L'italia del Recupero 2009

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Decimo rapporto sull'Italia del Recupero

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SOMMARIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

PREMESSA 7

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Sintesi 13La produzione dei rifiuti in Italia 24La gestione dei rifiuti urbani 32La rete dei recuperatori e dei riciclatori 42Recupero e riciclaggio dei rifiuti e mercato delle materie prime secondarie 61Elenco delle aziende che hanno partecipato all’indagine FISE UNIREsulle piattaforme di recupero 80

CARTA 89Introduzione 90Produzione e consumo di carta e cartone 94La raccolta della carta da macero 95Il riciclo 98Import / Export 99Il mercato del macero 103

VETRO 106Produzione e riciclaggio 107Aspetti qualitativi della raccolta e del recupero del vetro 108

PLASTICA 113Introduzione 114Il riciclo delle materie plastiche in Italia 116Il riciclo degli imballaggi plastici 118Il processo di liberalizzazione del mercato 120Altre iniziative ASSORIMAP 121

ACCIAIO 124Introduzione 125Il mercato dell’acciaio 126Scenario internazionale 136Scenario nazionale 141

ALLUMINIO 155Introduzione 156Risultati e obiettivi conseguiti 159Attività di sviluppo e raccolta 160

IMBALLAGGI

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

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EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Diffusione della raccolta e dati quantitativi 160Copertura territoriale 162Modalità operative 171Piattaforme di trattamento e conferimento 173Riciclo 175Obiettivi futuri 184

LEGNO 186Introduzione 187Il consorzio Rilegno 188La situazione 2008 188Comuni e raccolta differenziata 189Gli interventi di Rilegno 190Il recupero del legno in Italia 191

GOMMA 192Introduzione 193Europa e Italia: tra stabilità e recesso 195Il futuro degli “acquisti verdi” 200PFU e acquisti verdi: panoramica dei principali prodottiche possono essere realizzati con la gomma riciclata 202Censimento di settore 2008 205Elenco aziende che hanno partecipatoal censimento ARGO 2008 208

BATTERIE 210Introduzione 211Il consorzio COBAT 213Attività e servizi 218La raccolta delle batterie esauste 220Accordi specifici 223Gestione della raccolta: i raccoglitori incaricati 229Gestione della raccolta: i raccoglitori verificati 230Indicatori della raccolta 231Altre attività di rilevanza ambientale 232Il trasporto 233Il riciclo 234Indicatori del riciclo 240Confronto tra sistemi internazionali 244L’impegno del COBAT nella ricerca 246Strumenti di incentivazione e controllo 248

ALTRI MATERIALI PRODOTTI

SOMMARIO

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SOMMARIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

VEICOLI FUORI USO 250Introduzione 251Premessa metodologica 252Messa in sicurezza 254Promozione del riciclaggio 257Reimpiego 259Recupero 261Materiali prodotti 263Dati MUD 2009 265Messa in sicurezza anni 2006-2008 266Riciclaggio anni 2006-2008 268Reimpiego anni 2006-2008 271Recupero anni 2006-2008 272Materiali prodotti nell’anno 2008 273Performance anni 2006-2008 274

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE 275Introduzione 276Il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche 279La raccolta dei RAEE domestici 285Criticità del sistema e prime ipotesi di soluzione 288L’accreditamento degli impianti di trattamento dei RAEE:la messa a regime dell’accordo 291Indagine sugli impianti di trattamento dei RAEE:analisi su un campione FISE UNIRE 293Elenco delle aziende RAEE che hanno partecipato all’indagine 2008 302

ABITI USATI 304Introduzione 305Il quadro normativo 306La produzione nazionale di abiti dismessi di origine urbana 307I soggetti coinvolti nella raccolta 307Il ciclo di recupero degli indumenti usati 308Effetti ambientali del settore raccolta e riciclaggio 308Vantaggi sociali 308Produzione nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate 309Le province dove è presente CONAU 311

RIFIUTI INERTI 312Introduzione 313Premessa metodologica 317La produzione di aggregati riciclati in Italia 320Le caratteristiche degli impianti ANPAR 328Conclusioni 331

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PREMESSA

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PREMESSAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Quest’anno ”L’Italia del Recupero” compie 10 anni. La presente edizione,realizzata da FISE UNIRE e dalle Associazioni e Consorzi aderenti al progetto,risulta ancora più ricca e completa delle precedenti. Accanto ai tradizionalisettori, rappresentati da carta, plastica, acciaio, vetro, legno, alluminio, e aiprodotti per così dire “emergenti” ottenuti dal recupero dei rifiuti, quali ilgranulato di gomma e gli aggregati riciclati, viene illustrato come e quanto sirecuperano prodotti a fine vita potenzialmente pericolosi per l’ambiente a causadelle sostanze in essi contenute, quali batterie esauste, veicoli fuori uso,apparecchiature elettriche ed elettroniche. Inoltre, una “new entry” èrappresentata dal settore degli “abiti ed accessori usati”, la cui raccolta si staespandendo sempre più sul territorio nazionale.

I vari capitoli “settoriali” sono preceduti da una disamina, a livello generale, dellaproduzione dei rifiuti nel nostro Paese, per settore produttivo, dei principalicanali di gestione, sia pubblici che privati, delle quantità dei materiali riciclatiutilizzati nei vari comparti dell’economia nazionale, e di come i mercati di talimateriali abbiano reagito ai recenti sommovimenti dell’economia. Completal’analisi una specifica indagine sulle piattaforme di recupero condotta da FISEUNIRE su un campione selezionato di aziende, che mostra alcuni elementisignificativi utili alla comprensione dell’andamento del settore.

Dall’analisi della mole dei dati riportati in questo decimo Rapporto, l’industria delrecupero appare come un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio,fondamentale per molti settori produttivi del Paese e nel quale gli operatoriprivati svolgono un ruolo determinante.

Grazie al positivo andamento della domanda interna ed estera di materialirecuperati, e al progressivo ampliamento delle raccolte differenziate nazionali,questo settore ha potuto negli anni svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi postinelle classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.

Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati delle materie prime haavuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando ilimiti dell’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo edi raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica delle esportazioni(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.

In questo momento storico, anche nel mondo ambientale si respira aria dirinnovamento, tipica di ogni momento di crisi o post-crisi, voglia di capire perchéle regole del gioco hanno fallito e da lì ricominciare su nuove basi. La direttivaquadro sui rifiuti in questo sembra aver precorso e anticipato l’unica soluzionepossibile alla crisi globale che ha investito la finanza e l’economia, ovveroriconvertire in senso ecologico il sistema economico, rilanciando lo sviluppo macon meno spreco di energia e risorse naturali.

Più efficienza nell’uso delle risorse, dunque, più occupazione, più investimenti intecnologie pulite, insieme ad una seria politica di prevenzione (sulla qualetuttavia la direttiva non pone l’enfasi sperata dagli europarlamentari). L’accentocade, in modo naturale, sul recupero: gli obiettivi sono ambiziosi, anche se

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PREMESSAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

lontani (al 2020), ed un serio impegno per il loro raggiungimento presuppone,già da questo momento, un’attenta programmazione delle politiche da adottaree delle azioni da intraprendere. La raccolta (una raccolta differenziata di qualità)rappresenta il presupposto, anche se non l’obiettivo principe, di una sanagestione dei rifiuti, che va rifocalizzata innanzitutto sul “risultato”, ovvero sullacapacità dei materiali ottenuti dai rifiuti di essere riassorbiti dallo stesso o da altricicli produttivi, in una parola, sulla capacità di “stare sul mercato”.

Il mercato, insieme alla capacità dello stesso di fungere da “regolatore” dellosviluppo, è al centro di quasi ogni dibattito sulla congiuntura attuale e sulleprospettive future. La crisi ha mostrato a tutti una verità semplice e fondamentale,ovvero che anche settori come l’industria del recupero, che hanno visto unacrescita costante negli anni a ritmi addirittura più elevati del PIL, potrebbero nonfarcela di fronte a strozzature prolungate della domanda di materiali: a cascata,anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi. Qualora tale situazionedovesse perdurare, se si dovesse ridurre ulteriormente la richiesta di materialidall’estero, nonché la domanda interna da parte dei comparti industriali (lecartiere, le vetrerie, le acciaierie, l’industria del legno…), la differenziatarischierebbe di rimanere sui piazzali, di finire addirittura in discarica. È pur vero chealcuni comparti del recupero, come quello cartario, hanno “retto” nonostante lacrisi, ma ciò è avvenuto (ancora una volta) anche grazie alla Cina, che da solarappresenta ormai circa la metà del macero esportato dall’Italia.

I Consorzi, in tale contesto, dovrebbero svolgere una funzione sussidiariarispetto al mercato. Da un’analisi del ruolo da essi sviluppato negli anni, lo stessova giudicato in modo complessivamente positivo, in quanto ha contribuito aportare la raccolta dove non c’era e ad ammortizzare le oscillazioni troppo fortidel mercato. Ma è proprio in contesti di crisi come l’attuale che emerge in tuttachiarezza quello che è il limite strutturale di tali organismi, rappresentato da duefatti incontrovertibili. Primo, i Consorzi imballaggi ad ora rappresentanostrutturalmente (cioè, per loro stessa composizione, nonostante la normadisponga diversamente) solo, o in sostanza, gli interessi dei produttori di materieprime. Secondo, in un Paese caratterizzato dalla cronica dipendenza dall’esteroper quanto riguarda il fabbisogno delle medesime materie prime, l’azione deglistessi Consorzi, soprattutto in un momento di difficoltà economica di intericomparti produttivi, non può che essere tanto più rivolta a garantire ai propri“azionisti” condizioni di approvvigionamento favorevoli delle materie primesecondarie, in considerazione della valenza sostitutiva dalle stesse rappresentata,in particolare nelle filiere di tipo “chiuso”. Nelle filiere “aperte”, invece, dove lemps si pongono in diretta concorrenza con le materie prime vergini, l’interessedei produttori del vergine sarà piuttosto, e ovviamente, quello di mantenerecompetitivi i propri prodotti.

Se tutto ciò è comprensibile, ripeto, soprattutto in un momento di crisi, michiedo come tuttavia si concili, ad esempio, con le esigenze ambientali, e con leregole di trasparenza, equità e concorrenza imposte dall’ordinamento giuridiconazionale e/o europeo (sia per quanto riguarda le procedure di assegnazione deimateriali, sia per quanto riguarda la composizione ed il funzionamento degliorgani interni, ecc.).

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C’è una norma, in particolare, posta dal legislatore a tutela dell’”equilibrio” delsistema imballaggi nel suo complesso, che è stata dai Consorzi apertamentedisattesa, occultandosi dietro i più vari appigli e cavilli giuridici: l’art. 223 delTesto unico ambientale prevede che nei CdA dei Consorzi i componenti espressidai recuperatori e riciclatori debba essere uguale a quello dei produttori dimaterie prime. Più di così, verrebbe da dire…

Inutile ricordare ciò che al riguardo ha giustamente sottolineato l’Antitrust, ecioè che “una migliore rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quellidei recuperatori/riciclatori) può costituire una soluzione incentivante modalitàorganizzative più efficienti, eque e al contempo espressione di dinamichegenuinamente concorrenziali”.

Certo, il percorso verso una maggiore trasparenza e liberalizzazione non può cheessere graduale, riguardare tutto il territorio nazionale, usando specificaattenzione a quelle situazioni locali dove la raccolta differenziata stenta adaffermarsi, o dove vi è scarsità di impianti di recupero.

Una delle linee guida della politica dei Consorzi (non solo quelli relativi agliimballaggi) dovrebbe essere quella di promuovere un riciclo che assicuri ilrispetto di standard ambientali elevati, evitando quindi, ad esempio, che i rifiutivengano riciclati all’estero in impianti che non offrono le stesse garanzie dalpunto di vista ecologico e della sicurezza dei lavoratori, o ancora che, dopo laraccolta, i rifiuti finiscano in piattaforme che non assicurano requisiti adeguati daun punto di vista oggettivo. Un altro obiettivo fondamentale è quello disviluppare la qualità delle raccolte e dei materiali recuperati in un contesto disostenibilità per tutta la filiera: a questo riguardo, appare chiaro come lapresenza dei recuperatori sarebbe stata fondamentale al tavolo della definizionedell’Accordo ANCI-CONAI e dei relativi allegati tecnici, per poter individuaredelle soluzioni che tenessero in evidenza, fin dall’inizio, tutte le esigenze.

Regole più rigorose ed oggettive, quindi, a garanzia di un riciclo di qualità, neiconfronti di tutti gli operatori, sia pubblici che privati, in modo da attivare unsistema virtuoso ed efficiente, anche dal punto di vista dei costi: sembra unaricetta da libro dei sogni, ma è l’unica possibile, non fosse altro perché l’Italianon è un sistema “chiuso”, e situazioni di monopolio o di protezione diparticolari interessi (che, quantunque legittimi, rimangono interessi di alcuni enon di tutti) non potranno essere a lungo tollerate dall’Europa e neanche da chi,le direttive europee, le deve applicare.

Si avverte in particolare l’esigenza di delimitare in modo più definito l’ambitodell’intervento pubblico nel mercato in oggetto, sia attraverso la definizione deitanto attesi criteri per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani (in modo datracciare i confini della c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessitàdell’utenza e del servizio, e non a quelle dei bilanci delle amministrazioni locali), siaper quanto riguarda il rispetto delle condizioni dell’affidamento “in house”. Taliquestioni, ove non correttamente gestite, determinano ostacoli allo sviluppo delleaziende private del settore e al loro adeguamento anche dimensionale al contestoconcorrenziale con cui devono confrontarsi anche in ambito internazionale.

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L’ITALIA DELRECUPERO

In questo quadro, i recuperatori continuano a rappresentare una “forzatrainante” costituita per lo più da imprese medio-piccole, ma in grado dicompetere ai più alti livelli quanto a sofisticazione tecnologica (specie in alcunisettori) e a risultati in termini di riciclo - vorremmo aggiungere, nonostante lacrisi. Un esercito silenzioso (ma neanche tanto) costituito dalle più variegateprofessionalità, che operano in tutte le fasi, dalla raccolta alla selezione, allamessa in sicurezza, al trattamento, alla frantumazione, alla trasformazionemeccanica, per rendere “edibile” dai settori produttivi a valle quello chealtrimenti si sarebbe dovuto smaltire con oneri a carico della collettività e deiprivati, oltre che dell’ambiente.

Un universo difficile da ricondurre ad unità, che presenta ancora “zone oscure”,anche di vasta entità, per le quali sarebbe auspicabile un maggiore sforzo diraccolta dei dati ed analisi dei flussi, da parte degli enti di monitoraggio econtrollo, in quanto, come risulta anche dai precedenti rapporti redattidall’Associazione (per esempio, quello sui movimenti trasfrontalieri dei rifiuti),mentre alcune realtà o tipologie di rifiuto (a prescindere dall’effettivo rischio daqueste rappresentato) sono costantemente sotto la lente degli osservatori, peraltre permane uno scarso livello di conoscenza e di verifica.

Anche da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti appaltanti in generepresenti sul territorio si registrano livelli di sensibilità e di informazionediversissimi, ad esempio nelle gare pubbliche, rispetto all’utilizzo dei differentimateriali riciclati, segno questo che una vera politica di “green procurement” nelnostro Paese non è ancora partita, nonostante i proclami del Ministerodell’ambiente e le leggi scritte (e mai applicate) sull’obbligo di acquisti verdi daparte delle pubbliche amministrazioni. Quando, in determinati non rari casi, alrisparmio di risorse si affianca anche un risparmio di costi, è evidente che ilproblema è essenzialmente culturale, ed è soprattutto su questo che dovrebbespingere un’efficace politica ambientale. Nell’attesa, non resta alle associazionidei recuperatori, ai loro rappresentanti ed operatori, che attivarsi con i mezzi adisposizione per diffondere, pezzo dopo pezzo, iniziativa dopo iniziativa, quella“cultura del riciclo” tanto auspicata a parole.

CORRADO SCAPINO

Presidente FISE UNIRE

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SITUAZIONE STRUTTURALEE TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATEE DEL RICICLAGGIO

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L’industria del recupero nel contesto economico nazionale

Il recupero dei rifiuti e il mercato delle materie riciclabili rivestono un importanteruolo nel sistema di gestione dei rifiuti. In Italia, negli ultimi anni, è cresciutaun’ampia rete di imprese che operano nella raccolta, nel trattamento e nelrecupero dei rifiuti e degli scarti della produzione, per trasformarli in materieprime secondarie da riprocessare nei cicli produttivi.L’industria del recupero e del riciclaggio è diventata un importante settoredell’economia nazionale, caratterizzato, particolarmente in alcuni comparti, dauna forte innovazione tecnologica, e rappresenta l’anello finale di un ciclo chegarantisce l’effettivo riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importantirisultati ambientali: sottrarre rifiuti alle forme di smaltimento in discarica e ridurrel’uso di materie vergini nei processi industriali, con minori consumi di energia eminore produzione di gas climalteranti.L’industria del riciclo ha mostrato nell’ultimo decennio una forte dinamicità inItalia e in Europa crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria ingenerale.La disponibilità di materie prime secondarie è diventata basilare per diversi settoriindustriali. In molti comparti l’utilizzo delle materie prime secondarie rappresentauna quota preponderante in rapporto all’uso delle materie prime vergini. Peracciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione ècostituito da materie prime secondarie.Tuttavia, dopo un decennio in cui il settore del recupero aveva segnato unacontinua crescita, legata sia allo sviluppo produttivo generale sia alle politiche diincentivazione della raccolta dei rifiuti, già a metà del 2008 la crisi economica equindi produttiva ha cominciato a toccare tutte le fasi del ciclo, dalla raccolta, alrecupero, al riciclaggio.

Produzione dei rifiuti e criticità del sistema di gestione deirifiuti in Italia

Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato in circa 160 milionidi tonnellate. Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milionidi tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiutispeciali pericolosi (dato ISPRA).La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni,da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007. Perla prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al 2006.Nel 2008, con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settoriindustriali alla diminuzione della produzione, è ipotizzabile anche unacontrazione della produzione dei rifiuti urbani.Degli oltre 32 milioni circa di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% vieneprodotto direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodottadal commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,dall’artigianato e dall’industria.

SINTESI

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L’ITALIA DELRECUPERO

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Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimodecennio e nel 2007 su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il28% è stato raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato otrasformato in CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente comerifiuto tal quale o indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è finito il55% dei rifiuti urbani prodotti.Le discariche continuano pertanto a rappresentare il principale sistema dismaltimento dei rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiutiurbani conferita in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8milioni di tonnellate.Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini ditendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non esseresufficiente, permanendo in alcune aree del territorio, in particolare al Sud,situazioni di latente, o effettiva, condizione emergenziale.Secondo il recente rapporto presentato da FISE Assoambiente su “Gli impiantiper il trattamento dei rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discarichedistribuite sul territorio nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limitiautorizzati e non potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti dellecapacità esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti. È evidente che, perevitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale la ricerca di soluzionialternative, che vanno individuate e adottate tempestivamente.Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in considerazione, ossia itempi amministrativi e tecnici per realizzare non solo ulteriori discariche, maeventualmente sistemi a tecnologia complessa, come ad esempio gli impianti diincenerimento, quale necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemidi riciclo dei rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori siaggira, in condizioni normali, da un minimo di quattro anni dall’approvazionedel progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando che su questeprocedure incide in maniera significativa anche il consenso locale allarealizzazione degli impianti. Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati,il Paese si trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazionedi soluzioni alternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo delsistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne ostacolanoun potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono legati non solo allanecessità e alla possibilità di espandere e migliorare la qualità delle raccoltedifferenziate, che richiede investimenti sia in comunicazione che in più adeguatisistemi di raccolta, ma anche e soprattutto alle difficoltà relative alla creazioneed al potenziamento degli sbocchi di mercato per le materie prime secondarie.La crisi dei mercati, iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, haprovocato una contrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesieuropei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, del prezzo dellematerie prime e seconde con effetti sulla stessa raccolta.

La rete dei recuperatori e degli impianti per il trattamento

Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione edemolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di

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materiali, di cui 18 milioni di tonnellate di metalli, 6,3 milioni di tonnellate dicarta e cartone, 3,9 milioni di tonnellate di legno, 1,6 milioni di tonnellate divetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno 2007).

Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con l’importazionenetta di diversi materiali in particolare con 5,6 milioni di tonnellate di rottamiferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila tonnellate di legno, 385 milatonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di vetro. Il settore della carta e cartone,la cui capacità di raccolta in Italia, ha superato la capacità di riciclaggio, è statol’unico a presentare un'esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.

Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito urbano siricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni di organico everde, 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone, 1 milione di tonnellate di vetro,400 mila tonnellate di legno, oltre 340 mila tonnellate di plastica.

Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni ditonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate sonoimballaggi di cartone, 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di legno, 395mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate sono imballaggi inplastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila tonnellate in alluminio.

Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni ditonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1 milioni ditonnellate di legno, 493 mila tonnellate di alluminio, 212 mila tonnellate diplastica, 242 mila tonnellate di vetro.

Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello deimateriali organici.Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1 milionidi tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milioni di tonnellate di rifiutiorganici urbani, 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti da verde urbano e 1 milione ditonnellate di fanghi e altri materiali organici.

Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali vengonorecuperati in forma di energia.Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nelsettore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel 2007su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3 milioni ditonnellate erano rifiuti urbani indifferenziati, 319 mila tonnellate erano frazionesecca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila tonnellate erano CDR, 39mila tonnellate rifiuti sanitari e 486 mila tonnellate rifiuti speciali.

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L’ITALIA DELRECUPERO

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Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali,comprendente acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione deirifiuti organici, ha superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71% dallaraccolta di rifiuti speciali e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta diimballaggi industriali e commerciali e per il 14% dalla raccolta di rifiuti eimballaggi urbani.La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% deltotale dei materiali recuperati.

Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore dell’acciaio, cherappresenta il 58% del totale dei materiali recuperati ed è gestito quasiinteramente da recuperatori privati, allora la gestione del recupero totale deimateriali, considerando solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende peril 68% dai recuperatori privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e daiConsorzi.

I Consorzi del sistema CONAI, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò suun recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni ditonnellate di imballaggi domestici e 880 mila tonnellate di imballaggi industrialie commerciali.Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dairecuperatori privati presso i settori commerciali e industriali.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Stima del mercato del recupero e del riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

MATERIALI

Acciaio

Alluminio

Carta

Legno

Plastica (2007)

Vetro

totale

Frazione organicaselezionata (2007)

Verde (2007)

Fanghi e altro (2007)

Totale compostaggio

IMBALLAGGI

DA RU

RACCOLTI

155

6

894

153

306

995

2.509

ALTRI MATERIALI

DA RIFIUTI

URBANI

1.548

316

74

1.938

IMBALLAGGI

COMMERCIALI E

INDUSTRIALI

241

32

2.413

1.366

366

395

4.813

RACCOLTA ALTRI RIFIUTI

SPECIALI E SFRIDI DI

PRODUZIONE DA C&D

18.243

493

1.460

2.105

212

242

22.755

TOTALE

RACCOLTA

DI MATERIA

18.639

531

6.315

3.940

958

1.632

32.015

1272

1096

812

3180

IMP. NETTO +

EXP. NETTO -

5.613

417

-987

560

385

202

6.190

RECUPERO

RICICLAGGIO

DI MATERIA

24.252

948

5.328

4.500

1.343

1.834

38.205

CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA

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La rete dei recuperatori privati agisce su una raccolta totale di oltre 28,6 milionidi tonnellate di materiali di cui:- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate

di carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno,366 mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.

- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiutispeciali, degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni ditonnellate di metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni ditonnellate di legno e 212 mila tonnellate di plastica.

Da questi dati si evince l'importanza relativa che la rete dei recuperatori privatiha nel sistema totale del recupero di materie in Italia. La raccolta basata suirecuperatori privati avviene secondo le regole del mercato industriale e nonrichiede contributi pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadrodella concorrenza del mercato.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,legno, plastica, vetro, con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

2.509

raccolta imballaggi da rifiuti urbani

1.938

4.813

22.755

raccolta altrimateriali darifiuti urbani

raccoltaimballaggi

commerciali eindustriali

raccolta altririfiuti speciali

e sfridi diproduzione

da C&D

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

Page 18: L'italia del Recupero 2009

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La capacità di riciclaggio delle industrie è la condizione fondamentale perimplementare la raccolta differenziata e il recupero.

Oltre alla rete dei raccoglitori in Italia è cresciuta una larga rete di impianti ditrattamento e recupero dei rifiuti sia urbani sia speciali, diffusa in tutta Italia,anche se in modo disomogeneo.Secondo il citato Rapporto FISE Assoambiente (“Gli impianti per il trattamentodei rifiuti”, 2009), gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12), presentiin ambito nazionale agli inizi del 2008 erano 6.404, con una capacità ditrattamento autorizzata annua di circa 150,8 milioni di tonnellate. Fra questi, gliimpianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti non pericolosi rappresentanoil 91% del totale delle capacità autorizzate. Nel calcolo precedente sono stateincluse le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impiantiproduttivi e quelle degli impianti che effettuano trattamenti intermedi. Pertantoil dato riscontrato in relazione alla capacità risulta con ogni probabilitàsovrastimato rispetto alla possibilità di recupero effettivo e sicuramente superiorea quello relativo alle quantità realmente recuperate.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali escluso acciaio - alluminio,carta, legno, plastica, vetro, con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)

0

2.000

6.000

4.000

8.000

12.000

10.000

14.000

2.354

raccolta imballaggi da rifiuti urbani

1.938

4.572 4.512

13.376

raccolta altrimateriali darifiuti urbani

raccoltaimballaggi

commerciali eindustriali

raccoltaaltri rifiuti speciali

e sfridi diproduzione

da C&D

totaleraccolta di

materia

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

Page 19: L'italia del Recupero 2009

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La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambitonazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al datorilevato al Centro (18%) e al Sud (13%).

Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un’importanteruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali riciclabili qualicarta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve rifiuti in entrata dallaraccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai consorzi di filiera del SistemaCONAI, si contavano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da riciclare.Di queste, 272 erano piattaforme dedicate principalmente al recupero del legno,76 al recupero della carta, 30 a quello del vetro, 12 a quello della plastica e 41raccoglievano più materiali.

L’indagine FISE UNIRE sulle piattaforme di recupero

FISE UNIRE ha condotto un’indagine su 168 piattaforme di recupero deiprincipali materiali derivati dai rifiuti.

La maggior parte delle piattaforme del campione trattano tutte le tipologie dimateriale (carta e cartone, metalli,vetro e plastica), o quasi.

Il fatturato medio per materiale in entrata è di 107 euro/tonnellata, e varia da111 euro/tonnallata al Nord a 91 euro/tonnellata al Sud, mentre il fatturato delmateriale in uscita varia da 135 euro/tonnellata e al Nord a 104 euro/tonnellataal Centro.

In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni ditonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentavano il 43%, laplastica il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il 10%.

Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine del 2008, un confrontodelle quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre del 2009 rispetto alprimo trimestre 2008 ha mostrato andamenti diversi per i singoli materiali: lacarta e cartone in entrata è cresciuta del 21% insieme al vetro (+26%), mentresono diminuiti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).

I canali di approvvigionamento delle piattaforme sono diversi ed in particolare irifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% del totale deimateriali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria e grandedistribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, daimportazione il 3%.

Complessivamente, dal totale delle piattaforme del campione nel 2008 sonouscite oltre 3 milioni di tonnellate di materiali trattati come materie primesecondarie; di queste, il 54% erano costituite da materiali cartacei, il 27% davetro, il 10% da plastica, il 4% da legno e il 2% da metalli.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 20: L'italia del Recupero 2009

20

L’utilizzo dei materiali recuperati nei diversi compartiproduttivi; la dinamica import-export

Il ciclo del recupero viene chiuso dagli impianti di riutilizzo delle materie primesecondarie.Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperaticorrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.In Italia nel 2008 sono presenti 27 acciaierie, che riutilizzano rottami di ferro, dicui 24 collocate al Nord.Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.Gli impianti di produzione del pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.Gli impianti di utilizzo delle plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28 al Sud.Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e 30 al Sud.

L’importanza dell’uso del materiale recuperato, nei processi produttivi finali, si puòcalcolare come peso relativo dell’uso del materiale recuperato (materie primesecondarie) rispetto all’uso della materia prima.La materie prime secondarie, che nascono dalla raccolta differenziata di origineurbana e non, nonché dagli sfridi di produzione, hanno superato, in alcuni settori,l’uso delle materie prime vergini e la loro domanda risulta crescente negli anni.Nel settore dell’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati rappresentaquasi il 64% della produzione finale di metalli, nel settore della carta e cartoneoltre il 55% della produzione di carta e cartone, nel vetro cavo oltre il 50%, nelsettore della plastica il 18%.

Oltre alla domanda interna di materiali da parte dell’industria nazionale, unruolo sempre più importante è giocato dalla domanda dall’estero.I flussi transfrontalieri delle materie recuperate rappresentano una realtà cheriguarda tutti i principali settori del riciclaggio in Italia e che muove grandiquantità di materiali in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) e in uscita (oltre1,2 milioni di tonnellate).Al riguardo, va evidenziato che la dinamica import-export delle materie primesecondarie si sta profondamente trasformando.Il settore della carta, ad esempio, ha saturato negli ultimi anni la capacità diriciclaggio da parte dell’industria cartaria nazionale dei materiali raccolti, tantoda portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero. La capacità diriciclaggio interno negli altri settori rimane comunque, al momento, superiorealla raccolta totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione.Per il riciclaggio dei metalli si ha un import netto di 5,6 milioni di tonnellate, perl’alluminio di 317 mila tonnellate, per il legno di oltre 700 mila tonnellate, per laplastica di 385 mila tonnellate e per il vetro di 202 mila tonnellate.L’Italia perciò si conferma come importatrice netta di materiali di recupero(circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita delle raccolte), comeconfermato anche dallo studio di FISE Assoambiente (“Il movimentotransfrontaliero dei rifiuti”, 2009), da cui emerge che il flusso di rifiuti specialinon pericolosi in entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005)

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 21: L'italia del Recupero 2009

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

interessa principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questatipologia di rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.

I mercati delle materie prime secondarie e la crisi economicainternazionale

I mercati delle materie prime e delle materie prime secondarie sono mercativariabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui lamateria seconda poteva essere più o meno conveniente rispetto alla materiavergine.

In alcuni settori produttivi, quali quelli del cartone, vetro, metalli e pannellitruciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalentedegli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie è perciò correlata alla domandafinale degli specifici beni.In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovanomaggiormente correlate ai prezzi delle materie vergini e sono più sensibili alvariare dei loro prezzi.

La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di unaquota rilevante della manifattura industriale destinata ai mercati europei e americaniha provocato una crescita strutturale della domanda di materie prime e seconde. Con l’emergere della Cina e dei Paesi asiatici quali l’India ma anche l’Indonesiae la Corea, sta cambiando il mercato delle materie prime e seconde.

Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesi europei, cheha provocato una caduta, in certi casi verticale, del prezzo delle materie prime esecondarie, causando in Italia uno stato di crisi in tutti i settori della plastica,carta, legno, vetro, metalli.Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sullarete di raccolta.

Analizzando la situazione per settore merceologico, il mercato mondiale dei metalliferrosi ha visto negli ultimi anni una forte crescita della domanda dei Paesi asiaticiche hanno portato a 20 milioni di tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europasi è assestata su un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord Americaha invece accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate. L’Italiapresenta per i rottami di acciaio un’importazione netta di oltre 5,6 milioni ditonnellate. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione (36%del totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34% del totaleraccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il 25/30% deltotale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli imballaggi incide peruna minima parte (374mila tonnellate).All’inizio del 2009 il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,con un calo dei prezzi del rottame che ha indotto a una minore raccolta, con

Page 22: L'italia del Recupero 2009

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minore disponibilità di rottami sul mercato. La fase di profonda crisi del settore produttivo che ha contraddistinto anche il primosemestre 2009 continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei rottamiferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo semestre 2009.

Nel mercato mondiale dell’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione nettadi rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventataesportatrice netta insieme al Nord America.I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio2009 rispetto ai primi mesi del 2008, in correlazione alla diminuzione del prezzodell’alluminio. Da febbraio però sono ricominciati a salire i prezzi dei principalilistini, quali rottame da lattine per bevande e da imballaggi usati.

Il mercato mondiale del macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescitadell’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina. Nel 2008 l’Europa haaccresciuto l’esportazione netta di macero portandola a 10,5 milioni ditonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo del macero in costante crescita negliultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.Nella situazione di recessione mondiale i prezzi della carta da macero hannosegnato un calo generalizzato nel 2008, sia per l’indebolimento della domandamondiale sia per la crescita dell’offerta della raccolta. In Italia la raccoltadifferenziata urbana è continuata a crescere, la capacità di riciclaggio non hacoperto l’offerta completamente, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nettedi macero in particolare verso la Cina e i Paesi del medio Oriente. Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente della forte crisi didomanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti dellaprosecuzione del processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerosesoste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte ecartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli già incalo dello scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi dell’anno la perdita produttivarispetto all’analogo periodo 2008 sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domandasenza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati dell’indagine relativi agliordini, continuano e risentire le quotazioni medie dei prodotti delle cartiere, in caloormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto aicorrispondenti periodi 2008: per il fatturato complessivo del settore il calotendenziale è collocabile intorno al 21% in questa prima metà dell’anno.

Anche il mercato della plastica recuperata ha visto una forte crescitadell’importazione netta dei Paesi asiatici, giunta ad oltre 4,5 milioni di tonnellatenel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando la stessoNord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 milatonnellate.I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultimaparte del 2008. Con la caduta delle quotazioni delle plastiche riciclate, il valore delle plasticheraccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta del prezzo delpetrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo della plastica

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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riciclata e il settore del riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio lasostenibilità economica del sistema di recupero.Perciò, all’inizio del 2009, il forte calo della domanda di materie plastichericiclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisisulla fase del recupero.In Italia la struttura del settore vetrario, molto concentrato e relativamente non aperto,ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di fine 2008.I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio del 2008al 2009.

Considerazioni conclusive

L’industria del recupero è un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio efondamentale per molti comparti produttivi del Paese e nel quale gli operatoriprivati svolgono una parte determinante.

Grazie al positivo andamento della domanda interna e dall’estero di materialirecuperati, e al progressivo ampliamento delle raccolte differenziate nazionali,questo settore ha potuto svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti nelleclassifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.

Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati delle materie prime haavuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando ilimiti dell’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo edi raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica delle esportazioni(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.

Dal quadro come sopra delineato, risulta pertanto quanto segue:- è prevedibile che, nel medio-lungo termine, l’esportazione di materiali

recuperati continui a crescere;- davanti a strozzature prolungate della domanda interna di materiali, non

compensate dalla capacità di assorbimento del mercato nazionale ed estero,anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi;

- è pertanto necessario accrescere la capacità di utilizzo di alcuni materiali daparte dell’industria nazionale, rafforzando al contempo la domanda dimateriali riciclati e di beni e manufatti da questi ottenuti, mediante interventiquali il “green public procurement”;

- è altrettanto urgente individuare e promuovere nuovi sbocchi attraversoun’adeguata incentivazione di nuove applicazioni nei processi produttivimanifatturieri e nei “green products”;

- sarebbe inoltre opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli deiprezzi delle materie prime secondarie, che quando tendono a ridursi rischianodi avere serie ripercussioni, anche in termini qualitativi, sul sistema di raccoltae recupero e quindi sull’esigenza di assicurare la stabilità dei flussi da raccoltadifferenziata.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 24: L'italia del Recupero 2009

24

Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato a circa 160 milionidi tonnellate.Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni di tonnellateerano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti specialipericolosi.Al Nord si produce il 56% del totale italiano dei rifiuti, con una popolazione cherappresenta il 45% del Paese; al Centro si produce il 19% del totale dei rifiuticon il 19% della popolazione, mentre al Sud viene prodotto il 25% dei rifiuti conil 35% della popolazione.

In particolare, al Nord viene prodotto il 59% dei rifiuti speciali non pericolosi e il55% dei rifiuti speciali pericolosi, mentre al Centro i valori sono più bassi dellapercentuale della popolazione, ad indicare una minore produzione relativa dirifiuti speciali.Il Sud presenta una quota relativa di rifiuti speciali pericolosi pari alla suapopolazione, mentre è inferiore la percentuale dei rifiuti speciali non pericolosi.Le percentuali dei rifiuti urbani prodotti rispecchiano sostanzialmente lepercentuali della popolazione, con una leggera maggior produzione per abitanteal Centro e una leggera minor produzione al Sud.

LA PRODUZIONE DEIRIFIUTI IN ITALIA

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 1: La produzione totale dei rifiuti in Italia (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

AREA GEOGRAFICA

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

Nord (kg/ab/anno)

Centro (kg/ab/anno)

Sud (kg/ab/anno)

Italia (kg/ab/anno)

PRODUZIONE RUANNO 2007 (ton)

14.616.674

7.352.259

10.578.610

32.547.543

539

630

508

546

POPOLAZIONE2007

27.116.943

11.675.578

20.826.769

59.619.290

RS NON PERICOLOSIANNO 2006 (ton)

69.432.976

22.474.370

25.117.915

117.025.261

2561

1925

1206

1963

RS PERICOLOSIANNO 2006 (ton)

5.095.751

859.929

3.279.727

9.235.407

188

74

157

155

TOTALE PRODUZIONERIFIUTI (ton)

89.145.401

30.686.558

38.976.252

158.808.211

3287

2628

1871

2664

Fonte: ISPRA (ex APAT)

Page 25: L'italia del Recupero 2009

25

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA

GRAFICO 1: Produzione per tipo di rifiuto e per macroaree (anno 2007 per RU e 2006 per RS) (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 2: La produzione totale dei rifiuti in Italia - Percentuali relative, per macroaree e tipo di rifiuti

REGIONE

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

PRODUZIONE RUANNO 2007

45%

23%

33%

100%

POPOLAZIONE2007

45%

20%

35%

100%

RS NON PERICOLOSIANNO 2006

59%

19%

21%

100%

RS PERICOLOSIANNO 2006

55%

9%

36%

100%

TOTALE PRODUZIONERIFIUTI

56%

19%

25%

100%

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA

0

20

40

60

80

100

120

140

14.616

69.432

5.095 7.352

22.474

859

10.578

25.117

3.279

32.547

117.025

9.235

Nord Centro Sud Italia

RU RS non pericolosi RS pericolosi

Page 26: L'italia del Recupero 2009

Rifiuti urbani

La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi annida 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007.Per la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al2006. Nel 2008 con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settoriindustriali alla diminuzione della produzione, si prevede una contrazione dellaproduzione dei rifiuti urbani.

Degli oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene prodottodirettamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta dalcommercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,dall’artigianato e dall’industria.

La presenza di due grandi canali di produzione dei rifiuti urbani spiega perché laraccolta differenziata dei rifiuti urbani è gestita dal sistema pubblico con laraccolta stradale, nelle diverse forme “cassonetto” e “porta a porta”, mentre laraccolta presso imprese commerciali, terziario, artigianali e industriali è gestita ingran parte da imprese private di recupero, con esclusione dell’assimilato gestitodal sistema pubblico. Entrambi i sistemi raccolgono quantità considerevoli deglistessi materiali come carta, vetro, plastica.

Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, la raccoltadifferenziata è stata di 8,9 milioni di tonnellate e la raccolta indifferenziata di23,6 milioni di tonnellate.

Il recupero dei rifiuti urbani ha raggiunto nel 2007 il 27% del totale dei rifiuti urbani.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 2: Produzione per macroaree, per tipo di rifiuto (kg/ab/anno)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

539

2.561

188

630

1.925

74

508

1.206

157

546

1.963

155

Nord Centro Sud Italia

RU RS non pericolosi RS pericolosi

Fonte: ISPRA

26

Page 27: L'italia del Recupero 2009

27

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 3: Serie storica produzione RU nelle diverse Regioni (ton/anno)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

REGIONE

Piemonte

V. D’Aosta

Lombardia

Trentino A.A.

Veneto

Friuli V.G.

Liguria

E. Romagna

NORD

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

CENTRO

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

SUD

ITALIA

2001

2.081.942

69.427

4.538.400

514.644

2.163.297

589.642

928.297

2.516.009

13.401.657

2.283.601

453.563

782.502

2.981.191

6.500.858

598.716

116.427

2.762.878

1.753.487

217.498

811.320

2.423.379

822.652

9.506.358

29.408.873

2000

2.043.234

70.971

4.447.891

528.666

2.132.706

594.744

924.071

2.533.392

13.275.677

2.206.459

427.976

757.149

2.822.060

6.213.645

580.926

133.481

2.598.562

1.778.021

215.403

768.014

2.603.582

791.234

9.469.224

28.958.545

2002

2.133.155

70.667

4.579.831

478.894

2.177.344

603.432

954.302

2.634.690

13.632.315

2.353.705

467.969

794.386

2.978.285

6.594.344

611.550

117.097

2.659.996

1.806.588

228.676

859.193

2.520.782

833.188

9.637.069

29.863.728

2003

2.131.638

77.173

4.630.974

461.067

2.136.221

588.739

969.248

2.612.970

13.608.570

2.391.784

471.975

793.009

2.929.093

6.585.860

631.694

119.810

2.681.884

1.846.169

246.745

889.083

2.576.660

851.697

9.843.742

30.038.172

2004

2.230.000

73.000

4.791.000

478.000

2.185.000

590.000

953.000

2.729.000

14.028.000

2.492.000

477.000

824.000

3.147.000

6.941.000

678.000

123.000

2.784.000

1.990.000

237.000

944.000

2.544.000

878.000

10.181.000

31.150.000

2007

2.269.881

75.755

4.932.260

490.022

2.372.072

618.593

981.314

2.876.779

14.616.674

2.552.561

565.033

875.120

3.359.544

7.352.259

697.112

133.309

2.852.735

2.148.328

244.655

943.205

2.695.198

864.068

10.578.610

32.547.543

2006

2.277.691

74.795

4.943.512

492.253

2.379.467

596.778

978.416

2.858.942

14.601.854

2.562.374

577.332

868.374

3.355.898

7.363.978

699.600

129.496

2.880.386

2.080.698

236.926

950.777

2.717.967

860.968

10.556.818

32.522.650

2005

2.228.730

73.646

4.762.095

477.883

2.273.079

603.087

997.824

2.788.635

14.204.979

2.523.261

493.560

875.571

3.274.984

7.167.376

694.088

133.324

2.806.113

1.977.734

268.100

935.620

2.614.078

875.206

10.304.262

31.676.617

Fonte: ISPRA

Il Nord, con il 45% della popolazione, produce il 45% dei rifiuti urbani, il Centro, conil 19% della popolazione, produce il 23% dei rifiuti urbani e il Sud, con il 35% dellapopolazione, produce il 32% dei rifiuti urbani.

Page 28: L'italia del Recupero 2009

28

In Italia, nel 2006 (ultimo anno disponibile, secondo i dati ECOCERVED, perquanto riguarda la produzione di rifiuti speciali), sono stati prodotti 127 milionidi tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni di tonnellate erano rifiuti specialinon pericolosi e 11 milioni di tonnellate erano rifiuti pericolosi.

Rifiuti speciali

In Italia, nel 2006, secondo una valutazione di ISPRA, sono stati prodotti 117milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate dirifiuti speciali pericolosi.

Secondo ECOCERVED, partendo da una elaborazione dei MUD, sono statiprodotti 127 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni 649 milatonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi (dato simile alla valutazione ISPRA)e 11 milioni 339 mila tonnellate erano rifiuti pericolosi, mentre ISPRA valuta a 9milioni 324 mila i rifiuti speciali pericolosi prodotti.

Per potere comunque offrire una rappresentazione cronologica della produzionedei rifiuti speciali, abbiamo fatto riferimento ai dati ISPRA per la costruzione delleserie storiche presentate (Tabella 4 e Grafico 4).Sono stati invece utilizzati i dati ECOCERVED relativi al 2006 nella Tabella 5, incui si confronta per l’anno 2004 e 2006 la produzione dei rifiuti speciali nonpericolosi e pericolosi, secondo i settori di produzione dei rifiuti speciali.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: ISPRA

GRAFICO 3: Produzione di rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

28.958 29.86329.40831.150

30.038

32.52231.676 32.547

2000 2001 2002 2003 20052004 2006 2007

Page 29: L'italia del Recupero 2009

29

Il settore dei rifiuti speciali presenta tre grandi aree di produzione:- industria manifatturiera, - impianti di trattamento dei rifiuti e acque, - settore delle costruzioni e demolizioni.

In termini quantitativi, il comparto che produce più rifiuti speciali è quello degli inerti(costruzioni e demolizioni, estrazioni e cave) che si stima superi i 48 milioni ditonnellate di rifiuti prodotti nel 2006.Altro grande comparto di produzione dei rifiuti speciali è l’industria manifatturiera,che nel 2006 ha prodotto oltre 36 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (il 28% deltotale dei rifiuti speciali), senza contare gli imballaggi industriali.

Gli imballaggi industriali prodotti da commercio ed industria erano oltre 6 milionidi tonnellate nel 2006 (il 5% del totale dei rifiuti speciali).

Nell’industria manifatturiera, invece, oltre 11 milioni di tonnellate di rifiutinascono dai processi termici e siderurgici e delle produzioni di metalli, 4,5 milionidi tonnellate dalla produzione e lavorazione di superfici metalliche e plastiche,19 milioni dai comparti manifatturieri organici (rifiuti da agricoltura, industriaagroalimentare, rifiuti della lavorazione del legno e della carta, rifiuti dellalavorazione di pelli e pellicce e industria tessile) e 8,5 milioni di tonnellatederivano da altri settori economici.

Oltre ai due grandi comparti precedentemente descritti, alla formazione del totaledella produzione dei rifiuti speciali contribuisce per il 28% anche il settore ditrattamento delle acque e di trattamento dei rifiuti con 35 milioni di tonnellate.

Dagli impianti di trattamento acque sono usciti, nel 2006, oltre 4 milioni ditonnellate di rifiuti speciali, quali i fanghi.

Gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, per biostabilizzazione,produzione CDR, incenerimento, hanno prodotto oltre 26 milioni di tonnellatedi rifiuti speciali, conferiti in gran parte in discarica.

Un peso comunque notevole lo esprime il settore di trattamento del percolatoda discarica con 4 milioni di tonnellate.

I rifiuti speciali pericolosi nel 2006 sono stati calcolati in 11 milioni di tonnellate.Di questi, 6,7 milioni di tonnellate sono state prodotte dal settore manifatturiero,1 milione di tonnellate da costruzioni e demolizioni e 3,2 milioni di tonnellatedagli impianti di trattamento rifiuti.

La produzione dei rifiuti speciali è concentrata principalmente al Nord (63% deirifiuti speciali non pericolosi, 74% dei rifiuti speciali pericolosi e 62% dei rifiutida costruzioni e demolizioni), mentre per i rifiuti urbani vi è una distribuzioneterritoriale equipollente alla percentuale della popolazione.Il Centro e il Sud presentano complessivamente una produzione di rifiuti specialipiù bassa (17% al Centro e 20% al Sud di rifiuti speciali non pericolosi e 11%al Centro e 15% al Sud di rifiuti speciali pericolosi).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 30: L'italia del Recupero 2009

30

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 4: Trend produzione rifiuti speciali in Italia differenziati per tipologia - Serie storica (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RS non

pericolosi

RS

pericolosi

C&D

Totale

1998

43.919

4.058

21.286

69.263

2000

51.847

3.911

27.291

83.049

1999

44.845

3.811

23.880

72.536

2001

54.973

4.279

30.954

90.206

2002

50.178

4.990

37.345

92.513

2003

52.366

5.419

42.548

100.333

2006

74.227

9.325

52.082

134.727

2005

55.647

7.936

45.851

109.556

2004

55.294

5.348

46.458

108.262

Fonte: ISPRA

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

2000 2001 2002 2003 20052004 200619991998C&DRS non pericolosi RS pericolosi

Nel quadro regionale, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagnaproducono il 55% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 64% dei rifiuti specialipericolosi.

La Lombardia da sola produce il 20% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 30%di quelli pericolosi.

I tre grandi canali presentano problematiche diverse, per tipo di produzione dirifiuto, per modalità di gestione e per sistemi di recupero. Nei comparti dei rifiutispeciali dell’industria manifatturiera e delle costruzioni e demolizioni operanoprincipalmente imprese private di recupero, mentre nel comparto del trattamentodei rifiuti operano soprattutto i soggetti pubblici di gestione dei rifiuti.

Fonte: ISPRA

GRAFICO 4: Trend di produzione dei rifiuti speciali in Italia (000/ton)

Page 31: L'italia del Recupero 2009

31

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 5: Produzione dei rifiuti speciali – Confronto Italia 2004/2006

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

1A)manifatturiero organico

(fam.02,03,04 agroalimentare,

legno, carta, tessile)

1B)manifatturiero non organico

(fam.05-14 16 e 18 comprensivo

di chimica organica)

1) Industria manifatturiera

(fam. 02-18)

2) Imballaggi industria (fam.15)

3) C&D, estraz. cave (fam. 01+17)

4A)da trattamento acque

4B)da trattamento rifiuti soldi

4C)percolato di discarica

4) Fanghi e tratt. rifiuti (fam. 19)

Totale RS (1+2+3+4)

2006

7.396.294

22.623.944

30.020.238

6.216.252

48.541.402

4.175.824

23.647.868

4.048.082

31.871.774

116.649.666

2004

8.028.679

21.540.728

29.569.407

5.258.799

38.180.751

4.751.933

15.807.506

4.189.950

24.749.389

97.758.346

%

-8%

5%

2%

18%

27%

-12%

50%

-3%

29%

19%

2006

9.686

6.794.122

6.803.808

93.750

1.103.255

73.494

3.260.598

4.281

3.338.374

11.339.187

2004

25.650

4.485.616

4.511.267

72.595

614.136

37.556

2.263.914

4.600

2.306.070

7.504.068

%

-62%

51%

51%

29%

80%

96%

44%

-7%

45%

51%

2006

7.405.980

29.418.066

36.824.046

6.310.002

49.644.657

4.249.318

26.908.466

4.052.364

35.210.148

127.988.853

2004

8.054.329

26.026.344

34.080.674

5.331.394

38.794.887

4.789.489

18.071.420

4.194.550

27.055.459

105.262.414

%

-8%

13%

8%

18%

28%

-11%

49%

-3%

30%

22%

Fonte: ECOCERVED

RS NON PERICOLOSI RS PERICOLOSI TOTALE RIFIUTI SPECIALI

Page 32: L'italia del Recupero 2009

32

Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimodecennio.Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il 28% è statoraccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o trasformato inCDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come rifiuto tal quale oindirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è stato smaltito il 55% deirifiuti urbani prodotti.

LA GESTIONE DEIRIFIUTI URBANI

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 6: La gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

ATTIVITÀ

Produzione

Raccolta differenziata / recupero

Compostaggio

Biostabilizzazione e produzione cdr

Incenerimento

Discarica

QUANTITÀ (TON)

32.547.543

8.958.206

2.368.302

8.757.152

2.975.127

17.866.917

INCIDENZA TIPO DI GESTIONE SUTOTALE PRODUZIONE %

100%

28%

7%

27%

9%

55%

Fonte: Elaborazione FISE su dati ISPRA

Fonte: ISPRA

1.000.000

5.000.000

9.000.000

13.000.000

17.000.000

21.000.000

8.958.206

2.978.127

8.757.152

17.866.917

raccoltadifferenziata

biostabilizzazionee produzione cdr

incenerimento discarica

GRAFICO 5: Gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007 (000/ton)

Page 33: L'italia del Recupero 2009

33

L’analisi dei dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani dal 2000 al 2007evidenzia che la quantità di materiale raccolto è raddoppiata passando da 5,1milioni di tonnellate a 8,9 milioni di tonnellate, di cui 2,9 milioni di tonnellate sonofrazione umida e verde, 2,6 milioni di tonnellate carta e cartone, 1,2 milioni ditonnellate vetro, 500 mila tonnellate plastica, 642 mila tonnellate legno, 116 milatonnellate RAEE e 361 mila tonnellate metalli.Non tutti questi materiali raccolti vengono gestiti dai Consorzi di recupero degliimballaggi, una quota consistente di essi passa attraverso il sistema di recupero dellepiattaforme private e dei cosiddetti operatori indipendenti.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 7: La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nelle Regioni italiane - Serie storica (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

REGIONE

Piemonte

V. D’Aosta

Lombardia

Trent. A.A.

Veneto

Friuli V.G.

Liguria

E. Romagna

NORD

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

CENTRO

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

SUD

ITALIA

2003

596.497

18.232

1.845.454

54.150

899.692

158.003

158.286

734.077

4.564.391

688.883

84.732

118.030

237.666

1.129.312

71.169

4.398

216.765

192.508

14.226

77.010

148.062

32.148

756.285

6.449.987

2002

523.914

14.630

1.668.326

132.518

851.418

145.630

135.702

693.672

4.165.810

608.887

72.950

119.005

152.227

953.069

58.095

3.683

193.793

115.578

12.468

60.266

107.935

23.202

575.022

5.693.900

2001

450.536

11.720

1.639.560

121.027

745.326

126.814

116.778

621.862

3.833.600

558.239

57.602

92.730

126.512

835.083

53.001

3.316

167.824

88.140

10.698

26.205

79.650

17.414

446.248

5.114.954

2004

732.188

18.612

1.960.050

180.708

960.016

152.242

158.378

811.761

4.973.956

769.841

96.579

133.618

269.744

1.269.782

95.813

4.393

294.035

144.857

13.599

85.222

138.266

46.862

823.047

7.066.784

2006

929.736

23.440

2.154.201

241.831

1.159.791

198.699

163.272

954.137

5.825.107

790.682

141.660

169.263

372.608

1.474.213

117.900

6.478

326.181

183.619

18.411

76.345

179.004

170.318

1.078.256

8.377.575

2005

829.879

20.914

2.021.737

211.096

1.083.900

183.097

182.314

875.202

5.408.139

775.426

119.424

154.426

338.972

1.388.248

108.136

6.965

298.750

162.061

14.765

80.422

143.133

86.720

900.952

7.697.339

2007

1.016.156

27.348

2.196.008

261.716

1.220.290

233.383

186.030

1.063.507

6.204.437

799.680

141.330

183.392

405.533

1.529.935

129.839

6.350

385.120

191.100

19.856

86.293

164.806

240.470

1.223.834

8.958.206

Fonte: ISPRA

Page 34: L'italia del Recupero 2009

34

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 6: Raccolta differenziata rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

4.181

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

5.114

5.6936.449

7.066

7.6978.377

8.958

Fonte: ISPRA

Page 35: L'italia del Recupero 2009

35

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: ISPRA

TABELLA 8: Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per materiale e per Regione 2007 (ton)

REGIONE

Piemonte

V.D'Aosta

Lombardia

Trent A.A.

Veneto

Friuli V.G.

Liguria

E. Romag.

NORD

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

CENTRO

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

SUD

ITALIA

ORGANICO

199.090

382.656

61.984

299.316

24.895

3.901

112.044

1.083.885

136.733

25.148

26.373

43.113

231.367

37.712

419

118.315

5.062

14.012

23.051

100.869

299.440

1.614.692

SFALCI EPOTATURE

121.470

4.598

377.524

27.243

230.452

47.734

24.630

250.530

1.084.179

101.695

15.061

15.202

12.139

144.096

5.072

84

8.498

6.504

226

7.417

7.247

31.586

66.633

1.294.909

CARTA

333.793

8.066

576.058

78.630

261.313

57.437

60.803

287.021

1.663.121

292.440

42.959

67.607

226.147

629.152

36.408

2.514

112.613

103.689

9.108

32.012

64.367

44.046

404.758

2.697.031

PLASTICA

65.787

2.383

140.980

11.213

62.155

15.866

8.530

51.625

358.539

34.637

6.255

15.220

14.915

71.027

6.618

533

15.063

18.727

1.664

3.467

14.239

10.238

70.548

500.113

VETRO

135.678

5.367

352.389

45.209

193.058

41.530

35.669

113.294

922.194

71.853

16.820

23.924

54.913

167.510

20.822

1.805

73.736

32.666

5.533

16.959

23.313

32.189

207.024

1.296.729

LEGNO

92.632

4.151

156.679

13.078

47.997

13.955

25.269

125.600

479.361

85.236

9.563

12.216

12.332

119.348

7.590

48

22.358

529

455

1.438

7.897

3.506

43.819

642.528

METALLI

28.443

2.369

82.284

12.260

60.253

9.177

10.257

33.869

238.911

47.357

15.704

6.961

5.557

75.579

6.585

539

8.128

5.312

969

9.292

6.605

9.896

47.324

361.814

TESSILI

6.252

25.943

1.456

9.191

839

2.145

7.110

52.934

7.056

1.256

1.628

1.797

11.736

1.078

38

3.546

1.801

239

437

981

605

8.726

73.396

RAEE

7.282

255

27.306

3.100

14.821

4.552

3.191

13.158

73.664

11.734

1.221

3.207

2.747

18.909

2.190

223

4.030

4.086

811

949

6.376

4.954

23.620

116.193

INGOM. ARECUPERO

18.941

51.772

28.588

2.152

10.517

22.264

134.235

6.844

2.374

30.338

39.556

4.616

18.573

2

19

2.407

1.879

27.496

201.287

RACCOLTASELETTIVA

2.384

104

10.170

1.864

3.907

984

521

4.705

24.639

2.309

499

636

627

4.070

253

14

232

419

33

18

230

544

1.743

30.453

ALTRO

4.404

56

12.247

5.680

9.241

14.261

596

42.288

88.773

8.630

8.037

909

17.575

894

130

28

12.305

819

273

8.093

157

22.700

129.048

TOTALERD

1.016.156

27.348

2.196.008

261.715

1.220.290

233.381

186.030

1.063.507

6.204.435

799.680

141.330

183.383

405.533

1.529.926

129.838

6.348

385.120

191.100

19.856

86.293

164.806

240.470

1.223.831

8.958.192

Page 36: L'italia del Recupero 2009

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

20072001 2002 2003 20052004 2006

826.350

950.059

936.624

1.090.8661.148.345

1.293.839

1.294.909

775.311

881.416

978.583

1,125.162

1.281.792

1.408.707

1.614.692

217.887

455.616 481.222

676.884586.1536

156.254 201.287

150.982

124.255 158.716

128.145 140.806163242 129048

79.418

0

66.737

74.126 101.436107.850 116.193

47.111

54.007 49.914 56.501 63.764 70.451 73.396

sfalci e potatureorganico tessili

altroRAEE ingombranti a recupero

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

20072001 2002 2003 20052004 2006

1.5671.688 1.942

2.1512.311

2.529

2.697

874870 926 985

1.0831.240 1.296

191

240 314

280343230

399

210 164 220 131 205337

361

carta vetro

metalli

legno

plastica

208340 336 457

500

580 642

36

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: ISPRA

GRAFICO 7: Raccolta differenziata per materiali (I) - Serie storica (000/ton)

Fonte: ISPRA

GRAFICO 8: Raccolta differenziata per materiale (II) - Serie storica (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Page 37: L'italia del Recupero 2009

37

I quantitativi trattati negli impianti di incenerimento per rifiuti urbani sonopassati da 2,3 milioni di tonnellate nel 2000 a 4,4 milioni di tonnellate nel2007.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: ISPRA

TABELLA 9: Incenerimento di rifiuti urbani - Serie storica (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Piemonte

Lombardia

Trent..A.A.

Veneto

F.-V.Giulia

E.Romagna

NORD

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

CENTRO

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

SUD

ITALIA

2000

96.243

917.221

75.421

172.955

132.403

547.903

1.942.146

142.089

31.994

21.000

195.083

16.149

168.271

184.419

2.321.648

2001

96.768

1.220.721

61.519

138.761

131.478

566.035

2.215.282

152.428

29.360

18.000

199.788

16.624

162.749

179.373

2.594.443

2002

84.271

1.342.315

79.938

141.025

121.345

567.796

2.336.690

141.476

24.317

20.500

186.293

22.196

116.575

138.774

2.661.727

2003

81.093

1.336.165

78.978

198.455

117.467

583.892

2.396.050

184.465

23.365

20.000

227.830

66.647

12.983

20.517

121.728

221.875

2.845.755

2004

79.729

1.524.955

81.000

180.630

118.565

587.094

2.571.973

202.368

25.600

18.983

-

246.951

48.700

25.000

20.506

166.511

260.717

3.079.641

2005

100.125

1.612.508

76.809

147.764

137.918

598.446

2.673.570

195.398

23.956

19.207

0

238.561

63.510

28.677

0

20.341

188.098

300.626

3.212.757

2006

100.252

1.773.376

64.999

159.463

127.589

588.970

2.814.649

188.591

23.622

21.085

-

233.298

14.151

27.391

-

17.026

157.528

216.096

3.264.043

2007

100.985

2.322.356

67.475

189.028

140.243

736.527

3.556.614

244.668

20.149

19.500

184.285

468.602

64.996

63.198

116.260

17.943

192.325

454.722

4.479.938

Page 38: L'italia del Recupero 2009

38

Le discariche continuano a rappresentare il principale sistema di smaltimento deirifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti urbani conferitain discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8 milioni di tonnellate.Negli stessi anni il numero delle discariche di prima categoria (per rifiuti urbani)si è più che dimezzato passando da 657 a 269, con le progressive chiusure noncompensate da nuove discariche.

La maggiore diminuzione del numero di discariche si è registrato al Sud, che èpassato da 456 discariche nel 2000 a 120 discariche nel 2007 (-71%), mentre alNord le discariche sono diminuite da 133 a 101 (-24%) e al Centro da 68 a 48(-29%).

Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini ditendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non esseresufficiente, permanendo in alcune aree, in particolare al Sud, situazioni dilatente, o effettiva, condizione emergenziale. Secondo il recente Rapportopresentato da FISE Assoambiente su “Gli impianti per il trattamento deirifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche distribuite sul territorionazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti autorizzati e nonpotranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti delle capacitàesistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: ISPRA

GRAFICO 9: Capacità di incenerimento per Regione 2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Lombardia 52%E. Romagna 16%

Trentino-Alto Adige 2%Friuli-Venezia Giulia 3%

Veneto 4%

Toscana 6%

Umbria 1%

Marche 0% Piemonte 2%

Sardegna 4%Lazio 4%

Puglia 2%

Basilicata 1% Calabria 3%

Sicilia 0%

Page 39: L'italia del Recupero 2009

39

È evidente che, per evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentalela ricerca di soluzioni alternative, che vanno individuate e progettatetempestivamente. Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere inconsiderazione e riguarda i tempi amministrativi e tecnici per realizzarenon solo ulteriori discariche, ma eventualmente sistemi a tecnologiacomplessa, come ad esempio gli impianti di incenerimento, qualenecessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi di riciclo deirifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori prevede daun minimo di quattro anni dall’approvazione del progetto, ad un massimodi quasi sei anni, considerando che su queste procedure incide in manierasignificativa anche il consenso locale alla realizzazione degli impianti.Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati, il Paese si trova giàin notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzionialternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.

Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolodel sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che neostacolano un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sonolegati non solo alla necessità e alla possibilità di espandere e migliorare laqualità delle raccolte differenziate, che richiede investimenti sia incomunicazione che in più adeguati sistemi di raccolta, ma anche esoprattutto alle difficoltà relative alla creazione ed al potenziamento deglisbocchi di mercato per le materie prime secondarie. La crisi dei mercati,iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, come risulta evidentenell’ultima parte di questo Studio, dedicata ai mercati, ha provocato unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesieuropei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, del prezzodelle materie prime e seconde. Questo ha aggiunto nuovi ostacoli allacreazione ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per i materialiottenuti dal riciclo, che in qualche caso (v. plastica) sono direttamenteconcorrenziali alle materie prime vergini, le cui quotazioni si sonoanch’esse ridotte, rendendo le stesse più competitive.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 40: L'italia del Recupero 2009

40

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Font

e: IS

PRA

TABE

LLA

10:

Qua

ntit

à di

rif

iuti

in d

isca

rich

e di

I ca

tego

ria

(per

rif

iuti

urb

ani)

- Se

rie

stor

ica

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Piemo

nte

V. d'A

osta

Lomb

ardia

Tre. A

. A.

Vene

to

Friuli

V. G

.

Ligur

ia

Emi. R

om.

NORD

Tosca

na

Umbr

ia

Marc

he

Lazio

CENT

RO

Abru

zzo

Moli

se

Camp

ania

Pugli

a

Basili

cata

Calab

ria

Sicilia

Sarde

gna

SUD

Italia

N. IM

PIANT

I 22 1 11 17 22 13 16 31 133 30 7 20 11 68 52 46 62 27 26 61 164 18 456

657

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.883

.523

60.35

4

1.716

.689

314.8

70

1.299

.861

250.5

08

976.2

94

1.873

.818

8.375

.919

1.269

.936

366.1

84

679.2

46

2.392

.246

4.707

.612

461.9

45

101.9

92

2.598

.206

1.727

.148

161.6

58

698.4

48

2.440

.129

644.3

62

8.833

.888

21.91

7.419

N. IM

PIANT

I 22 1 10 15 21 12 16 29 126 31 7 19 11 68 58 40 56 22 28 48 156 17 425

619

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.647

.132

57.70

6

1.503

.737

272.2

82

1.166

.733

236.7

53

871.3

59

1.690

.238

7.445

.940

1.087

.963

391.9

57

571.1

62

2.620

.620

4.671

.702

504.3

12

131.4

51

1.655

.569

1.724

.564

179.4

47

731.4

97

2.244

.087

714.2

91

7.885

.218

20.00

2.860

N. IM

PIANT

I 22 1 9 14 20 12 16 29 123 28 6 17 10 61 51 34 44 23 31 41 130 14 368

552

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.562

.233

56.03

6

1.156

.978

229.4

78

1.019

.819

210.3

58

817.8

86

1.413

.011

6.465

.799

951.6

73

306.3

34

632.1

06

2.791

.308

4.681

.421

484.1

63

103.0

76

1.558

.239

1.673

.451

185.9

07

769.9

23

2.319

.792

606.0

54

7.700

.605

18.84

7.825

N. IM

PIANT

I 26 1 7 14 19 11 15 29 122 25 6 16 10 57 41 29 27 20 30 38 109 14 308

487

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.323

.767

59.48

0

1.086

.407

207.7

86

779.9

10

182.3

10

806.8

36

1.418

.512

5.865

.008

817.2

01

344.0

08

660.6

18

2.718

.895

4.540

.722

531.7

76

86.70

4

1.343

.014

1.696

.578

194.5

05

706.7

31

2.317

.677

713.6

13

7.590

.598

17.99

6.328

N. IM

PIANT

I 24 1 7 14 20 9 15 27 117 20 6 16 10 52 33 26 5 19 15 29 93 12 232

401

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.259

.623

55.87

7

936.7

77

208.8

00

801.2

73

312.4

37

781.1

28

1.123

.661

5.479

.576

1.118

.942

259.8

30

632.4

89

2.803

.438

4.814

.699

525.4

99

93.99

0

1.060

.412

1.823

.243

177.7

13

705.1

26

2.428

.497

632.9

79

7.447

.459

17.74

1.734

N. IM

PIANT

I 22 1 6 14 17 9 15 26 110 22 6 16 10 54 27 14 3 18 12 25 66 11 176

340

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.244

.092

50.00

0

731.7

19

193.6

44

830.8

97

233.6

85

759.4

88

1.194

.701

5.238

.226

1.164

.247

317.1

75

571.3

47

2.694

.250

4.747

.019

519.4

90

127.2

68

801.0

56

1.843

.688

140.3

37

791.9

61

2.372

.797

643.8

85

7.240

.482

17.22

5.727

N. IM

PIANT

I 19 1 6 14 17 8 15 27 107 21 6 15 11 53 24 15 3 17 14 18 43 9

143

303

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.156

.887

48.95

9

576.0

34

192.8

39

847.9

92

223.3

81

879.9

27

1.093

.343

5.019

.362

1.286

.501

335.9

99

569.6

99

2.855

.022

5.047

.221

565.1

16

119.8

06

758.5

13

1.892

.556

141.0

81

634.7

57

2.545

.688

561.9

54

7.219

.471

17.28

6.054

N. IM

PIANT

I

101 48 120

269

QUAN

TITÀ

SMAL

TITA

T/A

1.029

.108

48.42

6

479.4

44

156.2

07

688.7

05

173.0

21

900.5

72

1.081

.152

4.556

.635

1.291

.877

322.0

41

547.2

80

2.790

.357

4.951

.555

551.9

05

127.2

71

1.082

.812

1.957

.237

177.6

68

515.5

74

2.695

.015

502.2

45

7.403

.727

16.91

2.917

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Page 41: L'italia del Recupero 2009

41

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 10: Numero di discariche per macroaree - Serie storica

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

100

200

300

400

500

600

700

2000 2001 2002 2003 20052004 2006

SudNord Centro

133

68

2007

Italia

68 61 57 52 54 53 48

126 123 122 117 110 107 101

456425

368

308

232

176143

120

657619

552

487

401

340303

269

Fonte: ISPRA

GRAFICO 11: Quantità di rifiuti in discarica per Regione (000/ton)

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.0002.790

2.695

1.957

1.291

1.082 1.081 1.029

688

900

551 547 515 502 479322

177 173 156 12748

Lazi

o

Sici

lia

Pugl

ia

Tosc

ana

Cam

pani

a

Emili

a Ro

mag

na

Piem

onte

Ligu

ria

Vene

to

Abr

uzzo

Mar

che

Cal

abria

Sard

egna

Lom

bard

ia

Um

bria

Basi

licat

a

Friu

li Ve

nezi

a G

iulia

Tren

tino

Alto

Adi

ge

Mol

ise

Vene

to

Fonte: ISPRA

Page 42: L'italia del Recupero 2009

42

Nel ciclo del recupero agiscono diversi soggetti per la raccolta, il trattamento e ilconferimento alle industrie di riciclaggio e quindi la trasformazione industriale.

