ANALISI DEI COSTI PER LA NUTRIZIONE DI FRUTTICOLE E ... · Costi per la fertilizzazione: parola...

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Costi per la fertilizzazione: parola d’ordine razionalizzare di Alessandro Palmieri L a fertilizzazione è una prati- ca agronomica fondamentale nella pratica agricola e, come tale, assume un ruolo di pri- mo piano anche per le produzioni or- tofrutticole. In particolare, oltre a provvedere al fabbisogno nutrizionale delle coltu- re, una corretta e razionale fertiliz- zazione deve consentire di ottenere un equilibrato rapporto tra quantità e qualità delle produzioni, di prevenire l’insorgere di patologie e, non ultimo, integrarsi nell’ottica di un’agricoltura sostenibile che, oltre a supportare la produzione delle colture, assicuri una gestione ottimale delle risorse naturali e, in particolare, del suolo. La risposta a queste esigenze si tra- duce in una componente di costo che l’impresa agricola deve sostenere e che, per talune colture agricole, può essere decisamente rilevante. Nel com- parto ortofrutticolo, a eccezione delle specie ortive da pieno campo, si re- gistrano generalmente alti carichi di manodopera, oltre a spese strutturali che derivano da esigenze di sostegno, copertura e protezione degli impianti: per tale ragione, l’incidenza delle spe- se per i prodotti fertilizzanti è spesso piuttosto contenuta in termini percen- tuali rispetto al costo complessivo di produzione, ma può comunque assu- mere un’entità apprezzabile. Peculiarità delle spese per la fertiliz- zazione, rispetto ad altre voci di costo, è la particolare dinamicità delle stesse che si può osservare di anno in anno, essendo i prezzi dei fertilizzanti con- nessi a dinamiche internazionali ca- ratterizzate da accentuata volatilità. Dopo aver brevemente analizzato le recenti dinamiche dei prezzi dei ferti- lizzanti e poste a confronto con l’evo- luzione dei prezzi alla produzione per frutta e ortaggi, si propone, pertanto, una sintesi dei costi medi da sostenere per la fertilizzazione per le principali specie ortofrutticole del nostro Paese. ANALISI DEI COSTI PER LA NUTRIZIONE DI FRUTTICOLE E ORTICOLE La dinamica dei costi per la fertilizzazione, che risulta dal confronto tra i dati statistici nazionali e da osservazioni dirette, vede un aumento della spesa che le imprese dovranno sostenere. Nel futuro occorrerà porre attenzione alle soluzioni più innovative che razionalizzano l’uso dei relativi prodotti, massimizzandone l’efficienza Si precisa che i costi presentati si riferiscono alle sole spese per l’acqui- sto dei prodotti impiegati, quali ferti- lizzanti solidi, liquidi (incluso fogliari) ed eventuali coadiuvanti, mentre sono escluse le spese di distribuzione. I dati per il calcolo dei costi sono trat- ti da indagini dirette presso opportuni campioni di imprese agricole a elevata professionalità, individuati nelle prin- cipali aree produttive italiane. Tali dati sono da considerarsi come medi e indicativi per impianti stan- dard, poiché si riscontra, nella real- tà, un’ampia variabilità delle tecniche di fertilizzazione, sia in relazione al- le modalità di apporto degli elemen- ti nutritivi (distribuzione al terreno, fertirrigazione, fogliare, ecc.), sia per quanto concerne i quantitativi stessi degli elementi apportati, correlati al- le caratteristiche dei terreni, nonché in funzione dei formulati commer- ciali prescelti. Dinamiche dei costi della fertilizzazione Nel grafico 1 è sintetizzato, tramite numeri indici, l’andamento dei prez- zi dei prodotti fertilizzanti, nel loro complesso, al confronto con quelli di carburanti e prodotti fitosanitari che, insieme ai concimi, concorrono alla spesa complessiva di materie prime È possibile osservare, dal 2010 al 2016, una dinamica piuttosto oscil- lante per i prezzi dei fertilizzanti, che a metà 2012 registravano un aumento superiore al 25% rispetto al 2010, per poi ridursi attorno al 10% circa. Attualmente, sono i prodotti fitosani- tari a registrare il maggior tasso di in- cremento rispetto al 2010, ma il prezzo dei fertilizzanti si mantiene, comun- que, poco al di sopra dell’indice gene- rale dei prezzi dei prodotti impiegati in agricoltura. È da evidenziare, invece, che l’indice 6 47/2016 supplemento a L’Informatore Agrario • ECONOMIA

