dopo aver massacrato gli alieni che lo avevano rapito, con lʼastronave in cui si trovava, è approdato su Giove e se ne è impossessato. D -E lei? C -Io ho girato tutti i musei di Milano, supplicando di essere esposto, ma nessuno voleva un Savio spaiato. Lʼunico modo per sopravvivere è stato farmi assumere dal comune di Milano, come spalatore della neve

caduta in questi giorni. Ora sono rimasto disoccupato.Ci guardammo negli occhi qualche istante, infine mi disse: “Ti ringrazio per esserti occupato di noUni. Sei veramente un giornalista in gamba: continua così, Roccia!”Ci salutammo ed ebbi il presagio che non lʼavrei mai più incontrato.

Tali sono state le conseguenze dellʼaver abbandonato 7 statue in un garage. Dario Elio Pierri

Epopea Invernale di un Carducciano QualunqueSvegliandosi, martedì 6 gennaio, Marco, un carducciano medio, vide appesa in camera sua la calza del-la befana. Si alzò subito e andò scoprirne il contenuto: cioccolatini al ragù e caramelle alle zucchine: praticamente immangiabili. Infuria-to, uscì dalla camera al galoppo verso i genitori, per manifestare tutta la propria rabbia. In soggior-no, però, come per incanto, la sua attenzione fu attratta da unʼaltra cosa: oltre le finestre tutto era bianco. Scostò lievemente la tenda e… NEVE! Ma non si trattava della solita neve tirchia ed insicura di Milano, era veramente tanta. Così tanta che, se avesse continuato a cadere, mercoledì le scuole sareb-bero state sicuramente chiuse!Marco cominciò allora a saltare per la casa, emettendo barriti degni del miglior elefante. Passato lʼattacco di euforia, telefonò ai suoi amici proponendo una bella battaglia a palle di neve, incurante degli 80 esercizi di matematica non ancora svolti, della lettura della Ricerca del

tempo perduto, eseguita soltanto per metà, e dellʼAnabasi di Seno-fonte, che non aveva ancora finito di tradurre. Stette fuori fino alle 18. Rincasato, dolente e fradicio ma soddisfatto, diede unʼocchiata su internet, sicuro della chiusura delle scuole per lʼindomani. Riuscì a tro-vare un elenco dei Comuni in cui le scuole sarebbero state chiuse: Comune di Como, Comune di Va-rese, Comune di Brescia… Ritene-va ormai quasi inutile cercare se ci fosse anche Milano nella lista. Tut-tavia continuò ugualmente a scor-rere nellʼelenco: Comune di Lodi, comune di Mantova… E Milano?Lanciò un urlo come se lo avesse morso un cane. Come era possibi-le? Si precipitò a chiamare al cellu-lare mezzo Carducci, ma la rispo-sta fu una e una sola: il giorno suc-cessivo la scuola sarebbe stata APERTA!Marco tentò una disperata rimonta: rimase dalle 21.30 allʼuna di notte a fare matematica e, contempora-neamente, a tradurre lʼAnabasi.

Mercoledì si svegliò unʼora prima del solito e, con due occhiaie che gli ricoprivano metà delle guance, sʼincamminò. Poiché la neve gli arrivava alle ginocchia, pensò che avrebbe impiegato meno tempo nuotando. Infatti, bracciata dopo bracciata, arrivò alla fermata del-lʼautobus in un tempo da record. Attese lʼautobus per una trentina di minuti. Questo arrivò appena prima che Marco si assiderasse. Ma era pieno. I pochi temerari che tenta-vano di salire erano oggetto di in-sulti, sputi, calci e manganellate -nelle situazioni estreme la gente è disposta a usare veramente ogni mezzo-. Marco, dunque, ritenne opportuno andare a nuoto anche fino a scuola.Così, alternando lo stile libero allo stile farfalla, attraversò mezza Mi-lano e arrivò al Carducci. Stremato, sacrificò lʼintera paghetta mensile alle macchinette per comprarsi ab-bastanza caffè da poter stare sve-glio tutta la mattinata. Continua…

