L’insieme è maggiore della somma delle parti …

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EGNERleARCHITETTleCOSTRU E DI INFORMAZIONE DELt:ASSOCIAZIONE INGEGNERI E ARCHITETTI DELLA PROVIN

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Il resoconto di un’esperienza per creare nuovo valore e innovazione attraverso una più ampia collaborazione e condivisione di valori, visione e obiettivi tra soggetti, liberi professionisti dell’architettura e dell’ingegneria di tutti i settori, non certo abituati, come la maggior parte degli italiani, a fare squadra e a farlo su scala geografica ampia. Nessuna “pubblicità” o celebrazione perché non c’è nulla da celebrare, se non un impegno in corso difficile ma inderogabile se si vuol far nascere o rilanciare qualcosa di nuovo. Del resto “… non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella più pronta al cambiamento” (C. Darwin)

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nel mondo cambiato e che cambia continua-mente è ormai evidente la necessità di svilup-pare collaborazione e condivisione e, con esse, nuove forme di attività professionale ed offerta

di servizi. Collaborare è uno sforzo culturale di condi-visione di valori e di obiettivi e, nello stesso tempo, è immaginare e organizzare nuove modalità e strumen-ti per lavorare insieme, anche a distanza, cercando di comprendere ciò che il mondo ci chiede e generare così nuove proposte di valore.Ogni processo di cambiamento è difficile e sofferto e questo non lo è meno degli altri. In questo articolo una breve sintesi degli aspetti che ci conducono al cambia-mento e una storia, tra le tante possibili, di una volon-terosa sperimentazione di questo cambiamento. Sia chiaro sin d’ora che non vuole essere la celebrazione di nulla perché non vi è nulla da celebrare, se non lo sfor-zo di cercare di trovare, a fatica, nuove vie per essere professionisti. Lo spirito è quello di raccontare un’espe-rienza, con le sue difficoltà, le soluzioni trovate per ora e anche qualche risultato, allo scopo di portare qualche idea, se ritenuta utile, auspicando che in futuro tra molti di noi le iniziative di aggregazione aumentino e si orga-nizzino sempre meglio e con risultati crescenti.

IL MONDO IN CUI LAVOREREMO(...ma già lavoriamo)

La maggior parte di noi, ingegnere o architetto che sia, già da diversi anni ha avuto la possibilità di percepire i profondamenti cambiamenti in corso nel mondo e nel mercato. Questi cambiamenti si riflettono direttamente sull’attività quotidiana di noi tutti ed ancor più sul futuro nostro e dei nostri giovani.

Tutti i giorni lo vediamo…e lo vedremo sempre più

Il mondo e con esso, il mercato e la società, sono sem-pre più complessi ed ogni intervento ha un carattere di crescente multidisciplinarità. Sempre più anche in pro-getti di carattere urbanistico apparentemente limitati, vi è un concorso di numerosissime esperienze e com-petenze che coinvolgono architetti, ingegneri struttu-risti, esperti di impiantistica e sistemi a diversi livelli energia, sistemi informatici di controllo e monitoraggio, sistemi di comunicazione, domotica, competenze di project management, capacità di controllo di gestione del progetto e via dicendo.

La complessità crescente di questi processi di progetta-zione è poi influenzata da un’accelerazione dei cambia-menti tecnologici in ogni settore e dai comportamenti sociali che da essa derivano. E’ innegabile infatti che molte tecnologie consentono e consentiranno sempre più di sostituire lavoro umano con lavoro automatizzato (robot, software, ecc). Molte attività considerate in pas-sato parte delle competenze di un professionista oggi tendono a diventare così “routinarie” da poter essere automatizzate, rendendole servizi direttamente fruibili dall’utente finale e uscendo quindi dalla sfera di com-petenza professionale. Gli esperti chiamano questo fe-nomeno “polarizzazione occupazionale” che, tradotto, significa uno spostamento dell’occupazione verso figu-re professionali che siano in grado di offrire ai commit-tenti un sempre maggiore valore aggiunto e quindi una capacità di saper intervenire su scenari progettuali ed economici di crescente complessità.