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Costi per la fertilizzazione:parola d’ordine razionalizzare

di Alessandro Palmieri

L a fertilizzazione è una prati-ca agronomica fondamentale nella pratica agricola e, come tale, assume un ruolo di pri-

mo piano anche per le produzioni or-tofrutticole.

In particolare, oltre a provvedere al fabbisogno nutrizionale delle coltu-re, una corretta e razionale fertiliz-zazione deve consentire di ottenere un equilibrato rapporto tra quantità e qualità delle produzioni, di prevenire l’insorgere di patologie e, non ultimo, integrarsi nell’ottica di un’agricoltura sostenibile che, oltre a supportare la produzione delle colture, assicuri una gestione ottimale delle risorse naturali e, in particolare, del suolo.

La risposta a queste esigenze si tra-duce in una componente di costo che l’impresa agricola deve sostenere e che, per talune colture agricole, può essere decisamente rilevante. Nel com-parto ortofrutticolo, a eccezione delle specie ortive da pieno campo, si re-gistrano generalmente alti carichi di manodopera, oltre a spese strutturali che derivano da esigenze di sostegno, copertura e protezione degli impianti: per tale ragione, l’incidenza delle spe-se per i prodotti fertilizzanti è spesso piuttosto contenuta in termini percen-tuali rispetto al costo complessivo di produzione, ma può comunque assu-mere un’entità apprezzabile.

Peculiarità delle spese per la fertiliz-zazione, rispetto ad altre voci di costo, è la particolare dinamicità delle stesse che si può osservare di anno in anno, essendo i prezzi dei fertilizzanti con-nessi a dinamiche internazionali ca-ratterizzate da accentuata volatilità.

Dopo aver brevemente analizzato le recenti dinamiche dei prezzi dei ferti-lizzanti e poste a confronto con l’evo-luzione dei prezzi alla produzione per frutta e ortaggi, si propone, pertanto, una sintesi dei costi medi da sostenere per la fertilizzazione per le principali specie ortofrutticole del nostro Paese.

● ANALISI DEI COSTI PER LA NUTRIZIONE DI FRUTTICOLE E ORTICOLE

La dinamica dei costi per la fertilizzazione, che risulta dal confronto tra i dati statistici nazionali e da osservazioni dirette, vede un aumento della spesa che le imprese dovranno sostenere. Nel futuro occorrerà porre attenzione alle soluzioni più innovative che razionalizzano l’uso dei relativi prodotti, massimizzandone l’effi cienza

Si precisa che i costi presentati si riferiscono alle sole spese per l’acqui-sto dei prodotti impiegati, quali ferti-lizzanti solidi, liquidi (incluso fogliari) ed eventuali coadiuvanti, mentre sono escluse le spese di distribuzione.

I dati per il calcolo dei costi sono trat-ti da indagini dirette presso opportuni campioni di imprese agricole a elevata professionalità, individuati nelle prin-cipali aree produttive italiane.

Tali dati sono da considerarsi come medi e indicativi per impianti stan-dard, poiché si riscontra, nella real-tà, un’ampia variabilità delle tecniche di fertilizzazione, sia in relazione al-le modalità di apporto degli elemen-ti nutritivi (distribuzione al terreno, fertirrigazione, fogliare, ecc.), sia per quanto concerne i quantitativi stessi degli elementi apportati, correlati al-le caratteristiche dei terreni, nonché in funzione dei formulati commer-ciali prescelti.

