L'intervento nel contesto_educativo

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L’INTERVENTO NEL CONTESTO EDUCATIVO LO SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE FUNZIONALE E DELLE COMPETENZE SOCIALI Daniela Toccaceli [email protected]

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L’INTERVENTO NEL CONTESTO EDUCATIVO

LO SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE FUNZIONALE E DELLE COMPETENZE SOCIALIDaniela [email protected]

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KAREN

QUANDO VENIVA DATO DEL TEMPO LIBERO A KAREN,

CERCAVA IL SUO ELENCO TELEFONICO E SFOGLIAVA LE PAGINE SENZA SOSTA.

QUESTO FAR SVENTOLARE LE PAGINE DEL LIBRO ANDAVA AVANTI SINO A CHE QUALCUNO NON INTERAGIVA CON LEI.

A QUEL PUNTO KAREN METTEVA GIU’ IL LIBRO E PRESTAVA LA SUA ATTENZIONE AL SUO INTERLOCUTORE

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ALLA FINESTRA, VENIRE ALLA PORTA, IO VEDO LA NEVE E NIENT’ALTRO.

GUIDANDO SULLA STRADA PER ANDARE A SCUOLA LA MAMMA HA VIOLATO UNA REGOLA.

PENSAVA FOSSE UNA TEMPESTA DI NEVE COSI’ SIAMO TORNATI A CASA AL CALDO.

ERO TERRORIZZATO.TORNATO NELLA MIA STANZA MI SONO SEDUTO E HO PIANTO.POI HO GIOCATO CON IL COMPUTER.HO CERCATO DI CHIEDERE ALLA MAMMA DI MANDARMI A SCUOLA

MA NON SONO RIUSCITO A CONVINCERLA.ALLORA HO GUARDATO LA TELEVISIONE.HO LETTO ANCHE DEI LIBRI.ECCO COME E’ ANDATA LA MIA VACANZA A CASA ….QUESTO E NIENT’ALTRO.

TEMPESTA DI NEVE David

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programma

Sviluppo sociale Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici

non verbali Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici

ecolalici Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici

verbali Richieste di insegnanti per l’intervento mirato con

bambini autistici

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SVILUPPO SOCIALE

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LO SVILUPPO SOCIALE

DEFINIRE SE STESSI

IN RAPPORTO

ALLA DEFINIZIONE DEL MONDO

CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO PUNTO DI OSSERVAZIONE: DEFINIAMO NOI STESSI E IL “MONDO”

DAL NOSTRO PUNTO DI VISTA

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LO SVILUPPO SOCIALE

STADIO EGOCENTRICO Il bambino ( o – 5 aa) si distingue

dagli altri ma confonde il proprio punto di vista con la “verità”- realtà.

Quando assume una prospettiva suggerita da altri non si rende conto della contraddizione con la sua.

Esiste una conoscenza implicita – non esplicitabile verbalmente -che si connota come competenza intersoggettiva

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LO SVILUPPO SOCIALE

STADIO SOGGETTIVO Il bambino (5 – 8/9 aa)

ha una consapevolezza consapevolezza di altri punti di vistadi altri punti di vista

Non riesce a coordinare le prospettive discrepanti e

ad utilizzarle per modificare il proprio comportamento

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LO SVILUPPO SOCIALE

STADIO AUTORIFLESSIVO

Il bambino (9 – 10 aa) riesce a spiegare diversi punti di vista in termini situazionali e personali con un “rispetto” dei valori e degli intenti di ogni persona

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LO SVILUPPO SOCIALE

STADIO RECIPROCO

Il bambino (11 – 12 aa) esplicita la differenza tra la sua prospettiva e quella generale. Riesce anche a gestire la prospettiva di più partecipanti. Assume posizioni imparziali nel conflitto tra due individui tenendo presente le diverse posizioni e le relazioni tra di esse

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LO SVILUPPO SOCIALE

ADOLESCENTE – ADULTO

Il ragazzo – adulto riesce a confrontare le prospettive di interi gruppi o collettività oltre che i singoli individui. Si rende conto che la comprensione la comprensione tra le persone è facilitata dal loro comune riferirsi ad tra le persone è facilitata dal loro comune riferirsi ad un punto di vista socialmente condivisoun punto di vista socialmente condiviso

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SUGGERIMENTI PER L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI NON VERBALI

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PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI

VALUTAZIONE COMPETENZE COMUNICATIVE “SUL CAMPO”

STRATEGIE DI INTERVENTO MODIFICATE ED ADATTATE PER OGNI BAMBINO

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PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI

