Lo squalo delle Maldive in - Riviera Web · qualche core buono con due o tre cellulari, i videi si...

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-Gentile dottor squalo, grazie per il tempo che dedicaalla nostra testata…-Grazie a voi di darmi l’occasione di esprimere pubbli-camente la mia opinione riguardo all’accaduto.-Intende riferirsi all’episodio in cui lei si è mostrato aibagnanti?-Esatto.-Quindi conferma quanto è stato scritto dai giornali?Lei si trovava a Catona? Non vorrei apparire scortese,ma hanno detto che pochi giorni prima era stato avvi-stato a Sibari! Il video era lo stesso… insomma, era aCatona o a Sibari?-Ma in nessuna delle due! Ma ancora non hai capitocome vanno avanti queste cose? Pare che vieni dallamontagna del sapone…-Quindi la realtà dei fatti qual è?-Il video l’avemo girato io e Lella sul litorale lazialeperché io so’ de Roma (anche se tifo Lazio). Che pote-va essere, Cerveteri o Ladispoli, nun me ricordo…perché quando me ce trovo faccio diversi filmati chepoi si mandano in momenti diversi, me segui?-Non tanto…-Ma sei de coccio! Allora, mo’ te spiego, appizza l’o-recchie, però, eh. Secondo te può mai passare un’esta-te, ma dico una, senza che passa su Youtube o Fanpageun filmato di squali, tartarughe, delfini?-… in effetti…-Ecco. Prendi i delfini, che come tutti sanno sonoextraterrestri, nun se fanno pagà perché a cambià lavaluta col pianeta loro nun ce se guadagna. Le tartaru-ghe so’ tutte stupide, ma tutte. Noi squali, che semorimasti due tre, se famo pagà, me sembra giusto.Facciamo n’apparizione, tiramo fuori ‘a pinna, damodu’ botte de coda, che fa tanto fino, tanto documenta-rio tipo Piero Angela, e se qualcuno nun ce spara ‘nafiocina, se ne tornamo indietro. Conta che un filminopuò girare dalle tre alle quattro volte per estate, a noientrano i diritti ogni volta, con un viaggio riesco acampà la famiglia anche una mesata. Se poi ce sta

qualche core buono con due o tre cellulari, ividei si moltiplicano perché cambia la pro-spettiva, la durata, capisci, su Youtubepoi non si distingue l’uno dall’altro, eme pagano su tutti quelli che girano.Insomma, ce guadagno di più. Mipago tasse e convenzione veteri-naria, e pure la polizza vita per-ché non si sa mai, tengo fami-glia…-Quindi lei non era a Sibariné a Catona?-Ma ce sarò pure stato,ma per turismo! Chépoi quando uno squa-lo s’avvicina allacosta, vor dì chel’acqua è pulita, mamanco questo

avete capito,

‘a fessi!-E la signora con accen-to romano che ha detto“Ma manco alle Maldive?”, era sua compli-ce… ehm, sua collaboratrice?-E te lo sto a dì! È Lella! N’avemo girati di filmini

insieme! C’ha due figli e me sa che se sta a divorzià,però forse si rimette insieme. Ce saremo visti un saccodi volte, ha fatto un po’ di teatro perché sapeva che mestavano a filmà col cellulare… ‘na brava signora, quan-do può m’aiuta sempre, finge de spaventarse e fa unsacco de scena.-Quindi lei alle Maldive non c’è mai stato, lei è unaverdesca mediterranea?-Ossignore, me fai sudà! So’ io lo squalo delleMaldive!-Ma come, scusi? Se ha appena detto…-Ma che te pare che la vita dello squalo è ‘na nuotatanell’acqua bassa? Non lo sai che la popolazione disquali è diminuita drasticamente non solo per quelleschifezze che ci buttate negli oceani, ma perché dal1975 siamo diventati lo spauracchio dei mari?-Cioè da quando è uscito “Lo squalo” di StevenSpielberg?-Esatto, gioia. Quel film è stato la nostra morte. Siamopesci che mangiano altri pesci, la carne umana ci fapure schifo. Pensa che lo squalo balena, la creaturamarina più grande del pianeta, non ha manco i denti…-E cosa è successo dopo questa decimazione?-Che ti devo dire? La gente ci odia ma ama anche spa-ventarsi, se non ci vede alle Maldive nun ce vienemanco. Il settore turistico andrebbe in rovina! Allorabisogna darse da fare, quelle due, tre comparsate so’obbligatorie ormai. Tengo famiglia…-Ma scusi, se lei è lo squalo delle Maldive come c’èarrivato a Sibari, Ladispoli o quel che era?-No, scusa, ma m’hai visto? Secondo te sono venuto apiedi? ‘na fatica, poi!-Non volevo dire questo, intendevo chiedere perché èvenuto a Ladispoli/Sibari/Catona se la pagano alleMaldive?-Ma perché ormai in quelle zone sono sovraesposto,me conoscono tutti, e pure io li conosco a tutti. Ilpischelletto che voleva farse un po’ vedè, ché ti pareche non lo conosco? Un ragazzetto simpatico, unabrava famiglia. Vengono sempre alle Maldive quandotrovano gli sconti su Trivago. Con la mamma, poi, unrapporto particolare. Se famo certe nuotate! Io le fac-cio compagnia mentre cammina in acqua, sai, soffre divene varicose… Ormai ci diamo il tu e ci chiamiamo dinome.-Ah. E lei, se posso chiedere, come si chiama, dottorsqualo?-Mario.-Bel nome.-Grazie. E ora scusa, devo andare perché già che stonel Mediterraneo me faccio un po’ de giri, cosìammortizzo il viaggio: ‘na fatica passare prima per ilMar Rosso, poi questo Mediterraneo zozzo, a scansà

cadaveri! Ma neanche nel Gange!Ma che c’avete, Stephen King a capodel governo?-Magari!-Be’, comunque nun ce torno più.

Mo’ te devo salutà. C’ho ‘n appunta-mento serale in Sicilia. Sai, ‘na cosettaveloce, da lontano, me pagano di menoquando si vede solo la pinna, però, co’ stichiari di luna, bisogna arrangiarsi e accet-tare quello che te danno. Tengo fami-glia…-La capisco. Grazie del suo tempo estia attento alle fiocine.-Per noi squali le fiocine sono comela morte e le tasse, core mio. Ma sai

com’è …-Non me lo dica… tiene famiglia!

Lidia Zitara

Lo squalo delle Maldive invacanza a Sibari o a Catona?

Asproniente: contro-narrazione della Montagna lucente

Lo squalorivela:

“Il video non èstato girato nèa Catona nè a

Sibari. L’avemogirato io e Lella

sul litoralelaziale perchéio so’ de Roma(anche se tifo

Lazio).Conta che un

filmino puògirare dalle tre

alle quattrovolte per estate,a noi entrano i

diritti ognivolta, con un

viaggio riesco acampà la

famiglia ancheuna mesata”.

Questa settimana il sindaco metropolitano,Giuseppe Falcomatà, hadenunciato la diffusionevirale di una fake news.Alcuni giornali hannoriportato l’avvistamentoa pochi passi dalbagnasciuga di Catona diuna verdesca, squaloinnocuo e molto comunenel Mediterraneo.Ma il video dell’incontroravvicinato tra bagnantie il disorientato pescerisalirebbe al 18 giugnoscorso e si riferirebbe aun avvistamentoavvenuto a Sibari, inprovincia di Cosenza.

IN BREVE

www.larivieraonline.com R15 LUGLIO- 03 la vetrina

“Vorrei essere l’orso che per la prima volta trova il favodelle api, scopre il fascino d’ambra del miele e v’intingeun bastoncino di legno e per miracolo gli cresce intornoun’aria impregnata del profumo dolciastro dei fiori piùbelli della Terra. Se si è stati quell’orso, lo si capisce conquanta forza si possa difendere un sogno conquistato...“Vorrei venirci in eterno quassù, a ogni primavera. Leginestre spinose aprono i fiori gialli al cielo riempiendoi monti di un sapore che sa di limone, liquirizia, vanigliae caramello. I perastri si imbiancano a neve e tra profu-mi e colori l’isola che sta fra lo Jonio e il Tirreno diven-ta davvero la più gustosa fra le leccornie create daglidèi.“Vorrei levarmi insieme al dio Sole, salire con lui men-tre illumina pian piano i tornanti che portano in alto, adavvicinarsi al cielo, fino al punto in cui è possibile guar-dare giù e vedere le meraviglie che stanno ai lati e difronte al Monte, per scoprire quanto si possa odiare ilmare che ciocca a ciocca strappa i capelli bianchi a unsogno infantile.“Sì, la primavera è il tempo più giusto per scalarel’Aspromonte, quando nebbie e nuvole sono finite insoffitta, in attesa del prossimo inverno, e per le voracicavallette non esiste un riparo. Più si sale e più si puòvedere l’esercito di ingordi insetti che ogni mattina sisvegliano presto per divorare il sogno.“La primavera accende il mondo e mostra il peccato. Ei monti sono il palcoscenico adatto per capire chi odia ilmare, che stando in alto appare chiaro che chi vivetroppo in basso il paradiso non l’ha mai visto e non hamai inseguito l’orso per scoprire che il suo trofeoambrato non lo andava a divorare ma semplicemente anascondere, per proteggerlo dagli insetti…”. (Canto deldio pastore).Gli aspromontani non lo odiano affatto il mare, loJonio e il Tirreno sono stati i sentieri del sogno di ognialtrove mediterraneo, riunito in una terra il cui nomevero, per secoli, è stato Rifugio. Gli aspromontani sonofigli di una cultura antica, che ha tenuto insieme popolidiversi, che ha costruito un mondo che è stato impor-tante, grande fin quando non c’erano sbarre alle portee alle finestre. Gli aspromontani non sono contro ilmare, si oppongono a una cultura diversa, alternativa,che popoli in cerca di dominio e non di rifugio persecoli hanno cercato di insediare. E l’Aspromonte persecoli è stata terra di resistenza, di sopravvivenza di unacultura altra: coesione e solidarietà contro disgregazio-ne ed egoismo. Gli aspromontani non disdegnano lafrescura del mare, temono il fiato putrido degli acquitri-ni che spirano il puzzo dell’omologazione non il profu-mo dell’integrazione. Per questo si è banalizzato tutto,per togliere valore a una battaglia nobile, si è trasfor-mata una lotta culturale in una questione criminale. Unpopolo fiero è stato ridotto a orda mendica, ma nellaCalabria non c’è la genesi del male, c’è invece nei geniil germe della resistenza. Ed è solo la resistenza chepuò ribaltare un destino che appare segnato.L’Aspromonte è una delle tante vette che stanno in unmondo a Sud, picchi che si vorrebbero spianare, perportare tutto a livello del mare. Mi accusano di menti-re, di inventare un’epica che non esiste. Ed io non hotesti storici da contrapporre, invento se dico che gliaspromontani protessero Spartaco contro l’immensoimpero romano; invento se dico che all’esercito napo-leonico, per primi, strapparono le insegne; invento sedico che donne e ragazzi hanno fatto una gloriosa rivo-luzione profumata di gelsomino. Ho solo i cunti fattiintorno ai bracieri dalle nostre vecchie. Ma le mie, chenon sono bugie, tolgono complessi di subalternità chein passato non abbiamo avuto, gonfiano il petto di unorgoglio buono e, soprattutto, mi aiutano a non scam-biare stelle con pianeti, insetti con animali e a non tra-sformare rivoluzionari in malandrini. L’Aspromonte èun sentiero lungo millenni, con le tortuosità degli anniinnumerevoli, disegna costellazioni che emulano il cieloe non covi per i briganti di passo. Non basta una scarpi-nata di un giorno, una settimana, un mese, un anno perraccontarlo. L’Aspromonte non è un monte, è unamontagna: una femmina fiera che partorisce e allatta ipropri figli con amore, li addormenta con canti e favole.Il male è degli uomini, non dei luoghi. E l’Aspromonte,per chi continua a non saperlo, è Lucente non aspra.

Gioacchino Criaco

In attesta della manifestazione“Gente d’Aspromonte” che si svol-gerà ad Africo 19, 20 e 21 luglio,proponiamo questo editoriale diGioacchino Criaco, come semprepuntuale interprete della realtàmontana calabrese.

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UGLIO

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ROCCELLA

Giovedì scorso il super yacht Kismet è rimasto ancorato dinanzi al Portodelle Grazie, a Roccella Jonica. La nave di lusso, costruita nel 2014 e lunga95 metri, naviga attualmente sotto bandiera delle Isole Cayman ed è statadescritta dal Daily Mail come la più costosa nave a noleggio al mondo.Non è dato sapere chi ci fosse all’interno, ma abbiamo saputo che il superyacht trasportava almeno 50 persone tra membri dell’equipaggio e passeg-geri, che voci di corridoio affermano stiano pagando 1,2 milioni la settima-na per il comodato d’uso della nave. Giustamente enorme la soddisfazio-

ne dello staff del Porto delle Grazie, che ha sottolineato quanto sia impor-tante che un gruppo di turisti extra lusso proveniente dall’altra parte delmondo abbia deciso di approdare con la propria nave nel porto dellaLocride piuttosto che scegliere le ben più blasonate mete di Portofino,Taormina o anche delle isole spagnole o greche. Nonostante la nave nonsia rimasta a lungo ancorata dinanzi a Roccella, tante sarebbero state lerichieste, anche inusuali, che i passeggeri hanno rivolto allo staff del Portodelle Grazie, non da ultima quella di effettuare un giro turistico esclusivo

tra i paesi più caratteristici del nostro comprensorio, tra cui Locri, Geracee Stilo. Questo dato, assieme a quello relativo all’arrivo di altri quattroyacht di lusso nella stessa giornata, tra cui quello del magnate italo-austra-liano Nick Scali, confermano il trend secondo il quale la Locride è metasempre più attenzionata dal turismo di lusso e che lasciano ben sperareper lo sviluppo turistico e conseguentemente economico del nostro com-prensorio, che ha tutte le potenzialità per divenire meta richiestissima daiviaggiatori esteri.

Lo scorso 23 aprile 2018, con delibera nº 101,l’Amministrazione Comunale di Siderno hastabilito l’intitolazione a Pierre Ceresole deltratto stradale compreso tra l’incrocio di ViaToronto e la Strada Statale 106 Jonica, e adEnrico Berlinguer della nuova piazza diContrada Donisi. Eseguiti gli adempimentiburocratici previsti dalla legge, l’assessore alla

toponomastica Luigi Guttà ha comunicatoche questa sera, 15 luglio, alle ore 19, si svol-gerà la cerimonia di intitolazione della piaz-za di Contrada Donisi all’esponente delPartito Comunista Italiano e sarà al con-tempo rinominata la strada che da oggi inpoi porterà il nome del fondatore delServizio Civile Internazionale.

1) “Il Presidente della FIGCTavecchio non poteva dire chiara-mente a Ventura che doveva schie-rare Insigne nella partita (finitamale) contro la Svezia. Gli fece sem-plicemente sapere che sarebberoarrivati allo stadio di Roma 30milanapoletani, che durante l’intervallodella partita un gruppo con i man-dolini avrebbe cantato Marechiaro,che sarebbero state distribuite suglispalti delle pizze…” Più chiaro dicosì… Non vogliono dire chiara-mente che serve una politica che…ci prenda, ma fanno semplicementesapere che bisogna assolutamentefinirla con l’ipocrisia della partito-crazia locale (?) che ha lottizzato alungo il settore della sanità dellaLocride, con la favola dellaBovalino-Bagnara, del compagnoOliverio così attento, di un’istruzio-ne prêt-a- porter… con tutte le cosestorte che si dicono… Più chiaro dicosì…2) “Grillo gira in macchina perRoma e dice di non aver visto nessu-na buca… Lo possiamo proporrecome campione mondiale di gimka-na”. Si deve guardare da quell’asses-sore comunale di Bovalino. Chedice la stessa cazzata.3) C'è incanto, per certi versi delfascino, nella strategia con la qualesi infierisce su quel che resta diForza Italia. Della stessa condizionedi angoscia in cui versa il PD se ne èoccupato per ultimo LucianoViolante: “La modernità che abbia-

mo cercato non è stata nel riconosci-mento della dignità sociale dei cetideboli, ma dall'alleanza con i cetiforti… La sinistra ha perso la sinto-nia con il popolo e ha cominciato aconvivere con la realtà, invece cheimpegnarsi a trasformarla. È rima-sta fredda…”. E Renzi fa finta diniente. “Sono le destre che sonodiventate calde, capaci di entusia-smare, di proporre la trasformazio-ne della società…”. Ora, sappiamobene che se si tornasse al voto ledestre vincerebbero, ma quando siparla di destre, si parla di una Legacon un peso triplo rispetto a ForzaItalia (30% vs. 10%). E Berlusconifa finta di niente. Critica in toto ilDecreto Dignità di Di Maio e trovail posto a Galliani, che fin qui abbia-mo conosciuto come Presidente delMilan. Prima che impari cos’è lapolitica… (Vittorio Feltri eMarcello Veneziani non hanno fattosconti su questa “svolta”). C'èsoprattutto del metodo in questofarsi del male. È nei piccoli aficiona-dos di casa nostra che fanno sognida grandi. Leggere, intervenire no,sulla riorganizzazione della sanitàdella Locride, a proposito dellemulte della UE per il cattivo funzio-namento dei depuratori, sulla rac-colta differenziata dei rifiuti che nondecolla, sui voucher in agricoltura enel turismo, sul lavoro? Per impara-re intanto la grammatica dell’oppo-sizione…

Franco Crinò

Intitolata aEnricoBerlinguer lapiazza diDonisi

Bisogna finirlacon l’ipocrisiadella partito-crazia locale

che ha lottizza-to a lungo ilsettore dellasanità della

Locride e con lafavola dellaBovalino-Bagnara

SIDERNO

La Locride meta sempre più ricercata dal turismo di lusso

Ci vuole tanto a capire?

