Lista di controllo per la gestione non farmacologica dei ... · I farmaci vanno scelti avendo come...
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Servizi psicologici per la demenza.
Lista di controllo per la gestione non farmacologica dei disturbi del comportamento Pg.
A cura del dott. D. Malerba Mail: [email protected] – cell. 3280318450
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Lista di controllo per la gestione non farmacologica dei disturbi del comportamento.
Non è possibile qui fare una disamina tecnica precisa dei disturbi. Darò dunque indicazioni generali di base per tentare una gestione di
tipo relazionale. Va tenuto presente che questa può aiutare molto, talvolta però non è risolutiva e va richiesto l’aiuto psicofarmacologico
che va fatto sotto il controllo del medico, in particolare se l’intervento è insufficiente e se vi sono rischi di danni a se e agli altri. Va anche
ricordato che ogni persona è diversa e ogni malato è diverso, vanno trovate soluzioni adatte per lui che potrebbero essere non adatte
ad altri. Alcuni suggerimenti derivano da esperienze dei parenti: se qualcuno di voi mi segnala esperienza utili che ha fatto in merito
potrei allargare l’elenco in modo che siano utili anche ad altri. E’ sempre utile sentire uno psicologo / neuropsicologo esperto nella
tematica per poter individuare il percorso migliore.
Il manuale msd di geriatria (http://www.msd-italia.it/altre/geriatria/sez_5/sez5_41.html) così recita:
“….i farmaci si usano solo quando gli approcci non farmacologici hanno fallito e quando i farmaci sono assolutamente necessari a
garantire la sicurezza del paziente e degli altri. I farmaci vanno scelti avendo come bersaglio i comportamenti più intollerabili. La
necessità di continuare la terapia va rivalutata almeno ogni mese. […..] Un comitato di consenso sul trattamento degli anziani con un
disturbo del comportamento (specialmente di quelli con sintomi psicotici) raccomanda di includere l ’intervento ambientale e
l’addestramento dell’assistente sanitario come parte del trattamento. Tuttavia, a causa della formazione tradizionale e delle politiche di
risarcimento, i medici di solito prescrivono farmaci piuttosto che tentare la gestione non farmacologica. L’intervento ambientale spesso è
la forma di trattamento più riuscita, meno costosa e più sicura”.
CONTROLLO DELLE CONDIZIONI GENERALI.
Caratteristica che agita il paziente in genere. Azione da eseguire Fatta?
Ambiente E’ utile creare un ambiente sereno, semplice e tranquillo, talvolta è meglio che operi una sola persona con il malato (vedi anche le indicazioni sulla
sicurezza ambientale nel blog).
Ambiente confuso o/e iperstimolante (sovraffollamento, eccessivo rumore, eccessivi stimoli di altro genere, disordine ambientale).
Modifiche ambientali o spostamento del paziente in luogo più tranquillo.
Ambiente eccessivamente angusto Spostamento
Clima Modifica temperatura
Illuminazione inadeguata Regolazione dell'illuminazione o spostamento dell'ospite in una zona con una luminosità adeguata (può essere naturale o artificiale)
Cambiamento di ambiente Ripristino situazione precedente o situazione similare alla precedente.
Ipostimolazione, noia Fornire alla persona stimoli occupazionali: ( manipolare la lana, sfogliare il giornale, e altre stimolazioni collegate ai suoi interessi e al suo grado di deterioramento cognitivo
Stimoli ambientali particolari ( segnali di uscita, partenza di altre persone)
Fare attenzione alle stimolazioni improvvise
Problemi relazionali o richieste.
