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Anno XVII n°2- Marzo/Aprile Duemila8 sommario sione, è stato tracciato l’identikit della cooperativa che, in 48 anni dalla sua nascita, è diventata oggi un’azienda lea- der nel panorama italiano, con stabili- menti propri e soci diretti nelle zone stra- tegiche dello Stivale. Un vero e proprio sistema a rete, che permette alla coope- rativa di mantenere una notevole flessi- bilità, di dare a ogni produttore l’esatto risultato del mercato e di fornire ai clien- ti un pacchetto molto ampio di prodotti. I numeri dell’ultimo biennio mostrano come Apofruit Italia sia riuscita ad attra- versare con successo la parentesi nega- tiva che ha interessato il comparto orto- frutticolo negli ultimi due anni e abbia partecipato in modo attivo alla nuova crescita dei prodotti made in Italy che si è registrata nel settore durante il 2007. Con 4.300 soci, 11 stabilimenti e 6 centri di ritiro, il gruppo lavora annual- mente 250 mila tonnellate di prodotto conferito dai soci, ha un fatturato conso- lidato di 230 milioni di euro e un patrimo- nio netto di 60 milioni di euro. Sono 160 BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166 Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio, Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio, Giovanni Teresi, Piero Turroni, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini Apofruit Italia presenta le proprie strategie 1-2 25ª edizione del Macfrut 2 Indicazioni produttive ai soci per il 2008 3-5 Almaverde Bio si presenta alla stampa 4 PAGINE TECNICHE Diradamento chimico della mela Cripps Pink ® Rosy Glow ® 6-8 Come proteggersi dalle gelate 9 DALL EMILIA Cipolla: una coltura da incentivare 10 DAL METAPONTO Campagna fragole 2008 11 DAL LAZIO Actinidia: tempo di impollinazione 12 notizie Apofruit Italia presenta le proprie STRATEGIE In occasione della 25ª edizione del Macfrut Apofruit ha incon- trato i buyers in una convention al Teatro Verdi dove sono stati presentati i numeri della cooperativa in seguito alla fusione con Agra-Solemilia, al potenziamento delle strutture in Metaponto e alla politica di sviluppo avviata in Sicilia U n gruppo in piena salute e in costante crescita, con un fiore bio- logico all’occhiello. Mercoledì 16 aprile, alla vigilia dell’apertura della venticin- quesima edizione del Macfrut - la mostra internazionale di impianti, tecno- logie e servizi per la produzione, il condi- zionamento, la commercializzazione e il trasporto degli ortofrutticoli che si tiene ogni anno a Cesena - Apofruit Italia ha incontrato i clienti, i fornitori, le istituzio- ni e i partner del gruppo per illustrare i risultati degli ultimi due anni di attività e i progetti per l’immediato futuro. Nel corso della convention, tenutasi all’inter- no di un Teatro Verdi gremito per l’occa-

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Anno XVII n°2- Marzo/Aprile Duemila8

sommario

sione, è stato tracciato l’identikit dellacooperativa che, in 48 anni dalla suanascita, è diventata oggi un’azienda lea-der nel panorama italiano, con stabili-menti propri e soci diretti nelle zone stra-tegiche dello Stivale. Un vero e propriosistema a rete, che permette alla coope-rativa di mantenere una notevole flessi-bilità, di dare a ogni produttore l’esattorisultato del mercato e di fornire ai clien-ti un pacchetto molto ampio di prodotti. Inumeri dell’ultimo biennio mostranocome Apofruit Italia sia riuscita ad attra-versare con successo la parentesi nega-tiva che ha interessato il comparto orto-frutticolo negli ultimi due anni e abbiapartecipato in modo attivo alla nuovacrescita dei prodotti made in Italy che siè registrata nel settore durante il 2007.Con 4.300 soci, 11 stabilimenti e 6centri di ritiro, il gruppo lavora annual-mente 250 mila tonnellate di prodottoconferito dai soci, ha un fatturato conso-lidato di 230 milioni di euro e un patrimo-nio netto di 60 milioni di euro. Sono 160

BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIASped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88

Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111

Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena

Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio, Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio,

Giovanni Teresi, Piero Turroni, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini

Apofruit Italia presenta leproprie strategie

1-2

25ª edizione del Macfrut 2

Indicazioni produttive ai soci per il 2008

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Almaverde Bio sipresenta alla stampa

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PAGINE TECNICHEDiradamento chimico dellamela Cripps Pink® Rosy Glow®

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Come proteggersi dalle gelate

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DALL’EMILIACipolla: una coltura da incentivare

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DAL METAPONTOCampagna fragole 2008

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DAL LAZIOActinidia: tempo di impollinazione

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notizie

Apofruit Italia presenta

le proprie STRATEGIEIn occasione della 25ª edizione del Macfrut Apofruit ha incon-trato i buyers in una convention al Teatro Verdi dove sono statipresentati i numeri della cooperativa in seguito alla fusione conAgra-Solemilia, al potenziamento delle strutture in Metaponto ealla politica di sviluppo avviata in Sicilia

Un gruppo in piena salute e incostante crescita, con un fiore bio-

logico all’occhiello. Mercoledì 16 aprile,alla vigilia dell’apertura della venticin-quesima edizione del Macfrut - lamostra internazionale di impianti, tecno-logie e servizi per la produzione, il condi-zionamento, la commercializzazione e iltrasporto degli ortofrutticoli che si tieneogni anno a Cesena - Apofruit Italia haincontrato i clienti, i fornitori, le istituzio-ni e i partner del gruppo per illustrare irisultati degli ultimi due anni di attività e iprogetti per l’immediato futuro. Nelcorso della convention, tenutasi all’inter-no di un Teatro Verdi gremito per l’occa-

