L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i...

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Organo Ufficiale dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB ROMA Gyneco Aogoi numero 3 - 2019 - bimestrale - anno xxx 7 Prezzi farmaci L’Oms approva la risoluzione italiana. Nuovi standard per la trasparenza 20 Linee guida Pma La lettera aperta del Segretario nazionale Aogoi e dei componenti del Giss 24 Rischio clinico L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ INFERTILITÀ FISIOLOGICA ETÀ DIPENDENTE L’OROLOGIO BIOLOGICO ESISTE E BISOGNA FARCI I CONTI

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Organo Ufficiale dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

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GynecoAogoinumero 3 - 2019 - bimestrale - anno xxx

7 Prezzi farmaci L’Oms approva la risoluzione italiana.Nuovi standard per la trasparenza

20 Linee guida Pma La lettera aperta del Segretarionazionale Aogoi e dei componentidel Giss

24 Rischio clinico L’arte di imparare dagli errori e dai‘quasi errori’

INFERTILITÀ FISIOLOGICA ETÀ DIPENDENTE

L’OROLOGIO BIOLOGICO

ESISTE EBISOGNA

FARCI I CONTI

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INDICE

Sono quasi 10 milioni le donne con figli minorenni in Italia. Scelgono la maternitàsempre più tardi e devono sempre più spesso rinunciare a lavorare a causa degli impe-gni familiari. Il quadro che emerge dal report di Save the Children “Le Equilibriste: lamaternità in Italia”, di cui pubblichiamo una sintesi, è piuttosto critico e rende ra-gione del nuovo record negativo della natalità nel nostro paese: 449mila nascite nel2018, 9mila in meno rispetto all’anno precedente. D’altronde, se solo si pensa al tassodi disoccupazione femminile, ed in particolare delle madri, che è tra i più alti in Euro-pa, al forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri, alla scarsa rete di serviziper la prima infanzia non c’è di che sorprendersi. Scegliere di diventare genitori è sem-pre più difficile ed è più che comprensibile che la donna/la coppia decida di procrasti-nare. Ma la domanda che dovremmo porci, soprattutto dopo aver letto su queste pagi-ne l’articolo di Roberta Venturella dedicato all’infertilità fisiologica età-dipenden-te, è se decidere di avere un figlio sempre più tardi sia davvero sempre una scelta ‘in-formata’ e ‘consapevole’. Personalmente credo che per moltissime donne/coppie non lo sia e che perciò sia giu-sto fare una corretta informazione riguardo quell’orologio biologico con cui (ahimé) bi-sogna fare i conti nonché sulla realtà (reale) del percorso di procreazione medicalmenteassistita, che certo non può essere la soluzione a questo fenomeno. Certo non basta laconsapevolezza dell’orologio biologico, se non vi sono le condizioni economiche, so-ciali e personali per fare un figlio, però creare cultura su questo argomento è un primopasso. È questo il nostro compito sia nei confronti delle donne sia delle istituzioni: unPaese senza bambini è un Paese senza futuro!Sempre restando in tema di salute riproduttiva, vi invito a leggere la lettera apertadel nostro segretario nazionale Antonio Chiantera e dei colleghi del Giss, il Gruppodi Interesse Scientifico Speciale sulla Medicina della Riproduzione costituito da Aogoie Sigo. I Giss fino ad ora attivati sono sette e sono relativi a varie aree della ginecologiaed ostetricia.Ci auguriamo che i Giss possano davvero svolgere il loro ruolo creando una rete non so-lo tra i ginecologi, ma con tutti i professionisti di competenze diverse coinvolti nei va-ri settori specifici in modo da produrre informazione, cultura e raccomandazioni prati-che che aiutino tutti noi a fornire la migliore assistenza possibile con la partecipazio-ne attiva delle donne, non più pazienti ma persone consapevoli che la salute è un be-ne prezioso che va difeso e salvaguardato.Vi invito caldamente ad essere parte attiva sia nella distribuzione alle donne della no-stra iniziativa editoriale BenEssere Donna sia come critici propositivi per migliorare ilpiù possibile la rivista.Ricordo a tutte/i il nostro Congresso nazionale, di cui pubblichiamo il programmapreliminare nelle pagine centrali di questo numero. Sarà davvero un congresso inno-vativo e contiamo in una partecipazione numerosa.Buona lettura ed arrivederci a Napoli!

QUATTRO OTTO TREDICI DICIANNOVE VENTIIl Programma nazionale esitidi Agenas relativo all’anno2017 che grazie a 175indicatori fotografa ogni annola qualità delle cureospedaliere.

Sanità senza personale. Tra il2012 e il 2017 il Serviziosanitario nazionale ha perso26.561 lavoratori. Gli ultimidati del Conto annualepubblicati dall’Aran

Maternità sempre più difficilein Italia. Impossibile per lamaggioranza conciliare lavoroe famiglia e i servizi disupporto sono scarsi. Il Reportdi Save the Children

Nasce Ben Essere Donna: lanuova Rivista Aogoi dedicataalla salute femminile verràdistribuita gratuitamentenegli ospedali e negliambulatori

Pma. La lettera aperta delSegretario Nazionale Aogoi edei componenti del Giss, ilGruppo di InteresseScientifico Speciale sullaMedicina della Riproduzionecostituito dall’Aogoi e dallaSigo

IN QUESTO NUMERO

Buona lettura!

Numero 3 - 2019Anno XXX

PresidenteElsa Viora

Comitato ScientificoClaudio CresciniGiovanni MonniPasquale PirilloCarlo SbiroliVito TrojanoSandro Viglino

Direttore ResponsabileCesare FassariCoordinamento EditorialeArianna Albertiemail: [email protected]

Editore Edizioni HealthCommunication PubblicitàEdizioni HealthCommunication via Vittore Carpaccio, 1800147 Roma

StampaSTRpressPomezia - RomaAbbonamentiAnnuo: Euro 26. Singola copia: Euro 4Reg. Trib. di Milano del 22.01.1991 n. 33Poste Italiane Spa -Spedizione in abbonamentopostale 70% - Dcb - RomaFinito di stampare: maggio 2019Tiratura 8.000 copie.

La riproduzione e laristampa, anche parziali, diarticoli e immagini delgiornale sono formalmentevietate senza una preventivaed esplicita autorizzazioneda parte dell’editore. Icontenuti delle rubriche sonoespressione del punto divista degli Autori. Questarivista le è stata inviatatramite abbonamento:l’indirizzo in nostro possessoverrà utilizzato, oltre che perl’invio della rivista, anche per

l’invio di altre riviste o perl’invio di proposte diabbonamento. Ai sensi dellalegge 675/96 è nel suo dirittorichiedere la cessazionedell’invio e/ol’aggiornamento dei dati innostro possesso. L’Editore èa disposizione di tutti glieventuali proprietari deidiritti sulle immaginiriprodotte, nel caso non sifosse riusciti a reperirli perchiedere debitaautorizzazione.

Testata associata

A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIAPERIODICA SPECIALIZZATA

GynecoAogoiOrgano Ufficialedell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

gyneco aogoi numero 3 - 2019

elsa viora Presidente AOGOI

NELLE PAGINE CENTRALIIL PROGRAMMA DEL

CONGRESSO NAZIONALESIGO-AOGOI-AGUI-AGITE

GINECOLOGIA E DONNA. UN VIAGGIO DI TUTTA UNA VITA

GINECOLOGIA E DONNAUN VIAGGIO DI TUTTA UNA VITA94° Congresso Nazionale SIGO59° Congresso Nazionale AOGOI26° Congresso Nazionale AGUI 2° Congresso Nazionale AGITE

NAPOLI, 27/30 OTTOBRE 2019Hotel Royal ContinentalCentro Congressi Federico II

Presidenti:Antonio ChianteraGiuseppe De PlacidoLuigi StradellaFulvio Zullo

SIGO2019

Segreteria Organizzativa:

[email protected]

NAPOLI27-30 OTTOBRE2019

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4 PRIMO PIANO gyneco aogoi numero 3 - 2019

IL NUOVO PROGRAMMA NAZIONALE ESITI

è una prova da sforzo notevole quella allaquale è sottoposto il nostro Ssn, tra tagli e per-sonale contingentato. Eppure, nonostante tutto,riesce a “mantenere il ritmo” e anche a mostrarei muscoli, spesso, con segnali di miglioramentoe trend positivi nella maggior parte delle aree as-sistenziali. Presenta infatti performance di tuttorispetto per infarti e bypass. Migliora sul frontedel trattamento delle fratture del femore e dellachirurgia protesica come su quello di volumi edesiti oncologici, anche se più lentamente. Dimi-nuisce inoltre sempre più il numero di ospeda-lizzazioni per patologie croniche ad alto rischiodi inappropriatezza. E persino i famigerati particesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di qualità elevata e con-frontabile con le migliori realtà internazionali.Tutto bene dunque? Non ancora. Perché nella suacorsa, spesso, segna il passo. Il divario Nord-Sudè ancora presente e anche all’interno di una stes-sa Regione emergono gap importanti tre le Strut-ture. Rimane poi una preoccupante frammenta-zione nella chirurgia oncologia, con Regioni mol-

la presentazione dei dati 2018, come ha sottoli-neato Maria Chiara Corti, nuova coordinatricedel Pne, è sempre lo stesso: il Pne non vuole fareclassifiche, ma “favorire il confronto”. “Non si puòcambiare ciò che non si misura e bisogna misu-rare per innescare un processo di miglioramentocontinuo – ha detto – con il Programma puntia-mo a innescare il miglioramento anche perchépossono esserci delle aree di inefficienza da cor-reggere per reinvestire. Una strategia fondamen-tale per promuovere la qualità e l’equità”.Ma vediamo quali sono i dati emersi.Trend in positivo per le fratture di femore ope-rate entro le 48 ore, ma c’è ancora da fare. Mi-gliora la tempestività di intervento chirurgico sul-le fratture del collo del femore sopra i 65 anni dietà: se nel 2010 solo il 31% dei pazienti veniva ope-rato entro due giorni, nel 2017 la proporzione diinterventi tempestivi è del 65%. In numeri circa24mila pazienti nell’ultimo anno hanno potutovarcare la soglia della camera operatoria in tem-pi brevi. In sostanza quasi tutte le Regioni pre-sentano percentuali superiori a quelle racco-mandate dal Dm 70 (la proporzione minima è fis-sata al 60%): dalle 245 strutture che nel 2016 rien-travano in questo standard si è passati nel 2017 a289 strutture che hanno superato l’asticella, e diqueste 97 presentano valori in linea conn gli stan-dard internazionali (almeno l’80%). Soprattuttosi è ridimensionata la variabilità interregionale econ un progressivo miglioramento delle Regionidel Sud. Paradigmatici i miglioramenti della Cam-pania che ha raddoppiato gli esiti positivi pas-sando dal 27% dei pazienti operati nelle 48 orenel 2016 al 50% nel 2017, e della Sicilia dal 60%del 2015 al 71% del 2017. In Abruzzo le proporzio-ni passano dal 40% del 2016 al 61% del 2017. Pu-

to lontane da standard di qualità e volumi otti-mali. Anche in quelle aree come i parti cesarei ele fratture di femore curate con tempestività, chemostrano appunto segnali di incoraggiamento,l’eccellenza è ancora lontana.A scattare la fotografia dell’attività assisten-ziale delle strutture italiane sono i primi ri-sultati dell’edizione 2018 del Programma Na-zionale Esiti (Pne) sui dati del 2017 presentati al-l’Agenas. Dati che, come ha sottolineato France-sco Bevere, Direttore Generale di Agenas testi-moniano come la misurazione degli esiti “abbiainnescato in tutto il sistema un processo di mi-glioramento continuo, ormai inarrestabile”.L’edizione 2018 analizza 175 indicatori (70 diesito/processo, 75 volumi di attività e 30 indica-tori di ospedalizzazione) e rispetto all’anno pre-cedente contiene una novità: sono stati introdot-ti 8 indicatori nuovi di zecca di area cardiovasco-lare e oncologica, tra cui l’embolia Polmonare-vo-lumi e mortalità a 30 giorni, volumi di Ptca in in-farti Stemi e non Stemi e volumi di intervento percarcinoma ovarico. Il leit motive che accompagna

ester maragò

Migliora l’assistenzaospedaliera, ma lasanità italiana è sempre a due velocitàBene le cure su infarti e protesica. Ma su chirurgia oncologica e cesareiancora troppe differenze

Presentato il 4 giugno a Roma il Programma nazionale esiti di Agenasrelativo all'anno 2017 che grazie a 175 indicatori fotografa ogni anno laqualità delle cure ospedaliere. Migliorano le performance di parti e fratture, ma bisogna ancoralavorare per raggiungere gli standard internazionali. Frammentazionenella chirurgica oncologica. Da superare l’eterogeneità intra-regionaleanche nelle Regioni storicamente virtuose. Ancora troppe strutture convolumi di attività sotto gli standard

I risultati del Pnemostrano come ilnumero di partinaturali (i cosiddettiVbac) sonoaumentati dall’8%al 9% nel 2017

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5gyneco aogoi numero 3 - 2019 PRIMO PIANO

glia e Basilicata presentano nel 2017 una propor-zione del 60%, superiore al valore medio sia del-la Liguria sia dell’Umbria, Regioni con propor-zioni medie inferiori alla soglia del Dm 70, senzasostanziali miglioramenti nel tempo.Ma ciò non toglie che continuino a persisteredifferenze fra le Regioni italiane e anche un’ete-rogeneità intra-regionale in quelle Regioni con va-lori medi superiori al 60% ma con proporzioni chevariano dal 95% al 20% (ad es. Lombardia, Lazio).Soprattutto sono ancora presenti strutture lontanedallo standard internazionale atteso per il pazien-te ultra 65enne e superiore al 90% (Oecd HealthStatistics 2018). Anche alla luce di questo costan-te miglioramento, suggerisce quindi Agenas, “lasoglia attualmente raccomandata dal Dm70 po-trebbe essere positivamente ridefinita verso l’alto,auspicando un avvicinamento dei nostri risultatinel trattamento tempestivo della frattura di femoreagli standard internazionali”.Calano i parti cesarei primari: - 6% in 7 anni.Anche sul fronte cesarei nel 2017 si assiste auna loro progressiva diminuzione: dal 29% del2010 sono passati al 22,2% del 2017. Una frenataimportante rispetto al 37% del 2004, ma ancorainsufficiente rispetto allo standard internaziona-le. Nel 2017 si stima che siano 17.155 le donne al-le quali dal 2010 è stato risparmiato un parto ce-sareo. Considerando che il Dm 70 fissa al 25% laquota massima di cesarei nelle maternità con piùdi mille parti annui (al 15% nelle altre), nel 2017solo il 63% dei punti nascita era in linea con leprevisioni di legge. Come per le fratture di femo-re, si conferma una forte eterogeneità interregio-nale, anche se in generale si è ridotto il divariotra Nord e Sud (la Campania continua ad esseremaglia nera, ma non mancano segnali di ripresa

positiva) e intra-regionale. Tutto questo, rilevaAgenas, a sottolineare come “l’intervento sui pro-cessi culturali, clinici e organizzativi debba pro-seguire, anche se il trend in diminuzione è unchiaro segnale di contrasto all’erogazione di pre-stazioni inefficaci o potenzialmente dannose”.Diminuiscono, poi, anche se di poco i puntinascita con meno di 500 parti annui: dai 97 del2016, sono passati a 90 nel 2017 (20%). In questestrutture si concentra il 5,8% dei parti totali (chesono 460.2069 rispetto ai 473.979 del 2016).La riduzione nel ricorso al parto chirurgico perragioni non mediche può essere ottenuta sia ri-ducendo il numero di parti cesarei primari sia pro-muovendo il ricorso al parto naturale nelle don-ne con pregresso parto cesareo che non hannocontroindicazioni. I risultati del Pne mostrano come il numero diquesti parti naturali (i cosiddetti Vbac) sono au-mentati dall’8% al 9% nel 2017. Questa pro-porzione è in lento e progressivo aumento con al-cune strutture in Lombardia, Veneto, Friuli, Emi-lia Romagna e PA di Bolzano che riescono a ga-rantirlo ad oltre il 40 % delle donne, (gli Ospedalidi Oderzo e Treviso presentano un dato anomalofuori scala che è errato) mentre nel Sud Italia lamaggior parte delle strutture rimane al di sottodella media nazionale.Per quanto riguarda la cardiochirurgia, i volu-mi di bypass Ao-Co isolato mostrano un continuotrend in diminuzione: dai 17.854 nel 2010 ai 14.455nel 2017, in parte per l’aumento di interventi diby-pass non isolati, cioè in combinazione con al-tri interventi vascolari ed in parte per l’incrementodelle procedure non chirurgiche di angioplasticaper il trattamento della coronaropatia ischemica.Infatti il volume di angioplastiche coronariche(Ptca) è aumentato da 124mila del 2010 a 134mi-la del 2017 ed il volume di interventi con valvulo-plastica (che può avvenire contestualmente al by-pass) è aumentato dai 24.966 del 2010 ai 31.666del 2017. Questo dato, sottolinea Agenas, “sugge-risce che la soglia minima di 200 interventi di by-pass isolato per struttura, raccomandata nelDm70, possa essere utilmente rivisitata anche al-la luce di questi trend epidemiologici e tecnolo-gici”. Diminuiscono anche i tassi di mortalità aldi sotto degli standard europei (1,8 media nazio-nale).Si riduce la mortalità a 30 giorni dal ricoveroper infarto acuto del miocardio, che misura laqualità dell’intero processo assistenziale del pa-ziente con infarto, a partire dall’accesso ai servi-zi di emergenza, continua a diminuire, da 10,4%del 2010 a 8,3% del 2017 (media nazionale: 8,3%).Il dato, molto positivo sia su base nazionale cheregionale, conferma la mortalità post-Ima del-l’Italia tra le più basse nei paesi occidentali. Leregioni garantiscono tassi di mortalità migliori ri-spetto al resto di Europa.La mortalità a 30 giorni dopo un episodio diictus ischemico, già bassa rispetto ad altre po-polazioni occidentali, rimane stabile intornoall’11%. “E su questo ultimo fronte, ha ricordatoCorti, sicuramente si può fare meglio”Migliora la Colecistectomia laparoscopica condegenza post-operatoria inferiore a 3 giorni.La proporzione media nazionale è passata dal59% del 2010 al 76% del 2017, in linea con la so-glia prevista dal Dm 70 che è del 70%. La disper-sione degli interventi in Unità Operative con <90interventi chirurgici resta però una criticità an-cora in tutte le regioni con il 53% di interventi dicolecistectomia laparoscopica ancora eseguiti inUo con volumi inferiori ai 90 casi.In calo i tassi di ospedalizzazione nelle Pato-logie croniche. Per la cura delle patologie cro-niche, per le quali misuriamo i tassi di ospeda-lizzazione potenzialmente evitabili per il diabe-te, l’asma, la Bpco, i risultati del Pme rilevano un

