Costi quel che costi n°4

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1 Muratore S., Lettera pastorale 2011 -2012, 57-58. 1 uno sguardo su maria Sr Anna Razionale, Ispettrice Non basta istruire i fanciulli e le ragazze, bisogna formare il loro cuore, amandoli e trattenendoli con benevolenza. Maddalena Morano In questo numero: MESSAGGIO di Sr Anna pag. 1 RACCONTIAMOCI LA VITA pag. 2 SUI PASSI DELLA STORIA pag. 11 PER PENSARE pag. 12 Carissime/i, In questo 140° di fondazione dell’Istituto, celebrare la solennità di Maria Ausiliatrice vuol dire soprattutto lodare e ringraziare. Risuona con forza nel cuore l’espressione di Don Bosco: “E’ Lei che ha fatto tutto” e ogni giorno tocchiamo con mano la verità di queste parole perché Lei, Maria, continua ad essere una presenza viva e operante che sostiene, accompagna, si prende cura. Verso di Lei, modello di ascolto e Madre della fede, vogliamo alzare il nostro sguardo. “Se la guardi con amore scorgi in Maria una donna che ascolta, che interiorizza, che assimila, che si fa docile in maniera incondizionata alla Parola e che vive in piena sintonia con Dio. Se la guardi mentre pronunzia il Magnificat leggi un ritratto della sua anima interamente intessuto con piccoli tratti della Parola di Dio. Lei nella Parola di Dio è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza, parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa parola sua, e la sua parola nasce dalla Parola di Dio. I suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, il suo volere è un volere insieme con Dio. Se la guardi con lo sguardo di Elisabetta, ti riempie di stupore ed esclami: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore”. E intuisci che l’unica via per la felicità è accogliere la Parola e praticarla. Se la guardi alle nozze di Cana ti senti dire: “Qualsiasi cosa vi dica fatela”. E tu capisci che solo ascoltando il suo invito e fidandoti della Parola di Gesù l’acqua si muta in vino, il peccato in grazia, la paura in audacia, la debolezza in forza e il deserto ricomincia a fiorire secondo la promessa. La parola è l’anima profonda della vita della Madonna. Il sì con cui lei risponde all’interpellare di Dio è l’unica nostra possibile risposta” 1 . Maria, capolavoro del Creatore, cammini con noi nella meravigliosa avventura di generare il Verbo nella nostra vita e ci dia l’audacia di “dimorare nella Parola” per apprendere la logica di quell’Amore che solo restituisce alla vita e dona vita piena e abbondante. E’ questo il mio augurio e la mia invocazione orante! Figlie di Maria Ausiliatrice, Ispettoria Madre Morano – Catania - www.fmaisi.it - [email protected] 0957285018 24 Maggio 2012 N°4

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Giornalino dell'ispettoria FMA Sicula Madre Morano

Transcript of Costi quel che costi n°4

1 Muratore S., Lettera pastorale 2011 -2012, 57-58.

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uno sguardo su mariaSr Anna Razionale, Ispettrice

Non basta istruire i fanciulli e le ragazze, bisogna formare il loro cuore, amandoli e trattenendoli con benevolenza. Maddalena Morano

In questo numero:• MESSAGGIO di Sr Anna pag. 1• RACCONTIAMOCI LA VITA pag. 2• SUI PASSI DELLA STORIA pag. 11• PER PENSARE pag. 12

Carissime/i,In questo 140° di fondazione dell’Istituto, celebrare la solennità di Maria Ausiliatrice vuol dire soprattutto lodare e ringraziare. Risuona con forza nel cuore l’espressione di Don Bosco: “E’ Lei che ha fatto tutto” e ogni giorno tocchiamo con mano la verità di queste parole perché Lei, Maria, continua ad essere una presenza viva e operante che sostiene, accompagna, si prende cura. Verso di Lei, modello di ascolto e Madre della fede, vogliamo alzare il nostro sguardo. “Se la guardi con amore scorgi in Maria una donna che ascolta, che interiorizza, che assimila, che si fa docile in maniera incondizionata alla Parola e che vive in piena sintonia con Dio.Se la guardi mentre pronunzia il Magnificat leggi un ritratto della sua anima interamente intessuto con piccoli tratti della Parola di Dio. Lei nella Parola di Dio è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza, parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa parola sua, e la sua parola nasce dalla Parola di Dio. I suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, il suo volere è un volere insieme con Dio. Se la guardi con lo sguardo di Elisabetta, ti riempie di stupore ed esclami: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore”. E intuisci che l’unica via per la felicità è accogliere la Parola e praticarla.Se la guardi alle nozze di Cana ti senti dire: “Qualsiasi cosa vi dica fatela”. E tu capisci che solo ascoltando il suo invito e fidandoti della Parola di Gesù l’acqua si muta in

vino, il peccato in grazia, la paura in audacia, la debolezza in forza e il deserto ricomincia a fiorire secondo la promessa.La parola è l’anima profonda della vita della Madonna. Il sì con cui lei risponde all’interpellare di Dio è l’unica nostra possibile risposta” 1.Maria, capolavoro del Creatore, cammini con noi nella meravigliosa avventura di generare il Verbo nella nostra vita e ci dia l’audacia di “dimorare nella Parola” per apprendere la logica di quell’Amore che solo restituisce alla vita e dona vita piena e abbondante.E’ questo il mio augurio e la mia invocazione orante!

Figlie di Maria Ausiliatrice, Ispettoria Madre Morano – Catania - www.fmaisi.it - [email protected] 0957285018

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“NOTTE DELLA CULTURA”

Il 25 febbraio si è tenuta nella nostra amata città, Messina, un evento a sfondo culturale: la “Notte della Cultura”.Anche il nostro Istituto, a riprova della continuità anche nel periodo a noi contemporaneo dell’opera di salvaguardia e accrescimento della cultura che da sempre la Chiesa e le sue istituzioni ricoprono, ha partecipato a questo importante evento, in cui la nostra città ha dato prova a tutti coloro che la reputano ormai culturalmente morta di essere ancora viva e vitale dal punto di vista delle iniziative culturali.L’evento, che ha visto la collaborazione a tutti i livelli di numerosi alunni del nostro Istituto, si è serenamente svolto col patrocinio di insegnanti e autorità scolastiche, che ci hanno sapientemente guidato nella preparazione di un evento che alternasse ai validissimi interventi di due esperti fatti venire appositamente per l’occasione dei momenti ludici di vario genere, dalla riproduzione di spezzoni di film a lavori interamente realizzati dagli studenti.Il tema trattato, partendo da una base che era l’opera letteraria di

J.R.R.Tolkien “Lo Hobbit”, che a breve avrà anche una sua trasposizione cinematografica, si è ampliato fino a comprendere tutto il monumentale corpus tolkeniano, ricco di reconditi significati riguardanti tutti il messaggio di salvezza cattolico.Questi temi, molto ardui da trattare, sono stati sapientemente affrontati da Andrea Monda e Paolo Gulisano, gli esperti che hanno presenziato all’incontro fornendoci anche numerosi ed interessanti spunti di riflessione coi loro ottimi e completissimi interventi.Si è contemporaneamente tenuta nel nostro Istituto la mostra “Salesiamo”, bene organizzata e gestita dai Salesiani Cooperatori, che hanno preparato una ottima esposizione comprendente quadri, foto d’epoca e oggetti antichi.

Rocco Rustico - IV Liceo Scientifico “S.Giovanni Bosco” - MESSINA

Grazie alla puntuale preparazione, al buon lavoro del servizio d’ordine interamente costituito da alunni volontariamente offertisi per ricoprire questo ruolo, all’ottima realizzazione della mostra e all’elevata qualità degli interventi dei due esperti, l’iniziativa ha avuto un grandioso successo, con grande affluenza di pubblico che, a fine serata, si è dimostrato particolarmente soddisfatto dell’evento tanto da essere portato a dibattere e ragionare sui temi proposti.In definitiva, un grande successo per il nostro Istituto, che ha dato prova di essere, ancora oggi, un faro di cultura in una costa purtroppo troppo spesso buia.

