L'Italia Nuova - Armando Siri

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L'Italia Nuova - Libro di Armando SiriPIN - Partito Italia Nuova

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  • A me, a te e accanto a ciascuno

  • Armando Siri

    LITALIA NUOVA

    linizio

    ADM Edizioni

  • LITALIA NUOVAPropriet Letteraria RiservataArmando SiriEdizione in concessione a:Passaporta ADM Edizioni

    ISBN 978-88-905307-0-8

  • 9Indice

    Prologo 11

    Introduzione 13

    DIALOGHI11 - Come stanno ora le cose 2412 - Lincompreso 3513 - Menzogne e vanit 3914 - Il serpente 4115 - Il patto e il peccato originale 4816 - Conflitto di cuore 5317 - Il dittatore 5618 - Lultima spiaggia 6319 - La regola 6610 - La ragnatela 7111 - Lo stato 7612 - Le tasse 8713 - Linvidia 110

  • 10

    14 - Parole e significati 11515 - Gli stessi errori 12216 - Re di te stesso 12717 - Di figlio in padre 13218 - Il coraggio 13619 - La rivoluzione 13820 - Il cercatore 14221 - Il futuro 14422 - Il bambino 14723 - La spada nella roccia 15324 - Nonostante tutto 156

    Conclusioni 158

    CARTA DEI PRINCIPI DI FONDAZIONE 161DELLA NUOVA ITALIA

    Appendice 169

    Bibiliografia 181

    Ringraziamenti 183

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    Prologo

    Quando hai 12 anni, ti accorgi di cose a cui prima non avevi fatto caso, nonostante fossero parte della tua realt. un momento difficile. Un bambino scopre come sono davvero gli adulti e comincia a vedere il mondo con occhi che sanno vedere le differenze.

    A 12 anni, chiesi a mia madre perch esistevano le differenze: perch io non avevo le stesse possibilit dei miei amici?

    Mia madre non seppe rispondermi. A 12 anni avevo sentito parlare, a scuola, della Co-

    stituzione: mi avevano insegnato che in Italia viviamo in un paese democratico, e che democrazia vuol dire che abbiamo tutti gli stessi diritti. E mi accorgevo che quella non era la realt.

    Cos, decisi di cercare la Costituzione in biblioteca, la lessi per capire bene quei diritti e per chiedere che fossero rispettati. Mi colp in particolare larticolo 3:

    LItalia riconosce e garantisce a tutti i cittadini pari

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    dignit sociali. compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libert e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

    A quel punto, pensai di avere una meravigliosa opportunit: bastava solo andare dalle autorit a dire che in tanti casi, come il mio, quellarticolo era violato!

    Ero troppo ingenuo? Me lo dissero tutti, allora, e mi convinsero che quella Carta costituzionale era soltanto carta.

    Ma a ventanni da allora dopo tante esperienze, tanto impegno non ho cambiato idea: continuo a pensare che uno Stato non deve raccontare bugie. Penso sia giusto avere una Costituzione che si possa rispettare davvero, con soddifazione, e di cui tutti adulti e bambini siano fieri.

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    Introduzione

    Da alcuni anni, con crescente intensit, avvertiamo intorno a noi un profondo disagio interiore a cui non sappiamo trovare unadeguata risposta razionale; il disagio aumenta proporzionalmente alla percezione dei confini che il sistema ha costruito intorno aglindividui. Confini che si sono sempre pi ristretti fino ad arrivare a toccare il cuore di ciascuno. E il tocco tuttaltro che lieve: come se si fosse arrivati a un punto per cui una pressione, appena maggiore di quella che avvertiamo abitualmente, potrebbe procuraci un dolore mai provato prima dora. Il timore che la pressione aumenti notevole, possibile per che ognuno possa riconquistare gli spazi perduti superando la paura di perdere le certezze e labitudine della riserva indiana in cui, inconsapevolmente, si abituato a sopravvivere. Unica condizione per riuscirci: il game over.

    Oggi, come molte volte nella nostra storia, ci si presenta loccasione per rifare tutto daccapo, ma sappiamo che la storia non si ripete sempre uguale. Sentiamo la necessit

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    di un cambiamento profondo ma non abbiamo ben chiaro ancora il cosa debba cambiare e il come cambiarlo. Generalmente, quando si giunti a questo punto la paura si rivela il nostro primo interlocutore: la paura di una rivoluzione, di lasciare alle spalle il passato per dare spazio al futuro, di concederci unoccasione nuova affidandoci solo ai nostri buoni propositi. Ho ragione di credere che questa rivoluzione sia inarrestabile e necessaria ma, ancora una volta, per quanto tutto possa cambiare le regole universali, ve ne saranno sempre alcune che non sono influenzate da noi e ci rimandano a un disegno pi grande, di cui siamo parte. Niente paura. Qualunque cosa accada, sar sempre la mela a cadere in testa a Newton e mai Newton a essere risucchiato dal cielo.

    Con ogni probabilit, sar il modo con il quale siamo abituati ad avere a che fare con noi stessi che dovr cambiare. possibile, ad esempio, che ognuno cominci con il riconoscere i propri desideri anzich quelli degli altri. Ovvero ci che egli desidera, non ci che gli altri desiderano che lui desideri.

    Una rivoluzione sarebbe gi compiuta. Se a questa nuova consapevolezza ognuno aggiungesse la capacit di utilizzare parole di cui conosce davvero il significato e non parlasse giusto per sentirsi parte dellinsieme, contribuendo ad aumentare la confusione, unaltra rivoluzione si concluderebbe.

    Infine, mettiamo il caso che ognuno provi a convincersi che non c nulla al mondo che non possa ottenere se davvero lo vuole, che una volta individuati i propri difetti

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    sappia riconoscere i talenti e darsi degli obiettivi, a questo punto il cambiamento dello status quo sarebbe inarrestabile e radicale. Tre piccoli passi che ci metterebbero al sicuro da quel dolore fastidioso che preme da troppo tempo sul nostro animo. A poco a poco la rabbia si trasformerebbe in forza creatrice, limmensa energia di cui disponiamo e che non utilizziamo prenderebbe le vie dellinventiva e della realizzazione, il linguaggio darebbe vita a una rinnovata capacit costruttiva e il sistema tornerebbe solo un modo per. Si potrebbero fare nuove scoperte, proprio adesso che nessuno dice pi qualcosa di veramente nuovo.

    La religione, la scienza e la politica, tre strade storiche di rifermento per luomo e la sua ricerca di verit e di felicit, si sono interrotte allo stesso punto da tempo immemore. Per prima la religione.

    Senza differenze di credo e di professione essa non parla pi al cuore di ciascuno ma sempre pi alle moltitudini, in un gioco di ruoli il cui fine sistemare quante pi caselle possibili in un tempo e in uno spazio definiti1. Un modo per sopravvivere al tempo che rischia di rivelarsi rovinoso e fallimentare. Ci hanno proposto unimmagine di un Dio in Cielo, sede della Gloria, e degli uomini in terra dove c la sofferenza e imperversano il peccato e il senso di colpa. In questo stato di cose siamo sopravvissuti a lungo, ma prima

    1 Lo sforzo di un ripensamento delle condizioni di ricostituzione del messaggio religioso in un panorama di dissoluzione secolare chiama in causa tutte le fedi, cristianesimo incluso: Ancora una volta, il punto non che bisognerebbe vivacizzare il cristianesimo con una dose di paganesimo: piuttosto, la nostra stessa vita cristiana che ha subito una mutilazione imponendo una simile omogeneizzazione. La chiesa avrebbe dovuto essere il luogo in cui gli esseri umani, con tutte le loro differenze e i loro itinerari disparati, si riuniscono; e, ovviamente, siamo ancora ben lontani dalavere raggiunto questo scopo. Charles Taylor, Let secolare, Feltrinelli editore, Milano, 2009, p. 966.

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    o poi era inevitabile che ci saremmo persi, noi e coloro che avrebbero voluto guidarci verso la Verit. Ora pi che mai assistiamo allo smarrimento proprio di coloro i quali si erano incaricati di illuminarci la via. Un proposito fallimentare in partenza, sul quale si fermata ogni speranza di futuro. Questo tipo dimpostazione religiosa ci ha inchiodati nel passato per sempre, togliendoci la possibilit di vedere il futuro attraverso il modo pi semplice e naturale che abbiamo: i desideri. Ha creato i buoni e i cattivi, il Cielo e la Terra, il Paradiso e lInferno e ha tolto alluomo ogni speranza di scoprire lAmore per S.

    Ma non cercando nella religione o nelle Chiese organizzate lennesimo capro espiatorio che luomo potr riconoscere la strada per ritrovarsi. Al contrario, se sapr scoprire il vero messaggio che ogni religione mette a sua disposizione, potr scoprire che il Cielo e la Terra non sono separati n distanti e che il Dio che in noi non in cerca di peccatori da redimere ma di Amore e Volont da scoprire in ciascuno. Ecco ci che di nuovo potrebbero annunciare le religioni, con la possibilit implicita di trovare un posto in un nuovo modello di mondo la cui alba sempre pi vicina. Se invece si chiuderanno su se stesse e si arroccheranno nelle loro fortezze temo che il diluvio che si sta abbattendo su di esse le spazzer via definitivamente dalla storia umana.

    Una riflessione sul cambiamento sarebbe utile anche per i molti che hanno declinato il loro credo verso altri lidi e nella direzione ben pi concreta e apparentemente razionale della scienza. Sono passati pi di 100 anni dalla scoperta della penicillina e degli antibiotici. Da quel momento in poi molta fatica, grandi proclami, qualche passo in avanti, ma

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    niente di pi. Non si sente parlar daltro che di campagne per la ricerca, richieste di fondi per trovare la panacea a tutte le malattie del mondo, ma la medicina non ha pi scoperto nulla di veramente risolutivo ed efficace. Anche qui siamo su un binario morto. Si potrebbe ipotizzare che religione e medicina possano essere collegate? un dato acquisito, anche per chi si professa religioso e scettico, che esista un collegamento diretto e importantissimo tra il nostro stato spirituale e in nostro benessere o malessere fisico, un legame profondo tra la psiche, il cervello e gli organi del corpo. Sappiamo quanto il nostro sistema immunitario sia collegato allo stato danimo.

    La medicina, tuttavia, lavora sulla ricerca dei rimedi alle malattie e poco o nulla sulla ricerca delle cause. come se, per rimediare agli allagamenti su scala mondiale, si affannasse a produrre stracci ipertecnologici e secchi automatizzati invece di studiare un sistema elementare per chiudere i rubinetti.

    Se la scienza ritrovasse la strada dellanima, comera allepoca dei classici e delle loro menti sane in corpi sani, si potrebbero raggiungere risultati fino ad oggi inimmaginabili. Si tratta semplicemente di accorgersi. Quanti esseri umani, dalla notte dei tempi, hanno visto frutti e ortaggi che ammuffivano. Eppure, solo chi ha saputo accorgersi, ha scoperto che in quella muffa si celava un potente alleato, lantibiotico. Occorre saper vedere, andare oltre i propri sensi, aver fede in qualcosa di s che ancora non si conosce, a meno di non manifestare una chiusura totale, a priori, come quella particolare sordit e cecit che ha la medicina ufficiale, atteggiata come i pontifices nel Tempio di fronte a Ges. Pensa solo a ci

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    che gi conosce e non riesce a vedere ci che li a portata di mano semplicemente perch non vuole farlo2.

