lo spallino n.15

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lo Spallino ANNO 2 - NUMERO 15 - COPIA GRATUITA centri in ITALIA Tutti insieme! Tutti insieme!

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La rivista del tifo spallino

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lo SpallinoANNO 2 - NUMERO 15 - COPIA GRATUITA

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Tutti insieme!Tutti insieme!

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2 L’EDITORIALE di Enrico Testa

L’importanzadella Ovest

Poteva anche bastare il titolo di prima pagina. Tutti insieme. Per essere più chiari aggiungia-mo qualche concetto che sarebbe semplice e invece diventa complicatissimo. Il tutti insie-me è un nostro invito alla tifoseria tutta che non ha confi ni di alcun tipo. Età, stato sociale, appartenenze personali, gruppi singoli e così via. Tutti insieme vuol dire chiedere agli in-namorati dell’Ars et Labor di fare come coro comanda, e cioè fai quel che puoi per la tua Spal, cantando insieme, superando steccati provincialissimi fatti di piccoli o minuscoli gruppi che hanno idee diverse, concezioni di tifo magari opposte e altre differenze va-rie ma potrebbero raggiungere l’unità ceden-do ognuno qualcosa di suo per il bene della Spal, ovvio, ma anche o soprattutto per ridare quell’importanza, quella magia, quelle carat-teristiche nel nome di ciò che è stata e oggi purtroppo rischia di non essere più la mitica Curva Ovest Ferrara. Vecchia guardia, Astra Alcool, Porro, Spalli-nati e tanti ma tanti altri… tutti hanno i loro meriti, le loro particolarità, la loro storia che non si cancella e, anzi, potrebbe risplendere sotto quell’unica parte di stadio sempre meno colorata e sempre meno unita. A Pescara, lo scrivo con convinzione, mi ha fatto un’im-pressione grossa così vedere le migliaia di appassionati anch’essi biancazzurri cantare per più di novanta minuti tutti insieme senza smettere un solo nanosecondo di intonare il coro per i loro beniamini. E poi quella curva lunghissima piena di toni e sfumature di co-lore anche a noi cari… A Ferrara, va detto e

scritto, c’è stato un buco importante. Anni e anni praticamente senza calcio o, meglio, sen-za passione e questo ha creato importanti salti generazionali. Non abbiamo più avuto il non-no che ci ha portato al Paolo Mazza facendoci impazzire di gioia tanto da affi dare alla Spal la nostra passione presente e futura. E così siamo arrivati alle tante diffi coltà che hanno preceduto quest’ultimo biennio spallino.Ecco, adesso c’è una società che, a prescin-dere dai risultati comunque signifi cativi, ri-spetta le ragioni del cuore e la storia di chi va allo stadio ma anche di chi, lontano da Ferrara, sta appiccicato a una radio o a una webcronaca. Le premesse sportive e cultu-rali, insomma, ci sono tutte. Adesso tocca alla tifoseria che quest’anno ha dato grandi segni di risveglio seguendo i biancazzurri da Palermo a Marcianise, da Potenza a Pescara. Quel malinteso, voglio chiamarlo così, che ha portato una mezza dozzina di tifosi a dubitare sull’impegno della squadra a Pescara credo che possa diventare una base di ripartenza. Quei cori contro, lo scrivo chiaramente, era-no sbagliati, inopportuni, assurdi, dannosi. Spero, e so di non essere solo, che servano a ritrovare dopo una vita un’unità di rappresen-tazione della passione in bianco e azzurro che potrebbe permettere alla Nostra Spal il salto di qualità. Basta volerlo. Basta crederci. Basta parlarsi. Basta ragionare.

Editore: Roberto LabardiDirettore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

Collaboratori: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti, Beatrice Bergamini,Nicola “Delez” De Leonardis, Piero Capogrosso,

Deborah Mazzoleni, Stefano Calasso

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaFotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 L’editoriale

DI ENRICO TESTA

3 L’intervento

DI NICOLA BINDA

4 Fuoricampo: Marco Cabeccia

DI DANIELA MODONESI

8 Le immagini

Spal-Giulianova

9 Le immagini

Pescara-Spal

10 L’intervista: Giacomo Pallara

DI ALESSANDRO ORLANDIN

12 Il vivaio

A CURA DELLA REDAZIONE

13 La storia siamo noi

Alberto Fontanesi

DI PIETRO CAPOGROSSO

14 L’incontro: Alessandro Bratti

DI SERGIO GESSI

16 Il personaggio

Gian Marco Bragaglia

DI NICOLA “DELEZ” DE LEONARDIS

18 Botta e risposta: Davide Torchia

DI DEBORAH MAZZOLENI

19 L’inchiesta: Casa Pozzi

DI SERGIO RAVANI

20 L’avversario

Il Pescina VdG

DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

22 La trasferta 1: Portogruaro

DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

23 La trasferta 2: Lanciano

DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza

Spal-Pescina VdG

Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2

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Sommario

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La discussione s’accende in estate, come nell’ul-tima. La Prima divisione ha due gironi, ma quest’anno (e come un paio di volte in passa-to) è stata abbandonata la canonica separazio-ne Nord-Sud in favore di un taglio dell’Italia in verticale, scatenando molte proteste. Viaggi più lunghi, trasferte disagiate, campi più diffi cili: è soprattutto dai club settentrionali che si levano le lamentele. Adesso è il momento di fare un bi-lancio. E’ giusto o no?Da un punto di vista tecnico, il Sud esce scon-fi tto. Novara e Verona hanno blindato il primo posto. Nel girone A ai playoff dovrebbe andare il solo Benevento, più l’Arezzo e un paio di lom-barde tra Cremonese, Varese e Lumezzane. Nel B le uniche squadre del Centro-Sud sembrano Cosenza, Pescara, Ternana e Taranto (ma forse non più di due, visto il cammino di Portogruaro e Reggiana). Dunque, su 10 posti, il discorso-B sembra limitato a 3-4 club del Sud.

Una divisione che funziona AMARCORDdi Natale Patria

Trieste, 21 Marzo 1937 – SERIE C

PONZIANA-SPAL 2-0

PONZIANA: Scarpa, Pescia, Asin, Dobrilla. Antonel-li. Bianchetto, Manelli, Rossi, Trevisan, Marianelli, Celant. SPAL: Cazzanelli, D’Agostini, Tumiati, Bergonzoni, Boniforti, Bertacchini, Poggipollini, Biella, Fibbi, Tu-miati Il°, Tumiati I°. Arbitro: Pirovano di Monza. Marcatori: Dobrilla, Celant.

Il primo anno di serie B, 1933-34, viene portato a termine dignitosamente. Nel 1935-36 si disputa il campionato a gi-rone unico. Presidente è il commendator Argazzi; allena-tore Giorgio Hlavay. La Spal ha ceduto diversi elementi, acquistando fra gli altri Cazzanelli, Patuzzi, Bacche III°, Zagagnoni e Piva. Inoltre utilizza alcuni atleti che presta-no servizio militare a Ferrara: Ancillotti, Gollini, Dalla Fina, Miconi e Budini. È un torneo che termina in modo drammatico. A tre giornate dalla fi ne la squadra sembra ormai salva dalla retrocessione. Gioca in casa col Verona e perde, pareggia a Pisa e spera ancora. Poi riceve la Luc-chese, una squadra che si batte per la promozione in se-rie A. Si gioca sotto un violentissimo temporale. Quando l’arbitro sospende l’incontro per impraticabilità del cam-po al 20° della ripresa, la Spal conduce per 2 a 0. La parti-ta viene ripetuta il giovedì successivo e la Spal subisce un duro 4-0, ed è retrocessione in serie C. La retrocessione porta alle dimissioni del consiglio direttivo. La società è in crisi. Intervengono le autorità politiche a fare pressio-ni affi nché non siano dispersi i tanti generosi sforzi spesi sino a quel momento. Viene nominata una commissione di appassionati sportivi che porta alla presidenza il geo-metra Nino Fiorini, allenatore è Paolo Mazza, ex trainer della Portuense. Ceduti Bellini, Pasquinucci, Caselli, Ge-nesini e messi in lista di trasferimento Patuzzi, Barmente, Miconi, Cambi, Budini, Bolognese, Dalla Fina, Ugolini e Becchetti, oltre alla partenza dei militari congedati. Nel 1936/37 la squadra viene fortemente rinnovata, tra i nuovi diventano biancazzurri Boniforti, Fibbi, Pavan e Cavallazzi. A metà campionato la Spal si trova al se-condo posto in classifi ca (una sola promozione), dietro al Padova, dove rimarrà fi no alla fi ne a pari punti con il Treviso. Qualche discrepanza all’interno della commis-sione tecnica, che troppo spesso vuole intervenire nelle decisioni dell’allenatore Mazza, ha provocato disfunzioni che, indubbiamente, hanno nuociuto al comportamento della squadra e sicuramente ne hanno impedito il ritorno in serie B.

di Nicola Binda*

Molti tifosi hanno dovuto rinunciare a qualche trasferta, è vero: un problema in più, aggiunto alle varie (discutibili) limitazioni. Ma è anche vero che molti emigranti hanno potuto vedere al Nord le squadre della loro terra. Per le socie-tà sono aumentati i costi delle trasferte, ma al Sud di solito si fanno incassi maggiori e quindi la percentuale per le società ospitanti è più cor-posa di quelle che si incassano in stadi del Nord solitamente poco gremiti. A livello ambientale, inoltre, chi vede una trasferta al Sud come un viaggio verso l’inferno, è fuori epoca. Semmai, è sempre interessante il confronto tra squadre più tecniche come quelle settentrionali con quelle tradizionalmente più ruvide del Sud. La differenza si nota meno: le prime si sono fatte più maschie, le seconde un po’ più organizzate tatticamente. Il campo, come detto, sta premian-do il Nord, ma attenzione. Forse è al Sud che si stanno mettendo in mostra i migliori talenti del futuro. E i club di A si spostano più facilmente sui campi del Nord per studiarli.Crediamo dunque che il bilancio sia positivo, che i disagi siano davvero pochi e che alla fi ne il bagaglio culturale di tutti sia molto più ricco. In futuro si potrebbe salvaguardare di più i derby, anche se in qualche caso sono state le Autorità a consigliare la separazione di squadre a rischio (vedi Perugia e Ternana). I problemi della cate-goria, insomma, sono ben altri. E poi, quando si va in serie B, forse non si devono fare anche le lunghe trasferte al Sud?