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Le prime tre ore filarono lisce. Alla quarta ora, però, cʼera educazione fisica. Il professore, constatò con dispiacere, dopo averne testato di persona le condizioni, che il cortile del campo da calcetto era inagibile. La lezione si svolse quindi nel corti-le del campo da basket. Dopo una corsetta di riscaldamento, la quale però non riscaldò molto gli studenti, si giocò una partita di pallacane-stro. Il risultato fu di 32 dita dei pie-di paralizzate dal gelo a 27. Duran-te la quinta ora, di italiano, la pro-fessoressa parlò della Ricerca del tempo perduto, iniziando dal sesto volume, a cui Marco non era arriva-to, interrogando il suo compagno di banco, il quale, dopo aver preso 4, picchiò Marco per lʼincapacità di

suggerirgli alcunché. Il ritorno a casa non fu faticoso come lʼandata. Marco, infatti, trovò per strada degli sci, appartenuti ad un tale decedu-to per congelamento e tornò a casa con quelli. Passò tutto il pomeriggio a dormire, non sentendo i proiettili, le granate e i missili che vennero sparati nel corso del conflitto di competenze, scoppiato verso le 15 tra la Provincia e il Comune di Mi-lano, per far chiudere, o meno, le scuole il giorno successivo. Il con-flitto fu vinto dalle milizie del Co-mune, sfavorevoli alla chiusura, mentre lʼesercito della Provincia, che invece era favorevole, si arroc-cò in una manciata licei, i quali poi rimasero effettivamente chiusi. Marco si svegliò di sera, ignaro di

tutto, e guardò vari telegiornali per avere informazioni su unʼeventuale chiusura delle scuole nel giorno seguente. Su certi canali dissero: chiuse. Su altri: aperte. Cercò allo-ra sul sito della scuola e, ricevuta la conferma anche dai suoi amici, si convinse che il giorno dopo le scuole sarebbero state effettiva-mente chiuse. Tornò a dormire, tranquillo.Quando alle 8.15 di mattina, un suo compagno un poʼ stakanovista lo chiamò, dicendogli che il Car-ducci era aperto, Marco pensò: “Starò sognando il contrario di ciò che accade veramente”.E si rigirò nel proprio letto.

Dario Elio Pierri

Un Assaggio di EnigmisticaLabirinto

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Parole Crociate a Sillabe

Orizzontali1-Provoca placche in gola 2-Testardo, ostinato 4-Ac-conto 6-Varietà di quarzo dal colore violaceo 9-Le fa il filo… lʼarrotino 10-Uno Zero della canzone 11-Così è la testa del calvo 12-Carbone non del tutto fossilizzato 13-Smilzi e sottili 14-una delle tre virtù teologali 15-Unʼora dopo la fuga di Cenerentola 16-La particella a cui si voleva “dare la caccia” con lʼacceleratore di par-ticelle del Cern 17-Dettagli, particolari 18-Eʼ nascosto dallʼesca 19-Abitano un poʼ più a nord degli alto-atesi-ni 21-Infiammazione delle mucose del naso 22-Ro-manzo incompiuto di Kafka 24-Grande pittore, sculto-re e ceramista spagnolo del ʻ900, esponente del sur-realismo 25-Vi alloggia la truppa 26-Tra il pannolino e il water 27-Una delle più celebri cantanti pop italiane 28-Il velista la inserisce nella scassa 29-Segno zodia-cale di terra caratterizzato da forte razionalità 30-Bat-tuto, sconfitto 31-La fèmme fatale nel Barbiere di Sivi-glia di Rossini 32-Lesi, colpiti 33-Il Marzocca che fa le pulizie a casa di Bisio 34-Città sede della più antica università di Spagna 35-Era il locale opposto al Gine-ceo 36-Successo di Fabio Concato.

