Lo Strillone 18

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Numero 18 Anno II • Registrazione Tribunale di Brindisi n. 3/2011 del 6/05/2011 • Direttore Responsabile Eliseo Zanzarelli Edizioni: PubliEdit S.r.l. Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br) • Redazione: Via C. Pisacane, 6 - Oria (Br) 1 - 15 APRILE 2012 NON PERCEPISCE FINANZIAMENTI PUBBLICI L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE Un filmato è stato acquisito dalla Procura di Brindisi: testimonierebbe alcuni degli abusi contestati, a vario titolo, agli otto indagati. All'interno, in anteprima esclusiva, alcuni tra i più significativi fermo-immagine tratti dal video, destinati a far discutere… ORIA - Riprese fatte con un telefonino durante il restauro Un video inedito, realizzato durante il restauro, è stato acquisito nei mesi scorsi dal- la Procura della Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi al castello, sotto sequestro dal 10 ottobre 2011. Gli indagati, a vario titolo, sono otto: Isa- bella Caliandro e Giuseppe Romanin, della “Borgo Duca- le Srl”; Pietro Incalza, ex diri- gente dell’Utc di Oria; Severi- no Orsan, direttore dei lavori; Salvatore Buonomo, dirigen- te ad interim della Soprinten- denza per i beni architetto- nici e paesaggistici; Antonio Bramato, Giovanna Cacudi e Attilio Maurano, funzionari della Soprintendenza. In an- teprima i frame. (p. 9) La città somiglia sempre più a un Far West. La criminalità, or- ganizzata e non, la fa da padro- na durante la notte, ma anche in pieno giorno. Le forze dell'or- dine fanno quel che possono, ma spesso non basta. (p. 13) Le settimane precedenti le elezioni amministrative, si sa, portano sempre in paese un clima acceso di competizione tra le parti. Il troppo fervore però, alle volte, può generare delle situazioni sconvenien- ti: così è successo la sera del 22 marzo, durante la mani- festazione conclusiva della settimana dell'intercultura, trasformatasi, per qualche minuto, in una sorta di comi- zio. Una querelle a distanza, che ha visto protagonisti da un lato il primo cittadino Giu- seppe Margheriti, ricandida- tosi a capo della coalizione di centro destra, dall'altro Ivan Volpe – assente alla serata –, segretario locale dell'Italia dei valori e sostenitore dell'a- spirante sindaco del centrosi- nistra Giuseppe Polito. (p. 14) Nella città delle chiese e della Settimana Santa è praticamente impossibile spirare da laici. La battaglia inascoltata del presi- dente della cellula Coscioni, Sergio Tatarano: «Tutelare an- che il diritto alla morte». (p. 11) Il museo della civiltà contadina a rischio sfratto: proteste L'opposizione: «Per il sindaco comizi prima del tempo e fuori contesto» LATIANO MAURIZIO DISTANTE FRANCAVILLA CLAUDIA TURBA IL CONCORSO Castello, le foto dello scempio PUNTO DI VISTA SPECIALE C i sono, per così dire, due tipi d’ap- proccio alla “città”, l’uno che ha prevalso, la cosiddetta città della rendita, l’altro come linea di tendenza e approdo fi- nale, la città dei cittadini. Il primo approccio consi- dera la città come mucca da mungere, risorsa da sfruttare, rendita paras- sitaria a uso privatistico, per l’arricchimento dei proprietari. L’altro, invece, si preoc- cupa del tessuto vivo, dei rapporti interpersonali, del bene collettivo, delle strutture da impiantare e potenziare a beneficio degli abitatori, dell’aria e dell’ambiente salubre, della corretta gestione dei rifiuti etc. Ciò a cui abbiamo assisti- to, e assistiamo tuttora, è al contrario la cemen- tificazione selvaggia, la distruzione del verde pubblico, l’inquinamento atmosferico, gli ecces- sivi insediamenti “peri- urbani” nell’ottica che considera la campagna nient’altro che prolunga- mento dello spazio urba- no. Si tratta dell’area della rendita che, specie in am- biti una volta a grande im- patto industriale, in coin- cidenza con le dismissioni dei grandi impianti (l’ex Falck di Sesto San Gio- vanni), ha fatto emergere enormi plusvalenze im- mobiliari, fonte di “rendi- ta” più proficua, tranquilla e conflittuale. (… p. 15) D alla processione dell’Addolorata a quella dei Miste- ri. I Riti che precedono la Pasqua a Francavilla Fontana, come da tradi- zione, prendono il via nel venerdì prima della do- menica delle Palme. Con la processione dell’Addo- lorata, la città si prepara agli appuntamenti della Settimana Santa, che conservano intatto un patrimonio di devozione e tradizioni secolari che si ripetono da sempre nel segno della forza della fede. La venerazione e devozione all’Addolorata sono sempre state mol- to forti e la processione registra un’altissima par- tecipazione di fedeli, in- troducendo i francavillesi nell’atmosfera di dolore e attesa che caratterizza questa particolare setti- mana. L’Addolorata, “Re- gina del dolore”, veste un abito in velo di seta nero sovraccarico di ricami in oro e porta in petto uno spadino, simbolo dello strazio che le trafigge il cuore e l’anima. (p. 3,4,5) FRANCAVILLA Due mondi in conflitto: la città della "rendita" e quella dei cittadini FRANCAVILLA Viaggio alla scoperta della Settimana Santa ELISEO ZANZARELLI TORRE SANTA SUSANNA COSIMO D'ALEMA COLONNA E ALTRI TROVA GLI STRILLONI Vinci 2 biglietti per il cinema Sa- lerno e 2 ticket consumazione per puccia e birra al Panificio Lombardi. Chiama e uno di que- sti premi potrebbe essere tuo. Regolamento a pag. 15 NIENTE GRASSI VEGETALI... ...IL VERO GELATO È QUI! Ciò che in altri paesi è tutelato e valorizzato, a Torre è guarda- to come un ingombro: il museo della civiltà contadina occupa uno spazio – il pianterreno dell'ex palazzo municipale, in piazza Umberto I – che tra poco potrebbe non essergli più concesso. Deve essere spostato, in attesa di una sua inclusione nel percorso del nascente ecomuseo. La vasta collezione di oggetti, apparte- nenti alla più o meno recente storia locale, fu allestita nel 1996, grazie all'impegno di tre docenti della scuola elemen- tare "Giovanni Falcone" che, per mesi, lavorarono assieme ai loro alunni. (p. 14) ERCHIE

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L'informazione alza la voce! Quindicinale free press della provincia di Brindisi

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Numero 18 Anno II • Registrazione Tribunale di Brindisi n. 3/2011 del 6/05/2011 • Direttore Responsabile Eliseo ZanzarelliEdizioni: PubliEdit S.r.l. Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br) • Redazione: Via C. Pisacane, 6 - Oria (Br)

1 - 15 APRILE 2012NON PERCEPISCE

FINANZIAMENTI PUBBLICI

L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

Un fi lmato è stato acquisito dalla Procura di Brindisi: testimonierebbe alcuni degli abusi contestati, a vario titolo, agli otto indagati. All'interno, in anteprima esclusiva, alcuni tra i più signifi cativi fermo-immagine tratti dal video, destinati a far discutere…

ORIA - Riprese fatte con un telefonino durante il restauro

Un video inedito, realizzato durante il restauro, è stato acquisito nei mesi scorsi dal-la Procura della Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi al castello, sotto sequestro dal 10 ottobre 2011. Gli indagati, a vario titolo, sono otto: Isa-bella Caliandro e Giuseppe Romanin, della “Borgo Duca-

le Srl”; Pietro Incalza, ex diri-gente dell’Utc di Oria; Severi-no Orsan, direttore dei lavori; Salvatore Buonomo, dirigen-te ad interim della Soprinten-denza per i beni architetto-nici e paesaggistici; Antonio Bramato, Giovanna Cacudi e Attilio Maurano, funzionari della Soprintendenza. In an-teprima i frame. (p. 9)

La città somiglia sempre più a un Far West. La criminalità, or-ganizzata e non, la fa da padro-na durante la notte, ma anche in pieno giorno. Le forze dell'or-dine fanno quel che possono, ma spesso non basta. (p. 13)

Le settimane precedenti le elezioni amministrative, si sa, portano sempre in paese un clima acceso di competizione tra le parti. Il troppo fervore però, alle volte, può generare delle situazioni sconvenien-ti: così è successo la sera del 22 marzo, durante la mani-festazione conclusiva della settimana dell'intercultura, trasformatasi, per qualche minuto, in una sorta di comi-zio. Una querelle a distanza, che ha visto protagonisti da un lato il primo cittadino Giu-seppe Margheriti, ricandida-tosi a capo della coalizione di centro destra, dall'altro Ivan Volpe – assente alla serata –, segretario locale dell'Italia dei valori e sostenitore dell'a-spirante sindaco del centrosi-nistra Giuseppe Polito. (p. 14)

Nella città delle chiese e della Settimana Santa è praticamente impossibile spirare da laici. La battaglia inascoltata del presi-dente della cellula Coscioni, Sergio Tatarano: «Tutelare an-che il diritto alla morte». (p. 11)

Il museo della civiltà contadina a rischio sfratto: proteste

L'opposizione: «Per il sindaco comizi prima del tempo e fuori contesto»

LATIANO MAURIZIO DISTANTE

FRANCAVILLA CLAUDIA TURBA

IL CONCORSO

Castello, le foto dello scempio PUNTO DI VISTA

SPECIALE C i sono, per così dire, due tipi d’ap-proccio alla “città”,

l’uno che ha prevalso, la cosiddetta città della rendita, l’altro come linea di tendenza e approdo fi-nale, la città dei cittadini. Il primo approccio consi-dera la città come mucca da mungere, risorsa da sfruttare, rendita paras-sitaria a uso privatistico, per l’arricchimento dei proprietari.L’altro, invece, si preoc-cupa del tessuto vivo, dei rapporti interpersonali, del bene collettivo, delle strutture da impiantare e potenziare a beneficio degli abitatori, dell’aria e dell’ambiente salubre, della corretta gestione dei rifiuti etc.Ciò a cui abbiamo assisti-to, e assistiamo tuttora, è al contrario la cemen-tificazione selvaggia, la distruzione del verde pubblico, l’inquinamento atmosferico, gli ecces-sivi insediamenti “peri-urbani” nell’ottica che considera la campagna nient’altro che prolunga-mento dello spazio urba-no. Si tratta dell’area della rendita che, specie in am-biti una volta a grande im-patto industriale, in coin-cidenza con le dismissioni dei grandi impianti (l’ex Falck di Sesto San Gio-vanni), ha fatto emergere enormi plusvalenze im-mobiliari, fonte di “rendi-ta” più proficua, tranquilla e conflittuale. (… p. 15)

Dalla processione dell’Addolorata a quella dei Miste-

ri. I Riti che precedono la Pasqua a Francavilla Fontana, come da tradi-zione, prendono il via nel venerdì prima della do-menica delle Palme. Con la processione dell’Addo-lorata, la città si prepara agli appuntamenti della Settimana Santa, che conservano intatto un patrimonio di devozione e tradizioni secolari che si ripetono da sempre nel segno della forza della fede. La venerazione e devozione all’Addolorata sono sempre state mol-to forti e la processione registra un’altissima par-tecipazione di fedeli, in-troducendo i francavillesi nell’atmosfera di dolore e attesa che caratterizza questa particolare setti-mana. L’Addolorata, “Re-gina del dolore”, veste un abito in velo di seta nero sovraccarico di ricami in oro e porta in petto uno spadino, simbolo dello strazio che le trafigge il cuore e l’anima. (p. 3,4,5)

FRANCAVILLA

Due mondi in confl itto: la città della "rendita" e quella dei cittadini

FRANCAVILLA

Viaggio alla scoperta della Settimana Santa

ELISEO ZANZARELLI

TORRE SANTA SUSANNA

COSIMO D'ALEMA

COLONNA E ALTRI

TROVA GLI STRILLONIVinci 2 biglietti per il cinema Sa-lerno e 2 ticket consumazione per puccia e birra al Panificio Lombardi. Chiama e uno di que-sti premi potrebbe essere tuo.

