L'intelligenza multidimensionale

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Edoardo Giusti - Marco Pacifico - Tiziana Staffa STRUMENTI

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La comunità QI affronta la complessità dell’intelligenza multidimensionale e va oltre i precedenti dati sicuri dei test e misurazioni degli artefatti statistici: operazioni su matrici, scale d’intervalli, analisi dei fattori, varianze residue e correlazioni non parametriche. Alcune nuove prove realistiche sulle prestazioni cerebrali “spediscono in soffitta” alcune ipotesi tecnologiche precedenti. Il dignitoso culto dell’intelligenza tradizionale è ripensato formulando nuove ipotesi sui talenti e sulla molteplicità delle abilità esistenziali, costituendosi come un’ermeneutica al servizio di una moderna clinica illuminata.

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Edoardo Giusti - Marco Pacifico - Tiziana Staffa

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La comunità QI affronta la complessità dell’intelligenza

multidimensionale e va oltre i precedenti dati sicuri

dei test e misurazioni degli artefatti statistici:

operazioni su matrici, scale d’intervalli, analisi dei fattori,

varianze residue e correlazioni non parametriche.

Alcune nuove prove realistiche sulle prestazioni cerebrali

“spediscono in soffitta” alcune ipotesi tecnologiche precedenti.

Il dignitoso culto dell’intelligenza tradizionale è ripensato

formulando nuove ipotesi sui talenti e sulla molteplicità

delle abilità esistenziali, costituendosi come un’ermeneutica

al servizio di una moderna clinica illuminata.

Euro 32,00

S T R U M E N T I

Edoardo Giusti,Presidente dell’A.S.P.I.C. - Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e dellaComunità, con sedi dislocate a livello nazionale. È direttore della Scuola di specializzazionein Psicoterapia Pluralistica Integrata con autorizzazione ministeriale e professore a contrattopresso la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica dell’Università degli Studi di Padova.È autore di oltre 80 saggi sulla clinica applicata rivolti sia al grande pubblico che aglispecialisti. Oltre all’attività di ricerca scientifica è supervisore didatta per psicoterapeuti.

Marco Pacifico,Psicologo, psicoterapeuta e consulente di risorse umane. Attualmente opera comeUfficiale psicologo presso il Centro Nazionale Selezione e Reclutamento dell’Arma deiCarabinieri. Docente presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e in corsi diformazione post-lauream.

Tiziana Staffa,Psicologa, psicoterapeuta. Svolge l’attività privata a Cagliari occupandosi di formazione, edi docenza al Master Counseling professionale dell’ASPIC. Organizza corsi di educazionesocio-affettiva nelle scuole. Affianca gli studenti disabili della Facoltà di Scienze MM.FF.NN.dell’Università di Cagliari. Si interessa di temi legati alla prevenzione, al disagio psicologico.

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collana Psicoterapia & Counselingdiretta da Edoardo Giusti

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Centro Europeo di Ricercheper lo Studio delle Psicoterapie

Integrate e Comparate

PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

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E. Giusti - M. Pacifico - T. Staffa

L’INTELLIGENZAMULTIDIMENSIONALE

PER LE PSICOTERAPIE INNOVATIVE

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© 2007 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l.Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 RomaTel. (06) 5585265 - 5562429www.soveraedizioni.ite-mail: [email protected]

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Indice

Presentazione IIntroduzione 11

Capitolo 1Che cosa è l’intelligenza: verso una definizione 17

1.1 Le metafore della mente 221.2 Differenze trans-culturali 24

Capitolo 2L’evoluzione dell’intelligenza 27

2.1 Psicologia evoluzionaria: promesse e rischi 282.2 Critiche alla psicologia evoluzionaria 332.3 Pressione sociale e evoluzione dell’intelligenza:

il ruolo dell’inibizione 352.4 Unicità umana o continuità con le altre specie? 452.5 Problemi e misteri 51

Capitolo 3Lo sviluppo dell’intelligenza: teorie e modelli 533.1 I padri storici: l’intelligenza e i test 533.2 Gli approcci psicometrici 563.3 L’approccio genetico-quantitativo di Jean Piaget 603.4 Lo sviluppo cognitivo e l’ambiente socio-culturale 703.5 Francois Langeot: l’approccio genetico differenziale 713.6 Robert J. Sternberg: la teoria tripolare dell’intelligenza 73

3.6.1 La subteoria componenziale 753.6.2 La subteoria contestuale 773.6.3 La subteoria esperienziale 783.6.4 Abilità accademiche, abilità pratiche e abilità creative:

la successfull intelligence 803.7 Cenni sull’intelligenza artificiale 82

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Capitolo 4Misurazioni e personalità intelligenti 87

4.1 Le misurazioni dell’intelligenza: i test 874.1.1 Le origini 884.1.2 I test per la valutazione dell’intelligenza 934.1.3 Critiche e tendenze di studio attuali 964.1.4 Il ruolo della personalità nella valutazione dell’intelligenza:

gli stili di pensiero 1034.2 Personalità e intelligenza 109

4.2.1 Tratti di personalità e misure dell’intelligenza 1104.2.2 Lo sviluppo: l’interfaccia tra personalità e intelligenza 1204.2.3 Stabilità e cambiamento nel funzionamento della personalità 1234.2.4 Guadagni e perdite nella cognizione e nell’intelligenza 1264.2.5 Intelligenza e personalità: la proposta di un modello integrato 1334.2.6 I risultati delle ricerche 139

Capitolo 5Le forme dell’intelligenza 147

5.1 Howard Gardner: le intelligenze multiple 1475.1.1 Intelligenza visivo-spaziale 1515.1.2 Intelligenza corporea 1535.1.3 Intelligenza matematica 1545.1.4 Intelligenza naturalistica 1555.1.5 Intelligenza musicale 1565.1.6 Intelligenza linguistica 1585.1.7 Intelligenza interpersonale 1595.1.8 Intelligenza intrapersonale 1605.1.9 Intelligenza esistenziale 161

5.2 Psicoterapia e intelligenze multiple 1625.3 Intelligenza culturale 1655.4 Intelligenza manageriale 1705.5 Riflessioni conclusive 173

Capitolo 6Intelligenza emotiva 177

6.1 Emozione: cosa significa? 1776.2 Rapporti tra processi emotivi e processi di costruzione della realtà 1796.3 Emozioni e cervello 1816.4 L’intelligenza emotiva: visioni rivoluzionarie 1866.5 L’intelligenza emotiva e la vita quotidiana 190

Indice

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6.6 Intelligenza emotiva e salute mentale 1926.7 Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva 1936.8 Il quoziente emotivo (EQ) e gli strumenti di valutazione 197

Capitolo 7L’intelligenza nelle relazioni affettive 2077.1 L’intelligenza relazionale 207

7.1.1 I miti dell’amore 2087.1.2 L’intelligenza che non viene insegnata a scuola 2127.1.3 Successo sul lavoro Vs successo nelle relazioni 2167.1.4 Implementare l’intelligenza relazionale 218

7.2 L’intelligenza sessuale 2307.2.1 La ricerca: il “Sexual Intelligence Project” 2317.2.2 Le tre componenti dell’intelligenza sessuale 2327.2.3 Una diversa prospettiva della sessualità umana 2357.2.4 I principali ostacoli all’intelligenza sessuale 2387.2.5 Come si sviluppa il Sé sessuale segreto 2417.2.6 L’intelligenza sessuale in azione 2467.2.7 Le generazioni future possono essere più sessualmente intelligenti? 250

Capitolo 8Intelligenza e creatività 2538.1 Cosa si intende per “creatività”? Una definizione integrata 2548.2 Modelli teorici della creatività 2568.3 Proposte di integrazione: i modelli componenziali 2598.4 La creatività e gli orientamenti terapeutici 2648.5 La creatività secondo Sternberg 2668.6 Creatività e salute mentale 2708.7 Creatività e psicoterapia 2738.8 Il Creative Problem Solving 2808.9 Riflessioni conclusive 282

Capitolo 9Intelligenza e psicoterapia 2879.1 Chi sono i terapeuti intelligenti? 2899.2 La scelta formativa 2949.3 L’esperienza come via maestra per il cambiamento 2989.4 Il modello integrato: un approccio “intelligente”

per la produzione del cambiamento 3029.5 Riflessioni conclusive 307

Indice

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Riflessioni conclusive 309

Appendice 317

Post-fazione di Marco Sarchiapone 357

Bibliografia 359

Indice

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A tutti i miei allievi che hanno scelto intelligentemente dispecializzarsi in un approccio pluralistico integrato.

