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L’INSOSTITUIBILE APPORTODELLE LESSONS LEARNEDALLE OPERAZIONI MILITARI

Forze Armate

DI LUIGI CASTELLANI

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L’attualità degli insegnamenti dell’età antica

Nei Licei italiani intere generazioni distudenti hanno approfondito lo studiodei Commentari di Cesare sulla Guerra

Gallica, mentre un’attenzione minore è statatradizionalmente riservata al De bello civili.

Ovviamente, anche la seconda opera è dasempre presente nei programmi di Latino ma,generalmente, viene alquanto trascurata rispettoalla prima. Chi conosce entrambe le opere nonriesce a vedere una ragione concreta per questapredilezione che, con le dovute eccezioni, hafatto sì che innumerevoli liceali concludesseroil loro ciclo di studi senza aver approfondito laGuerra Civile. È un vero peccato, perché la seconda grandefatica letteraria di Cesare non ha nulla da in-vidiare alle cronache della Gallia, sia comecontenuto, sia come spessore umano e letterario,oltre che per gli insegnamenti di carattere mi-litare. Infatti, in virtù degli anni trascorsi, ilCesare autore della Guerra Civile riflette lamaturità dell’Uomo e l’accresciuta esperienzadel Comandante, mentre emerge ad ogni passola dimensione drammatica di un soldato che,suo malgrado, si trova a combattere contro deicompatrioti, con una tensione interiore a voltequasi dolorosa, che si riflette nell’organizzazionedell’opera e nello spirito della narrazione. Anche nel momento della vittoria, nella cronacadella Guerra Civile non c’è gioia né trionfo. Atratti, inoltre, emergono figure grandiose diuomini e di soldati, come Crastinus (“Vir singularivirtute”) che, per il suo valore ed abnegazione,È stato ricordato da Cesare, che lo ha additatoad esempio imperituro di virtù civiche e militari,doti che nella concezione romana della citta-dinanza non potevano essere nettamente di-stinte, perché formavano un’entità unica. Questo perché il cittadino romano era prontoa prendere le armi quando la Patria era minac-ciata, così come il soldato romano combattevaper il Senato ed il Popolo di Roma. Ciò eraancor più vero nell’Età classica, perché la de-cadenza della Civiltà Romana avrà inizio proprioquando questa visione e questi valori entrerannoin crisi. Tornando alla Guerra Civile, dalla nar-razione emerge evidente anche il fatto cheCesare si trova a disporre della vasta esperienzamaturata nelle campagne precedenti che, in

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In apertura: Implementazione di sistemi nell’ambito del Progetto Soldato Futuro (foto: Finmeccanica)Sopra: Blindo armata Centauro del Rgt. Savoia Cavalleria (foto: Luigi Castellani)

questa fase della sua vita, costituisce un valoreaggiunto alle sue doti innate di Comandante,sia a livello strategico che tattico. In terminimoderni, Cesare all’epoca della Guerra Civiledispone di un patrimonio immenso di “LessonsLearned”, grazie al quale è spesso possibileprevedere ed anticipare le mosse dell’avversarioe, all’occorrenza, mettere in atto delle contro-misure urgenti, improvvisando se necessario lamanovra e, addirittura, la costruzione campaledi macchine ed artifizi. Se rileggiamo da questo punto di vista il “Debello civili”, allora possiamo accorgerci chel’iniziativa e la manovra delle forze cesarianetraggono enorme beneficio dall’esperienza. Inaltri termini, vi sono numerosi episodi dai qualiemerge che lo svolgersi degli eventi vieneprevisto e pare addirittura essere controllatoda Cesare. Ciò significa che anche per un genio dell’ArteMilitare l’esperienza conta moltissimo, tanto

da consentirgli di sovrastare l’avversario mili-tarmente ed intellettualmente. Esempi di questa evoluzione nel modo di attuarela manovra si hanno, nella Guerra Civile, intutti quei casi in cui Cesare invia in zonad’operazioni non un’intera legione, ma solamentedue o tre coorti, cioè impegna le sole forze ne-cessarie e sufficienti per raggiungere il successoalla luce della consistenza e qualità della pre-vedibile minaccia avversaria. In questo modo una Legione si moltiplica pertre o per quattro, perché può essere presentein più luoghi contemporaneamente a coprireun teatro molto vasto in relazione alle dimensionidell’unità (la Legione stessa), della velocitàdella fanteria dell’epoca, delle caratteristicheorografiche del territorio. È fuor di dubbio che Cesare sia sempre statoun genio, e non solo in campo militare, capacecome fu di anticipare di millecinquecento annil’Uomo rinascimentale, dotato di un sapere