* Caposervizio Gazzetta dello Sport

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Sardo, giovanissimo, un talento enorme. Non si chiamerà Valerio Scanu e forse non lo ascolterà nemmeno, preferendo Tupac Shakur, Eminem e Jay Z, ma come lui mette d’accordo grande pubblico e giuria di qualità. Non avrà vinto “Amici”, ma gli stadi sono il suo palcoscenico, come Marco Carta. Spara le parole alla stessa velocità con cui dribbla gli avversari. E sembra che niente lo turbi: non la mannaia della giustizia sportiva, che per tre volte si è abbattuta sui club in cui ha giocato. Non i quasi cinquecento chilometri di terra e di mare che lo dividono dalla sua Sassari. Non un girone di andata claudicante, per lui e per la Spal. Che ora, seppure lontana dall’obiettivo playoff, deve “continuare a lot-tare fi no all’ultima giornata”. Parola di Marco Cabeccia.Neanche ventitrè anni e per la Spal sei stato decisivo in almeno tre partite. Da dove arrivi?“Da Monte Rosello, il quartiere di Sassari in cui sono cresciuto fi no agli otto anni, quan-do è nata mia sorella Diva. È lì che ho dato i primi tiri al pallone, nel cortile sotto casa. A dire il vero non facevo altro! Ecco perché Sandra e Mario, i miei genitori, già a cinque anni mi hanno iscritto a una scuola di calcio. Per fortuna, pur essendo sempre stato tifosis-simo, mio papà non mi ha mai ossessionato e ha lasciato che mi avvicinassi a questo sport senza farmi pressioni”.Ti hanno iscritto subito al Torres?“No, i primi anni li ho trascorsi giocando dove c’erano i miei amici, per puro piacere. La ma-glia rossoblu del Torres l’ho indossata solo a quindici anni, entrando negli Allievi. Poi sono passato alla Primavera e a diciassette anni mi hanno aggregato alla prima squadra, fi no all’esordio in C1, a Grosseto. E al fallimento della società”.Ma non sei rimasto appiedato.“Sono andato al Calangianus, in serie D, e dopo al Tempio Pausania. Lì abbiamo gua-dagnato la promozione in C2 e un altro bel fallimento societario! A cui è seguito di nuo-vo quello del Torres, dove nel frattempo ero tornato”.Complimenti, un en plein! Forse Butel-li & co. faranno gli scongiuri… A parte gli scherzi, immagino la serenità con cui avrai giocato in società sempre sull’orlo del tracollo.“In Sardegna, i fallimenti dei club sono all’or-dine del giorno. Le squadre scarseggiano, mancano le strutture e, quando fi rmi un con-tratto, sai che devi sempre aspettarti qualco-sa di brutto. Al Torres, per farti un esempio, non avevamo neanche l’acqua nelle docce, né la luce negli spogliatoi. Dovevamo allenarci direttamente allo stadio, non essendoci altri campi da gioco. E gli ultimi stipendi non li ab-biamo proprio visti”.Credi che il fatto di essere cresciuto cal-cisticamente in un contesto così fragile ti abbia un po’ penalizzato?

“Sono rimasto nella mia regione fi no al 2008, quando è arrivato l’ingaggio alla Spal. E sino ad allora, in effetti, non ho avuto molte oc-casioni di confronto con altre squadre, pur avendo giocato in campionati nazionali”.Compresa l’Under 21 della serie C2.“Sì, mi hanno convocato che avevo venti anni ed è stata una bella vetrina, un’esperienza da ricordare”.Vuoi dire la punta più alta della tua car-riera?“Beh, non fi no a questo punto. La partita più emozionante è stata senz’altro quella del mio esordio in C1. E tra le stagioni da incornicia-re ci metto anche l’anno al Tempio Pausania, dove ho segnato cinque gol e abbiamo vinto il campionato. Eravamo in serie D, ma abbiamo affrontato anche squadre blasonate, come il Como”.Invece, il periodo più amaro?“Lo scorso campionato, quando per un solo punto siamo rimasti tagliati fuori dai playoff. Eravamo stati anche in testa alla classifi ca e avremmo meritato di giocarci una posta im-portante”.Tu te la stai giocando piuttosto bene, direi! Tre gol in tre partite sono un bel bottino, per uno che quest’anno non era partito benissimo. Anzi, per uno che in estate sembrava dovesse andarsene…“Girava questa voce, ma alla fi ne sono rima-sto. Nel girone d’andata, abbiamo incontra-to un po’ di diffi coltà e ne ho fatto le spese anch’io. Qualche volta sono rimasto in tri-buna, perché c’era chi poteva dare più di me alla squadra. Del resto, il calcio è così: devi continuare a impegnarti, ad allenarti con costanza, aspettando il tuo momento. Poi le componenti che intervengono sono tantissi-me. I gol contro Andria e Rimini li ho voluti caparbiamente, mentre quello al Giulianova è stato il più bello. Ma chi se li aspettava? Ringrazio Dio per il buon momento che sto attraversando”.Hai conosciuto sia Dolcetti sia Notariste-fano. Trovi che si somiglino?“Secondo me, sì. Sono entrambi giovani e poco oppressivi, ti lasciano lavorare tranquil-lo. E tutti e due vogliono che la palla venga giocata. A Dolcetti mi sento molto legato e ogni tanto ci sentiamo ancora. Lui mi ha dato fi ducia in un ruolo non mio”. A proposito di ruolo: tutti ti riconosco-no una certa duttilità. Ma in pratica, che giocatore sei?“Nelle giovanili, ho sempre giocato da centra-le difensivo. Mentre in prima squadra, dove quel ruolo è considerato piuttosto delicato, mi hanno spostato più verso l’esterno. E così, pur essendo destro, ho fi nito con l’occupare la fascia sinistra. A me non cambia granché, anzi mi piace. Tra l’altro, per un destro, di-fendere a sinistra ha dei vantaggi. Sia nella diagonale difensiva che nell’uno contro uno, quando un avversario ti punta e converge ver-so il centro”.

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E ai tre gol ci sei arrivato perché hai tro-vato il ruolo giusto?“Prima della chiusura del mercato di genna-io, Notaristefano mi ha detto che mi avrebbe dato tre, quattro partite per dimostrare il mio valore. Magari un altro avrebbe interpreta-to le sue parole come l’offerta di un’ultima spiaggia. Io, invece, credo di avere un carat-tere abbastanza forte e ho capito che il mister mi stava offrendo una grande opportunità. Che ho cercato di cogliere”.Ci sei riuscito.“E pensa che la partita contro il Giulianova avrei dovuto saltarla! Il giovedì precedente mi ero infortunato all’adduttore e fi no alla dome-nica mattina credevo di non giocare. Poi mi hanno dato il via libera ed è arrivato anche il gol”.Restando ai gol: gioisci mimando il gesto di un arciere per qualche motivo in par-ticolare?“In realtà, no. È una cosa nata per caso, all’ini-zio della stagione. Mi ha portato fortuna ed è diventata una consuetudine. Anche se in al-cune foto di Carnevale di quando avevo due anni ero vestito da Robin Hood”.Hai sempre desiderato di fare il calcia-tore?“Sì e sono sempre stato interista. Con una predilezione per Ronaldo, che secondo me è il più forte di tutti i tempi”.Non male, essere diventato esattamente ciò che volevi.“Fare il calciatore ha i suoi vantaggi: ti man-tieni con la tua passione, non dici “vado a la-vorare”, ma “vado a giocare” e sei impegnato al massimo per tre ore al giorno. Ma anche il nostro ambiente è attraversato dalla crisi, ora più che mai. Non tutte le società pagano puntualmente gli stipendi, specie nelle serie minori. In C2, ad esempio, giochi quasi più per divertimento che per denaro. Senza con-tare che il professionismo ti impone alcune li-

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mitazioni e spesso comporta di stare lontano da casa”.Allontanarti da Sassari è stato trauma-tico?“Dover decidere in fretta cosa fare della mia vita, se partire o restare, è stato molto peggio. Ma venire alla Spal ha reso tutto più semplice. Qui mi sono trovato bene e poter giocare su-bito mi ha aiutato a tenere la testa impegnata. E poi Ferrara mi piace: è una bella città, tran-quilla. Anche se non la conosco ancora bene. Le mie giornate si dividono tra casa e campo di allenamento, e non faccio molta vita mon-dana”.Non sei l’unico sardo alla Spal.“C’è Giuseppe Meloni, che è di Nuoro. Io, lui, Milan Bortel, Gaspari e Ioime siamo sempre insieme. E poi c’è Lidio Melis, il “prof”. Lo co-nosco da tre anni, dai tempi del Torres. Alla Spal mi ha portato Pozzi, ma so che Melis gli aveva parlato bene di me. Il prof è molto bra-vo a recuperare chi si infortuna. E anche sotto il profi lo umano, sia lui sia Lazzarini sono un po’ il collante tra noi e la società: ci rivolgono quella parola di amicizia in più e per molti di noi sono quasi dei fratelli maggiori”.E il rapporto delle leve più giovani, come te, con i compagni seniores?“Se lo spogliatoio è sempre rimasto unito, an-

che nei momenti di diffi coltà, molto del meri-to è loro. Sono giocatori esperti, che in molti casi hanno una carriera importante alle spal-le. Eppure si dimostrano sempre disponibili a insegnarci qualcosa, a consigliarci”.Ad esempio?“Ti dicono quando è meglio non rispondere all’allenatore o quando ci si aspetta che sia tu a ritirare i cinesini a fi ne allenamento. Può sembrare poco, ma è anche da frasi come queste che impari a comportarti”.Che cosa vorresti nel tuo futuro di gio-catore?“Il mio sogno più grande è quello di arrivare in serie A e di regalare ai miei genitori una maglia col mio nome”.E la Spal a cosa mira, ora che l’obiettivo playoff è quasi fuori portata?“Notaristefano ci dice che siamo stati bravi a giocare senza pensare troppo alla classifi ca, come ci aveva chiesto di fare. Se guardi solo a dove sei, il condizionamento psicologico può essere pesante e infl uire negativamente sulla prestazione in campo. Sappiamo che il corso della stagione può cambiare, in meglio o in peggio, anche con una sola partita. Per questo dobbiamo continuare a lottare fi no all’ultima giornata”.

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8 LE IMMAGINI Spal-Giulianova

SPAL 2GIULIANOVA 0

In alto a sinistra,la premiazioneorganizzata dal Comune di Ferrarae dalla Spal conil sindaco Tagliani e l’amministratore delegato Bena che consegnano al mitico Gibì Fabbri la maglia per i suoi 84 anni.

In alto a destra,Maurizio Bedin grande protagonista insieme con Marco Cabeccia (qui a fi anco e sotto), ritratto mentre esulta per l’ennesimo gol realizzatoconsecutivamentein biancazzurro.

A fi anco, a sinistra,un altro “eroe” di giornata,Giacomo Cipriani, autore di un’altra fi rma spallina.

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Da sinistra, Bedin, uno dei migliori insiemea Migliorini (qui a fi anco).

Sotto, Cabeccia, stavolta trai protagonisti in negativo insieme a Giacomo Cipriani(sotto).

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10 L’INTERVISTA Giacomo Pallara

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Ferrarese doc, ecco l’ennesimo talento del vivaio spallinoDopo Laurenti e Marongiu tocca a lui in attesa del debuttoin prima squadra con la quale si allena sempre più spessoSu di lui scommettono tutti: “Mi fa piacere, credo di aver molto da dare a questa squadra in futuro. Ho messo la testa a posto e mi trovo benissimo con tutti i ragazzi. In particolare ringrazio Zamboni per i tanti consigli e Migliorini che è il centrocampista più forte col quale abbia mai giocato”.