Edoardo Giusti

A Simona, al Dott. Ardizzone, e al Prof. Parisella per avercontribuito alla mia democrazia personale…

Marco Pacifico

A mia figlia, ai miei genitoriTiziana Staffa

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È con molto piacere che abbiamo accettato di fare da prefatori a questo li-bro. È infatti motivo di soddisfazione il successo dei propri allievi, e di gratitu-dine l’affetto che accompagna l’invito a presentare il loro lavoro.

In realtà Edoardo Giusti, Marco Pacifico e Tiziana Staffa non hanno bisognoné di certificazioni, né di celebrazioni dal momento che le loro carriere pro-fessionali già attestano, ampiamente, il rigore e l’impegno che è loro conge-niale.

Piuttosto è sorprendente che professionisti impegnati su vari fronti del pub-blico e del privato, continuino a coltivare un interesse profondo per la ricercae la riflessione teorica. Ed è ammirevole che siano dei professionisti a forzarele barriere tradizionali degli ambiti disciplinari in cerca di quella integrazionedei saperi e delle esperienze indispensabile per recuperare l’unità dell’oggettodi indagine e di intervento della psicologia, cioè la persona nella dignità dellasua individualità.

In questa prospettiva, la riflessione sull’intelligenza introduce il lettore aduna valutazione più comprensiva della personalità, delle emozioni, delle rela-zioni interpersonali, dello sviluppo, e degli interventi praticabili per favorire losviluppo e promuovere il benessere.

Gli autori esordiscono con una rassegna storica dei modelli e delle teoriedell’intelligenza, utile ai lettori, studenti o curiosi, che si avvicinano per la pri-ma volta ad un così vasto argomento non meno che ai professionisti che quo-tidianamente avvertono il disagio di conoscenze che è sempre più difficile te-nere aggiornate.

Nel prosieguo del volume assumono centralità i nessi tra intelligenza e per-sonalità e sono preziose le comparazioni dei vari indirizzi di ricerca e le con-siderazioni in ordine alla necessità di superare le diatribe tradizionali tra psi-cometristi, personologi, e cognitivisti.

Se pure la trattazione dell’intelligenza è storicamente legata all’approcciopsicometrico e al concetto di quoziente di intelligenza, negli orientamenti piùrecenti quello di intelligenza appare un concetto molto più ampio nel quale

I

Presentazione

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componenti connesse alla soluzione dei problemi si coniugano con quelleconnesse alla gestione degli affetti e delle relazioni interpersonali.

Risultano dunque evidenti le miopie delle segregazioni concettuali, in am-bito applicativo, clinico, educativo ed organizzativo, quando ciò che conta èrendere conto della persona nella sua unità, totalità e storicità. E da ciò deri-vano importanti indicazioni sia sul versante della misura e della diagnosi, siaper gli interventi e i trattamenti.

Al fine di stendere legami più solidi tra riflessioni teoriche, ricerche empiri-che e applicazioni pratiche, sino alla psicoterapia, gli autori non esitano a rac-comandare una sorta di eclettismo teorico e tecnico in grado di consentire alprofessionista di considerare il proprio cliente come una persona dotata di di-verse abilità suscettibili di porsi al servizio del benessere.

In questa ottica appare cruciale la capacita di identificare e valutare pun-tualmente le differenze individuali che maggiormente contribuiscono a defini-re un progetto di vita ed uno stile di relazione con l’ambiente.

Il terapeuta intelligente è infatti chi maggiormente è in grado di mettere alservizio del cliente le abilità e le potenzialità che questi già possiede. A questofine la vasta bibliografia e la presentazione di strumenti di valutazione di re-centissima costruzione aggiungono valore ad un volume di sicuro interesse.

GIAN VITTORIO CAPRARA CLAUDIO BARBARANELLI

Professore Ordinario di Psicologia Generale Psofessore Associato di PsicometriaFacoltà di Psicologia 2 Facoltà di Psicologia 2

Università degli Studi di Roma “la Sapienza” Università degli Studi di Roma “la Sapienza”

Presentazione

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Il presente testo nasce dalla curiosità scientifica di creare un ponte tra duecampi di studio che hanno seguito opposte tradizioni scientifiche: la psicote-rapia e l’intelligenza. Molti autori hanno dedicato la propria vita professionaleall’identificazione di teorie e modelli capaci di dar conto dell’una o dell’altra,ma nessuno, finora, ha lavorato all’integrazione di questi due campi scientifi-ci.

Storicamente coloro che si sono occupati di studiare l’intelligenza hannoutilizzato prevalentemente un approccio psicometrico e di stampo fattoriale,centrato sull’individuazione delle diverse componenti dell’intelligenza, sullaloro misurazione precisa e sull’individuazione degli indicatori di performancead esse collegati, con una modalità di studio strettamente scientifica e quanti-ficatrice, che trova la sua massima espressione nel calcolo del QI. Dal lato op-posto coloro che si sono occupati di psicoterapia hanno sovente guardato consospetto, se non addirittura rifiutato, ogni tentativo di valutare scientificamentel’efficacia dei diversi trattamenti, spesso arroccandosi in scuole e modelli “mo-noteistici” prevalentemente autoreferenziali.

Lo sviluppo delle più recenti teorie dell’intelligenza ha portato ad una mag-giore attenzione per gli aspetti qualitativi, ad un ridimensionamento dell’im-portanza del QI, ad una considerazione di ulteriori elementi nella valutazionedell’intelligenza come gli aspetti emotivi, sociali, culturali e di contesto. L’am-pliamento del campo di indagine e di applicazione del costrutto e l’integrazio-ne degli aspetti cognitivi con gli altri numerosi aspetti della vita degli individui,adotta una visione integrata dell’intelligenza che è sempre più considerata neitermini di adattamento. Al contempo, in ambito psicoterapeutico si sono mol-tiplicati i modelli di riferimento e si è fatta sempre più strada la necessità di ave-re a disposizione dei criteri validi per la valutazione scientifica dell’efficaciadei trattamenti. I risultati della ricerca scientifica sull’efficacia della psicotera-pia hanno evidenziato alcuni aspetti interessanti: non esiste un modello psico-terapeutico più efficace degli altri; alcuni modelli sono più validi nel tratta-mento di specifiche problematiche; esistono dei fattori “comuni” trasversali

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Introduzione

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che rappresentano degli indicatori di efficacia del trattamento a prescinderedall’orientamento teorico; la psicoterapia è più efficace della remissione spon-tanea del sintomo e la psicoterapia associata al trattamento farmacologico èpiù efficace del solo trattamento farmacologico nel trattamento di patologiegravi come la depressione maggiore. In altri termini, i risultati della ricercascientifica sull’efficacia della psicoterapia spingono verso l’integrazione, chenel modello ASPIC, di cui siamo sostenitori, si configura come:

– integrazione teorica;– eclettismo tecnico;– considerazione dei fattori comuni.Dunque, il primo ponte che collega intelligenza e psicoterapia è la recente

spinta, per entrambi i settori di studio, verso l’integrazione, un’integrazione al-la cui base possiamo porre una nuova concezione dell’uomo, considerato intermini olistici e globali, riconoscendone al contempo la complessità, nei ter-mini delle diverse dimensioni della sua esperienza: cognitiva, emotiva, com-portamentale, sociale, relazionale, spirituale, e di conseguenza la sua unicità,la particolare ed unica modalità nella quale, per ciascuno, si declinano le sud-dette dimensioni.