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poliedrico ed universale. Tuttavia egli stesso cidimostra, attraverso i suoi scritti, l’importanzadi apprendere dall’esperienza. Il suo precorrere l’Uomo del Rinascimento simanifesta attraverso le realizzazioni nel campodelle costruzioni, nelle doti oratorie e nelleopere letterarie, nella conoscenza del Mondoantico e della sua geografia, dei popoli che loabitavano, nelle inimitabili doti di politico enel carisma del condottiero. L’attualità diCesare, come stratega e comandante, è fuoridiscussione e ciò risulta evidente a chi conoscevicende molto più recenti della Storia romana,come la Seconda Guerra Mondiale e le Guerredel Medio Oriente. La fase iniziale del secondo Conflitto Mondialefu caratterizzata dalla Blitzkrieg tedesca, cheebbe come principale artefice il Gen. Heinz

Guderian. Questi, però, sviluppò idee che ErwinRommel aveva già sperimentato nella PrimaGuerra mondiale e, successivamente, forma-lizzato nel suo celebre trattato “Infanteriegreift an”, in cui dimostrò la necessità del su-peramento della guerra statica, cioè di posizione,evidenziando l’importanza del mantenimentodell’iniziativa e della mobilità. Rommel era un conoscitore di Cesare mentrePatton, a sua volta, aveva letto e riletto il librodi Rommel1. Tutti questi celebri Comandanti,in definitiva, sono idealmente degli eredi delpensiero di Cesare, che aveva tolto staticitàall’azione militare sorprendendo il nemico ininnumerevoli occasioni, nonostante operasselontano da Roma con forze i cui effettivi eranoa dir poco esigui rispetto alle orde barbariche,grazie anche al frequente ricorso ad opere di

Un militare italiano durante un recente impegno in Libano (foto: E.I./Savoia Cav.)

1 Il testo di Rommel “Infanterie greift an” fu pubblicato in Germania nel 1937. Ebbe diciotto riedizioni nei sette annisuccessivi, nel corso dei quali venne anche acquisito e tradotto dallo U.S. Army. In questo modo il Gen. George S. Pattonne divenne un profondo conoscitore e, secondo fonti del suo staff, lo avrebbe letto e riletto innumerevoli volte

Un militare italiano di UNIFIL sulla Blue Line (foto: UN/Eskinder Debebe)

L’elicottero da attacco ìCobraî fu sviluppato per il conflitto vietnamita (foto: USMC).)

La Marina Militare contribuisce in modo determinante agli impegnifuori area. Nell’immagine l’Andrea Doria (foto: Fincantieri)

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Ingegneria militare, come ponti e macchine daassedio, antesignane di quegli assetti che, nelgergo militare moderno, siamo soliti definire“moltiplicatori di forze”. Lo stesso può dirsi delle operazioni condottedagli Israeliani sotto il comando del GeneraleMoshe Dayan, caratterizzate anch’esse dallaconquista e dal mantenimento dell’iniziativa,dalla grande mobilità ed ottimizzazione delleforze, con il risultato di scardinare la visionecomplessiva e la capacità reattiva dell’avversario.Nulla può sostituire la conoscenza e l’analisidelle operazioni militari del passato, ancheperchè nel tempo tutto si ripete, nonostante ilmutare delle epoche e l’evoluzione tecnologica.Una volta c’erano il cavallo e le macchine daguerra ma, alla fine, si finiva per combattere apiedi ed a distanza ravvicinata. Oggi, quandosi impegna il nemico, si deve scendere dall’-Humvee o dal Lince e, sia pure con l’aiuto delle

immagini che provengono da un UAV amico, sideve ancora combattere da distanza ridotta.Quello che accade nei teatri attuali, del resto,è visibile in numerosi video di YouTube, per cuiè di pubblico dominio. C’è un video in modo particolare che, a suotempo, venne trasmesso da Canale 5 e che,come si dice oggi, è “clickatissimo”, in cui sivede il personale della Folgore operare congrande calma e professionalità, sotto il fuocodi armi automatiche e RPG. Questa serenità e professionalità sono fruttodell’addestramento ma, certamente, anche del-l’esperienza, grazie alla quale chi si trova alcomando sa esattamente cosa fare e, con ciò,trasmette fiducia e sicurezza ai suoi uomini.Se dunque l’esperienza, fatta di lezioni appresee acquisite, risulta determinante a livello tattico,come nel semplice esempio del video dellaFolgore, a maggior ragione la conoscenza e la