AL DON BOSCO con i “SOCIAL NETWORK”

De Pietro Vittoria - IV Liceo Scientifico “S.Giovanni Bosco” - MESSINA

Il 7 marzo 2012, a noi ragazzi dell’Istituto “S. Giovanni Bosco”- liceo classico e liceo scientifico - e ai ragazzini delle 3^ medie A e B è stata data la possibilità di partecipare ad un meeting, tenutosi nel nostro auditorium ed organizzato dalla nostra scuola in collaborazione con la Scuola Superiore di Specializzazione in Bioetica e Sessuologia del”S. Tommaso”- Messina, dal titolo “Conoscersi con i social network.

Giovani ed educazione affettiva”.Con l’aiuto dei relatori Don Gianni Russo, Direttore della SSSBS e l’avvocato Luigi Leone, abbiamo discusso e riflettuto su un tema molto vicino a noi giovani: i social network, internet e l’uso corretto e no di questi ultimi.In apertura, siamo stati

introdotti al tema da un breve e significativo video realizzato dagli alunni Vittorio Romeo (4^ Liceo scientifico), Salvatore Crea, Sanny Spoto e Giorgia Burrascano (2^ Liceo classico) .Inoltre, con molta disinvoltura, hanno svolto il ruolo di conduttori dell’ evento Daniele Tavilla del 3° Liceo scientifico e Antonello Gerardo Muscherà del 1^ Liceo classico. A porgere

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INSIEME PER PREPARARCI ALLA PASQUA

La Famiglia Salesiana di Siracusa

il saluto ai partecipanti sono state la Direttrice dell’Istituto don Bosco, Sr. Marisa Prestigiacomo e la Preside del Liceo, Sr. Giacomina Barresi. Quindi viene data la parola a Don Gianni Russo, che ha basato la sua tesi sui giovani e l’educazione affettiva.Ê stato molto interessante vedere come Don Gianni si schierasse dalla nostra parte e dalla parte dei social network che tanto amiamo. Ha rimarcato più volte nel corso del suo intervento l’importanza di rivalutare i giovani e i loro sentimenti che sempre più vengono sommersi dai pregiudizi che considerano i giovani frivoli e ribelli.La seconda relazione è stata tenuta dall’avvocato Luigi Leone, esperto nel campo dell’analisi dei problemi legati alla criminalità ed alla devianza.Il titolo della sua relazione contiene una gran bella provocazione per tutti noi che siamo abituati a vivere con i social network: sono davvero social questi network? L’uso di internet tra omologazione, indipendenza e rischio di vittimizzazione.Principalmente l’avvocato Leone ci ha mostrato come sia facile spesso cadere in un uso scorretto di internet.Egli ci ha mostrato i vari rischi che si corrono con un cattivo utilizzo della rete soprattutto per ciò che

concerne il caricamento di video. Proprio in rete si sviluppano attività, spesso pericolose, che purtroppo molti ragazzi cercano di emulare come il balconing o l’happy slapping. Sempre più numerosi sono i video che mostrano aggressioni e atti di bullismo, spesso caricati da ragazzi molto giovani. Egli sostiene che purtroppo internet viene usato come un fast food, dal quale si prendono informazione che in breve tempo vengono buttate via. Dopo di ciò, l’avvocato, ci ha illustrato alcuni casi degenerati in tragedia a causa del cattivo utilizzo dei social network come facebook, twitter o my spaces. Ma, come ogni meeting che si rispetti, anche noi giovani abbiamo detto la nostra con una serie di interventi realizzati dopo lunghe riflessioni svoltesi precedentemente in ogni classe. Particolarmente interessanti sono stati quelli di Federica Gatto del 2° Liceo Classico, di Maria Elisabetta Oliva del 3° Liceo Scientifico e di Ilenia Cappadona del 4° Liceo Scientifico)I nostri interventi preparati trattavano vari argomenti: il ruolo che i social network hanno

avuto in alcuni recenti episodi a livello internazionale, rischi e limiti di un uso sproporzionato dei social network e i social network usati come maschera per non farsi riconoscere dalla società virtuale per ciò che si è.Tutti noi ragazzi ci siamo preparati ed abbiamo partecipato attivamente a questo evento-incontro molto interessante. Chi più e chi meno si è riconosciuto in alcuni argomenti trattati e forse proprio per questo il livello di attenzione è stato molto alto. Un vivissimo ringraziamento, espresso dai nostri compagni Ignazio Lax (3^ Liceo classico) e Andrea Spartà (5^ Liceo Scientifico) rappresentanti di Istituto, è stato rivolto a quanti hanno pensato e realizzato per noi questa indimenticabile esperienza formativa. Speriamo di partecipare ad altri meeting di questo genere che accrescono il nostro bagaglio culturale lasciando ogni volta dentro noi qualcosa di nuovo ed entusiasmante.

Una bella esperienza di spiritualità e di fraternità è stata vissuta dalla Famiglia Salesiana di Siracusa, che come consuetudine ormai da qualche anno, nei momenti forti dell’anno liturgico si ritrova insieme a vivere una

giornata di ricarica spirituale e salesiana. Giorno 18 Marzo ci siamo ritrovati presso l’Istituto delle Suore Cappuccine di Siracusa, dalle ore 9.00 alle ore 16.00 La giornata si è aperta con una riflessione sui simboli che in

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questo periodo liturgico sono posti alla nostra attenzione:la Croce: mezzo della nostra redenzionele spine: rappresentano il peccatol’acqua: mezzo di purificazione la luce: la grazia di Dio che invade la nostra vita, quando riconciliati volgiamo il nostro cuore a LuiLa riflessione della giornata è stata condotta da Padre Maurizio Aliotta, vicario del nostro vescovo, che con sapienza e semplicità ci ha aiutati a riflettere sull’amore che Dio ha verso ogni uomo, sulla sua infinta misericordia data a chi con cuore sincero ritorna a Lui. Dio è amore infinito, Lui

che è l’Onnipotente, il Creatore esprime tutta la sua grandezza nell’amore, nel perdono e nella misericordia. Dio non può che donare il suo amore, Dio è pace, è vita, Dio è tutto e ci vuole donare tutto perché è Amore.Dopo la riflessione del sacerdote abbiamo vissuto il momento del silenzio, del deserto personale dove ognuno di noi ha avuto la possibilità di lasciar penetrare nel suo cuore la parola ascoltata e di farla diventare parte della propria vita. A mezzogiorno ci siamo ritrovati riuniti attorno alla mensa della Parola e del Pane di Vita per partecipare alla Celebrazione Eucaristica, animata dal gruppo degli animatori.Dopo la Celebrazione Eucaristica. ecco condividere insieme il momento del pranzo: tutti

insieme , con sana allegria e tanta gioia nel cuore ci siamo ritrovati attorno alla mensa per gustare ciò che ognuno aveva preparato. Nel pomeriggio poi alcuni giovani che avevano partecipato sia al seminario sull’Accompagnamento Educativo nello Stile salesiano” sia alla Festa Giovane con il Rettor Maggiore hanno socializzato la loro esperienza con l’intero gruppo della FS: la ricchezza di contenuti, l’entusiasmo nato da questi incontri non poteva non essere comunicato agli altri.Alla fine ci siamo salutati con l’augurio di riprendere con più vigore e determinazione il cammino quaresimale già iniziato.

Ta…lento: Veloce a moltiplicarlo!