Un altro aspetto di cui dobbiamo tener conto è la con-

L’InsIeMe e’ MAggIoreDeLLA soMMA DeLLe PArtI…esperienze di collaborazione e far rete tra ingegneri e architetti

roberto gALLerAnIIngegnere, libero professionista

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correnza sempre più globale. Nei prossimi anni, anche per le figure e le professionalità più avanzate, aumente-rà la concorrenza proveniente dagli altri paesi, in primo luogo dell’Unione Europea ma anche dall’esterno. Le politiche stesse dell’UE stanno spingendo verso logi-che di mobilità nello scenario continentale, attraverso la definizione di standard, anche nel campo dell’edu-cazione, di linguaggio, classificazione di competenze e collaborazione. Tali spinte, la riduzione della domanda e la maggior circolazione e mobilità stessa dei profes-sionisti tenderanno ad aumentare sempre più l’oppor-tunità (necessità) di cercare ed avere clienti e collabo-razioni su scala geografica, nazionale, europea o anche più estesa.

La necessità di esperienze e competenze sempre più ampie, da applicare su scala geografica crescente e con un’attenzione costante al cambiamento e al migliora-mento continuo, richiedono per forza di cose il ricorso ad un approccio fortemente collaborativo, in grado di superare l’inevitabile limitazione del singolo o del pic-colo gruppo, Studio o Soc. di Ingegneria che sia. La multidiscplinarità, sempre più aperta anche verso altre categorie professionali come commercialisti, av-vocati, o anche professionisti non regolati da Ordini o Albi istituzionali, diverrà sempre più essenziale.

“Fare rete”, non solo una frase di moda

Diventa fondamentale il superamento dei limiti culturali italiani, prima ancora che della nostra categoria, legati a diffidenza, sospetto e che limitano la capacità di inve-stire, sia pur sempre con una inevitabile dose di rischio, sulle relazioni alla base della creazione di collaborazio-ne. Da tempo si parla e si legge spesso di “far rete”. “Fare rete” intanto è un processo che, nel coinvolgere anche i professionisti, non deve escludere a priori le im-prese. E’ di questi ultimi mesi l’importante discussione in corso sulle norme, non ancora attuate, relative alle Società di Servizi Professionali multidisciplinari. Certa-mente devono essere preservati degli equilibri che non pregiudichino il “ruolo di garanzia”, nei confronti del committente, del servizio professionale. Le imprese, o per meglio dire alcune categorie di imprese, possono apportare risorse, una diversa visione e un contributo in genere utili per lo sviluppo di servizi su scala globale, a

condizione di non “inquinare” le finalità e il governo del-la Società Professionale con interessi legati alla propo-sizione e alla vendita di prodotti o proposte commerciali svincolate dalla priorità della relazione fiduciaria con il proprio cliente.

“Fare rete” quindi come effetto di una collaborazione più stretta, finalizzata e organizzata ad aumentare la gamma, la qualità, la copertura del territorio e il valore del servizio e della proposta.

UN PROGETTO PUO’ NASCEREDAL “BASSO”

Io sono ingegnere dell’informazione e, come ingegne-re, mi piace affrontare un problema complesso con metodo “top down”. Scomporlo fino ad ottenere una suddivisione in sottoproblemi chiaramente relazionati tra di loro ed efficacemente affrontabili in modo mo-dulare attraverso un lavoro coordinato di gruppo. Pur-troppo il mondo in cui lavoriamo ed il tipo di problemi che dobbiamo affrontare cambiano continuamente, a volte troppo rapidamente, e se si aspetta troppo tempo quando si arriva in fondo a un progetto può essere già cambiato tutto di nuovo. Questo non è la rinuncia o ad-dirittura il “ripudio” di un approccio valido per un’ampia classe di applicazioni. Tuttavia in situazioni di cambia-mento e variazione fortemente accelerati, laddove non esistono ancora solide esperienze e un chiaro quadro di riferimento (normativo, metodologico, di risultati , ecc ) allora, piuttosto che arrivare, sia pur con metodo, lunghi rispetto ai vincoli di tempestività impostici dai tempi oppure restar fermi, smarriti di fronte alla og-gettiva complessità sistemica del problema, preferisco applicare un approccio “bottom up”. Nel mio campo, in particolare nella progettazione di software per le PMI, lo si chiama frequentemente operare per “prototipizza-zioni successive”, e si è costretti ad impiegarlo quan-do il quadro da affrontare è complesso e al contempo il committente non è, per diverse ragioni, in grado di permetterci di comprendere a pieno tutti gli elementi necessari per una buona progettazione “top down”. “Bello” o “brutto” che sia quando oggettivamente non vi siano altre condizioni, l’alternativa sarebbe solo quella del non fare, rimanendo fermi in un’attesa pericolosa. Questo processo è ovviamente rischioso e deve esse-re ben governato per non diventare “prototipizzazione

