Lo Strillone 10

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N. 10 - Anno I Reg. Trib. di Brindisi n. 3/2011 del 6/05/2011 Dir. Responsabile Eliseo Zanzarelli Edizioni: PubliEdit S.r.l. Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br) CEGLIE MESSAPICA L'ospedale si trasforma in presidio territoriale: in arrivo diversi servizi, ma in partenza altri molto importanti. MESAGNE Le borse lavoro per i soggetti svantaggiati incontrano il consenso unanime di città e politica: iniziativa lodevole. ERCHIE Il totosindaco impazza in città nonostante manchino ancora diversi mesi alla data delle amministrative. Zingaropoli a pag. 5 Turba a pag. 12 www.lostrillonenews.it 1 - 15 NOVEMBRE 2011 NON PERCEPISCE FINANZIAMENTI PUBBLICI STORIA CALPESTATA UN CAMPO DI CALCETTO AL POSTO DI UNA NECROPOLI PRESSO IL SEMINARIO TRA SOSPETTI E DUBBI: PERCHÉ LE TOMBE SONO STATE SMANTELLATE, E NON CATALOGATE E INTERRATE, A COLPI DI MARTELLO PNEUMATICO E RUSPE? ORIA De Gaetano a pag. 13 L'EDITORIALE C’ERA UNA VOLTA una necro- poli messapica, probabilmen- te una delle più significative dell’intera “Dodecapoli”, di cui Oria era parte integran- te. Lì, in pieno centro storico, nella proprietà ecclesiasti- ca del Seminario vescovile, dal 2004 sorge un campo di calcio a cinque. Con tanto di erbetta sintetica, acciaio e cemento. La necropoli non è stata semplicemente (…) FRANCAVILLA FONTANA La sindrome di Stoccolma e i culi di pietra. L’una riguarda il legame tra carnefici e vit- time. Gli altri sono i cosid- detti consiglieri comunali di maggioranza, che nelle assi- se cittadine siedono, appun- to, indifferenti a ogni pro- blema, muti su tutto, proprio come nei soviet di famige- rata memoria. Dovrebbero fare gli interessi dei (…) f segue a pag. 3 f segue a pag. 4 Elettori-vittime eletti-carneci EMOZIONANTE. È l’agget- tivo più adatto all’incontro con Vera Vigevani Jarach, organizzato dalle coop “Città Solidale” e “Ma- rànà-thà”, a Latiano. Vera è una delle “Madres de Pla- za de Mayo”, un’associa- zione di donne che da 30 anni si batte per ottenere la restituzione dei propri figli, i desaparecidos della dittatura di Videla, e per tramandarne la memoria, perché mai più avvenga un orrore simile. L’incon- tro è stato preceduto da uno spettacolo ispirato alle vicende vissute da Vera, che molto ha apprez- zato il lavoro (…) Intervista a una delle Madres de Plaza de Mayo LATIANO f Distante a pag. 11 di ELISEO ZANZARELLI f Regolamento a pag. 15 TROVA GLI STRILLONI CERCA gli Strilloni tra le pubblicità e telefo- na giovedì 3 novembre dalle ore 11.00 allo 0831.1950525. In palio i biglietti di Ale e Franz e altri premi ancora… di COSIMO D’ALEMA

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N. 10 - Anno IReg. Trib. di Brindisin. 3/2011del 6/05/2011Dir. ResponsabileEliseo ZanzarelliEdizioni: PubliEdit S.r.l.Via Marrucci, 14 - Francavilla Fontana (Br)

CEGLIE MESSAPICAL'ospedale si trasforma in presidio territoriale: in arrivo diversi servizi, ma in partenza altri molto importanti.

MESAGNELe borse lavoro per i soggetti svantaggiati incontrano il consenso unanime di città e politica: iniziativa lodevole.

ERCHIEIl totosindaco impazza in città nonostante manchino ancora diversi mesi alla datadelle amministrative.

Zingaropoli a pag. 5 Turba a pag. 12

www.lostrillonenews.it

1 - 15 NOVEMBRE 2011 NON PERCEPISCE FINANZIAMENTI PUBBLICI

STORIA CALPESTATAUN CAMPO DI CALCETTO AL POSTO DI UNA NECROPOLI PRESSO IL SEMINARIO TRA SOSPETTI E DUBBI: PERCHÉ LE TOMBE SONO STATE SMANTELLATE, E NON

CATALOGATE E INTERRATE, A COLPI DI MARTELLO PNEUMATICO E RUSPE?

ORIA

De Gaetano a pag. 13

L'EDITORIALE

C’ERA UNA VOLTA una necro-poli messapica, probabilmen-te una delle più significative dell’intera “Dodecapoli”, di cui Oria era parte integran-te. Lì, in pieno centro storico, nella proprietà ecclesiasti-ca del Seminario vescovile, dal 2004 sorge un campo di calcio a cinque. Con tanto di erbetta sintetica, acciaio e cemento. La necropoli non è stata semplicemente (…)

FRANCAVILLA FONTANALa sindrome di Stoccolma e i culi di pietra. L’una riguarda il legame tra carnefici e vit-time. Gli altri sono i cosid-detti consiglieri comunali di maggioranza, che nelle assi-

se cittadine siedono, appun-

to, indifferenti a ogni pro-

blema, muti su tutto, proprio

come nei soviet di famige-

rata memoria. Dovrebbero

fare gli interessi dei (…)segue a pag. 3

segue a pag. 4

Elettori-vittimeeletti-carnefi ci

EMOZIONANTE. È l’agget-tivo più adatto all’incontro con Vera Vigevani Jarach, organizzato dalle coop “Città Solidale” e “Ma-rànà-thà”, a Latiano. Vera è una delle “Madres de Pla-za de Mayo”, un’associa-zione di donne che da 30 anni si batte per ottenere la restituzione dei propri figli, i desaparecidos della dittatura di Videla, e per tramandarne la memoria, perché mai più avvenga un orrore simile. L’incon-tro è stato preceduto da uno spettacolo ispirato alle vicende vissute da Vera, che molto ha apprez-zato il lavoro (…)

Intervista a una delle Madres de Plaza de Mayo

LATIANO

Distante a pag. 11

di ELISEO ZANZARELLI

Regolamento a pag. 15

TROVA GLISTRILLONI

CERCA gli Strilloni tra le pubblicità e telefo-na giovedì 3 novembre dalle ore 11.00 allo 0831.1950525. In palio i biglietti di Ale e Franz e altri premi ancora… di COSIMO D’ALEMA

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1-15 Novembre 2011 - n. 10 pagina 2

N.10 - Anno I • Reg. Trib. di Brindisi n. 3/2011 • del 6/05/2011

Edito da: Publiedit S.r.l. • [email protected]

Redazione: Via C. Pisacane, 6 • 72024 Oria (Br) • 0831.1950525

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La Direzione si riserva di rifi utare insindacabilmente qualsiasi testo e inserzione.