La rete del recupero è molto ampia e comprende, oltre agli operatori dellaraccolta dei rifiuti e dei materiali, un’ampia rete di piattaforme di trattamento erecupero dei materiali.La rete delle piattaforme prepara i materiali e li conferisce alle industrie diriprocesso dei materiali.

Gli impianti di recupero

Gli impianti di recupero e trattamento dei rifiuti rappresentano una rete diffusain tutta Italia.A seguito del citato Censimento presentato da FISE Assoambiente (“Gli impiantiper il trattamento dei rifiuti”, 2009), è stato possibile mappare la presenza edistribuzione anche degli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12),presenti in ambito nazionale agli inizi del 2008: il numero di tali impianti risultapari a 6.404, con una capacità di trattamento autorizzata annua di circa 150,8milioni di tonnellate (che include però anche quella presso le industrieproduttive). Fra questi, gli impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiutinon pericolosi rappresentano il 91% del totale delle capacità autorizzate.

La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambitonazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al datoriscontrato al Centro (18%) e al Sud (13%).

Per una visione complessiva degli impianti di recupero è necessario comunqueincludere anche il numero e la capacità degli impianti autorizzati come R13, in cuiviene effettuata la messa in riserva (associata o meno ad altri trattamenti) primadell’avvio ad una delle operazioni di recupero identificate con le voci da R1 a R12.Dal censimento sopra richiamato di FISE Assoambiente, emerge che, anche inquesto caso, su una capacità autorizzata totale pari a circa 21 milioni di tonnellate(relativa agli impianti autorizzati unicamente come R13 e non effettuano altritrattamenti), il 76% delle capacità è concentrato al Nord del Paese.

In ogni caso, va tenuto presente che nel calcolo precedente sono stati inclusi(oltre che le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impiantiproduttivi) anche quegli impianti che effettuano trattamenti intermedi, e chequesto potrebbe comportare una duplicazione del dato, che non può essereepurato. Inoltre, la capacità autorizzata va intesa come capacità massimautilizzabile, ed è solitamente più elevata di quella realmente utilizzata nelnormale funzionamento di un impianto il quale difficilmente, per diversi motivi,viene sfruttato sempre a pieno regime.Da tutto ciò emerge che il dato riscontrato (150 milioni di tonnellate di capacitàautorizzata) risulta con ogni probabilità sovrastimato rispetto alla possibilità direcupero effettivo e sicuramente superiore a quello relativo alle quantitàrealmente recuperate.

LA RETE DEIRECUPERATORI E DEI

RICICLATORI

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 43: L'italia del Recupero 2009

43

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: FISE Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia”, 2009

TABELLA 11: Impianti di recupero dei rifiuti - inizio 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TOTALE ITALIA

NORD

CENTRO

SUD

IMPIANTI R13

IMPIANTI R13 CON

ALTRE OPERAZIONI

DI RECUPERO

NORD (SOLO R13)

NORD (ANCHE R13)

CENTRO (SOLO R13)

CENTRO (ANCHE R13)

SUD (SOLO R13)

SUD (ANCHE R13)

N

5.884

4.102

1.005

777

1958

1770

1165

1152

491

212

302

406

CAPAC. AUT.

137.637.940

76.956.709

39.266.447

21.414.784

15.759.590

105.085.012

9.098.590

25.255.012

3.763.000

69.570.000

2.898.000

10.260.000

N

439

292

99

48

255

220

210

162

34

47

11

11

CAPAC. AUT.

12.496.023

7.001.440

4.881.512

586.071

4.963.044

4.190.202

4.390.984

3.889.532

477.060

196.670

95.000

104.000

N

81

38

19

24

39

12

17

3

11

7

11

2

CAPAC. AUT.

710.753

604.642

35.513

70.598

19.020

481.669

6.920

176.331

1.600

303.338

10.500

2.000

N

6.404

4.432

1.123

849

2.252

2.002

1.392

1.317

536

266

324

419

CAPAC. AUT.

150.844.716

84.562.791

44.183.472

22.071.453

20.741.654

109.756.883

13.496.494

29.320.875

4.241.660

70.070.008

3.003.500

10.366.000

IMPIANTI DI RECUPERODI RIFIUTI NON PERICOLOSI

IMPIANTI DI RECUPERONON PERICOLOSI E PERICOLOSI

IMPIANTI RECUPERORIFIUTI PERICOLOSI

TOTALE

Page 44: L'italia del Recupero 2009

44

Nell’ultimo decennio sono progressivamente cresciuti il trattamento meccanico-biologico e la produzione di CDR dai rifiuti urbani.Gli impianti specifici per il trattamento meccanico-biologico e produzione CDRdai rifiuti urbani risultano 133 nel 2007 e si stima che abbiano trattato oltre 9,5milioni di rifiuti urbani con una consistente crescita rispetto al 2003 (+28%).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 12: Impianti di recupero dei rifiuti per macroaree

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

5.884

impianti rifiuti non pericolosi

SudNord CentroTotale Italia

4.102

1.005 777

439 29299 48 81 38 19 24

6.404

4.432

1.123849

impianti rifiuti non pericolosi e pericolosi

impianti rifiuti pericolosi

totale

Fonte: Fise Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia 2009”

Page 45: L'italia del Recupero 2009

45

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

2003 2004 2005 2006 2007

Piemonte 258.191 370.686 388.750 418.134 517.318 15

Lombardia 646.729 677.638 742.330 847.895 807.420 12

Trentino 3.928 3.263 3.377 15.100 12.811 1

Veneto 570.703 620.509 591.194 520.309 538.367 10

Friuli 206.819 183.292 198.525 240.999 236.581 4

Liguria 97.049 194.381 204.649 143.145 3

Emilia 518.414 581.366 700.390 887.896 798.398 12

NORD 2.204.784 2.533.802 2.818.947 3.134.982 3.054.040 57

Toscana 900.577 931.663 1.034.081 988.514 1.055.922 17

Umbria 301.785 306.901 313.167 320.489 423.584 4

Marche 152.526 166.212 182.197 210.412 192.969 5

Lazio 499.787 394.695 454.610 576.593 835.091 10

CENTRO 1.854.975 1.799.470 1.984.055 2.096.008 2.507.566 36

Abruzzo 120.871 149.845 126.891 114.861 335.889 9

Molise 47.700 57.796 50.914 53.089 52.327 1

Campania 2.705.478 2.258.727 2.522.408 2.407.454 2.200.707 7

Basilicata 5.795 12.152 289.143 302.041 3

Puglia 161.000 148.795 229.506 28.640 55.349 5

Calabria 205.450 266.562 392.747 456.763 553.027 7

Sicilia 59.721 47.021 100.000 118.895 115.736 2

Sardegna 121.211 159.424 220.621 346.677 395.438 6

SUD 3.421.431 3.093.965 3.655.239 3.815.522 4.010.514 40

Italia 7.480.890 7.427.237 8.458.241 9.046.512 9.572.120 133

NUMEROIMPIANTI 2007

Tabella 12: Trattamento meccanico-biologico e produzione CDR dai rifiuti urbaniindifferenziati per Regione - Serie storica (ton)

Fonte: ISPRA

Page 46: L'italia del Recupero 2009

46

Le piattaforme di recupero dei materiali

Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge unimportante ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materialiriciclabili quali carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceverifiuti in entrata dalla raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai Consorzi di filiera delSistema Conai, si contano 486 piattaforme di raccolta dei materiali dariciclare.Di queste, 272 sono piattaforme dedicate principalmente al recupero dellegno, 76 al recupero della carta, 30 a quello del vetro, 12 a quello dellaplastica e 41 raccolgono più materiali.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 13: Quantità di rifiuti biostabilizzati o trasformati in CDR per Regione (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

400

800

1.200

1.600

2.000

2.4002.200

1.055

835 807 798

553 538 517423 395 335

302 236 192 143 11555 52 12

Cam

pani

a

Tosc

ana

Lazi

o

Lom

bard

ia

Emili

a Ro

mag

na

Cal

abria

Vene

to

Piem

onte

Um

bria

Sard

egna

Abr

uzzo

Basi

licat

a

Friu

li Ve

nezi

a G

iulia

Mar

che

Ligu

ria

Sici

lia

Pugl

ia

Mol

ise

Tren

tino

Alto

Adi

geFonte: ISPRA

Page 47: L'italia del Recupero 2009

CARTA LEGNO CARTA CARTA PIATTAFORME CON REGIONI CARTA LEGNO LEGNO PLASTICA PLASTICA PLASTICA LEGNO VETRO TOTALE SELETT.AUTOM.

PLASTICA ALLUMINIO

Piemonte 6 2 38 1 2 2 1 52 5

Valle d' Aosta 1 1 -

Lombardia 17 4 38 3 2 2 1 8 75 12

Trentino A. A. 4 10 14 1

Veneto 6 9 30 1 2 5 53 10

Friuli V. G. 1 6 1 8 3

Liguria 1 1 7 1 1 11 1 23 4

Emilia Romagna 12 5 37 4 1 1 1 2 63 4

NORD 46 23 166 7 6 6 18 17 289 39

Toscana 1 1 20 1 2 2 27 4

Umbria 2 1 1 1 5 2

Marche 1 14 1 1 17 -

Lazio 8 3 23 1 2 37 5

CENTRO 10 6 58 2 2 1 2 5 86 11

Abruzzo 2 13 1 16 1

Molise 1 1 2 -

Campania 12 8 12 2 3 37 12

Puglia 2 4 11 1 3 21 8

Basilicata 1 3 4 -

Calabria 5 5 1 1 12 4

Sicilia 3 6 16 1 1 2 29 2

Sardegna 3 2 5 9

SUD 20 26 48 2 4 2 1 8 111 36

ITALIA 76 55 272 11 12 9 21 30 486 86

47

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 13: Piattaforme di raccolta per tipo di materiale 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: Consorzi di filiera CONAI

Page 48: L'italia del Recupero 2009

48

Gli impianti di riprocesso industriale dei materiali

Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperaticorrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.In Italia sono presenti 27 acciaierie, di cui 24 collocate al Nord, che riutilizzanorottami di ferro.Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.Gli impianti di produzione del pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.Gli impianti di utilizzo delle plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28al Sud.Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e30 al Sud.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: Consorzi di filiera CONAI

GRAFICO 14: Numero di piattaforme per la raccolta di materiali e per macroaree 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

50

100

150

200

250

300

46

carta

carta

/legn

o

legn

o

legn

o/pl

astic

a

plas

tica

carta

/pla

stica

carta

legn

o pl

astic

a

vetro

tota

le

10

166

289

86

111

171866

20852 11 242

68

2 27

48

6

2623

SudNord Centro

Page 49: L'italia del Recupero 2009

49

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA14: Impianti di riprocesso industriale dei diversi materiali 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

REGIONI ACCIAIERIE VETRERIE CARTIERE ALLUMINIO LEGNO PLASTICA TOTALE

Piemonte 1 1 5 2 1 9 11

Valle d' Aosta 0 0 0 0 0 1 0

Lombardia 16 6 15 7 6 23 66

Trentino A. A. 1 2 1 0 0 1 5

Veneto 3 6 10 4 0 18 26

Friuli V. G. 2 2 2 0 2 2 10

Liguria 0 3 1 0 0 0 4

Emilia Romagna 1 2 5 2 4 8 15

NORD 24 22 39 15 13 62 137

Toscana 0 2 12 0 1 3 15

Umbria 0 2 1 0 0 2 3

Marche 0 0 2 1 0 1 3

Lazio 0 1 8 0 0 1 9

CENTRO 0 5 23 1 1 7 30

Abruzzo 0 1 0 1 0 2 2

Molise 0 0 0 1 0 0 1

Campania 0 1 4 5 1 9 11

Puglia 1 3 0 1 0 5 6

Basilicata 1 0 0 0 0 1 2

Calabria 0 0 1 0 0 0 1

Sicilia 1 1 1 0 7 4

Sardegna 0 0 3 0 0 4 3

SUD 3 6 8 9 1 28 30

ITALIA 27 33 70 25 15 97 197

Fonte: Consorzi di Filiera CONAI

Page 50: L'italia del Recupero 2009

50

Indagine sulle piattaforme di recupero dei rifiuti

FISE UNIRE ha condotto un’indagine sulle piattaforme di recupero dei principalimateriali derivati dai rifiuti.Il campione è composto da 168 casi, di cui 105 al Nord, 18 al Centro e 45 al Suded è stato determinato in base alle risposte pervenute a un questionariodistribuito a tutte le imprese iscritte a FISE UNIRE.Il campione così costruito rappresenta il 34% del totale delle piattaforme direcupero italiane che, secondo i dati forniti da CONAI e dai Consorzi di filierarisultano 486 (Tabella 17).La distribuzione territoriale delle piattaforme del campione rispecchiasostanzialmente, in percentuale, la distribuzione territoriale dell’universo: il 59%delle aziende intervistate (101 casi) è localizzato al Nord (62% le aziendedell’universo localizzate al Nord), il 18% è localizzato al Centro (11% l’universo)e il 23% al Sud (27% l’universo).

La maggior parte delle piattaforme del campione trattano tutte le tipologie dimateriali (carta e cartone, metalli, vetro e plastica) o le principali di esse.Il 68% delle piattaforme del campione operano in autorizzazione ordinaria,mentre il 32% in autorizzazione semplificata.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 15: Impianti industriali di riprocesso dei materiali recuperati 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

40

80

120

160

200

acciaierie

SudNord Centro

24

0

Italia

22

39

113 15

7

3027 33

9

62

1

137

3 5

70

28 30

97

197

6

23

815

1

vetrerie cartiere alluminio legno plastica totale

25

Fonte: Consorzi di filiera CONAI

Page 51: L'italia del Recupero 2009

51

Il dato sul fatturato è stato fornito solo da 113 piattaforme che,complessivamente, fatturano oltre 312 milioni di euro. Mediamente ogni piattaforma fattura 2,7 milioni di euro, con le piattaforme alNord che presentano un fatturato medio di 3 milioni di euro, al Centro di 2,5milioni di euro e al Sud 1,6 milioni di euro. Questi valori diversificati indicano che al Nord le piattaforme sono mediamentepiù grandi rispetto al Centro e al Sud.I valori si riavvicinano se misurati per fatturato, per tonnellate di rifiuto iningresso e per materiale in uscita.Il fatturato medio per materiale in entrata è di 107 euro/tonnellata, e varia da111euro/ton al Nord a 91 euro al Sud, mentre il fatturato del materiale in uscitavaria da 135 euro/tonnellata al Nord a 104 euro/tonnellata al Centro.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 16: Regime autorizzativo

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

autorizzazione ordinaria 68%

autorizzazione semplificata 32%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

TABELLA 15: Materiale in entrata e in uscita dalle piattaforme

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

N. COMUNI SERVITI

1.708

0.351

00.39

2.098

PIATTAFORME NUMERO CAMPIONE

081

015

017

113

MATERIALE IN ENTRATA(ton)

2.210.659

0.384.996

0.317.547

2.913.202

MATERIALI IN USCITA (ton)

1.816.778

0.372.294

0.229.148

2.418.219

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 52: L'italia del Recupero 2009

52

In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni ditonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentano il 43%, la plasticail 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il 10%.In particolare, la frazione della carta e cartone è composta per il 53% da cartone,per il 43% da cartaccia mista e per il 4% da altre carte.Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine del 2008, un confrontodelle quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre del 2009 rispetto alprimo trimestre 2008 mostra andamenti diversi per i singoli materiali: la carta ecartone in entrata sono cresciuti del 21% insieme al vetro (+26%), mentre sonodecresciuti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 16: Fatturato delle piattaforme di recupero

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

FATTURATO MEDIOPER COMUNE

(EURO)

143.549

109.799

737.107

148.937

FATTURATO MEDIO PIATTAFORMA

(EURO)

3.026.942

2.569.308

1.691.011

2.765.213

FATTURATO MEDIOPER MATERIALE IN

ENTRATA(EURO/TON)

111

100

091

107

FATTURATO MEDIOPER MATERIALE IN

USCITA (EURO/TON)

135

104

125

129

FATTURATO ATTIVITÀ DI

RECUPERO 2008(EURO)

245.182.289

038.539.618

028.747.179

312.469.086

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

NORD

CENTRO

SUD

TOTALE ITALIA

ton. complessive

carta e cartone

1.116.570

0.248.125

0.309.482

1.674.178

di cui cartaccia

mista

447.489

104.020

116.361

667.871

di cui cartone

ca440.356

0047.734

179.148

667.239

di cui altro

macero

182.156

0025.588

0011.848

219.592

plastica

216.311

023.301

050.339

289.952

vetro

0.774.247

0.069.257

0.136.014

9.795.185

metalli

318.980

00.12.864

0.018.827

3.506.733

rifiuti elettrici edelettronici

2.258

01.908

07.997

12.164

legno

42.531

12.229

16.461

71.221

multi-materiale

231.157

136.832

055.799

423.789

ALTRO

190.335

020.356

034.555

245.246

TOTALEtutti

materiali

2.487.786

0.446.966

0.617.978

3.552.731

TABELLA 17: Rifiuti in ingresso (ton)

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 53: L'italia del Recupero 2009

53

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 18: Rifiuti in ingresso - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre 2009

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO MULTIMATERIALE

NORD

CENTRO

SUD

TOTALE ITALIA

I° trimestre2008

0.255.994

0.054.819

1.010.405

1.321.218

I° trimestre2009

0.249.409

0.046.191

1.308.612

1.604.212

I° trimestre2008

104.096

009.050

027.282

140.428

I° trimestre2009

112.246

09.010

055.999

177.255

I° trimestre2008

053.033

006.601

0041.191

100.825

I° trimestre2009

55.047

05.212

10.156

70.415

I° trimestre2008

926.082

003.103

0014.583

943.768

I° trimestre2009

673.867

001.910

011.164

686.942

I° trimestre2008

76.868

05.645

03.581

86.094

I° trimestre2009

68.789

06.286

04.652

79.727

I° trimestre2008

43.052

39.735

06.293

89.080

I° trimestre2009

46.933

30.044

09.077

86.053

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

GRAFICO 17: Tipologia dei rifiuti in ingresso

altro 6%

carta 43%

RAEE 0%

plastica 7%

vetro 24%

metalli 8%

legno 2%

multimateriale 10%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 54: L'italia del Recupero 2009

54

I canali di approvvigionamento delle piattaforme sono diversi: in particolare, irifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% del totale deimateriali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria, e grandedistribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, daimportazione il 3%.Dei rifiuti urbani e assimilati il 75% sono raccolti in convenzione CONAI/Consorzie il 25% non in convenzione.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 18: Tipologia della carta e cartone in ingresso

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

altro macero 3,46%

cartaccia 42,87%

cartone 53,67%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

GRAFICO 19: Fonti di approvvigionamento delle piattaforme di recupero

altro 5%

raccolta differenziati(urbani e assimilati) 53%

intermediari o altri recuperatori 8%

servizi ed uffici 1%

industrie, commercio egrande distribuzione 30%

import 3%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 55: L'italia del Recupero 2009

55

Complessivamente i rifiuti in uscita nel 2008 dal totale delle piattaformeintervistate sono pari ad altre 3 milioni di tonnellate.Di queste, il 54% sono materiali cartacei, il 27% vetro e il 10% plastica, il 4%legno e il 2% metalli.Nel confronto tra primo trimestre 2008 e primo trimestre 2009, si registra unaumento della carta e cartone (+7%) e del legno in uscita (+13%) e unadiminuzione per il vetro (-7%), per la plastica (-18%) e per i metalli (-31%).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 20: Principali tipologie di rifiuto in entrata e circuito di provenienza dei rifiutiurbani

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

circuito CONAIconsorzi 75%

speciali 33%

urbani e assimilati67%

non in convenzione

25%

Fonte : Indagine FISE UNIRE 2009

TABELLA 19: Materiali in uscita dalle piattaforme per area geografica (ton)

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

CARTA

1.238.594

0.199.297

0.198.879

1.636.770

VETRO

535.753

123.007

149.163

807.923

PLASTICA

221.801

035.446

052.839

310.085

METALLI

36.275

12.781

17.426

66.483

LEGNO

074.486

020.884

018.708

114.078

ALTRO

42.751

20.524

17.422

80.697

TOTALE

2.149.661

0.411.939

0.454.437

3.016.037

Fonte: Indagine piattaforme FISE UNIRE 2009

Page 56: L'italia del Recupero 2009

56

In particolare, il materiale cartaceo in uscita è composto prevalentemente dacartaccia mista (33%), cartone ondulato (43%), riviste e quotidiani (10%) efrazioni minori di high grades, kraft e special grades.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 21: Tipologia di MPS in uscita in % sul totale

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Fonte : Indagine FISE UNIRE 2009

CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO

NORD

CENTRO

SUD

TOTALE ITALIA

I° trimestre2008

198.752

35.016

873.012

1.106.781

I° trimestre2009

206.345

27.765

954.558

1.188.669

I° trimestre2008

56.132

22.410

34.634

113.177

I° trimestre2009

60.105

19.008

26.505

105.618

I° trimestre2008

16.757

10.355

29.696

56.808

I° trimestre2009

15.848

6.483

24.354

46.685

I° trimestre2008

13.335

2.974

16.208

32.516

I° trimestre2009

6.930

2.142

13.094

22.165

I° trimestre2008

5.664

6.839

4.247

16.750

I° trimestre2009

8.289

5.051

5.652

18.992

TABELLA 20: Materiali in uscita - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre 2009 (ton)

legno 4%

altro 3%

vetro 27%

carta 54%

plastica 10%

metalli 4%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 57: L'italia del Recupero 2009

57

Il vetro in uscita è composto per il 63% da vetro verde misto, per il 23% da vetromezzo bianco, per il 10% da vetro giallo e per il 4% da vetro bianco.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 22: Tipologia di carta e cartone MPS in uscita

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

special grades 1%

cartaccia mista 33%riviste 7%

cartone ondulato 43%

de-inking 5%

quotidiani 3%

medium grades 3%

high grades 2%

kraft grades 1%

vetro giallo 10%

vetro verde misto 63%

vetro mezzo bianco 23%

vetro bianco 4%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

GRAFICO 23: Tipologia di vetro MPS in uscita

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 58: L'italia del Recupero 2009

58

Il materiale in uscita è stato destinato per la maggior parte (71%) alle industriedi trasformazione, per il 19% ad intermediari e recuperatori e per il 10%all’esportazione.La destinazione geografica del materiale è prevalentemente l’Italia (92%), l’UEper il 2%, e i Paesi extra Ue per il 6%.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 21: Materiali in uscita dalle piattaforme per destinazioni (ton)

GRAFICO 24: Destinazione dei materiali in uscita

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

INDUSTRIE

464.245

136.001

191.768

792.014

TOTALE

0920.986

159.770

288.717

1.369.473

INTERMEDIARIRECUPERATORI

281.935

16.897

83.172

382.004

EXPORT

174.806

6.872

13.777

195.455

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

export 10% industrie di trasformazione 71%

intermediari ed altrirecuperatori 19%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 59: L'italia del Recupero 2009

59

Gli scarti in uscita dalle piattaforme nel 2008 sono pari complessivamente adoltre 500 mila tonnellate e sono stati avviati per il 68% in discarica, per il 16%ad incenerimento e per il 16% ad altre forme di smaltimento.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 25: Destinazione geografica dei materiali in uscita

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Paesi extra-UE 6%

Paesi UE 2%

Italia 92%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

TABELLA 22: Scarti avviati a smaltimento (ton)

DISCARICA

296.661

52.223

43.293

392.177

ALTRO

83.409

6.833

2.025

92.267

INCENERIMENTO

077.063

9.985

2.348

89.395

TOTALE

45.7132

69.040

47.666

573.839

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 60: L'italia del Recupero 2009

60

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 26: Destinazione degli scarti (% sul totale)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

altro 16%

discarica 68%incenerimento 16%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 61: L'italia del Recupero 2009

Negli ultimi dieci anni, in Europa e in Italia, il recupero dei rifiuti è diventatoun importante settore economico che coinvolge operatori e imprese nellafase di raccolta, di recupero e trattamento, nonchè di riciclo e riprocesso deimateriali recuperati.

L’industria del recupero e del riciclaggio costituisce anche un importantesettore dell’economia nazionale, caratterizzato da una forte innovazionetecnologica e rappresenta l’anello finale di un ciclo che garantisce l’effettivoriutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti risultatiambientali: da una parte togliendo rifiuti alle forme di smaltimento indiscarica e mediante incenerimento, e dall’altra riducendo così l’uso dimaterie vergini nei processi industriali.

Il settore del recupero e del riciclaggio dei rifiuti non ha solo un importanteaspetto economico ma anche ambientale, non solo per la crescita di rifiutiche vengono sottratti allo smaltimento, ma anche per altri motivi.

Le operazioni di riciclo comportano, come effetto del reimpiego industrialedei materiali e quindi della sostituzione di cicli produttivi basati su materieprime, producono benefici ambientali quali:- riduzione dell’estrazione di materie prime;- riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2 climalteranti;- riduzione delle emissioni atmosferiche direttamente o indirettamente

connesse ai cicli produttivi;- riduzione dei consumi idrici e delle emissioni idriche.

Nella fase della raccolta dei rifiuti urbani e speciali sono cresciuti nuovisistemi di raccolta differenziata, che conferiscono alla rete dei centri direcupero, e piattaforme che trattano i materiali raccolti prima di portarlicome materie prime secondarie agli impianti industriali di produzione dicarta e cartone, vetro, plastica, acciaio, alluminio, pannelli in legno emateriali da costruzioni.

La raccolta differenziata dei diversi materiali è perciò funzione del sistemadi riciclo e della richiesta delle materie prime secondarie da parte delmercato e la crescita del settore del recupero è strettamente legata ai settoriproduttivi e al mercato che riutilizzano le materie secondarie, quali cartiere,vetrerie, acciaierie, lavorazione polimeri, produzione truciolati.

L’industria del riciclo, anche sotto la spinta del recupero crescente dei rifiuti,ha mostrato in questo decennio una forte dinamicità in Italia e in Europacrescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria nel suocomplesso.

La disponibilità di materie prime secondarie è perciò diventata basilare perdiversi settori industriali.In molti comparti l’utilizzo delle materie prime secondarie rappresenta unaquota preponderante in rapporto all’uso delle materie prime e delle materievergini.

RECUPERO ERICICLAGGIO DEI

RIFIUTI E MERCATODELLE MATERIE

PRIME SECONDARIE

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

61

Page 62: L'italia del Recupero 2009

62

Per acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzioneè costituito da materie secondarie.Il settore del recupero dipende da un ampio sistema di raccolta dellematerie provenienti da diversi canali di consumo: dai rifiuti urbani e dalconsumo delle famiglie, dai rifiuti speciali, che nascono dalle attivitàproduttive, commerciali e terziarie, dagli sfridi di produzione dei processiproduttivi industriali e dalla dismissione dei beni di largo consumo qualiauto, apparecchi elettronici, nonché dall’ampio settore delle costruzioni edemolizioni.

Nella fase della raccolta e recupero operano due grandi reti: quellapubblica, attiva principalmente nella raccolta di imballaggi dai rifiuti urbani,e quella privata, attiva principalmente nella raccolta dei rifiuti speciali e peruna parte minore dei rifiuti urbani.

Dopo la prima fase della raccolta, il sistema del recupero attraverso lepiattaforme interviene con attività di selezione e pretrattamento deimateriali per poter conferire le materie ottenute alle imprese di riciclaggio(vetrerie, cartiere, acciaierie, produttori di truciolati, etc.).

Va considerato inoltre come il ciclo del recupero, composto da raccolta,selezione, trattamento e riciclaggio veda una presenza diversa di soggetti eimprese nei diversi settori dei materiali.La presenza di componenti diverse nelle filiere di ciascun materiale conducea situazioni di gestione del ciclo di recupero in cui i diversi operatoripossono avere interessi convergenti ma anche diversi dal punto di vistaeconomico e organizzativo.

L’importanza dell’uso del materiale recuperato nei processi produttivi finalisi può calcolare come peso relativo dell’uso del materiale recuperato(materie prime secondarie) rispetto all’uso della materia prima.La materie prime secondarie, che nascono dalla valorizzazione della raccoltadifferenziata di origine urbana e non, nonché degli sfridi di produzione,hanno superato, in alcuni settori, l’uso delle materie prime vergini e la lorodomanda risulta crescente negli anni.Nel settore dell’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperatirappresenta quasi il 64% della produzione finale di metalli, nel settore dellacarta e cartone oltre il 55% della produzione di carta e cartone, nel vetrocavo oltre il 50%, nel settore della plastica il 18%.

Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione edemolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate dimateriali, di cui 18 milioni di metalli, 6,3 milioni di carta e cartone, 3,9milioni di legno, 1,6 milioni di vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno2007).

Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte conl’importazione netta di diversi materiali, in particolare con 5,6 milioni di

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 63: L'italia del Recupero 2009

63

tonnellate di rottami ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 milatonnellate di legno, 385 mila tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate divetro. Il settore della carta e cartone, la cui capacità di raccolta in Italia, hasuperato la capacità di riciclaggio, è stato l’unico a presentare unaesportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.

Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuitourbano si ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milionidi organico e verde; 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone; 1 milionedi tonnellate di vetro; 400 mila tonnellate di legno; oltre 340 milatonnellate di plastica.

Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni ditonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellatesono imballaggi di cartone; 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi dilegno, 395 mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellatesono imballaggi in plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 milatonnellate in alluminio.

Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milionidi tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1milioni di tonnellate di legno, 493 mila di alluminio, 212 mila di plastica,242 mila di vetro.

Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quellodei materiali organici.Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1milioni di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milione ditonnellate di rifiuti organici urbani, 1,1 milione di tonnellate di rifiuti daverde urbano, e 1 milione di tonnellate di fanghi e altri materiali organici.

Più complessa è la valutazione dei materiali inerti recuperati e riciclati dal settoredelle costruzioni e demolizioni, da cui si stima che vengano recuperati circa 3,1milioni di tonnellate di ferro e 872 mila tonnellate di legno.Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti2008”, in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni ditonnellate di rifiuti inerti all’anno.Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, nell’anno2008, quasi il 100% del materiale conferito appartiene alla famiglia deicodici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione -compreso il terreno proveniente da siti contaminati).

Riguardo agli aspetti quantitativi, da uno studio ANPAR del 2009 ogni anno inEuropa risulta che sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D.Essi rappresentano il 31% della produzione totale di rifiuti in Europa. In base allo studio in Italia si riscontra una situazione di arretratezza delrecupero di detti rifiuti, soprattutto se si confrontano i dati nazionali conquelli di altri Stati europei.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 64: L'italia del Recupero 2009

64

I dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend positivo dellaproduzione di rifiuti inerti, ma secondo lo studio ANPAR gli impianti difrantumazione registrano un trend negativo dei conferimenti, con unadiminuzione del trattamento nel 2008 rispetto al 2007.

Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che specialivengono recuperati in forma di energia.Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nelsettore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel2007 su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3milioni di tonnellate erano rifuti urbani indifferenziati, 319 mila eranofrazione secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila erano CDR,39 mila rifiuti sanitari e 486 mila rifiuti speciali.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 23: Stima del mercato del recupero e del riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

MATERIALI

Acciaio

Alluminio

Carta

Legno

Plastica (2007)

Vetro

totale

Frazione organicaselezionata (2007)

Verde (2007)

Fanghi e altro (2007)

Totale compostaggio

IMBALLAGGI

DA RU

RACCOLTI

155

6

894

153

306

995

2.509

ALTRI MATERIALI

DA RIFIUTI

URBANI

1.548

316

74

1.938

IMBALLAGGI

COMMERCIALI E

INDUSTRIALI

241

32

2.413

1.366

366

395

4.813

RACCOLTA ALTRI RIFIUTI

SPECIALI E SFRIDI DI

PRODUZIONE DA C&D

18.243

493

1.460

2.105

212

242

22.755

TOTALE

RACCOLTA

DI MATERIA

18.639

531

6.315

3.940

958

1.632

32.015

1272

1096

812

3180

IMP. NETTO +

EXP. NETTO -

5.613

417

-987

560

385

202

6.190

RECUPERO

RICICLAGGIO

DI MATERIA

24.252

948

5.328

4.500

1.343

1.834

38.205

Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali, comprendenteacciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici, hasuperato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71%, dalla raccolta di rifiuti specialie sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di imballaggi industriali e commercialie per il 14% dalla raccolta di rifiuti e imballaggi urbani.La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% del totaledei materiali recuperati.

Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore dell’acciaio, che rappresentail 58% del totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi interamente da

CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA

Page 65: L'italia del Recupero 2009

65

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 27: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio,carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - % sul totalerecupero)

Raccolta altri materiali da rifiuti urbani 6%

Raccolta imballaggi commerciali

e industriali 15%

Raccolta imballaggi da RU 8%

Raccolta altri rifiuti speciali e sfridi di produzione da C&D 71%

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

recuperatori privati, allora la gestione del recupero totale dei materiali, considerandosolo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per il 68% dai recuperatoriprivati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai Consorzi.

I Consorzi del sistema Conai, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su unrecupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di tonnellatedi imballaggi domestici e 880 mila imballaggi industriali e commerciali.Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai recuperatoriprivati presso i settori commerciali e industriali.

La rete dei recuperatori privati agisce pertanto su una raccolta totale di oltre 28,6milioni di tonnellate di materiali, di cui:- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate di

carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno, 366mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.

- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti speciali,degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di tonnellate dimetalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di tonnellate di legnoe 212 mila tonnellate di plastica.

Da questi dati si può vedere l’importanza relativa che la rete dei recuperatori privati hanel sistema totale del recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui recuperatoriprivati avviene secondo le regole del mercato industriale e non richiede contributipubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro della concorrenza delmercato.

Page 66: L'italia del Recupero 2009

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 28: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

2.509

raccolta imballaggi da rifiuti urbani

1.938

4.813

22.755

raccolta altrimateriali darifiuti urbani

raccoltaimballaggi

commerciali eindustriali

raccolta altririfiuti speciali

e sfridi diproduzione

da C&D

GRAFICO 29: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (% sul totale recupero)

Raccolta altri materiali da

rifiuti urbani 14%

Raccolta imballaggi commerciali

e industriali 34%

Raccolta imballaggi da RU 18%

Raccolta altri rifiuti speciali e sfridi di produzione da C&D 34%

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

66

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

Page 67: L'italia del Recupero 2009

67

Da quanto sopra si evince come i sistemi di raccolta di quasi tutti i materialisiano intrecciati e come la raccolta dipenda sia dai rifiuti urbani, sia dai rifiutispeciali.

La capacità di riciclaggio delle industrie è la condizione fondamentale perimplementare la raccolta differenziata e il recupero. Il commercio internazionale delle materie prime secondarie ha subito unnotevole cambiamento nell’ultimo decennio in Italia.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 30: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)

0

2.000

6.000

4.000

8.000

12.000

10.000

14.000

2.354

raccolta imballaggi da rifiuti urbani

1.938

4.572 4.512

13.376

raccolta altrimateriali darifiuti urbani

raccoltaimballaggi

commerciali eindustriali

raccoltaaltri rifiuti speciali

e sfridi diproduzione

da C&D

totaleraccolta di

materia

Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali

Page 68: L'italia del Recupero 2009

68

Il settore della carta, ad esempio, ha raggiunto negli ultimi anni la capacitàmassima di riciclaggio dei materiali raccolti da parte dell’industria cartarianazionale, tanto da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero.In tutti gli altri settori l’Italia invece si conferma come importatrice netta dimateriali di recupero, circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescitadelle raccolte.La capacità di riciclaggio interno in alcuni settori rimane superiore alla raccoltatotale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione. Per questol’Italia è importatrice netta di materie prime secondarie riciclabili, comeconfermato anche dal recente studio di FISE Assoambiente (“Il movimentotransfrontaliero dei rifiuti”, 2009), da cui emerge che, considerando i dati delledichiarazioni MUD relativi al 2005, il flusso di rifiuti speciali non pericolosi inentrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005), interessaprincipalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa tipologia dirifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.

Pertanto, con l’esclusione del settore della carta, in cui da qualche anno vi èun’esportazione netta del macero raccolto in Italia, per quanto riguarda gli altrimateriali recuperabili si registra un import netto di: 5,6 milioni di tonnellate(metalli), 317 mila tonnellate (alluminio), 734 mila tonnellate (legno), 385 milatonnellate (plastica) e di 202 mila tonnellate (vetro).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Tabella 24: Importazioni ed esportazioni dei materiali riciclabili (ton)

IMPORT EXPORT EXP - IMP

Metalli (2007) 6.141.000 528.000 -5.613.000

Alluminio (2006) 366.623 50.024 -316.599

Carta (2008) 520.000 1.507.000 +987000

Legno (2005) 734.000 5.000 -729.000

Plastica (2006) -385.000

Vetro (2008) -202.000

Fonte: ASSOCARTA, ECOCERVED, UNIONPLAST, COREVE, CIAL

Page 69: L'italia del Recupero 2009

69

I flussi transfrontalieri delle materie recuperate rappresentano una realtà cheriguarda tutti i principali settori del riciclaggio in Italia e muove grandi quantitàdi materiali sia in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) che in uscita (oltre 1,2milioni di tonnellate).

Da Paese tradizionalmente “importatore” di materie prime secondarie l’Italia stadiventando un Paese esportatore, con potenziali ripercussioni sull’intero ciclo diraccolta e recupero dei rifiuti sia urbani che speciali.

In questo quadro è:

- prevedibile che cresca l’esportazione e il trading internazionale di materierecuperate e di materiale riciclato;

- necessario accrescere la capacità di riciclaggio di alcuni materiali come carta eplastica, rafforzando la domanda di materiale riciclato, con interventi disostegno dello stesso, come il “green public procurement”;

- urgente individuare nuovi sbocchi del materiale raccolto;

- opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei prezzi dellematerie prime secondarie che, come in quest’ultimo anno, quando tendono aridursi possono avere ripercussioni sul sistema di raccolta e recupero.

I mercati delle materie prime e delle materie prime secondarie sono mercativariabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui lamateria seconda poteva essere o meno conveniente rispetto alla materia vergine.

In alcuni settori produttivi, quali quelli del cartone, vetro, metalli e pannellitruciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalentedegli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie èperciò correlata alla domanda finale degli specifici beni.

In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovanomaggiormente correlate ai prezzi delle materie vergini e sono più sensibili alvariare dei loro prezzi.

La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di unaquota rilevante della manifattura industriale destinata ai mercati europei e americaniha provocato una crescita strutturale della domanda di materie prime e seconde. Con l’emergere della Cina e dei Paesi asiatici quali l’India, ma anche l’Indonesiae la Corea, sta cambiando il mercato delle materie prime e seconde.

Per valutare l’importanza dei Paesi asiatici basti pensare che in Cina leimportazioni di carta da macero sono passate dal 1997 al 2006 da 1,6 a 19,6milioni di tonnellate, quelle della plastica da 0,5 a 5,9 milioni di tonnellate, quelledei rottami ferrosi da 1,8 a 10,1 milioni di tonnellate. In maniera comunquesignificativa la crescita di importazioni di materie prime secondarie ha interessatola gran parte delle economie emergenti.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 70: L'italia del Recupero 2009

70

La crescita costante del mercato del recupero a livello nazionale e internazionaleha portato a una crescita dei prezzi che hanno trainato sia il settore del recuperoche quello della raccolta.

Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesi europei, cheha provocato una caduta, in certi casi verticale, del prezzo delle materie prime esecondarie, causando in Italia uno stato di crisi nei settori della plastica, dellacarta, del legno, del vetro, dei metalli.

Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sullarete di raccolta.In Italia la caduta dei prezzi del materiale recuperato è stata in parte assorbitadal sistema CONAI per la raccolta degli imballaggi.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: CCIAA Milano

GRAFICO 31: Indice dei prezzi delle materie prime

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

giu-0870

90

110

130

150

170

190

210

230

non alimentari

metallivarie industria

fibre

lug-08 ago-08 set-08 giu-09mag-09apr-09mar-09feb-09gen-09dic-08nov-08ott-08

Page 71: L'italia del Recupero 2009

71

Il perdurare della crisi ha portato una contrazione del prodotto interno lordo (PIL)pari a -4,6%, nel primo trimestre 2009 rispetto al 2008, confermata dalladiminuzione del PIL pari a -6% nel secondo trimestre del 2009 rispetto allostesso periodo del 2008 e comunque in riduzione dello 0,5% rispetto altrimestre precedente.Non vi sono elementi per prevedere una ripresa nel breve periodo anche sediverse valutazioni economiche propongono una lieve ripresa nel 2010.A giugno 2009, secondo l’ISTAT l'indice della produzione industrialedestagionalizzato ha segnato una diminuzione dell'1,2% rispetto a maggiomentre la variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi, a confrontocon quella dei tre mesi precedenti, è pari a -3,9%. Il risultato grezzo, rispetto allostesso mese del 2008, registra un calo del 19,7%. Sempre nel confronto su baseannua, l'indice grezzo relativo al primo semestre del 2009 risulta in diminuzionedel 22,2%.Nel mese di luglio 2009, sempre secondo l’ISTAT, l'indice della produzioneindustriale destagionalizzato ha segnato un aumento dell’1% rispetto a giugno2009; ma la variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispettoa quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a -0,8%. L'indice dellaproduzione ha registrato a luglio una diminuzione tendenziale del 18,2%mentre nei primi sette mesi la variazione, rispetto allo stesso periodo del 2008,è stata di -21%. La situazione del mercato varia comunque tra i diversi materiali, anche se tuttistanno risentendo dell’attuale crisi economica.

Metalli

Il mercato mondiale dei metalli ferrosi ha registrato negli ultimi anni una fortecrescita della domanda dei Paesi asiatici che hanno portato a 20 milioni ditonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa si è assestata suun’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America ha inveceaccresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: Banca Contrade ONU

TABELLA 25: Trend mercato mondiale dei materiali ferrosi recuperati

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

1995

2000

2005

2006

ASIAEXP

2.440.396

8.228.151

15.161.948

14.862.317

IMP

20.354.022

25.602.917

44.130.323

35.443.748

EU 15EXP

22.390.088

23.892.552

30.547.120

34.786.398

IMP

23.168.234

26.988.215

33.368.702

37.469.857

NORD AMERICAEXP

12.573.478

7.699.507

16.083.834

18.829.432

IMP

3.690.905

4.641.965

5.448.928

6.321.778

ASIAEXP-IMP

-17.913.626

-17.374.766

-28.968.375

-20.581.431

EU 15EXP-IMP

-778.146

-3.095.663

-2.821.582

-2.683.459

NORD AMERICAEXP-IMP

12.573.478

7.699.507

16.083.834

18.829.432

Page 72: L'italia del Recupero 2009

72

L’Italia presenta un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di tonnellate rottamidi acciaio. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione(36% del totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34%del totale raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il25-30% del totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degliimballaggi incide per una minima parte (374 mila tonnellate).

All’inizio del 2009 il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,con un calo dei prezzi del rottame che ha indotto a una minore raccolta, conminore disponibilità di rottami sul mercato. I prezzi dei rottami delle lattineferrose, da raccolta differenziata, pur in calo nei primi mesi del 2009, si sonoriallineati ai prezzi iniziali del 2008, mentre i prezzi dei rottami vecchi sonodecisamente diminuiti, nel primo semestre 2009, rispetto ai prezzi dei primi mesi2008.

La fase di profonda crisi del settore produttivo, che ha contraddistinto anche ilprimo semestre 2009, continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazionidei rottami ferrosi, che hanno proseguito la loro discesa anche nel primosemestre 2009, come evidenziato nel Grafico 32.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 32: Prezzi all’ingrosso metalli 2008 - 2009

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

01-se

t

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

prezzo max prezzo min

01-o

tt

01-n

ov

01-d

ic

01-g

en

01-fe

b

01-m

ar

01-a

pr

01-m

ag

01-g

iu

01-lu

g

01-a

go

01-se

t

01-o

tt

01-n

ov

01-d

ic

1.236

1.181

720620

730

930

647

592

875

731675

565

665

786

Fonte: CCIAA di Milano

Page 73: L'italia del Recupero 2009

73

Alluminio

Nel mercato mondiale dell’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione nettadi rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventataesportatrice netta insieme al Nord America.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

Fonte: Banca Contrade ONU

Tabella 26: Trend mercato mondiale dell’alluminio materia prima secondaria

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

1995

2000

2005

2006

ASIAEXP

343.042

394.612

539.471

666.745

IMP

861.345

1.244.840

4.067.153

2.975.143

EU 15EXP

1.094.190

1.536.100

2.230.467

2.408.316

IMP

1.281.761

1.752.934

1.927.332

2.300.250

NORD AMERICAEXP

593.299

725.684

1.431.676

1.860.238

IMP

453.908

611.426

609.201

635.306

ASIAEXP-IMP

-518.303

-850.228

-3.527.682

-2.308.398

EU 15EXP-IMP

-187.571

-216.834

303.135

108.066

NORD AMERICAEXP-IMP

139.391

114.258

822.475

1.224.932

Fonte: Banca Contrade ONU

Tabella 27: Trend mercato mondiale del macero

1995

2000

2005

2006

ASIAEXP

1.050.039

1.714.464

5.679.798

5.907.009

IMP

4.982.569

11.188.121

24.218.662

26.601.195

EU 15EXP

7.506.884

10.236.481

16.991.393

18.619.302

IMP

7.407.155

8.547.767

10.713.084

11.831.075

NORD AMERICAEXP

10.005.575

10.914.575

15.779.991

16.939.214

IMP

2.577.930

3.328.724

2.706.623

2.483.812

ASIAEXP-IMP

-3.932.530

-9.473.657

-18.538.864

-20.694.186

EU 15EXP-IMP

99.729

1.688.714

6.278.309

6.788.227

NORD AMERICAEXP-IMP

7.427.645

7.585.851

13.073.368

14.455.402

I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio2009 rispetto ai primi mesi del 2008, in correlazione alla diminuzione del prezzodell’alluminio. Dal mese di febbraio i prezzi dei principali listini, quali rottame dalattine per bevande e da imballaggi usati, hanno ricominciato ad aumentare.

Carta e cartone

Il mercato mondiale del macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescitadell’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina.

Page 74: L'italia del Recupero 2009

74

Nel 2008 L’Europa ha accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a10,5 milioni di tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo del macero in costantecrescita negli ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.

Nella situazione di recessione mondiale i prezzi della carta da macero hannosegnato un calo generalizzato nel 2008, sia per il calo della domanda mondialesia per la crescita dell’offerta della raccolta. In Italia la raccolta differenziataurbana risulta in aumento, la capacità di riciclaggio non ha copertocompletamente l’offerta, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette dimacero in particolare verso la Cina e i Paesi del Medio Oriente.

Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente della forte crisi didomanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti dellaprosecuzione del processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerosesoste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte ecartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli, già incalo, dello scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi dell’anno la perdita produttiva,rispetto all’analogo periodo 2008, sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domandasenza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati dell’indagine relativi agliordini, continuano a risentire le quotazioni medie dei prodotti delle cartiere, in caloormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai corrispondentiperiodi 2008: per il fatturato complessivo del settore il calo tendenziale è collocabileintorno al 21% in questa prima metà dell’anno.

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

GRAFICO 33: Prezzi del macero per tipologie 2007-2009 (€)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

07-m

ar

0

50

100

150

200

250

300

refili bianchi carta da giornale bianca refili misti colorati

giornali invenduti carta e cartoni misti selezionati carta e cartoni misti

07-m

ag

07-lu

g

07-se

t

07-n

ov

08-g

en

08-m

ar

08-m

ag

08-lu

g

08-se

t

09-m

ag

09-lu

g

09-se

t

08-n

ov

09-g

en

09-m

ar

250

270270260255

195200 215

203218218218

210

160165 170

130140135

120105

95100 105

779492

10387

3540 40

20

556070

54

100

0 355

353547

328

Fonte: Paperweb

Page 75: L'italia del Recupero 2009

75

Plastiche

Anche il mercato della plastica recuperata ha visto un forte aumentodell’importazione netta dei Paesi asiatici arrivata ad oltre 4,5 milioni di tonnellatenel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando lo stessoNord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 milatonnellate.

I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultimaparte del 2008, con -50%, dei principali polimeri.Con la caduta delle quotazioni delle plastiche riciclate, il valore delle plasticheraccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta del prezzo delpetrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo della plasticariciclata e il settore del riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio lasostenibilità economica del sistema di recupero.Perciò, all’inizio del 2009, il forte calo della domanda di materie plastichericiclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisisulla fase del recupero.La complessità del riciclaggio meccanico e chimico dei polimeri raccolti staportando a valutare nuovi metodi di recupero quali il feed-stock recycling, viapercorsa da tempo in Germania (nel feed-stock con idrogenazione,gassificazione e pirolisi, si trasformano le plastiche in oli e gas da usare comeadditivi nelle acciaierie).

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: Banca Contrade ONU

Tabella 28: Trend mercato mondiale della plastica materia prima secondaria

1995

2000

2005

2006

ASIAEXP

1.368.903

2.150.225

5.028.418

5.975.039

IMP

2.022.440

4.049.631

8.796.150

10.543.466

EU 15EXP

636.611

1.077.936

2.453.563

2.854.990

IMP

528.229

731.930

1.070.797

1.308.031

NORD AMERICAEXP

395.668

601.468

1.071.775

1.284.309

IMP

300.778

482.308

682.577

767.335

ASIAEXP-IMP

-653.537

-1.899.406

-3.767.732

-4.568.427

EU 15EXP-IMP

108.382

346.006

1.382.766

1.546.959

NORD AMERICAEXP-IMP

94.890

119.160

389.198

516.974

Page 76: L'italia del Recupero 2009

76

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 34: Prezzi all’ingrosso plastiche, resine 2008/2009

01-se

t

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

Serie 1 Serie 2

01-o

tt

01-n

ov

01-d

ic

01-g

en

01-fe

b

01-m

ar

01-a

pr

01-m

ag

01-g

iu

01-lu

g

01-a

go

01-se

t

1.390

1.250

850 850930

950

1.070

1.020

900880

800800

1.200

1.340

Fonte: CCIAA Milano

Page 77: L'italia del Recupero 2009

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO

TABELLA 29: Produzione di vetro nei principali Paesi europei (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Vetro

A livello europeo, dall’inizio della crisi del 2008 il settore del vetro ha registratouna reazione immediata con un calo della produzione che ha creato unasituazione molto critica nel comparto.Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo 2009 la domanda di prodotti di vetro ècrollata improvvisamente, e non solo per i contenitori ma anche per il vetropiano, legato al settore edile e automobilistico.I produttori di vetro hanno ridottola loro produzione in alcuni Paesi del 15% fino al 40%.In Italia la produzione di vetro rimane in costante crescita dal 1998. Anche il2008 ha registrato una leggera crescita rispetto al 2007

1998 2004 2005 2006 2007 2008

Francia 3.785 3.731 3.784 3.828 3.743 3.572

Germania 4.323 4.105 3.895 3.885 4.080 4.141

Italia 3.046 3.582 3.543 3.549 3.620 3.673

Polonia 810 1.041 1.088 1.119 1.230 1.230

Portogallo 762 1.015 1.024 1.095 1.231 1.252

Spagna 1.816 2.070 2.143 2.148 2.222 2.145

Regno Unito 1.852 1.977 2.081 2.159 2.244 2.161

Totale 16.394 17.521 17.558 17.783 18.370 18.174

Fonte: FEVE

77

Page 78: L'italia del Recupero 2009

78

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

La crisi internazionale ha prodotto una crisi nel settore del riciclaggio del vetro, edessendo la raccolta del vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formatidegli extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi delladomanda.

Nel 2008 in Italia il riciclo ha raggiunto 1,8 milioni di tonnellate, di cui 1,39 milioniprovenivano dalla raccolta differenziata delle bottiglie. Le importazioni di contenitorirecuperati sono state di 202 mila tonnellate, e di 242mila tonnellate di vetro pianorecuperato. Le importazioni tendono comunque a diminuire negli anni.In Italia la struttura del settore vetrario, molto concentrato e relativamente nonaperto, ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi difine 2008.I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio del 2008al 2009.

GRAFICO 35: Produzione di vetro nei principali Paesi Europei (000/ton)

0

500

1.000

1998 2004 2005 2006 2007 2008

2.000

3.000

3.500

4.000

2.500

1.500

4.500

5.000

Germania Francia Italia Spagna Regno Unito PortogalloPolonia

Fonte: FEVE

Page 79: L'italia del Recupero 2009

79

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: CCIAA MILANO

GRAFICO 36: Prezzi dei rottami di vetro in Italia 2008 - 2009 (€/ton)

0

10

20

30

40

50

60

70

8008

-gen

08-m

ar

08-m

ag

08-lu

g

08-se

t

08-n

ov

09-g

en

09-m

ar

rottame bianco pronto forno

rottame colore misto pronto forno

rottame vetro misto

Page 80: L'italia del Recupero 2009

80

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

ELENCO DELLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINEFISE UNIRE SULLE PIATTAFORME DI RECUPERO

A.C.E.M. AZIENDA CONSORTILE ECOLOGICA MONREGALESELocalità Beinale, 12060 MAGLIANO ALPI (CN) [email protected] - Tel. 0174/47140 - Fax 0174/40187

ACOVIS S.r.l.Via L. Galvani, 85 - 36066 SANDRIGO (VI) [email protected]@soraris.it - Tel. 0444/658864 - Fax 0444/751009

AKRON (EX CIR SECCO S.p.a.)Via Traversagno, 30 - 48022 LUGO (RA) Emilia RomagnaTel. 0545/40512 - Fax 0545/42072

AKRON (GIÀ SELECTA S.p.a.)Via Raibano, 32 - 47853 CORIANO (RN) Emilia [email protected] - Tel. 0541/657480 - Fax 0541/657818

AKRON S.p.a. (MODENA)Via Caruso, 11- 41100 MODENA (MO) Emilia [email protected] - Tel. 059/2515554 - Fax 059/254838

AKRON S.p.a. (EX DIRAMA S.r.l.)(MORDANO) Via Molino Rosso, 8 - 40026 IMOLA (BO) Emilia [email protected] - Tel. 0542/621411 - Fax 0542/621453

ALFA EDILE S.r.l. - IN LIQUIDAZIONEVia Nobel, 16 - 72100 BRINDISI (BR) [email protected] - Tel. 0831/575057 - Tel. 0831/575037

ANCA PLASTICAVia Cannola al Trivio, 24/26 - 80141 NAPOLI (NA) Campania [email protected] - Tel. 081/7806680 - Fax 081/7800967

ANDREONI MARCELLO S.a.s.Via Mendosio, 32 - 20081 ABBIATEGRASSO (MI) [email protected] -Tel. 02/9462128 - Fax 02/94960190

ARGECO S.r.l.Via N. Copernico, 17/A - 44011 ARGENTA (FE) Emilia [email protected] - www.argeco.it - Tel. 0532/804507 - Fax 0532/319392

ASSA S.p.a.Via Cavallari, 18 - 28100 NOVARA (NO) [email protected] www.assa.it - Tel. 0321/48381 - Fax 0321/483852

AVE ROTTAMIX S.r.l.Zona Artigianale Pillhof, 83 - 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO - EPPAN AN DER WEINSTRASSE (BZ) Trentino Alto [email protected] - Tel. 0471/631235 - Fax 0471/633991

B.N.G. S.a.s.S.S. 407 Basentana, Km 75 - C.da Pantaniello 75013 FERRANDINA (MT) [email protected] - Tel. 0835/757012 - Fax 0835/755607

Page 81: L'italia del Recupero 2009

81

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

BENFANTE S.r.l.Via Braia, 57 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE) Liguria www.benfante.it - Tel. 010/9640401 - Fax 010/9640565

BENFANTE S.r.l.Strada Savonesa, 8 - 15050 TORROTA (AL) Liguria www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913

BENFANTE S.r.l.Via Voghera, 59 - 15052 CASALNOCETO (AL) Liguriawww.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913

BERGADANO DI BERGADANO CANDIDO & C. S.a.s.Via del Mosso, 14 - 13894 - GAGLIANICO (BI) [email protected] - Tel. 015/542469 - Fax. 015/542469

BO ANTONIOStrada della Pronda, 37 - 10142 TORINO (TO) Piemonte Tel. 011/706676 - Fax 011/7708875

BUFFA GUGLIELMAVia di Ponte, snc - 19038 SARZANA (SP) LiguriaTel. 0187/621337 - Fax 0187/621503

C.B.R.C. S.r.l.Via dell'industria, 38 - 40131 BOLOGNA (BO) Emilia [email protected] / [email protected] - www.cbrc.it - Tel. 051/6012368 - Fax 051/6010408

C.D.C. S.n.c.Zona Industriale di San Salvo 66050 SAN SALVO (CH) [email protected] - Tel. 0873/547924 - Tel. 0873/549386

C.E.R.M.E.C.Viale Eugenio Chiesa, 2 - 54100 MASSA-CARRARA (MS) [email protected] - Tel. 0585/489176 - Fax 0585/488635

C.M.T S.p.a.Strada Castello di Mirafiori, 320 - 10135 TORINO (TO) [email protected] - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264

C.M.T S.p.a.Via Don Bosco, 42 - 10144 TORINO (TO) [email protected] - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264

CALABRA MACERI E SERVIZI S.p.a.Contrada Cutura 87036 - RENDE (CS) [email protected] - www.calabramaceri.it - Tel. 0984/446267 - Fax 0984/446287

CALCINA INIZIATIVE AMBIENTALI S.r.l.Via Caboto, 23 - 34147 TRIESTE (TS) Friuli Venezia GiuliaGiulia [email protected] - Tel. 040/822224 - Fax 040/381376

CAMILOT ERMINIO S.a.s.Corso Italia, 98 - 33050 RONCHIS (UD) Friuli Venezia [email protected] - Tel. 0431/56022 - Tel. 0431/567914

Page 82: L'italia del Recupero 2009

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

CARPLAST S.r.l.Via Trieste, 24 - 27029 VIGEVANO (PV) [email protected] - Tel. 0381/78815 - Fax 0381/694001

CARTAFINVia Valle Po, 92 - 12100 CUNEO (CN) [email protected] - Tel. 0171/411791 - Fax 0171/411791

CARTAMACERO S.a.s.Strada del Fortino, 12 10100 TORINO (TO) [email protected] - Tel. 011/4362696 - Fax 011/4364715

CARTONFER S.n.c. DI S.& R.CASAGRANDE Via Piemonte, 5 - 31029 VITTORIO VENETO (TV) [email protected] - Tel. 0438/500352 - Fax 0438/500294

CARUTER COSTRUZIONI S.a.s. DI CARUSO GIUSEPPINA & C.Via Trento, 159 - 98061 BROLO (ME) [email protected] - www.caruter.com - Tel. 0941/561284 - Fax 0941/561284

CASINELLI UGOVia Newton, snc - Zona Industriale 3036 - AVEZZANO (AQ) [email protected] - www.centroriciclo.it - Tel. 0863/509294 - Fax 0863/489504

CENTRO RACCOLTA RECUPERO VETROVia Papa Giovanni XXVIII, 24 - 70059 TRANI (BA) Pugliawww.centroraccoltavetro.it - Tel. 0883/580301 - Fax 0883/580241

CENTRO RECUPERO TREVIGIANO S.n.c.Via Pizzocchera, 35 - 31040 CAMPODIPIETRA SALGAREDA (TV) Veneto [email protected] - Tel. 0422/804128 - Fax 0422/804138

CERRONI DINO & FIGLI S.n.c.Località Casa Nuova - Pantaneto, 97/a - 52035 MONTERCHI (AR) [email protected] - www.cerronisnc.it - Tel. 0575/70797 - Fax 0575/70193

CON.SER.V.C.O.Via Per Gravellona Toce - Località Prato Michelaccio 28802 MERGOZZO (VB) [email protected] - [email protected] - www.conservco.it - Tel. 0323/518711 - Fax 0323/556347

COSMARILocalità Piane di Chienti 62029 - TOLENTINO (MC) [email protected] - www.cosmari.sinp.net - Tel. 0733/203504 - Fax 0733/204014

D'ANGELO VINCENZO S.r.l.S.S. 113 Km. 331 - 91011 CONTRADA VIRGINI (TP) [email protected] - www.dangelovincenzo.it - Tel. 0924/501723 - Fax 0924/507777

DBP S.r.l.Via del Fosso Di Santo Spirito, 92 - 00135 ROMA (RM) [email protected] - Tel. 06/30998167 - Fax 06/30995455

DIFEVia Vecchia Provinciale Lucchese, 53 - 51030 SERRAVALLE PISTOIESE (PT) [email protected] - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520

Page 83: L'italia del Recupero 2009

83

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

DIFEVia Alfieri, 90/92 - 51037 MONTALE (PT) [email protected] - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520

DITTA MATTEO SPAGNUOLO S.n.c.Via Arpi, 6 - 71043 MANFREDONIA (FG) [email protected] - Tel. 0884/543382 - Fax 0884/549714

DTV DELLA TORRE & VENEZIANOVicolo Pian Due Torri, 60 - 00146 ROMA (RM) [email protected] - www.dtv.it - Tel. 06/5501313 - Fax 06/55280865

E.C.O.L.FER S.n.c.Via Lino Zecchetto, 8 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) [email protected] - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645

E.C.O.L.FER S.n.c.Via Lino Zecchetto, 29/31 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) [email protected] - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645

ECO ELPIDIENSE S.r.l.Strada Prov.le Sant'Elpidio, 28 - 63018 PORTO S. ELPIDIO (AP) Marche [email protected] - www.ecoelpidiense.it - Tel. 0734/900126 - Fax 0734/900126

ECOLIT S.r.l.Zona Artigianale - Località Cugno - Capannone "0" 95040 - CAMPOROTONDO ETNEO (CT) [email protected] - [email protected] - www.ecolit.it - Tel. 095/7132047 - Fax 095/7132047

ECOLOGIA OGGI S.r.l.Località Mastrobruno LAMEZIA TERME (CZ) [email protected] - Tel. 0968/442032 - Fax 0968/201472

ECOSYSTEM S.p.a.Via della Solforata Km 10,750 - 00040 POMEZIA (RM) [email protected] - www.ecosystemspa.com - Tel. 06/9100638 - Fax 06/9100643

ELITE AMBIENTE S.r.l. (SOCIO CO.RE.VI.)Via Pigafetta, 38 - 36040 GRISIGNANO DI ZOCCO (VI) [email protected] - www.eliteambiente.it - Tel. 0444/415230 - Fax 0444/414976

EMILIANA ROTTAMI S.p.a.Via Verdi, 26 - 41018 SAN CESARIO SUL PANARO (MO) Emilia [email protected] - Tel. 059/930402 - Fax 059/930009

ERASMI PIETRO & C. S.n.c.Via Papa Giovanni XVIII, 24 - 22040 ALZATE BRIANZA (CO) [email protected] - Tel. 031/632335 - Fax 031/6348091

EREDI DI MASTROIANNI BENITO & C. S.n.c.Via Rio Galletto, 17 - 17100 - SAVONA (SV) [email protected] - Tel. 019/862194 - Fax 019/862529

EUROVETROVia I Maggio, 12 - 21040 ORIGGIO (VA) [email protected] - Tel. 02/96731512 - Fax 02/96731283

Page 84: L'italia del Recupero 2009

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

F.LLI GARGIULO S.a.s.Via Boggia, 13 - 28013 BORGO MANERO (NO) [email protected] - www.flligargiulo.it - Tel. 0322/880545 - Fax 0322/838049

F.LLI LONGO S.r.l. (SOCIO CO-RE)Via Rosa Luxemburg, 4 - 42010 RIO SALICETO (RE) Emilia [email protected] - www.fratellilongo.it - Tel. 0522/648194 - Fax 0522/699925

F.LLI TRIVELLATO S.n.c.Via Guizze, 5 - 35012 CAMPOSAMPIERO (PD) [email protected] - Tel. 049/9301928 - Fax 049/9301411

FG RICICLAGGIVia Stalingrado - Fraz. Bragno 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SV) Liguria Tel. 019/505518 - Fax 019/5090001

FG RICICLAGGIRegione Enesi, 4 – Fraz. Bastia 17031 ALBENGA (SV) Liguria Tel. 0182/20536 - Fax 0182/21687

FG RICICLAGGIVia Caravaggio, 4 - 17100 SAVONA (SV) LiguriaTel. 019/2302274 - Fax 019/2303861

FINCOM ITALIAVia A. Vespucci, 7 - 46030 MANTOVA (MN) [email protected] - Tel. 0376/302470 - Fax 0376/302670

FINI S.n.c. DI TONIONI ANITA & C.Via 2 Giugno, 9 - 40011 ANZOLA DELL'EMILIA (BO) Emilia [email protected] - Tel. 051/734003 - Fax 051/734003

FLLI PALMIERI S.r.l.Viale Brianza, 95 - 20093 COLOGNO MONZESE (M) Lombardia Lombardia [email protected] - www.fratellipalmieri.it - Tel. 02/2541523 - Fax 02/27300654

FUTURA RECUPERI S.r.l.Via Canove, 4 - 35010 TREBASELEGHE (PD) [email protected] - Tel. 049/9378083 - Fax 049/9375077

G.A.I.A. S.p.a.Polo di Trattamento Dei Rifiuti - Fraz. Quarto Inferiore 273/b 14100 ASTI (AT) [email protected] - Tel. 0141/476703 - Fax 0141/470368

G.E.O.S. S.r.l.Salita Trieste, 10 - 75018 STIGLIANO (MT) BasilicataTel. 0835/568428 - Fax 0835/568428

GALATEA MACEROZona Industriale - 73044 GALATONE (LE) Puglia [email protected] - Tel. 0833/832175 - Fax 0833/832175

GE.S.ECO. SNC DI VIVENTI L. & C.Fraz. Osteria del Gatto - 6022 FOSSATO DI VICO (PG) [email protected] - Tel. 075/919196 - Fax 075/9190168

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GHIRARDI S.r.l.Strada Martinella, 76/a 43010 LOC. ALBERI - PARMA (PR) Emilia [email protected] - www.ghirardicarta.it - Tel. 0521/251393 - Fax 0521-924459

GV MACERO S.p.a.Via G. Garibaldi, 261/a - 24066 PEDRENGO (BG) [email protected] - www.gvmacero.it - Tel. 035/661116 - Fax 035/655693

HIDRO ECOLOGIC LINE S.a.s.Villa San Giovanni - Zona Industriale 89018 - REGGIO CALABRIA (RC) [email protected] - Tel. 0965/797895 - Fax. 0965/797895

ITALMACERI S.r.l.Via Caduti Sul Lavoro, 16 - 60131 ANCONA (AN) [email protected] - Tel. 071/2861617 - Fax 071/2861789

ITALMACERI S.r.l.Strada Lanzo, 237 - 10148 TORINO (TO) [email protected] - Tel. 011/2282911 - Fax 011/2260890

ITALMACERI S.r.l.Via Torricelli, 12/14/16 - 20089 ROZZANO (TO) Piemonte Tel. 02/8922091

LA CAMPANIA MACERO S.n.c.S.S. Sannitica, 87 - Km.8+540 - 80026 CASORIA (NA) [email protected] - [email protected] - Tel. 081/7583015 - Fax 081/7570644

LA VETRI S.r.l.Via Roma Nord, 207 - 46020 VILLA POMA (MI) [email protected] - www.lavetri.it - Tel. 0386/864101 - Fax 0386/864093

LA VETRO SUD S.a.s.Contrada Canne Masche, snc - 90018 PALERMO (PA) [email protected] - www.lvs.it - Tel. 091/8140918 - Fax 091/8140766

LANGELLA MARIO S.r.l.Via Palazziello, 70 - 80040 VOLLA (NA) [email protected] - www.langellamario.it - Tel. 081/7742825 - Fax 081/7742235

LAZIO MACERI S.r.l.Via Silicella, 152 - 00169 ROMA (RM) [email protected] - [email protected] - www.laziomaceri.it - Tel. 06/261104 - Fax 06/2674040

M.ECO.RI.S. S.r.l.Via Asi, 4 - 03100 FROSINONE (FR) Laziowww.mecoris.it - Tel. 0775/841054 - Fax 0775/837674

MAINARDO S.r.l.Via IX Agosto, 15 - 34170 GORIZIA (GO) Friuli Venezia [email protected] - Tel. 0481/538004 Fax 0481/538031

MANTINI S.r.l.Via Aterno, 1 - 66013 CHIETI SCALO (CH) [email protected] - www.mantinisrl.it - Tel. 0871/574201 - Fax 0871/564381

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

MAURI EMILIO S.r.l.Via Per Velasca, Località San Carlo 20040 - USMATE VELATE (MI) [email protected] - Tel. 039/6889148 - Fax 039/6754937

MINCIONI AMBIENTE S.r.l.Via L. Dari, 31 64018 - TORTORETO (TE) [email protected] - www.mincioniambiente.it - Tel. 0861/788375 - Fax 0861/788375

MONTELLO S.p.a.Via Fabio Filzi, 5 - 24060 MONTELLO (BG) [email protected] - Tel 035/689215 - Fax 035/681366

MORANZONI S.n.c.Via Dei Prati, 20 - 21100 SCHIRANNA (VA) [email protected] - www.moranzoni.it - Tel. 0332/329885 - Fax 0332/329326

MOSER MARINO & FIGLI S.r.l.Via Galileo Galilei, 37/1- 38015 LAVIS (TN) [email protected] - www.mosermacero.it - Tel. 0461/245264 - Fax 0461/240219

NAPPI SUD S.p.a.Via Variante S.S. 18, 55 84091 BATTIPAGLIA (SA) [email protected] - www.nappisud.com - Tel. 0828/673487 - Fax 0828/673487

NUOVA METALCARTA S.r.l.Viale Etruria, 5 - 50142 FIRENZE (FI) [email protected] - Tel. 055/7321713 - Fax 055/7321551

PEDEMONTANA SOC. COOP. SOCIALEVia Battisti C/O Studio Pisani - Pal. Della Paolera - 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) [email protected] - [email protected] - Tel. 0823/914317 - Fax 0823/784869

PELLICANO VERDE Soc. Coop. a r.l.Via Appia - 85054 MURO LUCANO (PZ) CalabriaBasilicata [email protected] - Tel. 097/671745 - Fax 0976/723119

PORCARELLI GINOVia Rocca Cencia, 301 - 00132 ROMA (RM) [email protected] - www.porcarelli.net - Tel. 06/220241 - Fax 06/2262462

R.C.M. DI CESARETTI & C. S.n.c.S.S. 326 Est, 181 - 53040 ACQUAVIVA DI MONTEPULCIANO (SI) ToscanaTel. 337/269397 - Fax 0578/767758

RECUPERI GENERALI MEDITERRANEI S.r.l.Zona Industriale Camponeta - 07030 MUROS (SS) [email protected] - Tel. 079/3402061- Fax 079/3402254

RECUPERI PUGLIESIContrada Gammarola, 3 - 70026 MODUGNO (BA) [email protected] - www.recuperipugliesi.it - Tel. 080/5354906 - Fax 080/5321785

RECUPERI SUDViale Emilia, 96/a 88060 SANTA MARIA DI CATANZARO (CZ) CalabriaCalabria [email protected] - Tel. 0961/764065 - Fax 0961/764065

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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

REVET S.p.a.Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 - EMPOLI (FI) [email protected] - [email protected] - Tel. 0587/271201 - Fax 0587/294314

REVET VETRI S.r.l.Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 EMPOLI (FI) [email protected] - Tel. 0571/944155 - Fax 0571/81051

RIECO S.r.l.Via Stephenson, 100 - 20157 MILANO (MI) [email protected] - www.ri-eco.com - Tel. 02/3320301 - Fax 02/33203040

ROMANA MACERI S.p.a.Via Lucrezia Romana, 85 - 00043 CIAMPINO (RM) [email protected] - www.romamaceri.it - Tel. 06/7932841 - Fax 06/7916613

ROVEREVia delle Cosmee, 211/213 - Zona Industriale Santa Palomba - 00040 ROMA (RM) [email protected] - Tel. 06/39732965 - Fax 06/39733013

S.E.A.P. S.r.l.Zona Industriale Area A.S.I. - 92100 AGRIGENTO (AG) [email protected] - www.seapgroup.it - Tel. 0922/441491- Fax 0922/441492

S.K.M. DI SIVIERO KATIA & C. S.n.c.Via E. Fermi, 16 28100 NOVARA (NO) [email protected] - Tel. 0321/391479 - Fax 0321/390712

SAIANI GIACOMOVia Giorgio La Pira, 18 - 25020 FLERO (BS) [email protected] - www.saiani.com - Tel. 030/2640528 - Fax 030/2540014

SI.RE.IN. DI CITARDA MARIA ROSARIAVia Buzzanca, 90 - 90100 PALERMO (PA) Sicilia [email protected] - Tel. 091/202292 - Fax 091/202292

SICULA CICLAT Soc. Coop. a r.l.Zona Industriale San Cataldo Scalo - 93100 SAN CATALDO (CL) [email protected] - www.siculaciclat.it - Tel. 0934/569739 - Fax 0934/569763

SPECIAL TRASPORTI S.r.l.Via Labriola, 6 - 40010 SALA BOLOGNESE (BO) Emilia [email protected] - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873700 - Fax 051/6814744

SPECIALTRASPORTI S.r.l.Via del Lavoro, 8 - 40061 MINERBIO (BO) Emilia [email protected] - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873790 - Fax 051/6873796

T.E.O.R.E.M.A. S.p.a.Via per Sammichele - Z.I. 70021 ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA) [email protected] - www.teoremaspa.it - Tel. 080/769958 - Fax 080/762980

TECNO RECUPERI S.r.l.Via Brescia, snc - 25020 DELLO (BS) [email protected] - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648272

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L’ITALIA DELRECUPERO

TECNO RECUPERI S.r.l.Via Dei Campazzi, snc 21040 GERENZANO (VA) [email protected] - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648271 - Fax 02/9689234

TERRANOVA AMBIENTE S.r.l.Zona Industriale - 4° Strada 93012 GELA (CL) [email protected] - Tel. 0933/927681 - Fax 0933/921656

TRANSECO S.r.l.Via Ronchesana, 56 - 37059 ZEVIO (VR) [email protected] - www.transecosrl.com - Tel. 045/7875330 - Fax 045/7875331

TRED SUD S.r.l.Zona Industriale Contrada Vicenne - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) [email protected] - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007

USVARDI GINO & C. S.n.c.Via dei Bursi 21 Località Ca Degli Oppi 37050 OPPEANO (VR) [email protected] - Tel. 045/7130721 - Fax 045/7130881

VALCART S.n.c. DEI F.LLI ALBERTINELLI & C.Via V. Veneto, 14 - 24060 ROGNO (BG) [email protected] - www.valcart.com - Tel. 035/967216 - Fax 035/967461

VEDETTO RECUPERI S.r.l.Località Polo Nord, 11/D 26030 GABBIONETA-BINANUOVA (CR) [email protected] - Tel. 0372/844482 - Fax 0372/843170

WEM S.r.l.Blocco Giancata - Zona Industriale 95100 CATANIA CT [email protected] - Tel. 095/291146 - Fax 095/310194

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CARTA

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La nuova “Direttiva quadro” europea ha posto particolare attenzione ai rifiuti inbase ad un approccio integrato e basato sull’identità “rifiuto = risorsa”,intendendo quindi privilegiare il recupero come modalità di gestione da preferireallo smaltimento, e in particolare il recupero che permette di ottenere dai rifiutidelle materie prime (secondarie).