trend in riduzione soprattutto per le patologie re-spiratorie che scendono, per la Bpco, dal 2.5 nel2010 al 1.9 nel 2017 che si traducono in circa 27mi-la ospedalizzazioni evitate nell’ultimo anno. Indiminuzione anche un altro ricovero ad alto ri-schio di inappropriatezza, come le ospedalizza-zioni per tonsillectomia, che passano da un tas-so del 2.85 del 2010 al 2.05 nel 2017, con un con-seguente impatto di circa 8mila interventi poten-zialmente evitati nella popolazione pediatrica so-lo nell’ultimo anno.Troppa frammentazione per chirurgia onco-logica e la chirurgia protesica. Il Pne documentaancora un’importante frammentazione nell’offertadei servizi per i quali è dimostrata un’associazio-ne tra volume di interventi ed esiti delle cure, inparticolare per la chirurgia oncologica e per lachirurgia protesica. Ad esempio, anche se per lachirurgia sul tumore della mammella la pro-porzione di reparti con volumi di attività in lineacon lo standard del Dm 70 (almeno 135 interven-ti/anno per struttura complessa) sale al 32%, con-tro il 26% dell’anno precedente, coprendo il 72%degli interventi su base nazionale, nel 2017 an-cora 2 unità operative su 3 non rispettano lo stan-dard atteso. Per il tumore della mammella si os-serva un positivo trend nazionale in incremento(dal 35% nel 2010 al 50% nel 2017) degli interventidi mastectomia contestuali all’inserimento di pro-tesi mammaria (espansore), ma la proporzione èancora molto al di sotto della media nazionale indiverse regioni italiane. Nel 2017, 358 struttureospedaliere eseguono 6.239 interventi chirurgiciper noplasie dello stomaco; tra queste 81 (23%)presentano un volume di attività ≥ 20 interventiannui, come raccomandato nel Dm 70. La pro-porzione è in lieve peggioramento rispetto all’annoprecedente. Esemplificativo il tumore al pan-creas. Nel 2017 in Italia, sono stati effettuati 2.690interventi chirurgici, ma con una forte frammen-tazione a livello nazionale. Sono soltanto 4 le Re-gioni dove è presente una struttura con volumisuperiori ai cut-off di 50 procedure effettuate inun anno. Nel Veneto c’è la Aoui di Verona che ef-fettua il 14% degli interventi nazionali (381 casi).Come nuovo indicatore, Pne ha calcolato che415 strutture ospedaliere eseguono 3.892 in-terventi chirurgici per carcinoma ovarico; traqueste, 99 (24%) presentano un volume di attivi-tà non inferiore a 10 interventi annui, coprendoil 75% degli interventi complessivi su base nazio-nale. Da segnalare, una struttura ospedaliera delLazio che concentra quasi il 10% della casisticanazionale (295 interventi nel 2017). Nel 2017, in Italia, 139 strutture ospedaliere ese-guono 11.468 interventi chirurgici per tumore delpolmone; tra queste, solo 52 strutture (37%) pre-sentano un volume di attività non inferiore a 70interventi annui, senza sostanziali variazioni ri-spetto al 2016. Le strutture con bassi volumi di at-tività effettuano complessivamente il 24% del-l’attività chirurgica oncologica per il polmone.Per la chirurgia protesica, 740 strutture ospe-daliere eseguono 80.254 interventi di protesi diginocchio; tra queste, solo 238 strutture (32%) pre-sentano un volume di attività ≥ 100 interventi an-nui, coprendo il 76% delle artroplastiche totali,senza importanti variazioni rispetto all’anno pre-cedente. Gli interventi di protesi di anca (110.700)sono stati eseguiti in 764 strutture ospedaliere;tra queste, solo 403 strutture (53%) presentanoun volume di attività ≥ 100 interventi annui, co-prendo però l 84% delle artroplastiche totali. I7mila interventi di protesi di spalla vengono ero-gati in 592 strutture ospedaliere; tra queste, solo187 strutture (32%) presentano un volume di at-tività ≥ 15 interventi annui, coprendo però l’86%dell’offerta. I volumi di tutti gli interventi di ar-troprotesi sono in aumento e il trend è concen-trato nella popolazione ultra65enne.

Nel 2017 si assiste a una progressivadiminuzione deiparti cesarei,passati dal 29% del2010 al 22,2% del2017. Una frenataimportante rispettoal 37% del 2004,ma ancorainsufficienterispetto allostandardinternazionale. Nel 2017 si stimache siano 17.155 ledonne alle qualidal 2010 è statorisparmiato unparto cesareo

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Gap Nord-Sud

6 PRIMO PIANO gyneco aogoi numero 3 - 2019

il 30% degli italiani in media rife-risce di non godere di buona salute:una quota che sale al 43% fra le per-sone con molte difficoltà economi-che e scende al 23% fra le personesenza tali difficoltà. Ed è proprio que-sto il minimo comune denominato-re dei risultati della SorveglianzaPASSI nel quadriennio 2015-2018:nella salute percepita, nel benesse-re psicologico e nella qualità di vita,come pure nell’accesso alla preven-zione per la diagnosi precoce dei tu-mori e nell’adesione a misure di si-curezza per la prevenzione degli in-cidenti stradali, c’è sempre un chia-ro gradiente a sfavore delle personesocialmente più vulnerabili per diffi-coltà economiche o per bassa istru-zione (senza titolo di studio o al piùcon licenza elementare). A ciò si aggiungono le differenzeterritoriali e il gap Nord-Sud è sem-pre significativo a sfavore del Sud,dove è più alta la prevalenza di fu-matori, sedentari, obesi, diabetici,ipertesi e persone che, in generale,non adottano stili di vita salutari. “Idati della Sorveglianza PASSI ag-giornati al 2018 – afferma Maria Ma-socco, responsabile presso l’ISS delcoordinamento nazionale PASSI –confermano e mettono ancora una

volta in evidenza significative diffe-renze sociali nella salute e nell’ac-cesso alla prevenzione che si ag-giungono alle differenze geografichea svantaggio delle regioni del Sud edelle Isole, dove povertà e carenzanell’offerta di programmi di preven-zione e di servizi cura si concentra-no. È dunque necessario continuarea porre l’attenzione su questi aspet-ti, con una lettura trasversale dei da-ti proprio in questa ottica, per pro-grammare e ri-orientare adeguata-mente le politiche di contrasto alledisuguaglianze in salute, verso azio-ni di sistema orientate all’equità, cherappresenta uno dei principi cardinidel Piano della Prevenzione”.Le disuguaglianze sociali nellaprevenzione dei tumori. I dati PAS-SI mostrano che le persone con istru-zione più bassa, con maggiori diffi-coltà economiche e i cittadini stra-nieri si sottopongono meno fre-quentemente di altri ai test di dia-gnosi precoce dei tumori della mam-mella, del collo dell’utero e dell’in-testino, che sono quelli per i quali ilSsn offre programmi organizzati discreening a target specifici di popo-lazione.Nel quadriennio 2015-2018, il 74%delle donne residenti in Italia di

50-69 anni si è sottoposto a mam-mografia preventiva, ma questaquota scende al 60% fra le donnecon molte difficoltà economiche(vs l’81% fra donne senza difficoltàeconomiche); al 64% tra le donnecon bassa istruzione (vs il 81% fra lelaureate); al 70% fra le donne di cit-tadinanza straniera (vs il 74% fra lecittadine italiane).Analogamente accade per lo screen -ing cervicale: l’80% delle donne di24-64enni si sottopone a screen -ing cervicale (Pap-test o HPV test)per la diagnosi precoce del tumoredella cervice uterina; ma questaquota scende al 69% fra le donnecon molte difficoltà economiche(vs 85% fra le donne che non hannodifficoltà economiche) al 62% fra ledonne meno istruite (vs 84% fra lelaureate); al 75% fra le donne di cit-tadinanza straniera (vs 80% delle cit-tadine italiane).Anche lo screening colorettale perla diagnosi precoce del tumore del-l’intestino, molto meno diffuso deglialtri due screening, presenta diffe-renze sociali significative, in par-ticolare per condizioni economi-che: solo il 40% della popolazionetarget (uomini e donne di 50-69en-ni) ha eseguito la ricerca del sangue

occulto nelle feci (test di screeningcolorettale maggiormente diffuso)ma questa quota scende al 26% frale persone con molte difficoltà eco-nomiche (vs il 49% fra le personesenza difficoltà economiche); al 33%fra le persone meno istruite (vs 41%fra le laureate)L’offerta attiva di programmi di scree-ning organizzati, basati su un invitoda parte della Aziende Sanitarie Lo-cali e sull’offerta di un percorso diapprofondimento assistenziale e te-rapeutico definito e gratuito, è la ri-sposta del Ssn per garantire un’ade-guata copertura del test a chi ne hanecessità.I dati PASSI mostrano chiaramen-te che le differenze per istruzione,condizioni economiche e cittadi-nanza nella partecipazione ai test discreening si riducono significativa-mente nell’ambito dei programmi or-ganizzati offerti dalle Aziende Sani-tarie Locali che rappresentano spes-so l’unica opportunità di accesso al-la diagnosi precoce dei tumori per lepersone socialmente più svantag-giate. Resta significativo il gradiente geo-grafico Nord-Sud a sfavore delle Re-gioni meridionali determinato pre-valentemente dalla minore offerta diprogrammi di screening organizzatiin queste Regioni. Nelle Regioni incui l’offerta di programmi organiz-zati è ampia (Nord e Centro Italia) èmaggiore la quota di persone che faprevenzione nell’ambito dei pro-grammi organizzati, rispetto allaquota di persone che lo fa per ini-ziativa spontanea; di contro, nelleRegioni in cui l’offerta di programmiorganizzati non è ancora sufficientee non raggiunge la totalità della po-polazione target (come nel Sud Ita-lia), la quota dello screening spon-taneo è rilevante e talvolta maggio-re, senza però riuscire a compensa-re la mancanza di offerta dei pro-grammi organizzati, per cui il nu-mero totale di persone che fa pre-venzione (dentro o fuori i program-mi organizzati) resta comunque piùbasso che nel resto del Paese.

Lo rivelano i dati della Sorveglianza PASSI relativi al quadriennio 2015-2018.“I dati confermano e mettono ancora una volta in evidenza significative differenze sociali nellasalute e nell’accesso alla prevenzione che si aggiungono alle differenze geografiche a svantaggiodelle regioni del Sud e delle Isole, dove povertà e carenza nell’offerta di programmi di prevenzione edi servizi cura si concentrano”

Gap Nord-SudIss: Il 30% degli italiani afferma di non godere di buona salute. Il 43 per cento tra chi ha difficoltàeconomiche. Gap Nord-Sud in crescita

ITALIANI CHEDICHIARANO DI NONGODERE DI BUONASALUTE

30%

ITALIANI CONDIFFICOLTÀECONOMICHE

43%

DONNE RESIDENTI IN ITALIA DI 50-69 ANNI CHE SI È SOTTOPOSTO AMAMMOGRAFIA PREVENTIVA

74%

DONNE RESIDENTI IN ITALIA DI 50-69ANNI, CON DIFFICOLTÀ ECONOMICHE,CHE SI È SOTTOPOSTO AMAMMOGRAFIA PREVENTIVA

60%

DONNE DI 24-64 ANNI CHE SISOTTOPONE A SCREENINGCERVICALE

80%

DONNE DI 24-64 ANNI, CONDIFFICOLTÀ ECONOMICHE, CHE SISOTTOPONE A SCREENING CERVICALE

69%

Resta significativo ilgradientegeografico Nord-Sud a sfavore delleRegioni meridionalideterminatoprevalentementedalla minore offertadi programmi discreeningorganizzati inqueste Regioni

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PREZZI FARMACI E BREVETTI

7gyneco aogoi numero 3 - 2019 PRIMO PIANO

l’assemblea mondiale della sanità ha adotta-to il 28 maggio scorso la risoluzione proposta dal-l’Italia insieme ad Andorra, Brasile, Egitto, Eswa-tini, Grecia, India, Kenya, Lussemburgo, Malesia,Malta, Portogallo, Federazione Russa, Serbia, Slo-venia, Sud Africa, Spagna, Sri Lanka, Uganda ecosponsorizzata anche da Uruguay, Indonesia,Botswana e Algeria sul miglioramento della tra-sparenza dei prezzi di medicinali, vaccini e altriprodotti sanitari nel tentativo di ampliarne l’ac-cesso. Dopo un lungo braccio di ferro, soprattutto conGermania, Uk e Ungheria (che si sono formal-mente dissociate), con gli Usa e il Giappone a farda spettatori critici, è arrivato dunque il via li-bera alla risoluzione proposta dall’Italia. Rispettoalla versione originale risalta all’occhio la scom-parsa dell’obbligo per gli stati di redigere reportannuali su prezzi, costi e unità vendute. Insom-ma, la risoluzione appare un po’ depotenziata ri-spetto alla prima versione ma in ogni caso ha ilmerito di tracciare una prima rotta agli Statimembri per arrivare ad una maggiore traspa-renza.“La risoluzione – scrive l’Oms in una nota –esorta gli Stati membri a migliorare la condivi-sione pubblica delle informazioni sui prezzi ef-fettivi pagati dai governi e da altri acquirenti peri prodotti sanitari e una maggiore trasparenza suibrevetti farmaceutici, i risultati delle sperimen-tazioni cliniche e altri determinanti del pricinglungo la catena del valore da laboratorio a pa-ziente”.Nella risoluzione si chiede poi al segretariato del-l’Oms di sostenere gli sforzi verso la trasparenzae monitorare l’impatto della trasparenza sull’ac-cessibilità e la disponibilità di prodotti sanitari,compreso l’effetto di prezzi differenziati.“L’obiettivo – scrive l’Oms – è aiutare gli Statimembri a prendere decisioni più consapevoli nel-l’acquisto di prodotti sanitari, negoziare prezzipiù accessibili e infine ampliare l’accesso ai pro-dotti sanitari per le popolazioni. Garantire l’accesso ai farmaci è la chiave per faravanzare la copertura sanitaria universale. Gli Sta-ti membri hanno inoltre espresso ampio sostegnoalla tabella di marcia per l’accesso all’Oms permedicinali, vaccini e altri prodotti sanitari, chedeterminerà il lavoro dell’Oms su questo tema peri prossimi cinque anni”.Nella risoluzione si invitano gli Stati membri

conformemente ai loro quadri giuridici na-zionali e regionali (questo potrebbe essere un li-mite ndr) a:• Adottare misure appropriate per condividere

pubblicamente le informazioni sui prezzi deiprodotti sanitari;

• Adottare le misure necessarie, a seconda dei ca-si, per supportare la diffusione e il migliora-mento disponibilità e accesso ai dati dei risul-tati aggregati e, se già disponibili al pubblico ovolontariamente, i costi delle sperimentazionicliniche su soggetti umani indipendentementedai risultati o se i risultati supporteranno un’ap-plicazione per l’approvazione del marketing,assicurando al tempo stesso la riservatezza alpaziente;

• Collaborare in modo collaborativo per miglio-rare la segnalazione delle informazioni da par-te dei fornitori registrati prodotti per la salute,come rapporti sui ricavi di vendita, prezzi, uni-tà vendute, costi di marketing e sussidi e in-centivi;

• Facilitare il miglioramento della segnalazionepubblica delle informazioni sullo stato dei bre-vetti e l’approvazione del marketing stato deiprodotti sanitari;

• Migliorare le capacità nazionali, anche attra-verso la cooperazione internazionale, aperte ericerca collaborativa per lo sviluppo e la pro-duzione di prodotti sanitari, in particolare inpaesi in via di sviluppo e paesi a basso e medioreddito (LMIC), anche per le malattie che ri-guardano principalmente loro, così come per laselezione dei prodotti e l’acquisto economica-mente vantaggioso, la qualità assicurazione egestione della supply chain;

Inoltre affidato al Dg anche il compito di creareun forum biennale sulla trasparenza dei mercatidi medicinali, vaccini e diagnostica, per valutarei progressi verso la trasparenza.“Oggi è una data storica: il mondo intero hacreduto alla nostra proposta di risoluzione cherappresenta una sfida per una maggiore equità

nell’acceso alle cure e ora gli Stati si impegna-no ad adottare i principi che abbiamo portatoavanti perché non vi siano più barriere al dirit-to alla salute. Fino ad oggi mettere in discus-sione i criteri dei prezzi dei medicinali è sta-to un tabù, ma adesso qualcosa è cambiato. Ladecisione dell’Oms apre una nuova rotta nei ne-goziati sui prezzi dei farmaci, ponendo un prin-cipio di trasparenza da cui non si torna indie-tro. Negoziare sulla base di informazioni piùcomplete porterà a migliorare il dialogo con l’in-dustria, ad avere un mercato più competitivo einnovativo e quindi a comprare più salute a pa-rità di risorse” ha dichiarato il ministro della Sa-lute, Giulia Grillo “Quando abbiamo iniziatolavorare al testo della risoluzione, pochissimihanno creduto che saremmo arrivati fino in fon-do. E molti ci hanno chiamato visionari, sogna-tori. Oggi però dico forte e chiaro che senza unsogno, senza una visione, nessun cambiamen-to è possibile. Mi piace festeggiare con le paro-le dell’economista Ezio Tarantelli, ucciso dalleBrigate Rosse: “L’utopia dei deboli è la paura deiforti”. Il nostro impegno per la trasparenza èconcreto e il successo della nostra risoluzionelo dimostra. Non era facile, non era scontato.Da oggi possiamo iniziare a parlare tutti un nuo-vo linguaggio. Finalmente nuovi standard perla trasparenza aiuteranno ogni Paese nella con-trattazione dei prezzi dei farmaci: da quelli “dibase” alle terapie più innovative che solo in po-chi oggi possono permettersi. Lo scenario devecambiare, il mondo chiede la rivoluzione dellatrasparenza perché tutti, anche i più poveri, pos-sano avere diritto a curarsi e a dare un futuro di-verso ai propri figli. Devo dire grazie al diretto-re generale di Aifa, Luca Li Bassi, che ha lavo-rato senza sosta in queste settimane per coin-volgere il maggior numero di Paesi e per pro-muovere una nuova cultura della trasparenzanelle politiche internazionale del farmaco. L’Ita-lia si pone alla guida del cambiamento, non sitorna indietro”, ha concluso il ministro Grillo.