Vicinanza di persone o di oggetti non gradito Spostamento dell'oggetto o dell'ospite non gradito
Richieste operative eccessivamente complesse Creare un ambiente routinario ritmato e abitudinario, ipersemplificato. Non dargli compiti che eccedono la sua capacità o che lo mettono in difficoltà (in genere si rifiuta di fare certe cose perché si accorge di non saperle più fare)
Richieste non gradite Possibilmente lasciargli fare quello che vuole, e creargli un ambiente che lo permetta, non insistere troppo per fargli fare ciò che non vuole (anche perché forse non si sente più in grado di farlo e questo può renderlo aggressivo). A meno che non sia pericoloso per se, le cose od altri.
Rimproveri e punizioni. Evitare rimproveri e punizioni (sono inutili e fatichiamo più noi che il paziente, aumentano il clima di tensione)
Bambini Se vi sono bambini è meglio fare attenzione e vedere come reagisce il malato, è utile avvisare i bimbi del problema del malato, se loro lo agitano troppo vanno non messi insieme al malato
Rifiuto o reazione negativa ad interventi di accudimento. Rinviare l’intervento, modificare modalità di approccio
Mancata efficacia comunicativa (il paziente non capisce o non sente ciò che gli diciamo, dà la sensazione di non essere ascoltato o capito o esprime un bisogno reale o simbolico non capito, sembra che le nostre parole o comportamenti lo
La mimica deve essere sempre rassicurante e positiva. Modificare il nostro comportamento. Attuare adeguate modalità di comunicazione. Uso di osservazione e tecniche comunicative adeguate
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agitino).
Condizioni fisiche.
Abiti non adeguati (stretti, larghi, non adeguati alla stagione, non graditi)
Valutare se la vestizione è adeguata (alla stagione, alle variazioni termiche ambientali, al gradimento dell'ospite, alla grandezza) e modifica vestizione.
Contenzione Eventuale modifica o rimozione della contenzione
Soddisfacimento bisogni primari (fame, sete, evacuazione) Garantire piccoli spuntini nell'arco della giornata e l'effettuazione dei bisogni fisiologici
Problemi di alimentazione Correggere
Eccesso di liquidi Correggere
Disidratazione Correggere
Condizioni mediche. I disturbi del comportamento possono derivare da aspetti secondari al danno cerebrale della demenza (soprattutto a causa delle lesioni nelle aree frontali del cervello che sono responsabili dei freni inibitori). Oppure i pazienti possono essere agitati dall’insorgere di altre patologie, senza che il paziente stesso sia in grado di farsi capire. In caso di agitazione improvvisa va sempre verificato che non sia insorta una ulteriore patologia organica, in tal caso si devono fare gli opportuni interventi. Sotto descrivo come esempio alcune patologie che possono creare al loro insorgere una risposta comportamentali negativa nel paziene
Patologia
Dolore Ossigenazione Ipo/iper
Febbre o stato influenzale Anemia
Globi vescicali Deficit sensoriali (ipoacusia, ipovisus)
Prurito Dispnea
Pressione ipo/iper Leucocitosi
Aritmia cardiaca Diarrea
Danni cerebrali Vomito
Mucose secche Ipoglicemia
Oliguria Ipertiroidismo
Ridotto turgore cutaneo Insufficienza surrenalica
Uremia Delirium
Aumento di ammonemia sierica ictus
Neoplasie cerebrali Scompenso glicemico / glicometabolico
Altre Handicap fisici
Alimentazione Eccesso di liquidi
Disidratazione
Farmaci. Il farmaco va sempre dato su indicazioni del medico.
Nel caso di psicofarmaci, in genere, meno se ne utilizza meglio è; si può in certi casi anche verificare l'utilità dell'uso di prodotti di erboristeria. è utile che il medico collabori con lo psicologo. Il farmaco va dato sempre con molta attenzione, in modo progressivo, e stando molto attenti al verificarsi di
fenomeni di accumulo, sempre con il consenso del medico, soprattutto in queste persone anziane affette da multi patologie.
Accumuli sedativi, ipnoinducenti, narcotici, anticolinergici, cortisonici e farmaci con importanti effetti anticolinergici possono causare aggressività
Correggere
PRIMA DELLA CRISI: PREVENIRE.