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E’ andata in scena dal 17 al 19 aprilenei padiglioni fieristici di Pievesestinala 25ª edizione del Macfrut, saloneinternazionale di impianti, tecnologie eservizi per il settore ortofrutticolo che èstato inaugurato dal ministro dell’Agri-coltura uscente Paolo De Castro. Insieme a lui erano presenti al tagliodel nastro i ministri di alcuni Paesi delMediterraneo, che si sono confrontatisul futuro dell’ortofrutta italiana frariforma dell’OCM, apertura dei merca-ti e partenariato euromediterraneo. Tragli elementi di principale interesse diMacfrut 2008, accanto al sempremaggior tasso di internazionalizzazionedella fiera e alla nascita del “Salonedella IV gamma e dei freschi pronti abase vegetale”, sono stati gli spazidedicati al biologico, dove l’Italia rima-ne saldamente il maggior Paeseesportatore dell’Unione europea conentrate pari a circa 800 milioni di euro.Bilancio positivo quello che ha chiusoquesta 25ª edizione del Macfrut, chefra i suoi grandi protagonisti ha vistonaturalmente anche Apofruit Italia,presente in fiera con uno stand com-pletamente rinnovato, che è stato visi-tato nel corso delle due giornate datutta la grande distribuzione italiana. Al consorzio Almaverde Bio è andato ilpremio Grappolo d’oro Export comemiglior esportatore italiano nel 2007. Ilpremio è stato consegnato giovedì 17aprile a Macfrut dal ministro Paolo DeCastro al presidente di AlmaverdeBio, Renzo Piraccini.

IL FUTURO DELL’ORTO-FRUTTA ALLA 25ª EDIZIO-NE DEL MACFRUT

6 mila tonnellate. “Nonostante questagrande crescita - ha evidenziato nelcorso della serata al Teatro Verdi EnzoTreossi, Presidente di Apofruit Italia -abbiamo mantenuto la natura di aziendacooperativa di primo grado: una caratte-ristica che garantisce un rapporto piùdiretto tra produttore e mercato. Siamomolto orgogliosi, inoltre, di essere unacooperativa, forma di impresa oggi piùche mai attuale, anche se pensiamoche nella cooperazione occorra misura-re di più le esperienze, le persone e icomportamenti”. L’Europa è invece l’orizzonte di sviluppoprossimo di Almaverde Bio, il marchiobiologico di Apofruit Italia, che negli ulti-mi due anni ha consolidato la propriaposizione grazie a 25 mila tonnellate diprodotto e un fatturato di 40,5 milioni dieuro. “Dopo 7 anni di intensa attivitàpromozionale, Almaverde Bio è diventa-to il marchio leader nel mercato italianodei prodotti biologici, conosciuto eapprezzato dal 70% dei consumatori dibio nella moderna distribuzione - haspiegato durante la convention al VerdiRenzo Piraccini, Direttore Generale diApofruit Italia e Presidente di AlmaverdeBio - Per il 2009 puntiamo a superarei 50 milioni di euro di fatturato”. Un obiettivo importante che rientra neipiù ampi progetti di crescita del gruppoApofruit. “Nei prossimi tre anni - affer-ma Piraccini - punteremo ad accentua-re le specializzazioni sui diversi prodotti,a incentivare l’innovazione, segmentarele diverse specie, aumentare l’efficienzariducendo i costi e aumentare l’export”.

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i dipendenti fissi e 2400 quelli stagiona-li, che per il loro lavoro negli ultimi treanni hanno potuto contare su un inve-stimento di 24,6 milioni di euro destina-to a strutture e nuove tecnologie. Datipositivi accentuati anche dai processi disvilpuppo avviati nelle singole aree diattività, con la fusione con Agra-Solemilia di Modena, il potenziamentodelle strutture e della produzione nelMetaponto e la politica di espansioneavviata in Sicilia. Attualmente ApofruitItalia può contare su tre stabilimenti dilavorazione in Emilia (a Vignola,S.Martino in Spino, Altedo) e tre di riti-ro e stoccaggio (a S. Pietro Capofiume,S. Matteo della Decima e Ostiglia),mentre in Romagna sono attivi quattrostabilimenti di lavorazione (aPievesestina, Longiano, Forlì e S.Pietroin Vincoli) e tre di ritiro e stoccaggio (aRussi, Piagipane e S.Pietro inCampiano). Inoltre la cooperativa hauno stibilimento di lavorazione ad Aprilia(Latina), due a Scanzano Ionico(Matera), due centri di ritiro a Catania ea Delia e uno stabilimento di lavorazio-ne a Donnalucata (Ragusa). A parlaredello sviluppo di Apofruit Italia nellapenisola sono i numeri stessi: bastaguardare, infatti, il trend di crescita regi-strato nell’area di Cerignola, in provinciadi Foggia, dove nel 2004 la cooperati-va contava 4 soci per 960 tonnellate diprodotto conferito, mentre oggi neannovera 65 per un conferimento previ-sto di 3mila e 800 tonnellate. E per il2010, in piena produzione, è previsto ilraggiugimento del quantitativo record di

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mente diversa rispetto allo scorsoanno, ad erogare un contributo straor-dinario in base alla superficie piantata.A questo proposito si raccomanda aisoci di richiedere le piante per tempo,in quanto numerose varietà, essendogestite in esclusiva, devono essereprogrammate presso i vivaisti autoriz-zati con largo anticipo. In questi anniabbiamo anche iniziato a diffonderealcune varietà ottenute nell’ambito diun progetto di miglioramento geneticosul pesco e sull’albicocco, coordinatodal CRPV e finanziato da alcune OPfra le quali anche Apofruit Italia e laRegione Emilia Romagna. Nei prossimianni si intravede la possibilità di incre-mentare ulteriormente il numero divarietà licenziate da tale progetto, checi permetterà di essere sempre piùautosufficienti in fatto di nuove varietà. Un’attenzione particolare va poi riser-vata al biologico, che in questi ultimianni, grazie a un incremento delle ven-dite nel mercato interno e estero con ilmarchio Almaverde Bio, ha creatonuovi spazi produttivi che ci permetto-no di aumentare ulteriormente la colti-vazione di frutta e di ortaggi. Possiamoquindi affermare che, dopo alcuni anniin cui avevamo cercato di arrestare l’in-cremento delle superfici destinate albiologico, ora sarà possibile proseguirein una espansione più o meno accen-