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IN BREVE

Relegati in un angolo con la “nduja” e le soppressa-te i calabresi sono stati “ospitati” nel luogo simbolodella Lega. Martedì scorso Salvini ha ricambiato lavisita ed è stato accolto in Calabria come un eroe.

Gli apparati dello Stato non vengono

istituiti per fare parate.Nonostante la somiglianza dei duesostantivi si sostanziano moltodiversamente. Parata, sostantivofemminile - per estensione - esibi-zione, sfoggio, mostra; apparato èun sostantivo maschile che indical’insieme dei dirigenti, dei funzio-

nari dell'amministrazione statale o di un partito;una qualche confusione si sarà ingenerata se gli

apparati pensano che la loro funzione sia effettuareparate. Circa due anni addietro il mio amico

Antonio Barca proprietario, assieme alla sua ado-rabile moglie Teresa, dell’unico rifugio montanodegno di tale nome che esiste in Aspromonte, miraccontò di quando il Presidente del Parlamentodanese fu ospite del rifugio e usciva in escursionecol figlio senza che volteggiassero elicotteri, chenon vi fosse spiegamento di camionette e carri

armati e soprattutto senza che nessuno avesse avvi-sato, perquisito il posto e riempito di cimici il rifu-gio. Ero estasiato da tale vicenda e mi sarei augura-to di vedere un cambio di passo con il nuovo gover-no del cambiamento, gialloverde, popolare e popu-lista, degli onesti, dei semplificatori, dei castigamat-

ti (sono tutte dichiarazioni del sacco dei nuoviinquilini delle istituzioni). E invece? Quando si

muove anche solo un funzionario di terza fila (leggisottosegretario) il circo equestre (così lo chiama

Montalbano) si mobilita allo spasimo. Si studiano ipercorsi, si analizzano le possibili varianti, si spiega-no le tre forze armate, la protezione civile, le segre-terie politiche e i portatori d’acqua. Si perquisisco-no i locali degli incontri, le cucine dei ristoranti, i

bagni delle sale convegno e si crea un cordone sani-tario per proteggere chi con molta probabilità nes-suno pensa di attentare. Ma in difetto passerebbeinosservato, anonimo e senza storia. Gli apparati,invece, si mobilitano per ingorgare le prime file. Èuno spasso vederli sbracciare per essere accanto alnotabile di turno e, con questo caldo torrido, indos-sano sempre l’abito scuro e la cravatta abbinata aicalzini, e il sudore imperla le fronti e le mutande. Èstato divertente vedere gli apparati al seguito delneo statista di elevata statura che è venuto a fare ilbagno di folla alla tendopoli di San Ferdinando

dopo che, in braghe di tela, si è concesso anche untuffo in piscina in uno dei beni più rilevanti confi-scati alla mafia in Toscana. "La lotta alla mafia saràuna priorità mia e del Governo. Mi piacerebbe

essere ricordato, alla fine del percorso, come unoche più di altri ha combattuto camorra, 'ndranghetae mafia". Sono le parole del ministro dell'InternoMatteo Salvini durante la sua visita all'azienda diSuvignano, nel comune di Monteroni d'Arbia, inprovincia di Siena, confiscata a un imprenditore diCosa Nostra nel 2007. "Dobbiamo lasciare questi

signori in mutande, perché l'unico modo di combat-tere la mafia è sequestrargli tutto". “Che gusto fareil bagno nella piscina confiscata al boss. Doppiogusto”. E intanto in mutande c’era lui. Il grandestatista! I microfoni spiegati al barbazzale erano

centinaia e si contendevano la prima fila per diffon-dere il verbo ma anche avverbio e sostantivo. Moltopiù dignitosi i neri migranti, a parte qualche selfie.Bossi faceva ridere col celodurismo Salvini, invece:è l’anaconda che ha ingoiato Di Maio e per digerir-lo gli ci vorranno 30 anni. Tanto ha dichiarato divoler durare. Più di Spadolini il bis di Craxi ma

meno di Andreotti; modesto! Forse voleva dire 10da vicepresidente del consiglio + 10 da ministrodell’Interno + 10 da segretario della Lega, che fatrenta appunto. Il tempo di sistemare l’Italia, scon-figgere la mafia e rimandare indietro i neri (com-pletando l’opera iniziata da Minniti) e poi godersi i49 milioni alle isole Vergini leggendo Topolino. Ecome sorridevano gli apparati da parata a questabattuta. Infatti sotto le cartelle delle pratiche gia-

centi leggono, di nascosto, Topolino perchél’Espresso non lo capiscono. Amen!

Arturo Rocca

La paratadegli

apparati o gli apparatida parata?

Calabresia Pontida e falsi eroi in Calabria

Icalabresi hanno conquistato Pontidaluogo simbolo della Lega. Li ho visti intelevisione relegati in un angolo con la“nduja” e le soppressate e qualcheorganetto a suonare tarantelle;comunque tenuti a una distanza side-rale dalla plancia di comando.Non giu-dico ma rifletto e mi domando: dov’èfinita la fierezza calabrese?

Che fine ha fatto la nostra dignità e l’orgo-glio ribelle che ci ha accompagnato per seco-li di storia?Dal prato di Pontida sono partiti gli insultipeggiori nei nostri confronti e dal quel palco,per decenni, s’è scatenato il peggiore razzi-smo contro i calabresi e contro i meridiona-li. Da Pontida è partita la proposta di seces-sione dell’Italia mentre si saltellava gridando“chi non salta italiano è”. E noi siamo italia-

ni!Nessuna autocritica e nessuna scusa da partedei nuovi leghisti.Non ne hanno avuto alcun bisogno! E oggi -anche noi calabresi - siamo stati “ospitati”sul prato del famoso giuramento.Mi si perdoni il paragone che non vuoleessere assolutamente lesivo alla dignità dellesingole persone ma la scena dei “calabresi aPontida” mi ha ricordato la strategia dei vec-chi feudatari che dopo aver randellato perbene la povera gente, in occasione di qual-che festa, aprivano loro le scuderie delcastello.E la plebe festosa accorreva contenta e feli-ce, portava doni, (magari nduja e soppressa-te) e suonava l’organetto.Servi erano e servi restavano ma per un gior-no avevano messo piede nel castello sebbe-

ne nelle infime stanze dei loro padroni.La rabbia repressa? Invece che contro glisfruttatori veniva sfogata nei confronti deipiù poveri: “u cani arraggiatu muzzica sempisempi u sciancatu”.Nessuno pensi che la dirigenza leghistaabbia rinunciato alla propria strategia, l’hasolo aggiornata e resa più subdola e aggres-siva. Invece di promuovere la secessione(che a loro non conveniva) hanno promosso(e vinto) il referendum del 22 ottobre scorsoche rimetterà al centro la “questione setten-trionale” e si risolverà in un ulteriore dre-naggio di risorse (e di dignità) dal Sud alNord del Paese.Salvini ha ricambiato la visita e martedì scor-so è venuto in Calabria, accolto ovunquecome un eroe.Il suo merito? Ci ha indicato il “nemico”!

Lo scorso 9 luglio il Ministro dell'Interno,Matteo Salvini, è stato a Reggio Calabria.

Ha visitato un immobile a Palmi, confiscatoalla mafia e destinato a diventare sede delcommissariato di polizia di Stato, ed è statoa San Ferdinando, per un sopralluogo alla

nuova e vecchia tendopoli che ospitacittadini stranieri, in parte impiegati in

lavori agricoli stagionali.

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“Mano nellamano conquell'africano

E la “plebe”, prima che lavoro, sviluppo,libertà, democrazia, ha bisogno di un “nemi-co” su cui sfogare le proprie frustrazioni,consolarsi dalle sconfitte e liberarsi dallecolpe.Il nemico è la cosa più importante di cui unpopolo che ha perduto la ragione ha biso-gno. Lo sapeva bene Stalin (bisognerebberileggere “Buio a Mezzogiorno”) che alpopolo affamato dava in pasto gli inesistenti“nemici del popolo”. Hitler che accusava i“perfidi ebrei” di tutti i crimini possibili.Salvini ha indicato come “nemico” gli ultimidel mondo e accanto a loro una vecchiaergastolana di 92 anni. Lo so che un’ergasto-lana non smuove la solidarietà di alcuno edè un brutto giorno in cui la pietà muore.Nessuno vuole difendere i crimini di unaergastolana, ma nessuno dovrebbe utilizzare

una vecchia morente per costruire il “nemi-co” assemblando i peggiori istinti che si tro-vano nell’uomo per costruire architravi diodio.Se non saremo vigili, l’odio finirà per travol-gerci anche perché abbiamo dimenticatotroppo presto la nostra storia oppure nonl’abbiamo mai studiata.Salvini sa bene – molto bene – che non risol-verà i problemi drammatici che affliggono laCalabria (e l’Italia) quindi piuttosto che giu-stizia sociale e sviluppo, può solo promette-re odio a volontà, armi per tutti, e tantarepressione e galera.Il 15 agosto il ministro dell’Interno ritorneràancora in Calabria e vuole andare a SanLuca per dimostrare che non ha paura dellandrangheta; una scelta che mi ricorda la sto-ria del ragazzo che - per scommessa - in una

sera di estate è andato a bere una birra a SanLuca immaginando il paese di CorradoAlvaro come un covo di truci malfattori .In questa ottica, Salvini ha scelto la nostraterra come il suo palcoscenico e così, per ilferragosto, i cittadini di San Luca dovranno- loro malgrado - interpretare la parte deicattivi per consentire al ministro di recitare ilruolo del Liberatore senza paura.Che possiamo fare?Innanzitutto ricordare agli immemori chisiamo e da dove veniamo e che di Liberatorine abbiamo avuti in media uno ogni diecianni ma ognuno di loro ha messo un nuovolucchetto alle nostre “catene”.Un popolo dignitoso - quale il nostro - lottaper liberarsi e non aspetta di essere liberatoda falsi eroi.

Ilario Ammendolia

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

"Bisogna martellare quelli che sfruttano"raccomanda Matteo Salvini ai migrantidelle barraccopoli di San Ferdinando che gliraccontano di essere pagati 2 euro - 2 euroe 50 l'ora. "Dovete denunciare" - aggiunge.E poi, sottovoce, ai rappresentanti delle isti-tuzioni che gli scodinzolano attorno: "Nonriusciamo a far del male a queste aziendequa?". Si stupisce Matteo Salvini che tra glisfruttatori ci siano anche caporali neri con lastessa provenienza dei lavoratori sfruttati. Sistupisce ma ignora che funziona così anchetra italiani. Ti "premiano" con un contrattopart time di 16 ore a settimana per 400 euroal mese ma sgobbi da lavoratore a tempopieno, 40 ore a settimana. Quindi, facendodue calcoli, sono 2 euro e 50 anche per gliitaliani sfruttati da italiani. Solo che c'è piùgusto a colpire l'uomo nero, principale - pernon dire unico - argomento del dibattitopolitico e di quel rivolo avvelenato cheaffluisce nel bacino dei social e capitalizza larabbia cieca di cittadini senza anticorpi. La politica è oggi un appello alla paura,niente di più. E la paura sfocia in un odioche produce ossidanti, tossine, che stimolal'amento dei livelli di colesterolo, ostruendocoronarie già provate, un odio che mette arischio i neuro connettori rendendoci inca-paci di elaborare un pensiero che sia nostroe che sia lucido e razionale. Salvini promet-te di impegnarsi per sconfiggere il caporala-to che sfrutta i neri non perchè voglia cam-minare mano nella mano con un africanoma perchè la mano di quell'africano gliserve a liberarsi di tutta la marmaglia disfruttati, altro che a punire gli sfruttatori.Altrimenti penserebbe anche agli sfruttato-ri di tanti giovani italiani. Che si impegniaffinché finisca la "pacchia" anche per loro.Il problema in Italia è che ci si mobilita soloquando c'è da fare il dispetto a qualcunaltro; la politica è diventata una prova diforza, uno strumento per mettere all'angologli avversari senza badare ai metodi, ai rischietici tragici. Governare è altra cosa. O alme-no governare all'interno di una Repubblicademocratica. L'astuzia, il giusto decisioni-smo accompagnato quando serve dallaspregiudicatezza, la capacità di piegare lecircostanze a proprio favore, la prontezzasono senz'altro virtù. Ma sono le virtù cheMachiavelli indicava per un principe. Quinon c'è principato da reggere. Però Salviniha dalla sua parte tutti gli elementi chegarantiscono una reggenza e che lo stessoMachiavelli individuò: oltre le virtù, la fortu-na e la circostanza favorevole. La sua fortu-na è l'intorpidimento del pensiero; la circo-stanza favorevole, gli sbarchi dei disperati. Enulla possono contro di lui quella decina dimagliette rosse urlanti fuori dalla tendopolidi San Ferdinando. Un'immagine emble-matica della drammatica crisi della sinistrache sbatacchia simboli per cercare di ferma-re l'emorragia di umanità provocata daSalvini. Una sinistra che dimostra tutta lasua mancata volontà di riscossa, tutta la suainerzia. È ora che la sinistra inizi a porsiqualche domanda. Intanto, ne lascio unaper Salvini: quanto le importa dei migrantie quanto li sta utilizzando per raggiungere isuoi scopi? La stessa domanda, qualchemese fa, avrei potuto rivolgerla a Minniti,perchè a parte la spavalderia, la spregiudica-tezza del linguaggio, la boria, Salvini hacopiato la sua strategia con la carta carbone.

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“www.larivieraonline.com Rintervista

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- 08

Nuovo anno sociale, nuovopresidente. il Rotary Club diLocri, con la cerimonia delleconsegne tenutasi al Grand

Hotel President sabato 7 luglio,ha ufficializzato il nome del

suo nuovo presidente, il dottoreGiuseppe Mirarchi che avrà ilcompito di guidare l’associa-zione al posto di Francesco

Asprea.

EVENti

Piero Multari è il nuovopresidente del Lions Club di

Locri, rappresentato per due annida Giuseppe Macrì.

L’insediamento ufficiale avràluogo questa sera, domenica 15

luglio nel corso di una cerimoniache si terrà all’Hotel President di

Siderno, durante il qualesaranno presentati i nuovi soci.

Si è concluso il progetto dialternanza scuola-lavoro presso

il Comune di Camini diElisabetta Margherita

Micelotta, studentessa diSoverato che ha collaborato

alla mappatura degli immobiliin stato di degrado all’interno

del centro storico al fine dipredisporre gli interventi per il

loro recupero.

La 1ª seduta del ConsiglioComunale

dell’amministrazione di VillaSan Giovanni dopo il reintegrodel sindaco Giovanni Siclari,

sospeso lo scorso anno pereffetto della Legge Severino da

parte della Prefettura è statauna vera e propria festa alla

quale hanno partecipato tutti isindaci dell’area dello Stretto.