La prima prevenzione è quella di individuare i fattori scatenanti (elencati sopra), incluse le reazioni dei caregiver ed eliminarli. Per fare questo è importante imparare ad ascoltare il paziente analizzando in modo approfondito tutti i messaggi verbali e non verbali, è opportuno non dare niente per scontato. Se vi sono dei segnali che precedono l’agitazione è possibile individuare ciò che crea il disturbo ed evitarlo.
DURANTE LA CRISI
Non spaventarsi e restare sereni: solo rarissimamente il disturbo ha conseguenze.
Non sentirsi in colpa (il comportamento è dovuto alla malattia, non dipende da chi lo accudisce) e mantenere un giusto distacco emotivo (per questo non prendere il disturbo come un fatto personale).
Assecondarlo o fare finta di farlo. Lasciare pure che faccia ciò che vuole, assecondandolo il più possibile e intervenire solo se rischia di farsi o fare male o di fare danni alle cose, non essere simmetrici, non mettersi a discutere, non cercare di convincere.
Usare frasi e gesti Eventualmente usare frasi di rassicurazione (non ti preoccupare, adesso risolviamo tutto, stai sereno che adesso ci parlo io a quello..., ecc....), assecondante (hai proprio ragione!, ecc....), e/o rinvianti (appena abbiamo finito questo lo facciamo...), e un linguaggi non verbale che lo calmi.
Avere pazienza: spesso non si riesce a risolvere il problema in modo immediato, lasciarsi il tempo per osservare e capire ciò che succede.
Osservare la situazione e subito dopo riflettere: quali antecendenti, correlazioni, che altre cose avremmo potuto fare.
Capire come ci sentiamo noi e se possibile scriverlo e parlarne al gruppo di sostegno se ne abbiamo uno di riferimento (se ci sentiamo troppo nervosi e facciamo cose aggressive non facciamocene una colpa: è un segno di allarme che indica che la tensione è troppo alta e forse avete bisogno di riposo).
Usare tecniche distraenti, sfruttando anche il fatto che il paziente si dimentica.
SUGGERIMENTI DA ANEDDOTI (Sono raccolti da racconti dei parenti)
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Non andare in ansia per i sui urli.
Se è in ansia o cammina in tondo a volte abbracciarla serve.
OCCUPARSI DI NOI
Gestire lo stress da caregiver
Elaborare la propria relazione con il paziente
Mantenere pause profilattiche
Gestire il senso di colpa e il senso di fallimento e di inutilità e solitudine
Trovarsi amici e/o un gruppo di sostegno.
Utile avere un riferimento per supporto psicologico.
Fare debriefing
INTERVENTI COMPORTAMENTALI DIRETTI NEI SINTOMI PSICHIATRICI Sintomi psichiatrici INDICAZIONI DI TRATTAMENTO NON
FARMACOLOGICO AGITAZIONE/AGGRESSIVITA'.
(movimenti e azioni che tendono a procurare danno e disturbo al paziente o ad altri). Sputare, colpire, tirare calci, aggrapparsi alle persone, spingere, lanciare oggetti, mordere, graffiare, ferire se stessi od altri rompere o distruggere
oggetti, camminare in modo compulsivo, vestirsi o spogliarsi in modo inappropriato, cadute intenzionali, mangiare o bere cose non commestibili,
toccare cose senza motivo, nascondere o accumulare oggetti, irrequietezza generale, movimenti strani, cercare di andare altrove, boccacce,
bestemmiare, richieste irragionevoli di attenzione o di aiuto, frasi o domande ripetitive, rumori strani, urlare, lamenti, agitazione verbali (urla e
grida.
Vedi indicazioni generali di sopra descritte.