Dinamiche dei costi della fertilizzazione

Nel grafi co 1 è sintetizzato, tramite numeri indici, l’andamento dei prez-zi dei prodotti fertilizzanti, nel loro complesso, al confronto con quelli di carburanti e prodotti fi tosanitari che, insieme ai concimi, concorrono alla spesa complessiva di materie prime

È possibile osservare, dal 2010 al 2016, una dinamica piuttosto oscil-lante per i prezzi dei fertilizzanti, che a metà 2012 registravano un aumento superiore al 25% rispetto al 2010, per poi ridursi attorno al 10% circa.

Attualmente, sono i prodotti fi tosani-tari a registrare il maggior tasso di in-cremento rispetto al 2010, ma il prezzo dei fertilizzanti si mantiene, comun-que, poco al di sopra dell’indice gene-rale dei prezzi dei prodotti impiegati in agricoltura.

È da evidenziare, invece, che l’indice

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ECONOMIA

dei prezzi alla produzione dei prodot-ti ortofrutticoli (grafi co 2) si trova ora, con la sola eccezione delle patate, su-gli stessi livelli del 2010 e, comunque, sempre con l’eccezione delle patate, non è mai cresciuto oltre il 10%.

Anche dal confronto fra costi diret-tamente individuati e riferibili a diver-se annate, inoltre, si evince costante-mente una più accentuata dinamica di crescita delle spese per la fertiliz-zazione, così come più in generale per le altre materie prime, rispetto alle ri-manenti voci di spesa, in primo luogo la manodopera.

Tali dinamiche hanno contribuito a rendere più rilevante l’incidenza delle spese per la fertilizzazione anche per le specie ortofrutticole, sebbene l’en-tità permanga comunque limitata, in genere, a pochi punti percentuali.

Costi per le principali specie frutticole

Come rilevato in precedenza, i costi della fertilizzazione sono infl uenzati da numerosi parametri, tra i quali i principali sono certamente la tipolo-gia dei terreni, considerevolmente va-riabile in funzione dell’area considera-ta, e le caratteristiche degli impianti.

In relazione alla molteplicità di for-me e densità di impianto, in frutticol-tura ciò è causa di un ulteriore mar-

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Fertilizzanti CarburantiAntiparassitari Indice generale

GRAFICO 1 - Evoluzione del costo per le principali materie prime agricole (numeri indice, base 2010 = 100)

È possibile osservare, dal 2010 al 2016, una dinamica piuttosto oscillante per i prezzi dei fertilizzanti che, a metà 2012, registravano un aumento superiore al 25% rispetto al 2010, per poi ridursi attorno al 10% circa.

Fonte: eaborazione su dati Istat.

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Prodotti vegetali (indice generale)

Ortaggi Patate Frutta

GRAFICO 2 - Evoluzione dei prezzi alla produzione di frutta, patate e ortaggi in Italia (numeri indice mediati per anno, base 2010 = 100)

L’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti ortofrutticoli si trova ora, con la sola eccezione delle patate, sugli stessi livelli del 2010 e, comunque, sempre con l’eccezione delle patate, non è mai cresciuto oltre il 10%.

Fonte: eaborazione su dati Istat.

TABELLA 1 - Quadro riassuntivo delle caratteristiche degli impianti arborei rilevati

Specie Provincia Forma di allevamento

Densità (piante/ha)

Range produttivo medio (t/ha)

Melo Verona fusetto 2.500-3.000 40-42Ferrara fusetto 3.250-3.500 40-45

Pero

Rovigo fusetto 2.500-2.750 30-40Modena palmetta 1.000-2.000 30-35Modena fusetto 2.500-2.750 30-38Ferrara fusetto 3.250-3.500 30-38