Regolamento a pag. 15

NIENTE GRASSI VEGETALI... ...IL VERO GELATO È QUI!

Ciò che in altri paesi è tutelato e valorizzato, a Torre è guarda-to come un ingombro: il museo della civiltà contadina occupa uno spazio – il pianterreno dell'ex palazzo municipale, in piazza Umberto I – che tra poco potrebbe non essergli più concesso. Deve essere spostato, in attesa di una sua

inclusione nel percorso del nascente ecomuseo. La vasta collezione di oggetti, apparte-nenti alla più o meno recente storia locale, fu allestita nel 1996, grazie all'impegno di tre docenti della scuola elemen-tare "Giovanni Falcone" che, per mesi, lavorarono assieme ai loro alunni. (p. 14)

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pagina 21-15 FEBBRAIO 2012 / 15

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 31-15 APRILE 2012 / 18

Dalla processione dell’Addolorata a quella dei Misteri. I

riti che precedono la Pasqua a Francavilla, come da tradizio-ne, prendono il via nel vener-dì prima della domenica delle Palme. Con la processione dell’Ad-dolorata, la città si prepara agli appuntamenti della Set-timana Santa, che conservano intatto un patrimonio di de-vozione e tradizioni secolari che si ripetono da sempre nel segno della forza della fede. La venerazione e devozione all’Addolorata sono sempre state molto forti e la proces-sione registra un’altissima partecipazione di fedeli, in-troducendo i francavillesi nell’atmosfera di dolore e at-tesa che caratterizza questa particolare settimana. L’Addolorata, “Regina del do-lore”, veste un abito in velo di seta nero sovraccarico di ricami in oro e porta in petto uno spadino, simbolo dello strazio che le trafigge il cuore e l’anima. Un tempo, la processione era ritardata nel tragitto dai fe-deli che fermavano i portato-ri a spalla e legavano al velo banconote e monili in segno di devozione. I confratelli della Reale arci-confraternita dell’Orazione e Morte vestono anch’essi di nero (camice, mozzetta e cap-puccio) mentre le consorelle dell’Addolorata indossano l’abitino con l’effige della loro protettrice. Gli uni e le altre hanno sede nella chie-sa di santa Chiara, che è però nota soprattutto col nome di chiesa della Morte, luogo di culto per eccellenza della Settimana Santa francaville-se.Nella Domenica delle Palme, i rami di ulivo riempiono le chiese per ricordare Gesù che, in groppa a un asino, en-trò trionfalmente nella Geru-salemme di duemila anni fa. Un giorno di festa, ma il sen-so del dolore, il grande pian-to per quello che avverrà sul Calvario accompagna, nella tradizione popolare, anche il giorno gioioso delle Palme. I confratelli del Carmine dal-la loro parrocchia muovono in processione verso la chie-sa matrice dove celebrano il precetto pasquale. Indossano

il camice bianco, la mozzetta giallo paglierino, la pettorina con la scritta “Decor Carme-li”; hanno il volto coperto dal cappuccio bianco e cantano un antico canto penitenziale. Nel corso della messa leg-gono la Passione di Cristo, le pagine del Vangelo in cui si ricordano i momenti della vita di Gesù, dal suo ingresso a Gerusalemme sino alla cro-cifissione. Il sacerdote rive-ste la figura del Cristo, alcuni confratelli leggono le parole di Pietro, Pilato, del sacerdote Caifa, i fedeli ripetono le pa-role della tremenda condanna a morte. Dopo la celebrazione, ricevu-ta la comunione e pronti ad affrontare le prove della lun-ga settimana che li attende, i confratelli rientrano alla loro parrocchia a volto scoperto e intonando canti di gioia. Que-sta confraternita ha l’onore e il compito, in modo parti-colare, di tramare il pelle-grinaggio dei “pappamusci”, pellegrini scalzi e incappuc-ciati che recano in preghiera ai Sepolcri che vengono alle-stiti nelle parrocchie e chiese della città.In questa domenica di festa, passeggiando per le vie del centro e passando vicino ai forni e alle pasticcerie, è fa-cile farsi trascinare dagli in-confondibili profumi dei dolci tradizionali. L’odore di taralli, biscotti al forno preparati con zucchero, uova, strutto e fari-na è davvero coinvolgente. La versione povera prescrive un impasto di farina, olio e pepe. Il digiuno quaresimale, inizia-to il mercoledì delle Ceneri, durerà e diventerà più intenso nel corso della Settimana San-ta, specialmente del Venerdì Santo, ma il pensiero corre veloce già verso la domenica di Pasqua. Allora saranno pro-tagonisti soprattutto i dolci: dai variopinti frutti di pasta reale al tradizionalissimo agnellino pasquale, anch’es-so realizzata con la pasta di mandorle. Forse la ricchezza di proposte dolciarie della Pa-squa è meno assortita rispet-to a quella del Natale, ma la simbologia è indubbiamente più ricca. L’uovo è segno di fecondità, di inizio potenzia-le di vita, uovo nel cui guscio sono racchiusi i segni di una vita pronta a rinascere. Di qui

l’usanza di donare un uovo:

quelli di cioccolato industria-

le possono essere sostituiti

da quelli rigorosamente arti-

gianali, unendo così il piace-

re della gola con l’altrettanto

appagante piacere del bello e,

spesso, dell’unicità.

C’è l’uovo anche nella “scar-

cella”, un dolce molto sem-

plice fatto di farina, uova, zuc-

chero, olio, lievito e vaniglia.

L’impasto è più o meno iden-

tico delle varie zone della

Puglia, sicuramente variano

invece le forme. Viene mo-

dellato a forma di cesto, di

animale (su tutti, la colom-

ba, palomma) o, nel caso

delle bambine nella forma

di bambola. Come le palme

benedette, anche i dolci ver-

ranno donati o scambiati tra

famiglie, fidanzati e bambini,

diventando ambasciatori di

messaggi di pace e di senti-

menti augurio, auspici di be-

nessere e prosperità.

Una settimana all’insegna di spiritualità e simbologia: dai riti religiosi all’abbigliamento di confratelli e consorelle fi no ai dolci tipici del periodo. Su tutti, “scarcelle” e “palomme", così come le uova artigianali, al centro di regali e scambi augurali di benessere e prosperità

Un lungo cammino di fede e tradizione

Un'immagine dell'Addolorata vestita per la processione

SPECIALE RITI DELLA SETTIMANA SANTA DI FRANCAVILLA FONTANA

Un particolare della processione della Domenica delle Palme

Una signora che prepara i dolci tipici del periodo pasquale

Altri bimbi che mostrano il piatto il Mercoledì santo Un momento della bendezione delle Palme

La processione della Domenica delle Palme

Un "piatto" che i bambini portano in giro per la città prima di anadre a decorare il sepolcro

A cura di GIOVANNI COLONNA

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4 1-15 APRILE 2012 / 18L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

Pappamusci e crociferi per le strade. Quando la banda non suona e la trènula tace, struggenti e irripetibili i passi scalzi e lo stridore delle croci sull’asfalto e sulle chianche

Giovedì e Venerdì Santo, suoni e silenzi, colori e atmosfere per la città

SPECIALE RITI DELLA SETTIMANA SANTA DI FRANCAVILLA FONTANA

Particolare di un "Pappamuscio" in visita al Sepolcro

Un momento della preparazione alla processione dei Misteri

I crociferi durante la processione dei Misteri

La Settimana Santa fran-cavillese è certamente uno dei rituali cristiani

più importanti della zona. Per scoprirne l’animo origi-nario, quello religioso e di fede, Ci siamo rivolti a mon-signor Alfonso Bentivoglio, arciprete della Collegiata

Qual è il valore più importan-te di questi riti?Vedo questi giorni come una purificazione, una rinascita. Anzitutto perché, durante tutti i giorni della Settimana Santa, molta gente si confessa e le confessioni sono sincere e non di occasione; inoltre, molti fra i “pappamusci” e fra i “cro-ciferi” (portatori delle croci) si accostano al sacramento della riconciliazione. Si nota questo desiderio di ricominciare: dav-vero la Settimana Santa diven-ta – così come dice la Chiesa – il “battesimo annuale”. Tengo poi a sottolineare come l’ado-razione eucaristica del giove-dì santo sia particolarmente sentita: le chiese francavillesi sono affollatissime, qui come in tutti i luoghi della cristiani-tà. Largamente praticata è la visita ai “sepolcri”, gli altari repositori dov’è custodito il Corpo del Signore. Sì, lungo il tragitto c’è chi chiacchiera, chi incontrandosi si saluta e si scambia gli auguri, ma dinanzi al tabernacolo c’è un grande raccoglimento, una forte de-vozione. Per me è il giovedì il giorno più bello della Settima-na Santa: è una gioia vedere, dal pomeriggio fino alla notte inoltrata, tanta gente che va ancora alla ricerca di un mo-mento di preghiera e di ado-razione. Un posto importante merita poi il venerdì santo, in cui Francavilla – assorta in una meditazione silenziosa – accoglie gente da ogni dove per la processione dei Misteri. Intere famiglie attendono con rispetto il passaggio di Cristo Morto e degli altri simulacri della Passione. In questi anni io ho vissuto tutto questo e mi preparo a viverlo per questo 2012 con fede e grande emo-zione interiore, anche grazie alla partecipazione dei fedeli. Teme che una forte spettaco-larizzazione di questi riti pos-sa portare a una perdita del vero significato di fede?