“La risoluzioneesorta gli Statimembri a migliorarela condivisionepubblica diinformazioni suiprezzi effettivipagati dai governi eda altri acquirentiper prodotti sanitarie una maggioretrasparenza suibrevettifarmaceutici, irisultati dellesperimentazionicliniche e altrideterminanti delpricing lungo lacatena del valore dalaboratorio apaziente”

Oms approva la risoluzioneitalianaGli Stati membri si dovranno scambiare informazioni sul costoeffettivo delle terapie. Grillo: “Oggi è una data storica”

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8 PRIMO PIANO gyneco aogoi numero 3 - 2019

CONTO ANNUALE 2017

dagli infermieri ai medici, passando per i tecnicie gli amministrativi. Tra il 2012 e il 2017 il Servizio sa-nitario nazionale ha perso 26.561 lavoratori (-3,9%)che fanno arrivare il totale dei dipendenti a quota648.058. A segnalarlo è l’ultimo aggiornamento delConto annuale della Ragioneria generale dello Sta-to pubblicato dall’Aran e su cui Quotidiano Sanitàha effettuato un’elaborazione. In totale i dipenden-ti del Servizio sanitario nazionale rappresentano il20% della forza lavoro della PA, un quinto dei di-pendenti pubblici, che fanno del comparto il secon-do della PA, preceduto solo alla scuola che con il 35%della forza lavoro ha il maggior numero di occupati.Andando ad analizzare nello specifico i lavoratoridel Servizio sanitario nazionale nel dettaglio, la si-tuazione ricalca abbastanza il modello di quella del-la PA in generale: la perdita percentuale di unitàdi personale, come dicevamo è di -3,94%. Le perdite maggiori in valori assoluti sono quelledel personale infermieristico: -7.055 unità che rap-presentano il 27% di tutte le perdite del Ssn, anchese sulla categoria pesano per il -2,60% in cinqueanni. Le altre categorie che perdono il maggior nu-mero di unità di personale in valori assoluti sononell’ordine quelle dei profili del ruolo ammini-

strativo (-6.102 unità, il -8.27%); i profili del ruolotecnico (-4.727 unità, il -3,85%) e si torna nel ruo-lo sanitario con i medici che nel 2017 sono 3.448in meno del 2012 (-3.16%). Una perdita che rap-presenta il 13% delle perdite del Ssn. Questo dalpunto di vista dei numeri assoluti ma ci sono ca-tegorie come il personale contrattista che in per-centuale hanno perso tantissimi lavoratori (-42,68%che evidenzia come nel 2017 vi fossero solo 235 uni-tà di personale). Praticamente scomparsi sono gliodontoiatri che perdono il -39,61% dei dipenden-ti (in totale i dentisti del Ssn sono appena 93).I numeri totali della PA. Al di là del Ssn i dati delConto annuale evidenziano consentono di foto-grafare la situazione di tutta la PA. Nel 2017 (datiaggiornati al 30 aprile 2019 pubblicati sul sito Aran)nella Pubblica amministrazione c’erano 3.243.435

L’indagine è stata condotta su un campione di 498medici e odontoiatri volontari, per il 64% uomini eper il 60% con oltre 55 anni, per lo più dipendenti(35%), convenzionati (29%), liberi professionisti(24%), ma anche in via di inserimento professionalee pensionati.Quasi tutti i medici e gli odontoiatri intervistati

occupati, 3.252 in meno (-0,10%) di cinque anni pri-ma, nel 2012. Un calo in apparenza leggero che pe-rò analizzato per le singole categorie di personale(22 in tutto quelle classificate dall’Aran) mostra unasituazione diversa a seconda dei comparti. Per 13 categorie di personale infatti nei cinque an-ni considerati si registra un calo di personale cheva dal -22,43% del personale della carriera peni-tenziaria (che perde tuttavia solo 83 unità in tutto)al -3,49% delle Regioni a Stato speciale e Provin-ce autonome (che di personale ne perdono 3.257unità). In valori assoluti, la categoria che perde ilmaggior numero di unità di personale è quella del-le Regioni (a statuto ordinario) e autonomie loca-li: -55.077 unità (-11,24%), seguita dal Servizio sa-nitario nazionale con -26.287 unità (-3,94%) e daicorpi di polizia: -14.476 unità (-4,52%).

I vuoti più vistosi tra infermieri, amministrativi, tecnici emedici. Ecco la fotografia che emerge dall’elaborazioneeffettuata da Quotidiano Sanità sugli ultimi dati del Contoannuale pubblicati dall’Aran

Andando adanalizzare nellospecifico i lavoratoridel Serviziosanitario nazionalenel dettaglio, lasituazione ricalcaabbastanza ilmodello di quelladella PA in generale:la perditapercentuale di unitàdi personale, comedicevamo è di -3,94%

I risultati delsondaggiocondottodall’Ordine deiMedici Chirurghi eOdontoiatri diVenezia

Professione in crisi per 9 su 10. Colpa didefinanziamento e burocrazia. I più giovani emigrano

MEDICI. SONDAGGIO FNOMCEO

Tra il 2012 e il 2017quelli in assoluto ad

essere scesi di più sono gliinfermieri (-7.055), seguiti dagli

amministrativi (-6.102), dai tecnici (-4.727) e dai medici (-3.448). In totale il

Ssn può contare su 648 mila unità. Questa lafotografia che emerge dall’elaborazione effettuata

da Quotidiano Sanità sugli ultimi dati del Contoannuale pubblicati dall’Aran.

Per quanto riguarda il totale della PA solo il personale delleRegioni ha perso più unità del Ssn (-55 mila). Al contrario la Scuola

ha visto crescere i suoi lavoratori (+111 mila)

Sanità senzapersonale: dal 2012 al 2017persi 26.500operatori

TABELLA. OCCUPATI NEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PER CATEGORIA DI PERSONALE (Classifica secondo la differenza % a partire da chi perde di più)

Fonte: elaborazione Quotidiano Sanità su rilevazione Aran su dati Conto annuale RGS

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9gyneco aogoi numero 3 - 2019 PRIMO PIANO

Le altre dieci categorie censite dall’Aran, graziealla rilevazione del Conto annuale 2017 della Ra-gioneria generale dello Stato, registrano tutte in-crementi di personale nei cinque anni consi-derati che vanno dal +0,46% degli Enti di ricerca(95 unità in più) al +271,52% degli Enti della listaS13 Istat (Amministrazioni Pubbliche come adesempio Organi costituzionali e di rilievo costitu-zionale, Agenzie fiscali, Enti di regolazione del-l’attività economica tra cui rientrano anche Aifa eAgenas e così via per un gran numero di enti) chedi unità di personale ne guadagnano 26.487 (mamolte sono nate in questo quinquennio, aumen-tando la consistenza della categoria), il maggioraumento percentuale del periodo considerato.In valori assoluti però, il primato di dipendenti inpiù spetta alla Scuola: +111.144, il +10,97 per cento.

“Laureata a Milano, medico a Ber-lino. Offre l’Italia”. “Laureato a Ba-ri, anestesista a Parigi. Offre l’Ita-lia”. Sono questi gli slogan che cam-peggiano sui manifesti della nuovacampagna della Federazione nazio-nale degli Ordini dei Medici Chirur-ghi e degli Odontoiatri (Fnomceo),lanciata il 16 maggio a Roma, in oc-casione dell’apertura degli Stati Ge-nerali della Professione medica. Ac-canto, le foto di due giovani mediciin camice bianco corredata dei nu-meri dell’esodo: “Ogni anno, 1500medici vanno a specializzarsi al-l’estero. E non tornano. Costanoall’Italia oltre 225 milioni”. E unarichiesta al Governo: “Servono piùposti di specializzazione”. Il tuttospiegato in uno slideshow, progetta-to per essere diffuso sui social. La campagna si articolerà infattisu più fronti: oltre ai manifesti 6x3che saranno affissi, a cura degli Or-dini provinciali, nelle varie città d’Ita-lia, si svilupperà sulla stampa (quo-tidiani) e sui social, con la diffusio-ne delle immagini e dello spot. “La campagna nasce con l’obiettivodi sensibilizzare gli italiani sul pro-blema della carenza di medici di me-dicina generale e specialisti, e sullepossibili soluzioni – ha spiegato ilpresidente della Fnomceo, FilippoAnelli – saranno infatti 14mila i me-dici così specializzati che manche-ranno all’appello nei prossimi 15 an-ni”. Un’emorragia dovuta all’onda-ta di pensionamenti attesa per il

2025, quando la cosiddetta ‘gobbapensionistica’ toccherà il suo apicee, se non arriveranno nuovi specia-listi a sostituirli, il Servizio sanitarionazionale rimarrà senza chirurghi,anestesisti, ortopedici, ginecologi,medici di famiglia. Come rimediare?Abolendo, come spesso si sente pro-porre, il numero chiuso alla facoltàdi medicina?“In realtà i medici ci sono – ri-sponde Anelli – già oggi abbiamo al-meno 10mila laureati che non chie-dono altro che poter essere specia-lizzati. Aprire gli accessi alla facoltàdi medicina non farebbe che ingran-

dire la massa di medici che non rie-scono ad accedere alle Scuole di spe-cializzazione e rimangono inoccu-pati, prigionieri nel cosiddetto im-buto formativo. Tra questi, i 1500 me-dici che, dopo essersi laureati in Ita-lia, emigrano all’estero per specia-lizzarsi, trovando subito sul posto unimpiego a condizioni retributive e or-ganizzative migliori delle nostre”. “Abolire ora il numero programma-to sarebbe dunque non solo inutile,ma controproducente. Le soluzionisono quelle che noi da sempre pro-spettiamo: aumentare il numero del-le borse, e, su questo, il Governo ciha in parte ascoltato, avendone au-mentato il numero di 1.800, portan-dole così a 8mila; incrementare i po-sti per il Corso di Medicina Genera-le; contrattualizzare gli specializ-zandi dell’ultimo anno, liberando co-sì risorse per altre 5000 borse; recu-perare i fondi delle borse abbando-nate, che oggi vanno persi”.

Al via la campagna Fnomceo“Offre l’Italia”

FUGA DEI MEDICI ALL’ESTERO

ritengono che la loro professione sia in crisi (92%). Inparticolare, sono soprattutto i più giovani apercepire tale crisi (96% tra gli under 40, 93% sotto i55 anni). Tuttavia, coloro i quali si trovano nel pienodella carriera manifestano un disagio maggiore (il60% dei 41-55enni è molto d’accordo conl’affermazione). La crisi della professione medica èavvertita più dalle donne che dagli uomini.L’eccessiva burocratizzazione viene individuataquale prima causa della crisi della professionemedica, soprattutto dagli iscritti più maturi. Inoltre,più della metà di medici e odontoiatri attribuisce unasignificativa responsabilità ai vincoli della medicinaamministrata e all’inadeguato finanziamento delSsn. Per un giovane medico su tre, pesa la difficoltàdi relazionarsi con il paziente.La quasi totalità dei medici (91%) ritiene che lemodalità oggi richieste nello svolgimento dellaprofessione influiscano negativamente sulla vitaprivata. L’apice del disagio si riscontra nella fascia

anagrafica centrale (41-55 anni). Anche nellaprofessione medica e odontoiatrica, sono le donnead avvertire una maggiore tensione nel rapporto travita privata e lavorativa.Come reagire a questo disagio? Il 71% di chi ha menodi 40 anni sogna (47%) o ha già pianificato (14%) lafuga verso l’estero. Non è così, come era prevedibile,per gli over 55.A fronte di tutte le considerazioni svolte sugli aspetticritici della professione, emerge tuttavia il persisteredi una forte soddisfazione per la scelta professionaleeffettuata (78%), soprattutto tra coloro che possonovantare una lunga carriera alle spalle. Appena il 14%degli iscritti si ritiene ‘pentito’ del percorsoprofessionale intrapreso, con una maggioreincidenza tra le donne.Il giudizio relativo alla soddisfazione dell’attualeposizione lavorativa è invece contrastante. Ben il18% non è stato in grado di dire se vorrebbe passarealla libera professione o viceversa. Inoltre, appena il

53% degli iscritti dichiara di non voler cambiare lapropria posizione lavorativa, con una quota del 53%tra gli over 55. Maggiore insoddisfazione emerge trai dipendenti: infatti, il 37% cambierebbe posizionelavorativa. Diversamente, il percorso inverso lofarebbero appena il 20% dei liberi professionisti.Al centro dell’indagine, anche l’Educazione continuain Medicina, che oltre la metà dei medici ritieneinadeguata rispetto alle necessità attuali dellaprofessione; il task shifting, cioè il trasferimento dicompetenze dal medico ad altre figure professionali,giudicato negativamente da tre medici su quattro;l’impatto delle nuove tecnologie, accolto conottimismo da quasi il 60% dei professionisti,ritenendo (il 26%, ma la percentuale sale tra gliunder 40) che possa apportare vantaggi per ipazienti, e – il 32%, soprattutto i più anziani – chepossa arricchire, dal punto di vista intellettuale, laProfessione. Promosso, infine, il ruolo dell’Ordine,apprezzato dall’80% degli iscritti.

Lanciata in occasione dell’apertura degli Stati Generali dellaProfessione medica punta a sensibilizzare gli italiani sulproblema della carenza di Mmg e specialisti e sulle possibilisoluzioni. Manifesti 6x3 saranno affissi nelle città italiane acura degli Ordini provinciali. Immagini e spot sarannolanciati sulla stampa e sui social

ANELLILa campagna nasce con l’obiettivo di sensibilizzare gli italiani sulproblema della carenza di medici di medicina generale e specialistie sulle possibili soluzioni. Saranno infatti 14mila i medicispecializzati che mancheranno all’appello nei prossimi 15 anni

L’eccessivaburocratizzazioneviene individuataquale prima causadella crisi dellaprofessionemedica,soprattutto dagliiscritti più maturi

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PresidenteMinistro della SaluteVice PresidentiCoordinatore della Commissione SalutePresidente della Federazione Nazionale degliordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri

Componenti di DirittoDirettore generale dell’Agenzia Nazionale peri Servizi Sanitari RegionaliDirettore generale delle Risorse Umane edelle Professioni Sanitarie del Ministero della SaluteDott.ssa Olinda Moro - Segretario,Responsabile del Supporto Amministrativo-Gestionale della Commissione nazionale perla formazione continua

11gyneco aogoi numero 3 - 2019 PRIMO PIANO

Via libera in Stato-Regioni ai cri-teri base per i corsi di formazioneper i Dg di Asl e ospedali prope-deutici all’inserimento nell’Albonazionale del Ministero. I corsi do-vranno essere organizzati almenoogni due anni e avere una duratanon inferiore a 200 ore articolatenon oltre i 12 mesi. Possibilità an-che di fare formazione a distanza

Via libera in Stato-Regioni all’ac-cordo che disciplina i corsi di for-mazione per i Dg di Asl e ospedaliprevisti dal Dgls 171/2016 e prope-deutici all’inserimento nell’elenconazionale degli idonei a svolgere l’in-carico di direttore generale. I corsidovranno essere organizzati e atti-vati almeno ogni due anni da Regio-ni e Province autonome, anche conmoduli interregionali. Argomento deicorsi la formazione in materia di sa-nità pubblica e di organizzazione egestione sanitaria. Per l’organizzazione dei corsi Regio-ni e Province autonome possono av-valersi anche dell’Agenas, della col-laborazione di università o altri sog-getti pubblici o privati accreditati inbase al Dlgs 502/1992 che operino nelcampo nella formazione manageria-le. I corsi dovranno avere una dura-ta non inferiore a 200 ore articolatenon oltre i 12 mesi, ma con criteri diflessibilità Qui di seguito le aree di forma-zione: • Quadro istituzionale; • Gestione degli acquisti e delle ri-

sorse economico finanziarie;• Gestione delle risorse umane e be-

nessere organizzativo;• Servizi assistenziali. Qualità ed or-

ganizzazione per reti e processi or-ganizzativi - Valutazione delle per-formance, con particolare riferi-mento ai direttori di struttura com-plessa;

• Innovazione tecnologica e digita-lizzazione;

• Comunicazione ed umanizzazionedelle cure;

• Assistenza Sanitaria nell’UE - Fon-di comunitari;

• Anticorruzione - Trasparenza - Pri-vacy;

• Project management e projectworking.

Nelle 200 ore devono esserci almeno136 ore d’aula (lezioni frontali, eser-citazioni, testimonianze) con even-tuali visite aziendali, almeno 24 oreper il Project Management e Projectwork, fino a 40 ore con sistemi di for-mazione a distanza (preferibilmen-te nelle aree Privacy, Anticorruzione,Trasparenza, Assistenza sanitarianell’Ue, Fondi comunitari). Prevista anche la possibilità di ef-fettuare Formazione a distanza(Fad) che però non può superare il20% totale delle ore di formazione.Nell’allegato all’accordo sono riporta-te le aree di formazione obbligatorie icui contenuti formativi possono for-mare oggetto di ulteriore specificazio-ne o ampliamento da parte delle Re-gioni. I corsi di formazione hanno loscopo di fornire strumenti e tecnichepropri del processo manageriale, qua-li l’analisi e la valutazione dei model-li organizzativi, la pianificazione stra-tegica e operativa. il controllo di ge-stione, la direzione per obiettivi e lagestione delle risorse umane applica-ti alle organizzazioni sanitarie. Al ter-mine del periodo di formazione i par-tecipanti che abbiano frequentato al-meno l’80% del numero totale delleore previste sono ammessi al colloquiofinale, al superamento del quale, laRegione o la Provincia autonoma cheha organizzato il Corso rilascia un cer-tificato che attesta il raggiungimentodegli obiettivi formativi. Il colloquio finale si baserà sull’anali-si dell’apprendimento dei principalicontenuti affrontati durante il corso esulla presentazione del Project Workelaborato dal partecipante (indivi-dualmente o in gruppo). Nell’even-tualità di non superamento dell’esa-me finale saranno previste ulteriorisessioni d’esame senza l’obbligo di fre-quentare nuovamente il corso. (L.F.)

MembriDott.ssa Marinella D’Innocenzo (Ministero della salute)Dott.ssa Daniela Russetti (Ministero della salute)Dott. Walter Mazzucco (Ministero della salute)Dott. Giacomo Walter Locatelli (Ministero della salute)Dott. Eugenio Agostino Parati (Ministero della salute)Prof. Vincenzo Gentile (Ministero della salute su proposta del Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca)Prof. Gian Vincenzo Zuccotti (Ministero della salute su proposta del Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca)Dott.ssa Silvia Falsini (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Franco Ripa (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Massimiliano Barresi (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Claudio Costa (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Luigi Califano (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Marco Biagio Marsano (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Paolo Messina (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Roberto San Filippo (Conferenza Stato-Regioni)Dott. Roberto Stella (FNOMCeO)Dott. Roberto Monaco (FNOMCeO)Dott. Alessandro Nisio (Commissione Nazionale Albo Odontoiatri)Dott. Giovanni Zorgno (Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti)Dott. Gaetano Penocchio (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani)Dott.ssa Nausicaa Orlandi (Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e Fisici)Dott. Roberto Calvani (Consiglio Nazionale Ordini Psicologi)Dott.ssa Claudia Dello Iacovo (Ordine Nazionale dei Biologi)Dott. Palmiro Riganelli (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche)Dott. Pierpaolo Pateri (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche)Dott.ssa Marialisa Coluzzi (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica)Dott. Emiliano Mazzucco (Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologiamedica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione)Dott.ssa Anna Giulia De Cagno (Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologiamedica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione)Dott. Gianluca Signoretti (Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologiamedica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione)Dott. Alessandro Macedonio (Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologiamedica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione)

Con il D.M. 17 aprile 2019 è stata ricostituita, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitariregionali, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua, per l’espletamento deicompiti previsti dall’art. 16-ter, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 esuccessive modificazioni. La Commissione, che dura in carica 3 anni dalla data del suo insediamento, è così composta:

ECM

Nominata la nuova Commissionenazionale per la formazione continua

CORSI DI FORMAZIONE PER I CANDIDATI ALLA DIREZIONEGENERALE DI ASL E OSPEDALI

Ecco le linee guidaapprovate dalla Stato-Regioni

Con decreto del Ministro della Salute è stata ricostituita, presso l’Agenzianazionale per i Servizi Sanitari Regionali, la nuova Commissione che durain carica 3 anni dalla data del suo insediamento. Olinda Moro il nuovoSegretario organizzativo

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12 PRIMO PIANO gyneco aogoi numero 3 - 2019

il 30 maggio 2019 è una data molto impor-tante che pone l’italia all’avanguardia in eu-ropa nel campo della medicina di genere. IlPiano per l’applicazione e la diffusione della Me-dicina di Genere sul territorio nazionale è statoinfatti formalmente approvato dalla ConferenzaStato-Regioni, previsto dall’articolo 3 della Legge3/2018. L’esigenza di questo nuovo punto di vistada includere in tutte le specialità mediche nascedalla crescente consapevolezza delle differenzeassociate al genere, con il fine ultimo di garanti-re ad ogni persona, sia uomo che donna, la mi-gliore cura, rafforzando ulteriormente il concet-to di “centralità del paziente” e di “personalizza-zione delle terapie”. Con l’approvazione di talePiano, per la prima volta in Italia viene inserito ilconcetto di “genere” nella medicina, al fine di ga-rantire in modo omogeneo sul territorio naziona-le la qualità e l’appropriatezza delle prestazionierogate dal Servizio sanitario nazionale. Nell’eradella Medicina personalizzata risulta quanto maiimportante, anzi direi indispensabile, tenere con-to delle numerose differenze osservate tra uomi-ni e donne nella prevenzione, diagnosi e cura del-le malattie.Il Piano è nato dall’impegno congiunto delMinistero della Salute e del Centro di riferi-mento per la Medicina di Genere dell’IstitutoSuperiore di Sanità con la collaborazione di unTavolo tecnico-scientifico di esperti regionali inMedicina di Genere e dei referenti per la Medici-na di Genere della rete degli Istituti di Ricoveroe Cura a Carattere Scientifico nonché di Aifa eAgenas.Oltre alla descrizione dello stato dell’arte dellaMedicina di Genere a livello nazionale e interna-zionale, il Piano indica gli obiettivi strategici, gliattori coinvolti e le azioni previste per una realeapplicazione di un approccio di genere in sanitànelle quattro aree d’intervento previste dallalegge: 1) Percorsi clinici di prevenzione, diagno-si, cura e riabilitazione, 2) Ricerca e innovazione,3) Formazione, e 4) Comunicazione.L’art. 3 della legge 3/2018 prevede inoltre la costi-tuzione presso l’Istituto Superiore di Sanità di unOsservatorio dedicato alla Medicina di Generecon il compito di assicurare l’avvio, il manteni-mento nel tempo e il monitoraggio delle azioni

previste dal Piano, con lo scopo ultimo di fornireal Ministro della Salute i dati da presentare an-nualmente alle Camere. L’Iss è stato individuatoquale ente vigilato titolare dell’Osservatorio e ga-rante dell’attendibilità e appropriatezza dei datirilevati, naturalmente con il coinvolgimento de-gli altri enti vigilati (Aifa, Agenas, Irccs) e con laconsultazione della Commissione dei rappresen-tanti regionali.In questo contesto, il Centro di riferimento per laMedicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sa-nità avrà un ruolo cruciale di promozione e coor-dinamento delle attività volte all’applicazione ediffusione della Medicina di Genere, con l’obiet-tivo di coinvolgere tutte le Regioni italiane in mo-do da assicurare la tutela della centralità dellapersona in egual misura su tutto il territorio na-zionale.