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Corrispondenti

Giovanni Colonna

Laura De Stradis

Maria Rosaria De Gaetani

Maura De Gaetano

Maria Rosaria D’Alema

Maurizio Distante

Michele Iurlaro

Pierdamiano M. Mazza

Grazia Mele

Vincenzo Sardiello

Claudia Turba

Erica Zingaropoli

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31-15 Novembre 2011 - n. 10

(…) cittadini, individuarne i bisogni e risolverne i proble-mi. Per “contratto” elettorale. Coltivano invece il tornacon-to personale o familiare, at-tenti a non disturbare il ma-novratore, o grati per i favori ricevuti o speranzosi di rice-verne in futuro. Dei problemi “pubblici” se ne strafottono, per menefreghismo, inetti-tudine (un giornale locale ha dato le pagelle), pressappo-chismo o altro. Indifferenti all’abbandono cui la giunta presente e passata ha con-dannato la zona industriale e il centro intermodale, poten-ziali volani di sviluppo. Insen-sibili al drammatico problema della casa per i concittadini, impossibilitati ad accedervi. Muti e sordi dinanzi ai tanti problemi cittadini, dal traf-fico al verde (assente), dalla politica culturale lasciata in balia di certo “mecenatismo” degli stenterelli al fenomeno della raccolta dei rifiuti, dalla viabilità alle tantissime opere pubbliche abortite. Eccetera eccetera. Amministratori (si fa per dire) di tal fatta, altrove li rincorrerebbero con i for-coni. A Francavilla, invece, gli elettori li plebiscitano nelle

urne. Anche se ne sono “ta-glieggiati” (si pensi ai tantis-simi parcheggi a pagamento, banale esempio di maltratta-mento per gli automobilisti e di clientelismo sfrenato). Come spiegare il fenomeno dei nostri concittadini, vit-time “affascinate” dai loro “carnefici”, se non ricorrendo, paradossalmente, alla sindro-me di Stoccolma? Perché da-gli amministratori che votano in massa non pretendono cor-retta gestione, giustizia so-ciale, politiche di sviluppo e di sostegno ai ceti deboli, re-golamentazione del traffico, della raccolta differenziata, del verde pubblico, etc. etc.?Perché non pretendono il la-voro per i loro figli attraverso una politica di crescita anzi-ché l’eterna (e vana) racco-mandazione politica? Miste-ro, ma non tanto, considerata la Vandea che, nostro malgra-do, abitiamo. Per finire, una sfida. Se hanno a cuore la cittadinanza, saranno capaci di dimettersi in massa se il nuovo Pug non sarà approva-to e adottato entro, mettiamo, cinque mesi dalla definizione tecnica e burocratica? Si ac-cettano scommesse…© RIPRODUZIONE VIETATA

EDITORIALE

FRANCAVILLA FONTANA

Elettori-vittime attratte dagli eletti-carnefi ci e classe dirigente che cambia ma solamente in peggio. E i problemi si amplifi cano…

SINDROME DI STOCCOLMA E CULI DI PIETRA

segue dalla prima

È UN’INTROSPETTIVA dell’umanità assortita ch’è possibile incontrare ai casting cinemato-grafici e televisivi, il nuovo corto diretto da Alessandro Zizzo (in foto), prodotto da South Clan Arts, dal titolo “La stagione dei finocchi”, che sarà presentato fuori concorso al Festi-val internazionale del fil di Roma. Un’analisi nuda e cruda, girata nel dicembre 2010 con un investimento minimo, di quanto può accadere e accade durante le selezioni “artistiche” liberamente ispirata al Grande Fratello. «L’idea di girare il corto – dice il regista, Zizzo - è nata dopo diverse personali esperienze di casting, quando ho potuto comprendere come davvero cercare di entrare a far parte dello show-biz sia davvero, ormai, un obiettivo di tanti, forse troppi». Il periodo scelto per pubblicare la pellicola – durata 20 minuti – non avrebbe potuto essere drammaticamente migliore: è fresca la notizia dell’aspirante “gieffino” che si è dato fuoco per essere stato scartato dopo i provini, così come l’annuncio del regista Mat-teo Garrone di uscire a breve con un lungometraggio con tema proprio la “Casa” più famosa e famigerata del mondo. È un epilogo sorprendente e non meno drammatico, quello – che qui non sveleremo – scelto da Zizzo per “La stagione dei finocchi” o infinocchiati che dir si voglia, che presto approderà prorompentemente sui piccoli schermi degli italiani. Il cast: Giorgio Consoli (Teatro Piccolo di Milano); Anna Terruzzo (“Mar Piccolo”, “Cado dalle Nubi”, “Il miracolo”; Alice Bachi (Teatro Piccolo di Milano, “Il dubbio, a cura di Margaret Mazzantini per la regia di Sergio Castellitto); Tommy Lacalamita (attore e scultore barese); Salvatore Buo-nuomo; Francesco Camarda; Mara Spinelli; Luciano Muntrone. Leit-motiv di Mimmo Romano. Lo staff. Direttore di produzione: Gregorio Mariggiò. Aiuti regista: Fabrizio Manigrasso/Irene Campana. Direttore della fotografia: Emanuele Rametta. Operatore video: Gianfranco Me-lillo. Scenografie: Palma Vinci/Annalisa Zizzo. Costumista: Consuelo Tarantino. di ezeta

di COSIMO D’ALEMA

La stagione dei finocchiIl nuovo corto di Alessandro Zizzo:una cruda fi nestra sui casting tv ispirata al GF

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4 1-15 Novembre 2011 - n. 10