Nel contesto economico nazionale, questa priorità assume un significatoparticolare, considerato che l’Italia è un Paese povero di materie prime, le quali,pertanto, devono essere per la gran parte importate ovvero sostituite conmateriali corrispondenti, provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti diorigine urbana oppure degli scarti e dei rifiuti da attività produttive e di servizio.

Di conseguenza, anche per quanto riguarda il settore cartario, si è postal’esigenza, negli anni, di ricorrere in modo crescente al “giacimento” internorappresentato dalla raccolta differenziata. La raccolta differenziata urbana dicarta e cartone è pertanto aumentata da 1,2 milioni di tonnellate nel 1997 aquasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta presso industrie,commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel 2006, per poidiminuire leggermente nei successivi due anni.

Complessivamente, dalle serie storiche a nostra disposizione, è possibileosservare che, sul totale del macero avviato a riciclo, la quota di macero raccoltoproveniente dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più del 20%nel 1999 al 46% del 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio eindustria (esclusi gli sfridi di produzione delle industrie grafiche e cartotecniche)è passata da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. Poiché, in termini assoluti,la raccolta di macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3milioni di tonnellate nel 2008 e il consumo apparente di carta e cartone non siè ridotto, ma è rimasto pressochè stabile, viene in luce che, a fronte di unquantitativo costante di carta e cartone immesso al consumo e (si presume) dirifiuti cellulosici conseguentemente prodotti, la raccolta di macero, aumentandonotevolmente nel suo complesso, si è al contempo modificata nellacomposizione. Infatti, la quota proveniente dal circuito pubblico, che ha visto unforte incremento sia in termini assoluti che percentuali, ha progressivamenteeroso la quota della raccolta presso le utenze industriali e commerciali(storicamente svolta dai privati anche prima dell’avvento del sistema CONAI): ciòè in gran parte spiegabile, su scala globale, con il noto fenomenodell’assimilazione.

È da notare come, con la crisi dei mercati e della produzione del 2008, sia calatala raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da commercioe industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistemaconsortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita del 9% nel 2008rispetto all’anno precedente. Con il recupero degli sfridi della produzione etrasformazione cartaria e delle rese dei giornali nel 2008 l’offerta complessiva dimacero per l’industria cartaria è balzata a circa 6,3 milioni di tonnellate.

Il settore cartario ha progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, lacapacità di riciclaggio della carta e cartone raccolti sul territorio italiano avendo

INTRODUZIONE

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raggiunto punte d’eccellenza nell’uso del macero in alcuni comparti (produzionecartone per imballi), pur rimanendo consistenti spazi per ampliare tale uso inaltre applicazioni, compatibilmente con i limiti dettati dalla tecnologia e daiprocessi. Dal 2004, però, la raccolta totale di macero in Italia ha superato lacapacità di riciclaggio dell’industria cartaria italiana. Nel 2008, l’esportazione hasuperato 1,5 milioni di tonnellate di macero, con un saldo import/export(positivo per quest’ultimo) pari a circa 1 milione di tonnellate. Rimane infatti lanecessità di importare circa 500 tonnellate di macero dall’estero (uno “zoccoloduro” che non è stato intaccato, in questi ultimi anni, neanche dall’aumentodella raccolta interna) per coprire il fabbisogno dell’industria relativo soprattuttoa determinate qualità di macero.

La crescita dell’esportazione netta di macero è avvenuta per quasi tutte lefrazioni merceologiche componenti il macero. La domanda di macero italiano ècresciuta soprattutto nei Paesi asiatici, Cina in testa, che nonostante la crisi havisto raddoppiare i quantitativi importati dall’Italia (la Cina attrae da sola più del50% delle esportazioni di macero nazionali), mentre Germania e Austria hannodiminuito le importazioni dal nostro Paese. L’esportazione di macero, insiemealla crescita della domanda di macero da parte del settore cartario nazionale, hapermesso di dare sbocco ai materiali raccolti, rafforzando il circuito della raccoltadifferenziata della carta e cartone: essa è perciò divenuta un fattore cruciale permantenere in equilibrio raccolta e recupero.

Con la crisi economica verificatasi a partire dal 2008, si è assistito ad una fortecontrazione della domanda interna e un drastico calo dei prezzi del macero. Afronte del calo della domanda, la qualità del macero selezionato è divenuto unodei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti elevati tassi di raccolta e diriciclo. L’intensificarsi dei controlli sul territorio, sia sul fronte interno che suquello estero, relativi alla verifica del tenore di impurezze presenti nel macero (inconformità a quanto richiesto dalla normativa), da una parte, e la maggiorerichiesta da parte degli utilizzatori finali di un macero di qualità sempre piùelevata, dall’altra, hanno spostato il centro dell’attenzione dalla fase dellaraccolta (ferma restando l’esigenza di assicurare, anche a monte, una raccolta diqualità) a quello della valorizzazione effettuata in piattaforma.

In tale contesto, le piattaforme del recupero della carta hanno spesso svolto unruolo di compensazione, rispetto al calo del mercato, assicurando comunque allecartiere livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attivitàdi recupero inevitabilmente comportano e nonostante il “complicato” confrontoconcorrenziale con il pubblico. Ciò ha determinato una contrazione dei marginieconomici non a lungo sostenibile, considerata anche la dimensione dellamaggior parte di queste imprese, viziate da un diffuso “nanismo”, ed hacondotto al rischio di chiusura di alcune aziende, fenomeno peraltro non limitatoal solo comparto del macero.

La crisi ha evidenziato un elemento di novità, prima non da tuttiimmediatamente percepibile: ovvero, che gli obiettivi di recupero non sono, népossono, essere garantiti solo ed esclusivamente dal settore cartario nazionale egrazie al valore (più che positivo, negli anni precedenti all’ultimo) del macero sul

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mercato internazionale. Pertanto adesso l’interrogativo è il seguente: comeconciliare mantenimento degli obiettivi di recupero e di raccolta, libero mercatoe sistema consortile?

E ancora: nel caso in cui momenti di congiuntura negativa, tipo l’attuale,debbano protrarsi oltre la durata delle fasi cicliche fisiologiche per un settorecome quello della carta, chi garantirà che il sistema non si inceppi e che i suoirisultati non vengano compromessi? In poche parole, chi sosterrà i costi dellacrisi? I consumatori, attraverso il CAC? Oppure occorrerà ripensare (in parte) ilsistema? Accanto a queste domande dalla risposta non banale, se ne pone unaterza, che pure interessa da vicino tutto il settore privato dell’industria delrecupero: perché in Italia, a differenza che nelle economie più avanzate, il settorepubblico invece di arretrare guadagna quote del mercato dei servizi, magari inmodo surrettizio (con la quotazione delle società pubbliche in borsa), più spessocon il ricorso sistematico e illegittimo ad affidamenti in house, sperpero di risorsepubbliche e concorrenza sleale nei confronti delle aziende private esistenti?

Va da sé che, in un contesto in cui esportazioni, qualità e ruolo delle piattaformeal fine della valorizzazione divengono sempre più centrali, a tutto ciò debbacoerentemente corrispondere un maggior riconoscimento e presenza deglioperatori del recupero nelle organizzazioni consortili, come peraltroesplicitamente previsto dalla legge (e rimasto inattuato). Siamo invece alparadosso in cui le regole del gioco (leggi: Accordo ANCI-CONAI) vengonodecise senza il concorso delle rappresentanze dei recuperatori e senza tenerconto di esigenze oggettive che renderanno, da ultimo, inapplicabili le soluzioniindividuate a monte. A fronte di ciò, la richiesta della rappresentanza delleimprese di recupero presenti in Unionmaceri non può che essere quella diattribuire il giusto peso a tutte le componenti della filiera, insieme a quella di unpassaggio graduale ma inesorabile a procedure di assegnazione del macero piùaperte e trasparenti a vantaggio dell’efficienza del sistema, così come auspicatodall’Autorità Antitrust.

Inoltre, occorre stabilire in modo più chiaro e uniforme le regole dell’interventopubblico nel mercato in oggetto, attraverso (ad esempio) la definizione dei criteriper l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, al fine di disegnare i confinidella c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità dell’utenza, e nonin funzione delle esigenze di cassa delle singole amministrazioni locali.

Analogamente, il corrispettivo che si paga al Comune per il servizio d’igieneurbana deve essere agganciato ad un saldo principio di “pay as you throw”, inmodo da evitare una tassazione estesa a macchia d’olio e finalizzata amascherare inefficienze o voci di costo estranee al servizio specifico.

Infine, è da tempo che il settore sottolinea l’assoluta necessità di un contesto diregole più preciso e definito, specie per quanto riguarda le esportazioni, grazieal quale sia possibile contrastare efficacemente i traffici illeciti di rifiuti (ancheattraverso dei meccanismi di “tracciabilità” dei rifiuti stessi), rafforzare esviluppare le attività in regola con le normative, aumentare la qualità del maceroraccolto, selezionato e conferito in cartiera.

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A tal fine, UNIONMACERI, insieme ad ASSOCARTA, ha promosso l’attuazione diuno specifico “Accordo di settore sulla qualità e la tracciabilità del maceroderivante da raccolta differenziata e da altre fonti di approvvigionamento,nonché sulla gestione degli scarti”, da sottoporre all’avallo del Ministerodell’Ambiente, affinchè esso diventi una guida di riferimento per gli operatoridella catena del riciclo della carta, in piena conformità e applicazione dellanormativa nazionale e comunitaria.

CORRADO SCAPINO

Presidente Unionmaceri

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Il settore della carta e cartone è tradizionalmente uno dei settori dove sirealizzano i più alti tassi di recupero. Si tratta infatti di una catena “chiusa”,dove cioè il macero recuperato viene impiegato per usi identici, o analoghi,a quelli del materiale vergine di partenza.È quindi importante esaminare innanzitutto i dati sulla produzionenazionale e sul consumo apparente di carta. La produzione di carta ecartone nazionale, pari a 9,4 milioni di tonnellate nel 2008, è calata del 7%rispetto al 2007. Analogamente, il consumo apparente ha visto undecremento del 7% nel 2008, rispetto al 2007, attestandosi su oltre 11milioni di tonnellate.Per far fronte al proprio consumo interno, comunque l’Italia si confermaimportatrice netta di carta e cartone per 1,6 milioni di tonnellate, inparticolare di prodotti cartacei intermedi quali carte per usi grafici e cartoneondulato.

PRODUZIONEE CONSUMO DI

CARTA E CARTONE

CARTA

TABELLA 1: Consumo, produzione, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Consumo apparente carta e cartone 11.087 10.773 11.139 11.252 11.465 11.733 11.768 11.894 11.084

Import carta e cartone 4.544 4.464 4.664 4.677 5.047 5.192 5.262 5.297 4.967

Export carta e cartone 2.599 2.617 2.842 2.916 3.248 3.459 3.502 3.514 3.350

Produzione carta e cartone 9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 10.008 10.112 9.467

Fonte : Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT

Page 95: L'italia del Recupero 2009

95

Nel 2008 la raccolta differenziata della carta e cartone da suolo pubblico haraggiunto 2,9 milioni di tonnellate, mentre quella da superfici private da uffici,commercio e industria ha raggiunto 1,9 milioni di tonnellate.Complessivamente sono state raccolte oltre 6,3 milioni di tonnellate di macero,assommando la raccolta degli sfridi da produzione (1.460 mila tonnellate nel2008, contro 1.560 mila nel 2007).

CARTA

Fonte: ASSOCARTA su dati ISTAT

GRAFICO 1: Produzione, consumo, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)

TABELLA 2: Raccolta e recupero della carta da macero (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Consumo carta e cartone Import carta e cartone

Export carta e cartone Produzione carta e cartone

11.087 10.773 11.139 11.25211.465 11.733 11.768 11.894

11.084

9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 10.008 10.112 9.467

4.544 4.464 4.664 4.6775.047 5.192 5.262 5.297

4.967

2.599 2.617 2.842 2.9163.248 3.459 3.502 3.514 3.350

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT

2004 2005 2006 2007 2008

Macero recuperato 4.092 4.292 4.455 4.606 4.856

di cui da RD (Comieco Rapp.) 2.154 2.352 2.420 2.700 2.943

di cui da recuperatori (da uffici, commercio, industria) 1.938 1.940 2.035 1.906 1.913

Sfridi e rese 1.485 1.500 1.550 1.560 1.460

Raccolta totale di macero 5.577 5.592 6.005 6.166 6.315

Export netto di macero -104 -304 -422 -586 -987

di cui import 497 445 467 493 520

di cui export 601 749 894 1079 1507

Utilizzo di carta da macero nell’industria cartaria 5.473 5.488 5.578 5.580 5329

LA RACCOLTA DELLACARTA DA MACERO

LA RACCOLTA DELLACARTA DA MACERO

Page 96: L'italia del Recupero 2009

96

La raccolta differenziata urbana della carta e cartone è aumentata da 1,2 milionidi tonnellate nel 1997 a quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccoltapresso industrie, commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel2006, per poi diminuire leggermente nei successivi due anni.Complessivamente, dalle serie storiche a disposizione, è possibile osservare che,sul totale del macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto provenientedalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più del 20% nel 1999 al46% del 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e industria(esclusi gli sfridi di produzione delle industrie grafiche e cartotecniche) è passatada circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. In termini assoluti, la raccolta dimacero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3 milioni ditonnellate nel 2008. A fronte di un quantitativo costante di carta e cartoneimmesso al consumo e (si presume) di rifiuti cellulosici conseguentementeprodotti, la raccolta di macero, pur aumentando nel suo complesso, si è alcontempo modificata nella composizione, con un progressivo incremento dellaquota di raccolta pubblica a svantaggio di quella effettuata dai privati(storicamente esistente anche prima dell’avvento del sistema CONAI).È da notare come con la crisi di produzione cartaria del 2008, sia calata laraccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da terziario eindustria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistemaconsortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita del 9% nel 2008rispetto all’anno precedente.Al contempo, nel 2008 la quota in convenzione COMIECO rispetto al totale dellaraccolta differenziata comunale di carta e cartone si è complessivamente ridotta.La contrazione più consistente della quota di ricorso a COMIECO si è registrataal Nord, mentre al Centro si è avuta una leggera crescita e al Sud è diminuita.Nel complesso le quantità di carta e cartone che i soggetti convenzionati hannodeciso di avviare a riciclo al di fuori del rapporto con COMIECO ammontano aquasi 320 mila tonnellate (+47% rispetto al 2007). Il 90% di queste quantitàderiva da flussi di raccolta congiunta. Questa tendenza è stata tuttaviacontrobilanciata dalla crisi dei prezzi del macero verificatasi soprattutto a partiredagli ultimi mesi del 2008, per cui numerosi Comuni hanno fatto richiesta dirientrare nel sistema.L’avvio a riciclo della carta e del cartone coordinato da COMIECO è assicurato dauna rete consolidata e diffusa su tutto il territorio nazionale di operatori (322piattaforme di lavorazione e 71 cartiere cui si aggiungono 151 piattaforme perritiro imballaggi secondari e terziari).La raccolta differenziata urbana di carta e cartone è cresciuta dal 1998 al 2008in tutte le aree del Paese: al Nord da 756.000 tonnellate nel 1998 è cresciuta a1,7 milioni di tonnellate nel 2008 (+ 130%), al Centro da 193.000 a 675.000tonnellate (+ 250%), mentre al Sud è cresciuta di quasi 10 volte passando da50.000 tonnellate a 513.000 tonnellate.Rimangono ancora forti spazi di crescita della raccolta al Sud, che nel 2008 ècresciuta del 17% rispetto al 2007, mentre al Centro il tasso di crescita è statopiù basso (+ 6%).Il Nord, che realizza oltre il 60% di tutta la raccolta differenziata della carta inItalia, continua a presentare una buona crescita della raccolta medesima(+13% nel 2008 rispetto al 2007).

CARTAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 97: L'italia del Recupero 2009

97

CARTA

Fonte: ISPRA (ex APAT)

TABELLA 3: Raccolta differenziata urbana della carta - Situazione territoriale - Seriestorica (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Nord Centro Sud

Anni NORD CENTRO SUD ITALIA

1998 756.813 193.958 50.222 1.000.993

1999 933.687 242.497 70.587 1.246.771

2000 981.687 278.472 88.794 1.348.953

2001 1.056.582 290.074 153.985 1.500.641

2002 1.041.535 325.625 222.390 1.589.550

2003 1.174.418 427.490 266.729 1.868.637

2004 1.256.786 535.827 312.979 2.105.592

2005 1.427.627 569.772 360.695 2.358.094

2006 1.522.649 596.573 413.663 2.532.885

2007 1.554.087 638.223 437.209 2.629.519

2008 1.754.745 675.888 513.181 2.943.815

Fonte: ISPRA

GRAFICO 2: Raccolta carta e cartone da RU per macroaree - Serie storica (ton)

Page 98: L'italia del Recupero 2009

98

Il settore cartario è un forte utilizzatore di macero recuperato ed haprogressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la capacità di riciclaggiodella carta e cartone raccolti sul territorio italiano.Su una produzione interna di 9,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, nel2008, sono state impiegate 5,3 milioni di tonnellate di macero da recupero dicarta e cartone, proveniente dalla raccolta differenziata degli urbani, dallaraccolta di imballaggi da terziario ed industria e da sfridi delle lavorazioni.Va inoltre sottolineato come la quasi totalità del macero raccolto vengatrasformato nel comparto del cartone ondulato, che utilizza per la maggior partecome materia di base il macero.La capacità di utilizzo del macero in Italia è perciò sostanzialmente satura edipende dal settore del cartone ondulato. Negli altri comparti cartari, quali cartaper usi grafici, domestici ed igienico-sanitari, l’utilizzo del macero per laproduzione è ancora molto basso. Pertanto, pur essendosi raggiunte punted’eccellenza nell’uso del macero nel comparto del cartone ondulato, rimangonoconsistenti possibilità di accrescere l’uso del macero in altri comparti, laddovequesto sia compatibile con i processi tecnologici.Nella Tabella 4, si può vedere che mentre il tasso di recupero del macero in Italiaè crescente passando dal 41 % (anno 2000) al 57% (nel 2008), il tasso di utilizzodel macero e il tasso di riciclaggio rimangono costanti dal 2000 al 2008. Questidati confermano che in Italia la capacità di riciclaggio di carta e cartone è oramaisatura, a meno che non intervengano tecnologie che consentano l’utilizzo delmacero in comparti diversi dall’ondulato.

CARTA

TABELLA 4: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio di macero in Italia - Serie storica (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Tasso di utilizzo 55 57 56 56 57 55 56 55 56

Tasso di recupero 41 43 45 46 49 49 51 52 57

Tasso di riciclaggio 46 47 47 47 48 47 47 47 48

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA

IL RICICLO

Page 99: L'italia del Recupero 2009

99

La capacità di riciclaggio dell’industria italiana è stata una condizione necessariaper far crescere, soprattutto all’inizio, la raccolta differenziata della carta e delcartone, ma da qualche anno a tale fattore di sviluppo si è necessariamenteaggiunta, quale elemento trainante, anche la domanda di macero dall’estero.Infatti, a partire dal 2004, il superamento dell’offerta di macero recuperatorispetto alla capacità di assorbimento del macero da parte dell’industria cartariaitaliana ha portato all’esportazione netta di macero a diversi Paesi terzi.Nel 2008, a fronte di un fabbisogno nazionale di 5,3 milioni di tonnellate dimacero, contro una raccolta di 6,3 milioni di tonnellate, oltre 1,5 milioni ditonnellate di macero sono state esportate all’estero, con un export netto di quasiun milione di tonnellate, considerando l’importazione di macero.L’esportazione totale di macero è cresciuta da 218.000 tonnellate nel 2000 aoltre 1,5 milioni di tonnellate nel 2008.Viceversa, l’importazione di carta da macero è diminuita da 741.000 tonnellatenel 2000 a 520.000 tonnellate nel 2008; tale cifra rappresenta uno “zoccoloduro” che è rimasto pressochè inalterato negli ultimi 5 anni e non è statointaccato neanche dall’aumento della raccolta interna.

CARTA

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA

GRAFICO 3: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio del macero in Italia - Serie storica (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Tasso di utilizzo Tasso di riciclaggio Tasso recupero

0

10

20

30

40

50

60

IMPORT/EXPORT

Page 100: L'italia del Recupero 2009

100

CARTA

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT

TABELLA 5: Raccolta, riciclaggio, export, import di carta da macero in Italia – Serie storica (000/ton)

GRAFICO 4: Raccolta, riciclaggio, import ed export di macero Italia – Serie storica (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

Riciclaggio Import

Raccolta Export

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Riciclaggio 5.057 5.098 5.257 5.288 5.474 5.488 5.578 5.581 5.329

Raccolta 4.534 4.682 4.995 5.227 5.592 5.793 6.005 6.166 6.316

Import 741 674 681 589 500 447 467 493 520

Eeport 218 258 419 528 619 751 895 1.079 1.506

Page 101: L'italia del Recupero 2009

101

L’offerta complessiva di macero raccolto ha trovato uno sbocco importante conl’esportazione di macero in diversi Paesi europei e in alcuni Paesi asiatici.Nonostante la crisi produttiva mondiale, la Cina è diventato il primo importatore dimacero italiano con una forte crescita nel 2008 rispetto al 2007 (746.000 tonnellatenel 2008, valore quasi doppio rispetto a quello del 2007), mentre la Germania,secondo importatore, ha diminuito l’importazione di macero nel 2008 (206.000tonnellate) del 15% rispetto al 2007 e l’Austria del 30 % (106.000 tonnellatenel 2008). La Cina importa perciò oltre il 50% di tutto il macero esportatodall’Italia.Eventuali limiti allo sbocco dell’esportazione potrebbero portare a limitare lacrescita prevedibile della raccolta della carta o a cercare altre soluzioni, quali ilrecupero energetico.

L’importazione di macero è cresciuta comunque nel 2008 rispetto al 2007 da460.000 tonnellate a 489.000 tonnellate.La Germania rimane il primo esportatore in Italia (96.000 tonnellate), seguita daStati Uniti e Francia.La crescita dell’esportazione di macero dall’Italia segue una tendenza europea. Dal 2000 al 2008 l’esportazione netta di macero nei Paesi CEPI è cresciuta da2,8 milioni di tonnellate a 10,4 milioni di tonnellate.Nel 2008 si è registrata una crescita dell’esportazione netta di oltre 2 milioni ditonnellate rispetto al 2007.La raccolta del macero nei Paesi CEPI è cresciuta da 44 milioni di tonnellate nel2000 a quasi 60 milioni nel 2008, e mostra una tendenza comune a tutti i Paesidell’Unione Europea: la forte crescita della raccolta di macero ha superato lacapacità di riciclaggio europea e sta trovando per ora sbocco nell’esportazionenetta verso i Paesi asiatici.L’esportazione netta di macero all’estero, insieme alla crescita della domanda dimacero da parte del settore cartario nazionale, sta perciò diventando cruciale permantenere in equilibrio raccolta e recupero.

CARTAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 6: Esportazione di macero dall'Italia per Paese (000/ton)

Paese 2007 2008 % per Paese % incremento 08/07

CINA 386 746 53,1% 93,3%

GERMANIA 243 206 14,7% -15,2%

AUSTRIA 154 106 7,5% -31,2%

SLOVENIA 93 79 5,6% -15,1%

INDONESIA 23 66 4,7% 187,0%

FRANCIA 61 62 4,4% 1,6%

TAIWAN 17 46 3,3% 170,6%

Tot. 7 977 1.311 93,3% 34,2%

ALTRI 38 94 6,7% 147,4%

Totale 1.015 1.405 100,0% 38,4%

Fonte: YTD

Page 102: L'italia del Recupero 2009

102

CARTA

Fonte: CEPI

TABELLA 7: Importazione di macero in Italia per principali Paesi (000/ton)

TABELLA 8: Recupero di carta e cartone ed esportazione nei Paesi CEPI

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

PAESI 2007 2008 % per paese % incremento 08/07

GERMANIA 96 96 19,6% 0,0%

USA 76 77 15,7% 1,3%

FRANCIA 87 71 14,5% -18,4%

SVIZZERA 43 49 10,0% 14,0%

GRECIA 35 41 8,4% 17,1%

OLANDA 27 35 7,2% 29,6%

SLOVENIA 10 31 6,3% 210,0%

Totale 7 374 400 81,8% 7,0%

ALTRI 86 89 18,2% 3,5%

TOTALE 460 489 100,0% 6,3%

1991 2000 2005 2007 2008

Numero industrie 1038 937 838 791 756

Raccolta macero (mln ton) 25,8 44,6 54,0 58,2 58,9

Utilizzo macero (mln ton) 25,7 41,8 47,3 49,9 48,6

Export macero (mln ton) 3,5 7,6 9,5 11,5

Import macero (mln ton) 0,7 0,8 1,1 1,1

Export netto (mln ton) 2,8 6,8 8,4 10,4

Tasso riciclaggio (%) 40,8 51,6 61,6 63,9 66,6

Fonte: YTD

Page 103: L'italia del Recupero 2009

103

Nell’ultimo anno, si è invertita una tendenza dei prezzi del macero che duravadal 2002.I prezzi del macero sono stati in forte crescita in questi anni per quasi tutte letipologie di carta.La carta mista non selezionata ha visto quasi raddoppiare il proprio prezzo dal2002 al 2007, la carta mista selezionata è aumentata del 77%, mentre il cartoneondulato è aumentato del 21%.Nel 2007, rispetto al 2006, si è registrata una crescita dei prezzi più alta per tuttele tipologie di carta.Nel 2008 invece, con la crisi sui mercati mondiali, si è registrato un forte calo deiprezzi: il prezzo del cartone e cartoncino è calato da 60/80 euro a tonnellata a10/20 euro a tonnellata, la carta da giornale da 80/100 a 50/60 euro atonnellata. La caduta della domanda per la produzione potrebbe portare ad unapossibile crisi di sbocco delle raccolte del macero. Se dovesse perdurare lasituazione di crisi essa potrebbe avere effetti sulla stessa raccolta.In particolare, mentre la raccolta da superfici pubbliche, che dipende daicontratti con il Consorzio della carta, potrebbe comunque continuare a crescere,la raccolta da superfici private potrebbe essere più sensibile ai prezzi del maceroe quindi stabilizzarsi o diminuire. Qui si impone una riflessione sul mercatolibero, giacchè è quanto meno singolare che il flusso di maggior qualità (quelloproveniente da uffici, industrie, ecc.) rischi di non venire più raccolto.

CARTA

Fonte: Listini Camera Commercio

TABELLA 9: Prezzi di vendita dei maceri cartari. Medie annue (€/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Carta (1.01) misti daRd, non selezionati

Carta (1.02) mistiselezionati

Carta Refili stampati misti

Carta cartone ondulatokraft 2ª qualità

2002 15 39 123 81

2006 11 33 88 72

2007 37 58 114 98

2007/2002 151% 49% -7% 21%

2007/2006 224% 77% 29% 36%

IL MERCATODEL MACERO

Page 104: L'italia del Recupero 2009

104

CARTA

Fonte: FEAD

Fonte: FEAD

GRAFICO 5: Prezzi macero, cartone e cartoncino - Supermarket Italia

GRAFICO 6: Prezzi macero carta da giornale - Italia

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Livello dei prezzi maggiori

Livello dei prezzi minori

0

20

40

60

80

100

120

gen-

08

feb-

08

mar

-08

apr-0

8

mag

-08

giu-

08

lug-

08

ago-

08

set-0

8

ott-0

8

nov-

08

dic-

08

gen-

09

feb-

09

0

20

40

60

80

100

120

140

Livello dei prezzi maggiori

Livello dei prezzi minori

gen-

08

feb-

08

mar

-08

apr-0

8

mag

-08

giu-

08

lug-

08

ago-

08

set-0

8

ott-0

8

nov-

08

dic-

08

gen-

09

feb-

09

Page 105: L'italia del Recupero 2009

105

A fronte del calo dei prezzi e della domanda interna, la qualità del maceroselezionato è divenuto uno dei fattori trainanti per il mantenimento dei correntielevati tassi di raccolta e di riciclo.Infatti, sia sul fronte interno (cartiere nazionali) che su quello estero(esportazioni), da una parte l’intensificarsi dei controlli sul territorio connessi allaverifica del tenore di impurezze presenti nel macero (conformemente aglistandard fissati dalla normativa), dall’altra la maggiore richiesta da parte degliutilizzatori finali di un macero di qualità sempre più elevata, hanno spostato ilcentro dell’attenzione dalla fase della raccolta (ferma restando l’esigenza diassicurare standard qualitativi crescenti) a quella della valorizzazione effettuatain piattaforma.Le piattaforme del recupero della carta hanno spesso svolto un ruolo dicompensazione rispetto al calo del mercato, assicurando comunque alle cartierelivelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività direcupero inevitabilmente comportano.

CARTAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 106: L'italia del Recupero 2009

VETRO

Page 107: L'italia del Recupero 2009

In Europa nel 2008 sono state prodotte oltre 22 milioni di tonnellate di vetro,con un calo rispetto al 2007 dello 0,7%. L’Italia ha mantenuto un tasso dicrescita anche nel 2008 (+1,5%) come la Germania. Altri Paesi come Francia, Spagna, e Inghilterra hanno avuto invece una cadutadella produzione tra il 3 e il 4%.Dal 1998 al 2008 in Italia la produzione di vetro è aumentata del 20%, mentrein Germania e in Francia è diminuita del 4-5 %. Il tasso di riciclaggio del vetro è in Europa mediamente del 62%, l’Italia si collocanella media con il 60%.Paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda hanno superatol’80% di riciclaggio del vetro prodotto. Alcuni Paesi, come Svezia e Svizzera,hanno superato il 90%.

Il primo problema che emerge nell’ambito della lettura dei dati esposti è di naturametodologica: troppo spesso il tasso di riciclaggio (cfr. Tabella 2) viene calcolato nonsul reale consumo di materia prima secondaria, bensì sulle quantità raccolte: questofalsa la realtà del recupero effettivo e, soprattutto, rende impossibili i paragoni tra iPaesi, soprattutto a livello comunitario dove vige la direttiva imballaggi che, come sivedrà più avanti, viene applicata in maniera assolutamente disomogenea.

A livello europeo, dall’inizio della crisi del 2008, il settore del vetro ha registratouna crisi immediata con un calo della produzione che ha creato una situazionemolto critica in tutto il settore.Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo 2009, la domanda di prodotti di vetro ècrollata improvvisamente, non solo per i contenitori ma anche per il vetro piano,utilizzato nel settore edile e automobilistico. I produttori di vetro hanno ridotto la loro produzione in alcuni Paesi del 15% finoal 40%.Questo ha prodotto una crisi nel settore del riciclaggio del vetro, ed essendo laraccolta del vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati degliextra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi delladomanda. Infine, si sono registrate pressioni sui prezzi non dipendenti solo dalcalo della domanda ma dalla forte diminuzione dei prezzi in alcuni Paesi, chehanno avuto riflessi sulla competizione internazionale.Perciò, complessivamente, il settore del recupero, a livello europeo, è rimastoschiacciato tra domanda e prezzi calanti del prodotto finito e costi crescenti,causati dall’accumulo di materiali presso gli impianti di produzione delle MPS(materie prime secondarie).

Un aspetto particolarmente problematico per il mercato italiano ha riguardato ladiversità dell’implementazione della direttiva imballaggi nei vari Paesi europei,condizione che ha portato ad un dumping di mercato ed a convenienze ditrasferimento dei materiali da un Paese all’altro, a volte dovuto alle miglioriqualità delle raccolte differenziate e, in altri casi, ai maggiori contributiriconosciuti ai vari sistemi da ogni singolo Paese aderente. In Italia nel 2008 sono state riciclate complessivamente 1,83 milioni di tonnellatedi vetro di cui 1,39 milioni di tonnellate costituite da imballaggi, 242 milatonnellate da vetro piano. Le importazioni di vetro sono state pari a 202 mila tonnellate, l’11% del totale.

PRODUZIONE ERICICLAGGIO

VETROEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

107

Page 108: L'italia del Recupero 2009

A tutte le difficoltà sopra descritte, si deve aggiungere per l’Italia, la problematicarelativa alla qualità del rottame di vetro raccolto, che è peggiorata sempre più conl’estendersi delle raccolte domiciliari (soprattutto per la maggiore presenza diceramica, vetroceramica e organico, per la frammentazione del vetro e la fortepresenza di frazione fine difficilmente riciclabile).Ciò ha causato un incremento dei costi di recupero e smaltimento dei relativisovvalli, una diminuzione della resa effettiva (oggi mediamente scesa all’80-85%) euna disparità con i concorrenti esteri che possono beneficiare di un rottame di vetrodi qualità molto superiore.

La difficile situazione di mercato e le relative conseguenze, però, non possonoincentivare quegli investimenti per migliorare le tecnologie che invece sarebberonecessarie anche in virtù del sopra citato mutamento della qualità del rottame, permeglio utilizzare le diverse tipologie del vetro raccolto e incrementare il tasso diriciclaggio.

Paradossalmente, infatti, l’industria vetraria ha la necessità di aumentare lapercentuale di rottame di vetro nel processo produttivo, in quanto tale utilizzopermette una riduzione dei costi energetici generali: il risparmio energetico èquantificabile in una riduzione del 2,5% del combustibile impiegato per ogni 10%di rottame usato. Un impiego dell’80% di frammenti vetrosi porta quindi aun’economia energetica del 20%. Inoltre, con l’inserimento dei cocci di vetro nellamiscela vetrificabile, si riducono anche le emissioni in atmosfera connesse all’attivitàproduttiva. Le minori temperature di fusione del rottame vitreo implicano lariduzione del volume dei fumi di combustione, le emissioni di ossidi di azoto, polverie anidride carbonica.

Il recente Accordo ANCI-CONAI, e nello specifico l’Allegato tecnico ANCI-COREVE,sono stati definiti avendo quale scopo primario la necessità di migliorare gli aspettiqualitativi della raccolta e del riciclo del vetro. Dovrebbe quindi essere ancor più primario il ruolo del recuperatore, non solo qualefiltro sostanziale nel rapporto con la pubblica amministrazione e il sistema urbanodelle raccolte differenziate, bensì nell’obiettivo di incrementare il tasso di recuperoe di riciclo, laddove è difficile ipotizzare che gli attuali sistemi di raccolta possano,nel breve-medio periodo, permettere il raggiungimento degli standard di qualitàrichiesti dall’industria vetraria. Soprattutto in un contesto, anche di natura politico-sociale, ove gli aspetti quantitativi delle raccolte differenziate vengono privilegiatirispetto a quelli qualitativi più legati alla possibilità effettiva di riciclo.Ciò vale soprattutto ove si tenga conto del fatto che a breve dovranno avviarsi leraccolte differenziate al Sud, anche se permangono criticità quali la disponibilità inloco di impianti di stoccaggio e selezione.

Inoltre, secondo valutazioni del COREVE, l’attuale condizione di mercato del settorenon permette di ipotizzare investimenti al Sud, non solo per la carenza di utilizzofinale del vetro in tale area, ma anche per le autonome scelte gestionali di alcunevetrerie che, nonostante l’attuale condizione di ampia disponibilità nazionale dirottame, ne importano notevoli quantità.

VETROEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

ASPETTI QUALITATIVIDELLA RACCOLTAE DEL RECUPERO

DEL VETRO

108

Page 109: L'italia del Recupero 2009

109

1 I dati sono stati aggiornati per alcuni Paesi2 Il dato 2008 è provvisorio3 Polonia - dati 20074 Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia.5 Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Romania, Slovacchia

VETROEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 1: Produzione di vetro in Europa (ton)

Paesi 1998 2004 2005 % 2006 % 2007 [1] % 2008 % % 05/04 06/05 07/06 08/07 08/98

Francia [2] 3.785.142 3.731.735 3.784.280 1,4 3.828.086 1,2 3.743.925 -2,2 3.572.592 -4,6 -5,6

Germania 4.323.180 4.105.193 3.895.151 -5,1 3.885.600 -0,2 4.080.300 5,0 4.141.800 1,5 -4,2

Italia [2] 3.046.948 3.582.777 3.543.333 -1,1 3.549.041 0,2 3.620.522 2,0 3.673.671 1,5 20,6

Polonia [3] 810.655 1.041.269 1.088.151 4,5 1.119.531 2,9 1.230.019 9,9 1.230.000 0,0 51,7

Portogallo 762.977 1.015.437 1.024.395 0,9 1.095.835 7,0 1.231.335 12,4 1.252.342 1,7 64,1

Spagna 1.816.151 2.070.444 2.143.971 3,6 2.148.107 0,2 2.222.361 3,5 2.145.835 -3,4 18,2

Inghilterra 1.852.100 1.977.612 2.081.000 5,2 2.159.804 3,8 2.244.441 3,9 2.161.769 -3,7 16,7

Altri EU Nord

& Centrale [4] 2.005.823 2.148.834 7,1 2.113.587 -1,6

Altri EU

Sud Est [5] 1.148.677 1.202.653 4,7 1.206.382 0,3

Turchia 455.861 500.000 535.100 7,0 597.000 11,6 705.000 18,1 768.320 9,0 68,5

TOTALE 21.346.326 21.537.504 0,9 22.429.390 4,1 22.266.298 -0,7

Fonte: FEVE (Federazione europea vetro cavo e piano)

In un tale contesto di difficoltà globale e nazionale, è auspicabile che il rapporto traoperatori del recupero e industria vetraria compia un passaggio di maturità reale esostanziale: a prescindere dagli aspetti economici dei prezzi, comunque condizionatidalla forte concentrazione dell’industria vetraria, occorre rivedere il sistemaorganizzativo dando maggiore risalto agli aspetti collaborativi e organizzativi. Senzadimenticare, infatti, che la riciclabilità del rottame di vetro viene oggi, come ieri,garantita dall’industria del recupero.

Page 110: L'italia del Recupero 2009

110

VETROEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 2: Tassi di riciclaggio del vetro in Europa 2007

Paesi Consumo Raccolta Tasso dinazionale (000/ton) (000/ton) riciclo %

AUSTRIA 276 221 80

BELGIO 314 289 92

BULGARIA 150 48 32

Rep.CECA 264 133 50

DANIMARCA 143 121 84

ESTONIA 25 12 47

FINLANDIA 88 54 61

FRANCIA 3.200 1.950 61

GERMANIA 3.033 2.635 87

GRECIA 200 26 13

UNGHERIA 170 34 20

IRLANDA 170 124 73

ITALIA 2.157 1.303 60

OLANDA 572 461 81

POLONIA 1.100 290 26

PORTOGALLO 405 186 46

ROMANIA 176 15 9

SLOVACCHIA 128 43 34

SPAGNA 1.672 936 56

SVEZIA 181 171 94

SVIZZERA 336 320 95

TURCHIA 425 81 19

INGHILTERRA 2.650 1.520 57

TOTALE 17.835 10.973 62

Fonte: FEVE

TABELLA 3: Recupero, riciclaggio e importazioni del vetro in Italia (000/ton)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Recupero/riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390

importazioni vetro 174 224 173 221 259 300 246 220 202

vetro piano 229 248 244 213 184 208 340 320 242

Riciclo totale vetro 1.323 1.432 1.454 1.556 1.646 1.719 1.842 1.830 1.834

Fonte: COREVE

Page 111: L'italia del Recupero 2009

111

VETRO

GRAFICO 1: Recupero e riciclo per tipologie di vetro in Italia (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

200

400

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

800

1.200

1.400

1.600

1.000

600

1.800

2.000

riciclo totale vetroriciclo imballaggivetro pianoimportazioni vetro

1.6561.556

1.4541.432

1.323

1.842

1.719

1.830 1.834

1.2031.122

1.037960

920

1.2561.211

1.2901.390

184

221244248229

340300 320

242259

213173224

255246208 220 202

Fonte: COREVE

TABELLA 4: Raccolta e riciclaggio degli imballaggi in vetro (000/ton)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Raccolta rifiuti daimballaggio vetro 977 1.100 1.205 1.310 1.356 1.372 1.385 1.385 1.390

Immesso al consumoimballaggi 1.963 1.993 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.159

riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390

tasso riciclo imballaggi in vetro (%) 47% 48% 53% 53% 56% 57% 59% 60% 64%

Fonte: COREVE

Page 112: L'italia del Recupero 2009

0

500

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

2.000

2.500

1.500

1.000

immesso al consumo imballaggiraccolta rifiuti da imballaggio vetro

2.1412.1071.9701.9931.963

2.1332.117 2.157 2.159

1.3561.3101.205

1.100977

1.3851.372 1.385 1.390

112

VETROEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 2: Immesso al consumo e raccolta di imballaggi in vetro - tendenza (000/ton)

Fonte: COREVE

TABELLA 5: Prezzi di vendita dei rottami di vetro e di rifiuti inerti - Medie annue (€/ton)

Anni Vetro: Vetro: rottame misto Vetro: rottame rottame misto ´pronto al forno´ bianco ´pronto al forno´

2002 9,3 46 70

2006 9,8 51 75

2007 9,8 51 76

Incremento 07 su 02 5% 11% 9%

Incremento 07 su 06 0% 1% 1%

Fonte: Listini CCIAA

Page 113: L'italia del Recupero 2009

PLASTICA

Page 114: L'italia del Recupero 2009

114

ASSORIMAP - Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di MateriePlastiche - nasce nel 1978 e rappresenta le aziende che rigenerano materieplastiche pre-consumo e post-consumo. L'Associazione aderisce allaFederazione Europea dei Riciclatori di Materie Plastiche EuPR - EuropeanPlastic Recyclers - ed è tra i fondatori di UNIRE - Unione Nazionale ImpreseRecupero - aderente a FISE.

Il riciclo meccanico delle materie plastiche, considerata l’unica vera forma diriciclo, comporta vantaggi evidenti per la riduzione dei costi diapprovvigionamento di materie plastiche, risparmio energetico e minorimpatto sull'ambiente, sia in termini di minori emissioni sia di minoriquantitativi destinati allo smaltimento in discarica, con oneri e costi ridottiper tutti: dai trasformatori di materie plastiche agli utenti di manufatti e aicittadini.

Come nelle precedenti edizioni de "L'Italia del Recupero" si analizza inqueste pagine solo il recupero post-consumo di plastica, pur tenendopresente che il riciclo di materie plastiche è anche un'importante fase delciclo produttivo industriale, nel corso del quale si recuperano soprattuttoscarti e sfridi di lavorazione pre-consumo.

Il comparto industriale italiano dedito al riciclaggio e alla rigenerazione dimaterie plastiche si stima sia costituito da quasi 200 imprese con circa2.000 addetti e occupa il secondo posto in Europa, dopo l'industriatedesca.

L'insieme di queste imprese costituisce l'essenziale ponte funzionaleaffinché le materie plastiche provenienti dalle raccolte differenziate possanoessere sottoposte a riciclo meccanico ed essere reinserite nei cicli produttividelle industrie che utilizzano la plastica come materia prima per larealizzazione dei propri prodotti.

Una semplice, ma fondamentale, considerazione che emerge dai datipresentati è che non ha senso porre enfasi solo sulla "fase della raccolta deirifiuti" trascurando, in modo più o meno marcato, la "fase industriale" e la"fase di mercato" dei rifiuti riciclabili. È, infatti, troppo chiaro che non puòesservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione e riutilizzofinale.

Vantare quindi a vario titolo il raggiungimento di buoni livelli di raccolta,ancorché migliorabili, ancorché realizzati con il grande contributo deglioperatori indipendenti, ancorché da realizzare in tutte le aree del Paese,potrebbe di per sé valere poco senza avere la certezza di avviareeffettivamente a riciclo le frazioni raccolte e di conseguenza di avereffettivamente trasformato un rifiuto in nuova materia prima.

In questo senso, ASSORIMAP ha richiesto al Consorzio COREPLA dicondividere una corretta validazione dei flussi, sia per sviluppare unamaggiore sensibilità dei produttori di imballaggi tesi a migliorare la

INTRODUZIONE

PLASTICAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 115: L'italia del Recupero 2009

115

riciclabilità degli stessi, sia per individuare e approfondire possibili soluzionigestionali con riguardo a specifiche tipologie di rifiuti plastici riciclabili sia,infine, per contribuire alla qualificazione tecnica delle materie primesecondarie ottenute dal recupero dei rifiuti.

Tali diverse iniziative confermano che tra i principali obiettivi di ASSORIMAPsi pongono l'approfondimento dei diritti/doveri della categoria dei riciclatoridi materie plastiche e, soprattutto, il riconoscimento ai materiali plasticiriciclati di concreti e appropriati mercati di sbocco per evitare che quantodescritto da leggi, decreti e regolamenti resti una teoria senza risvolti pratici(valga, a titolo d'esempio, la finora incompiuta applicazione del DM203/03).

CORRADO DENTIS

Presidente ASSORIMAP

PLASTICAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 116: L'italia del Recupero 2009

In base ai dati resi disponibili dalle imprese operanti nella produzione di materieplastiche e ad una ricerca commissionata dalle Federazioni europee del settore auna società di consulenza tedesca, in Italia nel 2008 sono stati prodotti 3,44milioni di tonnellate di manufatti in materie plastiche di cui 2,2 milioni ditonnellate di imballaggi e 1,2 milioni di tonnellate di prodotti per costruzioni, auto, elettrici, oggettistica, agricoltura ecc...

In base a un censimento di ASSORIMAP, il settore del riciclaggio post-consumodelle materie plastiche ha mostrato, negli ultimi anni, pur con minor impulsorispetto al periodo precedente, un trend in crescita, dai 143 siti censiti nel 2003ai 157 del 2008.

In proposito, però, va rimarcato che, dal secondo semestre del 2008, il compartodel riciclo della plastica ha dovuto affrontare una congiuntura negativa inrelazione non soltanto alla crisi internazionale generale ma anche alla fortecaduta del prezzo delle principali materie plastiche vergini, le cui quotazioni sisono talmente abbassate da rendere poco competitivo il prezzo delle materieprime secondarie.

116

IL RICICLO DELLEMATERIE PLASTICHE

IN ITALIA

PLASTICA

TABELLA 1: Produzione, recupero e smaltimento delle materie plastiche, per principale tipologia - Italia 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

MANUFATTI DI MATERIE PLASTICHE

Imballaggio

Imballaggio domestico

Imballaggio industriale

Costruzioni

Auto

Elettrici

Oggettistica casa, sport

Agricoltura

Altri

Totale

%

64,0

41,5

22,4

4,0

5,6

3,5

3,3

6,0

13,7

100,0

000/ton

2.205

1431

774

137

192

122

113

206

473

3.448

000/ton

1.336

694

642

22

15

18

17

59

63

1.530

%

87,3

45,4

42,0

1,4

1,0

1,2

1,1

3,9

4,1

100,0

000/ton

672

306

366

17

12

6

0

39

0

746

%

45,3

38,4

7,0

6,0

9,2

5,4

5,0

7,7

21,4

100,0

000/ton

869

737

135

115

177

104

96

147

410

1.918

%

90,1

41,0

49,1

2,3

1,6

0,8

0,0

5,2

0,0

100,0

%

84,7

49,5

35,2

0,6

0,4

1,5

2,2

2,6

8,0

100,0

000/ton

664

388

276

5

3

12

17

20

63

784

PRODUZIONE RACCOLTA RICICLO MECCANICO RECUPERO ENERGETICO DISCARICA

Fonte: CONSULTIC GMBH - Studio sulle attività di riciclo delle materie plastiche in Europa, 2009

Page 117: L'italia del Recupero 2009

117

PLASTICA

TABELLA 2: Impianti di riciclaggio della plastica in Italia

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Piemonte

Valle d’Aosta

Lombardia

Trentino Alto Adige

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Liguria

Emilia Romagna

NORD

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

CENTRO

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

SUD

ITALIA

2003

13

0

46

1

18

3

2

12

95

10

4

3

5

22

3

0

9

8

0

0

4

2

26

143

2008

18

0

56

1

23

0

2

10

110

7

3

2

6

18

3

0

11

8

0

0

6

1

29

157

Fonte: Censimento ASSORIMAP

Page 118: L'italia del Recupero 2009

118

Dall'analisi dei dati riportati nella Tabella 1, relativi ai materiali di origine per leattività di riciclo in Italia, risulta molto evidente la prevalenza degli imballaggi(circa l'87%), a cui segue il recupero di film e altri manufatti da usi agricoli (circail 4%). Agli imballaggi post-consumo viene fatto riferimento con i dati in Tabella3, ricavati dal Piano Specifico di Prevenzione 2008-2010 del Consorzio di filieraCOREPLA e che costituiscono una delle fonti dei dati riportati in Tabella 1.

IL RICICLO DEGLIIMBALLAGGI PLASTICI

PLASTICA

TABELLA 3: Immissione al consumo e avvio al riciclo di imballaggi in materie plastiche

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Quantità immessa al consumo (1)

Totale RD (2)

- di cui Area Nord (3)

- di cui Area Centro (3)

- di cui Area Sud (3)

Conferiti a riciclo da superficie pubblica (4)

- di cui di gestione consortile

Riciclo da superficie pubblica (5)

- di cui di gestione consortile

Riciclo da superficie privata (6)

- di cui di gestione consortile

- di cui da "Operatori indipendenti" (7)

Totale riciclo (8)

- di cui di gestione consortile (9)

000/TON

2.345

490

342

68

80

490

490

339

339

377

3

374

716

342

%

+2,1%

24,2%

63,6%

16,7%

19,7%

100%

100%

16,7%

100%

16,2%

1,0%

99,0%

32,9%

51,3%

000/TON

2.450

593

377

99

117

593

593

409

409

396

4

392

805

413

%

+3,3%

20,9%

69,8%

13,9%

16,3%

100%

100%

14,5%

100%

16,1%

0,8%

99,2%

30,5%

47,8%

%

+2,3%

22,5%

66,7%

15,2%

18,1%

100%

100%

15,5%

100%

16,0%

1,0%

99,0%

31,5%

49,8%

000/TON

2.400

540

360

82

98

540

540

372

372

384

4

380

756

376

2008 2009 2010

(1) Imballaggi in plastica immessi al consumo complessivamente (primari, secondari e terziari) e relativa variazione percentuale rispetto all'annoprecedente, comprensivi delle cassette in plastica per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.

(2) Raccolta differenziata di rifiuti di imballaggi in plastica da superficie pubblica (RD) complessiva e relativa incidenza percentuale rispettoall'immesso al consumo.

(3) Suddivisione della raccolta differenziata per aree geografiche e relativa incidenza percentuale sul totale raccolta;(4) Quantitativi da RD avviati a riciclo e relativa incidenza percentuale rispetto al totale raccolta.(5) Riciclo complessivo derivante da RD conferita a riciclo, al netto degli scarti, e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo

(per il 2008 è compresa una quota di 4,0 kton a feedstock recycling).(6) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica provenienti da superfici private ("Commercio & Industria") e relativa incidenza

percentuale rispetto all'immesso al consumo.(7) I quantitativi avviati a riciclo da parte degli "Operatori indipendenti" sono ottenuti da analisi dei dati MUD effettuata per conto di COREPLA

da Ecocerved per gli anni sino al 2004 e dalla Camera di Commercio di Milano per il 2005 (ultimo anno disponibile). Per gli anni successivi2006, 2007 e 2008, in attesa di disporre dei dati definitivi desumibili dai MUD, i quantitativi sono stimati per conto di COREPLA dalla societàdi analisi e ricerca economica AGICI, sulla base delle serie storiche dei MUD degli anni precedenti e di previsioni sia macroeconomiche chedi settore. Per i successivi anni 2009 e 2010, i dati sono invece puramente indicativi, essendo ricavati per differenza dalla proiezionearitmetica del riciclo complessivo cui è stato detratta quella del riciclo COREPLA. Per tutti gli anni, in ogni caso, i dati sono comprensivi dellecassette per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.

(8) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo.(9) Quota complessiva di rifiuti d'imballaggio in plastica riciclati in gestione diretta di COREPLA e relativa incidenza percentuale rispetto al riciclo

complessivo.

Fonte: COREPLA

Page 119: L'italia del Recupero 2009

119

A prescindere dall'effettiva riscontrabilità dei dati riportati nelle Tabelle 1 e 3 -che non sono condivisi dall'Associazione dei riciclatori - ma considerandoli,comunque, riferimenti non del tutto estranei alla realtà, va evidenziata larilevante incidenza (attorno al 50%) dell'attività di riciclo dei cosiddetti operatoriindipendenti, senza il cui apporto sarebbe impossibile considerare comeraggiunti nel nostro Paese gli obiettivi di recupero.

Comunque, va sottolineato che nel primo semestre 2009, anche su richiesta diASSORIMAP, è stato avviato da COREPLA un complesso lavoro di verifica deiflussi e di validazione dei dati raccolti, per evitare estrapolazioni (più o menofantasiose) e giungere così, finalmente, a una statistica chiara, trasparente econdivisa dalle parti, compresi i riciclatori rappresentati dalla loro Associazionenazionale di categoria.

Come già accennato, a prescindere dalla riscontrabilità dei dati concernentil'avvio del riciclo di imballaggi post-consumo a cui si è fatto cenno, occorre tenerpresenti le segnalazioni documentate che sono state riferite anche in sedepolitica da ASSORIMAP a proposito della crescente percentuale di scarti (dal 15al 20% del quantitativo conferito alle imprese riciclatrici) che a fine ciclo,purtroppo, vengono destinati a discarica, nonostante la sofisticazione e ilcontinuo aggiornamento degli impianti di selezione e di riciclo.

Principale motivazione di tale sorprendente percentuale di scarto è il progressivoe continuo deterioramento della qualità della raccolta differenziata che si èandato evidenziando di anno in anno a causa di due fenomeni principali:l'eccesso di "assimilazione" perseguito da molti Comuni italiani, nonché lamancata "prevenzione" da parte dei progettisti e dei produttori di imballaggiper i quali l'obiettivo aziendale di marketing prevale largamente su quelloambientale e di interesse generale per la comunità.

Da qui l'aspettativa più volte richiamata da ASSORIMAP per un'attività,soprattutto da parte del sistema consortile CONAI-COREPLA, di informazione eformazione di chi progetta, produce e immette sul mercato imballaggi inplastica, per far comprendere quali materiali e loro accoppiamenti, a parità dicaratteristiche applicative e di protezione dei prodotti, possono rendere piùeconomicamente e ambientalmente praticabile il recupero e riciclaggio post-consumo.

Si tratterebbe di una serie di iniziative specifiche, già ampiamente praticate inaltri Paesi europei, in Giappone, ecc., che, almeno fino ad oggi, non hannotrovato riscontro in Italia.

PLASTICAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 120: L'italia del Recupero 2009

120

Anche in relazione alla prossima azione di revisione del Codice ambientale(D.Lgs. 152/06), l’Associazione dei riciclatori ha messo in luce alcuni aspettirelativi al mercato del settore, su cui è opportuno approfondire la riflessioneavviata dall’Antitrust nella propria indagine conoscitiva sul comparto degliimballaggi.

Le principali conclusioni a cui, in proposito, nell'estate 2008 è pervenutal’Antitrust al termine dell'indagine conoscitiva IC 26, possono essere riassuntecome segue.

1 In merito alla gestione dei consorzi di filiera: "come una migliorerappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli deirecuperatori/riciclatori) nell'ambito delle strutture direttive consortili possacostituire una soluzione incentivante modalità organizzative più efficienti,eque e al contempo espressione di dinamiche genuinamente concorrenziali".Da anni ASSORIMAP ribadisce la necessità di prevedere una significativarappresentatività dei riciclatori, a garanzia di una politica che consideri il ricicloun elemento essenziale dell’economia di ogni filiera.

2 Inoltre: "al fine di ristabilire una maggior omogeneità della raccolta e dell'avvioal recupero dei rifiuti da imballaggio (…) l'Autorità ritiene auspicabile unintervento volto a stabilire soglie di raccolta distinte per aree diverse del paesee da raggiungersi obbligatoriamente, la cui somma vada a determinarel'ottemperamento complessivo a livello nazionale. Ciò al fine di consentire unpiù equilibrato rapporto con le capacità installate sul territorio nazionale inun'ottica di ulteriore sviluppo industriale e concorrenziale del settore".

3 A proposito dell'ipotesi di pluralità di operatori nell'ambito di una filiera:"l'Autorità ha altresì auspicato la possibilità di istituire diversi consorzi anchesu circuiti regionali o macroregionali, opportunamente omologati operanti inuna medesima filiera suscettibili di introdurre dinamiche concorrenzialinell'attività in oggetto senza con ciò snaturare gli obiettivi di tutela ambientaleavuti a mente dal legislatore (…), purché in presenza di opportune garanzie dicontrollo sul buon funzionamento (per esempio, rispetto tracciabilità dei rifiutie certificazione dei dati relativi alla raccolta), nonché di una chiara definizionedegli obblighi relativi al versamento dei contributi ambientali.

Al riguardo, il comparto ha accolto con favore la decisione di fine giugno 2009dell'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, che ha attestato il corretto funzionamentodel Progetto PARI (Piano per la gestione Autonoma dei Rifiuti da Imballaggio),autorizzando di fatto il primo sistema di gestione autonoma nel settore degliimballaggi flessibili in LDPE, poiché esso risulta applicativo di un'analisi che, giàa fine 2006, ASSORIMAP commissionò al Centro Studi Edizioni Ambiente, sul"Riciclo degli imballaggi in plastica di provenienza industriale e commerciale", incui si evidenziavano esplicitamente modelli di esperienze-pilota, sia per gestioniintegrate locali, sia per organizzazioni parallele a dimensione nazionale.

ASSORIMAP, d’altra parte, ha più volte richiamato l’attenzione delle autorità edei Consorzi nazionali stessi anche a tale riguardo, invitandoli ad un confronto e

IL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE

DEL MERCATO

PLASTICAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 121: L'italia del Recupero 2009

121

un approccio sistemico, poiché la "liberalizzazione" nella gestione della raccoltae del recupero dei materiali introduce un fattore di concorrenza di per sé positivoma che va rigorosamente programmato e concertato con tutti gli operatori perevitare che da una situazione monopolistica, che nel settore delle materieplastiche ha mostrato i suoi limiti, il sistema subisca gli effetti di una deregulationincontrollata e incapace di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclocomplessivo, a difesa dell’ambiente.

Le proposte evidenziate dallo Studio commissionato da ASSORIMAP sopramenzionato - ripreso integralmente a fine 2007 dalla Commissione VIII(ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei Deputati, nell'ambito deldocumento conclusivo della sua indagine sull'industria del riciclo - prevede fral'altro che le imprese si dotino di un sistema di controllo e certificazione chegarantisca ai terzi (e, in particolare, alle autorità competenti) la validità e latracciabilità gestionale dei rifiuti riciclati.

In tale logica, ASSORIMAP ha promosso un progetto finanziato dallaCommissione Europea per una certificazione (di azienda e di processo) che siariconosciuta in tutti i Paesi aderenti per le imprese che operano nel settore delriciclo delle materie plastiche, in maniera tale che tali imprese non debbanoessere sottoposte a verifiche multiple, una per ciascuno dei Paesi dai quali siapprovvigionano di rifiuti plastici da riciclare.

Inoltre, l'Associazione, per contribuire ad accrescere in Italia e in Europa ilquantitativo dei rifiuti plastici da riciclare, ha segnalato alle autorità europee chealcuni circuiti nazionali di raccolta sembrano favorire - direttamente oindirettamente - le esportazioni verso l'estremo Oriente, ritenendo che la praticadi esportare rifiuti oltreoceano è alquanto discutibile sotto il profilo ambientale,sociale ed economico: riciclare rifiuti a migliaia di chilometri di distanza (e incondizioni non sempre eco-compatibili) per produrre nuovi articoli che in partesono destinati proprio a ritornare in Europa appare contro ogni logicaambientale.

A tal proposito, ASSORIMAP ha più volte ribadito che molti cittadini europeipagando, sotto forma di contributi ambientali, tasse che sostengono i sistemi diraccolta nazionali, favoriscono indirettamente i riciclatori asiatici, che già oggioperano con costi nettamente più bassi rispetto ai colleghi europei.Inoltre, secondo l'Associazione, al riguardo si pone anche un problema in terminisocio-ambientali in quanto non è accettabile che i rifiuti europei possano esseretrattati da aziende che non applicano gli standard comunitari in termini disicurezza del lavoro, sfruttamento del lavoro minorile, protezione sociale deilavoratori e tutela dell’ambiente.

Un altro ambito di potenziale sviluppo del campo di applicazione di plasticariciclata è quello a contatto con gli alimenti. In tale settore, l'Associazione sta

ALTRE INIZIATIVEASSORIMAP

PLASTICAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 122: L'italia del Recupero 2009

122

fornendo alle imprese un'assistenza preliminare all'avvio delle procedureautorizzative che dipendono dall'Agenzia europea EFSA.

La medesima assistenza alle imprese del settore viene fornita per il riciclo diapparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) offrendo un supporto tecnicoai Consorzi che gestiscono tali rifiuti e ai riciclatori che devono cercare divalorizzarli per risolvere i problemi tecnici di compatibilità delle diverse frazioni dimaterie plastiche.

Inoltre, con riferimento alla Direttiva europea 2000/53 e della normativa96/2002 sul recupero dei RAEE che prevedono specifici obiettivi di riciclo erecupero ASSORIMAP ha avviato con le filiere di recupero interessate (ASSODEMe ASSORAEE) approfondimenti per sinergia che agevolino il riciclo delle frazionidi materie plastiche da detti rifiuti.

Infine, ASSORIMAP da qualche mese ha contribuito alla riattivazionedell'apposita sotto-commissione dell'UNIPLAST, per un aggiornamento dellenorme della serie 10667, richiamate anche dai regolamenti attuativi del CodiceAmbientale (D.Lgs 152/06), per la qualificazione tecnica delle materie primesecondarie e delle MPS fin dall'origine.

Il tutto, come rimarcato in precedenza, per ribadire il ruolo di rilievo dell'industriadel riciclo meccanico delle materie plastiche, essenziale in un sistema "aperto",in cui gli imballaggi e altri manufatti post-consumo, raccolti e riciclati, tornanoall'origine di un nuovo ciclo produttivo - con limiti tecnici e ambiti economici bendefiniti - quale alternativa alle materie vergini.

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L’ITALIA DELRECUPERO

Page 123: L'italia del Recupero 2009
Page 124: L'italia del Recupero 2009

ACCIAIO

Page 125: L'italia del Recupero 2009

125

Nel 2008 i quantitativi di rifiuti di imballaggio in acciaio raccolti, dopo alcuni annidi continuo aumento, vedono una diminuzione e si attestano sulle 396.000tonnellate complessive con un avvio al riciclo di 374.000 tonnellate.

Questa diminuzione è da imputarsi principalmente ad una sensibile riduzionedell’immesso al consumo che passa dalle 563.000 tonnellate del 2007 alle537.000 tonnellate del 2008.

L’Associazione SARA ha collaborato, in qualità di braccio operativo del CNA, alconseguimento di questi risultati in misura determinante nel settore delmateriale generato su superfici pubbliche (domestico), avviandone al riciclo126.000 tonnellate su un totale di 155.000 tonnellate (in percentuale oltrel’80%).Il nostro apporto nella raccolta dei materiali generati su superfici private(industriali), invece, si è limitato a 9.000 tonnellate su un totale di 241.000tonnellate.

Come di consueto, ci siamo focalizzati sul materiale di origine domestica perchéè in questo settore che è particolarmente necessaria l’azione dell’operatore.Nonostante i buoni risultati ottenuti ci proponiamo, in futuro, di moltiplicare inostri sforzi, naturalmente in piena armonia con il CNA, per sviluppareulteriormente la raccolta degli imballaggi di acciaio di origine domestica: quelliche maggiormente rischiano di finire in discarica.

A questo proposito è purtroppo da segnalare che l’Accordo ANCI-CONAI e ilrelativo Allegato tecnico ANCI CNA, recentemente sottoscritto, non hasviluppato alcuni istituti, peculiari del nostro settore, che avrebbero favoritol’incremento della raccolta su superficie pubblica.Mi riferisco, in particolare al materiale ferroso, separato, tramite attrazionemagnetica dai rifiuti urbani, pre o post combustione, ed alla presenza diimballaggi assieme a FMS (frazioni merceologiche similari) nei c.d. ingombranti.Probabilmente questa scarsa attenzione è stata motivata dal peso relativamentebasso che i rifiuti di imballaggio in acciaio hanno rispetto alla totalità dei rifiutidi imballaggio ed anche dal “dogma” della raccolta differenziata.