Il Centro di riferimento per la Medicina di Ge-nere, già impegnato direttamente nella promo-zione della ricerca sui meccanismi fisiopatologi-ci responsabili delle differenze di genere e suglieffetti dello stile di vita e dell’ambiente sulla sa-lute dell’uomo e della donna, si occuperà di for-mare e aggiornare gli operatori sanitari e di pro-muovere campagne di comunicazione e informa-zione rivolte ai cittadini per una corretta ed omo-genea applicazione di un approccio genere-spe-cifico.In conclusione possiamo dire che è un risultatoimportante che richiederà un grande impegno daparte di tutti gli addetti poiché l’attuazione di que-sto Piano rappresenterà un obiettivo strategicoper la nostra Sanità che, attraverso una medici-na più aderente alle specifiche necessità di cia-scuno, potrà essere più efficace ed economica.

MEDICINA DI GENERE

Cosa cambiacon il nuovoPiano nazionale

L’esigenza di questo nuovo punto di vista da includere in tuttele specialità mediche nasce dalla crescente consapevolezzadelle differenze associate al genere, con il fine ultimo digarantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliorecura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità delpaziente” e di “personalizzazione delle terapie”

FNOMCEO. ANELLI: IL MEDICOVA INFORMATO E FORMATOSULLA MEDICINA DI GENEREGrande soddisfazione della Federazione na-zionale degli Ordini dei Medici Chirurghi eOdontoiatri (Fnomceo) per l’approvazione delPiano nazionale sulla Medicina di genere, pressola quale è attiva dal 2015 un’apposita Commissio-ne, coordinata da Teresita Mazzei, alla quale par-tecipano esperti della materia. “Comprendere come il genere influisca sulla dia-gnosi, sulla risposta alle terapie e sulla sensibili-tà agli effetti collaterali, ma anche sull’incidenzadelle patologie e sull’accesso alle cure è una que-

stione di appropriatezza e di equità, che permet-te di realizzare appieno gli obiettivi di efficienza,efficacia e universalità del nostro Servizio Sani-tario nazionale – ha affermato il presidente dellaFnomceo, Filippo Anelli –. Il medico va infor-mato e formato sulla Medicina di genere, non so-lo attraverso il percorso accademico ma anche nelpost lauream, in particolare attraverso l’Educa-zione continua in medicina. Per questo comeFnomceo proporremo alla nuova Commissionenazionale Ecm di includere tra le tematiche spe-ciali di interesse nazionale la Medicina di gene-re, per implementare l’organizzazione e premia-re la partecipazione a corsi sulla materia. Ma an-che l’informazione è fondamentale: presto apri-remo sui nostri siti delle sezioni dedicate”.

L’attuazione diquesto Pianorappresenterà unobiettivo strategicoper la nostra Sanitàche, attraverso unamedicina piùaderente allespecifiche necessitàdi ciascuno, potràessere più efficaceed economica

alessandra carè Direttore del Centro diRiferimento di medicinadi genere dell’Iss

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13gyneco aogoi numero 3 - 2019

IL REPORT SAVE THE CHILDREN

sono quasi 10 milioni le donne con figli mi-norenni in italia. Scelgono la maternità semprepiù tardi (l’Italia è in cima alla classifica europeaper anzianità delle donne al primo parto con unamedia di 31 anni) e devono sempre più spesso ri-nunciare a lavorare a causa degli impegni fami-liari (il 43,2% delle donne tra i 25 e i 49 anni configli minorenni risulta non occupata). Inoltre, la-mentano poco sostegno per chi decide di mette-re al mondo un figlio e una scarsa rete di serviziper la prima infanzia, che costringe buona partedel 40,9% di madri con almeno un figlio a sce-gliere un regime di part-time pur di continuare adavere un’occupazione lavorativa. Sono questi alcuni numeri dell’analisi di Save theChildren “Le Equilibriste: la maternità in Ita-lia” diffusa in occasione della Festa della mam-ma del 12 maggio. Il report mostra una condizio-ne ancora molto critica e include anche la ricer-ca ‘l’Indice delle Madri’, elaborata dall’Istat perSave the Children, che identifica le Regioni in cuila condizione delle madri è peggiore o miglioresulla base di 11 indicatori rispetto a tre diverse di-mensioni: quella della cura, del lavoro e dei ser-vizi. Inoltre, anche quest’anno, l’indice evidenziai principali mutamenti che hanno interessato lacondizione delle madri dal 2004 ad oggi nei di-versi territori.I numeri. In un Paese in cui la natalità ha tocca-to un nuovo record negativo – 449mila nascite nel2018, 9mila in meno rispetto all’anno precedente– registrando la nona diminuzione consecutivadal 2008, le mamme italiane hanno pochi figli,con un numero medio per donna pari oggi a 1,32,ben lontano dai 2,38 del 1970. Diminuiscono le fa-miglie numerose (5,3%); più cospicua, quasi ildoppio, la percentuale di famiglie con un solo ge-nitore (10%, in prevalenza madri).Dalla disoccupazione all’impossibilità di con-ciliare lavoro e famiglia fino agli scarsi servi-zi. Un tasso di disoccupazione femminile, ed in

particolare delle madri, tra i più alti in Europa,impossibilità nel conciliare vita privata e impe-gni professionali, radicate difficoltà di carriera edi crescita salariale, forte squilibrio nei carichi fa-miliari tra madri e padri, una scarsissima offertadi servizi educativi per l’infanzia. Un quadro cri-tico che si riverbera sul benessere delle madri, mache affonda le radici nelle pesanti disparità di ge-nere in Italia. Il nostro Paese si attesta nel 2018al 70° posto (su 149 Paesi presi in esame) del Glo-bal Gender Gap Report, perdendo ben 29 posi-zioni dal 2015. Uno squilibrio che grava in misu-ra maggiore sulle mamme più in difficoltà: le don-ne che provengono da un contesto socio-econo-mico disagiato, le mamme sole e quelle di origi-ne straniera, per le quali ai problemi qui eviden-ziati si aggiungono spesso quelli delle barrierelinguistiche, della mancanza di una rete familia-re di sostegno e di un difficile accesso ai servizisociali e sanitari.Le differenze territoriali. I dati diffusi da Savethe Children, l’Organizzazione internazionale cheda 100 anni lotta per salvare la vita dei bambinie garantire loro un futuro, per quanto sottolinei-no in Italia un peggioramento generale nel so-stegno alle madri, in particolare nell’area del la-voro e ancor di più dei servizi all’infanzia, fannoemergere la notevole diseguaglianza tra territoriche hanno comunque attivato politiche di soste-gno, in particolare al lavoro femminile e ai servi-zi (prevalentemente al nord), e territori invece an-cora troppo carenti da questo punto di vista (so-prattutto al sud). Le Province autonome di Bolzano e Trento con-servano negli anni i primi posti della classifica,seguite da Lombardia (3° posto, dall’8° dell’annoscorso), Valle D’Aosta (4°), Emilia Romagna (5°)e Friuli-Venezia Giulia (6°). La Provincia di Bol-zano in particolare, passa da un 11mo posto nel2008 ad un primo nel 2017 che conserva anche nel2018, principalmente per i miglioramenti attuati

nel sistema dei servizi all’infanzia e nell’area del-la cura.Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di codadella classifica, la Calabria risulta quella dove èpiù complicato essere madri e perde due posizio-ni rispetto al 2017, preceduta da Sicilia (20° po-sto), Campania (che pur attestandosi al 19° postoguadagna due posizioni rispetto al 2017), Basili-cata (18°) e Puglia (17°). L’indice mostra semprevalori sotto 90 per le regioni del Mezzogiorno e,complice la persistente crisi economica, registraun ulteriore progressivo peggioramento in parti-colare rispetto all’offerta di servizi all’infanzia eall’occupazione femminile, evidenziando quindila necessità di un impegno politico più forte inquesta parte del Paese finalizzato a colmare le di-seguaglianze. Un’Italia a due velocità tra cura, lavoro e ser-vizi per l’infanzia. Il divario Nord-Sud eviden-ziato dall’Indice delle Madri di Save the Childrenpersiste anche nelle tre singole aree di indica-tori prese in esame per ciascuna regione: cu-ra, lavoro e servizi per l’infanzia.La prima area, quella della cura, mostra di-screti miglioramenti per tutte le regioni che han-no conquistato i primi posti come la Lombardiache oggi detiene il primato, ma nel 2017 si atte-stava al 3° posto o l’Emilia-Romagna che la segue,dopo aver guadagnato, dal 2017, ben due posi-zioni. La Provincia Autonoma di Bolzano, invece,dal 2017 perde una posizione, attestandosi al se-condo posto. La Basilicata si attesta al fondo del-la classifica per quanto riguarda l’area della cu-ra, preceduta da Molise che dal 2017 perde tre po-sizioni, Abruzzo (che si attesta al 19° posto) e Pu-glia che invece guadagna due posizioni dallo scor-so anno. Da sottolineare i casi della Sicilia chenell’Indice della Cura occupa l’11° posto (18° po-sto nel 2008) e della Calabria al 14° posto (21° po-sto nel 2008). A partire dal 2008, molte delle re-gioni hanno risentito dell’abbassamento del tas-so di fecondità registrato in tutta Italia.La seconda area riguarda il lavoro femminile.Anche qui le Province autonome di Bolzano eTrento si confermano al primo e al terzo posto,con al secondo la Valle d’Aosta, seguite da Emi-lia-Romagna (4°), Lombardia (5°) e Veneto chepassa dall’8° posto nel 2012 al 6° dell’anno scor-so, confermato anche quest’anno. La Sicilia si at-testa fanalino di coda preceduta da Calabria cheperde una posizione (20° posto) a favore dellaCampania (19°), precedute da Puglia (18°) e Basi-licata (17°). I dati dimostrano che oggi è ancoramolto difficile per una madre conciliare vita pro-fessionale e cura dei figli. Se nella fascia d’età 25-49 anni infatti, le donne occupate senza figli so-no il 64,3%, tra quelle con figli minorenni la per-centuale scende al 56,8% [9]. Il ricorso al part-ti-me per le mamme sembra una scelta quasi ob-bligata. Nella stessa fascia d’età (25-49 anni) neusufruisce il 26,3% di quelle senza figli, mentre lapercentuale sale al 40,9% tra le mamme. Tra ledonne con un figlio lavora part-time il 38,5%, traquelle con due figli il 42,9% e tra quelle con tre opiù figli il 43,7%.L’ultima area, quella che riguarda i servizi, per-mette di esaminare l’offerta territoriale delle no-stre regioni rispetto ai principali servizi educati-vi per l’infanzia. Ancora una volta, la provinciadi Trento si attesta al primo posto, seconda la Val-le d’Aosta seguite da Friuli-Venezia Giulia (3° po-sto), Provincia autonoma di Bolzano (4°) e To-scana (5°). Per quanto riguarda i servizi, è la Si-cilia che si attesta all’ultimo posto preceduta daCalabria (20°posto), Campania (19°), Lazio, inascesa di tre posti (18°), e Puglia (17°).Dal 2004 ad oggi, si registra un costante peggio-ramento dovuto in particolare alle carenze rela-tive ai servizi per la prima infanzia pubblici. Qua-si tutte le regioni riportano dati peggiori rispettoal 2004 (tranne le Province Autonome di Trento eBolzano e il Friuli Venezia Giulia, che, in contro-

Maternità sempre più difficile in ItaliaImpossibile per lamaggioranzaconciliare lavoro efamiglia e i servizidi supporto sonoscarsi. E infatti sifanno sempremeno figli

PRIMO PIANO

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14 gyneco aogoi numero 3 - 2019

IL REPORT SAVE THE CHILDREN

PRIMO PIANO

tendenza, hanno registrato qualche migliora-mento). Ancor più rilevante, in Italia, è l’enormesquilibrio territoriale nell’offerta del servizio: indiverse regioni del Centro-nord come Valle d’Ao-sta, Umbria, Emilia Romagna, Toscana e Provin-cia Autonoma di Trento, la soglia obiettivo del33% dell’UE è stata ampiamente superata già dadiversi anni; in altre, come ad esempio la Sarde-gna, la copertura è vicina al 30%. In molte regio-ni del Mezzogiorno, invece, l’obiettivo risulta an-cora lontano.Il sostegno alla natalità in 3 mosse. Il briefingdiffuso da Save the Children offre quest’anno an-che un approfondimento qualitativo sulle diffi-coltà più ricorrenti nel percorso nascita, con in-terviste a diversi esperti, operatori e operatrici.Mancanza di informazioni adeguate, solitudine,difficoltà di accesso alle strutture pubbliche disupporto, difficoltà di accesso al pediatra di ba-se, sono alcuni dei problemi a cui si trovano a farfronte le neomamme in Italia. Il quadro generale che emerge dal documen-to è molto critico; si rileva l’assenza negli annidi interventi strutturali, soprattutto al Sud, dovel’occupazione femminile è ai minimi storici. Man-ca, nel paese, un investimento strategico per ledonne e le madri, e vi sono scarsi segnali di unacrescita culturale e sociale. “Anche quest’anno ladiffusione dell’indice sulla condizione delle ma-dri, che presentiamo grazie alla collaborazione

con Istat, rileva come in Italia, dove il numero dinuovi nati è in costante diminuzione, ci sia con-cretamente ancora poca attenzione alla materni-tà. Il percorso nascita e la vita delle neomamme,soprattutto di quelle più in difficoltà perché in si-tuazioni di povertà, o sole, o di origine straniera,sono costellati di difficoltà e la crescita dei figliviene vissuta oggi come un impegno che ricadein gran parte sulle donne. È necessario che l’im-pegno nella tutela della maternità, così come del-l’infanzia, sia riconosciuto come un investimen-to per il futuro del Paese. Occorre una presa di co-scienza delle istituzioni tutte, affinché si scardi-ni questo circolo vizioso e la maternità possa es-sere per tutte le mamme e i loro bambini un mo-mento di gioia e di serenità, senza il pesante ag-gravio di ostacoli di carattere economico e socia-le” ha affermato Antonella Inverno, responsa-bile Policy e Law dei Programmi Italia-Europa diSave the Children. “Negli anni sono stati varatidiversi interventi una tantum, ma di scarsa effi-cacia. C’è bisogno di una vera politica di sostegnoalla genitorialità sul medio e lungo termine. Save the Children propone un intervento in 3mosse: aiutare subito le mamme più in difficol-tà, a partire dai primi mille giorni di vita del bam-bino, garantendo un sostegno emotivo e mate-riale, anche in sinergia con gli interventi di con-trasto alla povertà; valorizzare le migliori espe-rienze del mondo del lavoro, garantendo un con-

gedo di paternità di almeno 10 giorni per riequi-librare fin da subito i carichi di cura e introdu-cendo un sistema di family audit nel settore pri-vato; promuovere il benessere del bambino e del-la famiglia fin dalla prima infanzia, assicurandol’assegnazione del pediatra di base prima delledimissioni post parto per una continuità di curae garantendo a tutti i bambini il diritto ad acce-dere ai servizi educativi del sistema integrato 0-6anni” ha concluso Raffaela Milano, Direttrice deiProgrammi Italia-EU di Save the Children.

Il percorso nascita ela vita delleneomamme sonocostellati didifficoltà e lacrescita dei figliviene vissuta oggicome un impegnoche ricade in granparte sulle donne.C’è bisogno di unavera politica disostegno allagenitorialità sulmedio e lungotermine

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DUN VIAGGIOGINECOLO

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2019

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Presidenti:

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Segreteria Orga

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PROGRAMMA

PRELIMINARE

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Domenica 27 ottobre 2019

08:30 Apertura registrazione

AUDITORIUMPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Simulazioni in ostetricia: Technical skillsSimulazioni in ostetricia: Non technical skills

SALA FESTE Precorso09:30 13:00 14:00 16:30 Sedia BTL

SALA ANGIOINA Precorso Gine09:30 13:00 14:00 16:30 Suture in laparoscopia

SALA POSILLIPO Precorso Gine09:30 13:00 14:00 16:30 Vulva-forum

Lunedì 28 ottobre 2019

08:00 09:30 AUDITORIUMBreakfast meeting Live surgery

SALA FESTEBreakfast meeting Live ultrasound

SALA CATALANABreakfast meeting New trends in ecografia transvaginale

09:00 09:30 SALA NORMANNA Breakfast meeting Mini Lecture HPV Vaccini

SALA S. LUCIABreakfast meeting Anomalie della placentazione

SALA CAPUANABreakfast meeting

AUDITORIUM09:30 11:00

Il parto pretermine Discussant: Alfirevic• Precision medicine, genetics, OMICS. Roberto Romero• Fattori di rischio e predizione del parto pretermine• Pessario e cerchiaggio cervicale• Terapia medica

11:30 13:00

Disturbi ipertensivi della gravidanza• Precision medicine: applicable in a multifactorial disorde

like preeclampsia? Basky Thilagathan• Screening of preeclampsia • Management of preeclampsia Ben W Mol• Emodinamica materna and long term outcome.

13:00 14:30SALA FESTELunch meeting• Nuovo prodotto per la sessualità • Studio EVES. • Ospemifene

SIGO-A

OGOI-

AGUI-

AGITE

2019

ANTEPRIMA CONGRESSO 2019gyneco aogoi numero 3 - 2019

PROGRAMMA

PRELIMINARENAPOLI 27-30 OTTOBRE

SALA CATALANALunch meetingRiunione specializzandi AGUI. Network italiano• Introduzione e presentazione del Network Nuovi iscritti.