La sindrome del tramonto (Fenomeno del “sundowning”): caratterizzato dal peggioramento della sintomatologia al tramontare del sole e comunque
in tutte le situazioni di passaggio da una buona illuminazione ambientale ad una illuminazione scarsa. E’ legato ad alterata percezione ambientale
che provoca aumento della confusione fino a generare illusioni e allucinazioni
Evitare richieste e impegni per il malato, meglio proporgli attività in cui può essere passivo come pedicure o musica rilassante, ridurre gli stimoli sonori e confusivi e creiamo una buona illuminazione notturna diffusa
ALLUCINAZIONI (sentire voci, odori , sapori, o suoni inesistenti).
Non sempre le allucinazioni danno aggressività, se non è presente nessun tipo di aggressività si può anche valutare di non fare alcun intervento. Il primo intervento indicato in caso di allucinazione nell’alzheimer è la conferma iniziale della visione allucinatoria accompagnata da azioni utili a tranquillizzarlo. Allucinazioni uditive sentire o suoni inesistenti Spostamento in altro ambiente. Inserimento stimolo sonoro
di sovrapposizione Allucinazioni visive (vedere persone, cose, oggetti, animali, inesistenti es.: tantissime formiche si trovano nella stanza sul letto, vedere
bambini che giocano, ecc) Spostare in altro ambiente. Prendere uno straccio, scopa, etc e mostrare di togliere le formiche dalla stanza
Allucinazioni olfattive (Sentire odori irreali anche intensi es.: la persona crede di sentire un forte odore di gas che invade la sua stanza) Spostamento in altro ambiente. Inserimento stimolo olfattivo o sonoro di sovrapposizione
Allucinazione tattile (Sentirsi toccati) inserimento di stimolo tattile di sovrapposizione. Allucinazione gustative (Percepire sapori inesistenti es.: sapore del minestrone che lui non gradisce mentre sta mangiando un gelato) Inserimento nuovo stimolo gustativo di sovrapposizione Illusionie misidentificazioni o falsi riconoscimenti (dispercezioni) Tranquillizzarlo, spostarlo in altro ambiente. “phantom boarder”: presenza di estranei (fantasmi) che vivono nella propria casa
“picture sign”: la televisione come “ vissuto concreto” con cui il paziente si misura ed interagisce
Tranquillizzarlo.
DELIRI (La persona è fermamente convinta che un' idea, una situazione, falsa accade effettivamente).
Il primo intervento indicato è quello di non distruggere l'idea delirante (spesso è un tentativo di compenso della psiche). Manie persecutorie ( la persona è convinta che altre persone le vogliano fare del male ) telefonare alle persone spiegando di fronte alla paziente che tutto è
passato ed è inutile farle del male la persona è convinta che altre persone gli rubino delle cose inserire delle sicurezze per alcuni oggetti, chiudere le cose nei cassetti con
dei finti lucchetti la persona è convinta che altre persone la vogliano avvelenare fare arrivare il cibo dal ristorante con una scena preparata con finte
indicazioni del ristorante la persona è convinta di trovarsi in un altro luogo preparare delle indicazioni cartelli, segnali con le indicazioni della
struttura) sindrome di Capgras: convinzione che una persona familiare sia stata rimpiazzata da una copia esatta;
- sindrome di Fregoli: falso riconoscimento di soggetti familiari in persone che invece sono estranee;
- delirio d’intermetamorfosi: convinzione che persone note si tramutano fisicamente e psicologicamente in altri
soggetti;
- delirio di “sosia soggettivo”: idea che un proprio sosia agisca in modo indipendente da sé;
Rare nella demenza. Tranquillizzare.
ANSIA Tranquillizzare, usare il corporeo e il tocco, il tono della voce
COMPORTAMENTO MOTORIO o Vocale ABERRANTE (movimento afinalistico continuo).
La persona non sa dove si trova e ricerca sempre il ritorno a casa (disorientamento spaziale), e/o si muove nello Evitare che si faccia male, creare percorsi sicuri, monitorare l’eccessiva
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spazio in modo non finalizzato senza pause e senza punti riferimento o tra due punti con modalità lineare. stanchezza.