Francesco Mezzapelle - Marsala

Si è svolto lo scorso 10 e 11 Marzo presso l’oratorio salesiano di Alcamo il terzo incontro del cammino “GrLeader”, organizzato dal Mgs Sicilia per i ragazzi della scuola media della zona di Palermo e Trapani. Questa terza tappa, a differenza delle altre due, essendosi svolta in periodo quaresimale, ha avuto una connotazione piu’ prettamente spirituale ed ha aiutato i ragazzi a prepararsi maggiormente a vivere la Pasqua del Signore 2012.Il percorso è guidato da Don Arnaldo Riggi, del San Tommaso di Messina, e da Suor Rosalia Bonanno, del Mazzarello di Palermo. Rifacendosi allo slogan di

quest’incontro (“Ta…lento: veloce a moltiplicarlo!”), sono stati loro a condurre i ragazzi presenti alla scoperta dei propri talenti, che spaziavano dai più concreti e disparati (fischiare, danzare, giocare a calcio) ai più sensibili (ascoltare, consigliare, consolare). Naturalmente, oltre alla preghiera e alla formazione, così come voleva don Bosco, non sono mancati i momenti ludici e di divertimento: musica, giochi, balli e una bella serata di fraternità al Sabato sera, con un gioco organizzato dagli animatori (questa volta i “talentuosi” si sono impegnati con un “evergreen”: il famosissimo “Twister” in versione maxi!).Al sabato, oltre ai contenuti

formativi offerti in maniera dinamica, i ragazzi hanno vissuto la celebrazione del Sacramento della Confessione, durante la quale si sono potuti riconciliare con Dio e con i fratelli.La Domenica mattina, alle ore 10,00, i ragazzi, insieme ai bambini del catechismo e agli oratoriani di Alcamo, hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Filippo Castrovinci, nella Chiesa inferiore della parrocchia di Alcamo.

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UN GOAL PER LA SOLIDARIETÀ

Gli alunni del Liceo hanno partecipato all’ottava edizione di “Un goal per la solidarietà”, partita organizzata per aiutare 20 famiglie catanesi con gravi problemi economici.L’evento ha unito tantissimi ragazzi delle scuole siciliane allo stadio Angelo Massimino, in una festa di colori, di divertimento, di gioia e di entusiasmo, al di là di qualsiasi rivalità.L’adesione del nostro Istituto a tale iniziativa è scaturita dall’obiettivo che tale appuntamento si propone di consueto: aiutare chi vive momenti di difficoltà.

Istituto spirito santo: le origini

Sr Carmelina Coniglione - Acireale

sr Maria Conti - Catania

L’ultima parte della “due giorni” è stata dedicata, oltre che all’approfondimento della pagine evangeliche dei talenti, anche alla loro scoperta. Il tutto sulla scia degli echi prodotti dalla Festa Regionale dei Giovani a Modica il 4 Marzo scorso, con l’esempio di Nino Baglieri, volontario con Don Bosco, per il quale, da poco, è stato iniziato il processo diocesano che lo porterà, a Dio piacendo, agli onori degli

altari.Ad aiutare Don Arnaldo e Suor Rosalia, sin dai primi incontri, è presente un valido gruppo di animatori di Alcamo, Marsala e Ranchibile.Dopo queste due intense giornate tutto il gruppo si è salutato dandosi l’appuntamento per il 5-6 Maggio per l’ultima tappa di questo meraviglioso cammino all’interno della spiritualità giovanile salesiana. A presto!!!

Lo sport può assumere una valenza etica importante, con i suoi valori, dalla funzione ludica a quella educativa e sociale.I sogni si realizzano anche dentro il rettangolo di gioco, tra fischi e applausi, tra cori e incitamenti. E così lo sport diventa strumento di crescita.

La proposta lanciata dalle superiore per riscoprire , in occasione del 140 anno della nascita dell’Istituto, gli inizi dell’attività missionaria nelle nostre case dell’ispettoria, è stata ben accolta dalle suore dell’istituto Spirito Santo. Esse suddivise in gruppo, hanno letto e condiviso, con interesse, le loro riflessioni riguardanti il primo anno di vita pastorale nella loro casa; riflessioni che, in un secondo momento, hanno comunicato anche a livello assembleare.Ecco quanto si coglie dalla cronaca della casa:23 gennaio 1913 : si allargano gli orizzonti missionari delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Sicilia.Accogliendo “ le ripetute istanze degli amministratori del Collegio Sacro Cuore di Gesù, detto dello Spirito Santo” , le nostre Superiore deliberano l’apertura

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della casa di Acireale. Il collegio era precedentemente abitato dalle monache dette salesiane, che vi tenevano un orfanotrofio, una scuola di laboratorio ed un oratorio estivo. Le FMA che fanno ingresso nella nuova casa sono: l’Ispettrice Sr Giuseppina Marchelli con la sua segretaria Sr Virginia Montaste e quattro Suore: Sr Madio M, Sr D’Antoni F, Sr Isola S, Sr Musumarra C, e la novizia Tirrito T.“Le Suore sono accolte con segni divera simpatia dai signori amministratori e con vera cordialità dalle monache”. Il loro ingresso è ben visto anche dalla gente ed in modo particolare da quei benefattori che avevano a cuore l’opera della casa e offrivano il loro contributo pecuniario e assistenziale a favore delle orfane. D’intesa con il presidente dell’opera Mons. Tirendi e gli amministratori si restaurano presto alcuni locali per renderli più idonei . Le orfane sono 13 e si rivelano alquanto deferenti.Le nostre sorelle si mettono subito all’opera con gioia, rivelando disponibilità al lavoro, alla missione e flessibilità alle richieste dell’obbedienza.L’iniziale attività educativa e pastorale si esplica nei seguenti campi: Orfanotrofio, Oratorio festivo, laboratorio e Scuola materna; inoltre per quattro anni la casa è sede di postulato e noviziato.I disagi, che certamente un’opera incipiente può causare, non erano motivo di lamento per nessuno, perché la fede delle nostre prime sorelle era forte e viva la riconoscenza per quanto ricevevano.Dalla lettura del primo anno della cronaca della casa (1913) si evincono molti aspetti di profonda religiosità, di fedeltà alle costituzioni e di vero spirito di famiglia che si esplicava in atteggiamenti di semplicità,

di fraterna accoglienza e di incoraggiamento reciproco .La nostra casa era meta persino di passeggiate.Si legge, infatti, nella cronaca che venivano gruppi di ragazze, accompagnate dalle suore, ora da Trecastagni, ora da Catania e così via… L’accoglienza era una caratteristica e ancora più marcata era l’attesa gioiosa delle superiore che vi si recavano sovente . La loro presenza, tanto attesa, sprigionava gioia fraterna e grande riconoscenza, perché le suore si sentivano amate, ricordate e seguite. Le Superiore esprimevano per tutte un forte interesse ,dedicavano momenti di ascolto anche per le educande e spesso si rendevano presenti in diverse ricorrenze della casa. Si coglie la premura dell’Ispettrice nel visitare qualche sorella ammalata e il gradito invito a partecipare a varie ricorrenze o semplici feste come la premiazione delle educande o addirittura per il Carnevale da trascorrere insieme.Dallo studio effettuato dalle Suore sono emerse in assemblea delle valide considerazioni: l’intensa attività apostolica che si svolgeva non solo all’interno della casa, ma anche nella chiesa locale.La stima del Vescovo per le FMA si esprimeva specialmente nella richiesta di collaborazione e direzione nella catechesi da svolgere nelle vicine parrocchie della città.L’intensa vita pastorale era corroborata dalla preghiera intensa e curata: l’adorazione eucaristica domenicale, i tridui, le novene, le celebrazioni

eucaristiche e mariane, come pure le processioni e le varie funzioni che si organizzavano lungo l’anno, erano vissute insieme alle ragazze, che vi partecipavano volentieri, apprendendo anche loro la devozione a Maria Ausiliatrice a San Giuseppe e soprattutto a Gesù Sacramentato. Una particolare attenzione nella casa era posta alle postulanti e alle novizie per le quali le suore e l’ispettrice, quasi sempre presente nella comunità, si impegnavano a trasmettere loro una solida religiosa e salesiana, inculcando soprattutto il senso di appartenenza all’istituto e a vivere in semplicità lo spirito di famiglia. La ricchezza delle considerazioni emerse ha portato le suore ad una comparazione col proprio vissuto nell’attuale quotidiano, facendo scaturire così non solo l’ammirazione per le nostre prime sorelle, ma validi stimoli di rilancio per vivere in maniera più viva e responsabile la coscienza missionaria, la vita fraterna, il dialogo interpersonale e soprattutto la vita di preghiera in sintonia con lo spirito del Da mihi animas coetera tolle del Fondatore!