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Le “esse” e le “elle” così marcate nella par-lantina sciolta di Giacomo Pallara lasciano poco spazio ai dubbi: anche lui ferrarese doc, anche lui parte di quel ‘tesoretto’ costruito dentro le mura di via Copparo dal settore giovanile biancazzurro nel corso degli ultimi anni. E se i suoi due compagni di percorso nella selezione Berretti, Marongiu e Laurenti, rappresentano già un valore per la rosa della prima squadra, Giacomo (per tutti Jack) può intendersi come uno di quei buoni fruttiferi di sicuro valore, in attesa di essere incassati.Di te parlano tutti benissimo, si dice che il futuro del centrocampo spallino passi anche dal tuo talento.“Meglio così! So che sono in tanti a credere in me e nel mio piccolo credo anche io di avere molto da dare a questa squadra in prospettiva futura. Ma è giusto rimanere con i piedi per terra”.Come stai vivendo la tua prima stagione da quasi-professionista?“Così così … non è facile passare un anno di transizione come questo, a metà tra la prima squadra e la Berretti. Diciamo che non mi ac-contento mai e vorrei poter dare un apporto maggiore alla squadra”.La Berretti ti sta un po’ stretta?“Beh, il livello del campionato non è certo al-tissimo. Però comprendo che la mia crescita passi anche da questa esperienza e con il re-sto del gruppo mi trovo benissimo, quindi per il momento va bene così”.Intanto i tuoi amici Laurenti e Marongiu si stanno ritagliando uno spazio impor-tante in prima squadra.“Mi fa solo piacere, perché sono cresciuti tan-tissimo e meritano di giocare”.Dicci la verità, un po’ ti prenderanno in giro per il tuo mancato esordio tra i pro.“Ma sì, si scherza come è normale che sia tra coetanei e amici, ma il tutto si esaurisce lì”.Quest’anno hai lavorato con ben tre tec-nici: Dolcetti e Notaristefano nella prima squadra e Beppe Brescia nella Berretti. Quali sono le differenze tra i primi due e quanto è d’aiuto l’ex capitano nella tua crescita?“Per quel che riguarda la prima domanda devo dire che con Notaristefano lavoriamo molto sulla preparazione fi sica, soprattutto per avere rapidità nella manovra, mentre ma-gari con Dolcetti si lavorava sicuramente di più sulla tattica. Di Brescia posso dire che lo apprezzo moltissimo sia come allenatore sia come uomo: anche lui mi dice spesso che sto facendo passi da gigante e che sto crescendo psicologicamente dopo i problemi dell’anno scorso … “.Ovvero?“Diciamo che facevo un po’ troppo lo sce-mo… Ma ora ho messo la testa a posto!”.Fa impressione sentirlo dire a un diciot-tenne. Con i compagni della prima squa-dra come va?

“Benissimo, c’è un grande clima nel gruppo e sono contento di farne parte”.Quali sono i giocatori che più ti stanno insegnando qualcosa nel gruppo?“Direi Zamboni, soprattutto dal punto di vista caratteriale e Migliorini, che è sicuramente il centrocampista più forte con cui abbia mai potuto giocare”.Immaginiamo che anche il passato da mezzala di Notaristefano sia utile al mi-ster per darti consigli.“Assolutamente, sta cercando di infondermi fi ducia e di darmi consigli di ogni tipo, soprat-tutto sulla posizione in campo e la postura del corpo. Una cosa che peraltro ha fatto anche Dolcetti nel suo periodo qui”.Impossibile non chiederti quale sia la tua opinione su questa stagione: fai parte dei realisti o di quelli che sognano un clamo-roso aggancio ai playoff?“Penso semplicemente che sia il caso di fare un passo per volta: prima pensiamo ad arri-vare a quaranta punti, poi vediamo. Di certo

sono ottimista e vedo che il gruppo è ben de-terminato, i ragazzi hanno davvero voglia di spaccare tutto”. Si spera solo metaforicamente! Quanto a te: quali sono le tue speranze per il fu-turo?“So solo che ho tanta voglia di giocare e met-termi in mostra, e se sarà con la maglia della Spal non potrò che esserne più che felice”.

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12 IL VIVAIO gli spallini di domani

BERRETTIVerona 57; Rimini 52; Bassano Virtus 42; Reggiana 41; Spal 35; Portogruaro 33; San Marino 32; Crociati Noceto 30; Sambonifa-cese 25; Ravenna, Itala San Marco 21; Bel-laria IgeaM. 16; Giacomense 12; Sacilese 11. ALLIEVI NAZIONALIParma 47; Prato 41; Piacenza, Bologna, Reggiana 34; Spal 32; Sassuolo, Mode-na 30; Mantova 26; Lucchese Libertas 23; Esperia Viareggio 19; Spezia 17; Carrarese 13; Giacomense 8.

ALLIEVI REGIONALIPROFESSIONISTICesena 36; Parma 34; Crociati Noceto 25; Bologna, Reggiana 24; Ravenna 23; Mode-na 22; Sassuolo 19; Fed. Sammarinese 16; Spal, Bellaria IgeaM. 14; Giacomense 2.

GIOVANISSIMI NAZIONALIEmpoli 67; Fiorentina 59; Bologna 45; Li-vorno 43; Parma 38; Modena 35; Spal 32; Prato, Grosseto 31; Reggiana, Esperia Via-reggio 27; Spezia 24; Lucchese 22; Carrare-se 13; Sassuolo 12; Giacomense 2.

GIOVANISSIMI REGIONALI PROFESSIONISTIParma, Cesena 38; Piacenza 36; Crociati Noceto, Reggiana 31; Bologna 28; Sassuolo 22; Rimini 20; Fed. Sammarinese 19; Bella-ria IgeaM. 18; Modena 17; Spal, Ravenna 16; Giacomense 4.

GIOVANISSIMI REG.LI FASCIA BReggiana 26; Parma 23; Sassuolo 21; Pia-cenza 20; Rimini 18; Modena 13; Spal 11; Ravenna 9; Cesena, Crociati Noceto 6.

LE CLASSIFICHE

Atragene & C., l’occasione persa

a cura della redazione

Vince ancora il maltempo che costringe diverse formazioni a saltare il turno. In campo soltanto la Berretti e gli AllieviI ragazzi di Brescia strapazzano il Bellaria ma si fermano in quel di Sambonifacio. Un’altra sconfi tta per i giovani di Arbustiche dopo un girone di andata super hanno rallentato inaspettatamente

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Cominciamo il consueto punto sul Settore Giovanile spallino dalla squadra Berretti che ha realizzato quattro punti in due gare: vittoria 7-1 sul Bellaria (Pira, D’Elia, tre gol di Barca e due di Atragene) e pareggio 0-0 a Sambo-nifacio. Ma il rammarico per non aver fatto bottino pieno nell’ultimo match è molto, visto che la vittoria sul campo della Sambonifacese è sfumata a pochi minuti dalla fi ne, quando il bomber Atragene ha fallito il rigore decisivo, calciandolo a lato dopo aver spiazzato il por-tiere. Resta l’amaro in bocca anche per il fi nale di gara, come ci spiega l’allenatore biancazzur-ro Beppe Brescia: “Al termine, mentre soccor-revano Pira leggermente infortunato, ho visto del movimento dei pressi degli spogliatoi. Il loro mister, insieme all’accompagnatore, ha aggredito verbalmente i miei ragazzi, dopo che per tutta la partita, dalla panchina, ci avevano provocato, senza motivazioni apparenti. Non è la prima volta che succede contro questa squadra. Si vede che ce l’hanno con la Spal, o con il sottoscritto, chi lo sa. Ma i ragazzi de-vono starne fuori. Comunque capitolo chiuso”.Allora apriamo quello del calcio di rigore sbagliato. Atragene ne aveva già sbaglia-ti due...

“E’ vero, ma nessuno era stato decisivo per il risultato. Stavolta pensavo di non scegliere lui ma quando ho visto che, dopo esserselo procurato, ha preso il pallone e con convin-zione è andato sul dischetto, mi sono sentito di dargli fi ducia. D’altronde è importante an-che lavorare sul carattere dei ragazzi. Questo errore gli servirà per crescere ancora”.Certo che questo pareggio aumenta le vostre recriminazioni. Tutto sommato, anche in questa stagione, le fasi fi nali erano alla vostra portata.“Non c’è dubbio che qualche punto lo abbia-mo perso malamente, pensiamo ad esempio al pareggio di Bellaria (gol del 2-2 subìto al 92’ in modo rocambolesco, n.d.r.). Però devo dire che nessuno ci ha messo veramente sot-to. Anche contro il Verona, sicuramente la migliore che abbiamo incontrato, rivedendo successivamente la partita, ho maturato la convinzione che non siamo così inferiori e che, anzi, nel primo tempo abbiamo avuto più occasioni di loro. Comunque abbiamo ancora la possibilità di fare bene nelle gare che ci re-stano da giocare”.Chiuso il capitolo Berretti, nelle altre catego-rie a vincere è stato il maltempo. L’unica for-

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mazione spallina che è scesa in campo sono stati gli Allievi di Arbusti che sul campo in sintetico di Prato sono stati sconfi tti per 5-2. La partita era iniziata nel migliore dei modi, con le reti di Chierici e Diglio che avevano portato i biancazzurri di Ferrara sopra di due. Ma a cavallo dei due tempi, una mezzora da dimenticare ha ribaltato la situazione fi no al 5-2 fi nale. Il cammino dei ragazzi di Arbusti nel girone di ritorno ha ridotto le possibilità di qualifi cazione ma non cancella quanto di buono è stato fatto durante l’andata, con le vittorie su Bologna e Parma su tutte.

Berretti Spal 1907

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13LA STORIA SIAMO NOIparola di ex

Di Alberto Fontanesi avevo un’immagine da album Panini, un ricordo visivo oramai troppo lontano nel tempo e, per superare la mia visibi-le sorpresa nel vederlo in “terza età”, gli chiedo come mai risulta nato nel mantovano, a Castel-dario, il paese del noto e mai dimenticato pilota Tazio Nuvolari. L’ex ala spallina dice che “Non c’è nessun errore, sono nato lì perché la mia fa-miglia era originaria del mantovano e si trasfe-rì a Tresigallo negli ultimi mesi del 1939. Non ricordo se il trasferimento fu o no un trauma per noi ragazzi, ricordo però che ci integrammo presto e bene, non a caso, nella piazza centrale del paese “a zugavan e curevan adrè a na balina da tenis”. Ricordi indelebili di un passato lontano…“Sì, questi furono i miei inizi calcistici, e come tutti i ragazzini di quel tempo, non avendo altri passatempi, si giocava per ore, le partite non fi -nivano mai e così si perfezionavano i dribbling, si imparava a difendere la palla, a farsi largo fra una gomitata ed un calcio fra gli stinchi che, fra l’altro, non faceva male perché si giocava scalzi. Finita la guerra, con la ripresa uffi ciale del calcio, entrai a far parte del Tresigalllo che partecipava al torneo di 1° Divisione. Qualcuno mi segnalò a un dirigente della Bondenese, un certo Negri. Venne a vedermi giocare arrivando con un’auto sportiva che, dato i tempi, sembra-

E’ nato nel 1929 e arrivò alla Spal nel 1950. Con lui in campo i biancazzurri vinsero il torneo di B e per la prima volta approdarono in serie A. Con la maglia dell’Ars et Laborla bellezza di trentuno gol prima di passare alla LazioLa sua storia, i suoi ricordi, i suoi aneddoti: “Sono rimasto sentimentalmente legato a Ferrara e alla sua squadraVi auguro di ritornare presto… nella massima divisione!”