    La medicina, come la religione, per molto tempo ha assunto latteggiamento di depositaria di una verit che prescinde dalluomo, che lo pone nella condizione di poter ambire a risposte o soluzioni che poi non fornisce. Basterebbe che si limitasse alla ricerca delle cause, allo studio e alla classificazione di esse, prima e oltre che ai rimedi per gli effetti.

    Non va meglio alla politica. Tra i paradossi che sembrano verificarsi particolarmente in Italia, ad esempio, c il fatto che i politici siano al contempo i migliori attori comici e i protagonisti della pi drammatica delle tragedie.

    Il crollo delle ideologie, un fallimento globale, ha portato con s la crisi del capitalismo avanzato e la fine del comunismo, che per la sua imperfezione costituzionale3 ha destabilizzato tutto il vecchio sistema, fondato su un sistema di contrappesi.

    2 cos, cos, lIo ve lo dice: quando un Noi cerca lIo non per trovare ci che pi grande, ma solo per aver conferma di ci che sa gi, per soddisfare bisogni che gi sapete di avere. Cercate invece ci che pi grande del vostro mondo limitato, e che il Figlio delluomo vi d: la vostra nuova fase evolutiva. Perch su questo il padre ha posto il suo sigillo. Igor Sibaldi, Vangelo di Giovanni, 6, 26-27, in Il Codice segreto del Vangelo, cit., p. 231.

    3 In unottica di rivalutazione della libert individuale e di tutte le prospettive immanenti di redenzione totale si colloca la critica al comunismo e al marxismo svolta da Benedetto XVI: Marx [] ha indicato con esattezza come realizzare il rovesciamento. Ma non ci ha detto come le cose avrebbero dovuto procedere dopo[]. Cos, dopo la rivoluzione riuscita, Lenin dovette accorgersi che negli scritti del maestro non si trovava nessun indicazione sul come procedere. Marx [] ha dimenticato che luomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato luomo e ha dimenticato la sua libert []. Il suo vero errore il materialismo: luomo, infatti, non solo il prodotto di condizioni economiche e non possibile risanarlo solamente dallesterno creando condizioni economiche favorevoli. Benedetto XVI, Spe Salvi, Libreria Editrice vaticana, Citt del Vaticano,2007, p. 44.

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    Da una parte il modello democratico capitalista, dallaltra il totalitarismo comunista: il crollo di questi due schemi ha generato una crisi irreversibile del sistema che a mio giudizio culminer con la trasformazione definitiva in un nuovo modello politico-istituzionale, che potrebbe partire proprio dallItalia e via via maturare e consolidarsi negli altri paesi.

    Da questo punto di vista la Penisola, sempre fanalino di coda in tutte le classifiche che piacciono tanto ai catastrofisti e aglinvidiosi, in questo processo di rinnovamento in pole position grazie a Silvio Berlusconi e per certi versi anche a Umberto Bossi, con un minus per questultimo che illustrer pi avanti. Ma partiamo dallEuropa.

    Chiamiamo questo spazio geografico di stati confinanti vecchio continente. Questo la dice lunga. Una qualsiasi cosa chiamata vecchia per troppo tempo non pu resistere oltre la naturale evoluzione, per la quale da sempre tutto inizia e tutto finisce e prima o poi ci che vecchio deve morire. Una morte che preludio di una rinascita proprio come il ciclo della vita ci ha abituato. Da qui prende le mosse il mio ragionamento. Siamo giunti alla fine del vecchio continente cos come lo conosciamo e il fallimento del comunismo stato linizio della fine, fine che avverr con la presa di coscienza del tracollo dellaltro contrappeso ovvero il sistema democratico. Questo creer le condizioni per la nascita di un nuovo modello di stato e di convivenza e collaborazione tra glindividui. Nulla di tragico! Nulla di violento, nulla di traumatico, in realt questo processo di dissoluzione gi in corso da molto tempo nellanimo pi profondo di ognuno di noi. gi da un po che sentiamo che questa democrazia urlata a gran

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    voce da tutti i protagonisti politici di qualunque colore essi siano non la percepiamo pi come appartenente al nostro modo di sentire, alle nostre emozioni interiori; l ma non ci soddisfa pi come una storia damore finita che stiamo trascinando in avanti per inerzia e pigrizia del nuovo, nonostante un destino gi palesemente segnato. Non vediamo allorizzonte unalternativa chiara e quindi rimaniamo impigliati nel presente, ma ci basterebbe trovare la persona giusta e cinnamoreremmo, disposti a lasciare tutto senza rimpianti n rimorsi. Come ogni crisi, anche quella del modello di democrazia si fa sentire attraverso tanti piccoli campanelli dallarme. Uno dei principali, come nelle crisi di coppia, non abbiamo pi nulla da dirci. Basta osservare i politici, impegnati nel corso dei dibattiti in televisione: non sanno pi cosa dirsi. Cercano in ogni modo di differenziarsi per potersi accusare vicendevolmente di qualcosa, eppure fanno sempre pi fatica a trovare gli argomenti. Bersani e Tremonti non litigano perch hanno una diversa e opposta visione del concetto di politica di spesa, ma a fatica litigano sulle tasche da cui togliere questi o quei denari (che sono sempre gli stessi) e in quale altra infilarli. Nulla di che. Nulla di nuovo. Ultimamente, poi, il livello dello scontro si talmente abbassato da duellare a suon di scandali e scheletri nellarmadio, allinsegna del morboso istituzionale, una forma di nuovo reality show che rimbalza tra la tv, i giornali, le riviste di gossip. Tra un po, nei talk show, non basteranno le parole grosse, gi sdoganate: se le daranno con le tibie e gli omeri dei rispettivi scheletri.

    Crollate le ideologie, dissolta la patina del carisma

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    personale e della credibilit istituzionale, i politici sono rimasti nudi. Non sanno pi di cosa vestirsi e non avendo trovato abiti nuovi da indossare litigano sulla foglia di fico. Non ci sono differenti e opposte visioni dimpostazione generale della politica del Paese sui grandi temi come leconomia, la politica estera, la sicurezza interna. Questi sono i punti centrali delle differenze di cui si avverte la mancanza. Gli altri sono solo dettagli. Nessuno dice pi nulla di nuovo da un pezzo con due eccezioni, seppur con tutti i limiti del caso, appunto Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Il secondo con un limite abbastanza significativo. Nonostante la sua visione sia fortemente innovativa e abbia ben chiaro il concetto di territorialit fiscale ed economica, rimane fortemente ancorato alla tradizione e al passato con unimpostazione pseudo-cristiana nella quale fin dallinizio ha cercato di affondare le proprie radici, creando cos una lacerazione di fatto tra ci in cui dice di credere e ci che professa. E in pi di unoccasione queste contraddizioni sono state rilevate dalla cronaca. Accoglienza e solidariet cristiana infatti non si coniugano affatto con intolleranza e chiusura al prossimo, qualunque siano le ragioni. Laltro grosso limite dellimpostazione leghista, che ne apparentemente la forza, il decentramento. Decentrare potrebbe anche significare solo spostare il baricentro delle questioni da uno spazio allaltro senza tuttavia cambiare la natura delle problematiche stesse. Per esempio che un funzionario sia di Stato, di un Comune, di una Provincia o di una Regione, il suo status e le sue modalit di azione rimangono esattamente le stesse. Perch non vale in linea di principio che la burocrazia pi piccola o leggera se pi piccolo il territorio alla quale essa applicata. Anzi, per

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    certi versi peggiora le modalit coercitive perch si muove in uno spazio pi controllabile e la sua capacit di limitare la libert maggiore di quanto non lo sia per il burocrate centralizzato, ben lontano dal tessuto territoriale di ciascuno. Su questo invece Berlusconi vincente e supera tutti nel presente, come innovatore del sistema. Lui possiede ed esprime un concetto di anti-Stato, che costituisce la premessa vera e concreta per la fine di ci che il passato-presente e che spiana la strada al futuro. Per Berlusconi la burocrazia, la costituzione e tutti i meccanismi che da essa derivano (compresa limpostazione della divisione dei poteri), sono temi vecchi che devono essere cambiati radicalmente. un buon inizio, ma non basta. C un limite che neppure Berlusconi al momento in grado di superare ed quello di saper affrontare con coraggio il fallimento della democrazia come modello.

    Nonostante quel che si sente dire, le patetiche lamentele degli organi di informazione, le ancor pi patetiche invettive dellopposizione parlamentare e della cosiddetta societ civile (sic!), Berlusconi non riesce (e forse non riuscir) a svincolarsi dal concetto obbligato di voler far passare ogni sua iniziativa nel colino nella democrazia. Lui ha bisogno che tutto sia democratico ne ha bisogno per cultura e per un limite generazionale del resto per lui e per molti altri di una certa generazione tutto ci che non democrazia per forza dittatura e violenza. Tutto ci che non democrazia il male. Berlusconi ha dimostrato di poter criticare la democrazia, di poterla pungolare, strattonare, ma non di poterla definitivamente superare, perch lui stesso fonda le sue radici in questo

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    sistema ormai al tramonto. In ogni discorso che Berlusconi fa, e potete cercarne quanti ne volete in giro sul web, giusto per constatare, parla di democrazia non parla daltro. Qualche esempio? questa non una democrazia moderna, questa non una vera democrazia, vogliono sovvertire il governo democraticamente eletto eccetera. Berlusconi avverte la necessit di un cambiamento, ne capta in parte la spinta, la cavalca, senza tuttavia riuscire a vedere al di l di un certo punto limite, perch non pu. Esattamente come nessun nobile e nessun cavaliere ha potuto estrarre la spada dalla roccia per diventare Re, cos Berlusconi non potr farlo oggi. Non sar lui che potr compiere latto finale. Lui potr, se vorr, preparare il terreno al nuovo, al divenire, a colui che potr vedere il futuro immaginandolo senza la paura del passato. con questo pensiero e questa consapevolezza che ho provato a immaginare una lunga chiacchierata proprio con Silvio Berlusconi, per scoprire quali sono le sue intenzioni e se avesse gi intuito il compito che lo attende.

  • 24

    1

    Come stanno ora le cose

    uno dei tanti luned pomeriggio di questi ultimi sedici anni.

    Presidente, come si sente?

    una domanda che mi piace ma alla quale non rispondo molto volentieri, perch la mia natura mi farebbe dire sempre bene, ma la realt mi costringe a dover rispondere contro natura. Non mi do pace da un pezzo. Non riesco a capire e non riesco pi a giustificare, sempre che labbia davvero mai fatto, il pessimismo delle persone. come se fossi sempre nellarena a combattere senza tregua contro belve feroci che non finiscono mai. Ne uccidi una e ne compaiono altre tre in una volta. Mi sento stanco, ma non voglio darmi per vinto. Lo sa che lavoro venti ore al giorno? Nonostante tutto c qualcuno che continua a pensare che non sia sufficiente.

    Perch?