A che punto sono i lavori di approvazione del PianoStrutturale Comunale?Al mio insediamento, lo scorso settembre, era già statoadottato il documento preliminare ed era stata aperta laconferenza di pianificazione, che prevede il confrontocon gli enti preposti in materia urbanistico-ambientale.Questo incontro ha permesso ai partecipanti, tra cui figu-rano Regione Calabria, Città Metropolitana, comunitàmontane, comuni limitrofi e così via, di produrre delleosservazioni prese in esame dai progettisti e necessarie arimodulare e ampliare il PSC. Nel frattempo, uno deimiei primi incarichi è stato quello di pubblicizzare eavviare la fase di partecipazione, che coinvolge i cittadi-ni e gli imprenditori e ci ha permesso di raccogliere circa30/40 manifestazioni di interesse utili a comprenderequali sono le esigenze dei residenti. Con la convocazionedella seconda conferenza di pianificazione, già fissata permercoledì 25 luglio, contiamo di avere tra le mani tuttele osservazioni degli enti preposti e di trasformare lostrumento preliminare in un documento definitivo, chepotrà essere adottato alla prima seduta utile dalConsiglio Comunale. A quel punto, le carte saranno tra-sferite alla Regione Calabria per la pubblicazione sulBollettino Ufficiale, effettuata la quale saranno concessi60 giorni a cittadini ed enti pubblici e privati per effettua-re delle osservazioni di valore legale. Trascorso questotermine il Consiglio si riunirà una seconda volta perapprovare o rigettare le osservazioni, ridisegnare il PSCsulla base delle stesse e passare alla definitiva approva-zione. Al netto dei tempi burocratici, che tendono sem-pre a dilatarsi, e della presenza del mese di agosto, nelquale si lavora a basso regime, ipotizzo che saremo pron-ti per la metà di ottobre, quando torneremo a dare mas-sima pubblicità al piano nel rispetto dei principi di tra-sparenza.Quale sono state le richieste avanzate dai cittadini chehanno inviato le manifestazioni di interesse cui facevariferimento?Le richieste di nuova edificazione sono state sorprenden-temente poche. La maggior parte dei questionari avanza-vano richieste di generale riqualificazione urbana e nonsolo relative all’edificato, ma anche a servizi e sottoservi-zi, come strade, fognature, spazi verdi, spazi sociali e dicondivisione. Inoltre, vista la naturale vocazione produt-tiva di Siderno, ci è stato richiesto di individuare aree chepotrebbero ospitare attività industriali o artigianali.Sono a buon punto i lavori sul lungomare: il PSC sioccuperà anche della riqualificazione del water front?No, perché il PSC, in qualità di piano strategico, si occu-pa delle strategie di sviluppo generali del territorio e noninterviene nell’ambito costiero. Questi lavori di riqualifi-cazione saranno invece di competenza del settore LavoriPubblici e del Piano Spiaggia che, seguito il medesimoiter di approvazione del PSC, sarà sicuramente approva-to entro la prossima estate.Si è parlato a lungo di smart city: la Siderno descrittanel PSC sarà quella sognata in campagna elettorale dal-l’amministrazione?Il PSC terrà sempre aperte le porte a queste idee.Strutturalmente non c’è molto da rappresentare, se non

studi economico-sociali. In questi termini più che rifarsitroppo rigidamente al Piano sarà utile stare attenti allestrategie di sviluppo a lungo termine e alla pubblicazionedei finanziamenti europei relativi a questi settori. Il PSCsi limiterà a garantire più facilmente il raggiungimento diquesti strumenti.Unione e fusione dei comuni: è prevista la possibilità direalizzarla?Personalmente non ho affrontato questo argomento, dicompetenza esclusiva dell’Amministrazione. Certo, cisarebbe un ritorno positivo sotto molti punti di vista ma,ad oggi, ci limitiamo al dialogo con le controparti comu-nali nei dintorni, peraltro imposto dalla legge con la con-ferenza di partecipazione di cui parlavo in precedenza.Insomma, questo PSC che immagine ci consegna dellaSiderno del futuro?L’immagine di una Siderno che torna a essere la capitalecommerciale della Locride, identità con la quale la cittàè stata fondata e che oggi deve essere rafforzata coninterventi mirati ed efficaci. Accanto a questa indole pro-duttiva, poi, vengono affiancati i grandi temi della riqua-lificazione e valorizzazione del territorio, del turismo,dello sviluppo sostenibile, della riprogettazione dellazona marina e del recupero delle aree urbane degradate.Può sembrare che stiamo parlando di obiettivi difficil-mente raggiungibili, ma grazie alle nuove norme vigenti,ben lontane da quelle che hanno permesso l’espansioneurbana priva di qualità degli anni ’80 e che prevedonoinvece incentivi per chi costruisce secondo criteri specifi-ci, potremo vivere una città diversa nell’arco di pochissi-mi anni.

Jacopo Giuca

Al netto deitempi

burocratici ilPSC definitivo

potrebbeessere adottatoentro la metà di

ottobre,quando sarà

presentato allacittadinanza

nel rispetto deiprincipi di

trasparenza.

Siderno tornerà a esserela capitale commercialedella Locride

Nelle ultime settimane è stata fissataal 14 ottobre la consultazione per la

costituzione dei comitati di quartiere,che segnalerà con tempestività le

problematiche cittadine al comune,ed è stato chiesto l’aiuto dei residenti

per la formulazione del PianoStrutturale Comunale, di imminente

adozione. Proprio di PSC abbiamoparlato con il responsabile

dell’Ufficio urbanistica RoccoPanetta, che ci ha raccontato

quale sia lo stato dell’arte ecome Siderno cambierà

volto in futuro.

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realtà

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Lo scorso 7 luglio è venuto improvvisamen-te a mancare Raffaele Trimboli, titolaredella storica pasticceria Strati di Siderno,che Raffaele aveva ereditato dal suo mae-stro Enzo Strati. Molto conosciuto da tuttala comunità locridea, Raffaele era cono-sciuto per la sua gentilezza e la passione cheha sempre messo nel proprio lavoro. Allutto che ha scosso la comunità sidernese,accorsa numerosa ai funerali svoltisi sabato

8 luglio nella centralissima chiesa diPortosalvo, si è naturalmente aggiuntoquello delle autorità, delle associazioni cit-tadine, dell’Associazione Commercianti edell’Associazione Provinciale Cuochi reggi-ni, di cui Trimboli faceva parte, il cui presi-dente, Cosimo Pasqualino, non ha esitatoad affermare che la scomparsa di Raffaeleha lasciato un incolmabile vuoto all’internodella prestigiosa categoria dei pasticcieri.

Ciao Nonno. Sono già passati 12 anni dalla tua morte, da quelterribile incidente stradale, da quel terribile 11 giugno 2006. Hailasciato un vuoto incolmabile dentro di me, eri un nonno vera-mente speciale, affettuoso, in gamba. Mi hai saputo insegnareveramente tanto. Ti porterò sempre con me nel mio cuore.

Michele Caruso

RaffaeleTrimboli lasciaun enorme vuotonella comunitàSidernese

Hai lasciato un vuoto incolmabile…

DIALETTOCALABRESEMANEGGIARECON CURAMi sono sempre lambiccato il cervello ten-tando di scoprire perché, mentre qualunquealtro dialetto in Italia è riuscito ad assurgerea dignità letteraria, ad avere il riconoscimen-to di lingua, il nostro calabrese è ancora, colcappello in mano, sulla soglia della stanzadentro la quale questo riconoscimento vieneconferito. Ho subìto fin dai teneri anni dell'in-fanzia, prima, e della fanciullezza poi le repri-mende delle buone suore all'asilo, i rimprove-ri e i ceffoni di genitori e maestra alle elemen-tari, i quali pretendevano che io parlassi soloed esclusivamente in Italiano perché il dialet-to non era cosa buona e giusta.Sarei stato quasi contento di sapere che diquesta damnatio io fossi il destinatario esclu-sivo; e, invece, in quell'epoca di poco prece-dente alla trasmissione televisiva “Non è maitroppo tardi” del maestro Manzi che scar-dinò un analfabetismo diffuso quanto e piùdei pidocchi, l'ostracismo in Calabria nei con-fronti del dialetto era un fatto diffusissimoche nasceva dalla necessità di ridurre il gapculturale tra la Regione al resto dell'Italia e -ma questo non lo ammetterà nessuno mai -dalla volontà della nuova borghesia urbana,effettiva utilizzatrice della nuova Scuola, dimarcare una differenza rispetto al ceto menoabbiente.Il risultato fu ed è che la Liguria può vantarele opere di Niccolò Bacigalupo e UgoPalmerini, autori di commedie diventatefamose per essere state portate in scena daGilberto Govi (il primo, tra l'altro, autorefinanche di una Eneide in dialetto genovese);la Romagna quelle di Tonino Guerra; ilVeneto di Goldoni; il Lazio di Trilussa, Belli ePasquino, la Campania di Scarpetta,Eduardo De Filippo, Salvatore Di Giacomo- per non parlare dei grandi autori di versidelle canzoni che tutto il mondo conosce ecanta; la Sicilia di Vannantò e IgnazioButtitta; mentre, in Calabria, gli stessiCalabresi niente sanno, o poco, di autoricome Vittorio Butera o Domenico Piro,meglio conosciuto come Duonnu Pantu,omologo di Pietro l'Aretino, o di GianLorenzo Cardone, lucano o calabrese chefosse, autore del Te Deum de' Calabresi. Per un'aggiunta di sale sulla ferita, dobbiamoil Dizionario Dialettale delle Tre Calabrie altedesco Gerhard Rohlfs il quale non si vergo-gnava di parlare il dialetto come e meglio deiCalabresi e che, si dice, sia morto con il nomedella Calabria sulle labbra.Tanto amore, ahimè, non sembra albergare,invece, nei nostri conterranei contemporaneia cominciare dai miei figli.Ai quali non riesco a fare entrare in testa chedire “nci chiedìvi” è un reato grave dalmomento che il verbo “chiedìri” è un neolo-gismo orrendo creato da chi non sa che indialetto calabrese esiste la vecchia distinzionelatina tra chiedere per sapere, “ncidomandàvi”, e chiedere per avere, “nci cercà-vi”. Ma veniamo al motivo per il quale tuttaquesta interminabile pippa.Nel numero di Riviera della scorsa settimanala Brigantessa Serena Iannopollo, - mi perdo-nerà, spero, per la correzione che segue senzavolere essere saccente - ha usato in manieraimpropria l'espressione “chimmu vai pe'porti” attribuendole un significato che, seb-bene serva alla causa che pèrora, tuttavia èfuorviante.I “porti”, infatti, di cui si dice nella (h)jestìmacitata dalla brava articolista -perché in pre-senza di una (h)jestìma, una maledizione, citroviamo - non sono i luoghi di attracco e par-tenza delle navi ma le porte, gli usci, le entra-te, gli ingressi delle case, per capirci. E la scrittura esatta e completa è “chimmuvai p'e porti (per chiedere l'elemosina) e ogniporta 'na vastunàta”. Tradurre non serve.Deduco, per il fatto che all'autrice non fossenoto quanto sopra scritto, la sua giovane etàe ne sono invidioso. Alla Brigantessa il mio apprezzamento e ilconsiglio di frequentare i Mammolesi che, daantichissima tradizione, in materia di anate-mi sono liberi docenti.Come si dice? Dùnanci l'arti a cu' la sapi fari.

Sergio M. Salomone

Il12 giugno di un anno fa ci lasciava FrancoMammoliti, fondatore dell’Ascoa (sinda-cato datoriale delle piccole e medieimprese), abile amministratore che hasempre rifiutato la delega ai LavoriPubblici, perché, ha confessato, non hamai voluto avere a che fare con la mafia.Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo

descrive come un uomo chiaro, schietto e cristallino, cheattraverso un’ironia dissacrante cercava di spronare irappresentati sociali del territorio a impegnarsi permigliorare questo lembo d’Italia. Il destino gli ha con-cesso la possibilità di salutare in grande stile i suoi tantiestimatori quando, il 2 maggio dello scorso anno, hapresentato il suo libro “Fatti misfatti e proposte”: in essosono presenti riflessioni di chi conosce la politica nellaLocride e idee chiare su tutti gli argomenti, soprattuttoquelli più spinosi che vanno dalla malasanità alla ‘ndran-gheta.Trascorse la sua infanzia ad Agnana, che vista con gliocchi da bambino rappresentava il centro del mondo;all’età di frequentare le scuole medie si trasferì aSiderno, ma l’impatto con questa cittadina non fu sem-plice: si sentiva solo. Ben presto, però, strinse amicizieche durarono tutta la vita, tra i compagni di scuola ricor-da Gigi Malafarina da tutti considerato il più colto delgruppo e man mano che prosegue il racconto della suavita, vengono citati tanti personaggi che hanno contri-buito alla storia del territorio: i politici Candida, Pelle eMurdaca che hanno rappresentato il periodo miglioredella storia della Locride. Dopo il liceo classico si iscris-se alla facoltà di Economia e Commercio a Messina,diventando in seguito insegnante di matematica, ma hasempre ritenuto di essere stato più bravo a costruire rap-porti di stima con gli studenti piuttosto che insegnare lamateria. A trent’anni venne eletto consigliere comunalenella lista della DC, da quel momento si interessò anco-ra di più a quelli che potevano essere le esigenze del ter-ritorio e soprattutto comprese che il bene del paese inte-ressava a pochi. Nel 1980 fondò l’associazione provincia-le commercianti e artigiani “ASCOA”. L’associazioneoggi è conosciuta in tutta la Regione, ha circa 6000 iscrit-

ti, una sede a Locri e una a Siderno, circa 96 servizi e lepiccole e medie imprese si sentono garantiti da questaqualificata struttura. Quando nel 1992 problemi cardia-ci lo portarono a curarsi a Milano, strinse amicizia con imedici che lo ebbero in cura (Colombo, Spagnolo eHalmagor) e li invitò a un convegno sulle malattie car-diache a Siderno, presso L’Hotel President. Dopo que-sta esperienza, il 1 dicembre 1993, creò a Locri ilTribunale per l’assistenza del malato e dei cittadini; tut-tavia l’organismo non trovò consensi presso gli operato-ri sanitari, da qui scaturì una forte contestazione controle carenze presenti nell’ospedale di Locri. I cittadini,purtroppo, non denunciano le inefficienze e questo facomodo al sistema burocratico. Un altro danno cheaffligge il territorio è la mafia: dopo la morte di donAntonio Macrì, che rappresentava il punto di riferimen-to sugli affiliati, la mafia non ha avuto più regole. Lafamiglie mafiose curano ognuno i propri interessi dan-neggiando tutta la Calabria. Tracciando le varie diffi-coltà presenti nella Regione, l’autore ha concluso il suolibro esponendo le sue idee per lo sviluppo: bisognapuntare sull’agricoltura e sul turismo. Gli abitanti hannobisogno di lavoro e di produzione.Un anno dopo la dipartita di Franco Mammoliti riman-gono attuali i segni del suo operato socio-economico e ilsuo pragmatismo valoriale. La morte non è riuscita adallontanarlo dai suoi cari, dagli amici e dall’Ascoa. Senzamai arrendersi costatava i segni di un tempo poco sere-no che creava disagi ai cittadini, ma con la sua tenacia siè sempre battuto per trovare il riscatto. Un uomo cosìumanamente ricco, grande combattente, sarà sempreun punto di riferimento per la Locride e per tutte quel-le persone che ancora credono in una possibilità diriscatto per questa Terra. La famiglia desidererebbe, peronorare la sua memoria, istituire una borsa di studio. Lafinalità è quella di favorire, nei ragazzi, la diffusionedella cultura e della solidarietà. A questo scopo gli alun-ni, alla fine dell’anno, dovranno commentare il libro“Cuore” e al più meritevole sarà offerta una somma di500 euro. Si spera che qualche scuola prenda in conside-razione questo progetto.

Rosalba Topini

Un anno senza Franco Mammoliti

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Redazionale

Il ristorante Ionica conf vocazione asul piano n internazion importante famiglia di che riesce acommerciaprodotti di che puntan inconfondib sapore e ai nostro oro v

Il bergamotto torna in scena. Grande successo a Reggio Calabria per il Bergafest, l’inizia-tiva, giunta alla sua XXVIII edizione, organizzata dai due esperti del bergamotto che daanni promuovono l'oro di Calabria: Vittorio Caminiti, presidente dell'Accademia del ber-gamotto, ed Ezio Pizzi, presidente del Consorzio del bergamotto. Nel corso del Bergafest,ogni anno, viene assegnato il mandato di Ambasciatore dell'Accademia a personalità delmondo della cultura, dell'imprenditoria e della scienza e assegnati riconoscimenti adaziende del nostro territorio. A ricevere il premio come "Migliore Cucina d'Italia alBergamotto" Salvatore Agostino, titolare de "La Cascina 1899" di Roccella Ionica, azien-da che - si legge nelle motivazioni - conferma la vocazione all'eccellenza sul piano nazio-nale e internazionale di una importante e conosciuta famiglia di ristoratori, con una cuci-

na e una produzione fortemente tipicizzata sull'utilizzo del bergamotto. La Cascina 1899- prosegue il giudizio della giuria - riesce allo stesso tempo a rinnovare l'offerta economi-ca calabrese, esaltandone le caratteristiche, e a commercializzare prodotti di alta qualitàche portano a livello nazionale e internazionale le inconfondibili note di sapore e i profu-mi del nostro oro verde. A consegnare il premio, Giuseppe Romano, presidentedell'Associazione Cuochi professionali della Regione Calabria e gestore del ristorante"Me" di Pizzo Calabro.Ancora una volta "La Cascina 1899" si distingue per la sua cucina esclusiva e ricercata cheha scelto il nostro prezioso agrume come ingrediente fondamentale per realizzare ricet-te raffinate e ineguagliabili.