FONTANESIil vecchio bomber

di Pietro Capogrosso

va da “Mille Miglia”, e così nel ‘49, a vent’anni, forse con un po’ di ritardo, feci il mio esordio in serie C con la Bondenese”. E poi arrivò la Spal…“Finito il campionato passai alla Spal. Devo aprire una parentesi: un consigliere della socie-tà del Bondeno era anche dirigente della Spal e vantando dei crediti riscosse l’incasso della mia cessione. Questa confusa situazione mi danneggiò perché, forse per inesperienza for-se per i tempi grami che si vivevano, andai alla Spal senza percepire un soldo di ingaggio. Solo in seguito, grazie al paterno intervento del no-stro allenatore, quel signore di Antonio Janni, il Commendator Mazza si decise a metter mano al portafogli: un centinaio di mila lire, molto al di sotto di tanti miei colleghi”. E come andò quell’anno biancazzurro?“Al di là dell’aspetto economico, il mio primo anno spallino fu indimenticabile, non solo per-ché vincemmo il campionato di serie B appro-dando, per la prima volta nella storia del club, nella massima divisione, ma per le soddisfa-zioni personali. A Catania, Ancona, Verona, e in casa con il Venezia vincemmo per 4-1, e in tutte e quattro le partite fui protagonista con una doppietta, non a caso alla fi ne del torneo fui il capocannoniere con sedici reti”. Un ricordo particolare?

“Di quel lontano torneo di B ricordo la gara gio-cata a Modena e pareggiata 1-1. Quella dome-nica fummo seguiti da migliaia di tifosi, tanto che, entrando in campo, ebbi la sensazione di giocare in casa. I canarini erano una signora squadra con i vari Giorgio Ghezzi, Giuseppe Corradi, Renato Menegotti, Enzo Braglia, Ser-gio Brighenti, gente che avrebbe giocato in se-rie A per anni, eppure con noi trovò pane per i suoi denti. Fu una partita bella, vibrante e i nostri sostenitori si divertirono e furono orgo-gliosi della nostra prestazione”.E arriviamo alla serie A…“Il nostro primo anno di serie A fu entusiasman-te, affrontammo a viso aperto i cosiddetti squa-droni, pareggiammo a Torino con la Juventus, a Milano con i rossoneri e qualche incontro, come a Milano con l’Inter, fu perso con alcuni rigori a dir poco dubbi. Poi la grande gioia di pareggiare a Bologna e di sconfi ggere i petro-niani a Ferrara. Complessivamente fu un tor-neo molto bello, addirittura, pur essendo esor-dienti, riuscimmo a classifi carci al nono posto. Personalmente duellai con i migliori terzini in circolazione, dal milanista Arturo Silvestri al fi orentino Ardico Magnini, dallo juventino Al-berto Bertuccelli all’interista Ivano Blason, tan-to per citarne alcuni: fi or di difensori che non mi impedirono di segnare ben nove gol”.Il secondo anno andò anche meglio…“Sì, arrivammo ottavi preceduti dalle solite big del calcio nostrano e alcuni risultati non furo-no di poco conto, per esempio il 2-2 a Torino con la Juventus e il pareggio a Milano con l’In-ter (quell’anno vincerà lo scudetto) con una mia bellissima rete. Ricordo che mi marcava il povero Blason, un terzino che non scherzava. Quella domenica, però, non riusciva proprio a fermarmi e, poi, il pareggio a Genova con i blucerchiati, 2-2 con una mia doppietta. L’alle-natore era Antonio Janni e quando le cose non andavano secondo le previsioni del Presidente, spesso arrivava nello spogliatoio sbraitando e rimproverando e Janni, una volta andato via Mazza, ci rassicurava e ci infondeva paterna calma, invitandoci a giocare come sapevamo senza lasciarci suggestionare dai rimproveri del Commendatore, gran brava persona Jan-ni!”.Dal punto di vista personale che bilancio può trarre della sua carriera?“Positivo. Il top fu la partecipazione alle Olim-piadi del ‘52 in Finlandia, eliminati dalla gran-dissima Ungheria dei Puskas, Hidegkuti, Gro-cis, e credo che, anche a distanza di anni, senza i maestri magiari, saremmo arrivati in fi nale. Subito dopo fui chiamato in Nazionale per la gara di Stoccolma con la Svezia, logicamente c’era il meglio del calcio nazionale, dal portiere “Beppe” Moro a Sergio Cervato, da Benito Lo-renzi a Giampiero Boniperti. Insomma per chi, come si diceva a quei tempi, giocava in provin-cia, partecipare alle Olimpiadi o essere chiama-ti in Nazionale, era il massimo delle aspirazio-ni. Poi dopo due anni di A con la Spal, cambiai squadra e andai alla Lazio. A Roma fu tutt’altra cosa, a livello economico in particolare, fi gu-rarsi che passai dallo Lambretta di Tresigallo, alla Giardinetta prima alla Fiat 1100 poi… ma a “Lo Spallino” questo non interessa. Sono rima-sto sentimentalmente legato alla Spal, per cui faccio un grande e sincero augurio di pronta guarigione… per un ritorno in A!”.

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14 L’INCONTRO Alessandro Bratti

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Alessandro Bratti, deputato, un passato da assessore ma anche da giocatore professionista di pallavolo e non solo racconta la sua grande passione di tifosodella squadra biancazzurra: “La seguo da sempreSono stato contento di conoscere il presidente ButelliE’ una persona perbene, con lui è nato un grande feelinge gli auguro davvero tanta fortuna”. Il resto è il calciodi oggi. “Troppi interessi e cose strane. Questa tesseradel tifoso fatta così non mi piace. Ho visto la partita di Ravenna con un elicottero sopra la testa. E’ assurdo!”Intanto si accinge a varare alla Camera un club specialePresto infatti dovrebbero nascere gli “Amici della Spal”

UNO SPALLINOIN PARLAMENTO

di Sergio Gessi

“L’ultima volta mi sono persino vergognato a dirlo, così quando dal barbie-re uno mi ha chiesto cosa facevo ho risposto semplicemente ‘il direttore dell’Arpa’”. Consapevole dello scollamento fra politica e cittadini, Alessandro Bratti, deputato, capogruppo pd nella commissione bicamerale di inchiesta sullo smaltimento dei rifi uti, già direttore dell’Agenzia regionale per la prote-zione ambientale dell’Emilia Romagna, assessore allo Sport del Comune di Ferrara fra il ’94 e il ’99 e all’Ambiente sino al 2006, di una cosa certo non si vergogna: della sua passione per la Spal della quale, anzi, è tornato a essere orgoglioso. Al punto che sta pensando di organizzare un club parlamentare di simpatizzanti. “Lo sport unifi ca, abbiamo anche una nazionale allenata da Giancarlo De Sisti, l’ex di Roma e Fiorentina, e sono certo – confi da – che il Club amici della Spal raccoglierà adesioni anche politicamente trasversa-li (come già avviene per i club dei sostenitori di Inter, Milan, Juventus...), non solo da parte dei ferraresi presenti alla Camera, ma da tanti politici, di destra e di sinistra, che ben ricordano la blasonata compagine dei tempi di Mazza e simpatizzano per quella squadra che era un po’ il Chievo degli anni Sessanta”.

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15L’INCONTROAlessandro Bratti

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“La mia frequentazione – aggiunge pescando nell’album della memoria - è iniziata fi n da bambino, ricordo la serie A, i grandi cam-pioni che sono passati da Ferrara, l’epoca di Caciagli. E rammento anche gli anni bui, con una serie di allenatori, di giocatori e di prestazioni indecorose. Dopo il ciclo felice di Gibì Fabbri che ci riportò, pur fugacemente, nel calcio che conta, ho ritrovato un po’ di soddisfazione allo stadio durante il mio man-dato da assessore, e di quei tempi ricordo con particolare piacere Pellissier, un atleta che ho avuto modo di conoscere e che apprez-zavo anche come uomo. In seguito non mi è capitata l’opportunità di conoscere Tomasi (e per questo non ho giudizi da esprimere sulla persona) però non mi piaceva lo stile di con-duzione, trovavo sbagliata e fuori luogo la continua polemica con il Comune, benché già non fossi più assessore. Perciò mi sono un po’ allontanato, salvo riavvicinarmi in questi due anni gestiti dalla nuova dirigenza”.A proposito di frequentazione degli stadi, che ne pensi della tessera del tifoso?“E’ innegabile che un problema di sicurezza oggi esiste ed è altrettanto evidente che la quantità di controlli a cui si deve sottoporre chi vuole andare alla partita induce molti a stare a casa. Per questo non si deve creare un clima repressivo. Per fare un esempio lo scor-so anno a Ravenna abbiamo guardato la par-tita per circa un’ora con un elicottero che ci ronzava sulla testa. Era una situazione surre-ale, un po’ inquietante, quasi da regime suda-mericano... Il problema è che nel calcio oggi non solo si scaricano tante tensioni sociali,

ma il calcio stesso è diventato di per sé ogget-to di business, di corruzione, di immoralità, con tutto ciò che questo signifi ca e comporta. La tessera del tifoso così come è stata conce-pita non mi pare una risposta adeguata”. In questi mesi le cronache parlamentari hanno associato il tuo nome alla vicenda Bergamini, un caso di cui ti sei occupato in prima persona.“La sensazione è che la verità non sia anco-ra emersa. Leggendo gli atti parlamentari, parlando con le persone coinvolte e con i giornalisti che hanno investigato la vicenda emergono molte contraddizioni. Se il caso si riaprirà come io penso, il problema è acqui-sire elementi giuridici probanti suffi cienti a garantire un verdetto convincente”.La sintesi dei pensieri, shakerati fra ricordi, passioni e impegno civile, lo porta a una con-siderazione desolante. “Mi sono reso conto che il calcio è un ambiente strano, diverso dagli altri sport, come ad esempio la pal-lavolo che ho praticato. Lì se uno è bravo è bravo, ed emerge per forza. Nel calcio non è detto: dipende da che giri frequenti, chi è il tuo procuratore, chi ti appoggia. Ci sono inte-ressi economici e poteri forti, come è emerso chiaramente anche dalle indagini giudiziarie di questi anni, che contano ben più dei valori sportivi e che spesso condizionano in manie-ra determinante i risultati delle squadre e le carriere degli atleti”.Anche per questo c’è molto da fare per uno sportivo prestato alla politica che ancora non vuole arrendersi.