Prima di chiudere questa breve nota è opportuno accennare all’interessanteattività che la nostra Associazione ha svolto nel campo dei RAEE, che si èrecentemente affiancata a quella storica di operatore del CNA.Nel campo dei RAEE la SARA si è specializzata nel settore del grande bianco nonpericoloso seguendo la via, per il suo trattamento, delle sinergie con le attivitàindustriali già esistenti.Ciò costituisce un approccio, in un certo senso, innovativo che evita diseconomielogistiche e duplicazioni di strutture.

GIORGIO MANUNTA

Presidente SARA

INTRODUZIONE

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 126: L'italia del Recupero 2009

126

La produzione dell’acciaio

L’acciaio, grazie alle sue doti di alta resistenza (a pressione, temperatura, agentiatmosferici, agenti corrosivi, etc.) e duttilità (ossia la capacita di subire unadeformazione “plastica” prima di arrivare alla rottura), è un materialefondamentale nella nostra vita di tutti i giorni.Pochi altri materiali sono in grado di essere plasmati nelle forme più diversesenza perdere la loro caratteristica di elevata resistenza alle sollecitazioni esterne,e, per questo motivo, l’acciaio viene utilizzato nella produzione di un’infinità dioggetti nei campi più disparati: trasporti (aerei, treni, automobili, motocicli ebiciclette), costruzioni (civili ed industriali) macchinari per ogni tipo di produzione(sia industriale sia agricola) reti per la distribuzione di energia (elettricità e gas).L’acciaio può essere prodotto essenzialmente tramite due procedimenti:

• altoforno o ciclo integrale: l’acciaio è ricavato mediante la fusione di mineraledi ferro con carbone con l’aggiunta anche di una piccola quantità di rottameferroso (35% circa della produzione in Italia);

• forno elettrico: l’acciaio viene prodotto tramite la fusione unicamente dirottami ferrosi selezionati (65% circa della produzione in Italia).

Nella Tabella 1 riportiamo alcuni dati relativi alla produzione mondiale di acciaiodegli ultimi quattro anni.

La contrazione della domanda globale registrata a seguito della crisi finanziariaed economica verificatasi nella seconda parte del 2008 ha causato una riduzionedella produzione mondiale di circa l’1,9% rispetto al 2007, ed ha arrestato iltrend di continua crescita che ormai durava da dieci anni.

IL MERCATODELL’ACCIAIO

ACCIAIO

Fonte: FEDERACCIAI - Relazione Annuale 2008

TABELLA 1: Produzione mondiale di acciaio (milioni di tonnellate)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2005 2006 2007 2008

UNIONE EUROPEA 195,6 207,0 209,7 198,0

ALTRI EUROPA 25,0 28,2 30,6 31,8

CSI 113,2 119,9 124,2 114,1

NORD AMERICA 127,6 131,8 132,6 124,5

SUD AMERICA 45,3 45,3 48,2 47,5

AFRICA E MEDIO ORIENTE 33,3 34,2 35,2 33,7

ASIA 598,1 676,2 761,9 768,1

OCEANIA 8,6 8,7 8,8 8,4

TOTALE 1.146,7 1.251,3 1.351,2 1.326,1

Page 127: L'italia del Recupero 2009

127

Nei grafici 1 e 2 viene invece analizzata la ripartizione geografica dellaproduzione mondiale di acciaio nel 2008.

ACCIAIO

GRAFICO 1: Ripartizione produzione mondiale acciaio 2008

GRAFICO 2: Principali produttori mondiali di acciaio 2008 (+ di 30 milioni di tonnellate)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Un. Europea 198,0

15%

Altri Europa 31,8

2%Asia 768,1

57%

Sud America 47,5

4%

CIS 114,1

9%

Nord America 124,5

9%

Africa e Medio Oriente 33,7

3%

Oceania 8,4

1%

0

100

200

300

400

500

600

Cin

a

Gia

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e

Stat

i Uni

ti

Russ

ia

Indi

a

Sud

Cor

ea

Ger

man

ia

Ucr

aina

Bras

ile

Italia

118,791,5

68,5 55,1 53,5 45,8

502,0

37,1 33,7 30,5

Fonte: FEDERACCIAI – Relazione annuale 2008

Fonte: World Steel Association

Page 128: L'italia del Recupero 2009

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

450.000

Uni

one

Euro

pea

Altr

i Eur

opa

CIS

Nor

d A

mer

ica

Sud

Am

eric

a

Afr

ica

e M

.O

Asia

Oce

ania

gen / giu 2008 gen / giu 2009

128

Guardando al primo semestre del 2009, la situazione di crisi nel mercato siderurgicomondiale non si può dire migliorata e il declino nella produzione di acciaio, iniziatonella seconda parte del 2008, non ha ancora trovato il suo punto di arresto.La World Steel Association riporta che nei primi sei mesi del 2009 la produzionemondiale è in calo, rispetto al 2008, del 21,4%.

L’Asia, primo produttore mondiale in assoluto (57% circa della produzionemondiale nel 2008), è in calo del 7,8%, l’Europa, secondo produttore mondiale,registra invece un crollo del 43,2%, il Nord America, terzo produttore mondiale,ha visto praticamente dimezzare il suo output con una riduzione del 48,5%.

ACCIAIO

Fonte: World Steel Association

Fonte: World Steel Association

TABELLA 2: Produzione mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre 2009

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 3: Produzione mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre 2009

gen/giu - 2008 gen/giu - 2009 differenza - %

UNIONE EUROPEA 109.552 62.187 -43,2%

ALTRI EUROPA 16.725 13.178 -21,2%

CIS 66.134 44.102 -33,3%

NORD AMERICA 69.541 35.823 -48,5%

SUD AMERICA 24.493 15.896 -35,1%

AFRICA E MEDIO ORIENTE 17.476 15.511 -11,2%

ASIA 390.867 360.261 -7,8%

OCEANIA 4.408 2.304 -47,7%

TOTALE 699.196 549.262 -21,4%

Page 129: L'italia del Recupero 2009

129

La raccolta dei rottami ferrosi

Alla fine del suo ciclo di vita qualsiasi prodotto in acciaio può essere totalmentericiclato e quindi riutilizzato per un numero virtualmente illimitato di volte.La facilità di intercettazione in mezzo agli altri rifiuti tramite una sempliceseparazione magnetica, la scarsità dei rottami ferrosi rispetto al fabbisogno delleindustrie, ed infine il fatto che possa essere riciclato infinite volte hanno fattodell’acciaio uno dei materiali da sempre più raccolti e riciclati.Inoltre il risparmio energetico (fino al 65%) garantito dall’utilizzo del rottameferroso al posto del minerale di ferro e del coke nelle produzioni siderurgiche,sommato alla riduzione delle relative emissioni di CO2, rende il riciclo dell’acciaioestremamente vantaggioso anche dal punto di vista ambientale.

Il rottame ferroso proviene essenzialmente da tre flussi:

• demolizioni: rottami ferrosi provenienti dalle demolizioni industriali, civili,ferroviarie e navali;

• cascami di lavorazione: rottami ferrosi costituiti da scarti di produzione(ritagli, lamiere, lamierini, torniture) derivanti dalle lavorazioni effettuatepresso industrie ed officine meccaniche;

• raccolta: rottami ferrosi derivanti dalle raccolte effettuate su suolo pubblico eprivato o consegnati direttamente presso centri autorizzati;

Circa il 50% della produzione mondiale di acciaio è alimentata dai rottami ferrosie la domanda per questo tipo di materiale, da sempre superiore all’offerta, ènegli ultimi anni in continua crescita, trainata dall’espansione dei Paesi in via disviluppo quali India e Cina. L’Italia in particolare è un Paese che storicamente èpiù legato di altri all’approvvigionamento di rottame in quanto non possiedeminiere di ferro e la sua produzione si basa principalmente su impianti a fornoelettrico. Non essendo disponibile sul mercato nazionale rottame sufficiente asoddisfare la domanda delle acciaierie, è necessario rivolgersi alle importazioni dirottami da Paesi terzi, e nella Tabella 3 viene presentato l’andamento degliacquisti degli ultimi cinque anni.

ACCIAIO

TABELLA 3: Andamento degli acquisti di rottame

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TOTALE ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI TOTALE ACQUISTI

ACQUISTI IITALIA FRANCIA GERMANIA ALTRI CE ACQUISTI CE EXTRA CEE

000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton % 000/ton %

2004 19.669 13.556 1.520 1.555 428 17.059 87% 2.610 13%

2005 19.651 13.370 1.269 1.588 452 16.679 85% 2.972 15%

2006 21.252 15.451 1.421 1.528 325 18.725 88% 2.527 12%

2007 21.357 15.223 1.215 1.364 942 18.744 88% 2.613 12%

2008 21.099 15.071 1.171 1.418 935 18.595 88% 2.504 12%

Fonte: ASSOFERMET

Page 130: L'italia del Recupero 2009

130

Durante lo scorso anno si è assistito ad oscillazioni senza precedenti nellequotazioni dei rottami ferrosi, come di tutte le altre materie prime, legate sia areali dinamiche della domanda a livello mondiale sia all’effetto delle manovrespeculative nei mercati finanziari.

Dopo una fase iniziale di crescita folle dei prezzi, che ha contraddistinto la primaparte dell’anno fino al mese di luglio, si è avuto una pausa, del resto consuetanel mese di agosto caratterizzato dalle fermate produttive, per poi vedere unrapido declino che ha segnato una momentanea inversione di tendenza solo allafine dell’anno.

A titolo esemplificativo nei Grafici 4 e 5 vengono riportate le quotazioni mediemensili registrate durante il 2008 dal listino della Camera di Commercio diMilano che mostrano l’andamento assolutamente schizofrenico dei prezzi dialcune delle categorie di rottami ferrosi più significative.

ACCIAIO

GRAFICO 4: Rilevazione CCIAA di Milano 2008 Cat. 01 - Demolizione industriale (€/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre0

50

100

150

200

250

300

350

400

ottobre novembre dicembre

208 208 238

368358 358

189

133

98

140

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano

Page 131: L'italia del Recupero 2009

131

La fase di profonda crisi del settore produttivo che ha contraddistinto anche ilprimo semestre 2009 continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni deirottami ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche in tale periodo, comesintetizzato nei due Grafici 6 e 7.

ACCIAIO

GRAFICO 5: Rilevazione CCIAA di Milano anno 2008 Cat. 50 - Lamierino (€/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

ottobre novembre dicembre

216231

271

433

423423

250

178

124

167

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano

Page 132: L'italia del Recupero 2009

132

ACCIAIO

GRAFICO 6: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre 2009 Cat. 01 - Demolizione industriale

GRAFICO 7: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre 2009 Cat. 50 - Lamierino

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200179

162 136,5 144149

136,5

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

148 137,5

120 127,5

132,5

123

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano

Page 133: L'italia del Recupero 2009

133

Il recupero e il riciclo dei rottami ferrosi

Le acciaierie e fonderie ritirano, per avviarli a rifusione, solo i rottami conformialle specifiche CECA, AISI, CAEF e UNI (o altre specifiche nazionali einternazionali) che ne definiscono le caratteristiche, qualitative e dimensionali.

Oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità del materiale,il rottame deve essere esente da metalli non ferrosi, da qualsiasi elemento nocivoapparente, da materiali esplosivi ed infiammabili e non deve contenere inerti,plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.

Le prime due “famiglie” di rottami, demolizioni e cascami, solitamente sonocostituite da rottami ferrosi che, a parte essere eventualmente sottoposti adulteriore selezione e riduzione volumetrica, già nel momento in cui sono“prodotti” possiedono le caratteristiche per essere inviati direttamente alleacciaierie e fonderie.

I rottami ferrosi da raccolta, invece, per la natura stessa del tipo diintercettazione di cui sono oggetto, contengono una concentrazione di frazioniestranee ben superiore all’1%, per cui rappresentano rifiuti che necessitano diulteriori lavorazioni per poter essere avviati a riciclo.

Tali rottami vengono quindi selezionati, riqualificati e trattati da operatorispecializzati fino a trasformarsi da rifiuto in materie prime secondarie per lasiderurgia, andando ad alimentare tipologie di prodotto riconducibili allecategorie sopra descritte.

L’essenza dell’industria del riciclo consiste proprio in questa funzione di“normalizzazione” dell’eterogeneo coacervo dei materiali di raccolta, chetrasforma un rifiuto (per smaltire il quale si dovrebbe sostenere un costo), in unprodotto qualificato che assume un valore economico positivo nel mercatosiderurgico.

Le operazioni che consentono di conseguire tale risultato consistono,essenzialmente, in attività di rimozione di impurità e frazioni estranee, riduzionevolumetrica e omogeneizzazione in base a tipologia, dimensioni, spessori ecaratteristiche del materiale.

Tali operazioni sono sostanzialmente le seguenti:

• vagliatura ed eliminazione delle frazioni estranee e degli eventuali elementiorganici;

• frantumazione, che consiste in una prima fase di triturazione tramite mulino amartelli o a lame e conseguente riduzione volumetrica, alla quale segue unavagliatura/pulizia del materiale effettuata attraverso vibro-vagli ed impianti diaspirazione che permettono l’eliminazione di impurità quali polveri, terra edelementi leggeri non ferrosi;

• riduzione volumetrica per rendere il rottame ferroso “pronto al forno”, cioèridurlo a dimensioni utili per l’alimentazione diretta dei forni di fusione.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 134: L'italia del Recupero 2009

134

Gli imballaggi in acciaio

Fra le innumerevoli produzioni che utilizzano come materia prima l’acciaio vi èanche quella degli imballaggi utilizzati in diverse applicazioni quali contenitori ecoperchi per alimenti (sia per l’uomo sia per animali domestici), bevande,aerosol, articoli per la cura personale, detergenti per la pulizia della casa e degliautoveicoli, prodotti industriali e vernici.

Ci sono tre tipi di acciaio utilizzati per la produzione di imballaggi:

• banda stagnata: lamierino di acciaio ricoperto su entrambi i lati da uno stratosottilissimo di stagno;

• banda cromata: lamina di acciaio ricoperto con prodotti al cromo;• banda nera: lamierino di acciaio laminato a freddo non rivestito ma che può

essere protetto con vari tipi di vernice che viene utilizzato per la produzione deigrandi fusti contenenti prodotti ad uso industriale.

Il motivo dell’utilizzo così massiccio dell’acciaio nella fabbricazione degliimballaggi è legato ad una serie di ragioni tra cui le proprietà meccaniche, ibenefici economici rispetto ad altre materie prime ed infine i forti vantaggiambientali sopra citati.

Tutti gli imballaggi in acciaio, oltre ad essere interamente riciclabili, grazie alleuniche proprietà magnetiche, sono facilmente estraibili meccanicamente consistemi completamente automatici dagli altri rifiuti, siano essi raccolti in manieradifferenziata o indifferenziata, e persino dalle ceneri che residuano dallacombustione dei RU nei termovalorizzatori.

La provenienza dei rifiuti da imballaggio in acciaio da avviare a recupero èduplice: c’è un flusso di imballaggi industriali originato dalle raccolte effettuateprivatamente presso gli insediamenti produttivi e commerciali e c’è un flusso diimballaggi domestici intercettato dai servizi pubblici locali.

La raccolta degli imballaggi industriali è sempre esistita, per cui partedell’incremento registrato negli ultimi anni nei quantitativi avviati al recupero èda imputarsi principalmente ad un più attento sistema di monitoraggio erilevazione dei dati.

L’intercettazione degli imballaggi domestici, invece, è nata e si è sviluppata conl’introduzione dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quindi lacrescita esponenziale delle quantità avviate al riciclo è completamente frutto diun effettivo aumento delle quantità raccolte.

Gli imballaggi domestici vengono intercettati essenzialmente tramite tre canali:

• raccolte differenziate: monomateriale, multimateriale insieme ad altretipologie di imballaggi, multimateriale nell’ambito della raccolta dei cosiddettirottami ferrosi ingombranti effettuata presso le isole ecologiche;

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 135: L'italia del Recupero 2009

135

• impianti di selezione meccanica: deferrizzazione della frazione secca eumida del rifiuto tal quale caratterizzata da un livello qualitativo molto bassopoiché le frazioni estranee quali carta, plastica, stracci, frazioni organiche etc.durante la lavorazione meccanica del rifiuto si incastrano nell’imballaggio inacciaio e lo accompagnano fino alla fine del processo;

• impianti di termovalorizzazione: separazione magnetica degli imballaggidalle ceneri di combustione con un considerevole risparmio nelle spese dismaltimento delle scorie avviate in discarica a costi solitamente elevati.

L’imballaggio proveniente da raccolta domestica presenta maggiori difficoltà divalorizzazione rispetto a quello di provenienza industriale (fusti di medie e grandidimensioni ed accessori) poiché, oltre ad essere prodotto utilizzando unmateriale di spessore minore e quindi meno pregiato rispetto all’imballaggioindustriale, generalmente contiene un’alta percentuale di materiale estraneo, edin più è stagnato, con conseguenti maggiori problemi di preparazione ed utilizzoper la successiva rifusione.

Lo stagno rappresenta infatti, tranne per la produzione di ghisa effettuata dallefonderie, un inquinante non riducibile e con bassi livelli di tollerabilità nelprodotto finale (la banda stagnata ha un contenuto di stagno di circa lo 0,3%contro una tollerabilità in un acciaio di media qualità dello 0,02%).

Oltre alle attività di recupero elencate in precedenza quindi, ve ne è una, ladistagnatura, specifica per gli imballaggi ferrosi in banda stagnata utilizzati perla conservazione degli alimenti, che consiste in un procedimento elettroliticoattraverso il quale si separa lo stagno, commercializzato poi separatamente, dallasuperficie del metallo che quindi risulta pronta per la rifusione.

I rottami ferrosi di imballaggio non distagnati invece, dopo essere stati sottopostiai vari procedimenti sopra indicati, per essere inviati alle acciaierie vengonoopportunamente miscelati ad altre tipologie di rottami da raccolta, in modo daottenere un prodotto omogeneo con una presenza di stagno sotto i limitiammessi per il corretto avvio al riciclo.

Nel prosieguo della trattazione verranno riportati i dati più significativi edaggiornati relativi alla produzione di imballaggi in acciaio e alla loro successivaraccolta e riciclo, in ambito nazionale ed internazionale.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 136: L'italia del Recupero 2009

136

L’immesso al consumo

La produzione di acciaio per imballaggi nella UE è stata nel 2008 di circa 4,8milioni di tonnellate, rappresentando un terzo della produzione stimatamondiale (elaborazione APEAL).

A fronte di una produzione pressoché invariata in termini di peso, bisogna tenerpresente il continuo alleggerimento dell’acciaio per imballaggi (negli ultimitrent’anni si calcola una diminuzione nel peso per esempio delle lattine perbevande di circa il 40%) per concludere che il numero di imballaggi ed accessoriprodotti è da stimarsi in continua crescita.

Si valuta che nel 2007, ultimi dati disponibili, siano state prodotte nella UE circa3,4 milioni di tonnellate di imballaggi ed accessori in banda stagnata e cromata,sostanzialmente in linea con il quantitativo degli anni precedenti.

SCENARIOINTERNAZIONALE

ACCIAIO

Fonte: APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio per Imballaggi) su dati EUROFER (European Confederation of Iron and Steel Industries)

GRAFICO 8: Produzione europea acciaio per imballaggio (stagnato e cromato)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

4.100

4.200

4.300

4.400

4.500

4.600

4.700

4.800

4.900

5.000

2006 200820072005200420032002

4.386

4.514

4.8024.846

4.8624.915

4.847

Page 137: L'italia del Recupero 2009

137

Nell’ambito della produzione europea di acciaio per imballaggi il segmentodel cibo per uomo e per animali rappresenta l’utilizzo principale (54%),seguito dal segmento c.d. general line (14% circa) costituito da latte divernici, fusti industriali etc., contenitori per bevande (12% circa), dallechiusure e accessori vari di imballaggio (9% circa) costituito da capsule,tappi corona, coperchi, anelli, fascette, reggetta, filo di ferro etc. ed infinebombolette aerosol (8% circa).

ACCIAIO

*Austria, Finlandia, Grecia, Portogallo e altri paesi UE a 25.Fonte: EMPAC (Associazione Europea Produttori Imballaggi Metallici).Elaborazione: Iascone Packaging Marketing –Genova

Fonte: APEAL

TABELLA 4: Produzione imballaggi in banda stagnata e cromata (000/ton)(escluse reggette ed altri accessori da imballaggio)

GRAFICO 9: Composizione mercato imballaggi in acciaio anno 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

general line 14%cibi 54%

chiusure 9%

altro 3%

bevande 12%

aerosol 8%

2002 2003 2004 2005 2006 2007

ITALIA 658 680 710 680 660 684

BELUX 140 100 65 60 60 60

FRANCIA 600 576 616 562 562 570

GERMANIA 670 550 560 525 530 530

OLANDA 220 190 200 180 175 175

SPAGNA 580 654 700 700 705 710

UK 550 550 540 510 500 490

ALTRI* 140 180 200 207 210 215

TOTALI UE A 25 3.558 3.480 3.591 3.424 3.402 3.434

Page 138: L'italia del Recupero 2009

138

Per quanto concerne il settore degli imballaggi industriali, i fusti di medie egrandi dimensioni generalmente dedicati al contenimento di prodotti chimici oaffini, nel 2008 la produzione totale europea si è attestata intorno alle 625.000tonnellate distribuite fra i singoli Paesi come sintetizzato nella Tabella 5.

Come indicato nella Tabella 5 il quantitativo totale prodotto ha registrato unsensibile calo rispetto ai risultati conseguiti nel 2007 (-40.000 tonnellate), chegià avevano segnalato una flessione importante rispetto ai quantitativi prodottinel 2006 (-40.000 tonnellate).

In due anni la produzione totale è diminuita del 14,4% circa e l’attuale fase dicrisi economica globale, con la conseguente contrazione dei consumi, fapresagire un ulteriore calo anche per il 2009, dato peraltro confermato dallerilevazioni infrannuali non ufficiali.

Da segnalare, nel panorama di diffusa criticità, la situazione dell’Italia che vedela sua produzione pressoché costante negli ultimi 5 anni.

ACCIAIO

*(Svizzera, Danimarca, Finlandia, Grecia, Portogallo)(**) dal 2008 la Sefa non pubblica i dati per Paese, l'Italia ha prodotto 100.000 tonnellateFonte: Elaborazione: Iascone Packaging Marketing su dati Sefa

TABELLA 5: Stima produzione europea fusti industriali capacità da 185/250 litri (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2003 2004 2005 2006 2007 2008(**)

GERMANIA 206.000 219.422 207.000 210.000 200.000

FRANCIA 82.000 76.773 75.500 77.000 70.000

ITALIA 80.000 104.000 100.000 103.000 105.000

GRAN BRETAGNA 93.500 67.533 62.000 62.000 60.000

BELGIO 56.000 65.054 60.000 61.000 57.000

OLANDA 60.000 60.000 59.000 60.500 54.000

SPAGNA 36.000 31.327 41.000 42.000 40.000

ALTRI * 85.000 65.719 110.000 114.000 100.000

TOTALE 698.500 689.828 714.500 729.500 686.000 624.020

Page 139: L'italia del Recupero 2009

L’avvio a riciclo

Per quanto riguarda i dati relativi alla raccolta ed avvio a riciclo degli imballaggi inacciaio in Europa, gli ultimi dati disponibili al momento sono quelli che si riferisconoall’anno 2007 poiché il rapporto APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaioper Imballaggio) per l’anno 2008 non è ancora stato divulgato.Il risparmio energetico (fino al 70%) garantito dall’utilizzo del rottame ferroso alposto del minerale di ferro e del coke nelle produzioni siderurgiche, sommatoalla riduzione delle relative emissioni di CO2 (le emissioni di CO2 per tonnellata diacciaio prodotto generate dall’industria siderurgica in 40 anni sono diminuite del50%) rende il riciclo dell’acciaio estremamente vantaggioso sia dal punto di vistaeconomico sia da quello ambientale.Si pensi che nel solo 2007 il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate diimballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,8 milioni ditonnellate di CO2, equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di autonello stesso anno, (Fonte: APEAL).Nel 2007 è stato confermato il trend di crescita delle quantità riciclate in tuttaEuropa con un aumento di circa il 3% rispetto al 2006. Nel suo complesso la UE ha registrato nel 2007 un tasso medio di riciclo degliimballaggi in acciaio del 69%, grazie ai notevoli progressi nello sviluppo delleraccolte differenziate in quasi tutti i paesi della Comunità europea.

ACCIAIO

• Belgio, Olanda, Lussemburgo, Finlandia, Norvegia, Lettonia, Slovenia, Lituania, Cipro, Estonia, Bulgaria, Romania: il tasso si riferisce al riciclo degliimballaggi in metallo (acciaio e alluminio).

• Slovacchia, Slovenia, Cipro, Estonia, Malta, Romania, Danimarca, Finlandia: ultimi dati disponibili anno 2006.

Fonte: APEAL

GRAFICO 10: Tasso di riciclo imballaggi in acciaio in Europa 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Mal

ta

Slov

enia

Slov

acch

ia

Polo

nia

Rom

ania

Gre

cia

Bulg

aria

Esto

nia

Gra

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na

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Finl

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Lett

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Fran

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Spag

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Italia

Irlan

da

Cip

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Svez

ia

Sviz

zera

Aus

tria

Port

ogal

lo

Ola

nda

Ung

heria

Ger

man

ia

Belg

io

7

19 21

31

46 5053 53

56 57 59 5964 65

66 67 69 69 70 72 7477 77

82 82 8487 91 93

139

Page 140: L'italia del Recupero 2009

140

Belgio e Germania, come nel 2006, hanno messo a segno le performancemigliori con una percentuale di raccolta pari rispettivamente al 93% e al 91%,seguite da Svizzera, Austria e Olanda tutte sopra l’80%.

La maggior parte dei Paesi è comunque riuscito a raggiungere percentuali diriciclo che si attestano fra l’80% e il 50%, e solo tre rimangono sotto il 30% fracui Malta, fanalino di coda, che ancora raccoglie solo il 7 % degli imballaggiimmessi al consumo.

Analizzando gli scostamenti più significativi rispetto ai risultati dell’anno scorso,sicuramente spiccano Grecia e Cipro che hanno visto incrementare il propriotasso di riciclo rispettivamente del 400% (dal 10 al 50% dell’immesso alconsumo) e del 222% (dal 23 al 74% dell’immesso al consumo) dimostrandocome l’avvio di un corretto sistema di raccolta garantisce in tempi anche brevi ilraggiungimento di risultati soddisfacenti.

Va evidenziato che si sono verificati anche casi in cui il tasso di avvio a riciclo siè invece ridotto dal 2006 al 2007, come per Slovenia (-37%), Romania (-15%)e Slovacchia (-13%). Riteniamo tuttavia che tali regressioni siano dovuteprincipalmente al fatto che all’aumento dell’immesso al consumo in questi Paesiin crescita non sia corrisposto un pari miglioramento nella capacità diintercettare i rifiuti di imballaggio generati sul territorio.

Compatibilmente con il ritardo con cui si è affrontato il problema e con lasuccessiva differente diffusione dei sistemi di raccolta differenziata, in tutti i Paesisi stanno registrando risultati sempre più promettenti nei quantitativi avviati ariciclo, circostanza che fa sperare in un progressivo livellamento verso l’alto deirisultati in tutta Europa.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 141: L'italia del Recupero 2009

general line 16%

open top 45%

fusti in acciaio 15%

bombole aerosol 4%

tappi corona 2%reggetta, filo di ferro 7%

altri imballaggi in acciaio 6%capsule 5%

141

Produzione ed immesso al consumo di imballaggi in acciaio

Gli imballaggi in acciaio immessi al consumo nel nostro Paese nel 2008, al nettodelle esportazioni ed importazioni, sono stati 537.000 tonnellate circa,segnando un calo del 4,6% rispetto al 2007.

Nel grafico 12 viene sinteticamente rappresentata la composizione merceologicadegli imballaggi immessi al consumo.

SCENARIONAZIONALE

ACCIAIO

GRAFICO 11: Immesso al consumo 2008 (000/ton)

GRAFICO 12: Composizione immesso al consumo imballaggi 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

500

520

540

560

580

600

620

2004 200720062005 2008

605

562 561 563

537

Fonte: CNA (Consorzio Nazionale Acciaio) – RGPS 2009

Fonte: CNA – RGPS 2009

Page 142: L'italia del Recupero 2009

142

Analizzando la composizione della produzione di imballaggi in acciaio, si rilevacome anche nel 2008 la metà circa dell’immesso al consumo sia rappresentatodalla somma di “open top” e “general line” che insieme passano dal 49% del2007 al 51% del 2008. Una diminuzione di circa l’1% registra sia la voce “fustiin acciaio” sia quella degli “altri imballaggi in acciaio”.Sostanzialmente invariate rimangono le quote percentuali rappresentate dallealtre tipologie di imballaggi.

Se invece ci si riferisce alle variazioni in valore assoluto dei quantitativi immessial consumo, rispetto ai dati del 2007, la flessione più significativa è stataregistrata dalla voce altri imballaggi in ferro (-21,7%), seguita dai tappi corona(-11,6%), dai fusti in acciaio (-11,5%), dagli imballaggi “general line” (-9,4%) edalle bombolette aerosol (-9%).

Segnano invece una crescita rispetto al 2007 le voci “open top” (+1,7%),“capsule” (+1,4%) e “reggetta, filo ferro” (+1,3%).

La forte diminuzione della voce “altri imballaggi in ferro” è da ricondursi siaa variazioni nelle dinamiche di mercato sia alla più corretta suddivisione eimputazione alle singole tipologie di prodotto del quantitativo totaleimmesso al consumo e, quindi, anche le variazioni registrate dalle altretipologie di imballaggi sono da considerarsi il risultato della combinazione dientrambi i fattori.

ACCIAIO

Fonte: CNA – RGPS 2009

TABELLA 6: Composizione immesso al consumo 2007-2008 (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2007 2008 Var %

07/08

capsule 26.563 26.948 1,4%

tappi corona 12.426 10.977 -11,7%

general line 93.178 84.413 -9,4%

open top 242.216 246.239 1,7%

bombole aerosol 23.115 21.013 -9,1%

fusti in acciaio 89.355 79.085 -11,5%

reggetta, filo di ferro 37.881 38.373 1,3%

altri imballi in acciaio 38.216 29.930 -21,7%

TOTALE 562.950 536.978 -4,6%

Page 143: L'italia del Recupero 2009

143

La raccolta degli imballaggi in acciaio

La raccolta degli imballaggi in acciaio nel nostro Paese ha raggiunto nel 2008quota 396.000 tonnellate, con una diminuzione di 15.000 tonnellate rispetto al2007 (-3,6 %).In termini percentuali sull’immesso al consumo però, considerata la contrazionedi quest’ultimo, si è registrato un incremento dello 0,7 % rispetto ai risultati del2007, attestandosi il tasso di recupero su una percentuale del 73,7 %.

La gestione dei rifiuti di imballaggio ferrosi raccolti sul territorio nazionale èaffidata al Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) il quale, attraverso lasottoscrizione di specifiche convenzioni e accordi, garantisce a chi effettua leraccolte (Convenzionati) la possibilità di conferire il materiale presso strutturecollegate al Consorzio stesso, gli operatori CNA (Recuperatori), al fine del suosuccessivo avvio a riciclo.

Il CNA segue l’avvio al riciclo di due flussi di materiale: imballaggi domesticiraccolti su superficie pubblica dai gestori delle raccolte dei rifiuti urbani, eimballaggi c.d. industriali, provenienti dalle attività produttive e commerciali,raccolti su superficie privata.

ACCIAIO

GRAFICO 13: Andamento raccolta/immesso al consumo 2004-2008 (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

100

200

300

400

500

600

700

2004 200720062005 2008

immesso al consumo totale raccolta

605

344

562

377

561

388

563

411

537

396

Fonte: Elaborazione SARA su dati CNA

Page 144: L'italia del Recupero 2009

144

Confrontando i risultati con quelli del 2007, si rileva che a fronte di un aumentodi circa il 2% della raccolta su suolo pubblico si è registrata una diminuzione del7% circa di quella su suolo privato, riducendo così di circa due punti percentualila preponderanza di quest’ultima rispetto alle raccolte differenziate degliimballaggi domestici nell’attività del CNA.

ACCIAIO

Fonte: CNA – RGPS 2009

TABELLA 7: Raccolta imballaggi in acciaio in Italia (000/ton)

GRAFICO 14: Raccolta su superficie pubblica e privata 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

pubblico 39%

privato 61%

73,7%

2004 2005 2006 2007 2008

IMMESSO AL CONSUMO 605 562 561 563 537

TOTALE RACCOLTA 344 377 388 411 396

% sull'immesso al consumo 56,9% 67,1% 69,2% 73,0% 73,7%

RACCOLTA SUP. PUBBLICHE 135 142 147 151 155

% sul totale raccolto 39,2% 37,7% 37,9% 36,7% 39,1%

RACCOLTA SUP. PRIVATE 209 235 241 260 241

% sul totale raccolto 60,8% 62,3% 62,1% 63,3% 60,9%

Fonte: CNA – RGPS 2009

Page 145: L'italia del Recupero 2009

145

Raccolta imballaggi domestici

Il Consorzio Nazionale Acciaio, consorzio di filiera del sistema CONAI dedicato airifiuti di imballaggio in acciaio, stipula convenzioni e accordi con i Comuni, coni Consorzi di Comuni oppure con i gestori dei servizi di raccolta e selezione deirifiuti urbani, al fine di intercettare ed avviare a recupero gli imballaggi ferrosidomestici provenienti essenzialmente da tre canali di raccolta:

• raccolte differenziate mono o multi materiale;• selezione meccanica e deferrizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati;• deferrizzazione delle scorie prodotte dagli impianti di termovalorizzazione.

Nel 2008 il quantitativo di imballaggi domestici raccolti ha raggiunto le 154.620tonnellate, segnando un incremento di circa il 2% rispetto al 2007,corrispondente ad una crescita della raccolta di circa 3.400 tonnellate, econfermando il trend di continua crescita dei quantitativi raccolti.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

125

130

135

140

145

150

155

2004 200720062005 2008

135

142

147

151

155

Fonte: CNA – RGPS 2009

GRAFICO 15: Raccolta imballaggi domestici (000/ton)

Page 146: L'italia del Recupero 2009

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

100.000

20072006 2008

differenziata meccanica combusto

83.428

46.212

17.882

88.802

44.902

17.422

95.693

43.767

15.160

146

La raccolta degli imballaggi domestici può essere innanzitutto suddivisa in baseai flussi di provenienza, indicati all’inizio del presente paragrafo, e nel Grafico 16viene evidenziato il peso relativo di detti flussi rispetto al quantitativo totaleraccolto nel 2008.

Nel Grafico 17 viene analizzato l’andamento dei flussi di raccolta differenziataosservato nell’ultimo triennio, in modo da permettere di evidenziare le macrotendenzein atto a livello nazionale nei risultati ottenuti dai diversi sistemi di intercettazione.

ACCIAIO

Fonte: CNA – RGPS 2009

Fonte: CNA – RGPS 2008-2009

GRAFICO 16: Flussi di raccolta imballaggi domestici 2008

GRAFICO 17: Flussi raccolta imballaggi domestici - triennio 2006-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

differenziata 95.693

62%

meccanica 43.767

28%

combusto 15.160

10%

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147

Emerge immediatamente come la raccolta differenziata sia il sistema più diffusoe sia l’unico che ottiene risultati in continuo miglioramento nel corso degli anni.

Come evidenziato nel Grafico 17, l’incremento di circa 3.400 tonnellateregistrato rispetto al 2007 nei quantitativi totali è da attribuirsi al progresso dellevarie forme di raccolta differenziata multimateriale (+ 5.600 tonnellatemultimateriale leggero, + 4.800 tonnellate multimateriale pesante) emonomateriale (+ 400 tonnellate) mentre una forte diminuzione (circa 4.100tonnellate) è stata registrata dai quantitativi di imballaggi rilevati nelle raccoltedei c.d. ingombranti ferrosi conferiti presso le isole ecologiche dei Comuni, afronte di una migrazione degli imballaggi verso forme di raccolta differenziatapiù spinta.

La conferma della diffusione delle forme di raccolta differenziata è testimoniataanche dal fatto che gli altri due flussi, che provengono dalla deferrizzazione dellaquota di rifiuti urbani indifferenziati, col passare degli anni intercettano unquantitativo di imballaggi ferrosi in costante diminuzione (-2.300 tonnellate diimballaggi rinvenuti nelle scorie post combustione degli inceneritori e –1.200tonnellate di imballaggi ferrosi estratti tramite selezione meccanica dai rifiutiurbani indifferenziati).

Un ulteriore approfondimento porta alla suddivisione dei quantitativi provenientida raccolta differenziata fra le varie forme di raccolta (mono e multimateriale),come riportato nel Grafico 18.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 18: Flussi da raccolta differenziata 2008

multimateriale pesante39.691

42%

multimateriale leggero33.922

35%

monomateriale 12.809

13%

isola ecologica 9.271

10%

Fonte: CNA – RGPS 2009

Page 148: L'italia del Recupero 2009

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

2006 20082007Nord Centro Sud

107.860

16.07423.588

110.684

15.46625.066

112.092

18.81023.718

148

Nel Grafico 19 viene effettuata l’analisi comparata dei flussi di raccoltadifferenziata di imballaggi domestici dell’ultimo triennio per consentire unariflessione sull’evoluzione temporale dei risultati ottenuti dai vari sistemi.

Passando invece ad analizzare la provenienza dei rifiuti di imballaggio domesticiraccolti, anche nel 2008 si è confermata una disomogenea distribuzione geografica,fra le varie macroaree del Paese, dei quantitativi di imballaggi domestici raccolti.

ACCIAIO

Fonte: CNA – RGPS 2008-2009

GRAFICO 16: Analisi flussi raccolta differenziata

GRAFICO 20: Suddivisione raccolta domestica per aree geografiche

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

monomateriale isola ecologicamultimateriale leggeromultimateriale pesante

2006 2007 2008

12.858 12.392 12.809

29.318

34.830

39.691

25.86028.306

33.922

15.392 13.364

9.271

Fonte: CNA – RGPS 2008-2009

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149

La concentrazione prevalentemente al Nord sia dei consumi (maggior densitàdemografica e maggior numero di insediamenti produttivi), sia degli impianti didestinazione finale degli imballaggi raccolti (acciaierie e fonderie) continua acostituire un ostacolo strutturale difficilmente superabile all’omogeneizzazionedei volumi di raccolta ed avvio a riciclo.

Inoltre, per quanto riguarda le zone del Sud, perdura lo stato di emergenza, incui versano periodicamente alcune realtà, che non garantisce quelle condizionidi ordine e stabilità necessarie per realizzare progetti di sviluppo a medio e lungotermine.

Da un punto di vista numerico l’incremento maggiore, pari a circa 3.400tonnellate, è stato realizzato nelle zone del Centro dove, pur non essendoci statisostanziali incrementi nelle raccolte differenziate, è stato attivato un accordoimportante per il recupero delle frazioni ferrose derivanti dalla selezionemeccanica dei rifiuti della città di Roma.Nelle Regioni del Nord si è avuto un progresso di circa 1.500 tonnellate, aconferma che in questa area le varie forme di raccolta continuano a farregistrare, anno dopo anno, margini di incremento e miglioramento.

Purtroppo nelle zone del Sud si è registrato, rispetto al 2007, un decrementonelle quantità raccolte di circa 1.300 tonnellate che ha sostanzialmente riportatoil risultato della raccolta a quello del 2006, annullando così tutti i progressiregistrati lo scorso anno. L’origine di tale decremento merita tuttavia unapprofondimento nel senso che, se da un lato si è effettivamente assistito ad uncalo nei quantitativi raccolti provenienti dagli impianti di selezione meccanica,legato alle alterne vicissitudini dei siti di trattamento dei rifiuti indifferenziatioggetto di commissariamento in Campania, dall’altra riscontri positivi edincoraggianti si sono avuti sul versante delle raccolte differenziate, che hannovisto aumentare i loro quantitativi del 10% circa.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 150: L'italia del Recupero 2009

150

Raccolta imballaggi industriali

La raccolta degli imballaggi ferrosi industriali gestita dal CNA si basaessenzialmente sull’intercettazione/monitoraggio di tre flussi:

• imballaggi industriali da raccolta su superficie privata costituita da fusti eaccessori di imballaggio provenienti dalle raccolte effettuate presso gliinsediamenti produttivi o presso le attività commerciali (c.d. gestione diretta:il quantitativo intercettato dal CNA è quello riscontrato dal FIR ricevutodall’operatore);

• certificazioni presso acciaierie ed impianti di frantumazione (c.d. gestioneindiretta: il quantitativo riconosciuto dal CNA è frutto essenzialmente di unastima, in questo caso basata su analisi a campione effettuate da CNA). Dal2001 CNA ha attivato una procedura di rilevazione delle percentuali diimballaggi (solo fusti) che si riscontrano, all’interno di alcune categorie dirottami ferrosi, comunemente presenti nei parchi rottame delle acciaierie odegli impianti di frantumazione;

• autocertificazioni degli operatori CNA (c.d. gestione indiretta: il quantitativoriconosciuto da CNA è quello risultante dalle autocertificazioni di alcunioperatori CNA, supportate da campionature periodiche gestite dallo stessoCNA, studiato per rilevare il quantitativo di accessori di imballaggio (reggette,filo, etc.) raccolti congiuntamente ad altri rottami ferrosi misti, e in questaforma avviati al riciclo).

La raccolta di imballaggi in acciaio da superficie privata nel 2008 ha registratouna flessione di circa 18.400 tonnellate (-7,1 %) dopo la crescita del 2007 (+8 %),passando da 259.867 tonnellate a 241.440 tonnellate.

Tale diminuzione è dovuta sia al calo di circa 6.500 tonnellate nelle quantitàintercettate dalla c.d. gestione indiretta del CNA, sia alla raccolta degliimballaggi industriali rientranti nella c.d. gestione diretta del CNA che ha vistouna diminuzione complessiva di circa 12.000 tonnellate, pari a circa il 13%,perse per intero nelle Regioni del Nord.Si ritiene tuttavia che l’apparente forte perdita registrata dalla gestione direttanelle Regioni del Nord sia collegata, per buona parte, al forte aumento registratonel corso dello scorso anno nelle quotazioni dei rottami ferrosi che ha dirottatoparte dei quantitativi verso gestioni esterne a quella del CNA.

ACCIAIO

Fonte: CNA – RGPS 2009

TABELLA 8: Raccolta da superficie privata

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RACCOLTA DA SUPERFICIE PRIVATA 2007 2008

Gestione diretta Nord 77.255 64.215

Centro 6.912 7.494

Sud 4.333 4.809

Gestione indiretta 171.367 164.922

Totale raccolta 259.867 241.440

Page 151: L'italia del Recupero 2009

151

Recupero degli imballaggi in acciaio

Una volta raccolti gli imballaggi in acciaio devono essere consegnati ad impiantiin grado di trasformarli, in base a specifiche nazionali e internazionali (CECA,AISI, CAEF e UNI, o altre), per poterli quindi inviare ad acciaierie e fonderie perla successiva rifusione.In particolare, oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità delmateriale deve essere il più possibile ridotta la presenza di metalli non ferrosi, elementia vario titolo nocivo, materiali esplosivi ed infiammabili, e non devono essere contenutiinerti, plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.

A tale scopo il CNA si serve di un vasto numero di operatori che sonoriconducibili a quattro categorie:

• operatori Associazione SARA (Servizi Ambientali Recupero Acciai): recuperatoriassociati a FISE UNIRE che, fin dalla sua origine, hanno collaborato con il CNAsoprattutto nel settore dei rifiuti urbani;

• operatori Associazione ASSOFERMET: operatori attivi in tutti i settori diintercettazione dell’imballaggio;

• rete diretta CNA: aziende accreditate dal CNA che integrano sul territorio larete degli operatori facenti capo alle organizzazioni di cui sopra;

• SOE (Società Operative Ecologiche): aziende di bonifica e rigenerazione deifusti industriali.

In particolare, nei Grafici 21 e 22, riassumiamo il contributo dato dalle aziendeSARA/FISE UNIRE al recupero dei rifiuti ferrosi di imballaggio, suddivisi nelle varietipologie, gestiti dal CNA nell’ultimo anno.

ACCIAIO

GRAFICO 21: Raccolta domestica 2008(totale CNA 154.620 ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

SARA / FISE UNIRE 126.034

altri operatori 25.182 altri operatori 9.320

SARA / FISE UNIRE 232.121

Fonte: CNA – Associazione SARA Fonte: CNA – Associazione SARA

GRAFICO 22: Raccolta industriali 2008(totale CNA 241.441 ton)

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Considerato che le attività di raccolta e avvio al recupero degli imballaggiindustriali sono sempre state effettuate, anche prima dell’avvento del Consorzio,non presentando per gli operatori particolari problemi di lavorazione ecommercializzazione, il dato più significativo è sicuramente quello relativo allavalorizzazione degli imballaggi ferrosi di provenienza domestica nell’ambito dellaquale l’apporto degli operatori SARA/FISE UNIRE continua ad essere determinante.

Nei Grafici 23 e 24 riassumiamo la suddivisione, per tipologia di materiale e dioperatore incaricato al recupero, dei quantitativi di rifiuti di imballaggi domesticigestiti dal CNA.

Nell’ambito della raccolta domestica, la valorizzazione del flusso di imballaggiproveniente dalle raccolte indifferenziate presenta maggiori problemi per lanotevole presenza nel rifiuto ferroso di frazioni estranee (frazioni organiche,inerti, ceneri nel rottame ferroso combusto).

Maggiori costi di lavorazione, inferiore valore della materia prima secondariaottenuta rispetto ad altri tipi di imballaggio, discontinuo, quando non incerto,collocamento sul mercato, fanno dell’imballaggio domestico sicuramente quellodi più difficile gestione, ed in questo risiede il valore aggiunto dell’attività svoltadagli operatori SARA/FISE UNIRE.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

SARA / FISE UNIRE 85.372

altri operatori 10.321 altri operatori 18.265

SARA / FISE UNIRE 40.662

GRAFICO 23: Raccolta differenziata 2008(mono e multimateriale 95.693 ton)

GRAFICO 24: Raccolta indifferenziata 2008(sel. meccanica e combusto 58.927 ton)

Fonte: CNA – Associazione SARAFonte: CNA – Associazione SARA

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153

Avvio a riciclo degli imballaggi recuperati

Insieme agli imballaggi i recuperatori CNA ricevono frazione estranee (materialenon ferroso incluso nel rottame ferroso da imballaggio raccolto) e frazionimerceologiche similari (FMS ossia materiale ferroso non costituito daimballaggio), che non devono essere quantificate e scorporate ai fini del calcolodegli obiettivi di riciclo raggiunti.

Come ogni anno, è stata effettuata una campagna di campionaturemerceologiche, su un campione rappresentativo per ogni tipologia di raccolta,sia pubblica sia privata, coordinata dal CNA ed eseguita dal Gruppo CSA diRimini, mirata all’individuazione dell’effettivo quantitativo di imballaggi inacciaio avviati al riciclo.

La proiezione degli esiti delle prove sui risultati totali di raccolta a livellonazionale ha evidenziato una presenza media di impurità del 6% (9.409tonnellate) e di FMS del 5,6 % (8.616 tonnellate) negli imballaggi provenienti daraccolta differenziata.

Per quanto riguarda i c.d. imballaggi industriali, le campionature sono stateeffettuate solamente sul materiale della c.d. gestione diretta poichè le rilevazioniche vengono fatte presso gli impianti finali di riciclo sono già al netto di ognifrazione estranea. Da tali campionature è stata riscontrata una presenza diimpurità del 2,8 % circa (2.155 tonnellate nelle 76.518 della gestione diretta) eduna percentuale di FMS di circa il 2.6% (2.040 tonnellate).

Sommando le quantità nette di imballaggi domestici ed industriali si ottiene unaquantità effettiva di materiale avviato a riciclo dal CNA nel 2008 pari a 373.840tonnellate che, pur essendo in valore assoluto inferiore di circa il 4,5% (17.594tonnellate) rispetto al totale avviato a riciclo nel 2007, come percentualesull’immesso al consumo rappresentano un tasso di riciclo del 69,6% rispetto al69,5% dell’anno scorso.

ACCIAIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TIPOLOGIA IMBALLAGGI DOMESTICO INDUSTRIALE TOTALI

IMBALLAGGI RACCOLTI 154.620 241.440 396.060

IMPURITÀ -9.409 -2.155 -11.564

F.M.S. -8.616 -2.040 -10.656

TOTALE AVVIO A RICICLO 136.595 237.245 373.840

Fonte: CNA – RGPS 2009

TABELLA 9: Tipologie imballaggi raccolti (ton)

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ALLUMINIO

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La consueta stesura del Rapporto “L’Italia del Recupero” giunge in un periodoparticolarmente turbolento per l’economia mondiale e di grave instabilità per ilmercato delle materie prime. In particolare, per quanto riguarda l’alluminio, ilcalo della domanda da parte dei principali settori industriali di impiego e dellerichieste dai Paesi “emergenti” ha causato un crollo dei prezzi del rottame apartire dal secondo semestre del 2008.

In uno scenario di questo tipo, caratterizzato non solo dalla crisi economica maanche da una continua evoluzione del sistema, sia dal punto di vista normativo,sia da quello tecnico-gestionale, il Consorzio Imballaggi Alluminio, attraverso unprocesso di adattamento e ridefinizione delle strategie, ha saputo interpretare almeglio il proprio ruolo conseguendo performance e risultati in linea con gliobiettivi previsti per il 2008.

Il ruolo “sussidiario“ e di garanzia del Consorzio rispetto al raggiungimento degliobiettivi di riciclo ha fornito al sistema nazionale di gestione dei rifiuti glistrumenti e le opportunità per ampliare e implementare tutte le possibili opzionidi recupero e valorizzazione della frazione alluminio. Con l’obiettivo dellamassimizzazione del recupero, sintetizzata dalla visione “zero discarica, 100%recupero”, nel corso dell’anno l’impegno di CIAL è proseguito sulla lineastrategica intrapresa negli anni precedenti e tesa a fornire un supporto concretoalla pubblica amministrazione, agli operatori della gestione dei rifiuti e al sistemaindustriale della filiera dell’alluminio.

Il CIAL è intervenuto con proposte per l’avvio o lo sviluppo di sistemi di raccolta,supporti tecnici e di comunicazione, per miglioramenti quali-quantitativi,interventi e incentivi per la captazione delle frazioni di metallo leggero sfuggiteall’ordinario servizio di raccolta differenziata dell’alluminio e smaltite attraversole raccolte di altri materiali, in modo indifferenziato o presenti nelle scorierisultanti dall’incenerimento dei rifiuti urbani. Il tutto gestito nell’ambito delruolo sussidiario al mercato che il Consorzio ha assunto in questi anni di attività:un corrispettivo economico per le raccolte differenziate e per le altre opzioni direcupero fisso al variare dei valori di mercato, l’attivazione di canali di sbocco perfrazioni meno preziose e di difficile collocazione, un supporto alla crescita dellaraccolta principalmente in termini qualitativi e della sensibilità e coscienza deiconsumatori e della pubblica amministrazione e operatori verso una sempre piùefficiente ed efficace gestione.

Un elemento distintivo e propositivo per il raggiungimento di elevati standardqualitativi in tutte le fasi del sistema di gestione e in relazione a tutti gli attoricoinvolti è dato dai parametri e dai riferimenti Emas che dal 2006contraddistinguono l’azione di CIAL. Oltre l’obiettivo di controllare gli aspettiambientali diretti, con l’implementazione ed il mantenimento del sistema digestione ambientale il Consorzio Imballaggi Alluminio si pone, infatti, quello dimonitorare gli aspetti ambientali delle attività di raccolta, riciclo e recupero degliimballaggi post-consumo degli enti locali e delle imprese della propria sferad’influenza e di orientare le imprese consorziate verso la prevenzione, al fine diminimizzare il consumo delle risorse naturali e facilitare l’avvio a riciclo degliimballaggi a fine vita.

INTRODUZIONE

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L’ITALIA DELRECUPERO

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Nello schema di relazioni di sistema gli interventi del Consorzio rispetto aspecifici interlocutori assumono rilevanza ed effetti a cascata, in modotrasversale, sull’intero ciclo di vita e gestione del materiale.Una particolare attenzione viene infatti posta dal Consorzio al mondo delleimprese della filiera, dal produttore della materia prima, a quello deisemilavorati, a quello degli imballaggi finiti, agli utilizzatori industriali ecommerciali. Ferme restando le importanti performance di sostenibilitàambientale del materiale in tutto il suo ciclo di vita e la continua ricerca nellariduzione quantitativa e di miglioramento qualitativo attuate dalla filiera, leimprese direttamente e indirettamente coinvolte da CIAL ricoprono ora un ruolosignificativo e imprescindibile per una corretta informazione all’utente finaleanche attraverso l’adozione di modalità condivise di marcatura sugli imballaggi.

Un ruolo importante ha avuto anche nel corso del 2008 l’attività dicomunicazione con progetti e iniziative che di anno in anno tendono aconsolidare tra i pubblici di riferimento e i ‘partners’ coinvolti le tematiche legatealle performance tecniche e ambientali dell’alluminio. L’area del sociale e lascuola sono i canali privilegiati per una continua crescita e diffusione deimessaggi connessi alla raccolta e al riciclo degli imballaggi in alluminio.

La consapevolezza raggiunta dai destinatari della nostra comunicazione inambito scolastico e la stratificazione dei messaggi nel tempo rappresentano unasolida base su cui impostare ogni anno valide ed efficaci iniziative didattiche ededucative. Le associazioni di volontariato che da anni collaborano con ilConsorzio rappresentano ormai un utile ‘strumento’ e canale di comunicazionein tutti i bacini territoriali in cui operano, sia attraverso forme di raccoltasussidiaria rispetto a quella gestita dai Comuni, sia attraverso l’organizzazione dieventi e iniziative di sensibilizzazione.

La copertura nazionale, con la pianificazione di spot televisivi e la partecipazionea grandi eventi, integra e amplifica con efficacia la diffusione dei messaggiveicolati nell’ambito dei progetti di comunicazione territoriale destinati asupportare i servizi di raccolta differenziata nei diversi bacini coinvolti.

I risultati del 2008, in termini di copertura territoriale e di abitanti attivi, diraccolta e riciclo, sono del tutto soddisfacenti e in linea con i trend di crescitaregistrati negli ultimi anni. La soddisfazione è però ancora maggiore per ilcontributo che il Consorzio ha saputo dare in questi anni per una più ampiaaffermazione in campo ambientale dell’intero sistema industriale della filierache, ancora una volta, grazie anche alle importanti caratteristiche del materiale,si conferma tra i comparti più performanti in termini di risparmio energetico e diCO2 evitata.

Come detto in apertura, il 2008 si è chiuso con la nascente crisi dei mercatie un trend in discesa dei valori dei materiali. In questi mesi il Consorzio, invista delle inevitabili difficoltà previste per il 2009, in particolare per quantoriguarda lo sbocco dei materiali della raccolta differenziata dei Comuniitaliani, ha confermato la propria vocazione sussidiaria e di supporto alsistema di gestione definendo nuove strategie e obiettivi per una agevole e

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L’ITALIA DELRECUPERO

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sostenibile transizione in questa fase particolare.

Il nuovo Accordo quadro ANCI-CONAI, in particolare, in uno scenario già di persé complesso a causa dei forti ritardi nello sviluppo delle raccolte differenziatenelle aree del Sud Italia, rappresenta uno strumento di riferimento importanteper cogliere nuove opportunità per una coerente, efficiente ed efficace soluzionealle problematiche connesse e amplificate dalla crisi in corso.

GINO SCHIONA

Direttore Generale CIAL

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L’ITALIA DELRECUPERO

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A dieci anni dalla nascita del sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti diimballaggio in alluminio, CIAL, Consorzio Nazionale per il riciclo e il recuperodell’alluminio, consolida il trend di crescita delle quantità raccolte e riciclate. Il2008, in particolare, sancisce il ruolo fondamentale svolto dal Consorzio nelnostro Paese per promuovere, supportare e garantire lo sviluppo tecnico eculturale delle raccolte differenziate e del riciclo dell’alluminio sia tra la pubblicaamministrazione sia tra i cittadini.

Ad oggi, CIAL ha favorito l’attivazione della raccolta differenziata degliimballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (l’80% dei qualiconvenzionati con il Consorzio) e la partecipazione di 44 milioni di cittadini (il90% dei quali coinvolti direttamente).

Risultati più che positivi, ottenuti grazie alla stretta e quotidiana collaborazionecon una rete di 300 operatori convenzionati, distribuiti su tutto il territorionazionale.A fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere del63,6% dell’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentualeequivale a 42.200 tonnellate di materiale recuperato, 38.500 delle quali riciclate.Il riciclo degli imballaggi in alluminio pari al 58% è di fatto cresciuto, nell’ultimobiennio, del 10%.

Nel corso dell’anno, accanto alla raccolta differenziata, si sono affermate nuovemodalità di recupero dell’alluminio: in impianti di trattamento RU anche per laproduzione di CdR; in impianti per il recupero delle scorie da incenerimento.

È stata consolidata la collaborazione con 25 fonderie di alluminio, ovvero il100% della capacità produttiva di riciclo italiana.

Oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania,nell’industria del riciclo dell’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci poneal 3° posto dopo Stati Uniti e Giappone.

Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitateemissioni serra per 390.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a142.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).

RISULTATI E OBIETTIVI CONSEGUITI

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L’ITALIA DELRECUPERO

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Al 31 dicembre 2008 è stata raggiunta la copertura territoriale di oltre 4.000Comuni e 38 milioni di abitanti attraverso la sottoscrizione di 292 Convenzionidedicate alla raccolta differenziata. Inoltre le diverse opzioni di recupero deirifiuti di imballaggio in alluminio complementari alla raccolta differenziata,previste dall’Allegato tecnico, consentono di riconoscere la copertura territoriale,così come le quantità di materiale raccolte. In questi termini viene quindiconfermata, al 31 dicembre 2008, l’operatività di 303 Convenzioni per unacopertura territoriale totale di 4.305 Comuni e oltre 39 milioni di abitanti.

I rapporti di collaborazione e partnership avviati sul territorio hanno interessatotutti i soggetti pubblico-privati coinvolti nella filiera di raccolta e recupero deirifiuti di imballaggio in alluminio in un’ottica di diffusione e sviluppo di sistemi digestione integrata dei rifiuti, contribuendo alla riduzione dei quantitativi di rifiutidestinati allo smaltimento in discarica e al potenziamento delle modalità direcupero alternative alla raccolta differenziata.

Nel corso degli ultimi due anni è infatti evidente la crescita delle ulteriori opzionidi recupero e trattamento dei rifiuti di imballaggio in alluminio (recupero daimpianti di trattamento rifiuto indifferenziato e produzione CdR da scorie daincenerimento) che ha consentito di raggiungere in molti bacini territorialil’obiettivo “zero discarica, 100% recupero”.

Sulla base delle diverse opzioni di recupero, trattamento e valorizzazione, sistimano le seguenti quantità di raccolta dei rifiuti di imballaggio in alluminio, condettaglio della ripartizione per macroaree.

Tale ripartizione è il risultato di una nostra elaborazione che tiene conto deitrend di crescita e delle prestazioni di raccolta nelle varie aree del Paese,così come confermati anche dai dati generali di raccolta differenziatapresentati all’interno del Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA.

ATTIVITÀ DI SVILUPPO E RACCOLTA

DIFFUSIONE DELLA RACCOLTA EDATI QUANTITATIVI

ALLUMINIO

TABELLA 1: Distribuzione geografica della raccolta

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

MACROAREA QUANTITÀ

Fonte: CIAL

Nord ton 26.000 67,5%

Centro ton 8.200 21,3%

Sud ton 4.300 11,2%

Totale Raccolta diff. Netta ton 38.500 100%

Page 161: L'italia del Recupero 2009

161

Le quantità indicate sono riconducibili a circa 5.400 Comuni italiani; stimabasata sui Comuni che hanno dichiarato la presenza del servizio di raccoltadifferenziata a beneficio di quasi 41 milioni di abitanti, tramite dichiarazioniMUD 2007, con riferimento all’anno solare 2006, elaborate dalla Camera diCommercio di Milano così come presentato nell’apposito paragrafodedicato alla ricerca.

Evidenziamo, come sottolineato anche da ISPRA, le difficoltà di pervenire adati riguardanti la raccolta differenziata degli imballaggi metallici nellamaggior parte dei casi raccolti con modalità multimateriale, poichénormalmente vengono dichiarati e contabilizzati all’interno del materialeprevalente, più specificatamente vetro e/o plastica; da tali flussi èimpossibile disaggregare specifici dati relativi ai rifiuti di imballaggio inalluminio.

Lo stesso Rapporto ISPRA 2008, infatti, rimarca come: “Per quanto attieneagli imballaggi metallici non è stato, tuttavia, possibile pervenire in molticasi ad un dato disaggregato. Pertanto, pur essendo stata effettuata,laddove possibile, una separazione della quota relativa agli imballaggi inalluminio da quella inerente alle altre tipologie di imballaggi metallici, si èscelto di pubblicare i dati in forma aggregata, al fine di consentire unmigliore confronto con le informazioni relative ai precedenti censimenti. Va,inoltre, rilevato che in diversi casi non è possibile separare la quota relativaagli imballaggi metallici da quella inerente gli ingombranti metallici. In talcaso l’intero ammontare viene computato nella voce ingombrantimetallici.”

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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I risultati conseguiti nella sottoscrizione e gestione delle Convenzioni per laraccolta differenziata e il recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio sonopresentati in Tabella 2, aggiornati al 31 dicembre 2008, confrontati con i datiIstat e con la situazione dell’anno precedente.

Rispetto ai risultati raggiunti nell’anno 2007, si possono osservare i seguentimiglioramenti:

• una crescita dell’8% dei Comuni coperti da Convenzione, di cui il 3%attraverso Convenzioni per la raccolta differenziata;

• gli abitanti serviti sono cresciuti del 9%, di cui il 7% in relazione a Convenzionidi raccolta differenziata;

• risultano sottoscritte 292 Convenzioni per la gestione della raccoltadifferenziata con un indice medio di Comuni per Convenzione pari a 14.

Si tratta di risultati importanti in un anno caratterizzato da un Accordo quadroANCI-CONAI in scadenza e da incertezza economica e legislativa.Nel corso dei cinque anni di validità dell’Accordo quadro (2004-2008), le attivitàdel Consorzio sul territorio hanno consentito di conseguire quasi la stessacopertura territoriale garantita al termine del precedente Accordo quadro(2000-2004). Al 31 dicembre 2008, infatti, i Comuni coperti e gli abitanti servitida Convenzione rappresentavano entrambi il 97% della copertura territoriale deldicembre 2004.

È opportuno osservare come l’aspetto migliorativo della gestione del nuovo Accordoquadro è rappresentato da un incremento quali-quantitativo del materiale gestito evalorizzato dal Consorzio, unitamente ad un radicamento e consolidamento delproprio ruolo quale partner delle politiche e dei programmi di gestione dei servizi diraccolta differenziata e recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio.Può essere interessante osservare, nelle Figure 1 e 2, le capacità di raccolta deidiversi ambiti regionali in considerazione della diretta copertura territoriale,tramite Convenzioni di Comuni e abitanti.

COPERTURA TERRITORIALE

ALLUMINIO

TABELLA 2: Situazione Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2008 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL

Fonte: CIAL

Comuni attivi 8.100 4.305 53,1

Abitanti serviti 58.806.797 39.547.828 67,3

Convenzioni 303

2007 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL

Comuni attivi 8.100 3.998 49,4

Abitanti serviti 58.806.797 36.130.137 61,4

Convenzioni 263

Page 163: L'italia del Recupero 2009

< 25

25 - 45

45 - 65

65 - 85

85 - 100

percentuale abitanti serviti

163

ALLUMINIO

Fonte: CIAL

Fonte: CIAL

FIGURA 1: Copertura territoriale (comuni attivi) (%)

FIGURA 2: Copertura territoriale (abitanti serviti e tipologia di raccolta)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

< 10.000

10.000 - 100.000

100.000 - 400.000

400.000 - 700.000

> 700.000

mr multileggero

mr = modalità di raccolta

multileggero = plastica/metalli

multipesante = plastica/vetro/metalli

vetrometalli = vetro/metalli

mr multipesante

mr vetrometalli

Page 164: L'italia del Recupero 2009

164

Quanto rappresentato graficamente esprime chiaramente una discretarispondenza tra la copertura territoriale e le attività di raccolta econferimento dei materiali gestiti, con alcune eccezioni, in particolare nelleRegioni del Sud Italia in cui ad un largo coinvolgimento e attivazione diComuni e abitanti corrispondono rese di raccolta al di sotto delle relativepotenzialità.

È interessante osservare, inoltre, la correlazione tra la tipologia di raccoltaadottata dai Comuni e dagli operatori dei servizi e i relativi risultati intermini di quantitativi gestiti e conferiti.

È significativa la sempre più ampia diffusione del sistema di raccoltamultileggero a cui si possono riconoscere prestazioni di rilievo, soprattuttoin contesti territoriali efficacemente supportati da realtà impiantistiche ingrado di valorizzare sia qualitativamente, sia quantitativamente, i risultati diraccolta conseguiti.

Si tratta di una conferma delle attività di promozione e sviluppo delConsorzio nell’ambito del sostegno ai sistemi di raccolta in grado diconsentire elevate rese e prestazioni di recupero e riciclo, massimizzando lespecificità del materiale gestito e dei contesti organizzativi, impiantistici eterritoriali di riferimento. Rilevanti risultati di raccolta sono stati infattiraggiunti anche in realtà regionali in cui sono da sempre presenti sistemi diraccolta congiunta vetro-metalli o la tipologia di raccolta multipesante.

Quanto presentato nelle Figure 1 e 2 è riportato in dettaglio, in termini diComuni attivi, abitanti serviti e Convenzioni sottoscritte, nella Tabella 3quale espressione dei risultati conseguiti nel 2008 e delle specificità dellesingole Regioni italiane.

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L’ITALIA DELRECUPERO

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165

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L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 3: Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi alluminio e altre forme di trattamento - Coperturaterritoriale al 31 dicembre 2008

Fonte: CIAL

REGIONE COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI CONVENZIONI(N.) (%) (N.) (%) (N.)

EMILIA ROMAGNA 201 59 2.968.471 71 8

FRIULI V. GIULIA 101 46 647.423 54 3

LIGURIA 61 26 1.099.706 68 4

LOMBARDIA 440 28 4.393.495 46 23

PIEMONTE 743 62 1.960.197 45 11

TRENTINO A. ADIGE 132 39 461.113 47 4

VALLE D’AOSTA 74 100 124.263 100 1

VENETO 454 78 4.093.177 86 22

TOTALE NORD 2.206 49 15.747.845 59 76

LAZIO 178 47 4.002.413 75 21

MARCHE 50 20 308.197 20 2

TOSCANA 255 89 3.484.976 96 14

UMBRIA 45 49 652.170 75 4

TOTALE CENTRO 528 53 8.447.756 74 41

ABRUZZO 92 30 633.046 48 13

MOLISE 16 12 84.848 26 2

BASILICATA 27 21 212.814 36 3

CALABRIA 380 93 1.916.310 96 18

CAMPANIA 435 79 5.068.021 88 92

PUGLIA 116 45 2.444.540 60 23

SARDEGNA 194 51 1.042.180 63 12

SICILIA 311 80 3.950.468 79 23

TOTALE SUD 1.571 61 15.352.227 74 186

TOTALE ITALIA 4.305 53 39.547.828 67 303

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166

La crescita e gli sviluppi conseguiti a livello di macroaree sono evidenti dalconfronto con la situazione esistente al 31 dicembre 2007, presentata nellaTabella 4.

Di seguito presentiamo alcune riflessioni circa le specifiche caratteristiche e ledinamiche che hanno interessato i diversi ambiti territoriali e che aiutano acomprendere la flessibilità e orientabilità delle azioni di intervento del Consorzionelle attività di promozione del territorio.

Nord Italia

Nel corso del 2008 le Regioni del Nord Italia sono state caratterizzate da discretevariazioni, rispetto al precedente anno, in termini di Comuni attivi nei servizi diraccolta differenziata e relativi abitanti serviti. Nel complesso, si è registrata unacrescita del 7% sia per i Comuni sia per gli abitanti coperti da Convenzione.Le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto confermano i migliori risultati intermini di copertura territoriale mantenendo la situazione raggiunta al 2007, adeccezione del Veneto che ha registrato una crescita del 5% sia dei Comuni attivisia degli abitanti serviti. La Regione Lombardia ha confermato anche leprestazioni di raccolta raggiunte il precedente anno esprimendo le migliori resein relazione ai Comuni e ai cittadini coinvolti. Il Veneto e il Piemonte hanno, alcontrario, registrato una flessione dei risultati di raccolta e recupero in seguitoad alcune dinamiche territoriali che hanno caratterizzato la gestione dei servizi edelle relative capacità di controllo e valorizzazione dei flussi di materiale.In particolare, nella Regione Veneto si sono verificati dei processi di aggregazionedi alcuni soggetti responsabili della gestione dei servizi di raccolta conconseguente riorganizzazione delle competenze territoriali e in particolare ladefinizione di nuovi rapporti per la gestione della fase di selezione evalorizzazione dei flussi di raccolta differenziata. Il riordino dei ruoli, l’adozionedi nuovi modelli di raccolta differenziata (dalla raccolta congiunta vetro-metallialla raccolta multileggera), opportunità economico-politiche e decisioni dicessione deleghe, nonché di gestione della selezione dei materiali gestiti, hannocomportato una contrazione delle prestazioni di raccolta.