ORIA

(…) sepolta, ma “sportiva-mente” distrutta per sempre dopo lo sbancamento di 300 metri cubi di roccia. C’era una dirigente della Sovrintendenza, convinta a tal punto dell’importanza storico-archeologica del sito, da chiedere prima il blocco dei lavori per la costruzione dell’impianto sportivo, poi un finanziamento di cinquemila euro e spicci al Ministero dei Beni culturali come prima tranche per perfezionare l’at-tività di scavo. Le istanze sono agli atti: la prima è del 2001, quando tombe e corredi fune-rari riemersero dal sottosuo-lo; la seconda del 2002, ac-compagnata da una relazione più appassionata che tecnica dell’eccezionale scoperta di monte Sant’Andrea. La dotto-ressa Angela Grazia Maruggi – già protagonista a fine anni ’80 e primi ’90 dei ritrova-menti nel centro storico, ora ospitati a palazzo Martini, e di quelli in via Erodoto, dove sarebbe dovuta sorgere la ca-serma dei carabinieri - poi si ammalò gravemente, tanto da dover abbandonare l’incarico, e da quel momento in poi ac-cadde davvero di tutto. Le ruspe e i martelli penu-matici entrarono in azione “in sordina” – per quanto una ruspa possa essere silenziosa - nel piazzale dei missionari di San Vincenzo. Un bel giorno, però, Franchino Di Noya notò delle crepe sulle pareti di casa della madre, che sorge pro-prio alle pendici del giardino dei seminaristi, così protestò

in Comune prove fotografiche alla mano. Sul posto giunse il dirigente Utc Pietro Incalza, che nella fase d’istruzione della pratica per l’eventuale rilascio dell’autorizzazione a costruire il campetto – pre-sentata da don Angelo Altavil-la e controfirmata dal vescovo Marcello Semeraro - aveva annotato «parere favorevole a condizione che la recinzio-ne non superi l’altezza di...» (l’autorizzazione, per la cro-naca, non sarebbe mai stata rilasciata). Quindi fu avvisata la Sovrintendenza che, già as-sente la Maruggi, assunse un atteggiamento interlocuto-rio. Qualcuno, approfittando dei lavori di riqualificazione urbana in piazza Giustino De Jacobis, pensò bene di far scomparire sotto una fit-ta coltre di pavimentazione l’accesso a un tunnel – i Mes-sapi vi avrebbero celebrato funzioni religiose - che finiva diritto nel piazzale del Semi-nario, dove da qualche anno sorgono, oltre al campetto, una palestra e una scuola di danza. Chissà che quel tunnel, o magari qualche altro simile, non si collegasse alla presun-ta reggia messapica la cui esi-stenza è stata ipotizzata dopo il ritrovamento, alle soglie della scorsa estate, di un mo-saico nel cortile della Curia. C’erano, all’imbocco del tun-nel poi “tappato”, finanche apposite protezioni in cristal-lo spesso che, guarda caso, i camion della ditta appalta-trice finivano puntualmente per distruggere. Chi ci abita, in quella piazzetta a ridosso delle Poste centrali, lo ricorda

bene: furono divelte un paio di volte, poi scomparvero del tutto, quelle bocche di lupo con affaccio diretto nel cuore della storia. Una storia plu-rimillenaria che esce derisa e calpestata da questa triste vicenda intrisa di vincitori e vinti. I primi sono tutti colo-ro i quali - con azioni, silenzi e omissioni - hanno voluto e ottenuto la “variante” urbani-stica da area archeologica ad area svago e relax. I secondi sono coloro che, in minoran-za, si sono opposti, o hanno cercato di farlo, allo scem-pio: la Maruggi, che morì nel 2005, ma anche l’architetto Maurizio Delli Santi, all’epo-ca ispettore onorario della Soprintendenza, poi non più. Fin dai tempi non sospetti si registra poi la voce fuori coro di Franco Arpa – ispettore di polizia in pensione e socio ignorato, proprio dopo questa vicenda, dell’Archeoclub Ita-lia sezione di Oria - che dalle colonne del suo blog non ha

mai seppellito l’ascia di guer-ra, convinto com’è che no, le cose non sarebbero dovute andare così: in un primo mo-mento aveva ricevuto il soste-gno di Rosa Anatriello, diri-gente nazionale Archeoclub, poi sparita in buon ordine. Sono tanti e vari i quesiti cui, a tutt’oggi, è difficile dare una risposta, nonostante un’inda-gine della Procura di Brindisi – partita dopo dettagliata let-tera anonima di denuncia - poi culminata nell’archiviazione del 2005 in base agli accer-tamenti effettuati dall’allora comandante dei vigili Emilio Guido. Com’è possibile che l’orientamento della Sovrin-tendenza sia cambiato così radicalmente in appena due anni? Com’è possibile che il dirigente ad interim Giusep-pe Andreassi, in una nota del 2005, citi un consenso verba-le che la dottoressa Maruggi - già gravemente malata e fuori servizio dal 27 aprile 2004

– avrebbe espresso a ché la necropoli fosse smantellata? Com’è possibile che un cam-po di calcetto sia costruito ex novo in pieno centro storico? Come mai normalmente è così difficile edificare nuovi immobili in zona sottoposta a vincolo - qual è l’intero centro storico di Oria - e invece quel-la volta fu così facile realizza-re addirittura un campetto? Perché lo smantellamento e non l’interramento? Ci sono dei rilievi fotografici conser-vati da qualche parte e se sì, perché non sono andati a fi-nire nel Centro di documen-tazione messapica? I reperti, con tombe rinvenute “piene”, sono stati censiti e catalo-gati prima di scomparire nel nulla? Se sì, dove è possibile prenderne conoscenza? Chissà che prima o poi queste domande, semplici eppure insolute, non possano trovare una risposta. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

Un impianto sportivo sostituisce un'area archeologica di notevoleinteresse distrutta per sempre, ma gli interrogativi restano tanti

NECROPOLI PRESA A CALCI

PRIMA: Il piazzale del Seminario nel 2002 DOPO: Il piazzale del Seminario oggi

di ELISEO ZANZARELLI

segue dalla prima

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ORIA

Nelle immagini alcuni delle scoperte archeologiche fatte nel 2002 presso il Seminario vescovile