Questo rischio c’è sicuramen-te. Penso non si debba punta-re sempre e quasi unicamente su “pappamusci” e “crociferi”, come se i riti della Settimana Santa si limitassero a queste due, pur importanti, figure. C’è un concreto pericolo che si punti troppo su questi aspet-ti esteriori, perdendo di vista l’essenza stessa della Setti-mana Santa. Ovviamente è compito di noi sacerdoti e di tutti i cristiani di buona vo-lontà impegnarsi perché non si cada nella “trappola” del folclore. Qual è il suo augurio per i francavillesi?Auguro a tutti di “tuffarsi” nella passione, morte e resur-rezione del Signore, perché la città in questo momento ne ha bisogno. Ne ha bisogno l’uma-nità, ne ha bisogno l’Italia per la crisi che attraversa e che spesso fa sorgere negli animi inquietudini, preoccupazioni, scoraggiamenti. La nostra cit-tà ha bisogno di comunione, ha bisogno che tutti camminino insieme: forze sociali, cultura-li, religiose e politiche. Abbia-mo tutti bisogno di vivere la Settimana Santa in pienezza per riscoprirci amati da Dio, salvati dal sacrificio della cro-ce e dalla resurrezione di Gesù Cristo. Ne abbiamo bisogno per riscoprirci fratelli, perché siamo tutti figli di Adamo e, in quanto cristiani, siamo tutti figli di Dio, fratelli di Gesù Cri-sto e figli della Vergine Addo-lorata. Questo dunque auguro alla città di Francavilla Fonta-na, che ho imparato ad amare e apprezzare e che in questi anni ho cercato di servire con tutto me stesso. di Pierdamiano M. Mazza

Non solo folklore«La Settimana Santa conduce a una sorta “battesimo annuale”. In questo periodo ègrande il desiderio di ricominciare»

L’inverno è finito da qual-che giorno, ma gli alberi in fiore e un vento leg-

gero che sa di primavera an-nunciano anch’essi i giorni del dolore e del lutto, la Passione e la Morte di Cristo.Uguali per spirito e trasporto a quelli di altri paesi, che si ripetono per ricordare i gior-ni, le ore, i luoghi, i sentieri che duemila anni fa videro un Uomo salire sulla croce, i Riti di Francavilla si caratterizzano per una grande partecipazio-ne popolare. Non solo per la gente che assiste alle funzioni religiose e al passaggio del-le processioni, ma anche per tutti coloro che avvertono e mantengono vive e intatte de-vozione e tradizione, diffuse anche con l’impegno dell’am-ministrazione comunale. Le sette confraternite cittadi-ne, insieme alle diverse comu-nità parrocchiali, preparano e fanno vivere intensamente il periodo dalla Quaresima alla Pasqua. Non stupisce allora se a Francavilla i Riti della Setti-mana Santa avvolgono la cit-tà in uno straordinario senso di sospensione e di silenzio. Forse per ascoltare meglio le “voci di dentro”. E per seguire il ritmo mesto e solenne delle marce funebri, intramontabile colonna sonora delle proces-sioni dei Misteri e dell’Addo-lorata, specie in questa città che ha nel concerto bandistico una delle sue maggiori glorie. Le musiche delle bande sono un tutt’uno con i Riti stessi. Marce come “Mamma”, “A Gra-vame”, “Tristezze” raccontano o piuttosto “sono” la Passione di Cristo evocata dalle imma-gini dei Misteri. Un repertorio antico, che non manca però di innovarsi con composizioni più recenti, come “Virgo Do-lorosa” del giovane francavil-lese Dario Di Coste. Senza di-menticare la solenne bellezza della Via Crucis, per orchestra

e coro, musicata da padre Se-rafino Marinosci.Che Settimana Santa sarebbe senza il suono della “trènula”? La sua “voce” inconfondibile impone con fermezza soste e accelerazioni nell’andare delle processioni, dialogando con bande e confratelli in una lingua che è insieme umana e ultraterrena. E non potrebbe essere diversamente visto che questo strumento in legno, con le sue piccole maniglie in ferro, si sostituisce al suono delle campane, legate sino alla Resurrezione. Infine unica e antichissima è la nenia del “perè”. Viene suonata da una coppia di musicisti, solitamen-te con un flicorno baritono e un trombone, all’angolo tra via Roma e piazza Umberto. Da qui è d’obbligo attendere il pas-saggio dei pappamusci la sera del Giovedì santo e la mattina del Venerdì seguente. Testi-moni e pellegrini della fede, i pappamusci sono penitenti che indossano l’abito confra-ternale del Carmine e fanno visita ai Sepolcri camminando a piedi nudi e con il volto co-perto dal cappuccio. Hanno il cappello a falde larghe per ri-parsi da pioggia e sole e il ba-stone a cui poggiarsi nei tratti e nei momenti più difficili. In-timamente religiosa è l’atmo-sfera del Venerdì santo, con al mattino le processioni delle tre desolate e alla sera la lun-ga processione dei Misteri con le suggestive statue in carta-pesta. Al seguito del simulacro di Cristo sotto la croce segue il corteo de “li pappamusci cu li trai”: penitenti scalzi, incap-pucciati, camice nero, rosso o bianco, coronati di spine, che trascinano pesantissime cro-ci. Ecco, quando la banda non suona e la trènula tace, la sera del Venerdì santo a Francavilla è struggente e irripetibile lo stridore di quelle croci sull’a-sfalto e sulle chianche.

Il passaggio dei crociferi

I "Pappamusci" in vista ai sepolcri

Monsignor Alfonso Bentivoglio

A CURA DI GIOVANNI COLONNA INTERVISTA A MONSIGNOR ALFONSO BENTIVOGLIO

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 51-15 APRILE 2012 / 18

La mostra fotografi ca presso la sala Santa Rita, nella capitale, ha conquistato il consenso di politici, turisti e addetti ai lavori. Il sindaco della Corte: «Così pensiamo a valorizzare anche il territorio»

I "pappamusci" a Roma, cronaca di un appuntamento con la storia

Confraternite, gelose custodidi rituali e fede

SPECIALE RITI DELLA SETTIMANA SANTA DI FRANCAVILLA FONTANA

I Riti della Settimana Santa quest'anno non si limita-no soltanto al territorio

della provincia brindisina. Di notevole importanza, ma so-prattutto di grande successo, è stata infatti la mostra foto-grafica allestita nella capitale, che ha permesso alle nostre tradizioni più suggestive di attraversare i consueti confi-ni, sino a raggiungere, affasci-nare e impressionare gli occhi di spettatori meno abiutati, se così si può dire, a tal genere di manifestazioni – sempre al li-mite tra fede e folklore – che contaddistinguono la città.La mostra, incentrata soprat-tutto sulla figura dei "pappa-musci" nei Riti della Settimana Santa, è stata inaugurata il 20 marzo ed è rimasta aperta fino a domenica 25. Attorno ai 20 magnifici scatti dei tre autori francavillesi (Giuseppe Lom-bardi, Antimo Altavilla e Ales-sandro Rodia) ruotava l'intera esposizione, che includeva quasi tutti gli elementi che ca-ratterizzano quei giorni, dalla "trenula" fino alla figura del "pappamuscio" (un manichi-no vestiva l'abito di rito della confraternita del Carmine).Nel corso dell'inaugurazione, avvenuta in grande stile, sono intervenuti sul palco il sindaco Vincenzo della Corte, il vice-sindaco e assessore al Turismo Mimmo Bungaro, l'onorevo-le Luigi Vitali ed Emanuele Sternativo, in rappresentanza della Camera di commercio di Brindisi. Ad accoglierli e a fare gli onori di casa, l'onore-vole Ludovico Maria Tondini e il vescovo della Diocesi di Albano Laziale Marcello Se-meraro, che in qualche modo ha rivestito il ruolo di ospite d'onore, dal momento che quando era alla guida della diocesi di Oria (fino al 2004) non è mai mancato all'appun-tamento con i Riti della Set-timana Santa francavillese. Un incontro in odor nostalgia quello con il vescovo Seme-raro, al quale è stato donato, dalle mani del sindaco, un'im-magine che lo ritrae durante una celebrazione nella chiesa Matrice di Francavilla. «Per me è un pò un ritorno al pas-sato – ha affermato il vescovo –. Ricordo bene quanto inten-samente si vivano questi par-ticolari momenti dell'anno. Io stesso mi sentivo molto legato ai Riti della Settimana Santa francavillese, tant'è vero che ogni anno, in occasione della processione dei Misteri, cer-cavo di farmi trovare sempre disponibile. Se pure i miei impegni mi portavano altro-ve, raggiungevo comunque

la processione prima possi-bile, per concluderla insieme ai fedeli. Oggi sono onora-to di essere qui e credo che questa mostra sia un passo importante non soltanto per promuovere i Riti della Set-timana Santa, ma anche per far conoscere il modo in cui si vive un periodo religioso così importante, come quello della Santa Pasqua, ad alcune zone d'Italia le cui tradizio-ne hanno avuto uno sviluppo completamente diverso, come può essere appunto Roma».Una manifestazione che ha quindi centrato in pieno l'o-biettivo previsto, ossia quello di promuovere la conoscenza

delle tradizioni francavillesi nel periodo pasquale, e che, secondo il vicesindaco Mimmo Bungaro, è stato un vero e pro-prio successo. L'amministra-zione comunale, che ha forte-mente voluto la realizzazione dell'evento, si dichiara perciò fermamente sodisfatta: «Pos-siamo affermare con certezza – ha affermato il vicesinda-co, che ha guidato i lavori per l'allestimento – che la mostra ha avuto un'ottima riuscita, andando ben oltre le nostre aspettative. Tantissima è stata, infatti, la gente che ha visitato l'esposizione e che ha mostra-to un vivo interesse per i nostri riti. I visitatori sono stati nu-

merosi fino all'ultimo giorno d'apertura». Importanti anche le parole del sindaco Vincen-zo della Corte, che ha sottoli-neato come la mostra romana e i Riti della Settimana Santa giochino un ruolo importante anche nell'attrarre i turisti nel-la Città degli Imperiali: «I Riti della Settimana Santa sono diventati uno dei momenti più suggestivi della nostra terra, un patrimonio culturale della regione Puglia. Noi confidia-mo che questo momento di grande importanza religiosa possa essere per i pellegrini, e non solo, occasione per vivere questi straordinari giorni e per godere delle bellezze archi-

tettoniche della nostra città».Inutile dire che all'inaugura-zione di gente ce n'era dav-vero tanta. Come tanti erano i francavillesi arrivati a Roma per l'occasione, oltre a quelli che nella capitale e nelle sue vicinanze ormai vivovo da tempo e che non hanno voluto mancare all'appuntamento. E per quanti non hanno potuto ammirare la mostra romana, l'esposizione sarà riproposta fedelmente a Francavilla, nel corso della Settimana Santa. L'inaugurazione sarà sabato 31 marzo, alle 17, presso la chiesa di Sant'Angelo, alla pre-senza del vescovo Vincenzo Pisanello.

Un momento dell'inaugurazione Gli artisti che hanno esposto

Uno scorcio della mostra L'onorevole Tondini fotografato con il "pappamuscio"

Emanuele Sternativo distribuisce la pubblicazione "Ulivi in terra di Brindisi" Il vescovo Semeraro riceve un dono dal sindaco

C ustodi della devozione e operatrici di carità, le confraternite sono an-

tichissime istituzioni presenti nella Chiesa. Esse, come oggi le conosciamo, sorsero in Ita-lia nel XII secolo quali associa-zioni di fedeli erette per com-piere opere di carità e pietà, ma anche per incrementare il culto pubblico. A Francavilla sono attive ben sette confraternite, presen-ti in altrettante parrocchie e con compiti a loro storica-mente affidate. La Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento, retta dal priore Salvatore Balestra, è presente nella chiesa collegiata (chiesa madre) con il compito di cura-re il culto e la venerazione eu-caristica; la Reale Arciconfra-ternita dell’Orazione e Morte, guidata dal priore Oronzo (Enzo) Calò, ha sede nella chie-sa di santa Chiara e s’impe-gnava a dare degna sepoltura ai defunti; nella parrocchia dello Spirito Santo, l’Arcicon-fraternita di San Bernardino da Siena, tenuta dal priore Cosimo Catanzaro, si diffuse con il pensiero innovatore del santo che predicava l’etica nel lavoro; la Confraternita della beata Vergine del Carmine, affidata alla guida del priore Pietro Chimienti, assicurava l’assistenza e la cura degli in-fermi; l’Arciconfraternita del-la Beata Vergine Immacolata, guidata dal priore Michele Mo-lendini, concorre a diffondere il culto mariano; la Confrater-nita del Santissimo Crocifisso della Pietà, affidata alle cure del priore Antonio Maggio, ha sede nella parrocchia dei Sette dolori e aveva il compi-to di diffondere il sacramento della penitenza e le opere di pietà cristiana; la Confraterni-ta di Sant’Eligio sotto il titolo dell’Annunziata, presieduta dal priore Arcangelo Paciullo, aveva il compito di curare l’e-vangelizzazione.