Forlì-Cesena (bio) candelabro 1.200-1.300 25-30

Pesco

Verona vasetto 550-600 25-30Ravenna fusetto 1.200-1.300 18-35Matera vasetto 400-450 15-30

Caltanissetta vasetto 800-900 32-35

Albicocco

Cuneo palmetta 650-750 25-30Ravenna vasetto 600-650 10-25Napoli vasetto 500-550 20-22Matera vasetto 500-550 12-15

Susino

Cuneo fusetto 1.400-1.500 35-40Modena palmetta 1.000-1.100 25-32Latina fusetto 1.200-1.300 25-45

Caserta vasetto 550-600 35-40

Actinidia

Cuneo pergoletta 500-600 22-24Verona pergoletta 900-1.000 26-28

Ravenna pergoletta 900-1.000 26-28Latina tendone 500-600 32-33

Reggio Calabria tendone 750-800 28-30Reggio Calabria (bio) pergoletta 800-900 24-25

7• supplemento a L’Informatore Agrario47/2016

ECONOMIA

gine di variabilità delle quantità di elementi fertilizzanti apportati e dei conseguenti costi. Per tale ragione, in tabella 1 sono esposte le aree geografi -che di riferimento e le caratteristiche degli impianti per i quali si presenta-no nei grafi ci seguenti le spese medie di fertilizzazione.

Pomacee. Come osservabile, le diffe-renze tra le diverse specie arboree so-no piuttosto evidenti: in particolare, per le pomacee si registra una spesa media di circa 500 euro/ha per il me-lo di pianura (grafi co 3), mentre per il pero la spesa risulta sugli stessi livelli unicamente nelle aree produttive del

Veneto, poiché in Emilia-Romagna, per impianti a fusetto di 2.500 piante/ha, la forma attualmente più diffusa, so-prattutto per la varietà di riferimento Abate Fétel, l’esborso aumenta con-siderevolmente, fi no a 1.500 euro/ha nel Ferrarese.

Solamente nel caso di impianti a pal-metta, a minore densità e diffusi so-prattutto su varietà in via di abbando-no, la spesa si mantiene su valori de-cisamente inferiori, pari a poco meno di 450 euro/ha.

La spesa complessiva per la fertiliz-zazione sale ulteriormente, fi no a oltre 2.000 euro/ha per la coltivazione con tecnica biologica, a causa dei prodotti

imposti dal relativo disciplinare.Decisamente rilevante è l’onere per

unità di prodotto nel caso della tecni-ca biologica, dove le rese medie regi-strate sono tendenzialmente minori e tali da determinare un costo di quasi 9 centesimi di euro/kg.

Negli altri casi relativi al pero in Emi-lia-Romagna, il costo ammonta, inve-ce, a circa 4 centesimi di euro/kg, men-tre scende a poco più di 1 centesimo di euro/kg in Veneto e nei due casi re-lativi al melo di pianura.

Drupacee. Passando alle drupacee e, in particolare, al pesco, si rileva una situazione non direttamente correlata

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GRAFICO 3 - Costo medio della fertilizzazione per melo e pero

Per le pomacee si registra una spesa media di circa 500 euro/ha per il melo di pianura, mentre per il pero la spesa risulta sugli stessi livelli unicamente nelle aree produttive del Veneto, poiché in Emilia-Romagna, per impianti a fusetto di 2.500 piante/ha, la forma attualmente più diffusa, l’esborso aumenta considerevolmente fi no a 1.500 euro/ha nel Ferrarese.

Fonte: eaborazione propria.

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GRAFICO 4 - Costo medio della fertilizzazione per pesco e albicocco

Per il pesco si rileva una situazione non direttamente correlata alla densità d’impianto, poiché l’area meno dispendiosa tra quelle confrontate risulta quella di Ravenna, dove l’impianto di riferimento è il fusetto a 1.200 piante circa di densità, che richiede un esborso di poco superiore a 450 euro/ha.

Fonte: eaborazione propria.