LO SCEMPIO IN CINQUE CLICK

RISALE a qualche giorno fa l’incontro tra i vertici Asl provinciali che hanno partotito due accordi fon-damentali per la sanità cegliese: la riorganizza-zione strutturale dell’ex complesso ospedaliero, oggi a tutti gli effetti pre-sidio, e la richiesta di tra-sferimento al suo interno dell’ufficio anagrafe.La delegazione comu-nale – formata da Mario Annese, presidente del consiglio comunale, dal sindaco Luigi Caroli e dai consiglieri Cataldo Rodio, Antonio Piccoli e Nicola Trinchera - si è riunita al cospetto di Paola Cianna-

mea, direttore generale dell’Asl brindisina.È stato deciso di assicu-rare 20 posti letto per ammalati cronici e 15 per pazienti riabilitativi in si-nergia con il neuro e mo-tulesi di Ceglie. Non solo, alcuni esami diagnostici e di laboratorio eseguiti all’ospedale “Perrino” di Brindisi saranno effet-tuati presso la struttura cegliese consentendo una migliore efficienza di uti-lizzo. Il tutto, approvato alla presenza di Graziella di Bella, direttore sanita-rio di Ceglie, e Francesco Galasso, direttore del distretto in seguito alla

proposta di riorganizzare e riqualificare l’ex noso-comio in Presidio territo-riale polifunzionale.La decisione è stata ac-compagnata da una nota, a firma del direttore del distretto, in cui è stata comunicata la richiesta del cambiamento di sede della postazione ana-grafe-esenzione ticket dall’attuale sede in via don Guanella, piano terra. Disposizione che vorreb-be garantire una più facile accessibilità per gli uten-ti, specie anziani, nonché condizioni logistiche più idonee alla tipologia del-le attività. di er.zinga.© RIPRODUZIONE VIETATA

L’ospedale declassato uffi cialmente in presidio territoriale polifunzionale: diversi servizi “partono”, ne subentrano di nuovi

ASL, NUOVI POSTI LETTO E ANAGRAFE

CEGLIE MESSAPICA

I FRANCAVILLESI sparsi nel mondo si ritrovano sul web grazie al gruppo Facebook “Gli amici franchiddesi”. Si parla il dialetto, spesso zoppicante per la lontananza dal paese d’origine, ci si scambiano ricordi e foto degli anni vissuti in città e, insieme, si rivivono quei giorni di gioventù e le lacrime per la partenza, obbligata, dal proprio nido. «Quando tornavamo in paese eravamo come ombre – dice Cosimo Penta, trapiantato a Milano da 40 anni, uno degli emigranti francavillesi fondatori del gruppo -, solo i muri avevano memoria di noi».Dal mondo virtuale del social network si è passati, nel corso di quest’anno, a incontri reali a Francavilla e all’estero, con vecchi amici e parenti mai conosciuti, creando una rete di cono-scenze che paradossalmente ha rafforzato il legame con il paese d’origine. Un amore, quello per Francavilla, che ha superato i limiti fisici della distanza e avvicinato a sé i tanti concitta-dini lontani. di cla.tu.

I francavillesi nel mondo si ritrovano su FB

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71-15 Novembre 2011 - n. 10

ORIA

«IL MIO JOE, UN EROE GENTILE»Intervista ad Anna Ungaro, mamma di Joseph De Stradis, ucciso dal branco quando aveva 17 anni. Il ricordo del fratello Jonathan

QUALCHE giorno fa i giorna-li hanno ripreso a parlare di Joe De Stradis, “l’eroe gen-tile” come l’ha chiamato sua madre, morto a soli 17 anni per aver difeso un’amica mo-lestata dal 60enne Francesco Fullone. Ad aiutarlo c’erano Luigi Caffa (ancora in libertà) e Fabio Palazzo, al momento dell’omicidio ancora mino-renne. Dopo sette anni, Fabio Palazzo è stato arrestato, per-ché riconosciuto responsabi-le di concorso in sequestro di persona, in omicidio doloso e occultamento di cadavere: per lui dieci anni ancora da scon-tare in carcere. Fabio ora ha 25 anni, la foto del suo profi-lo Facebook mostra un ragaz-zo sorridente, sulla spiaggia. La spiaggia per Anna Ungaro, la mamma di Joe, ormai è un tabù. Anna non riesce più ad avvicinarsi al mare, la sola idea la fa rabbrividire. Questo e altro racconta Anna da New York, dove vive con il figlio più piccolo, Jonathan, che adesso ha 20 anni.

Come ha reagito alla notizia dell’arresto di Fabio Palazzo?Non comprendo la giustizia italiana. Sette anni per una condanna sono troppi. Que-sto ha solo aumentato la mia rabbia. Finalmente qualcosa si smuove, ma dieci anni sono pochi. Preferirei che Fabio ri-manesse in prigione a vita. Fa-bio mi ha chiesto perdono, ma non potrò mai perdonare chi mi ha tolto mio figlio. Lo stesso vale per Fullone, che ha negato di conoscere Joe, nonostante lo avesse accolto in casa tante volte. E per Luigi Caffa, che è ancora libero, lavora, ha una vita normale. Aspetto con an-sia il giorno il suo arresto. Joe gli era molto legato. Ho chiesto più volte un incontro con lui, ma mi è sempre stato negato. Lo vorrei ancora. Com’era Joe?Joe era pazzerello. Era nato a New York, ma era innamorato di Oria, dove ci siamo trasferiti quando aveva due anni. A Joe l’America non piaceva quanto l’Italia. Il giorno dopo la trage-dia sarebbe dovuto partire per la Germania. Voleva fare il cuo-co: sapeva cucinare molto bene

e gli piaceva mangiare. Era un ragazzo molto intelligen-te, però odiava la scuola. Era sempre allegro. Dopo un anno avrebbe compiuto 18 anni, mi chiedeva sempre di fargli una bella festa. Mi manca moltissi-mo. Nei momenti in famiglia la sua assenza è insopportabile. Com’è cambiata la sua vita dopo la morte di Joe?Anni di depressione. Hanno ucciso anche noi. Lino, il padre di Joe, non riesce più a tornare a Oria. Dopo due giorni dalla scomparsa di Joe, Fullone e Pa-lazzo sono andati a fargli visi-ta, come se niente fosse. Non si perdonerà mai di aver loro of-ferto il caffè, di non aver capito niente, di non essere riuscito a proteggere suo figlio. Io piango tanto, ma evito di farlo davanti a Jonathan, che tuttora soffre per la morte del fratello, cui era molto legato. Ora ho una grande gioia: sono nonna da due mesi. Quando guardo Julia vedo gli occhi di Joe… Mentre si parla della bambi-na, Jonathan rientra in casa e dice la sua. Il suo tono è arrab-biato:Joe era buono, non meritava quella morte. Povero fratello, come l’hanno ridotto quel ma-ledetto giorno! Se fosse vivo vedrebbe sua nipote. Le avreb-be già comprato tutta l’Ame-rica! Ricordo che pensavamo a quando saremmo diventati papà. Io non sarò mai zio. Dice-va sempre che sarebbe morto giovane, aggiungendo: «Porta-te sulla mia tomba le sigarette, ché senza non posso stare». Ora è lassù, ma ne parliamo sempre perché è un po’ come

mantenerlo vivo. Tornerò a Oria, ma non ci vivrei mai. Lì c’è mio fratello e voglio andare a trovarlo. Ora mi accontento del mare: quando ci vado, lo sento più vicino.