ALLUMINIO

TABELLA 4: Situazione territoriale Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: CIAL

2007 2008 2007 2008 2007 2008

CONVENZIONI COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI

N. N. N. % N. % N. % N. %

NORD 73 76 2.070 46 2.206 49 14.732.055 55 15.747.845 59

CENTRO 33 41 456 45 528 53 7.833.335 69 8.447.756 74

SUD 157 186 1.472 58 1.571 61 13.564.747 65 15.352.227 74

ITALIA 263 303 3.998 49 4.305 53 36.130.137 61 39.547.828 67

MACRO AREA

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167

Ricordiamo, inoltre, che in queste tre Regioni (Lombardia, Veneto e Piemonte)sono presenti soggetti attivi nella valorizzazione dei rifiuti di imballaggio inalluminio attraverso le ulteriori opzioni di recupero complementari alla raccoltadifferenziata: in particolare da produzione di CdR e da flusso indifferenziato. Inquesti termini, è possibile affermare che in alcuni bacini territoriali delle Regionidel Nord Italia è stato “chiuso” il ciclo integrato di gestione dei rifiuti diimballaggio in alluminio, partendo dal servizio di raccolta differenziata,attraverso il recupero della quota intercettata dal flusso dei rifiuti indifferenziatifino potenzialmente al recupero dell’alluminio ancora presente nelle ceneripesanti da impianti di incenerimento.Nell’ambito di questa macro-area, gli incrementi più rilevanti hanno interessatol’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia con un aumento rispettivamentedell’11% e del 15% dei Comuni gestiti tramite Convenzione e del 26% e del5% in termini di abitanti serviti. La Regione Emilia Romagna ha inoltre registratouna significativa crescita con il 63% in più dei materiali raccolti e conferiti. Èopportuno evidenziare l’acquisizione di nuovi rapporti con operatori di raccoltaresponsabili della gestione di Comuni e servizi complementari rispetto ai servizigarantiti dai due grandi gruppi di gestione del territorio (Hera SpA ed Enia SpA).In questi termini è stato possibile ampliare i margini di intervento e di azione delConsorzio valorizzando le potenzialità di raccolta e dei relativi flussi in unaRegione fortemente orientata all’innovazione e alla promozione delle specificitàdel territorio.Un importante risultato conseguito nel corso del 2008 è rappresentato dallasigla di un Accordo di programma tra la Regione Valle d’Aosta e il Consorziofinalizzato alla promozione della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio inalluminio, attraverso la valorizzazione e l’ottimizzazione delle attività di raccoltae delle iniziative esistenti sul territorio regionale. L’Accordo di programmarappresenta uno strumento che consente alla Regione e a CIAL di migliorare epotenziare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio, siatramite la modalità di raccolta adottata dalle istituzioni locali (raccolta congiuntavetro-metalli opportunamente valorizzata in impianti di selezione dedicati), siaattraverso specifiche campagne di raccolta avviate da soggetti diversi da quelliistituzionali. L’Accordo di programma ha avuto, tra gli altri, l’obiettivo diformalizzare e riconoscere l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti diimballaggio in alluminio condotta dai Comuni della Regione Valle d’Aosta(accreditando la relativa copertura territoriale) e di sostenere il progetto RaccoltaSolidale® avviato dalla sezione AIDO di Aosta in collaborazione con CIAL. Inquesti termini, il Consorzio promuove il proprio ruolo di affiancamento esupporto allo sviluppo e alla massimizzazione dei sistemi di raccolta e recuperodell’alluminio e d’altra parte la Regione Valle d’Aosta valorizza i propri compitidi coordinamento e sviluppo di attività volte al raggiungimento degli obiettivi diraccolta differenziata, nonché di istituzione impegnata sul fronte dellaresponsabilità sociale locali, supportando le organizzazioni di volontariato.Nelle restanti Regioni del Nord Italia si è osservato un mantenimento delleprestazioni di raccolta e di coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi diraccolta differenziata.In generale, la flessione minima che si è registrata in questa macro-area puòessere riportata a quei processi di riorganizzazione delle competenze,riassestamento dei ruoli di gestione e in alcuni casi dei sistemi di raccolta

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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differenziata e recupero con successiva ridefinizione della fase di valorizzazionedel materiale che caratterizzano un periodo storico di incertezza economica elegislativa.

Centro Italia

Le Regioni del Centro Italia hanno registrato nel complesso buone variazioni intermini di copertura territoriale, registrando una crescita del 16% di Comuniattivi nella raccolta differenziata e coperti da Convenzione e dell’8% dei relativiabitanti serviti; questi dati evidenziano in particolare l’acquisizione di nuovirapporti con Comuni/operatori responsabili della gestione dei sistemi di raccoltain territori di piccole e medie dimensioni. Interessante la crescita del 43%rispetto al 2007 delle quantità raccolte e conferite al Consorzio.In particolare, la Regione Lazio ha evidenziato la promozione e lo sviluppo delleattività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio pressomedio-piccoli centri urbani presentando un incremento del 65% dei Comuni edel 15% degli abitanti. Significativi risultati sono stati conseguiti anche inrelazione alle quantità raccolte e conferite con una crescita del 58%. Gli sforziavviati nel corso degli ultimi anni nei confronti degli operatori pubblici e privaticoinvolti nella gestione dei servizi di raccolta, l’affiancamento e il supporto inknow-how tecnico e in attività di comunicazione locale, le attività dicollaborazione e coordinamento con gli enti istituzionali responsabili delladefinizione delle linee di indirizzo per l’ottimizzazione delle attività di raccolta erecupero, hanno rappresentato gli elementi premianti di una strategia delConsorzio volta alla valorizzazione delle specificità del territorio e alla creazionedi relazioni di partnership con i soggetti deputati al suo governo politico-operativo.È interessante sottolineare l’avvio nella Regione Lazio di un nuovo rapporto diconvenzione volto al recupero dell’alluminio dal flusso dei rifiuti indifferenziatiche rappresenta un ulteriore tassello del processo di completamento di unsistema di gestione integrata dei rifiuti di imballaggio in alluminio: dalla raccoltadifferenziata al recupero dai flussi RU e dagli impianti di produzione di CdR(ricordiamo l’Accordo per la valorizzazione del materiale recuperato dagliimpianti di produzione di CdR di AMA Roma che ha confermato i risultatiquantitativi conseguiti lo scorso anno).Le restanti Regioni del Centro Italia confermano la copertura territorialeconseguita nel 2007 (con una lieve crescita del 2% degli abitanti serviti inToscana e nelle Marche) presentando un rilevante aumento delle rese di raccoltae delle capacità di recupero: il 62% in più per le Marche, il 60% di crescita diraccolta per la Regione Umbria e un incremento del 10% registrato in Toscana.Si tratta di risultati importanti in una macro-area che nei precedenti anni sipresentava al di sotto delle proprie potenzialità di raccolta. La conferma deiComuni e degli abitanti coinvolti nei servizi di raccolta differenziataaccompagnata da una crescita dei relativi risultati di resa e di quantità raccolte econferite confermano il superamento della fase di start-up dei servizi di raccoltadifferenziata in molti Comuni del Centro Italia e l’avvio di un processo di crescitae di ottimizzazione delle attività di coinvolgimento dei cittadini e divalorizzazione del materiale gestito.

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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Sud Italia e Isole

Buoni risultati in termini di copertura territoriale sono stati raggiunti nelleRegioni del Sud Italia che hanno presentato in generale una crescita del 7% deiComuni coperti da Convenzione e del 13% degli abitanti serviti da attività diraccolta differenziata. Questi dati evidenziano il coinvolgimento di città dimedio-grandi dimensioni, superiori ai 50.000 abitanti, in cui sono stati avviatisistemi di raccolta differenziata e recupero che hanno trovato formalizzazionenel rapporto di convenzione e soprattutto nel supporto tecnico-comunicazionalefornito. In termini globali, le Regioni di questa macro area hanno registrato uninteressante sviluppo dei risultati di raccolta con un incremento del 29% rispettoall’anno precedente. La Sardegna si conferma la Regione con miglioriperformance in termini di materiali raccolti e conferiti con una crescita del 52%della raccolta avviata e consolidata nell’11% in più dei Comuni e coinvolgendoil 16% in più dei cittadini rispetto al 2007.Questi risultati confermano l’efficacia degli indirizzi istituzionali di pianificazionee sviluppo dei servizi di raccolta differenziata, la responsabilità delleamministrazioni locali nel seguire le indicazioni di governo, l’adeguatezzaimpiantistica e la relativa capacità di valorizzazione dei risultati di raccolta. Questielementi sono stati sostenuti e amplificati dalle attività del Consorzio e dalleproprie iniziative di collaborazione e affiancamento a tutti i soggetti coinvolti neisistemi di raccolta e recupero e di riconoscimento dei risultati conseguiti.Tra le Regioni del Sud Italia è opportuno sottolineare gli interessantimiglioramenti conseguiti dalla Campania con una crescita del 45% delle attivitàdi raccolta e dei materiali gestiti e conferiti. In termini di copertura territoriale siregistra un aumento del 6% dei Comuni attivi nei servizi di raccolta differenziatae del 13% degli abitanti serviti. Si tratta di risultati importanti in considerazionedello stato di emergenza e delle difficoltà di organizzazione e ripristino dicondizioni di efficiente gestione dei servizi e riassetto delle competenzeterritoriali. Per quanto riguarda le altre Regioni di questa macro-area si osservanosituazioni di mantenimento delle prestazioni di raccolta e dell’attivazione ecoinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di raccolta differenziata dei rifiutidi imballaggio in alluminio.In termini di “dimensione” della copertura territoriale e di classi di abitantiserviti, i risultati conseguiti nel 2008 sono riportati nella Tabella 5.

ALLUMINIO

TABELLA 5: Distribuzione dei Comuni attivi

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

CLASSE ABITANTI BASE ISTAT COMUNI ATTIVI % COMUNI ATTIVI

meno di 5 mila 5.756 2.870 49,9

da 5 – 20 mila 1.847 1.093 59,2

da 20 – 100 mila 454 303 66,7

da 100 – 500 mila 37 34 91,9

oltre 500 mila 6 5 83,3

TOTALE 8.100 4.305 53,1

Fonte: CIAL

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170

Rispetto al 2007, è opportuno segnalare l’avvio del rapporto di convenzione condue grossi centri urbani (con una dimensione tra i 100 mila e i 500 mila abitanti)quali Catania e Bologna. Per quanto riguarda la città siciliana, si tratta dellaformalizzazione di un sistema di raccolta da tempo consolidato ma che hafinalmente trovato riscontro nella definizione dei rapporti e delle reciprochecompetenze tra i soggetti coinvolti nella gestione e valorizzazione dei flussi dimateriale.Come anticipato, in Emilia Romagna sono state attivate delle relazioniconvenzionali e di collaborazione con operatori privati responsabili della gestionedei sistemi di raccolta integrativi dei servizi garantiti e svolti dal gruppoterritoriale di riferimento. Queste relazioni hanno consentito il riconoscimentoterritoriale della città di Bologna per il flusso di competenza degli operatoriinteressati, garantendo la promozione del territorio, la valorizzazione delleattività di raccolta e l’avvio a riciclo e il recupero della relativa quota di materiale.Nel corso del 2008 la variazione più rilevante in termini dimensionali hainteressato i Comuni tra i 20 mila e i 100 mila abitanti con una crescita del 14%.In particolare, si tratta di Comuni delle Regioni del Sud Italia in cui situazioniemergenziali e quindi in alcuni casi di stimolo all’attivazione di sistemi di raccoltadifferenziata (anche su indicazioni prescrittive degli organi di governo dellasituazione di emergenza) hanno comportato l’avvio dei rapporti di convenzionee collaborazione con il Consorzio.Nell’ambito delle grandi città metropolitane, ricordiamo l’assenza della città diTorino le cui attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminioe i particolari rapporti di valorizzazione non ne consentono il riconoscimentoufficiale.

ALLUMINIO

TABELLA 6: Distribuzione degli abitanti serviti nei Comuni attivi

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

CLASSE ABITANTI BASE ISTAT ABITANTI SERVITI % ABITANTI SERVITI

meno di 5 mila 10.440.905 5.322.089 51,0

da 5 – 20 mila 17.402.009 10.361.934 59,5

da 20 – 100 mila 17.432.446 11.653.699 66,9

da 100 – 500 mila 6.510.216 6.088.447 93,5

oltre 500 mila 7.021.221 6.121.659 87,2

TOTALE 58.806.797 39.547.828 67,3

Fonte: CIAL

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171

Anche per il 2008, risulta confermata la prevalenza a livello nazionale dellamodalità multimateriale di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio inalluminio: sia nella tipologia “multimateriale leggera” sia nella “multimaterialepesante”. Nel caso degli imballaggi in alluminio infatti la raccolta monomaterialenon risulterebbe economicamente e quantitativamente conveniente inconsiderazione della modesta quantità di rifiuti captabili e del loro basso pesospecifico. La distribuzione sul territorio delle diverse modalità di raccoltamultimateriale è influenzata dalla capacità impiantistica di valorizzazione delmateriale oltre che da scelte economico-gestionali e di efficienza del sistema diraccolta adottato.A titolo informativo le diverse tipologie di raccolta differenziata hanno laseguente distribuzione sul territorio nazionale:

• “multimateriale pesante” (imballaggi alluminio, acciaio, vetro, plastica)largamente diffusa in Toscana, Emilia Romagna, Veneto e in parte del Lazio;

• “lattine alluminio e vetro” attuata in Liguria, nelle Marche e parte dellaLombardia;

• “metallo: alluminio e acciaio” in parte dell’Emilia Romagna e della Sardegna,Trentino Alto Adige;

• “multimateriale leggera” (imballaggi in alluminio, acciaio e plastica) attuata inparte della Lombardia, Piemonte, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria e Campania,ma in fase di rapida espansione.

CIAL alimenta, attraverso il processo di convenzionamento e delle relativeinformazioni di analisi del territorio, il proprio “Data Base Convenzioni” per uncostante aggiornamento dell’evoluzione delle modalità di raccolta e delletipologie di attrezzature utilizzate. Al dicembre 2008 risultano monitorate letipologie di raccolta riferite ad oltre 36 milioni di abitanti serviti; nel Grafico 1 siriportano i risultati dell’elaborazione in relazione agli abitanti serviti.

MODALITÀOPERATIVE

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

vetro + metalli 17%

mono metalli 11%

multipesante 39%

multileggero 33%Base dati: 36 mln abitanti

multileggero = plastica + metallimultipesante = vetro + plastica + metalli

Fonte: CIAL

GRAFICO 1: Tipologia di raccolta per abitanti - 2008

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172

Come anticipato, si riconferma anche per il 2008 la prevalenza delle modalitàmultimateriale pesante che interessa il 39% degli abitanti serviti (in calo del 3%rispetto al 2007) e della modalità multimateriale leggera con il 33% dellapopolazione servita.

Per quanto riguarda il sistema di raccolta, attraverso il Data Base CIAL, sono statemonitorate anche le attrezzature utilizzate, consentendo di distinguere trasistema stradale, domiciliare o misto.

L’elaborazione dei dati è riportata nel Grafico 2.

Si può evidenziare un incremento del 4% della modalità di raccolta domiciliarerispetto al 2007 (dal 24% al 28%) con un conseguente calo della raccoltastradale e mista. D’altra parte, la sempre più ampia diffusione della raccoltamultileggero ha indotto molti operatori a sviluppare sistemi di raccolta porta aporta/domiciliare confinando la modalità di raccolta con campane stradali ai solirifiuti di imballaggio in vetro. Inoltre, i primi processi di avvio delle raccoltemultileggero con modalità domiciliare, che si sono osservati negli ultimi anni conpassaggi progressivi di estensione e coinvolgimento degli interi territoricomunali, hanno trovato completa definizione e sviluppo nel corso di questoanno confermando i dati registrati dal Consorzio.

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

mista 34%

stradale 38%

domiciliare 28%

Base dati: 279 gestori stradale = cassonetto & campanadomiciliare = bidoncino & saccomista = mix stradale e domiciliare

Fonte: CIAL

GRAFICO 2: Modalità di raccolta per gestore - 2008

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173

La stipula della Convenzione prevede l’indicazione, da parte del convenzionato,di almeno una piattaforma, dotata delle opportune autorizzazioni, dove i rifiutidi imballaggio in alluminio vengono trattati e successivamente resi disponibili peril ritiro da parte di CIAL.

Molte delle piattaforme da cui CIAL riceve i materiali sono dotate diapparecchiature idonee alla separazione dell'alluminio (separatori ECS) dagli altririfiuti; queste piattaforme sono sostanzialmente riconducibili a due categorie:

• impianti multimateriale o sacco secco, orientati all’ottenimento di flussimonomateriali da avviare a riciclo (alluminio, plastica, carta, vetro);

• impianti trattamento vetro raccolto con altri materiali (plastica, metalli).

Alle Convenzioni in corso di validità nel 2008 risultano associate 161piattaforme, delle quali il 56% ha contribuito alla gestione dei quantitativiconsortili attraverso conferimenti di rifiuti di imballaggi in alluminio.CIAL, anche nell’ottica del proprio sistema di gestione ambientale, effettua unmonitoraggio delle dotazioni impiantistiche delle piattaforme di trattamento econferimento, come sintetizzato nel Grafico 3:

Le piattaforme dotate di ECS individuate sono 86, con incremento dell’8%rispetto all’anno 2007.

PIATTAFORME DITRATTAMENTO ECONFERIMENTO

ALLUMINIO

Fonte: CIAL

GRAFICO 3: Caratteristiche delle piattaforme CIAL

TIPO CERNITA

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

semiautomatico 49%

manuale 26%

automatico 25%

26%

49%

25%

NO 46%SI 54%

54% 46%

nessuna 46%qualità 15%ambiente 8%

ambiente & sicurezza & qualità 2%

sicurezza & qualità 1%ambiente & qualità 28%

46%

8%

15%

28%

2% 1%

CON SEPARATORE ECS IMPRESE CERTIFICATE

Page 174: L'italia del Recupero 2009

174

Nella Figura 3 si evidenziano la distribuzione regionale e la collocazioneterritoriale delle piattaforme dotate di selettore automatico dell’alluminio.

ALLUMINIO

Fonte: CIAL

FIGURA 3: Piattaforme dotate di separatore ECS – 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Regione

Piemonte 5

Valle d'Aosta -

Lombardia 12

Trentino A. Adige 1

Veneto 10

Friuli V. Giulia 3

Liguria 4

Emilia Romagna 4

TOTALE NORD 39

Toscana 4

Umbria 2

Marche -

Lazio 5

TOTALE CENTRO 11

Abruzzo 1

Molise -

Campania 12

Puglia 8

Basilicata -

Calabria 4

Sardegna 2

Sicilia 9

TOTALE SUD 36

TOTALE ITALIA 86

Page 175: L'italia del Recupero 2009

175

CIAL determina la quota di riciclo degli imballaggi in alluminio post-consumosulla base delle quantità dichiarate dalle fonderie italiane di alluminiosecondario.

Le quantità dichiarate includono quelle conferite da CIAL, provenienti dallaraccolta differenziata e dalle altre forme di recupero, eventualmenteselezionate.

Fonderie di Alluminio

Le fonderie che attualmente comunicano i dati al Consorzio sono 25, tra queste,22 dichiarano il riciclo di imballaggi in alluminio.

Nella Figura 4 si riportano i nominativi delle società che hanno dichiaratoquantità di imballaggi riciclate e la loro distribuzione regionale.

RICICLO

ALLUMINIO

Fonte: CIAL

TABELLA 7: Evoluzione del tasso di riciclo (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2006 2007 2008

Immesso sul mercato 71.500 71.900 66.400

RICICLO 35.100 38.600 38.500

Risultato 49,1% 53,7% 58,0%

Page 176: L'italia del Recupero 2009

176

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

FIGURA 4: Fonderie sistema CIAL

(25) Fonderie

Regione FONDERIA (con riciclo imballaggi )

PIEMONTE Raffineria Metalli Cusiana

Sacal

LOMBARDIA Deral

Fonderie Riva

Premoli Luigi e Figli

Raffinerie Metalli Capra

Raffmetal

Varec di Vareschi G.

Vedani Carlo Metalli

VENETO Fover Casting

SAV spa

SIRA

Stocco & Tognon Fonderie

EMILIA ROMAGNA F.lli Madrigali

ICMet Metalli

MARCHE OCMA

ABRUZZO Metalferro

MOLISE RER

CAMPANIA Almet

Metallurgica Campana

Fonte: CIAL

La capacità produttiva globale annua di alluminio secondario è superiore a800.000 tonnellate. Il fatturato relativo all’anno 2007 della totalità delleimprese indicate è stimato in quasi 2 miliardi di euro e l’occupazionecomplessiva si attesta su 1.200 dipendenti.

CIAL ha aggiornato al 2008 le informazioni relative allecertificazioni/registrazioni dei sistemi di gestione delle fonderie italiane siaper qualità [serie ISO 9000] che ambiente [ISO 14001] ovvero per laregistrazione Emas. Nel Grafico 4 sono esposti i risultati relativi alle 25fonderie che confermano un interesse ad integrare la gestione degli aspettie gli impatti nella gestione delle attività produttive ed economiche.

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177

Attraverso le dichiarazioni dell’attività sviluppata dalle fonderie, CIAL puòaffermare che in Italia è stata riciclata nell'anno 2008 una quantità di imballaggiin alluminio pari a 38.500 tonnellate, con una sostanziale stabilità rispettoall’anno precedente.

Le fonderie elencate inviano a CIAL, individualmente, entro la fine del mese difebbraio di ogni anno, la scheda di autodichiarazione dell’attività riferita all’annoprecedente.

I dati sono resi disponibili da CIAL solo in forma aggregata, in relazione alla lorosensibilità.

Il settore dell'alluminio riciclato in Italia rappresenta un comparto importante nelpanorama europeo dal punto di vista economico, occupazionale e strategico;l’Italia e la Germania sono in termini produttivi primi in Europa e terzi a livellomondiale, dopo Stati Uniti e Giappone.

Nel Grafico 5 si registrano i trend produttivi di alluminio riciclato di Italia, Germania,Francia e Regno Unito, resi noti dai Refiners (raffinatori) stimati per il 2008.

ALLUMINIO

GRAFICO 4: Fonderie certificate

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

ambiente + qualità 40%

nessuna 28%

ambiente 4%

emas + ambiente + qualità 4%

qualità 24%

Fonte: CIAL

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178

A titolo informativo a tali quantità sono da aggregare le quantità riciclate deiRemelters (rifusori).

Rottami riciclati e determinazione della quota di riciclo dei rifiuti diimballaggio

Attraverso l’implementazione di un data base dedicato, ove vengono registrati idati raccolti attraverso le autodichiarazioni delle fonderie italiane, CIAL disponedi serie di dati relativi alle quantità, alle tipologie ed alla provenienza dei rottamiriciclati.I dati seguenti sono riportati in forma aggregata, a garanzia e tutela dellariservatezza delle fonderie di secondario italiane.Le quantità complessive di rottami di alluminio riciclati nel corso del 2008 sonostate pari a 949 mila tonnellate, quantità incrementate del 5% rispetto a quelledichiarate nel 2007.

Le quantità complessive riportate sono state valutate:

• in relazione alla loro origine, considerando sia le quantità provenienti dalterritorio nazionale sia quelle d’importazione;

• in relazione alla loro tipologie preconsumo (scarti del sistema produttivo)ovvero postconsumo (imballaggi, materiali da demolizione, auto, RAEE etc);

e rappresentate nei Grafici 6, 7 e 8.

ALLUMINIO

GRAFICO 5: Produzione alluminio riciclato in Italia, Germania, Regno Unito e Francia (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Italia FranciaGermania

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

UK

2005 2006 2007 2008

Fonte: ASSIRAL (Associazione Italiana Raffinatori Alluminio)

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179

Per quanto riguarda la provenienza dei rottami trattati i dati evidenziano comenel 2008 la quota di provenienza nazionale si sia ampliata rispetto all’annoprecedente, mentre la quota di importazione risulta stabile. Il livello dei prezziche si è mantenuto nel 2008 alto e stabile nei primi due quadrimestri, hastimolato le imprese del settore a massimizzare la produzione sia in terminiquantitativi che qualitativi, nell’ultimo quadrimestre la rapida discesa dei prezziha contratto progressivamente il mercato.

Per quanto riguarda l’origine dei rottami trattati si nota:

• una sostanziale stabilità del postconsumo in termini assoluti cui corrispondeuna diminuzione percentuale per effetto dell’incremento delle quantitàcomplessive trattate;

• una crescita del pre-consumo.

ALLUMINIO

GRAFICO 6: Provenienza rottami trattati 2006-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Nazionale Importazione

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

52%

48%

55% 56%

45% 44%

885 902949

2006 2007 2008

Fonte: CIAL

Page 180: L'italia del Recupero 2009

180

Nel Grafico 8 viene rappresentata la suddivisione per tipologia di rottame delmateriale riciclato nel corso del 2008, secondo le famiglie di rottame identificatedalle normative europee e nazionali.

ALLUMINIO

GRAFICO 7: Origine rottami trattati 2006-2008

GRAFICO 8: Tipologie rottami trattati - 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

post-consumo pre-consumo

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

54%

46%

52% 49%

48% 51%

885 902949

2006 2007 2008

carter/lastra mista 27%

altro 23%

torniture 22%

imballaggi 3%

frantumato 16%

granella colaticci 7%

vasellame 2%

Fonte: CIAL

Fonte: CIAL

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181

Considerando che gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio sonoriferiti unicamente ai rifiuti di imballaggio generati in territorio nazionale si èprovveduto, come di consueto, a monitorare le quantità e le tipologie delrottame avente tale provenienza con particolare attenzione sia alla tipologiacostituita totalmente da imballaggio post-consumo, e dichiarata come tale, siaalle tipologie di rottame misto contenenti anche rifiuti di imballaggio post-consumo.

I risultati di tale analisi relativamente ai materiali trattati nell’anno 2008 vengonoesposti nel Grafico 9.

L’analisi ci permette di affermare che le quantità di imballaggi in alluminiopost-consumo avviate a riciclo nel corso del 2008 ammontano a 38.500tonnellate.Detta quantità di imballaggi in alluminio post-consumo è data dalla somma deiquantitativi dichiarati dalle fonderie; dall’analisi dei dati risulta che l’imballaggio,oltre alla sua specifica tipologia, è presente in altre tipologie di rottame post-consumo, ovvero carter/lastra mista – vasellame – frantumato.

ALLUMINIOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 9: Imballaggio riciclato contenuto nella tipologia di rottame di provenienza nazionale (ton)

imballaggio non imballaggio

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000

altro

granella colaticci

frantumato

torniture

vasellame

carter/lastra mista

imballaggi

q.tà totale 513.000 tonnellate

Fonte: CIAL

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182

Il Grafico 10 riporta la ripartizione delle quantità di rifiuti di imballaggio inalluminio riciclati, in relazione alle diverse tipologie di rottame riciclato.

Applicazioni dell’Alluminio Riciclato

Il mercato di riferimento dell’alluminio riciclato è principalmente quello europeo,con impieghi in diversi settori, in particolare per la produzione di beni durevoli.

A titolo informativo indichiamo di seguito i settori applicativi dell’alluminioriciclato a livello italiano, tedesco, francese e del Regno Unito.

ALLUMINIO

GRAFICO 10: Ripartizione dell'imballaggio riciclato per tipologia di rottame - 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

frantumato 2%vasellame 4%

imballaggi 64%

carter / lastra mista 30%

Fonte: CIAL

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183

ALLUMINIO

Fonte: EAA (European Aluminium Association)

GRAFICO 11: Applicazioni dell’alluminio riciclato in Europa

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

industria 13%

altro 7%

trasporti 74%

edilizia 6%

TABELLA 8: Utilizzo finale dell’alluminio riciclato (%)

UTILIZZO FINALE DELL’ALLUMINIO RICICLATO

TRASPORTI MECCANICA EDILIZIAELETTROMECCANICA E DOMESTICO

Italia 55 19 26

Germania 86 10 4

Francia 86 5 6

Regno Unito 85 11 4

Fonte: Assiral 2005

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184

CIAL per il 2009 intende consolidare ulteriormente la presenza e le attività sulterritorio in virtù sia del raggiungimento degli obiettivi fissati al dicembre 2008dalla Direttiva 2004/12 dell’Unione Europea così come recepiti attraverso ilD.Lgs. 152/06, sia del ruolo strategico del riciclo per l’intera filiera.

A questo scopo verranno predisposti gli strumenti necessari per sostenere losviluppo ulteriore della raccolta differenziata tramite le Convenzioni sottoscrittesulla base del nuovo Accordo quadro, soprattutto nelle aree critiche ovveroattualmente non servite.

In parallelo tali Convenzioni garantiranno nelle aree più mature unconsolidamento delle performance delle raccolte differenziate.

Gli obiettivi globali di recupero e riciclo vengono riportati nella Tabella 9.

OBIETTIVI FUTURI

ALLUMINIO

Fonte: CIAL

TABELLA 9: Obiettivi di recupero e riciclo

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

OBIETTIVI 2008 2009 2010

(ton) % (ton) % (ton) %

Immesso sul mercato 66.400 100% 73.500 100% 73.800 100%

Recupero totale 42.200 63,6% 46.100 62,7% 46.900 63,6%

di cui:

Riciclo 38.500 58,0% 41.100 55,9% 41.900 56,8%

Recupero Energetico 3.700 5,6% 5.000 6,8% 5.000 6,8%

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LEGNO

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187

La normativa di settore non ha ancora definito obiettivi di riciclo e recupero post2008. Eppure il lavoro del Consorzio Rilegno non può non tenere conto delledirettive nazionali e comunitarie.

Il Consorzio è nato a seguito delle indicazioni del Decreto Ronchi (D.Lgs.22/97)che recepì le direttive comunitarie in merito alla gestione dei rifiuti provenientida imballaggi di legno, e oggi fa riferimento alla normativa in vigore, che hadefinito nel 35% l’obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno sul totaledell’immesso al consumo sul territorio nazionale nell’anno.

Il recupero del legno grazie al lavoro consortile ha mantenuto nel corso deglianni livelli assai elevati riferiti al riciclo del rifiuto proveniente da imballaggi.L’imballaggio di legno, impiegato dagli utilizzatori industriali e commerciali, erivolto in maniera predominante al trasporto e alla movimentazione dei beni edelle merci rispetto al più ridimensionato destino al consumatore finale, stavivendo nel periodo attuale in pieno gli effetti negativi causati dalla crisieconomica della produzione che a vario titolo a partire dallo scorso anno hacoinvolto il sistema nazionale ed europeo, con inevitabili ripercussioni anchesulla parte conclusiva della filiera legnosa, quella dell’avvio al riciclo etrasformazione in materia prima seconda.

Gli obiettivi di riciclo 2008 (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunqueampiamente quelli individuati dal Legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IVdel D.Lgs.152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamenteattuata dal Consorzio sul territorio nazionale, garantendo a riciclo quasi 920.000tonnellate di imballaggi post-consumo, con un calo assoluto di circa 40.000tonnellate rispetto all’anno precedente. Complessivamente la quota di riciclo erecupero della nostra filiera si attesta quasi al 56%, confermando i buoni risultaticonseguiti negli anni dal settore legno.

Benché non vi siano nuove indicazioni, anche per la nostra filiera sono staticomunque individuati e indicati degli obiettivi di riferimento per il futuro, da cuidiscendono adeguate attività e iniziative territoriali, che il Consorzio intendeseguire per confermare, quanto più possibile, i risultati quali-quantitativi sinoraconseguiti dalla filiera gestita da Rilegno.

Confidiamo che anche per i prossimi anni il lavoro di tutti i consorziati e diRilegno porterà a buoni risultati, mantenendo e superando le percentuali direcupero, nel rispetto della responsabilità condivisa, prima e fondamentaleindicazione alla base dell’impegno consortile.

MARCO GASPERONI

Direttore Consorzio Rilegno

INTRODUZIONE

LEGNOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 188: L'italia del Recupero 2009

188

RILEGNO è il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiutidi imballaggio di legno (pallet, cassette per l’ortofrutta, imballaggi industriali) e,come tale, aderisce a CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi.Il Consorzio ha il compito di raggiungere gli obiettivi fissati per legge per ilrecupero complessivo degli imballaggi legnosi. Inoltre, grazie agli accordi stretticon ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), RILEGNO coordina anche laraccolta di altri rifiuti in legno provenienti dal circuito cittadino (porte, infissi,mobili…).Con oltre 2.200 consorziati, tra produttori di imballaggi di legno, importatori dimateriale legnoso, imprese che riciclano il legno, RILEGNO “salva” il legno e loavvia al riciclo, impedendo che ogni anno oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti dilegno finiscano in discarica: è così che il legno si trasforma da rifiuto in risorsa.Le aziende che utilizzano imballaggi in legno, i Comuni e le imprese cheraccolgono rifiuti ingombranti di legno conferiscono i rifiuti presso lepiattaforme, che a loro volta garantiscono l’avvio al riciclo grazie alcoordinamento di RILEGNO.I rifiuti, ridotti di volume, vengono trasportati alle industrie del riciclo, dove illegno, pulito e ridotto in piccole schegge, diventa rinnovata materia prima per ilcircuito produttivo industriale (base per semilavorati dell’industria del mobile,pasta cellulosica per cartiere, blocchi di legno - cemento per il settore edile).Una percentuale del legno recuperato viene anche avviato a termovalorizzazione.

Da metà 2008, ma ancora prima nel caso specifico della filiera del legno, la gravecrisi finanziaria che ha coinvolto l’intero sistema economico ha avuto fortiripercussioni sull’economia reale, comportando sensibili cali dei consuminazionali e rilevante ridimensionamento della produzione industriale. Dopo annidi continua crescita della gestione diretta consortile, i flussi quantitativicomplessivi evidenziano nel 2008 una contrazione per quelli avviati a riciclo siadirettamente sia al di fuori dell’operatività consortile. Cala dunque il numero diimballaggi in legno circolante in Italia nel 2008, cala la quantità di rifiuti in legnoavviati al recupero, ma cresce la qualità dei rifiuti raccolti e si mantiene stabile ecapillare la diffusione del sistema coordinato da RILEGNO.

Nel 2008 si è registrata una flessione del numero di consorziati relativi allecategorie obbligate, ovvero i produttori di imballaggi di legno, portando lacompagine consortile a 2.242 unità. Anche l’immesso al consumo complessivo,ovvero il quantitativo di imballaggi utilizzati sul territorio nazionale e rispetto alquale vengono valutati i risultati in termini percentuali di recupero delle filiera,ha subito un rilevante decremento (-140.000 tonnellate circa, equivalente a unacontrazione di quasi 5 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente),concentrato nell’ultimo trimestre dell’anno.Gli obiettivi di riciclo (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunqueampiamente quelli individuati dal legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IVdel D. Lgs. 152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamenteattuata dal Consorzio sul territorio nazionale. Il lavoro di RILEGNO ha garantitol’avvio a riciclo di quasi 920.000 tonnellate di imballaggi post-consumo, con uncalo assoluto di circa 40.000 tonnellate rispetto all’anno precedente.

IL CONSORZIORILEGNO

LA SITUAZIONE 2008

LEGNOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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189

Complessivamente la quota di riciclo e recupero della nostra filiera si attestaquasi al 56%, confermando i buoni risultati conseguiti negli anni dal settorelegno.Se si guarda invece alla gestione allargata dei rifiuti a matrice legnosariconducibile alle convenzioni consortili, nel 2008 l’avvio a riciclo ha interessatopoco meno di 1.700.000 tonnellate (130.000 tonnellate in meno rispettoall’anno precedente). Di queste, una componente sempre più consistente èriferibile alla raccolta differenziata espletata dai gestori del servizio di igieneurbana (28% circa sul totale): al 2008 sono state definite 322 convenzioniriferibili a oltre 4.600 Comuni Italiani, per una popolazione equivalente di quasi41.000.000 di abitanti, con un incremento rispetto al 2007 del 4% circa.

Il 2008 è stato anche l’ultimo anno di applicazione del secondo Accordo quadroANCI-CONAI, da cui discende l’Allegato tecnico ANCI-RILEGNO, sulla base delquale è stato formulato il testo di convenzione che il Consorzio ha proposto esottoscritto con i gestori del servizio di igiene urbana.La convenzione ha disciplinato l’erogazione del contributo alla raccoltadifferenziata dei soli rifiuti di imballaggio domestici, qualora la scelta sia ricadutasulla raccolta selettiva, oppure in alternativa si è riferita alla raccolta dei rifiuti diimballaggio e delle frazioni merceologiche similari, qualora si sia inteso dareseguito alla modalità di raccolta congiunta. Lo scorso mese di dicembre,rispettando una comune volontà, le parti hanno concluso la trattativa per larevisione dell’Accordo quadro e sottoscritto il nuovo testo per il periodo 2009-2013: nei primi mesi del 2009 RILEGNO e la delegazione ANCI hanno condivisoil contenuto del nuovo Allegato tecnico da cui discende il testo di convenzioneche disciplinerà nei prossimi 5 anni il rapporto di collaborazione con i Comuniper la raccolta differenziata del nostro materiale su superficie pubblica.

Lo sviluppo della raccolta differenziata del legno su superficie pubblica sipresenta ancora disomogeneo a livello nazionale. In quasi tutte le Regionisettentrionali le convenzioni abbracciano quote di Comuni e popolazionesuperiore all’80%: nelle Regioni centro-meridionali, dove invece la presenza delConsorzio era ancora ridotta, si sono concentrati i maggiori sforzi per superareil gap che separa le stesse dalle medie nazionali di raccolta differenziata,registrando un aumento dell’interessamento all’avvio e implementazione dellaraccolta separata della componente legnosa dei rifiuti.Estremamente ramificato e degno di particolare menzione risulta il network dellepiattaforme consortili per il ritiro dei rifiuti speciali di imballaggio provenenti dalcircuito industriale, costituito da oltre 360 punti di ritiro dislocati in manieraomogenea sull’intero territorio nazionale.

COMUNIE RACCOLTA

DIFFERENZIATA

LEGNOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 190: L'italia del Recupero 2009

190

RILEGNO interviene economicamente per dare sviluppo, implementare esostenere diverse iniziative e attività: la raccolta differenziata della matricelegnosa dei rifiuti provenienti dal circuito di igiene urbana, la selezione eriduzione volumetrica garantita dalle piattaforme consortili, il trasporto delmateriale raccolto anche nelle zone geograficamente disagiate (nonprossime agli stabilimenti di riciclo, purtroppo non dislocati in manieraomogenea sul territorio nazionale ma concentrati nelle Regionisettentrionali), il ritrattamento dei pallet usati per un successivo impiego perla loro funzione originaria, le analisi di laboratorio per la caratterizzazionechimica dei rifiuti oggetto di convenzione. Il Consorzio inoltre ha sostenuto e sostiene il maggior onere derivantedall’incremento dell’operato degli ispettori incaricati delle verifichemerceologiche sui rifiuti legnosi consegnati a riciclo, nell’ottica di affinare econsolidare le procedure adottate per l’identificazione delle quotaimballaggi di legno.In conseguenza di quanto descritto in questo paragrafo, il Consorziod’intesa con il CONAI ha reputato necessaria la revisione in aumento delvalore unitario del contributo ambientale sugli imballaggi di legno, rimastoinvariato per il quadriennio 2005/2008 e individuato in 8 euro a tonnellataa far data da gennaio 2009, risultando comunque il più contenutocontributo ambientale applicato in Italia e il più basso nella filiera del legnoa livello europeo, soprattutto se riferito ai paesi appartenenti all’UE piùestesi geograficamente, a più alta concentrazione demografica e maggioreproduzione industriale.

GLI INTERVENTI DI RILEGNO

LEGNOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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191

Un milione e 680.341 tonnellate di rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altririfiuti legnosi) sono state recuperate in gestione diretta dal Consorzio nel 2008,con una contrazione del 7% rispetto al 2007. Di questi, circa il 55% sono rifiutidi imballaggio (pallet, cassette ortofrutticole, imballaggi industriali), per un totaledi 919.622 tonnellate (-4% rispetto al 2007). È un calo che corre parallelo a quello degli imballaggi in legno immessi alconsumo sul territorio nazionale nel 2008, che si attesta su 2.720.000 tonnellate(-5% rispetto al 2007), conseguenza di una battuta d’arresto generale in Italia.Resta comunque soddisfacente la percentuale di imballaggi in legno avviati alrecupero rispetto al totale dell’immesso al consumo, pari al 56% (checorrisponde a 1.513.637 tonnellate, recuperate complessivamente sia daRILEGNO sia da soggetti terzi): il dato supera infatti abbondantemente gliobiettivi previsti dal Testo unico ambientale (fissati al 35%). Nel dettaglio, il valore complessivo di rifiuti da imballaggio recuperati è dato da1.148.622 tonnellate avviate al riciclo meccanico a materia prima, 229.000tonnellate proveniente dalla rigenerazione di pallet riparati, 2.015 tonnellateavviate al compostaggio e 69.000 avviate al recupero energetico. Nella Tabella 1 si può evidenziare anche la proiezione del recupero 2009, sullabase dei dati ad oggi disponibili.

IL RECUPERODEL LEGNO

IN ITALIA

LEGNO

Fonte: RILEGNO

TABELLA 1: Il recupero di imballaggi in legno (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE RILEGNO 919.622 795.000

RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE DI TERZI 229.000 180.000

RIGENERAZIONE 294.000 195.000

COMPOSTAGGIO 2.015 6.000

RICICLO TOTALE 1.444.637 1.171.000

% su immesso al consumo 53,11% 54,47%

RECUPERO ENERGETICO 69.000 69.000

TOTALE RECUPERO 1.513.637 1.240.000

% su immesso al consumo 55,65% 57,67%

IMMESSO AL CONSUMO 2.720.000 2.150.000

CONSUNTIVO 2008* PROIEZIONE 2009*

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GOMMA

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193

Il 2008 verrà ricordato principalmente per la grande crisi economica e finanziaria,la quale, partita dagli Stati Uniti, si è estesa a tutti i Paesi industrializzati coneffetti diversi da caso a caso, e le cui conseguenze lasceranno il segno per iprossimi anni.Prima di essere finanziaria la crisi è stata soprattutto morale. Ciò era sotto gliocchi di tutti. La bolla è cresciuta soprattutto grazie ad un conformismo politico,finanziario e culturale che ci ha reso assuefatti ad una certa verità prevalente cheveniva (e forse viene ancora) continuamente amplificata e diffusa in questovillaggio globale che è il pianeta. Nella moderna società della comunicazione in cui viviamo, ci capita talvolta diassistere a palesi distorsioni e contraddizioni, in forza delle quali non è più verociò che è vero, ma solo ciò che appare. I fatti sono veri, falsi o presunti, non inquanto tali, ma in quanto raccontati secondo precisi e codificati canoni dicomunicazione ed in virtù della forza mediatica che li diffonde, del pesoeconomico e politico degli interessi in gioco.

Secondo questa logica, per fare un esempio, ci si è accorti solo a posteriori chenon era vero che le banche stavano investendo per sviluppare l’economia etutelare al tempo stesso i risparmiatori. Non era vero che le PMI ed i Consumatorierano al centro delle loro attenzioni, come sancito nelle norme degli statuti e deiprincipi etici a cui dichiaravano di ispirarsi.Da settembre dell’anno scorso, abbiamo cominciato a guardare il mondo conocchi diversi, e abbiamo visto che è più piccolo, più vulnerabile, e che stacambiando. Hanno cominciato ad acquistare maggior peso e diritto dicittadinanza alcune sensibilità che già avevano manifestato i primi segnali neglianni passati, senza però far presa più di tanto. Ci siamo resi conto che non esisteun’economia che può crescere indefinitamente. Non esistono risorse naturaliinesauribili e che possono essere sfruttate all’infinito, rendendoci sempre piùricchi. Ci siamo accorti che è necessario uno modo di vita più sostenibile.

Per quanto riguarda la gomma, secondo il rapporto annuale IRSG (InternationalRubber Study Group), a livello mondiale la crisi economica ha contribuito acomprimerne considerevolmente i consumi che sono scesi a 21,1 milioni ditonnellate su base annua, meno 9,4% tra aprile 2008 e marzo 2009. Il livello piùbasso dall’aprile 2006. Per quanto riguarda il più importante mercato applicativodella gomma, cioè gli pneumatici, le prospettive per la produzione di autovetturee veicoli commerciali sono preoccupanti. Di conseguenza le previsioni per l’intero2009 per le vendite di pneumatici di nuovo equipaggiamento, soprattutto nelsegmento auto, sono negative, mentre l’auspicato recupero nel 2010 sirifletterebbe, dapprima, sul segmento veicoli commerciali.

In questo contesto diventa difficile condividere la preoccupazione, manifestatasiin diversi Paesi europei, per una supposta emergenza pneumatici fuori uso, taleda rendere necessaria la creazione di nuovi e astratti enti a cui affidare il ruolo disemplice intermediario ambientale, con l’obiettivo di migliorare la circolazionedei rifiuti, enti dei quali francamente non si vede l’utilità. Altra valenza avrebbela questione se si inquadrasse il fenomeno in una più ampia tendenza, da piùparti auspicata, che vede il riaffermarsi di un crescente ruolo dello Statonell’economia, anche per quanto riguarda i rifiuti.

INTRODUZIONE

GOMMAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 194: L'italia del Recupero 2009

194

Ma allora, secondo una logica coerente, ciò dovrebbe significare anche regolecerte, controlli, sanzioni per chi fa il furbo, e azioni di stimolo sui mercati disbocco dei materiali riciclati, con particolare attenzione al ruolo delle PMI e tuteladel consumatore.Se invece si tratta di creare intermediari ecologici per gestire un settore che giàfunziona di suo, con aggravio per i consumatori e per le imprese che vi operano,allora è meglio il caro vecchio libero mercato senza mediatori. Erano intermediarianche quegli enti finanziari che dovendo migliorare la circolazione del creditohanno creato i mutui subprime, senza alcuna vigilanza. Sembravano pubblici maerano 100% privati.

Il settore riciclaggio pneumatici nonostante la crisi tiene. È un comparto fatto diPMI, capaci e laboriose, che continuano a sviluppare ed innovare processiproduttivi, applicazioni, sbocchi di mercato, in modo efficiente, competitivo esostenibile. Nessun miraggio di facili ricchezze, giochi finanziari, bonus milionari.È stato un anno di impegno, di lavoro, di responsabilità. Per questi motivi i PFU non fanno notizia. Se in futuro se ne parlasse troppo cisarebbe da chiedersi perché.

ETTORE MUSACCHI

PRESIDENTE CONSORZIO ARGO

GOMMAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 195: L'italia del Recupero 2009

195

La situazione europea, in termini di gestione dei rifiuti ed in particolare dipneumatici usati (in seguito PU), non ha subito variazioni di rilievo rispetto all’anno2007 confermando però la tendenza positiva che vede una sempre minorequantità di PFU destinata a discarica. Il totale dei pneumatici fuori uso (PFU) nellaComunità Europea dei 27 Stati membri è stimato in circa 3.250.000 tonnellate.

Il 2008 è rimasto sostanzialmente indenne dagli effetti della crisi economica chesi sono fatti sentire invece nel 2009 con ripercussioni soprattutto a monte perquanto attiene la formazione dei flussi di rifiuti.

EUROPA E ITALIA: TRA STABILITÀ

E RECESSO

GOMMA

Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association

TABELLA 1: Quantitativo dei pneumatici usati prodotti in Europa distinti per Paesi (ton)

PNEUMATICI FUORI USO NELL’EUROPA DEI 27 STATI MEMBRI - 2008

AustriaBelgioBulgariaCiproRepubblica CecaDanimarcaEstoniaFinlandiaFranciaGermaniaGreciaUngheriaIrlandaItaliaLettoniaLituaniaLussemburgoMaltaOlandaPoloniaPortogalloRomaniaSlovacchiaSloveniaSpagniaSveziaRegno UnitoNorvegiaTotale EU

55.00080.02240.0005.440

75.07142.609 8.860

41.773 390.000 585.000 58.50050.000 32.000

410.000 11.927 14.000 3.100 2.000

67.500175.000 90.682 75.000 18.000 16.000

280.000 70.000

460.000 54.000

3.211.484

Fonte: ETRA

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

STATI MEMBRI EU

TOTALE PFU 27 STATI MEMBRI

3.250.000 TON. CIRCA

PNEUMATICI (TON)

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196

Nel Grafico 1 è riportato l’attuale utilizzo dei PFU in Europa, distinti perdestinazioni. Come si evidenzia le percentuali relative alle varie destinazionisegnalano per il recupero un trend di crescita costante negli anni presi inconsiderazione, che vede sempre più il recupero di materia prima e il recuperoenergetico come sbocco finale dei PFU.

Questi dati sottointendono una politica europea volta a favorire, nel tempo, ilrecupero che può essere così riassunta:

- recepimento delle direttive europee;- mercato del prodotto nuovo e dei materiali prodotti dal riciclaggio;- sensibilità degli operatori del settore e dei cittadini.

La situazione italiana nel 2008, non proprio in linea con quella europea, mostraun trend leggermente diverso rispetto a quello dello scorso anno.

GOMMA

GRAFICO 1: Andamento del settore dei PFU in Europa dal 1992 al 2008 (%)

0

10

20

30

40

50

60

70

62 56 49 40 39 35 26.4 23.8 18.06 8 8 11 10 10 11.4 8.0 7.0

13 12 12 11 11 11 12.6 12.0 10.55 6 11 18 19 21 25.0 27.1 31.8

14 18 20 20 21 23 24.4 27.1 34.5

1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 2004-5 2005-6Discarica

Riutilizzo/export

Ricostruzione

Recupero di materia

Recupero di energia

136

103437

2006-7136

1034.136.9

2007-8

Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

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Le considerazioni che emergono dai dati elaborati per l’anno 2008 disegnano unsettore che contiene un grande potenziale ma che, causa anche la crisieconomica, segna dei risultati in controtendenza. La quota di recuperoenergetico risulta in preoccupante calo (circa il 20%) riconducibile allacontrazione del settore cementizio ed energetico. Infatti i pochi impianti digrosso potenziale hanno affrontato in questo anno problematiche economicheche hanno portato ad una riorganizzazione dell’operatività e alla riduzione deivolumi. Pur potendo potenzialmente essere incrementata, con i dovuti consensida parte soprattutto delle amministrazioni locali e anche delle popolazioni, ilrecupero energetico (pari al 24% nel 2007 e solo al 19% nel 2008) deve fare iconti con la congiuntura economica negativa.

Il recupero di materia prima, come negli scorsi anni, continua a far registrare untrend in lieve ma costante crescita tanto da rappresentare il fattore trainante delsettore del recupero. In questo senso, se è vero che la quota nazionale è ancora di gran lunga inferiorealla media europea, dati i risultati degli ultimi anni, occorrerà insistere su questastrada tramite un coordinamento sempre più forte di tutta la filiera, per facilitarele attività di promozione e marketing e di miglioramento di processi produttivi edella qualità e per stimolare interventi, da parte del Ministero dell’Ambiente, suuna normativa spesso poco chiara e certamente inadeguata allo sviluppo diquesto mercato.

La quota di export cresce in maniera esponenziale (al 10% nel 2008 contro il2,5% registrato nel 2007) e questo sta ad indicare una “fuga di materiali” versol’estero, mercato evidentemente più proficuo o semplicemente più efficiente.Tale dato dovrebbe destare una certa preoccupazione: infatti negli anni passatila quota di export si era sempre mantenuta molto bassa in quanto nel nostroPaese la sostituzione dei pneumatici avviene in condizioni di usura mediamentemolto più elevate rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa. Oggi questofattore non è cambiato ma sono cambiate le destinazioni dei PU.

GOMMA

Fonte: ARGO

PNEUMATICI FUORI USO - ITALIA

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TOTALE PFU

410.000 TON. CIRCA

Page 198: L'italia del Recupero 2009

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Da ciò possiamo dedurre come il mercato degli pneumatici stia attraversando unperiodo davvero delicato, dato l’enorme potenziale a tutt’oggi inespresso. Perquesto occorrerebbe alleggerire il sistema con politiche adeguate da parte delleistituzioni e interventi che favoriscano la nascita di sbocchi per i materiali ottenutidal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto tenendo in considerazione che, adoggi, senza il fattore “Materia Prima”, il giudizio derivante dall’analisi dei dati innostro possesso non potrebbe che essere tendenzialmente negativo epreoccupante.

La frammentazione del mercato, inoltre, e l’esistenza di un grande numero dipiccole aziende, non solo rende difficile il loro coordinamento ma queste piccolerealtà isolate hanno difficoltà ad incidere su tutti i fattori che ostacolano losviluppo del settore.

GOMMA

GRAFICO 2: Destinazione finale dei PU in Italia - Confronto 2007-2008

Recupero energetico 19%

Materia prima 11,5%

Export 10%

Ricostruzione 12%

Non trattamentoe stoccaggio destinazioni non censite 47,5%

Recupero energetico 24%

Ricostruzione 12,5%

Materia prima 12%

Export 2,5%

Non trattamentoe stoccaggio destinazioninon censite 49%

2007

2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: ARGO

Page 199: L'italia del Recupero 2009

199

GOMMA

Fonte: ARGO

FIGURA 1: Distribuzione geografica della filiera in Italia

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

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200

In un campo così delicato, pieno di incertezze e difficoltà attuative, la crisi chesta interessando ogni comparto produttivo rischia di aggravare ulteriormente lasituazione.

Il GPP (Green Public Procurement), ovvero Acquisti Verdi Pubblici, è lo strumentoutilizzato dalle pubbliche amministrazioni, in Italia e negli altri Paesi europei edextraeuropei, per acquistare prodotti o servizi più rispettosi dell’ambiente e dellasalute dei cittadini.

Questa “pratica strumentale”, ancora troppo poco diffusa, prevede unarevisione in senso ambientale delle procedure di acquisto tenendo conto nonsolo del costo monetario del bene o servizio, ma degli effetti ambientali che puòavere nell’arco del suo ciclo di vita nella produzione, nella sua utilizzazione, nellosmaltimento come rifiuto.

“In questo modo le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di indirizzare latrasformazione dei processi produttivi verso la sostenibilità, diminuendone gliimpatti, con un effetto determinante su tutto il tessuto produttivo presente sulterritorio, dato che i volumi degli acquisti pubblici rappresentano circa il 17% del PIL.

È possibile così facilitare lo sviluppo di economie di scala che consentano unaprogressiva diminuzione del prezzo dei prodotti e dei servizi verdiincrementandone la diffusione.

Gli Enti pubblici, introducendo criteri di “preferibilità” ambientale negli appaltipubblici, possono indirizzare il sistema produttivo a metodi e tecnologie piùecocompatibili, influenzando anche il mercato privato e orientando i cittadiniverso scelte di consumo più consapevoli e sostenibili” (fonte: Acquistiverdi.it).

La crisi economica si inserisce in questo quadro possibilistico e pieno di speranzeper il futuro, intaccando anche un mercato che rischia di vedere interrompersiuna serie di azioni virtuose per l’ambiente.

Uno dei primi problemi che ci si pone è se i prodotti eco-sostenibili abbiano costipiù elevati rispetto ai tradizionali e se, di conseguenza, sia davvero convenientepreferirli agli altri, data la critica situazione economica.

Se si pensa a lungo termine e si decide di investire nell’ambiente promuovendol’utilizzo di prodotti eco-sostenibili, non si può non pensare che, alla lunga, iprodotti riciclati producono un abbassamento deciso dei costi ambientali.

Se a questo si aggiunge anche il fatto che le pubbliche amministrazioni dovrebberofare da traino e incentivo per la crescita del mercato di questi prodotti, portandosidietro dei vantaggi ambientali non immediatamente riconoscibili, appare chiarocome questa rappresenti la scelta vincente per il futuro.

IL FUTURO DEGLI“ACQUISTI VERDI”

GOMMAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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Non si può quindi guardare solo al prezzo d’acquisto di questi prodotti, mabisogna calcolare una serie di impatti ambientali che riducendosi diminuisconola spesa su tutto il loro ciclo di vita: dalle emissioni durante i trasporti, ai consumienergetici, agli imballaggi, allo smaltimento dei rifiuti.

Numerose indagini di mercato mostrano inoltre come moltissimi prodotti verdinon siano necessariamente più costosi, anche se molti di essi rimangono dinicchia.

Proprio per questo motivo la Direzione Generale Ambiente della Commissioneeuropea sta tentando di realizzare delle linee guida per rendere obbligatori gliacquisti verdi per le pubbliche amministrazioni, ma ad oggi non esistono vincoli,ed i tempi non sembrano essere brevi. Anche perché, come accennato, in unperiodo economicamente non facile a tali prodotti e manufatti non èimmediatamente riconosciuto un vantaggio nel caso in cui essi presentino uncosto maggiore, rispetto ai “prodotti” tradizionali.

“La Strategia rinnovata per lo Sviluppo Sostenibile del 2006 ha previsto unobiettivo da raggiungere entro il 2010 per il GPP in Europa, ossia che la mediaeuropea sia pari nel 2010 alla media dei Paesi che risultavano più avanzatinell’applicazione del GPP nel 2006.Tale target è stato meglio definito e quantificato dalla Comunicazione che si èprefissata che il 50% delle procedure di acquisto siano “verdi” entro il 2010 inciascun Paese membro. Si intendono per “verdi” le procedure di acquisto che soddisfano i criteri comunidi base; in particolare il target del 50% va inteso in termini sia di numero che divalore monetario dei contratti stipulati nei settori interessati dai criteri.

Il metodo per la misurazione del target, al momento in fase di sperimentazione pressoun gruppo di Paesi, prevede l’analisi a campione delle procedure di gara espletate econcluse; precisazione importante in quanto per definirsi GPP non basta quindi l’averindetto una gara verde ma occorre verificare che l’acquisto della fornitura o l’appaltodi lavori o servizi abbiano effettivamente incluso i criteri ambientali.

Da più parti viene chiesto che anche i soldi comunitari essendo soldi pubblici comequelli nazionali siano spesi con criteri ecologici. È intenzione quindi della commissionesoddisfare questa importante istanza tenendo conto del fatto che programmi difinanziamento europeo equivalgono a stanziamenti miliardari e in molte delle lineesono previste spese per beni e servizi adatte a recepire i criteri GPP.”(fonte: “Nuove prospettive per il GPP grazie all’Europa” di RENATA MIRULLA - Ottobre2008 - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).

Fare scelte di acquisti verdi ha quindi un significato che va al di là del sempliceprodotto. Innanzi tutto perché i prodotti verdi, provenendo per lo più da materialiriciclati, come nel caso della gomma da PFU, consentono di ridurre l’utilizzo dirisorse naturali e di conseguenza anche di rifiuti ma anche perchè essi permettonodi aumentare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, riducendo le emissioniinquinanti in aria, acqua e suolo così come lo smaltimento di diverse sostanze ecomposti pericolosi per l’ambiente.

GOMMAEDIZIONE

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Il polverino ed il granulato di gomma sono due consolidati prodotti industriali epiù precisamente due materie prime secondarie derivanti dall’attività di recuperodi pneumatici fuori uso. La produzione di polverino e granulato di gomma nascestoricamente dallo stesso settore di lavorazione di manufatti in gomma, cuifornisce una vera e propria materia prima secondaria. Negli ultimi anni si èassistito ad una espansione dei suoi impieghi in molteplici e svariati settori.

Strade

Asfalti: La tipologia di gomma utilizzata per la produzione dei pneumaticiè l’SBR.Per il miglioramento delle caratteristiche di resistenza meccanica e dellarumorosità viene inserito granulato di gomma negli asfalti di nuova generazione.I vantaggi di questo trattamento sono la riduzione del rumore e delle vibrazionie l’eliminazione del fenomeno dell’ acquaplaning.

Metrotranvie

Viabilità ferroviaria: Nel campo della viabilità ferroviaria vengono realizzatispeciali articoli utilizzati come anti vibranti, sia in applicazioni ferroviarie in sensostretto sia in applicazioni tranviarie e metropolitane.

Arredo urbano

Arredo Stradale: Si tratta di cordoli per aiuole, delimitatori di corsia e mini newjersey. Utilizzati in molteplici applicazioni consentono di risolvere problemi legatialla gestione del traffico urbano, extraurbano, piste ciclabili, parcheggi etc. Icordoli che delimitano piste ciclabili e aree sportive o di gioco possono diventareconcausa di incidenti anche gravi: l’urto contro queste superfici, se realizzate inmateriali rigidi, può provocare seri danni fisici.Il ricorso a manufatti in gomma è la soluzione preferibile, anche perché resistonomeglio ai danneggiamenti. L’applicazione di questi prodotti è possibile in zoneresidenziali o in zone altamente trafficate per incrementare sicurezza stradale el’estetica dell’arredo.

Aree gioco: Realizzazione di pavimentazioni di sicurezza per aree giochi di variotipo ed utilizzo.

Sport

Campi da calcio in erba sintetica - Pavimentazioni sportive: Grazie atecniche molto avanzate di lavorazione, è possibile produrre un granuloelastomerico colorato con pigmenti innocui, particolarmente idoneo per campida calcio in erba sintetica ma anche football americano, calcetto e rugby.Inoltre i granulati di gomma vengono utilizzati nella realizzazione di superficisportive quali le piste di atletica.

PFU E ACQUISTI VERDI:PANORAMICA DEI

PRINCIPALI PRODOTTICHE POSSONO

ESSERE REALIZZATICON LA GOMMA

RICICLATA

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Page 203: L'italia del Recupero 2009

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Termoplastici

Materiali termoplastici: I TPE (Thermoplastic Elastomers) rappresentano unnuovo gruppo di materiali. Possono essere utilizzati per una vasta gamma diapplicazioni e prodotti; dal settore domestico, degli elettrodomestici,dell’edilizia, dell’automobile, solo per citarne alcuni.L’utilizzo di determinate percentuali di polverino nella formulazione delle ricettedi TPE permette di conferire caratteristiche di maggiore elasticità e flessibilità.

Allevamento

Pavimentazioni per lÕallevamento bovino: L’allevamento dei bovini avvieneormai prevalentemente in stalle moderne, in condizioni di sicurezza ed igieneseveramente controllate. In tali tipi di strutture non è più possibile, sia permotivi organizzativi ed igienici, sia perché non é più reperibile, utilizzare lapaglia o altri scarti vegetali per fare la lettiera ai bovini.Sono stati messi a punto speciali materassi, realizzati in tessuto impermeabileipoallergenico ed imbottiti con granulo di pneumatico. La diffusione di tali materassiè molto ampia, ci si riferisce ad un mercato europeo.

Edilizia

Isolamento acustico - Anticalpestio - Isolamento termoacustico: La difesadal rumore è diventata un requisito di primaria importanza per il benesseredell'individuo; con lo studio dell' acustica ambientale si vogliono suggerire queiprovvedimenti volti ad ottenere un'efficace difesa dalla propagazione dei rumoridall'esterno e all'interno degli ambienti di lavoro e abitativi. Questa ricerca si realizza nelle definizione dei limiti di benessere acusticodegli ambienti in base alla loro destinazione, nell'individuazione e nellacaratterizzazione delle fonti di disturbo esterne ed interne e nella ricerca deisistemi e dei materiali con prestazioni idonee a fornire la necessaria protezionedal rumore (isolamento acustico) e conseguire i limiti di benessere desiderati.

Calzature

Per questo settore vengono prodotte le suole in gomma per le calzature.In luogo di inerti di origine minerale, è invalso l’uso di utilizzare come carica ilpolverino di pneumatico. Quest’ultimo, per le sue caratteristiche intrinsechesvolge una funzione di carica attiva, dimostrandosi così più efficace delle carichetradizionali.

Editoria

Pigmenti: Per quello che riguarda questo settore, il PFU viene utilizzato per laproduzione di pigmenti per inchiostri.

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L’ITALIA DELRECUPERO

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GOMMA

TRA I PRINCIPALI PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE REALIZZATI CON LAGOMMA RICICLATA FIGURANO:

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GOMMA

60%

CLASSE 0-10

CLASSE 11-20

CLASSE 21-50

OLTRE 50

30%

3%

7%10%

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Grazie alla disponibilità di un determinato e rappresentativo numero di aziendecampione, le quali hanno partecipato all’indagine compilando il questionario lorosottoposto, sono stati raccolti ed elaborati i dati esposti nel presente paragrafo.

I dati ottenuti dal Censimento sono relativi non solo alle aziende consorziate ARGO,ma anche ad altre aziende della filiera, che hanno gentilmente collaborato alla ricerca(v. elenco in fondo al capitolo).

Tali dati sono al momento gli unici disponibili, e soprattutto attendibili, sulle quantitàdi pneumatici avviati al recupero.

I dati relativi al Grafico 3 sottolineano in maniera determinante l’esistenza di unafiliera composta in prevalenza da piccole aziende (il 60%) che seppureincrementano l’articolazione del mercato hanno però preso posizioni incisive edeterminanti in diversi contesti e mercati.

CENSIMENTO DI SETTORE 2008

Fonte: ARGO

GRAFICO 3: Suddivisione delle aziende per numero di addetti 2008

Page 206: L'italia del Recupero 2009

GRAFICO 5: Destinazione dai centri di trattamento (ton)

40.000

0

80.000

120.000

160.000

200.000

Energia 94.000 89.199 111.675 98.187 101.590

Ricostruzione 53.676 53.676 53.136 53.136 47.288

Materia Prima Secondaria 27.800 20.671 24.757 35.046 53.381

Export 7.000 7.000 8.000 6.970 7.000

Stoccaggi censiti 10.800 16.726 17.982 4.833 565

Totale 193.276 187.272 215.550 198.172 209.824

2002 2003 2004 2005 2006

77.664

49.200

47.500

41.000

6.307

221.671

2008

97.120

50.000

45.875

10.164

456

203.615

2007

206

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L’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: ARGO

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CLASSE 0-250 CLASSE 251-600 OLTRE 600

GRAFICO 4: Suddivisione aziende per fatturato (%)

Fonte: ARGO

Page 207: L'italia del Recupero 2009

NORD

2001

37

22

41

24

39

37

24

31

45

25

30

45

21

26

53

28

22

50

27

29

44

29

41

30

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CENTRO

SUD

0

2001

2003

2002

2005

2004

2007

2006

2008

50 100

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GOMMAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: ARGO

GRAFICO 6: Distribuzione geografica delle aziende (%)

I dati del Grafico 5 evidenziano l’elemento critico di un settore dal potenzialeancora inespresso. È evidente la necessità urgente di creare e rilanciare glisbocchi per i materiali ottenuti dal riciclaggio dei pneumatici, soprattuttotenendo in considerazione l’impulso determinante allo sviluppo del settore vienefornito dal dato crescente della “materia prima”.

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GOMMAEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

ELENCO AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO AL CENSIMENTO DEL CONSORZIO ARGO 2008

AD.RI.A. S.r.l.

ALESCIO PAOLO S.r.l.

CSM di De Siero S.a.s.

DIFE S.r.l.

ECORICICLA S.r.l.

ECOSERVICE S.r.l.

EUROGOMMA S.r.l.

GATIM S.r.l.

G.E.G. S.r.l.

IRIGOM S.r.l.

IST GROUP S.r.l.

ITALIANA RECUPERI S.r.l.

ITROFER S.r.l.

LODIGIANA RECUPERI S.r.l.

MACERO SUD S.a.s.

MARANGONI PNEUMATICI S.p.A.

NUOVA ECOLOGICA 2000 S.r.l.

O.R.P. S.r.l.

PRISMI S.r.l.

R.E.P. S.r.l.

SASSOLI ALVARO S.n.c.

SETTENTRIONALE TRASPORTI S.p.A.

SINERI TOMMASO

T.A.C.A.M. S.r.l.

WASTE ITALIA S.r.l.

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BATTERIE

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211

Il 2008 rappresenta una data importante nella storia del COBAT; 20 anni crucialidella storia del nostro Paese, 20 anni in cui abbiamo assistito ad importanticambiamenti che hanno riguardato tanti ambiti della vita pubblica e dellasensibilità individuale dei cittadini.

Un periodo importante per la maturazione di una sensibilità sempre più concretae consapevole verso il tema della tutela ambientale e che ha visto la nascita dellecomponenti istituzionali preposte alla protezione della natura, la riduzionedell’inquinamento, la prevenzione dei disastri ambientali.

Raccontare la storia del COBAT significa testimoniare e rendere conto di unapproccio culturale e sociale che ha portato l’Italia a conseguire risultati dieccellenza sulla scena europea ed internazionale nella gestione dei rifiutipericolosi costituiti dalle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi.

Una logica che ha saputo valorizzare professionalità, esperienze imprenditorialidiverse su tutto il territorio nazionale e mettere insieme in modo efficace rispettoal risultato tutte le componenti della filiera di questo tipo di rifiuti: produttori,installatori, raccoglitori, riciclatori.

Un sistema che si racconta anche con i numeri: in 20 anni 3 milioni di tonnellatedi batterie raccolte, 1 milione 630 mila tonnellate di piombo recuperato, 475milioni di litri di acido solforico recuperati e sottratti alla contaminazione delsuolo e delle acque e pericolo per la salute delle persone. Attività governate daun sistema di monitoraggio e controllo, a tutela di una raccolta e smaltimentosotto il controllo della legge, contro traffici illegali e pericolosi, cui è sempreesposto questo settore.

Dapprima come Vice Presidente e poi come Presidente del COBAT ho avuto lafortuna di accompagnare il Consorzio dalla nascita alla piena maturità delle sueattività, una realtà di sistema consolidato che ha ben presto lanciato in avanti ilproprio sguardo per programmare il proprio impegno verso le prossime sfidedella tutela ambientale.

Un percorso nel quale siamo stati accompagnati da numerosi partner, con cuiabbiamo condiviso obiettivi di intervento concreto e la passione per ilcoinvolgimento attivo ed in prima persona dei cittadini, primi veri attori di unimpegno ambientale che voglia diventare stile di vita di un popolo.

Si tratta, certo, per molti versi ed in molti strati della nostra società di unobiettivo per il quale occorrerà lavorare ancora, ma per il quale COBAT in questianni ha profuso un grandissimo impegno.