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16 IL PERSONAGGIO Gian Marco Bragaglia

di Nicola “Delez” De Leonardis

Il fi glio d’arte (è un conduttore famoso) di uno dei pionieri delle televisioni libere e ancor prima delle radiopoi inventore appunto di Telemondo ferrarese ci racconta la storia di quel vulcano che era il suo indimenticabile padreDa “Colpo grosso” anticipato di dieci anni e si chiamava“Spogliando Margherita”a una serie di anticipazioni geniali. Quello con la Spal “era un rapporto professionale” ma le telecronachedei biancazzurri iniziarono lì

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17IL PERSONAGGIOGian Marco Bragaglia

A volte esiste un rapporto simbiotico, che va oltre il rapporto padre-fi glio, specie quando il fi glio intraprende la stessa professione del ge-nitore, senza essere il classico “fi glio di papà” o erede di una dinastia. È ciò che accade a Gian Marco “Gimmi” Bragaglia (www.Meme-tika.it), conduttore radiofonico ora in forza a Delta Radio ma operativo su diversi fronti del “entertainment” locale. Allora, Gimmi. Parliamo un po’ di tuo pa-dre Mondo...“Sì, mio padre iniziò a lavorare come foto-grafo esclusivamente in località vacanziere (chiamalo stupido...). D’inverno a Cortina d’Ampezzo e d’estate ai nascenti Lidi Ferra-resi. Stiamo parlando degli anni Sessanta... A metà degli anni Settanta annusò l’aria e aprì una delle prime radio libere d’Italia, Radio Mondo dove, alla tenera età di tre anni, tra-smettevo anche io...”.Ah però! Allora più che rapporto simbio-tico siamo ai limiti del plagio di minore...“No, no, mi affascinava il contesto già da pic-colissimo. Tutta quella gente, la musica, gli apparecchi con le luci... un luna park tutto per me. Poi lo spirito che governava l’ambien-te in quel periodo era estremamente goliardi-co e mosso da entusiasmi che nulla hanno a che fare con le leggi del marketing attuale. Se a qualcuno veniva un’idea la si traduceva in programma, senza tanti sondaggi, pilot... Ma la vera svolta fu il 1 gennaio 1977, quando iniziarono le trasmissioni di Telemondo Fer-rarese, una delle primissime tv libere d’Italia. Senza tema di smentita, Telemondo (e quindi mio padre) fu pioniere di diverse trasmissioni che hanno poi fatto parte di ogni palinsesto radiofonico o televisivo: i telequiz per esem-pio, con premi “in natura” offerti dagli spon-sor o addirittura il famoso “Spogliando Mar-gherita” che anticipò di dieci anni il successo di “Colpo Grosso”. Il conduttore del quiz (mio padre) riceveva le risposte alle domande per telefono: se erano esatte Margherita (una spo-gliarellista professionista) toglieva un pezzo di vestiario; se era errata, si rivestiva di un indumento”.Quindi, anche se localmente, un succes-sone...“Guarda, il numero di telefono di Telemondo era 53000. Nei giorni di programmazione dei telequiz il carico sulle centraline Sip era così elevato che spesso si paralizzavano. Non so dirti quante lettere di ammonizione mio padre riceveva dal gestore telefonico, ma a lui sai

quanto gliene importava...”.Che cosa ricordi di quegli anni?“Ricordo che mio padre mi mise davanti a una telecamera all’età di cinque anni nel program-ma “GianMarco DJ all’asilo”: destò così tan-ta curiosità da guadagnare articoli e pagine anche su Oggi, Gente e TV Sorrisi e Canzoni. Nel “mio” programma ci furono anche diver-se trasmissioni con iniziative di benefi cienza. Me ne ricordo una dove invitammo a donare i giocattoli che non si usavano più per donarli ai bimbi meno fortunati in orfanatrofi o”. Che rapporto aveva tuo padre con la Spal?“Mah guarda... sinceramente è stato sempre e solo professionale. Non aveva un particola-re interesse per il calcio come tifoso, ma gli piaceva seguirlo, specie se c’erano delle belle partite. Poi c’erano i programmi sportivi, le telecronache della Spal... ma come dicevo, era interesse professionale”. Che cosa ti rimane del rapporto con tuo padre?“L’inizio della scuola mi ha allontanato dal la-voro di mio babbo. Lui ha sempre voluto che facessi solo quello che mi divertiva, senza obblighi o pressioni. Lui era così, un battito-

re libero. Mi sono riavvicinato all’intratteni-mento quando ero al liceo. Prima le classiche feste studentesche, poi discoteche e locali e, alla fi ne, il ritorno alla radio e tv, con lo stes-so entusiasmo di quando ero bambino. Negli anni Settanta la popolarità di mio padre era grande, grazie alle sue idee innovative ma an-che alla minor frenesia di apparire rispetto a oggi. Di lui mi rimane un grande sentimento di orgoglio nei suoi confronti e di guida nelle decisioni che giorno per giorno devo prende-re, giuste o sbagliate che siano. Ma il vero mo-mento di cambiamento del rapporto con mio padre, una specie di passaggio di consegne, è fi glio di un aneddoto che avvenne nel 1996, quando ormai viveva stabilmente nel suo “buen ritiro” del Lido degli Estensi. Andan-dolo a trovare, mi disse col suo solito tono baritonale: “Oggi ho notato due ragazze al bar che mi sorridevano. Ho risposto compia-ciuto al sorriso, con un cordiale buongiorno e le ragazze hanno altrettanto cordialmente risposto al saluto. Poi ho percepito una frase di una delle due che mi ha fatto capire che da oggi tu hai smesso di essere il fi glio di Mondo e io ho drammaticamente cominciato ad esse-re il babbo di Gimmi”.

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C’è solo DavideTORCHIA...

di Deborah Mazzoleni

Per anni baluardo della difesa spallina, ora af-fermato procuratore di molti volti noti, il portie-re è rimasto nel cuore di tutti per la sua grande simpatia e per sua indiscutibile bravura. Un vero numero uno, insomma.Il più bel ricordo legato alla tua carriera calcistica.“I due campionati che ci portarono in B con la Spal e l’esordio in serie A a Genova con il Lec-ce”.Quante partite hai giocato?“Intorno alle quattrocento nei professionisti”.Il più grande giocatore di tutti i tempi.“Me ne vengono in mente due, Pelè e Di Stefa-no”.Il miglior presidente che hai avuto.“Sono due i presidenti che ricordo con più affet-to e stima: Iurlano e Donigaglia”.C’è il doping nel calcio?“No, secondo me no”.E la corruzione?“Nemmeno…”.Com’è cambiato il calcio da quando giocavi tu?“Adesso i calciatori hanno più fi sicità e rapida esecuzione. La maggior parte sono professioni-sti seri, ai miei tempi invece erano molti i gio-catori di grande personalità. C’era un attacca-mento al proprio club e alla maglia particolare, diverso”.Tra cinquant’anni esisterà ancora il calcio?“Sì…anche tra cento!”.Come ti rilassi nel tempo libero?“Stando insieme alla mia famiglia”.Una partita da dimenticare.“Nessuna, sbagliare è umano”.C’è qualcosa che hai fatto e che non volevi fare?“Tutto sommato no, credo che gli errori ci aiuti-no a crescere”.Credi alla sfortuna?“No per niente”.Qual è il complimento più bello che hai ri-cevuto da un tifoso?“Proprio ieri un tifoso della Spal mi ha confessa-to di aver saputo che a un mercatino vendevano una mia maglia e di essersi subito affrettato per averla. Dopo tanti anni è una bella soddisfazio-ne, sia per l’uomo sia per il calciatore”.Hai molti amici nel mondo del calcio?“Si …certo!”.Se ti dico Spal… a cosa pensi?“Penso a cuore, gioia ed esperienze di vita vissu-te fi anco a fi anco con la gente di Ferrara”. Quanto conta la fi ducia nel tuo lavoro?“E’ di importanza basilare perché, nel mio caso specifi co, avere la piena fi ducia dei miei calcia-tori mi ha sempre dato grande responsabilità e riempito di orgoglio”.E’ vero che i procuratori sono onnipotenti e affaristi?“Credo che nel mio lavoro i colleghi seri, co-scienziosi e preparati siano molti. Cercano di fare buoni affari nel fondamentale interesse del-la carriera dei propri calciatori ma sinceramente di onnipotenti non ne conosco!”.

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19L’INCHIESTAquinta puntata

di Walter Valentino

Susy Pozzi è sposata da ventotto anni con il Diret-tore generale spallino Gianbortolo. Insieme vivono in un appartamento un po’ spostato dal centro di Lumezzane, verso la montagna. “Niente di lussuoso”, ci tiene a precisare Susy. Il suo microcosmo affettivo è tutto racchiuso in un fazzoletto di terra, perché nella stessa palazzina vive la sorella, e a trecento metri il padre, con al piano di sotto l’azienda di famiglia, dove vengono prodotti stampi per pressofusione. Se Modena è la città dell’aceto balsamico, e Parma del prosciutto, si può ben dire che a Lumezzane la produzione ti-pica sia quella degli stampi per pressofusione, visto che nelle Pagine Gialle di questa operosa cittadi-na di ventiquattromila abitanti sono elencate ben trentasette aziende, sotto la categoria di ricerca.Susy, inizialmente, è un po’ imbarazzata dal doversi raccontare, ma comincia a sciogliersi quando parla del suo primo incontro con quello che sarebbe poi diventato il suo “principe in gessato”.“Io non avevo ancora venti anni, lui ventitre. Ero sotto casa, c’era un bar dove si trovavano dei ra-gazzi, e lui s’è fermato a parlare con me”.Che look aveva? Era già allora un grande ora-tore?“Aveva un ciuffo alla San Babila...”.Tipo Capitan Harlock, il cartone giapponese di fi ne anni ‘70, tanto per capirci?“Sì, più o meno così, coi capelli lunghi e lisci che gli coprivano la fronte. Già allora era un vulcano, e coinvolgeva tutti col suo modo di fare. Mi ha coin-volta anche nel calcio, di cui ora sono appassiona-ta. Mi ha trasmesso pure la passione per il Genoa, che andavamo a vedere in auto sia in casa (con l’abbonamento in tribuna laterale), sia, a volte, in trasferta. Anche nostro fi glio Nicolò è tifoso geno-ano, forse anche più di lui. Ha venticinque anni, è fi danzato e vive ancora con noi.” Com’è il Pozzi marito e padre?“E’ l’uomo perfetto per me, non riesco a trovargli difetti. E’ un marito e un padre presente, ha sem-pre una parola per tutti e infonde la sua calma agli altri”.Come riesce a conciliare l’attività nel calcio con quella nella vostra azienda?“Io e lui siamo entrambi amministratori delega-

Il Comandante che non ti aspetti raccontato (bene) dalla moglie Susy. Quando il Direttore non indossava ancora il gessato ma “aveva un ciuffo simile a quello di Capitan Harlock”Storia di una coppia incredibileSposati da 28 anni, entrambi tifosi del Genoa e ora della Spalentrambi amministratori delegati nell’azienda di famigliaIl resto è un’amicizia storicaquotidiana e indissolubile con Renato (spallino doc) e Graziella

di Sergio Ravani

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ti, e con noi lavora anche nostro fi glio. E’ quindi un’azienda a conduzione familiare. Mio marito si occupa dell’azienda al lunedì, il martedì pome-riggio va a Ferrara, poi fa su e giù fi no al sabato, quando ci fermiamo entrambi all’hotel dove la squadra è in ritiro”.E’ stato il suo amico Bena a coinvolgerlo nell’avventura ferrarese, vero?“Sì, l’ha convinto lui, e la molla è stata proprio la loro amicizia, insieme al fascino e all’importanza della piazza. Quando Bena gliel’ha proposto, mio marito me ne ha parlato in termini entusiastici, e ha accettato subito”.Come ha vissuto il recente periodo poco fe-lice della squadra, e le conseguenti critiche rivolte anche a lui da qualche tifoso?“Lui è sicuro di quello che ha fatto ed è convinto che la squadra sia buona. Le critiche non le vive male, e va avanti per la sua strada, convinto”.Cosa fa quando è a casa?“Legge tanto: ha l’abbonamento a tutti i quotidiani di Genova, legge i quotidiani sportivi, e anche pe-riodici come Espresso e Panorama”.Segno che gli piace sentire tutte le campane, anche molto diverse tra loro. Ma dove trova il tempo per leggere così tanto?“Ogni momento è buono, ma anch’io leggo tanto, specialmente libri di saggistica e narrativa: l’ulti-mo è stato quello di Margaret Mazzantini. Tutti e due leggiamo anche a letto”.Un po’ come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello: lei col libro e lui con la Gazzetta dello Sport!“Sì, più o meno così! (ride)”.A Lumezzane vive anche una coppia di grandi vostri amici.“Sì, sono Renato e Graziella. Con Graziella ci sen-