Il lancio del SICRAL 1B (foto: Finmeccanica)

Il Lockheed C-130 Hercules dimostrò la sua versatilità e robustezzanel teatro vietnamita. Ancora oggi resta insostituibile (foto: Lockheed Martin)

L’esperienza è fondamentale per raggiungere la massima efficaciadell’azione tattica (foto: USMC)

Dall’album di UNIFIL: un veicolo olandese dispiegato in Libano nel1980 (foto: UN/John Isaac)

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debita considerazione dei risultati delle Ope-razioni passate risulteranno determinanti perla pianificazione ed il successo di quelle future.Una risorsa in più, di carattere non materialema molto importante, è data dal fatto che iMilitari italiani sono noti, o lo diventano inbrevissimo tempo, per le loro doti innate diumanità e per la loro capacità di avvicinarsicon grande rispetto alle altre Culture, fermarestando l’indiscussa capacità di reagire conprontezza a qualunque minaccia. Questo perché i militari italiani sono semprepronti ad aiutare chiunque abbia bisogno diassistenza umanitaria ma, sempre nel rispettodelle regole d’ingaggio (R.O.E.), oggi più chemai sono in grado di assolvere con efficienzaed efficacia ai task più impegnativi, che possonoscaturire dall’impegno in aree a rischio. Determinante, nell’acquisizione e nello sviluppodelle capacità che oggi costituiscono il patri-monio professionale del militare italiano, è ri-

sultato il passaggio dal reclutamento basatosui coscritti all’attuale status professionaledegli appartenenti alle nostre F.A., conseguenteall’adozione di un modello basato sul recluta-mento di volontari. La permanenza in servizio del personale perperiodi prolungati, la cui durata viene deter-minata dallo specifico profilo professionale delmilitare e dai risultati raggiunti nel corso dellacarriera, quali ad esempio il superamento diconcorsi interni, è condizione essenziale perpoter disporre di elementi che, anche attraversoil processo di formazione continua attualmenteadottato, accumulino quell’insieme di conoscenzeed esperienze che rientrano nella locuzione di“Lessons Learned”, in modo sostanzialmentenon diverso da quei veterani delle Guerre ce-sariane che avevano alle spalle anni di campagnee di vita militare, che in alcuni casi si protraevasenza interruzioni, mentre in altri (come nel-l’esempio già ricordato del valoroso veterano

1990: militari di UNIFIL durante la bonifica di un terreno (foto: UN/John Isaac)

Un elicottero NH-90. Le moderne macchine ad ala rotante profittanodelle Lessons Learned del Vietnam (foto: Finmeccanica)

Kosovo: alcuni prigionieri fanno ritorno alle proprie case (foto: UN/Ky Chung)

Il Progetto Soldato Futuro punta a”conferire ai singoli combattentied alle unità una totale interoperabilità” (foto: Finmeccanica)

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Crastinus) si procedeva a richiamare in serviziogli uomini quando se ne presentava la necessità(“erat Crastinus evocatus in exercitu Caesaris”,dove “evocatus” può tradursi con “un veteranorichiamato”).

La metabolizzazione delle Lessons Learned

Non è un caso che il Combat Studies Institutedello U.S. Army sia nato nel 1979. In quelperiodo, infatti, gli ambienti militari ed anchela società civile stavano iniziando a metabolizzarela realtà dell’inatteso insuccesso nella lungacampagna del Sud-Est asiatico, ancor più estesase comprendiamo nella cronologia del conflittola prima fase, quella combattuta dalle ForzeFrancesi. Quello che era accaduto era, al tempo stesso,doloroso per i costi umani e stupefacente sulpiano militare perché, per la prima volta, era

risultato impossibile pervenire al successopolitico e militare da parte di un complesso diforze dotato di un potenziale senza uguali. Inquel periodo, nel cinema, inizia un vero eproprio genere che ruota attorno al Vietnam,non di rado critico, spesso spettacolare, masempre profondamente drammatico. Dopo di allora il cinema di guerra non sarà piùlo stesso, tanto che gli stessi eventi storici,quelli del D-Day, verranno rappresentati inmodo notevolmente diverso in due film-capo-lavoro come “Il giorno più lungo” e “Salvate ilsoldato Ryan”, realizzati l’uno nel 1962, aglialbori dell’esperienza del Vietnam, e l’altro inepoca successiva (nel 1998). Nel 1979 esce “Apocalypse Now”, che rappre-senta il Vietnam come un incubo surreale,mentre negli anni seguenti arriveranno “Platoon”,“Full Metal Jacket” e “Hamburger Hill”, fino alpiù recente “We Were Soldiers” (2002), conMel Gibson, un film che attraverso la rievoca-