L’educazione ambientale e la comunicazione ai cittadini ha sempre costituito,infatti, un ambito di grande attività, in cui abbiamo sempre coinvolto tutti isoggetti presenti nei territori: le amministrazioni locali, gli enti tecnici di controlloambientale, le scuole, le associazioni ambientaliste, semplici cittadini.

INTRODUZIONE

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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Una storia, dunque, quella del COBAT ricca di risultati, incontri, intuizioni, sfide,lavoro senza sosta per un progetto in cui hanno creduto per prime le istituzioniche ne hanno seguito negli anni il lavoro e l’evoluzione all’interno del Consigliodi Amministrazione.

Sono certo che il COBAT nel mutato panorama legislativo in vigore dal 18dicembre 2008, saprà mettere al servizio delle aziende che vi aderiranno tutta laprofessionalità conseguita nei laboriosi venti anni appena trascorsi.

Dunque un grazie va a tutti coloro che del COBAT hanno costruito la storia,patrimonio di preparazione ed esperienza sul quale costuire il futuro di questoConsorzio.

GIANCARLO MORANDI

PRESIDENTE COBAT

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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Il COBAT alla luce del recente D.Lgs. 188/08

Il 20 novembre 2008, è entrato in vigore in Italia il nuovo D.Lgs. 188/08, inattuazione della Direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativirifiuti.Il decreto, vigente dal 18 dicembre 2008, sebbene abbia riguardato l’attività delCOBAT per un intervallo temporale del 2008 piuttosto marginale, merita diessere adeguatamente illustrato in questa sede, a fronte delle sostanzialiinnovazioni che esso ha introdotto già dal primo semestre del 2009 nellagestione dell’intero comparto delle pile ed accumulatori in Italia, ivi comprese lebatterie al piombo esauste.

Il principio cardine attorno al quale ruota l’architettura dell’intero decreto èl’attribuzione esclusiva della responsabilità della raccolta, trattamento ericiclo/smaltimento dei rifiuti ai produttori di batterie ed accumulatori (con ciòriferendosi a chiunque immetta sul mercato nazionale per la prima volta a titoloprofessionale pile o accumulatori, compresi quelli incorporati in apparecchi oveicoli), ai quali fa obbligo di istituire e finanziare adeguati sistemi in grado digarantire l’intera filiera, dalla raccolta, al trattamento, al riciclo/smaltimentofinali. Il decreto quindi sancisce la venuta meno dell’obbligatorietà del COBAT, estabilisce la facoltà, da parte dei produttori, di realizzare anche più sistemi diraccolta, in forma individuale o collettiva, organizzati da un Centro diCoordinamento sotto forma di Consorzio a cui partecipano i produttori stessi,istituto a cui è inoltre demandata la realizzazione di campagne di informazionee sensibilizzazione.

Il decreto, all’articolo 20, riconosce comunque il COBAT come uno dei sistemi diraccolta, attribuendogli anche funzioni di raccolta, trattamento, riciclo/smaltimentodelle restanti categorie di batterie ed accumulatori non al piombo (artt. 6, 7 e 10).L’articolo 20 stabilisce inoltre che il COBAT dovrà adeguare il proprio Statuto alnuovo decreto entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore.

La norma introduce altresì una nuova classificazione delle pile ed accumulatori,suddividendo l’intero comparto in tre grandi famiglie, indipendentemente dallaloro composizione chimico-fisica: pile e accumulatori portatili, industriali e perveicoli. I sistemi di raccolta-trattamento/riciclaggio e smaltimento istituiti daiproduttori dovranno essere economicamente sostenuti dagli stessi, ed i criteri dideterminazione e di ripartizione dei finanziamenti delle operazioni di raccolta,trattamento e riciclaggio verranno ad essere definiti con decreto del Ministrodell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministrodello Sviluppo Economico.

Ai sensi del nuovo decreto pertanto, dal 18 dicembre 2008 i produttori aderential sistema COBAT non sono più tenuti a versare obbligatoriamente il contributoambientale al Consorzio, nell’attesa che vengano resi noti i criteri dideterminazione e di ripartizione dei finanziamenti di cui sopra.

Il periodo di attività del COBAT preso in esame dal presente Studio (2008), purcontemplando l’avvento del nuovo panorama legislativo di riferimento, non

IL CONSORZIO COBAT

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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214

presenta nella sua impostazione alcuna sostanziale novità rispetto allo scorso anno,non essendoci stato di fatto alcun mutamento reale nell’attività svolta dal Consorzionel breve periodo di vigenza del nuovo decreto (dal 18 al 31 dicembre 2008).L’unica azione che il COBAT ha dovuto intraprendere subito dopo il 18 dicembre2008 è stato l’invio di una lettera informativa ai produttori ed importatori dibatterie al piombo aderenti al Consorzio, affinché, mediante la compilazione diuna modulistica allegata alla stessa, esplicitassero la loro volontà di adesione alnuovo Sistema COBAT, essendo venuta meno l’obbligatorietà della loro adesioneal Consorzio.

Gli ulteriori adempimenti a carico del COBAT nel 2009 sono: l’elezione di unnuovo CdA, l’adeguamento del proprio Statuto alle nuove disposizioni legislativeentro il 18 giugno 2009, ed infine l’iscrizione alla Camera di Commercio comenuovo Sistema di raccolta, trattamento/riciclaggio e smaltimento di pile edaccumulatori ai sensi del D.Lgs. 188/08.

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BATTERIEEDIZIONE

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Il COBAT sino all’entrata in vigore del recente D.Lgs. 188/08

Il COBAT, Consorzio Obbligatorio per la raccolta ed il riciclo di batterie al piomboacido, è stato istituito con l’articolo 9-quinquies della Legge 475/88 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08), ed il suo Statuto è stato approvato inuna prima versione, con decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con ilMinistero dell’Industria, il 16 maggio 1990.

La versione aggiornata dello Statuto, che ha recepito e sancito i nuovi indirizzidel COBAT, è stata approvata con decreto del Ministero dell’Ambiente diconcerto con il Ministero delle Attività Produttive del 2 febbraio 2004(attualmente abrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08). La piena legittimitàistitutiva e funzionale è stata poi ulteriormente confermata e rafforzata con ilrecepimento all’art. 235 del D.Lgs.152/06 e s.m.i. (anch’esso attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08).

Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.Il COBAT ha il compito istituzionale di assicurare la raccolta e di organizzare lostoccaggio delle batterie al piombo e, successivamente, di cederle alle impresedi riciclo, nonché di effettuare il monitoraggio di tutto il flusso delle batterieesauste, dalla loro raccolta al loro riciclo, su tutto il territorio italiano.

Il Consorzio è un ente senza scopo di lucro dove sono rappresentati tutti glioperatori coinvolti nella vita della batteria al piombo (tra parentesi le quote dirappresentanza nell’assemblea dei soci):

• produttori ed importatori di batterie al piombo (40%);• imprese di riciclo (40%);• associazioni dei raccoglitori (10%);• associazioni degli installatori (10%).

Sebbene sia formato da soci privati, il COBAT effettua una significativa attività dipubblico servizio, garantita dalla presenza di rappresentanti del Ministerodell’Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive sia nel Consigliod’Amministrazione sia nel Collegio dei Revisori dei Conti, dove sono altresìpresenti dei rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il Consorzio ha adottato un sistema misto pubblico-privato dove il primo ha lefunzioni di controllo e monitoraggio ed al secondo sono demandate leresponsabilità gestionali.Il COBAT assicura, per tutto il territorio nazionale, la raccolta, il trasporto e ilriciclo delle batterie al piombo esauste in specifici impianti consortili chegarantiscono il recupero del piombo e l'inertizzazione o l’eventuale recuperodell'acido solforico evitando, in questo modo, la dispersione nell'ambiente di questielementi, quanto mai pericolosi per l'equilibrio dell'ecosistema.

I due canali attraverso i quali il Consorzio riesce a finanziare le proprie attività sono:• l’applicazione del contributo ambientale sulle batterie nuove immesse al consumo;• la cessione ai riciclatori delle batterie esauste al piombo raccolte.

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Lo strumento economico del contributo ambientale è stato istituito al fine digarantire al Consorzio le disponibilità finanziarie necessarie ad organizzare unefficiente servizio di raccolta e riciclo delle batterie al piombo esauste e le azionidi informazione e sensibilizzazione volte ad educare i cittadini sulla necessità delcorretto recupero della batteria al piombo esausta.L’entità del contributo ambientale (def. art. 235 D.Lgs.152/06, comma 10 s.m.i.ex “sovrapprezzo”) e le modalità della sua riscossione sono determinatimediante decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero delleAttività Produttive.

Attualmente è in vigore il DM 18 ottobre 2005, pubblicato nella G.U. n. 255 del2 novembre 2005, che prevede le seguenti classi di contributo ambientale permonoblocchi e per elementi singoli di batterie industriali.

Le variazioni degli importi unitari per singola classe sono riportate nelle Tabelle 1e 2 e sono operative dal 1° gennaio 2006.

Il contributo ambientale applicato sulle batterie di nuova produzionecommercializzate è corrisposto dalle seguenti categorie di operatori, con dirittodi rivalsa lungo tutte le fasi di commercializzazione fino all’acquirente finale:

• produttori di batterie al piombo;• importatori di batterie al piombo, sia per la vendita sia per uso proprio;• importatori di beni che utilizzano batterie direttamente incorporate quali, ad

esempio, autoveicoli, trattori, carrelli elevatori, apparecchiature telefoniche,UPS, allarmi, giocattoli.

BATTERIE

TABELLA 1: Contributo ambientale (€) sulle batterie d’avviamento e monoblocco industrialiin funzione della loro capacità (Ah), come da DM 18/10/2005 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08)

TABELLA 2: Contributo ambientale (€) applicato ad elementi singoli di batterieindustriali di qualsiasi capacità C (Ah), come da DM 18/10/2005 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

€ 0,19 € 0,76 € 1,52

Ah ≤ 20 20 < Ah ≤ 95 Ah > 95

Qualsiasi € 0,0028 * C * V/2

CAPACITÀ C CONTRIBUTO AMBIENTALE

Fonte: COBAT

V= voltaggio batteria

Fonte: COBAT

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217

L’altra fonte di finanziamento del Consorzio proviene dalla vendita agliimpianti di riciclo delle batterie al piombo esauste raccolte.

Tale attività rappresenta mediamente l’80% dei ricavi operativi annui.

Il compito del Consorzio è quello di garantire l’operatività di tutti gliimpianti consortili attraverso una ripartizione equa delle batterie esausteraccolte. Il prezzo di vendita delle batterie esauste ai riciclatori viene fissatosulla base della quotazione del piombo al London Metal Exchange (LME), laborsa dei metalli che ha sede a Londra.

La Legge 39/2002 (Comunitaria 2001), riconoscendo appieno le finalità disalvaguardia ambientale che hanno ispirato l’istituzione del COBAT, haaffidato al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunquela raccolta di batterie esauste al piombo in ogni situazione di mercato, ilcompito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione ericiclo delle batterie al piombo esauste. Tale prerogativa è rimasta inalterataanche nel D.Lgs. 152/2006 che ha sostituito il D.Lgs. 22/1997.

BATTERIE

TABELLA 3: I numeri del COBAT

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Organico 22 personeProduttori e Importatori di batterie 400 impreseInstallatori/Artigiani 70.000 impreseRaccoglitori incaricati 90 impreseImpianti di riciclo 7 impreseValore della produzione riferito al 2008 67 milioni di euroCodice NACE di riferimento 46.77 (ex 51.5)

DATI ORGANIZZATIVI

Batterie esauste raccolte 3.031.730 tonnellate Piombo secondario prodotto 1.697.729 tonnellateAcido solforico recuperato 496.101.273 litriPolipropilene recuperato 142.491 tonnellate

RISULTATI OPERATIVI (DATO CUMULATO DAL 1992 AL DICEMBRE 2008)

Batterie esauste raccolte 161.170 tonnellate Piombo secondario prodotto 119.332 tonnellateAcido solforico recuperato 27.222.545 litriPolipropilene recuperato 7.430 tonnellate

RISULTATI OPERATIVI 2008

Fonte: COBAT

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Il COBAT svolge su tutto il territorio nazionale i seguenti compiti:

• assicura la raccolta delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi (inqualità di Consorzio Obbligatorio, il COBAT era chiamato in veste di referenteunico a garantire la raccolta sull’intero territorio nazionale; con l’entrata invigore del D.Lgs. 188/08 e la possibilità della coesistenza di più sistemi, talefunzione dovrà essere assolta dal Centro di Coordinamento, a cui il decretodemanda l’organizzazione di un sistema capillare di raccolta che copra inmodo omogeneo l’intero territorio nazionale);

• può cedere, anche all'estero, i suddetti prodotti alle imprese in possesso deirequisiti normativi previsti, che ne effettuano il riciclo mediante la produzionedi piombo secondario (tale facoltà rimane riconosciuta ai sistemi da parte delD.Lgs. 188/08, solo se l’esportatore può dimostrare che l’operazione diriciclaggio è stata effettuata in condizioni equivalenti a quelle stabilite daldecreto);

• assicura l'eliminazione dei prodotti stessi, nel caso non sia possibile oeconomicamente conveniente il riciclo, nel rispetto delle disposizioni control’inquinamento (il D.Lgs. 188/08 non esplicita chiaramente tale aspetto);

• promuove lo svolgimento di indagini di mercato e azioni di ricerca e sviluppotecnico-scientifico per il miglioramento tecnologico nel ciclo di smaltimento edi lavorazione del piombo (ai sensi del D.Lgs. 188/08, i produttori dovrannogarantire che i sistemi di trattamento e riciclaggio istituiti utilizzino le miglioritecniche disponibili);

• effettua sul territorio italiano il monitoraggio dell’attività di raccolta di tutte lebatterie al piombo esauste (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livellonazionale sarà compito del Centro di Coordinamento);

• promuove la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei consumatori sulletematiche della raccolta e dell’eliminazione delle batterie al piombo esauste edei rifiuti piombosi (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello nazionalesarà compito del Centro di Coordinamento);

Nell'ambito di tale attività, il Consorzio provvede, fra l'altro, a:

• definire con regolamenti interni le norme tecniche atte a disciplinare le diversefasi dell’Attività del Consorzio;

• stipulare, con i raccoglitori incaricati, contratti per il servizio di raccolta gratuitadi tutte le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi in zonedeterminate;

• stipulare contratti per la cessione delle batterie esauste con le imprese che neeffettuano il riciclo nel rispetto dei limiti indicati dalle autorizzazioni regionali;

• stipulare accordi e contratti con persone fisiche o giuridiche, anche straniere,enti locali territoriali e le loro aziende per il raggiungimento dei fini statutari;

• individuare i responsabili per aree geografiche per coordinare e gestire iraccoglitori operanti in tali aree;

• promuovere azioni dirette a pubblicizzare la necessità della raccolta e del riciclodelle batterie esauste (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto dovrà esseregestito dal Centro di Coordinamento);

ATTIVITÀ E SERVIZI

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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• incentivare la raccolta delle batterie esauste al piombo generate dall’attivitàdel “fai da te” in aree di presunta dispersione (ai sensi del D.Lgs. 188/08, taleaspetto dovrà essere gestito dal Centro di Coordinamento);

• monitorare, attraverso l'analisi dei MUD dei raccoglitori non incaricati, il flussodelle batterie esauste al piombo raccolte ed inviate a riciclo (con l’avvenutaabrogazione dell’art. 235 del D.Lgs. 152/06, gli operatori della raccolta esternial COBAT non hanno più l’obbligo dell’invio del MUD al Consorzio);

• effettuare un servizio di raccolta ed avvio a riciclo per particolari tipologie diaccumulatori (l’art. 20 del D.Lgs. 188/08 legittima totalmente il COBAT adoccuparsi anche delle pile ed accumulatori non al piombo).

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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La principale funzione che il COBAT è chiamato per legge istitutiva a svolgere èquella di garantire, attraverso i propri operatori, la raccolta delle batterie alpiombo esauste in qualsiasi condizione logistica e/o di mercato. Inoltre, ai sensidella Legge 39/02 e del D.Lgs.152/2006, il COBAT ha il compito di monitorarela raccolta effettuata dai raccoglitori esterni al Consorzio in possesso dellenecessarie autorizzazioni. Il Grafico 1 mostra l’andamento della raccolta dellebatterie esauste in Italia svolta dal COBAT nel periodo 1999-2008. Nel 2008 laraccolta COBAT si è attestata a 161.170 tonnellate, con un calo pari al 14%rispetto all’anno precedente. Le ragioni della riduzione della raccolta COBATdevono essere ricercate soprattutto nell’andamento della quotazione delpiombo al LME di Londra, che ha determinato la presenza di raccoglitori cheoperano al di fuori del sistema COBAT. La rilevanza dell’attività svolta dalConsorzio va comunque valutata, oltre che in base all’entità della raccolta,anche e soprattutto in base al servizio svolto. L’impegno, volto a garantire laraccolta di ogni singola batteria esausta su tutto il territorio nazionale, si sviluppaattraverso un servizio espletato presso quasi 60.000 produttori del rifiuto, per untotale di oltre 132.000 ritiri, il che significa mediamente ogni giorno un serviziodi raccolta effettuato presso 550 produttori.

Da quest’anno non compare nel Grafico il contributo alla raccolta extra-COBAT,ossia dell’aliquota alla raccolta nazionale proveniente da operatori al di fuoridella rete COBAT, a causa dell’impossibilità per il Consorzio di determinare nel2008 tale gettito. La prima ragione di tale impossibilità deriva, da un lato,dall’aver introdotto nel 2008 presso gli impianti di riciclo una procedura ditrasmissione del lavorato extra-COBAT che ha necessitato di una certa tempisticadi implementazione, nel corso della quale i dati sono stati trasmessi in modopiuttosto frammentario e discontinuo. Inoltre l’entrata in vigore del D.Lgs.188/08, abrogando l’art. 235 del D.Lgs. 152/06, non prevede più l’obbligatorietàper soggetti che operino all’esterno del COBAT di inviare il MUD al Consorzio.Pertanto l’impossibilità di determinare la raccolta extra-COBAT per il 2008 ha

LA RACCOLTA DELLEBATTERIE ESAUSTE

BATTERIE

GRAFICO 1: Raccolta batterie esauste in Italia svolta dal COBAT (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: COBAT

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condotto alla scelta di eliminarla anche dallo storico, non essendo più possibilepoter effettuare un confronto attualizzato. Con riferimento alla raccolta COBAT,la Tabella 4 riporta i risultati raggiunti nel periodo 2005-2008, suddivisi per areageografica. Come si può notare, la maggior parte del gettito delle batterieproviene dal Nord, dove sono concentrati i principali stabilimenti produttivi delnostro Paese e dove è presente il 47% del parco autovetture1.

L’entità della raccolta delle batterie esauste nelle diverse Regioni è visibile inTabella 5.

1 ACI, Statistiche automobilistiche, anno di riferimento 20052 Quantità consegnate agli impianti di riciclo da raccoglitori ricadenti nell’area di riferimento

BATTERIE

TABELLA 4: Suddivisione geografica della raccolta delle batterie (ton)2

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 5: Entità della raccolta regionale (ton)

Fonte: COBAT

AREA 2005 2006 2007 2008

Nord Ovest 54.987 51.522 48.159 40.468

Nord Est 47.573 47.264 47.104 38.850

Centro 41.373 40.327 40.356 37.994

Sud 40.233 34.634 32.241 26.993

Isole 17.356 17.996 19.764 16.865

Totale raccolta COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170

Fonte: COBAT

REGIONE 2005 2006 2007 2008

PIEMONTE - VAL D'AOSTA 18.906 14.340 13.242 11.038

LOMBARDIA 32.479 33.664 31.474 27.771

LIGURIA 3.603 3.517 3.443 1.659

VENETO 18.872 21.515 22.509 18.017

FRIULI VENEZIA GIULIA 5.614 3.578 2.811 2.189

TRENTO/BOLZANO 4.015 3.649 2.915 2.221

EMILIA ROMAGNA 19.072 18.523 18.868 16.423

TOSCANA 11.460 11.504 10.321 8.325

MARCHE 6.044 5.992 6.735 6.258

UMBRIA 2.968 2.714 2.358 2.625

LAZIO 16.959 16.675 17.856 17.391

ABRUZZO 3.942 3.442 3.086 3.394

MOLISE 797 800 903 795

CAMPANIA 24.501 18.079 14.472 12.387

BASILICATA 668 711 800 232

CALABRIA 3.681 4.051 4.404 3.695

PUGLIA 10.587 10.993 11.662 9.884

SICILIA 13.480 13.770 15.124 12.721

SARDEGNA 3.876 4.226 4.634 4.144

TOTALE COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170

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La Tabella 6 illustra invece quali sono le attività economiche che generano unmaggiore quantitativo di accumulatori al piombo esausti. Come si puònotare, la gran parte delle batterie esauste proviene dalle attività degliartigiani installatori e riparatori nonché da attività industriali e agricole e dacommercio rottami.

3 Impianti di cui non si è potuta riconoscere la provenienza. L’aumento degli impianti non codificati è da attribuirsialle modifiche dei codici delle attività economiche apportato dall’ISTAT e non ancora pienamente integrato daisistemi software dei raccoglitori. L’attuale utilizzo di una doppia codifica ha fatto raddoppiare i casi di impianticon codice non riconosciuto

BATTERIE

TABELLA 6: Ripartizione dell’esausto per attività economica (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

ATTIVITÀ ECONOMICA 2005 2006 2007 2008

Attività Artigiane 33,3 33,2 31,8 32,4

Attività Industriali ed Agricole 16,8 14,8 14,1 11,3

Commercio Rottami 11,4 12,7 13,2 15,6

Attività Gestione Rifiuti 3,2 3,0 2,3 2,8

Grandi Utenti (Rfi, ENEL, Telecom,…) 7,8 5,6 4,1 4,7

Attività Commerciali 3,5 3,1 3,6 2,8

Pubblica Amministrazione 4,2 4,5 4,3 4,1

Impianti non codificati3 16,6 20,9 24,7 25,1

Altre 3,1 2,2 1,8 1,2

Fonte: COBAT

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223

Nel corso dell’anno sono continuate le iniziative attinenti alle campagne speciali,quella serie di attività volte a ridurre la dispersione delle batterie a maggiorerischio di abbandono generate dal fenomeno del cosiddetto “fai da te”, ovverodella sostituzione fatta in proprio da parte del privato cittadino della batteriaesausta della propria auto, imbarcazione, macchina agricola, etc.

Tali settori sono rappresentati da:

• Comuni• Grande distribuzione organizzata (GDO)• Nautica• Agricoltura

A tale scopo, lo strumento che si è rivelato più efficace per contrastare il pericolodi un abbandono incontrollato delle batterie esauste è stato quello di stipularedegli accordi con i principali referenti territoriali in grado di contribuireall’organizzazione di una raccolta capillare e mirata alle diverse esigenze degliutenti: autorità locali e gestori della raccolta differenziata nei Comuni, grandedistribuzione, autorità marittime, consorzi agrari.

I dati annuali relativi alla raccolta proveniente dalle campagne speciali, a causadella loro mole, non sono ottenibili prima del termine del terzo trimestredell’anno successivo. Pertanto, nella Tabella 7, vengono comunicati i quantitatividella raccolta totalizzati sino al termine del 2007.

ACCORDI SPECIFICI

BATTERIE

Fonte: COBAT

TABELLA 7: Raccolta proveniente dalle campagne speciali (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

SETTORE 2005 2006 2007

Comuni 12.028 13.714 13.929

GDO 146 192 164

Nautica 130 150 117

Agricoltura 191 213 174

Totale “fai da te” 12.495 14.269 14.353

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Gli accordi con gli Enti locali

Nel 2008, è proseguito il lavoro per incrementare il numero delle Convenzionistipulate con gli Enti locali e con i gestori della raccolta differenziata, per dotare iComuni di idonei contenitori per le batterie esauste reperite in stato d’abbandonoo conferite direttamente dai cittadini. Accanto ai Comuni convenzionati, vi sono poii Comuni nei quali i raccoglitori incaricati COBAT esercitano comunque un serviziodi raccolta continuativo delle batterie al piombo esauste. I Comuni complessivamente serviti dalla rete di raccolta sono passati da 4.265del 2007 ai 4.584 del 2008, che in termini di percentuale di popolazioneresidente significa essere passati dal 70% al 74%. Il quadro di sintesi complessivo dei Comuni serviti, della percentuale dipopolazione residente in Comuni serviti e della raccolta, confrontati con l’annoprecedente, è riportato nella Tabella 8.

La grande distribuzione organizzata

Nel settore della grande distribuzione l’impegno del COBAT consiste nel sottoscriveredegli accordi con le principali catene di ipermercati, al fine di dotare i punti venditache commercializzano batterie d’avviamento di un servizio di raccolta per quelleesauste conferite dalla clientela. In questo modo il Consorzio collabora con chicommercializza batterie al piombo fornendogli il suo aiuto per l’adempimento diprecisi obblighi normativi. Infatti, Il DM 03 luglio 2003 n. 194, di attuazione della Direttiva 98/101/CE, relativoalle pile ed agli accumulatori contenenti sostanze pericolose, ribadisce quanto giàprevisto dal DM 20 novembre 1997 n. 476, stabilendo che il rivenditore deve metterea disposizione del pubblico un contenitore per il conferimento degli accumulatoriesausti nel proprio punto vendita (art. 4, comma 2).L’incremento di centri commerciali attivati nel 2008 si deve all’Accordo stipulato conla grande catena italiana Panorama ed all’ingresso di nuovi punti venditaappartenenti a catene con le quali il COBAT aveva già proceduto alla sottoscrizionedell’Accordo.

BATTERIE

Fonte: COBAT

TABELLA 8: Comuni serviti e percentuale di popolazione residente in Comuni serviti

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2008 2007 2008 vs 2007 INCREMENTO 2008 2007 2008 vs 2007 (%)

Nord 2.781 2.591 190 7% 81% 78% 3%

Centro 732 659 73 11% 79% 75% 4%

Sud 681 652 29 4% 59% 57% 2%

Isole 390 363 27 7% 64% 61% 3%

Totale Italia 4.584 4.265 319 7% 74% 70% 4%

TERRITORIOCOMUNI SERVITI (n.) % Popolazione residente nei Comuni serviti

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225

La nautica

Il progetto “L’isola nel Porto”, promosso dal COBAT congiuntamente alConsorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU) ed inaugurato nel porto di Ancona nel1999, continua a suscitare molto interesse. Il progetto consiste nell’installazionedi isole ecologiche metalliche recintate contenenti un contenitore per la raccoltadelle batterie esauste ed una cisterna per la raccolta degli oli usati.Dal 1999 il progetto ha avuto un successo costante, a testimonianza dellavalidità dell’idea originaria dei due Consorzi circa l’esigenza, in ambito portuale,di un’adeguata organizzazione della raccolta di tali rifiuti pericolosi prodotti dalleimbarcazioni. Nel corso del 2008, così come accaduto nel 2007, tranne ilripristino delle due isole ecologiche nel porto di Pescara rimosse nel 2007 permanutenzione, non sono stati attivati altri porti, a causa del forte rallentamentodi cui ancora oggi soffrono i porti gestiti dalle autorità marittime a seguitodell’entrata in vigore del D.Lgs. 182/2003, il quale disciplina in questi porti lemodalità secondo le quali debba essere organizzata la raccolta dei rifiuti prodottidalle imbarcazioni. Tale decreto ha infatti determinato l’insorgenza di unaprocedura piuttosto articolata, prevedendo per i porti l’adozione di un piano digestione da parte dell’autorità marittima o dell’autorità portuale e la suaapprovazione da parte della Regione, a seguito della quale deve essere indettoun bando di gara per l’assegnazione del servizio di raccolta ad un soggettoaggiudicatario, al quale viene affidata da parte del COBAT e del COOU lagestione delle isole ecologiche. Un importante evento registrato nel settore èstato comunque l’accordo stipulato il 18 novembre dal COBAT e COOU conASSONAT, l’Associazione di porti turistici più importante d’Italia aderente aFedernautica.Grazie all’accordo si prevede per il 2009 una ripresa nell’attivazione di nuoviporti e nell’installazione di nuove isole ecologiche.

BATTERIE

Fonte: COBAT

GRAFICO 2: Ipermercati attivati negli anni 2000-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

100

200

300

400

500

2000

46 4690

196

254

308337

447

491

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

COBAT

Page 226: L'italia del Recupero 2009

226

Il Grafico 3 mostra come dal 2006 si sia fermata l’installazione di nuoveisole ecologiche. Il trend negativo del 2007 e del 2008 è dovuto allarimozione di alcune isole ecologiche da porti nei quali, essendo venuta amancare la presenza di un gestore delle stesse, si è dovuto procedere conl’interruzione del servizio.

BATTERIE

Fonte: COBAT

GRAFICO 3: Porti attivati ed isole ecologiche installate negli anni 2002-2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

10

20

30

40

50

60

2002

19

43

26

52

59 59 60

31 31 3230

5552

28

2003 2004 2005 20072006 2008

n. porti n. isole ecologiche installate

Page 227: L'italia del Recupero 2009

227

Il settore agricolo

Per quanto riguarda il comparto agricolo, il COBAT già da diversi annipartecipa ad accordi di programma adottati a livello regionale e provincialeper l’attivazione di punti di conferimento dei rifiuti prodotti dagli utenti delsettore.Tuttavia tali strumenti di organizzazione della raccolta, per via delcoinvolgimento di un gran numero di attori più o meno direttamentecollegati al settore, vengono generalmente adottati laddove la gestione deirifiuti e della raccolta differenziata è sufficientemente radicata presso gliamministratori e la popolazione.

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 9: Isole ecologiche installate con il progetto “L’isola del porto” attualmente presenti

PORTI Prov. n. isole data installazione

1 ANCONA AN 8 lug-99

2 VIAREGGIO LU 3 mag-00

3 CAGLIARI CA 3 feb-01

4 OLBIA SS 3 feb-01

5 GOLFO ARANCI SS 1 mag-01

6 LA MADDALENA SS 1 mag-01

7 TRIESTE TS 3 mag-01

8 SAVONA SV 1 lug-01

9 RIPOSTO CT 1 lug-01

10 TARANTO TA 2 nov-01

11 PORTO VIRO RO 1 giu-02

12 SPERLONGA LT 1 ott-02

13 MARINA DI CARRARA MS 1 ott-02

14 MANFREDONIA FG 3 nov-02

15 SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP 3 gen-03

16 BARLETTA BA 1 lug-03

17 PALAU SS 1 lug-03

18 CASTIGLIONE DELLA P. GR 1 dic-03

19 MOLA DI BARI BA 1 mar-04

20 TORRE DEL GRECO NA 1 mag-04

21 SANTA TERESA DI GALLURA SS 1 mag-04

22 MARATEA PZ 1 giu-04

23 VENEZIA VE 3 dic-04

24 MARINA DI PORTISCO SS 2 giu-06

25 CHIAVARI GE 1 dic-06

26 MARINA DI GROSSETO GR 1 dic-06

27 ISOLA ROSSA SS 1 dic-06

28 PESCARA PE 2 nov-08 (ripristino)

TOTALE 52

PORTI CON ISOLE ECOLOGICHE

Fonte: COBAT

Page 228: L'italia del Recupero 2009

228

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Purtroppo però questo comporta che nell’Italia centrale e meridionalel’accordo di programma nel settore agricolo non sia così diffuso, ed inquesti contesti territoriali non è pertanto possibile fare riferimento a similistrumenti operativi per organizzare la raccolta delle batterie esausteprodotte dagli agricoltori.Per questo motivo il COBAT ha iniziato a ricercare altre forme di attivazionedel servizio in ambito agricolo, soprattutto in considerazione di quantopossa essere alto il rischio di dispersione della batteria esausta in questosettore specifico.Tra le forme alternative all’accordo di programma prese in esame, quellache è apparsa presentarsi maggiormente promettente allo scopo è stato ilricorso ai consorzi agrari provinciali.I consorzi agrari provinciali, laddove fattivamente presenti sul territorio,posseggono delle agenzie di vendita nella Provincia nelle quali, tra l’ampiagamma di prodotti commercializzati per l’utenza agricola, vengono vendutianche nuovi accumulatori; in qualità di rivenditori, tali soggetti sono tenutiper legge a porre a disposizione dell’agricoltore il servizio di ritiro dei vecchiaccumulatori, così come ad informarlo dell’esistenza del servizio e dellapericolosità potenzialmente derivante dall’abbandono in ambiente diquesto rifiuto pericoloso (D.Lgs. 194/03).Forte di tale legislazione, che peraltro ha più facilmente consentito direndere operativo il servizio nei punti vendita della GDO, si è deciso dirivolgersi nel 2007 ad un consorzio agrario provinciale di un’area a fortevocazione agricola come la Provincia di Latina, per testare questo progettopilota in un’area peculiare e susseguentemente esportarlo in altre realtàprovinciali.L’accordo con il consorzio provinciale di Latina è stato sottoscritto nel mesedi marzo 2007, consentendo di attivare ben 19 punti di raccolta nellaProvincia, e successivamente, grazie al prezioso contributo dell’Associazionenazionale dei consorzi agrari provinciali (ASSOCAP), sono stati contattatitutti i consorzi agrari nel territorio nazionale a cui è stata proposta lasottoscrizione dell’accordo.Nel 2008 sono stati sottoscritti due accordi con altri due Consorzi agrariprovinciali in Piemonte e l’attivazione di altri due centri di raccolta.

Page 229: L'italia del Recupero 2009

229

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Il COBAT non gestisce in modo diretto il servizio di raccolta, ma ricorre aduna rete di raccoglitori incaricati.

Tali raccoglitori sono distribuiti su tutto il territorio nazionale ed offronogratuitamente il servizio di raccolta delle batterie esauste pronte al carico,anche nelle zone a bassa concentrazione di produzione di rifiuto.

I raccoglitori incaricati di cui si avvale COBAT sono circa 90, aggiudicatari diuna gara pubblica d’appalto conclusasi nel mese di gennaio 2006 per 69lotti d’incarico.

Con le aziende aggiudicatarie, il COBAT stipula un contratto attraverso ilquale il raccoglitore si obbliga a garantire la raccolta delle batterie esaustenel lotto di appartenenza mediante l’utilizzo di mezzi propri autorizzati omediante trasportatori terzi valicati dal Consorzio, e a stoccare le batterieesauste nei propri impianti di messa in riserva osservando ed adottandotutte le procedure e prescrizioni fissate dalla normativa in materia digestione dei rifiuti pericolosi, di specifici provvedimenti autorizzatori e delDescrittivo tecnico COBAT.

Il raccoglitore incaricato è obbligato a cedere al COBAT l’intero quantitativodi batterie raccolte, consegnando le stesse agli impianti di riciclo indicati daCOBAT, presso cui si effettua l’acquisto e la vendita delle batterie da partedel COBAT. L’avvenuta consegna del carico viene formalizzata dal rilascio daparte dell’impianto di riciclo del documento di collaudo, dal quale deverisultare il “peso netto confermato” delle batterie ritirate.

L’importo fatturabile è riferito al quantitativo di batterie pari al pesoaccertato e documentato dall’impianto di riciclo.

L’organizzazione della rete di raccolta delle batterie al piombo esauste èdettagliata nel “Regolamento per l’organizzazione della rete di raccoltadelle batterie al piombo esauste COBAT”, mentre le modalità di trasporto edi conferimento delle batterie esauste o dei rifiuti piombosi sono regolatedal “Descrittivo tecnico COBAT” e dalle “Modalità di conferimentoCOBAT”.

Il raccoglitore incaricato è obbligato ad inviare con cadenza mensile tutti imovimenti in ingresso ed in uscita relativi alle batterie raccolte, stoccate econferite agli impianti di riciclo mediante l’utilizzo di uno specificosoftware.

Il COBAT riconosce inoltre incentivi e/o premi a quei raccoglitori incaricatiche dimostrano di aver conseguito obiettivi significativi atti a migliorare ilservizio: certificazioni conformi alle ISO 9001, ISO 14001, EMAS,informatizzazione, qualità della raccolta, comunicazione.

GESTIONE DELLA RACCOLTA:

I RACCOGLITORIINCARICATI

Page 230: L'italia del Recupero 2009

230

Qualsiasi operatore che sia in possesso delle necessarie autorizzazioni previstedalla legge per svolgere l’attività di raccolta, pur non appartenendo alla rete deiraccoglitori incaricati COBAT, può chiedere comunque di consegnare le batterieesauste agli impianti di riciclo consorziati.

Al ricevimento della richiesta, il COBAT verifica il possesso da partedell’operatore delle necessarie iscrizioni e autorizzazioni, ed in caso di esitopositivo, sottopone al medesimo la sottoscrizione di un contratto mediante ilquale il raccoglitore diviene verificato ed, analogamente ai raccoglitori incaricati,abilitato al conferimento delle batterie esauste raccolte agli impianti consorziati,alle medesime condizioni economiche, senza però percepire il valore del servizio,riconosciuto unicamente ai raccoglitori incaricati.

Il contratto, esattamente come avviene per i raccoglitori incaricati, obbliga ilraccoglitore verificato alla trasmissione mensile dei dati relativi alla raccolta, edall’invio della copia del MUD.

GESTIONE DELLA RACCOLTA:

I RACCOGLITORI VERIFICATI

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Valorizzazione della raccolta delle batterie al piombo esauste

- Raccoglitori Incaricati

Per l’acquisto franco destino delle batterie raccolte viene riconosciuto un prezzodi cessione pari a V1 + V2 + VT dove:

Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad unasocietà specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzataai sensi della normativa vigente. Al raccoglitore incaricato franco partenza verràriconosciuto il prezzo V1 + V2 .

- Raccoglitori verificati

Per l’acquisto franco destino delle batterie raccolte viene riconosciuto un prez-zo di cessione pari a V1 + VT .Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad unasocietà specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzataai sensi della normativa vigente. Al raccoglitore verificato franco partenza verràriconosciuto il prezzo V1.

VOCE DI COSTO VALORE

Valore batteria (V1) Variabile in funzione del LME.LME è la media aritmetica semplice, in €/t, della “quotazionesettlement” del piombo al London Metal Exchangedeterminata per ciascun trimestre solare: ad esempio, per un valore di 801 euro a tonnellata di piombo, COBAT riconosce un valore di 121 euro a tonnellata di batteria.

Valore servizio (V2) Indicato dal contratto (€/t) a seguito di aggiudicazione gara

Valore trasporto (VT) Variabile in funzione della distanza tra il proprio impiantodi stoccaggio e l’impianto di riciclo determinato dal COBAT

Page 231: L'italia del Recupero 2009

231

Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati alla raccolta, sono stati definitidegli indici utili per il monitoraggio delle attività il cui svolgimento genera unimpatto ambientale.Da tale monitoraggio rimangono escluse le attività di raccolta riferibili a soggetti“extra-COBAT”, in quanto completamente autonomi sia a livello gestionale, siatecnico.Le quantità raccolte (Tabella 10) sono suddivise in:1. raccolta di batterie esauste da raccoglitori incaricati;2. raccolta di batterie esauste da raccoglitori verificati.

Negli ultimi anni si assiste ad un aumento dei conferimenti da parte deglioperatori verificati, che però rimane sempre trascurabile rispetto al totale deiconferimenti a COBAT.La rete COBAT utilizza ancora una significativa percentuale di mezzi di trasportoobsoleta (Euro 0), ma con una attenzione altrettanto significativaall’aggiornamento del proprio parco mezzi con vetture di nuova generazione adimpatto ambientale più contenuto (Euro 3, Euro 4).Sulla base dei risultati ottenuti con il censimento, sono stati nuovamentecalcolati per il 2008 gli impatti in termini di emissioni prodotti dalla fase diraccolta delle batterie esauste presso i produttori del rifiuto. Per il calcolo si èproceduto mediante la stima dei km percorsi per effettuare un numero di presepari a quelle del 2008 (oltre 130.000), considerando un valore medio stimato dipercorrenza per singola presa pari a 20 km.La Tabella 11 riporta i risultati ottenuti con il nuovo calcolo:

INDICATORI DELLA RACCOLTA

BATTERIE

Fonte: COBAT

Fonte: COBAT

TABELLA 10: Raccolta COBAT e ripartizione tra raccoglitori incaricati e verificati

TABELLA 11: Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di raccolta delle batterieesauste presso i produttori/detentori del rifiuto (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2005 2006 2007 2008RACCOLTA (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%)

DA RACCOGLITORI INCARICATI 196.598 97.56 185.656 96,83 177.905 94,82 151.401 93,94)

DA RACCOGLITORI VERIFICATI 4.924 2,44 6.087 3,17 9.718 5,18 9.769 6,06

TOTALE 201.522 100 191.743 100 187.623 100 161.170 100

TIPOLOGIA DI GAS SERRA

N2O

CH4

COVNM

CO

CO2

NOX

2008

0,012

0,004

1,06

4,25

744,21

3,72

Page 232: L'italia del Recupero 2009

232

Le attività del “non piombo”

Per attività “non piombo” si intendono quelle attività di intermediazione che ilCOBAT effettua tramite i propri raccoglitori incaricati su richiesta di alcuni enti ograndi aziende per la raccolta e l’avvio a riciclo di accumulatori non al piomboed apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti accumulatori.

Gli utenti che richiedono lo smaltimento delle batterie al nichel-cadmio sononotevolmente diversificati: dagli stessi raccoglitori incaricati COBAT ad enti qualiRFI, Trenitalia, TIM, Telecom, Vodafone.

Le procedure adottate negli anni passati hanno permesso oggi di ottimizzarel’economicità del servizio, di monitorare i flussi di batterie e di evitare losmaltimento oneroso da parte del COBAT delle eventuali batterie conferite dairaccoglitori incaricati presso gli impianti di riciclo.

Nel corso dell’esercizio 2008 sono state raccolte 43 tonnellate di batterie nonpiombo.

ALTRE ATTIVITÀ DI RILEVANZAAMBIENTALE

BATTERIE

Fonte: COBAT

GRAFICO 4: Andamento raccolta accumulatori al nichel-cadmio (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Page 233: L'italia del Recupero 2009

233

Non tutti i raccoglitori incaricati COBAT effettuano con mezzi propri il serviziodi trasporto delle batterie esauste agli impianti di riciclo.

Il trasporto delle batterie agli impianti di riciclo è effettuato con automezzi diportata maggiore rispetto a quelli utilizzati per la microraccolta; la categoriapiù impiegata è quella appartenente alla classe 16-32 tonnellate.

Il servizio è inoltre caratterizzato da una minore frequenza e da un percorsomedio coperto più lungo.

Analogamente alla Tabella 11 per la raccolta, la Tabella 12, sempre sulla basedel nuovo censimento dei mezzi di trasporto della rete, riporta le emissioni inatmosfera associate al trasporto delle batterie al piombo esauste daglistoccaggi agli impianti di riciclo.

Complessivamente, per il trasporto delle batterie esauste agli impianti diriciclo consorziati, sono stati percorsi quasi 2.500.000 km.

IL TRASPORTO

BATTERIE

Fonte: COBAT

TABELLA 12: Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di trasporto delle batterieesauste dagli stoccaggi agli impianti di riciclo (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TIPOLOGIA DI GAS SERRA

N2O

CH4

COVNM

CO

CO2

NOX

2008

0,017

0,008

1,33

5,64

807,39

5,41

Page 234: L'italia del Recupero 2009

234

Per assicurare che il piombo contenuto nelle batterie esauste sia correttamenterecuperato, il COBAT si avvale di 7 impianti consorziati (Figura 1).

Nel 2008, le batterie avviate a riciclo in tali impianti dal sistema COBAT sonostate 161.170 tonnellate ma la totalità delle batterie conferite copre soloparzialmente la capacità di trattamento degli impianti.

Uno schema della lavorazione della batteria per la successiva produzione dipiombo può essere sintetizzato in Figura 2.

4 I dati di questo paragrafo sono trasmessi a cura di AIRPB (Associazione Imprese Riciclo Piombo da Batterie)

IL RICICLO4

BATTERIE

Fonte: COBAT

FIGURA 1: Ripartizione geografica impianti di riciclo consortili

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Piomboleghe Brugherio (MI)

Piombifera BrescianaMaclodio (BS)

Ecolead Torrecuso (BN)

E.S.I Pace del Mela (ME)

ME.CA. Lamezia Terme (CZ)

ECO-BATMarcianise (CE)

ECO-BATPaderno Dugnano (MI)

Page 235: L'italia del Recupero 2009

235

Il processo piro-metallurgico

Il sistema industriale degli impianti consortili nazionali utilizza un processo piro-metallurgico molto diffuso a livello mondiale nel settore specifico delriciclaggio dei rottami di batterie.Tale processo è stato selezionato tra i più efficienti, per quanto riguarda gliimpatti ambientali, dall’European IPPC Bureau (Integrated Pollution PreventionControl) che lo elenca tra le Best Available Techniques per il settore dellametallurgia non ferrosa.Sommariamente, il processo si basa sulla riduzione ad alta temperatura deicomposti del piombo, ossidi e solfati, ad opera di riducenti classici quali ilcarbone o il coke.Le attività possono essere schematizzate in tre macrofasi, di seguito descrittein dettaglio:1. macinazione con selezione, separazione e stoccaggio dei diversi

componenti della batteria;2. riduzione-fusione, con produzione del cosiddetto “piombo d’opera”;3. raffinazione e lingottatura.

BATTERIE

FIGURA 2: Diagramma di flusso delle principali operazioni di un impianto di riciclo di batterie al piombo

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Acido Solforico

Plastiche

Griglie e Pastello

FRANTUMAZIONE

Batterie EsausteNEUTRALIZZAZIONECONCENTRAZIONE

SEPARAZIONEVALORIZZAZIONE

FUSIONE / RIDUZIONE

Piombo e sue LegheFonte: COBAT

Page 236: L'italia del Recupero 2009

236

Selezione, macinazione e separazione dei componenti

Le batterie esauste, giunte agli stabilimenti di riciclaggio, vengono scaricatedagli automezzi di trasporto su un’area adibita ad una prima selezione econtrollo del carico. Tale fase è volta a verificarne la rispondenza ai requisitiambientali e di sicurezza ed a rimuoverne eventuali materiali non conformi.Le batterie vengono quindi movimentate per facilitare gli sversamentidell’acido ancora contenuto. Questo avviene in zone con un’adeguatapendenza o, in alternativa, in vere e proprie vasche, isolate con cementoantiacido e dotate di canalette di raccolta. Mediante tramoggia sono quindiavviate ai mulini di frantumazione dove, previa deferrizzazione, sonomacinate, permettendo così la successiva separazione dei vari componentidella batteria esausta.

BATTERIE

FIGURA 3: Il processo di lavorazione delle batterie

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Scorie

Polipropilene

Mix plasticheAcido solforico

Griglie e altre particontenenti piombo

Eventuale trattamento

Fusione

Trattamento Recupero di materia o energia

Smaltimento

Vasca di accumulo

Frantumazione Lavaggi

Granulazione

Vendita

Piombo raffinatoal 99,97%

Piombo antimonialeLeghe di piombo

Raffinazione

Recupero di materiao invio a discarica

COBAT rete di raccolta e riciclaggio

Fonte: COBAT

Page 237: L'italia del Recupero 2009

237

È da ricordare che le batterie esauste vengono consegnate dal sistema diraccolta gestito dal COBAT agli impianti consortili nazionali con il lorocontenuto di acido. Il Consorzio infatti incentiva i raccoglitori ad evitare che intutte le operazioni precedenti la consegna delle batterie esauste l’acido vengadisperso. Questo qualifica ulteriormente l’attenzione per l’ambiente delsistema italiano che, nello specifico, comporta un aggravio dei costi per iltrattamento dell’acido per i riciclatori nazionali.Sul mercato europeo infatti le batterie sono valorizzate sul loro peso seccoscoraggiando di fatto il raccoglitore dall’evitare che l’acido venga dispersoprima della consegna.Al termine dalla fase descritta, si ottengono: pastello, griglie e poli,polipropilene e mix plastico.Il pastello, in forma di fango, viene recuperato mediante vagliatura esuccessiva filtropressatura. L’abituale contenuto in piombo di circa il 70% susecco, viene normalmente recuperato con trattamento di ossiriduzione in fornifusori rotativi. Le griglie e i poli vengono caricati nei forni di fusione.Il polipropilene, in uscita dal separatore, viene prelevato per mezzo di cocleeed inviato alla macinazione per la riduzione in pezzatura fine. Del mix plastico, una parte, lavata, pulita e depurata da materiali residui, vienevenduta come prodotto ai costruttori di materiali plastici mentre la restante,costituita in massima parte da polietilene, è inviata a recupero o a discarica.L’acido solforico, in funzione del mercato, può essere concentrato e vendutooppure è convogliato in una vasca di raccolta ed inviato al trattamento dineutralizzazione per essere successivamente smaltito. Le varie fasi del ciclo descritto possiedono un certo grado d’automazione,secondo il quale ogni macchina può essere comandata in modo locale (permezzo di pulsantiera) o remoto (tramite comando a video gestito da unoperatore situato in cabina di comando). La presenza dell’operatore è, ad ogni modo, necessaria poiché la variabilitàdelle caratteristiche dei materiali trattati implica degli interventi sui parametristandard del ciclo.

Fusione e riduzione dei componenti metalliferi

Il pastello, le parti metalliche in piombo, insieme ad altri rifiuti piombosi ancheprovenienti da cicli interni di lavorazione, sono dosati e miscelati con icomposti riducenti quali: carbone, ferro e carbonato sodico.La carica premiscelata viene trasportata in opportuni contenitori atti ad essereintrodotti dentro il forno rotativo. Le varie fasi sono condotte in modo tale da evitareal massimo il rilascio di gas e fumi all’interno dello stabilimento, consentendo ilraggiungimento dei severi limiti imposti dalle normative di qualità dell’aria.Dal forno di fusione e riduzione vengono estratti in sequenza il piombo e lascoria; l’estrazione avviene da un opportuno foro di colata posto sullamezzeria del forno.I processi che avvengono in questa fase possono essere sintetizzati in:• riduzione degli ossidi e solfati di piombo tramite carbone;• liberazione del piombo, presente in forma di solfato, mediante l’utilizzo di

carbonato sodico e ferro.

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 238: L'italia del Recupero 2009

238

Le temperature di esercizio per questa fase sono superiori ai 1.100° C infunzione delle particolari condizioni d’esercizio.

Raffinazione e lingottatura

Il piombo, spillato dal forno alla temperatura di circa 900° C, come “piombod’opera”, deve essere raffinato per raggiungere il grado di purezza voluto oaltrimenti alligato secondo le specifiche richieste dei vari committenti.A tal fine, il processo si svolge secondo le seguenti fasi:• rimozione degli ossidi superficiali;• decuprazione per la totale o controllata eliminazione del rame;• destagnazione, per la rimozione totale o parziale dello stagno;• disantimonizzazione per la rimozione totale o parziale dell’antimonio;• alligazione per l’aggiunta controllata di elementi metallici necessari per

ottenere la lega prescelta.

Dopo aver superato il controllo della composizione chimica, la lega vienecolata negli stampi dei pani di piombo sia meccanicamente, attraverso unalingottatrice, sia manualmente. Anche la fase di raffinazione è dotata di cappedi aspirazione dei fumi generati durante le operazioni di raffinazione, chevengono depurati prima di essere immessi in atmosfera.Lo schema di flusso riportato in Figura 3 illustra le principali fasi checompongono il processo di trasformazione delle batterie esauste per laproduzione di piombo secondario.

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Il COBAT definisce annualmente il quantitativo di batterie esauste al piombo chepuò essere effettivamente conferito a ciascun impianto sulla base dei seguenticriteri:• percentuale di conferimento sul totale delle batterie raccolte da COBAT,

indicata nel contratto;• quantità massima autorizzata di batterie esauste al piombo per ogni impianto.

Per rispettare tale quantitativo annuale, il COBAT giornalmente riceve i dati sullequantità di batterie esauste consegnate agli impianti e, nel caso, provvede amodificare le destinazioni dei raccoglitori incaricati perseguendo l’obiettivo dellaminimizzazione dei costi di trasporto.All’arrivo del carico, l’impianto di riciclo controlla:• che i raccoglitori siano autorizzati (verificati o incaricati) dal COBAT;• che i documenti in entrata (formulario e documento di trasporto) siano

regolarmente compilati;• che gli automezzi di trasporto siano quelli contemplati nell’elenco inviato loro

dal COBAT.

Nel caso sia tutto in regola, il camion viene autorizzato (dopo la pesa) a scaricarele batterie. Viene aperto un bollettino di collaudo che riporta, oltre ai dati del

Page 239: L'italia del Recupero 2009

239

raccoglitore, il trasportatore (se diverso), la data, ed i documenti amministrativinecessari, la consistenza del carico ed eventuali elementi penalizzabili comedisciplinato dalle “Modalità di Conferimento COBAT”.

Il bollettino viene compilato su un apposito spazio internet, viene convalidato,stampato e dato in copia al raccoglitore. I dati contenuti sono immediatamentevisibili al COBAT.

Tali dati sono utilizzati dal COBAT per la fatturazione attiva verso i riciclatori e peril controllo della fatturazione passiva verso i raccoglitori.

La non prevedibilità del gettito di batterie rende la ripartizione presso i singoliimpianti una operazione complessa che deve tener conto anche delle esigenzedei raccoglitori e dei trasporti. Il mancato rispetto delle previsioni di raccoltagenera un intervento del COBAT che dirotta i flussi di batterie al fine di assicurareuna quanto più equa ripartizione tra gli stabilimenti consorziati, minimizzando ilcosto totale di trasporto. È da annotare che il COBAT aggiorna periodicamentele capacità di tutti gli impianti consortili al fine di certificare che il sistema diriciclaggio sia efficiente su tutto il territorio nazionale. Questo è giustificato siadalla messa a regime di nuovi impianti, sia dalla verifica delle continue migliorietecniche apportate nel periodo dai singoli operatori.

La Tabella 13 riporta l’indicazione delle capacità complessive dell’intero sistema. Le quantità di batterie esauste raccolte nel corso di ogni esercizio sono ripartitedal COBAT secondo un piano che garantisce l’operatività di tutti gli impiantirispettandone le singole capacità di trattamento.

Nel corso degli ultimi anni il COBAT ha ripartito le batterie raccolte secondo laTabella 14.

BATTERIE

TABELLA 13: Principali informazioni relative agli impianti consorziati

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

PARAMETRO

Capacità di fusione massima

Capacità di frantumazione

Capacità impianti di trattamento aria

Capacità impianti di trattamento acque

Numero di dipendenti

Ubicazione

U.M.

t/anno

t/anno

Nm3/h

m3/anno

n.

CAPACITÀ PRODUTTIVA NOMINALE(TOTALE IMPIANTI)

676.700

1.059.400

1.556.000

1.652.600

257

CAPACITÀPRODUTTIVA MINIMA

41.800

64.000

110.000

17.600

21

CAPACITÀPRODUTTIVA MASSIMA

180.000

279.100

400.000

1.500.000

81

Fonte: COBAT

Zone industriali

Page 240: L'italia del Recupero 2009

240

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 14: Batterie consegnate dal COBAT agli impianti di riciclo (ton)

DESTINAZIONE

ECO-BAT, di cui

ECO-BAT Paderno

ECO-BAT Marcianise

Piomboleghe

Piombifera Bresciana

Me.Ca.

E.S.I.

Ecolead

Export

Totale

2005

114.857

56.738

58.118

28.659

26.039

15.541

16.426

0

0

201.522

2006

108.712

51.946

56.766

27.198

25.060

15.693

15.080

0

0

191.743

2007

101.955

49.585

52.370

26.225

19.619

14.776

16.446

8.600

0

187.621

2008

90.296

49.118

41.178

20.913

19.238

12.433

12.098

6.191

0

161.170

Fonte: COBAT

Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati al riciclo, sono monitoratiannualmente i rifiuti in ingresso ed in uscita, i consumi energetici ed idrici,nonché le principali emissioni in atmosfera. Per ogni voce di input e di outputsono stati calcolati gli indici per unità di peso di batteria lavorata.

La Tabella 15 illustra il bilancio di materia relativo al complesso degli stabilimentiaderenti al COBAT negli ultimi anni. I dati vengono trasmessi a COBAT da partedell’AIRPB (Associazione Italiana Riciclatori di Piombo) che riceve i dati dai singoliimpianti e li trasmette in forma aggregata.

Al fine di una corretta lettura dei dati appresso riportati, si segnala che per il2008 non sono stati comunicati da AIRPB i dati dell’impianto ECOLEAD diTorrecuso (BN). Tuttavia, a fronte di una sua prolungata inattività nel corso del2008, il contributo di ECOLEAD al computo generale influisce marginalmente.

Dalla Tabella 15 si evince che nel 2008 sono stati prodotti piombo e leghe dipiombo per un totale di 119.332 tonnellate. Del piombo ottenuto, circa il 70%è stato impiegato per la produzione di nuove batterie, mentre il restante 30% è

INDICATORI DEL RICICLO

Page 241: L'italia del Recupero 2009

241

BATTERIE

TABELLA 15: Input ed Output impianti di riciclo (ton)

TABELLA 16: Consumi impianti di riciclo

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

stato destinato ad usi diversi in vari settori industriali. In aggiunta, oltre 41.944tonnellate di pastello sono state trasferite agli impianti di lavorazione primaria.

I principali consumi di energia, nei processi di produzione di piombo secondario,sono legati all’alimentazione dei forni di fusione e degli altri impianti, alriscaldamento degli ambienti di lavoro, oltre all’illuminazione dei locali ed alriscaldamento dell’acqua per usi sanitari.

Le due fonti energetiche principalmente utilizzate per il recupero del piombocontenuto nei vari materiali trattati (batterie esauste ed altri rifiuti piombosi),sono metano ed energia elettrica. Nel 2008 gli impianti consorziati hannoconsumato 725.991 GJ (Tabella 16), sensibilmente meno rispetto al 2007,verosimilmente per la riduzione delle batterie inviate a lavorazione dal COBAT.

Input

Output

Batterie

Altri input

Piombo e leghe

Pastello

Polipropilene

2005

201.000

49.600

128.600

39.000

8.800

2006

194.600

68.970

131.600

32.300

8.900

2007

187.623

70.000

128.811

31.430

8.500

2008*

166.360

64.401

119.332

41.944

7.430

* escluso impianto Ecolead

Fonte: COBAT

CONSUMI

Consumi energetici (GJ)

Consumi idrici (m3)

2005

727.559

225.700

2006

843.842

212.200

2007

826.520

226.252

2008*

725.991

194.966

* escluso impianto Ecolead

Fonte: COBAT

Page 242: L'italia del Recupero 2009

242

Le emissioni atmosferiche monitorate sono controllate ai camini degli impianti,dove le diverse componenti sono misurate tramite analizzatori a celleelettrochimiche. La Tabella 17 riporta lo storico, mentre la successiva Tabella 18presenta gli indici per unità di peso di batteria lavorata (g/kg).Rispetto allo scorso anno, AIRPB non ha comunicato i dati relativi alle emissionidi CO, CO2 e PST, che pertanto non figurano in Tabella per l’impossibilità dipoterli confrontare al dato 2008.

Dalla trasformazione delle batterie esauste, oltre al piombo, si ottengono iseguenti sottoprodotti:• acido solforico;• scorie di lavorazione;• componenti plastiche.

Alcuni di questi componenti possono essere riutilizzati, sia durante lo stessoprocesso di trasformazione delle batterie, sia in altri processi industriali.

Le parti non valorizzabili, costituite essenzialmente da scorie di lavorazione e daplastiche di scarso valore utilizzate per i separatori interni dell’accumulatore,devono essere invece adeguatamente smaltite in discariche autorizzate.

BATTERIE

TABELLA 18: Emissioni in atmosfera degli impianti di riciclo (indici per kg di batteriatrattata)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

EMISSIONI IN TONNELLATE/ANNO 2005 2006 2007 2008*

Emissioni NOx 105 93 112 111

Emissioni SO2 650 590 695 425

Emissioni Pb 2.8 2,5 2,5 1,14

Fonte: COBAT

TABELLA 17: Emissioni totali in atmosfera degli impianti di riciclo per anno

* escluso impianto Ecolead

EMISSIONI IN G/KG BATTERIA 2005 2006 2007 2008*

Emissioni NOx 0,5 0,5 0,6 0,7

Emissioni SO2 3,2 3,0 3,7 2,5

Emissioni Pb 0,01 0,01 0,01 0,01

Fonte: COBAT

* escluso impianto Ecolead

Page 243: L'italia del Recupero 2009

243

L’acido solforico recuperato dalle batterie viene raccolto in appositi serbatoi epuò subire diverse destinazioni:

• neutralizzazione e successivo conferimento a terzi autorizzati per smaltimento;• depurazione e concentrazione e successiva vendita.

Grazie alla costante attenzione, alle innovazioni tecnologiche ed all’adozione dimigliorie impiantistiche, gli stabilimenti consorziati si sono semprecontraddistinti per il rispetto di elevati standard di efficienza ambientale.

Le quantità di rifiuti avviati a discarica in un anno non trova una direttacorrelazione con le batterie lavorate nello stesso periodo di riferimento a causadegli stoccaggi, che determinano uno slittamento temporale del momento dellosmaltimento rispetto a quello dell’effettiva produzione del rifiuto.I materiali plastici che compongono un accumulatore sono costituitiessenzialmente da:

• polipropilene, un polimero utilizzato in numerose applicazioni industriali che,grazie alle sue caratteristiche di lavorabilità, può essere facilmente reimpiegatoin altri cicli di lavorazione e viene pertanto destinato alla vendita;

• un mix costituto da plastiche di scarso valore commerciale, utilizzate per iseparatori interni della batteria, che sono necessariamente inviate a discarica.

Il problema dello smaltimento delle plastiche dei separatori, che rappresenta unonere per gli impianti di riciclaggio, seppur lentamente, sta tuttavia trovandouna progressiva soluzione per effetto della loro sempre minore presenzaall’interno delle batterie di nuova generazione.

BATTERIE

TABELLA 19: Produzione di rifiuti degli Impianti di riciclo (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RIFIUTI PRODOTTI 2005 2006 2007 2008*

Pericolosi (scorie) 31.500 37.900 32.805 36.461

Non Pericolosi (mix plastico) 6.200 6.749 11.257 6.043

Fonte: COBAT

* escluso impianto Ecolead

Page 244: L'italia del Recupero 2009

244

La problematica del corretto smaltimento delle batterie al piombo esauste è stataoggetto di produzione normativa da parte di numerosi Paesi sia in ambitoeuropeo sia a livello extra-europeo.

Il COBAT nel 2003 commissionò ad una società terza una ricerca volta a definirequali fossero nel panorama internazionale di riferimento le normative vigenti, imodelli adottati, le modalità di finanziamento utilizzate, i tassi di raccoltaraggiunti, affinché nel confronto con le realtà estere il Consorzio potessevalutare l’efficacia del proprio sistema nel raggiungimento degli obiettiviprefissati, ed individuare possibili diseconomie o inefficienze del sistema.

Esistono una varietà di esperienze ed una pluralità di strumenti adottati daidiversi Paesi per monitorare correttamente la filiera del recupero delle batterieesauste.

In particolare:

- 5 Paesi (Austria, Danimarca, Grecia, Norvegia, Svezia) hanno adottato unoschema consortile sul modello di quanto è avvenuto in Italia con l’istituzionedel COBAT;

- 2 Paesi (Germania, USA) hanno introdotto un sistema commerciale finanziatoda un deposito cauzionale sulle nuove batterie immesse al consumo;

- 9 Paesi (Belgio, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda,Portogallo, Spagna) hanno mantenuto un sistema commerciale puro,affidando la responsabilità della raccolta e del riciclaggio delle batterie esausteai soggetti economici responsabili della loro commercializzazione.

Verosimilmente, nei paesi della Comunità europea, i sistemi adottati sarannosottoposti a rettifiche più o meno sostanziali per l’adeguamento reso necessariodal recepimento della Direttiva europea 2006/66/CE.

CONFRONTO TRA SISTEMI

INTERNAZIONALI

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 245: L'italia del Recupero 2009

245

BATTERIE

Fonte: COBAT

TABELLA 20: Confronto tra sistemi internazionali

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

PAESE

AUSTRIA

BELGIOBruxelles-Capitale

DANIMARCA

FINLANDIAFRANCIA

GERMANIA

GRAN BRETAGNA

GRECIA

IRLANDA

NORVEGIA

OLANDA

PORTOGALLO

SPAGNASVEZIA

GIAPPONEUSA

ITALIA

SISTEMAAPPLICATO

Consorzio

Consorzio

Consorzio

Libero mercatoLibero mercato

Libero mercatocon cauzione

sulle batterie diricambio peravviamento

Libero mercato

Consorzio

Libero mercato

Consorzio

Libero mercato

Libero mercato

Libero mercatoConsorzio

Libero mercatoLibero mercato

con sistemacauzionale

in alcuni StatiConsorzio

RACCOLTADICHIARATA

(ton)

18.000 (2002)

25.645 (2002)

17.500

15.000 175.693 (2002)

160.000 (solo avviamento,

anno 2000)

97.200 avviamento.22.800 industriali.

(2002)19.200

avviamento.1.800 industriali.

14.777 t(2001)15.880

30.000 circa(dato medio)

14.993 (2002)

Non dichiarata33.700

308.344 7.355.135su 5 anni(ricavato)

COBAT (2004):191.265

Altri: 11.636

%SU ESAUSTO

STIMATO

90

Non dichiarata

~100

~10093,2

96(solo avviamento)

90 avviamento42 industriali

60

Non dichiarata

98,9

98

<75

95-9795

9997,1

(1997-2001)

~100 (batterie

avviamento)

RACCOLTAPRO-CAPITE

(Kg/Abitante)

2,23

2,48

3,30

2,87 2,90

1,90(solo avviamento)

2,03

0,20

2,60 kg/ab

3,46 kg/ab

1,55 kg/ab

1,45 kg/ab

Non disponibile3,75

2,405,31

(dato medio)

COBAT: 3,29 Totale: 3,49

kg/ab

FINANZIAMENTO

Sovrapprezzo

Ecotassa applicataalle aziende +contributo delconsumatoreSovrapprezzo

Non esistenteNon esistente

Deposito cauzio-nale su batterie

di ricambio

Non esistente

Sovrapprezzo

Non esistente

Sovrapprezzo

Non esistente

Non esistente

Non esistenteSovrapprezzo

Non esistenteDeposito

cauzionale(10 Stati) Sistema

commercialeSovrapprezzo

AMMONTARE DELLA TASSA(€)

€ 1,45 per motocicli€ 2,03 per d’auto;€ 2,76 per camion

Ecotassa: € 0,5 + IVA per ognipila ed accumulatore

Contributo: € 0,12 + IVA

Avviamento: € 0,80 per pezzo <100 Ah; € 1,6 per pezzo >100Ah. Industriali: € 1,2 per kWh.

Non esistenteNon esistente

€ 7,5 per batterie di ricambio(solo avviamento)

Non esistenteTassa su discarica

Avviamento:€ 0,2 per Ah <30

€ 0,5 per 30<Ah< 90€ 1 per 90< Ah < 220Industriali monoblocco:

€/pezzo 0,2 per Ah <30;€/pezzo 0,5 per 30<Ah< 90;€/pezzo 1,0 per 90<Ah< 220Altre industriali: €/pezzo 0,5

Non esistente

€ 2,5 per batteria d’avviamento; € 0,125/kg per batteria industriale

Non esistente

Non esistente

Non esistente€ 3,22 per batteria d’avviamento;€ 0,18/kg per batteria industriale

Non esistenteNon esistente

Avviamento ed industrialimonoblocco: € 0,20 per Ah <20;€ 0,80 per 20<Ah< 95; € 1,60

per Ah > 95Industriali (elementi): € Cent. 0,30 per Ah

per elementi eq. di 2 V

Page 246: L'italia del Recupero 2009

246

ll COBAT è da anni impegnato nello studio degli aspetti ambientali cheriguardano da un lato gli impatti generati da uno smaltimento non correttodelle batterie al piombo esauste, e dall’altro le possibili soluzioni che letecnologie più avanzate mettono a disposizione per favorire un processo direcupero e di riciclaggio delle stesse sempre più efficiente.A tale scopo, nel corso del 2008, sono stati commissionati due importantistudi, che vengono appresso sinteticamente riportati.- Borsa di studio triennale con l’Università degli Studi di Napoli

“Parthenope”, destinata al corso di dottorato di ricerca in “Ambiente,Risorse e Sviluppo Sostenibile”, avente come oggetto l’analisi degli impattiambientali generati dalla dispersione di piombo proveniente da batteriemediante lo studio degli effetti prodotti su specifici organismi bersaglio. Irisultati ottenuti dagli studi intrapresi nel corso del 2008 hannoampiamente dimostrato gli effetti di tossicità prodotti da un accumulo dipiombo proveniente da una sorgente puntuale e localizzata, quale puòessere una batteria al piombo non correttamente smaltita. Gli aspetti piùinteressanti della ricerca condotta nel 2008 sono stati quelli di riuscire adimostrare come su organismi unicellulari una contaminazione da piombopossa produrre pesanti danni sia a livello di DNA che sull’attività dellemembrane cellulari, queste ultime anche per concentrazioni di piombo nonletali. In particolare l’ultimo aspetto si presenta molto interessante, e adesso verrà dedicato parte del progetto di ricerca previsto nel 2009 al fine dichiarire meglio gli aspetti di tossicità riferibili a periodi prolungati dicontaminazione da piombo in dosi non immediatamente letali,verosimilmente condizioni più vicine a casistiche reali. Il programma diricerca del 2009 intenderà inoltre indagare la possibilità dell’utilizzo di unbatterio estremofilo (Thermus thermophilus) per azioni di “bioremediation”di siti inquinati da piombo, e le cinetiche di rilascio di piombo da unabatteria esausta in ambiente acquatico in funzione del cambiamento dellediverse variabili ambientali, ricreando in laboratorio degli ambienti acquaticirappresentativi di diverse condizioni riscontrabili in natura.