Risultati raggiunti • Il punto di vista dei Direttori • EBCOG Hospital visiting • The ENTOG Network: present, and future • La formazione all’estero durante la specializzazione • Il Nord • Il Centro • Il Sud e le isole • Gruppi di ricerca • Criticità, preparazione documento AGUI Meeting del

network

SALA NORMANNA Lunch meeting• Percorso della coppia in PMA • DHEA vaginale: nuova terapia per la VVA post

menopausale • Risultato dello studio BOLERO

SALA S. LUCIALunch meetingPresidente: H. MosheModeratori: V. Berghella, F. Zullo e I. Marino• Prediction of Preeclampsia, China and Hong kong. Liona

poon, Hong Kong• Africa, Anne Kihara• Hema Divakar, India

SALA CAPUANALunch meeting

SALA ANGIOINA Lunch meetingAMH in medicina della riproduzione• responsabili e operatori centri PMA, Ambrosini• AMH come marcatore di riserva ovarica:aspetti

fisioendocrini e significato clinico,• AMH e stimolazione ovarica controllata, • Presentazione ai responsabili dei Centri PMA Campani del

Metodo di misucrazione automatizzato Elecsys

SALA POSILLIPO Lunch meetingLe infezioni vulvo-vaginali e le comorbidità associate

AUDITORIUM15:00 16:30

Diabete e IUGR Prediction of GDM Moshe HodScreening and management of GDM BerghellaFisiopatologia dell’accrescimento fetale/IUGR Timing of delivery in IUGR. Zarko Alfirevic

17:00 18:30

Monitoraggio del feto con patologia dell’accrescimento oggi• Monitoraggio del feto con patologia dell’accrescimento: il

punto di vista del ginecologo • Il feto con patologia dell’accrescimento: il punto di vista

del neonatologo • La cardiotocografia oggi Discussione di casi clinici e panel di esperti. Quattro casiclinici di CTG

18:30 20:00SALA FESTECocktail meetingStudio macro e microscopico della placenta. SIUDS e SIDS +sessione placenta

SALA CATALANACocktail meeting• Valutazione della riserva ovarica• expanded carrier screening• valutazione del rischio genetico e predizione dei fenotipi

riproduttivi• personalized diagnosis and treatment of endometrial

receptivity • Endometrite cronica

SALA NORMANNA Cocktail meetingMetabolismo e nutrizione in gravidanza • Antiemetici in gravidanza

SALA S. LUCIACocktail meetingHPV• Lo screening con HPV DNA test primario: il ruolo del

ginecologo• La vaccinazione HPV il ruolo del ginecologo• La comunicazione in tema HPV: cosa dire, a chi • HPV genitale extracervicale: punti fermi e comunicazione • HPV dell’orofaringe: e il ginecologo? • HPV e le altre MST nell’ambito della coppia:quale

gestione?

SALA CAPUANACocktail meetingFocus su tiroide e gravidanza • La tiroide in fase preconcezionale: prevenire è meglio che

curare• La funzione tiroidea in gravidanza: quando e come

intervenire• Tiroide e post-partum: un problema sottovalutato.

SALA ANGIOINA Cocktail meetingTavola rotonda medico-legaleAOGOI PER NOI: ufficio legale - scudo giudiziario

SALA POSILLIPO Cocktail meetingVitamine in gravidanza• Anemia

Martedì 29 ottobre 2019

08:00 09:30AUDITORIUMBreakfast meeting (Gine)Isteroscopia. Live +discussione teoria

SALA FESTEBreakfast meeting La contraccezione negli adolescenti

SALA CATALANABreakfast meeting Carcinoma della vulva • Chirurgia e ricostruzione di un caso di recidiva inguinale • Chirurgia e ricostruzione di due casi di recidiva vulvare

con eventuali trattamenti pre e post chirurgici • Elettrochemioterapia • Chirurgia palliativa/exenteratio Discussione e tavola rotonda

SALA NORMANNA Breakfast meeting Domande in gravidanza cosa concedere o sconsigliare:evidenze scientifiche

SALA S. LUCIABreakfast meeting Endometriosi laser

SALA CAPUANABreakfast meeting Diagnostica predittiva

AUDITORIUM09:30 11:00

Fibromatosi• Molecular diagnostics for uterine smooth muscle tumor

Douglas Levine • Terapia medica • Terapia Chirurgica • Potenzialità riproduttive

AUDITORIUM11:30 13:00

Medicina della riproduzione • Awakening follicles nella insufficienza ovarica precoce

A. Pellicer• Sindrome dell’ovaio policistico: dall’ovocita al bimbo in

braccio • Impatto della patologie tiroidea sulla fertilità e sull’esito

della PMA • Oncofertilità: tra linee guida e quesiti irrisolti,

13:00 14:30SALA FESTELunch meetingGiSS - SIGO Menopausa e terza età

DUN VIAGGIOGINECOLO

UNA VAOGIA E DONDI TUTT AA

NAVIT

Nazionale AGessorCong2°

Nazionale AGesso rCong26°

Nazionale AOesso rCong59°

esso Nazionale SIrCong94°

DUN VIAGGIO

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GUI

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IGO

UNA VA ADI TUTT

essi Federico IIrCentro Cong

yal ContinentalHotel Ro

TTOBRE 2 27/30 ONAPOLI,

Nazionale AGesso rCong 2

2019

GITE

Fulvio ZulloadellaLuigi Str

Giuseppe De PlacidoaAntonio Chianter

Presidenti:

itsigowww

sigo2019@thetr

Segreteria Orga

riumph.com

a:anizzativ

9.it.sigowww

SSIGOO 0 9

GINECOLOGIA E DONNAUN VIAGGIO DI TUTTA UNA VITA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

OSTETRICIA Royal Continental

Page 15: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

gyneco aogoi numero 3 - 2019

SIGO-A

OGOI-

AGUI-

AGITE

2019

SALA CATALANALunch meetingGISS SIOG Oncologia

SALA NORMANNA Lunch meetingGISS-SIGO Scienze ostetriche

SALA S. LUCIALunch meetingGISS-SIGO La PMA

SALA CAPUANALunch meeting• Ulipristal acetato tra passato e futuro • Raccomandazioni italiane sulla fibrosi uterina

SALA ANGIOINA Lunch meetingGISS-SIGO Diagnosi prenatale

SALA POSILLIPO Lunch meetingMedicina della riproduzione: tutela della salute riproduttiva econsapevolezza del rischio in PMA• Il “pap test riproduttivo”: razionale, vantaggi

e sostenibilità• La prevenzione della sterilità nel maschio • The time flies: la gravidanza in età riproduttiva avanzata

AUDITORIUM14:30 16:00

Plenaria di Medicina della riproduzioneUltime frontiere della medicina della riproduzione • Il valore della riserva ovarica: who, how, when and why• L’opportunità della genetica: carrier screening • Omics e recettività endometriale • Individualized (iART)

16:00 17:30SALA FESTERiunione società S. AGUI Incontro AGUI, Rappresentanti specializzandi

16:00 16:30SALA CATALANARiunione società S. AGITE

16:00 17:30SALA POSILLIPO Riunione società S. AOGOI

18:00 20:00AUDITORIUMRiunione società S. SIGO

Mercoledì 30 ottobre 2019

08:00 09:30SALA FESTE Breakfast meeting NIPT• Nipt

SALA CATALANABreakfast meeting Presentazione libretto rosa

SALA NORMANNA - Breakfast meeting SEGI Campania

SALA S. LUCIABreakfast meeting Special session: l’ostetrico ginecologo e il mondo del lavoro• L’autonomia regionale differenziata e ricadute sulla

professione• Formazione post laurea e accesso al mondo del lavoro• Il contratto di lavoro fra tutele e aumenti salariali• la legge24/2017: delusione e speranze

SALA CAPUANABreakfast meeting Integratori infertilità

AUDITORIUM09:30 11:00

Genetica• Microarray and beyond to next-generation sequencing in

fetal diagnosis Huda B. Al- Kouatly

• Counselling genetico • Il ruolo del NIPT e l’ipotesi del solo T21 Joris Vermeesch• Prenatal genetics 2019 Ron Wapner

AUDITORIUM11:30 13:00

Fetal Therapy Breaking news! • La fetal therapy in Italia • TTTS laser Y Ville• Terapia chirurgica neonatale• Liver transplant and pregnancy outcome.

I. Marino

Domenica 27 ottobre 2019

08:30 Apertura registrazione

AULA MAGNAPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Isteroscopia

SALA APrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Sccl

SALA CPrecorso Ost09:30 13:00 14:00 16:30 La genetica e l’ecografia in aiuto per la diagnostica delleanomalie fetali

SALA BPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30

SALA DPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Uroginecologia

SALA EPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Ecocardiofetale

SEDE CARDARELLIPrecorso 09:30 13:00 14:00 16:30 Hands-on robotica, corso su cadaveri

Lunedì 28 ottobre 2019

AULA MAGNABreakfast meeting 08:00 09:30 Lectio Magistralis. Moderno management del carcinoma ovaricoPhilippe Morice

SALA ABreakfast meeting 08:00 09:30 HPV Vaccini Mini-Lecture.La vaccinazione Anti papilloma Virus nelle donne adulte enelle donne trattate

SALA CBreakfast meeting 08:00 09:30 Elettrochirurgia e laparoscopia

SALA BBreakfast meeting 08:00 09:30 Endometriosi atipica

SALA DBreakfast meeting 08:00 09:30 SIGO Young

AULA MAGNA09:30 11:00

Oncologia 1: Ovaio• Predittività molecolare• Predittività ecografica • Tailoring: terapia chirurgica • Nuove prospettive di terapia medica

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

AULA MAGNA11:30 13:00

Menopausa• Quale terapia alla luce della medicina predittiva? • Terapia sistemica e locale per l’atrofia vulvo vaginale • Nutraceutica in post-menopausa • Menopausa e fragilita ossea. Il ruolo dei farmaci, della

vitamina D e del calcio

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

13:00 14:30SALA CLunch meetingIl ginecologo ed il rischio oncogenetico • Carcinoma della mammella• Carcinoma dell’ovaio • Carcinoma del colon-retto• Chirurgia profilatti • Esperienza in rete oncologica a confronto

SALA DLunch meetingNuova IUS LNG: tips and tricks

SALA ELunch meetingCervice

AULA MAGNA15:00 16:30

Oncologia 2: endometrio• Clinical translation of endometrial cancer genomics

Douglas Levine • Tailoring preoperatorio • Chirurgia di stadiazione e delle recidive• Fertility sparing e prevenzione primaria

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

AULA MAGNA17:00 18:30

Malformazioni uterine• Tailoring riproduttivo integrato • Correzione isteroscopica delle malformazioni uterine • Chirurgia ricostruttiva Grigoris Grimbizis• Uterus transplant: ‘lesson learned’ T. Falcone

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

18:30 20:00AULA MAGNACocktail meetingViolenza sulle donne

DUN VIAGGIOGINECOLO

UNA VAOGIA E DONDI TUTT AA

NAVIT

Nazionale AGessorCong2°

Nazionale AGesso rCong26°

Nazionale AOesso rCong59°

esso Nazionale SIrCong94°

DUN VIAGGIO

GITE

GUI

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IGO

UNA VA ADI TUTT

essi Federico IIrCentro Cong

yal ContinentalHotel Ro

TTOBRE 2 27/30 ONAPOLI,

Nazionale AGesso rCong 2

2019

GITE

Fulvio ZulloadellaLuigi Str

Giuseppe De PlacidoaAntonio Chianter

Presidenti:

itsigowww

sigo2019@thetr

Segreteria Orga

riumph.com

a:anizzativ

9.it.sigowww

SSIGOO 0 9

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

GINECOLOGIA E MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE Federico II

Page 16: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

ANTEPRIMA CONGRESSO 2019gyneco aogoi numero 3 - 2019

SALA CCocktail meetingTraining inserimento spirali, isterectomia inutili

SALA DCocktail meetingImmunoistochimica del k endometriale

SALA ECocktail meetingBRCA

Martedì 29 ottobre 2019

AULA MAGNABreakfast meeting 08:00 09:30 Lectio magistralisIntroduzione:Berghella• Epidemiologia del taglio cesareo. M. Robson

AULA MAGNA09:30 11:00

Sala parto• Evidence based: labor and delivery V. Berghella• Induzione del parto: metodo migliore e timing D. Rouse• VBAC: esperienza di un centro di riferimento • Come ridurre i tagli cesarei primari in sicurezza B. Mol

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

AULA MAGNA11:30 14:00

Infezioni in gravidanza• CMV Yvess Ville• Sepsi e shock settico in gravidanza • Vaccinazioni in gravidanza• Il punto di vista del neonatologo

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

13:00 14:30SALA DLunch meetingOncofertilità• Impiego degli agonisti del GnRH • La stimolazione ovarica controllata nella paziente con k

mammarico,• Criopreservazione del tessuto ovarico nel contesto italiano • Preservazione della sessualità

SALA ELunch meetingMini-invasività. Approccio vaginale e approcciolaparoscopico • Chirurgia live

AULA MAGNA14:30 16:00

Contraccezione • La medicina predittiva nelle scelte contraccettive

Anne Gompel• Long acting reversibili e irreversibili

A.Kustermann• La contracezione ormonale oggi • IVG a 40 anni dalla legge 194

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

Mercoledì 30 ottobre 2019

SALA ABreakfast meeting 08:00 09:30

SALA CBreakfast meeting 08:00 09:30 Diagnosi differenziali fibromi sarcomi

SALA BBreakfast meeting 08:00 09:30

AULA MAGNA09:30 11:00

Pavimento pelvico • The genetics of LUTD Rufus Cartwright• Uterosacral Suspension of the Vaginal Apex Bob Shull• Chirurgia laparoscopica • Nuove prospettive e ripristino funzionale

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

AULA MAGNA11:30 13:00

Endometriosi • Endometriosis: from biomarkers to precision surgery • Choosing wisely e criteri di scelta della terapia medica a

lungo termine • Adenomiosi, nuove sfide di diagnosi e trattamento• Can we reduce the psychosocial and financial burden of

endometriosis? Tony Luciano

SALA AStreaming plenaria

SALA BStreaming plenaria

SIGO-A

OGOI-

AGUI-

AGITE

2019

DUN VIAGGIOGINECOLO

UNA VAOGIA E DONDI TUTT AA

NAVIT

Nazionale AGessorCong2°

Nazionale AGesso rCong26°

Nazionale AOesso rCong59°

esso Nazionale SIrCong94°

DUN VIAGGIO

GITE

GUI

OGOI

IGO

UNA VA ADI TUTT

essi Federico IIrCentro Cong

yal ContinentalHotel Ro

TTOBRE 2 27/30 ONAPOLI,

Nazionale AGesso rCong 2

2019

GITE

Fulvio ZulloadellaLuigi Str

Giuseppe De PlacidoaAntonio Chianter

Presidenti:

itsigowww

sigo2019@thetr

Segreteria Orga

riumph.com

a:anizzativ

9.it.sigowww

SSIGOO 0 9

NAPOLI 27-30 OTTOBRE

GINECOLOGIA E DONNAUN VIAGGIO DI TUTTA UNA VITA

PROGRAMMA

PRELIMINARE

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

SESSIONE PLENARIA

Page 17: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

19gyneco aogoi numero 3 - 2019 PROFESSIONE

I

esser onnaBen ®

La rivista Multitasking per la donnadalla tua Ginecologa - dal tuo Ginecologo

Peri

od

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gra

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EDITORIA

Nasce

Care Colleghe, cari Colleghiè un piacere e un onore per me consegnare nelle vostre mani, seppure virtualmente, il primo numero di“BenEssere donna” la rivista Aogoi dedicata alla salute psico-fisica della donna, indubbiamente oggimolto più impegnata di un tempo, per necessità “multitasking” e, come le generazioni dei millennials,sempre più “connessa” e alla ricerca di informazioni valide e autorevoli.La rivista vi verrà consegnata nei vostri ospedali, nei vostri ambulatori e vi prego di essere promotoriattivi di questa iniziativa, ma anche di dare un ritorno segnalando aspetti negativi, insomma una criticache sia il più possibile costruttiva.

Si tratta di un servizio editoriale che Aogoi ha fortemente voluto per promuovere e consolidare ilrapporto di fiducia che necessariamente deve sussistere tra la donna e la sua ginecologa, il suoginecologo. Ma non solo. Abbiamo voluto rispondere alla necessità espressa dalle colleghe/colleghi, diusufruire di uno strumento utile a sensibilizzare, informare ed educare alle scelte di salute consapevoliin tutte le epoche della vita, in un format adeguato a trasformare le nuove acquisizioni scientifiche inconsigli pratici e buone abitudini quotidiane.

Come usare questa rivista? “BenEssere donna” si propone come strumento di counselling da utilizzare nel proprio incontro con ladonna per avviare un dialogo continuativo utile a focalizzare i diversi bisogni di salute a favore di unamedicina personalizzata mirata alla prevenzione e al benessere psico-fisico. Ed è per questo che vichiediamo di consegnare la rivista gratuitamente alle donne affinché possa essere recepito e valorizzatoil nostro quotidiano impegno nei loro riguardi.

Siamo consapevoli di esserci assunti un impegno oneroso, quasi una sfida, che potremo vincere solofacendo “squadra”. Pertanto vi chiediamo di entrare in questo Network operativo e, grazie all’impegno scientifico di Aogoi,al supporto e all’esperienza tecnica di Editeam nonché alla collaborazione attiva di tutte/i voi, anche consuggerimenti e spunti editoriali, cercheremo di crescere insieme e potenziare la nostra opera di educatorialla salute perché, come affermava Rita Levi Montalcini, “Se istruisci un bambino avrai un uomo istruito.Se istruisci una bambina avrai una donna, una famiglia e una società istruita”.

Grazie a tutte/i!