Confraternite in piazza Giovanni XXIII

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pagina 61-15 FEBBRAIO 2012 / 156 1-15 APRILE 2012 / 18

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 71-15 APRILE 2012 / 18

La ricerca del messaggio profondo, strada sempre più diffi cile da percorrere, tra coniglietti e uova di cioccolato. ll decadimento morale della società moderna

L'ELZEVIROa cura diVincenzo Sardiello

Pasqua, l'eterna lotta tra Agape ed Eros: fede e materialismo

Ci siamo: Pasqua è alle porte. Ci si prepara, come di consueto, a

pasti luculliani e all'apertura di uova di cioccolato, non pri-ma di aver fatto l'immancabile giro dei sepolcri e aver visto la processione del Venerdì San-to. Come tutti gli anni, ci si ritrova proiettati in quest’at-mosfera di assoluto raccogli-mento spirituale in maniera sempre più superficiale e senza la cognizione reale del messaggio pasquale. È uno specchio perfetto della realtà odierna, che conduce a un al-legro, quanto esilarante, "sui-cidio collettivo". Senza entra-re nel merito dei riti, è bene soffermarsi sulle implicazioni del grande messaggio e sul grande insegnamento di Gesù Cristo su quella croce: l'Agape. Già il messaggio meraviglio-so, quanto utopico, di "ama il prossimo tuo come te stesso" aveva aperto le porte a una nuova concezione della vita, basata sul reciproco rispetto e sostegno nelle difficoltà. Sul-la rinuncia del superfluo per l'essenziale della vita. Questo messaggio viene amplificato e arricchito ulteriormente con l'esempio, con il martirio in cambio della nuova alleanza tra l'uomo e Dio. Un sacrificio consapevole per la salvez-za di tutti. Un dono che non chiede e non pretende nulla in cambio. Questo messaggio che significato può assumere nella società contemporanea

multirazziale, multietnica e stratificata secondo schema-tismi strutturati sulla base del censo? Assume il signifi-cato mortificante di utopia, bella ma svuotata di ogni crisma di fattibilità. Eppure, seguendo questo dettame, probabilmente si superereb-bero tutte le disuglianze so-ciali e si giungerebbe a una "pace perpetua". La strada che ha deciso di seguire la so-cietà contemporanea è quella dell'Eros, che si pone agli anti-podi dell'Agape. L'Eros anima l'uomo a ricercare il comple-tamento di se stesso nell'og-getto terreno, nel senso di amore o di bene, una ricerca costante che spinge l'uomo

a una solitudine esistenziale tale da sopraffare l'altro pur di ottenere ciò a cui anela. Una volta esaurito questo deside-rio, ne comparirà uno nuovo e così via sino alla fine dei suoi giorni. Questa divaricazione tra la via del messaggio divino e la realtà laica ha portato alla nascita di una nuova religione del "narcisismo democratico", che ha acuito le differenze tra gli uomini, cancellato il con-cetto di comunità e costruito sul mito del capitale l'idea dell'ascesa e della volontà di affermazione sul prossimo. Eppure, la maggioranza dei cittadini si professa cattolica e in più in Italia c’è la Chiesa, che ha un importante ruolo

sociale.Ma anche la Chiesa, in alcu-ne sue parti, ha abbandonato l'Agape preferendogli l'Eros. Siamo umani e, si sa, l'errore è sempre in agguato, ma costru-ire una società su concetti così labili e superficiali, con ogni probabilità, non condurrà che a un precipizio.Il messaggio di Cristo, però, è universale. Parla tanto ai fe-deli, quanto ai laici. Non si può pensare al futuro se prima non si costruisce un nuovo sogget-to formato su dettami univer-sali. La natura umana, di cui tanto si discute, è fluida; non è statica e immodificabile. Per avere un domani migliore bisogna ripartire dai grandi

insegnamenti del passato e dissociarsi dal consumismo. Si ricostruiscano le comunità e si comincino ad applicare le leggi che tutti dicono di apprezzare e condividere per una sorta di "politically cor-rect". Non si volga lo sguardo altrove se qualcuno tende la mano e si cominci a fare delle rinunce. Non all'indispensa-bile, ma al superfluo. Forse la crisi in questo può aiutare. È arrivato davvero il momento di pensare in maniera diffe-rente il domani cominciando

dal piccolo quotidiano, altri-menti il Suo sacrificio è stato e sarà totalmente inutile.Scriveva Seneca: «Ci è stata data un vita abbastanza lunga e per il compimento di cose grandissime, se venisse spesa tutta bene; ma quando si per-de tra il lusso e la trascuratez-za, quando non la si spende per nessuna cosa utile, quan-do infine ci costringe la neces-sità suprema, ci accorgiamo che essa è gia passata». [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Alla Casaccia: “Pasqua: Ritualità in Francavilla” Cultura in lutto: se ne vanno due grandissimiCollettiva di pittura Addio a Guerra e Tabucchi

L a Settimana Santa evo-ca nell'immaginario collettivo penitenza,

preghiera e raccoglimento. Francavilla Fontana è nota per la particolarità dei suoi Riti legati a questa settimana, che vedono un coinvolgimento davvero straordinario dei cit-tadini e dei turisti che giungo-no apposta da ogni parte d'Ita-lia per ammirare e partecipare alla celebrazione di questi riti. La Casaccia, come consuetudi-ne, quest'anno nella collettiva pasquale ha deciso di focaliz-zare l'attenzione proprio sulla ritualità, dando il proprio con-tributo alla rappresentazione del rito in tutte le sue sfac-

cettature. La Casaccia fa parte

del patrimonio culturale della

città e con i suoi artisti ha im-

mortalato momenti e memo-

rie legati alla ritualità della

Settimana Santa, rendendo

partecipe lo spettatore della

visione dell'artista.

Questi Riti vivono immersi nell'arte, e la "Casaccia", che dell'arte ha fatto la sua ragion d'essere, non poteva non con-tribuire alla riflessione trami-te il linguaggio che meglio pa-droneggia. La mostra, che sarà inaugurata sabato 31 marzo alle 19, sarà visitabile sino al 10 Aprile. La sala espositiva della Casaccia, in via Munici-pio 43, sarà aperta ogni gior-no dalle 17,30 alle 20,30, con aperture straordinarie serali previste per il Giovedì ed il Venerdì Santo. La domenica aperta anche al mattino dalle 10,30 alle 13,00. Ingresso gra-tuito. Per informazioni: [email protected].

È un periodo triste, que-sto, in cui si susseguo-no lutti importanti per

il mondo della cultura italia-na. Nel giro di pochi giorni, se ne sono andati Tonino Guerra, lo scorso 21 marzo, e Antonio Tabucchi, lo scorso 25 marzo. Entrambi hanno dato un gran-de contributo alla vita cultu-rale del Paese. Il primo ha legato il suo nome a grandi film e a straordinari registi come Federico Fellini, Alberto Lattuada, Mario Moni-celli, Michelangelo Antonioni e tanti altri per cui ha scritto indimenticabili sceneggia-ture. Così come anche le sue poesie e le sue opere in pro-sa, che hanno accompagnato e attraversato larga parte del

'900. Antonio Tabucchi, inna-morato da sempre di Fernan-do Pessoa e del Portogallo, è scomparso in maniera ina-spettata. È stato un importan-te romanziere, testimone dei grandi cambiamenti in atto nel cuore dell'Europa. L'opera per cui è conosciuto in tutto il

mondo, e per cui ha vinto tan-ti premi, è "Sostiene Pereira", una perla nel panorama della letteratura contemporanea italiana in cui il tema della libertà di informazione viene posto per la prima volta in tut-ta la sua chiarezza. Se n’è an-dato nella sua Lisbona in una domenica di quasi primavera. A loro va un ringraziamento di cuore per averci insegnato molto su noi stessi e per aver saputo raccontare, in maniera mai banale, le verità che tut-ti forse tengono nascoste nei cuori. C'è sempre un senso di vuoto quando se ne vanno dei compagni di viaggio, tuttavia, restano le loro opere e le loro parole.

La Casaccia: sinonimo di arte e cultura

"Peccato originale", Tintoretto

Penitenti: i "pappamusci" francavillesi

Uova e altri "simboli" materialisti pasquali

Tonino Guerra

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8 1-15 APRILE 2012 / 18L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

8 1-15 APRILE 2012 / 18

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 91-15 APRILE 2012 / 18

Un video inedito, rea-lizzato durante i lavo-ri di restauro, è stato

acquisito nei mesi scorsi dal-la Procura della Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi al ca-stello, sotto sequestro dal 10 ottobre 2011. Gli indagati, a vario titolo, sono otto: Isa-bella Caliandro e Giuseppe Romanin, titolari della “Bor-go Ducale Srl”; Pietro Incalza, ex dirigente dell’Utc di Oria; Severino Orsan, direttore dei lavori; Salvatore Buonomo, dirigente ad interim della Soprintendenza per i beni ar-chitettonici e paesaggistici; Antonio Bramato, Giovanna Cacudi e Attilio Maurano, fun-zionari della Soprintendenza. Qui mostriamo in anteprima alcune delle immagini che compaiono nel filmato, molto probabilmente girato con un telefonino di nuova genera-zione. Quanto e come questo documento, che è parte inte-grante del fascicolo del pub-blico ministero Antonio Co-stantini, possa incidere sullo sviluppo delle indagini non è dato sapere, ma i frame of-frono particolari inediti e re-troscena, nel senso letterale del termine, sull’imponente opera di ristrutturazione del monumento simbolo di Oria. La qualità delle diapositive – di questo, in fondo, si tratta – non è altissima, però è pos-sibile intravedere cunicoli, anfratti, angoli di storia che, dopo l’inaugurazione del ma-niero, non sono più visibili. Balzano agli occhi, per esem-pio, le tre tombe, con tanto di scheletri, rinvenute nei sot-terranei. Su tutte, quella del “gigante” (impressionanti le dimensioni dei femori). Ce n’è poi un’altra, che si presume possa essere l’ultimo giaci-glio di un alto prelato, forse un vescovo dell’antica dioce-si oritana. Questi reperti, che non è del tutto chiaro che fine abbiano fatto, se siano stati interrati o rimossi, avrebbe-ro dovuto – da progetto ori-ginario – essere valorizzati a dovere, magari coprendoli sì, ma con lastre di cristallo per renderli fruibili ai visitatori. Stesso discorso per un franto-io ipogeo e la cripta dei primi patroni della città: Crisante e Daria. È impossibile, inoltre, non notare il solaio a mattoni forati nella Sala degli stem-mi, prima che fosse montato il controsoffitto a cassettoni. I laterizi e il cemento, che li tiene assieme, sembrano an-cora freschi. Sembra lecito domandarsi: era già tutto così dopo il restauro effettuato dai precedenti proprietari