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ECONOMIA

alla densità di impianto, poiché l’area meno dispendiosa tra quelle confron-tate risulta quella di Ravenna, dove l’impianto di riferimento è il fusetto a 1.200 piante circa di densità, che ri-chiede un esborso di poco superiore a 450 euro/ha (grafi co 4).

Nelle altre aree presentate, dove gli impianti di riferimento sono a vaso, con densità compresa fra le 400-450 pian-te/ha della Basilicata e le 900 piante/ha della Sicilia centrale, il costo comples-sivo parte da 530 euro/ha in Veneto e sale fi no ad oltre 900 euro/ha in Sicilia.

In termini di costo per unità di pro-dotto, la fertilizzazione ha una mag-giore incidenza in Basilicata, dove la precocità delle varietà prevalenti si traduce in una resa più contenuta e la spesa conseguente ammonta così a 3,5 centesimi di euro/kg. In Vene-to ed Emilia-Romagna, all’opposto, il costo totale è inferiore a 2 centesimi di euro/kg.

Relativamente all’albicocco, le diffe-renze tra le aree esaminate risultano piuttosto contenute, così come ridotte sono le differenze in termini di densità degli impianti. Nel dettaglio, la spesa complessiva per i fertilizzanti impie-gati varia da poco meno di 400 euro/ha nell’area Vesuviana, fi no a 540 euro/ha in Basilicata. Le basse rese medie rilevate in questa regione si traduco-no in un costo di quasi 4 centesimi

di euro/kg, mentre negli altri casi la spesa si attesta attorno a 2 centesimi di euro/kg di prodotto raccolto.

Per l’ultima delle drupacee esamina-te, il susino, si registrano invece for-ti differenze di costo fra le principali aree produttive del Paese (grafi co 5).

In particolare, l’area più dispendio-sa è quella di Latina, dove si registra un costo di quasi 1.000 euro/ha per le imprese che seguono le linee di con-cimazione indicate dai gruppi coope-rativi presenti nell’area, mentre nella vicina provincia di Caserta la spesa risulta inferiore a 300 euro/ha, un da-to in correlazione con la bassa densità degli impianti considerati e la naturale fertilità dei terreni della zona. La me-dia dei costi per chilogrammo è la più bassa tra le specie arboree considera-te, attestandosi attorno a 1,5 centesi-mi di euro.

Actinidia. Infine, nell’ambito delle specie arboree considerate, l’actini-dia è quella che presenta la più ampia variabilità, in questo caso conseguen-te sia alle diverse dotazioni dei terre-ni nei quali è coltivata, con particola-re riferimento ai volumi di chelato ri-chiesti, sia alla risposta che la tecnica agronomica ha fornito alla batteriosi (PSA) e all’asfi ssia radicale.

Queste due patologie hanno, negli ultimi anni, causato gravi danni in di-

verse aree produttive italiane e, al fi ne di contenerne la diffusione, sono state individuate nuove forme di gestione degli impianti, alle quali concorre an-che la fertilizzazione, con conseguen-te evoluzione dei prodotti impiegati e dei relativi costi.

Attualmente, i costi medi individuati variano da poco meno di 400 euro/ha in Piemonte, dove peraltro si registra-no le rese produttive più basse, fi no ad oltre 2.300 euro/ha nell’area di Latina, dove al contrario la produttività de-gli impianti è tra le più alte del Paese.

Valori particolarmente elevati si re-gistrano anche in Emilia-Romagna, 1.700 euro/ha, e in Calabria, 1.200 euro/ha.

In termini di costo per unità di pro-dotto, l’actinidia registra una spe-sa complessiva anche superiore a 7 centesimi di euro/kg, il valore più ele-vato tra le specie da frutto considerate.

I costi per le principali specie orticole

Nel comparto orticolo si assiste a minori margini di variabilità rispet-to alla frutticoltura, in relazione alla maggiore uniformità delle tecniche di coltivazione: ciò nonostante permane una certa eterogeneità legata all’area geografi ca di riferimento e ai relati-vi terreni.