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permanente” ma, intanto che lo si porta avanti, se c’è collaborazione trasparente e consapevole tra tutte le parti coinvolte, produce nel suo corso nuove esperienze e informazioni utili a indirizzare proficuamente verso un obiettivo, via via sempre più chiaro.

INNESCO E PROPAGAZIONE…

Nel luglio 2009 il nostro ente di previdenza INARCASSA avviò un’iniziativa denominata INARCOMMUNITY che, dalle parole del Presidente e del Vice-presidente di al-lora dell’ente, aveva il seguente scopo:

Paola Muratorio (Presidente):“… aumentare la visibilità del professionista, creargli nuove opportunità di business attraverso una migliore conoscenza della domanda di lavoro, dalle gare agli ap-palti e concorsi, e infine far crescere il suo know how pro-fessionale grazie all’innovazione e allo scambio di cono-scenze tra colleghi generate dall’interazione via web…”

Mauro Di Martino (Vice-presidente):“…innovazione e collaborazione…. idee necessarie a ri-svegliare lo spirito di corpo e la voglia di fare rete di una categoria abituata a lavorare in solitudine, ognuno entro le mura del proprio studio mentre la concorrenza globale deve spingere verso l’aggregazione, verso la messa in co-mune dell’enorme patrimonio di saperi che caratterizza la nostra categoria, e verso la consapevolezza che uniti si riesce a tutelare meglio la professione …”

Anche se l’iniziativa sollevò quasi da subito una serie di critiche e polemiche, in merito all’impiego di risorse economiche dell’Ente per destinazioni non specificata-mente e direttamente riferibili a previdenza e assisten-za, essa ha avuto il merito di fare da innesco ad alcuni importanti fatti ed esperienze successive.

Innanzitutto non è stato solo un social network profes-sionale, ma anche e soprattutto occasione di incontri fisici tra moltissimi degli oltre 2500 partecipanti che vi

si iscrissero subito nel breve giro di due mesi. Incontri svolti in tutti i principali capoluoghi italiani che, nel far incontrare colleghi, culture e linguaggi diversi, fecero emergere una serie di esigenze e valori comuni, in mol-te parti inaspettati e in opposta tendenza con molti degli stereotipi della libera professione: • desiderio e volontà di collaborazione e aggregazione • eticità nella Comunità professionale e nel rapporto

con la Società ed il mercato • attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale• determinazione all’innovazione ed alla qualità • intento di promuovere un nuovo ruolo ed un valore

della Comunità professionale, basato sulla messa in comune delle esperienze e delle competenze

• l’esigenza di disporre di strumenti per facilitare la collaborazione anche a distanza

• formazione, condivisione di informazioni, esperienze, competenze, pratiche, idee e strumenti per reti dina-miche di collaborazione professionale”, nella società e nel mercato

Iniziativa all’inizio “governata” dall’alto, dovette ben presto

fare i conti con la naturale varietà delle esigenze toccate,

con l’estrema mutevolezza di opinioni ed idee che si andava-

no creando e confrontando rapidamente e, col tempo, diven-

ne sempre più un fenomeno influenzato dal basso e legato

alla ricerca e alla sperimentazione continua di esperienze e

forme di collaborazione.

Ad oggi, pur con l’ombra di una insufficiente partecipazione

(circa 7000 iscritti), essa getta una luce attraverso alcune

iniziative di gruppi di lavoro che han fatto nascere laboratori

per la comunicazione dell’essere e fare la libera professio-

ne, per la generazione di nuove idee di business e per la

costruzione di strumenti di incontro per relazioni, informa-

zioni, idee e progetti.