Martini Carissimo? Perples-sità, pur da profani, destano anche le tracce degli impianti elettrici, in qualche caso piut-tosto profonde e rigorosa-mente coperte da amalgama cementizia. Il paragone tra il prima e il dopo Romanin Ca-liandro non regge neppure confrontando quelli attuali con precedenti scatti del ca-stello. Gli ambienti possono essere considerati ugualmen-te gradevoli, ma in maniera diversa. Dubbi che emergo-no pure dallo scritto che ac-compagnava il video: l’auto-re non esita a scrivere che al castello si è consumato uno «scempio». C’è poco altro da aggiungere, non è questa la sede più appropriata per emettere giudizi e sentenze, specie con un procedimento giudiziario tuttora in corso. La parola passa ora alle im-magini. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Tombe: sono state ritrovate nei sotterranei del castello

Il "gigante"

Altri resti umani

Uno degli scheletri "emersi" durante i lavori di restauro

Tracce elettriche con cemento sulle pietre antiche

L'APERTURA ORIA

Girato durante gli imponenti lavori, testimonia alcune scoperte fatte in corso di restauro e, almeno secondo gli autori, il presunto "scempio" ai danni dello storico immmobile simbolo della città, ancora sottoposto a sequestro penale

Un video finisce diritto in Procura

ELISEO ZANZARELLI

Il nuovo soffi tto a cassettoni nella Sala degli stemmi dopo (immagine a sinistra) e durante i lavori (immagine a destra)

SEGUE DALLA PRIMA

In giro per tutt'Italia volando su due ruoteDa Oria a Matera. Per Pio Calò tanti sacrifi ci, ma altrettantevittorie in sella alla sua bici

Forte passione, tanto allenamento e grande tenacia sono i prin-

cipali ingredienti del suc-cesso ciclistico di Euprepio Calò, giovane oritano corri-dore presso la Team Fajara-ma Lanottebike di Matera. Un’infanzia, quella di Pio, trascorsa a pedalare piutto-sto che a calciare una palla, un’adolescenza vissuta lon-tano dagli affetti della sua Oria, ma colma di momenti e vittorie indimenticabili. Oggi Euprepio è un campio-ne e, con estrema modestia, racconta la sua esperienza.

Come nasce la tua passione per la “semplicissima”, la bici da corsa appunto?Ho iniziato a pedalare all’età di sei anni, come fanno un po’ tutti i bambini, ma mia madre aveva già capito che la bici sarebbe diventata la mia passione, la mia vita, e mi iscrisse presso la società oritana Giordano Castellani di Pino Vacca.Ora corri per una società molto conosciuta di Matera, come sei arrivato fin qui?Fino a 16 anni ho sempre corso per categorie giovani-li in squadre locali: ho fatto circa 100 gare e ne ho vinte davvero tante. Poi, a 17-18 anni, sono arrivato a Pistoia, dove ho indossato la maglia Juniores. Oggi sono a Mate-ra, nella Fajarama, e direi che sono anche in piena forma.Quanto ti manca il tuo paese e quanti sacrifici comporta essere in forma per una pe-dalata?Mi costa tanto stare lontano da casa, è certo, ma a Matera ho trovato gente fantastica. La società non mi fa manca-re davvero nulla, non posso lamentarmi. Se vuoi essere competitivo, devi allenar-ti in queste zone perché ci sono molte salite, altrimen-ti in gara sono veri dolori! Rinuncio alle discoteche, alle uscite mondane con gli amici, seguo anche una die-ta, esco in bici con zero e 40 gradi. Ma tutto diventa pia-cevole quando alzi le braccia al cielo.Tra le tante vittorie, ce n’è una in particolare che non riesci a dimenticare?

Le vittorie sono tutte impor-tanti ma ce n’è sempre qual-cuna che rimane impressa. Teramo lo scorso anno, ad esempio, o Termoli e Ancona quest’anno. Sto gareggian-do ogni domenica, mi sento in forma. Anche per questo il 7 marzo mi sono aggiudi-cato in volata la Fondo Valli dell’Esino e Musone, bellis-sima gara.Cosa ti aspetta a breve?È dura: mi sto allenando per una gara regina d’Italia, fis-sata per il primo aprile a Cer-via: la GranFondo Selle Italia. Comunque una cosa è certa: mi riesce bene vincere e ci proverò anche qui. Il tuo futuro come lo vedi? In sella a una bici, sempre. Spero di arrivare sempre più in alto, ma adesso mi godo il presente e non ci penso più di tanto. di Grazia [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Pio Calò premiato ad Ancona

In sella alla "semplicissima"

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pagina 101-15 FEBBRAIO 2012 / 15

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Il mistero di Colle Iris s’in-fittisce. Quella stessa superficie che avrebbe

dovuto ospitare un alber-go – mai realizzato anche a causa degli ostacoli posti da Comune e Sovrintendenza – è stata interessata, nel corso degli anni, da due successivi progetti, regolarmente au-torizzati: uno datato 2005, l’altro 2009, poi comunque rimasti lettera morta. Così, mentre sta per scadere il termine entro il quale i con-sulenti tecnici d’ufficio (ctu) e di parte (ctp) dovranno de-positare presso il Consiglio di Stato la documentazione utile a quantificare il danno patito dall’imprenditore edi-le Alberto Antonini per non aver potuto realizzare il com-plesso turistico-ricettivo, sorgono nuovi interrogativi. Come può il Comune, di fatto già dichiarato soccombente in giudizio, aver accordato più permessi a costruire che incidono sullo stesso terre-

no? Come può il proprietario aver domandato più permes-si a costruire su quello stesso terreno di circa 1600 metri quadri dov’era cointeressato a realizzare un hotel? Come mai questo “dettaglio” non è finito nelle aule di giustizia? Certamente, qualcosa non quadra: il progetto originario, i due nuovi progetti del 2005 e del 2009 o il comportamen-to, anche in sede processua-le, del Comune? Quesiti ai quali, specialmente alla luce dell’imminente pronuncia di condanna dell’ente da parte del massimo organo di giusti-

zia amministrativa, è difficile fornire risposte coerenti. Per il momento, la fotografia del-la situazione è questa: il Co-mune attende di conoscere l’entità del risarcimento che dovrà al geometra Antonini, dopo che il Consiglio di Sta-to – accolto nel merito il ri-corso dell’imprenditore, che chiedeva tre milioni di euro a titolo di danno emergente e lucro cessante – ha incarica-to un tecnico di effettuare le stime del caso. Molto, se non tutto, dipenderà da quanto ctu, Donato Pezzuto, e ctp, Domenico Catanzaro, avran-

no annotato nelle rispettive documentazioni. Il consulen-te del Comune avrà tenuto conto del fatto che una por-zione di terreno, prima desti-nata ad albergo, è stata fatta oggetto di due nuovi proget-ti? Il primo, come accennato, risaliva al 2005 e prevedeva la costruzione di sette villet-te a schiera. La firma in calce all’elaborato tecnico, regolar-mente depositato in Comune e altrettanto regolarmente autorizzato, è dell’ingegne-re oritano Cosimo Pescatore, su delega del proprietario, dottor Michele Mangia. Il se-

condo, datato 2009, è opera del geometra cegliese Rocco Cavallo, che lì aveva pensato di edificare 14 appartamenti. Poi non se n’è fatto più nulla, ma le concessioni comunali ci sono state in entrambe le occasioni. Un’ulteriore tessera, quindi, si aggiunge al già comples-so mosaico di Colle Iris, una delle sommità oritane che, fin dal 1987, passando per il 1992 e giungendo fino al 2002, avrebbe dovuto ospita-re nell’ordine: 29 alloggi; 27 appartamenti; un centro con-gressuale, alberghiero, con-

vegni e ricevimenti. Nel mez-zo, una serie impressionante di battaglie burocratiche e legali con il Comune, che per il momento sono culmina-te nella pronuncia con cui il Consiglio di Stato ha accorda-to la ragione all’imprenditore Antonini, demandando a una perizia tecnica la quantifica-zione del danno da questi pa-tito a causa degli ostacoli bu-rocratici. Danno che non sarà di tre milioni di euro, contra-riamente alla richiesta, ma che – a dire dei giudici, sulla base della documentazione fin qui prodotta – esiste. Re-sta da capire quale colloca-zione e quale peso troveran-no in questa intricata vicenda i progetti datati 2005 e 2009 che avrebbero dovuto incide-re quantomeno su una parte, piuttosto consistente, del terreno interessato. di el.zanz. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Colle Iris, altre ombre sul Comune

L'accesso al terreno di Colle Iris da via Rizzo L'accesso a Colle Iris da strada privata L. Corrado

L’ente sarà condannato dal Consiglio di Stato a risarcire un imprenditore che avrebbe dovuto costruirvi un complesso turistico-ricettivo, ma spuntano due “nuovi” permessi a costruire su parte dei terreni interessati.

ORIA

10 1-15 APRILE 2012 / 18L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

Ritorna il caldo e, pun-tuale, ricomincia la stagione estiva del

Giba Cafè: il lounge bar simbolo della movida fran-cavillese, situato in piazza Umberto I, cuore della città. Come ogni anno, quando le temperature cominciano a innalzarsi, il Giba torna a deli-ziare i palati degli amanti del gelato, rimedio gustoso alla calura e allegra occasione per stare assieme. Prodotto con metodo artigianale e senza grassi vegetali, questo gelato è caratterizzato dall'utilizzo esclusivo di materie prime di alta qualità: polpa di frutta, cioccolato purissimo e pan-

na fresca. Nessun preparato industriale, ma solo la natu-rale bontà che lo rende così cremoso. La vasta gamma di gusti disponibili, che spazia dalle creme alla frutta di sta-gione, rende ardua la scelta

anche ai più decisi: tra le va-rietà più classiche – caratte-rizzate comunque da una sin-golare genuinità – spiccano il pistacchio di Bronte, la pino-lata e il passion fruit, solo per citarne alcune. E poi c'è il gu-

sto “Bomba”: novità dell'esta-te 2012, è un mix incredibil-mente goloso di fior di latte, biscottini e Nutella purissima. A conferma della qualità degli ice cream, Giovanni Lopalco è stato di recente insignito del

riconoscimento di "gelatiere emergente" dal Comitato dei gelatieri di Puglia, Basilicata e Molise. E per chi desiderasse qualcosa di dolce, ma di diver-so, c'è la fontana di cioccolato finissimo: un'esplosione di

gusto e delicatezza. Ma il Giba è anche molto altro: il locale offre la costante opportuni-tà di trascorrere le serate tra relax e divertimento. Sia che si voglia passare del tempo sorseggiando in tranquillità una bevanda fresca, seduti ai tavolini che colorano la piaz-za, sia che si voglia godere di buona musica dal vivo, il Giba è la meta giusta delle notta-te estive. Aperto fino a tardi, affollato di gente da tutta la provincia, il lounge bar offre un'ampia scelta di ottimi coc-ktail, pestati e frozen, alcolici e non, preparati con sapienza e con ingredienti di altissima qualità.