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    Lo chiede a me? Dovrebbe chiederlo a quelli che vorrebbero vedermi in galera! Ai vari Travaglio, ai Santoro, a certi ambienti del sistema per i quali rappresento solo un impiccio. Un impiccio da quasi 10 milioni di voti! Tutta questa pletora di benpensanti, tutti questi signori dellaristocrazia culturale e dello status quo non mi sopportano dal giorno in cui sono sceso in campo. Io ho riportato i cittadini al centro del potere e delle decisioni in Italia e loro si sentono minacciati sul serio per la prima volta dopo pi di 50 anni di compromessi e connivenze in cui tutti i poteri dello Stato si sono sostenuti tra loro, si sono coperti, ricattati, in cambio di un reciproco salvacondotto. Un tacito accordo che ha coinvolto tutti a tutti i livelli in barba ai cittadini. Del resto guardi, basta leggere la Costituzione Italiana, la tanto sacra e intoccabile carta su cui si regge il nostro Paese la sovranit appartiene al popolo che la esercita nei modi e nei limiti della Costituzione. Ecco lei mi dica che sovranit un potere che si dice sia del popolo, dei cittadini ma solo secondo delle indicazioni e delle norme pre-stabilite. E guai al mondo se qualcuno osa metterle in discussione. Ma lei Fini lo ha sentito alla Direzione del PDL? Sembrava di sentire la buonanima di Fanfani ai tempi della DC. Fini che parla di salvaguardia delle istituzioni, di questione morale, di difesa dei principi costituzionali. In quel momento ho avuto se mai ne avessi avuto bisogno, lennesima dimostrazione di quanto la natura umana sia capace di tradire se stessa. Fini che parla della sacralit della Costituzione, proprio lui che stava in un partito che era fuori dallarco cosiddetto costituzionale! Proprio lui che era fascista fino a quando non fui io, contro tutto e contro tutti a sdoganarlo dicendo che avrei votato, se fossi stato cittadino romano, per lui come sindaco della Capitale, lui al quale ho dato la mia fiducia fraterna, il mio appoggio e il mio sostegno

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    per diventare quello che oggi . Questo tra tanti successi uno dei fallimenti che pi mi rimprovero e pi mi addolorano. Ma io sono fatto cos, mi piace dare fiducia alle persone, e qualche volta come nel caso di Fini, sbaglio e vengo deluso. Pazienza!

    Presidente, si accorge di quanta rabbia ha dentro, di quanto risentimento, di quanto sconforto? Ho come limpressione di vederla stretto in una morsa che si serra sempre di pi ogni volta che cerca di divincolarsi. Non pensa che ripetuti ammonimenti circa il recupero di una certa fermezza razionale potrebbero aiutarla4? Ha provato a pensare che se qualcosa non va nella direzione che vuole perch non lo vuole veramente?

    Mi scusi, cosa intende?

    Anche io ho limpressione che ci sia qualcosa che non va. Qualcosa che non funziona come dovrebbe, o che ha smesso di funzionare o forse non ha mai funzionato come avrebbe dovuto. In ogni caso questo qualcosa impedisce di guardare al futuro. Non parlo di casi specifici. Fini, Bossi, Casini piuttosto che Bersani ora, Veltroni ieri, laltro ieri DAlema, non c nessuna differenza tra di loro. Indipendentemente dalle persone, infatti, non difficile accorgersi, per chi abitualmente vede oltre la riva, che oggi la politica in Italia non dice pi niente di nuovo da un

    4 [] la ragione stessa, alla quale i freni sono stati dati i consegna, potente finch tenuta lontana dalle passioni: se vi si mescola e se ne inquina, non in grado di tenere in obbedienza quelle passioni che sarebbe stata in grado di tenere alla larga. Una volta che sia stata messa in agitazione la volont e buttata fuori, diventa serva di ci da cui spinta. Seneca, I classici del pensiero, DellIra, in I Dialoghi e Lettere morali a Lucilio, Arnoldo Mondadori, Milano, 2008, p. 205.

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    pezzo. Lultima cosa nuova lha detta lei nel 1994 quando ha fondato Forza Italia. Da li in poi stato solo un susseguirsi di personaggi che, in ogni trasmissione televisiva, non hanno fatto altro che giustificare manovre finanziarie, malversazioni, il loro stipendio, il loro tenore di vita, la loro vita sessuale. Urlare tutti contro tutti perch alzando la voce si potesse dissimulare la totale mancanza di sostanza dei rispettivi argomenti. Da quando crollato il Muro di Berlino, per lEuropa in particolare sono cambiate tante cose. Le ideologie che fino a quel momento si erano dimostrate capaci di creare e mantenere lequilibrio distintivo tra le forze politiche sono venute meno, glindividui politici si sono svuotati della loro sostanza ideologica, spogliati della loro bandiera e sono rimasti nudi dinnanzi alla storia senza pi niente da dire, ma con lesigenza di riscoprire una personale dignit5. Con levidente conseguenza che sono stati attratti tutti come in un vuoto assoluto verso il centro, volenti o nolenti, e allunisono e senza veri distinguo, oggi si rivolgono ai cittadini. La differenza non credo stia nel come distribuire i 100 milioni da un capitolo della Legge Finanziaria piuttosto che a un altro. Perch siete tutti finiti a giocare in difesa? Lei compreso, che era partito allattacco promettendo un gioco memorabile, un gioco che cambiasse per sempre tutte le regole cos come le avevamo fino ad allora conosciute. Cosa le successo?

    Senta, quello che Lei dice pu essere vero. Ma lei si rende minimamente conto di cosa mi sono trovato a dover affrontare

    5 In fondo vogliamo una sola cosa - la vita beata, la vita che semplicemente vita, semplicemente felicit Bendetto XVI, Spe Salvi, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano, 2007, p. 27.

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    quando sono sceso in politica? Dice bene, e ha ragione, quando sostiene che io avrei voluto giocare una partita memorabile, ma se avessi potuto cambiare le regole! Invece mi trovo a giocare con uno schema nuovo ma con vecchie regole che non riesco a cambiare. Potrei citarle molti esempi. Quando riunisco il Consiglio dei Ministri per prendere delle decisioni, qualcuno sempre pronto a dirmi che queste decisioni devono essere controfirmate da gente che non mai stata eletta e che non ha nessun consenso popolare, ma che fa parte di strutture ufficiali: Corte dei Conti, magistrature varie, Enti, Comitati, strutture dello Stato o periferiche di cui faccio anche fatica a pronunciare il nome. Signori che non ci hanno mai messo la faccia, burocrati che non si sono mai esposti, direttori e capi ufficio per i quali la carriera automatica, che hanno potere decisionale, infischiandosene del consenso del popolo, perch per loro irrilevante.

    In conclusione, notai che certificano il metodo. Pensi a Bertolaso e a quello che abbiamo fatto in Abruzzo. Se non avessimo avuto il coraggio di dare pieni poteri alla Protezione Civile, in che modo avremmo potuto costruire seimila alloggi decenti per gli sfollati? Lo abbiamo fatto e invece di dirci bravi ci fanno passare per una banda di delinquenti. Santoro, Travaglio e tutti gli altri invidiosi loro simili hanno attaccato Bertolaso perch si fatto fare un massaggio. Ma perch darsene pena, mi chiedo io. Ma anche avesse fatto qualunque altra cosa, rimarrebbero comunque affari suoi. Non capisco perch lintimit di persona debba sempre inquinare la sua produttivit e la sua efficienza. La schiera degli Angeli dellApocalisse sempre pronta e reattiva per punire i peccatori6! Questa gente che sostiene il concetto che se tu sei un servitore dello Stato diventi una specie di creatura

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    modificata geneticamente e non sei pi un essere umano. Devi essere un santo, capace di fare cose che loro pensano di non saper fare. E di certo, non sanno e non vogliono essere santi. Non ti piace pi fare sesso, non ti piace pi cenare con i tuoi amici, non puoi pi telefonare, ridere, scherzare, fare battute, raccontare barzellette, ballare, cantare, ubriacarti, divertirti. Questi appartengono a quella cultura vecchia in cui molti che facevano politica erano prima di farla dei signori nessuno, che si trovavano grazie ai privilegi ad essere qualcuno a patto che non abusassero. Ma io ero gi ricco, affermato, affabile, simpatico e divertente, ero cos anche prima di entrare in politica e la politica non mi ha certo emancipato da una condizione di normalit e quindi perch dovrei rinunciare a essere me stesso, per far piacere a chi? A questi invidiosi? Non ci penso neppure. Nessuno di questi, che fanno tanto i moralisti, si scandalizzato di fronte a quello che successo sui mercati finanziari internazionali. Ma le pare che al mondo ci siano dei signori sconosciuti, dipendenti di aziende private, che danno la patente di affidabilit ai Paesi del mondo? Si alzano una mattina e decidono le sorti delleconomia di una nazione piuttosto che di unaltra. Questo s che uno scandalo. Non lo posso dire, perch simmagina le facce scandalizzate dellestablisment? Ma di fatto la gente a queste cose ci pensa. vero che i paesi ricchi in qualche caso hanno vissuto al di sopra delle loro possibilit, ma anche vero che per riequilibrare le cose non concepibile tagliare le pensioni e lassistenza sanitaria. Piuttosto andiamo a vedere se la finanza cos come

    6 E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dellAbisso e una grande catena. Afferr il drago, il serpente antico, che il diavolo e Satana, e lo incaten per mille anni Libro dellApocalisse, testo biblico de La Sacra Bibbia della CEI, Trento, 2009.

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    impostata funziona ancora in questepoca. Anzi, le dir di pi: anche lEuropa cos com non mi convince fino in fondo.

    Mi spieghi meglio.

    Forse vale per la finanza e per lEuropa quello che vale anche per me. Non detto che una cosa che funzionava 15 anni fa possa funzionare allo stesso modo anche oggi. Ma per fare qualunque passo in una direzione nuova occorre molta forza e cos come messo oggi il sistema politico del nostro Paese, non ce lho, cos come non ho un sostituto. Osservi bene il Parlamento: ogni volta che tento di dare una scossa, di velocizzare i meccanismi a favore dellesigenza di risposte da dare agli italiani, vengo chiamato dittatore! La gente non consapevole delle procedure burocratiche che limitano la politica. I voti che ricevo per garantire un governo stabile e sicuro, sono inutili alla luce del fatto che mi impossibile governare del tutto. sufficiente lopposizione di qualunque membro appartenente alla mia maggioranza, affinch io sia costretto a trasferire la mia attenzione alle questioni interne, da condominio, alle paturnie personali di tutti coloro che si convincono di non essere presi sufficientemente in considerazione; lasciando cos il Paese trascurato e preda di se stesso. Nel frattempo, salgo e scendo dagli aerei, non ho pi una famiglia e sono sullorlo del divorzio.