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modica esulta !

Sr Olga Sigona- Modica

Un’ exploitdi gioia al PalaRizza di Modica per la festa del Movimento Giovanile Salesiano e non solo….Nella luminosa domenica del 4 Marzo, dall’alba al tramonto, una liturgia di VITA al TOP si sprigiona e risuona nel cielo terso di questa fortunata cittadina.Gioiosamente insieme, ragazzi, giovani, adulti e famiglie per lodare, ringraziare benedire il Signore. Un tripudio di cuori, di suoni, di colori.I giovani, provenienti da tutta la Sicilia, accompagnati da animatori, sacerdoti salesiani e di suore Figlie di Maria Ausiliatrice, hanno celebrato la giornata di CONCENTRAMENTO-FESTA presieduta dal Rettor Maggiore Don Pascual Chavez, nono successore di Don Bosco.Una grande e bella coincidenza! Apre il saluto così: “CORRO VERSO LA SANTITA’, come Nino Baglieri, atleta di Dio”. Una vita straordinaria la sua, densa di conquiste, proprio come quella degli ATLETI che stupiscono con le loro PERFORMANCE. Lui, testimone dell’amore sofferente ha condiviso fino in fondo la passione di CRISTO che a poco a poco lo ha trasfigurato e la stessa sua sofferenza si è trasformata in inno di lode.Questo lo slogan, sua eredità spirituale, che ha distinto e accompagnato la festa. Sicuramente un regalo da parte di Nino ai giovani e a tutti i presenti, un “Dono” indelebile nell’animo di ciascuno.Il seme ora attende solo di fiorire e far frutto, a suo tempo perché è morto nel solco della CROCE e si è trasformato in LUCE……….Al PalaRizza la colorata invasione di giovani è iniziata presto, prestissimo per i 130 animatori ed organizzatori in BLEU, che avevano raggiunto Modica il venerdì precedente. Un tappeto di magliette arancioni ha salutato, con grande calore siciliano, l’arrivo al palazzetto dello sport di Don Chavez. Questa sua PRESENZA STRAORDINARIA è DOVUTA ALL’AVVIO, IN DIOCESI, DELL’ITER IN VISTA DELLA CAUSA DI beatificazione DI UN SUO “figlio spirituale”, Nino Baglieri, VOLONTARIO CON DON BOSCO uno dei nostri della famiglia salesiana.Il Rettor Maggiore ha invitato specialmente i giovani a prendere sul serio la vita, anche nella sua durezza; ha sottolineato che la santità è possibile, è facile, basta volerlo fortemente.

E’ VIVERE DIO e lasciare la sua impronta di simpatia, di semplicità, di fedeltà alla sua Parola che trasforma e salva. Non è determinante il punto di partenza, rimarca ancora, ma quello di arrivo, importante è raggiungere il traguardo.IL NOSTRO TRAGUARDO E’ DIO!!!E continua dicendo: “Voi, giovani, siete il nostro campo di lavoro, di azione, siete il nostro modo di essere, che ci aiutate a diventare santi.L’investimento migliore di qualsiasi società si chiama EDUCAZIONE e la famiglia salesiana per carisma è una Famiglia Educativa. L’educazione è un’arte che insegna ad essere persone umane. E’ Dio che ci ha sognati. E’ Dio che ci ha voluti per essere un LIEVITO IN QUESTA SOCIETA’ diventata un po’ assurda.Noi, Figlie di Maria Ausiliatrice del Centro Polivalente “Laura Vicuña” vogliamo sottolineare l’esultanza di un giorno che ha visto Modica vivere una STRAORDINARIA PENTECOSTE, in veste salesiana. E’ stato un evento di grazia che ha avuto come leitmotiv la santità semplice, feriale di Nino Baglieri, dono di Dio alla Chiesa modicana soprattutto e alla nostra famiglia salesiana.La sosta del Rettor Maggiore nella nostra Comunità, accompagnato dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò, dalle autorità civili e religiose della provincia e della città, da alcuni salesiani tra cui l’ispettore Don Gianni Mazzali e la nostra ispettrice Sr. Anna Razionale, abbiamo sottolineato, con l’agape fraterna, la forza di coesione che è energia vitale di comunione, testimoniata da un accurato servizio che ha coinvolto tutta la comunità educante del nostro istituto, espressa in gesti ospitali di: accoglienza, condivisione, attenzione. GRAZIE MODICA, non ti sei lasciata vincere in generosità.GRAZIE DIO, che ci hai fatto ancora una volta, oggetto di predilezione nella figura di Nino Baglieri.Possa questo seme di santità fiorire nel cuore di tante anime che lo hanno conosciuto e curato. Ora, egli si fa segno di speranza e di futuro per tutti.ESPRESSAMENTE ai GIOVANI lascia la sua eredità: “Gesù è il vero compagno della vita, l’amico fedele che non ci lascia mai; Lui si prende cura di ciascuno di voi, vi conduce per mano per le vie di questo mondo. Convertirsi è rispondere alla ricerca di Dio. “Aprite il vostro cuore al suo AMORE.”“La felicità è la certezza di essere amati”.Il Rettor Maggiore conclude con alcune frasi miliari:“La vita è un sogno da realizzare e una missione da svolgere.”“Siate PROTAGONISTI della vostra vita”.La gratitudine, l’augurio sono state parole che hanno sigillato nel nostro cuore il GRADIMENTO per questi due giorni tanto particolari e ricchi di belle novità nella nostra famiglia religiosa.

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MAIN TRA CANZONI E RECITAZIONE

Il 12 maggio, all’Istituto Maria Ausiliatrice si apre il sipario, si accendono le luci, si anima la scena per un viaggio ideale a Mornese, dove – come dice il testo – una piccola mocciosa combina un mezzo finimondo.Sempre pronta! Sempre la prima, a costo di tagliare i tralci buoni.Ah! La Main è un tipetto e guai a contraddirla. Don Pestarino la paragona ad un campo bisognoso di essere coltivato.E le ragazze? La seguono, le vogliono un mondo di bene per il modo di fare.Ma, durante l’epidemia di tifo in Piemonte, Maria rischia di morire. Dopo si riprende, ma non è più la “comandessa” di prima.Dopo tanti interrogativi, sente l’ansia di andare, perché una voce imperiosa le dice: “A te le affido”.Inizia così, per lei e le amiche che la seguono, un nuovo percorso fatto di dedizione agli altri, di preghiera profonda, di piccole gioie e speranze, con una freschezza e semplicità uniche da far breccia nel cuore di coloro che condividono con lei sacrifici e gioia, umiltà e audacia, semplicità e ricerca di vie nuove, perché ha capito che “non basta cominciare, bisogna continuare a combattere sempre, ogni giorno”, nel servizio totale al Vangelo.

sr Maria Conti - Catania

E’ tempo di famiglia!

