Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in classe: perché e...

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Prof. Carlo Ricci Dott.ssa Chiara Magaudda Dott.ssa Eleonora Mattei L’intervento ABA in classe: perché e soprattutto come

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Prof. Carlo Ricci

Dott.ssa Chiara Magaudda

Dott.ssa Eleonora Mattei

L’intervento ABA

in classe: perché

e soprattutto

come

INTRODUZIONE

• Efficacia dell’Intervento ABA/VB

• Scuola come Risorsa

• Complessità nell’Interazione Scuola - ABA/VB

• Proposte per un’Inclusione di Successo

• Conclusioni

EFFICACIA DELL’INTERVENTO ABA/VB

• Intervento a seconda dell’età:

Età prescolare: precoce ed intensivo, copre tutte le aree di vita

del bambino

Età scolare: obiettivi sempre più specifici

• Coinvolgimento della Scuola

• Coinvolgimento della Famiglia

• Obiettivi comuni di Insegnamento/Apprendimento

SCUOLA COME RISORSA

Individua i Segnali Precoci

Favorisce la Socializzazione

Favorisce il processo di Generalizzazione di Abilità

apprese in altri contesti

COMPLESSITÀ

• Ambiente

• Competenze

• Integrazione del Tecnico Consulente

• Bambini della Classe

SEGNALI PRECOCI

Per insegnanti del nido e della scuola materna

INDICATORI PRECOCI: AREA DEL LINGUAGGIO

PRODUZIONE

• Assenza della lallazione intorno ai 12 mesi

• Assenza di frasi composte da due parole intorno ai

24 mesi

• Non indica (o altri gesti) per chiedere quello che vuole

• Perdita del poco linguaggio, della lallazione, o di

abilità sociali

• Presenza di linguaggio ripetitivo e non comunicativo

ISTITUTO WALDEN

INDICATORI PRECOCI: AREA DEL LINGUAGGIO

COMPRENSIONE

• A volte sente, altre volte sembra non sentire

• Non risponde quando viene chiamato per nome

• Non segue le istruzioni

ISTITUTO WALDEN

INDICATORI PRECOCI: AREA DELLE

COMPETENZE SOCIALI

• Non sviluppa attenzione all'altro fino intorno ai 5 mesi

di età (es. non sorride, contatto oculare)

• Preferisce giocare da solo

• Preferisce il gioco costruttivo rispetto a quello

immaginativo

• Risulta essere indipendente in modo estremo

• Mancanza di interesse verso gli altri bambini

ISTITUTO WALDEN

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INDICATORI PRECOCI: AREA SENSORIALE

• È ipersensibile o iposensibile ad alcuni sapori, alla luce,

ai suoni

• Gli procura fastidio essere toccato o stretto

• Gli danno fastidio gli sbalzi anche minimi di temperatura

• Cammina sulla punta dei piedi

ISTITUTO WALDEN

INDICATORI PRECOCI: AREA DEL

COMPORTAMENTO

• Va in forte "crisi" quando si arrabbia

• Ha comportamenti di iperattività ed oppositivi

• Ha necessità che le cose vengano fatte alla stessa

maniera

• Ha un attaccamento eccessivo verso certi oggetti o

parti di essi

• Ha dei comportamenti o dei movimenti ripetitivi

• Ha comportamenti auto ed etero-aggressivi

ISTITUTO WALDEN

«ALLONTANARE» IL COETANEO

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AMBIENTE

• Numerosità delle Classi

• Numero degli insegnanti di Sostegno e cambio

annuale

• Gestire la Classe nei lavori in Piccolo Gruppo

• Capacità di Progettare e Condurre Insieme il Lavoro

Educativo

• Modifica della Routine della Classe (Inserimento in

Classe dei Tecnici)

COMPETENZE

Conoscenza Teorica e Pratica Sulla Specifica Disabilità

Padronanza di Procedure (Prompts, Rinforzi,

Semplificare il Compito)

Conoscenza delle Nuove Tecniche di

Insegnamento/Apprendimento

Gestione del Materiale e dei Rinforzi

MATERIALE RINFORZANTE A DISPOSIZIONE….