    Pi in l sul divorzio vorrei esprimerle un mio personale punto di vista. Presidente, lei appare alla continua ricerca di approvazione e di consenso. Non c nulla di male, intendiamoci. In un modello politico basato sul consenso popolare giusto cos. Ma forse dovremmo prendere in

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    considerazione il fatto che quel modello oggi non funzioni pi. Ecco perch le cose non vanno per il verso giusto. Le abitudini sono dure a morire, nonostante ci sia il vecchio detto diabolicum est perseverare. Ha mai pensato che la democrazia cos come la conosciamo oggi, poteva avere un senso fino a quando, affiancate al sistema democratico, cerano le ideologie che oggi non ci sono pi? Le ideologie erano scatole dal contenuto ben delineato, i temi apparivano di ampio registro, cerano delle contrapposizioni esistenziali e di sistema. Nellideologia, tutti si potevano riconoscere chiaramente su temi semplici e tutti potevano scegliere tra due impostazioni ben distinte. Nemmeno la natura delluomo era esente da questi temi. Cerano il leninismo e il comunismo da una parte, espressi con chiarezza, mentre il liberalismo e il capitalismo si esprimevano altrettanto chiaramente nella fazione opposta. Tutti sidentificavano con un nome che corrispondeva a dei contenuti riconoscibili e precisi, contrapposti tra loro, proprio come i colori dei loro simboli dappartenenza.

    In quel caso la democrazia poteva rivendicare un suo proprio senso. Una funzione, sebbene rimanesse uno stadio limitato per un sistema di governo e di organizzazione sociale. Tutti esprimevano la loro sovranit con il voto perch nel bene o nel male potevano scegliere unideologia netta e definita. Non era necessario conoscere i fatti, entrare nel dettaglio, nel sistema, avere cognizione di causa bastava sapere poche cose e condividere la visione ideologica di qualcuno. Non era un voto sui fatti, era un voto sui colori. Le plebi hanno il natio bisogno di porre i polsi ai vincoli, per dirla con DAnnunzio. In verit, se necessario che qualcuno faccia le cose per loro,

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    si trovi questo qualcuno. Che senso hanno delle elezioni in cui si chiamano a raccolta cittadini che non conoscono largomento del contendere? una presa in giro per loro stessi, che prendono in giro i politici elargendo voti senza sapere nulla della materia, e i politici prendono in giro i cittadini perch non sono in grado di governare a causa dei poteri forti (non eletti) che li privano della libert dazione. Non le sembra un grande equivoco? Questa una causa per la quale avrebbe dovuto battersi. Lei aveva la forza per poterlo fare ma venuto meno.

    Senta Siri, io posso dirle che sono sceso in politica, che ho abbandonato la mia azienda per il bene del Paese, che credo in quello che sto facendo e ci sto mettendo tutto me stesso, e credo di aver fatto meglio di quanto non abbiano fatto i miei predecessori nella storia recente. Ho dovuto lavorare in condizioni dure e difficili, mi sono trovato ad affrontare situazioni di crisi e cambiamenti notevoli. Voglio fare delle riforme e mi sto impegnando per farle, ma purtroppo non ho i numeri la maggioranza per poterle fare cos come vorrei. Quindi necessariamente devo prendere accordi con altri. Questa quella che negli anni Ottanta avrebbero chiamato Realpolitik. Quello che dice sulla democrazia pu anche essere vero, ma non posso certo essere io a dire una cosa simile, si rende conto che mi troverei come Ges nel tempio? Sarebbero tutti l ad aspettare che dica qualcosa contro la Legge Mosaica per potermi finalmente crocifiggere!

    Forse ha ragione, Presidente, ma a sentir lei lo hanno gi fatto e lo farebbero lo stesso. Varrebbe la pena tentare, non crede?

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    Tentare di fare cosa, Siri? Che mi sta dicendo? Vuole che vada in giro a dire che la democrazia finita e che bisogna pensare a un nuovo modello e poi mi proponga ancora io? Per favore, non siamo ridicoli. Io ho 73 anni, ho gi fatto molto e voglio ancora continuare a farlo, chi verr dopo di me, sempre se ne avr il coraggio, potr cimentarsi in avventure a me di sicuro precluse.

    A riguardo ho maturato delle opinioni personali, su cui ho deciso di argomentare successivamente. Intanto ho unaltra domanda: in tutta onest, che cosa pensa del PDL?

    Intanto il PDL io lho fondato perch credo che lItalia si debba allineare il pi possibile al sistema politico anglosassone, composto da due grandi forze politiche che si contendono il Governo del Paese. Purtroppo, anche il PDL mostra le sue debolezze, perch le persone alle quali ho dato fiducia spesso mi hanno deluso: in primo luogo Fini e a seguire molti altri. Tenga presente che io sono un po come Napoleone, devo fare la guerra con i soldati che ho. A volte vorrei mollare tutto, quando vedo ipocrisia e debolezza; persone che fino a un momento prima che tu concedessi loro un po di potere sarebbero state disposte a rinnegare se stesse, un minuto dopo potrebbero assassinarti per prendere il tuo posto. Non cambia nulla nella storia degli uomini e del potere. Chiamiamo evoluzione il nostro tempo, ma solo la tecnologia che si evolve, la natura delluomo sempre la stessa. Sono costantemente attaccato dai giornali che scrivono menzogne e distorcono la realt; sono attaccato dalla magistratura, che cerca in ogni modo di delegittimarmi. Posso tranquillamente affermare di aver collezionato tradimenti e delusioni sul piano politico

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    e personale. Ormai, non faccio pi molta distinzione tra amici e nemici.

    A chi si riferisce?

    Nel partito che ho fondato ci sono alcuni individui che non perdono occasione per ostentare mediocrit umana e politica; nonostante tutto, non ho mai voluto delegittimare nessuno. Del resto, nonostante mi accusino di essere un monarca e un dittatore, sono consapevole che sarebbe impossibile pretendere che io abbia unenergia tale da poter fare tutto da solo; di conseguenza, ho bisogno di delegare e responsabilizzare. Da tutto ci deriva la mia perenne illusione che coloro ai quali do fiducia facciano del loro meglio nel mio interesse, con la totale consapevolezza che il mio interesse anche il loro ed anche linteresse degli italiani. Invece, anche i miei non esitano a disilludermi. Ormai come se vivessi in una situazione di uno contro tutti, con lunica soddisfazione, per me la pi importante, dellaffetto e la fiducia degli italiani, della maggioranza degli italiani. Per questo non li tradir mai.

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    Lincompreso

    Presidente, quando la sento parlare spesso mi sembra di essere dinnanzi ad una persona potenzialmente vittima della sindrome dellincompreso. Questo mi fa piacere, perch la condizione dellincompreso appartiene solo ai bambini, e il fatto che in qualche modo persista in lei, il segnale tangibile che avrebbe potuto essere il bambino giusto per cambiare le cose cos come sono adesso. Purtroppo, proprio come nelle favole, un incantesimo, un patto antico, non le ha consentito di andare fino in fondo. Invece di voler vedere nemici a ogni angolo, perch non prova ad ascoltare le persone? Tutti hanno una loro ragione.

    Se mi mettessi ad ascoltare tutti, sarebbe impossibile governare il Paese, farei lo psicanalista, non il Presidente del Consiglio! Mi viene in mente quel film divertente7, in cui il protagonista si lamentava con Dio e insinuava che al

    7 Una settimana da Dio.

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    suo posto avrebbe fatto le cose in modo migliore. Dio allora gli appariva e gli consegnava per una settimana i propri poteri. Una scena mi colp pi di tutte, quella in cui luomo aveva la facolt di sentire tutte le richieste delle persone, ma solo quelle del suo quartiere. Nella testa, gli si affollavano migliaia di voci, e tutte chiedevano qualcosa; sembrava una tortura. A volte ripenso a quel film, e mi sento prendere da un simile sconforto. Quindi, non si pu ascoltare tutti. Non crede?

    Non penso che abbia torto nel dispiacersi di quello che la stampa scrive, di quello che afferma lopposizione, di ci che dicono certi ambienti della nomenclatura, i suoi nemici di sempre in pubblico, i suoi amici dellultima ora in privato. Le ho semplicemente suggerito che se lei simpegnasse ad ascoltare tutti, probabilmente avrebbe meno tempo di lamentarsi dei suoi nemici. Per i giornali che scrivono contro il suo operato, per lopposizione che non la tollera e per tutto quel mondo di nemici che lei ha proiettato intorno a se stesso. Ascoltare tutti non significa accontentare tutti. Ma se ognuno ha una ragione, lei deve farsene carico, altrimenti non manifesti lamentele se qualcuno non la approva.

    Sono sicuro che lei per educazione ascolta chiunque, ma in fondo agisce in base alle sue volont. Una indiscutibile virt assoluta, se non manifestasse la controindicazione di volerlo fare con il placet di quelli che non ha ascoltato. Perch non lo fa e basta senza dispiacersi per non essere capito?

    Daltronde, se crede davvero in quello che vuole non ha bisogno del consenso altrui. Invece, lei alla spasmodica

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    ricerca del consenso degli altri perch forse non crede cos fermamente in quello che fa. Un po come le successo a casa, non le pare? Voleva stare in compagnia di belle ragazze con il consenso di sua moglie. Io personalmente non ci trovo nulla di male, lei in qualche modo s. La coppia il primo luogo in cui il S perde qualcosa per concederla allaltro, per essere come laltro ci desidera. Per accontentare quellaltro, o altra, spesso dimentichiamo chi siamo e viviamo in una semi-menzogna. pi importante stare assieme, piuttosto che essere se stessi. Fino a quando si arriva al limite. Poi, grazie allaiuto di amici, parenti e avvocati, si rivedono molte cose che abbiamo preferito dimenticare pur di stare assieme a qualcuno. Lei poteva parlare chiaro, affrontare il problema, invece di continuare a far finta di nulla.

    Questo atteggiamento non cambia la realt delle cose. Perch se vale il principio Volere Potere, potrebbe non valere il principio non lo voglio vedere allora non c. Sua moglie, sono sicuro, sarebbe stata capace di capire e avreste trovato una soluzione adeguata. Invece, lei ha preferito fare un po la vittima. Perch?

    Considerato che convinto in profondit di non essere stato n un cattivo marito n un cattivo padre?

    O meglio non pi improvvisato di molti altri. Avrebbe potuto farcela e invece si lasciato sfuggire tutto dalle mani.

    Cos ha aggiunto unulteriore ferita nella quale crogiolarsi al bisogno. Probabilmente, se lei avesse giocato la partita fino in fondo, con onest e convincimento sarebbe riuscito nel miracolo della rinascita e oggi non sarebbe cos demoralizzato, avvilito, ancora una volta incompreso.

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    Senta, io voglio bene ai miei figli, molto bene, e ho cercato di essere un buon padre. Forse avr sbagliato in molte cose, ma chi non sbaglia? Per quanto riguarda mia moglie, preferisco non parlarne. Di sicuro il mio sentimento era vero e autentico e spesso il suo mancato appoggio pesato come un macigno, cos come le sue critiche. Un comportamento infantile? Lo ha detto lei che sono un bambino.