Oltre 1600 i partecipanti alla I Convention delle famiglie, tenutasi il 22 aprile ad Agrigento, organizzata dalla Consulta Regionale della Famiglia Salesiana di Sicilia e guidata dall’ispettrice, sr Anna Razionale, e dall’ispettore, don Gianni Mazzali, dai referenti per la FS, don Edoardo Cutuli e Sr. Gina Sanfilippo, e dai referenti per la formazione delle famiglie, i coniugi Parrino, in sinergia con i rappresentanti della Famiglia Salesiana agrigentina.Si è trattato di un evento che ha avuto l’obiettivo di manifestare l’attenzione di una Famiglia, la Famiglia Salesiana, alla “FAMIGLIA”, di dare speranza ed entusiasmo alla “FAMIGLIA” e permettere di ritrovare le coordinate, i pilastri per educare in questo nostro tempo. Durante la convention, gli occhi e i cuori di tutti guardano in avanti. Ricco di sentimenti di speranza cristiana è stato il messaggio conclusivo dell’Ispettore e dell’Ispettrice che ispirati da questa grande famiglia di famiglie hanno accolto una sfida e fatta la consegna di “trapiantare questa esperienza di comunità nei nostri ambienti, nel nostro territorio. E’ tempo di ... gruppi di famiglie, per aiutarci, per sostenerci, per incoraggiarci. Sentiamo che Dio ci vuole educatori ed evangelizzatori. Consapevoli dei nostri limiti vogliamo allearci, lavorare insieme, stimarci ed aiutarci a vicenda.”La giornata si è conclusa al tempio della Concordia con l’affidamento delle famiglie a Maria. L’intensa partecipazione fa ben sperare per un futuro in cui tanti hanno il coraggio di rispondere sì alla sfida educativa.È tempo di famiglia, allora! Urge ritornare alla famiglia, rigenerare la famiglia - come ha detto l’Ispettrice nel suo saluto iniziale - se vogliamo rigenerare l’educazione. La coscienza della gravità e della grandezza dei problemi serva ad aiutarci nel nostro impegno e a portare nella società, nel territorio che abitiamo un nuovo stile di famiglia: la famiglia come stile! E allora si che collaboreremo per creare una cultura educativa!

sr Gina Sanfilippo- Vicaria Ispettoriale

Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Maggio 2012

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E’ stata una festa del grazie ricca di gioia e fraternità quella vissuta domenica scorsa a Caltagirone. Il grazie all’ ispettrice – sr Anna Razionale – si è concretizzato con la presenza di numerose sorelle provenienti da tutta la Sicilia ed è stato il culmine di un percorso – vissuto nelle comunità – dal tema “Nel tuo sogno, Madre, il nostro sguardo”. Tre le tappe : Don Bosco è un Santo ed io lo sento E’ tempo di ravvivare il fuoco A te le affidoTante le suore coinvolte, che a prescindere dall’organizzazione della festa, hanno vissuto momenti di lavoro insieme segnati dalla comune passione e dalla gioia di mettere in comune i propri talenti nella semplicità e nello scambio gratuito. La giornata ha avuto inizio con la celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri, che nella sua omelia ha fatto sintesi della Parola ascoltata con l’ausilio di tre verbi: ricordare, ringraziare, ripartire.Il grazie ci porta a ricordare secondo Dio e non secondo gli uomini. Sentimenti di riconoscenza nascono nel cuore dell’uomo che fa memoria di un Dio che nella storia chiama ciò che è debole, fragile e piccolo per edificare le sue opere.Ringraziare per far tornare nel cuore la lode, il canto perché il grazie non sia di un giorno, ma diventi il grazie dei giorni.Ripartire perché siamo fatti di futuro e la progettualità è realizzare ciò che il Signore ci chiede. Tutto questo si realizza dimorando nella Parola che ci porta ad un amore rinnovato per Dio e per i giovani del nostro tempo.Nel pomeriggio, dopo un’ agape fraterna frutto della condivisione di ogni comunità, la festa si è conclusa con un musical realizzato da tante suore dell’ispettoria. Ripercorrendo la vita di madre Mazzarello e attraverso canti composti da sr Maria Ruta, è stato espresso il grazie a colei che oggi ha il difficile e appassionante compito di animare la nostra ispettoria. Insomma è stato un bel momento di fraternità, di appartenenza concluso con l’invito di Sr Anna ad assumere come mandato il percorso realizzato: rendere sempre più concreto, sulle orme di madre Mazzarello, il cammino di santità ravvivando ogni giorno il fuoco dell’amore e della passione educativa, fedeli alla consegna ”A te le affido!. Sulle note del canto ”E’ tempo di sognare” riprendiamo il cammino quotidiano per continuare ad essere tra i giovani seminatrici di Speranza.

una festa del grazie al topsr Maria Grazia Tripi - Catania

Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Maggio 2012

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ASSEMBLEA CII 2012 Una breve sintesi

sr Maria Grazia Tripi - CataniaL’assemblea CII di quest’anno è stata vissuta con sentimenti di appartenenza al grande mondo salesiano che nella Chiesa intende donare ai giovani Speranza. Il soggetto e la condizione per la missione educativa è la comunità educante. La Madre – ci ricorda sr Emilia Musatti nel suo saluto finale - ha sottolineato 3 aspetti della CE. Luogo di vita e di spiritualità: la CE non condivide solo il lavoro ma la vita, il carisma, la ricerca, la spiritualità, la passione educativa. E’ necessario avere questo grande orizzonte nel processo di crescita della comunità. Laboratorio di relazioni: Non si dà educazione al di fuori della relazione e la difficoltà non può determinare la fine della stessa Laboratorio di progettualità: è l’esperienza che viviamo nelle singole comunità educanti. Elaborare pensiero specificando e verificando gli obiettivi. È questo il cammino che dobbiamo fare. Sperimentiamo che è difficile mettersi insieme per un progetto comune da realizzare. Collaborare richiede stima, suppone di accogliere le diversità di pensiero, di accettare che quanto realizziamo insieme non porta la firma di nessuno!Siamo ad un livello nazionale – ci ricorda Sr Anna Razionale nel suo saluto finale – ogni ispettoria si metterà in sintonia con quello che riterrà più importante. Occorre essere sempre più consapevoli del fatto che l’ evangelizzazione, pur avendo bisogno di strategie comunicative, è soprattutto questione di cuore, capacità di dimorare nella Parola. Il Vangelo ci invita a lasciarci accogliere, a fidarci, annunciare non dal punto di vista in cui siamo noi, ma dal punto di vista in cui sono i giovani. Accogliere questa realtà che è fatta di rischi ma anche di tante promesse è una prerogativa. Certamente siamo chiamate a vivere l’esperienza dell’esodo dalle nostre sicurezze, certe che chi rimane in lui porta molto frutto. La Madre ci dice che i 140 anni di storia non hanno indebolito la forza del carisma, ma è importante nutrirsi della ricchezza del presente e dare nuovo vigore guardando il futuro con occhi di speranza.Nella sintesi finale elaborata da sr Piera Ruffinato emergono alcune provocazioni…