La Cascina 1899 è il migliorristorante d'Italia al Bergam

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e di Roccella ferma la

all'eccellenza nazionale e

nale di unae e conosciuta

ristoratori, a

lizzare alta qualità

no allebili note di

profumi del verde.

r motto

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La questione calcistica, in Italia, èpreminente a tutte le altre questio-ni. Anche a quelle ataviche e irri-

solte. La questione sociale, quella meridionale, delfisco e persino della prima casa vengono dopo.Passano irrazionalmente in second'ordine, da sem-pre. Anche ai tempi della prima repubblica delpallone, le cose andavano così.Cristiano Ronaldo è un giocatore della Juve. Unaffare da cifre folli, a fronte di uno scenario di crisioccupazionale e salariale forse senza precedenti.Ad ogni modo, un grande colpo per la signora eper il calcio italiano. Dicono anche per l'economiadel Paese, ma - non avendo dimestichezza minimacon la materia - preferisco andare oltre. Anzi, pre-ferisco tornare indietro, alla prima repubblicaappunto.Correva l'anno 1983, ogni club poteva tesserarefino a due stranieri e la FIGC aveva fissato il 13giugno, come termine improrogabile per il deposi-to dei contratti relativi ai neoacquisti dall'estero.Intanto Craxi si preparava alla scalata a PalazzoChigi - la prima per un leader socialista - che sareb-be avvenuta nei primi giorni di agosto, quando gliitaliani affollavano i litorali con i loro ombrellonicolorati e nelle radio impazzava il motivettoVamos a la playa dei Righeira.La Roma si era già accordata con l'AtleticoMineiro per l'acquisto di Toninho Cerezo mentre,sempre dal Brasile, sembrava ormai fatta per Zicoall'Udinese. Il Pelè bianco - lo chiamavano così - atrentun'anni suonati sceglieva di approdare inItalia. La nuova squadra è una provinciale di tuttorispetto, ma pur sempre una provinciale. Costodell'operazione: 6 miliardi di vecchie lire. Quandoun chilo di pane costava circa mille lire e un metal-meccanico guadagnava poco meno di seicentomi-la al mese.Ma torniamo al calciomercato di quell'estate. LaJuve aveva preso Penzo per rimpiazzare Bettega ela Roma, che avrebbe dovuto giocare la Coppa deiCampioni, si era affidata al campione del mondoCiccio Graziani per affiancare Pruzzo in attacco.Ma i giallorossi del barone Liedholm aspettavanoil secondo brasiliano dopo Falcao, arrivato nellacapitale tre anni prima.Succede l'imprevedibile. Il Presidentedell'Udinese è Lamberto Mazza, patron dellaZanussi, grande colosso italiano degli elettrodo-mestici. Ma l'azienda è in crisi e nelle casse della

sua squadra risultano racimolabili solo 4 miliardi,a fronte dei 6 necessari per il cartellino di Zico, diproprietà del Flamengo. Attraverso un'acrobaziafinanziaria, facendo ricorso ad una società fittiziacon sede a Londra, Mazza e, soprattutto, il ram-pante direttore generale Francesco Dal Cin rie-scono ad assicurarsi il denaro necessario per l'ac-quisto del giocatore. È fatta. Se non fosse che laFIGC e gran parte della stampa si schierasserocontro i friulani per l'operazione finanziaria giudi-cata anomala e immorale. Luciano Lama, storicosegretario della CGIL, denunciò la politica indu-striale di Mazza che «mentre pensa al licenzia-mento di 4.500 dipendenti, è disposto a spendere6 miliardi per Zico»).Finisce che la Federcalcio blocca il trasferimento.E per un cavillo burocratico, anche quello diCerezo alla Roma.A Udine la gente - e, probabilmente, anche moltioperai a rischio della Zanussi - scende in piazza.Mazza giura alla folla, da un megafono, che « allafine trionferà la giustizia»), mentre su un cartello-ne (che diverrà celebre) si legge "ZICO O L'AU-STRIA". Il clima è pesante e la deputazione parla-mentare friulana si schiera trasversalmente accan-to ai tifosi e al Presidente.Alla fine tutto si risolverà con una deroga ad hoc.L'Udinese, malgrado il bel gioco e il tridente magi-co Zico-Causio-Virdis, non riuscì per poco a quali-ficarsi per la Coppa Uefa. Mentre per la Roma diFalcao e Cerezo, il sogno si fermò davanti alloshow di Grobellaar, il portierone del Liverpoolche, col suo balletto grottesco, riuscì a ipnotizzareConti e Graziani che sbagliarono dagli undicimetri.A risolvere quello che era diventato il dilemma diquell'estate, ci aveva pensato l'altro Presidente. Ilsocialista, ma quello buono! Quello di "buongior-no Italia agli spaghetti al dente e un partigianocome presidente" che Toto Cutugno, solo pochimesi prima, aveva cantato a Sanremo. Bastò unasola battuta, per chiudere quel "pasticciaccio" poli-tico-burocratico. All'uscita di Montecitorio,rispondendo alle domande dei giornalisti, Pertiniconcluse «sì, mi piacerebbe veder giocare Zico eCerezo in Italia: sono due grandi campioni, duebravi ragazzi»). Come #CR7, delresto: un grande campione, un bravoragazzo. Al di là delle cifre.

Rosario Rocca

In un tempo non molto lontano, solo dodici anni fa, scris-si un articolo per un quotidiano calabrese dal titoloImmigrazione. Una risorsa di ritorno. Tutto sommato, al dilà del passato, non si trattava di una situazione diversa daquella di oggi. E mi ricordo, riprendendo l’incipit di allora,che le coste dell’Italia sembravano diventate l’approdo diuna massa informe di individui, una comunità indistinta dimigranti che guardavano al continente europeo come aduna sorta di possibilità di affrancamento dalla miseria.Guerre e non guerre, ieri come oggi, la migrazione dianime è di fatto un fenomeno senza soluzione di conti-nuità. Ma anche…purtroppo, senza soluzioni concrete intermini di gestione, inclusione dove possibile e se ragione-volmente condivisa e responsabile. Non vi sono dubbi cheil fenomeno migratorio riguardi il Mediterraneo. Ciòavviene non solo perché si tratta di un mare e di uno spa-zio umanizzato rilevante per le relazioni politiche econo-miche e culturali tra i Paesi rivieraschi. Ma perché ilMediterraneo offre la più interessante e più antica manife-stazione di diversità culturali, di popoli, di lingue, di econo-mie. Uno spazio ristretto dove i drammi si consumanoappena fuori dall’uscio di casa, ma i cui effetti si ripercuo-tono nei nostri cortili. Ed è propri su questo convincimen-to che non cercherò di spiegare o trovare giustificazionisulle due linee di pensiero che si confrontano oggi in mate-ria di migranti. Non credo di dover indossare una magliet-ta rossa per manifestare un mio convincimento o una

maglietta verde o di altra tonalità. Ne credo di dover indi-viduare cause ben note dal rilievo geopolitico e non soloper affermare una opinione che ha un suo fondamento,che prescinde dalla strumentalità di usare il fenomenostesso per strumentali motivazioni politiche disancorando-lo da quello che è l’unico vero termini di azione possibile:gestirlo. I fenomeni migratori nel Mediterraneo non sonosolo affare di uno Stato in particolare che paga il prezzodella sua collocazione geografica. Sono un affare cheriguarda tutti gli Stati che compongono una comunità cheproprio della diversità ne fa un argomento di distinzione edi promozione. L’aver gettato nel cestino - per motivazioniche hanno ben poco da dire in termini di cooperazione edi valorizzazione delle comunità locali – il processo diBarcellona inaugurato nel 1995 e rivolto a creare un parte-nariato serio, concreto e operativo tra gli Stati delMediterraneo e l’Unione Europea rappresenta il risultatopiù concreto di una miopia politica e strategica di un con-tinente intero la cui storia si somma a quella dei nostri esat-ti dirimpettai. La verità è che oggi, al di là degli strumentidi gestione finanziaria che rappresentano una sorta diattrattiva per molti umanitaristi d’occasione, non vi è unaonesta politica dei flussi e degli aiuti che superi il limitenazionale. Non vi sono ancora oggi azioni condotte inragione di un quadro complessivo della gestione dei flussie, tutto questo, fa si che il fenomeno sia di fatto ingoverna-bile. La realtà contemporanea, infatti, tende a ridefinirsi

continuamente in chiave multietnica con una permeabilitàdelle società più evolute che rende difficoltosa qualunquescelta politica di argine senza capacità di governo del feno-meno migratorio. Ma è altrettanto vero che se l’Europa sipresenta sempre più multietnica - e se il processo interraz-ziale quale confronto culturale e di capacità nel realizzaremodelli economici e sociali diversi e allargati tende a con-solidare gli effetti in una percezione di una presenzacostante, divisa tra la paura dell’altro e la necessità dellaforza/lavoro non nazionale – allora diventa sempre piùdeterminante rimodellare le comunità continentali.Magari difendendone l’identità, certo, ma garantendolivelli di integrazione che siano vantaggiosi per entrambi:sia per il migrante che per la comunità ospite. In questorapporto dualistico fra offerte diverse di regole di convi-venza, nella difesa della comunità nazionale di propri valo-ri giuridici e culturali, l’integrazione della diversità rappre-senta lo strumento per realizzare un’architettura nuovaper un continente allargato che pone il Mediterraneo alcentro della regione. Ma ciò implica l’abbandono dellamistificazione per chi usa l’estremismo sovranista, la chia-rezza di idee per chi deve governare, l’onestà nel chiederein cambio rispetto e impegno civile al gesto umanitarioofferto per chi difende il senso dell’ospitalità.

Giuseppe Romeo

CALABRESE PER CASO

Magliette rosse… o quasi. Migrazioni.Nulla di nuovo, neanche nei fatti

ZICO O AUSTRIA. GLI ITALIANI, IL CALCIOMERCATO E LA PRIMA REPUBBLICA

www.larivieraonline.com Rrubriche

15 L

UGLIO

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Siderno: ilsondaggiodei commer-cianti è fal-sato!In merito al comunicatostampa diffusod a l l ’ A s s o c i a z i o n eCommercianti Sidernesi, inqualità di titolare di uno deinegozi presenti sul Corsodella Repubblica di Siderno,voglio smentire la verdicitàdel sondaggio diffuso dallastessa associazione, che nonha preso in considerazione ipareri di molte attività, atte-stato che sono stati riportatii voti dei titolari di 34 atti-vità, le uniche presso le qualii questionari sono stati rego-larmente consegnati e ritira-ti, mentre in molte altre glistessi non sono pervenuti néprelevati da chi di compe-tenza.

Antonella Verteramo

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PIRUS COMMUNIS L.FAM.ROSACEE

Evidenziare la biodiversità a rischio d’estinzioneè un dovere fondamentale per evitare che dellevarietà che si basano su pochi esemplari o talvol-ta su uno solo, possano sopravvivere per coloroche verranno dopo, ma che possano avere alme-no delle notizie riferite al mondo degli antenati ealla civiltà contadina che ormai non c’è più.Già negli anni trenta del 900 erano comparsedelle varietà nuove di pero che cominciavano adattirare l’attenzione dei contadini, ma ancora nonl’interesse e la fiducia di essi per nuove varietà,tanto più che esse avevano un preciso ruolo all’in-terno delle varie comunità.La funzione di proporre delle novità l’avevanoavuta alcuni vivaisti siciliani dell’area di Milazzoche spedivano in Calabria, attraverso delle perso-ne di fiducia portainnesti di viti, che in seguitovenivano innestati nei campi dopo essere statimessi a dimora e fondamentalmente essi si divi-devano all’epoca in tre varietà: Riparia,Berlandieri e Rupestris, talvolta incrociate traloro per definire meglio l’affinità negli innesti.Costoro erano soliti regalare una pianta di peroper ogni mille portainnesti di viti che venivanocomprati e io mi ricordo di una pianta di peromessa a dimora da mio padre in una vignaimpiantata nel 1933 ed era un pero della varietàCoscia e naturalmente in ogni vigna cominciò adessere presente tale varietà che produce dei frut-ti grossi, dalla buccia giallastra e dalla polpa can-dida e liquescente a maturazione.Piacque abbastanza alla gente e cominciò adiffondersi tale varietà negli anni sessanta del 900a discapito di quelle locali; essa offrì un saporebanale, indefinito non aromatico, ma che incon-trò il favore di coloro che l’assaggiavano.Al contrario le antiche varietà, che venivanoinnestate prevalentemente sui perastri, comincia-rono a perdere terreno e si cominciò a dimentica-re persino il nome di alcune di esse. Alcuni giorni addietro, alla fine di giugno,Massimo Vigilante dottore in Scienze Forestali edirigente dell’AFOR, impegnato sul fronte delrecupero della biodiversità a rischio d’estinzione,ebbe l’opportunità di osservare una pianta dipero vicina a un suo pezzo di terra in contradaScrisà del comune di Bruzzano, innestata su unperastro almeno un centinaio di anni fa, in quan-to il tronco ha il diametro di circa quaranta centi-metri e si sa che i perastri appunto crescono len-tamente. L’osservazione è avvenuta nel periodo più oppor-tuno per il riconoscimento della varietà di cui eglinon conosceva il nome in quanto la pianta eracarica di frutti in fase di maturazione.

Pochissimi erano maturi, per cui assaggiò uno edebbe modo di scoprire che erano buoni; ne presequalcun altro e lo portò a sua madre, espertissimadel suo territorio, dotata di una conoscenzaapprofondita di tutte le piante fruttifere della suazona e non solo, in quanto ella conosce i nomidialettali e talvolta anche nel corrispondente ita-liano, di piante boschive, di arbusti ed erbe cheerano utilizzate anche nella medicina popolare.Guardò attentamente il frutto, ma non l’assaggiò,in quanto suo figlio lo doveva portare in giro nelpaese per farlo osservare da altri anziani, ma nonlo riconobbe perché non l’aveva mai visto prima,data la sua rarità.Massimo lo fece vedere a tutti gli anziani delpaese ma nessuno lo identificò, per cui mi spedìl’immagine in una e-mail, nella speranza che io loriconoscessi.Dapprima io ebbi l’impressione che fosse un frut-to del pero Pumu, ma l’ipotesi fu scartata quandoaggiunse che le dimensioni di ogni pera eranomolto piccole e che l’apparenza evidenziata dallafoto era stata falsata dal fatto che egli aveva effet-tuato gli scatti a distanza ravvicinatissima ed erastato utilizzato forse la posizione macro.Bisognava trovare una persona esperta del terri-torio, con un’esperienza maturata tra i vecchi diquarant’anni addietro e allora io pensai aGiuseppe Palamara di Ferruzzano, ma nativo diMotticella che aveva trascorso la sua infanzia e lasua giovinezza fino a 25 anni tra gli anziani e i vec-chi del suo paese, coltivando un campo nondistante da quello dove sorgeva il pero di cui siera perso il nome.Andai a trovarlo e gli illustrai le caratteristichedelle pere, secondo le spiegazioni di Massimo,che l’aveva descritte come piccole, dal diametro edalla lunghezza di circa 2 cm, dolci, pastose, leg-germente granulose e lievemente aromatiche,che diventano gialle a maturazione e ciò avvienetra gli ultimissimi giorni di giugno e la prima deci-na di luglio.Giuseppe non ebbe esitazioni e immediatamentedescrisse i frutti e la descrizione corrispondeva aquella di Massimo e alla fine li definì con il loronome: Sordittèlli, ossia monetine, perché piccolicome lo sono le monetine e rotondeggianti comeesse.Egli aveva avuto un dubbio in quanto potevanoessere anche le Pere Picciuli, di cui si sono persele tracce, ma aggiunse che esse erano un po'allungate e maturavano invece verso la metà diluglio