Nel 2010 in un’iniziativa, denominata “Dream & Learn”, di

presentazione e confronto di progetti di attività in collabo-

razione, furono presentate proposte sia di business che no-

profit, tutte comunque caratterizzate dalla condivisione di

quei valori emersi sin dal 2009 nei primi incontri territoriali.

Per molti dei partecipanti e per altri che furono coinvol-

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ti successivamente, quel momento determinò l’avvio di un

processo finalizzato a concretizzare nella realtà un’idea di

business o un progetto sociale.

LA PROPAGAZIONE…UN ESEMPIO TRA GLI ALTRI…

E’ da questo contesto e queste esperienze che nell’au-tunno del 2010 viene costituita, come Associazione, Ar-chingstudio. La spinta e l’impulso del gruppo fondatore di ingegneri e architetti, è quello di accelerare l’attività in comune finalizzata alla creazione di nuove opportu-nità professionali che traggano un rinnovato impulso, di fronte alla crescente crisi e le difficoltà di operare in modo tradizionale.

I valori comuni fondanti sono quelli nati dall’originale esperienza comune:• collaborazione paritetica aperta e propositiva• trasparenza• sostenibilità economica, ambientale e sociale• attenzione al ruolo di garanzia nei confronti del com-

mittente

La visione è quella di favorire l’attività comune e la comu-

nicazione trasparente tra le persone, puntando al potenzia-

mento degli strumenti di collaborazione in rete.

In pratica si trattò sin da subito di pensare di operare su di-

versi fronti [elenco A]:

• Sviluppare una comunicazione in grado di creare un “si-

stema di fiducia” anche tra il mercato e le reti professio-

nali operative nate dal lavoro comune

• Definire regole e modalità di lavoro distribuito tra i pro-

fessionisti, ivi compreso delle forme contrattuali standard

condivise di immediata adozione, per regolare il rapporto

nei gruppi di lavoro e con committenti esterni

• Sviluppare un metodo e un “sistema di fiducia” tra i pro-

fessionisti

• Strumenti informatici per consentire la collaborazione e il

coordinamento a distanza via internet

• Modalità di circolazione delle informazioni, delle opinioni

e delle idee atte a facilitare il miglioramento continuo e la

manutenzione delle competenze

Un lavoro assai articolato per sostenere l’idea iniziale di

un contenitore condiviso di valori, organizzazione, metodo,

cultura, linguaggio e strumenti, questi ultimi nel senso più

esteso del termine (informatici, contrattuali, regolamenta-

ri, contrattuali, ecc.), finalizzati a consentire la creazione, la

proposta e la facilitazione dell’esecuzione di servizi profes-

sionali più ampi e integrati da parte di gruppi di professio-

nisti organizzati sul territorio in modo capillare, in grado di

sfruttare a pieno le competenze anche se a distanza e pronti

a generare opportunità anche attraverso forme di organiz-

zazione dinamica e flessibile come i Raggruppamenti Tem-

poranei di Professionisti (RTP) o altre forme di aggregazione

contrattuale.

LE DIFFICOLTA’ DA AFFRONTARE…

Lo sviluppo degli intendimenti di collaborazione rias-sunti prima ha inevitabilmente portato a un confronto e alla ricerca di una visione ed un metodo comune su diversi elementi, sia di carattere strategico che pratico.

In particolare i soci sono stati messi alla prova su alcuni temi importanti:• diversità culturale• risorse e partecipazione• approccio “top down” vs “bottom up”• motore di business o attore del business • le altre professionalità