COMPORTAMENTI CON RILEVANZA SOCIALEIgnorare gli altri

Non avere la “necessità” di comunicareEspressioni sociali “estreme” di emozioni

Resistenza al cambiamento e/o interruzione routineComportamenti autostimolatori, stereotipati, autolesionisti

COMPORTAMENTO COGNITIVO

Abilità cognitive particolari Difficoltà ad organizzare un sapere “complessivo”

su un oggetto (p.e. auto)Difficoltà nella comprensione “causa – effetto”

La comunicazione necessita dell’intuizione della relazione tra ciò che si dice e ciò che si ottiene

COMPORTAMENTO COMUNICATIVO

Difficoltà nell’uso delle competenze comunicative e linguistiche con uno scopo all’interno dei diversi

contestiDifficoltà nel riconoscere il ruolo dell’altro come possibile interlocutore per richiedere, raccontare

descrivere

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PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI

MODIFICARE IL COMPORTAMENTO DELL’ALTRO

MODIFICARE

L’AMBIENTE

INIZIATIVA COMUNICATIVA - ATTO COMUNICATIVO

PARTNER SOCIALI

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COMPORTAMENTO COMUNICATIVO

USO DEL LINGUAGGIO - PRAGMATICA

1. RICONOSCERE LA PRESENZA DELL’ALTRO E SAPERE CHE E’ UN INTERLOCUTORE (per richiedere, raccontare, descrivere, …)

2. USO DELLA COMPETENZA LINGUISTICA CON UN FINE

3. CONOSCENZA IMPLICITA DEL LINGUAGGIO (immaginare la conseguenza dell’atto comunicativo)

4. COMPRENSIONE DELLE DIVERSE DIMENSIONI SOCIALI (che rendono appropriata o meno QUELLA comunicazione)

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ESPRIMERE

USO CONTEMPORANEO DI DIVERSE MODALITA’

VERBALE POSTURALE GESTUALE MIMICA SEGNI - IMMAGINI

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COMUNICAZIONE TRA LE PERSONE

CONSAPEVOLEZZA DEI RUOLI

INTRAPPRENDERE UNA CONVERSAZIONE E’ PROFONDAMENTE DIVERSO DAL SAPER PARLARE

ATTO COMUNICATIVO – MODIFICARE L’ALTRO

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ESSERE UN COMUNICATORE

DESIDERARE DI COMUNICARE – INTENZIONALITA’INTENZIONALITA’

LA COMUNICAZIONE DIPENDE DALL’ ANTICIPAZIONE DEGLI ESITIANTICIPAZIONE DEGLI ESITI DEL COMPORTAMENTO PROPRIO E ALTRUIOVVERO DALLA COMPRENSIONE CAUSA – EFFETTO

QUALCUNO CON CUI COMUNICARE - INTERLOCUTORE - INTERLOCUTORE

QUALCOSA SU CUI COMUNICARE - CONTENUTOCONTENUTO

UN MEZZO PER ESPRIMERSI – UNO STRUMENTOSTRUMENTO PER COMUNICARE

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ESSERE UN COMUNICATORE

Valutazione delle competenze del bambinoSCHEDAINFORMATIVA.doc

GIOCOCOGNITIVO

GIOCOSOCIALE

Valutazione delle competenze socialiSCHEDAFUNZIONISOCIALI.ppt

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METE DI LAVORO

1. STABILIRE I COMPORTAMENTI DI ANTICIPAZIONE E COMPORTAMENTI INTENZIONALI

2. SOSTITUIRE I COMPORTAMENTI IDIOSINCRATICI3. COSTRUIRE MODALITA’ MULTIPLE DI COMUNICAZONE4. ESPANDERE LA GAMMA DELLE FUNZIONI

COMUNICATIVE5. SVILUPPARE STRATEGIE PER PERSISTERE NELLA

COMUNICAZIONE E PER RIPARARE I FALLIMENTI COMUNICATIVI

6. UTILIZZARE AUSILI, COMUNICAZIONE ALTERNATIVA AUMENTATIVA

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

1 - STABILIRE I COMPORTAMENTI DI ANTICIPAZIONE E COMPORTAMENTI INTENZIONALI

STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’ PREVISIONE DI EVENTI E ATTIVITA’ INSTAURARE COMPORTAMENTI ANTICIPATORI INSTAURARE COMPORTAMENTI COMUNICATIVI NECESSARI PER OTTENERE GLI

EVENTI DESIDERATI

PREVEDIBILITA’