tiamo tutti i giorni, e tutti e quattro insieme an-diamo a cena il sabato sera. Lui è sempre stato un grande tifoso del Lumezzane e ha trasmesso la passione per il calcio anche a loro fi glia Cristina, che organizza eventi per l’Albinoleffe. Ora, però, anche Renato e Graziella sono tifosi spallini. Io e Graziella veniamo sempre a Ferrara, mentre Re-nato va anche in trasferta con Bortolo”.Come reagite ai commenti, a volte decisa-mente poco “concilianti”, che si levano dai vostri vicini di tribuna centrale, quando le cose in campo non vanno per il verso giusto?“Io e Graziella siamo tifose passionali, ma non rea-giamo. Renato, invece, è capace di stare zitto fi no al decimo commento negativo, ma all’undicesimo, se sente degli insulti, reagisce con grinta”.Cos’è che rende veramente speciale il rap-porto tra le vostre due coppie?“Con Renato ci capiamo al volo, tanto che a volte non c’è nemmeno bisogno di parlare. Graziella è l’amica che tutti vorrebbero avere. Mi è stata sem-pre molto vicina quando ho avuto dei momenti diffi cili...”.La voce s’incrina, e Susy deve fermarsi un momento per la commozione. Poi riprende.“Sono persone veramente speciali, non so come spiegarlo”.Abbiamo capito benissimo. Susy e Bortolo Pozzi come la metà di un’altra metà, e con Renato e Graziella vi siete proprio trovati…“Sì, è proprio così”.Perché ha fatto innamorare Gianbortolo Poz-zi?“Ci compensiamo. Lui ha bisogno di tranquillità, e io sono tranquilla. Capisco quand’è il momento di parlare e quando invece non lo è. Insomma, non rompo!”.

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20 L’AVVERSARIO Pescina

NEGRO un po’ il Miccolinella Valle del Giovenco

di Diego Stocchi Carnevali

UN GIRONE FAPESCINA-SPAL 0-3 (0-2)

PESCINA VDG (4-2-3-1): Bifulco; Birindelli, Blan-chard, Petitto, Locatelli; Giordano, De Angelis, Censori (66’ Rebecchi), Berra (46’ Bettini), Cesar (66’ Cruciani); Choutos. A disp.: Meo; Di Berardi-no, Piva, Bettega. All.: Cappellacci

SPAL (4-5-1): Capecchi; Bortel, Quintavalla, Mi-gliorini (78’ Licata), Zamboni, Ghetti, Schiavon, Cazzamalli (65’ Cabeccia), Cipriani, Centi, Braca-letti ( 74’ Marongiu). A disp.: Ioime; Lorenzi, Lau-renti, Antragene. All.: Dolcetti

Arbitro: Giuseppe Sguizzato di Verona.Marcatori: 11’ e 27’ Schiavon; 55’ BracalettiAmmoniti: Petitto (P).

E’ arrivato da poco dopo essere stato il miglior giovane della seconda divisione. Nato nel Torino ma originario di Lecce il Romario del Salento è il suo idolo e come lui preferisce fare assist e giocare da seconda punta“Mi piacerebbe un giorno indossare la magliagiallorossa magari proprio insieme con Fabrizioma per me già essere qui in mezzo a tutti questigiocatori esperti del Pescina è un gran risultato. Nonconosco i colleghi spallini ma non sarà facile batterci”

Maikol com’è cambiare campionato ma spo-starsi di appena dodici chilometri?“In effetti è strano pensare che qui vicino si allenano e giocano i compagni di cui ero ca-pitano fi no a due mesi fa. Non so spiegarmi nemmeno io come sono andate le cose perché è successo tutto molto in fretta. E’ arrivata la proposta della Valle del Giovenco e pratica-mente non ci ho pensato troppo su e ho accet-tato questa nuova sfi da. Tra i due campionati devo ancora capire bene la differenza che c’è anche se qui c’è molta più qualità”.A ventidue anni compiuti da poco puoi già con-tare ben tre campionati pieni sulle spalle da titolare, una stagione e mezza vissuta con la fascia da capitano e un bottino che sin qui con-ta la bellezza di venticinque reti in settanta gare tra professionisti e Nazionale.“Sì ma c’è stata anche tanta fortuna, senza quella si fa poca strada e non solo nel mon-do calcio. Sono arrivato al Celano a parame-tro zero dal Torino a diciotto anni e mi sono presentato come peggio non avrei potuto: ero in sovrappeso di dieci chili. Il perché? Beh la verità è che forse mi stavo lasciando andare. Mi sono sentito scaricato da una squadra im-portante sulla quale forse contavo anche per il futuro e come succede ad altri miei coetanei, magari anche più bravi di me, vivi un momento di appannamento personale, non sai più che fare e non vedi molte vie d’uscita. Per risalire la china bisogna anche toccare il fondo delle volte e a me è successo proprio questo. Poi ho incontrato mister Modica che nel giro di un anno è arrivato persino a premiarmi con la fa-scia da capitano. Una gioia immensa a ventuno anni”.E la tua vita è cambiata.“A lui devo tutto. Ha creduto in me proprio nel mio momento peggiore. Ho ritrovato il mio peso forma nel giro di quindici giorni di ritiro e per chi non lo sa non può immaginare come sono i ritiri di mister Modica: corsa, corsa, corsa e ancora corsa. A livello atletico vieni spremuto al massimo perché per il suo gioco iper offensivo devi essere bravissimo ad attac-care gli spazi per tutta la partita e nello stesso tempo devi essere ancora più bravo a tornare in difesa per coprire i vuoti lasciati dai tuoi compagni. Con lui si attaccava e si difendeva in undici per tutta la partita. Non posso dimen-ticare che il Celano riusciva a segnare quattro reti in venti minuti come ci è successo contro

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il Prato oppure a ribaltare, come è successo lì a Ferrara contro la Giacomense, un due a zero per poi arrivare a vincere addirittura la partita. Era una squadra spettacolare con un zemaniano convinto come lui alla guida di un gruppo di gio-vanissimi che avevano e hanno una serie infi nita di sogni da realizzare. Ci è mancata solo la con-tinuità e l’esperienza altrimenti l’avremmo vinto noi il campionato l’anno scorso”.L’esperienza con la maglia granata prima di approdare nella Marsica non è stata felicis-sima.“Sono arrivato a Torino all’età di quattro anni con la mia famiglia. Ci trasferimmo da Lecce. Con i granata sono rimasto fi no alla maggio-re età, ho giocato con ragazzi come Ogbonna o Schiattarella (che oggi gioca nell’Ancona) e Acquafresca (del Genoa) per citarne alcuni. Ho vissuto una bella esperienza quando siamo stati scelti per difendere i colori del Torino al Torneo di Viareggio ma purtroppo siamo usciti subito e alla fi ne, anche se è brutto da dire, non ho vinto nulla con quella maglia e non mi porto dietro ri-cordi straordinari. Comunque sono cresciuto lì e ho iniziato a prendere confi denza con il pallone con il Toro. Aldilà di tutto non è stata un’espe-rienza negativa”.Salentino doc e con un sogno nel cassetto: diventare come il tuo idolo Fabrizio Micco-li.“Magari! (ride). Il mio calciatore preferito, il mio mito è e rimarrà sempre Diego Armando Maradona ma il giocatore a cui più vorrei asso-migliare è proprio Miccoli. Siamo entrambi dei giganti di statura (uno e settanta circa), entram-bi numeri dieci, entrambi trequartisti o seconde punte che dir si voglia ed entrambi amiamo fare assist per i nostri compagni piuttosto di segnare: alla fi ne però i miei dieci gol all’anno li segno e quest’anno sono già arrivato a quota otto… man-ca poco e poi taglierò, spero, anche questo pic-colissimo traguardo. Il mio sogno? Sì un giorno vorrei avere l’opportunità di tornare a casa nella mia Lecce, giocare con i colori giallorossi e ma-gari giocare anche con Fabrizio visto che fi nora non ho mai avuto il piacere di incontrarlo”. Che impressione ti fa vedere il tuo “gemel-lo” Dionisi sfornare gol a grappoli a Saler-no?“Con Federico ho giocato due stagioni intere e insieme abbiamo segnato più di quaranta gol. E’ un ‘87, giovanissimo quindi, eppure è già un calciatore completo, maturo e con un fi uto del gol eccezionale, segna da ogni posizione e in qualunque modo. Quando è andato via da Cela-no quest’estate gli ho detto che la panchina in A gli sarebbe stata stretta. A Livorno evidentemen-te non lo hanno considerato pronto per questo triplice salto e non ha mai giocato. A gennaio invece da quando è arrivato alla Salernitana ha segnato sei gol in sette partite!”.L’esperienza nella Nazionale di Lega Pro e il titolo di miglior giovane di Seconda divi-sione della prima parte di questo campiona-to come le hai vissute?“Contentissimo e ovviamente ringrazio tutti quelli che mi seguono e credono in me, davvero. Con Veneri in Nazionale ho giocato tutte le parti-te l’anno scorso e ho anche segnato due reti con l’Ungheria. E’ scontato dirlo ma io mi emoziono

IL CAMMINO DEL PESCINA VdG1a giornata: Pescina VdG-Cavese 0-0; 2a giornata: Cosenza-Pescina VdG 1-1 (Piva); 3a giornata: Pesci-na VdG-Portogruaro 0-1; 4a giornata: Pescara-Pesci-na VdG 1-0; 5a giornata: Pescina VdG-Rimini 2-0 (De Angelis e aut. di Catacchini); 6a giornata: Marciani-se-Pescina VdG 0-2 (Ferraresi e Choutos); 7a giorna-ta: Pescina VdG-Taranto 0-2; 8a giornata: Ternana-Pescina VdG 0-2 (Bettini e Locatelli); 9a giornata: Pescina VdG-Lanciano 1-1 (Rebecchi); 10a gior-nata: Verona-Pescina 5-1 (Censori); 11a giornata: Pescina-Spal 0-3; 12a giornata: Ravenna-Pescina 3-1 (Bettini); 13a giornata: Pescina-Foggia 2-0 (Chou-tos e Berra); 14a giornata: Giulianova-Pescina 0-0; 15a giornata: Pescina-Andria 1-1 (Choutos su rig.); 16a giornata: Reggiana-Pescina 2-0; 17a giornata: Pescina-Potenza 3-2 (Rebecchi, Cesar su rig. e Rebec-chi); 18a giornata: Cavese-Pescina 2-1 (Cipolla); 19a giornata: Pescina-Cosenza 1-3 (Cesar su rig.); 20a giornata: Portogruaro-Pescina 0-0; 21a giornata: Pescina-Pescara 0-2; 22a giornata: Rimini-Pescina 3-1 (Dall’Acqua); 23a giornata: Pescina-Marcianise 3-3 (Capparella, Capparella su rig. e Dall’Acqua); 24a giornata: Taranto-Pescina 2-0; 25a giornata: Pescina-Ternana 3-0 (Bettini, Capparella, Negro); 26a giornata: Lanciano-Pescina 1-1 (Cipolla); 27a giornata: Pescina-Verona 1-1 (Locatelli).

