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D 24 D 25 L’INVENZIONE DEL MARE UNIVERSO LIQUIDO I parchi acquatici stanno trasformando sempre più la massa fluida del pianeta in un prodotto turistico. E oggi si può trasportarla ovunque. Per avere Bali a un’ora da Berlino, o il mare in piena Torino di Gian Luca Favetto Foto di Massimo Siragusa Aqualandia, al Lido di Jesolo, riproduce un’isola Caraibica in circa 80mila metri. In Veneto ci sono 10 parchi a tema di questo tipo.

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L’INVENZIONE DEL MARE

UNIVERSO LIQUIDOI parchi acquatici stannotrasformando sempre più la massa fluida del pianetain un prodotto turistico. E oggi si può trasportarlaovunque. Per avereBali a un’ora da Berlino, o il mare in piena Torinodi Gian Luca Favetto Foto di Massimo Siragusa

Aqualandia,al Lido di Jesolo,

riproduce un’isolaCaraibica in circa

80mila metri. In Veneto ci sono10 parchi a tema

di questo tipo.

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Guardali, come si divertono con l’acqua, come ci divertiamo.Come riusciamo a trasformarla in gioco, passatempo cheeuforizza, rilassa e disseta lo spirito, oltre che la gola. Quellamassa liquida che ricopre il settantun per cento della super-ficie terrestre, e per la maggior parte è salata, ed è di voltain volta oceano, mare, fiume, lago, ghiaccio, piscina, rendebene l’idea di vacanza. È materia, strumento, luogo per lavacanza.

E dove c’è vacanza, c’è lavoro. Il lavoro degli altri. Di tutti quelli che, dai bagniniai barman, si guadagnano la vita confezionando vacanze. Cioè offrendo unospazio che ti liberi dal solito tempo, dal tuo quotidiano, dai ritmi mantenuti du-rante il resto dell’anno, dai paesaggi consueti, la solita strada, la solita gente, isoliti orari, i soliti impegni. Non sempre è riposo, quello che viene offerto; spessoè semplicemente “altro”: altro esercizio, altra fatica, altro impegno affrontato conleggerezza. Rappresenta l’opportunità di fare e di essere per breve tempo ciòche non si fa e non si è quando ogni giorno ci si ritrova nel proprio luogo abitua-le. Soprattutto permette di starsene mezzi nudi. In costume. Abbronzandosi alsole, volendo.Prendi l’Italia: uno stivale infilato nel mare. Settemilacinquecento chilometri dicosta a disposizione, più di cinquemila balneabili. Tredicimila stabilimenti e unadistesa colorata di sdraio, ombrelloni e cabine. Che però costano cari. Di anno inanno sempre più cari. Secondo il Codacons, circa il tredici per cento in più ri-spetto al 2007 per i servizi base: accesso allo stabilimento, ombrellone e lettino.I dati elaborati dall’Osservatorio della Federconsumatori dicono che quest’estateuna giornata in spiaggia costa in media fra i 19 e i 21 euro, mentre l’abbona-mento mensile può variare dai 550 ai 610 euro.E poi si devono considerare i sessantatré parchi acquatici sparsi sul territorio na-zionale: diventeranno presto sessantaquattro, appena sarà pronto l’ultimo in co-struzione, in Puglia. Dieci si trovano in Veneto, otto in Lombardia e in Piemonte.Anche in Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Basilicata ne è aperto almeno

Se non ci sei già stato almenouna volta, fra poco sarai lì. In fila con uncanotto in mano

Nel parco di Jesoloci sono piscine con onde e senza,toboga, scivolid’acqua, giochi per bimbi, galeoni,aree adrenaliniche.