Joe oggi avrebbe 24 anni. For-se sarebbe un cuoco. Sicura-mente sarebbe felice di avere una nipotina che un po’ gli so-miglia. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

di LAURA DE STRADIS

In foto Anna Ungaro con i fi gli Joe (il più grande) e Jonathan

Jonathan con la compagna

La piccola Julia, fi glia di Jonathan

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8 1-15 Novembre 2011 - n. 10

FRANCAVILLA FONTANA

NIENTE TAC FINO AL NUOVO ORDINEEsami diagnostici riservati ai soli “interni”. Il grido d’allarme del direttore sanitario Antonio Montanile: «Non c’è personale, speriamo di risolvere al più presto»

CHI DENUNCIA liste d’attesa infinite per effettuare una Tac e punta l’indice contro il “Da-rio Camberlingo” dovrà presto ricredersi. Sì, perché non c’è d’aspettare mesi e mesi, non ci sono code interminabili, pro-spettive inverosimili, niente di tutto questo. Semplicemente, la Tac non si può proprio fare. Lo si evince dalla simulazione fatta allo sportello del Cup che mostra come il numero, il po-sto e i giorni minimi di attesa per una prenotazione siano di fatto inesistenti: prenotazione numero zero: non ci sono pre-notati né ci potranno essere fino a novembre. Lo conferma il direttore sani-tario, Antonio Montanile, che parla di una sospensione a termine che sfiorerà, al massi-mo, i primi giorni di dicembre. Unica eccezione per i malati oncologici e per gli interni, quindi i pazienti ricoverati, che potranno, per diritto di prece-denza, beneficiare degli esami diagnostici. Il perché della so-spensione è lo stesso dirigen-

te a spiegarlo: «C’è penuria di tecnici, che a breve saranno integrati con altri dipendenti, tempo massimo una quindici-na di giorni». Carenza di per-sonale, impossibilità di assun-zione e conseguente richiesta di mobilità. Queste sono le cause che mettono in difficoltà il reparto e i dipendenti, l’im-possibilità di effettuare esami di questo tipo è un grosso disa-gio per l’utenza, ma pure per lo stesso presidio, considerando che la richiesta di Tac è assai

maggiore al “Camberlingo”: lo strumento è migliore, più in-novativo e sofisticato rispetto a quello di Brindisi, per esem-pio, e consente una scansione approfondita.Comunque sia, chi dovrà ef-fettuare un esame diagnostico dovrà andare provvisoriamen-te ma obbligatoriamente al Perrino. Il “Camberlingo” oggi accoglie solo i pazienti con pa-tologie gravi provenienti anche dai comuni limitrofi, per esem-pio Ostuni e Ceglie.

Tuttavia, per sopperire a una situazione scomoda per i cit-tadini dell’intera provincia co-stretti a spostarsi solitamente a Francavilla o a Brindisi per effettuare le Tac, è stato pre-disposto un piano di acquisto dello stesso macchinario pro-prio a Ostuni, Brindisi - sia per il Perrino che per il Di Summa -, Ceglie, Mesagne e, in seguito, San Pietro Vernotico. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

di ERICA ZINGAROPOLI

Antonio MontanileApparacchiatura per esami diagnostici

ORIA

La “Festa del passaggio”“ALZATI e acchiappACI”: si chiama così l’edizione 2011 della “Festa del passaggio” per l’Azione cattolica della Diocesi oritana, che si terrà domenica 6 novembre po-meriggio presso il Seminario vescovile “San Carlo Borro-meo” di Oria, organizzata dalle equipe di settore con il coordinamento degli assi-stenti diocesani don Antonio Andriulo (per i giovani) e don Lorenzo Melle (per i ragazzi). La “festa del passaggio” è l’appuntamento annuale che vede i giovanissimi dell’Azio-ne cattolica transitare dall’A-cr (il gruppo dei ragazzi, fino ai 14 anni) all’Acg (il settore giovanile): un momento di festa con animazione, gare a squadre e poi il giuramento. I ragazzi da tutte le parrocchie dei comuni della Diocesi confluiranno a Oria per vive-re un giorno importante del loro cammino di fede. di p.m.mazza

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91-15 Novembre 2011 - n. 10

FRANCAVILLA FONTANA

INTEGRAZIONE E MALUMORIProblemi assortiti per il servizio di assistenza ai disabili: ritardi, insuffi cienzee rimbalzi di competenze tra Ambito sociale e Provincia

È PARTITO, con ritardo e tra mille polemiche il servizio d’integrazione scolastica de-stinato ai diversamente abi-li nei comuni di Francavilla, Ceglie, Oria, Carovigno, San Michele e Villa Castelli. I com-petenti uffici Asl avrebbero indicato con ampio ritardo, a settembre inoltrato, 127 utenti interessati a un’assi-stenza a tempo pieno, a fron-te dei 104 dell’anno prece-dente. «Un’anomalia – dice il presidente dell’Ambito socia-le, Mimmo Bungaro - nell’a-nomalia: non si capisce bene di chi siano le competenze: nostre o della Provincia? Se è vero che gli ambiti devono garantire il servizio fino alle medie inferiori, per quanto concerne le superiori ogni anno assistiamo ai soliti rim-palli di responsabilità». Una diatriba annosa, quella tra Ambito e Provincia, che ha trovato una semi-soluzione nei giorni scorsi, con la sigla di un accordo per cui il servizio

è gestito dall’Ambito anche per le superiori e la Provincia vi concorre con fondi propri: circa 60mila euro. Un accor-do che ha lasciato un po’ di amaro in bocca, soprattutto a Bungaro, per nulla soddisfat-to: «Gli studenti aventi diritto ad assistenza integrale nelle medie superiori e che sono 23. Ciò richiede una spesa di 150mila euro, che pesa sul-le casse dell’Ambito: 60mila euro sono meno della metà». Uno scontro all’ultimo euro che sfianca soprattutto i geni-tori e gli stessi assistenti. Un gruppuscolo di professionisti armato di buona volontà e pazienza, ma che non può mai godere della necessaria stabi-lità per costruire un percorso a lungo termine. Una di loro è Tania Oggiano, che presta ser-vizio a Oria: «La nostra – dice – è una missione sia educativa che assistenziale che funge da “cerniera” tra la famiglia del disabile e la scuola. La mia professione trova il successo nel rendersi inutile accanto all’alunno disabile perché è