Orlando Sculli

GIUDIZIARIA

CONVERSANDOLe massime diesperienza

Le massime di esperienza sono enunciazionio giudizi ipotetici di contenuto generale,(relativamente) indipendenti dal caso con-creto sul quale il giudice è chiamato a deci-

dere, acquisiti con l'esperienza, ma autonomi rispet-to ai singoli casi dalla cui osservazione sono dedottied oltre i quali devono valere per nuovi casi; talimassime sono utilizzabili come criterio di inferenza,id est come premessa maggiore del sillogismo giudi-ziario di cui alle regole di valutazione della provasancite dall'art. 192, co. 2, c.p.p., laddove costituisce,invece, una mera congettura, in quanto tale inido-nea ai fini del sillogismo giudiziario, tanto l'ipotesinon fondata sull'id quod p/erumque accidit, insu-scettibile di verifica empirica, quanto la pretesaregola generale che risulti priva, però, di qualunquee pur minima plausibilità (cfr. Cass. 24 giugno 2009,n. 27862; Cass. 15 aprile 2009, n. 15897; Cass. 13febbraio 2007, n. 16532). Esse si pongono comepremessa maggiore del sillogismo giudiziario, nelquale la premessa minore è costituita dalla circo-stanza indiziante e la conclusione dal fatto formanteoggetto della prova. E poiché, come è stato condivi-sibilmente osservato, esse, unitamente ai "fatti noto-ri" (cioè a quei dati fattuali ed obiettivi, privi di qual-siasi funzione valutativa, acquisiti al patrimonioconoscitivo della collettività), costituiscono eccezio-ni al divieto, ricadente sul giudice, di ricorso allapropria scienza privata nella definizione del proces-so, è agevole rilevare come sia importante definirnel'utilizzo nel processo penale, in particolare nell'ac-certamento di una fattispecie di reato, come quelladi cui all'art. 416-bis c.p. (al riguardo v. Cass. 9 giu-gno 2006, n. 21102: "In tema di fatti di criminalità ditipo mafioso, la valutazione probatoria deve tenereconto, con la dovuta cautela, anche dei risultatidelle indagini storico-sociologiche, per la loro utiliz-zazione come strumenti di interpretazione, avendo-ne prima vagliato, caso per caso, l'effettiva idoneitàad essere assunti ad attendibili massime di esperien-za, e cioè a regole giuridiche preesistenti al giudi-zio”.La giurisprudenza di legittimità, consapevole delrischio dell'utilizzo di tale fonte di prova, ha avverti-to che il ricorso al criterio di verosimiglianza e allemassime di esperienza conferisce al dato preso inesame valore di prova se può plausibilmente esclu-dersi ogni spiegazione alternativa che invalidi l'ipo-tesi all'apparenza più verosimile, ponendosi, in casocontrario, tale dato come mero indizio da valutareinsieme con gli altri elementi risultanti dagli atti(Cass. 9 aprile 2009, n. 15897) e che la massima diesperienza dovrà essere la risultante della prudenteosservazione di una pluralità di esperienze partico-lari, accertate in determinati contesti geografico-sociali, dai quali possano desumersi modelli di com-portamento tali da essere la regola nell'ambienteselezionato (cfr. Cass. 11 ottobre 2005, n. 46552). Del resto, é ad "attendibili regole di esperienza atti-nenti propriamente al fenomeno della criminalitàorganizzata di stampo mafiose” che fa espresso rife-rimento la sentenza c.d. Mannino (Cass. S.U. 12luglio 2005, n. 33748), cioè a quei dati esperienzialidai quali "possa logicamente inferirsi il nucleoessenziale della condotta partecipativa, e cioè la sta-bile compenetrazione del soggetto nel tessuto orga-nizzativo del sodalizio" e che saranno analizzati nelprosieguo della trattazione. In definitiva, le cosid-dette massime di comune esperienza si distinguonodalle mere congetture, in quanto sono regole giuri-diche preesistenti al giudizio, poiché il dato in essecontenuto è già stato, o viene comunque sottopostoa verifica empirica; sicché la regola stessa viene for-mulata sulla scorta dell'id quod plerumque accidit,rivestendo i caratteri del consolidato ricorrere diuna maturata esperienza tratta dal contesto storicogeografico, generalmente riconosciuta ed accettata(v. Cass. 9 giugno 2006, n. 21102). Il punto di equili-brio, pertanto, consiste nell'applicazione di un pru-dente apprezzamento e del dovere di motivazione,nella consapevolezza che la valutazione del giudice"non deve uniformarsi a teoremi e ad astrazioni, madeve fondarsi sul rigoroso vaglio dell'effettivo gradodi inferenza delle massime di esperienza elaboratedalle discipline socio-criminologiche e deve, soprat-tutto, stabilire la piena rispondenza alle specifiche epeculiari risultanze probatorie, che, sul piano giudi-ziario, rappresentano l'imprescindibile e determi-nante strumento per la ricostruzione dei fatti di cri-minalità organizzata dedotti nel singoloprocesso (Cass. 14 luglio 1994, Buscemi;Cass. 5 gennaio 1999, Cabib).

Una bistecca Rib Eyecon chili, un vino

Malbec rosso del 2013e un’aromatica erba Gorilla Glue;per dessert, una creme brulée alcioccolato bianco con un PetiteSyrah del 2012, e per finire della

profumata Blue Dream.Intendiamoci, dietro a questo

menù non c’è alcunché di illegale,dal momento che lo sfogliamo inColorado. Sono portate tipiche

proposte dalla “CultivatingSpirits”, la società di catering, fon-data da Philip Wolf, dove somme-lier e cuochi aggiungono un terzolivello nella degustazione orche-strando la miglior sinfonia tra

cibo, vino e cannabis durante ceneitineranti e consumate in case pri-

vate. Un naso non addestratopotrebbe pensare che tutta la

marijuana sia identica ma l'erba,come il vino, ha una varietà di sen-

tori. Wolf, infatti, non è solo unindustrioso giovanotto con il fiutoper gli affari ma anche uno deiprimi “sommellier di cannabis”

accreditati negli USA, titolo con-seguito dopo un corso di due annial Thricome Institute di Denver,una delle poche scuole che offre

corsi di formazione che hanno peroggetto la corretta educazionedella cannabis, assieme ai suoiaspetti industriali e scientifici.

L’istituto ha anche coniato il meto-do “Interpening” (il termine è

frutto della fusione di “interpre-ting” e “terpenes”) e porta a

indentificare e comprendere levarietà di cannabis interpretando iterpeni della pianta, le biomoleco-

le che conservano leproprietà organo-lettiche degli oliessenziali, e lastruttura del

fiore. Il concet-to è analogo aquello di altrecolture e prin-cipalmente alnettare divino:ogni varietà dipianta ha il suofiore, i terpeniraccolti hanno i

loro aromi specifici e laqualità è molto legata al

terroir. Ecco quindi che entra inscena il cannabis somme-lier, no sballati ma veri

intenditoriSonia Cogliandro.

FRUTTI DIMENTICATIPiru Sordittèllu Di Motticella di Bruzzano

I BRIGANTI Siamo quasi a metà luglio e la stagione sullo Jonio stenta a decolla-re. Rispetto a un paio di anni fa le foto sulla spiaggia che sto facen-do sembrano immortalare un timido maggio. E’ facile per adesso

poter raccogliere quelle 10-15 bottiglie di plastica e mozziconi vari abbandona-ti sulla spiaggia, patrimonio dell’umanità, sicuramente da fantasmi incivili.Eppure, nonostante la poca gente, sono costretta a scegliere luoghi quasi deser-ti per potermi godere un bagno, pur di non rischiare di litigare con tutti, a causadella mancanza di rispetto. Per esempio: qualche giorno fa tirava un forte ventoed io avevo in acqua 3 bimbi a cui badare. Arrivò il signore che non voleva asso-lutamente assicurare a un sasso il suo ombrellone perchè era di quelli “buoni”,e io spiegai che l’anno scorso un bambino si è ferito gravemente, e se fosse cosìgentile da attaccarlo. Ma lui conosceva il suo favoloso ombrellone e se ne infi-schiava della mia ansia. Così raccoglievo tutto e mi spostavo. Ma poi arrivaval’allegra famigliola armata come se fosse la più grande battuta di pesca, e vede-vi bambini “armati” di retina, secchio, lance per poter GIOCARE a fare ilpescatore. Già l’anno scorso mi trovai a rincorrere bimbi che avevano abbando-

nato dei pesciolini in vaschette, che rischiavano di morire in quell’acqua bollen-te. Litigai coi genitori, e quest’anno non ho intenzione di rifarlo: piuttosto misposto. E così ho fatto. Mi chiedo spesso se sono io quella esagerata, eppurenon ci vuole molto a capire che una stella marina è un pesciolino che si fa i fattisuoi, che non è un bel comportamento ammirarla mentre si dissecca al sole, cheprendere una medusa e riporla su una pietra cocente per osservarla mentreschiatta è un gioco sadico. I genitori permettono ciò così i figli li lasciano 5minuti in santa pace a godersi il relax. Peccato che quello non sia relax per ipesci... che poi nemmeno saranno portati a casa per essere mangiati. Resteràsolo un passatempo diseducativo che formerà gli animi di questi bambini, iquali impareranno a non aver rispetto per gli altri esseri viventi, e chissà cosainsegneranno a loro volta alle successive generazioni. Ci sono tanti giochini perdivertire i bimbi, giochini che non respirano e non soffrono, sono fatti apposta:usateli! E lasciate in pace le povere anime indifese.

Brigantessa Serena Iannopollo

Il 3º livello didegustazione:dopo cibo e vino, la cannabis

Porci e figghioli, comui ‘mpari i trovi

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Se c’è una speranza che i calabresiriconquistino la propria dignità è riposta solo

nei calabresi. Quando impareremo aguardarci con occhi diversi, credendo nelle

nostre capacità senza godere conspregiudicatezza della privazione della

dignità che troppi nostri conterranei hannosubito, quando ci metteremo nei panni degli

altri senza giudicare, diverremo queipropulsori della Bellezza e della solidarietàumana che ci regalerà una Calabria diversa.

La vittoria piùgrande chemalaffare eabbandono

abbianoottenuto

quaggiù è laradicazione diun pregiudiziosenza riguardi.

Guardiamoci con occhi diversi: Io credo nei calabresi

Se una speranza perché la Calabria si riprenda la sua dignità c'è,quella è riposta solo nei calabresi. Non è né nei politici, né neigrandi tecnici. Se i calabresi smettono di farsi la guerra l'un con-tro l'altro, urlando “al ladro al ladro” anche quando ancora nonsono sicuri che dentro casa il ladro ci sia entrato… alloracomincerà un lento ma vigoroso percorso di rinascita, volto arestituire, prima tra tutti, la Speranza a questa terra.La vittoria più grande che malaffare e abbandono abbianoottenuto quaggiù, difatti, è la radicazione di un pregiudiziosenza riguardi. Al punto che, è noto, il calabrese (quello medio)non sa fare squadra, tira dritto per fatti suoi, in un lavoro digruppo dà il peggio di sé, non fa facilmente passaparola di belleopportunità. È un granchio, il calabrese, chiuso nel suo gusciodi gelosia e di ingordigia, perché, quel poco che c'è, deve pren-derselo lui. È stato abituato così, dopo anni di sfruttamento e dipoche opportunità.Di barzellette al riguardo ce ne sono a iosa. Ma qui c'è poco daridere.Quando ero piccoletta per me, nata e cresciuta in un quartiererinomatamente a stampo ‘ndranghetista, era davvero dolorosorispondere alla domanda: “dove abiti?”. I miei genitori, infatti,per scelta o anch'essi per pregiudizio, mi hanno mandata sem-pre a studiare al centro e io, che venivo dalla bistrattata Archi,mi trovavo con un groppo in gola alla fatidica risposta: “abitoad Archi”.Le beffe erano tante, così come i luoghi comuni. Mi sono por-tata per anni questa coltre e se oggi quando me lo chiedonorispondo, io, beffardamente: “vegnu ill'Archi, ci sunnu proble-mi?” per ironizzare e sdrammatizzare su un marchio che nonappartiene né a me né a tanti altri… allora era dura, e i piantia casa non erano pochi. Ancora oggi so di giovani ragazzi che ascuola rispondono: “abito vicino Gallico” piuttosto che “neipressi di Pentimele”, perché la paura di nominare Archi è stret-tamente legata a quella di essere pregiudicati.La mia battaglia per la Libertà (anche e soprattutto dal pregiu-dizio), per la Verità e per la tutela della Dignità della persona èiniziata lì, tra i banchi di scuola e ancora oggi continua, conpochi ma buoni frutti. L’esperienza mi ha insegnato che nonbisogna giudicare, mai.Il popolo, giudice e becchino, ti condanna e ti condanna amorte, non elabora ciò che legge e non fa conclusioni obiettive.I social networks, primo tra tutti il “maledetto” Facebook,

hanno in larga parte svilito e totalmente disintegrato la capacitàdi stare insieme al di fuori della virtualità, di perseguire saniobiettivi comuni, di vedere il lato buono della mela, piuttostoche quello marcio.Ognuno si prende la licenza di dire ciò che vuole, senza riservee senza freni: basta la notizia di un arresto, sapientementedipinta da abili giornalisti (ma per chi sa leggere, priva di con-tenuto) a fare di un santo un criminale, di una persona norma-le un assassino, o comunque di inchiodare definitivamente consentenze spregiudicate la dignità di una persona, sulla quale,magari, fino a poco prima, si era sempre parlato e detto bene.“Crocifiggilo, crocifiggilo” ulula ancora oggi la moltitudine, difronte a chi viene macchiato di una colpa, osannando alla suamorte in croce, definitiva, senza pietà.Qualche anno fa subimmo un grosso torto in famiglia: a oggiun innocente (lo grido a gran voce e non temo controdeduzio-ni) si trova in arresto. Non mi soffermo sulla valenza giuridicadel processo, lasciando che la Giustizia, quella terrena, se esi-ste, faccia il suo corso. Ma non dimenticherò con quale crudeltàe poco rispetto il popolo medio reggino e molti giornalisti lan-ciarono la notizia, condividendola in maniera esaltata sui sociale nei loro giornali online o cartacei.Queste sono cose che non si dimenticano. Credo che nemme-no i figli di questa persona le dimenticheranno mai. Popoloassassino e senza vergogna. Eppure un giorno Giustizia avverràe non credo che verrà dato pari risalto alla notizia, così comenon credo che i cannibali chiederanno scusa, umilmente scusa,per le cose che hanno detto, anzi, nella loro sfacciata presunzio-ne, asseriranno che la Giustizia non esiste.La Giustizia, difatti, sembra assumere più valore, agli occhidella gente, nell’atto dell’arresto, che in quello della definizionedelle prove, o della declaratoria dello stato di rimessa in libertà,eppure gravi errori ne sono stati compiuti e non è qui la sedeper ricordarli!Tant’è che, probabilmente, anche le forze dell’ordine e la magi-stratura inquirente pare abbiano colto l’impeto del pressing psi-cologico che sono in grado di esercitare sul popolo, quandodimostrano il loro Potere con ampie e sceniche manifestazioni(spiegamento di volanti, giri trionfanti per i paesi, video, spinto-ni e quant’altro). A proposito… non sapevo che le forze dell'or-dine potessero fare video di quando camminano per le stradeed entrano nelle case delle persone, pubblicandole su

YouTube.Spesso, per molti professionisti, amministratori, gente perbene, sarebbe sufficiente anche una semplice chiamata: “lei èin arresto, si rechi in caserma”. Ma probabilmente la ricadutasociale e mediatica non avrebbe pari effetto.La storia si ripete, sempre. Il calabrese è recidivo. Vive di que-ste notizie, non vede l'ora di urlare: “qua è tutto uno schifo, losapevo io!”, quando invece dovrebbe capire che dovrebbe urla-re solo per dire: “la nostra terra è meravigliosa ma qua è tuttopiù difficile, perché la gente fatica a lavorare, fatica ad andareavanti, fatica a operare bene, a cercare di camminare rasofango, senza impantanarsi. Io CREDO nell'impresario calabre-se, nel professionista e nell'amministratore pubblico calabrese”.Partendo da questo concetto, probabilmente, si scatenerebbeun circuito virtuoso, in cui i vari soggetti, incoraggiati da fiduciae senza essere guardati in cagnesco, potrebbero dare ottimaprova di sé, nel duro campo di prova professionale calabrese.Una persona vale per quello che fa, non per quello che è, o perquello che gli altri pensano sia.Quando si diffonde la notizia di un arresto, di qualunque per-sona umana, di ogni ordine, grado o estrazione sociale, il con-tenuto della notizia non viene decifrato e/o codificato e/o assi-milato, per comprendere limiti e difetti della stessa, né ci siriserva la possibilità di approfondire la questione o di lasciareche le prove vengano dimostrate. La sentenza viene fatta all'u-scita del titolo in anteprima alle 07:00 del mattino, quando ilclamoroso spiegamento di forze ha terminato le sue esaltantioperazioni.Dove sta la tutela della dignità? Non sono una giurista, macredo che la costituzione la preservi… La dignità della personaumana… Il suo diritto di innocenza, fino all'ultimo grado di giu-dizio.Non arriveremo molto in alto noi calabresi, se non cominciamoa guardarci con occhi diversi. Gli occhi della condivisione edella comprensione, di chi pretende un mondo pulito, bello,senza corruzione, nel rispetto unanime della Legge e delladignità umana, di chi si mette nei panni degli altri, senza giudi-care. Gli occhi di chi è parte attiva del cambiamento, non solorigido spettatore e critico di eventi negativi, ma propulsoredella Bellezza e della solidarietà umana. Il cambiamento versouna Calabria diversa, è tutto lì.