tuata a seconda delle specie.Scendendo nel dettaglio, per quantoriguarda pesche, kiwi e albicocche leattuali produzioni sarebbero sufficienti:tuttavia numerose piantagioni inizianoad avere un’età abbastanza elevata,inoltre è necessario avere una quanti-tà per periodo di raccolta meglio distri-buita. Per questo si possono effettua-re nuove piantagioni puntando esclusi-vamente su pesche e nettarine a polpagialla. Uno spazio di crescita notevol-mente maggiore va invece riservato apere, mele e susine, da aumentarecon tutte le varietà e quindi in tutti iperiodi.Per quanto riguarda l’uva da tavola, ilconsiglio è di puntare sulle varietàsenza semi. Non è consigliabile incre-mentare invece la produzione di cle-mentini e di kaki, già piuttosto elevata,e quella di ciliegie, che riscuotonopoco interesse per i produttori per ladifficile gestione dovuta alla delicatez-za e alla scarsa conservabilità del frut-to. Per quanto riguarda infine il compartoorticolo, ci sono numerose tipologieche riscuotono notevole interesse per iproduttori e che devono essere pro-grammate per tempo con gli uffici tec-nici. Esaminiamo ora la situazione e la pro-spettiva di piantagione per le variespecie frutticole:

di Piero Turroni

Adistanza didue anni

dalle precedentiindicazioni forni-te da ApofruitItalia a tutti i sociper le nuove

piantagioni di frutta, possiamo dire chenumerosi obiettivi che ci eravamo pre-posti sono stati raggiunti.L’andamento commerciale discreta-mente positivo verificatosi lo scorsoanno ha senz’altro favorito il rinnova-mento degli impianti. Dobbiamo peròproseguire nella linea già indicata ecioè riconvertire il più rapidamentepossibile le vecchie varietà con lenuove, dotate di migliori caratteristichevisive e gustative. Tanto più che nume-rose di esse, diffuse in forma esclusi-va all’interno di New Plant o gestite daClub che si pongono l’obiettivo di pro-muovere e proteggere tali varietà,sono in grado di apportare sensibilibenefici per i produttori. Per favorire ilrinnovo degli impianti, Apofruit Italiacontinua a finanziare tramite il PianoOperativo previsto in ambito OCMl’acquisto delle piante, l’installazione diimpianti di irrigazione e fertirrigazione el’installazione di impianti antigrandine.Per le specie pesco ed albicocco sicontinua, anche se in forma legger-

INDICAZIONI produttiveper il 2008Apofruit Italia fornisce a tutti i soci alcuni consigli utili per i nuovi impianti e per le varietà frutticole e orticole su cui puntare in futuro

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notizie

Un workshop sull’alimentazione biologi-ca e sulle abitudini del consumatore,con l’attenzione focalizzata anche sullacertificazione dei prodotti e sul sistemadi garanzie e di controlli. Si è tenuto il 2 aprile scorso a Milano,all’Hotel Majestic, l’incontro diAlmaverde Bio con la stampa nazionale(quotidiani, periodici e riviste specializ-zate), per presentare ai giornalisti ilbrand leader nel settore biologico e lagamma di prodotti che esso offre sulmercato. L’incontro è stato moderatodalla giornalista di Radio 24 NicolettaCarbone, e ha visto un interventoanche di Roberto Della Casa, docentedi Marketing Prodotti Agroalimentaridell’Università di Bologna - Polo diForlì, che ha illustrato i risultati di un’in-dagine di mercato relativa all’atteggia-mento del consumatore nei confrontidel biologico. Un atteggiamento che siconferma di alto interesse, da consoli-dare con la proposta di un prodottoinnovativo e competitivo. Fabrizio Piva,amministratore unico di CCPB srl(organismo di certificazione del prodot-to Almaverde Bio) è invece intervenutosul sistema di garanzie e di controlli chevengono effettuati sul prodotto biologi-co. A chiudere l’incontro è stato ilPresidente di Almaverde Bio ItaliaRenzo Piraccini, che ha sottolineato irisultati molto positivi ottenuti daAlmaverde Bio nel 2007 nel mercatoitaliano e soprattutto europeo.

ALMAVERDE BIO SI PRESENTA ALLA STAMPA

Pesco giallo: Le indica-zioni date nel 2006 hannofrenato la diminuzione

delle superfici in atto da numerosianni. Ora possiamo proporre unanuova gamma varietale in grado disostituire interamente le varietà pian-tate fino a pochi anni fa. E’ necessa-rio continuare a mettere a dimora 50-60 ettari all’anno, prediligendo levarietà precocissime e precoci (giu-gno/luglio) al sud, le medie e le tardi-ve (luglio/agosto) in Romagna, lesuper tardive (settembre) in Sicilia.Pesco bianco: Negli ultimi anni iprezzi di liquidazione per questa tipolo-gia sono stati molto interessanti afronte di una pezzatura e qualità eleva-ta. Abbiamo a disposizione qualchenuova cultivar che può allargare ilperiodo di maturazione. Possibilità di piantare 10-15 ettariall’anno.

Nettarine gialle: Permantenere gli attualiquantitativi sono necessa-

ri nuovi impianti in sostituzione dei vec-chi che vengono abbattuti. La tipologia a gusto dolce si è diffusanotevolmente negli ultimi anni, per cuiconsigliamo di continuare con questaimpostazione puntando soprattuttosulle varietà a maturazione media etardiva sia al Nord che al Sud. Spazioanche per varietà a gusto bilanciatocon maturazione prevalentemente dametà luglio a fine agosto, a patto chesiano dotate di una intensa colorazio-ne dell’epidermide. Infine si prospetta la possibilità di pian-tare questa tipologia anche in Sicilia,con varietà che maturano a settembre.

Nettarine bianche: Il consiglio è dipiantare questa tipologia puntando sullevarietà a gusto dolce. Oggi possiamoutilizzare alcune varietà dotate di caratte-ristiche moIto simili tra loro che ci per-mettono di offrire lo stesso tipo di fruttoper quasi tutto il periodo di maturazionedelle nettarine. L’obiettivo è di raggiun-gere un discreto quantitativo il più rapi-damente possibile.