Lessons Learned dal Vietnam: un KC-135 rifornisce velivoli F-5prima di un attacco su posizioni Viet Cong (foto: USAF)

Il nuovo Boeing KC-767 per l’Aeronautica Militare Italianacostituisce un esempio di moltiplicatore di forze (foto: Boeing)

Un Harrier dei Marines esegue un atterraggio notturno (foto: USMC)

Il Generale Paolo Serra assume il Comando di UNIFIL durante unacerimonia a Naqoura (foto: UN)

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zione di fatti realmente avvenuti supera iltrauma culturale del conflitto attraverso lasua dimensione epica, illustrando i valori ditenacia, spirito di sacrificio e capacità tatticadelle truppe americane. Già durante la guerra c’erano stati esempi dilavori cinematografici, come “Berretti verdi”,che pertanto trattavano l’attualità di fattiancora in divenire. Tutto questo mostra come,sul finire degli anni ‘70, ebbe inizio un periododi riflessione, finalizzato a capire cosa fosseaccaduto in Vietnam e perchè la parte piùforte non avesse prevalso. Gran parte dei critici individua le cause diquanto accaduto in un deficit della leadershippolitica, nella discontinuità della definizionedelle priorità, nel fatto di trovarsi in una nuovasituazione che, negli anni a venire, verrà poidefinita “Guerra Asimmetrica”. È in questo contesto storico che vede la luce il“Combat Studies Institute”, in un momento in

cui ci si pongono domande e si cerca di darloro delle risposte, perché in Vietnam si è in-crinato il modello di condotta delle operazioniimpiegato con successo da Patton e MacArthur,quel modello secondo il quale, una volta rag-gruppata una idonea massa critica di forzemilitari, debitamente equipaggiate e rifornite,era possibile logorare il nemico fino ad an-nientarlo, com’era stato in Nord Africa e nellacampagna seguita allo sbarco in Normandia.Sempre secondo quel modello, disponendo diuna massa d’urto adeguata, il risultato strategicosarebbe stato raggiunto. Sarebbe stata una questione di tempo, di sop-portare sacrifici anche dolorosi e di essere per-severanti ma, alla fine, la parte più fortesarebbe stata destinata a prevalere. Dopo cheil Vietnam ebbe messo in crisi questa concezione,era necessario comprendere esattamente cosafosse accaduto, analizzando a posteriori lacondotta della Guerra dal livello politico a

Uno dei primi F-111 Aardvark fotografato nel 1967 (foto: USAF)

Un UH-1 riprende quota dopo lo sbarco di una squadra in Vietnam(foto: US Army)

Vietnam: soldati della 25th Infantry Division (foto: US Army)

Uno Sherman conservato dal Rgt. Savoia Cavalleria. Dopo il 1945fu rivista la Dottrina sull’impiego dei carri (foto: Luigi Castellani)

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quello tattico; in secondo luogo occorreva ap-prendere le lezioni che da tale analisi sarebberostate dedotte, al fine di evitare di ripetere glistessi errori in futuro. Il primo dei “LeavenworthPapers”, del Combat Studies Institute, fu iltesto intitolato “The Evolution of US ArmyTactical Doctrine, 1946-76”, del Maj. Robert A.Doughty. Si tratta di uno studio dei mutamenti dellaDottrina dell’Esercito dal secondo dopoguerraalla fine del Vietnam, quindi anche di un’analisidi cosa era cambiato con la Guerra in Indocina.I capitoli maggiormente interessanti sono quellosulla Corea (“Adaptation during the KoreanWar”) e, ovviamente, quello intitolato sempli-cemente “The Vietnam War”. A proposito di Lessons Learned, che all’epocadella pubblicazione dell’opera non erano ancoraindicate con questa espressione, si dice appuntoche “La dottrina per il Teatro europeo fu creata

in Nord Africa, sviluppata in Italia e rifinitadopo l’invasione della Normandia”. Una lezioneappresa dalla Seconda Guerra Mondiale fu che“La migliore arma anticarro è un carro migliore”,un insegnamento derivato dall’inefficacia deipezzi anticarro inizialmente impiegati contro ipanzer tedeschi. Ciò influenzerà la genesi della famiglia di carriM-47, M-48 ed M-60 che, in alcuni Eserciti,restano ancora oggi in servizio. In Corea,apparve evidente l’importanza di un atteggia-mento orientato all’offensiva, finalizzata a di-sarticolare l’avversario, il suo potenziale ed ilmorale delle sue truppe. In questo caso non siamo di fronte ad unanovità assoluta, perché si tratta di idee cheriecheggiano il manuale di Rommel. Ciò ciconduce direttamente al Vietnam, quando ilconflitto iniziò ad allungarsi senza il prevalerenetto di una delle parti, con momenti in cui