Margherita Tripodi

R15 LUGLIO- 16 attualitàwww.larivieraonline.com

Foto di Umberto Ruvolo

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Guardiamoci con occhi diversi: Io credo nei calabresi

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“ CALABRIA & Europa”“ CALABRIA & Europa”

15 Luglio 2018Rpubblicità istituzionale

L'obiettivo dell'Anno europeo del patrimonioculturale è quello di incoraggiare il maggiornumero di persone a scoprire e lasciarsi coin-volgere dal patrimonio culturale dell'Europa erafforzare il senso di appartenenza a un comu-ne spazio europeo. Il motto dell’anno è: "Ilnostro patrimonio: dove il passato incontra ilfuturo". L’Anno osserva svolgersi una serie diiniziative e di manifestazioni in tutta Europaper consentire ai cittadini di avvicinarsi e cono-scere più a fondo il loro patrimonio culturale.Il patrimonio culturale plasma la nostra iden-tità e la nostra vita quotidiana. Ci circondanelle città e nei borghi d’Europa, quandosiamo immersi nei paesaggi naturali o ci trovia-mo nei siti archeologici. Non si tratta soltantodi letteratura, arte e oggetti, ma anche dell'ar-tigianato appreso dai nostri progenitori, dellestorie che raccontiamo ai nostri figli, del ciboche gustiamo in compagnia e dei film che guar-diamo per riconoscere noi stessi.Perché il patrimonio culturale?Il patrimonio culturale ha un valore universaleper ciascuno di noi, per le comunità e lesocietà. È importante conservarlo e trasmet-terlo alle generazioni future. Si può pensare alpatrimonio come a "un qualcosa del passato" odi statico, ma in realtà si sviluppa attraverso ilnostro modo di rapportarci ad esso. Per di più,il nostro patrimonio culturale ha un ruoloimportante da svolgere nella costruzione del

futuro dell’Europa. Questa è una delle ragioniper cui vogliamo raggiungere i giovani, in par-ticolare durante l’Anno europeo. Il patrimonio culturale si presenta in varieforme: tangibile - ad esempio edifici, monu-menti, artefatti, abbigliamento, opere d’arte,libri, macchine, città storiche, siti archeologici; intangibile - pratiche, rappresentazioni, espres-sioni, conoscenze, competenze, e i relativi stru-menti, oggetti e spazi culturali, cui le personeattribuiscono valore. Ciò comprende la linguae le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, lepratiche sociali e l’artigianato tradizionale; naturale - paesaggi, flora e fauna; digitale - risorse create in forma digitale (adesempio opere d’arte digitali e animazione) oche sono state digitalizzate in modo da garan-tirne la conservazione (testi, immagini, video,registrazioni).Prendendoci cura del nostro patrimonio cultu-rale, possiamo scoprire la nostra diversità eavviare un dialogo interculturale su ciò cheabbiamo in comune. Quale modo migliore perarricchire le nostre vite se non interagendo conqualcosa di così fondamentale per la nostraidentità?Il patrimonio culturale non dovrebbe esserelasciato al declino, al deterioramento e alladistruzione. Per questo motivo, laCommissione Europea ha deciso nel 2018, dicercare i modi migliori per celebrarlo e conser-

varlo.Cosa accade nel 2018?L’Anno europeo appartiene a tutti, affinchéognuno possa sperimentare, apprezzare egodere del patrimonio culturale. Tutti sonoinvitati a partecipare alle migliaia di attività chesi stanno svolgendo in tutta Europa per farsentire le persone più strettamente coinvoltecon il patrimonio culturale.Ogni Stato membro ha nominato un coordina-tore nazionale per attuare l’Anno e coordinaregli eventi e i progetti a livello locale, regionalee nazionale.Le principali parti interessate del settore cultu-rale, come pure le organizzazioni della societàcivile, sono strettamente coinvolti nelle attivitàdell'Anno europeo. A livello europeo, tutte leistituzioni dell’Unione europea sono impegna-te a rendere l’Anno un successo. LaCommissione europea, il Parlamento europeoe il Consiglio dell'Unione europea, oltre alComitato europeo delle regioni e al Comitatoeconomico e sociale europeo che stanno orga-nizzando eventi per celebrare l'Anno e inaugu-rare attività incentrate sul patrimonio cultura-le.Inoltre, l'UE finanzierà progetti a sostegno delpatrimonio culturale. Un apposito invito a pre-sentare progetti di cooperazione relativiall’Anno è stato pubblicato nell’ambito delprogramma "Europa creativa". Numerose altre

opportunità saranno disponibili nel quadro deiprogrammi dell'UE Erasmus+, Europa per icittadini, Orizzonte 2020 e altri ancora. Per farsì che i nostri sforzi lascino un’impronta oltre il2018, la Commissione, in collaborazione con ilConsiglio d’Europa, l’UNESCO e gli altri part-ner, gestirà dieci progetti a lungo termine.Questi comprenderanno le attività con le scuo-le, la ricerca su soluzioni innovative per riutiliz-zare gli edifici appartenenti al patrimonio cul-turale o per contrastare il traffico illecito dibeni culturali. L’obiettivo è stimolare un cam-biamento reale nel nostro modo di fruire, tute-lare e promuovere il patrimonio culturale,facendo sì che l’Anno europeo crei beneficiper i cittadini a lungo termine.L’Anno europeo nel tuo paeseEventi, grandi e piccoli si svolgono in tuttaEuropa. Visita il sito web dell’Anno europeonel tuo paese https://europa.eu/cultural-herita-ge/about_it per scoprire cosa succede dalle tueparti. È inoltre possibile richiedere il marchiodell'Anno europeo 2018 per incoraggiare lapartecipazione e la valorizzazione del patrimo-nio culturale quale risorsa condivisa, sensibiliz-zare alla storia e ai valori comuni e rafforzare ilsenso di appartenenza all'Europa.http://annoeuropeo2018.beniculturali.it/pro-poni-il-tuo-evento/

#EuropeForCulture: il 2018 annoeuropeo del patrimonio culturale

GLI APPUNTAMENTI

Sono ben 793 GLI EVENTI ORGANIZZATI INITALIA su 10.150 ORGANIZZATI PER L’ANNOEUROPEO DEL PATRIMONIO CULTURALETante le iniziative previste durantel’anno in corso e tutte dedicate allacultura ed al patrimonio culturaleEuropeo, tra queste il PremioRegioStars che identifica le buonepratiche nello sviluppo regionale emette in evidenza progetti originali einnovativi. I 21 finalisti selezionatiprovengono da 20 stati membri e altricinque paesi partner. Una giuria com-posta da 15 membri, co-presieduta daldeputato Lambert Van Nistelrooij edall'onorevole Kerstin Westphal, havalutato 102 candidature presentatealla competizione di quest'anno inonore dei migliori progetti europeisupportati dalla politica di coesionedell'Unione europea. Vuoi scoprirecome è stato ristrutturato un ex villag-gio di cava nel nord del Galles o comei monumentali paesaggi preistoricidella regione del Danubio vengonointegrati nel turismo culturale locale?Visita i RegioStars Awards e rimanisintonizzato per ulteriori informazioni- il voto per il premio di scelta pubbli-ca 2018 inizierà il 3 luglio!Uno spazio di condivisione di idee,interessi, esperienze e opinionidell’Anno europeo del patrimonio cul-turale 2018. http://www.annoeuro-peo2018.beniculturali.it/Partecipa agli eventi dell'Anno euro-peo e condividi sui social usando l'ha-shtag #EuropeForCulture,#SharingHeritage, #Patrimonio2018e #PatrimonioItalia;

L’Edic Calabria&Europa di GioiosaJonica con Eurokom e Fimmina Tv hadedicato un video prodotto apposita-mente all’anno europeo#EuropeForCulture che invitiamo avisionare al seguente linkhttps://www.youtube.com/watch?v=m7n99N2iqaw&feature=share

IL 21 settembre: suoniamo le campa-ne in tutta Europa nella Giornatainternazionale della pace

Per più di mille anni in Europa ilsuono delle campane ha scandito leore del lavoro, del riposo e della pre-ghiera; ha ritmato il passare del tempoe ha accompagnato la vita delle comu-nità, contribuendo a definirne l’iden-tità e offrendo loro un vero e propriolinguaggio di comunicazione a distan-za. Ancora oggi milioni di campane pos-sono essere ascoltate in tutta Europa.Dai campanili e dalle torri dei munici-pi, dai cimiteri, dai monumenti e siticommemorativi esse richiamano visi-vamente e acusticamente i valori euro-pei fondamentali che vogliamo tra-smettere con l’Anno europeo delpatrimonio culturale: la solidarietà ela pace, ciò che ci unisce come euro-pei, il nostro patrimonio culturale inEuropa e per il mondo. Molti europei amano il suono dellecampane, una musica senza parole che

deriva da una tradizione plurisecolare.Il suono delle campane è un suonointerculturale, è esistito per millenni erisale a ben prima dell’istituzione dellacristianità: le campane di un tempiobuddista, di un santuario shintoista odi una cattedrale cristiana trasmettonotutte il senso della cerimonia, dellatrascendenza e del passare del tempo,oltre i limiti del linguaggio. Questosuono è cultura nel senso più ampio, èparte della nostra vita quotidiana, èespressione di usanze e tradizioni, rac-chiude la memoria collettiva, si inseri-sce nei riti religiosi, richiama alla pace. Per Tibor Navracsics, CommissarioUE per l’istruzione, la cultura, la gio-ventù e lo sport, le campane “ci ricor-dano che dobbiamo lavorare costante-mente per preservare e rafforzare lapace, la solidarietà e la comprensionereciproca, le fondamenta su cui poggiala nostra Unione”.Nel 2018 ricordiamo il centenariodella fine della Grande Guerra, pernon dimenticare quanto la pace siapreziosa per tutti noi.Invitiamo, quindi, tutti i proprietari dicampane a suonare insieme, ovunquein Europa, il 21 settembre 2018 per laGiornata internazionale della pace,dalle 18.00 alle 18.15, ora diStrasburgo. Sarà una meravigliosaesperienza di condivisione del nostropatrimonio.

SCADENZE PREVISTE PERL’ANNO EUROPEO DELPATRIMONIO CULTURALE

Aperto il bando a sostegno deiprogetti dell’Anno europeodel patrimonio culturale

Al via la procedura per l’accesso al Fondo per il programmadi attività in occasione dell’Anno europeo del patrimonioculturale 2018.Il finanziamento si propone di sostenere progetti a carattereinnovativo, pluridisciplinari, che incoraggino la condivisionee la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Europa, chesensibilizzino alla storia e ai valori comuni e che rafforzino ilsenso di appartenenza a uno spazio comune europeo.BENEFICIARI:Al bando possono partecipare le amministrazioni pubbliche,le istituzioni culturali e scientifiche, le fondazioni, associazio-ni, società, imprese con sede in Italia o in uno dei Paesidell’Unione europea, ma la cui attività si svolga prevalente-mente in Italia, che hanno ottenuto la concessione del logodell’Anno europeo.SCADENZE E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE:Il 21 maggio 2018 è scaduto il termine per la presentazionedelle domande delle iniziative attuate, in corso, da attuarsi oavviarsi nel 1° semestre 2018, ed entro il 15 settembre 2018per quelle da attuarsi o avviarsi nel 2° semestre 2018. Il finanziamento richiesto non potrà superare il 50% del bud-get effettivo e non potrà eccedere il limite di 10.000 euro. Ladomanda dovrà essere inviata esclusivamente all’indirizzo diposta certificata: [email protected] per infohttp://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_650532506.html

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www.larivieraonline.com Rcultura

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UGLIO

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L’ulivo è una pianta che, da secoli, tinge diverde le campagne calabresi e dell’interoMezzogiorno. Necessita di molte cure affin-chè cresca rigoglioso e produca il suo frutto,per questo da millenni le famiglie calabresisono coinvolte nella piantumazione degli

ulivi e in un secondo momento nel raccolto. La popo-lazione è molto legata a questa pianta e già nel 1735Carlo III di Borbone aveva capito che l’olivicolturafosse la chiave di sviluppo dell’economia calabrese.Ritornando ai giorni nostri, negli anni ’70 nasce l’azien-da Cataldo, nelle colline sidernesi di Salvi, ad opera diAntonio che con passione, dedizione e soprattutto

duro lavoro, sostenuto dalla moglie Angela, anno dopoanno riesce a costruire l’azienda di oggi con i suoi 13ettari di superficie topografica su cui sono presenticirca tremila piante di ulivi. La volontà di portare avan-ti i sacrifici di una vita, spinge i quattro figli di Antonioe Angela - Cosimo, Elisa, Renata e Maria - a costitui-re nel 2008 la Società Agricola Cataldo Antonio S. R.L. Tale fusione ha dato anche via al nome dell’OlioExtravergine d’oliva Biologico Monocultivar Caroleaprodotto dall’azienda “Olio Coerema”. Le “Oliveverdi Carolea” schiacciate, denocciolate, deamarizzatecon il metodo “greco” (ossia naturale con l’impiegosolo di acqua e sale), e infine aromatizzate con i sapo-

ri della nostra terra (origano selvatico, finocchietto sel-vatico, aglio, peperoncino piccante, peperone dolce) econfezionate in buste di sottaceto sono state moltoapprezzate e richieste.La profonda dedizione per il proprio lavoro ha trovatoun giusto riconoscimento il 30 giugno scorso al MuseoCivico di Zoologia a Roma, dove hanno conquistato ilprimo posto al Concorso “Monna Oliva”. Questorisultato è un’immensa soddisfazione per tutti coloroche credono nella tradizione, nel sacrificio e nellagenuinità dei prodotti. Il successo dell’unico ConcorsoNazionale dedicato alle migliori olive da tavola italia-ne, giunto alla sua quinta edizione, ripaga la famiglia

Cataldo e la piccola frazione di Salvi di Siderno deitanti sforzi compiuti negli anni e dimostra come l’olivasia ancora centrale per lo sviluppo economico dellanostra regione. La Calabria è ricca di risorse e chi sautilizzarle al meglio riuscirà a trovare le giuste soddisfa-zioni. Una considerazione scaturita da questo premioè che per lo sviluppo economico della regione occorrepuntare sull’agricoltura: il verde non manca, le perso-ne in gamba neanche, soprattutto è presente coraggioe forza di volontà. Pertanto, ci sono tutti gli ingredien-ti per far splendere, ancora di più, questa meravigliosaTerra.

Rosalba Topini

Due settimane fa è stata presentata adAntonomina la chiusura della Campagnadi Scavi Archeologici 2018 in localitàBracatorto. Dinanzi a un’interessata pla-tea, l’archeologo Paolo Visonà, che hacondotto la campagna, ha spigato le carat-teristiche di Cuculedi e Bregatorto, defi-nendoli due siti di importanza vitale del-l’età tardo-arcaica ellenistica dellaLocride. Le indagini archeologiche con-dotte sono state in grado di accendere unanuova luce sui forti risalenti alla Magna-Grecia nelle montagne di Locri Epizefiri,dimostrando la loro funzione di controllodi una via di comunicazione per le colonieLocresi di Medma e Hipponion. La tesiche i due siti fossero avamposti sarebbe

avvalorata da ciò che sappiamo dellaLocri antica: confinando con le due cittàrivali di Rhegion e Kaulonia, è plausibileche i Locresi avessero stabilito un sistemadi controllo territoriale basato su alcunipunti strategici e che queste fortificazionidominassero le principali vie di comunica-zione e i sentieri di valico in montagna. Isiti di Coculedi e Bregatorto, in effetti,affaccerebbero proprio sui sentieri che, daLocri conducevano alle colonie della zonaTirrenica, come peraltro affermerebberogli studi di Domenico Raso, che a suotempo aveva ipotizzato l’esistenza in zonadi siti fortificati utili, per le popolazionimagnogreche, a difendersi dagli autoctonicalabresi.