Comprendere la relazione tra intelligenza e psicoterapia significa, dunque,ripercorrere la storia dei due costrutti, significa avere sempre ben presente quelmodello di individuo unico, complesso e globale, significa adottare un ap-proccio pluralistico, capace di mettere insieme in modo creativo le conoscen-ze teoriche e le applicazioni pratiche frutto di più 100 anni di ricerche e studi.

Come esponenti dell’ASPIC, una delle scuole di pensiero più innovative inItalia, ci siamo avventurati in questo percorso che, strada facendo, si è fattosempre più interessante e ricco di spunti intellettuali e applicativi. Nel rivisita-re la più recente letteratura del settore abbiamo potuto presentare una rassegnadei più recenti modelli di funzionamento della mente, integrandoli con evi-denze scientifiche che ne suffragano l’importanza terapeutica.

Ci abbiamo messo un grande impegno, sperimentando in più circostanzequello che Pearls definiva “vuoto fertile” e riuscendo, ogni volta, ad individua-re nuovi possibili sviluppi teorici e pratici.

Ci auguriamo che questo lavoro, per la sua completezza e per la facile com-prensione, possa essere utile a tutti gli psicoterapeuti in formazione, che trove-ranno una vasta bibliografia, (grazie al Prof. Edoardo Giusti), che consentirà lo-ro di leggere le teorie dell’intelligenza in un’ottica differente rispetto a quellapsicometrica classica o focalizzata esclusivamente alla valutazione del funzio-namento cognitivo. Coloro che si avvicinano da curiosi al mondo della psico-logia potranno beneficiare della chiarezza espositiva dei contenuti e deglispunti di riflessione offerti qua e là nel testo, frutto delle esperienze di vita co-mune.

Introduzione

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Il libro è stato scritto a “sei mani”, ed è esso stesso, pertanto, frutto dell’in-tegrazione tra differenti esperienze personali, professionali e scientifiche, chehanno contribuito alla ricchezza ed alla varietà espositiva dei contenuti.

Di seguito esemplifichiamo la struttura e i contenuti dei vari capitoli.Il primo capitolo è interamente dedicato alla presentazione delle diverse

definizioni di intelligenza, frutto di oltre cento anni di studi e ricerche, che evi-denziano come di frequente ogni autore ha fornito la propria definizione, colrischio che, come spesso accade quando in psicologia si tenta di dare una for-mulazione teorica dei costrutti di studio, esistano tante definizioni quanti sonogli autori che se ne sono occupati. Gli spunti più interessanti di riflessione han-no a che fare con la considerazione dell’intelligenza in termini di “adattamen-to” e con la considerazione della necessità di considerare il particolare conte-sto culturale e di valori in cui il concetto viene elaborato.

Nel secondo capitolo viene affrontato il tema dell’evoluzione dell’intelli-genza, partendo dalle formulazioni teoriche di Darwin, e analizzando scom-messe e limiti della psicologia evoluzionaria, limiti che sono prevalentementeconnessi col particolare periodo storico in cui tali studi sono stati effettuati, eche hanno portato alla formulazione di teorie “eugenetiche”. Conosciamo, og-gi, i pericoli di questo tipo di approccio e le conseguenze storiche. Gli svilup-pi successivi della psicologia evoluzionaria hanno portato alla considerazionedel ruolo “adattivo” che lo sviluppo di determinate capacità mentali hannoavuto in passato e di come queste si declinano oggi, in considerazione del ruo-lo dell’ambiente inteso in senso lato. In particolare si postula che sia proprio ilfatto che l’uomo sia prevalentemente un animale sociale, uno dei motivi prin-cipali che ha portato allo sviluppo della sua particolare e unica intelligenza, esi ritiene che il salto evolutivo nello sviluppo dell’intelligenza umana sia la ca-pacità di “inibire” pensieri, comportamenti e risposte emozionali non adegua-te. Vengono poi analizzati due approcci allo studio dell’intelligenza, che puòessere studiata come capacità tipicamente umana o nei termini di continuitàcon le altre specie, e si analizza la relazione tra sviluppo ontogenetico e svi-luppo filogenetico.

Il terzo capitolo presenta una rassegna completa delle teorie e dei modelli del-l’intelligenza, a partire dai pionieri, rappresentati da Galton, Binet, Simon e We-chsler che hanno dato anche il primo impulso alla formulazione dei test menta-li, chiamati in seguito test d’intelligenza. Vengono poi riportate le principali teo-rie dell’intelligenza sviluppate all’interno dell’approccio psicometrico con al cen-tro il concetto di QI, i cui principali esponenti sono stati Spearman, Vernon, R.B.Cattell e Guilford. Un ulteriore impulso allo studio dell’intelligenza si è avuto conPiaget, Vygotsky e Longeot, i quali si sono occupati di elaborare delle teorie com-plesse sullo sviluppo cognitivo, che esercitano ancora oggi un’enorme influenza.Gli autori più recenti ed attuali che si sono occupati di intelligenza, e che ope-

Introduzione

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rano tutt’oggi attivamente sono Sternberg e Gardner. Il primo ha elaborato la teo-ria tripolare dell’intelligenza, formata da tre subteorie, componenziale, conte-stuale ed esperienziale, e successivamente ha studiato la Successful Intelligence,composta da un insieme di abilità (accademiche, pratiche e creative) grazie allequali si può raggiungere il successo nella vita e che possono essere insegnate findalla prima infanzia. Il secondo, del quale parleremo diffusamente nel quinto ca-pitolo dedicato alle forme di intelligenza, ha elaborato una teoria in base allaquale non esiste una sola intelligenza ma ne esistono almeno otto (visuo-spazia-le, corporea, matematica, naturalistica, musicale, interpersonale e intrapersona-le) la cui esistenza è suffragata da evidenze scientifiche, a cui ne aggiunge un’al-tra, l’intelligenza esistenziale, attualmente in fase di studio. Il capitolo si chiudecon alcuni cenni all’intelligenza artificiale.