AlbicoccoContinuare con il rinnova-mento varietale iniziato da

alcuni anni. Il progetto di miglioramentogenetico che vede coinvolti la NewPlant, il CRPV e l’Università di Bolognasta producendo nuove varietà che dimo-strano di possedere caratteristiche sem-pre più positive. A breve avremo adisposizione nuove cultivar che sarannoqualitativamente migliori e più produttiverispetto a quelle coltivate oggi. Si con-ferma l’interesse per le varietà a matura-zione tardiva.

SusinoLe varietà di cui oggidisponiamo, sono in

grado di coprire il periododa fine giugno a metà settembre. Daquest’anno inizieremo a diffondere unanuova varietà molto interessante ancheper il Nord. Sono inoltre in osservazionenumerose varietà provenienti da diversicostitutori che, se dimostreranno disapersi adattare bene alle nostre aree diproduzione, saranno in grado di comple-tare tutto il periodo produttivo per lenumerose tipologie di prodotto che sicaratterizzano per le varie combinazionidi colore dell’epidermide (giallo, rosso,nero) e colore della polpa (biancocrema, giallo, rosato, rosso).

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Ciliegio: Dopo la fusionecon la cooperativa Agra-

Aiproco, questa coltura siavvale oggi della professionalità e noto-rietà del vignolese, consentendo diaffrontare il mercato con una posizionerafforzata. Nelle aree vocate è così pos-sibile incrementare questa specie pun-tando alla diffusione di varietà a polpaconsistente, di colorazione scura, buonapezzatura e naturalmente produttive. Ilmiglioramento genetico, anche in que-sto caso coordinato dal CRPV e finan-ziato dalla Regione Emilia Romagna, giàda qualche anno ha prodotto interessan-ti varietà, che potranno aumentare neiprossimi anni.

Fragola: Al Sud si prevededi dare spazio ad un’ulteriorecrescita continuando a punta-

re sulle varietà attualmente coltivateprediligendo Candonga, dotata di eleva-te caratteristiche gustative. Al Nord siinizierà a diffondere una nuova varietà ingrado di sostituire Onda, che ha dimo-strato di avere caratteristiche qualitativeinteressanti mantenendo una discretaqualità gustativa. Occorre continuare adaumentare la superficie protetta peranticipare la raccolta delle varietà piùtardive e proteggere i frutti da piogge egrandinate.

Asparago: Coltura interes-sante soprattutto nelle zonevocate dove si raggiungono

ragguardevoli produzioni. Entro brevesaremo in grado di fornire il seme dialcuni nuovi ibridi dotati di ottime carat-teristiche qualitative e produttive condiscreta precocità di raccolta.

Melo: La strada intrapresanegli ultimi anni sta dandorisultati positivi. L’obiettivo di

continuare a sostituire le vecchie varietà

con quelle più interessanti per il merca-to come Rosy Glo, Fuji e l’ultima arriva-ta Modì. Quest’ultima cultivar è resisten-te a ticchiolatura, ha l’epidermide di unattraente colore rosso e l’epoca di rac-colta è precedente alle altre due varietàconsigliate. Anche questa varietà verràgestita in forma di club.

Pero: Particolare interesseriscuotono Abate e Kaiser.E’ utile individuare un ulterio-

re spazio per incrementare la varietàCarmen che, pur avendo una raccoltaprecoce, è dotata di buona produttività,ottimo sapore, discreta conservabilità ebell’aspetto.

Kaki: L’obiettivo è quello dimantenere le attuali quantitàdi kaki tipo. Per la varietà

Rosso Brillante, visti i numerosi ettarimessi a dimora negli ultimi anni, dobbia-mo momentaneamente sospenderel’esecuzione di nuove piantagioni, inquanto abbiamo raggiunto la superficieche ci eravamo preposti. E’ necessarioquindi effettuare adeguate verifiche sullaquantità che il mercato può accettareprima di riprendere l’esecuzione di nuoviimpianti.

Kiwi: L’obiettivo è mantene-re gli attuali quantitativi dellavarietà Hayward, pertanto

possono essere piantate alcune decinedi ettari all’anno in sostituzione degliimpianti più vecchi che entro breve ver-ranno abbattuti. Abbiamo interamenterealizzato le piantagioni per la varietàZespri Gold, quindi se la Zespri, chegestisce completamente questa varietà,non decide di aumentare la superficieattualmente individuata per l’Italia, non èpossibile effettuare nuovi impianti. Per lavarietà Green Light, interessante per laprecoce epoca di raccolta, siamo in

attesa di ulteriori verifiche sul suo com-portamento in campo. Riteniamo quindisia opportuno procedere con cautelanella realizzazione di nuove piantagioni,prediligendo eventualmente terrenimolto fertili.

Clementino: Cercare dianticipare o posticipare laraccolta del “Clementino

Comune” sia tramite l’applicazione diadeguate tecniche colturali, che pian-tando varietà che hanno una epoca diraccolta più precoce o più tardiva.

Uva da tavola: La sceltaeffettuata già da alcuni anni,di puntare esclusivamente

sulle varietà senza semi viene conferma-ta. Da quest’anno sarà possibile osser-vare il comportamento di alcune varietàche riteniamo estremamente interes-santi, in un campo pilota dislocato nelMetaponto. Sarà quindi estremamenteimportante effettuare delle visite neiperiodi di maturazione delle suddettevarietà e, se queste dimostreranno diadattarsi bene alle nostre zone, possia-mo partire speditamente effettuandonuove piantagioni, per raggiungere unaproduzione di alcune decine di migliaia diquintali.Spero che queste brevi considerazionicontribuiscano a facilitare la scelta cheogni azienda agricola si trova di frontequando decide di effettuare nuovi inve-stimenti, naturalmente ognuno prima didecidere è bene che si confronti coi pro-pri riferimenti tecnici per avere ulterioridettagli ed indicazioni. Come ho già detto in precedenza, ènecessario decidere per tempo, in modoche tutto ciò che serve, in particolare lepiante, per effettuare una buona pianta-gione siano programmate con largo anti-cipo.