BAMBINI1

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

2 - SOSTITUIRE I COMPORTAMENTI IDIOSINCRATICI

COMUNICAZIONE IDIOSINCRATICA – COMPORTAMENTI DIFFICILMENTE COMPRENSIBILI – COMPORTAMENTI PROBLEMA

STRATEGIE E ATTIVITA’

BAMBINI2

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

IMITARE LE VOCALIZZAZIONI DEL Bo E MODIFICARLE DURANTE UNO SCAMBIO GIOCOSO

USARE FRASI BREVI E RILEVANTI CON INTONAZIONI O VOCALIZZI INTERESSANTI

USO DI FRASI ROUTINARIE

USARE FRASI, INTONAZIONI, ESCLAMAZIONI IN SINTONIA CON IL MOVIMENTO CORPOREO

CANTARE CANZONI IN CUI SIA RIDONDANTE UNA PARTE (ritornello) E SOLLECITARE IL Bo A RIPRODURLO

BAMBINI3

3 - COSTRUIRE MODALITA’ MULTIPLE DI COMUNICAZONE

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

4 - ESPANDERE LA GAMMA DELLE FUNZIONI COMUNICATIVE

(il coinvolgimento della la famiglia è indispensabile)

REGOLAZIONE DEL COMPORTAMENTO

INTERAZIONE SOCIALE

ATTENZIONE CONGIUNTA

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

5 - SVILUPPARE STRATEGIE PER PERSISTERE NELLA COMUNICAZIONE E PER RIPARARE I

FALLIMENTI COMUNICATIVI

ATTRIBUIRE INTENZIONALITA’ A SEGNALI CHE SONO POCO CHIARI O POCO PERCEPIBILI (tendersi verso può essere una richiesta)

SE L’ATTO COMUNICATIVO DEL BAMBINO NON HA AVUTO SUCCESSO L’EDUCATORE PUO’ O FUNGERE DA MODELLO E/O DARE UN SUGGERIMENTO PER UN ATTO COMUNICATIVO ADATTO

RICHIEDERE UN AUMENTO DELL’USO DI SEGNALI CHIARI E CONVENZIONALI PRIMA DI RISPONDERE. L’EDUCATORE DEVE SAPER L’EDUCATORE DEVE SAPER ASPETTARE SENZA SUPERARE LA SOGLIA DI ASPETTARE SENZA SUPERARE LA SOGLIA DI FRUSTRAZIONE DEL BoFRUSTRAZIONE DEL Bo

USARE ATTIVITA’ - OGGETTI ALTAMENTEMOTIVANTI

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OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO

6 - UTILIZZARE AUSILI, COMUNICAZIONE ALTERNATIVA AUMENTATIVA

Comunicazione aumentativadescrive il modo in cui le persone comunicano quando non possono parlare abbastanza chiaramente

Comunicazione alternativasi riferisce ai metodi di comunicazione usati per sostituire completamente la parola

CAAcomprende una vasta gamma di metodi adattati di comunicazione

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SISTEMI DI CAA PER SOGGETTI NON VERBALI

Oggettuale (da scambiare o indicare)

Foto, simboli grafici da scambiare o indicare con un gesto (singole o organizzate in tabelle)

Segni (lingue dei segni)

Parole scritte

Computer o altri supporti tecnologici (tastiere elettroniche)

Schede con lettere

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L’ACQUISIZIONE DEGLI “STRUMENTI” DI COMUNICAZIONE E LA CONOSCENZA DI QUESTI

NON GARANTISCE

CHE UN INDIVIDUO SIA IN GRADO DI APPLICARE QUESTA CONOSCENZA IN MANIERA EFFICACE NELLE INTERAZIONI COMUNICATIVE GIORNALIERE

LA COMBINAZIONE DELLA LEGGIBILITÀ DEI SEGNALI DEL BAMBINO E DELLA CAPACITÀ DI RISPOSTA

SOCIALE CONTINGENTE DELL’ADULTO INFLUENZANO IL SUCCESSO NELL’ACQUISIZIONE DELLA

COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO

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IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI CAA

L’USO DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE ALTERNATIVA NON ESCLUDE L’USO IN CONTEMPORANEA DI ALTRE FORME ESPRESSIVE (per es. parlato, scritto o segnato)

L’USO DOVREBBE ESSERE CONDIVISO NEL GRUPPO DI LAVORO E CERCARE DI CREARE COERENZA E CONTINUITA’ NELL’INTERVENTO EDUCATIVO CON IL Bo