Elsa Viora Presidente AOGOI

“BenEssere donna”la rivista Aogoi dedicata

alla salute femminile

Page 18: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

l’italia vive da tempo un trend demograficonegativo che fa registrare ogni anno un nuovorecord di calo delle nascite. L’infertilità, maschi-le e femminile, è diventata un problema molto dif-fuso e in continuo aumento, da cui discende uncrescente ricorso alla procreazione medicalmen-te assistita (Pma). Negli ultimi anni, la Medicinadella riproduzione ha fatto grandi passi in avan-ti: le tecniche oggi disponibili rappresentano unaiuto concreto alla fertilità naturale per le coppieche desiderano realizzare il desiderio di genito-rialità.La tutela della salute riproduttiva è dunque unatematica prioritaria per la sanità pubblica, cosìcome la cura dell’infertilità. Nell’ambito specifi-co della Pma, qualsivoglia provvedimento do-vrebbe avere come fine ultimo la promozione del-l’appropriatezza, della qualità e della sicurezzadelle prestazioni, nonché la loro equa accessibi-lità su tutto il territorio nazionale.La stesura di Linee Guida italiane per la Procrea-zione medicalmente assistita, di concerto tra lesocietà scientifiche di riferimento, accreditate alMinistero della Salute, va nella direzione di mi-gliorare e rendere sicuro il processo di cura, cosìcome previsto dalla legge 24/2017 (legge Gelli) sul-la sicurezza delle cure e la responsabilità profes-sionale.A tal proposito, la Società Italiana di Ginecologiae Ostetricia (Sigo) e l’Associazione Ostetrici Gine-cologi Ospedalieri Italiani (Aogoi), società en-trambe accreditate al Ministero della Salute, han-no costituito un “Gruppo di Interesse Scienti-fico Speciale (Giss) sulla Medicina della Ri-produzione” per la validazione di Linee Guidanel campo della diagnosi e terapia della sterilitàdi coppia, già discusse e concordate con espertidi varia competenza professionale.Questa materia, infatti, per gli aspetti clinicie il forte impatto emotivo sul vissuto delle cop-pie, coinvolge anche professionisti delle diversesocietà scientifiche nazionali con differente estra-zione e competenza (ginecologi, esperti in Steri-lità e fertilità, esperti in Medicina della riprodu-zione, andrologi, endocrinologi, ostetriche) e per-tanto non può non tener conto, ai fini della ste-sura delle Linee Guida, del pieno coinvolgimen-to delle Associazioni Pazienti e delle realtà socialiin cui l’attività sanitaria viene svolta.Tutto ciò premesso, registriamo con grande ram-marico la decisione del Snlg (Istituto Superiore diSanità) di procedere alla stesura delle Linee Gui-da della medicina della riproduzione attraverso

una semplice traduzione di Linee Guida interna-zionali con adattamento o meno alla realtà Ita-liana.Va altresì tenuto conto che già da febbraio 2018l’Aogoi in collaborazione con Editeam ha affron-tato tale tematica pubblicando un poderoso vo-lume: “La medicina della riproduzione. Il per-corso clinico e diagnostico condiviso” a curadel Prof. Carlo Foresta e della D.ssa Elsa Viora;volume a cui si potrà far riferimento per la rapi-da elaborazione delle Linee Guida stesse così co-me dalle numerose pubblicazioni che i singolicomponenti del GISS hanno pubblicato a livellointernazionale nel corso degli anni.Lungi dal dover replicare esperienze estere, rite-niamo che l’Italia – con il suo Servizio sanitariodi eccellenza e con la sua tradizione scientificad’avanguardia in tutte le aree che afferiscono al-la salute riproduttiva, materno-infantile e neo-natale – sia in grado non solo di stilare per sé leproprie Linee Guida, ma anche di far scuola a li-vello internazionale.Pertanto rivolgiamo, il nostro appello al Mi-nistro della Salute, D.ssa Giulia Grillo, affinchédi concerto con il Dott. Primiano Iannone, Diret-tore del Cnec, voglia modificare l’attuale indiriz-zo della semplice traduzione di Linee Guida di al-tre nazioni e voglia dare la piena attuazione allarichiesta della Federazione Sigo e della Aogoi per-ché procedano rapidamente alla stesura di LineeGuida sulla Pma della nostra nazione attraversoil Giss composto da Sigo-Aogoi e da tutte le al-tre Società Scientifiche e Associazioni rap-presentative di cittadini e pazienti. I membridel Giss rappresentano la massima espressionedell’eccellenza italiana in tema di medicina del-la riproduzione e coinvolgono tutti i centri di ri-produzione assistita: ospedalieri, universitari, pri-vati convenzionati e non.

Prof. Antonio ChianteraSegretario Nazionale AOGOI

Chiantera: “Le Societàscientifiche italiane non hanno bisogno di commissariamenti e bozze da altri Paesi

La lettera aperta del Segretario Nazionale Aogoi e dei componentidel Giss, il Gruppo di Interesse Scientifico Speciale sulla Medicinadella Riproduzione costituito dall’Aogoi e dalla Sigo per lavalidazione di Linee Guida nel campo della diagnosi e terapia dellasterilità di coppia

LINEE GUIDA PMA

antonio chianteraSegretario NazionaleAOGOI

La stesura di LineeGuida italiane perla Procreazionemedicalmenteassistita, diconcerto tra lesocietà scientifichedi riferimento,accreditate alMinistero dellaSalute, va nelladirezione dimigliorare erendere sicuro ilprocesso di cura,così come previstodalla legge 24/2017(legge Gelli) sullasicurezza dellecure e laresponsabilitàprofessionale

“Registriamo con granderammarico la decisione delSnlg (Istituto Superiore diSanità) di procedere allastesura delle Linee Guidadella medicina dellariproduzione attraverso unasemplice traduzione di LineeGuida internazionali conadattamento o meno allarealtà Italiana. Lungi daldover replicare esperienzeestere, riteniamo che l’Italiasia in grado non solo distilare per sé le proprie LineeGuida, ma anche di farscuola a livellointernazionale”

Componenti GISS:Colacurci Nicola - Coordinatore Ajossa SilviaAlviggi CarloAnserini PaolaBertoli MassimoBorini AndreaCau GiuseppinaCoccia Maria ElisabettaCosta MauroD’amato GiuseppeDe Placido GiuseppeDe Stefano CristofaroGianaroli LucaLevi Setti Paolo EmanueleMencaglia LucaPalermo RobertoPerino AntonioPorcu EleonoraSchettini Sergio

Società Scientifiche confluite nel Gruppo GISSSIGO-AOGOI:SIFES MR (Società Italiana di Fertilità e Sterilità eMedicina della Riproduzione)SIdR (Società Italiana della Riproduzione)Fondazione PMA ItaliaCECOS (Centre d’Etude et de Conservation desOeufs et du Sperm)

Società Scientifiche e Associazioni Pazientiche hanno espresso il loro consenso allastesura delle Linee Guida italiane:AIO (Associazione Italiana Ostetricia)FNOPO (Federazione Nazionale Ordini ProfessioniOstetriche)SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicinadella Sessualità)SIBIOC (Società Italiana di Biochimica Clinica eBiologia Molecolare Clinica)SIE (Società Italiana di Endocrinologia)SIERR (Società Italiana di EmbriologiaRiproduzione e Ricerca)SIGU (Società Italiana di Genetica Umana)ARIANNeOnlusAssociazione Luca CoscioniAPE Onlus - Associazione Progetto Endometriosi

gyneco aogoi numero 3 - 201920 PROFESSIONE

Page 19: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

21gyneco aogoi numero 3 - 2019 PROFESSIONE

come tutti sappiamo, nell’ultimo Congresso Nazio-nale Sigo-Aogoi-Agui 2018 è stato approvato il nuovostatuto della Federazione Sigo-Aogoi-Agui-Agite cheraggruppa le tre anime della ginecologia e ostetriciaitaliana: ospedaliera, universitaria e territoriale.Tra le principali novità previste dal nuovo statuto vi èl’istituzione dei Giss, i Gruppi di Interesse Scientifi-co Speciale, all’interno della Federazione. Un Giss èun’assemblea a lungo termine di membri con un’areadi interesse in una sub-specialità di Ginecologia e Oste-

GiSS per la Ginecologia OncologicaIl coordinatore è Vito Trojano e i componenti sono:ANGIOLI Roberto, CHIANTERA Vito, FRANCHIMassimo, GIORDA Giorgio, MALZONI Mario,RASPAGLIESI Francesco, SALERNO Giovanna,SARTORI Enrico, SCOLLO Paolo, VIZZA Enrico,ZULLO Fulvio, CRISTIANI Paolo (delegatoPresidente AGITE), nonché i Presidenti delle altreFederate o un loro delegato. Società che finora hanno aderito: AIOM - Associazione Italiana Oncologia Medica -Presidente Stefania Gori, SIOG - Società Italiana diOncologia Ginecologica - Presidente RobertoAngioli.Siamo in attesa di accettazione da parte del CNECdella nostra proposta per l’elaborazione di lineeguida in materia per la pubblicazione nell’SNLG.

GiSS per la MenopausaIl coordinatore è Anna Maria Paoletti e icomponenti sono:BARBARO BECORPI AngelaMaria Luisa, BIGLIA Nicoletta, CAGNACCI Angelo,CARUSO Salvatore, DI CARLO Costantino, GALLOMario, GAMBACCIANI Marco, GRASSI Giuseppina,GUIDA Maurizio, LELLO Stefano, NOCERAFrancesca, VILLA Paola, DEL BRAVO Barbara(delegato Presidente AGITE), nonché i Presidentidelle altre Federate o un loro delegato.Società che finora hanno aderito:SIM - Società Italiana Menopausa - PresidenteMarco Gambacciani e la SIGITE - Società ItalianaGinecologia Terza Età - Presidente Mario Gallo.Anche per questo GiSS siamo in attesa dieleggibilità da parte del CNEC per la pubblicazionedelle linee guida nell’SNLG.

GiSS per la Diagnosi Prenatale Il coordinatore è Enrico Ferrazzi e i componentisono: VIORA Elsa Presidente AOGOI, VOLPE Paolodelegato Presidente SIGO, MORLANDOMaddalena delegato Presidente AGUI, VEZZANIDirce delegato Presidente AGITE, ANZELMODaniela, CETIN Irene, CONOSCENTI Giancarlo, DEROBERTIS Valentina, GIORLANDINO Claudio,MONNI Giovanni (coordinatore per la parte didiagnosi prenatale invasiva), NAZZARO Giovanni,PREFUMO Federico, SCIARRONE Andrea,STAMPALIJA Tamara, TADDEI Fabrizio, VALENSISEHerbert. Facilitatori: DE SANTIS Marco, TEODOROAdele.

Società che finora hanno aderito: SIEOG - Società Italiana di Ecografia Ostetrica eGinecologica - Presidente Tiziana Frusca checollaborerà con noi alla stesura di dette linee guidaper la parte ecografica e la SIGU - Società Italiana diGenetica Umana - Presidente Maurizio Genuardi.SIMP - Società Italiana di Medicina Perinatale -Presidente Luca Ramenghi.Con grande piacere si comunica che il Dr. PrimianoIannone, Direttore del CNEC-SNLG, ha giudicato laproposta di Linee Guida del Gruppo GISS DiagnosiPrenatale eleggibile per la pubblicazionenell’SNLG.

GiSS Scienze Ostetriche Il coordinatore è Roberto Jura e i componentisono: ARDUINI Lara, CHIÀNTERA Antonio delegatoPresidente AOGOI, CRESCINI Claudio, DEL BO Elsa,DRIUL Lorenza, FERRARO Sebastiana, FRANCESELetizia, GIORNELLI Roberta, LOCCI Maria Vittoria,MARCHI Antonella, MASSACESI Mario, PARAZZINIFabio, RAGUSA Antonio, Presidente SIGO o suodelegato, COLACURCI Nicola per AGUI, BARTOLIMaria Grazia delegato Presidente AGITE.Per il GiSS Scienze Ostetriche c’è stato comunicatoche la nostra proposta per LG sulla “Gestione dellagravidanza a basso rischio” non è eleggibile per lapubblicazione in quanto sono già in corso diaggiornamento delle LG dell’ISS “Gravidanzafisiologica 2011” che hanno le stesse finalità.Tuttavia, il Dott. Primiano Iannone, Direttore CentroNazionale Eccellenza Clinica, Qualità e Sicurezzadelle Cure, Istituto Superiore di Sanità, ci ha invitatia prendere contatto con il Reparto Salute delladonna e dell'età evolutiva/CNaPPS che sta curandola stesura delle LG, auspicando la partecipazionedelle nostre Società al progetto stesso.

GiSS per lo studio della placenta Il coordinatore è Antonio Chiàntera e i componentisono:BARTOLONI Giovanni, BUCCELLI Claudio,BULFAMANTE Gaetano, FULCHERI Ezio, MECACCIFederico, MOSCA Fabio, NERI Margherita,PETRAGLIA Felice, QUINTARELLI Gianfranco, RESTALeonardo, TARSITANO Pietro, VALENSISE Herbert,DI SIMONE Nicoletta delegato Presidente SIGO,DUBINI Valeria delegato Presidente AGITE nonché iPresidenti o un loro delegato delle altre Federate.Per questo GiSS è stata presentata la richiesta perl’elaborazione di LG su “La diagnostica

anatomopatologica della placenta umana nellevarie epoche di gravidanza” e il Direttore del CNECDott. Primiano Iannone, ha giudicato la taleproposta eleggibile per la pubblicazionenell’SNLG.Società che finora hanno aderito: SIAPEC-IAP - Società Italiana di AnatomiaPatologica e Citologia Diagnostica - PresidenteMauro Truini.SIMP - Società Italiana di Medicina Perinatale -Presidente Luca Ramenghi.SIEOG - Società Italiana di Ecografia Ostetrica eGinecologica - Presidente Tiziana Frusca.SIMLA - Società Italiana di Medicina Legale e delleAssicurazioni - Presidente Riccardo Zoja.SIN - Società Italiana di Neonatologia - PresidenteFabio Mosca.

GiSS PMA Il coordinatore è Nicola Colacurci e i componentisono:ALVIGGI Carlo, BORINI Andrea, COSTAMauro, D’AMATO Giuseppe, DE STEFANOCristofaro, PERINO Antonio, PORCU Eleonora.CAU Giuseppina delegato Presidente AGITE,COCCIA Maria Elisabetta delegato CECOS, DEPLACIDO Giuseppe delegato Presidente SIGO,MENCAGLIA Luca delegato PMA Italia, PALERMORoberto delegato SIFES, SCHETTINI Sergiodelegato Presidente AOGOI.GIANAROLI Luca coordinatore gruppo studio SIGOmedicina della riproduzione.LEVI SETTI Paolo Emanuele coordinatore tra GiSS eCD Federazione SIGO.Facilitatori: AJOSSA Silvia, ANSERINI Paola,BERTOLI Massimo.Società che finora hanno aderito: AIO - Associazione Italiana Ostetricia - PresidenteRoberta Giornelli. FNOPO - Federazione Nazionale Ordini dellaProfessione Ostetrica - Presidente Maria Vicario.SIAMS Società Italiana di Andrologia e Medicinadella Sessualità - Presidente Dr. Giovanni Corona.SIBIOC Società Italiana di Biochimica Clinica ebiologia Molecolare Clinica - Presidente SergioBernardini.SIE Società Italiana di Endocrinologia - PresidenteFrancesco Giorgino.SIERR - Società Italiana di EmbriologiaRiproduzione e Ricerca - Presidente Lucia DeSantis.

SIGU - Società Italiana di Genetica Umana -Presidente Maurizio Genuardi.SIRU -Società Italiana della Riproduzione Umana -Presidenti A. Guglielmino – P. Viganò - L. Montano. Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricercascientifica - Presidenti M. De Luca – M. Gentili – M.Welby - Segretario Nazionale F. Gallo. APE Onlus - Associazione Progetto Endometriosi -Presidente Annalisa Frassineti.

GiSS Ginecologia Endocrinologica Il coordinatore è Anna Maria Paoletti e icomponenti sono:APA Rosanna, DE FRANCISCISPasquale, DE LEO Vincenzo, FRUZZETTI Franca,FULGHESU Anna Maria, GENAZZANI AlessandroDavid, GENNARELLI G., GUIDAMaurizio, LANZONE Antonio, NAPPI Rossella, PAMPALONIFrancesca, SIMONCINI Tommaso, STOMATIMassimo, Presidente SIGO o suo delegato,Presidente AOGOI o suo delegato, CIANCI Antoniodelegato Presidente AGUI, TOSCHI Marinadelegato Presidente AGITE.

GiSS Uroginecologia I componenti sono: CHIANTERA Antonio - delegatoPresidente AOGOI, FRANCHI Massimo - delegatoPresidente SIGO, CERVIGNI Mauro - delegatoPresidente AIUG, ORLANDELLA Maurizio delegatoPresidente AGITE, SERATI Maurizio - delegatoPresidente SIUD, FARMISANO Carmen – SIGO,CAMPAGNA Giuseppe- SIGO, ZULLO Marzio –AIUG, NATALE Franca – AIUG, CAPOBIANCOGiampiero – AIUG, DE VITA Davide – AOGOI,PETRUZZELLI Paolo - AOGOI, IULIANO Lucio -AOGOI, SALVATORE Stefano – AGUI, TORELLAMarco – AGUI, BELLINI Massimo – AGUI,PALMIOTTO Rosanna – AGITE.Società che finora hanno aderito: AIUG - Associazione Italiana di UrologiaGinecologica e del Pavimento Pelvico - PresidenteGianluca Bracco - Segretario Scientifico MauroCervigni.SIUD - Società Italiana di Urodinamica - PresidenteMarco Soligo.Per i GiSS di Ginecologia Endocrinologica e diUroginecologia così come per i costituendi nuoviGiSS verrà inoltrata mediante la piattaforma laproposta per LG al CNEC.

tricia, che si riuniscono per discutere sui nuovi svilup-pi della loro area e sui modi per valutare e implemen-tare questi sviluppi nella pratica clinica generale. I Giss sono stati istituiti al fine di riunire competenzespecifiche in ogni campo dell’ostetricia e ginecologia,con la finalità di contribuire a redigere linee guida sul-le tematiche specifiche, di attuare programmi forma-tivi post-universitari nel loro relativo campo di inte-resse, di contribuire allo sviluppo di campagne pro-mozionali e realizzare progetti di ricerca nello speci-fico campo.La funzione di un Giss è quindi di mantenere glistandard scientifici nella propria specifica area, siaorganizzando e sostenendo attività educative e di ri-cerca sia offrendo opportunità di scambio di opinio-ni e costruzione di un consenso, concentrandosi sul-la qualità e gli standard educativi attraverso la certi-ficazione e l’accreditamento che dovrebbero portaread ottenere diversi risultati, compresi specifici corsidi formazione o documentazione, la creazione di Grup-pi di Lavoro per lo sviluppo di linee guida e/o con-sensi da pubblicare, ecc.Ogni Giss dovrà presentare una relazione annua-le delle proprie attività al Consiglio Direttivo ed avràuna sua rappresentanza nell’ambito del Consiglio Ge-nerale. Il Giss è costituito da un Gruppo DirigenteOperativo (Gdo) composto da 11 membri, di cui unocon funzione di collegamento con il Consiglio Diret-tivo della Federazione Sigo, società e/o persone spe-

cificamente competenti nell’area di interesse in unasub-specialità di Ginecologia ed Ostetricia.Fino ad ora sono stati costituiti otto Giss che co-prono gli ambiti della Ginecologia Oncologica, Gi-necologia Endocrinologica, Menopausa, DiagnosiPrenatale, Scienze ostetriche, Studio della placenta,Uroginecologia e Procreazione medicalmente assi-stita. Mentre sono in via di costituzione altri Giss perla Chirurgia Ginecologica e per la Ginecologia delbasso tratto vaginale.Ogni Giss si avvarrà della collaborazione di Asso-ciazioni di pazienti al fine di creare una rete reale edefficace non solo fra noi professionisti, ma anche conrappresentanti della società civile e delle donne chesapranno arricchire il contenuto delle attività scienti-fiche in modo da ‘calarle’ nella realtà quotidiana.Ci auguriamo che tutti i Giss possano davvero svol-gere un ruolo ‘dinamico’, creando una rete, non so-lo tra i ginecologi, ma anche con tutti i professionistidi competenze diverse coinvolti nei vari settori speci-fici, in modo da produrre informazione, cultura e rac-comandazioni pratiche che aiutino tutti noi a fornirela migliore assistenza possibile, avvalendosi della par-tecipazione attiva delle donne, non più pazienti ben-sì persone consapevoli che la salute è un bene pre-zioso che va difeso e salvaguardato.Ecco di seguito i Gruppi di Interesse ScientificoSpeciale già attivi con l’elenco dei membri e del-le società che vi hanno aderito.