La persona esegue continuativamente e afinalisticamente dei movimenti: muove gli arti, sfrega una parte del
corpo, sputa, sposta e/o manipola oggetti, ricerca oggetti, cose, persone, famigliari e amici. Operazioni di distraibilità, dare alla persona stimoli occupazionali come ad es. manipolare la lana, sfogliare il giornale, e altre stimolazioni collegate ai suoi interessi e al suo grado di deterioramento cognitivo non cambiare posto ad oggetti a lui cari o abitudinari
Ripete sempre le stesse domande Tentare di distrarlo, cercare di calmare la sua ansia, usare il contatto fisico
DEPRESSIONE alterazione negativa del tono dell'umore (Può essere determinata da cause mediche o da situazioni personali, famigliari e/o sociali come l’entrata in caso di riposo). malinconia tristezza voglia di piangere tendenza ad isolarsi perdita di interessi sentimenti di inutilità sentimenti
di autosvalutazione o di colpa affaticabilità o mancanza di energia ridotta capacità di pensare o di concentrarsi di
ricordare o di prendere decisioni agitazione psicomotoria o irritabilità insonnia o ipersonnia perdita di appetito e
di peso, o aumento di peso senso di malattia pensieri ricorrenti di morte e di suicidio tentativi di suicidio
Accudimento (bisogna stare vicino al paziente fargli sentire la presenza, ascoltarlo, comunicare con modalità verbali e non verbali), avvisare il medico per interventi farmacologici.
Sintomi maniacali. Distrarlo, evitare che si faccia male, impegnarli il tempo, orientare il comportamento impulsivo in modo che non si faccia male
DISTURBI DEL SONNO (Riduzione del numero delle ore di riposo, (con un minimo di cinque o sei ore) o da un'alterazione del ritmo sonno veglia (notte/giorno)o
frammentazione del sonno. Risvegli notturni frequenti, un risveglio notturno senza più riuscire a riaddormentarsi , dormire durante la giornata con insonnia notturna , sonno
frammentato nelle 24 ore. (Vedi anche “Lista di controllo per la gestione della insonnia” su: https://demenzeprovinciavenezia.wordpress.com/download/)
Causa Intervento Problemi medici (vedi elenco sopra) valutazione medica per una adeguata terapia
Bisogno fisiologico ( fame, sete, urinare, evacuare)
Offerta di spuntini serali, garantire una idratazione adeguata e l'effettuazione dei bisogni fisiologici, evitare diuretici alla sera o di farlo bere molto prima di andare a letto se tende ad alzarsi per urinare.
Eccessivo riposo diurno e mancata attività diurna
Riduzione, scoraggiamento o abolizione del riposo diurno, incoraggiare attività fisica durante il giorno.
Disorientamento temporale e spaziale. Somministrazione di una rot informale e utilizzare simboli illuminazione notturna. Paura del buio.
Regolazione dell'illuminazione della stanza, e stare vicino al paziente fargli sentire la presenza, ascoltarlo, comunicare con modalità verbali e non verbali).
Eccessiva assunzione di caffeina o problemi alimentari. Limitazione o abolizione dell'assunzione pomeridiana e serale di caffeina.Alterata termoregolamentazione dell'ambiente. Mantenere una temperatura ambientale adeguata. Eccessivo rumore. Eliminare le fonti acustiche disturbanti. Troppa o poca luce. Regolare l'illuminazione. Vicinanza di persone disturbanti o non gradite. Spostamento della persona. Problemi legati alle abitudini precedenti della persona. Adattamento ambientale Eccessiva sonnolenza diurna.
Difficoltà ad addormentarsi.
Creare un rituale (es. camomilla cambiarsi lavarsi), usare musica rilassante a basso volume andare a letto alla stessa ora evitare di dare cibi ricchi di zucchero o difficili da digerire
APATIA (Il malato non mostra interesse verso il mondo che lo circonda ed è quasi sempre inattiva).