Il quarto capitolo è dedicato alla misurazione dell’intelligenza e alla rela-zione tra intelligenza e personalità; ampio spazio è dedicato ai test d’intelli-genza, che hanno rappresentato a lungo il principale oggetto di studio dei teo-rici che si sono occupati di intelligenza, alimentando il paradosso relativo alladefinizione di intelligenza nei termini di “ciò che viene misurato dai test”. Lastoria dei test parte dai primi rudimentali tentativi di correlare le capacità men-tali con misurazioni fisiche, in termini di dimensioni del cranio e del cervello,o di tempi di reazione, o di acuità percettiva oppure ancora di capacità respi-ratorie. Un impulso allo sviluppo di test mentali più adeguati viene dal mondodella scuola e dall’esercito, ovvero da quegli ambiti che hanno l’esigenza divalutare gli individui sulla base di capacità e prestazioni. Dalla valutazionecontemporanea di età biologica ed età mentale nasce il concetto di QI, ad ope-ra di William Stern, concetto che sarà poi modificato, sviluppato, criticato, mache spesso ancora oggi rappresenta un punto forte di riferimento in moltepliciambiti. A partire dagli anni settanta sono stati numerosi i tentativi di migliorarei test tenendo conto soprattutto delle critiche che sono state mosse in relazio-ne ad alcuni aspetti spesso carenti nella quantificazione e nel concetto di QIlegati alla diffusione del concetto di intelligenza emotiva, all’importanza deifattori culturali e alla necessità di tenere conto del particolare stile di pensieroprevalente di ciascun individuo in sede di valutazione. Nella seconda parte delcapitolo sono state analizzate le relazioni tra il costrutto di intelligenza e quel-lo di personalità; in particolare sono stati analizzati gli studi che si sono occu-pati di verificare l’esistenza di una relazione tra misure dell’intelligenza e trat-ti di personalità, ancora si è analizzata l’interfaccia tra personalità e intelligen-za da una prospettiva del ciclo di vita, ed è quindi stato proposto un modellointegrato che include i due costrutti e che consente di delineare un modello ge-nerale di funzionamento adattivo.

Il quinto capitolo è interamente dedicato alle diverse forme dell’intelligen-za, partendo dalle formulazioni teoriche di Gardner, il quale individua nove in-

Introduzione

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telligenze differenti, suffragandole con dati ricavati dalla ricerca scientifica, chevengono singolarmente descritte ed esemplificate e rispetto alle quali si tentadi tracciare un filo che conduca al loro utilizzo in psicoterapia sulla base delcontributo teorico di Kagan. Nella parte finale del capitolo vengono descrittedue ulteriori forme di intelligenza che sono l’intelligenza culturale e quella ma-nageriale, di recentissima formulazione.

Nel sesto capitolo viene trattato diffusamente il concetto di intelligenzaemotiva, del quale si è occupato prevalentemente Goleman. Siamo partiti dalconcetto di emozione, dalla sua descrizione e definizione e dall’individuazio-ne dei correlati delle emozioni a livello cerebrale, con particolare riferimentoad alcune strutture specifiche, quali l’amigdala, l’ippocampo e i lobi frontali.Abbiamo poi analizzato il ruolo dell’intelligenza emotiva nella gestione deirapporti interpersonali, nella percezione e interpretazione della realtà, nel suc-cesso lavorativo, nella vita quotidiana e nella salute mentale. Nella parte fina-le del capitolo ci siamo occupati di comprendere come si può sviluppare l’in-telligenza emotiva, ovvero quali sono i precursori dell’alfabetizzazione emoti-va, che possono essere ricondotti prevalentemente alle relazioni affettive, cosìcome risulta dagli studi di Bowlby, Ainsworth e Greenspan. Affinché un indivi-duo diventi emozionalmente “intelligente”, i primi anni di vita e il tipo, laquantità e la qualità delle relazioni stabilite con le figure significative appaio-no fondamentali. L’ultimo paragrafo è dedicato alla misurazione dell’intelli-genza emotiva, per cui vengono presentati e descritti i principali strumenti dimisurazione sviluppati in quest’ambito.

Il settimo capitolo è focalizzato sull’intelligenza applicata alle relazioni dicoppia, che può essere suddivisa in intelligenza “relazionale” e intelligenza“sessuale”. Per quanto concerne l’intelligenza relazionale, si è proceduto adun’analisi delle sue componenti e ad una comparazione-differenziazione conl’intelligenza “scolastica” e col successo in ambito lavorativo, arrivando allaconclusione che, per quanto strano possa apparire, l’intelligenza relazionalepuò essere studiata, insegnata ed appresa così come avviene per le abilità co-gnitive più strutturate, e che le competenze che la compongono possono esse-re comprese e migliorate, anche attraverso un training psicoterapeutico. La se-conda parte del capitolo è dedicata all’intelligenza sessuale, ed analizza come,nella cultura occidentale, il sesso sia al centro di una forte ambiguità tra l’o-stentazione che se ne fa nei media e l’atteggiamento di vergogna e repressioneche lo caratterizza negli aspetti privati. Essere sessualmente intelligenti implicaalmeno tre aspetti peculiari: una maggiore conoscenza scientifica sul funzio-namento sessuale; una maggiore consapevolezza del proprio sé sessuale se-greto, che significa avere una maggiore conoscenza di sé stessi, dei propri bi-sogni, delle proprie preferenze; ed infine buone capacità di entrare in relazio-ne con gli altri, ovvero lo sviluppo delle abilità sociali ed interpersonali. Viene

Introduzione

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quindi descritto più approfonditamente il concetto di sé sessuale segreto, foca-lizzando l’attenzione su come esso si sviluppa e sugli ostacoli che si oppongo-no all’intelligenza sessuale. Nella parte finale vengono forniti degli spunti di ri-flessione per lo sviluppo di generazioni future più sessualmente intelligenti.

L’ottavo capitolo fa riferimento alla relazione tra intelligenza e creatività, apartire dalla definizione e dall’evoluzione storica di quest’ultima. Vengono poipassati in rassegna i principali modelli teorici della creatività, per giungere aimodelli componenziali che rappresentano un tentativo recente di integrazionedelle teorie suddette. In un momento successivo abbiamo analizzato il ruolodella creatività all’interno dei principali orientamenti terapeutici, in particolarequello psicodinamico, quello umanistico e quello gestaltico, per giungere allarassegna degli studi che hanno messo in relazione la creatività con la persona-lità, ed in particolare con la dimensione dello psicoticismo, ideata da Eysenck.Successivamente abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla relazione tracreatività e psicoterapia, ponendo particolare enfasi sulle capacità creative del-lo psicoterapeuta, sul concetto gestaltico di adattamento creativo e sul ruolodei fattori comuni nella psicoterapia. Nella parte finale viene esemplificato ilcreative problem solving e le sue applicazioni in psicoterapia.

L’ultimo capitolo è dedicato in maniera specifica alla relazione tra intelli-genza e psicoterapia, partendo da un’introduzione relativa ai risultati della ri-cerca sulla relazione tra intelligenza, personalità e salute mentale. Abbiamopoi dato la nostra definizione dello psicoterapeuta intelligente, a partire dallascelta del percorso formativo, fino alla descrizione del modello dell’”expertise”di Sternberg, nel quale viene sottolineato il ruolo dell’esperienza nella costru-zione della competenza, che appare particolarmente vero e calzante per lo psi-coterapeuta così come viene considerato nell’ambito del modello integratodell’Aspic, modello che viene brevemente descritto nella parte conclusiva.

In appendice abbiamo riportato alcuni strumenti di facile uso e compren-sione, che possono rappresentare un ponte tra i concetti teorici illustrati e l’ap-plicazione pratica, sia per fini di approfondimento professionale sia per un ar-ricchimento personale.