La novità dell'anno: il gusto "Bomba" Lopalco premiato gelatiere emergente Acquolina in bocca: la ricca vetrina dei gelati "griff ati" Giba

Grande successo per il gelato gusto "Bomba" e per quelli alla frutta, tutti senza grassi vegetaliCon la calda stagione torna anche la movida del Giba

FRANCAVILLA FONTANA

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 111-15 APRILE 2012 / 18

Puntata numero due per il caso “caro estinto”. Questa volta a far gira-

re la testa non sono le cifre, bensì le idee. Grave è stata la nostra mancanza nel non aver considerato il lato civile della morte ma – dite la ve-rità – quanti di voi ci hanno pensato? Difatti, nella Città degli Imperiali non vi è modo di ricevere degna sepoltura senza dover passare da una chiesa. Purtroppo la libertà di scelta in vita di rinunciare alla fede o, semplicemente, di non dover sottostare ai dog-

mi della religione cattolica crolla nel momento in cui si esala l’ultimo respiro. E dopo aver subito l’obbligo del ca-techismo, le domeniche mat-tina tra i banchi della chiesa

e la “liberazione” nel giorno della Cresima, si è costretti a prostrarsi al crocefisso da morti. Lo spauracchio del Dio vendicatore e le convenzioni sociali spingono i parenti del defunto ad accettare passiva-mente la situazione. Eppure proprio Francavilla Fontana, nell’aprile del 2010, fu la prima città pugliese a istitu-ire il registro del testamento biologico, su proposta dei radicali della cellula Coscioni guidati da Sergio Tatarano. Si riconobbe con la giunta del-la Corte il valore legale della sottoscrizione di direttive anticipate di fine vita qua-lora, in futuro, venisse meno

la possibilità di esprimere la propria volontà. Venne per-ciò sancito il diritto di ogni individuo di disporre libe-ramente della propria esi-stenza. Peccato che ciò non valga per la propria morte. Lo stesso Tatarano presentò, prima al sindaco Marinotti e poi a Vincenzo della Corte, una formale richiesta per l’i-stituzione di sale mortuarie destinate al rito laico. «Come c’è un diritto alla vita, così dev’esserci una difesa e tu-tela del diritto alla morte», è stata la motivazione della richiesta avanzata dal presi-dente dei Radicali francavil-lesi. Ancora oggi, nonostante

le leggi invitino i Comuni a istituire sale dove celebrare i funerali civili, in Italia chi vuole essere ricordato con un rito non cattolico deve ras-segnarsi a morire in seconda classe. In più, nei giorni scorsi la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha presentato la se-conda edizione del libro delle esequie che sancisce parere favorevole per la cremazione, a patto che il funerale sia ce-lebrato in chiesa e le spoglie conservate in un cimitero, ma fa un passo indietro in merito alla possibilità di celebrare i funerali nelle abitazioni. «C’è solo un subdolo ostruzioni-smo nei confronti del laico

– dice Tatarano –, che dovrà

vedere ridicolizzate le pro-

prie disposizioni per quando

non ci sarà più. È evidente

anche una logica coerente-

mente perversa nello scarso

interesse trasversale dei par-

titi alle questioni “spirituali”,

una logica che dimostra la

differenza tra chi è titolare,

da laico, di vera religiosità e

chi no». Gli amministratori

locali, però, rispondono: «Io

conosco solo i matrimoni ci-

vili». Se è una battuta, è di

cattivo gusto. [email protected]

© RIPRODUZIONE VIETAT

Il 6 e 7 marzo sono state elette le nuove Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) presso il Comune di Oria. Cgil, Cisl e Uil dispongono dei propri sin-dacalisti, deputati a tutelare diritti e interessi di tutti i dipendenti comunali. Per la Cgil è stato eletto Luigi Pinto (10 preferenze), per la Cisl Massimo Moretto (6 preferenze) e per la Uil Leonzio Patisso (12 preferenze). Questo il numero di votanti: 41 Cisl (candidati, oltre a Moretto, Annunziata Ariano, Maria Santa Rubino e Tito Sartorio); 13 Cisl (candidato, oltre a Patisso, Aroldo Mola); 10 Cgil (unico candidato Pinto). Queste le percentuali di presenza: 43,9 per cento Cisl; 31,7 per cento; 24,3 per cento.

In breve: Comune di Oria, eletti i rappresentanti sindacali

CLAUDIA TURBA

Radicale: Sergio Tatarano

Severamente vietato morire da laiciC’è il registro dei testamenti biologici, ma nessuna previsione per i funerali civili. Tatarano, presidente della cellula Coscioni, denuncia: «Il diritto alla morte oltre a quello alla vita, il Comune ne prenda atto»

FRANCAVILLAFONTANA

Il vento spazza via i ricor-di e le, più o meno tenere, effusioni di giovani e vec-

chi innamorati di Francavil-la. Crolla per il forte vento una parte de “Lu Parapallu”, il campo del tiro a segno - aperto nel 1892 dal sindaco Alfredo Barbaro Forleo - che fu sede della VIII Compagnia

di disciplina e che negli anni è diventato, di fatto, una sorta di parco dell’amore. Qualcu-no dice soprattutto del sesso, anche senz’amore. Insomma, in ogni caso, una location ide-ale per appartarsi. La meta preferita dalle giovani coppie per fondersi nell’abbraccio più intimo, luogo di sospiri e

respiri affannosi da cui sono nati gli amori più duraturi, in cui il semplice sedile di un’au-to si è trasformato in una culla di emozioni, oggi non esiste più. O, almeno, non esiste più come un tempo. Una delle grosse mura - contro cui un tempo si tirava al bersaglio, mentre oggi ci si metteva al

riparo da occhi indiscreti - è venuta giù. Si è sbriciolato in una giornata buia e ventosa, oltre che con un grande fra-stuono udito da pochi, quel posto del cuore di tanti fran-cavillesi che nessuna camera da letto potrà mai sostituire. di cla.tur.

[email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA Il "fu" Parapallo, spazzato via dal vento

Il vento ha buttato giù l'ex campo di tiro a segno, oggi adibito ad area camporella per le coppietteC'era una volta il Parapallo, posto dell'amor profano

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12 1-15 APRILE 2012 / 18L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

Meglio una cosa vista che cento raccon-tate. La fotografia

diventa lo strumento per far conoscere, ammirare e diffondere i Riti della Set-timana Santa di Francavilla, per polarizzare l’attenzione su tradizioni di fede e ma-nifestazioni di popolo e per immortalare un’emozione. Così le associazioni culturali caffè letterario “…a Sud Est” e “La sfera”, il Bar Chopin e lo studio fotografico “Ars Pho-tographie” promuovono un concorso fotografico rivolto a fotoamatori e professionisti residenti nell’Unione Euro-pea. Raccontare la Settimana Santa attraverso gli scatti dei fotografi aiuterà a introdurre il confronto tra conosciuto e sconosciuto, tra vissuto e ammirato. La promessa di pubblicare un catalogo con le venti immagini più meri-tevoli, unita all’invito a sco-prire e vivere i riti francavil-lesi, dovrebbe incoraggiare l’adesione. Ogni concorrente può partecipare, entro il 30 aprile, con massimo tre foto-grafie inedite. Sono ammesse sia foto nel formato digitale che stampe. L’iniziativa sarà presentata ufficialmente nel corso dell’incontro culturale

dal titolo “Scatti di passio-ne”, promosso dalla Reale Ar-ciconfraternita dell’Orazione e Buona Morte, che si terrà presso la chiesa di santa Chia-ra la sera di lunedì 2 aprile, a partire dalle 19. L’iniziativa è inserita nel cartellone del-le attività organizzate dalla confraternita per avvicinare e preparare gli associati, i fe-deli e i visitatori ai principali appuntamenti della Settima-na Santa. Saranno presenta-te le fotografie di Enrico La Sorsa, professionista franca-villese, fotografo da tre ge-nerazioni, che resteranno in mostra presso la stessa chie-sa sino al 4 aprile. Sono pro-grammate le visite guidate per le scolaresche. La chiesa di santa Chiara è uno spazio di fede e devozione che in-cornicia moltissime immagini del periodo pasquale e che ora, eccezionalmente, acco-glie i lavori di questo gio-vane professionista. I lavori dell’incontro sono coordinati da Giovanni Cannalire; all’in-tervento dell’arciprete della chiesa collegiata, monsignor Alfonso Bentivoglio, seguirà la relazione del professore Domenico Camarda, dirigen-te scolastico e cultore di sto-ria locale, sul tema: “La luce del passato è la luce del pre-sente”. Il titolo dell’interven-to di Camarda è stato scelto

quale oggetto del concorso

fotografico, quasi a voler ri-

cordare che le storie degli uo-

mini si scrivono sempre, nel

passato come nel presente,

con l’inchiostro della luce.

[email protected]

© RIPRODUZIONE VIETATA

Un concorso fotografico per raccontare i giorni pasquali

GIOVANNI COLONNA

L'iniziativa, intitolata "La luce del passato è la luce del presente", è stata organizzata da diverse associazioni culturali cittadine in collaborazione con Enrico La Sorsa ed è inserita nel calendario della Confraternita della Morte

FRANCAVILLA

Alcuni tra gli scatti di Passione di Enrico La Sorsa

SacralitàdomesticaMostra con 95 statuette per celebrare i santi più noti in Puglia

Per la prima volta in asso-luto viene esposta una collezione di 95 statuet-

te votive in terracotta che raf-figurano i santi più venerati in Puglia, testimonianza tangibile della devozione casalinga me-ridionale. La mostra “Sacralità domestica” è introdotta dagli scatti del fotografo Ciro Qua-ranta, che negli ultimi trenta anni ha svolto un minuzioso lavoro di ricerca sulla fede popolare pugliese. Statuette e fotografie aprono uno spi-raglio sull’intimo rapporto che lega l’uomo al sacro; uno straordinario percorso esposi-tivo che conduce il visitatore in ambienti di epoche diverse, tutti racchiusi nella suggestiva cornice di Casa Vestita, in via Crispi, nel cuore della “Città delle Ceramiche”. In program-ma dal 29 marzo al 15 aprile, la mostra è curata dall’arche-ologo Simone Mirto e dal ce-ramista Mimmo Vestita, con la collaborazione di Giovanni Colonna, fiduciario del Touring club italiano. «Un’esposizione

preziosa e rara – commenta Si-mone Mirto – che ripercorre la produzione minore delle sta-tuette in terracotta realizzate a Grottaglie. La straordinarietà delle opere è nella riprodu-zione miniaturizzata, in chiave fresca e popolare, degli abiti e degli ornamenti delle statue a grandezza naturale presenti nelle chiese della zona». Mer-coledì 4 aprile, alle 19, il con-certo della Settimana Santa “Tramonti”, a cura della Banda “Giovanni Neglia” di Villa Ca-stelli diretta da Oronzo Urso, la devozione popolare si esprime con le note della musica delle bande di paese.