L’USO DELLA FORMA ALTERNATIVA NON PUO’ ESSERE PREROGATIVA SOLO DELL’ADULTO (MESSAGGI UNIDIREZIONALI DELL’ADULTO VERSO IL Bo), MA, MANO A MANO CHE IL Bo RIESCE AD ORIENTARSI NELLE RELAZIONI (COMPRENSIONE DELLE CONSEGUENZE) E NELLA CONOSCENZA SEMANTICA OCCORRE FORNIRE AL RAGAZZO UN PROPRIO VOCABOLARIO ED INSEGNARE A LUI COME UTILIZZARLO

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IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI CAA

IL FALLIMENTO DEI SISTEMI ALTERNATIVI FUNZIONALI ALLA COMUNICAZIONE PUO’ ACCADERE PER

UN APPROCCIO FRAMMENTARIO ( SVILUPPO DI SISTEMI PER L’INDIVIDUO) INVECE DI CONSIDERARE ATTIVITA’ E ROUTINE NEL CONTESTO SCOLASTICO E ABITATIVO

L’ESEMPIO LIMITATO DA PARTE DEL PARTNER DELL’USO INTERATTIVO DEI SIMBOLI

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Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici ecolalici

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ECOLALIA

ECOLALIA IMMEDIATA Ripetizione di una parola - frase modello

ECOLALIA DIFFERITA Ripetizioni di una parola – frase dopo un lasso di tempo

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ECOLALIA

NON SEMPRE L’ECOLALIA SI CONFIGURA COME UNA RIPETIZIONE RIGIDA

COMPORTAMENTO PATOLOGICO SENZAVALORE FUNZIONALE

STRATEGIA COMPENSATIVAMOTIVATA SOCIALMENTEPER MANTENERE IL CONTATTO

ECOLALIA CON FUNZIONI COMUNICATIVESPECIFICHE

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ECOLALIA INTENZIONE COMUNICATIVA

ASSENZA DI CONSAPEVOLEZZA DELLO SCOPO CONSAPEVOLEZZA DELLO SCOPO (il bo autistico tenta di prendere

un biscotto e può produrre una frase ecolalica /è il momento della merenda/)

SEMPLICE PIANO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo prende un biscotto e /vuoi un biscotto?/ o prendendo le bolle /vuoi le bolle?/)

PIANO COORDINATO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo guarda l’adulto /pronti attenti via!!/)

PIANO ALTERNATIVO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo /apri la porta!/ o /vuoi uscire?/ se è andata fallita la propria azione di aprire la porta)

CONSAPEVOLEZZA META PRAGMATICA PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO

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ECOLALIAVALUTAZIONE ATTI LINGUISTICI

MEZZI COMUNICATIVI CONTESTO LINGUISTICO ATTO INTERATTIVO O NON INTERATTIVO? IL BAMBINO ASPETTA UNA RISPOSTA

DALL’ADULTO? LA NATURA DELLA RISPOSTA DELL’ADULTO L’ACCETTAZIONE O LA RESISTENZA DA PARTE

DEL Bo VERSO LE CONSEGUENZE PROPOSTE DALL’ADULTO

ASPETTI CONTESTUALI E SITUAZIONALI

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ECOLALIAINTERVENTO

L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INIZIALMENTE INCORAGGIATA COME ATTO COMUNICATIVO LEGITTIMO

L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INCORAGGIATA PER SCOPI STRUMENTALI, SOCIALI E COMUNICATIVI

L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INCORAGGIATA PER SCOPI COMUNICATIVI CON UNA VARIETA’ DI INTENZIONI IN MOLTI CONTESTI E SITUAZIONI

LE PRODUZIONI ECOLALICHE RIGIDE DOVREBBERO DIMINUIRE IN FAVORE DI FRASI MAGGIORMENTE GENERATIVE (ecolalia mitigata o frasi creative)

LE FRASI ECOLALICHE DOVREBBERO ESSERE INFINE SOSTITUITE DA FRASI GENERATIVE UTILIZZATE PER UNA VARIETA’ DI SCOPI COMUNICATIVI E IN CONTESTI DIVERSI

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ECOLALIA INTERVENTO INDIRETTO

AZIONE COERENTE NEI DIVERSI CONTESTI (condividere nel gruppo di lavoro e con la famiglia gli esiti della valutazione e le strategie di intervento)

MODIFICHE DELL’AMBIENTE (modificare l’ambiente per far aumentare la prevedibilità e la coerenza riducendo situazioni fortemente disorientanti e attivanti)

INPUT LINGUISTICI SEMPLIFICATI (semplificare al livello di comprensione ed elaborazione linguistica del bo)

