L'intelligenza fra le culture è la vera ragion d’essere del linguaggio, di Jean-Marie Gustave Le...

download L'intelligenza fra le culture è la vera ragion d’essere del linguaggio, di Jean-Marie Gustave Le Clézio - Corriere della Sera 03.08.2013

of 1

Transcript of L'intelligenza fra le culture è la vera ragion d’essere del linguaggio, di Jean-Marie Gustave Le...

  • 7/27/2019 L'intelligenza fra le culture la vera ragion dessere del linguaggio, di Jean-Marie Gustave Le Clzio - Corriere dell

    1/1

    i JMG LE CLZIO

    La rivistatrimestraleDiogne(foto), da cui tratto il brano,

    nata nel1952 periniziativa diRoger Caillois,fondatore conGeorgesBataille, MichelLeiris e PierreKlossowski, nel1937, delCollge desociologie.Peculiare lasua improntatransculturale,con lincrociodi disciplinediverse. Diretta

    da MauriceAymard, edita dalConseilinternationalde philosophie,dalla Iulm econ laiutodellUnesco

    Al principio del XX secolo, un

    uomo solitario, senza profes-sione e affetto da asma, deci-se di intraprendere la cronaca

    ei suoi contemporanei, cio della ri-tretta cerchia di persone facoltose cheive vano di rendita e abi tava no neiuartieri privilegiati di Parigi e dellaua vicina periferia. Tale cronaca, sor-rendentemente, diventata un riferi-

    mento letterario mondiale, con il titoloAlla ricerca del tempo perduto.

    Di fatto, questa summa, a lungo igno-ata dal grande pubblico (e anche dallaritica, visto che il primo tomo fu rifiu-ato dalleditore Gallimard chelo giudi- illeggibile), divenuta unopera

    universale, tradotta e diffusa in quasiutte le lingue.

    Che cosa accomuna il romanzo diMarcel Proust e, per esempio, il poemapico di Omero? Luno e laltro le av-enture di Swann e i l viaggio di Ulisse

    sono usciti dal loro contesto, dal lo-o territorio, e hanno saputo toccare iniascunodi noi quel che comune a tut-i, quali che siano il colore della nostraelle,la lingua di nostra madre o la sto-

    ia del nostro Paese. Questo universalenon complesso: linquietudine delempo, la ricerca della felicit, lamore,

    dolore dellesilio e la morte di colorohe ci sono cari.

    ***Non ho scelto lesempio di Proust

    er facilit. Per molto tempo mi sonooricato senza aver potuto leggere i

    uoi libri, non perch quello che vi sirovava mi fosse estraneo, ma al contra-io perch parlavano di una societ e diersonaggi che mi erano familiari erofondamente antipatici.

    Swann, Charlus, i Verdurin, li avevoncontrati nella mia infanzia, fra glimici di mia nonna che erano tuttiemanazione dellepoca: snob, infatua-i di se stessi, indifferenti alla rovina

    del dopoguerra di cui erano stati gli ar-tefici. Soltanto Odette, la donna di faci-li costumi, riusciva a piacermi, perch

    era una vittima di questa societ ingiu-staed egoista. Rifiutavodi entrare in ta-le mondo.

    Ebbene, un giorno, per caso, lessi glihaiku del grandepoeta giapponeseMa-tsuo, pi noto col nome di Basho:

    Ascolta il rumore del torrentenella montagnaL lentrata

    e subito mi apparve la chiave del ro-manzo di Proust, nelle prime pagine di

    Dalla parte di Swann, quando il narra-tore, al suono della campanella che tin-tinna ogni volta che Swann spinge ilcancelletto del giardino dei Verdurin,freme sentendo dentro di s il segnale

    dello scatenamento della propria me-moria. Cos, un poema scritto moltissi-mo tempo fa, in una lingua straniera,poteva permettere a un lettore di pene-

    trare in unopera romanzesca.Questa piccola parabola mi serve per

    illustrare quello che pu rappresentare

    linterculturale e non lintertestuale.Nella corrente di pensieri che attraver-sano le epoche e i territori, lincontro possibile, anchese talvolta sembra urta-re la logica procedendo secondo lana-cronismo e lanatopismo. La ricompen-sa si trova nella conoscenza della storiaumana, e nella relazione cheessa impli-ca fra le epoche e i luoghi.

    Se oggi possiamo leggere lopera diEsiodo e le Mitologiche di ClaudeLvi-Strauss, il Don Chisciotte di Cer-

    vantes e i romanzi polizieschi, perchlintelligenza fra le culture la vera ra-gion dessere del linguaggio. Sappiamoadesso che, nel concerto delle culture,ogni voce, ogni melodia ha il proprioruolo, e che non possiamo farne a me-

    no. Da questa libert dipendono la pa-ce e lavvenire dellintera umanit.***

    Linterculturale lungi dallesserere-alizzato. I governi del mondo esitanoancora fra la tentazione nazionalista,uniculturale, e linsieme eterogeneodel multiculturale. Spetta quindi a noi,a noi che abbiamo conosciuto lintolle-ranza e le guerre di dominazione, pre-pararci alla pace interculturale, ed per questo che leducazione e la cono-scenza dellumanesimo sono necessa-rie, indispensabili. Questo progettonon riposa su discorsi astratti: nelliso-la Mauritius esiste da tre anni unasso-ciazione di volontariato,la Fip, Founda-tion for intercultural and peace, che ha

    cominciatoun lavoro sul terreno, distri-buendo libri nelle scuole e presentan-do ai bambini una mostra sul tema:Tutti parenti, tutti diversi. Infatti, ai bambini che appartiene lavvenire ed da loro che saranno riscattati gli erro-ri e i crimini del passato.

    Tale il mio auspicio.(traduzione di Daniela Maggioni)

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il Nobel del 2008 illustra la sua visione interculturale

    E lo scrittore citail celebre incipit

    l brano Jean-MarieGustave Le Clziosostiene che sepossiamo leggereautori come Esiodo eCervantes, ma anche iromanzi polizieschi, perch lacomprensione fra

    diversi la stessaragion desseredel linguaggio

    Ho capito Proust con un haikuLincontro tra saperi ci salver

    Nel brano qui pubblicato sinasconde una piccola chicca:la frase scritta da Le Clzio inmodo quasi casuale, Per moltotempo mi sono coricato...(nelloriginale franceseLongtemps, je me suiscouch...) proprio lincipitdellaRecherche proustiana, quicitata dunque in un omaggio(Proust seguitava con mi sonocoricato presto). Nato a Nizzanel 40, Premio Nobel nel 2008,Le Clzio autore di romanzi e

    saggi tra cui Il verbale(Duepunti), Il cercatore doro(Rizzoli), Storia del piede e altrefantasie (Gremese). (i.b.)

    Lomaggio nascosto

    Alunni di una scuolamultietnica davantialla mappa verde delmondo (foto Corbis)

    La rivista

    Nelle foto: asinistra, MarcelProust (1871-1922), a destraJean-Marie LeClzio (1940)