Introduzione

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Il termine Intelligenza è molto usato nel linguaggio comune. Spesso sentia-mo dire di qualcuno “È proprio intelligente!”, oppure “Ha fatto una scelta in-telligente!”, o ancora “Si è comportato in maniera poco intelligente!”. Di fron-te ad affermazioni di questo tipo, immediatamente ci facciamo un’idea dellapersona e del suo comportamento, abbiamo una qualche conoscenza condivi-sa che ci consente di comprendere ciò che gli altri intendono, anche senza co-noscere i termini della situazione specifica o del comportamento particolare.Nel momento in cui decidiamo di andare a fondo, magari chiedendo indica-zioni aggiuntive in relazione al caso specifico, allora problematizziamo ciò cheè capitato e verifichiamo se i fatti a cui ci si riferisce vengono etichettati in unmodo o nell’altro sulla base della capacità e dell’efficacia di una persona di af-frontare una determinata situazione, ma anche sulla base dei risultati ottenutioppure sulla base di ciò che ci si aspetterebbe comunemente dalla persona inquestione.

Nella nostra cultura, quando si parla di intelligenza ci si riferisce general-mente a qualcosa che ha a che fare col ragionamento formale, con gli aspetticognitivi, con la capacità di risolvere efficacemente i problemi, ma questo nonè altrettanto vero in altre culture, come vedremo più avanti.

Ma cosa è l’intelligenza? Come può essere definita? Quali sono le sue com-ponenti? Come si sviluppa? È esclusivamente ereditaria oppure dipende dalleesperienze fatte? Come si può misurare? Come si può potenziare? Come in-fluenza la nostra vita?

Ed ancora, come mettere insieme intelligenza e psicoterapia? Apparente-mente la prima si riferisce ad aspetti legati al ragionamento formale, alla scuo-la, ai problemi, alle strategie cognitive, così come ci dicono la maggior partedei test d’intelligenza diffusi nella società occidentale. La psicoterapia, invece,si occupa di aspetti emotivi, di difficoltà relazionali e sociali, di problematicheesistenziali, di patologie psichiche più o meno gravi. Possiamo porci alcunedomande sulla relazione tra i due aspetti:

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Che cosa è l’intelligenza:verso una definizione 1

Page 22: L'intelligenza multidimensionale

– Le persone intelligenti hanno meno bisogno di psicoterapia?– La psicoterapia è più efficace con persone che possiedono un’elevata in-

telligenza?– Le persone intelligenti sono più capaci anche nel risolvere problemi per-

sonali?– Quali effetti ha la psicoterapia sull’intelligenza?– Può esistere una psicoterapia intelligente?– Chi è lo psicoterapeuta intelligente?Sono tutte questioni alle quali tenteremo di dare una risposta nel corso di

questo testo, cominciando dall’aspetto apparentemente più semplice: cosa èl’intelligenza.

La storia della ricerca scientifica in quest’ambito ha all’incirca un secolo,nel corso del quale sono state elaborate tante definizioni di intelligenza quan-ti sono gli studiosi che si sono appassionati al concetto. Probabilmente la mag-giore sfida nello studio dell’intelligenza sta proprio nell’individuare criteri vali-di e condivisi che permettano di etichettare un processo di pensiero o un com-portamento come “intelligente”.

In generale i criteri possono essere tratti a partire dalle definizioni di intel-ligenza prodotte o dalle teorie dell’intelligenza elaborate. Diciamo innanzi-tutto che etimologicamente la parola intelligenza deriva dal latino intelligere,che significa capire, comprendere, riconoscere. Secondo A.C. Neubauer1, ilfulcro della molteplicità di definizioni elaborate consiste nell’affermare che lapersona intelligente sia capace di destreggiarsi in situazioni nuove o insolite,sapendo cogliere i significati e i rapporti tra le cose senza necessariamenteaverne avuto prima esperienza diretta. Ciò significa che l’individuo intelli-gente si caratterizza per la sua capacità di affrontare e risolvere problemi sen-za dover effettuare numerosi tentativi, ma utilizzando le proprie capacità perindividuare le relazioni tra gli elementi in gioco e pervenire così alla soluzio-ne.

Un metodo per ottenere definizioni concettuali relative ad un determinatotema consiste nell’analizzare le teorie implicite su quel particolare tema ela-borate sia da esperti che da non esperti. Così è stato fatto anche per quantoconcerne l’intelligenza in due diversi studi (Sternberg 1985; Sternberg,Conway, Ketron & Bernstein 1981), dai quali risulta che le definizioni di intel-ligenza cambiano a seconda che vengano fornite da professionisti del settore odalla gente comune. Nelle definizioni di intelligenza elaborate dalla gente co-mune si parla più spesso di:� capacità di problem solving, che generalmente include la capacità di ra-

gionare logicamente, di cogliere i collegamenti tra le idee, di afferrare le

Capitolo 1

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1 In Mente & Cervello n. 1, gennaio-febbraio 2003, Ed. FIEG.

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diverse sfaccettature di un problema e di avere sufficiente elasticità men-tale;

� capacità verbali, tra cui l’abilità di parlare in modo chiaro e ordinato, diessere una persona informata in un particolare ambito, di aver letto mol-to e di possedere un ampio vocabolario;

� competenza sociale, che consiste nella capacità di accettare gli altri perquello che sono, essere disposti ad ammettere i propri errori, avere unacoscienza sociale ed essere sensibili ai bisogni degli altri.

Le definizioni fornite dai professionisti sono invece influenzate dall’ambitodi studio nel quale essi operano e se da un lato essi concordano con la gentecomune nell’individuare come componenti dell’intelligenza le capacità di pro-blem solving e le capacità verbali, allo stesso tempo sottostimano la compe-tenza sociale in favore di una capacità intellettuale, l’intelligenza pratica, checonsiste nella capacità di afferrare il nocciolo delle situazioni, di sapere comeraggiungere gli obiettivi e di avere interesse per il mondo e per i suoi moltepli-ci aspetti. Essi pongono maggiore enfasi sulle abilità accademiche (quelle chevengono misurate dai test di intelligenza), tra queste ciascuno enfatizza quelleche maggiormente si avvicinano al proprio ambito di studi.

Le molte definizioni concettuali di intelligenza sono state analizzate in duedifferenti raccolte di articoli, nei quali sono state prese in esame le opinioni diesperti e di laici su cosa è l’intelligenza, il pensiero intelligente, il comporta-mento intelligente.

Nella prima raccolta, del 1921, “Intelligence and its Measurement”, sonostati coinvolti 14 esperti che hanno offerto il proprio punto di vista sull’argo-mento e hanno prodotto, tra le altre, le seguenti definizioni:

– aver appreso o abilità di apprendere ad adattare sé stessi all’ambiente(Colvin, 1921);

– abilità di adattare sé stessi adeguatamente alle situazioni della vita rela-tivamente nuove (Pintner, 1921);

– capacità di inibire un aggiustamento istintivo (Thurstone, 1921).Come si può ben vedere, il fulcro di tali definizioni concettuali è l’adatta-

mento all’ambiente.Nella seconda raccolta (Sternberg & Detterman, 1986) sono stati coinvolti

24 esperti le cui definizioni hanno in larga parte coinciso con quelle prodottesessantacinque anni prima, con la differenza che è stata posta maggiore enfasisul concetto di metacognizione.

Riportiamo di seguito la frequenza con cui compaiono i principali concetticonsiderati nella definizione dell’intelligenza dagli esperti interrogati nel 1986,ed a partire da questi proveremo a dare la nostra definizione di intelligenza.