tanto più efficace quanto più rende la scuola e l’assistito in grado di fare da solo, aven-do individuato strategie di superamento e/o riduzione dell’handicap e modalità di lavoro in cui la disabilità sia davvero vissuta come “risor-sa”». Perché – è bene ricor-darlo, al di là di scaricabarile e questioni venali – al centro di tutto ci sono pur sempre dei ragazzi bisognosi di sostegno e gente davvero in grado di darglielo. [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

di CLAUDIA TURBA

Tania Oggiano, assistente sociale

AMICI a quattro zampe, correte al riparo. L’amministrazio-ne ha dichiarato guerra ai cani e ai loro padroni maleduca-ti. Multe a raffica per gli animali a spasso senza l’apposito kit “salva marciapiedi”. E i padroni di Fuffy rispondono all’unisono: «Ok le regole, ma aiutateci a rispettarle!» È in questo modo che la pensa un gruppo di assidui fre-quentatori del parco Alfieri, bestiole al seguito. Lamenta-no l’assenza di luoghi adeguati allo “svago” degli animali domestici, dell’impossibilità di accedere ad altri parchi cittadini e di cassonetti dove gettare le deiezioni. «Il pro-blema non sussisterà più – assicura l’assessore Francesco Fumagalli –, dato che tra poco per le vie della città saranno installati dei totem appositi alla raccolta delle feci». Una decisione che, con molta probabilità, farà storcere il naso a molti ma che pare essere l’unica soluzione possibi-le per non pestare “la fortuna”. Nel frattempo, cani e pa-droni, terrorizzati dal blocchetto persecutore, si aggirano per la periferia della città con fare sospetto e pronti alla fuga per evitare la contravvenzione, che ammonta a 50 euro. di c.t.

Multe per i cani senza kit ma dove sonoi bidoni?

FOTONOTIZIA

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(…) dei ragazzi. La signora Vige-vani, nel suo discorso, ha tocca-to diversi punti di grande inte-resse attuale, non lasciandosi mai andare a facili sentimenta-lismi strappalacrime. La sua testimonianza è un lu-cido sguardo sul passato e sul presente con uno slancio verso il futuro che porta dentro più di un sorriso. «Sono un’inguaribi-le ottimista, me lo dicono». E se queste parole escono dalla boc-ca di una donna ebrea italiana, emigrata in Argentina per sfug-gire alle leggi razziali e che lì ha vissuto cinque dittature, l’ulti-ma delle quali le ha strappato la figlia Franca ad appena diciotto anni…c’è da pensare. «Noi madri di Plaza de Mayo combattiamo da 30 anni una battaglia nonviolenta: quella della giustizia». Ogni giove-dì, queste donne si riuniscono sotto la Casa Rosada, la sede del governo argentino, coi loro fazzoletti bianchi in testa, in ori-gine i pannolini di stoffa dei figli scomparsi, e girano intorno alla piazza perché ferme non pos-

sono stare. «Una delle prime manifestazioni, nel 1977 - dice Vera – un poliziotto c’intimò di circolare dato che c’era il divie-to di assembramento nei luoghi pubblici. Da allora noi circolia-mo. Da più di trent’anni. E non ci fermeremo finché non otterre-mo giustizia per la memoria dei nostri figli». I soci di “Città solidale” han-no conosciuto Vera durante il soggiorno in Argentina, dove si erano recati per uno scambio professionale e culturale dopo aver ospitato dei colleghi d’ol-treoceano a Latiano. Da qui è nata l’idea della visita di Vera in Italia per un vero tour al fian-

co del dottor Franco Colizzi, presidente del centro di salute mentale di Brindisi. Grazie an-che a Vera e alle altre Madres, “Città Solidale” ha rinsaldato i legami con i colleghi argentini e gli operatori sono al lavoro per presentare due importanti progetti da esportare oltreoce-ano: un catering di alimenti per celiaci e un laboratorio per la produzione di cioccolato. Anche queste piccole grandi imprese sono, per Vera, un degno modo per ricordare la figlia Franca, strappata alla vita troppo presto da uomini che il senso della vita non lo avevano [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

LATIANO

STORIE DI MADRES CORAGGIOA colloquio con Vera Vigevani Jarach, la fi glia è tra i desaparecidos del regime di Videla in Argentina: «Ci battiamo per la giustizia girando attorno alla Casa Rosada»

Vera Vigevani Jarach. Foto di Daniele Errico

La Casa Rosada, sede del governo argentino

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MANO sul clacson e un beep ad ogni incrocio: è così che gli automobilisti di Erchie percorrono la trafficata via Pola, che vanta almeno cinque pericolosi crocevia in meno di 300 metri. La visibilità per quanti vogliano immettersi sulla strada, provenendo dalle vie perpendicolari ad essa, è praticamente pari a zero: è necessario sporgersi ben oltre i segnali di stop per accertarsi che non sia in arrivo nessun'altra auto. Il numero degli incidenti è altissimo. Quanto costerebbe posizionare degli specchi parabolici agli angoli degli incroci? di m.d.g.

Incroci senza specchi invia Pola, troppi incidenti

FOTONOTIZIAERCHIE

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12 1-15 Novembre 2011 - n. 10

MESAGNE

A POCO PIÙ di un anno dall’in-sediamento dell’amministra-zione guidata dal sindaco Franco Scoditti, si tirano le prime somme sul lavoro svol-to. Da un’opposizione sempre più agguerrita e accusatrice arriva, sorprendentemente, il plauso per l’azione svolta dall’assessorato a Politiche e solidarietà sociale affidato ad Alessandro Pastore, promo-tore del progetto “Aiutiamoli ad essere autonomi”, lancia-

to nel dicembre dello scorso anno, avviato a marzo 2011 e conclusosi pochi giorni ad-dietro. Lo scopo del progetto è stato quello di rendere au-tonomi i soggetti svantaggia-ti, offrendo loro un lavoro per tre mesi con una retribuzione di 500 euro mensili. Una boc-cata d’ossigeno per una città, qual è Mesagne, in cui il nu-mero di richieste di assisten-za, di vario genere, sfiora il 6 per cento. Sono stati ben 52

i soggetti coinvolti nel pro-gramma, dei quali l’otto per cento circa, per svariate moti-vazioni, non ha più partecipa-to e tre persone sono state in-tegrate per necessità durante l’estate. Unica pecca, non aver distribuito le risorse umane in base alle effettive esigenze dell’amministrazione comu-nale. Infatti, per i primi mesi del progetto, essendo prime in graduatoria dieci donne (impiegate solo nel servizio di

pulizia), le sedi comunali non

sono mai state così splenden-

ti, ma in compenso sono stati

trascurati servizi di maggiore utilità come per esempio la manutenzione del verde e la raccolta dei rifiuti.Considerati questi risultati, che hanno portato una mo-mentanea pace tra le fazioni politiche, l’assessore Pastore ha studiato e proposto un al-tro progetto simile, ma stavol-ta per l’inserimento al lavoro dei diversamente abili. di cla.tu.