La persona è indifferente a tutti gli stimoli che gli vengono proposti; non esprime affettività, entusiasmo o gradimento, non esprime insofferenza, non partecipa ad alcuna attività, non dimostra interesse verso le attività degli altri, la persona è quieta, non disturba, non da preoccupazioni.
E' importante stare vicino al paziente fargli sentire la presenza, ascoltarlo, comunicare con modalità verbali e non verbali.
Causa Intervento Aspetti depressivi (per es.: da perdita di autonomie, solitudine, malattia, ingresso in struttura, situazioni sociali ed economiche svantaggiate, non accettazione dell’invecchiamento, lutto, ecc.).
Proporre degli stimoli che possano interessargli, affidandogli piccoli compiti anche collegati alla cura personale. Fare sentire la propria vicinanza. Vedi anche depressione.
Incapacità fisica o cognitiva di sviluppare attività. Proporre degli stimoli adatti alla sua capacità graduali in relazione ai suoi interessi affidandogli piccoli compiti anche collegati alla cura personale.
Problemi medici. valutazione medica per adeguata terapia farmacologica Deficit sensoriali. se possibile correggere, se non possibile dare stimolazioni alternative
VOCALIZZAZIONI RIPETITIVE O DI FRASI RIPETITIVE. (Il malato ripete in continuazione e in modo incoercibile le stesse frasi o le stesse domande).
Spesso sono richieste legate ad uno stato d’ansia al quale va data in genere una risposta tranquillizzante, che diminuisca la sua ansia. Bisogna avere pazienza ma anche saper monitorare anche lo stato d’ansia del caregiver. Il paziente va distratto e gli vanno date attività facili che gli permettano di gestire
il tempo.
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Causa Intervento Valutare se vi sono elementi disturbanti lo ansiogeni. Eliminarli. Incapacità fisica o cognitiva di sviluppare attività. Proporre degli stimoli adatti alla sua capacità graduali in relazione ai suoi interessi
affidandogli piccoli compiti anche collegati alla cura personale. Problemi medici. valutazione medica per adeguata terapia farmacologica Deficit sensoriali. se possibile correggere, se non possibile dare stimolazioni alternative
WANDERING (E’ la tendenza a vagare e camminare ansiosamente in modo apparentemente afinalistico).
Causa Intervento Desiderio di rispettare impegni e responsabilità della vita
quotidiana legati alle storie passate. un qualche scopo o obiettivo anche se non sensato o non realizzabile e che ripetono in
continuazione, talvolta legato alla loro vita precedente alla malattia ad esempio possono cercare qualcosa che hanno perso o provare a fare cose che per loro erano abitudinarie (cosa che crea
anche affaccendamento afinalistico).
Dare impegni riempitivi.
Ansia e agitazione legata a situazioni ambientali (es.: ambienti e persone che non conoscono, interpretazione errata di suoni, rumori e situazioni visive, incapacità di riconoscere la gente, i posti e gli oggetti familiari).
Se possibile correggere, se non possibile dare stimolazioni alternative.
Disorientamento spaziale (soprattutto in luoghi nuovi e non conosciuti, per esempio cercano il bagno e non lo trovano)
Tentare ROT informale
Stanchezza (ad esempio di ritorno da una passeggiata) Se è dovuta ad eccessivi sforzi correggere
Ansia e agitazione immotivata Rassicurare
Problemi fisici o farmacologici Risolvere
Disorientamento temporale (per esempio nel wandering notturno) ROT informale
Ha difficoltà a individuare i posti dell'ambiente in cui vive come il bagno, la camera da letto, la sala da pranzo, il soggiorno.