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…MAGGIORE TENDENZA AD ISOLARSI DAL

GRUPPO

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COMPETENZE

Consapevolezza dei Tempi di Apprendimento del

Bambino

Valutazione delle Abilità

Adattamento agli Obiettivi di Classe e di quelli

Individualizzati

Scelta degli Obiettivi Educativi e Costruzione del PEI

Socializzazione Apprendimento

SPIEGAZIONI ASTRATTE

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COMPETENZE

Difficoltà ad inserire il bambino nella classe di fronte a

Comportamenti Inadeguati

Difficoltà nel mantenere una Coerenza Educativa

ANALISI FUNZIONALE PER LA GESTIONE DI

COMPORTAMENTI IN CLASSE

L’insegnante propone un compito sul quaderno il bambino inizia a svolgerlo, poi

lancia il quaderno stesso e le penne per terra.

L’insegnante lo fa alzare e raccogliere il materiale

Funzione: evitamento del compito. Sta imparando ad evitare i compiti difficili

mettendo in atto modalità di comportamento inadeguato.

Cosa fare: chiedersi perché vuole evitare il compito (modificare in una fase

successiva….).

Insegnare una modalità per chiedere di riposare un po’

Nell’immediato: rimanere sul compito !

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VOGLIO DIPINGERE COME GLI ALTRI

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ANALISI FUNZIONALE PER LA GESTIONE DI

COMPORTAMENTI IN CLASSE

Il bambino è in classe vicino ai compagni in cerchio, la maestra racconta una favola

astratta e accende la musica (con volume alto) per accompagnare parte della storia. Il

bambino si alza, batte forte le mani , e corre nell’aula verso la porta. L’insegnante di

sostegno lo porta fuori dalla classe in palestra dove sono presenti oggetti a lui molto

graditi.

Funzione: fuga/ottenere accesso ad attività gradite: il bambino sta imparando che per

allontanarsi fisicamente da una situazione complessa e avere accesso alla palestra

deve scappare fisicamente

Cosa fare: rendere più concreta la favola astratta (ad esempio con immagini), regolare

il volume della musica. Insegnare una modalità per chiedere di muoversi e di andare in

palestra (sempre con il piccolo gruppo)

Nell’immediato: abbassare il volume della musica, fare in modo che non esca dalla

classe, non portarlo in palestra.

ANALISI FUNZIONALE PER LA GESTIONE DI

COMPORTAMENTI IN CLASSE

A ricreazione i compagni stanno giocando a piccoli gruppi, il bambino cammina in classe,

si avvicina ad una coppia di bambine che ripetono una filastrocca giocando con le mani .

Il bambino (non verbale) si avvicina, le guarda, inizia ad urlare e colpirsi la testa. Le

bambine smettono di giocare e lo guardano, l’insegnante le invita a coinvolgerlo nel

gioco.

Funzione: avere l’attenzione degli altri. Il bambino apprende che per richiamare i coetanei

deve urlare e colpirsi.

Cosa fare: insegnare una modalità adeguata per richiamare l’attenzione (tap tap)

Nell’immediato: proteggere dall’autolesionismo , chiedere alle bambine di continuare agiocare e di dare attenzione nel momento in cui smette

INTEGRAZIONE DEL TECNICO CONSULENTE

• Divisione dei Ruoli

• Complessa Integrazione all’interno dell’équipe degli

Insegnanti

• Elemento che altera l’Equilibrio della classe

• Difficile Collaborazione per i momenti di Socializzazione

previsti in Piccolo Gruppo

BAMBINI DELLA CLASSE

Scarsa Conoscenza del compagno e delle sue Caratteristiche

Principali

Incertezza nei confronti della figura esterna del

Tecnico ed in alcuni casi dell’Insegnante di Sostegno

Mancanza di Strategie Operative di fronte a Comportamenti

Inadeguati

«MA PERCHÉ FA COSÌ ?»

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BAMBINI DELLA CLASSE

Modalità di Interazione più da Adulti che da Coetanei

Fare Domande senza ricevere Risposte Esaurienti (Es.

“perché non parla?”)