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ECOLALIA INTERVENTO DIRETTO

RISPONDERE ALL’INTENTO COMUNICATIVO E PROMUOVERLO (rispondere in maniera appropriata alle frasi ecolaliche utilizzate per scopi strumentali, cognitivi e sociali)

STILE DI INTERAZIONE VERBALE MODIFICATO DA PARTE DELL’ADULTO (offrire al bambino come modello delle frasi convenzionali e rilevanti che possano essere facilmente “prese in prestito”)

PROGRESSI NELLA ELABORAZIONE LINGUISTICA (offrire delle modificazioni sistematiche che servano a ridurre, sostituire, o ampliare le parti che costituiscono la frase ripetuta, al fine di promuovere il progresso nella elaborazione linguistica)

COMUNICAZIONE ALTERNATIVA E AUMENTATIVA (può essere un valido aiuto per aumentare le produzioni verbali e sostituire i comportamenti verbali più problematici)

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SUGGERIMENTI PER L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALI

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INTERVENTO PRAGMATICO SPECIFICO

FORMA E CONTENUTO LINGUISTICO

(morfosintassi e semantica)

COLLEGATI

ALLA FUNZIONE PRAGMATICA

E AL CONTESTO SOCIALE

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PERCEPIRE L’INFORMAZIONE

DIFFICOLTA’ NELLA COMPRENSIONE E NEI RAPPORTI SOCIALI

ATTENZIONE ALLE CARATTERISTICHE INANIMATE E VISUO SPAZIALI, CARATTERISTICHE STABILI,

“CONTROLLABILI”, NON SOGGETTE A CAMBIAMENTI

(un bambino autistico può essere interessato di più alla configurazione dei simboli grafici che al contenuto

veicolato da questi)

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PERCEPIRE L’INFORMAZIONELA SALIENZA

GLI INDIVIDUI PRESTANO LA PROPRIA ATTENZIONE A CIO’ CHE SEMBRA LORO

MAGGIORMENTE RILEVANTE

COME I BANBINI AUTISTICI PERCEPISCONO IL MONDO

PROGRAMMAZIONEDELL’INTERVENTO

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PERCEPIRE L’INFORMAZIONE

GLI ALTRI INDIVIDUI HANNO PENSIERI E SENTIMENTI PROPRI

AREA PERCETTIVACapire che gli altri possono percepire le cose in maniera diversa dalla

propria

AREA COGNITIVACapire che gli altri possono avere idee e intenzioni diverse dalle proprie

AREA LINGUISTICAAdattare la forma, il contenuto, e lo scopo comunicativo in base

all’interlocutore

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

RYAN . Si stava preparando per andare a letto e la madre lo aiutava ad indossare il pigiama. All’improvviso il bambino osservò un’ampia abrasione rossa sulla propria gamba e iniziò a cantilenare ritmicamente “Sud America”, Sud America”. Al momento la madre considerò la reazione di Ryan un po’ bizzarra e irrilevante. Durante la serata ripensò all’accaduto, e la mattina seguente decise di indagare. Chiese all’insegnante di Ryan se i bambini stessero facendo una lezione sul Sud America. L’insegnante indicò la mappa del Sud America appesa alla parete. Con grande divertimento e sorpresa della mamma, la mappa del Sud America aveva una forma molto simile a quella dell’abrasione sulla gamba di Ryan.

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

G. la madre ci riporta un’esperienza fatta con g. il bambino stava ripetendo in modo incessante “surf, surf” e si dispiaceva che la madre non lo comprendesse. Dopo vari tentativi la madre riuscì a comprendere che G. voleva l’asciugamani con ricamato un surf.

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

IAN. Quando Ian aveva 7 aa, gli venne chiesto di scrivere una storia su come ci si fa un amico. Ian scrisse: “atomi, cellule, occhi, naso, bocca, braccia, gambe. P.S. dopodichè dire CIAO”. Quando gli si chiese del suo amico , Ian rispose: “Questo è ciò di cui è fatto un amico”

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

MICHAEL. Quando Michael aveva 12 anni, gli chiesero una relazione su un libro. Nello spazio bianco vicino alla voce “Titolo del libro” scisse Gli abiti nuovi dell’Imperatore. Nello spazio bianco vicino alla voce “Autore” scrisse La persona che lo ha scritto.