1 Come vasi d’argilla siamo persone con un mandato che le supera. L’incontro con il limite oltre a farci molto umane, ci fa molto persone di fede!Il Carisma di speranza nei 140 anni è stato vissuto con entusiasmo celebrativo, ma occorre che non rimanga solo celebrazione e diventi consapevolezza nelle nostre

comunità. Non possediamo né oro né argento, ma abbiamo il Vangelo ed è quello che vogliamo donare.2 Con uno sguardo creativo: sguardo che si posa sui giovani, sul mondo di cui siamo parte cogliendone il punto accessibile al bene. Questa è la nostra posizione nel mondo, cercatori di bene e di risorse, capaci non solo di potenziarle ma anche di supporle. Supporre il bene per farlo nascere. Questo sguardo creativo non può darsi se non attinge allo sguardo creatore di Dio che si posa con bontà e fiducia sulla creazione e sull’uomo. Dove c’è l’amore c’è un occhio che vede e che si accorge. E come FMA dobbiamo rispondere alla chiamata di declinare questo sguardo creatore in forma femminile. Riprendere, approfondire la dimensione della femminilità delle nostre comunità educante. L’evangelizzazione è cosa di cuore, è cosa di vita, si trasmette con la vita. E chi più di una donna lo sa?3 Con un orecchio che ascolta: essere orecchi che ascoltano le invocazioni che salgono dal mondo e dai giovani. Ascolto che precede la parola, si libera dalle parole sui giovani. Diciamo molte parole su loro e siamo poco disposti a metterci in ascolto di loro. Amare i giovani significa mettersi dalla loro parte realmente, fedelmente.4 “ pregate molto e di cuore” Madre Mazzarello usava un linguaggio esperienziale. Si fa esperienza di fede nella preghiera! Non è la quantità solo. È il cuore che prega. Dalla preghiera ricevete gli aiuti necessari per la vostra missione. Non può darsi nessuna evangelizzazione senza mettersi in ginocchio. Le anime si salvano in ginocchio! L’esperienza della fede va oltre la celebrazione formale della chiesa, trovare dei percorsi per fare scuola di preghiera, aiutarsi per aiutare a pregare. Tutte le nostre comunità sono un’invocazione allo spirito perché possiamo essere da lui evangelizzate.5 Comunità che evangelizza e si lascia evangelizzare. Essa è un cantiere sempre aperto. Ci dà l’idea della coscienza della non –linearità. La realtà umana cammina a strattoni, in questa dinamica che ci fa molto soffrire, l’incontro con il limite oltre a farci molto umane, ci fa molto persone di fede! 6 Corresponsabilità come strategia e percorso. Siamo piccoli tasselli di questa chiesa, senza voler essere quello dell’altro. Vedere il compimento dell’evangelizzazione con questa rifrazione di mille attività ed opere. Una singola cellula non può raggiungere tutto, tutte insieme sì. Ottica di unità, corpo mistico che salva i giovani. Il nostro istituto è un grande polmone che respira spirito santo per darlo ai giovani.7 Sussidiarietà come apprezzamento di ciò che l’altro ci dà e fa.

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trecastagni -la missione salesiana tra fervori e ostacoli (1881-1901)

Sr Carmelina Coniglione - Acireale Sp.Santo

La presenza discreta e benevole delle suore nel paese, animata dallo spirito profondamente educativo e religioso, guidato dell’abile direttrice Madre Morano divenne presto una presenza significativa, tanto che l’iniziale reticenza espressa dalle famiglie si riconvertì presto in profonda stima e orgoglio nel mandare i loro figli in collegio. Col cuore aperto e un attento intuito educativo, Madre Morano aprì un laboratorio ed anche un oratorio festivo che sprigionò un vivo interesse in tutta la gioventù. Era , infatti, un vero spettacolo vedere ogni domenica , alle 10, il cortile popolato di oratoriane che si contendevano gli spazi per giocare, sprigionando un’aria di festa e allegria nella casa.Un’attenzione , nonostante i tempi, fu posta anche ai ragazzi ai quali erano riservate determinate ore di istruzione catechistica seguita da un po’ di ricreazione. La grande missione religiosa, pedagogica e didattica iniziata da Madre Morano a Trecastagni, segnò così l’inizio della sua espansione pedagogica , catechistica e di coordinamento anche in altre case.La vita di pietà soda e spontanea che animava le nostre sorelle diventava comunicativa ed infervorava le educande che volentieri partecipavano con interesse e vivo senso religioso ai tridui, alle novene, alle solennità, che si organizzavano nelle varie feste liturgiche dell’anno ed in particolare nelle ricorrenze mariane, nella festa di San Giuseppe e del Sacro Cuore di Gesù.Grande importanza , inoltre , si dava agli esercizi spirituali non solo delle Suore , ma anche delle Educande che, soprattutto nei periodi forti dell’anno, venivano guidate da un salesiano . Si vedevano, in quei giorni, molto raccolte; passeggiare per i cortili e sovente lasciare anche i momenti di intervallo per correre in Chiesa a fare delle visitine a Gesù Sacramentato.

Anche per il collegio di Trecastagni , come quello di Bronte, i Superiori e le Superiore accompagnavano spiritualmente le Suore e non c’era un anno che non si registravano le loro gradite visite. Nel novembre del 1883 Don Cagliero, già vescovo titolare di Magiva, ritornò a visitare il Conservatorio e dettò gli esercizi spirituali alle Suore e alle educande. Nell’aprile del 1885 don Rua visitava per la prima volta il Conservatorio e vi ritornerà ancora nel febbraio del 1891 accompagnato da don Francesia. E l’elenco, come registra la cronaca della casa, continua ancora : il 7 novembre 1886 Don Bonetti, direttore generale delle Suore e successore di don Cagliero , assistette alla distribuzione dei premi alle alunne, rendendosi poi disponibile a predicare e a confessare Suore ed Educande. Nell’aprile del 1888, dopo tre anni di assenza, vi ritornerà don Cagliero. II 5 novembre del 1889 il Cardinale Dusmet faceva visita pastorale al Conservatorio e assisteva ad un’accademia, in suo omaggio, preparata dalle convittrici.

Il primo decennio di presenza salesiana nel paese, si può dire che fu segnato da continue visite al Conservatorio da parte dei Superiori e soprattutto della madre Sr Caterina Daghero che vi si recò quasi ogni anno. La sua presenza era espressione di guida spirituale, di benevolenza e di sostegno. Anche le autorità ecclesiastiche e civili mostravano attenzione ed apprezzamento verso l’operato delle Suore.Ma le rose non sono senza spine: la missione che si potenziava sempre più non fu, infatti, esente da ostacoli, che potevano compromettere gravemente l’azione pastorale delle nostre prime consorelle. Un primo motivo fu dato dal trasferimento della direttrice Sr Teresa Visconti che, dal 1890 era succeduta a Madre Morano e poi il 12 agosto 1896, era stata trasferita per sempre in Piemonte . La sua partenza causò agitazione tra le famiglie che, si rivolsero al cavaliere Bonajuto, presidente a vita del Conservatorio. Egli, dispiaciuto di non essere stato avvisato dell’avvenimento, diede ordine che si prolungassero di altre 15 giorni le vacanze delle alunne e poi con una lettera diretta all’Ispettrice Sr

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Al rogo la Divina Commedia?Erminia Viola - Pietraperzia

Maddalena Morano licenziò le Suore. Ci volle tutta l’abilità e la finezza di Madre Morano che , recatosi da lui gli presentò la nuova direttrice Sr Cristina Bernazzo e tanto seppe fare che lo convinse ad accogliere le sue ragioni e a presentarla alle alunne e ai loro parenti.Altro spiacevole fatto fu dato da un errore di calcolo economico, commesso dalla ammi- nistrazione che aveva fatto delle sviste nella registrazione delle spese effettuate per il Conservatorio. La visita effettuata dalla Prefettura di Catania e portata avanti dalloispettore di polizia Cav. Pirogalli, diede inizio ad un’inchiesta: vennero interrogati tutti i membri dell’amministrazione e sequestrati tutti i registri.. Non mancarono le dicerie infondate e si sparse la voce che il collegio si sarebbe sciolto e fatto maschile, oppure solo per fanciulle povere.Il prefetto di Catania ordinò di eleggere un nuova Fidecommisseria che nominò come presidente il Sig .Salvatore La Rosa. Tutto si riprese serenamente e presto si dissiparono le ombre che le male lingue, volevano estendere sul Conservatorio. Il collegio, con la sua seria azione educativa e la gioia effusiva delle ragazze, testimoniava quanto fossero vani i pregiudizi della gente e in una società laicizzata e massonica rispon- deva dando una seria formazione cristiana alle giovani.. Intanto, nell’ottobre del 1899, ammalatasi gravemente la direttrice, Sr Bernazzo, le succedette Sr Alessandrina Piretta che continuò a portare avanti l’attività

apostolica già avviata dalle sue sorelle. Le rinnovate visite delle Superiore e il ritorno, sia pur breve del Rettor Maggiore Don Rua, incrementavano lo spirito del Da mihi animas, suscitando una nuova audacia missionaria, che infervorava gli animi, invogliava al bene tante giovanette, le quali si aprivano con gioia alla chiamata del Signore. Le prime fondamenta dello spirito salesiano si solidificavano sempre più e, grazie all’opera lungimirante di Madre Morano, cresceva l’espansione missionaria nell’isola con l’apertura di nuove opere e case tra cui quella di Catania. Ma di questa si parlerà alla prossima puntata …