- Audit svolto dalla società STC S.r.l. presso gli impianti di riciclo consorziati, alfine di individuare possibili sistemi di miglioramento in termini di efficienzaenergetica e di prestazioni ambientali. Dei sette impianti consorziati, quattrohanno risposto positivamente all’invito rivolto dal COBAT, ed i risultati ottenutipossono essere sintetizzati come segue.

ECO-BAT S.p.A. di Paderno Dugnano: è stata compiuta un’analisi,attraverso un piano di prove sperimentali, sui forni rotativi, finalizzataall’ottimizzazione dei tempi di fusione della carica e conseguentemente deiconsumi energetici di metano. Le analisi hanno dimostrato che con unagestione più razionale delle fasi di carica si riesce ad ottenere un risparmioenergetico di circa il 10% dei consumi, con un risparmio atteso per il 2009di circa 50.000 – 75.000 Nm3, corrispondenti a circa 100-150tonnellate/anno in meno di CO2 in atmosfera.

ECO-BAT S.p.A. di Marcianise: è stato preso in esame il sistema diaspirazione e trattamento fumi per una valutazione tecnico-economicavolta all’installazione di inverter asserviti ai motori elettrici dell’impianto. Gli

L’IMPEGNODEL COBAT

NELLA RICERCA

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 247: L'italia del Recupero 2009

247

inverter sono stati installati durante il periodo di chiusura estiva, e dai primimesi di esercizio le prime rilevazioni hanno fatto risultare un risparmioenergetico di circa il 30%. Ciò corrisponde ad un risparmio energeticoannuale di circa 210.000 kWh, ed un periodo di ammortamentodell’investimento pari a 3 anni.

MECA S.p.A. di Lamezia Terme: è stato eseguito uno studio di fattibilitàper introdurre nel ciclo produttivo un impianto di desolforazione dellepolveri dei filtri, con il quale, a fronte di un investimento di circa 100.000euro, si ottiene una riduzione del contenuto di zolfo inviato al forno nellepolveri metallifere di circa il 95%. Ciò consentirebbe di recuperare unaquantità di piombo che attualmente viene perso nelle scorie pari a circa 150tonnellate/anno, che con un valore del metallo a 1.000 euro/tonnellatesignifica un recupero economico di circa 150.000 euro/anno, investimentopertanto ammortizzabile già nel primo anno di esercizio dell’impianto.

ECOLEAD S.p.A. di Torrecuso: sono state valutate alcune possibilità peruna valorizzazione dell’acido solforico proveniente dalla fase discassettamento delle batterie, che attualmente comporta unicamente deicosti per la sua neutralizzazione e successivo conferimento in discarica. Lasoluzione proposta è stata l’impiego di un impianto di filtrazione conspeciali membrane che consentano di ottenere una prodotto con specifichetali da poter essere commercialmente valorizzabile.Per il dimensionamento dell’impianto industriale di filtrazione e depurazionesi dovrà prevedere una fase preventiva di test su impianto-pilota, al fine diottimizzare il processo in termini di rapporto tra produttività e qualità dellasoluzione purificata. Tale fase non è stato possibile eseguirla nel 2008 acausa del fermo-impianto a cui è andato incontro lo stabilimento durantel’anno.

BATTERIEEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 248: L'italia del Recupero 2009

248

L’esigenza di garantire un elevato standard professionale nello svolgimento delleoperazioni di raccolta, trasporto e riciclo delle batterie al piombo esauste harappresentato da sempre una delle principali preoccupazioni del COBAT.

L’attenzione alla sicurezza ed agli aspetti ambientali è uno dei prerequisitifondamentali per l’ammissione al Consorzio, incluso già nei primi bandi di garaper la realizzazione della rete di raccolta.

A seguito della revisione dei contratti in essere con i raccoglitori compiuta nelcorso del 2001, il COBAT ha introdotto un’importante modifica, che prevede ilriconoscimento di un incentivo per il miglioramento complessivo del servizio resosotto vari profili. Tra i vari interventi previsti, il nuovo accordo offre dei contributiper chi introduce nella propria azienda un sistema qualità e/o un sistema digestione ambientale.

Tale importante novità ha trovato una pronta risposta da parte dei raccoglitoriincaricati: tra il 2001 ed il 2008 il numero di raccoglitori in possesso di unacertificazione qualità secondo lo standard ISO 9001 è più che raddoppiatoraggiungendo le 59 unità. Sono ben 62 le certificazioni ambientali al 31dicembre 2008. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la quasi totalità deiraccoglitori ha introdotto un sistema di gestione conforme allo standard ISO 14000, mentre 8 operatori hanno ottenuto la registrazione EMAS (Grafico 5).

STRUMENTI DI INCENTIVAZIONE

E CONTROLLO

BATTERIE

GRAFICO 5 : Raccoglitori certificati qualità ed ambiente

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

10

20

30

40

50

60

70

2002 2003 2004 2005 20072006 2008

ISO 9001 ISO 14001 EMAS

Fonte: COBAT

Page 249: L'italia del Recupero 2009

249

Ad oggi, come mostrato nella Tabella 21, il 66% degli impianti ha unacertificazione ISO 9001 e ben l’83 % una certificazione ISO 14001.

Al fine di verificare il rispetto delle condizioni contrattuali, compresa laconformità alla normativa ambientale vigente, COBAT ha stabilito una proceduraed un piano per lo svolgimento periodico delle verifiche esterne sui consorziatida parte dei referenti territoriali del COBAT (Coordinatori).

BATTERIE

TABELLA 21: Riciclatori certificati qualità ed ambiente (dati aggiornati al 2007)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

IMPIANTO ISO 9001 ISO 14001

ECOBAT – Paderno Dugnano (MI) 1993 1998

ECOBAT – Marcianise (CE) 1994 1999

Piomboleghe – Brugherio (MI) 2000 2002

Meca – Lamezia Terme (CZ) 2000 2005

Esi – Pace del Mela (ME) 2001

Fonte: COBAT

Page 250: L'italia del Recupero 2009

VEICOLI FUORI USO

Page 251: L'italia del Recupero 2009

251

Il Rapporto che presentiamo in occasione della annuale Fiera di Rimini, è uncontributo che ASSODEM vuole offrire alla valutazione delle capacità di riciclodel settore della demolizione dei veicoli a fine vita.

Attraverso un censimento fra le imprese di autodemolizione, disposte su tutto ilterritorio nazionale, sono state raccolte circa 200 dichiarazioni MUD riferite aglianni 2007 e 2008. Questi impianti costituiscono approssimativamente 1/8 deicirca 1.600 centri di raccolta che complessivamente operano in Italia, tuttavia illoro peso specifico, come si evince dai dati esposti, è molto più significativo.

I dati raccolti sono stati confrontati con quelli pubblicati dal PRA e relativi alleradiazioni per demolizione avvenute nell’anno di riferimento, per stimarne laconsistenza statistica, rispetto al volume nazionale. Sono state eseguite anchedelle analisi suddivise per macroregioni.

In seguito, i dati sono stati utilizzati per verificare la performance operativa degliimpianti, relativamente ai rifiuti prodotti dall’attività di demolizione veicoli, conanalisi delle singole operazioni svolte (messa in sicurezza, promozione delriciclaggio, reimpiego e avvio a recupero).

La quantità di materiale avviato a recupero è stata stimata e calcolata utilizzandola somma del peso dei veicoli avviati a demolizione, sottratti i pesi di materialiseparati durante la messa in sicurezza e promozione del riciclaggio, nonché dellecomponenti avviate a reimpiego. Il risultato di tale calcolo costituisce la sommadei materiali avviati a successiva operazione di recupero (frantumazione) epertanto è comprensivo del peso del cosiddetto “fluff”, che viene poi separatodirettamente dal frantumatore. Non si è proceduto alla valutazione dellapercentuale del fluff separato a seguito della frantumazione, in quanto dato dicompetenza delle imprese che svolgono tale attività specifica.

Complessivamente i dati relativi agli anni 2006 e 2007 si avvicinano ai risultatidel TRIAL che la filiera del fine-vita delle auto ha effettuato nel 2008. Proprio i dati relativi all'anno 2008, benchè relativi ad un numero inferiore diimprese sono molto incoraggianti: si nota infatti un netto miglioramentorelativamente ai materiali avviati a riciclo e reimpiegati (e di conseguenza unadiminuzione dei materiali recuperati) a conferma dei risultati del TRIAL.

Gli obiettivi della direttiva europea non risultano ancora centrati, ma questa èuna situazione che è comune anche agli altri grandi Paesi europei; in Italia lasofferenza maggiore è data dall'assenza di mercati di sbocco per il vetro e laplastica, dal ritardo nell’emanazione del decreto per il recupero dei pneumaticiprevisto dall’art. 228 del D.Lgs. 152/2006 e dall’assenza di impianti per ilrecupero del “fluff” (o frazioni di questo) come combustibile.

ANSELMO CALÒ

Presidente ASSODEM

INTRODUZIONE

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 252: L'italia del Recupero 2009

252

Il presente studio si basa sui dati raccolti da ECOEURO attraverso l’analisi deiMUD presentati dalle imprese di autodemolizione negli anni 2007 e 2008.

Per l’indagine sono stati presi in considerazione 200 impianti per l’annooperativo 2006 e 209 impianti per i dati relativi all’anno 2007.

Tali dati sono stati messi a confronto con i dati pubblicati dall’ACI, e relativi alleradiazioni per demolizione avvenute, per stimarne la consistenza statisticarispetto al volume nazionale.

Dall’analisi dei dati, emerge che il campione statistico selezionato, sebbenerappresenti solo 1/8 (pari circa al 12,5%) del numero complessivo di impianti diautodemolizione presenti sul territorio nazionale, in realtà si riferisce al 29%(circa 416.000 su circa 1441.000 veicoli demoliti) per l’anno 2006, ed al 35%(circa 607.000 su circa 1.700.000 veicoli demoliti) per l’anno 2007.

Questa valutazione consente di considerare attendibile il campione selezionato,relativamente al suo utilizzo come rappresentazione statistica delle performanceoperative nazionali.

Si evidenzia che il PRA pubblica solo dati relativi al numero di radiazioni perdemolizione registrate nell’anno, tale dato è stato moltiplicato per il peso mediodi 950 chilogrammi per ogni veicolo, al fine di ottenere il dato ponderalecomplessivo.

Nella Tabella 1 sono riportati i dati di gestione dei veicoli fuori uso espressiunicamente in forma percentuale e relativamente a numero e peso dei veicolidemoliti nelle macroregioni e sul territorio nazionale in entrambi gli anni diinteresse, per un confronto più semplice.

PREMESSAMETODOLOGICA

VEICOLI FUORI USO

TABELLA 1: Veicoli intercettati 2006-2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

% N % PESO % N % PESO % N % PESO % N % PESO

Nord 43,13 41,83 100 100 31,54 31,54 100 100

Centro 35,88 34,37 100 100 35,14 35,14 100 100

Sud e Isole 28,08 27,32 100 100 19,74 19,74 100 100

TOTALE 35,75 34,50 100 100 28,81 28,81 100 100

2007 PRA 2007 2006 PRA 2006

Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA

Page 253: L'italia del Recupero 2009

253

Il Grafico 1 confronta le percentuali di veicoli intercettati dall’indagine nei dueanni di riferimento (2006 e 2007), evidenziando come, a parità di veicoliintercettati, esse siano maggiori nell’anno 2007, rispetto al 2006.

Questa differenza è dovuta al mercato delle demolizioni, incoraggiato nel 2007da iniziative statali di ecoincentivo alla rottamazione per favorire il rinnovo delparco auto circolante nel Paese.

VEICOLI FUORI USO

Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA

GRAFICO 1: Veicoli intercettati 2006-2007 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

10

20

30

40

50

Nord

Dati MUD 2007

35,8843,13

28,08

19,74

35,75

28,8135,143

31,54

Centro Sud e Isole Totale

Dati MUD 2006

Page 254: L'italia del Recupero 2009

254

In relazione alla messa in sicurezza dei veicoli vengono analizzati i dati relativi alpeso dei materiali asportati dai veicoli durante le operazioni di messa in sicurezzache consistono nel prelievo di tutte le sostanze ed i componenti pericolosipresenti, per il loro successivo avvio ad operazioni di trattamento.I dati sono stati suddivisi in due gruppi: prelievo di fluidi (olio motore, olio delcircuito idraulico, liquidi refrigeranti, carburante, etc.) e batterie. I datipercentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei veicolitrattati nell’anno di riferimento.

Complessivamente, il peso dei fluidi ottenuti dalla messa in sicurezza dei veicoliè rimasto stabile negli anni di riferimento. Si osserva la forte diminuzioneavvenuta al Nord Italia, contro il generale aumento del Centro ed un sensibileincremento registrato invece al Sud e nelle Isole.Per quanto riguarda la produzione di batterie, nel 2007 è diminuita al Nord,mentre è notevolmente aumentata al Sud e al Centro, segnando un significativoincremento sul totale nazionale.

MESSA IN SICUREZZA

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE

KG % KG % KG %

Nord 2.738.962,44 1,24 3.012.686,92 1,32 5.751.649,36 2,56

Centro 748.905,50 0,39 1.878.979,72 1,20 2.627.885,22 1,59

Sud e Isole 400.216,00 1,49 1.087.493,71 8,00 1.487.709,71 9,49

TOTALE 3.888.083,94 1,04 5.979.160,35 3,50 9.867.244,29 4,54

MESSA IN SICUREZZA

Fonte: ECOEURO

TABELLA 3: Messa in sicurezza 2007

TABELLA 2: Messa in sicurezza 2006

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE

KG % KG % KG %

Nord 1.594.399,24 0,69 2.639.284,53 1,06 4.233.683,77 1,75

Centro 1.188.544,59 0,77 4.045.412,92 2,34 5.233.957,51 3,11

Sud e Isole 776.916,06 1,01 1.832.296,64 4,38 2.609.212,70 5,39

TOTALE 3.559.859,89 0,80 8.516.994,09 2,43 12.076.853,98 3,23

MESSA IN SICUREZZA

Fonte: ECOEURO

Page 255: L'italia del Recupero 2009

255

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

GRAFICO 2: Produzione complessiva di rifiuti da bonifica 2006-2007 (kg)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

15.000.000

10.000.000

2007

2006

2006

2007

5.000.000

0Nord

Nord4.233.683,77

5.751.649,36

5.233.957,51

2.627.885,22

2.609.212,70

1.487.709,71

12.076.853,98

9.867.244,29

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

TotaleNazionale

Totale Nazionale

2007

2006

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

1,6

Nord

Nord0,69%

1,24%

0,77%

0,39%

1,01%

1,49%

0,80%

1,04%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

I dati complessivi di rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza dei veicoliconfermano le riflessioni fatte a livello parziale: a livello nazionale sonoaumentati i rifiuti prodotti, con un forte incremento al Centro e al Sud, bilanciatodalla diminuzione riscontrata al Nord.

GRAFICO 3: Produzione di liquidi da bonifica 2006-2007 (%)

Fonte: ECOEURO

Page 256: L'italia del Recupero 2009

256

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

GRAFICO 4: Produzione di batterie da bonifica 2006-2007 (%)

GRAFICO 5: Produzione di materiali da bonifica 2006-2007 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2007

2006

0

1

2

3

4

5

6

7

8

Nord

Nord1,06%

1,32%

2,34%

1,20%

4,38%

8,00%

2,43%

3,50%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

2007

2006

2006

2007

0

2

4

6

8

10

Nord

Nord1,75%

2,56%

3,11%

1,59%

5,39%

9,49%

3,23%

4,54%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Page 257: L'italia del Recupero 2009

257

Considerando la percentuale del peso dei rifiuti prodotti dalla messa in sicurezzadei veicoli, rispetto al peso complessivo dei veicoli avviati a demolizione, i datievidenziano risultati notevoli:

• al Nord è stata prodotta una percentuale minore di rifiuti da messa in sicurezza(performance meno efficiente) nell’anno 2007;

• al Centro, la produzione è stata invece maggiore (performance più efficiente);• al Sud il decremento di produzione è stato sorprendentemente elevato, con un

dimezzamento dell’incidenza percentuale dei materiali ottenuti da messa insicurezza, rispetto al complessivo del peso dei veicoli demoliti;

• sul totale nazionale, si registra un decremento molto sensibile.

Le Regioni del Nord Italia evidenziano quindi la performance peggiore, perquanto riguarda l’efficienza delle operazioni di messa in sicurezza dei veicoli.

Nel presente paragrafo sono riportati i dati relativi ai materiali separati durantele operazioni di promozione del riciclaggio, che consistono nella separazione dicomponenti in plastica e vetro e degli pneumatici suscettibili di rigenerazione eriutilizzo in un diverso ciclo produttivo. Queste componenti vengono separatedal veicolo in demolizione ed affidate ad impianti di trattamento terzi, cheprovvederanno al loro riciclaggio.

I dati sono suddivisi in quattro gruppi, rispettivamente relativi a: prelievo digomme, separazione di componenti plastiche, separazione di componenti invetro e totale dei materiali riciclabili. I dati percentuali esposti sono calcolatirelativamente al peso complessivo dei veicoli trattati nell’anno di riferimento.

PROMOZIONE DEL RICICLAGGIO

VEICOLI FUORI USO

TABELLA 4: Riciclaggio dei materiali 2006

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE

KG % KG % KG % KG %

Nord 535.574,62 0,61 315.393,46 0,14 457.635,57 0,20 1.308.603,65 0,95

Centro 559.548,65 0,20 231.694,93 0,18 214.120,20 0,12 1.005.363,78 0,50

Sud e Isole 251.366,90 2,06 203.530,30 0,32 129.011,90 0,27 583.909,10 2,65

TOTALE 1.346.490,17 0,95 750.618,69 0,21 800.767,67 0,20 2.897.876,53 1,36

RICICLAGGIO

Fonte: ECOEURO

Page 258: L'italia del Recupero 2009

258

A parte i dati di carattere quantitativo, che sono comunque da considerarerelativamente al numero di veicoli trattati, i dati percentuali evidenziano un trendincoraggiante. Nell’anno 2007, per le tre categorie di materiali considerati(pneumatici, plastiche e vetri), il prelievo è stato percentualmente maggiore,rispetto a quanto avvenuto nel 2006, segnale di un aumento dell’attenzionenella separazione dei materiali in questa fase del ciclo operativo.La performance migliore si registra nel Centro Italia, con un incrementocomplessivo di quasi la metà (0,5% nel 2006 contro 1,1% nel 2007); nel SudItalia si ha un incremento minore (pari a circa 0,4 %); nel Nord invece laperformance è stata stabile nei due anni di riferimento.Complessivamente, sul territorio nazionale l’incremento registrato è circa 0,4%.

VEICOLI FUORI USO

TABELLA 5: Riciclaggio dei materiali 2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2007

2006

2006

2007

0

2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

Nord

Nord2.588.881,25

1.308.603,65

2.051.425,93

1.005.363,78

2.385.576,46

583.909,10

7.025.883,67

2.897.876,53

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

GRAFICO 6: Produzione complessiva materiali derivanti da riciclaggio (kg)

PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE

KG % KG % KG % KG %

Nord 1.224.410,92 0,51 710.645,12 0,28 653.825,21 0,25 2.588.881,25 1,04

Centro 1.160.983,77 0,57 481.652,42 0,31 408.789,74 0,25 2.051.425,93 1,13

Sud e Isole 1.133.772,30 1,99 743.330,89 0,55 508.473,30 0,53 2.385.576,49 3,07

TOTALE 3.519.166,99 1,02 1.935.628,43 0,38 1.571.088,25 0,34 7.025.883,67 1,74

RICICLAGGIO

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

Page 259: L'italia del Recupero 2009

L’attività di reimpiego, esposta in questo paragrafo, consiste nel prelievo,durante le operazioni di trattamento del veicolo, delle parti e componenti chesono suscettibili di reimpiego come ricambi auto usati. Questa quota di materialeesce dalla filiera gestionale dei rifiuti e costituisce una quota dell’obiettivo direcupero dei materiali imposto dalla direttiva europea.In particolare si tratta di parti di autoveicoli che, essendo in buono stato diconservazione e avendo un certo valore di scambio (pur se usati e potendoessere venduti come pezzi di ricambio, ad esempio parti di carrozzeria oaccessori di varia natura), vengono selezionati prima di avviare il veicolo alleattività di demolizione. In seguito, essi vengono conservati separatamente dalmateriale considerato rifiuto e rimessi sul mercato. L’attività è svoltaordinariamente all’interno del ciclo operativo degli impianti di autodemolizione,in quanto costituisce parte integrante della gestione economica dell’impresa evengono vendute al dettaglio a privati a ad imprese di autoriparazione.I dati percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo deiveicoli trattati nell’anno di riferimento. Ogni rappresentazione grafica èaccompagnata da una tabella dei dati esposti.

REIMPIEGO

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

TABELLA 6: Confronto percentuali di reimpiego 2006-2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

60.000.000

40.000.000

20.000.000

2007

2006

2006

2007

0Nord

Nord24.680.959,58

13.696.390,62

25.955.336,93

17.873.221,44

7.212.318,84

5.018.299,90

57.848.615,62

36.587.911,96

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

Totale

Totale

2006 2007

KG % KG %

Nord 13.696.390,62 7,71 24.680.959,85 8,83

Centro 17.873.221,44 12,79 25.955.336,93 13,85

Sud e Isole 5.018.299,90 6,54 7.212.318,84 5,48

TOTALE 36.587.911,96 9,01 57.848.615,62 9,39

REIMPIEGO

Fonte: ECOEURO 259

GRAFICO 7: Componenti avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (kg)

Page 260: L'italia del Recupero 2009

260

VEICOLI FUORI USO

GRAFICO 8: Materiali avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2007

2006

0

2

4

6

8

10

12

14

Nord

Nord8,83%

7,71%

13,85%

12,79%

5,48%

6,54%

9,39%

9,01%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Fonte: ECOEURO

Page 261: L'italia del Recupero 2009

261

A seguito delle operazioni di trattamento esposte nei paragrafi precedenti, lequote di materiale residuo vengono avviate a frantumazione.A questo punto del ciclo operativo, il veicolo privato delle componenti pericolosee dei fluidi (messa in sicurezza), una volta separate le parti in plastica, gomma evetro (promozione del riciclaggio) e selezionate le componenti adatte alreimpiego, risulta ridotto ad una carcassa composta da materiali metallici ferrosie non ferrosi, che tuttavia può ancora contenere alcune parti di materiale nonmetallico (ad es. guarnizioni, materiale elettrico, sedili, tappetini, ecc.).Le carcasse vengono quindi avviate a frantumazione, presso impianti cheprovvedono all’adeguamento volumetrico tramite operazioni di triturazione evagliatura per la separazione delle componenti metalliche da quelle nonmetalliche (tramite vagli magnetici). I materiali che escono dagli impianti difrantumazione, possono essere in parte riciclati (metalli ferrosi e metalli nonferrosi) ed utilizzati - a seguito di ulteriori trattamenti - come materia primaseconda, ed in parte (la frazione cosiddetta fluff) destinati a smaltimento indiscarica (per il fluff stanno nascendo impianti per il recupero energetico).Nella presente trattazione, si è considerata come quota ponderale del veicoloavviata a recupero la differenza tra il peso dei veicoli sottoposti a trattamento, ei pesi dei materiali separati durante le attività di messa in sicurezza, promozionedel riciclaggio e reimpiego, secondo la seguente formula:

Il peso del materiale avviato a recupero è comprensivo della quota di fluffpresente sulle carcasse inviate al frantumatore.Questa scelta è giustificata dal fatto che l’impianto di frantumazione chegestisce le carcasse derivanti dalla demolizione può fornire dati più attendibili e/ouna stima più verosimile della percentuale di fluff ottenuto, rispetto al pesocomplessivo delle carcasse trattate.In Tabella 7 sono riportati i dati numerici relativi alla produzione di materialirecuperabili.

RECUPERO

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

TABELLA 7: Confronto percentuali di recupero 2006-2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2006 2007

KG % KG %

Nord 129.586.212,37 88,78 207.689.064,57 88,38

Centro 135.982.420,53 85,12 139.034.273,81 81,91

Sud e Isole 80.546.123,64 81,32 133.818.656,39 86,06

TOTALE 346.114.756,45 85,05 480.541.994,77 85,64

RECUPERO

RECUPERO = ∑ veicoli trattati - (∑ messa in sicurezza + ∑ riciclaggio + ∑ reimpiego)

Page 262: L'italia del Recupero 2009

262

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

GRAFICO 9: Produzione materiali avviati a recupero (comprensivo di fluff) (kg)

GRAFICO 10: Recupero - Confronto 2006-2007 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2007

2006

2006

2007

0

100.000.000

200.000.000

300.000.000

400.000.000

500.000.000

Nord

Nord207.686.064,57

129.586.212,37

139.034.273,81

135.982.420,53

133.818.656,39

80.546.123,64

480.541.994,77

318.516.436,05

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

Totale

Totale

2007

2006

76

78

80

82

84

86

88

90

Nord

Nord88,38%

88,78%

81,91%

85,12%

86,06%

81,32%

85,64%

85,05%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Page 263: L'italia del Recupero 2009

263

Le percentuali di materiali complessivamente avviate a recupero sul territorionazionale non hanno subito modificazioni sensibili (meno dell’1%), ma i datiparziali valutati sulle macroregioni geografiche portano a conclusionicontraddittorie:

al Nord la performance è stata stabile, nei due anni di studio;al Centro Italia si evidenzia un decremento del 4%;al Sud si definisce invece un notevole aumento (oltre il 4%);sul totale nazionale si evidenzia una incremento vicino all’1%.

I dati che seguono mostrano la percentuale dei materiali prodotti dallalavorazione dei veicoli fuori uso nelle varie aree geografiche e sull’interoterritorio nazionale.

MATERIALI PRODOTTI

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

TABELLA 8: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2006

TABELLA 9: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2007

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO

% % % % % % %

Nord 1,24 1,32 0,61 0,14 0,20 7,71 88,78

Centro 0,39 1,20 0,20 0,18 0,12 12,79 85,12

Sud e Isole 1,49 8,00 2,06 0,32 0,27 6,54 81,32

TOTALE 1,04 3,50 0,95 0,21 0,20 9,01 85,05

LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO

% % % % % % %

Nord 0,69 1,06 0,51 0,28 0,25 8,83 88,38

Centro 0,77 2,34 0,57 0,31 0,25 13,85 81,91

Sud e Isole 1,01 4,38 1,99 0,55 0,53 5,48 86,06

TOTALE 0,80 2,43 1,02 0,38 0,34 9,39 85,64

Page 264: L'italia del Recupero 2009

264

VEICOLI FUORI USO

Fonte: ECOEURO

GRAFICO 11: Prodotti ottenuti (media nazionale) - Confronto 2006-2007 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2006

20070

2

4

6

8

10

Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego

0,80

1,04 2,43

3,50

1,02

0,95

0,38

0,21

0,34

0,20

9,399,01

Page 265: L'italia del Recupero 2009

265

Attraverso un censimento relativamente ai dati MUD presentati nel 2009 inriferimento all’anno operativo 2008, presso 90 aziende disposte sul territorionazionale, è possibile fare un parziale confronto dei dati percentuali relativi aglianni 2006-2007, limitatamente ai dati maggiormente paragonabili fra loro, aprescindere dal numero di imprese interessate.

Nel 2008, il numero di veicoli avviati a demolizione è stato complessivamentepari a circa 1,3 milioni. Pertanto, la percentuale di veicoli intercettati dallapresente indagine, rispetto al totale, è pari a circa il 14% sul campionenazionale. Inoltre, la percentuale di veicoli oggetto dell’indagine è concentratamaggiormente nelle Regioni del Nord Italia.

DATI MUD 2009

VEICOLI FUORI USO

TABELLA 10: Veicoli intercettati 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

MEDIA MEDIA N. VEICOLI KG SINGOLA % % N. VEICOLI KG SINGOLA % %

MACCHINA KG N. PESO MACCHINA KG N. PESO

Nord 93.330 88.663,206,00 950 21,17 21,17 440.786 418.746.700 950 100 100

Centro 58.060 55.157.131,03 950 13,75 13,75 422.363 401.244.850 950 100 100

Sud e Isole 32.066 30.463.035,00 950 6,77 6,77 473.722 450.035.900 950 100 100

TOTALE 183.456 174.283.372,03 950 13,90 13,90 1.336.871 1.270.027.450 950 100 100

REGIONE

2008 DATI PRA 2008

Fonte: Elaborazione ECOEURO su dati PRA

Page 266: L'italia del Recupero 2009

266

Nel presente paragrafo sono rappresentate le percentuali di produzione dei rifiutiprelevati durante la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, suddivise per areegeografiche.

Come è possibile notare, fra le zone geografiche di riferimento non vi sonoevidenti fluttuazioni delle percentuali di produzione. Risulta inoltre appianata lanotevole differenza, evidente nel 2006, fra il Sud Italia ed il resto del territorio.

Il valore medio nazionale della percentuale di rifiuti prodotti dalla messa insicurezza dei veicoli fuori uso, si attesta intorno al 2,49% (dato parziale, relativoal 45% circa delle imprese censite negli altri anni).

Nel 2008, invece, la percentuale in peso del veicolo prelevato come materialedurante l’attività di messa in sicurezza risulta comunque sensibilmente diminuitarispetto agli anni precedenti.

MESSA IN SICUREZZAANNI 2006-2008

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE

KG % KG % KG %

Nord 653.301,65 0,83 1.045.990,76 1,48 1.699.292,41 2,31

Centro 315.142,86 0,61 827.049,98 2,08 1.142.192,84 2,69

Sud e Isole 82.897,02 0,54 246.090,45 1,94 328.987,47 2,48

TOTALE 1.051.341,53 0,66 2.119.131,19 1,83 3.170.472,72 2,49

MESSA IN SICUREZZA

Fonte: ECOEURO

TABELLA 11: Rifiuti ottenuti dalla messa in sicurezza del veicolo 2008

Page 267: L'italia del Recupero 2009

267

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 12: Produzione di rifiuti da messa in sicurezza nel triennio 2006-2008 (%)

200620072008

2008

2007

2006

0

2

4

6

8

10

Nord

Nord2,56%

1,75%

1,59%

3,11%

9,49%

5,39%

4,54%

3,23%

2,31% 2,69% 2,48% 2,49%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Fonte: ECOEURO

Page 268: L'italia del Recupero 2009

268

VEICOLI FUORI USO

TABELLA 12: Promozione del riciclaggio 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RICICLAGGIOANNI 2006-2008

GOMME PLASTICA VETRO TOTALE

KG % KG % KG % KG %

Nord 1.700.653,83 3,40 78.060,37 2,00 553.632,98 1,25 2.332.347,18 6,65

Centro 1.025.643,75 1,79 581.384,05 1,30 292.472,40 0,25 1.899.500,20 3,34

Sud e Isole 345.040,80 2,96 230.373,80 0,78 89.302,00 0,15 664.716,60 3,89

TOTALE 3.071.338,38 2,72 889.818,22 1,36 935.407,38 0,55 4.896.563,98 4,63

RICICLAGGIO

Fonte: ECOEURO

I dati 2008 mostrano come la percentuale di materiali prelevati per lapromozione del riciclaggio sia considerevolmente aumentata, rispetto aidue anni precedenti, con un incremento maggiore nel Nord Italia rispetto alresto del territorio. Il riciclaggio ha registrato un leggero aumento fra il2006 e il 2007, mentre fra il 2007 e il 2008, la performance risultanotevolmente migliorata.

In generale, sul territorio nazionale, la media della percentuale in peso delveicolo, che viene separata per l’invio dei materiali a successivo riciclaggio,pari all’1,36% nel 2006, si attesta al 1,74% nel 2007, fino ad arrivare al4,63% nel 2008. Tale segnale deve essere interpretato in senso certamenteincoraggiante dal punto di vista della performance operativa del sistema dismantellamento veicoli in Italia.

Page 269: L'italia del Recupero 2009

269

VEICOLI FUORI USO

GRAFICO 14: Produzione di plastica nel triennio 2006-2008 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

200620072008

2008

2007

2006

0

0,5

1

1,5

2

Nord

Nord0,14%

0,28%

0,18%

0,31%

0,32%

0,55%

0,21%

0,38%

2,00% 1,30% 0,78% 1,36%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Fonte: ECOEURO

GRAFICO 13: Produzione di pneumatici nel triennio 2006-2008 (%)

200620072008

2008

2007

2006

0

1

2

3

4

Nord

Nord0,61%

0,51%

0,20%

0,57%

2,06%

1,99%

0,95%

1,02%

3,40% 1,79% 2,96% 2,72%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

Fonte: ECOEURO

Page 270: L'italia del Recupero 2009

200620072008

2008

2007

2006

0

2

4

6

8

Nord

Nord0,95%

1,04%

0,50%

1,13%

2,65%

3,07%

1,36%

1,74%

6,65% 3,34% 3,89% 4,63%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

270

VEICOLI FUORI USO

GRAFICO 16: Riciclaggio nel triennio 2006-2008 (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

200620072008

2008

2007

2006

0

0,5

1

1,5

Nord

Nord0,20%

0,25%

0,12%

0,25%

0,27%

0,53%

0,20%

0,34%

1,25% 0,25% 0,15% 0,55%

Centro

Centro

Sud e Isole

Sud e Isole

MediaNazionale

Media Nazionale

GRAFICO 15: Produzione di vetro nel triennio 2006-2008 (%)

Page 271: L'italia del Recupero 2009

271

L’attività di prelievo di componenti per il successivo avvio a reimpiego, costituisceun’attività considerevolmente importante per l’impresa di autodemolizione,anche dal punto di vista economico.

Il seguente grafico rappresenta i dati di confronto fra le porzioni in pesoprelevate dal veicolo per l’avvio a reimpiego, sensibilmente aumentati nel 2008.

L’aumento più evidente si registra nel Sud Italia, dove si passa dal 6,34% del2006, al 5,48% del 2007 e al 17,18% del 2008. Anche a livello nazionalel’incremento è molto sensibile: 9,01% nel 2006, 9,39% nel 2007, fino al14,31% nel 2008.

REIMPIEGOANNI 2006-2008

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

2008

2007

2006

0

5

10

15

20

NordCentro

Sud e IsoleMedia

Nazionale

200620072008

Nord7,71%

8,83%

12,79%

13,85%

6,54%

5,48%

9,01%

9,39%

11,10% 14,66% 17,18% 14,31%

Centro Sud e Isole Media Nazionale

Fonte: ECOEURO

Fonte: ECOEURO

REIMPIEGO

KG %

Nord 9.860.080,01 11,10

Centro 7.208.649,75 14,66

Sud e Isole 12.753.081,90 17,18

TOTALE 29.821.811,66 14,31

TABELLA 13: Percentuale di reimpiego nel 2008

GRAFICO 17: Reimpiego nel triennio 2006-2008

Page 272: L'italia del Recupero 2009

I dati relativi alla percentuale di materiali destinati al recupero corrispondono alladifferenza fra il complessivo in peso di veicoli trattati e la somma dei materialiseparati durante le altre fasi operative (messa in sicurezza, promozione delriciclaggio e avvio a reimpiego delle componenti).Per questo motivo, il peso di questo materiale comprende anche il cosiddetto“fluff”, ossia la porzione di materiali non metallici che restano comunque inclusinella carcassa avviata a frantumazione (guarnizioni, materiale elettrico o altrecomponenti).

RECUPEROANNI 2006-2008

VEICOLI FUORI USOEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

2008

2007

2006

70

75

80

85

90

NordCentro

Sud e IsoleMedia

Nazionale

200620072008

Nord88,78%

88,38%

85,12%

81,91%

81,32%

86,06%

85,05%

85,64%

79,94% 79,31% 76,45% 78,57%

Centro Sud e Isole Media Nazionale

GRAFICO 18: Recupero nel triennio 2006-2008 (%)

Fonte: ECOEURO

272

Fonte: ECOEURO

TABELLA 14: Percentuale di recupero 2008

RECUPERO

KG %

Nord 74.068.943,03 79,94

Centro 44.906.788,24 79,31

Sud e Isole 16.716.249,03 76,45

TOTALE 135.691.980,30 78,57

Page 273: L'italia del Recupero 2009

273

Il Grafico 19 può essere utilizzato per la rappresentazione puntuale dellaperformance operativa nazionale.

MATERIALI PRODOTTINELL’ANNO 2008

VEICOLI FUORI USO

GRAFICO 19: Materiali prodotti nel 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0,66%LiquidiBatterieGommePlasticaVetroReimpiegoRecupero

1,83%

2,72%

1,36%

0,55%

14,31%

78,57%

Fonte: ECOEURO

Essendo migliorate le prestazioni delle attività che precedono l’invio afrantumazione della carcassa il peso del materiale avviato a successivo recuperoè sensibilmente diminuito.

Tale diminuzione interessa tutte le aree geografiche, con un massimo realizzatoal Nord nel 2006 (88,8%) ed un minimo registrato al Sud nel 2008 (76,5%).

A livello nazionale si è registrato un lieve aumento della percentuale di recuperofra il 2006 e il 2007, ed un sensibile decremento, pari a circa 7 punti percentuali,fra il 2007 e il 2008.

Page 274: L'italia del Recupero 2009

274

Nel Grafico 20 sono rappresentate le percentuali di produzione dei vari materialia confronto fra i tre anni di riferimento presi in analisi.

PERFORMANCE ANNI 2006-2008

VEICOLI FUORI USO

GRAFICO 20: Materiali ottenuti - Media nazionale (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2008

2007

20060

5

10

15

Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego

0,800,66

1,04

2,431,83

3,501,02

2,72

0,950,38

1,36

0,21

0,34

0,55

0,20

9,39

14,31

9,01

Fonte: ECOEURO

Page 275: L'italia del Recupero 2009

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Page 276: L'italia del Recupero 2009

276

Il settore del recupero dei RAEE ha vissuto con grande tensione il cambiamentodel sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici per la radicale modificadei rapporti commerciali, che ha imposto a molti operatori di scommettere sulfuturo e sulle richieste del nuovo mercato. L’attuale situazione vede il settoreancora in mezzo al guado in quanto se da una parte iniziative sono state avviateda alcune delle organizzazioni coinvolte nella filiera, dall’altra vi è ancora la quasitotale inerzia delle istituzioni nell’attuare il contesto delineato dal D.Lgs. 151/05,che aveva previsto una serie di provvedimenti normativi per mettere a regime ilnuovo sistema delineato dal decreto legislativo, attuativo della relativa Direttivacomunitaria 2002/96/CE.

Quindi, fermo restando un apprezzamento per alcuni importanti iniziativeattuate, come l’Accordo tra il Centro di Coordinamento (CdC) RAEE eASSORAEE, sottoscritto successivamente anche da altre associazioni deirecuperatori, che fissa standard minimi di gestione dei RAEE, e l’Accordo traANCI e CdC RAEE per il ritiro dei RAEE dai centri di raccolta (CdR) comunali, nonpuò non essere stigmatizzata la sostanziale immobilità del legislatore, che nonpermette il vero decollo del nuovo sistema a partire dall’importante ed essenzialefase di raccolta.

Infatti ad oggi, dopo ben quattro anni dall’operatività del D.lgs. 151/05 epreannunciate imminenti emanazioni di provvedimenti attuativi, non sono statiapprovati e pubblicati importanti ed essenziali decreti per permettere al nuovosistema dei RAEE italiano di posizionarsi su livelli degni di confronto europeo,condizione che ha certamente costituito uno degli ostacoli principali alraggiungimento dei livelli minimi di raccolta fissati dalla direttiva e dalla normanazionale, di 4 kg/ab/anno al 31 dicembre 2008.

Basta al riguardo ricordare che:

• non è ancora stato pubblicato il decreto sul ritiro 1 contro 1 da parte delladistribuzione, la cui “imminenza” è divenuta ormai un miraggio, mentre ilprovvedimento risulta essenziale per incrementare sensibilmente la raccolta deiRAEE domestici;

• non sono ancora stati definiti, neanche sotto forma di linea guida, i criteri perl’assimilazione di taluni RAEE di origine professionale ai RAEE domestici,necessari per individuare responsabilità e circuiti operativi di riferimento(domestico- professionale);

• si è rischiato il vuoto normativo sul tema della regolamentazione dei “centri diraccolta” con il ritiro del relativo decreto e la recente riapprovazione,condizione che ha portato ad un ritardo nella pubblicazione del bando per ilfinanziamento di nuovi CdR RAEE e per l’adeguamento degli esistenti, previstonell’Accordo ANCI-CdC RAEE, e quindi a ulteriori ritardi nell’incremento delleraccolte dei RAEE da nuclei domestici;

• molti Comuni non hanno ancora attivato la raccolta separata dei RAEE ed altricontinuano tranquillamente a smaltire i RAEE a proprio carico, probabilmentein impianti che non sono accreditati presso il CdC RAEE, e facendo ricadere undoppio onere sui loro cittadini che, in quanto consumatori, finanziano già ilsistema all’atto dell’acquisto di AEE nuove;

INTRODUZIONE

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 277: L'italia del Recupero 2009

277

• non si ha notizia del rispetto, da parte dei produttori di AEE, di quanto stabilitodall’art. 13, comma 3, in merito alla comunicazione relativa all’eventualecontenuto e collocazione delle sostanze pericolose all’interno delle AEE da loroprodotte e neppure delle sanzioni connesse a tale mancata comunicazione.

Tutto ciò solo per fare alcuni esempi.

Tuttavia, in questo non soddisfacente quadro dovuto principalmente allalatitanza del legislatore, sulla base delle iniziative di CdC, ANCI e ASSORAEE,sono stati definiti come sopra accennato alcuni importanti riferimenti regolatori:

• l’Accordo fra il CdC RAEE e le associazioni dei recuperatori, che vede comepromotore e primo firmatario ASSORAEE, finalizzato a perseguire un livellominimo garantito di qualità di trattamento fra le varie imprese di recupero, èin applicazione ed è previsto che sarà a pieno regime a partire dal 30settembre 2009, con il completamento degli audit di accreditamento. Va inproposito evidenziata l’importanza dell’Accordo, che di fatto mira a sostituirela procedura di iscrizione all’Albo gestori ai sensi dell’art. 8, comma 12, delD.Lgs. 151/05, la quale rappresenta essenzialmente una duplicazioneburocratica rispetto alla fondamentale esigenza di una più corretta econfrontabile condizione di mercato. Tale Accordo, che prevede non solo unriferimento omogeneo di gestione, ma anche la certificazione dell’attività direcupero effettuata da un verificatore terzo ed il successivo accreditamento alCdC RAEE delle aziende di trattamento dei RAEE domestici, una volta a regimeporrà nelle stesse condizioni tutti i Sistemi consortili a competere sulla base deimedesimi standard ambientali di trattamento.

• ANCI e CdC RAEE hanno concluso l’Accordo sulle condizioni di ritiro dei RAEEda parte dei singoli Sistemi consortili, secondo la specifiche quote dipartecipazione al sistema. In tal senso va riconosciuto l’impegno delle partifirmatarie ad avviare le nuove condizioni di raccolta, anche in assenza, comedetto, di provvedimenti essenziali per regolare il flusso di raccolta dei RAEEdomestici. In proposito, non può non essere evidenziata la carenza di unanalogo impegno del settore della distribuzione, considerato peraltro che ladirettiva e il provvedimento nazionale si basano su una gestione condivisa delnuovo sistema.

• L’operatività del Comitato di indirizzo, di cui ASSORAEE è componente, hainiziato a muovere i primi passi con la recente formalizzazione di undocumento riassuntivo delle priorità del sistema di riferimento e delle relativeiniziative da porre in essere per superare le criticità presenti nella filiera.L’importanza del Comitato e del ruolo svolto è connessa alla rappresentativitàdell’organismo, unica modalità di intervento istituzionalizzato per la maggiorparte dei soggetti economici della filiera RAEE.

Il “sistema RAEE” è oggi presidiato da 15 Sistemi collettivi di dimensioniassolutamente non omogenee e con approcci commerciali ed industriali diversil’uno dall’altro. Questo fatto, che potrebbe essere salutato come un vantaggio competitivo, in

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 278: L'italia del Recupero 2009

278

realtà induce alcune distorsioni che potrebbero, alla lunga, generare difficoltàper l’intero sistema.

Convivono nel CdC sistemi consortili di dimensioni rilevanti (fino al 75-80% delmercato per i raggruppamenti oggetto dell’attività) e sistemi consortili conpercentuali di mercato che non raggiungono il 10%.

Tutto ciò comporta per i recuperatori, nel primo caso e per alcune tipologie diRAEE, la concentrazione della richiesta del servizio pressoché in un unico Sistemacollettivo, attento agli aspetti qualitativi del recupero; nell’altro, una politicacommerciale di nicchia, molto aggressiva sul piano economico e spesso“distratta” sul piano qualitativo.

Si deve, inoltre, registrare la volontà dichiarata da qualche Sistema collettivo disvolgere direttamente le attività industriali di recupero, con un evidenteassunzione di doppio ruolo di regolatore e operatore, o controllante econtrollato, che stride con qualsiasi concetto stesso di “mercato”.

In questo contesto vi è una sola scelta: continuare a fare ciò che unaAssociazione come ASSORAEE deve fare e ha fatto: segnalare, proporre,sollecitare, promuovere alleanze, e anche, ove occorra, denunciare alla pubblicaopinione e agli organismi preposti le esigenze non solo del comparto, ma anchedi un sistema che ha bisogno di crescere correttamente nell’interesse di tutteparti coinvolte.

GABRIELE CANÈ

Presidente ASSORAEE

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 279: L'italia del Recupero 2009

279

Con l'entrata in vigore del D.Lgs. 151/05, di attuazione delle Direttive comunitarie2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, in Italia è stato introdotto un nuovosistema, che ha previsto nuove responsabilità a carico dei produttori diapparecchiature elettriche ed elettroniche, e nuove modalità operative per quantoconcerne le varie fasi della filiera di gestione dei RAEE prodotti relative alla lororaccolta, trattamento, recupero. Tali responsabilità di fatto si sono rese applicabilisolo dopo la definizione di alcune disposizioni attuative essenziali che hannopermesso un avvio graduale dei nuovi oneri.

La normativa sui RAEE coinvolge uno dei settori principali dell'economianazionale. Ad oggi sono 11.000 le aziende in Italia che produconoapparecchiature elettriche ed elettroniche, con un fatturato annuo di 32 miliardidi euro e con 212.000 addetti.

L’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche è caratterizzata dallaproduzione di una vasta tipologia di prodotti in crescita costante, specie in alcunisettori, come quello dell’informatica e degli audiovisi.

IL SETTORE DELLEAPPARECCHIATURE

ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: FINDOMESTIC

GRAFICO 1: I consumi nei principali mercati dei beni durevoli

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900-6

-2

2

6

10

14

18

22

livello spesa pro capite 2007 (euro)

var.

med

ia a

nnua

200

7-20

08 (c

onsu

mi r

eali)

elettr. bruni

fotografie

informatica

telefonia

elettr. piccoli

elettr. bianchi

bricolage mobili

mobilità

Page 280: L'italia del Recupero 2009

280

I grandi elettrodomestici (come frigoriferi, congelatori, lavatrici ecc.)costituiscono la parte preponderante (40% circa) del totale dei prodotti utilizzati,seguono poi le apparecchiature per ufficio (soprattutto apparecchiatureinformatiche), le apparecchiature da illuminazione e il materiale audiovisivo.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: FINDOMESTIC

TABELLA 1: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - Consistenze (milioni di Euro)

TABELLA 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi (%)

GRAFICO 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200890

100

110

120

130

140

2009

-2,2%

+1,8%

indice dei prezziindice dei volumi

VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE 2009

3.137 3.123 3.174

Fonte: FINDOMESTIC

VOLUMI PREZZI VALORE

2007 6,1 2,2 8,5

2008 -2,2 1,8 -0,4

2009 -0,4 2,0 1,7

Fonte: FINDOMESTIC

Page 281: L'italia del Recupero 2009

281

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

TABELLA 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni (%)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 3: Il mercato degli elettrodomestici piccoli - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200880

90

100

110

120

130

140

150

160

2009

+2,0%

+1,0%

indice dei prezziindice dei volumi

VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE 2009

4.329 4.040 3.780

VOLUMI PREZZI VALORE

2007 24,8 -21,0 -1,5

2008 11,5 -16,3 -6,7

2009 3,4 -9,5 -6,4

Fonte: FINDOMESTIC

TABELLA 3: Il mercato degli elettrodomestici bruni - Consistenze (milioni di Euro)

Fonte: FINDOMESTIC

Fonte: FINDOMESTIC

Page 282: L'italia del Recupero 2009

282

Nel 2008, con l’avvio operativo del nuovo sistema di raccolta e recupero deiRAEE, i produttori di AEE hanno dato vita ad una serie di Sistemi collettivi,operanti su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali specifici pertipologia di prodotti/rifiuti, ma per la maggior parte trasversali a tutti iRAEE. I Sistemi collettivi attualmente attivi in Italia nel settore dei RAEEdomestici sono 15.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

GRAFICO 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

indice dei prezziindice dei volumi

0

100

200

300

400

500

600

700

2009

+11,5%

-16,3%

Fonte: FINDOMESTIC

Page 283: L'italia del Recupero 2009

283

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Sistemi collettivi aderenti al Centro di Coordinamento RAEE

Via Pianezza, 123 - 10151 TorinoTel 011.4513262 - Fax [email protected] - www.apiraee.it

Via F.lli Kennedy, 1 - 10048 Vinovo (TO)Tel 011.9935662 - Fax [email protected] - www.reweee.com

Viale Oberdan, snc - 61034 Fossombrone (PU)Tel 0721.749245 - Fax [email protected] - www.dataserv-group.com

Corso Italia, 39 - 21047 Saronno (VA)Tel 02.92274600 - Fax [email protected] - www.ecodom.it

Viale Misurata, 32 - 20146 MilanoTel 02.4236863 - Fax [email protected] - www.ecoelit.it

Via Irno Loc Tardone, Snc - 84098 Pontecagnano (SA)Tel 02.45076135 - Fax [email protected] - www.ecoem.it

Via Traiano, 7 - 20149 MilanoTel 02.37052936/7 - Fax [email protected] - www.ecolamp.it

Via Monte Rosa, 96 - 20149 MilanoTel 02.33600732 - Fax [email protected] - www.ecoligth.it

Page 284: L'italia del Recupero 2009

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Via Gattamelata, 34 - 20149 MilanoTel 02.34532149 - Fax [email protected] - www.ecoped.org

Via M. Viganò de'Vizzi, 93/95 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)Tel 02.6146401 - Fax [email protected] - www.ecorit.it

Via Monte Rosa 96 - 20149 MilanoTel 02.39198600 - Fax [email protected] - www.consorzioecosol.it

Viale Assunta, 101 - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)Tel 02.92147479 - Fax [email protected] - www.erp-recycling.it

Via A. Moro, 10 - 25124 BresciaTel 02.47950790 - Fax [email protected] - www.raecycle.it

Corso Sempione, 41 - 20145 MilanoTel 02.34594611 - Fax [email protected] - www.consorzioremedia.it

Via Gattamelata, 34 - 20149 MilanoTel 02.34532149 – Fax [email protected] - www.ridomus.org

Fonte: CdC RAEE - Rapporto annuale 2008

Page 285: L'italia del Recupero 2009

285

In sintesi, il sistema di raccolta dei RAEE domestici, si impernia sui Centri diraccolta (CdR) Comunali che ricevono i RAEE dai cittadini e, allo stato attualesolo in alcuni casi, dalla distribuzione. Al fine di conferire i RAEE ai Sistemiconsortili responsabili delle successive fasi di gestione, i Comuni o gestoridelegati dei CdR devono convenzionarsi con il CdC RAEE in attuazione dellecondizioni previste dall’Accordo ANCI-CdC RAEE. Il CdC, sulla base delle quotedi mercato dei singoli Sistemi collettivi ripartisce tra gli stessi, a livello nazionale,assicurando omogenee condizioni sul territorio, le relative quote di gestione deiRAEE, assegnando dei CdR da servire. I singoli Sistemi collettivi provvedono alrecupero dei Raee tramite operatori della logistica e gestori di impianti ditrattamento (fatta eccezione, a quanto risulta per due piccoli Consorzi). Lanormativa prevede sia un obiettivo minimo di raccolta di 4 kg/ab/anno, cheavrebbe dovuto essere raggiunto entro il 2008, sia degli obiettivi di riutilizzo,riciclaggio e recupero, articolati per categorie di RAEE.Il quantitativo totale di RAEE di provenienza urbana recuperati nell’anno 2002 èstato di 79.400 tonnellate, con una crescita continua negli anni che ha portatoa 116.000 le tonnellate recuperate nel 2007.

La potenzialità e la composizione dei RAEE raccoglibili è ancora difficile dastimare in quanto solo negli ultimi 2 anni, di fatto, è stato avviato il nuovosistema di raccolta, ma certamente è da ritenere che possa essere di gran lungamaggiore se si realizzasse un omogeneo e efficace sistema di raccolta che vedacoinvolta anche la distribuzione.Nel 2008, anno di avvio dell’operatività del nuovo sistema multiconsortile digestione dei RAEE domestici, si è raggiunta una raccolta di 65.000 tonnellate inbase ai dati rilevati dal Centro di Coordinamento.Al riguardo vale la pena citare un recente Studio ECODOM sulle potenzialitàattese del nuovo sistema che stima in 258.000 tonnellate/anno il livello massimodi sviluppo per i soli elettrodomestici, di cui circa 100.000 tonnellate contenentiCFC o altri refrigeranti.Al fine di meglio comprendere la situazione al 2008 con l’avvio del nuovosistema, confrontandolo con la situazione precedente, che vedeva laresponsabilità dei Comuni per l’invio a trattamento dei RAEE, emerge quanto diseguito.

LA RACCOLTA DEIRAEE DOMESTICI

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

TABELLA 5: Raccolta differenziata di RAEE in Italia (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

ANNO RACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA MULTICONSORTILE

2002 79.400

2003 67.000

2004 74.100

2005 102.000

2006 107.800

2007 116.193

2008 65.713

Fonte: ISPRA, Rapporto Rifiuti/Centro di Coordinamento RAEE

Page 286: L'italia del Recupero 2009

286

Come si nota, la raccolta è concentrata soprattutto nelle Regioni del Nord, inparticolare Lombardia, Veneto e Piemonte, e del Centro, in particolare Toscanaed Emilia Romagna. Queste 5 Regioni da sole realizzano più del 65% del totalenazionale.Il totale di RAEE recuperati nell’anno 2008 era composto per il 36% daapparecchiature refrigeranti, per il 27% da Tv e monitor, per il 20% dai grandibianchi e per il 15% da apparecchi illuminanti.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

TABELLA 6: Raccolta RAEE domestici (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

RACC. DIFF. RAEE 2007 RACC. MULTICONSORTILE RAEE 2008

Piemonte 7.282 7.744

V.D'Aosta 255 184

Lombardia 27.306 16.629

Trent A.A. 3.100 2.920

Veneto 14.821 9.374

Friuli V.G. 4.552 2.986

Liguria 3.191 918

E. Romag. 13.158 4.333

NORD 73.664 45.088

Toscana 11.734 4.791

Umbria 1.221 2.199

Marche 3.207 2.425

Lazio 2.747 3.107

CENTRO 18.909 12.522

Abruzzo 2.190 682

Molise 223 128

Campania 4.030 2.073

Puglia 4.086 1.107

Basilicata 811 210

Calabria 949 714

Sicilia 6.376 629

Sardegna 4.954 2.552

SUD 23.620 8.095

ITALIA 116.193 65.705

Fonte: ISPRA Fonte: CdC RAEE

Page 287: L'italia del Recupero 2009

287

Sui RAEE professionali, a differenza dei RAEE domestici, non si dispone ancoradi dati aggregati e che possano dare un’immagine esaustiva del settore.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: EUROSTAT

GRAFICO 5: Ripartizione dei RAEE tra i cinque raggruppamenti 2008

TABELLA 7: Ripartizione dei RAEE raccolti tra i cinque raggruppamenti

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

R1 - apparecchiaturerefrigeranti 36,58%

R3 - TV e monitor 27,48%

RA4 - PED CE ICTapparecchi illuminanti e altro 15,02%

R2 - grandi bianchi 20,60%

R5 - sorgenti luminose 0,32%

RAGGRUPPAMENTO % 2008 ton 2009 (gen/ago)

R1 apparecchiature refrigeranti 36,58 24.039 35.226

R2 Grandi Bianchi 20,60 13.535 27.998

R3 TV e monitor 27,48 18.058 32.803

R4 PED CE ICT apparecchi di illuminanti 15,02 9.868 19.012

R5 Sorgenti luminose 0,32 21 378

Totale 100 65.713 115.417

Fonte: Centro di Coordinamento RAEE

Page 288: L'italia del Recupero 2009

288

Ad oggi, si può dire che il sistema di raccolta separata e recupero dei RAEEsia stato avviato, ma rimangono, come emerge chiaramente dai datisopraesposti, diversi aspetti da portare a regime, quali il completamentodella rete di raccolta nazionale, oggi con gravi lacune specialmente inalcune aree del Sud del Paese per mancato convenzionamento dei CdR el’emanazione dei decreti attuativi previsti dal D.Lgs. 151/05, ad iniziare daquello relativo al ritiro 1 contro 1 dalla distribuzione, essenziale perassicurare l’intercettazione di tutti i RAEE domestici prodotti.

Per quanto riguarda la raccolta e il trasporto ai CdR da parte di distributori ènecessario mettere a punto procedure semplificate, che pur assicurandol’esigenza di semplificazione, garantiscano la trasparenza e il controllo dei flussiai fini del corretto conferimento dei RAEE.

Azione propedeutica e fondamentale per definire più precisamentel’ampiezza e la consistenza della rete di raccolta potenzialmente attivabiledalla distribuzione e per porre in atto le eventuali iniziative necessarie per ilsuo sviluppo/miglioramento (anche in ordine al raggiungimento dell’obiettivonazionale di raccolta) è l’effettuazione di una indagine relativa alla reteterritoriale di raccolta garantita dalla distribuzione e dai centri di raccolta(CdR) comunali disponibili ad accettare i RAEE conferiti dalla distribuzione,che attualmente risulta attivata solo per alcuni CdR comunali.Nell’esperienza del primo anno del nuovo sistema di gestione dei RAEE si èassistito ad un apprezzato impegno di molte amministrazioni che hacomportato anche maggiori costi di gestione nella raccolta territoriale e nellagestione dei CdR. Ciò in particolare per: l’adeguamento dei servizi di raccoltaterritoriale dei RAEE anche per limitarne la cannibalizzazione ed evitarne ildanneggiamento, l’adeguamento infrastrutturale, logistico e operativo deiCdR. E’ prevedibile l’aumento di tali oneri qualora venga assicurato l’accessoai CdR da parte della distribuzione, che verrebbero però parzialmentecompensati dalle previste incentivazioni di efficienza di raccolta definitedall’Accordo tra ANCI e CdC RAEE.

In tale contesto vi è l’esigenza di evitare il verificarsi di impropri conferimenti diRAEE provenienti da attività economiche e quindi rifiuti speciali, se non pericolosiin alcuni casi, ai CdR comunali da parte degli operatori della distribuzione,considerata la carenza di una specifica regolamentazione. Altro aspetto riguardail possibile conferimento di RAEE cannibalizzati a seguito di attività economicheche in futuro determinerebbe conflitti nei rapporti tra i gestori dei CdR, Sistemiconsortili e recuperatori.

Va perciò approfondito il concetto di assimilazione dei RAEE “analoghi” a quelliprovenienti dai nuclei domestici, ai fini del conferimento ai CdR. Apparenecessario, in altre parole, definire compiutamente le condizioni e i limiti entrocui i CdR comunali hanno l’obbligo di ricevere i RAEE domestici ritirati dalladistribuzione prodotti nel bacino di riferimento. Altrettanto, dovranno essereregolamentate le eventuali possibilità di conferimento diretto, di carichi utili,dalle aree di raccolta dei distributori verso gli impianti di trattamento, concondizioni organizzative analoghe a quelle dei centri di raccolta comunali.

CRITICITÀDEL SISTEMA

E PRIME IPOTESI DISOLUZIONE

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 289: L'italia del Recupero 2009

289

In aggiunta, vanno rafforzate le azioni a favore dello sviluppo della raccolta deiRAEE attraverso il coinvolgimento dei produttori e distributori, in coordinamentocon ANCI, in iniziative di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale elocale. Il sistema di gestione dei RAEE potrà decollare solo se per raccolta,riutilizzo, recupero e riciclaggio vi saranno obiettivi e finalità comuni e condivisiper tutti i vari attori della “filiera” della gestione dei RAEE e un concretoimpegno anche nella informazione e comunicazione. Dette iniziative dovrebberoessere finalizzate, in particolare, ad assicurare il corretto conferimento,l’aumento della raccolta dei RAEE e la diminuzione delle anomalie, siaantecedente alla fase di raccolta, sia nei CdR.

Per quanto riguarda il possibile riuso di AEE, valutate correttamente comeancora funzionanti, vanno chiarite le condizioni del ritiro, delricondizionamento da parte dei distributori o di altri soggetti a ciò abilitatie delle responsabilità della re immissione nel mercato al fine di limitareiniziative in dumping rispetto alle regolari attività di gestione dei RAEE. Taliiniziative potrebbero infatti, qualora non svolte correttamente, risultareconcorrenziali con il trattamento dei RAEE regolarmente effettuato, quandonon addirittura dare luogo a traffici illeciti di RAEE.

Per quanto riguarda gli obblighi degli impianti di trattamento, in particolarel’iscrizione nella sottocategoria Albo gestori (art. 8, comma 12, D.Lgs. 151/05),occorre superare la duplicazione amministrativa rispetto al sistema altroveprevisto per la verifica e il controllo degli standard di trattamento degli stessiimpianti. Questi ultimi, che generalmente operano in procedura autorizzativaordinaria, sono infatti anche soggetti ad accreditamento secondo quantoprevisto dall’Accordo sottoscritto tra le rappresentanze dei recuperatori e il CdCRAEE (v. paragrafo successivo). L’Accordo ha definito un sistema di qualificazionea seguito di verifiche ispettive da parte di auditor di enti terzi di certificazione,sulla base delle condizioni ivi definite. A tal fine esso reca uno standard tecnicoche tiene conto anche dell’applicazione delle BAT e che deve fungere dariferimento per tutti i singoli sistemi consortili per la scelta, con regole dimercato, degli operatori del recupero.

A tale riguardo, è importante prevedere condizioni affinchè l’Accordo siaeffettivamente applicato e rispettato da tutti i Consorzi; anche per questo, ènecessario dotare il Centro di coordinamento di poteri più incisivi nei confrontidei Consorzi stessi, che attualmente operano (per quanto riguarda i contratti coni fornitori) in maniera molto diversificata in particolare tra quelli grandi e quellipiccoli, ponendosi talvolta in contrasto con le regole di mercato e con i principidi trasparenza gestionale.

Un rafforzamento del ruolo del CdC potrà anche fornire le necessarie rispostealle esigenze di interventi unitari ai fini della informazione e comunicazione,nazionale e locale per lo sviluppo delle RD. Anche per tali esigenze, risulterebbeopportuna una dimensione minima dei sistemi consortili ai fini dell’efficacia,efficienza ed economicità del sistema nel suo complesso.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 290: L'italia del Recupero 2009

290

Il settore del recupero attualmente si trova ancora nel mezzo di una fase ditransizione, con contesti operativi e di mercato, caratterizzati da una lenta messaa regime del sistema e quindi una competitività ancora in via di bilanciamento,con pochi contratti di breve durata che non agevolano investimenti a lungotermine sopratutto in una condizione di lenta crescita delle quantità di RAEE datrattare.

Per il futuro è fondamentale la possibilità di accesso ai dati rilevati dal Centrodi Coordinamento, nonchè l’omogeneità e la confrontabilità degli stessi, peruna effettiva e oggettiva valutazione dell’operatività e degli obiettiviraggiunti. È necessario inoltre che l’emanando decreto per la semplificazionedei RAEE domestici assicuri per i distributori la tracciabilità dei flussi e quindila repressione dei traffici illeciti di RAEE.

Per permettere la confrontabilità dei dati è altresì necessario che si stabiliscanomodalità quanto più innovative per la reportistica degli impianti di trattamentonei rapporti con i Sistemi collettivi, e quindi il coinvolgimento di questi ultimitramite il CdC e degli operatori del trattamento tramite le loro rappresentanze.

Un passo avanti verso la ricerca di soluzioni ad alcuni dei problemi citati diinteresse dei recuperatori è stato fatto con l’attivazione di un Tavolo di confrontotra ASSORAEE e il Centro di Coordinamento, che mira a superare alcunedifficoltà operative e di interfaccia tra i vari soggetti coinvolti nel sistema.

Non ultimo particolare attenzione va data all’iscrizione dei produttori di AEE alRegistro dei produttori e al funzionamento di quest’ultimo. Risulta infattiurgente ed essenziale la messa a regime del Registro stesso affinché i dati raccoltipossano dare un certo riferimento per il calcolo e l’attribuzione, da parte delComitato di vigilanza e controllo, delle quote di mercato e di responsabilitàfinanziaria ai produttori di AEE e quindi ai rispettivi Sistemi collettivi delegati allagestione del recupero dei RAEE.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 291: L'italia del Recupero 2009

291

Al fine di superare le criticità connesse alle difformità autorizzative a livellonazionale, come da tempo evidenziato da FISE nella gestione di tutti i rifiuti econ l'obiettivo di assicurare adeguati ed omogenei livelli di trattamento equalificazione delle aziende del settore del recupero dei RAEE, il Centro diCoordinamento RAEE e ASSORAEE - nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 25settembre 2007, n. 185 - hanno sottoscritto il 12 maggio 2008 un importanteAccordo, successivamente sottoscritto da altre associazioni del settore:ASSOFERMET, ANCORAEE, APIRAEE, CNA, ASSOQUALIT e UNORAEE.

In sintesi, l’Accordo regolamenta le condizioni gestionali minime dei RAEE intutte le fasi operative, dal ritiro degli stessi dai CdR all’ottenimento delle materieprime secondarie o invio a smaltimento degli scarti.

L'obiettivo viene perseguito tramite l'accreditamento delle Aziende del settoredel trattamento dei RAEE (Aziende) presso il CdC conformemente alla Specificatecnica allegata all'Accordo, in particolare, sulla base di un mirato auditcondotto da certificatori terzi selezionati e convenzionati dal CdC, conconoscenza specifica del settore e dei processi di trattamento.

L'esito positivo dell'audit, che richiede propedeuticamente il rispetto di tutti gliobblighi normativi previsti e delle condizioni tecniche stabilite dall’Accordo, èrequisito essenziali per le aziende di trattamento RAEE ai fini dell'accreditamentoda parte del CdC , nonché condizione per operare per i singoli Sistemi collettivi,che devono avvalersene in via obbligatoria.

Per la messa a regime del sistema di accreditamento, il CdC ha convenzionatonove tra i principali enti di certificazione ai quali le aziende di recupero RAEEpossono richiedere, a proprie spese, le visite di audit necessarie perl'accreditamento. Gli enti convenzionati sono: DNV, Dasa Rägister, IMQ, RINA,SGS, TÜV, Certiquality, Bureau Veritas e CSI Italia.

Durante l’audit viene verificata la conformità delle modalità gestionali nelle variefasi di movimentazione e trattamento alle condizioni tecniche riportatenell’Allegato tecnico all’Accordo che include anche le BAT (Best AvailableTechniques), ovvero le migliori tecniche disponibili per il trattamento dei RAEE. Gli enti di certificazione, unitamente al CdC ed alle associazioni dei recuperatori,con l'obiettivo di rendere il criterio di valutazione il più possibile oggettivo edomogeneo, hanno stilato una check-list che definisce i requisiti minimi per essereaccreditati presso il CdC.

La check-list prevede per i raggruppamenti delle categorie di rifiuto R1, R2, R3 eR4 la possibilità di accreditamento anche per gli impianti che svolgono soltantoil processo di messa in sicurezza e affidano a terzi i processi di frantumazionedelle carcasse (per i raggruppamenti R1, R2 e R4) oppure il trattamento dei tubicatodici (per il raggruppamento R3). Queste aziende possono essere accreditatesolo nel caso in cui si avvalgano, per le restanti fasi del processo di trattamento,di impianti a loro volta accreditati presso il CdC. Tutti gli impianti che svolgonosoltanto il processo di messa in sicurezza dei rifiuti dovranno fornire

L’ACCREDITAMENTODEGLI IMPIANTI

DI TRATTAMENTODEI RAEE:

LA MESSA A REGIMEDELL’ACCORDO

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 292: L'italia del Recupero 2009

292

preventivamente al CdC la lista dei fornitori a cui affidano i rifiuti per effettuarela fase conclusiva del trattamento.

Sulla check list sono state definite due classi di requisiti:

a. requisiti bloccanti: sono prerogative fondamentali per il superamento di unavisita di audit e devono essere interamente soddisfatte per tutti iraggruppamenti e le fasi di processo per cui si vuole conseguirel'accreditamento (in totale 61 condizioni su 207);

b. requisiti non bloccanti: sono caratteristiche/condizioni importanti: l'aziendadeve soddisfarne almeno il 70% del totale indicato per ogniraggruppamento e per ogni fase del processo per cui si vuole conseguirel'accreditamento. Coloro che non abbiano superato la prima visita di audithanno tre mesi di tempo per recuperare le non conformità rilevate, altrimentidovranno ripetere integralmente la verifica di tutti i requisiti previsti dallacheck-list.