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L’introduzione della coltivazione dellamela Cripps pink®-Rosy glow® ha

segnato un passaggio importante per lanostra melicoltura di pianura, dandolenuovamente respiro e prospettiva.Attualmente sono circa un centinaio isoci di Apofruit coinvolti in questo tipo dicoltura, per una superficie investita com-plessiva di circa 100 ettari di cui 82 inproduzione (dati riferiti al 2007). Nellacampagna 2007 sono stati conferiticirca 43000 ql di prodotto, con unamedia per ettaro di 521 ql. Il trend dellaproduzione è in aumento e dovrebbeassestarsi, senza considerare eventualinuovi impianti, fra 3-4 anni sui 60000ql.. La coltivazione di questo particolare epregiato tipo di mela ha impresso unarapida trasformazione sia all’impostazio-ne dei tradizionali meleti che alla lorogestione agronomica. Sono infatti staterivoluzionate e riviste la densità di impian-to, le forme di allevamento, la gestionedell’irrigazione, della concimazione e lapotatura. In questo contesto ha assuntoparticolare importanza la possibilità e lanecessità per l’agricoltore di modulare laproduzione in maniera da ottenere ilmassimo risultato economico. Crippspink®-Rosy glow® infatti viene valutatacommercialmente in funzione sia dellapezzatura che, soprattutto, dell’estensio-ne del sovracolore rosa-rosso. E’ impor-tante quindi ottenere una consistenteproduzione in termini quantitativi, ma è

altrettanto basilare raggiungere una ele-vata percentuale di prodotto classificabi-le e commercializzabile come Pinklady®. A tale fine l’esperienza hamostrato che in condizioni normali lapotenzialità produttiva di Cripps pink®-Rosy glow® non rappresenta un fattorelimitante; la varietà ha infatti una fiorituramolto generosa, allega senza particolaridifficoltà ed è meno soggetta, rispettoad altre, ad alternanza o a generare pro-blemi di ritorno a fiore. Se consideriamoche un impianto di Cripps pink®-Rosyglow® si presenta con una densitàmedia di 2500 piante/ettaro e che unapianta di 6-8 anni può portare tranquilla-mente anche 40 kg di prodotto, si realiz-za che un ettaro meleto può raggiunge-re i 1000 ql di produzione. Questo limite

non si concilia tuttavia con la possibilitàdi ottenere un prodotto diffusamentecolorato e pregiato commercialmente.L’agricoltore in sostanza deve definire eprogrammare la carica di frutti che ritie-ne ottimale per le piante del proprio frut-teto ed operare conseguentemente perottenerla. A tale fine dispone essenzial-mente di tre strumenti che può governa-re in funzione delle proprie esigenze efinalità: una corretta gestione della con-cimazione e dell’irrigazione, una adegua-ta potatura di produzione che consentauna diffusa illuminazione diretta dei fruttied una appropriata modulazione del loronumero sulle piante (diradamento).Rimandando ad altre occasioni la possi-bilità di approfondire i diversi aspettielencati, tratteremo di seguito la delicata

6 PAGINE TECNICHE

notizie

MELICOLTURA DI PIANURAImpianto di melo Cripps pink®-Rosy glow®

DIRADAMENTO CHIMICO dellamela Cripps pink® Rosy glow®

Nuove prospettive per la melicoltura di pianura grazie all’introduzione di questa par-ticolare e pregiata varietà coltivata dai soci Apofruit Italia

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PAGINE TECNICHE 7

questione del diradamento chimico.Come ricordato in altre occasioni, l’appli-cazione della normativa europea91/414 sulla revisione dei fitofarmaci,sta portando alla revoca dell’impiego didiverse sostanze attive e alla limitazionedi altre. Anche carbaryl, come conse-guenza della suddetta revisione, è statorevocato, con data ultima di impiego fis-sata al 21 novembre 2008. L’attivitàdiradante di carbaryl era dovuta alla suaintrinseca fitotossicità che determinavauna accentuazione della cascola natura-le dei frutticini in fase di sviluppo.Carbaryl era inoltre economico, cono-sciuto nella tecnica di applicazione e, dalpunto di vista pratico, la sua attività eramaggiormente influenzata dall’epoca ealla dose di impiego rispetto alle condi-zioni climatiche in cui si operava (andavaposta tuttavia particolare attenzione se letemperature superavano i 25°C).L’alternativa al carbaryl verrà affidata dalprossimo anno all’impiego di sostanzead azione fitoregolatrice. I fitoregolatori(citochinine, auxine ecc..) sono sostanzeprodotte in natura dalle piante, dagliapici gemmari, dai frutti (semi) ecc.. edhanno la funzione di regolare l’equilibriovegetativo-produttivo di queste. Inserirsiin questi delicati equilibri con applicazio-

ni di fitoregolatori di sintesi, implica unamaggiore conoscenza dei fenomeni inatto e, dal punto di vista pratico, un lungoperiodo di messa a punto sperimentale.Nella fase che segue l’allegagione, ilmelo esercita una naturale autoregolazio-ne della carica di frutti in corrispondenzadella crescita dei germogli. La carenza disostanze elaborate prodotte dalla pianta,conseguente alla competizione tra ger-mogli e frutticini è la principale responsa-bile della suscettibilità degli alberi ai dira-danti. In questa fase (post-allegagione) si

instaura infatti una sorta di concorrenzatra i frutticini misurabile come tasso dicrescita differenziale. Alcuni frutti cre-scono più velocemente di altri che inve-ce tenderanno a cadere. Un buon dira-dante chimico agisce potenziando ilnaturale processo di cascola fisiologica;i frutti più grossi (quelli centrali del maz-zetto) infatti sono capaci di attirare lesostanze elaborate della pianta anche inpresenza di un diradante, il quale agiràpreferenzialmente sui frutti più deboli.L’epoca di applicazione dei diradanti adazione fitoregolatrice varia da interventiprecoci (impollinazione – caduta petali)fino a 20-30 giorni dalla piena fioritura,quando il diametro medio dei frutticiniposti su legno vecchio, corrisponde circaa 12 mm. Sull’effetto diradante dei fito-regolatori influiscono in modo particolaresia lo stato fisiologico produttivo dellepiante (vigoria, portainnesto, stato nutri-zionale) che le condizioni climatiche incui si opera; temperature tra i 15 e i 20°C e umidità relativa superiore al 70%nel periodo che precede e segue il trat-tamento, rappresentano presupposti peruna buona riuscita del diradamento chi-mico. Queste condizioni infatti favorisco-no un assorbimento lento del prodotto,