Questa settimana Domenico Savica ha con-fermato la presenza di Nuccio e PippoCaffo, dell’omonima azienda, al PremioPericle D’oro 2018. I due imprenditori cala-bresi, in occasione della manifestazione,saranno premiati “Per la ProduzioneTipica” grazie ai numeri importanti raggiun-ti dal prodotto simbolo della DistilleriaCaffo, il Vecchio Amaro del Capo, liquoredi erbe di Calabria, frutto di un’antica ricet-ta calabrese poi rielaborata e migliorata dal-l’esperienza acquisita dalle quattro genera-zioni della famiglia Caffo. Il Vecchio Amarodel Capo racchiude in sé i principi attivi ditante benefiche erbe, fiori, frutti e radicidella generosa terra di Calabria, infusi infinissimo alcole, per aiutare la digestione edare una gradevole sensazione di benessere.Tra le 29 erbe officinali che compongonol’infuso ne ricordiamo, per le loro proprietàtonicodigestive, alcune molto diffuse inCalabria come l’arancio amaro, l’aranciodolce, la liquirizia, il mandarino, la camomil-la e il ginepro.

Siderno conquista Roma con l’oliva verde di Salvi

Antonimina: chiusa la campagnadi scavi in località Brecatorto

A Gioiosa Ionica il convegno“Paesaggio agrario e controllo del territorio nel Bruzio Romano”

Il Vecchio Amaro del Capo saràpremiato al Pericle d’oro 2018

Il primo premio“Monna Oliva” è

andato alla SocietàAgricola Cataldo

Antonio S.r.l.

Presentata duesettimane fa lachiusura della

campagna di scavicondotta

dall’archeologoPaolo Visonà, che

ha dimostratocome i due sitiservissero agli

abitanti di LocriEpizefiri a

controllare leprincipali vie di

comunicazione perla costa tirrenica ea difendersi dalle

popolazioniautoctonecalabresi.

ELIA FIORENZA

«Paesaggio agrario e controllo del territo-rio nel Bruzio Romano» è il titolo del con-vegno che si è svolto sabato 7 luglio, aGioiosa Ionica, nella Locride. Un eventodi alto valore scientifico per gli studiosi, pergli appassionati di archeologia ed in parti-colare di una delle civiltà più misteriose eaffascinanti che ha popolato queste terre.Ritrovamenti recenti, vecchie scoperte ecollezionismo archeologico sono stati itemi del convegno che ha ospitato archeo-logi, storici e autorità che con i loro studi ericerche stanno contribuendo alla ricostru-zione storica di alcuni importanti siti delBruzio Romano. Ad introdurre i lavori èstata Albarosa Dolfin Romeo, presidentedel Sidus Club da sempre impegnata nellavalorizzazione dei beni culturali. A seguirela relazione propedeutica della professo-ressa Maria Caterina Aiello, presidentedell’Associazione Italiana di CulturaClassica (delegazione della Locride“Maria Stella Triolo”. Protagonista dellaserata è stato Battista Sangineto, professo-re di Metodologia della ricerca archeologi-ca presso l'Università della Calabria, ilquale ha spiegato che «la romanizzazionedei Bruttii si realizza e si completa fra il IIIed il I secolo a.C. L’analisi di questo proces-so è molto complessa e deve necessaria-mente inserirsi nel quadro dell’annessionea Roma della parte più meridionale dellaPenisola e della graduale romanizzazionedelle popolazioni che vi erano insediate».Per il prof. Sangineto «il primo pretestoper l’intervento di Roma in Italia meridio-nale, e nei Bruttii in particolare, lo offronole tensioni socio-politiche che si manifesta-no a Thurii, antica nemica di Taranto, nel282 a.C. Negli anni immediatamente suc-cessivi, tra il 273 ed il 272, Roma conquistatutte le città greche e le popolazioni indige-ne ribelli brettie». «A seguito di questaoccupazione, nei primi decenni del IIIsecolo a.C., - ha evidenziato il docentedell’Unical - si avvia la crisi di quel sistemacantonale - formato da pagi, vici e fattorie- che aveva determinato la relativa ricchez-za dei Brettii i quali, nella prima metà delIV secolo a.C., avevano conquistato anchela costa tirrenica dell’attuale provincia diCosenza e si erano organizzati in centricostieri di piccole dimensioni ed in agglo-merati di fattorie. Questo sistema insedia-tivo brettio sembra, però, dissolversi già neiprimi decenni del III secolo, probabilmen-

te a seguito delle operazioni militari diPirro. Nei decenni che precedono la guer-ra annibalica le città e i paesaggi agrari deiBruttii offrono un quadro di generaleimpoverimento, conseguenza delle distru-zioni della guerra pirrica e dei sommovi-menti politico-sociali che interessano lepoleis magnogreche. Una crisi - ha detto -che spinge alla ribellione contro Roma iBrettii e la maggior parte degli alleatiItalioti, soprattutto dopo la sconfitta roma-na di Canne avvenuta nel 216 a.C. È que-sto il contesto storico, politico e militarenel quale arriva Annibale, cui Brettii edItalioti antiromani si alleano nella speran-za di sottrarsi al giogo di Roma, ma la scon-fitta e le conseguenze della guerra deva-stante determinano una crisi profonda eduna cesura netta nel tessuto economico edinsediativo dei Bruttii. L’autentica e defini-tiva romanizzazione dei Bruttii sembracompiersi, dunque, solo dopo la fine dellaguerra annibalica». Sangineto tra l’altro haacceso i riflettori sulla presenza delle villaee sul modo di produzione schiavistico.Inoltre ha avanzato nuove interpretazionicirca il Teatro Romano di Marina diGioiosa Ionica. In conclusione la professo-ressa Marilisa Morrone, archeologo, depu-tato Storia Patria, e presidente del circolodi studi storici”Le Calabrie”, ha fornitonuovi, inediti e straordinari documentirelativi alla Villa romana del Naniglio conapprofondite riflessioni sull’abitato tardoantico. Informazioni ed ipotesi eccezionaliche prossimamente saranno disponibilialla comunità scientifica in un appositovolume.

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Questo pomeriggio, domenica15 luglio, alle ore 18:30, sulLungomare delle Palme diSiderno, si terrà l’evento “Ilgelato del sorriso”, una festadi strada caratterizzata dall’a-nimazione offerta da pagliacci,maghi, trucca bimbi, pallonci-ni, gonfiabili, zucchero filato emusica grazie al patrocinio delYMCA Beach Club, di Centro

Bimbo, Pasuqlino e LoSpuntino. Parte del ricavatosarà devoluta in beneficienzaal reparto pediatrico dell’ospe-

dale di Locri.

“EVENTI

La Giunta Regionale dellaCalabria promuove l’evento

culturale “Gente inAspromonte - Una nuova nar-razione della Calabria”, unatre giorni che si svolgeràpresso il rifugio Carrà ad

Africo Antico, in cui scrittori,registi e giornalisti del territo-rio e non potranno confronta-re idee, impressioni e storie

professionali e personali lega-te alla cultura, alla storia ealla società della Locride.

Appuntamento mercoledì gio-vedì 19, venerdì 20 e sabato

21 luglio.

Economisti e Giuristi a Roccellasuggeriscono la direzione chedovrà prendere il Paese

Si aprono le porte delladiscografiaper Mirco

Pio Coniglio

Sabato 21 luglio, presso la contra-da Modi di Gerace, si terrà la

“Festa della Trebbiatura - la risco-perta di una festa contadina tradegustazioni, giochi tradizionali emusica dal vivo”. L’evento avràinizio alle ore 9:30 con delle provein campo che proseguiranno finoad ora di pranzo. Si riprende alle16:00 con i giochi tradizionali, cuiseguirà, alle 19:30 la trebbiatura.La giornata sarà chiusa alle ore

21:30 da un concerto di musica tra-dizionale.

Dopo il successo conseguitonei Campionati Italiani didanza sportiva tenutisi aRimini nei giorni scorsi, gliallievi della scuola di danza“A.S.D. Note danzanti” di

Gioiosa Ionica, accolti al lororientro a casa in maniera trion-fale da genitori, parenti e fan,si preparano con la massimaconcentrazione a centrare l’o-biettivo dell’anno 2018: il sag-gio che si svolgerà in piazzaVittorio Veneto di Gioiosa

Ionica venerdì 20 luglio a par-tire dalle ore 21:30.

Il ragazzo prodigio hasiglato, lo scorso 20giungo, un contratto

con la casadiscografica

Compagnia NuoveIndye, realizzando il

sogno che può portarloin vetta alle classifiche

musicali.

Il recente Convegno Nazionale “Economisti eGiuristi Insieme: Idee e Proposte condivise per la cre-scita sociale ed economica del Paese”, svoltosi aRoccella Ionica e teatro di diverse tavole rotonde chehanno visto l’avvicendarsi dei massimi rappresentan-ti nazionali degli ordini dei Commercialisti, degliAvvocati e dei Notai, ha rappresentato un momentounico di riflessione e approfondimento sul ruolo esulle prospettive delle professioni giuridico – econo-miche. Davvero tanti gli spunti e le sollecitazioni rivol-te anche a chi, in questi anni, dovrà legiferare in rela-zione agli aspetti di professioni continuamente inte-ressate dall’evoluzione e dalla tecnologia.Nel corso della due giorni sono state dedicate due ses-sioni tecniche a temi comuni, che interessano e coin-volgono trasversalmente le tre categorie professiona-li: il tema della Mediazione e quello delle Proceduredi composizione della crisi da sovraindebitamento(legge 3/2012 meglio conosciuta come legge “salva-suicidi”).Proprio in occasione di questo appuntamento, ilConsiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed

Esperti Contabili, insieme alla Fondazione ADRCommercialisti (con il supporto della FondazioneNazionale dei Commercialisti), ha presentato undocumento avente a oggetto l’istituto dellaMediazione, nel quale vengono esposte le proposteche i Commercialisti intendono formulare e sottopor-re all’attenzione della politica per incentivare la diffu-sione dell’istituto e di una mentalità che favorisca unapproccio alle liti di tipo conciliativo.In particolare sono stati elencati i profili da potenzia-re: adeguata attenzione alla formazione e specializza-zione richieste al Mediatore; riconoscimento di unruolo fondamentale degli Organismi di Mediazionedei Commercialisti nella gestione di procedimenti dimediazione tributaria nonché in quelli con le pubbli-che amministrazioni; rendere effettiva la concessionedi agevolazioni fiscali sotto forma di credito d’impo-sta per come già previsto dall’art. 20 del D. lgs28/2010; diffondere informazioni e comunicazione alpubblico delle opportunità della mediazione.Infine viene sottolineata l’importanza dell’attività diaffiancamento e di sostegno che la Fondazione ADR

rivolge agli Ordini territoriali nella costituzione diOrganismi di Mediazione e ai colleghi nell’offerta diuna qualificata preparazione.Questo Convegno ha dunque rappresentato un occa-sione importante per avviare una fase di rilancio deisistemi di risoluzione alternativi nelle controversiecivili e commerciali e per attribuire al Commercialistaun ruolo proattivo all’interno di tali procedimenti.Sul tema delle Procedure di composizione della crisida sovraindebitamento, che ha ricevuto impulso soloda quando sono stati costituiti i primi Organismi dicomposizione della crisi da sovraindebitamento nel2015, sono state riscontrate molte criticità, legatesoprattutto all’eccessiva funzione giudiziale attribuitadal legislatore a cui va ad aggiungersi un generaleappesantimento della procedura, per certi versi moltovicina alle logiche del concordato preventivo, ma congrandezze economiche più limitate. A tale propositoè emersa la necessità di una svolta in direzione di unamaggiore “de-giurisdizionalizzazione” di tali proce-dure, specie del “Piano del consumatore”.Altro aspetto di criticità è riferibile a una carenteinformazione sulle opportunità offerte da tale leggee, talvolta anche a una carente formazione da partedi specifiche figure professionali che dovrannoaccompagnare il soggetto sovraindebitato in un per-corso di elaborazione del piano e/o della proposta dicomposizione della crisi. In questo senso, da partedella Fondazione ADR Commercialisti, è stato riba-dito l’impegno - anche di carattere comunicativo-mediatico - che, senza creare facili illusioni, facciaconoscere il più possibile gli strumenti messi a dispo-sizione della legge 3/2012.Insomma, il Convegno di Roccella Ionica - che havisto professionisti provenienti da diverse regionid’Italia - ha rappresentato un bel momento di anali-si, di riflessione ma, soprattutto, un’occasione persuggerire e stimolare proposte fattibili che contribui-scano, per quanto possibile, alla crescita economica esociale del Paese.

La strada del successo, per un artista, è un cammi-no tortuoso e pieno di sorprese. La tua pittura puòriuscire a strappare un paragone con un maestrocome Van Gogh, la tua voce può incantare il pubbli-co dell’Eurovision, le tue sculture possono addirittu-ra fare invidia a quelle di Michelangelo, tuttavia, ciòche permette a un artista di entrare negli annali,sono la passione per quello che fa e l’espressioneartistica che lo accompagna.Il giovane cantante Mirco Pio Coniglio, originario diBivongi, sembra possedere tutte le qualità che pos-sono fargli raggiungere la vetta delle classifiche

nazionali ed estere.Cresciuto sin da piccolo con la passione per la musi-ca, è riuscito ad affermarsi come cantane nel 2009conquistando il pubblico del talent show “Io canto”presentato da Gerry Scotti e in onda su Canale 5. Inquell’occasione, il giovane cantante calabrese siaggiudica il premio della giuria presieduta daClaudio Cecchetto e il premio della Critica; ricono-scimenti che gli verranno entrambi assegnati anchenell’edizione del 2010.L’impegno e la passione di Mirco vengono ricono-sciuti dall’accademia Amadeus di Chieti, che lo pre-mia come “ragazzo prodigio”; lo portano a vincereil premio Mia Martini, a essere finalista sia del con-corso “Musica è” sia del concorso “Fuoriclasse” e apartecipare all’ultima edizione di “The Voice OfItaly”.Grazie ai riconoscimenti ottenuti, agli apprezza-menti degli artisti famosi e al successo riscosso nelpubblico, perlopiù giovanile, la Compagnia “NuoveIndye”, società discografica/editoriale da semprecontraria ai talent e ai cantanti “allevati” in modoindustriale, ha accolto, nel giugno di quest’anno,l’artista Mirco Pio Coniglio. La collaborazione con la società discografica haportato il giovane cantante a esordire con un nuovosingolo dal titolo “Si Danza”. I suoi ritmi vivaci, lavoce autentica e l’innata musicalità, possono esserele strade che gli permetteranno di conquistare unpubblico sempre più ampio.Nell’autunno di quest’anno, Mirco sarà il protagoni-sta, insieme ad altri artisti, del progetto “LeAvventura di Alina”. Si tratta della produzione dinuovi brani musicali prodotti da Louis Bacalov ePaolo Dossena, che daranno inizio a una serie dicollaborazioni e a nuovi importanti progetti.