Previsti dal nuovo statuto della Federazione Sigo con lafinalità di contribuire a redigere linee guida su tematichespecifiche, i Gruppi di Interesse Scientifico Specialericopriranno un ruolo importante anche nel creare una retenon solo tra i ginecologi, ma anche con tutti i professionisti ele associazioni di pazienti coinvolti nei vari ambiti diinteresse delle sub-specialità di Ginecologia e Ostetricia

Al via i lavori dei GISS

L’ATTIVITÀ DEI GRUPPI DI INTERESSE SCIENTIFICO SPECIALE

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gyneco aogoi numero 3 - 2019

Troppe poche sonole donne e le coppieconsapevoli diquesta realtà, eancora troppo pochesono le iniziativevolte alla diffusionedi conoscenze suconcettifondamentali comequesti

22 PROFESSIONE

Roberta VenturellaProfessore Associato diGinecologia e Ostetricia,Università Magna GraeciaResponsabile Centro diPMA di III livello OspedalePugliese Ciaccio diCatanzaro

anche oggi, come tutti gli altri giorni di at-tività professionale, si è presentata da me An-na (così come Giulia, Maria, Alessia...), 41 anni,lavoratrice, forse in carriera, sicuramente unadonna che ha studiato anche dopo la scuola del-l’obbligo. Ha poggiato sulla scrivania la sua car-tellina con i referti dei controlli precedenti, qual-che pap test, e guardando negli occhi il compa-gno mi ha detto: “Professoressa, siamo qui per-ché vorremmo iniziare a pensare ad un bambino”. Prima di lei, Carla, una sua coetanea con una sto-ria simile è venuta da sola, chiedendomi di sot-toporla ad un check-up completo perché proprionon si spiega come mai, nonostante tutto vadabene sia in lei che nel marito, è un anno che stan-no provando...ma questo bambino non arriva. Anna, Carla sono donne come troppe altre, chefrequentano i nostri ambulatori alla ricerca di unagravidanza in età avanzata. Ogni volta, prima distabilire un rapporto empatico e iniziare una lun-ga spiegazione che le renderà tristi o spaventate,mi chiedo se davvero possiamo continuare adignorare questo fenomeno dilagante. Tra le cause più frequenti di infertilità, oggi,quella probabilmente più frequente è nuova, edovremmo iniziare a chiamarla con il suo nomee cognome: “infertilità fisiologica, età dipen-dente”.I dati Istat, non molto diversi dai dati pubblica-ti in tutti gli altri Paesi europei e comunque delmondo industrializzato, non fanno che innalza-re in maniera lenta ma inesorabile l’età alla pri-ma gravidanza delle nostre donne. Se nel 1999erano solo il 2,8% i bambini nati nel nostro Pae-se da donne over 40, nel 2009 questo numero èalmeno raddoppiato. Le ragioni alla base di questo fenomeno sonomolteplici e la loro analisi esula dallo scopo diquesto articolo ma a grandi linee sono legate al-l’aumento dell’istruzione e dell’occupazione fem-minile, con crescenti obiettivi di carriera, alle stra-tegie contraccettive altamente efficaci a disposi-zione, alla scarsità di incentivi sociali a sostegnodella genitorialità e all’idea diffusa e fuorviantesecondo cui la Procreazione Medicalmente Assi-stita (Pma) può compensare il naturale declinodella fertilità con l’invecchiamento. Tanto è veroche se guardiamo ai dati pubblicati dal Ministe-ro della Salute sui trattamenti dei centri Pma inItalia, vediamo come continua anno dopo annoad aumentare l’età media delle donne che si ri-volgono per un trattamento di fecondazione as-sistita di coppia: se nel 2005 solo il 20% di loroaveva superato i 40 anni, nel 2016 il tasso è arri-vato al 36%, motivo per cui l’età media delle no-stre pazienti è oggi di quasi 37 anni.

Peccato che a 37 anni è già iniziato, inevita-bile, il declino della capacità riproduttiva diqualsiasi donna, anche della più fertile. Stu-di di popolazione su numeri enormi di donnehanno dimostrato in maniera inequivocabile ilrapporto che esiste tra età e fertilità nel sesso fem-minile, indicando anche una serie di steps suc-cessivi ben evidenziati nella figura 1, tratta dal-l’articolo di Te Velde e Pearson pubblicato su unadelle riviste più prestigiose del nostro settore nel2002.

Come mostrato nel grafico, il picco della fer-tilità femminile si attesta tra i 18 e i 25 anni einizia a decrescere dopo i 35 (per questo, neglistudi scientifici, le donne over 35 sono chiamateAMA (Advanced Maternal Age), fino a terminaredefinitivamente addirittura 10 anni prima dellacomparsa della menopausa della donna. Questo

significa che, salvo casi sporadici (che non si at-testano in più del 4-5% di tutte le donne) in cuil’età ritardata alla menopausa concederà qualchepossibilità di concepimento anche a 42-43 anni,il 90% delle donne italiane, destinate ad andarein menopausa mediamente a 51 anni, perderan-no la possibilità di concepire tra 40 e 41 anni. Unadonna su 10, più sfortunata, anticiperà ancora dipiù questo momento, e una su 100, destinata al-la menopausa precoce prima dei 40 anni, avràesaurito ogni chance riproduttiva già intorno ai30 anni.Questi numeri, che sconvolgono ogni volta ledonne a cui li mostriamo, dipendono da un fat-tore biologico estremamente semplice: ci siamoevoluti da un punto di vista sociale nel tempoma siamo rimaste biologicamente identiche al-le donne di 3000 anni fa, costruite per concepi-re a 15 anni e mettere al mondo 3-4 figli, prima

Tra le cause più frequenti di infertilità, oggi, quellaprobabilmente più frequente è nuova, e dovremmo iniziare achiamarla con il suo nome e cognome: “infertilitàfisiologica, età dipendente”.La soluzione a questo fenomeno inevitabile, contrariamentea quanto pensi la maggior parte della popolazione generale,non è, e non può essere, la Pma

L’orologio biologico esiste e bisogna farci i conti

INFERTILITÀ FISIOLOGICA ETÀ DIPENDENTE

0 18 31 37 41 45 51

Age (yrs)

Birth

DecreaseFertility

OptimalFertility

1000000

100000

10000

1000

Folli

cle

num

ber

Figura 1. Correlazione tra età e fertilità nella donna

End ofFertility

IrregularCycles

Menopause

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23gyneco aogoi numero 3 - 2019 PROFESSIONE

di morire per le cause più svariate prima dei 30. Che ci piaccia o no, ancora, esistono delle dif-ferenze sostanziali tra uomini e donne, anchesul versante riproduttivo. Mentre gli uomini, in-fatti, possono essere in grado, salvo patologie in-tervenute, di produrre ciclicamente nuovi sper-matozoi fino alla morte, i gameti femminili, cioèle cellule uovo contenute nelle ovaie, smettonodi essere prodotti addirittura durante la vita in-tra-uterina. Per questa ragione, i determinantibiologici del declino della fertilità femminile as-sociato all’età dipendono tanto dal mancato rin-novo del pool degli ovociti durante la vita, quan-to dalla diminuzione progressiva del numero deifollicoli e conseguentemente degli ovociti subitodopo la nascita (il numero dei follicoli dimi-nuisce negli anni secondo una dinamica espo-nenziale prevedibile con un modello mate-matico). Già a 30 anni nelle ovaie rimane non più

del 15% del patrimonio follicolare presente allanascita e a 40 anni non rimane più del 5 % del nu-mero iniziale. Come se non bastasse, insieme alla riduzione delnumero, assistiamo ad una diminuzione pro-gressiva della qualità degli ovociti, soprattuttodal punto di vista genetico, a causa di una seriedi anomalie dei numerosi pathways coinvolti nel-la fisiologia cellulare, quali produzione di ener-gia, regolazione del ciclo cellulare, bilanciamen-to del metabolismo, regolazione epigenetica e mi-sgregazione meiotica. L’anomalia più frequente che ne risulta, legataalla cattiva qualità ovocitaria età-dipendente, èl’aneuploidia, che consiste nella presenza di unnumero errato di cromosomi negli embrioni ge-nerati dall’incontro di queste uova con gli sper-matozoi paterni. Il risultato clinico di questo fenomeno biologicoè, da un lato, la percentuale di embrioni con ano-malie genetiche, che sale dal 35% nelle donne dietà inferiore ai 35 anni all’80% sopra i 42 anni.Dall’altro, diretta conseguenza di tutto ciò, la ri-duzione del tasso di concepimento spontaneo, digravidanza a termine e bambino nato vivo, insie-me ad un aumento progressivo del tasso di abor-tività spontanea, che, se a 20 anni è inferiore al10%, sale al 50% a 42 anni. Numeri su numeri,quasi un bollettino di guerra, che dovremmoimparare a memoria e usare tutte le volte che unaragazza adolescente entra nei nostri ambulatori.Perché, contrariamente a quanto pensi la mag-gior parte della popolazione, la soluzione a que-sto fenomeno inevitabile non è, e non può es-sere la Pma. Se guardiamo ai dati pubblicati nell’ultimo reportministeriale, infatti, i tassi di successo dei tratta-menti di fecondazione assistita (FIVET e ICSI) de-crescono in maniera esponenziale all’aumentaredell’età della donna, così che se il tasso di gravi-danza cumulativa per ciclo iniziato è del 37% pri-ma dei 34 anni, questo scende al 29% tra 34 e 39anni, 15% tra 40 e 42, fino al 6% dopo i 42 anni(figura 2). Di tutte queste gravidanze iniziate, pe-rò, più del 53% avrà un esito avverso (cioè nonporterà ad un bambino nato a causa di aborto)dopo i 43 anni, così che, a conti fatti, una donnache inizia un trattamento di Pma a 42 anni hascarso il 3% di possibilità di tornare a casa conun bambino in braccio (figura 3). Tra 40 e 42 an-ni questa possibilità sarà di circa il 9%, tra 35 e39 anni circa il 20%, almeno in Italia, su cicli sen-za utilizzo di uova donate.

Quanti medici di base parlano alle propriepazienti di queste percentuali di successo?Quante coppie pensate che immaginino una real-tà del genere, quando decidono di avviare unpercorso di Pma o quando scelgono di ritardarela gravidanza per creare prima tutta l’infra-

struttura familiare necessaria al proprio proget-to di vita insieme? Poche, troppo poche. Così co-me pochissimo sono conosciuti i rischi maternilegati ad una gravidanza in età avanzata, so-prattutto se ottenuta dopo donazione di uova (fe-condazione eterologa o ovodonazione). Moltecoppie, di fronte ad un counselling onesto cheillustra i dati di cui abbiamo appena parlato, cichiedono: “come ha fatto allora la mia amica (opeggio, come ha fatto Gianna Nannini) ad avereun bambino a 49 anni? Se ha potuto lei, perchénon posso io?”.Quanti di noi hanno il coraggio di dire a que-ste coppie che le gravidanze sopra i 45 anniespongono la donna (anche perfettamente in sa-lute e senza patologie croniche pre-esistenti) adun rischio di morte che è 4.3 volte superiore al-le donne under 35, e che questo rischio è co-munque 2.6 volte maggiore anche nelle donnetra 40 e 44 anni? Questi dati, tratti da un gros-so studio pubblicato sul British Journal of Ob-stetrics and Gyneacology nel 2014, dicono ancheche il rischio di andare incontro a complicanzegravi, quasi mortali (cosidetto Maternal NearMiss) è 3.5 volte maggiore sopra i 45 anni e 2.2sopra i 40. Tra gli altri, questi rischi si chiama-no ipertensione in gravidanza, eclampsia, dia-bete, placentazione anomala, emorragia post-partum. Complicanze possibili anche nelle gra-vidanze spontanee in donne giovani, ma che ve-dono nella tecnica di ovodonazione e nell’etàavanzata due principali fattori di rischio ag-giuntivi, che ne fanno aumentare incidenza epericolosità. Dalla mia personale esperienza professionale,troppe poche sono le donne e le coppie consa-pevoli di questa realtà, e ancora troppo pochesono le iniziative volte alla diffusione di cono-scenze su concetti fondamentali come questi. Lamaternità, e in generale la genitorialità, tutta-via, sono bisogni fisiologici del genere umanoche, sebbene non nel 100% degli individui, pri-ma o poi esplodono nella vita di una coppia egovernano scelte e investimenti, emotivi ed eco-nomici. Anche dopo il counselling più oggettivosul rischio di insuccesso, sui costi (non sono mo-netari), sui rischi in caso di eventuale successodopo tecnica di ovodonazione, sono molte di piùle coppie che decidono di intraprendere co-munque il percorso rispetto a quelle che rinun-ciano senza neanche averci provato, perché en-trano in campo motivazioni fortissime, spessopiù forti della consapevolezza delle possibilitàdi insuccesso. Per questo motivo ritengo che sia nostra re-sponsabilità, medica e sociale, educare le nuovegenerazioni sin dalle età più giovani, affinché si cer-chi insieme, per tempo, una soluzione alternativache possa in qualche modo prevenire l’inevitabilediagnosi di “infertilità fisiologica” a 40 anni.

≤34 anni 35-39 anni 40-42 anni ≥43 anni TotaleClassi di età della paziente

≤34 anni 35-39 anni 40-42 anni ≥43 anni Totale

40

35

30

25

20

15

10

5

0

Perc

entu

ale

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60

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elle

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vida

nze

Figura 2. Percentuali di gravidanza su ciclo iniziato e cumulativo dopo PMA in Italia Figura 3. Percentuali di esiti negativi delle gravidanze monitorate dopo PMA in Italia

Classi di età della paziente

Percentuale di gravidanza per tecniche a fresco

Per approfondire

Report annuale sull’attività deicentri di procreazionemedicalmente assistita – anno2016- ISS

Te Veld ER, Pearson PL. Thevariability of female reproductiveageing. Hum Reprod Update2002; 8:141-154

Laopaiboon M, Intarut B et al.Advanced maternal age andpregnancy outcomes: amulticountry assessment. BJOG2014; 121 (Suppl. 1):49–56

Biografia breve

Roberta Venturellaè nata nel1984 a Palermo, dove haconseguito la Laurea in Medicinae Chirurgia. Dopo un Dottorato diRicerca e un periodo daRicercatrice, è attualmenteProfessore Associato diGinecologia e Ostetricia pressol’Università Magna Graecia eResponsabile del nascenteCentro di Pma di III livellodell’Ospedale Pugliese Ciacciodi Catanzaro, primo e unicoCentro pubblico calabrese. Nellasua attività lavorativa, oltre atrattare le problematicheconnesse all’infertilità, si occupadi preservazione della fertilitànelle donne affette da patologiebenigne e maligne, di chirurgiamininvasiva, isteroscopica elaparoscopica e di oncologiaginecologica. È autrice di oltre 60pubblicazioni scientifiche suriviste con peer-review e impactfactor, inventrice e titolare di unbrevetto per la valutazionedell’età ovarica della donna evincitrice di premi nazionali einternazionali per le attività diricerca svolte sulle tematicheostetrico-ginecologiche

23,9

36,7

17,3

25,4

18,225,1

36,8

53,6

25,2

4,5 6,6

11,015,4

20,0

28,8

Percentuale di gravidanza cumulata

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L’arte di imparare dagli erroriL’organizzazione sanitaria è la più complessa fra le organizzazioni complesse in quantovi confluiscono una molteplicità di potenziali rischi. Per cercare di ridurre gli eventiavversi dobbiamo imparare dagli errori, ma soprattutto dai cosiddetti ‘quasi errori’

si racconta che edward a murphy jr, ingegnere dell’aviazione americana(nulla di certo è noto su questo personaggio), nel 1949 durante un esperimentopronunciò la sua storica frase: “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, euno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno lo farà”. Tutti noi sappiamo che l’errore non è eliminabile nelle organizzazioni com-plesse quali l’aviazione, la difesa militare, le centrali nucleari e l’organiz-zazione sanitaria. Quest’ultima è la più complessa fra le organizzazioni com-plesse in quanto è aperta sempre (non chiude mai, lavora 24 ore al giorno,365 giorni l’anno), è aperta a tutti (enorme gamma di attività e pluralità dicompetenze professionali), è in costante evoluzione, ma è complessa so-prattutto per la vulnerabilità dei soggetti trattati: i malati. Pertanto, comein altri sistemi complessi simili ma con un rapporto inferiore di componen-te umana, anche in ambito sanitario si deve “accettare” che il verificarsi de-gli errori e dei danni che ne possono conseguire siano eventi possibili, com-ponenti ineliminabili del sistema, anche se in gran parte controllabili. Il Sistema Sanitario infatti è un sistema dinamico, articolato, adattati-vo, aperto, in cui agiscono in continua interazione fluida molteplici fattorifra cui: la specificità dei singoli pazienti con le loro patologie e aspettativepersonali sempre più alte; la complessità degli interventi sanitari a cui con-corrono pluralità di competenze specialistiche; una crescente molteplicitàdi ruoli professionali e una interfaccia uomo/macchina/biotecnologia sem-pre più presente e complessa. Questi fattori devono integrarsi e agire sinergicamente per garantire, tem-pestivamente, il raggiungimento di un unico obiettivo rappresentato dalla“cura del paziente”; questo sì accresce le competenze tecniche dei profes-sionisti ma aumenta anche gli step in cui si possono annidare i rischi e lapossibilità di errore.James Reason, professore emerito di Psicologia nell’Università di Man-chester, definisce così l’errore umano: “L’errore è caratterizzato da una se-quenza di attività fisiche o mentali che non riescono a determinare un esi-to desiderato, quando esse non possono essere attribuite all’intervento delcaso” (Reason J. Human Error. Cambridge: Cambridge University Press, 1990). Reason distingue tra errori d’esecuzione e tra azioni compiute secondole intenzioni e delinea così tre diverse tipologie d’errore (Reason, 1990): • Slips: errori di esecuzione che si verificano a livello di abilità. In questa ca-

tegoria vengono classificate tutte quelle azioni eseguite in modo diverso dacome pianificato, cioè l’operatore sa come dovrebbe eseguire un compitoma non lo fa, oppure inavvertitamente lo esegue in maniera non corretta.

• Lapses: errori di esecuzione provocati da un fallimento della memoria. In que-sto caso l’azione ha un risultato diverso da quello atteso a causa di un falli-mento della memoria. A differenza degli slips, i lapses non sono direttamenteosservabili.

• Mistakes: errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione.In questo caso è il piano stesso a non essere valido, nonostante le azio-ni si realizzano come sono state pianificate. Possono essere di due tipi: - Rule-based mistakes: errori dovuti alla scelta della regola sbagliata a

causa di una errata percezione della situazione oppure nel caso di unosbaglio nell’applicazione di una regola.

- Knowledge-based mistakes: errori dovuti alla mancanza di conoscenzeo alla loro scorretta applicazione.