La “diversità culturale”, anche tra ingegneri e architetti, è

assai maggiore di quanto si possa immaginare. E questo

non solo per una differenza culturale e di approccio che si

traduce in molti casi in una più spiccata creatività e fles-

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sibilità da parte degli architetti a fronte di una maggiore

metodicità e senso organizzativo degli ingegneri. Quando si

parla di ingegneri occorre infatti considerare anche coloro

che nello svolgere attività nel campo dell’automazione in-

dustriale, dell’informatica e delle telecomunicazioni, hanno

maturato nella loro vita esperienze di impresa con visioni

di attività sul mercato molto orientate a concetti di “servi-

zio pacchettizzato” con una forte tendenza a individuare

elementi di standardizzazione e riproponibilità, in relazio-

ne a precise valutazioni di mercato orientate allo stabilire il

“chi” destinatario di una proposta, il “cosa” e il “come” della

proposta e il “perché” una proposta dovrebbe essere consi-

derata un valore da parte del “chi”. Questo porta a punti di

vista ed approcci diversi, a un’espressione e un linguaggio

assai differenti e, infine, a delle logiche che oscillano tra il

considerare i servizi professionali solo in base al rapporto

qualità/quantità di tempo necessario, e il considerarli come

un qualcosa da derivare con processo inverso da una valu-

tazione delle esigenze del mercato su cui confezionare la

proposta migliore e più semplice per i risultati da ottenere e

le esigenze di gestione del processo. La ricerca della com-

prensione e della condivisione dei diversi punti di vista, oltre

ad essere uno sforzo da mettere in conto, offre però anche

il vantaggio di arrivare in molti casi a nuove visioni, spesso

non convenzionali.

Come in ogni nuova esperienza, anche “risorse e partecipa-

zione” costituiscono un elemento critico. Senza una minima

disponibilità si rischia il fallimento con qualunque approc-

cio. La partecipazione e la disponibilità di risorse (umane ed

economiche) sono figlie di una comunicazione chiara e tra-

sparente degli intendimenti e di un modo di operare il qua-

le, pur dotandosi di un’organizzazione e regole, mantenga

aperti canali di conversazione con i partecipanti e il mondo

esterno, creando nel tempo quella maggior relazione e vici-

nanza alla base di una condivisione motivata.

L’approccio, “top down” o “bottom up”, porta ad un’altro

fondamentale confronto. Una buona logica ingegneristica

vorrebbe che si analizasse per bene tutto lo scenario com-

plessivo, sino a confezionare un “piano strategico” generale

per lo sviluppo dell’iniziativa su ognuno dei punti elenca-

ti in [elenco A]. La scelta fatta in Archingstudio è invece al

momento quella di non ragionare in senso troppo astratto

e teorico per studiare e creare i mezzi per facilitare e sup-

portare attività professionali in rete, ma di cercare di indi-

viduare delle attività e dei servizi precisi per il mercato e

la società, cercando di definire dei “pacchetti di soluzione”

modulari attraverso cui le RTP e le aggregazioni degli asso-

ciati possano operare sul mercato. In questo modo, anche in

presenza di poche risorse disponibili, lo sforzo di costruire

collaborazione, fiducia, regole, strumenti risulta maggior-

mente motivato da un obiettivo concreto e dal possibile ri-

torno dell’applicazione delle attività. L’impegno forte si tra-

sferisce nel coordinamento tra i diversi gruppi di lavoro, nel

mantenere un filo conduttore comune orientato a costruire

una standardizzazione di un metodo e strumenti comuni.

Con “motore di business o attore del business” intendo il

dualismo tra due anime. L’essere mero “motore di busi-

ness”, ossia contenitore, quasi incubatore, di un patrimonio

in comune tra gli associati che gli stessi impiegano per es-

sere loro stessi attori di business, contando su un fattore

di integrazione maggiore e su una riconoscibilità più ampia

a livello di Associazione, oppure diventare “attore del busi-

ness” secondo una logica molto più di impresa che tende a

concentrare sul contenitore tutti gli elementi distintivi di un

“brand”, un “marchio” a tutti gli effetti, venendo a costituire

di fatto una “societa di servzi professionali”. Caso per caso,

in altre situazioni, la scelta può risultare diversa, nel nostro

l’estrema varietà dei partecipanti, geografica, di esperienze

e competenze, visioni e punti di vista ci ha suggerito un pro-

cedere graduale che inizia dall’essere “motore di business”.

Lo sforzo in questo caso è quello di concepire le azioni e

le scelte valutando e tenendo aperta anche la possibilità di

passare in un futuro, più o meno prossimo, ad “attore del

business”.