INCLUSIONE ABA/VB - SCUOLA

• Individuare Rinforzi adeguati da Utilizzare in Classe

• Semplificare le Attività Didattiche

• Fornire Aiuto Immediato in Situazioni in cui il Bambino ha

già mostrato difficoltà

• Rendere il Bambino Indipendente

INCLUSIONE ABA/VB - SCUOLA

• Guidare prima i Coetanei ad Interagire con il Bambino e

poi il Bambino stesso

• Utilizzare un Linguaggio Comune

• Organizzare Lavori in Piccoli Gruppi

• Ripetere più volte lo stesso Insegnamento per essere

sicuri dell’acquisizione

INCLUSIONE ABA/VB - SCUOLA

• Agire con Coerenza rispetto alla presenza di

Comportamenti Inadeguati

• Rinforzare la Qualità del Compito

• Collaborazione tra le Figure che si occupano del progetto

riabilitativo del bambino

• Continuità degli Obiettivi tra Casa e Scuola

DOVE INTERVENIRE

• AREA SOCIALE

• AREA COMUNICATIVO-LINGUISTICA

• ABILITA’ DIDATTICHE

• PROBLEMI DI COMPORTAMENTO

• AUTONOMIA

AREA SOCIALE

• L’area sociale coinvolge la capacità di riferirsi all’altro e comprende

quell’insieme di attività percettive, cognitive ed emotive che mettono in

relazione il bambino con il proprio ambiente.

• Le competenze sociali consentono di adeguare il proprio comportamento a

quello dell’altro, di rispondere agli stimoli sociali in modo flessibile. Queste

competenze di norma vengono acquisite in maniera intuitiva, attraverso le

interazioni con gli altri, l’analisi dei feedback e delle conferme (rinforzi)

associate ai comportamenti messi in atto.

Training per le abilità sociali(Schreibman et al 1997b)

Con l’alunno con autismo non possiamo far riferimento a un apprendimento implicito

delle abilità e delle regole sociali: deve imparare a livello cognitivo le componenti

elementari della socialità.

Tollerare la vicinanza degli altri

Condividere materiali di gioco e di lavoro

Rispettare il turno

Strumenti, metodi e strategie

Primi passi per insegnare ad interagire con l’altro:

1. Individuare le attività per promuovere l’interazione sociale

2. Determinare chi sarà il tutor «più adatto»

3. Determinare il setting per il training

4. Selezionare i giochi adeguati

5. Decidere la frequenza e la durata del training

Tollerare la vicinanza dell’altro

• Coinvolgere il bambino in attività gradite, come ad esempio le canzoncine, lasciando all’inizio che si avvicini gradualmente ai compagni.

• Successivamente, si potrà lavorare sull’imitazione di azioni con o senza oggetti.

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Abilità di gioco indipendente

• Avere alcune competenze in questa area permette di passare il tempo giocando,

sostituendo eventuali attività di autostimolazione o comportamenti inappropriati.

• E’ utile per lo sviluppo di abilità che consentono di essere più indipendenti e di

usare in maniera costruttiva il tempo libero; consente un lavoro di

generalizzazioni di abilità cognitive e linguistiche. Permette inoltre di costruire

mezzi per l’interazione sociale con i coetanei e sviluppa a lungo andare interessi

appropriati all’età .

Gioco Parallelo• Questo tipo di gioco può

essere definito come qualsiasi gioco in cui il bambino con autismo e il pari sono impegnati nella stessa attività (ad esempio, il colorare), ma non interagiscono durante l'attività.

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Attività/Gioco condiviso

• Inseriamo il bambino all’interno di un piccolo gruppo che lavora intorno ad un tavolo; proporre alcune attività ( a partire da quelle che il bambino preferisce) per svolgere le quali ognuno deve prendere il proprio materiale da un contenitore al centro del tavolo.

Gioco a turno nel piccolo gruppo o nel gruppo classe con la mediazione dell’adulto

• Il gioco a turno permette allo studente di imparare a condividere il materiale e/o i giochi, a prestare attenzione a ciò che fanno gli altri e condividere lo sguardo con il compagno.

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….segue

Non appena il bambino sarà

in gradi di giocare insieme ad

un altro bambino, sarà

possibile estendere le abilità

in attività che coinvolgano più

bambini della classe e che

prevedano una strutturazione

dell’ambiente più vicina a

quella del contesto naturale.