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    Menzogne e vanit

    Lei ha mai riflettuto sul fatto che le piace dire un sacco di cose (nelle quali sicuramente crede) agli italiani e alla gente in generale con la spasmodica necessit di piacere? Non necessariamente un male. Tuttavia, questo la mette sempre pi nella condizione di perdere il controllo. Ogni volta che lei promette la stessa cosa a dieci persone diverse, sa che nove di queste diverranno sue nemiche, perch potr accontentarne solo una? Lei sceso in campo promettendo agli italiani che avrebbe cambiato le cose, ma come se fosse rimasto vittima di quella promessa. Di fatto, non ha ancora realizzato ci che era veramente importante. Gli italiani le hanno chiesto poche cose: lalleggerimento della burocrazia, il ridimensionamento dellinvadenza dello stato in termini di tasse, orpelli e bizantinismi legislativi. sembrato davvero che per lei lindividuo potesse avere finalmente lopportunit di riguadagnare il centro dellinteresse dello Stato, ricacciando oltre le torri quell io collettivo che in nome delle ideologie, delle fedi

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    e delle dottrine, lo aveva sopraffatto dalla notte dei tempi. A un certo punto, per, anche lei pare abbia perduto la strada. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. Proprio come al bambino che abbandona se stesso i suoi sogni, la sua immaginazione, la sua fantasia per piegarsi al mondo degli adulti, lei in qualche modo ha ceduto al Sistema. Come un adolescente in crisi di identit non sa pi cosa vuole veramente. E, come coloro che sono costretti a entrare nel mondo degli adulti, tradisce Se stesso, racconta bugie sapendo che lo sono, e si guarda allo specchio ma non soddisfatto di come si vede. Una crisi che cos come si presenta rischia di avere un unico epilogo. La disfatta.

    Senta, forse sar anche infantile nelle questioni sentimentali ma non sono uno sprovveduto in politica. Buona parte delle cose che lei dice non riesco a capirle fino in fondo. Cos una specie di psicanalisi da bignami? Io voglio davvero cambiare le cose, tutto quello che ho fatto in questi anni stato nella direzione del cambiamento vero. Probabilmente non sono riuscito in tutto ma le ho gi spiegato come stanno le cose. A volte mi chiedo se i miei stessi amici la pensino davvero come me fino in fondo, ma questa unaltra questione. E poi scusi, quando mi dice che io non avrei la forza per cambiare lo status quo, a causa di chiss quale ragione, pu spiegarmi cosa ha in mente? Proprio non capisco.

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    Il serpente

    Vede Presidente, fin dai tempi della Creazione e del Paradiso Terrestre, abbiamo imparato a fare i conti con la figura del Serpente. Ognuno nella propria dimensione, nel proprio ambito di vita. Cosa rappresentava il serpente? Noi sappiamo che Adamo ed Eva, a un certo punto, mossi dal dubbio volevano cogliere il frutto dallalbero della conoscenza8.

    A indurli a farlo, fu il serpente. Da allora noi pensiamo di conoscere e crediamo di sapere, ma in realt non sappiamo

    8 Il serpente era il pi astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?. Rispose la donna al serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dellalbero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. Ma il serpente disse alla donna: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male. Allora la donna vide che lalbero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del frutto e ne mangi, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anchegli ne mangi. Genesi, 3,3 1-7, testo biblico in La Bibbia di Gerusalemme, EDB, Trento, 2009.

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    veramente nulla su alcuno, sappiamo quasi tutto di noi. Abbiamo unenorme paura di scoprire quante cose possiamo sapere e conoscere davvero e ci accontentiamo di quello che sappiamo nellinsieme. Un sapere collettivo fa meno paura perch come dividere la paura stessa. Se la divido fra tanti Io, personalmente avr meno paura. Allo stesso tempo non sapr mai fino in fondo la Verit. Il serpente siamo noi tutti insieme: avvolti attorno alla nostra civilt, senza accorgercene la stritoliamo e comprimiamo ognuno su di essa con il continuo bisogno di capirla e assecondarla. Pensi che quando diciamo capire intendiamo comprendere ovvero comprimere dentro qualcosa. Ecco che il capire di ognuno in realt il comprimersi di ognuno dentro il Sistema. I due sventurati nostri predecessori nel Paradiso terrestre invece di continuare a capire dopo aver mangiato il frutto della conoscenza, si sono fatti cacciare, e la loro coscienza tornata ad avere le sembianze del serpente, ma questa volta senza Dio, al quale non hanno pi avuto il coraggio di rivolgersi, dopo aver disobbedito: sono rimasti senza speranza. Abbiamo sublimato laiuto divino attraverso le religioni e infatti lo ritroviamo in varie iconografie: una delle pi conosciute, quella dellArcangelo Michele che schiaccia il serpente e libera il mondo. Ma il serpente non altri che lassenza di volont. Rappresenta tutto ci che non il nostro Io, e si sostituisce a esso facendoci compiere la sua volont. La tentazione significa mettere nella condizione di togliere quello che si desidera veramente, per bramare ci che gli altri desiderano. Il serpente assume nella nostra realt attuale tutto quanto la volont altrui: tutto ci che sorregge il sistema. Un sistema che ti mette di fronte un modello e ti fa credere che sia quello giusto; come in una

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    sorta di ipnosi. Quanto pi quelli che ne fanno parte formandone lidentit dalla punta della coda alla testa rinunciano al S in favore del Tutti, tanto pi forte esso risulter.

    Parliamo del serpente quando vogliamo dire qualcosa che non ci chiaro, quando vogliamo parlare di qualcosa che non ha una fisionomia ben definita. la caratteristica del serpente annidarsi intorno a noi, mimetizzato e strisciante. Sa anche essere velenoso al momento giusto: quando qualcuno smette di funzionare, lo morde e lo fa morire. Il serpente rappresenta la tentazione alla conoscenza. Luomo rimasto li, a guardare la sua tentazione senza far nulla di pi, senza andare oltre.

    Lunico che sia riuscito a sfuggire alla tentazione, avendo il coraggio di andare oltre, Ges. Egli riuscito a superare la tentazione perch ha avuto il coraggio della Verit: non ha avuto paura di se stesso perch figlio di Dio, ha creduto in lui. Il serpente, offrendogli i falsi doni del Sistema Tutto ricchezza, potere, dominio sugli uomini non riuscito a ingannarlo. Del resto, ci che potremmo intendere dicendo vendere lanima al diavolo, potrebbe significare rinunciare a conoscere se stessi per vivere bene allinterno di un gruppo. Il serpente governa e decide. Rimaniamo con la tentazione ma non abbiamo il coraggio di andare oltre e di scoprire chi siamo. Cos il serpente ha il controllo di tutto. E qualunque cosa volessimo fare, dovremmo scendere a patti con lui. Ma chi rappresenta il serpente? facile! Tutti coloro i quali credono di avere ragione.

    Tutti coloro i quali vogliono che rimanga tutto cos com per sempre, nello status quo.

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    Tutti coloro i quali fanno parte integrante della societ, cos come adesso. Tutti coloro i quali non vogliono cambiare. Il serpente stringe in una morsa invisibile la societ e le persone, e fa fare loro quello che a lui conviene: rappresenta tutti quei ruoli ai quali noi abbiamo imparato ad aderire passivamente. linsieme dei ruoli che noi abbiamo imparato a impersonare. Liberarsene, divincolarsi difficile, quasi impossibile. Lei ad esempio fa il Presidente del Consiglio. E quindi, prima di essere Silvio Berlusconi il Presidente del Consiglio. Quando dorme, va in bagno, mangia, saluta le persone, perfino quando ama e odia, lei il Presidente del Consiglio. I suoi amici, sono amici del Presidente del Consiglio. I suoi figli, sono i figli del Presidente del Consiglio. E dentro questo ruolo di Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi c sempre meno. Pi questo succede, pi il serpente si rafforza. Forse lei quello che dovrebbe soffrirne meno, che ha meno il problema di non essere Silvio Berlusconi. Pi di quanto non lo abbiano altri, voglio dire. Se lei potesse, per cos dire, la testa al serpente la taglierebbe. Fatto salvo il non capire che la testa a un certo punto potrebbe essere la sua. Lascio a lei la valutazione. Proprio perch lei ha un ruolo, in qualche modo fa parte di un ruolo pi grande: la Costituzione, la Corte dei Conti, il Parlamento, la Corte Costituzionale... Tutti questi organi dello stato sono dei ruoli. Non importa che poi ci siano delle persone a presiedere questi ruoli. Sono prima di tutto dei ruoli.

    Ad esempio se lei parlasse con un giudice della Corte Costituzionale, che deve valutare i suoi procedimenti, potrebbe portarlo a pranzo (come ha gi fatto) e potreste

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    parlare senza condizioni, ma infine le direbbe che per quanto individualmente possa essere daccordo con lei e il suo operato, rimane pur sempre un giudice che deve attenersi a quello che lindirizzo generale del sistema. In altre parole, deve obbedire al suo serpente, al suo ruolo. Questo lo fanno tutti. La gente dimentica di essere se stessa, a costo di essere un ruolo. E quando fa qualcosa, in realt il ruolo che lo fa: il ruolo che parla, il ruolo che decide. Nessuno libero di decidere veramente per ci che pensa. Allora pi facile scendere a patti con i ruoli che con le persone; perch per scendere a patti con le persone bisognerebbe saperle scoprire, sapere chi c al di l di quel ruolo. Saper emancipare linterlocutore con cui lei parla dal ruolo, per recuperare la persona che c dietro. Una persona potrebbe capire unaltra come un ruolo potrebbe capire un altro ruolo. Ma un ruolo non potrebbe mai capire una persona. La societ attuale fatta di ruoli. Tant che cambiano le persone ma i ruoli rimangono gli stessi, affinch le cose cambino perch nulla cambi davvero. Questo sistema fatto e pensato (grazie pensatori!) per evitare che qualcuno inventi cose nuove, nuove idee, e quindi per impedire che qualcuno (ad esempio, lei) possa combinare qualche guaio. Dunque pi il sistema ingessato, pi il sistema un serpente, e pi sappiamo che il serpente non pu mollare la presa perch come se tenesse unito tutto linsieme. Meglio un serpente che tiene tutto unito, rispetto al considerare tutto da capo. Sarebbe il Caos. Ma sarebbe anche un nuovo inizio9. Esiste un solo modo per tagliare la testa al serpente

    9 In principio Dio cre il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano labisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: Sia la luce!. E la luce fu. Genesi, 1,1-3, testo biblico in La Bibbia di Gerusalemme, cit., pp. 21-22.

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    e porre fine al soggiogo, ma uno soltanto: essere Se Stessi. Ogni volta che un individuo ritrova se stesso, come se si divincolasse dal volere del serpente. E un nuovo mondo ha inizio.

    Guardi Siri, non serve andare a scomodare il Paradiso,

    Adamo ed Eva per sapere che la vita va in un certo modo. Io non posso fare tutto quello che mi viene in mente perch lei mi viene a dire che ci sono serpenti a cui tagliare la testa. Ma si rende conto di quello che dice? Non siamo mica nel paese dei balocchi! Siamo in Italia e qui le cose funzionano in un certo modo.