Il CdC, inoltre, ha organizzato per i verificatori terzi due sessioni formativedirettamente presso moderni impianti di trattamento utilizzando mirati supportididattici e avvalendosi di riconosciuti esperti in materia di trattamento dei RAEEper la docenza. Lo scopo del corso è stato quello di consentire agli auditor didisporre di tutte le informazioni e strumenti necessari per una valutazioneaccurata ed oggettiva della qualità del trattamento. Soltanto gli auditor chehanno partecipato con merito ai corsi organizzati dal CdC – ad oggi circa 40esperti del ramo ambientale - sono stati accreditati a svolgere le visite ispettivepresso gli impianti di trattamento.

A partire dal 1 marzo 2009 le aziende interessate hanno avuto sette mesi perconseguire l'accreditamento al CdC e quindi per poter operare per conto deisingoli Sistemi collettivi.

Il CdC ha provveduto costantemente alla pubblicazione sul proprio sito delle soleaziende che hanno superato l'audit e di cui pertanto i Sistemi collettivi potrannoavvalersi.

Si prevede che alla data del 1 ottobre 2009 gli impianti che avranno conseguitol’accreditamento al CdC saranno più di 30 per i raggruppamenti di R2 e R4, piùdi 20 per raggruppamenti R1 ed R3 ed una decina per il raggruppamento R5.

A partire dal 1 ottobre 2009, i Sistemi collettivi potranno operare esclusivamentecon le aziende accreditate dal CdC.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 293: L'italia del Recupero 2009

293

FISE UNIRE ha condotto un’indagine su un campione di 19 impianti ditrattamento RAEE.Gli impianti analizzati sono collocati al Nord (9), al Centro (7) e al Sud (3).Gli impianti hanno complessivamente una capacità di trattamento che supera le300.000 tonnellate, suddivisa in tutte le tipologie di trattamento (R1: Freddo eclima; R2: Altri grandi bianchi; R3 Tv e Monitor; R4 IT e Consumer electronics,apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose). PED e altro; R5Sorgenti luminose).Nel 2008 il fatturato medio complessivo per impianto è stato di circa 180.000 euro.

INDAGINE SUGLI IMPIANTI DI

TRATTAMENTODEI RAEE:

ANALISI SU UNCAMPIONE FISE UNIRE

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

R1 R2 R3 R4 R5 R1 R2 R3 R4 R5 TOTALE

PIEMONTE 1 1 1 1 1 1 8.500 6.000 3.800 2.500 20.800

LOMBARDIA 5 2 2 4 4 3 15.000 14.200 50.462 42.026 1.600 123.288

VENETO 2 2 2 2 2 2 8.595 2.695 2.695 2.695 95 16.775

EMILIA ROMAGNA 1 1 1 1 1 1 19.000 13.000 12.000 12.000 2.000 58.000

TOTALE NORD 9 6 6 8 8 7 51.095 35.895 68.957 59.221 3.695 218.863

TOSCANA 1 1 1 1 1 1 4.600 1.000 200 5.800

MARCHE 1 1 1 1 1 1 120 50 170

LAZIO 5 2 2 3 3 2 7.000 7.200 19.000 19.900 700 53.800

TOTALE CENTRO 7 4 4 5 5 4 11.600 7.200 20.000 20.220 750 59.770

ABRUZZO 1 2 2 2 2 1 1.250 1.250 2.000 6.000 10.500

MOLISE 1 1 1 1 1

PUGLIA 1 1 1 1 4.000 5.000 3.000 12.000

TOTALE SUD 3 4 3 4 3 2 4.000 5.000 3.000 0 0 22.500

TOTALE ITALIA 19 14 13 17 16 13 66.695 48.095 91.957 79.441 4.445 301.133

N. IMPIANTIGESTITI

TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO POTENZA IMPIANTO ton/a

TABELLA 8: Impianti di trattamento RAEE per Regione - Campione FISE UNIRE 2008

ZONA

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 294: L'italia del Recupero 2009

294

Complessivamente gli impianti del campione hanno trattato nel 2008 oltre108.000 tonnellate di RAEE, con una crescita del 19% rispetto al 2007.

I materiali recuperati, nel 2008, sono stati di oltre 80.000 tonnellate, con unacrescita del 23% rispetto al 2007.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TRATTATI TRATTATI INCREMENTO RECUPERATI RECUPERATI INCREMENTO2007 2008 08 SU 07 % 2007 2008 08 SU 07 %

PIEMONTE 6.700 8.800 31% 5.345 0%

LOMBARDIA 25.738 37.178 44% 20.407 24.469 20%

VENETO 21.891 21.808 0% 17.312 16.551 -4%

EMILIA ROMAGNA 12.166 14.500 19% 10.045 13.610 35%

TOTALE NORD 66.496 82.286 24% 47.764 59.975 26%

TOSCANA 4.721 3.973 -16% 5.072 4.393 -13%

MARCHE 71 26 -64% 0%

LAZIO 14.532 14.560 0% 10.582 11.825 12%

TOTALE CENTRO 19.324 18.559 -4% 15.654 16.218 4%

ABRUZZO 0 1.005 0% 0 1.963 0%

MOLISE 2.808 3.888 38% 0%

PUGLIA 2.942 3.223 10% 2.305 2.440 6%

TOTALE SUD 5.750 8.116 41% 2.305 4.404 91%

TOTALE ITALIA 91.570 108.961 19% 65.723 80.596 23%

TABELLA 9: RAEE totali trattati per Regione 2007-2008 - Campione FISE UNIRE

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295

Nel primo trimestre del 2009, negli impianti sono stati trattati oltre 27.000tonnellate di RAEE, con una crescita del 26%, rispetto al primo trimestre del 2008.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

GRAFICO 6: RAEE trattati 2007-2008 (ton)

GRAFICO 7: RAEE trattati 1° trimestre 2008 - 1° trimestre 2009 (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

2007 2008

91.570108.961

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

I° trimestre 2008 I° trimestre 2009

19.944

27.171

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 296: L'italia del Recupero 2009

296

Analizzando per raggruppamenti i RAEE trattati nel 2008, in termini di peso ilraggruppamento R1- Freddo e clima, rappresenta il 47% del totale, ilraggruppamento R2- Altri grandi bianchi, il raggruppamento R3 - Tv e Monitoril 31%, il raggruppamento R4 - IT e Consumer electronics, apparecchi diilluminazione (privati delle sorgenti luminose) e Ped l’11%, mentre R5 - Sorgentiluminose l’1%.

Dal 2007 al 2008 cresce la quantità trattata per tutti i diversi raggruppamentidi RAEE. Il raggruppamento più importante R1 (freddo e clima) ha una crescitada 44.000 tonnellate a 51.000 tonnellate il gruppo R3 (tv e monitor) cresce da32.000 a 34.000 tonnellate.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: Indagine Fise Unire 2009

GRAFICO 8: RAEE trattati per raggruppamenti 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

R1 - freddo e clima 47%

R5 - sorgenti luminose 1%

R3 - TV e monitor 31%

R2 - altri grandi bianchi 10%

R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose). Ped e altro 11%

Page 297: L'italia del Recupero 2009

297

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

GRAFICO 10: RAEE trattati per raggruppamenti 1° trimestre 2007 - 1° trimestre 2008 (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 9: RAEE trattati per raggruppamenti 2007-2008 (ton)

R1 - freddo e clima0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

2007 2008

R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione

(privati delle sorgenti luminose).Ped e altro

R5 - sorgenti luminose

44.120

51.072

8.18611.142

32.49134.172

6.483

12.229

287 1.590

R1 - freddo e clima0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

I° trimestre 2008 I° trimestre 2009

R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione

(privati delle sorgenti luminose).Ped e altro

R5 - sorgenti luminose

8.549

19.608

2.1612.993

6.8248.329

1.9683.427

208 346

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Nel primo trimestre 2009, si ha una crescita ancora più forte rispetto al primotrimestre 2008.Il gruppo R1 cresce oltre il 130%, il gruppo R3 cresce oltre il 22%.

Page 298: L'italia del Recupero 2009

298

I materiali recuperati hanno superato nel 2008 le 80.000 tonnellate, contro le 65.000tonnellate del 2007, con una crescita del 23%, superiore alla crescita dei materialitrattati nello stesso periodo, che è stata del 19%. Nel 2007 il rapporto tra materialirecuperati e materiali trattati è stato del 72%, nel 2008 lo stesso indice è cresciuto al74% e indica un miglioramento del tasso di recupero nei processi di trattamento.

Nel confronto tra 1° trimestre 2009 e 2008, si registra una crescita del recuperodel 22%, simile a quella registrata nel confronto tra l’anno 2008 e 2007.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

GRAFICO 11: Materiali recuperati da trattamento RAEE 2007-2008 (ton)

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

2007 2008

65.723

80.596

0

5.000

10.000

15.000

20.000

I° trimestre 2008 I° trimestre 2009

14.889

18.186

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

GRAFICO 12: Materiali recuperati da trattamento RAEE 1° trimestre 2008 - 1° trimestre 2009

Page 299: L'italia del Recupero 2009

299

I metalli ferrosi rappresentano il 42% di tutti materiali recuperati e sono cresciutidell’11% dal 2007 al 2008. Il vetro rappresenta il 16% dei materiali recuperatie ha registrato una crescita del 29% tra i due anni. Anche la plastica, cherappresenta il 13% dei materiali recuperati ha registrato una crescita del 29%. Molto forte è stata la crescita dei materiali non ferrosi (+59%).

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

TABELLA 10: Tipologia materiali recuperati da RAEE 2007-2008 (ton)

GRAFICO 13: Distribuzione per materiale del totale recuperato dai RAEE 2008

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

plastica 13%

metalli ferrosi 42%

altri materiali recuperati 25%

metalli non ferrosi 4%

vetro 16%

2007 2008 INCREMENTO 08/07

plastica 8.147 10.580 29%

metalli ferrosi 29.643 32.916 11%

metalli non ferrosi 2.119 3.460 59%

vetro 9.963 12.957 29%

altri materiali recuperati 15.668 20.486 30%

totale 65.723 80.596 23%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 300: L'italia del Recupero 2009

300

Nel confronto tra il 1° trimestre 2008 e quello 2009, si registra una forte crescitadel recupero della plastica (+41%), del vetro (+32%) e dei metalli ferrosi e nonferrosi (+21%).

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

GRAFICO 14: Tipologia materiali recuperati dai RAEE 2007-2008 (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

plastica0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati

8.147

10.480

29.643

32.916

2.1193.360

9.96312.857

15.668

20.386

1° TRIM.2008 1° TRIM.2008 INCREMENTO

plastica 1.903 2.685 41%

metalli ferrosi 6.521 7.876 21%

metalli non ferrosi 590 708 20%

vetro 2.397 3.176 32%

altri materiali recuperati 3.478 3.742 8%

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

TABELLA 11: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre 2009 (ton)

Page 301: L'italia del Recupero 2009

301

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

GRAFICO 15: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre 2009 (ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

plastica0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

I° trimestre 2008 I° trimestre 2009

metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati

1.903

2.685

6.520

7.876

590 708

2.397

3.1763.477

3.742

Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009

Page 302: L'italia del Recupero 2009

302

ELENCO AZIENDE RAEE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE 2009

AMBIENTE 2000 COOP. SOCIALEVia Brasile, 2 - 61026 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) [email protected] - www.ambiente2000.info - Tel. 085/8931328 - Fax 085/8931328

AMIAT T.B.D. S.r.l.Via Brandizzo, 150 - 10088 VOLPIANO (TO) [email protected] - www.tbdtorino.it - Tel. 011/9954411 - Fax 011/9954415

ELETTRO RECYCLING S.r.l.Via Santa Maria in Campo, 2 - 20040 CAVENAGO DI BRIANZA (MI) [email protected] - www.elettrorecycling.it - Tel. 02/95335374 - Fax 02/95335073

NIKE S.r.l.Via della Stazione di Pavona, snc - 00134 SANTA PALOMBA (RM) [email protected] - Tel. 06/71300062 - Fax 06/71302621

NUOVA ECOPOLIS S.r.l.Contrada Casellone - 74012 CRISPIANO (TA) Puglia [email protected] - www.ecopolis2000.com - Tel. 099/8110777 - Fax 099/8110787ORIM S.p.a.Via D. Concordia, 65 - 62100 MACERATA (MC) [email protected] - www.orim.it - Tel. 0733/283040 - Fax 0733/283045

R.P.S. AMBIENTE S.r.l.Via dell'Industria, 483 - 37050 ANGIARI (VR) [email protected] - www.mpambiente.it - Tel. 0442/660241 - Fax 0442/660241

RELIGHT S.r.l.Via Lainate, 98/100 - 20017 RHO (MI) [email protected] - www.relightitalia.com - Tel. 02/93180737 - Fax 02/9303510

S.I.R.A. S.r.l. UNIPERSONALEVia IX Strada, 22 30030 FOSSO' (VE) [email protected] - www.sira-riciclare.it - Tel. 041/5170270 - Fax 041/4165411

SE.VAL. S.r.l.Via la Croce, 14 - 23823 COLICO (LC) [email protected] - www.seval-impianti.it - Tel. 0341/941280 - Fax 0341/933221

SIAT S.r.l.Via Martorello, 13 - 25014 CASTENEDOLO (BS) [email protected] - www.siatambiente.it - Tel. 030/2733326 - Fax 030/2733329

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 303: L'italia del Recupero 2009

303

TRED CARPI S.r.l.Via Remesina Estera, 27/a - 41010 CARPI (MO) Emilia [email protected] - www.tredcarpi.it - Tel. 059/669456 - Fax 059/654543

TRED LIVORNO S.p.a.Via delle Sorgenti, 452 - 57121 LIVORNO (LI) [email protected] - Tel. 0586/425900 - Fax 0586/406224

TRED SUD S.r.l.Contrada Vicenne, snc - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) [email protected] - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007

VALLONE S.r.l.Loc. Due Pini, snc - 01014 MONTALTO DI CASTRO (VT) Laziowww.vallone.it - Tel. 0766/879624

VALLONE S.r.l.Loc. Paduni, snc - 03012 ANAGNI (FR) Laziowww.vallone.it - Tel. 0775/768071

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 304: L'italia del Recupero 2009

ABITI USATI

Page 305: L'italia del Recupero 2009

305

Il Consorzio CONAU nasce a luglio 2008 senza fini di lucro per iniziativa deiprincipali operatori del settore, al fine di affermare il ruolo concretamente svoltoin materia di raccolta differenziata attraverso il recupero della frazione “tessile”,altrimenti destinata alla discarica.

L’attività del CONAU è caratterizzata da un’importante finalità sociale legata allapossibilità di occupazione lavorativa per persone con disagi e/o svantaggi sociali;le raccolte infatti sono realizzate anche attraverso cooperative sociali onlus.

Gli obiettivi del CONAU sono molteplici e riguardano, in particolar modo, lapossibilità di assicurare, razionalizzare, organizzare, disciplinare e gestire laraccolta di abiti ed accessori usati provenienti dalla raccolta differenziata:condizione indispensabile per garantirne il recupero attraverso il riutilizzo ed ilriciclo.

L’intento principale è di incentivare il più possibile la raccolta differenziata di abitie di accessori usati, con un parallelo aumento della trasparenza del ciclo diintervento degli operatori del settore ed un’informazione adeguata per gli utentie per i consumatori di tali materiali riguardo i sistemi di raccolta e di riciclodisponibili.

Per raggiungere i propri obiettivi il Consorzio si impegna ad attuare pienamentequanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e dalle altre norme primarie e secondariedirettamente o indirettamente attinenti; applicando inoltre un codice eticoattraverso il proprio regolamento.

CONAU cercherà di sensibilizzare i cittadini per implementare la raccoltadifferenziata di abiti e di accessori usati coinvolgendo le istituzioni nazionali elocali allo scopo di sollecitare maggiore attenzione ed adesione al servizio e diriuscire ad ottenere i dovuti riconoscimenti in ambito legislativo.

Il Consorzio, nato da poco più di un anno, intende inoltre incrementare ilnumero degli iscritti tra gli operatori professionali del recupero, ed estendere lapossibilità di adesione anche a coloro che producono o importanoabbigliamento nuovo.

EDOARDO AMERINI

Presidente CONAU

INTRODUZIONE

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 306: L'italia del Recupero 2009

306

I rifiuti tessili di origine urbana sono regolamentati dalla normativa in materia dirifiuti, parte IV, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

Ai fini della classificazione di indumenti usati, o più in generale frazione “tessile”da raccolta differenziata, sono attribuiti i seguenti codici CER:

CER 200110 abbigliamentoCER 200111 prodotti tessili

L’origine di rifiuto urbano colloca questa frazione sotto il diretto controllo delComune e quindi del gestore del servizio che provvede alla raccolta direttamente otramite soggetti convenzionati. Ai fini della raccolta e trasporto, sia in ambitourbano che per il conferimento ai successivi impianti di recupero, è quindinecessario che l’impresa di trasporto sia iscritta all’Albo Gestori Ambientali.

Il recupero avviene presso impianti autorizzati, che possono operare con iseguenti titoli autorizzativi:- in procedura ordinaria (artt. 208-210, D.Lgs. 152/06) con atto autorizzativo

rilasciato dall’Ente territoriale competente (Regione o Provincia) che fissa casoper caso le condizioni del processo di recupero;

- in procedura semplificata a seguito di comunicazione per il recupero di rifiutispeciali non pericolosi destinati esclusivamente al recupero (artt. 214-216,D.Lgs. 152/06) e secondo le precise indicazioni riportate nel DM 5 febbraio 1998.

In entrambi i casi si applicano gli obblighi generali relativi ai rifiuti stabiliti dalD.Lgs. 152/06, quali la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, l’emissionedel formulario di trasporto e la denuncia annuale (MUD).

La complessità del quadro normativo impone ai soggetti che voglianointraprendere questa attività una professionalità e degli investimenti necessari alrispetto delle norme stesse; talvolta sono i singoli Comuni o Consorzi, creatiappositamente per la gestione dei rifiuti, a gestire questo tipo di attività nellesingole realtà territoriali.

Il CONAU, nato nel 2008, ha proprio lo scopo di valorizzare i soggetti cheoperano nel pieno rispetto delle normative, differenziandoli da quelli cheoperano ai margini dell’illegalità e che creano sacche di concorrenza sleale adunico danno di quegli operatori che svolgono seriamente la propria attività nelpieno rispetto della normativa in materia.

Va da sé che una illegalità tollerata produce al suo seguito ulteriori illegalità epertanto sarà opportuno intraprendere azioni in collaborazione con altreAssociazioni, al fine di garantire da una parte il cittadino e dall’altra le aziendeche operano in questo settore in modo professionale.

Import-exportLa tipologia di rifiuto in esame ricade nel Regolamento CE 1013/2006 del 14giugno 2006, ed è individuata nella lista verde alla voce “B3030 rifiuti tessili”.

IL QUADRONORMATIVO

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 307: L'italia del Recupero 2009

307

Quattro chili pro capite è quanto ognuno di noi in Italia dismette ogni anno inabiti usati ed accessori siano essi scarpe o tessili usati nelle abitazioni domestiche(tende, tovaglie, coperte, etc.).

Se proiettiamo il dato in ambito nazionale, in Italia annualmente dismettiamocirca 240.000 tonnellate di abiti usati ed accessori, che per dare una idea piùchiara corrispondono, in volume a 16.000 tir (più di 40 camion al giorno!).

È chiaro che, ad oggi, non siamo ancora in grado di intercettare l’interoquantitativo di indumenti, anche se, in particolare nella zona del Nord Italia, sisono registrati interessanti risultati, come nel seguito riportato.

È evidente che tutta questa mole di materiale non può essere distribuita, perintero, a quello strato di popolazione che versa in stato di povertà; in primis,perché manca una domanda in tal senso e poi perché solo una minima parte diquanto si raccoglie potrebbe essere donato: si stima non più del 10%, la restanteparte è comunque riutilizzabile o trasformata in materia prima.Per queste ragioni, da tempo, le Associazioni caritative vendono a dittespecializzate nel riciclaggio di questi materiali quanto in esubero traendone unbeneficio economico, utile per la realizzazione dei loro progetti.

Sono tre, di norma, i soggetti che sono coinvolti nella raccolta degli abiti usati.

Il soggetto principale è l’ente evidenziato con il proprio nome sul cassonetto,normalmente un’associazione senza scopo di lucro, che di fatto sovrintende,sostiene e garantisce l’iniziativa. Ad esso spetta il compito di verificare i soggettiche incarica per il servizio di raccolta, affinché forniscano le dovuteautorizzazioni e garanzie di serietà.

Il secondo soggetto è l’ente che si occupa operativamente della raccolta dellafrazione tessile negli appositi cassonetti e della logistica di detto materiale.Spesso si tratta di cooperative senza scopo di lucro con finalità sociale edumanitaria o/e che impiegano persone con svantaggi di natura fisica e sociale,allo scopo di inserirle o reinserirle in attività lavorative.

L’ultimo anello della catena è chi acquista il materiale raccolto, e si occupa dellasua cernita e successiva ricollocazione.

LA PRODUZIONENAZIONALE DI

ABITI DISMESSIDI ORIGINE URBANA

I SOGGETTICOINVOLTI

NELLARACCOLTA

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 308: L'italia del Recupero 2009

308

Il recupero degli abiti ed accessori di abbigliamento usati riguarda una frazione dellaraccolta differenziata dei rifiuti urbani provenienti da aree della nostra penisola dipiccole, medie e grandi dimensioni, fino agli ambiti territoriali ottimali (ATO).Gli indumenti usati originati da cicli di post-consumo sono raccolti capillarmentee raggruppati per poi essere inviati ad impianti autorizzati alla gestione di rifiutidove il processo di trattamento determina come risultato finale:

- la qualifica di “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabilidirettamente in cicli di consumo”;

- la qualifica di “materie prime seconde per l’industria tessile”;- altri impieghi industriali.

Le frazioni che si ottengono dal trattamento vengono destinate per il 68% alriutilizzo, per il 25% al riciclo e per il 7% allo smaltimento.

Il recupero delle materie, oltre a rappresentare un importante fattore economicoe strategico per l’approvvigionamento delle materie seconde per i settoriproduttivi, si presenta come un importante alleato per l’abbattimentodell’impatto ambientale dell’industria. Con il riutilizzo delle materie recuperate neiprocessi produttivi o in cicli di consumo, si ha infatti una forte diminuzione della CO2

prodotta rispetto a quella che si sarebbe prodotta utilizzando materie vergini.

Ecco un esempio dei benefici ambientali ricavati da uno Studio effettuatodall’università di Copenhagen (fonti ricerca 2008) che dimostra i vantaggiambientali ottenuti attraverso la raccolta di abiti usati.

Un kg di abiti usati raccolti riduce:

- Emissioni CO2 di 3,6 kg;- Consumo di acqua di 6.000 litri;- Uso di fertilizzanti 0,3 kg;- Utilizzo di pesticidi 0,2 kg.

I benefici effetti ambientali si sommano agli indubbi e molteplici vantaggi sociali,in parte già evidenziati. Innanzitutto gli abiti usati sono l’unica frazione della raccolta differenziata chenon è sostenuta da alcun tipo di contributo pubblico, mentre l’associazionegrazie ai contributi ricevuti promuove sul territorio attività di assistenza sociale.La cooperativa inserisce in ambito lavorativo promuovendone il reinserimentosociale soggetti con diverse problematiche, siano esse fisiche o sociali.L’altro aspetto di indubbio vantaggio è che, attraverso il sistema di raccolta degliabiti usati, si riesce a recuperare materiale che altrimenti verrebbe smaltito allastregua dei rifiuti solidi urbani e finirebbe in discarica con costi a carico delcittadino.

IL CICLO DI RECUPERODEGLI

INDUMENTI USATI

IL CICLO DI RECUPERODEGLI

INDUMENTI USATI

EFFETTI AMBIENTALIDEL SETTORE RACCOLTA E

RICICLAGGIO

VANTAGGI SOCIALI

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 309: L'italia del Recupero 2009

309

Nelle Tabelle 1 e 2 sono riepilogati i dati nazionali che quantificano nel tempo ilfenomeno della produzione dei rifiuti urbani. Tali dati evidenziano l’andamentodelle raccolte differenziate in generale e nello specifico per la tipologia del“tessile”.

Si può notare come la percentuale di raccolta differenziata della frazione“tessile” negli ultimi 8 anni sia raddoppiata, passando dallo 0,11% allo 0,22%sul totale della produzione di rifiuti urbani.

PRODUZIONE NAZIONALE RIFIUTI

URBANI E RACCOLTEDIFFERENZIATE

ABITI USATI

TABELLA 1: Produzione nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

TABELLA 2: CONAU raccolta differenziata “TESSILE” ( 000/ton) (% sul dato nazionale raccolta differenziata tessile)

Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007

Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007

Fonte : ISPRA rapporto rifiuti 2008

28.959 29.409 29.864 30.034 31.150 31.664 32.508 32.548

Produzione nazionale rifiuti urbani (000/ton)

4.181 5.115 5.739 6.339 7.067 7.672 8.374 8.958

14,4% 17,4 % 19,2 % 21,1% 22,7 % 24,2 % 25,8 % 27,5

Dato nazionale raccolte differenziate (000/ton) (% sul totale RSU)

31,9 47,1 54,0 50,0 56,5 63,3 70,3 73,4

0,11 % 0,16 % 0,18 % 0,17% 0,18 % 0,19 % 0,22 % 0,22 %

- - - - 23,0 31,5 33,2 34,8

- - - - 40,7 % 49,8 % 47,2 % 47,4 %

Dato nazionale raccolta differenziata “TESSILE” (000/ton) (% sul totale RSU)

Fonte: CONAU

Page 310: L'italia del Recupero 2009

310

Il dato elaborato per produzione pro-capite evidenzia un valore medio statisticosu base nazionale, anche se è da segnalare la sostanziale differenza tra le Regionidel Nord, Centro e Sud Italia.

Alcuni dati in merito ai volumi di raccolta differenziata di abiti e accessori usatistimati da CONAU:

• il consumo di abiti e di accessori in Italia è circa 14 kg/persona annui;

• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva a circa 3-4kg/persona annui in alcune zone del territorio italiano;

• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva in media a circa 1,2kg/abitante annui su base nazionale (inferiore alla media UE).

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Anno

2002

Anno

2003

Anno

2004

Anno

2005

Anno

2006

Anno

2007

Anno

2008

521 524 533 539 550 546 -Rifiuti Urbani

Racc.Diff.Tessile 0,9 0,9 1,0 1,1 1,2 1,2 -

TABELLA 3: Valori medi pro capite (kg/ab*anno)

Fonte: CONAU

Page 311: L'italia del Recupero 2009

Ditte aderenti al Consorzio

• TESMAPRI S.p.A.• HUMANA PEOPLE TO PEOPLE ITALIA S.c.r.l.• PANDOLFI S.r.l.• EUROTESS S.r.l.• EUROFRIP S.r.l.• SABIRO S.n.c.• RECOTES S.r.l.

311

ABITI USATIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Campania:Napoli

Emilia Romagna:Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, ReggioEmilia, Rimini

Friuli Venezia Giulia:Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste

Lazio:Frosinone, Latina

Liguria:Genova, Imperia

Lombardia:Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia,Sondrio, Varese

Piemonte:Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli

Toscana:Arezzo, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Pisa, Prato, Siena

Trentino Alto Adige:Bolzano, Trento

Veneto:Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza

Umbria:Terni

LE PROVINCE DOVE È PRESENTE

CONAU

Page 312: L'italia del Recupero 2009

INERTI

Page 313: L'italia del Recupero 2009

313

Il quadro normativo italiano che si è delineato negli ultimi anni, grazie alrecepimento di direttive europee sia in tema di materiali da costruzione che dirifiuti, ha portato ad una effettiva legittimazione dell’utilizzo degli aggregatiriciclati come materiale da costruzione.

Il primo importante passo in questa direzione è avvenuto con il DPR 21 aprile1993, n. 246 ovvero il recepimento della Direttiva europea 89/106/CEE suimateriali da costruzione. L’impostazione della politica europea in tema di qualitàdei prodotti da costruzione, introdotta dalla Direttiva 89/106/CEE, vertesostanzialmente sull’obbligo di marcatura CE di tutti prodotti immessi sulmercato al fine di essere permanentemente incorporati in opere di costruzione,quali edifici ed opere di ingegneria civile (compresi pertanto gli aggregati sianaturali che riciclati).

Con il successivo DM 11 aprile 2007 sono state definitivamente fornite leindicazioni per l’applicazione della Direttiva 89/106/CE agli aggregati e recepitele norme europee di riferimento.L’entrata in vigore delle norme armonizzate segna una svolta nel settore, inquanto esse si applicano ad aggregati naturali, artificiali o riciclati,indipendentemente dalla loro origine.

La nuova impostazione porta ad un cambiamento sostanziale nel mercato deimateriali da costruzione, in particolare dei materiali per lavori stradali (tipicaapplicazione degli aggregati riciclati), passando da un approccio prescrizionalead un approccio prestazionale, in cui i vari materiali vengono classificati infunzione delle loro caratteristiche tecniche, piuttosto che in funzione della loroprovenienza. Tali caratteristiche sono garantite dal produttore con la marcatura CE.

Per questa ragione si rende indispensabile l’aggiornamento dei capitolatid’appalto, strumenti ancora troppo spesso legati alla tradizione che con difficoltàvengono aggiornati sulla base dell’evoluzione della normativa tecnica europea.

Nel quadro normativo è stata anche introdotta l’obbligatorietà dell’utilizzo degliaggregati riciclati da parte delle PA.Con il DM 203/2003 e la relativa Circolare 15 luglio 2005, n. 5205 recante“Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi delDecreto Ministeriale 8 maggio 2003, n. 203”, si è imposto agli uffici pubblici ealle società a prevalente capitale pubblico l’obbligo di coprire il propriofabbisogno annuale di manufatti e di beni con una quota di prodotti ottenuti damateriale riciclato in una misura non inferiore al 30%.

Tale obbligo è stato introdotto dalla Legge Finanziaria 2002 (L. 448/01, art. 56),ed in origine riguardava la sola fornitura di beni (ad esempio, l’impiego dellacarta riciclata nelle fotocopiatrici degli uffici pubblici); soltanto con il DM203/2003 si è esteso tale obbligo anche alle opere pubbliche (art. 3, comma 3),imponendo quindi alle PA, in sede di formulazione dei capitolati d’appalto, diprevedere l’impiego di materiali riciclati.

La pubblicazione della Circolare attuativa (Circolare n. 5205/05) ha reso

INTRODUZIONE

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314

applicabile la disposizione in esame con conseguente e necessario adeguamentodei capitolati d’appalto delle PA.

Bisogna inoltre sottolineare come la crescente attenzione alle problematicheambientali abbia portato ad un sempre maggiore interesse verso il riciclaggio deirifiuti inerti. Basti pensare che la nuova direttiva europea sui rifiuti fissa unobiettivo di riciclaggio dei rifiuti inerti a livello comunitario pari al 70%, daraggiungere entro il 2020.

Anche l’adozione da parte del Ministero dell’Ambiente del Piano d’AzioneNazionale (PAN) sul Green Public Procurement, accogliendo così l’invitocontenuto nella Comunicazione della Commissione europea “Politica integratadei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale” del 2003, mostrala volontà di definire una strategia mirata ad aumentare il volume di “acquistiverdi” nelle PA ed a generare un cambiamento di modelli di produzione e diconsumo, anche privati, nella direzione della sostenibilità.Nonostante ciò purtroppo in Italia l’utilizzo degli aggregati riciclati non è ancorasufficientemente diffuso, se non addirittura ostacolato.

Le principali cause di questa situazione possono essere ricercate:• negli impedimenti di carattere burocratico che non permettono l’attuazione di

leggi fondamentali per lo sviluppo del nostro settore (DM 203/03, Acquistiverdi, etc.);

• nella mancanza di adeguati strumenti tecnici (elenchi prezzi, capitolatid’appalti, etc.);

• nella resistenza culturale ad utilizzare un materiale proveniente dai “rifiuti”.

Si aggiunge alle problematiche sopraelencate il momento congiunturale di crisieconomica, che sta mettendo a dura prova anche il settore del riciclaggio deirifiuti inerti.

Le difficoltà del settore delle costruzioni e il mancato avvio delle cosiddettegrandi opere si riflettono infatti inevitabilmente sul nostro settore.Nel tentativo di limitare i danni per gli operatori, ANPAR, soprattutto in questoperiodo, si sta impegnando per riavviare il mercato su diversi fronti:1) per un utilizzo sempre più diffuso degli aggregati riciclati sarebbe auspicabile

l’attuazione delle norme in vigore sul Green Public Procurement ed inparticolare del DM 203/03 (Repertorio del Riciclaggio). ANPAR, che hacollaborato con il Ministero dell’Ambiente per l’emanazione della norma, staora adoperandosi affinché questa venga efficacemente applicata. Infattil’iscrizione al Repertorio dovrebbe essere automatica una volta verificato, daparte dell’organo tecnico (ISPRA - ex APAT), il rispetto dei requisiti previstidalla norma. L’ulteriore avallo della Commissione ministeriale costituisce uninutile intralcio burocratico, in quanto questa non è strutturalmente in gradodi effettuare una valutazione tecnica sul possesso dei requisiti medesimi. Ciòrischia di provocare il blocco del sistema, come effettivamente è purtroppoavvenuto.

2) Per facilitare il compito delle stazioni appaltanti è necessario fornire loro uncapitolato speciale che preveda e agevoli l’utilizzo dei nostri materiali nelle

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infrastrutture (in particolare stradali). Il capitolato della Regione Toscana,primo ed ultimo esempio sul territorio nazionale, risulta infatti tuttavia adoggi già superato, nonostante i soli 5 anni passati, e necessita unaggiornamento alla serie di norme tecniche sulla marcatura CE degliaggregati. La direzione tecnica ha allora deciso, anche su sollecitazione dialcuni associati, di istituire una task force avente lo scopo di redigere in tempibrevi una norma tecnica nazionale in ambito UNI, sull’esecuzione di opere diingegneria che prevedano l’uso di terre ed aggregati. Tale norma potrà poiessere richiamata nei capitolati che le stazioni appaltanti (soprattuttopubbliche) dovranno necessariamente aggiornare (anche si spera perl’attuazione del DM 203/03).

3) Per far prevalere nel mercato gli operatori più qualificati, ANPAR sta da temposollecitando i propri associati ad un comportamento virtuoso, con particolareriferimento alla messa in opera del sistema di controllo dei materiali previstodalle norme tecniche sulla marcatura CE degli aggregati. L’Associazioneritiene infatti che solo con la commercializzazione di materiali di elevataqualità sarà possibile opporsi alla pratica lesiva della concorrenza di riciclare incantiere i rifiuti di demolizione e vendere (o peggio regalare) i “materiali” cosìprodotti. Sfruttando un finanziamento europeo, ANPAR sta quindi finalmentedando corso ad un progetto rimasto fino ad oggi nel cassetto: la redazione diun manuale sulla produzione e l’utilizzo degli aggregati riciclati nelleinfrastrutture. Tale manuale (che sarà disponibile anche in lingua inglese)conterrà, oltre ad una parte iniziale sulle modalità di lavoro e sulle garanzie diqualità dei materiali marcati CE, una seconda parte, in particolar mododestinata alla PA, che presenterà numerosi casi di applicazione in opere diparticolare rilievo, realizzate con aggregati riciclati in Italia ed all’estero.

Un altro tema molto attuale che potrebbe condizionare fortemente il nostrosettore è il cosiddetto problema dell’end-of-waste posto dalla nuova direttivaquadro sui rifiuti. Essa infatti impone di definire dei criteri specifici perindividuare il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale per diventare unprodotto. La Commissione europea sta attualmente lavorando alla definizione ditali criteri. ANPAR ha contribuito a tale lavoro, per quanto riguarda il settoredegli aggregati riciclati, attraverso il Ministero dell’Ambiente e le proprieassociazioni europee (FIR, FEAD).In attesa della definizione dei criteri specifici, la direttiva sottolinea comunqueche il passaggio da rifiuto a prodotto non può prescindere dal fatto che i rifiutidebbano essere sottoposti ad una operazione di recupero e soddisfino leseguenti condizioni:• la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici;• esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;• la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e

rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;• l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi

negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

Da qui la necessità di interrogarsi su quanti degli impianti autorizzati presenti inItalia saranno in grado di produrre aggregati riciclati che rispondono allanormativa vigente ed alle condizioni “end-of-waste” della direttiva.

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Un processo inadeguato di trattamento dei rifiuti inerti (al termine del quale ilmateriale non risponde alle caratteristiche dettate dalle norme tecnichearmonizzate europee), non riesce nel suo intento di creare un nuovo prodotto.

Tale operazione comporta inoltre un crollo dell’immagine degli aggregati riciclati,che, come ormai ampiamente dimostrato, sono equiparabili a livelloprestazionale agli aggregati naturali con, in più, innegabili vantaggi ambientali(risparmio del materiale da cava e riciclaggio dei rifiuti) ed economici.In diverse realtà europee questo problema è stato risolto elaborando un marchiodi qualità volontario. Gli impianti che riescono a garantire la produzione costantedi materiale rispondente alla normativa vigente possono ottenere questomarchio di qualità che permette loro di avere dei vantaggi con la PA.

È indispensabile per lo sviluppo del settore che vengano introdotte delle logichepremianti a chi produce materiale di qualità e penalizzanti (intensificando, peres. i controlli) a chi lavora ai limiti della normativa. Solo così gli aggregati riciclatiriusciranno a crearsi, presso le Direzioni lavori, i professionisti, le PA, le imprese,una meritata credibilità che oggi manca e costituisce il primo ostacolo all’utilizzodegli aggregati riciclati su vasta scala.

Con il presente Studio di settore, ANPAR anche quest’anno cerca di offrire il piùaggiornato stato dell’arte del settore del riciclaggio dei rifiuti inerti. Rispetto agliscorsi lavori è stato inoltre introdotto un capitolo in cui vengono presentate leprincipali caratteristiche degli impianti nostri associati.

Nonostante alcuni impianti presenti sul territorio non abbiano voluto aderire allanostra iniziativa, forse anche a causa del momento congiunturale, possiamoaffermare che i dati qui contenuti rappresentino un buon punto di partenza perstimare i quantitativi di aggregati riciclati oggi prodotti in Italia. I dati sonoriportati in forma anonima, nella speranza di vincere la diffidenza di alcuni nostricolleghi che non capiscono ancora l’importanza di stare insieme e di creare inmodo definitivo un vero e proprio comparto industriale.

RENZO PRAVETTONI

Presidente ANPAR

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Alla vigilia del recepimento della nuova direttiva europea sui rifiuti (2008/98/CEdel 19 Novembre 2008), risulta urgente ed indispensabile disporre di dati certisulla produzione di rifiuti inerti, nonché di un quadro aggiornato degli impiantidi trattamento per tali rifiuti al fine di poter intraprendere al più presto unaadeguata politica di gestione degli stessi. La Comunità europea infatti, con lanuova direttiva sui rifiuti, vuole portare gli Stati membri ad un radicalecambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti, da peso indesideratoa risorsa preziosa, ed ha pertanto posto degli specifici obiettivi di riciclaggio peri diversi settori. L’obiettivo di riciclaggio fissato per i rifiuti da demolizione è parial 70% da raggiungere nel 2020.Se si considera che attualmente il riciclaggio dei rifiuti inerti si aggira intorno al10%, si può comprendere l’urgenza con cui bisogna affrontare e risolvere ilproblema per cercare di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio posti in ambitoeuropeo. Per quanto concerne i dati sulla produzione di rifiuti inerti, il “Rapportorifiuti 2008” di ISPRA costituisce la fonte ufficiale italiana. In tale Rapporto vieneindicato un quantitativo di produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi daC&D pari a 52.083 milioni di tonnellate (relativo all’anno 2006).È necessario tuttavia sottolineare che si tratta di una stima. La base dati utilizzatada ISPRA per la quantificazione dei rifiuti speciali è rappresentata dalledichiarazioni MUD effettuate nell’anno 2007, ai sensi dell’art. 189 del D.Lgs.152/2006. A tal proposito, va evidenziato che quest’ultimo decreto ha apportatorilevanti modifiche per quanto attiene ai soggetti tenuti all’obbligo didichiarazione. In particolare, il comma 3 dell’art. 189 ha esonerato dall’obbligodella dichiarazione tutti i produttori di rifiuti non pericolosi.L’applicazione del D.Lgs. 152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ossia ilgiorno prima della scadenza per la presentazione del MUD, ha portato ad unalieve diminuzione del numero di dichiarazioni presentate nel 2006 rispettoall’anno precedente e ad una drastica riduzione delle stesse presentate nell’anno2007 (è da precisare che il 13 febbraio 2008 è entrato in vigore il D.Lgs. 4/2008,cosiddetto “Correttivo ambientale”, che ha reintrodotto l’obbligo dipresentazione del MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi edesentato le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti, con non più di 10dipendenti. Grazie alle dichiarazioni MUD presentate entro il 30 aprile 2008,relative all’anno 2007, sarà quindi possibile riavere, per tale anno, un dato diproduzione di rifiuti non pericolosi più completo e realistico).Ai fini di una corretta valutazione dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosiprodotta in Italia, ISPRA ha integrato i dati MUD attraverso procedure di stima.In particolare l’ammontare dei rifiuti non pericolosi derivanti dal settore NACE 45(C&D) è stato desunto a partire dai dati dichiarativi MUD inerenti alle operazionidi gestione, eliminando le dichiarazioni relative alle fasi intermedie di gestione.La produzione totale dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi èstata pertanto assunta pari al quantitativo avviato a recupero o a smaltimento.Per quanto riguarda invece la quantificazione della percentuale di rifiutieffettivamente riciclata, il “Rapporto rifiuti 2008” fornisce solo dati generali suirifiuti speciali non pericolosi e non specifici sul settore dei rifiuti da C&D. Questoè fondamentalmente dovuto al fatto che il sistema di gestione dei rifiuti specialie di autorizzazione degli impianti è piuttosto complesso e non permette, adoggi, una raccolta dati suddivisa per settori. Lo Studio di settore che ANPARelabora annualmente si è sempre posto come obiettivo la stima della produzione

PREMESSA METODOLOGICA

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nazionale di aggregati riciclati, purtroppo quest’anno, complice la crisieconomica che ha fortemente danneggiato il nostro settore e reso menocollaborativi i gestori degli impianti, abbiamo avuto parecchie difficoltà a reperirei dati utili allo studio. Tuttavia nel corso degli anni ANPAR ha costituito unapiccola banca dati sulla base della dichiarazione MUD dei singoli impianti diriciclaggio che riteniamo possa considerarsi rappresentativa del settore almenoper quanto concerne l’andamento dei conferimenti nel corso degli anni.Quest’anno il campione su cui è stata effettuata l’indagine è composto da 49impianti. Ai gestori è stato richiesto di compilare un questionario con iquantitativi di rifiuti conferiti nell’anno 2008 relativi ai seguenti codici CER:

CER 17 01 01 CementoCER 17 01 02 MattoniCER 17 01 03 Mattonelle e ceramicaCER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e

ceramiche, diverse da quelle di cui alle voce 170106CER 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce

170301CER 17 04 05 Ferro e acciaioCER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503CER 17 05 06 Fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce

170505CER 17 08 02 Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quelle

di cui alla voce 170507CER 17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione,

diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e170903

Altri

Come emerge dalla Figura 1 si conferma negli anni la dislocazione geograficadegli impianti, concentrati principalmente nel Nord Italia.La difficoltà di effettuare un censimento completo degli impianti di riciclaggio dirifiuti da C&D attivi in Italia, e la conseguente mancanza di dati in merito, nonconsente di determinare con certezza la rappresentatività del campioneanalizzato.Un primo e importante passo in questo senso è stato compiuto da FISE, che hapresentato di recente il Rapporto “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti inItalia”. Tale Rapporto ha l’obiettivo di predisporre un quadro aggiornato degliimpianti per il trattamento dei rifiuti in Italia riguardanti sia quelli di recupero chedi smaltimento e delle relative capacità autorizzative, al fine di potercomprendere l’attuale contesto operativo e mettere in atto le azioni correttivenecessarie per evitare il diffondersi di situazioni di emergenza che hanno negliultimi tempi interessato alcune Regioni italiane. Tuttavia anche questo Studio,come quello di APAT, presenta i dati suddivisi per tipologia di trattamento e nonper tipologia di rifiuti specifica. Pertanto ancora una volta i dati relativi al settoredei rifiuti da C&D rimangono nell’incertezza.Partendo da questo primo ed importante passo, compiuto da FISE, verso uncensimento degli impianti di trattamento, ANPAR si è prefissa per il prossimoanno di approfondire la parte relativa ai rifiuti speciali non pericolosi da C&D.

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INERTI

FIGURA 1: Dislocazione degli impianti che hanno partecipato alla ricerca

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

40

7

2

31

3

4

2

2

1

21

1

1

1

Totale= 49 impianti

Fonte: ANPAR

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320

Premessa

Il presente Studio di settore si è posto come obiettivo la stima della produzionenazionale di aggregati riciclati. Non disponendo di tale dato si è pensato, dasempre, di utilizzare i dati sulle quantità di rifiuti inerti che, a livello nazionale,raggiungono gli impianti di riciclaggio per passare a nuova vita. Si ritiene infattiche l’errore di stima, dovuto alla produzione di rifiuti nel processo stesso diriciclaggio, sia trascurabile (si ipotizza intorno all’1%).ANPAR, al fine di aggiornare la stima dei quantitativi di aggregati riciclatiprodotti, ha pertanto elaborato i dati forniti direttamente dai gestori di impiantidi riciclaggio che hanno aderito all’iniziativa, sulla base della dichiarazione MUDdegli ultimi quattro anni.

Aspetti qualitativi

La composizione dei rifiuti inerti risulta molto variabile, sia per la diversa originedei rifiuti, sia in funzione di fattori quali le tipologie e le tecniche costruttivelocali, il clima, l’attività economica e lo sviluppo tecnologico della zona, nonchéle materie prime e i materiali da costruzione localmente disponibili.Dall’analisi dei dati forniti dagli impianti di riciclaggio coinvolti nella ricerca,emerge che la maggior parte degli impianti riceve quasi esclusivamente rifiutiappartenenti alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni dicostruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).Il rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX e ilconferito totale risulta superiore all’ 85% tranne in tre casi (Grafico 1).Le ragioni di tale differenza sono da ricercarsi nelle particolari condizioni dellerealtà locali in cui sorgono gli impianti.I primi due hanno, per scelta imprenditoriale, deciso di concentrare le proprieattenzioni sul rifiuto industriale, piuttosto che sui rifiuti da costruzione edemolizione, il terzo invece si trova nelle vicinanze di numerose cave di travertinoche conferiscono i propri scarti presso l’impianto.I tre dati in questione non sono sufficienti a modificare la tendenza generale,verificabile su tutto il territorio nazionale.Suddividendo infatti gli impianti per Regioni o per aree geografiche (Nord,Centro, Sud), la percentuale di conferimenti della famiglia 17.XX.XX risultasempre superiore al 90% del totale.

LA PRODUZIONE DI AGGREGATI

RICICLATI IN ITALIA

INERTIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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321

Ciò conferma quanto già affermato in precedenza e cioè che i rifiuti inerti sonoprincipalmente originati dal settore edile in tutto il territorio nazionale.Per quanto concerne invece la composizione media dei rifiuti trattati negliimpianti oggetto della presente indagine, dall’analisi dei Grafici 2, 3, 4 e 5 (cheriportano la situazione specifica nei diversi ambiti territoriali nazionali) emergeche, sebbene in proporzioni diverse, i rifiuti conferiti agli impianti con percentualimaggiormente significative, rispetto al totale, sono quelli appartenenti allecategorie definite dai codici CER riportate in Tabella 1.

INERTI

GRAFICO 1: Visualizzazione del rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX ed iltotale conferito

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

impi

anto

1im

pian

to 2

impi

anto

3im

pian

to 4

impi

anto

5im

pian

to 6

impi

anto

7im

pian

to 8

impi

anto

9im

pian

to 1

0im

pian

to 1

1im

pian

to 1

2im

pian

to 1

3im

pian

to 1

4im

pian

to 1

5im

pian

to 1

6im

pian

to 1

7im

pian

to 1

8Fonte: ANPAR

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322

L’analisi “geografica” di questi dati ci permette di riscontrare alcunedifferenze significative nei conferimenti delle principali famiglie CER17.XX.XX.Si riporta di seguito la differente suddivisione delle principali tipologie dirifiuti conferiti.Il codice 17 09 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 32%,risulta pari a 20% negli impianti censiti nel Nord Italia, 61% nel Centro e56% nel Sud.Il codice 17 05 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 14%,risulta pari a 17% negli impianti censiti nel Nord Italia, 4% nel Centro e22% nel Sud.Il codice 17 01 07, a fronte di una media nazionale pari a circa il 27%,risulta pari a 8% negli impianti censiti nel Nord Italia, 15% nel Centro e 1%nel Sud.Tali differenze di fatto non sono molto significative e possono solo in parteessere giustificate dal fatto che nel Nord Italia giungono agli impianti anchealtre tipologie di rifiuti oltre a quelle più diffuse legate al settore edile.Tali rifiuti, assoggettati ad un trattamento di selezione, separazione dellefrazioni leggere indesiderate e classificazione granulometrica, diventanoaggregati riciclati che possono essere a tutti gli effetti assimilati agliaggregati naturali. Con l’obbligo della marcatura CE dei prodotti dacostruzione (inclusi pertanto gli aggregati di qualunque natura e/o origine)è possibile infatti garantire agli utilizzatori le prestazioni, da loro stessirichieste, degli aggregati riciclati.

INERTI

TABELLA 1: Tipologie di rifiuti conferiti agli impianti con percentuali maggiormente significative

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

17 09 04

17 05 04

17 01 07

17 03 02

32

14

27

11

Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;

Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03;

Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;

Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301

CER %DEFINIZIONE

Fonte: ANPAR

Page 323: L'italia del Recupero 2009

323

INERTI

GRAFICO 2: Composizione media del rifiuto trattato in tutti gli impianti oggetto dellapresente indagine

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

CER 170101 7%

CER 170107 27%CER 170904 32%

Altri 7%

CER 170302 11%CER 170802 2%

CER 170504 14%

CER 170101 8%

CER 170107 32%CER 170904 20%

Altri 9%

CER 170504 17%

CER 170302 14%

Fonte: ANPAR

GRAFICO 3: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelNord Italia

Fonte: ANPAR

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CER 170101 2%

CER 170107 1%

CER 170904 56%

CER 170302 18%

CER 170504 22%

Altri 1%

324

INERTI

GRAFICO 4: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelCentro Italia

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

CER 170101 2%

CER 170107 15%

CER 170904 61%

Altri 3%

CER 170302 5%

CER 170802 9%

CER 170508 1%

CER 170504 4%

GRAFICO 5: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelSud Italia

Fonte: ANPAR

Fonte: ANPAR

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325

Aspetti quantitativi

I dati ufficiali relativi al riciclaggio dei rifiuti inerti, pur essendo comeaccennato ancora oggi di scarsa affidabilità, indicano che il quantitativo dirifiuti da costruzione e demolizione prodotti in Italia è pari a circa 52 milionidi tonnellate.Nonostante in questi ultimi anni l’attenzione nei confronti di tale famiglia dirifiuti sia notevolmente cresciuta (ne è testimonianza l’impegno assunto damolte amministrazioni a sviluppare Accordi di programma), si può comunqueaffermare che il settore del riciclaggio dei rifiuti inerti è ancora fortementesottosviluppato e, soprattutto, mal organizzato dal momento che:

• non esiste un censimento ufficiale degli impianti di trattamento dei rifiutiinerti autorizzati dislocati sul territorio nazionale;

• non si conosce l’entità del flusso di rifiuti da costruzione e demolizione(codice CER 17.XX.XX) né il suo frazionamento nelle diverse destinazionifinali (discariche per inerti, impianti di riciclaggio e impianti di sempliceriduzione volumetrica, etc.);

• esiste ancora una notevole quantità di rifiuti che non vienesmaltita/riciclata regolarmente;

• esiste un flusso di materiali che, essendo di natura omogenea, possonoessere assoggettati ad un trattamento di semplice riduzionegranulometrica direttamente in cantiere ed al successivo reimpiego sulposto (e non viene quindi mai compresa nelle stime sulla produzione).

Come anticipato in premessa, quest’anno hanno purtroppo partecipato allostudio di settore solo 49 impianti, 3 in meno rispetto allo scorso anno.Non avendo pertanto alcun significato il confronto, in termini assoluti, delquantitativo di aggregati riciclati messi sul mercato nei diversi anni,abbiamo confrontato solo i dati relativi ai 14 impianti che hannopartecipato a tutti gli studi di settore degli ultimi quattro anni (Grafico 6).Ne emerge che i conferimenti di rifiuti inerti dopo un iniziale incrementoavvenuto nel 2006 sono rimasti stabili per il 2007 ed hanno avuto unsensibile decremento nel 2008.

INERTIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

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Se si considera che i dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trendpositivo della produzione di rifiuti inerti (purtroppo però l’ultimo dato aggiornatoè del 2006) mentre i nostri impianti registrano un trend negativo deiconferimenti, si può concludere che il riciclaggio dei rifiuti inerti abbia interessatoaddirittura meno del 10% stimato lo scorso anno.

Un confronto con i dati europei

Ogni anno in Europa sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti daC&D. Essi rappresentano il 31% della produzione totale di rifiuti in Europa(Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008).La Tabella 2 mostra lo sviluppo della generazione pro capite dei rifiuti da C&Ddei vecchi Stati Membri e della Norvegia dal 2001. La media per Unione Europeaa 27 Paesi più la Norvegia è di 1,74 tonnellate/anno pro capite.Analizzando i dati si nota come vi siano molte differenze tra i vari Paesi dellavecchia configurazione europea. Francia e Lussemburgo generano rispettivamente5,5 e 5,9 tonnellate/anno. Germania e Irlanda generano tra le 2 e le 4tonnellate/anno, mentre il resto dei Paesi va dalle 0,2 tonnellate/anno dellaNorvegia alle 2 tonnellate/anno del Regno Unito, passando per l’Italia con 0,88tonnellate/anno. Anche per quanto riguarda i nuovi Stati membri, osservando laTabella 3 si notano molte differenze, anche se tutti sono al di sotto di 1tonnellate/anno pro capite. Fa eccezione Malta che genera quasi 2tonnellate/anno. L’indice di produzione di rifiuti pro capite è senz’altro un datolegato al livello di industrializzazione della Nazione, tuttavia la sensibiledifferenza dei dati riscontrata è forse più giustificata dai diversi metodi dicontabilizzazione dei rifiuti utilizzati nei diversi Paesi.

INERTI

GRAFICO 6: Conferimenti dei rifiuti inerti negli anni 2005-2008 (000/ton)

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

2.100.000

2.200.000

2.300.000

2.400.000

2.500.000

2.600.000

2.700.000

2.800.000

2005 Totaleconferito

2008

20072006

Fonte: ANPAR

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327

INERTI

Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008 - Dato aggiornato da ANPAR sulla base dei dati presentati da ISPRA nel “Rapporto rifiuti 2008”

TABELLA 2: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Austria - - - 0,81 - 0,81

Belgio 0,81 0.80 1,11 1,06 1,22 1,18

Danimarca 0,63 0,75 0,70 0,83 0,97 1,12

Finlandia - - - 3,99 - -

Francia - - - 5,5 - -

Germania 3,05 2,92 2,71 2,33 2,24 -

Grecia 0,41 0,38 0,37 0,37 - -

Irlanda 1,70 - - 2,74 3,60 3,95

Italia 0,54 0,65 0,74 0,80 0,78 0,88*

Lussemburgo - - - 5,9 - -

Olanda 1,48 1,47 1,46 1,47 1,58 -

Norvegia 0,27 0,28 0,27 0,70 0,32 -

Portogallo - - - 1,09 - -

Spagna 0,59 0,58 0,66 0,74 0,80 0,88

Svezia - - - 1,14 - -

Regno Unito 1,74 1,74 1,75 1,66 1,90 1,89

Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Bulgaria - - - 0,39 - -

Cipro - - - 0,58 - -

Repubblica Ceca 0,85 0,85 1,00 1,44 1,20 1,15

Estonia 0,64 0,94 0,93 1,12 1,61 1,78

Ungheria 0,49 0,59 0,51 0,43 0,49 0,54

Lettonia - 0,06 0,03 0,04 0,07 0,05

Lituania - - - 0,10 - 0,18

Malta - - - 1,95 - -

Polonia - - - 0,11 0,14 0,44

Romania 0,02 0,03 0,01 0,00 0,02 -

Slovacchia - - 0,07 0,26 - -

Slovenia 0,83 0,82 1,00 1,41 1,2 1,18

EU 27+ Norvegia - - - 1,74 - -

Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008

TABELLA 3: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa

Page 328: L'italia del Recupero 2009

328

Le autorizzazioni

I soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di recupero di rifiutiinerti devono essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dall’autoritàcompetente per territorio.La normativa prevede due tipologie di autorizzazioni: ordinaria (artt. 214-216D.Lgs. 152/06) e semplificata (artt. 208-211 D.Lgs. 152/06).Per ottenere la prima è necessario presentare il progetto definitivo dell’impiantoe la documentazione tecnica prevista per la realizzazione del progetto stessodalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute disicurezza sul lavoro e di igiene pubblica, che verrà valutato in sede di Conferenzadi servizi.L’esercizio invece delle operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificatapuò essere intrapreso, a condizione che siano rispettate le norme tecniche e leprescrizioni specifiche (ancora da definire con decreti del Ministro dell’Ambientee della Tutela del Territorio), decorsi novanta giorni dalla comunicazione di iniziodi attività alla competente Sezione Regionale dell’Albo.Una importante novità, in campo di autorizzazioni, è stata però introdotta dalD.Lgs. 4/08, il quale impone anche per le attività di smaltimento e recupero inprocedura semplificata l’obbligo della verifica di assoggettabilità alla VIA(Valutazione di Impatto Ambientale) per gli impianti di recupero di rifiuti nonpericolosi con capacità complessiva superiore a 10 tonnellate/giorno. Conl’entrata in vigore del correttivo pertanto le attività di smaltimento e recupero inprocedura semplificata non hanno di fatto un trattamento differenziato rispettoa quelle in procedura ordinaria, salvo i tempi di ottenimento dell’autorizzazionestessa che dovrebbero essere più brevi.È necessario sottolineare che l’autorizzazione in procedura ordinaria offremaggiori possibilità di poter gestire il processo di recupero con regole studiateper la specifica realtà in cui è inserito l’impianto.Per questo motivo ANPAR suggerisce ai propri associati di mantenersi in questoregime effettivamente già scelto dalla maggioranza di loro.Purtroppo le procedure per ottenere l’autorizzazione ed i tempi relativievidenziano uno dei problemi più gravi del nostro settore.La ripartizione delle competenze relative agli impianti per il trattamento dei rifiutiche si prospetta attualmente è infatti piuttosto complicata e si può cosìsintetizzare:1. il rilascio delle autorizzazioni di cui agli artt. 208-211 (autorizzazione

ordinaria) del D.Lgs. 152/06 è di competenza delle Regioni;2. nel periodo intercorrente tra l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06 e l’entrata

in vigore del D.Lgs 4/08, le autorizzazioni in procedura semplificata dovevanoessere trasmesse dai richiedenti alle Sezioni regionali interessate dell’AlboNazionale dei Gestori Ambientali (art. 212, D.Lgs. 152/06)

3. successivamente all’entrata in vigore del D.Lgs. 04/08, le autorizzazioni inprocedura semplificata sono state trasmesse dai richiedenti alle provincieterritorialmente competenti;

4. infine, occorre rilevare che molte delle autorizzazioni oggi in vigore sono stateemanate in vigenza del D.Lgs. 22/97, pertanto, secondo la ripartizione dellecompetenze stabilite dallo stesso, le procedure semplificate fanno capo alleProvincie e le autorizzazioni ordinarie fanno capo alle Regioni.

LE CARATTERISTICHEDEGLI

IMPIANTI ANPAR

INERTIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 329: L'italia del Recupero 2009

329

Le attività integrative presso i centri di recupero di rifiuti inerti

Spesso il riciclaggio dei rifiuti inerti viene svolto parallelamente ad altre attività(Grafico 7) al fine di ottimizzare la gestione dei rifiuti e/o la commercializzazionedei prodotti.In Europa, per esempio, negli ultimi anni si è creata una significativa sinergia tral’attività di cava e quella del riciclaggio dei rifiuti inerti. Nel febbraio 2008 laEuropean Aggregates Association (UEPG) e l’International Recycling Federation(FIR) hanno lanciato la piattaforma europea per gli aggregati riciclati, EuropeanPlatform for Recycled Aggregates, EPRA. La missione di EPRA è quella diraggiungere il miglior uso degli aggregati riciclati nelle maggiori applicazionipossibili. L’unione delle attività di cava e di recupero di rifiuti inerti, pur noncostituendo una corsia preferenziale sul versante degli obblighi autorizzativi, puòeffettivamente portare a numerosi vantaggi:• possibilità di fornire nel medesimo luogo di produzione aggregati di varia

natura. Le materie prime naturali potrebbero così essere dedicate solo adimpieghi più nobili (calcestruzzo) privilegiando l’uso di aggregati riciclati incostruzioni non strutturali;

• limitare gli impatti ambientali sul territorio dovuti all’attività estrattiva;• risolvere il problema di smaltimento dei propri rifiuti (sfridi e residui di cava);• offrire a terzi un servizio di recupero di rifiuti derivanti dalle attività di

costruzione e demolizione.

INERTI

Fonte: ANPAR

GRAFICO 7: Ripartizione percentuale tra gli associati ad ANPAR delle attività integrativepresso i centri di recupero di rifiuti inerti

EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO

Impresa di costruzioni 12%

Cava 17%Servizio raccolta rifiuti 14%

Altre 15%

Centro raccolta/trattamento

altri rifiuti 8%Produzione di conglomerati bituminosi e asfalti 17%

Produzione di calcestruzzo 17%

Page 330: L'italia del Recupero 2009

Impianto 1 X X X X X

Impianto 2 X X X X

Impianto 3 X X X X X

Impianto 4 X X X X X

Impianto 5 X X

Impianto 6 X X X

Impianto 7 X X

Impianto 8 X X X X

Impianto 9 X X X X

Impianto 10 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

Impianto 11 X X X X

Impianto 12

Impianto 13 X X X X

Impianto 14 X

Impianto 15 X X X

Impianto 16 X X X

Impianto 17 X X X

Impianto 18 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

330

Modalità di lavoro

Dalla nostra indagine emerge che gli associati si stanno impegnando per garantirela qualità dei propri prodotti.La certificazione di qualità dei propri processi (ISO 9000), e/o il cosiddetto controllodi produzione in fabbrica (FPC), sono ormai parte integrante dell’attività deiriciclatori. Va sottolineato infatti che tali strumenti rispondono alla necessità deiproduttori di garantire partite di materiali che, in molti casi, possono essere anchemolto ingenti in termini quantitativi e necessitano quindi una omogeneità non facileda mantenere. La conoscenza delle caratteristiche dei propri materiali è un’esigenzaormai imprescindibile. La presenza di laboratori interni ne è la riprova e nasceproprio al fine di testare i materiali frequentemente e di avere tempestivamente irisultati. La marcatura CE, seppure obbligatoria anche per gli aggregati dedicati alleopere stradali, non viene ancora richiesta di frequente dal mercato. L’applicazionedelle regole comunitarie, prassi comune nel settore del calcestruzzo, sta tuttaviaproprio di recente avendo un impulso significativo. Molti controlli nei cantieri el’applicazione delle specifiche previste nel DM 186/06 per i materiali da costruzionedelle opere stradali ne sono la riprova e confermano le indicazioni che ANPAR ha datempo dato ai propri associati. Il sistema di attestazione di conformità, infine, dovràessere in futuro orientato sempre più verso la tipologia 2+, che, indipendentementedalla tipologia di impiego, prevedendo un ruolo di controllo sul sistema dicertificazione operato da terzi, garantisce maggiormente l’utilizzatore.

INERTIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

ISO 9000 - 2005 ISO 14000 EMAS FPC Sistema di attestazione di conformità Lab interno

4 2+

Fonte: ANPAR

TABELLA 4: Certificazioni degli impianti associati ANPAR

Page 331: L'italia del Recupero 2009

331

Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti 2008”,in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di tonnellate di rifiutiinerti all’anno.Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, escludendo i datirelativi a tre impianti, che non sono rappresentativi perché inseriti in compartiindustriali particolari, nell’anno 2008 quasi il 100% del materiale conferitoappartiene alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni dicostruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).Di questi le principali tipologie di rifiuti sono le seguenti:• CER 17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da

quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;• CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,

diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;• CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03.Riguardo agli aspetti quantitativi, nonostante il presente Studio di settorequest’anno non possa considerarsi del tutto rappresentativo causa di unalimitata partecipazione alla indagine organizzata ormai tradizionalmentedall’Associazione degli impianti di riciclaggio, il dato emerso è emblematico diuna situazione di forte arretratezza del settore, soprattutto se confrontato conaltri Stati europei simili all’Italia.Viene infatti riciclato meno del 10% dei rifiuti inerti prodotti annualmente inItalia. In assenza di misure organizzate tra pubblico e privato anchel’introduzione dell’obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70%appare difficilmente raggiungibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dallaCommissione europea.ANPAR condivide comunque tale strumento e anzi auspica la fissazione diobiettivi intermedi (ad esempio il 30% nel 2010 ed il 50% nel 2015) per cercaredi dare un impulso al mercato anche in tempi brevi.Molte speranze, soprattutto in alcune Regioni, sono in questi ultimi anni stateriposte nella nascita dell’obbligo di utilizzo dei materiali riciclati da parte dellapubblica amministrazione (nel nostro caso, in particolare, degli aggregati riciclatinelle infrastrutture), con i cosiddetti acquisti verdi, che tuttavia per quantoconcerne il nostro settore è ancora tutto in divenire. Ma grande delusione edisappunto ha suscitato l’atteggiamento della pubblica amministrazionenell’applicazione del DM 203/03 e nei confronti dell’istituzione del Repertoriodel Riciclaggio, che di fatto non ha mai visto la luce.ANPAR per lo sviluppo del settore ritiene che tutti debbano svolgere il proprioruolo:• i produttori di aggregati riciclati devono puntare necessariamente ad una

sempre maggiore qualità dei propri processi di riciclaggio e dei materiali chene conseguono, che deve essere attestata mediante la marcatura CE;

• i progettisti devono adeguare i capitolati alle nuove norme europee di settore,pensando anche di utilizzare capitolati prestazionali;

• le stazioni appaltanti devono premiare le imprese che si impegnano a proporresoluzioni virtuose ed ambientalmente più sostenibili;

• le direzioni lavori devono controllare che tutti i materiali utilizzati sianoconformi alle norme armonizzate europee e presentino le caratteristicherichieste nel progetto.

CONCLUSIONI

INERTIEDIZIONE

L’ITALIA DELRECUPERO

Page 332: L'italia del Recupero 2009

ANAGRAFE SETTORI FISE UNIRE

AIRAAssociazione industriale riciclatori autoViale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 515 281 - Fax 02 20 46 [email protected] - www.airaassociazione.it

ANPAR Associazione Nazionale Produttori di Aggregati RiciclatiVia Boni, 28 - 20144 Milano - Tel. 02 58 314 546 - Fax 02 92 87 78 [email protected] - www.anpar.org

ARGOConsorzio Nazionale Volontario Riciclaggio GommaVia Barchetta, 6 - 41010 Campogalliano (MO) - Tel. 0864 25 08 309 - Fax 0864 25 08 [email protected] - www.consorzioargo.it

ASSODEMAssociazione Demolitori AutoveicoliVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org

ASSORAEEAssociazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed ElettronicheVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org

ASSORIMAPAssociazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche

[email protected] - www.assorimap.it

GMRGruppo Materiali Riciclabili Via del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org

SARAServizi Ambientali Recupero AcciaiViale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 404 310 - Fax 02 20 46 397

UNIONMACERI

[email protected] - www.saraassociazione.it

Associazione per la Raccolta, il Recupero e la Valorizzazione dei Rifiuti di Carta e CartoneVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org

A.I.R.A.

Via del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955

CONAUConsorzio Nazionale Abiti e Accessori UsatiVia Bruceto, 5 - 51010 Massa e Cozzile (PT) - Tel. 0572 31 83 08 - Fax 0572 30 [email protected] - www.conau.it

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Promosso daFISE UNIRE

Immagine Coordinata e EditingFISE, Ufficio Immagine Coordinata

Realizzato daFISE Servizi S.r.l.

Responsabile ProgettoPaolo Cesco

Coordinamento ScientificoMaria Letizia Nepi

RedazioneSilvia Navach , Marta Pagano

L’Italia del Recupero è disponibile sul sito:

www.fise.org

Hanno collaborato alla realizzazione dello Studio:

Claudio Francia

(capitolo “Situazione strutturale e tendenze del mercato

delle materie recuperate e del riciclaggio”

Martino Corti(capitolo acciaio)Stefano Stellini

(capitolo alluminio)Monica Martinengo

(capitolo legno)Gemma Salvatori

(capitolo gomma)Chiara Bruni

(capitolo batterie)

Giorgio Bressi, Elisabetta Pavesi(capitolo rifiuti inerti)

Progetto Grafico: Studio Giano di Fabrizio Pensa

Edizione ottobre

2009

capitoli: carta, vetro e

apparecchiature elettriche ed elettroniche)

Silvia Navach, Marta Pagano(capitolo veicoli fuori uso)

La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al capitoloveicoli fuori uso è stata curata da: ECOEURO S.r.l.

Si ringrazia ECOCERVED per i dati sulla produzionedei rifiuti speciali riportati nel capitolo

“Situazione strutturale e tendenze del mercatodelle materie recuperate e del riciclaggio”

La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi all’indagine sulle piattaforme di recupero contenuta nel capitolo “Situazione strutturale e tendenze del mercato

delle materie recuperate e del riciclaggio”e all’indagine sugli impianti di trattamento contenuta nel capitolo

“Apparecchiature elettriche ed elettroniche”è stata curata da Marta Pagano

Roberto Chiari(capitolo abiti usati)

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