[email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

BORSE LAVORO, TUTTI D’ACCORDOPlauso bipartisan all’integrazione dei più svantaggiati: 500 euro in cambio di lavori di pubblica utilità. La perfezione però è lontana…

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Don Antonio, prete da 60 anniSONO TRASCORSI 60 anni da quando don Antonio De Stradis è stato ordinato sacerdote: li celebrerà il prossimo 4 novem-bre nella chiesa madre di Torre, proprio dove è nata la sua voca-zione e dove è stato parroco per ben 13 anni. Don Antonio, clas-se 1929, frequenta il ginnasio presso il Seminario di Oria, pro-seguendo poi gli studi filosofici

e teologici a Posillipo. Ordi-nato sacerdote il 4 novembre 1951 dal vescovo di Oria, Alberico Semeraro, ricopre di-versi incarichi tra cui quello di rettore del Seminario diocesa-no, parroco a Latiano, arciprete di Sava e in seguito di Torre. Nominato monsignore, lascia il ruolo parrocchiale nel 2004 al compimento dei 75 anni,

come previsto dal diritto cano-nico, ma anziché concedersi il meritato riposo moltiplica gli impegni: oggi è rettore della chiesa di san Francesco alla “Sardedda” - tra Latiano e San Michele Salentino - assistente diocesano del Gris e dell’asso-ciazione “Figli in cielo”, coordi-natore diocesano dei Gruppi di preghiera di Padre Pio e con-

duttore del programma “Colpo d’ala” su Idea Radio. La festa in onore di don Antonio culminerà con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo di Oria monsignor Vincenzo Pisanello e concelebrata dai sacerdo-ti della diocesi, tra cui anche l’attuale arciprete di Torre don Raffaele Giuliano. di p.m.m.© RIPRODUZIONE VIETATA

TORRE SANTA SUSANNA

Don Antonio con il vescovo Pisanello

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131-15 Novembre 2011 - n. 10

TORRE SANTA SUSANNA

NON È UN CENTRO a traffi-

co limitato, bensì a traffico

obbligatoriamente continuo

quello di Torre, all'interno del

quale è consentito sì circola-

re, ma è praticamente impos-

sibile parcheggiare. Chiunque

abbia avuto la pessima idea

di raggiungere in macchina

le vie centrali della città si

sarà reso conto della diffi-

coltà, una volta arrivato nei

pressi del luogo di interesse,

a fermarsi e a scendere dalla

propria auto, se non a costo di

percorrere una distanza alme-

no pari a quella che avrebbe

affrontato se avesse deciso

di uscire da casa a piedi. La "zona rossa" del parcheggio occupa buona parte del cen-tro cittadino e più dettaglia-tamente tutta la zona intorno

a piazza Umberto I. A partire dall'ultimo tratto di via Le-anza, costeggiando i frantoi ipogei e proseguendo tanto verso largo Colonna, quanto,

a destra, fino al piazzale della chiesa madre, il numero di po-sti auto che si incontra si può contare sulle dita di due mani. Otto parcheggi complessivi per tre delle arterie principali del paese. Tra via Leanza, via Roma, largo Colonna e piaz-za Umberto I sono decine i luoghi di interesse pubblico: non solo esercizi commerciali (quattro bar, due macellerie, un tabaccaio, un'edicola e un paio di negozi di abbigliamen-to), ma anche l'unico ufficio postale, una banca, la biblio-teca comunale e un museo. La conseguenza, prevedibile anche se scorretta, è che ai bordi delle strade, in maniera

del tutto irregolare, sostano quotidianamente decine di veicoli di cittadini esasperati dall'assenza di parcheggio. I divieti di sosta di cui le vie sono costellate sono, infatti, puntualmente ignorati, con caotiche conseguenze sul traffico. Vista la riorganizza-zione in atto della viabilità di Torre, interessata proprio in questo periodo da modifiche sostanziali nelle zone perife-riche, sarebbe forse il caso di pensare anche a una risolu-zione dei problemi del centro storico, cuore del commercio e dei servizi [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

C'È FERMENTO in questi giorni a Erchie, dove le posizioni dei diversi esponenti politici van-no delineandosi in vista delle prossime elezioni ammini-strative del maggio 2012. Con tutta la prudenza che questa fase di "gestazione" politica richiede, è già possibile racco-gliere prime impressioni e in-discrezioni. È insomma partito il "totosindaco": sistema non a premi d’informazione e pre-visione sui prossimi candidati sindaco. La disposizione lungo il canonico asse mediano (con i partiti di centro-destra da un lato e quelli di centro-sinistra dall'altro), che aveva caratte-rizzato le elezioni ercolane del 2007, ha subito questa volta una variazione. È di pochi gior-

ni fa l'accordo siglato tra Sel, Idv e Pd con il gruppo consi-liare indipendente guidato da Giuseppe Polito - ex vice-sin-daco poi defenestrato - eletto cinque anni fa nelle fila di An. Proprio gli “indipendenti”, che nel frattempo troveranno si-curamente “casa”, potrebbero costituire l'ago della bilancia: Polito e Giuseppe Cava – altro consigliere ex centrodestra – hanno difatti raccolto nel 2007 un consenso di circa 750 preferenze personali. Un peso elettorale significativo in una città in cui lo scarto di 19 punti percentuali tra maggioranza e opposizione è equivalso ad appena 1.100 voti. Il candida-to sindaco della nuova coali-zione potrebbe essere proprio

Giuseppe Polito: sono in molti a crederlo. Altri sostengono invece che la candidatura più plausibile sia quella di Mimmo Scarciglia, giovane segretario di Sinistra ecologia e libertà, già candidato alle provinciali del 2007. Il variegato gruppo di coalizione potrebbe, però, riservare anche delle sorprese

e sfoderare, inaspettatamente, qualcun'altra delle personalità militanti nei suoi quattro parti-ti. Sul versante opposto le quo-te del totosindaco si abbassano inesorabilmente, data la pre-sunta facilità della scommessa: nonostante l'attuale sindaco Giuseppe Margheriti non ab-bia, infatti, ancora confermato

la propria ricandidatura, con ogni probabilità sarà nuova-mente l'uomo del centrodestra. La nomina dei candidati sinda-co avverrà presumibilmente già nelle prossime settimane e con essa, magari, anche la pre-sentazione dei programmi agli elettori. di [email protected]© RIPRODUZIONE VIETATA