Se non è proprio questa la fine che rischia di fare l’opera dantesca, di certo quella proposta non è migliore. La Commedia del sommo poeta, opera prima della cultura mondiale, croce e delizia di generazioni di studenti liceali che ne hanno apprezzato o profondamente odiato le terzine, rischia di essere debellata dai programmi scolastici perché accusata di avere contenuti anti-semiti, islamofobici, razzisti e omofobici.

A muovere tali gravi accuse alla Commedia dantesca, rintracciando gravi indizi di colpevolezza nelle sue terzine, è stata l’organizzazione Gherush 92, consulente del consiglio economico e sociale dell’ONU, che promuove la salvaguardia dei diritti umani, la risoluzione dei conflitti e lo sviluppo sostenibile. Ad essere stati posti sotto accusa

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sono in particolar modo quattro canti, tutti appartenenti alla cantica infernale. A costare al caro Dante l’accusa di omofobia sarebbe stata la descrizione fatta dal poeta, nel XIV canto, delle pene con cui sono puniti i sodomiti, descritti in un’arrestabile corsa sotto una pioggia di fuoco. E ancora, il sommo poeta viene accusato di islamofobia per la pena assegnata, nel XXVIII canto, al profeta Maometto, posto da Dante tra i disseminatori di “scandalo e scisma” e descritto col corpo dilaniato, immagine che, secondo l’accusa, offenderebbe la sensibilità degli islamici. E infine gli ultimi capi d’accusa rivolti alla Commedia sono quelli, non meno gravi quanto assurdi, di anti-semitismo. Per quest’ultimo capo d’imputazione vengono additati il XXXIV ed il XXIII canto. Nel primo oggetto d’accusa è la figura di Giuda, che insieme al corrispettivo termine “giudeo” sono mutuati dalla cultura cristiana per cui Giuda è il traditore per antonomasia, l’apostolo che tradì Gesù, ed il corrispettivo giudeo, spiega l’organizzazione è «comune dispregiativo, secondo un antico pregiudizio anti-semita, che indica chi è avido di denaro, usuraio, persona infida, tradito». E ancora nel XXIII canto, spiega l’organizzazione « Dante punisce il Sinedrio che, secondo i Cristiani, complottò contro Gesù. I cospiratori Caifas, sommo sacerdote, Anna ed i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa però da quella del resto degli ipocriti: per contrappasso Caifas è crocifisso nudo a terra, in modo che ogni altro dannato tra gli ipocriti lo calpesti». Sono queste le pesanti accuse rivolte all’opera prima della letteratura mondiale, che costerebbero l’esclusione della Commedia dai programmi didattici. Ma a stupire, ancor di più della singolare proposta di esclusione, sono le motivazioni addotte dall’organizzazione. Infatti, Gherush 92 sostiene che «studiando la Commedia i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un’opera che calunnia il popolo ebraico, imparando a convalidare un messaggio di condanna anti-semita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti». Ora consapevoli e rispettosi delle tristi vicissitudini e delle vessazioni che il popolo ebraico ha dovuto subire per l’ignoranza e la

follia di pochi, mi sembra sinceramente assurdo muovere accuse di questo genere alla Commedia dantesca. Credo, inoltre, che bisognerebbe riconoscere maggiore maturità di pensiero e senso di responsabilità alle generazioni di giovani studenti che ogni anno si trovano alle prese con i canti danteschi. Ancor più responsabilità va riconosciuta agli insegnanti che, dovendo presentare ai propri alunni le cantiche dantesche, sapranno sicuramente spiegare alle nuove generazioni come l’opera sia una grande allegoria, da leggere con la giusta prospettiva e soprattutto in relazione al periodo storico di cui essa è frutto. Perché nessuna opera, moderna o del passato, può essere letta, e di conseguenza apprezzata, estrapolandola dal periodo storico di riferimento. L’appello lanciato dall’organizzazione, secondo la quale «la continuazione di insegnamenti di questo genere rappresenta una violazione dei diritti umani e l’evidenziazione della natura razzista ed anti-semita del nostro Paese di cui il Cristianesimo costituisce l’anima» fortunatamente non ha trovato fin’ora molte adesioni. Credo sia l’ennesimo abuso di quel concetto del “politically correct” che spesso viene usato per rendiconti di una parte piuttosto che di un’altra. E poi perché applicarlo anche al campo della letteratura? Si inneggia tanto alla libertà di pensiero e di espressione e poi si parla di censura? Cosa succederebbe se il criterio proposto da Gherush 92 venisse applicato un po’ a tutti i campi della cultura? Andrebbero censurate opere di Shakespeare, dovremmo rinunciare ai versi dei Poeti Maledetti, o magari al Cubismo che deforma e potrebbe offendere la rappresentazione del corpo umano. Per non parlare delle opere e scoperte scientifiche che potrebbero mortificare il credo religioso. Sarebbe un generale delirio! Basta allora ricorrere ad un certo equilibrio, ad un immancabile senso storico che porta a leggere ogni aspetto della realtà in relazione al contesto storico di riferimento. Solo così si può evitare la follia di rinunciare alla conoscenza e allo studio dei grandi capolavori di tutti i tempi che hanno comunque contribuito a costruire l’immagine dell’umanità, pur con i loro ovvi limiti storici.

Rubrica “Pensare” - Aprile 2012

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Rubrica “Pensare” - Maggio 2012

Papà e papà partono di buon mattino con i tre figli per andare insieme nella casa estiva per godere insieme una bella giornata di sole in campagna. I bambini osservano ora le farfalle variopinte che si innalzano nel cielo azzurro, ora i grilli…. Ora inseguono qualche lucertola ….le coccinelle …. E correndo sui prati si spostano da una parte all’altra gioiosamente …. Arrivano, quasi senza accorgersene, verso una grotta un po’ buia, umida …. I bambini si avvicinano e osservano un insieme di insetti che scavano nella terra per fare un buco sempre più largo e più comodo ….Altri insetti, accanto al primo buco ne scavano un altro e s’impegnano per allargarlo il più possibile danneggiando il buco attiguo.Cominciano le rivalità tra le due schiere di insetti! - Bimbi, dove siete? – gridano, mamma e papà - Venite qui presso la grotta, anche voi …- Guarda come sono stupidi questi insetti – esclama uno dei fratellini!- Si fanno la guerra reciprocamente - Continua il più grandicello....La conversazione continua ….- Che guerra inutile!- E già … con tanto spazio che c’è …..- Ma perché i due gruppi di insetti non fanno il proprio buco rispettando una certa distanza per non disturbarsi?- Potrebbero fare un buco più grande, più comodo e starci insieme….- A me non piacciono questi insetti così litigiosi… Andiamo via -dice il più piccolo

Navigare nel sole...