Che cos’è l’intelligenza

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Tabella 1.1: Le caratteristiche dell’intelligenza, adattamentoda Sternberg e Detterman (1986)

Caratteristiche dell’intelligenza citate dagli autori Frequenza Percentuale

Componenti di alto livello (il ragionamento astratto,la rappresentazione, il problem solving, la presa di decisioni) 12 50%Ciò a cui una determinata cultura dà valore 7 29%Processi esecutivi 6 25%Processi elementari (percezione, sensazione, attenzione) 5 21%Conoscenza 5 21%Manifestazioni comportamentali evidenti(risposte efficaci, di successo) 5 21%Metacognizione 4 17%Interazione tra processi e conoscenza 4 17%Capacità di apprendere 4 17%Insieme di abilità discreto 4 17%Fattore g 4 17%Non facilmente definibile, non un unico costrutto 4 17%Adattamento, finalizzato a rispondere efficacementealle richieste dell’ambiente 3 13%Velocità del funzionamento mentale 3 13%Prestazione automatizzata 3 13%Abilità precostituite alla nascita 3 13%

Da quanto è emerso, dunque, l’intelligenza è sicuramente un concetto didifficile definizione, che non può essere rappresentato da un unico costrutto,ma è costituito da un insieme di componenti. In particolare essa ha a che farecon:

♠ la capacità di apprendere, la conoscenza e la metacognizione, ovvero lacapacità di riflettere sul proprio funzionamento mentale, ma anche lavelocità nell’elaborazione delle informazioni a differenti livelli, da quel-lo più elementare o di base a quello più esecutivo, e l’automatizzazio-ne della prestazione;

♠ la capacità di adattamento alle richieste ambientali attraverso l’attiva-zione di componenti di livello più elevato che coinvolgono il ragiona-mento astratto, il problem solving, la presa di decisioni e la rappresen-tazione, attraverso cui si producono risposte comportamentali efficacialla luce dei valori prevalenti nella propria cultura di appartenenza.

La prima parte sembrerebbe coincidere con ciò che comunemente si inten-de nel mondo occidentale per intelligenza, con una prevalenza per gli aspettiprettamente cognitivi e per alcune qualità dell’elaborazione dell’informazionepiù strettamente connesse con la velocità e l’accuratezza. Un salto rispetto al-le definizioni classiche è rappresentato dall’introduzione del concetto di meta-cognizione; con tale termine si indica la capacità di riflettere sui propri processi

Capitolo 1

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Page 25: L'intelligenza multidimensionale

di pensiero, cioè di avere la consapevolezza e il controllo di ciò che si sta fa-cendo. In particolare, Flavell (1979) distingue tra:

– sensibilità metacognitiva o atteggiamento metacognitivo, inteso come lapropensione generale dell’individuo a riflettere sui propri processi co-gnitivi e sulla possibilità di utilizzarli e generalizzarli;

– conoscenze metacognitive specifiche.L’atteggiamento metacognitivo generale e le conoscenze specifiche sono tra

loro in relazione di interdipendenza, nel senso che quanto più efficace è l’at-teggiamento generale, tanto maggiori saranno le conoscenze metacognitiveche si apprendono e che si rendono disponibili per successivi apprendimenti,e al crescere delle conoscenze metacognitive l’atteggiamento generale si affi-na.

In stretta connessione con la metacognizione sta l’abilità di “autoregolare”i processi cognitivi, cioè la capacità di svolgere i processi mentali utilizzandoconsapevolmente e attivamente le proprie abilità e controllando lo svolgersidei propri processi cognitivi, intervenendo per aggiustare il tiro laddove risultinecessario.

I passi dell’abilità di autoregolazione sono i seguenti:• essere consapevoli del livello ottimale di funzionamento del processo in

atto relativamente agli obiettivi prefissati;• pianificare la azioni da svolgere;• mantenere l’osservazione costante sull’andamento del processo racco-

gliendo i dati sui risultati prodotti;• operare un confronto tra i dati raccolti e gli obiettivi prefissati;• verificare il grado di congruenza\discordanza tra i dati e gli obiettivi,

rafforzando la modalità operativa in atto in caso di valutazione positivae operando dei cambiamenti nel caso in cui la valutazione fosse negati-va.

Essere capaci di autoregolare i processi cognitivi significa dunque avereconsapevolezza di ciò che si fa, del modo e dei tempi in funzione degli obiet-tivi; significa, inoltre, avere un controllo costante del grado di raggiungimentodegli obiettivi e a partire da ciò la scelta consapevole di perseverare o correg-gere il modo di operare.

La seconda parte, legata al concetto di adattamento all’ambiente, richiedeinnanzitutto che venga definito il termine ambiente, che è non solo fisico, maanche sociale e culturale, per cui implica capacità e abilità di adattare sé stes-si all’ambiente, ma anche di modificare l’ambiente in funzione delle proprieesigenze.

Questi sono gli aspetti che maggiormente hanno a che fare con la relazio-ne tra intelligenza e psicoterapia, e quelli su cui maggiormente ci soffermere-mo nel corso della trattazione.

Che cos’è l’intelligenza

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Page 26: L'intelligenza multidimensionale

1.1. Le metafore della mente

Le definizioni di intelligenza possono anche essere tratte dalle teorie del-l’intelligenza esistenti. Tali teorie possono essere classificate in molteplici mo-di, tra cui quello relativo alle metafore della mente che esse implicano. Se-condo Sternberg (1990) tutte le teorie dell’intelligenza possono essere ricon-dotte a 7 metafore principali:

o metafora geografica: la teoria dell’intelligenza altro non è che una map-pa della mente, e l’intelligenza viene definita nei termini dei fattori chesottostanno alla mente e che Vernon (1971) paragona alle linee di lati-tudine e longitudine per agevolare la comprensione di come la mente la-vora;

o metafora computazionale: la mente è un computer e i processi mentalisarebbero delle operazioni (software). Le operazioni della mente sonocaratterizzate in termini di processi, strategie e rappresentazioni menta-li usate nel processare le informazioni;

o metafora biologica: l’intelligenza sarebbe il lavoro del cervello all’inter-no del quale è possibile effettuare una mappatura che metta in relazio-ne le attività cognitive con specifiche porzioni del cervello stesso; op-pure si sostiene che alcuni tipi di risposta del cervello (per esempio i po-tenziali evocati) sono in relazione con la prestazione intellettuale misu-rata psicometricamente; oppure si prova a studiare quali sono le originidal punto di vista dell’evoluzione dell’intelligenza;

o metafora epistemologica: ad esempio la teoria di Jean Piaget, il qualeparla di intelligenza nei termini di equilibrazione tra assimilazione e ac-comodamento, per cui gli individui assimilano oggetti nuovi negli sche-mi mentali già esistenti, oppure modificano gli schemi esistenti per ac-comodarli agli oggetti che non calzano bene nei vecchi schemi;

o metafora antropologica: per la quale l’intelligenza è un’invenzione cul-turale: mentre i processi mentali sottostanti possono o meno cambiare infunzione della cultura, ciò che è considerato un comportamento intelli-gente, invece, dipende strettamente dalla cultura di appartenenza;

o metafora sociologica: enfatizza il ruolo della socializzazione sullo svi-luppo intellettuale, analizzando, ad esempio, come vengono interioriz-zate dai bambini le esperienze vissute in un contesto interpersonale;

o metafora dei sistemi: considera i diversi aspetti dell’intelligenza e studiacome essi lavorano insieme come un sistema.