GRAFICO 1Produzione annua Apofruit di mele Cripps pink®-Rosy glow® nel triennio 2005-2007

GRAFICO 2Divisione del prodotto Cripps pink®-Rosy glow® conferito in Apofruit, per categorie commercialinel triennio 2005-2007

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8 PAGINE TECNICHE

notizie

aumentandone l’efficacia diradante.Temperature superiori ai 25-27°C pos-sono altresì generare cascole eccessivedi frutticini.LA SPERIMENTAZIONELa sperimentazione condotta sul dirada-mento chimico di Cripps pink®-Rosyglow® è giunta con il 2007 al quartoanno di attività e ad un livello soddisfa-cente di definizione. Nel corso di questiquattro anni sono state inizialmentetestate diverse sostanze attive impiega-te singolarmente, per poi passare allaformulazione di strategie più complesse.Unitamente a ciò sono stati presi in con-siderazione diversi momenti di interventoed è stata valutata l’influenza dell’ag-giunta di olii minerali ai diradanti. Si èanche lavorato sulla messa a punto deidosaggi e delle formulazioni disponibili.Carbaryl è stato impiegato nei primi dueanni di sperimentazione come standarddi riferimento ma, in previsione dellarevoca di impiego, non è stato più testa-to nelle prove del 2006-7. Anche l’espe-rienza sull’acido alfa-naftalenaceticoNAA dopo un biennio di sperimentazioneè stata interrotta per la variabilità deirisultati ottenuti. La gamma di possibilitàquindi, sia per i risultati preliminari otte-nuti, che per la necessità di dare in tempirapidi risposte pratiche, è stato ristretto adue sostanze attive: la 6-benziladenina(6-BA) e l’ammide dell’acido alfanaftale-nacetico (NAD). Entrambe i prodottiimpiegati singolarmente hanno mostratouna attività diradante insoddisfacente siaper intensità (NAD) che uniformità (6-BA), mentre l’integrazione e la succes-sione di impiego di queste due sostanzeè sembrata fornire i risultati migliori. Inquesto contesto sono state valutate ulte-riori variabili, sulle quali si è potuto agireper attenuare o accentuare l’effetto dira-dante; si tratta della aggiunta o meno di

olio minerale, della dose di impiego deiformulati commerciali e del momento diintervento. In merito alla prima variabile, idati raccolti indicano chiaramente chel’aggiunta di olio minerale (1,5 kg perettaro) sia a 6-BA che a NAD ne miglio-rano l’attività in termini di persistenzad’azione ed uniformità di bagnatura. Perquanto riguarda il dosaggio ed il momen-to di impiego, possiamo considerarecome dato acquisito per NAD la dose a800 g/ha e ad una fase di applicazionecorrispondente ad una presenza del50% di frutticini centrali su legno di dueanni, di 4-6 mm (periodo che corrispon-de all’inizio della sfioritura). Per 6-BA,appurato il fatto che è meglio impiegarlain successione a NAD, si è visto che l’in-cremento della dose da 5 a 7 kg/ha diformulato commerciale (nelle prove èstato impiegato Exilis®), ha accentuatol’effetto diradante anche se non inmaniera particolarmente marcata. Ilmomento di impiego di questa sostanzasembra invece avere inciso maggior-mente sulla potenzialità diradante. In par-ticolare l’applicazione corrispondente aduna presenza del 50% di frutticini cen-

trali su legno di due anni di 10-12 mm,ha diradato in maniera visibilmente piùmarcata rispetto all’intervento effettuatoa 12-14 mm. In altre parole sembra chesull’impiego di 6-BA su Cripps pink®-Rosy glow®, detenga maggior peso ilmomento dell’intervento rispetto alladose di impiego. IN SINTESILa sperimentazione effettuata ha contri-buito concretamente a dare una rispostapratica alla necessità di sostituire l’impie-go del carbaryl per il diradamento chimi-co della mela Cripps pink®-Rosyglow®. Riteniamo innanzi tutto funziona-le l’impiego di NAD nella fase giàdescritta (frutti di 4-6 mm in epoca sfio-ritura) in quanto con questo intervento siprepara e si stimola la pianta a quellanaturale e fisiologica competizione che siinstaura tra i frutticini. La successivaribattuta con 6-BA completa un buondiradamento che tuttavia può esseremodulato nell’intensità, variando la dose(5 o 7 kg/ha), il momento di intervento(frutticini di 10-12 mm o di 12-14 mm didiametro) o aggiungendo o meno oliominerale alla miscela (1,5 kg/ha).

GRAFICO 3Divisione del prodotto Cripps pink®-Rosy glow® conferito in Apofruit, per classi di pezzatura neltriennio 2005-2007

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tutti i casi le precipitazioni hannobagnato la parte aerea delle piante,amplificando così gli effetti negatividelle gelate, che hanno interessato lepiante fino a circa due metri di altezzadal suolo. “Sono stati interessati dallagelata – continua Del Vecchio – i fioridelle drupacee e i germogli di Kiwi, checon una temperatura oscillante fra i –2°C e i – 4°C si sono congelati. E’ dif-

ficile tracciare con precisione i confinidell’area interessata dai danni piùgravi, a causa della presenza di corren-ti di aria fredda (gelata di convezione)che hanno fatto sì che le gelate si veri-ficassero a macchia di leopardo, arri-vando a colpire alcune coltivazioni dellostesso paese senza interessarne altre.Nell’area di Gambellara, S. Bartolo e inparte S. Pietro in Vincoli, dove sonoscese poco prima acqua e neve, idanni sono stati maggiori. In questezone è andata persa quasi la totalità deifiori fino a 1.80 metri da terra.Specialmente nel pesco vi è differenzafra una varietà e l’altra dovuta a unafioritura più o meno avanzata, mentrenell’actinidia l’effetto dell’antibrina sot-tochioma non ha avuto gli effetti spera-ti a causa dei germogli bagnati”.Si sono verificati danni anche nellazona di Russi, Santerno, Piangipane,Bagnacavallo e nel lughese. “Le formein volume (vasetto) sono state quellepiù colpite – spiega Del Vecchio –mentre quelle in parete (palmetta efusetto) hanno permesso di limitare idanni poiché sviluppano la loro produ-zione in altezza. Proprio per questo nelnostro comprensorio l’accorgimentoprincipale per contrastare gli effettinegativi delle brinate tardive è il ricorsoalle forme in parete. Per una stima piùprecisa dei danni occorrerà aspettarela prima cascola naturale, che avverrànella prima quindicina di maggio: soloallora, infatti, sarà possibile stabilirecon precisione l’entità dei danni.