Sr Giuseppina Brucculeri - Palermo M. Mazz.

dopo brindisiMarco Pappalardo Docente Liceo “Don Bosco” – Catania

La conversazione tra i ragazzini continuerebbe chissà per quanto tempo ….- Gli insetti agiscono per istinto – suggerisce il papà- Non percepiscono la bellezza dello stare insieme e non possono mai impegnarsi per costruire armonia – dice la mamma- Il conforto della fraternità, la bellezza dello stare insieme sono doni dello spirito, ci ha detto il prof di religione – osserva il razzo più grande!- Si figli miei, le cose che rendono bella la vita solo Gesù può insegnarcele se teniamo un dialogo sempre vivo con Lui.- Con quale preghiera?Con lo stare il più possibile col cuore aperto accanto a Lui e, in un silenzio adorante, affidargli la propria vita. Preghiera è fidarsi di Lui che ci ama ad uno ad uno perché tutti figli suoi. E quello che Lui ci dà è sempre più grande e più bello di quel che noi possiamo chiedergli perché Lui ci ama più di quanto noi genitori possiamo amarvi.

«E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento». Così Salvatore Quasimodo scriveva in relazione alle dolorose vicende della Seconda Guerra Mondiale, richiamando il Salmo 137 della Bibbia. E noi insegnanti cosa potremo dire lunedì a scuola ai nostri alunni dopo le bombe di Brindisi? Qualcuno pensa che “lo spettacolo debba sempre continuare”, perché bisogna guardare avanti e

la vita continua. Ci sono momenti in cui non deve essere così, momenti in cui la scuola, i programmi, i progetti, le interrogazioni, i compiti, le spiegazioni vanno fermate dinanzi a vite spezzate, tremende ferite, dolori incolmabili.

Quando io avevo 16 anni, dinanzi al mio liceo, durante la ricreazione, ci fu un omicidio: tutti sentimmo gli spari, vedemmo quell’uomo per terra, restammo senza parole. Tornati in classe il professore della quarta ora fece come se nulla fosse, spiegò e interrogò dicendo: «Così non ci pensate!». La quinta ora un altro prof. ci vide con i libri aperti e ci disse parole che non ho mai dimenticato: «Chi vuol piangere, pianga; chi vuol fare silenzio, si poggi pure sul banco, se qualcuno vuol parlare, io sono qui». Non ricordo una parola della lezione svolta alla quarta ora, ma come docente oggi porto ancora nel cuore l’insegnamento profondo della quinta ora! Nella città di Brindisi ho rivisto la mia Catania, in quella scuola ho rivisto la mia scuola, in quelle ragazze i miei carissimi studenti nel quarto d’ora prima della scuola, il più prezioso, il più libero, riservato alle confidenze, ai timori, alle speranze; e penso alle 8 di ogni mattina e ai volti che incontro e che mi salutano con i loro sorrisi, anche

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quando sono un po’ assonnati. E penso ai volti che incontrerò lunedì allo stesso orario e a quanti mi scrivono in queste ore su Facebook, perché da un prof. qualche risposta se l’aspettano. In questo momento molti si arrovellano a fare ipotesi su quanto accaduto e i titoli dei giornali on line cambiano con frequenza, indicando una volta la mafia, un’altra il terrorismo, poi qualche folle e persino non identificati “poteri oscuri”. Il prof. questa volta non ha parole che siano adatte, non ha libri che spieghino un perché, ha solo commozione, lacrime più o meno nascoste, un registro da appendere ad un salice. Una cosa però la farà: darà particolarmente ascolto ai ragazzi, sia alle parole che ai silenzi, alla rabbia e alla

delusione, alla paura e alla richiesta di giustizia. Insieme sceglieremo quali saranno i compiti per casa, non solo per loro ma anche per me: crescere nelle relazioni interpersonali, migliorare la capacità critica dinanzi alla realtà, fare della propria esistenza qualcosa di bello per sé e per gli altri, studiare per migliorare se stessi e la società, non cedere ai compromessi e a quanto offende la dignità della vita, conoscere la vita di testimoni coraggiosi, combattere il terrore con l’amore. Saranno cinque ore diverse, ma pur sempre scuola, forse una di quelle poche volte in cui sarà “maestra di vita”. È proprio vero che “il seme che muore, porta frutto”, che anche le morti più assurde possono non essere vane e diventare segno di speranza superata la desolazione. Intanto attendo lunedì in silenzio, scegliendo nel dizionario della vita le uniche parole che mi sembrano significative, quelle delle preghiere.

accendi una stellaMarco Pappalardo – Docente Liceo “Don Bosco” – Catania

Accendi una stella è l’iniziativa, promossa dall’Associazione amici dell’Università Cattolica, che ha invitato studenti e insegnanti a esprimere i propri desideri, con l’intento di aiutarli a riappropriarsi della capacità di sognare, a volte trascurata o non adeguatamente valorizzata. Vincitore del concorso è Marco Pappalardo. Leggi il suo racconto….Carissimi Studenti,oggi desidero raccontarvi un sogno. Sapete, anche i Prof. sognano, quindi dormono, e la mattina fanno pure fatica ad alzarsi per andare a scuola! Ho sognato di essere in visita di istruzione con voi e di entrare in un negozio che vendeva articoli per lascuola e “tutto per il Prof. che non deve chiedere mai”. Incuriosito, sono entrato, e ho visto un’esposizione di scatole con grandi etichette. Il commesso mi mostrò le scatole molto colorate e di formato diverso. «Questa rossa – disse – contiene un apparecchio che corregge i compiti da solo, senza che lei faccia fatica; questa gialla, invece, ha degli auricolari che le permetteranno di ascoltare con attenzione solo le domande degli alunni che riterrà opportune e non le solite questioni sul senso della vita, sull’amore, ecc.; quella nera è la

scatola “delle torture” e vi sono gli strumenti migliori per umiliare uno studente o metterlo in difficoltà; la scatola verde contiene un bonus per essere sostituito per metà dell’anno da un collega; grande era la scatola azzurra che conteneva i migliori strumenti tecnologici del momento per fare lezioni straordinarie con il minimo sforzo». L’uomo continuò a mostrarmi la merce e persino un aggeggio che permette di leggere i pensieri degli studenti subito prima di un’interrogazione decisiva o subito dopo un cattivo voto! Quando chiesi il prezzo di tutta questa roba, rimasi stupito che fosse tutto gratis tranne la scatola bianca! Era l’unica che non avevo visto, domandai di mostrarmela e il commesso disse: «Che senso ha? Perché se tutto è gratis, lei vuole vedere proprio quella? Non vede che è tutta impolverata e non la vuole mai nessuno? Lasci perdere». Se una cosa ho imparato da voi, Carissimi Ragazzi, è la sana curiosità e il non essere molto ubbidiente, così ho insistito. Leggendo l’etichetta ingiallita cominciai a commuovermi, poiché vi era scritto il nome di ciascuno di voi, dei compagni di altre classi, di quanti sono stati miei alunni in passato e persino di alcuni che non conoscevo. A quel punto tentai di aprirla, ma il commesso mi disse che questa si doveva comprare chiusa e senza sconti. Non esitai e firmai persino un assegno davanti all’uomo compiaciuto dell’affare fatto, che mi salutò: «Complimenti! Non è la prima che vendo e spero non sia l’ultima. Mi auguro non sia pesante da portare per lei, poiché ho visto alcuni non farcela e abbandonarla poco dopo». Ringraziai e uscii; girai l’angolo, mi fermai e sedetti su un muretto per aprirla subito, tolsi il coperchio e…DRIIIIN!!! Mi sono svegliato puntuale con la sveglia! Vi chiederete se mi dispiace non aver visto il contenuto. No, Carissimi Amici, non mi dispiace, poiché ho capito che ogni giorno apro questa scatola nel confronto con voi, ne vedo il contenuto nei vostri sguardi, nella condivisione di gioie e dolori, dentro e fuori la scuola, studiando e lavorando per voi. Ed è bello sapere che non è un sogno qualunque, ma un sogno con i piedi per terra e lo sguardo in cielo!