    Ci sono i poteri dello Stato che sono i grandi vecchi e rimarranno l sempre e comunque. Sa cosa dicono in giro nei ministeri e negli apparati dello Stato i vari funzionari? Di governi ne ho visti passare tanti, tutti vogliono fare a modo loro ma alla fine devono fare quello che vogliamo noi. Ecco, vede? I governi possono anche cambiare, la gente vota, ma in realt non cambia nulla. In questo paese bisogna scendere a compromessi con tutti, dallusciere fino allalto dirigente. Quando sono arrivato per la prima volta al governo, mi sembrava una cosa impossibile da sopportare. Pensavo che avendo ricevuto i voti e linvestitura dei cittadini, potessi fare a modo mio, cos come avevo promesso. Avevo una mia idea di efficienza, di organizzazione, un modello diverso di Stato. Ma lo stato come un organismo vivente: o ti adatti a lui, o ti respinge e ti annienta. Cos anche io volente o nolente ho dovuto adattarmi. Non che questo mi faccia piacere e di sicuro sono tra quelli che si adegua meno allo status quo, ma di fatto non sono in grado di fare pi di ci che sto facendo. Tenga presente che appena ho provato a cambiare radicalmente qualcosa, lo stato

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    organismo ha cercato di distruggermi! Mi hanno accusato di essere un mafioso, hanno cercato di distruggere le mie aziende, mi hanno messo sotto processo, e tuttora non mi danno tregua. A volte mi chiedo perch mai dovrei sopportare tutto questo, poi la mia testardaggine e la mia voglia di libert prendono il sopravvento e mi danno la forza di continuare a combattere per quello in cui credo. Uno Stato migliore al servizio dei cittadini, uno Stato che non sia nemico ma amico e su cui le persone possano davvero contare. Efficienza e attenzione verso i pi deboli da parte di chi ha di pi sempre stato il mio obiettivo. Nonostante questo mi hanno dato del fascista, dicono che c il regime,che non c la libert di stampa e tutte queste fandonie per screditare il mio lavoro. E sa chi lo dice? Tutti questi personaggi che hanno trovato un posto negli anfratti di questo stato cos malato e esanime. Tutti questi che come dei batteri si sono annidati nei gangli degli apparati di potere, stampa, magistratura, enti vari ai quali fa una gran paura perdere i propri privilegi e si spacciano come difensori dello Stato e della Costituzione per rimanere dove sono. Vorrei ben vedere! Difendono tutto ci che gli ha consentito fino a oggi di prosperare alla faccia del rinnovamento e dello sviluppo. Alla faccia dei cittadini. Altro che serpente e serpente! Questo un serpente con tante di quelle teste che non saprei da che parte iniziare a tagliare!

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    Il patto e il peccato originale

    Presidente, sempre un piacere sentirla parlare, cos, con questa foga e questo entusiasmo. Allora perch si d poi tanta pena? Se lei crede davvero in quello che vuole fare e nella forza dellinvestitura popolare che ha ricevuto, faccia quello che deve fino in fondo. Il punto sa qual ? Credo che lei, come giustamente ha detto, non possa farlo davvero. E non perch come dice gli apparati reagiscono e cercano di distruggerla. O meglio, anche quello. Ma in ogni scontro e in ogni battaglia mi verrebbe da dire bisogna mettere in conto delle perdite. Perdite che credo che lei non sia disposto fino in fondo ad accettare. Lei paga il prezzo di avere molto da perdere in questo scontro frontale con lo Stato: lei nasce come imprenditore in questo sistema, un imprenditore geniale che tuttavia ha fondato la sua forza e le sue radici in questo Stato, in cui ha le sue aziende, i suoi interessi economici, ogni cosa che fa la deve fare pensando anche a quello, e se davvero vuole distruggere per ricostruire, le occorre mettere in conto che

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    anche ci che suo, ci che ha costruito sulle vecchie basi di questo sistema, possa cambiare. Questo il grosso limite, lautentico ostacolo, oltre il quale solo lei sa davvero se voglia come si dice gettare il cuore. Ci non significa che lei voglia deludere o ingannare gli italiani, ma che lei non sia nella condizione di poter compiere la missione fino in fondo, questa unipotesi tuttaltro che fantasiosa. Del resto il terreno dello scontro sempre lo stesso e finch sar quello nulla potr cambiare davvero. Ad esempio, mi domando: invece che andare in tv per difendersi dai processi, dalle accuse di mafia e di conflitto dinteressi, perch non ha cambiato di mano la spada! Perch ha seguito tutti su quel terreno? Non sarebbe stato pi conveniente e opportuno, a un certo punto, dire chiaramente agli italiani come stanno le cose, piuttosto che cercare mille mediazioni? Perch non ha spiegato loro che avevano due strade di fronte: o tornare a credere nella politica, concedendole forza e legittimazione, o rinunciare definitivamente alla politica? Lavrebbero accusata di atteggiamento plebiscitario? Bene. Per fare il bene del popolo, voglio che sia il popolo a decidere. Altrimenti niente pi politici, niente pi voti, niente pi elezioni, niente pi spreco di soldi per mantenere la casta! Tutti a casa. Ma per fare questo ci vuole un gran coraggio che solitamente in questi casi quando se n privi, diventa senso di responsabilit. Ecco, appena diventa senso di responsabilit, come il senso delle istituzioni.

    Un modo per far s che nulla possa cambiare davvero. Uno come lei, che problema avrebbe nel dire in televisione, agli italiani, come stavano le cose e rimettere a loro una riflessione profonda e vera? Semplicemente: a queste condizioni il mio e il vostro tempo sprecato, se volete

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    davvero cambiare le cose, date un segnale. Ma avrebbe dovuto essere un discorso autentico, un discorso di chi davvero dimostra di essere disposto a perdere tutto pur di arrivare a ci in cui crede davvero. A quel punto, dinanzi alla sua autenticit e alla sua sincerit, lei sarebbe riuscito a traghettare il popolo al di l del Mar Rosso, e al momento giusto le acque si sarebbero chiuse per sempre travolgendo i Santoro, i Travaglio, i pubblici ministeri politicizzati, i poteri forti, tutti sarebbero stati spazzati via dalla sua Verit. Invece, alla stregua di Adamo ed Eva, lei ha voluto mangiare il frutto della conoscenza, ma non ci ha creduto fino in fondo, non lha voluto conoscere davvero e non ha avuto il coraggio di mostrarlo agli altri. Non ha voluto mostrare Se stesso per quello che , e tutto cos le crolla sempre addosso. Come i primi due abitatori della terra, si creato una dimensione di espiazione che perennemente si ripropone, non consentendole di arrivare mai dove lei desidera. Proprio come il peccato originale, tale dimensione ci ricorda che non abbiamo speranza in questa vita e a lei spetta il conflitto dinteressi.

    Ma quale conflitto e conflitto! Ci si mette anche lei con questa storia? Io ho lasciato le mie aziende, non ho pi incarichi, cosa avrei dovuto fare, vendere? A chi? una colpa aver costruito delle aziende importanti che funzionano, che pagano le tasse e non hanno mai chiesto un soldo allo stato, che offrono posti di lavoro? Qui non sono io ad avere i conflitti dinteresse ma sono tutti quelli che con la scusa della difesa delle istituzioni in realt vogliono solo salvaguardare le posizioni di rendita che lo Stato concede loro. Ma perch nessuno parla mai degli stipendi di certi dirigenti dello Stato, di certi magistrati,

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    di certi capi e capetti del sistema? Tutti parlano solo e soltanto dei politici! E poi ora di finirla anche con questa storia! Non si pu continuare a fare passare il concetto che lavorare per lo Stato deve essere per forza poco remunerativo. Anche lo Stato deve avere la sua dignit, del resto la struttura pi importante del Paese, ci vuole un certo rispetto, ecco questo s! Perci credo sia giusto mantenere una certa dignit. Non parlo di ruoli specifici ma parlo di responsabilit! Non possiamo pensare che un qualunque politico o uomo dello Stato che si assume responsabilit enormi sia mal pagato perch dobbiamo fare quadrare i conti e fare un favore ai cittadini, questa demagogia!

    Del resto, quanto dovrebbe pagare unazienda privata a una persona con le responsabilit di Bertolaso? Lei crede che lo farebbe con quello che lo paga lo Stato? Ma neppure per sogno! Ci sono dirigenti di aziende private che prendono dieci volte quello che prendono di stipendio Ministri e Parlamentari. Dunque fare il Direttore Generale di unazienda nel settore delle comunicazioni pi importante e richiede maggiori responsabilit che fare il Ministro? Questa storia non pu pi reggere! So che smentisco me stesso, ma cambiare idea su certe cose credo sia un buon segno. Anche quello che lei dice a proposito del senso di responsabilit, ma cosa vorrebbe che facessi? Che non mi preoccupassi delle sorti che potrebbe avere il Paese se lo destabilizzassi troppo con i miei progetti di riforma, con le mie idee innovative? Cosa vado a dire allEuropa? Le ricordo che noi siamo uno dei Paesi fondatori dellUnione, siamo nellEuro e abbiamo sottoscritto degli accordi, non mi posso svegliare una mattina e in nome della verit, come dice lei, mandare tutto allaria! Cosa vado a dire, quello che penso davvero? Vale a dire che lEuro stata una scelta sbagliata, che

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    togliere allo Stato la politica monetaria equivale a non avere pi nessuna leva sociale? Io ho sempre preferito unEuropa dei popoli piuttosto che unEuropa dei soldi. Mi piace lidea della libera circolazione di merci e cittadini, ma cosa centrano la moneta unica, le decisioni uniche, le normative uniche? Ogni paese avrebbe dovuto mantenere la sua indipendenza e questo non gli avrebbe impedito di concertare con gli altri di volta in volta iniziative comuni. E poi mi scusi, parliamo tanto di burocrazia in Italia, non forse tutta burocrazia quella europea? Tutti quelli che fanno i grandi sostenitori dellUnione Europea sono gli stessi ai quali va bene la burocrazia perch in mezzo agli anfratti e ai meandri delle carte bollate, delle migliaia di leggi, norme, regolamenti e direttive, trovano la loro collocazione naturale. Pi carta c, meno tempo c per leggerla, meno tempo c per capirla. Risultato? A capire sono in pochi, gli stessi che scrivono e agli altri non rimane che adeguarsi. Me compreso, purtroppo, in molti casi. Nonostante tutto, nessuno pu dire che non cerchi sempre e comunque di ricavare un mio spazio, uno spazio mio e per il nostro Paese. finito il tempo in cui allItalia andava tutto bene. In questo momento siamo un Paese ascoltato e rispettato e questo grazie al mio impegno costante e al mio lavoro di relazione con i singoli colleghi Capi di Stato e di Governo. Altro che serpenti, coraggio e conflitti dinteresse: dovrebbero farmi un monumento!

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    Conflitto di cuore

    S, Presidente, un monumento non si nega a nessuno, per non abbia fretta, quelli di solito li fanno dopo la morte, e a quanto pare lei ancora vivo e vegeto. Per procediamo con ordine. Intanto, quello che lopposizione chiama strumentalmente conflitto dinteressi non realmente un confitto dinteressi. Non tra lei e gli italiani, quantomeno. Provi a pensarci bene. semplicemente il limite della sua rivoluzione. La ragione essenzialmente la difesa delle sue aziende. Se lei non avesse avuto la necessit di difendere tutto ci che aveva costruito su questo sistema, avrebbe potuto fare la rivoluzione di cui il Paese aveva bisogno.