sempre quando indosso la maglia azzurra”.Del Pescina cosa ci puoi dire?“Sono qui da qualche settimana e faccio fatica a capire il motivo per cui ci troviamo in queste condizioni di classifi ca. Non ci appartiene questa posizione. Ho trovato un bel gruppo con gioca-tori di esperienza internazionale come Birindelli e Cesar, il capitano De Angelis vanta presenze su presenze in B idem lo stesso Molinari, poi Capparella che è appena arrivato come me e poi gli attaccanti Cipolla e Bettini. Ho ritrovato Cac-cavallo e Morgante che erano con me a Celano. Credo che le carte in regola per poterci rialzare ci siano tutte, abbiamo bisogno solo di un po’ di fortuna. Un paio di risultati utili consecutivi potrebbero permetterci di vedere le cose sotto un’altra luce, non dobbiamo mollare per nessu-na ragione al mondo, la classifi ca è corta in coda come in testa e può ancora succedere di tutto”.Dopo il turno di squalifi ca torni disponibile proprio per la gara contro la Spal.“Ammetto di non conoscere la Spal e nemmeno i suoi giocatori. Ma non conosco nemmeno le al-tre squadre del girone, sono giustifi cato? (ride). Non so se mister Cappellacci mi impiegherà su-bito o entrerò a gara in corso, è un allenatore molto preparato su questo non ci sono dubbi e in queste poche settimane di conoscenza e di lavoro mi trovo bene e percepisco la sua profes-sionalità e la grande dedizione a questo mestie-re. Arriveremo senza Birindelli e De Angelis che dovranno scontare diverse giornate di squalifi ca dopo le sanzioni seguite al derby di Lanciano ma non per questo vi troverete di fronte una squa-dra arrendevole. Anzi. Saremo ancora più moti-vati a fare bene e non sarà facile batterci”.

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Parte come sempre dalla A il nostro viaggio tra le prestazioni degli ex-giocatori spallini attraversoi voti della Gazzetta dello Sport. La Sampdoria di Del Neri batte 2-1 la Lazio ma il voto al mister è 5.5; pari 1-1 a Bologna e voto 6. Allegri vede il suo Cagliari rallentare (2-2 interno col Catania e voto 6) e sconfi tta 5-3 col Genoa: voto 5. Due sconfi tte per il Chievo di Pellissier: nell’1-0 rimediato a Bari 5.5; 5 nella sconfi tta col Milan. Squizzi sempre in panchina. Nell’Atalanta 6.5 a Manfredini nello 0-0 con l’Udinese; tra i pochi che si salvano (voto 6) nella sconfi tta1-0 a Parma.In serie B nell’Ancona che perde 2-1 a Modena, 6.5 con rete per Colacone che bissa nella vittoria 2-1 sul Torino: voto 7. La Salernitana perde 4-2 ad Ascoli: assente Soligo. Torna nel match successivo: 6.5 nello 0-0 col Cesena. Continua il periodo ricco di successi del Cittadella di Pierobon: 2-1 sull’Empoli e 6 al portiere; vittoria 1-5 a Lecce e altro 6. Salvetti assente nella gara del Sassuolo con l’Ascoli. 5 a Cacia nello 0-0 della sua Reggina a Piacenza; assente nella successiva sconfi tta interna col Modena. A proposito: nel 2-1 all’Ancona il primo gol è di Bruno: voto 6.5. 6 è il voto di Cortellini. Nella vittoria dei canarini 0-1 a Reggio Calabria, 7 a Diagouraga e 6 a Bruno. Il Torino batte 3-1 il Frosinone ma, tra i piemontesi, Arma è in panchina anche nella sconfi tta 2-1 ad Ancona. Il Grosseto vince 2-3 a Brescia: voto 6.5 a Consonni tra i toscani. Il Crotone perde 0-3 in casa con l’Albinoleffe: 6 a Ginestra tra i calabresi; 5.5 nella sconfi tta 2-0 a Padova. Centi (Gallipoli) in panchina nella sconfi tta interna col Padova; entra e gioca l’ultimo quarto d’ora (senza voto) nel 2-2 ad Empoli.In Prima Divisione, il Viareggio di Rossi perde 4-2 a Foligno: 5.5 al mister. Nel turno successivo Rossi (5.5) perde il derby tra ex-allenatori spallini con Buglio (7): la sua Alessandria si impone 0-2 in Toscana. In campo è assente Artico che invece era presente (voto 5) nella precedente vittoria 2-1 sul Lecco. Agodirin assente nei match del Como. Nel girone B 6 a Cunico (Portogruaro) nello 0-0 con l’Andria e 6 con sostituzione nella ripresa nella vittoria 1-2 a Cava. La Reggiana vince 1-2 a Verona: secondo tempo in campo per Temelin, voto 5.5. 5 nella sconfi tta 2-1 a Foggia. Berrettoni (Verona) prende 6 nella sconfi tta con la Reggiana e 6.5 nel pareggio a Pescina per 1-1. Assente Selva. Due 1-1 per il Rimini di Melotti, voto 6 nel pari esterno a Marcianise; 6.5 in quello con la Ternana. Fonjock non in campo nei match del Ravenna. Roselli e La Canna in panchina nel Cosenza nella sconfi tta 0-2 col Potenza. 6 a Roselli e 5 a La Canna con espulsione nel fi nale per quest’ultimo in Marcianise-Cosenza 1-1.In Seconda Divisione nel girone A Moro assente dal campo nei match dello Spezia. 6.5 per Bisso (Legnano) nell’1-1 di Pavia; 5 nella sconfi tta 0-1 contro l’Alghero. Nel girone B la Lucchese di Chadi perde 2-3 contro la Pro Vasto (5 al centrocampista); poi vince 0-1 contro la Colligiana (voto 6). Sei a Rivaldo nella sconfi tta 1-0 contro la Nocerina; 6.5 il voto nel 4-1 interno rifi lato alla Sacilese. Voto 7.5 a La Grotteria in Bassano-Itala San Marco 1-1; 6.5 nella vittoria dei veneti a Nocera. Due vittorie per il San Marino di Cazzamalli sempre in campo: 6 nello 0-3 alla Sangiustese; 6.5 nel 3-1 al Bellaria. Due vittorie per la Giacomense di Giorgi: 6 nello 0-1 a Celano; 6.5 nell’1-0 sulla Sangiustese. Nel girone C il Cassino di Bracaletti espugna 1-2 Gela, voto 6 al centrocampista; 6.5 nella vittoria 2-1 sull’Igea. Vola la Cisco Roma di Franchini: 2-4 a Manfredonia e voto 7 all’ala con una rete e 3-0 alla Normanna, voto 7. Ottimo periodo per Agostinelli (Gela): nelle ultime due partite va a segno nella sconfi tta 1-2 contro il Cassino (entrato a metà ripresa: voto 6.5); poi, sempre subentrando, segna una doppietta che fi ssa sul 2-2 il punteggio di Melfi -Gela (voto 7). Le due reti di Agostinelli le ha incassate Careri: voto 5.5. Nel precedente 1-1 tra Igea e Melfi , 6 al portiere. Tra i pali del Gela Nordi prende 5.5 nella sconfi tta 1-2 contro il Cassino e 5.5 nel 2-2 col Melfi .

Nel “derby” tra allenatori spalliniBuglio trionfa a casa sua con Rossi

di Andrea Tebaldi

C’ERA UNA VOLTA L’EX

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UN GIRONE FAPORTOGRUARO-SPAL 2-1 (0-0)

SPAL (4-5-1): Capecchi; Bortel, Zamboni, Ghetti, Quintavalla (dal 31’ st Licata); Schiavon, Centi (dal 22’ st Marongiu), Migliorini, Cazzamalli (dal 13’ st Bazzani), Bracaletti; Cipriani. A disp.: Ioime, Lo-renzi, Bedin, Laurenti. All.: Dolcetti.

PORTOGRUARO (4-3-2-1): Rossi; D’Alterio, Spec-chia, Madaschi, Gotti; Scozzarella, Vicente, Puccio; Cunico (dal 38’ st Pondaco), Scapuzzi (dal 25’ st Bocalon); Altinier. A disp.: Nardoni, Bianchi, San-tandrea, Migliozzi, Grandin. All.: Calori.

Arbitro: Gambini di Roma 1.Marcatori: 11’ st Altinier (P), 25’ st Marongiu (S), 43’ st Bazzani (S) .Ammoniti: Scozzarella (P), Cazzamalli (S), Vicen-te (P), Schiavon (S), Madaschi (P), Specchia (P), Zamboni (S), Bazzani (S).

IL CAMMINO DEL PORTOGRUARO1a giornata: Portogruaro-Ravenna 0-1; 2a giornata: Real Marcianise-Portogruaro 1-2 (Altinier e Marchi); 3a giornata: Pescina VdG-Portogruaro 0-1 (Espinal); 4a giornata: Portogruaro-Reggiana 2-1 (Altinier e Cu-nico); 5a giornata: Lanciano-Portogruaro 0-2 (Marchi e Bocalon); 6a giornata: Portogruaro-Giulianova 2-0 (Bocalon e Cunico); 7a giornata: Rimini-Portogruaro 2-3 (Bocalon, Marchi e Scozzarella); 8a giorna-ta: Portogruaro-Pescara 2-2 (Marchi e Altinier); 9a giornata: Andria-Portogruaro 1-0; 10a giornata: Portogruaro-Cavese 0-0; 11a giornata: Portogruaro-Ternana 1-2 (Altinier); 12a giornata: Spal-Portogruaro 2-1 (Altinier); 13a giornata: Portogruaro-Taranto 1-0 (Altinier); 14a giornata: Foggia-Portogruaro 2-1 (Cu-nico); 15a giornata: Portogruaro-Potenza 1-0 (Scoz-zarella); 16a giornata: Cosenza-Portogruaro 3-2 (Pinzan aut. e Altinier); 17a giornata: Portogruaro-Verona 0-0; 18a giornata: Ravenna-Portogruaro 1-1 (Altinier); 19a giornata: Portogruaro-Marcianise 0-0; 20a giornata: Portogruaro-Pescina 0-0; 21a giornata: Reggiana-Portogruaro 0-1 (Altinier); 22a giornata: Portogruaro-Lanciano 1-1 (Altinier); 23a giornata: Giulianova-Portogruaro 2-1 (Cunico); 24a giornata: Portogruaro-Rimini 2-1 (Cunico su rig. e Altinier); 25a giornata: Pescara-Portogruaro 0-1 (Marchi); 26a gior-nata: Portogruaro-Andria 0-0; 27a giornata: Cavese-Portogruaro 1-2 (Altinier e Marchi).

Il PORTO“maledetto”

mente complicata con il problema stadio che potrebbe di punto in bianco diventare reale. Tanto di cappello, comunque, a chi ha saputo costruire una formazione vincente pur aven-do a disposizione un budget minimo e con il chiaro obbiettivo iniziale di salvarsi e far crescere i tanti giovani di belle speranze che hanno scelto questa piccola ma orgogliosa re-altà per mettersi in mostra. Per ora tutti gli obbiettivi sono stati centrati. Ne manca uno. Il meno atteso forse. Ma il più affascinante e incredibile.