Verticali2-In ogni casella di questo cruciverba se ne mette una 3-Città peruviana gemellata con Pescara 4-Corsi dʼacqua artificiali 5-Lʼatto con cui mette al mondo un figlio 6-La barca… per aria 7-Analogo nel Rugby del Touchdown del Football Americano 8-Band italiana Hard Rock/Metal Progressive nata nel 2001 10-Pro-fumate secrezioni degli alberi 11-Possono essere psi-chiatriche o assicurative 12-Tortuose curve delle stra-de di montagna 13-Avidi, Cupidi 14-Lo sono le teste degli anziani 15-Stati dʼanimo 16-Eʼ celebre quello di Ravel 17-Con la massima 18-Ridente, gradevole 20-La Power compagna di Al Bano 21-Sta in panchina 22-Le mamme dei bardotti 23-Stirpe nobiliare 25-gra-ziosa, bellina 26-Svegliano i genitori nel cuore della notte 27-Cocktail a base di spremuta dʼarancia e pro-secco 28-Un grande Vittorio del cinema italiano 29-O-razioni di Cicerone risalenti ai suoi esordi in politica 30-Per la religione cattolica è sacro quello del matri-monio 31-Il Polański regista del Il pianista 32-La Fon-taine seguì le sue orme e quelle di Esopo 33-Il nome di Proust.

SudokuLa miglior sudokista di Dicembre è stata Francesca Veronesi di IB.Una menzione speciale va a Irene Trautluft di IIIA perl’entusiasmo dimostrato.Il Sudoku è composto da una griglia di 9 riquadri (3x3), ognuno dei quali contiene 9 caselle (3x3).Dovrete inserire nella griglia i numeri mancanti, da 1 a 9, in qualunque ordine, osservando le seguenti regole:•Ogni riga del puzzle (linea orizzontale) deve contenere, una sola volta, tutti i numeri da 1 a 9.

• Ogni colonna del puzzle (linea verticale) deve contene-re, una sola volta, tutti i numeri da 1 a 9.

• Ogni riquadro 3x3 deve contenere, una sola volta, tutti i numeri da 1 a 9.

Il primo che consegnerà il Sudoku finito a Dario Pierri di I B, oltre all’onore di essere menzionato nel prossimo numero come miglior sudokista della scuola nel mese di Gennaio, avrà diritto ad un buono di 1€ per il bar.

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RedazioneOttavia AmatoGiorgio Berti

Chiara CompagnoniGiacomo Damiani

Leonardo Di MartinoSerena Garavaglia

Alessio LuAlessio PatanéDario Elio PierriRoberta Priolo

Capo-Redattori

Vittorio RivaMattia Serranò

Referente A.Gi.Sco.Vittorio Riva

Collaborazioni EsterneSigal ChameidesElisabetta Pellarin

Across the Universe raccomanda prossimamente…

Judas Priest –Megadeth – Testament: 10 marzo – PalasharpAC/DC: 19 e 21 marzo – Forum

Eagles: 13 giugno, ForumDepeche Mode: 18 giugno, San Siro

Metallica: 22 giugno, Forum

Mandateci Articoli o Scriveteci [email protected]

o cercando il nostro gruppo su Facebook o venendoci a trovare Venerdì tra le 13,20 e le 14,10 nellʼAula Studenti.

Partecipate numerosi!Suonano anche gruppi del Carducci e, con i 10 euro del biglietto,

A.Gi.Sco. si finanzia.Potete acquistare le prevendite da Vittorio Riva in 3F.

News Martedì 17 febbraio il collegio do-centi ha approvato il progetto di

cogestione: alla fine di marzo il Car-ducci sarà “cogestito” per due giorni.Servono ora molte teste per organiz-

zare ogni cosa in tempo:per dare una mano partecipate alle riunioni del comitato organizzativo

studentesco, Martedì alla sesta ora in Aula Studenti.

L’Oblò sul Cortile augura a tutti Buon Carnevale!