Nel corso delle diverse iniziative intraprese, un altro aspetto

che ha iniziato ad emergere è quello dell’opportunità offerta

dalla partecipazione di “altre professionalità”. La possibilità

infatti di introdurre un maggior grado di completezza e di

valore per il cliente attraverso competenze più ampie, di ca-

rattere giuridico, fiscale, finanziario, ecc, sta portando gra-

dualmente alla valutazione di un ampliamento delle forme

di aggregazione e dei contenuti delle proposte di servizio.

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ALCUNI RISULTATI

Attività e servizi

Bandi e concorsiMembri di Archingstudio si sono più volte organizzati in forma di aggregazione temporanea, con la condivisione di una denominazione e un processo di comunicazione comune, per partecipare a bandi e concorsi, mettendo a comun fattore i propri profili secondo le regole e le modalità standard di collaborazione costruite insieme nell’Associazione.

Team Design FactoryIl gruppo di lavoro si è costituito allo scopo di sviluppare pacchetti di servizi orientati a:• Concept design e risoluzione del target di obiettivo

per soluzioni spaziali e funzionali• Progettazione esecutiva e industrializzazione di pro-

dotto• Consulenze gestionali e di prodotto

Inizialmente era stato concepito unicamente come “uf-ficio virtuale in outsourcing” in grado di affiancare l’uf-ficio tecnico dell’azienda produttrice, fornendo tutte le competenze non sempre necessarie in azienda e che sarebbe antieconomico mantenere. Nel tempo, anche attraverso collaborazioni con un’azienda Veneta attiva nel campo del design per interni, sono nate delle aggre-gazioni professionali con il fine di realizzare prodotti di design per il mercato finale.

Team Progetto CasaIl gruppo di lavoro si è costituito allo scopo di riconcepi-

re una gamma di servizi finalizzati alla riqualificazione degli immobili ed alla gestione del fascicolo degli stes-si. L’iniziativa in corso ha un carattere innovativo che deriva dalla volontà di conciliare qualità e sostenibilità con un approccio al mercato dei servizi più in linea con le attuali evoluzioni, sfruttando al massimo la capil-larità derivante dalla vasta presenza sul territorio dei membri dell’Associazione, la professionalità e la capa-cità produttiva derivante da un approccio collaborativo e di rete, la tempestività e la connettività offerta dagli strumenti del web.

Strumenti…

Regole e strumenti contrattuali

Allo scopo di regolare il funzionamento dei gruppi di la-voro, anche in relazione alla riservatezza di eventuali attività o risultati dello stesso, sono state predisposte regole e forme contrattuali standard per la partecipa-zione. La creazione di RTP o di aggregazioni profes-sionali in genere può avvenire attraverso moduli con-trattuali predisposti. Le modalità di collaborazione tra i gruppi di lavoro le aggregazioni professionali sul campo e i clienti vengono regolate, secondo i valori e la visione dell’Associazione, da accordi contrattuali predefiniti.

Strumenti informaticiLa limitatezza delle risorse disponibili ha spinto al massimo nella direzione del “necessario e sufficiente”, sfruttando al meglio l’impiego degli strumenti web di-sponibili in funzione delle reali esigenze operative.

Ad eccezione del sito ufficiale collocato in web hosting esterno e realizzato mediante il sistema di Content Management System Joomla, tutta l’infrastruttura di gestione dei calendari, dei documenti, dell’intranet di servizio interno dei soci è realizzata attraverso il com-plesso di servizi in cloud di Google Apps. Google Apps, oltre a supportare il portale intranet dei servizi inter-ni, permette di rendere disponibili in forma pubblica i profili degli associati e la comunicazione dell’Associa-zione sotto forma di blog. Nell’ambito dei servizi intra-net blog, moduli di sondaggio e forum di discussione assicurano diversi canali di conversazione per l’infor-mazione, lo scambio e la gestione di opinioni e idee. Google+, la piattaforma social network di Google, am-

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plia ulteriormente le potenzialità di conversazione at-traverso l’uso appropriato delle cerchie di utenti, e lo strumento integrato di web meeting hangout permette, senza costi aggiuntivi, di effettuare riunioni su internet fino ad un massimo di dieci partecipanti, condividen-do audio, video/webcam e, se necessario, il contenuto dello schermo del pc di uno a turno dei partecipanti. L’uso dei dispositivi mobili (smartphone e tablet) viene integrato anche attraverso le funzionalità di sincro-nizzazione di Google Drive che, ad esempio, permette di mantenere aggiornati, anche offline, documenti e ca-lendari.