Gaetano Marando

L'esigenza di nuovi modelli di soggetti-vità e di istituzioni dinamiche chegarantiscano libertà, benessere e par-tecipazione, è emersa nel weekendfilosofico organizzato dall'associazioneScholè presso la propria sede aRoccella Ionica. Il seminario, che èdurato tre giorni, si è concluso il primoluglio ed è stato molto apprezzato daipartecipanti che hanno interagito conil docente e fornito stimoli per ladiscussione. Il professore GianfrancoBorrelli dell'università di Napoli hamesso a confronto due diverse formedi emancipazione, quella collettivamarxista basata sulla coscienza di clas-se e sulla rivoluzione armata, ma limi-tata alla sola sfera economica e quellaindividuale e non violenta proposta daMichel Foucault negli anni 70-80 delNovecento. Foucault ripropone laCura di sé, una pratica di trasformazio-ne e di liberazione individuale nata

nella Grecia classica che prosegue finoai primi filosofi cristiani comeTertulliano il quale esorta i credenti afare proprio il messaggio evangelicofino a mutare pelle come dei serpenti.Foucault vede nei filosofi cinici, in par-ticolare in Diogene, l'esempio di unavita autentica in consonanza con leproprie idee. Diogene ha il coraggiodella Parresia, ovvero dice la verità acosto di dispiacere ai potenti fino areplicare ad Alessandro Magno che sioffre di realizzare qualsiasi suo deside-rio, di spostarsi affinché non gli coprala vista del sole. Il filosofo inoltre sod-disfa le sue esigenze e i suoi bisogni,anche quelli intimi, immediatamente esenza curarsi degli altri. Foucaultapprezza molto anche la filosofia stoi-ca ed epicurea che insegnano il dialo-go, la moderazione, il distacco dallepassioni, l'introspezione e l'ozio pro-duttivo. Il professore Borrelli ha spie-

gato come le forme di soggettività ditipo capitalistico, basate sull'esaltazio-ne dell'autoimprenditorialità e sullecapacità individuali (v. il mito del selfmade man) non riescono a soddisfare ibisogni e i desideri e producono dellepersonalità scisse. Attualmente il capi-talismo precarizza e sfrutta i lavoratoriche nel tempo libero si dedicano spes-so all'arte o allo svago, Questa dicoto-mia è alienante e non asseconda leaspirazioni individuali. Occorre con-trapporre a questa forma di soggetto,degli individui che attraverso la cono-scenza, l'arte, il soddisfacimento deidesideri, la liberazione dei corpi e gra-zie a forme di partecipazione politicanuove e non violente: reti, associazioniecc. producano delle istituzioni che,pur ponendo dei necessari limiti, rece-piscano il cambiamento e garantiscanola libertà.

Giuseppe Gangemi

Roccella, weekend filosofico in compagnia di Marx e Foucault

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La sala “Giuditta Levato” del Consiglio regionale dellaCalabria ospiterà, nella giornata di domani, lunedì 16 luglio,alle ore 17:30, la conferenza stampa di presentazione del dop-pio album CD-DVD “In Ricordo di Franco e Mino Reitano”di Angelo Laganà. Come già annunciato dall’artista di RoccellaJonica, che omaggerà tutti i presenti con una copia della suaultima fatica musicale, l’album è corredato da un libretto acolori di 32 pagine che ripercorre i momenti più significatividella carriera artistica di Laganà, che propone molte foto,anche inedite, di Mino Reitano e pubblica la lettera che FrancoReitano ha scritto di proprio pugno dopo essere stato omaggia-to da Laganà del suo book fotografico “Roccella Jonica… untuffo nella storia”.

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“ANGOLO FOOD

Direttore responsabile:MARIA GIOVANNA COGLIANDRODirettore editoriale:ILARIO AMMENDOLIACOLLABORATORI:

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LA RICETTA: PASTA ALLA CRUDAIOLA

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 350 grdi pasta, 350 gr di pomodorini, 1spicchio d’aglio, basilico, 50 gr diricotta stagionata, olio extravergined’oliva, sale.

Lavate i pomodori e il basilico etagliateli a pezzetti. Metteteli in unaciotola con l'olio, il sale, l'aglio taglia-to a pezzetti e mescolate. Aggiungetela ricotta grattugiata, mescolate,coprite la ciotola con una pellicola eriponete in frigorifero per almeno 2ore. Cotta la pasta, riprendete il con-dimento, rimuovete l'aglio e mescola-te il tutto. Mettete a riposare ancoraper mezz'ora. Impiattate e aggiunge-te un filo d'olio, qualche fogliolina dibasilico fresco ed un ulteriore grattu-giata di ricotta.

RArte&co

“Blu Steps”, l’estate dellaLocride è dei “The Flyers”

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IL DOLCE:MOUSSE RICOTTA E ANANAS

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:300 gr di ananas sciroppata, 1limone, ½ cucchiaino di zenzero,250 gr di ricotta, 3 cucchiai dizucchero a velo vanigliato, 200ml di panna da montare.

Tagliate le fette di ananas sciroppato a pez-zetti, mettetele in una ciotola con succo dilimone e zenzero, mescolate e lasciate insa-porire. Preparate la crema di ricotta lavoran-dola con lo zucchero a velo e buccia di limo-ne grattugiata. Montate la panna, incorpora-tela alla crema di ricotta e aggiungere 2/3dell'ananas sciroppata. Mescolate delicata-mente la mousse fino ad ottenere unacrema liscia e omogenea. Mettete in ogniverrina una base di pezzetti di ananas e poiricoprire con la mousse di ricotta e ananas.Guarnite ogni verrina con qualche pezzettodi ananas e successivamente mettete infrigo a raffreddare per 1 ora prima.

Li avevamo lasciati “sbarbatelli e un po’ sfi-gati” - come scrissero nel testo del loroultimo singolo “Quarantenne che ne sai”,ma in realtà tutt’altro che sfigati - e quan-do li incontriamo nuovamente, a distanzadi qualche tempo, i “The Flyers”, hannosempre quell’aspetto “sbarbatello” masicuramente più maturo. Sia perché i dueMichele hanno affrontato gli esami più

temuti per i ragazzi della loro età, quelli di matu-rità, sia perché Salvatore sta per diventare maggio-renne, ma soprattutto perché sono tornati sullascena con l’interpretazione di un nuovo pezzo. “Blu Steps”, è questo il titolo dell’esperimento esti-vo dei The Flyers con il featuring di Toma Halistar,prodotto dall’etichetta discografica BlanKoRecords e realizzato da Obiettivi Creativi con laregia di Lele Nucera, riprese e fotografia diBernardo Migliaccio Spina, montaggio di VincenzoCaricari, e da un’idea di Guido Tassone. Guido Tassone, infatti, oltre ad aver messo a dispo-sizione la propria fantasia, è l’autore del testo, che,scritto già da qualche tempo, aspettava che qualcu-no giovane, fresco e spensierato potesse farsi inter-prete di quello che lui aveva messo nero su bianco.Poi sono arrivati loro, tre ragazzi quasi tutti diciot-tenni, diversissimi fra loro ma con lo sguardo voltoverso lo stesso orizzonte: quello della musica. L’incastro quasi perfetto di caratteri opposti che sicompletano fa dei The Flyers una Band di ragazzigiovani e capaci che hanno avuto il coraggio di met-tersi in gioco.Ritroviamo Salvatore, Michele P., Michele M. insie-me a Guido Tassone e Giuseppe Novella nella salaprove della Band perché hanno una riunione.“Perché proprio i The Flyers?” - chiedo subito aGuido Toscano che li ha scelti.“Non è facile trovare realtà con determinate carat-teristiche. Loro ci hanno dato l’impressione di esse-re preparati, anche professionalmente, all’esperien-za.Insomma... ci piacciono!” - ha risposto il produtto-re.“Non deve essere stato facile cantare, interpretare,ma soprattutto riuscire a entrare in un testo chenon avete scritto voi.” - domando rivolgendomi airagazzi. Salvatore, il cantante della Band, risponde:“Abbiamo molto discusso con Guido, l’autore, checi ha dato tutte le direttive utili e anche alcune chia-vi di lettura per poter interpretare al meglio il testo.Quando le canzoni che cantiamo non sono statescritte da noi è sempre più difficile. Avevamo giàprovato quest’esperienza a Sanremo Giovani, maquesta volta abbiamo avuto più tempo per metabo-lizzare”.Intervengono anche i due Michele, che, un po’ piùtimidi e riservati, sono d’accordo quando afferma-

no: “Siamo lusingati che ci abbiano scelti. Siamoonorati per la fiducia, anche perché, come Band, èbello che qualcuno investa su di noi”.“Vi siete divertiti?” - continuo.“Sì, tanto! È stata un’esperienza nuova! Inoltre abbiamo conosciuto persone nuove esoprattutto abbiamo avuto la possibilità di confron-tarci. Per girare il video del pezzo erano presenticostumisti, truccatori, registi... noi abbiamo semprefatto tutto da soli!” - continuano i ragazzi, sorriden-do fra loro con sguardi complici.“Di cosa parla e cosa rappresenta il testo, Guido?”“In realtà non dovrebbe essere spiegato. Il signifi-cato del testo sono tutte le interpretazioni dei sin-goli ascoltatori. L’estate è la protagonista, l’ispira-zione è stata una donna e l’estate... è donna!”Salvatore continua: “Il testo parla di come, nellanostra realtà locale, viene vissuta l’estate. Infatti cisono tantissimi riferimenti in cui gli ascoltatori siriconosceranno sicuramente”.“Quale è stata la cosa più bella?”. Sono d’accordotutti sulla risposta: “Abbiamo lavorato come unasquadra, è questa la cosa più importante. Abbiamocollaborato e siamo soddisfatti del risultato... oltrea tutti gli altri (regista, riprese, montaggio) vorrem-mo ringraziare Giuseppe Novella, il fonico, e LucaMatteo Rodinò, il social media manager. E Guido, in arte Toma Halistar, è ovvio. Il soundche c’è nel pezzo è dovuto alla sua collaborazione.”Guido Tassone allora, interviene dicendo: “Noi glivogliamo bene. Chiunque conosca questi ragazziimpara a volergliene. Insomma hanno tutte le cartein regola per vivere l’estate nel modo giusto! Lororappresentano la freschezza, è per questo che laloro interpretazione non è costruita... è naturale.Ed è per questo che sono stati scelti loro per inter-pretare il testo.” “Di sicuro non saremo più soli, ora facciamo partedi questa famiglia. La BlanKo Records rappresentaun’eccellenza calabrese, è un modo per dimostrareche anche in Calabria si riesce a fare quello che sifa altrove. Noi stiamo già lavorando a un altro pro-getto, sempre con BlanKo Record...” - dice MicheleP.Nessuna anticipazione, purtroppo. La squadra è inriunione e noi togliamo il disturbo. È stato bello notare la complicità e la fiducia fraloro, fra generazioni anche diverse che però hannolo stesso obiettivo e soprattutto sapere che vivonoqui, in Calabria, nella loro terra, diventando un’ec-cellenza grazie al loro talento. Continueremo ad ascoltare “Blu Step”: un pezzoorecchiabile, fresco ed estivo. E ogni volta che capi-terà di ascoltarlo penseremo ai “The Flyers” e atutta la squadra, alla loro voglia di fare, al loro entu-siasmo e al loro mettersi in gioco.

Sara Leone

Un pezzo tra il pope il reggaeton conun’influenza di

musica elettronicatanto orecchiabile

che già dopoaverlo ascoltato

una volta,difficilmente ce ne

libereremo.

I The Flyers, “miglior band studentesca italianadell’anno 2016” hanno inciso un nuovo singoloche ha tutte le carte in regola per diventare il

tormentone estivo della Locride.

IL COCKTAIL:COCKTAIL AVIATONINGREDIENTI: 60 ml dry Gin, 15ml maraschino, 15 ml succo fre-sco di limone spremuto, 7.5 mlcrème de violette.

Shakeratei primi treingredienticon ghiaccio eversare in unbicchiere da cock-tail raffreddato.Usate un cucchiainoper versare la crèmede violette, che affon-derà sul fondo del bic-chiere.

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L’OROSCOPO

ArieteQuesta settimana sarà piena di alti e bassi.I pianeti, nel complesso, agiranno a vostrofavore, ma la luna in opposizione potrebbecrearvi qualche impedimento o qualcheimprevisto che rischierà di mettervi di catti-vo umore. Giornata top: domenica.

ToroPotresti vivere qualche momento ditensione sul lavoro: dovrete sopportareun ambiente o una situazione ostile chenon vi metterà a vostro agio. Piuttostostressanti saranno le giornate divenerdì e sabato. Dolcezza, invece, sulfronte sentimentale.

GemelliSe sul fronte lavorativo non vi ferma piùnessuno, su quello sentimentale discussio-ni e incomprensioni saranno all’ordine delgiorno… Faticose risulteranno le giornatedi lunedì, martedì, ma soprattutto di dome-nica, quando la luna sarà in opposizione.

CancroL’amore questa settimana sarà il grandeprotagonista della vostra vita, conVenere pronta a donarvi fascino e sen-sualità. Sarete irresistibili e farete battereil cuore del partner o di qualche ammira-tore soprattutto lunedì, martedì, venerdì esabato.

LeoneUna splendida settimana per il vostrosegno, con Mercurio in congiunzionepronto a regalarvi tutto il riconoscimen-to che meritate. Sarete al centro dell’at-tenzione. Splendide le giornate di lunafavorevole, quelle di mercoledì, giovedìe domenica.

VergineCon Venere nel segno non vi ferma piùnessuno! L’amore è incandescente comeluglio e la passione trascina persino i piùrazionali e moderati di voi. Se siete single èil momento giusto per guardarvi attorno.Unica pecca della settimana: domenica!

BilanciaPotrete contare su una grande serenità earmonia in amore. Le giornate di mercoledìe giovedì saranno particolarmente emozio-nanti e potreste ricevere qualche bella sor-presa. Anche il lavoro è favorito dalle stelle:Mercurio aiuta a fare passi avanti.

ScorpioneSul fronte sentimentale sarete in ripre-sa! Dopo un periodo di litigi e tensioni,ritroverete la serenità con il partner etutto sarà in discesa: potrete fare pro-getti in comune oppure incontri destina-ti a durare. Fortunate le giornate divenerdì e sabato.

SagittarioI litigi e le discussioni col partner saran-no all’ordine del giorno. Soprattuttonelle giornate di lunedì e martedì il ner-vosismo nella vostra coppia rischia disalire alle stelle! Evitate quindi di pren-dere discorsi importanti, almeno fino amercoledì.

CapricornoL’amore riscalda con la sua presenza ivostri pomeriggi estivi. Scoprirete di avereal vostro fianco una persona davvero spe-ciale e riuscirete a mettere in secondopiano persino il lavoro. Giornate fortunatequelle di lunedì, martedì, venerdì e sabato.

AcquarioState vivendo una situazione di bloccodovuta all’opposizione di Mercurio,che complica le relazioni con gli altri erende difficile trovare le giuste occa-sioni, anche sul fronte lavorativo. Inambito sentimentale, tuttavia, le cosecominciano a sistemarsi.

PesciL’opposizione di Venere non vilascerà tranquilli! Se c’è qualcosache vi preoccupa affrontate l’argo-mento col partner e non covatedubbi e dolori: vi sentirete meglio.Giornate pesanti quelle di lunedì emartedì, con luna opposta. Megliotra venerdì e sabato

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Metti una sera a cenaTutta la squadra del Lokrians beach di VittorioZadotti si riunisce a cena con Maria ElenaFilippone, Giuseppe Calabrese e il BaroneFrancesco Macrì. Dopo tante fatiche una bellamangiata di pesce era proprio ciò che ci voleva!

“Palloni”All’uscita del Comune di Siderno abbiamo

visto lo storico segretario dell’YMCA diSiderno Diego Tamburini a colloquio con

Roberto Gerace e Ninì Larosa. Progettiimportanti in vista?

Scambio culturaleIl CEL IPA Locride incontra icentauri del CEL di Fiamme eFassa in quel di RoccellaJonica. Tra i tanti riconoscia-mo Cusumano, Galluzzo eLiguori.

La casa dell’acquaTutta l’Amministrazione Comunale di Roccella Jonicasi fa fotografare in compagnia dello staff della societàJonica Multiservizi durante l’inaugurazione della “Casadell’acqua”, presso la quale si potrà acquistare 1 litrod’acqua a 5 centesimi.

Successione volanteLa neoconsigliera comunale di Volo RosalbaRomeo prende posto in Consiglio al postodel consigliere Michele Cataldo, al quale fac-ciamo un imbocca al lupo affinché i suoi pro-blemi di saluti si risolvano presto.

I bracchiIl nostro caro amico

Mimmo Lubieri, universal-mente riconosciuto con ilsoprannome di “Bracco”,elemento di spicco della

Democrazia Cristianasidernese, ci concede que-sta foto mentre si intrattie-ne in compagnia del fra-

tello Antonio.

Vocalist di livelloManuela Cricelli posa con il leader della Premiata

Forneria Marconi Franz Di Cioccio in attesa delgrande concerto che si è svolto a Roccella Jonica

la scorsa settimana, e che ha costituito unagustosissima anticipazione Jazz Festival.

Apporto politicoDurante un convegno abbiamo incontrato

Mario Mazza e Domenico Bova, oggi normalicittadini, ma un tempo esponenti politici di

primo piano della Prima Repubblica nelnostro meraviglioso comprensorio.

Grandi nemiciQuello che avete

dinanzi è uno scat-to da un milione dieuro: abbiamo piz-

zicato in quel diSiderno il vicesinda-

co di BenestareDomenico

Mantegna mentresalutava (anche

piuttosto cordial-mente) l’ex sindacoe grande nemico

politico Enzo Rocca

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