di Gian Luca Delvecchio

Sono notevoli i danni causati dallegelate tardive che si sono verifica-

te nel ravennate il 21 marzo scorso,causando lievi danni e il 25 marzo, conconseguenze più negative. “Le colturepiù colpite – racconta Gian Luca DelVecchio, Responsabile dell’UfficioTecnico Apofruit Italia dell’area SanPietro in Vincoli e ResponsabileCampionatura – sono pesco, albicoc-co, susino e actinidia. Durante la primagelata la temperatura è scesa per unperiodo limitatamente breve contenen-do i danni. Peggio è andata martedì 25marzo, quando le gelate hanno prodot-to danni piuttosto gravi sulle diversecoltivazioni, accentuati dalle precipita-zioni (acqua, neve e grandine) avvenu-te nella giornata di lunedì 24 marzo,che hanno preceduto di poche orel’abbassamento della temperatura”. In

Come proteggersidai danni delle GELATE

SISTEMI DI COPERTURA SOPRACHIOMANella foto in alto un germoglio di kiwi; qui sopra un esempio di difesa attiva dalle brinate.In basso un’immagine dell’Azienda Andreini

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notizie

Leprotti Daniele è un agricoltore che con l’ausilio delpadre Antonio coltiva circa 53 ettari di terreno nelcomune di Finale Emilia (Mo). Da ormai 30 anni dedicaalcuni ettari della propria azienda alla coltivazionedella cipolla e per il 2008 gli ettari sono 4.50, suddivisitra bianca (white globe) e rossa (rojo duro). “La colturarichiede un impegno sicuramente notevole, in partico-

lare per l’applicazione dei diserbi e nella gestione dell’irrigazione - inter-viene Leprotti - quest’anno comunque ho seminato in prova anche cipollaibrida per verificarne la produttività e il calibro e quindi per valutare se cisi dovrà orientare sempre più su questa tipologia. Nell’ottica dell’avvenu-ta fusione tra le due cooperative, mi auspico di assistere ad un rilanciodella coltura che a mio parere può dare soddisfazione solo se coltivatacon attenzione ed estrema professionalità.”

LA PAROLA AI PRODUTTORI

di Franco Girotti

La cipolla, prodotto tradizional-mente coltivato nella nostra

regione, oggi dopo la fusione diAgra-Aiproco con Apofruit, diventaun prodotto strategico per la coope-rativa.Nelle province di Bologna e Modenasi produce circa il 50% delle cipolledell’Emilia-Romagna, nel compren-sorio romagnolo (province diRavenna e Forli-Cesena) circa il20%: questo naturalmente è indicedi tradizione e vocazione del territorio.Apofruit intende quindi sviluppare, inqueste aree, la coltivazione di questaliliacea presso la propria base socialee per questo ha intrapreso già daimesi scorsi alcune azioni che si pre-figgono il miglioramento della qualitàe la riduzione dei costi di lavorazione.Le iniziative, intraprese coinvolgendoi soci, hanno innanzitutto riguardato

la programmazione varietale in baseal colore delle tuniche (bianco-rosso-giallo), l’utilizzo di cultivar standard oibride con diversa efficienza produtti-va e l’individuazione delle aziende piùspecializzate e con maggiore attitudi-ne verso questa coltura, consiglian-do, anche per la cipolla, la coltivazio-ne nell’ambito dei disciplinari di pro-duzione della regione Emilia-Romagna. Ci preme sottolineare chele cultivar ibride forniscono in molterealtà produttive prestazioni qualitati-ve superiori, massimizzando le pro-duzioni unitarie e prolungando anchein alcuni casi il periodo di conserva-zione. Permettono in buona sostanzadi elevare la redditività della coltura.Non va dimenticato, inoltre, l’inter-vento con idrazide maleica permigliorare la conservabilità nel perio-do di stoccaggio, che si dovrà appli-care sul campo in fase di inizio allet-

tamento della coltura. Inoltre è dovero-so ricordare che già dal 2008 si colti-veranno alcuni ettari di prodotto al sele-nio, con lo scopo di incrementare lasegmentazione dell’offerta.Relativamente al magazzino di SanMartino in Spino, che nell’ottica diApofruit è la struttura di riferimento perla cipolla oltre che per il melone e ilcocomero, si è provveduto a modifica-re il sistema di condizionamento,mediante la sostituzione di parte della“linea cipolla”, ormai obsoleta, con unsistema più lineare e “delicato” cherispetta maggiormente l’integrità delprodotto, riduce i costi di magazzino eva incontro a quelle che sono le richie-ste di mercato. Apofruit, perciò, si pre-figge di affrontare la sfida dei mercati,conciliando le esigenze commerciali e ilbisogno di reddito aziendale da partedel coltivatore.