Sebbene le differenti metafore varino in un considerevole numero di aspet-ti, le definizioni che da esse derivano hanno un aspetto in comune: il “coreconcept” è l’adattamento all’ambiente, inteso in senso ampio, a partire dal

Capitolo 1

22

Page 27: L'intelligenza multidimensionale

quale Sternberg individua tre criteri adattivi che consentono di etichettare i pro-cessi mentali e i comportamenti come intelligenti:

1. correlazione con il successo: il successo spesso è definito nei termini diadattamento culturale, per cui ciò che indica il successo cambia da unacultura all’altra; inoltre, il successo dipende anche dalla speciale nicchiabiologica occupata: ciò che è “successo” per un uccello è diverso da ciòche lo è per un uomo;

2. sviluppo delle abilità mentali: tutti gli organismi, nel corso dello svilup-po, procedono verso un’indipendenza crescente e diventano sempre piùcapaci di adattarsi all’ambiente. Aumenti dell’età corrispondono ad in-crementi sia nell’adattamento culturale considerato nel primo criterio,sia nell’adattamento biologico che è richiamato nel terzo;

3. origini evolutive e sviluppo: se consideriamo l’adattamento biologico co-me il fulcro dell’intelligenza, si può comprendere cosa essa sia a partiredagli antecedenti evolutivi del pensiero e del comportamento. Dal puntodi vista dell’adattamento, le considerazioni sull’evoluzione probabilmen-te meritano uno status speciale nella comprensione dell’intelligenza.

Infatti, tutti gli organismi, col tempo, tendono a modificarsi al fine di diven-tare più “adatti” all’ambiente nel quale vivono, ovvero ad incrementare la pro-pria probabilità di sopravvivere e riprodursi. Ciascun essere vivente possiedeuno schema di adattamento che coinvolge non soltanto la forma esterna delcorpo, ma agisce sugli organi e sui sistemi interni fino alla struttura cellulare emolecolare. L’evoluzione dunque riguarda anche il comportamento e le capa-cità cognitive, per cui “l’intelligenza è la forma umana dell’adattamento, il mo-do in cui la nostra specie si è adattata all’ambiente”2 in virtù dell’imponenteruolo che lo sviluppo delle capacità cognitive e del comportamento ha avutonell’evoluzione umana. Oltre ai processi adattivi, possono agire anche altri fat-tori a determinare delle caratteristiche poco adatte all’ambiente di appartenen-za (il caso, conflitto tra adattamenti, necessità di alcuni prerequisiti…) oppureancora può capitare che un individuo adatto ad un determinato ambiente, siainvece poco adatto ad un altro. Nello schema di adattamento umano esiste unacaratteristica peculiare rispetto alle altre specie, ovvero la capacità di modifi-care l’ambiente per adattarlo a sé e non solo quella di adattare se stessi ai mu-tamenti ambientali.

Quando la scienza si è posta il problema di studiare la natura dell’intelli-genza si sono sviluppati due filoni opposti:� Da una parte troviamo quegli studiosi che hanno considerato l’intelli-

genza, il comportamento e la vita psichica come dei fenomeni a sé stan-

Che cos’è l’intelligenza

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2 Tratto da “Dizionario Enciclopedico della Salute e della Medicina”, edizione spe-ciale per la Biblioteca Treccani, Arnoldo Mondadori Editore, anno 2006.

Page 28: L'intelligenza multidimensionale

ti, indipendenti dal cervello e dal corpo, operando una scelta di duali-smo radicale e di allontanamento dai modelli teorici usati in biologia enelle neuroscienze per studiare corpo e cervello; tale atteggiamento si èamplificato nel ventesimo secolo con l’avvento della metafora del com-puter, in base alla quale così come il funzionamento della macchina, glialgoritmi, sono considerati concettualmente indipendenti dalla macchi-na fisica in cui girano, allo stesso modo è più giusto studiare la menteindipendentemente dalla struttura e dal funzionamento di cervello e cor-po;

� All’opposto troviamo una posizione antidualistica che comprende laconsiderazione della struttura fisica e del modo di funzionare del siste-ma nervoso, in base alla quale l’intelligenza può e deve essere inseritaall’interno del più ampio studio degli esseri viventi. Tale seconda posi-zione si è diffusa anche grazie a due cambiamenti di natura teorica emetodologica avviatisi nell’ambito della ricerca scientifica: lo studio deisistemi complessi e la possibilità di utilizzare la simulazione tramitecomputer, che si aggiunge ai più tradizionali esperimenti di laboratorioe alla formulazione di teorie.

1.2. Differenze trans-culturali

Le teorie implicite sull’intelligenza sono state analizzate anche trans-cultu-ralmente ottenendo delle differenze notevoli (Sternberg & Kaufman, 1998), ilche significa che un comportamento o un processo di pensiero può essere con-siderato più o meno intelligente in relazione al contesto culturale di apparte-nenza, avvalorando ancora una volta il concetto di intelligenza come “adatta-mento all’ambiente” inteso in senso lato, quindi anche in termini culturali.

Gli studi crossculturali sull’intelligenza sono stati di due tipi: il primo ri-guarda le teorie esplicite, ovvero le costruzioni di esperti fondate su dati rac-colti da persone che hanno eseguito dei compiti che si ritiene siano idonei amisurare la prestazione intelligente; il secondo tipo, a cui appartiene un corpusmeno voluminoso di studi, si riferisce alle teorie implicite, alle concezioni po-polari, cioè a teorie informali che le persone hanno sull’intelligenza.

La ricerca crossculturale sulle teorie implicite è in linea con l’intuizione diIrvine (1970), secondo il quale “gli psicologi dovrebbero esaminare l’uso po-polare della parola intelligenza per capire il modo in cui le società designanogli atti come intelligenti”3. Questo tipo di studi ha condotto a risultati molto di-

Capitolo 1

24

3 Cfr. Personalità e Intelligenza (2000), a cura di R.J. Sternberg e P. Ruzgis, Ed. Cen-tro Studi Erickson, Cap. 8, I sistemi dei significati culturali, l’intelligenza e la personalità.

Page 29: L'intelligenza multidimensionale

versi: da un lato c’è chi sostiene la posizione del relativismo culturale radica-le, in base al quale esistono tante intelligenze quante sono le culture esistenti,per cui non è possibile effettuare nessun tipo di confronto; all’estremo oppostotroviamo autori come Eysenck (1982), il quale ritiene che l’intelligenza siauguale in tutte le culture, e che sia possibile effettuare dei confronti.

Allo stato attuale, psicologi di orientamenti diversi hanno trovato un puntodi incontro nella considerazione dell’intelligenza in termini di “adattamento”:Charlesworth (1976), uno psicologo evolutivo, considera l’intelligenza comeun adattamento ai problemi posti dall’ambiente, e sebbene l’adattamento pos-sa essere considerato l’obiettivo universale dell’intelligenza, il comportamentoattraverso cui questo si esplica può cambiare da cultura a cultura; Sternberg(1985; 1988), uno psicologo cognitivista, ritiene che l’intelligenza sia “l’attivitàmentale sottesa all’adattamento intenzionale, e al modellamento, di una fortescelta dell’ambiente del mondo reale rilevante per la propria vita” (pag. 290);Berry (1980) individua quattro tipi di contesto, ecologico, esperienziale, pre-stazionale e sperimentale, e ritiene che l’intelligenza adattiva si possa manife-stare solo nei primi due; Ceci (1990), partendo dalla considerazione che il ruo-lo del contesto è stato a lungo trascurato o sottovalutato da parte dei teorici del-l’intelligenza, sottolinea come il significato del contesto culturale sia frutto del-la negoziazione tra persone appartenenti ad una determinata cultura, e ciò puòmodificare sia il pensiero che la cultura.