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

I BAMBINI POSSIEDONO UN SISTEMA LINGUISTICO

SONO CAPACI DI USARE IL VERBALE O LO SCRITTO PER ESPRIMERSI

QUALCOSA DI “IDIOSINCRASICO” INTERFERISCE SULLA COMPRENSIBILITA’ DEI LORO MESSAGGI

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

RYAN. USO METAFORICO DEL LINGUAGGIO

G. STILE COGNITIVO LEGATO AD UNA IPERSELETTIVITA’ DELLO STIMOLO E NON ALLA STRUTTURA PIU’ AMPIA

IAN E MICHAEL. USO LETTERALE

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IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI VERBALI

VALUTARE LA PRODUZIONE SPONTANEA DEL Bo Ro AUTISTICOOSSERVAZIONE – REGISTRAZIONE IN DIVERSI CONTESTI

INTENZIONE COMUNICATIVA (valutare anche i comportamenti non verbali)INTENZIONE COMUNICATIVA (valutare anche i comportamenti non verbali) COMPRENSIONE DEI SEGNALI NON VERBALI ESPRESSI DA ALTRICOMPRENSIONE DEI SEGNALI NON VERBALI ESPRESSI DA ALTRI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI OFFERTE ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI OFFERTE

DALL’INTERLOCUTOREDALL’INTERLOCUTORE SINTASSI (comprensione e uso degli elementi morfosintattici)SINTASSI (comprensione e uso degli elementi morfosintattici) SEMANTICA (lessico del bambino – ad alta frequenza d’uso o se il bo sa SEMANTICA (lessico del bambino – ad alta frequenza d’uso o se il bo sa

“dedurre” o “interpretare” termini composti come /ciclista/ /negoziante/ …, se “dedurre” o “interpretare” termini composti come /ciclista/ /negoziante/ …, se conosce i significati preposizionali, se conosce forme di cortesia convenzionali /per conosce i significati preposizionali, se conosce forme di cortesia convenzionali /per piacere/ /grazie/, se conosce la polisemia dei termini /vite/, se conosce /io/ /tu/)piacere/ /grazie/, se conosce la polisemia dei termini /vite/, se conosce /io/ /tu/)

DISCORSO – CONVERSAZIONE (contesto comunicativo, caratteristiche verbali DISCORSO – CONVERSAZIONE (contesto comunicativo, caratteristiche verbali e non verbali dello scambio)e non verbali dello scambio)

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L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALICREARE UN AMBIENTE DI SUPPORTO

QUALSIASI COSA POSSA CONCRETIZZARE L’INFORMAZIONE SOCIALE ASTRATTA SERVIRA’ A PROMUOVERE UNA COMPRENSIONE DEGLI ELEMENTI SALIENTI DI UNA

SITUAZIONE ED UNA AUTOREGOLAZIONE

BAMBINI5

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L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALISUPPORTI LINGUISTICI

MOSTRARE L’AMBIENTE AI BAMBINIMOSTRARE L’AMBIENTE AI BAMBINI (sottolineando le informazioni che potrebbero non essere notate)

INFORMAZIONI SOCIALI INFORMAZIONI SOCIALI (“guarda – indicando – Anna ti sta salutando. La saluti anche tu?”)

INFORMAZIONI EMOTIVE INFORMAZIONI EMOTIVE (“M. si è fatta male. Sta piangendo. Povera M.!”)

INFORMAZIONI ANTICIPATORIEINFORMAZIONI ANTICIPATORIE (“Guarda, M. sta per tirare la palla. Alza le mani per prenderla!)

COMMENTO COMMENTO (Guarda come mangia A. Deve avere fame!” CODIFICA SENTIMENTICODIFICA SENTIMENTI (M. è molto arrabbiato perché L. gli ha

preso il pallone) COMPRENSIONE DEL PUNTO DI VISTA ALTRUI COMPRENSIONE DEL PUNTO DI VISTA ALTRUI (N. mangia i

biscotti. Tu – o il nome del Bo – mangi le gallette di riso. Ad N. piacciono i biscotti.)

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L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALISUPPORTI LINGUISTICI

FACILITARE LE INTERAZIONIFACILITARE LE INTERAZIONI(il discorso è molto complesso e intervengono innumerevoli elementi

sociocognitivi) Ampliare la base pragmatica Ampliare la base pragmatica (dire “no” in modo pertinente, chiedere

di fare una pausa, saper chiedere aiuto, se il Bo sa richiedere solo cibo si può insegnare a richiedere oggetti, poi richiedere informazioni,…)

Offrire delle tracce di dialogo Offrire delle tracce di dialogo (fumetti, brevi storie, esplicitazione per iscritto di routine,…)

Drammatizzare delle storieDrammatizzare delle storie Utilizzare la lettura reciprocaUtilizzare la lettura reciproca Utilizzare le storie socialiUtilizzare le storie sociali