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uno. Le uniche regioni ancora all’asciutto sono Valle d’Ao-sta, Trentino Alto Adige e Molise. Per una famiglia di quat-tro persone, trascorrere un giorno feriale in un parco ac-quatico costa il dieci per cento in più rispetto allo scorsoanno, in media 138 euro. Per le giornate festive, l’aumen-to è più contenuto e la tariffa è di circa 140 euro. Guardali lì, comunque, che si divertono. Guardati. Ci seianche tu, in queste fotografie. Ci sei stato almeno una vol-ta. Ci sarai fra poco. In fila con un canotto in mano. Apasseggio sulla sabbia. Sdraiato su un lettino. Immerso inacqua, con la testa fuori a goderti il paesaggio. In piedi suun pontile a guardare di sotto, oppure a scrutare l’orizzon-te. Seduto sotto l’ombrellone o sul bordo di una piscina.Infilato in un salvagente. Giù per una serpentina di scivolisinuosi. Impegnato in peripezie ed equilibrismi. In mezzoa spruzzi e a getti. Sotto cascatelle artificiali. Ballando ofacendo ginnastica a ritmo di musica. Con palloni da cal-ciare o smanacciare. Con tuffi da inventare, acrobazie e ti-midi tentativi di nuotata. Fra palme, pattìni, motoscafi econdomini. In riva al mare o nei parchi acquatici in mezzoalle colline.Comunque e sempre alle prese con l’acqua. Che è piùsorridente della montagna. Più duttile e gioiosa. Schizza.Spruzza. Scivola. Lava. Pulisce. Mulinella. Avvolge. Ab-braccia. Tiene a galla. Sommerge. Corre. Vortica. Ondeg-gia. Non sta ferma mai. E mai sparisce, si trasforma. Eva-pora. Diventa nuvola. Torna giù in forma di pioggia. E rico-mincia. L’oro blu, la chiamano, il bene più prezioso che c’è, percui si sono fatte e si faranno guerre. Il principio di tutte lecose, secondo Talete, greco di Mileto, uno dei sette saggidell’antichità, considerato il primo filosofo occidentale,astronomo e matematico. Che sentenziò: tutto deriva dal-l’acqua. Anche gli dei. E la Terra, che ci galleggia sopra,diceva. Se non ci fosse, noi non ci saremmo. L’acqua ciha inventati e noi abbiamo inventato il mare. In effetti, luiesisterebbe per conto suo, inteso come vasta distesa sala-ta che circonda i continenti e si fa oceano. Ma così com’èadesso, prodotto e servito per le vacanze, il mare l’abbia-mo inventato noi. Non più di due secoli fa. Ci hanno mes-so del loro inglesi e tedeschi, i popoli del Nord. Gli italianihanno messo il clima, il sole, il paesaggio. Non più di cin-quant’anni or sono abbiamo cominciato a diffonderlo, ad

La mitica gara nei salvagente dacoppia prevede la

risalita degli scivoliacquatici nellePistas blandas,

con premio finale.In alto, il gruppodell’acquagym.

Un divertimentotutto sommato

economico. Un giorno, peruna famiglia di

4 persone, costacirca 140 euro

Succede comecon Paperino

e Bugs Bunny:il mare escedalla valigia,

insieme al sole

L’Aquapiper diGuidonia, nel Lazio,offre sei piscinee si vanta di averemezzo chilometrodi scivoli, conpartenze “dallatorre più alta di tutta Europa”.