Militari del Corpo dei Marines simpatizzano con alcuni bambini(foto: USMC)

Ergonomia ed integrazione dei sistemi nell’ambito del ProgettoSoldato Futuro (foto: Finmeccanica)

Le Lessons Learned degli anni recenti hanno portato allo sviluppodi veicoli con spiccate doti antimina (foto: USMC)

Rappresentazione grafica di un’unità della classe FREMM (foto: Fincantieri)

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venne perduta quella iniziativa la cui importanzaera già apparsa evidente in Corea. L’Offensiva del Tet, scatenata la notte tra il 30ed il 31 gennaio 1968, in corrispondenza delCapodanno vietnamita, costituisce l’esempiopiù noto di tale perdita dell’iniziativa, con ilconseguente impatto sull’opinione pubblica,traumatizzata dall’attacco all’Ambasciata ame-ricana. Da quell’episodio derivano gran parte dei sistemidi sicurezza attiva e passiva posti a protezionedi centri di comando e controllo, ma anche dicaserme e depositi, nei teatri attuali in cuioperano Coalizioni a guida occidentale, NATOed ONU. Ciò costituisce un esempio eclatante di LessonLearned tanto che, ogni giorno, un numeroelevato di nostri militari mette in pratica pro-cedure e regole d’ingaggio che derivano ancheda quegli avvenimenti del 1968, per cui oggivengono istituite “Zone Rosse”, “Verdi” ed altrearee ben più ampie del perimetro di un’amba-sciata. Inoltre, il manifestarsi dell’esigenza diun’arma automatica più corta ed agile dell’M16potrebbe aver contribuito significativamenteallo sviluppo dell’M4 e delle numerose altrearmi della stessa tipologia, che si sono succe-sivamente affermate. In definitiva, in ambito tattico, soprattuttonelle attuali missioni di Peace Keeping e PeaceEnforcing, che si svolgono spesso in situazionifluide e mai del tutto prevedibili, è utileragionare come tradizionalmente si fa in ambitoaeronautico, nel quale si apprende dagli errorie dagli incidenti del passato, che vengono ca-pillarmente analizzati e successivamente me-tabolizzati in modo continuo e sistematico,con il fine di incrementare la sicurezza delleoperazioni del presente e del futuro. L’Esercito Italiano, in particolare, possiede unagrande e positiva capacità di imparare le lezioniderivate dalle Operazioni passate. Dalle espe-rienze in Libano dei primi anni ‘80 l’EsercitoItaliano ha imparato e si è evoluto, cosicché in

Somalia le sue capacità operative risultaronograndemente incrementate. Oggi la Somalia è lontana e le capacità attualisono ulteriormente cresciute, con assetti otti-mizzati e capaci di interagire tra loro secondouna visione sempre più network-centrica. Inrealtà anche la componente tecnologica, cioègli assetti, “impara” e “cresce”. La blindo Centauro di oggi, infatti, è un sistemad’arma ben più completo e maturo rispetto aiprimi esemplari, così come l’A-129 che, neltempo, ha acquisito capacità hardware e soft-ware tali da renderlo una macchina sostan-zialmente ed incisivamente migliore.

Tutto questo è stato realizzato con grandelungimiranza, anche in considerazione dellecostanti limitazioni di bilancio imposte allaDifesa, spendendo dunque con grande ac-cortezza le risorse a disposizione, proprioperché si è posta la massima attenzione aquanto era stato appreso sul campo ognivolta che l’Italia si è impegnata in un contestofuori area.

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BIBLIOGRAFIA

CAIO GIULIO CESARE,Commentarii de bello Gallico. 58-50 A.C.Commentarii de bello civili. 47-46 A.C.

Rommel, Erwin, Infanterie greift an.1937English Edition“Attacks”.Athena Press, Inc. U.S.A., 1979

Doughty, Robert A.The Evolution of US Army Tactical Doctrine, 1946-76.Combat Studies InstituteU.S. Army Command and General Staff College, 1979

Arnold, James R.Tet offensive, 1968: the turning point in Vietnam.Osprey Publishing Ltd., 1990

Castellani, LuigiStrategie di Marketing applicate al Peace Keeping - un’op-zione in più per affrontare i nuovi scenari asimmetrici.Informazioni della Difesa, n.05/2009 - pag. 28.