Una delle statuette

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 131-15 APRILE 2012 / 18

Criminalità 24 ore su 24Piccoli e grandi reati durante il giorno e la notte. La città non è più tranquilla, tra le imprese di delinquenti “professionali” e quelle dei nuovi poveri

LATIANO

Latiano sta vivendo una recrudescenza di episodi di microcriminalità, ne-

gli ultimi mesi. E questo è un fatto. Le forze dell’ordine fan-no quel che possono, lo fanno al meglio, ma per i miracoli si devono ancora attrezzare. Fronteggiare una così massic-cia ondata di crimini, sparsi ai quattro angoli della città, nelle più disparate ore del giorno e della notte, con i pochi mezzi a disposizione che si hanno, non deve essere una passeggia-ta di salute neanche per loro. Rapine a esercizi commercia-li, furti in appartamenti, negli ultimi mesi hanno riempito le colonne di tutti i quotidiani lo-cali con una frequenza impres-sionante. Si va dall’agguato al tabaccaio, alla violazione di abitazioni, passando per la ra-pina al negozio di alimentari e in gioielleria. La cosa che più salta all’occhio, oltre all’im-pressionante numero di eventi criminosi, sono i bottini che i malviventi riescono a portar via: molto spesso l’ammonta-re della refurtiva non supera i cento euro. Analizzando glo-balmente il fenomeno che ha investito Latiano negli ultimi mesi, questo è un dato parec-

chio allarmante: il fatto che c’è chi rischia grosso per qualche decina di euro la dice lunga sulla situazione che stiamo vivendo. Probabilmente, ma questa è solo un’ipotesi, non siamo di fronte a una vera e propria malavita organizzata che ha stabilito a Latiano la sua “riserva di caccia” ma, sem-pre restando nel campo delle supposizioni, si può pensare a isolati gruppuscoli, magari di giovani, che occasionalmente prendono di mira dei piccoli esercizi commerciali sapendo benissimo che la refurtiva può essere ben poca cosa ma che, per un motivo o per l’altro, li ac-contenta. Questa, ovviamente, è un’analisi parziale e somma-

ria di un insieme di situazioni ognuna con una propria storia. Ad esempio non si può pensa-re che questo discorso valga per le rapine ai distributori di benzina o alle gioiellerie. I professionisti, sicuramen-te, non stanno a guardare e, sicuramente, approfittano di questa ondata criminale. La riflessione da fare, a questo punto, però, è un’altra: perché Latiano, ma non solo Latiano, è protagonista di questi episo-di così frequenti? La crisi, che ormai nessuno più ha l’ardire di nascondere, può essere una risposta? Stiamo arrivando (o stiamo tornando) davvero al punto che c’è chi ruba per man-giare? Anche questi interroga-tivi sono una semplificazione, forse anche fine a se stessa. Ma, ogni tanto, qualche domanda, anche retorica, per spiegare a noi stessi i tempi in cui ci tro-viamo a vivere, ce la dobbiamo porre. Forse risposte non ne avremo. Forse saremo punto e daccapo. Forse avremo mille dubbi in più e qualche certez-za in meno. Ma almeno avre-mo squarciato un po’ il velo che giace sui fatti, rendendoli meno [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

MAURIZIO DISTANTE

Criminalità protagonista in città

I podisti dell'Atletica Latiano

C ’è a Latiano, da 18 anni, una società sportiva che promuo-

ve una disciplina semplice quanto appassionante: l’at-letica leggera. In un Paese in cui il calcio la fa da padrone, l’”Atletica Latiano” è sta-ta capace di ritagliarsi uno spazio importante, raggiun-gendo traguardi insperati. Il merito va a chi, con lucida follia, fondò l’associazione credendo nella potenza dei valori. Correva, mai verbo fu più azzeccato, l’agosto del ’93 quando i fratelli Antonio e Cosimo Vetrano, insieme a Raffaele Delli Fiori, decisero tramutare la passione per la corsa in qualcosa di concreto, per condividere insieme ad altri le sensazioni che solo un podista può conoscere. Da allora molte cose sono cambiate: il numero d’iscritti che da tre è passato a 82 soci atleti, 20 soci simpatizzanti e 3 soci onorari; l’organizza-zione, nel tempo, da un grup-po di amici è diventata una vera e propria associazione con tanto di statuto, orga-nigramma e cariche, intatte però freschezza e genuinità dello spirito che lega tutti i tesserati; sono cambiati i traguardi e le prospettive che in un primo tempo vede-vano gli atleti contenti con la sola partecipazione alle gare. Ora si gareggia per vin-cere o comunque ci si prova sempre, cercando di ottenere il massimo risultato per sé e per l’associazione. Il 2011 è stato l’anno della consacra-zione e della svolta: grazie all’apertura di una nuova sede in piazza Umberto I, l’Atletica Latiano si è imposta all’attenzione dei cittadini per le tante competizioni e iniziative che l’hanno vista protagonista. Nella sola cit-tà di Latiano, il 17 marzo, i tesserati dell’associazione hanno organizzato, nel 2011, la staffetta tricolore “Nata

per unire”, in occasione del 150simo anniversario dell’u-nità d’Italia: i corridori di casa si sono piazzati al secondo posto; la staffetta per la gior-nata nazionale dello sport, il 5 giugno 2011, con piazza-mento sul gradino più basso del podio; la prima staffet-ta in notturna, sempre con piazzamento al terzo posto. Parallelamente alle competi-zioni puramente agonistiche i soci dell’”Atletica Latiano” sono impegnati attivamente nel volontariato per la pro-mozione dello sport e dei valori che si porta dietro. Un esempio è la partecipazione al “Giocaestate 2011”, con una giornata passata a fian-co dei bambini conclusa con la staffetta finale; un altro appuntamento ormai fisso nel calendario dell’associa-zione è la partecipazione

alle “Olimpiadi In” che vede impegnati gli atleti nell’or-ganizzazione delle gare per disabili e per bambini. Tutto questo è stato ed è possibi-le grazie alla passione, alla dedizione e allo spirito di sa-crificio di tutti i soci, a parti-re dal presidente, Antonello Colafati, al suo vice, Salva-tore Carrino fino ad arrivare a tutti i membri del consiglio direttivo: Emanuele Carbone, Carmine Somma e Gianpiero Palma. Senza contare tutti i “semplici” iscritti che sono l’anima e il motore di qualsi-asi gruppo organizzato. L’au-gurio è quello di continuare la strada intrapresa tanti anni fa perché, se lo spirito regge, le gambe girano a mille e di strada ne si può fare ancora tantissima. In bocca al lupo, ragazzi! di m. dist.© RIPRODUZIONE VIETATA

L’associazione podistica fondata nel '93 dai fratelli Vetrano contrasta il dio-pallone. Oggi non conta più partecipare, ma vincere

Sport minore a chi?

Oggi i tesserati sono davvero tanti

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14 1-15 APRILE 2012 / 18L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE

NUOVA SEDE COMMERCIALE PER AMPLIAMENTO DEL PERSONALE SELEZIONA A BRINDISI3 ADDETTI/E ALLA CLIENTELA E AL NUOVO REPARTO ASSISTENZA. DISPONIBILITÀ DI ALLOGGIE FORMAZIONE AL PRIMO IMPIEGO CONTATTARE IL NUMERO 0831.512764

Il museo, ospitato nell’ex palazzo di città, potrebbe rimanere senza una sede causa imminenti lavori di restauro dell’immobile. Lo sfogo delle curatrici: «Una proroga non è suffi ciente, chiediamo più sensibilità da parte delle istituzioni»

TORRE SANTA SUSANNA

Non c'è spazio per la civiltà contadina

Ciò che in altri paesi è tutelato e valorizza-to, a Torre è guardato

come un ingombro: il museo della civiltà contadina occu-pa uno spazio – il pianterreno dell'ex palazzo municipale, in piazza Umberto I – che tra poco potrebbe non essergli più concesso. Deve essere spostato, non importa dove, in attesa di una sua inclusio-ne nel percorso del nascente ecomuseo. La vasta collezio-ne di oggetti, appartenenti alla più o meno recente storia locale, fu allestita nel 1996, grazie all'impegno di tre do-centi della scuola elementare "Giovanni Falcone" che, per mesi, lavorarono assieme ai loro alunni alla costruzione di quella che venne salutata come una risorsa di grande valore. La volontà delle cu-ratrici è stata di preservarne sempre la connotazione di-dattica, mettendo sì il museo a disposizione dell'intera cit-tadinanza, ma assicurandone

la proprietà alla scuola, pur se affidato all'amministrazione comunale, che lo gestisce at-traverso l'Auser. Inizialmente ospitato nei locali dell'istituto di via Tagliamento, a seguito dell'ampliamento delle cu-cine della mensa, nel 2003 venne spostato nella sua at-tuale sede e lì è rimasto fino ad oggi. Ora, però, quei locali servono: l'edificio di piazza Umberto I è interessato da un programma di riqualificazione architettonica, per il quale è stato chiesto un finanziamen-to alla Regione. Le sue stanze saranno quindi ristrutturate e

destinate a un altro uso, ces-sando di accogliere il museo. Lo denunciano, con non poca amarezza, proprio due delle tre maestre che, 16 anni fa, lo allestirono: Antonietta De Gabriele, ormai in pensione, e Marianna Lanzillotti. Qualche giorno fa, in maniera del tutto inaspettata, le docenti sono state raggiunte al telefono da una funzionaria comunale che ha spiegato la nuova si-tuazione e ha chiesto loro di sgomberare quanto prima i locali. «La notizia ci ha colto di sorpresa – afferma Lanzillotti –, perché da qualche settima-na si discuteva di un assetto

di comproprietà del museo, che sarebbe divenuto quindi anche del Comune, oltre che della scuola. Si era deciso di rimandare la scrittura notarile al momento in cui, per effet-to del nuovo accorpamento, l'istituto comprensivo avreb-be avuto un'unica dirigenza. Eravamo, perciò, serenamen-te in attesa». Due gli ordini di problemi che le maestre hanno sollevato: uno pratico, l'altro ideale, se non morale. Il primo riguardava l'assenza di locali adatti ad accogliere il museo: nessuno tra quelli comunali sembrava essere a disposizione e la scuola non possiede simili ambienti. La collezione consta, tra l'altro, di numerosissimi reperti, alcuni dei quali anche ingombranti. L'unica prospettiva era quel-la di ammassarli in qualche sgabuzzino, attendendo lo sblocco dell’impasse. «Quan-do abbiamo chiesto, stupite, dove e come avremmo potuto far migrare il museo – spie-ga De Gabriele –, ci è stata offerta la disponibilità di un camion. Come se questo ba-

stasse, come se si trattasse di un trasloco qualunque». E qui subentra l'altra questio-ne: l'esposizione raccoglie non solo reperti, ma anche un progetto e un percorso didat-tico ed educativo che non è spostabile, poiché immateria-le. Il dissenso espresso dalle due maestre ha fatto sì che lo sgombero venisse prorogato: la collezione resterà nella sua attuale sede, almeno fino a quando il progetto di riquali-ficazione dell'ex palazzo mu-nicipale non andrà in porto. «Prorogare non significa però risolvere – si sfoga ancora De Gabriele –. La questione va avanti da anni: le istituzioni sono poco attente, non mo-strano interesse verso ciò che invece, nei centri vicini, viene curato e apprezzato, di-venendo meta contesa di gite scolastiche e visite turistiche. Si pensi all'esposizione simi-le presente a San Cosimo, ad esempio». Lontane dall'esse-re soddisfatte per la postici-pazione dello spostamento, le docenti chiedono maggiore attenzione, affinché il museo

diventi davvero fruibile: per-ché questo accada, non ba-stano le etichette riportanti i nomi dei reperti, ma è neces-saria la voglia e la capacità di costruire un percorso, illustra-to da figure preparate a spie-gare ai visitatori la storia che quegli oggetti raccontano. Ci si chiede, allora, quale sia il fu-turo che si vuole dare alla me-moria storica torrese e, soprat-tutto, quale sia l'immediata sorte di questa straordinaria collezione, che senza dubbio merita – sarebbe il minimo – una collocazione decorosa. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Alcunin degli attrezzi in mostra presso il museo