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Gioco Simbolico

• Il gioco simbolico comporta l'uso di oggetti per azioni diverse daquello che avevano. Ad esempio, utilizzando una penna come auto, oun biberon come un aereo.

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Il Gioco Verbale

• Gioco verbale è la forma più complessa di gioco perché si basa prevalentemente sulla capacità dei partecipanti, e la volontà, di interagire verbalmente. Questa forma di gioco si può verificare facilmente durante giochi di drammatizzazione. Ad esempio, i bambini potrebbero discutere di quali giochi acquistare in negozio, o di quale maschera indossare per il Carnevale.

• Il gioco interattivo verbale è l'obiettivo finale per un intervento di formazione tra pari con bambini verbali.

2. Determinare chi sarà il tutor «più adatto»

Ci sono diversi fattori importanti da considerare quando si sceglie un tutor tra cui:

o Età

o Personalità

o Disponibilità

o Coerenza

Il pari assume vari ruoli:

• Tutoring

• Fornire aiuti

• Rinforzare VIDEO

Abilità da promuovere nel tutor

• Ottenere l’attenzione del compagno con autismo

Cosa Fare: Posizione vis a vis

Posizionare il gioco preferito all’altezza degli occhi

Portare le sue mani all’altezza del volto

Cosa Non Fare: Cercare di ottenere l'attenzione da dietro

Fare una domanda o una richiesta da lontano

Alzare la voce a livelli eccessivi

• Usare un linguaggio adeguato

Cosa fare: usare un linguaggio chiaro costituito da poche parole chiave

«mi daresti la macchinina per favore» Vs «Dammi la macchina» indicando la macchina.

Cosa Non fare: Utilizzare frasi complesse per lunghezza e contenuto

Parlare rapidamente

Segue

Insegnare abilità tramite il modeling

• Questa strategia è stata progettata per fornire esempi su come giocare con vari giocattoli o impegnarsi in varie azioni di gioco.

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Determinare il setting per il training

• Inizialmente individuare un luogo privo di distrazioni

• Via via aumentare la complessità del setting fino ad arrivare al contesto naturale della classe

Area Comunicativa

• E’ fondamentale che i bambini con disturbo dello spettro autistico abbiano a disposizione strumenti per comunicare: i bambini che non hanno alcun mezzo per esprimere sono più vulnerabili alla frustrzione e di conseguenza più a rischio di mettere in atto problemi comportamentali gravi.

• È responsabilità dell’adulto creare, riconoscere e sfruttare tutte le occasioni di interscambio che, iniziate dal bambino manifestino un intento comunicativo. È necessario creare il bisogno a comunicare e insegnare ad indicare e ad etichettare ciò che vuole piuttosto che tirare la vostra mano

…segue

• Ogni volta che comprendete cosa vuole aspettate qualche secondo con l’oggetto in mano, e se il bambino non lo etichetta dire la parola corrispondente e attendere che la ripeta prima di consegnarla, altrimenti insegnate al vostro bambino ad indicare (pointing) attraverso la guida fisica.

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Abilità didattiche• L’area si articola sull’integrazione integrata di una serie di processi (attenzione, memoria,

pianificazione) che i bambini affinano guardandosi attorno, toccando, manipolando le

cose e interagendo con gli adulti.

Scuola infanzia possiamo lavorare su:

• Attività grafico/pittorico/plastiche; partendo dallo scarabocchio iniziale, l’obiettivo è arrivare a lavorare autonomamente.

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Autonomie

• Le capacità di autonomia personale ricoprono un ruolo importante per rendere possibile l’integrazione nel contesto scolastico; nello studente con disturbo dello spettro autistico lo sviluppo di capacità imitative è difficoltoso a causa di carenze imitative, comunicative, cognitive e motorie.

Cosa possiamo fare?

• Insegnare le abilità in modo specifico e frazionato (task analysis)

• Prevedere aiuti fisici che poi dovranno essere attenuati;

• Organizzare l’ambiente e il materiale per facilitare la pianificazione e l’esecuzione del compito.

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CONCLUSIONI

Lavoro di èquipe

Obiettivi chiari

Condivisione di esperienze e di sapere