Per evitare di lasciare campo libero ai relativisti culturali radicali, la posi-zione suggerita da Berry (1984) è fondamentale: egli ritiene che sia indispen-sabile sviluppare una teoria universale della competenza cognitiva, intenden-do il termine “universale” in senso antropologico, ovvero come caratteristicacomune all’umanità, non limitata ad un unico popolo. Per fare ciò occorre de-finire chiaramente cosa si intende per cultura, al fine di limitare l’etnocentri-smo; la cultura può allora essere considerata come un “sistema di significati”condiviso intersoggettivamente (Schneider, 1976), trasmesso storicamente(Geertz, 1973); è l’insieme delle concezioni della realtà condivise dai suoimembri, ci dice come pensare alle cose (Ceci, 1990), ci dice anche come sen-tire e cosa fare. Dal momento che, allo stato attuale degli studi, non si disponedi un quadro concettuale utile per comprendere le variazioni crossculturali delconcetto di intelligenza in riferimento al sistema dei significati culturali, l’at-tenzione è stata focalizzata su una dimensione culturale rilevante, cioè indivi-dualismo/collettivismo, a cui sono collegati i processi psicologici di idiocentri-smo/allocentrismo che descrivono norme e valori a livello individuale, e il con-cetto di sé indipendente/interdipendente. Mettendo insieme le suddette di-mensioni si perviene alla costruzione di un pattern coerente e consistente divalori e convinzioni sulla natura delle persone, che hanno evidenti implica-zioni sulle differenze culturali del concetto di intelligenza.

Che cos’è l’intelligenza

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Page 30: L'intelligenza multidimensionale

Per esempio, una componente che sembra essere universalmente inclusanelle definizioni di intelligenza elaborate nelle varie culture è quella relativaalla competenza sociale, la quale, però, si declina in maniera differente a se-conda della particolare cultura che si prende in considerazione. Nelle cultureindividualistiche (Canada, USA e Australia), si parla di “competenza socialepositiva” (Azuma e Kashiwagi, 1987), che include il parlare in modo chiaro earticolato, l’avere successo nella società, l’essere franchi e onesti, il comunica-re bene, l’essere amichevoli, l’arrivare in orario, il mostrare interesse per ilmondo nel suo complesso. Nelle culture individualistiche l’enfasi è posta sul-l’autoespressione e l’autorealizzazione, piuttosto che sull’attenzione al gruppoo ai bisogni altrui; ne consegue che gli aspetti legati alla competenza socialedefiniti “intelligenti” sono quelli maggiormente rivolti all’espressione di sé enon alla cura e alla comprensione dell’altro: in questo tipo di società viene de-finito “intelligente” colui che si dimostra capace di esprimere sé stesso, di co-municare chiaramente, di avere successo nella società.

Nelle società collettivistiche (Asia e Africa), invece, si parla di “competen-za sociale ricettiva” (Azuma e Kashiwagi, 1987), che si manifesta nei termini diprudenza e cautela nelle relazioni sociali, rispetto per gli anziani e conformi-smo nelle popolazioni africane; lo stare al proprio posto, l’ammettere con gar-bo i propri errori, la comprensione per gli altri e la modestia per i giapponesi;l’attenzione agli altri, l’imitazione, la responsabilità sociale e la correttezza delpensiero per i cinesi. Ferme restando le differenze tra un popolo e l’altro, in ge-nerale nelle culture collettivistiche l’interesse fondamentale è rivolto al benes-sere del gruppo, mentre l’autoespressione è secondaria: in tali culture la per-sona intelligente è quella che riesce a massimizzare le relazioni sociali, chepossiede l’abilità di cooperare al fine di raggiungere gli obiettivi del gruppo, ela capacità di controllare i propri desideri personali.

Da quanto detto in relazione alla competenza sociale, la definizione di in-telligenza come adattamento all’ambiente va oltre il significato di adattamentoall’ambiente fisico, per includere il sistema dei significati culturali, il quale ciconsente di comprendere che in ogni cultura la persona è definita “intelligen-te” nella misura in cui mostra abilità, capacità e comportamenti che sono insintonia con i valori prevalenti, ovvero mostra un adeguato livello di adatta-mento “culturale”.

Capitolo 1

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Page 32: L'intelligenza multidimensionale

NELLA STESSA COLLANA

Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psi-coterapia, 20001, pp. 272

Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trat-tamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224

Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001,pp. 240

Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata,2002, pp. 288

Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224Feltham C. - DrydenW. (a cura di E. Giusti),Dizionario di counseling, 1995, pp.320

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Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trat-tamenti psicologici, 2006, pp. 288

Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e dellameditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336

Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento dellaPsicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176

Giusti E. - Ciotta A.,Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005,pp. 256

Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professiona-le, 2005, pp. 256

Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’iden-tità verso la relazione, 2006, pp. 208

Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trat-tamento terapeutico, 2006, pp. 240

Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologi-ci integrati, 2007, pp. 224

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Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001,pp. 240

Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata,2002, pp. 288

Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224Feltham C. - DrydenW. (a cura di E. Giusti),Dizionario di counseling, 1995, pp.320

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Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling,2003, pp. 160

Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violented’ira, collera e furia, 2003, pp. 224

Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160Giusti E. - Lazzari A.,Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione delSé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160

Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutivedei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396

Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia,2005, pp. 368

Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per pro-fughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192

Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficaciaed efficienza, 2005, pp. 320

Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie col-lettive integrate, 2004, pp. 304

Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione,1999, pp. 144

Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionaledel libero professionista, 1993, pp. 128

Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicolo-gico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192

Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004,pp. 240

Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione dellerisorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208

Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari epsicosociali, 1999, pp. 184

Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinicointegrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176

Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicotera-peutica, 2005, pp. 176

Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei tratta-menti psicologici, 2005, pp. 160

Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico comple-mentare per le demenze, 2004, pp. 144

Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

Nella stessa collana

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Page 35: L'intelligenza multidimensionale

Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001,pp. 144

Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007,pp. 272

Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268Goldfried M.R.,Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psi-coterapie, 2000, pp. 288

Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp.576

Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata,2000, pp. 368

Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-com-portamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288

Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I:“Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400

Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II:“Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384

Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifichedell’American Psychological Association

• Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapiabreve integrata di J. Preston € 120,00

• Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried+ Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione dellePsicoterapie € 120,00

• Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + LibroManualedi Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00

• Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centratasulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

Nella stessa collana

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Page 36: L'intelligenza multidimensionale

• Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante eRielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E.Giusti, C. Montanari € 118,00

• Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro PsicoterapiaPrescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00

• Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi dellaPsicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50

• Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling ScolasticoIntegrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00

• Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, colli-sioni e collusioni di L. Chertok € 120,00

• 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling brevein Azione di J.M. Littrell € 122,00

• Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioniin Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50

• 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione perl’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: €275,00

• Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M.Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento diEdoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50

• Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due LibriPsicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano €155,00

• Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi menta-li gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00

• Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica delcontatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00

• Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libroPsicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00

• Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapiadella rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC

• Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libroPsicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

Nella stessa collana

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Page 37: L'intelligenza multidimensionale

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI

Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapiafocalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per ilcambiamento, in corso di stampa, pp. 368

Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione tran-sitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia plura-listica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580

Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, dia-gnosi e cura, 2006, pp. 240

Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base:dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256

Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicotera-pie innovative, 2007, pp. 400

Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza.Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa

Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’e-videnza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464

Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativodi strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480

Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007,pp. 304

Nella stessa collana

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