MAURA DE GAETANO

L'ex sede municipale ospita il museo

Le settimane precedenti le elezioni amministra-tive, si sa, portano sem-

pre in paese un clima acceso di competizione tra le parti. Il troppo fervore però, alle volte, può generare delle si-tuazioni sconvenienti: così è successo la sera del 22 mar-zo, durante la manifestazione conclusiva della settimana dell'intercultura, trasforma-tasi, per qualche minuto, in una sorta di comizio. Una que-relle a distanza, che ha visto protagonisti da un lato il pri-mo cittadino Giuseppe Mar-gheriti, ricandidatosi a capo della coalizione di centro destra, dall'altro Ivan Volpe – assente alla serata –, segreta-rio locale dell'Italia dei valori e sostenitore dell'aspirante sindaco del centrosinistra Giuseppe Polito. «Cittadini presenti mi hanno riferito –

spiega Volpe – che Margheriti mi ha "dedicato" buona parte del suo intervento, rispon-dendo dal palco alla critica che, qualche ora prima, gli avevo mosso su facebook, ar-rivando addirittura a insultar-mi». Alla fine dello spettaco-lo, durante il rituale momento dei saluti delle autorità, preso il microfono in mano, il sinda-co pare infatti non sia riuscito

a trattenere il proprio disap-punto, sentendo la necessità di rispondere pubblicamente al post di Volpe che, testual-mente, recitava: «Questa sera saranno salutati i ragaz-zi di Intercultura, ospitati ad Erchie provenienti da tutto il mondo... Com'è attenta quest'amministrazione alle diverse culture del mondo e ai gemellaggi vari. Ma pensa-

re ogni tanto hai cittadini di Erchie?». Nel suo intervento alla manifestazione, Marghe-riti avrebbe esordito eviden-ziando il proprio impegno e quello dell'amministrazione nell'opera di promozione tu-ristica e culturale del paese, portata avanti anche grazie ai gemellaggi e agli scambi culturali. Dopo la premessa, il primo cittadino avrebbe poi

contestato la critica espressa dal segretario dell'Idv, reo di aver attaccato le iniziative che tanto hanno qualifica-to Erchie nei cinque anni del governo di centrodestra. A conclusione dei "saluti", sot-tolineando quel «hai cittadi-ni» scritto erroneamente nel post, il sindaco avrebbe poi dato addirittura dell'igno-rante a Volpe, estendendo l'offesa a tutta «l'altra parte» politica. «Capisco la preoccu-pazione che il primo cittadino ha di fare una buona pubblici-tà ai suoi fallimentari anni di governo del paese – commen-ta il segretario Idv –, ma la propaganda è regolata da una legge che stabilisce tempi e modi dei comizi: la campa-gna elettorale inizia un mese prima delle elezioni, dopo la presentazione ufficiale delle liste. E comunque, dovrebbe

esserci sempre il buonsenso a regolare le azioni umane e politiche di tutti. Margheriti non è, del resto, nuovo a simi-li comportamenti: come non ricordare lo scandaloso con-siglio comunale organizzato, un mese fa, unicamente per attaccare Giuseppe Polito sul piano personale?». Volpe non è stato l'unico a trovare fuori luogo l'intervento del sinda-co, rimbeccato anche dal pre-side della scuola media, An-tonio Giovanni Nicolì, che ha preso la parola subito dopo il primo cittadino, a conclusio-ne dello spettacolo. «Queste iniziative non rappresentano il momento adatto per simili discussioni – ha affermato Ni-colì dal palco –. Questioni del genere è bene che si risolva-no tra politici, nei luoghi op-portuni». di m. d.g.© RIPRODUZIONE VIETATA

Ivan Volpe, Idv Un momento della serata conclusiva del progetto intercultura

Il sindaco Margheriti critica l'opposizione durante la serata dell'Intercultura. L'ora delle polemiche«Non tutti i luoghi sono adatti alla campagna elettorale»

ERCHIE

SEGUE DALLA PRIMA

SEGUE DALLA PRIMA

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L'INFORMAZIONE ALZA LA VOCE 151-15 APRILE 2012 / 18

PUNTO DI VISTA

La politica ne è stata influen-

zata, al punto da espandere

all’infinito il territorio da ur-

banizzare, facendo strame

di ogni pianificazione terri-

toriale, consumando suolo

oltre ogni tollerabile dimen-

sione e lasciando prospera-

re la speculazione edilizia.

La città dei cittadini presup-

pone, invece, un diverso rap-

porto città-campagna, in cui

quest’ultima non è “suolo in

attesa di urbanizzazione” ma

ne è il corollario di verde e di

spazi aperti, fornitrice di aria

pulita, prodotti a filiera corta,

polmone di ossigenazione e

purificazione. Presuppone al-

tresì “una vasta e articolata cit-

tà pubblica”, cioè l’insieme di

spazi, servizi, strutture, attrez-

zature a diretta disponibilità

del cittadino (tutte cose che

nella città della rendita si ten-

de a privatizzare per lucro in-

dividuale). Presuppone, inol-

tre, una “politica della casa”

che, sottraendola all’abnorme

lievitazione della rendita ur-

bana, la renda di fatto bene ac-

cessibile a tutti, quasi “la casa

come servizio sociale” di vec-

chia memoria. Presuppone,

infine, che tutti i cittadini pos-

sano intervenire nelle scelte,

proporre soluzioni alternati-

ve, comprendere premesse

e conseguenze di ogni deli-

berazione, in una sorta di de-

mocrazia non più rappresen-

tativa e delegata ma diretta.

In conclusione, la presa di co-

scienza dell’insostenibilità

della città della rendita sta

attivando una nuova doman-

da di partecipazione e di pia-

nificazione urbana e rurale,

che nasce parallelamente alle

altre rivendicazioni di cambia-

mento in ambito politico, eti-

co, economico (come si vede

per la Tav e per l’acqua bene

pubblico). L’obiettivo è quello

di costruire - compito gravo-

sissimo – un nuovo modello

di società, come dimostrano

di voler fare comitati, circoli,

associazioni sorti spontanea-

mente sull’onda di problema-

tiche specifiche, sia pure locali

e settoriali. Con in più l’impe-

gno a superare le visioni parti-

colaristiche, a mettersi in rete,

a comprendere che una riven-

dicazione nasce in un dato

luogo ma ha soluzioni altrove

(a livello provinciale, nazio-

nale e addirittura sovranazio-

nale). Cosimo D'Alema

SEGUE DALLA PRIMA

LETTERE AL DIRETTORE

N. 18 - ANNO II REG. TRIB. DI BRINDISI N. 3/2011 DEL 6/05/2011EDITO DA: PUBLIEDIT S.R.L. [email protected]: VIA C. PISACANE, 6 - 72024 ORIA (BR) 0831.1950525

Direttore Responsabile

Eliseo Zanzarelli

[email protected]

Amm. Unico Publiedit

Angelo Lombardi

[email protected]

Impaginazione

grafi [email protected]

Pubblicità

[email protected]

0831.1950525

Stampa

Master Printing S.r.l.

Modugno (Ba), via delle Orchidee, 1

La Direzione si riserva di rifi utare insindacabilmente qualsiasi testo e inserzione.

Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Riproduzione Vietata

Corrispondenti

Giovanni Colonna

Laura De Stradis

Maria Rosaria De Gaetani

Maura De Gaetano

Maria Rosaria D’Alema

Maurizio Distante

Pierdamiano M. Mazza

Grazia Mele

Vincenzo Sardiello

Claudia Turba

Erica ZingaropoliQUALCOSA DA RACCONTARE,SEGNALARE, DENUNCIARE?SCRIVI O CHIAMA LO STRILLONEFAI SENTIRE LA TUA VOCE

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I premi saranno sorteggiati tra le prime 10 chiamate. Non sono ammessi gli stessi vincitori per almeno 3 concorsi consecutivi. Non si accettano nominativi della stessa famiglia. I vincitori riti-reranno il premio in redazione e con esso saranno fotografati. Le foto, per dovere di trasparenza, saranno pubblicate sul numero successivo, pena l'annullamento della vincita.

Riceviamo e pubblichiamo il testo di una lettera inviataci da Armando Pipino di Oria

«Non solo cattive notizie, c'è anche il centro anziani»

PER INFORMAZIONI

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Gentile direttore,

sono un cittadino che ama la sua Oria, e quando leggo i giornali locali mi addolora sapere che si parla solo di droga, scip-pi e rapine. Eppure c'è un angolo della nostra città dove ogni domenica si bal-la con la partecipazione viva di molti forestieri en-tusiasti per l'accoglienza. Oltre a ciò, si fa scuola di danza, si premiano i centenari, si svolgono fe-ste di compleanno e nozze d'argento, feste per i bambini che pas-sano dalla scuola dell'infanzia a quella elementare, compre-sa quella di fine anno scolastico della scuo-la “Camillo Monaco”. Ospitiamo tutte le mat-tine una cooperativa che si occupa, tra le altre cose, di ragazzi portatori di handicap: “Nuvola” di

Francavilla Fontana. Dia-mo accoglienza anche alla cooperativa “La Piz-zica”, che rievoca canti e balli della nostra terra col patrocinio dell'Asses-sorato al Turismo. Questo angolo della città si chia-ma Centro anziani poliva-lente "Annibale Maria Di Francia". Malgrado l'im-pegno all'insegna del vo-lontariato, tutto questo è sconosciuto alla maggior parte dei cittadini oritani.La prego di voler acco-gliere questo pensiero con il quale colgo anche l’occasione per ringra-ziare il sindaco Cosimo Pomarico e l'assessore alle Politiche sociali Co-simo Di Giovanni a nome mio, del presidente, del comitato e degli iscritti.Da tutti noi, cer-ti della sua sensibili-tà, un sincero grazie.

Armando Pipino

Gentile Armando,

pubblico volentieri la sua lettera, lieto di poter dare spazio e voce a una realtà positiva e propo-sitiva come quella da te descritta. Sono d'accordo quando dici che Oria non è soltanto cronaca, ma purtroppo i giornali tra-dizionali normalmente non hanno l'abitudine di riportare notizie di que-sto tipo, un po' per ca-renza di spazio, appunto,

un po' per via di politiche editoriali sensazionali-stiche. Politiche editoria-li che in parte, seguiamo anche noi a Lo Strillone, ma senza che questo ci precluda la possibilità di dare visibilità e giusti meriti a sodalizi come il Centro anziani "Annibale Maria di Francia". Sono io a ringrare te, il presiden-te, il comitato e tutti gli iscritti per avermi contat-tato, ma soprattutto, da cittadino, per ciò che - da

quanto mi racconti - quo-tidianamente fate. Ciò, perché non pensate sol-tanto a divertirvi, come peraltro è giusto che sia, ma mettete al servizio di tutti, in particolare delle persone più svantaggia-te, le vostre esprerienze e iniziative. Un in boc-ca al lupo per le attività che, di qui in avanti, vi vedranno protagonisti e un abbraccio sincero.

Eliseo Zanzarelli

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