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AUTISMO AD ALTO FUNZIONAMENTO

PERTINENZA “ti amo”-“ti amo, non sai quanto!” disse lei. “anche io ti amo” disse lui. “il mio amore per te è

più alto della montagna più alta del mondo che è il monte Everest, che supera 8.800 metri!” “il mio amore per te è più profondo delle acque oceaniche più profonde, la fossa delle

Marianne, profonda più di 10.900 metri” …” SE TU GETTASSI UNA PIETRA DELLA GRANDEZZA DELLA TUA TESTA IN UN BACINO D’ACQUA PROFONDO 10.900 METRI ESSA IMPIEGHEREBBE CIRCA UN ORA PER TOCCARE IL FONDO!!!”

PREFERENZA PER ATTI CONCRETI“la mia futura moglie dovrebbe essere una persona che gioca bene a bowling. Una persona che va

a Boston. Le piacciono gli hot dog. Non le importa se sono allergico al latte. E’ sincera!. Amai puzzle. Sa leggere le cartine stradali. Ama il computer e il golf. DOVREBBE ESSERE

AFFASCINATA DAI FATTI!”METABILITA’

K. “esistiamo per sempre?” M. “si, dopo essere nati esistiamo per sempre” K. “esistiamo prima di nascere?” M. “no, non esistiamo prima di nascere. Esistiamo per sempre dopo essere

morti” K. COME FACCIAMO A SAPERE CHE ESISTIAMO DOPO ESSERE MORTI, SE NON ESISTIAMO PRIMA DI NASCERE?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

1. COMPRENDERE L’AUTISMO

Mi è stato detto che quest’anno A., un bambino con autismo ad alto funzionamento di 11 anni , sarà nella mia 5. A dire il vero non so granchè dell’autismo né cosa aspettarmi. So invece che A. ha avuto molti problemi l’anno scorso. L’ho visto spesso nell’ufficio del Direttore; inoltre ho sentito per caso un racconto della bibliotecaria della scuola che descriveva una crisi di nervi che A. ha avuto - le gridava contro e si dava i pugni in testa – un giorno che in biblioteca non aveva trovato un certo libro sugli insetti sudamericani. E’ questo l’autismo? …. Sono un po’ preoccupata …..

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

2. CONOSCERE IL BAMBINO ATTRAVERSO VALUTAZIONI MIRATE

“gran parte di quello che ho letto sull’autismo si addice anche a P. un bambino della seconda, ma altre cose mi confondono. Sembra che i bambini affetti da autismo non parlino e se ne stiano isolati, ma spesso P. parla in continuazione e non lascia in pace i suoi compagni. Forse gli sto concedendo troppe libertà, come quella di gironzolare per la classe mentre gli altri devono stare seduti. Ma è veramente autistico o ha solo bisogno di limiti? Come faccio a saper che cosa è ragionevole aspettarmi?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

3. AUMENTARE PREVEDIBILITA’ E COMPRENSIBILITA’ UTILIZZANDO ROUTINE STRUTTURATE, PROGRAMMI, AGENDE… “ so un sacco di cose sull’autismo e su A. ma che cosa posso fare? A. non sembra mai in sincronia con i suoi compagni di terza. Per es. tutti i bambini sono al loro banco pronti per matematica e A. resta nell’angolo dei libri a leggere non so cosa sulle bandiere. A volte sembra che non mi senta. Altre volte sa cosa deve fare ma si rifiuta di iniziare. E altre volte ancora fa i capricci perché è il momento di interrompere le attività! Mi tormenta in continuazione perché vuole andare in biblioteca. Venerdì scorso non siamo potuti andare ed è stata agitata tutto il giorno. Sto passando più tempo a fare la guardia ad A. che ad insegnarle. Come posso aiutarla a trascorrere bene la giornata scolastica?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

4. CHIARIRE ISTRUZIONI E ASPETTATTIVE COMPENSANDO LE DIFFICOLTA’ DI LINGUAGGIO RICETTIVO – RIDURRE LE DISTRAZIONI, FORNIRE UN BUON POSTO NELL’AULA, ADATTARE IL LIVELLO DEL LINGUAGGIO ORALE, INFORMAZIONI SCRITTE“di solito J. un bambino di 7 anni, è ‘nel posto giusto al momento giusto’. Sembra orgoglioso della sua agenda e gli piace spuntarne le voci. Infatti ho cercato di prenderla in prestito per mostrarla ad una mia collega ma J. Non me lo ha permesso! Eppure in classe sembra che ancora non stia attento. Mentre spiego lui giocherella con qualcosa e soltanto di rado contribuisce alle discussioni di classe (se non per fare commenti sugli aeroplani). Infine sembra non sentire mai i compiti. Come posso fare per essere più efficace quando do le disposizioni?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