Cipolla: una COLTURAda INCENTIVARE

10 DALL’EMILIA

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di Filippo Mele

Andamento lento, ma soddisfacen-te per la campagna 2008 della

fragola. “Attualmente ci troviamo al30% della raccolta – interviene il tecni-co di Apofruit, Prospero Gioia - e arri-veremo ad oltre metà giugno.Quest’anno la campagna è iniziata ametà marzo. Umidità e freddo non siaddicono alla maturazione di un fruttocome la fragola”. Ma come stanno procedendo le cosesotto l’aspetto della qualità? “La quali-tà è ottima - continua - Noi producia-mo sotto tunnel. La coltivazione incampo aperto non esiste più. Ciògarantisce maturazione precoce, quali-tà migliore, meno malattie e, quindi,meno anticrittogamici. Il che non famale a costi di produzione e salute deiconsumatori”. Un fattore che va sotto-lineato perché queste positività stanno

Inizio POSITIVO per la campagna 2008 delle fragole

aumentata del 150% rispetto al2007. “E il trend è in salita ancheper l’anno prossimo”. Per quantoriguarda invece le varietà coltivate,l’80% della produzione di fragoledei soci Apofruit Italia in Metapontoè destinata alla linea di altà qualitàDulcis. Come finirà? “Spero bene -conlude Gioia - Abbiamo altri duemesi di raccolta. Speriamo di nonavere grandi picchi di produzionedovute al caldo. Ciò porterebbe aduna massa di prodotto sui mercatiche farebbe abbassare i prezzi. Iconti, però – conclude Gioia – sottol’aspetto economico si fanno, comesempre, a fine campagna”. Perquanto riguarda i soci produttoridella zona, dal punto di vista com-merciale c’è un generale ottimi-smo, visto anche l’esito positivo diquesti primi mesi della campagna.

DAL METAPONTO E DALLA SICILIA 11

Giuseppe Stasi, 27 anni, geometra e imprenditore agricolo,coltiva 6 ettari di fragole a Scanzano Jonico. “La campa-gna sta andando bene, i prezzi sono buoni - interviene - ela produzione pure. Produco Candonga e Camarosa. Conquest’ultima varietà sono state fatte delle prove con dellepiantine prodotte sulla Sila. Costano meno di quelle polac-che e stanno dando ottimi risultati”.

Anche Giovanni Montesano, 58 anni, coltivatore direttodi Policoro, si dichiara, sinora, soddisfatto: “Coltivo 1,80ettari. Non sta andando male. La produzione è ottima.Per i prezzi meglio attendere il conteggio finale.Diciamo che la fragola può darci ancora soddisfazioni”.

LA PAROLA AI PRODUTTORI

rianimando la produzione. Aumentano,infatti, gli ettari destinati a questa colti-vazione. Il nostro interlocutore confer-ma: “Si, c’è un incremento del 10% disuperfici rispetto allo scorso anno.Attualmente siamo ai 400 ettari diestensione in tutto il Metapontino”. In quest’area, infatti, la superficie diterreno destinata alla coltivazione difragole per i soci Apofruit Italia è

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media, pertanto sarebbe utile eliminare itralci in più ed in particolare quelli più altiche coprono la restante vegetazione.Una tecnica consolidata e molto utile èquella dell’utilizzo delle ventole o degliatomizzatori, macchine utilizzate percreare turbolenze per favorire lo sposta-mento del polline all’interno del frutteto.L’esperienza ci insegna che questo spo-stamento d’aria deve essere di granvolume ma di lieve entità. Pertanto gliatomizzatori devono essere impiegati adun basso regime e adottando quegliaccorgimenti che evitino di spingerefuori dall’impianto il polline.I risultatimigliori si sono avuti con frequenti pas-saggi all’interno dell’actidinieto duranteil periodo della fioritura, anche tutti igiorni ed indipendentemente dal natura-le movimento dell’aria generato dalvento naturale. L’inizio dell’attività diquesta ventilazione forzata si deve posi-zionare al mattino, in ogni caso appenal’impianto non presenta più l’umiditànotturna. Risultati ancora migliori si pos-sono ottenere con l’impollinazione artifi-ciale, pratica ormai abbastanza diffusa econosciuta, che può contare su attrez-zature e metodi di provata affidabilità.Esistono due modalità di distribuzionedel polline: in forma liquida ed in formapolverulenta. Entrambi i metodi si pos-sono applicare sia con mezzi manualiche meccanici, ma il risultato migliore èovviamente quello manuale perché si

Al contrario della precedentestagione invernale, in cui le

temperature si sono mantenutesuperiori alla media per quasi tuttoil periodo, in quella 2007-2008l’andamento climatico ha assuntouna connotazione favorevole alsoddisfacimento delle ore di freddoper l’Hayward. Il germogliamento,contemporaneo sui tralci e tra pian-te maschili e femminili, in atto ormaidai primi di aprile, testimonia che lapercentuale di schiusura dellegemme è generalmente superioreal 50% sul totale, limite minimo pergarantire una produzione di buonaquantità. Per assicurarsi una pro-duzione buona anche in qualità eraggiungere una pezzatura ottimaleè necessario operare nella manieratecnicamente migliore per favorirel’impollinazione. Sarà opportunoinoltre valutare con attenzione laquantità di boccioli fiorali e quindi difuturi frutti presenti sulla pianta evalutare il diradamento. Comeprima operazione si consiglia diattuare quelle tecniche che renda-no più facile il passaggio del pollinecome ad esempio togliere le foglieche fanno da schermo ai fiori fem-minili in particolare negli impiantivigorosi. In alcuni casi si è notatoche alcuni produttori hanno lasciatoun numero di tralci superiore alla

Actinidia: tempo di IMPOLLINAZIONE

12 DAL LAZIO

riesce ad avere una concentrazionemaggiore di granuli pollinici chevanno a colpire il fiore. La tecnicamaggiormente diffusa è quellamanuale in polvere, prescelta dallamaggior parte degli agricoltori per lafacilità d’applicazione e la minorquantità di ore necessarie per la suaeffettuazione. Per ottenere dei buoni risultati con latecnica dell’impollinazione artificialeè opportuno distribuire almeno 500grammi di polline diviso in 2-3 pas-saggi in funzione della durata dellafioritura, ad iniziare dal momento incui circa il 70% di fiori sono aperti,intervenendo poi nuovamente aduno-due giorni di distanza. Vista ladiffusione della tecnica dell’impolli-nazione, pratica secondo noi strate-gica per ottenere frutti di buonaqualità e visto il costo d’acquisto delpolline, alcune aziende hanno realiz-zato al loro interno delle piccolesuperfici di sole piante maschili perla raccolta del polline, per arrivareall’autoproduzione ed abbatterenotevolmente i costi. Il polline rac-colto può essere impiegato nellastessa o nelle successive stagioni.