    Senta Siri, cosa dovrei fare secondo lei? Me lo dica forza? Cosa cavolo dovrei fare, le ho gi detto che nessuno le compra e le ho gi detto che non me ne occupo pi da un bel po e non accetto in nessun modo che questa possa continuare a essere la scusa per attaccarmi o delegittimarmi!

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    Presidente non sinquieti, io se fossi al suo posto farei probabilmente la stessa cosa.

    Non c nulla di male a difendere ci che lei ha costruito. Tutti lo farebbero e quelli che non lo ammettono sono degli ipocriti.

    Ma il senso non questo. Forse non sono stato chiaro nel rappresentarle bene quel che vorrei prendesse in considerazione come ipotesi. Ovvero, la difesa delle sue aziende che si fondano su questo sistema un po il suo tallone dAchille.

    In fondo, penso che lei, Presidente, un po apprezzi questa situazione. Tutti la attaccano e lei continua a difendersi: spesso ne esce pi che rafforzato. Proprio come leroe greco, lei va in battaglia e vince sempre. In fondo, da una rivoluzione ci si aspettava un cambiamento profondo e radicale. Il rapporto tra la societ e lindividuo sono rimasti immutati.

    Il punto che dobbiamo guardare oltre, non badare ai presunti privilegi dei politici. Il tema da ricercare un altro, se abbiamo il coraggio di togliere di mezzo questa ipocrisia: limportante che i politici non tradiscano la loro missione, ovvero il bene della Polis, non che abbiano unauto blu. Ma le ricordo che questo stato anche uno dei suoi cavalli di battaglia. Via i privilegi ai politici, via i politici, viva i liberi professionisti. Questi slogan alla lunga si sono scontrati con la realt della quale anche lei rimasto vittima. Sarebbe bastato dire che i politici non sono una soluzione per tutto. La politica solo un ragionamento, che poi deve trovare unapplicazione condivisa. Ma pu anche non esserlo.

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    Tuttavia, in certi casi, la politica aiuta nellimmediato a evitare la catastrofe, come un bel viaggio in un posto esotico evita la rottura di un matrimonio, salvo poi presentare il conto dellinevitabile, tutto insieme...

    Un conto troppo salato caro Siri!

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    Il dittatore

    Presidente non sono per niente stupito che lei se la prenda cos tanto quando le danno del dittatore; del resto lei ha tante qualit quanti talenti, ma quello del dittatore non ce lha proprio. Forse per questo che se la prende, in fondo vorrebbe esserlo, ma non lo . Mi spiego meglio. Non basta che qualcuno dica quello un dittatore perch quello lo sia davvero. Come non basta che uno immagini di esserlo perch lo sia. proprio un bel problema, per questo condivido il suo disappunto e il suo stato dangoscia. Credo che lei in qualche modo vorrebbe avere le caratteristiche del dittatore cos potrebbe rispondere a questi signori che glielo dicono di continuo si lo sono, e allora?, invece non riesce a farlo perch non lo .

    Certo che non lo sono, stiamo scherzando! Forse sar anche vero che ho ben chiaro quello che voglio, ma cerco sempre il pi ampio consenso possibile e poi come lei ben sa la Costituzione non mi mette certo nelle condizioni di poter

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    fare quello che vorrei. Sono convinto che la Costituzione vada cambiata, il capo del Governo deve avere pi potere, chi prende i voti del popolo deve poter governare senza troppi lacci e laccioli.

    Beh, s Presidente, unipotesi interessante, ma credo che lei sia molto concentrato sul come fare piuttosto che sul cosa fare. Ovvero come mettere daccordo i politici suoi colleghi su questa sua idea, come trovare le maggioranze necessarie per questa riforma. In fondo, il rischio rimane quello che tutto cambi, perch nulla cambi. Di sicuro ci si pu impegnare molto e per certi versi riuscire su determinati punti a ottenere qualcosa, ma sar sempre la sintesi di un compromesso. Per come oggi il sistema italiano, non le riuscir di cambiarlo fino in fondo. Il limite non dato tanto dalla Costituzione, che in fondo un foglio di carta scritto sessantanni fa.

    Il punto che ciascun protagonista della scena politica italiana appartiene in larga parte a un passato culturale fondato su questo sistema, e ogni volta che prover a dire che occorre cambiarlo, lo far a bassa voce quasi con un velo di vergogna sul viso. La nostra Costituzione non prevede davvero che siano i cittadini ad avere il potere attraverso i loro rappresentati, prevede che il potere ce labbia il sistema attraverso i ruoli che attribuisce di volta in volta alle persone di turno. Persone e ruoli che per la maggior parte non sono eletti direttamente dai cittadini. Lha detto lei, larticolo 1 della Costituzione dice chiaramente lItalia una Repubblica democratica, la sovranit appartiene al popolo che la esercita nei modi e nei limiti della Costituzione. Dunque, credo che lo spazio

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    per un cambiamento vero sia realmente difficile da trovare al momento. Ma se vogliamo approfondire ancora, mi verrebbe da pensare che nonostante tutto non sia neppure la Costituzione in s il limite al cambiamento, ma tutto ci che la storia che lha prodotta e sostenuta fino a oggi rappresenta nella mente e nel cuore della maggior parte dei politici e dei cosiddetti uomini delle istituzioni. Lascerei da parte, per il momento, gli italiani in senso generale perch non mi sento di tirarli in ballo con simili vicende, delle quali peraltro da molto tempo sono solo spettatori. Vede Presidente, in verit tutta questa pantomima attorno alla riforma della Costituzione potrebbe apparire un po ridicola agli occhi di chi ad esempio non vive nel proprio passato, ma nel presente e dal presente guarda il futuro. Questa persona ipotetica non vedrebbe il cambiamento come un tradimento delle proprie radici ma come unopportunit. Purtroppo qui anche lei come gli altri, anche se glielo riconosco, con una maggiore disponibilit interiore, continua a ragionare con il pensiero nel passato. Se lei volesse davvero cambiare la Costituzione lo farebbe; e invece, proprio perch non un dittatore, si astiene dal farlo. Lei cerca il consenso, cerca di mettere daccordo quante pi persone e partiti possibili, ha bisogno di loro perch il suo modello il modello di democrazia. Altro principio sul quale si basa la Costituzione italiana. A leggerla bene, infatti, la Costituzione stata redatta apposta per non essere mai cambiata, stata fatta perch fosse per sempre. Perch quel presente fosse il presente anche nel futuro. Tutto qui. Qualunque sforzo democratico di voler cambiare la Costituzione sar inutile perch non porter a nessun risultato. Lei appartiene a quella generazione per la quale

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    imprescindibile il metodo democratico, del consenso, quello che lei cerca senza sosta e che quando le negato (o risulta insufficiente rispetto alle sue aspettative), le provoca notevoli sofferenze. La Costituzione, al pari di tutto il nostro sistema istituzionale contemporaneo, il frutto di un concetto che radicato nel passato e che sfrutta la nostra memoria recente per evitare qualsiasi modifica o cambiamento radicale nel divenire degli eventi. Solo chi non ha radici nel passato o chi disposto a lasciarselo alle spalle potrebbe essere in grado di cambiare le regole del gioco. Tutto il nostro architrave costituzionale il frutto di un compromesso ideologico anacronistico rispetto al tempo e allepoca in cui viviamo. Esso si proponeva di garantire per sempre la democrazia, in antitesi con lesperienza totalitaria che il paese ha vissuto fino al dopoguerra. E siccome vero il principio che la lama cura la ferita che ha inferto, solo una presa di posizione coraggiosamente monocratica potrebbe riuscire in ci che anche a lei, oggi, risulta impossibile. Si potrebbe ipotizzare che in un nuovo modello, magari futuro, non ci sia pi neppure bisogno di una carta che noi chiamiamo Costituzione e che tutto possa funzionare su nuove basi, magari dove il cosa fare sar pi importante del come farlo. Per il nostro vecchio sistema democratico non c spazio per un dittatore e per ci che ci si attende per il futuro, se saremo capaci di immaginarlo, probabile non ci sia pi posto per la democrazia.

    Senta Siri a me sembra che lei stia un po esagerando. Io sono un liberale, un democratico, e lo sar sempre e ho fatto della difesa della democrazia e della libert la mia ragione di

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    vita. Sono contrario a qualsiasi tipo di totalitarismo e come ben sa lotter fino alla morte contro la cultura del collettivismo che mette in primo piano linteresse generale rispetto a quello dellindividuo. Il comunismo ha fallito in Europa, assumendo in Italia i tratti del peggiore conservatorismo.

    Eravamo ai tempi della cortina di ferro lunico grande Paese occidentale ad avere un partito comunista cos forte e importante, di sicuro non potevamo aspettarci che dopo il crollo del Muro il suo gruppo dirigente e parte della sua base elettorale, da un momento allaltro, diventassero democratici.

    Quindi, se mi permette, io difendo la democrazia, quella vera, sono un democratico mentre sono i miei nemici a ispirarsi al peggior totalitarismo dellepoca contemporanea, ovvero il comunismo che ha fallito ed stato cancellato dalla storia. Lunico rammarico che in Italia non siamo stati ancora capaci a fare davvero i conti con la storia e nonostante tutto abbiamo ancora chi si onora ed orgoglioso di chiamarsi comunista, molti di questi sono gli stessi che hanno il coraggio di chiamare me dittatore.

    Beh, Presidente, come le ho gi detto di questo non mi preoccuperei pi di tanto; il punto, credo siamo daccordo, non questo e non allordine del giorno. Non vorrei per tralasciare il paragone che lei fa tra il comunismo e la democrazia. I comunisti, i suoi nemici smentiti dalla storia, e la democrazia di cui lei si erge a difensore a tutti i costi. interessante questo punto, perch secondo la mia ipotesi entrambi i modelli sono falliti.

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    Il modello comunista totalitario e il modello democratico capitalista sono due sistemi che appartengono comunque al passato. Abbiamo assistito al fallimento e al tramonto del primo, stiamo assistendo al fallimento e al tramonto dellaltro. I due modelli hanno funzionato in Europa come contrappesi nel mantenimento di un equilibrio e inevitabilmente venendo meno uno dei due laltro sistema destinato a crollare. Qualcuno potrebbe obiettare che la democrazia non unesclusiva europea. In questo caso, si potrebbe ipotizzare che nonostante questo dato di fatto nel presente, in passato lEuropa stata il punto di partenza dei modelli che si sono poi sviluppati a livello globale; probabile che questo effetto domino potr verificarsi in futuro. Di fatto, nel vecchio continente, in atto una profonda metamorfosi di cui viviamo in questo momento la parte pi acuta ma anche quella che ci porter necessariamente a un nuovo modello, un nuovo sistema, un nuovo concetto organizzativo che sta nel futuro e che non affonder pi le sue radici nel passato e non porter con s la pretesa del per sempre, tanto caro agli uomini, e nel quale essi hanno fondato tutte le giustificazioni della loro esistenza.