Per l’ottava volta Spal e Portogruaro si ritro-veranno di fronte nella loro storia, la quarta al Mecchia dove i ricordi positivi di parte fer-rarese sono fermi al 7 ottobre 2007 quando i biancoazzurri hanno colto il sin qui unico ri-sultato positivo (ics) in terra veneta (!). Per il resto solo dolori: al maledetto e incredibile playoff perso l’anno successivo si va a som-mare anche il capitombolo imprevisto del marzo passato quando fu la squadra di Cuni-co a conclamare di fatto la crisi della squadra di Dolcetti. Insomma Portogruaro è un tabù da sfatare. Si tratta di una formazione impre-vedibile. Capace di pareggiare contro l’ultima (Marcianise o Andria) o di perdere con le pericolanti (vedi Giulianova) e poi di trasfor-marsi e andare a vincere a Reggio Emilia o di fermare la corazzata Verona. Indecifrabile insomma sin qui la stagione della squadra di mister Calori, che ha un’età media giovanissi-ma e probabilmente anche per questo motivo è così umorale sul campo. C’è però da consi-derare un fatto: questa squadra ha il tridente più forte del torneo con Marchi, Altinier e Bo-calon che vengono ruotati alla perfezione dal mister granata e a loro volta sono lanciati a rete dall’ex di turno Cunico. Ma i veneti non hanno il loro punto di forza solo nell’attacco, anzi. Il centrocampo è solido e ha nel giova-ne Scozzarella un elemento di grande qualità. L’ex prodotto del vivaio atalantino è dotato di un ottimo tiro dalla media distanza e an-che nella gara d’andata ha fatto la differenza costringendo la zona sinistra della Spal a un notevole sforzo in fase di copertura. In dife-sa è tornato titolare l’altro ex seriano Cardin alla numero due dopo la cessione al Pescara di D’Alterio mentre Siniscalchi e Madaschi (con l’altro ex Gardella pronto a subentrare) rappresentano una delle coppie centrali più forti di tutto il torneo. In Veneto ci credono, ci mancherebbe altro, in fondo la continuità non è mai mancata alla squadra ed è proprio questa che potrebbe fare la differenza sulle dirette concorrenti. Anche il calendario di qui alla fi ne non sembra impossibile e proprio al Mecchia la squadra di Calori ha la concreta opportunità di chiudere anzitempo la prati-ca e pensare con calma agli spareggi di fi ne primavera. La serie B è ipotesi suggestiva, affascinante ma al tempo stesso incredibil-

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In quattro partite giocate al Mecchia solo un pari per i ferraresi. Poi quei playoff…Grazie a Calori e a una banda di giovanipromettenti i granata sono la rivelazionedella stagione. Occhio a un attacco superguidato da bomber Altinier e sorretto dall’exCunico. In mezzo la classe di Scozzarella

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23LA TRASFERTA 2Virtus Lanciano

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Il Lanciano ci crede. Vuole i playoff ad ogni co-sto e il mercato invernale è stato improntato per raggiungere questo obbiettivo. Le avversarie sono tante e agguerrite e alla fi ne la differen-za potrebbero farla gli scontri diretti. Soltanto nell’ultimo mercato sono arrivati l’eclettico esterno Aquilanti dalla Pro Patria, ottimo sia in difensiva sulla corsia di destra che a centrocam-po come interno e in attacco dal Cesena non ha bisogno di presentazioni l’ottimo Sinigaglia, già alla corte di Notaristefano a Novara la scorsa stagione. Il sodalizio frentano è riuscito a tratte-nere la fantasia al potere dell’ala Sansone (desti-nato a palcoscenici di ben altra caratura e di cui il Siena è proprietario del cartellino) e ha trovato nel suo dirimpettaio Turchi sulla fascia opposta una delle più belle sorprese di questo campiona-to. Detto di Sinigaglia, l’attacco può comunque contare anche su Colussi e Improta (giustiziere della Spal all’andata dagli undici metri) e sull’ex cannoniere della Lucchese Masini, da un paio di stagioni a dire il vero abbastanza sottotono ma non per questo motivo da sottovalutare e da prendere sempre con le molle. Da sottolineare che i rossoneri di Pagliari detengono il non in-vidiabile record di peggiore difesa interna con ben diciannove reti subite. Come già accennato la sfi da d’andata fu decisa da un calcio di rigore

All’andata la sconfi tta è costatala panchina a Dolcetti. E in tre precedenti la Spal ha sempre perso. Per invertire la tradizionenegativa bisognerà stare attential bomber Sinigagliagià protagonista nel Lumezzanedi Pozzi, all’esterno Aquilantia una difesa molto esperta e alla regia di Sacilotto

LANCIANOla bestia nera

fi schiato a favore dei frentani e trasformato da Improta causato da un intervento goffo di Bedin in fase di ripiegamento dopo un contropiede im-postato, manco a dirlo, dal solito e funambolico Sansone. Squadra veloce, fi sica con un reparto difensivo esperto (dal portiere Chiodini ai difen-sori Vastola, Moi, Antonioli e Oshadogan) che può fare affi damento su di un centrocampo fatto di corridori esterni e di buoni geometri in mezzo (con Di Cecco che non sta particolarmente bril-lando una nota di merito va data anche all’ap-porto che spesso arriva dalla panchina del jolly Amenta) a cui va sommata l’ottima regia dell’ex cesenate Sacilotto. In tutto e per tutto è una gara insidiosa. Va aggiunto che questo avversario non può non rimanere impresso nella memoria della recente storia della Spal e dell’attuale dirigenza oltre che dei tifosi spallini per essere costato un girone fa la panchina ad Aldo Dolcetti. Il Lancia-no nella sua storia ha tra l’altro sempre battuto la Spal nei tre precedenti sin qui disputati. Spe-riamo che sia il momento giusto per invertire la rotta. (DSC)

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IN VIAGGIO CON LA SPALLa prossima trasferta

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UN GIRONE FASPAL-VIRTUS LANCIANO 0-1 (0-1)

SPAL (4-1-4-1): Capecchi; Bortel, Ghetti, Lorenzi, Quintavalla; Bedin (dal 33’ st Cazzamalli); Maron-giu, Schiavon, Centi (dal 1’ st Bazzani), Bracaletti (dal 21’ st Rossi); Cipriani. A disp.: Ioime, Cabec-cia, Licata, Laurenti. All.: Dolcetti.LANCIANO (4-4-2): Chiodini; Vastola, Moi, Anto-nioli, Mammarella (dal 36’ st Colombaretti); Tur-chi (dal 46’ st Zeytulaev), Amenta, Sacilotto, San-sone; Masini, Improta (dal 36’ st Coppini). A disp.: Aridità, Perfetti, Marfi si, Morante. All.: Pagliari.Arbitro: De Benedictis di Bari. Assistenti: Schem-bri e Regazzo.Marcatori: 28’ pt Improta (L) su rig. Ammoniti: Bedin (S), Bracaletti (S), Quintavalla (S), Marongiu (S), Sansone (L), Amenta (L), Saci-lotto (L) e Schiavon (S).

IL CAMMINO DEL LANCIANO

1a giornata: Reggiana-Lanciano 0-1 (Oshadogan); 2a giornata: Lanciano-H.Verona 0-3; 3a giornata: Lanciano-Pescara 2-2 (Sacilotto e Vastola); 4a gior-nata: Foggia-Lanciano 0-0; 5a giornata: Lanciano-Portogruaro 0-2; 6a giornata: Cosenza-Lanciano 0-0; 7a giornata: Giulianova-Lanciano 2-2 (Turchi e Colussi); 8a giornata: Lanciano-Potenza 1-0 (Improta su rig.); 9a giornata: Pescina-Lanciano 1-1 (Sansone); 10a giornata: Lanciano-Andria 2-2 (Morante e Improta su rig.); 11a giornata: Marcia-nise-Lanciano 2-2 (Turchi e Sansone); 12a giornata: Lanciano-Ternana 0-2; 13a giornata: Spal-Lanciano 0-1 (Improta su rig.); 14a giornata: Lanciano-Taran-to 1-1 (Turchi); 15a giornata: Rimini-Lanciano 0-0; 16a giornata: Lanciano-Ravenna 1-0 (Masini); 17a giornata: Cavese-Lanciano 0-2 (Sansone e Improta su rig.); 18a giornata: Lanciano-Reggiana 1-5 (Ma-sini); 19a giornata: Verona-Lanciano 2-2 (Amenta e Improta); 20a giornata: Pescara-Lanciano 0-0; 21a giornata: Lanciano-Foggia 0-0; 22a giornata: Portogruaro-Lanciano 1-1 (Sansone); 23a giorna-ta: Lanciano-Cosenza 0-1; 24a giornata: Lanciano-Giulianova 2-0 (Colussi e Sansone su rig.); 25a giornata: Potenza-Lanciano 0-2 (Amenta e Masini); 26a giornata: Lanciano-Pescina 1-1 (Sinigaglia su rig.); 27a giornata: Andria-Lanciano 2-0.

LA ROSA DEL LANCIANO

Portieri: Aridità, ChiodiniDifensori: Antonioli, Aquilanti, Bolic, Colombaret-ti, Coppini, Mammarella, Oshadogan, VastolaCentrocampisti: Amenta, Di Cecco, Perfetti, Saci-lotto, Sansone, Turchi, ZeytulaevAttaccanti: Colussi, Improta, Mainella, Masini, Pa-gliarini, Romano, Sinigaglia

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4GIORDANO

11CAPPARELLA

3POM

PONI(Locatelli)

8FERRARESU

10NEGRO

9BETTINI

Allenatore: NOTARISTEFANO. A disp.: Ioime, Lorenzi, Licata, Rossi, Schiavon (Migliorini), Pedruzzi (Lauren-ti), Marongiu.

Allenatore: CAPPELLACCI. A disp.: Merletti, Di Bel-la, Suriano, Cesar (Pomponi), Bettega, Dall’Acqua, Cipolla.

SQUALIFICATI: Birindelli e De Angelis (Pescina VdG), Cipriani (Spal).DIFFIDATI: Bortel, Bedin, Marongiu, Migliorini e Quintavalla (Spal); Petitto (Pescina VdG).

H.VERONA 47PORTOGRUARO 44PESCARA 42REGGIANA 41TERNANA 40COSENZA 39TARANTO 38RAVENNA 37RIMINI 36

V.LANCIANO 35SPAL 34CAVESE 33ANDRIA BAT 33GIULIANOVA 28FOGGIA *28R.MARCIANISE *27PESCINA VdG 27POTENZA 26

CLASSIFICA

PROSSIMO TURNO3 APRILE 2010

CAVESE - TARANTO GIULIANOVA - ANDRIA MARCIANISE - VERONA PESCARA - COSENZA PESCINA - RAVENNA POTENZA - REGGIANA PORTOGRUARO - SPAL RIMINI - FOGGIA TERNANA - LANCIANO

FERRARA

OGGI21 MARZO 2010

COSENZA - CAVESE FOGGIA - POTENZA LANCIANO - MARCIANISE RAVENNA - RIMINI REGGIANA - ANDRIA SPAL - PESCINA TARANTO - PESCARA TERNANA - PORTOGRUARO VERONA - GIULIANOVA

* 1 punto di penalizzazione

PROSSIMO TURNO11 APRILE 2010

ANDRIA - MARCIANISE COSENZA - RIMINI FOGGIA - PESCINA LANCIANO - SPAL POTENZA - CAVESE RAVENNA - TERNANA REGGIANA - GIULIANOVA TARANTO - PORTOGRUARO VERONA - PESCARA