Le attività interne di gestione, organizzazione e quelle di progetto per e con i clienti che comportano un plan-ning strutturato di processi e azioni, il loro monitorag-gio e la gestione di documenti, conversazioni analitica-mente distribuite nelle varie fasi, viene oggi effettuato mediante il servizio in cloud Zoho project. Funzionalità di allineamento automatico tra i documenti archiviati in Zoho project e i propri PC ne permettono la disponibilità anche se scollegati da internet

Osservato che questi sono i principali ma non gli uni-ci strumenti utilizzati, occorre precisare che data l’e-strema variabilità delle tecnologie e delle esigenze sia dell’Associazione che delle aggregazioni professionali operative, occorre mantenere un occhio attento al mer-cato e alle continue evoluzioni, sempre alla ricerca del miglioramento continuo.

CONCLUSIONI

Il risultato dell’esperienza in corso in Archingstudio porta ad alcune considerazioni riassuntive.

Il collaborare e “fare rete” implica necessariamente la condivisione di valori, visione e missione, andando assai al di là del concetto tradizionale di collaborazione basa-to sull’indicare o raccomandare ad un proprio cliente un valido e fidato collega, aspettandosi poi lo stesso da lui. Collaborare e “far rete” significa arrivare a concepire un obiettivo comune di servizi su cui, insieme, suddividersi investimenti, impegni, rischio e risultati.

Occorre instaurare un rapporto paritetico tra i partecipanti

basato su apertura, trasparenza e fiducia.

Occorre invertire il processo di relazione tra le persone

portandolo dal sospetto verso gli altri che si dirada nel

tempo, alla fiducia, sia pur controllata, che resta sino a

prova contraria, facendo emergere la relazione umana

come uno dei diversi fattori di rischio da gestire, al pari

degli altri, nella costruzione di un processo professionale

imprenditoriale.

In ogni caso occorre partire dal mercato per capire il me-

glio possibile di cosa esso abbia realmente bisogno in ter-

mini di servizi e modalità di erogazione e fruizione, man-

tenendo il fuoco sui continui cambiamenti che avvengono.

Ampliamento e integrazione di competenze ed esperienze

in una logica di multidisciplinarità conduce alla “Societa di

servizi multiprofessionali”, saldamente basata su concetti

di “ruolo di garanzia”, relazione fiduciaria con il commit-

tente, qualità e sostenibilità.

La consapevolezza delle grandi difficoltà che vi sono non

possono e non devono scoraggiare, in quanto sono supera-

bili e sono in grado di portare a un salto di qualità per noi

stessi, per il mercato e la società.

RIFERIMENTI

1. Video ADA CHANNEL – DEDALO Puntata 11 del 12.09.2012 Daniele Grandesso imprenditore e socio Archingstudio

descrive l’Associazione nell’ambito delle attività nel campo del design industriale

http://youtu.be/9btXJqgxwR8 2. GREENBUILDING 2011 e ARCHINGSTUDIO http://www.archingstudio.org/resources/pdf/GREENBU-

ILDING2011ArticoloV002_01.pdf h t t p s : / / w w w. f a c e b o o k . c o m / n o t e . p h p ? n o t e _

id=10150268147541068 http://archingstudionews.blogspot.it/2011/04/tutti-i-col-

leghi-architetti-e-ingegneri.html3. ARCHINGSTUDIO su LINKEDIN http://www.linkedin.com/company/archingstudio4. ARCHINGSTUDIO su FACEBOOK https://www.facebook.com/massi38605. SITO ARCHINGSTUDIO http://www.archingstudio.org/6. ARCHINGSTUDIO – Area pubblica informazioni e blog

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