    Guardi Siri, a me sembra che lei lavori troppo di fantasia e dimmaginazione. Qui siamo nel mondo reale e la realt che nessuno da solo pu cambiare le regole del gioco. Posso anche essere daccordo con lei su alcune cose, ma io ho settantatre anni e per quanto ne dica lei mi sembra normale che il mio passato sia forse pi importante del mio futuro. Non credo che, nonostante questo, mi sar impossibile realizzare ci in cui credo; e poi, a dire il vero, io non capisco. Lei ipotizza che

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    le cose cambieranno, che la democrazia abbia fallito, che ci sar un nuovo modello ma non mi dice quale, sia pi esplicito! Inoltre, non per volere apparire sempre quello che deve essere indispensabile a tutti i costi, ma non riesco proprio a vedere chi altri potrebbe prendere in mano uneredit importante come quella che sono riuscito a creare dopo il crollo della prima Repubblica. Se ha delle idee, allora le esprima: sarei proprio curioso di sapere di che cosa stiamo parlando.

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    Lultima spiaggia

    Nel sentirla parlare, Presidente, mi vengono in mente i pontifices e i farisei, quando nel Tempio dinanzi a Ges impegnato a predicare insistettero pi di una volta nel chiedere un segno, la dimostrazione tangibile che egli fosse davvero il Messia, perch fino a quel momento ogni cosa che aveva detto appariva fuori dalla realt, incomprensibile e al di l dellimmaginabile. Rappresentava in quellepoca e in quel momento tutto ci che era alternativo allo status quo, un elemento destabilizzante, talmente innovativo da non poter essere compreso da chi, fino a quel momento, aveva vissuto in una tradizione per la quale il cielo e la terra erano separati e non avrebbero potuto mai entrare in contatto tra loro. Qualcuno che affermava di essere il tramite tra le due realt non poteva che essere un folle o un impostore, e se voleva davvero essere creduto avrebbe dovuto dare un segno concreto di verit. Ma come poteva egli far capire ai suoi interlocutori il proprio messaggio? Quelli fondavano tutta la loro cultura nella tradizione, il loro passato era il loro

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    presente. Ges parlava al contrario un linguaggio nuovo, incomprensibile.

    Egli era il futuro, il Divenire, ci che non esiste se non si ha il coraggio di vedere, e se non si abbandona una mentalit ancorata al passato, alle cui incalzanti provocazioni lo stesso Figlio delluomo ha risposto in modo inequivocabile10. Dunque, non mi stupisce per niente che anche lei ponga delle domande rispetto a ci che le appare assolutamente fuori dalla realt. Ma la realt la sua realt ed una realt fatta di convenzioni e tradizioni delle quali, nonostante la voglia di cambiamento, non pu fare del tutto a meno. Ha ragione, probabilmente, quando afferma di essere lunico al momento ad avere determinate caratteristiche. Non vorrei tuttavia che questo sentimento che prova fosse un modo per convincersi di essere lultima spiaggia. La mia ipotesi che lei di certo rappresenta ci di cui ha bisogno questepoca per compiere la metamorfosi. Colui il quale prepara le condizioni per un cambiamento guidato dallintenzione e da una convinzione che, al l di ci che pi conosciamo, esistono altre possibilit; ma proprio come Cristoforo Colombo, anche lei a un certo punto si trover di fronte non le Indie che ha in testa, bens lAmerica, un nuovo mondo, tutto ci che esiste gi ma non come lo pensa lei, ma che di sicuro c.

    10 Gli dissero: S, ma cos tutto astratto. Tu cosa fai in concreto, che segni ci dai perch capiamo? I nostri padri hanno avuto dei miracoli sui quali fondarsi: Mos, per esempio, diede loro la manna quando erano nel deserto. Rispose loro Ges: cos, cos, lio ve lo dice: non avete capito affatto quel brano in cui si parla della manna: non che Mos diede allora agli ebrei un cibo venuto dal cielo! Il senso era che il Padre dellIo vi d sempre il vero cibo celeste; e questo cibo lIo che discende dal cielo e d vita a questo mondo. Igor Sibaldi, Il Vangelo di Giovanni in Il codice segreto del Vangelo, 6,30-33, cit., pp. 231-232.

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    Quindi, secondo lei Siri, in pratica sto perdendo il mio tempo? Tutto il lavoro e limpegno che ci sto mettendo per cercare di cambiare il Paese, per rendere pi efficiente il sistema pubblico, per stabilire un principio di libert attraverso la riforma della magistratura, per portare lItalia fuori dalla crisi economica, non serve a nulla?

    Ma no Presidente, non ho detto questo e neppure lho pensato, ho solo osservato che lei impegnato in una partita nella quale le regole del gioco sono state fissate perch lei non possa vincerla. Pu parare bene i goal pi insidiosi, ma fino a quando? come se lei giocasse contro diversi avversari, quelli sul campo e larbitro anzi, forse direi di pi, lintera organizzazione dellincontro! Lei vorrebbe giocare la partita del buon senso perch, attraverso quello, lei sicuro di vincere, e invece le tocca giocare la partita in cui le regole del gioco sono fatte per mantenere sempre lo stesso identico risultato, chiunque siano i contendenti in campo.

    Le regole sono la garanzia della conservazione, sono la certezza di sopravvivenza per tutti coloro che hanno necessit di un presente immobile. Per queste categorie di persone pi ci sono regole, pi sono dettagliate, maggiore la garanzia che ricevono. La regola il metodo per cristallizzare il tempo e non rischiare che le cose cambino ed evolvano. Ma levoluzione e il cambiamento sarebbero traumatici per coloro che hanno fondato le proprie radici nel passato-presente, privi dimmaginazione e di risorse: sarebbero spazzati via come la polvere sul cristallo.

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    La regola

    Ogni regola stabilita a garanzia dello status quo; proprio per questo lantitesi della regola sono il buonsenso, linnovazione, la fantasia, linventiva. Tutte queste doti, o talenti delluomo, debbono sottostare al compromesso convenzionale della realt. Pertanto, si potrebbe dire che la realt linsieme delle regole che gli uomini hanno stabilito e preso come riferimento. Ogni iniziativa che prescinde questa convenzione, fuori dalle regole, fuori dalla realt. La democrazia ha bisogno di regole per poter esistere. Senza le regole, che hanno il compito di fare sottostare tutti alla realt, la democrazia non potrebbe realizzarsi in natura. Attraverso le regole si realizza quel modello secondo il quale tutto trova un equilibrio, tutto trova un medesimo piano. Chi sta in basso arriva al piano terra spinto verso lalto, e chi sta in alto arriva al piano terra spinto verso il basso. In realt, lalto e il basso non hanno una valenza di superiorit e inferiorit, ma solo una sorta di attrazione gravitazionale in cui sono tutti spinti verso il centro.

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    Si potrebbe affermare che le regole stanno alla collettivit come il buonsenso sta allindividuo. Lorganizzazione collettiva ha bisogno delle regole per cristallizzare il pi possibile la realt e impedire che lindividuo, attraverso il buonsenso e limmaginazione, si evolva. La conservazione ha necessit assoluta di regole a cui ricondursi, mentre levoluzione e il divenire, per esistere, hanno bisogno solo dellimmaginazione delluomo.

    Le regole mettono al riparo luomo dalla propria consapevolezza come la democrazia lo mette al riparo dalla propria responsabilit. Se stabiliamo che in natura luomo colui che tende a sopraffare il proprio simile, ancora oggi ci significa che la civilt di cui parliamo non esiste, o meglio esiste solo nella nostra realt, ovvero linsieme di regole convenzionali alle quali abbiamo deciso o ci siamo ritrovati nei corsi e ricorsi storici a sottostare. Se non ci fossero le regole non ci sarebbe luomo civile? Sarebbe una tragica scoperta ma anche la modalit di pensiero con la quale la regola ha ipotecato lumana evoluzione. La paura del proprio simile ha sostenuto fino a oggi le regole. Di fatto, se stabiliamo che luomo non pi, per dirla con Hobbes, homo homini lupus, ma giunto (soprattutto in particolari aree del pianeta) ad un certo grado di civilt, potremmo affermare che egli voglia riconquistare il buonsenso e limmaginazione guardando al futuro, lasciandosi alle spalle le regole e il passato. Cos come potremmo affermare che la democrazia, che si fonda sulle regole, potrebbe essere superata da un modello di consapevolezza individuale secondo la quale luomo non delega pi alla collettivit la propria vita in cambio di un ruolo, ma riconquista la propria capacit di vivere e realizzarsi come individuo. Questa

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    possibilit pu realizzarsi solo attraverso un nuovo modello organizzativo dello stato (un popolo stanziato su un territorio) che non abbia bisogno di una montagna di regole per convivere ma realizzi in ognuno la responsabilit della propria condizione. Fino a oggi, con la democrazia, abbiamo preferito rinunciare al nostro io individuale a favore di un noi collettivo al quale sottostare, per non assumerci la responsabilit di decidere. Di essere. Siamo cresciuti con la paura delluomo, con la consapevolezza che noi come civilt occidentale, senza un arbitro a impartirci le regole del gioco, avremmo finito per sopraffarci reciprocamente. Questo modello finito, luomo ha raggiunto un certo grado di consapevolezza e ha bisogno di creare il suo futuro riscoprendo limmaginazione, non continuando a concentrarsi su quale parte di esso modificare per stare meglio ma cambiando di fatto la realt. Potrebbe non esserci pi bisogno di uno stato al di sopra dellindividuo, ma di un individuo-stato. Ognuno potr cos avere nella propria coscienza la responsabilit dellinsieme e non il contrario. Per realizzare questo modello, si potrebbe immaginare unorganizzazione dello stato diversa da quella che conosciamo. Le persone sono pronte e mature a questo salto verso il futuro, il sistema che al contrario cercher in ogni modo di fermare questa evoluzione.

    Tutti coloro che hanno interesse nelladesso e ora per sempre nello status quo, come i Giudei del Tempio, faranno di tutto per contrastare questa direzione delle cose, proprio come fecero con Ges. Colui il quale aveva messo in dubbio le regole, che aveva osato mostrare una realt differente. Colui che disse: distruggete questo Tempio e lIo ridester tutto ci in tre giorni. Per tutta risposta i

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    Giudei, che non vedevano altro che ci che conoscevano e le loro regole replicarono: Quarantasei anni ci sono voluti per costruire questo Tempio, e tu lo rialzeresti in soli tre giorni?. Come potevano capire che egli parlava del Tempio che ogni uomo ha in S, nella propria vita?11.

    Guardi Siri il suo un bel discorso ma, ripeto, tutta teoria! E poi, lo ripeto, Ges lhanno crocefisso e non proprio la fine che vorrei fare!

    Presidente, io ripeto a lei che un po mi viene da sorridere, a voler guardare bene tutte le sue intenzioni e dichiarazioni, si ha quasi lidea del contrario, sembra che tutti la vogliano mettere in croce. Per carit, ognuno ha le sue croci a seconda del tempo che vive, ma non sottolineerei questa analogia. Da qui a sostenere che lei possa finire crocefisso ce ne passa, di sicuro lei un innovatore, uno che ci prova, ma se dovessi associarla a un personaggio evangelico potrei quasi dire che potrebbe essere pi Pilato che Ges. Pilato aveva capito il messaggio di Ges, aveva capito molto pi di tutti quelluomo c