CITTÀ SENZA PARCHEGGICircolazione a traffi co obbligatoriamente continuo specie in centro: per gli automobilisti è praticamente impossibile scendere dalla macchina

Il divieto di sosta in tutta l'area antistante gli ipogei

Giuseppe Margheriti Giuseppe Polito Mimmo Scarciglia

Amministrative, è già totosindacoElezioni a maggio, ma città in fermento. Il centrosinistra tra Polito e Scarciglia, il centrodestra probabilmente confermerà l’attuale sindaco Margheriti

di MAURA DE GAETANO

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14 1-15 Novembre 2011 - n. 10

VOLTI E VOCI DELLA NOTTEa cura di Pietro Favorito • [email protected]

IL PERSONAGGIOLO STRILLONESI TUFFA NELLAMOVIDA

Intervista a Desdemona e Teresa De Milito delloJaipur Club, ovvero la discoteca al femminile

CI SIAMO messi una stra-na idea nella testa: oltre a fare rumore di giorno, abbiamo deciso di dare fastidio anche di notte. Nasce così una nuova ru-brica: Skiamazzi Notturni. A questa rubrica Lo Stril-lone dedica ben due pa-gine per mettere in risalto la movida brindisina e i suoi protoganisti.Vi porteremo in giro per locali, vi segnaleremo gli appuntamenti più inte-ressanti dell’intera pro-vincia e vi mostreremo il mondo della notte come non l’avete mai visto. Da-remo ampio spazio a chi di notte lavora e a chi aspet-ta l’arrivo dell’oscurità per iniziare a vivere. Para-frasando e personalizzan-do dunque una vecchia canzone dei Litfiba, lasce-remo il giorno allo Strillo-ne, ma la notte sarà solo di Skiamazzi Notturni.E così, tanto per gradire, e per non creare frastuoni assordanti, almeno all’i-nizio, presenteremo come primo artista in vetrina un gruppo musicale compo-sto da sole donne: il Sa-

lent Melody Quartet. Clementina Martakò Ste-fanelli (I violino), Carme-la Miglietta (II violino), Claudia Russo (viola), e Merita Alhimillaj (violon-cello) sono la formazione base di un gruppo la cui proposta musicale può essere integrata con voce cantante, tastiera, percus-sioni e dj. Il loro reperto-rio, italiano e straniero, alterna il genere classico a quello più leggero, dando vita ad esibizioni che altro non sono che la sintesi di un lungo lavoro del grup-po in una visione stilistica e interpretativa volta a mettere in luce i punti di contatto tra diversi generi musicali.Insomma, per una piace-vole serata in un locale notturno o per allietare un giorno importante come quello del proprio matri-monio, il Salent Melody Quartet è senza ombra di dubbio una validissima alternativa. Per ulteriori informazioni contattare la redazione di Skiamazzi Notturni.

A tre anni dalla nascita del-lo Jaipur Club, la discote-ca mesagnese si è guada-

gnata un ruolo da protagonista assoluto delle notti brindisine.Parte la nuova stagione inver-nale: si comincia il 29 ottobre, e si fa subito sul serio. L’unique chance possible è lo slogan con il quale si apriranno le danze e la dice tutta su quelle che sono le intenzioni delle titolari della discoteca: lo Jaipur non vuole concedere alternative e su come farlo ha le idee molto chiare. Desdemona e Teresa assicurano che stupiranno il popolo della notte brindisno e lo faranno con effetti speciali, una ricca programmazione, e quel pizzico di fantasia e im-prevedibilità proprie del gentil sesso. Skiamazzi Notturni le ha incontrate per un’intervista con l’intento di scoprire cosa ci aspetta per la nuova stagione dello Jaipur.Come è nato lo Jaipur? Nasce dall’idea di voler dare una connotazione che evidenzi un aspetto spirituale in un con-testo in cui vige un'esternazio-ne dell’apparire. Ci è sembrato che riferirsi ad una città indiana fosse una sintesi e un’allusione a questa realtà dell’essere. È chiaro che tutto questo acqui-sta un significato più profondo se si pensa che la realtà dello Jaipur è gestita unicamente da noi due che, oltre ad essere sorelle, siamo due donne. Due

donne che lavorano in un clima come quello delle discoteche che unicamente per un limite quasi antropologico si ritrova ad essere impregnato da una cultura manageriale maschili-sta. Per questo motivo protago-nista del nostro logo è il fiore di loto, che nella cultura indiana è espressione del divino femmi-nile. Si riparte dopo una lunga atte-sa, con quali obiettivi?Cercheremo di proseguire su un progetto costruito nel tem-po cercando di creare eventi esclusivi dedicati al popolo della notte, rivolgendosi a un pubblico selezionato. Chiara-mente approfitteremo dei ri-sultati delle scorse stagioni, e grazie all'esperienza maturata, le competenze artistiche, ga-rantiremo lo stile tipico che ha contraddistinto il brand Jaipur.Qualche anticipazione sulla programmazione artistica?Fatto di diverse espressioni artistiche tra arte e musica, il programma Jaipur “l’unique

chance possible”, propone collaborazioni con dj e spetta-coli di animazione prestigiosi, a partire da sabato 29 ottobre con dj set firmato Loira Linda e Gianni di Maria e la voce Fabio Marzo. Sabato 5 novembre Da-nilo Seclì e Catrina Devis e con-tinuando ad alternare artisti di calibro nazionali come Stefano Pain, Simone Cattaneo, Ema Stokkolma, Andrea Paci, Nicola Zucchi e molti altri.Qual è il vostro punto di forza?Per realizzare un lavoro che si contraddistingua per lo sforzo creativo, ricco di importanti collaborazioni, lo Jaipur parte-cipa attivamente all’attività di pubbliche relazioni con il suo staff di p.r. di modo che il risul-tato sia frutto di una apprezza-bile e necessaria sinergia tra diverse strutture. Posto che tutto debba essere coordinato e completarsi in maniera fluida, ci sentiamo in dovere di sotto-lineare l’importanza del lavoro dell’intero staff, un indiscusso punto di forza.

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151-15 Novembre 2011 - n. 10

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1-15 Novembre 2011 - n. 10 pagina 16

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