Un caso che merita di essere approfondito, vista la sua importanza anche

numerica, è quello delle violazioni (Reason, 1997). La differenza tra errorie violazioni si basa sul concetto di “intenzionalità”. Per violazioni s’inten-dono tutte quelle azioni che implicano un aggiramento deliberato di regolee/o codici di comportamento condivisi nel contesto (in questo caso si trattadi un comportamento intenzionale, ma non necessariamente malevolo). Reason, nell’analisi dell’errore umano, sviluppa anche una teoria sistemicadetta “teoria degli errori” dalla quale nasce l’idea che il verificarsi di un in-cidente sia frutto di una concatenazione d’eventi che hanno superato tuttele difese che erano state messe in atto. Reason ha chiarito in maniera piu� pre-cisa il significato d’errore latente, attraverso il cosiddetto modello del “for-maggio svizzero”: immaginiamo un’organizzazione come formata da unaserie di settori (immaginiamoli come delle fette del formaggio) che agisconoin serie, allora in ogni fetta vi possono essere dei buchi che rappresentano icosiddetti errori. In primo luogo dobbiamo pensare a una configurazione va-riabile nel tempo dove i fori sono molto mobili, si aprono e si richiudono mol-to velocemente, e si spostano in vari punti possibili della stessa fetta. Questi buchi mobili coincidono con gli errori manifesti o “attivi”, che pos-sono essere i più vari, ma che, di solito, non lasciano tracce né conseguenzerilevanti. Cosa diversa è rappresentata dagli errori “latenti” che possiamoraffigurare come dei fori nel formaggio ben più duraturi e poco mobili. Questisono legati alla progettazione organizzativa, all’insieme delle regole che de-terminano le modalità lavorative. Questi fori durano molto a lungo nel tempo,fino a quando nuove procedure, linee guida, comportamenti, non vengono in-trodotti formalmente nell’ambiente lavorativo e applicati diffusamente. Tutte le fette di formaggio, che nell’insieme configurano l’intera organiz-zazione, possono quindi contenere occasioni di errore: i cosiddetti errori“latenti”, che non aspettano altro che di poter emergere. Ma ciò accade ra-ramente, solo quando i fori nelle varie fette si allineano fra di loro e non esi-stono quindi più meccanismi di tolleranza e compensazione. È solo allorache, per puro caso, l’allineamento dei fori determina il passaggio da “ri-schio” ad “evento”. In un mondo ideale ciascun strato difensivo è intatto. La presenza dibuchi in queste fette di per sé non è sufficiente a determinare un esito ne-fasto (Reason J. Human error: models and management. BMJ 2000;320:768–70). La possibilità che si verifichi un evento avverso dipende quindi dallapresenza nel sistema di “insufficienze latenti”, ovvero insufficienze o er-rori di organizzazione, di progettazione, di controllo, ecc., che restano si-lenti nel sistema senza generare danni evidenti, finché un fattore scatenantenon li renderà manifesti in tutta la loro potenzialità, causando danni conconseguenze più o meno gravi. Peraltro è più facilmente individuabile, come causa diretta e immediata diun evento avverso, una “insufficienza attiva”, un errore umano, una pro-cedura non rispettata, una distrazione, un momento di stanchezza, un in-cidente di percorso che ha direttamente consentito il verificarsi dell’evento.Poiché gli errori ‘attivi’, insiti nella natura umana, non potranno essere eli-minati in modo definitivo (ce lo ricorda il grande Seneca con il suo Errarehumanum est), per aumentare la sicurezza del sistema è necessario agire su-gli errori di pianificazione o ‘latenti’ (sui quali quelli attivi s’innescano) in-serendo e migliorando le procedure di sicurezza, cioè le barriere.Pertanto devono essere ideate delle barriere se si vuole raggiungere un con-trollo del rischio, riducendo la probabilità che si verifichino errori (prevenzio-ne) e contenendo le conseguenze dannose degli errori comunque verificatisi(protezione); la visione di “sistema” si contrappone alla visione di “individuo”. A titolo di esempio entriamo in un immaginario ambulatorio di patologiadel basso tratto genitale. Durante una colposcopia, l’infermiera ‘distratta-mente’ versa la formalina nella ciotola per l’acido acetico. Il ginecologo nel-l’eseguire l’esame ‘distrattamente’ deterge la portio con la formalina procu-rando così una lesione cervico-vaginale. In quell’ambulatorio la formalinae l’acido acetico, che hanno aspetto simile, venivano forniti dalla farmaciain uguali contenitori ed erano conservati nel medesimo armadietto.Si tratta di un evento avverso, evento inatteso correlato al processo assisten-ziale che comporta un danno al paziente/operatore sanitario, non intenzio-nale e indesiderabile che ha procurato un danno alla paziente. All’evento av-verso dovrà seguire una segnalazione con il sistema di Incident Repor-ting, l’errore verrà analizzato con uno dei metodi reattivi della Gestione del Ri-schio Clinico per andare a capire cosa e perché è successo, vedere ciò che si èfatto rispetto a ciò che si sarebbe dovuto fare al fine di definire ed attivare azio-ni che facciano in modo che quella determinata situazione non riaccada.Immaginiamo che sempre nel nostro ipotetico ambulatorio l’infermiera di-strattamente ha confuso la formalina con l’acido acetico ma il ginecologo,prima di detergere la portio, ha la sensazione olfattiva che il tampone pas-satole dall’infermiera è imbevuto di formalina invece che di acido acetico equindi chiede la sostituzione del tampone intercettando così l’errore ed evi-tando così l’evento avverso e il danno alla paziente. Questa circostanza, definita near miss, aveva la potenzialità di determi-nare un evento avverso alla persona, ma poiché intercettata non ha rag-giunto la paziente.Come noto, i near miss (chiamati anche ‘quasi incidenti’) sono molto preziosiproprio perché non coinvolgono il paziente, sono indicatori importanti del-la vulnerabilità del sistema perché sono più frequenti degli eventi avversi,

maurizio silvestri*margarete tockner**laura grasselli*** Direttivo nazionale Aogoi**Servizio Gestione Rischio

Clinico USL Umbria 2

gyneco aogoi numero 3 - 201924 PROFESSIONE

PREVENZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO

SEGUE A PAGINA 29

Le misure diprevenzionecomprendonoazioni per crearebarriere al fine direndere più facilile cose giuste e piùdifficili quellesbagliate, strategienecessarie pergovernare l’errore

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UNIVERSIDAD DE BUENOS AIRES

FACULTAD DE MEDICINA

Organizado por:

DIAGNOMED(Institución afiliada a la Facultad de Medicina UBA)

Auspiciado por:

Resolución: 2018- 558 - APN - MS

IV JORNADAS INTERNACIONALES DE

MEDICINA MATERNO-FETAL Y NUEVAS TECNOLOGÍAS

Presidente: Prof. Dr. Mario Palermo

I JORNADAS ÍTALO-ARGENTINAS DE

ULTRASONOGRAFÍA EN DIAGNÓSTICO PRENATAL

Presidente: Prof. Dr. Doménico Arduini

XII JORNADAS DE INVESTIGACIÓN DE SADIPT

Presidente: Dr. Adolfo Etchegaray

25 | 26 | 27 DE ABRIL

AULA MAGNA de la Facultad de Medicina de Buenos Aires (UBA)lo scorso aprile a buenos aires, nella storicaAula magna dell’Università, si è svolto il I Conve-gno italo-argentino di ecografia e diagnosi pre-natale nell’ambito di un congresso dedicato allamedicina materno-fetale ed alle nuove tecnolo-gie, sotto l’egida del Ministero argentino della Sa-lute, della Ambasciata d’Italia e della Fetal Me-dicine Foundation.Il congresso di medicina materno-fetale è orga-nizzato da diversi anni ed ha coinvolto molti re-latori provenienti dall’Europa e da diversi Paesidell’America Latina. È la prima volta, invece, cheviene organizzato il convegno italo-argentino vo-luto dal dottor Mario Palermo, emigrato da pic-colo in Argentina, e dal professor Domenico Ar-duini che da molti anni collabora con l’Universi-tà di Buenos Aires. L’iniziativa ha avuto un gran-de successo di pubblico con aula piena soprat-tutto di giovani studenti e specializzandi, dei col-leghi e colleghe argentine.I relatori invitati sono stati, oltre ai molti colleghisudamericani, italiani provenienti non solo dal-l’Italia (Gianni Monni, Enrico Ferrazzi, Elsa Vio-ra, Federica Bellussi) ma anche dagli Usa (Gian-carlo Mari, Vincenzo Berghella) con l’obiettivodi creare un network fra professionisti con origi-ni italiane.La qualità delle relazioni è stata molto elevata conampia discussione e partecipazione del numero-so pubblico presente. È stata una importante oc-

casione di aggiornamento sulle tematiche mater-no-fetali e di confronto fra realtà con una diversaorganizzazione della sanità.Oltre alla parte scientifica, va segnalata l’affet-tuosissima ospitalità di Mario Palermo e della suafamiglia che, oltre all’abbondante cocktail di ben-venuto organizzato all’interno dell’Università ealla cena dei relatori, ci hanno accolti a casa lorocome vecchi amici. Si è creato fin da subito un cli-ma amichevole e molto piacevole, come se ci siconoscesse da sempre.Siamo stati anche ricevuti dall’ambasciatore ita-liano a Buenos Aires e, seppure sotto una pioggiatorrenziale, abbiamo potuto ammirare la bellis-sima villa, sede dell’ambasciata.Il secondo incontro sarà organizzato a Napoli du-rante il nostro Congresso nazionale e dovremo es-sere all’altezza non solo come programma scien-tifico, ma anche come accoglienza. (E.V.)

L’iniziativa, che apre a un network fraprofessionisti con origini italiane, èstata una importante occasione diaggiornamento sulle tematichematerno-fetali e di confronto frarealtà con una diversa organizzazionesanitaria. Il prossimo incontro sarà organizzatoa Napoli nell’ambito del nostroCongresso nazionale

I Convegno italo-argentino di ecografia e diagnosi prenatale

BUENOS AIRES 25-27 APRILE 2019

costituiscono la base sommersa dell’“iceberg” men-tre gli eventi avversi sono solo la punta. In caso di near miss si può discutere con mag-giore serenità poiché non essendoci stato danno alpaziente c’è minor senso di colpa, minore attenzio-ne a cercare giustificazioni, minore timore ad esse-re giudicati; è più facilmente possibile individuare ipossibili fattori contribuenti e proporre le azioni cor-rettive, preventive o di miglioramento, quindi queicambiamenti organizzativi finalizzati ad evitare il ri-petersi dell’errore e rendere più sicuro il sistema. Nel nostro ambulatorio immaginario l’errore atti-vo è lo scambio dei flaconi, mentre le criticità/ er-rori latenti/errori organizzativi sono l’approvvi-gionamento e lo stoccaggio di formalina e l’acidoacetico che vengono forniti in flaconi simili e con-servati nel medesimo armadietto/scaffalatura e ladisattenzione del personale. L’errore attivo è loscambio dei flaconi.Questi fattori latenti avrebbero potuto rimaneredormienti ancora per molto tempo prima di mani-festarsi ma, combinandosi opportunamente con at-ti insicuri e situazioni scatenanti (disattenzione),hanno creato una opportunità per l’accadimento diun near miss e di un evento avverso.Le misure di prevenzione comprendono azioniper creare barriere al fine di rendere più facili lecose giuste e più difficili quelle sbagliate, strategienecessarie per governare l’errore. Nel nostro immaginario ambulatorio delle malattiedel basso tratto genitale le azioni preventive/mi-gliorative condivise, per rendere più difficile al-l’operatore di sbagliare, saranno:• conservare la formalina in luogo separato rispet-

to all’acido acetico• porre l’acido acetico e la formalina in contenitori

con caratteristiche differenti (o apporre Alert)• evidenziare sui contenitori con maggiore chia-

rezza la natura della sostanza contenuta• aggiungere all’acido acetico un colorante che pos-

sa darle un colore differente dal bianco• disporre che l’infermiera, dopo aver versato nel-

la ciotola l’acido acetico, verifichi con l’olfatto chesi tratti realmente di acido acetico e comunicarload alta voce al ginecologo che a sua volta, primadi detergere la portio, dovrà verificare con l’olfat-to che il tampone è imbevuto con l’acido aceticoe confermarlo ad alta voce all’infermiera.

È necessario però che le procedure non sianoeccessive poiché, nel giro di poco tempo, si pre-sterebbero ad essere violate. Mentre le misure diprotezione saranno necessarie per recuperare econtenere gli effetti degli errori che purtroppo con-tinueremo a fare. Come per esempio porre vicinoal colposcopio un sistema per una rapida irriga-zione della vagina nell’eventualità si dovesse, pererrore, detergerla con la formalina invece che conl’acido acetico.Dobbiamo sempre ricordare che per prendercicura dei pazienti è necessario lavorare in un am-biente ‘sicuro’. Ed è anche per questo che è fon-damentale imparare dagli errori ma, come detto,soprattutto dai ‘quasi errori’ e sviluppare una cul-tura di base i cui obiettivi principali sono accrescerel’efficacia delle attività mirate alla prevenzione e al-la riduzione degli eventi avversi prevedibili e pre-venibili e, come conseguenza, recuperare la fidu-cia dei pazienti nelle organizzazioni sanitarie. Gli esempi fatti illustrano che imparare dagli errorie soprattutto dai ‘quasi errori’ è possibile e che que-sto approccio consente, in modo trasparente e nonpunitivo, di rendere l’assistenza ai nostri pazientisempre più sicura. Realizzando delle barriere percontrollare il rischio possiamo ridurre la probabili-tà che si verifichino errori (prevenzione) e contene-re le conseguenze dannose degli errori comunqueverificatisi (protezione), con una visione di “siste-ma” che si contrappone alla visione di “individuo”.

segue da pagina 24

L’arte di imparare dagli errori

Page 24: L’arte di imparare dagli errori e dai ‘quasi errori’ …di inappropriatezza. E persino i famigerati parti cesarei mostrano segnali di brusca frenata. In-somma, mostra aree di

Giovanni Monni, Direttore della S.C.Fisiopatologia della riproduzioneumana e diagnosi prenatale del-l’Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Ca-gliari e Past President Aogoi, è statonominato membro del Committee forEthical and Professional Aspects ofHuman Reproduction and Wome-n’s Health della Federazione Inter-nazionale di Ginecologia e Ostetricia(Figo) per il triennio 2019-2021.Il Committee Board, che si riunisceperiodicamente a Londra, si occu-pa in particolare degli aspetti re-lativi a:• Raccolta e studio attuale degli aspet-

ti etici che vengono trattati nella ri-cerca e nella pratica clinica in oste-tricia, ginecologia e medicina ri-produttiva

• Aspetti etici internazionali• Raccomandazioni sulle linee gui-

da su problemi etici correlati al

training, formazione, scienza e pra-tica in ostetricia e ginecologia

• Presentazione degli aspetti etici al-l’attenzione delle Società membriFigo, dei medici e Adel pubblico neipaesi sviluppati e in quelli in via disviluppo

• Gestione della politica Figo riguar-do alle sponsorizzazioni e relazionicon le companies

• Promozione del Figo Bioethics Training

Curriculum sulla salute riproduttivae sessuale nei paesi in via di svilup-po ed in quelli più sviluppati.

“L’incarico – ha affermato il professorMonni – premia tutto il team del-l’Ospedale Pediatrico Microcitemicodi Cagliari che si pone ancora una vol-ta all’avanguardia a livello interna-zionale nel campo della ricerca scien-tifica e clinica e negli aspetti sociali edetici della riproduzione femminile”.

Giovanni Monni entra nel Comitato etico della Figo

30 gyneco aogoi numero 3 - 2019

si è spento a fine maggio, all’età di95 anni, il Professor Alberto Zacutti. Allievo del Professor Paroli, dopola sua attività nella Clinica Ostetri-ca dell’Università di Pisa, nel 1962è diventato Primario Ostetrico Gi-necologo dell’Ospedale S. Andreadi La Spezia, dove ha lavorato sinoal 1997.Il Professor Zacutti è stato uno stu-dioso, un cultore e un pioniere del-l’ecografia, utilizzando uno dei pri-mi apparecchi ecografici presenti inItalia.In quegli anni, grazie agli studi del

Professor Zacutti, il reparto di Oste-tricia e Ginecologia dell’OspedaleS. Andrea era famoso in tutta Italiae in Europa, considerato una verae propria scuola di formazione perchi desiderasse imparare la prati-ca dell’ecografia ostetrica e gine-cologica.Anche in Ginecologia Zacutti ha da-to un contributo importante intro-ducendo a La Spezia nuove tecnichechirurgiche ed eseguendo, in tempiparticolarmente rapidi e con sicu-rezza, interventi complessi, comequelli dei tumori del collo dell’utero.

Tutti i collaboratori, gli allievi, le don-ne che ha assistito in gravidanza edha aiutato a partorire, quelle che hacurato, gli amici e tutti coloro che lohanno conosciuto testimoniano lasua grande competenza, generositàe integrità.

“L’incarico affidatomi premia tutto il team dell’Ospedale Pediatrico Microcitemico diCagliari che si pone ancora una volta all’avanguardia a livello internazionale nel campodella ricerca scientifica e clinica e negli aspetti sociali ed etici della riproduzionefemminile”

Il professor Zacuttiha dato uncontributoimportante anche inGinecologiaintroducendo nuovetecniche chirurgicheed eseguendointerventicomplessi, comequelli dei tumori delcollo dell’utero

PROFESSIONE

Past President Aogoi, il Professor Zacutti è stato un pioniere dell’ecografia e ha dato uncontributo importante alla nostra Ginecologia e Ostetricia. Vogliamo qui ricordarlo comeuomo di profonda cultura umanistica, di grande competenza, generosità e integrità

Si è sempre impegnato nella ricer-ca e nel miglioramento delle con-dizioni di assistenza alla gravidan-za, partecipando all’attività dellesocietà scientifiche ostetrico gine-cologiche, ricoprendo la carica diPresidente Aogoi e vice PresidenteSigo.Alberto Zacutti è stato anche un uo-mo di profonda cultura umanisticaa vasto raggio ed essendo molto le-gato al suo territorio, in ambito lo-cale, ha compiuto interessanti ricer-che sulla storia antica della regioneApuana - Lunense.

La responsabilità professionale, la “goodpractice and malpractice” in ostetricia,rappresenta uno dei maggiori settori delcontenzioso medico-legale. Ad oggi, però,non esistono testi che affrontinocontemporaneamente sia gli aspetti criticidel travaglio e del parto sia gli aspettilegali. Questo testo, per la prima volta,riunisce entrambi gli argomenti. L’operaquindi non è un classico trattato diostetricia e ginecologia, ma affronta i variaspetti del travaglio e del parto secondo lamedicina dell'evidenza e le linee guidainternazionali. Sono state inserite sia lelinee guida Acog che Racog, così da forniretutti gli strumenti necessari per giudicarel’operato di ostetrici e ginecologi in base alPaese di appartenenza. In ogni Paese,infatti, si seguono linee guida differenti, qui

illustrate per intero. Per agevolare la consultazione, il testo èsuddiviso in capitoli dedicati alle varie fasidi preparazione e di assistenza deltravaglio, parto e postparto. Ogni capitolo èaffidato ai massimi esperti internazionalidella materia. Il testo risponde all'esigenzadi fornire una guida che indichi cosa fare ecosa non fare nell'assistenza al travaglio eal parto. Infatti, guardando sia agli aspetticritici che legali (validi per tutti i Paesi), illibro guida nel riconoscimento degli aspettidi management negativi (la bad practice)che spesso si basano su processitradizionali, su presupposti scientifici maivalidati, su “credenze e opinionipersonali”.

Elsa VioraVito Trojano

RUBRICHE/LIBRIgian carlo di renzovincenzo berghellaantonio malvasiGood practice andmalpractice in labor anddelivery Editore: Edra, marzo 2019Pagine: 464euro 119,00www.edizioniedra.it

GOOD PRACTICE AND MALPRACTICE IN LABOR AND DELIVERY

L’opera affronta i vari aspetti deltravaglio e del parto secondo lamedicina dell’evidenza e le lineeguida internazionali.Un libro-guida che fornisce tuttigli strumenti necessari pergiudicare l’operato di ostetrici eginecologi in base al Paese diappartenenza

Addio ad Alberto Zacutti