5. STRUTTURARE LE ATTIVITA’ E I COMPITI - ORGANIZZAZIONE VISIVA DEL LAVORO, ISTRUZIONI SCRITTE, STRUTTURARE I COMPITI TENENDO CONTO DELLE ABILITA’ COGNITIVE, CREARE L’ABITUDINE A CHIEDERE AIUTO

“K. Sta migliorando molto. Se la indirizzo verso una domanda specifica su un compito durante le discussioni in classe, lei risponde. Fra l’altro i suoi compagni sembrano stupiti di quante cose sappia! Ma K. Fa ancora fatica a restare concentrata su un’attività e a finire i compiti. Ho l’impressione che potrebbe fare meglio se solo si applicasse. Come posso organizzare i compiti in modo che K. Riesca meglio?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

6. MOTIVARE L’ALUNNO FACENDO LEVA SUI SUOI INTERESSI PARTICOLARI

“vede F. è un bambino piuttosto coscienzioso. Si impegna molto per riuscire a fare ciò che agli altri bambini viene naturale. Ma ora che so che cosa è in grado di fare mi accorgo che a volte semplicemente non è motivato dalle mie lezioni. Sembra non essere interessato a niente. Beh, eccetto i nomi degli alberi, dei fiori e degli aeroplani. Io sono un insegnante abbastanza creativa e divertente, ma in questo caso non so proprio che pesci pigliare. Cos’è che sbaglio? Come posso fare per

motivare e coinvolgere F.?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

7 . IL COMPORTAMENTO LE RELAZIONI LE REGOLE SOCIALI – ASSEGNARE LORO RUOLI, PREDISPORRE ATTIVITA’ DI GIOCO CON POCHI COMPAGNI, PREDISPORRE ATTIVITA’ SEMISTRUTTURATE COME FREQUENTARE SCOUT, CIRCOLI SCACCHI

“dal punto di vista scolastico M. sta andando alla grande! Abbiamo organizzato il lavoro che deve svolgere ogni mattina in alcune cartellette colorate secondo un codice cromatico e ci siamo accorti che è utile ridurre il numero di problemi di matematica assegnati. Finisce in tempo e sembra meno angosciato. Ma continua a non avere amici. A volte sembra proprio non essere interessato agli altri , mentre quando lo è i suoi comportamenti bizzarri allontanano i compagni. Peter lo aiuta ma gli altri bambini gli danno fastidio. Come posso aiutare M. a cavarsela meglio sul piano dei rapporti sociali?”

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SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER L’INTERVENTO

COME SARA’ DA GRANDE? L’INSEGNAMENTO

PER LA VITA ADULTA

“rispetto a come mi sentivo all’inizio dell’anno scolastico, sono sorpresa di quanto abbia imparato a occuparmi veramente di B. sicuramente ha contribuito a sviluppare le mie capacità di insegnante! D’altra parte, è un ragazzino eccezionale! Mi preoccupo un po’ per il suo futuro. Come sarà da adulto? Dovrei fare qualcosa di particolare adesso per prepararlo al futuro?”

ABILITA’ DI BASE E LE ABITUDINI ESSENZIALI PER IL LAVORO (rispettare i turni, sostenere una conversazione, chiedere aiuto, seguire un programma di lavoro), ABILITA’ DI VITA QUOTIDIANA (mangiare senza sporcarsi, ordinare un piatto scelto da menu, fare la spesa) ABILITA’ DI TEMPO LIBERO (andare al cinema, al percorso verde, …)

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S. Baron Cohen, P. Bolton - “Autismo. La conoscenza del problema” Ed. La Nuova PhoenixP. Collins – “Né giusto né sbagliato” Ed Adelphi

D. J. Cohen, F. R. Volkmar “Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo” Vol. I e II, Ed. Vannini

H. De Clercq – “Il labirinto dei dettagli” Ed. Erickson

L.A. Hodgdon – “Strategie visive per la comunicazione” Ed. Vannini

D. Ianes, S. Cameroti (a cura di) - Il piano educativo individualizzato. Progetto di vita 8° ediz. 2007 Ed. Erikson

C. Moore – “George e Sam” Ed. Corbaccio

K. A. Quill (a cura di) “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo” 2007 Ed. Erickson

E. Schopler, G. B. Mesibov, L. J. Kunce “Sindrome di Asperger e Autismo high – functioning” 2001 Ed. Erickson