allestirlo, a renderlo popolare, frequentabile da tutte leclassi sociali, a portata di mano e di asciugamano.L’invenzione del mare è una delle più geniali invenzionidell’uomo. È la semplice invenzione della spiaggia, chesembra così naturale: la striscia di terra dove lo stato pri-mitivo del mondo viene a contatto con l’umano. L’uomo lopreferisce addomesticato, il mondo. Lo sa fiera, belva sel-vaggia, ma preferisce dimenticarlo, si sforza di ridurlo amisura dei suoi bisogni e delle sue credenze, lo vorrebbea misura dei propri comodi. Ci prova con il rubinetto e conla vasca da bagno, la bottiglia e la piscina, con la spiaggia,che ha reso il mare così come ora lo conosciamo. Senzaquesta invenzione, tutti se ne starebbero ancora con i pie-di all’asciutto, anche abitando a Capri o in Sardegna.Una volta inventato il mare, l’uomo ha poi cercato di im-pacchettarlo. Di prenderne un pezzo, metterlo in valigia espostarlo, innestarlo altrove, in mezzo alla campagna. Tra-sformato in prodotto, diventa facile renderlo oggetto porta-tile. Succede come nei fumetti di Walt Disney o nelle sto-rie di Tex Avery, con Paperino e Bugs Bunny che apronola valigia e, miracolosamente, ne estraggono ombrelloni,giochi, secchielli, teli, occhiali da sole, magari anche il so-le, una bibita con due cannucce, la spiaggia intera, il ma-re, persino una tavola da surf. E cominciano il relax e il di-vertimento.Non sono forse raffinate trovate alla Bugs Bunny e Paperi-no, i grandi Luna Park acquatici con piscine, scivoli, ani-mazione che reinventano il mare dall’Austria al Giappone,dall’Arizona alla Germania? A un’ora di auto, a sud di Ber-lino è nato il Tropical Islands. Era un hangar di 107 metridi altezza, 210 di larghezza, 360 di lunghezza, dove unaditta russa voleva costruire dirigibili. Adesso è Bali nelcuore d’Europa: sette ettari di lagune, spiagge e foreste. InGiappone, nell’Isola di Kyushu, un’ora e mezzo di aereo asud di Tokyo, c’è Ocean Dome, un parco acquatico indoorcon copertura mobile. Un hangar anch’esso, ma dentrosembra Hollywood, un set dove l’attore sei tu: ottantacin-que metri di spiaggia formata da seicento tonnellate diminuscole scaglie marmorizzate che sembrano sabbia,ma sono più igieniche. Due scogliere ai lati, un po’ di pal-me e due piscine. Di fronte, centoquaranta metri di maree due isolotti. Temperatura costante dell’acqua, ventottogradi, un brodo. Se il mare è un’invenzione, questa è un’invenzione alquadrato, una finzione che si arrampica sulle spalle della

realtà. E sta per arrivare anche un’invenzione al cubo. Sichiamerà Waveyard, in Arizona, a Mesa, vicino Phoenix,dove c’è il deserto e quindi tutto lo spazio necessario. Ungruppo di imprenditori ha pensato di portarci il mare conspiagge riprese dalle Hawaii e dal Brasile. E poi c’è un fiu-me, diversi canali per gli appassionati di kayak, una lagu-na per immersioni subacquee, un bacino per lo snorke-ling e uno spazio per il surf con onde che possono rag-giungere i sei metri.Anche Torino, nel suo piccolo, si muove. Anzi sogna, im-magina, progetta. Niente a che vedere con il gigantismoyankee, ma una buona dose di megalomania sabauda,una sorta di sana, razionale follia. Se a Parigi c’è ParisPlage, perché no sotto la Mole? Là hanno sfruttato la Sen-na, qui i treni, la ferrovia, la stazione di Porta Nuova. Laprevista dismissione nei prossimi anni di quello che è sta-to il principale scalo ferroviario della città, con arretramen-to della stazione, riduzione dei binari e loro interramentofino al Lingotto, libera un’area di trenta ettari. Invece diutilizzarli per costruire centri commerciali, faraonici quar-tieri direzionali e grattacieli, l’architetto Maurizio Zuccapropone di portare il mare in città, trasformando venti et-tari in un bacino d’acqua balneabile: più di un chilometrodi mare con un fronte di centocinquanta metri di spiaggia.L’ottocentesco edificio di Porta Nuova rimarrebbe ancorauna stazione, ma balneare. A seconda dei gusti e dell’im-maginazione, i torinesi, come risulta da blog e interviste,pensano a qualcosa fra Alassio e Miami, fra Borghetto eBarcellona. Una rivoluzione copernicana per la città, co-munque. Un esempio. Un altro possibile primato. Acquaal posto di cemento. Sdraio al posto di uffici. Pedalò inve-ce di negozi. Costumi invece di tute blu e colletti bianchi.Naturalmente, siccome dovrà essere mare vero, ci mette-ranno il sale. Cambierà pure l’aria. Dicono che si vedràqualcosa nel 2015. E se son onde navigheranno. (Foto ag. Contrasto)

A Torino l’edificio ’800 a Porta Nuova

resterà una stazione, però balneare

La principalenovità 2008 di Aqualandia è la Tiki Arena,con acrobati.