ROT informale
Cambiamento di ambiente. Se possibile evitare, tornare all’ambiente abituale, altrimenti tentare di riorientare nel nuovo spazio
Disagio fisico (ad es. sete, fame o problemi fisici) Correggere
Il metodo migliore è creare dispositivi per assecondare il girovagare in modo che non sia pericoloso: dipingere le porte con i colori delle pareti quando non si vuole farle usare o molto diverse dai colori della pareti quando si vuole indurre ad
usarle creare percorsi circolari e ripetitivi mettere uno specchio davanti o vicino alle porte d'ingresso (il riflesso del proprio viso arresterà spesso la persona dall’aprire la porta),
Per diminuire i rischi dovuti ad una eventuale fuga:
1. Lasciargli sempre addosso un documento di riconoscimento e cose che aiutino a rintracciarci (ad es. un foglio con scritto nome,
cognome e numero di casa, o fargli indossare una catenina o un braccialetto con nome indirizzo, numero di telefono) e l'indicazione che
si tratta di persona con disturbi di memoria: questo perché le persone possano aiutare il malato, senza scambiarlo per un pazzo od un
ubriaco.
2. Avvertire i vicini di casa, i negozianti, la gente del quartiere che il malato, quando appare disorientato, non è pericoloso: ha solo bisogno
di aiuto per tornare a casa.
3. Cercare di capire quali aree del quartiere possano rappresentare un pericolo per chi non è in grado di valutare correttamente la
situazione ambientale.
4. Cercare di render difficile per il malato l'uscir da solo, installando un avvisatore acustico sulla porta d'ingresso, o collocando la maniglia
in posizioni scomode (per esempio alla base della porta) o usando una serratura tipo quelle a prova di bambino.
5. Se il malato è determinato ad uscire o a raggiungere qualche luogo pericoloso, è meglio, all'inizio, assecondarlo, magari accom-
pagnandolo per un tratto di strada e cercando poi di distrarlo proponendogli un'altra attività, parlando in modo tranquillo per rassicurarlo.
6. Se fugge da casa tentare di trovarlo all’interno di percorsi che a lui erano abituali.
7. Occorre rassicurare un malato disorientato da un ambiente nuovo, ricordandogli che ha con sé tutte le sue cose e che chi si prende cura
di lui sa sempre dove trovarlo. Foto di famiglia o oggetti dell'abitazione precedente possono aiutare a limitare la continua ricerca di
persone o realtà del proprio passato. Il girovagare notturno è un altro fenomeno molto frequente: il malato può alzarsi per andare in
bagno e perdere l'orientamento nel buio; spesso sente rumori inesistenti oppure può vestirsi e magari anche uscire. E' bene quindi
accompagnare il malato per una passeggiata (o un giro in macchina) nel tardo pomeriggio, in modo da favorire il sonno notturno e avere
l'avvertenza di lasciar una luce bassa sia in camera da letto che in bagno, che sul percorso per accedervi.
8. Se il malato si vuole alzare di notte, ricordargli con calma che tutti ancora dormono e che è buio; se insiste a vestirsi, non contrastarlo,
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perché potrebbe tornare a letto vestito o sedersi in poltrona e addormentarsi nuovamente.
("Dalla scheda Alzheimer n. 5 della Federazione Alzheimer Italia").
ALTRI
Disturbo Intervento
Alimentazione (iperfagia) Intervento ambientale. Disturbi del comportamento sessuale Distrarlo. Disturbi della personalità: indifferenza, apatia, disinibizione, irritabilità; Assecondarlo fin dove è possibile, distrarlo. Disturbi dell’attività psicomotoria: vagabondaggio, affaccendamento afinalistico, acatisia; Assecondarlo fin dove è possibile, distrarlo Comportamenti specifici: agitazione, aggressività verbale o fisica, vocalizzazione persistente, perseverazioni.
Assecondarlo fin dove è possibile, distrarlo
Reazioni catastrofiche, Rassicurarlo e fin dove è possibile, distrarlo Collezionismo. Assecondarlo fin dove è possibile, distrarlo .