Nel grafi co 6 sono riportati i costi me-

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GRAFICO 5 - Costo medio della fertilizzazione per susino e actinidia

Per l’actinidia i costi medi individuati variano da poco meno di 400 euro/ha in Piemonte, dove peraltro si registrano le rese produttive più basse, fi no a oltre 2.300 euro/ha nell’area di Latina, dove al contrario la produttività degli impianti è tra le più alte del Paese.

Fonte: eaborazione propria.

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GRAFICO 6 - Costo medio della fertilizzazione per alcune specie ortive

I maggiori costi risultano per fragola e anguria, che superano i 2.500 euro/ha, mentre patata, melanzana e melone si attestano attorno a 2.000 euro/ha.

Fonte: eaborazione propria.

9• supplemento a L’Informatore Agrario47/2016

ECONOMIA

BIO

RICERCA IN AZIONE

INNOVAZIONECOMPETENZA

QUALITÀ

INNOVAZIONECOMPETENZA

QUALITÀ

BIO

di rilevati per alcune fra le principali specie orticole italiane, ciascuna del-le quali individuata in una fra le più rilevanti zone di coltivazione. Come osservabile, i maggiori costi per etta-ro risultano per fragola e anguria, che superano i 2.500 euro, mentre patata, melanzana e melone si attestano at-torno a 2.000 euro.

Decisamente meno dispendiose ri-sultano zucchina, cipolla e pomodo-ro, sia da industria, sia da mensa: per queste specie la spesa media può va-riare da 200 a 500 euro/ha.

I costi per unità di prodotto diven-gono di entità millesimale nel caso del pomodoro, ma anche per cipolla e zuc-china si rimane al di sotto di 1,5 cente-simi di euro/kg di spesa complessiva. Per le restanti specie orticole esamina-te, l’esborso cresce fi no a valori mas-

simi di poco inferiori a 7 centesimi di euro/kg per la fragola.

Nel caso della patata, la spesa com-plessiva, pari a quasi 5 centesimi di euro/kg, rappresenta una voce apprez-zabilmente signifi cativa rispetto al co-sto complessivo di produzione, che am-monta a circa 20 centesimi di euro/kg.

Fertilizzanti strategiciper l’ortofrutta nazionale

Il ruolo della fertilizzazione nel com-parto ortofrutticolo è destinato a di-venire sempre più strategico, per l’e-sigenza di coniugare quantità e qua-lità delle produzioni alla razionalità nell’uso dei prodotti fertilizzanti e alla salvaguardia degli aspetti ambientali.

Dal punto di vista economico, i co-sti da sostenere per la fertilizzazio-

ne in ortofrutta, con poche eccezioni, non sono tra i più rilevanti rispetto al-la struttura di costo complessiva, ma la dinamica che risulta dal confronto tra i dati statistici nazionali, nonché da osservazioni dirette, è quella di un aumento della spesa che le imprese devono sostenere.

Nel futuro occorrerà, pertanto, porre una crescente attenzione alla fertiliz-zazione, razionalizzando per quanto possibile l’uso dei relativi prodotti e massimizzandone l’effi cienza trami-te, ad esempio, il ricorso a microdosi distribuite direttamente con l’acqua di irrigazione.

In ogni caso, alla luce di prezzi che, per la maggior parte delle referenze or-tofrutticole tendono a rimanere fermi nel corso del tempo, faticando quindi sempre più ad assicurare una giusta remuneratività alle imprese, anche un risparmio di pochi centesimi, ottenibi-le sia diminuendo i costi sostenuti sia aumentando le rese produttive, potrà essere determinante.

Alessandro PalmieriDipartimento di scienze agrarie

Alma Mater Studiorum Università di Bologna

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Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: www.informatoreagrario.it/rdLia/16ia47_8721_web

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