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BRUNETTO LATINI I LIBRI DEL TESORO Edizione critica ragionata e illustrata di Uberto Scardino 2015

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BRUNETTO LATINI

I LIBRI DEL TESOROEdizione critica ragionata e illustrata di

Uberto Scardino

2015

I libri del Tesoro – Brunetto Latini.

LIBRO PRIMOPARTE PRIMA

I libri del Tesoro – Brunetto Latini.

1. *Questo primo libro1 parla della nascita di tutte le cose.

Questo libro è chiamato Tesoro, perché così come il sire che vuole accumulare in un piccolo luogo delle cose di grandissimo valore, non solamente per il suo piacere, ma per accrescere il suo potere e per assicurare il suo stato in guerra e in pace, vi mette le cose più care e i gioielli più preziosi che può, secondo la sua intenzione migliore, in maniera analoga è compilato il corpo di questo libro di sapienza, così come ciò che è tratto da tutte le parti della filosofia, in una breve somma. E la *prima2 parte di questo tesoro è parimenti come denaro contante, da spendere sempre nelle cose necessarie. Cioè, essa tratta dell'inizio del mondo, delle vecchie storie dell'antichità e insomma, del fondamento del mondo e della natura di tutte le cose. Ciò appartiene alla prima *parte3 della filosofia, cioè alla teorica, secondo come il libro dice qui dopo. E così come senza il denaro non vi sarebbe nessun legame tra le opere dei popoli, che indirizzasse le une verso le altre, così nessuno può sapere pienamente delle altre cose, se non conosce questa prima parte del libro. La seconda parte tratta dei vizi e delle virtù ed è di pietre preziose, che danno all'uomo piacere e virtù, cioè quale cosa si deve fare e quale no e mostra la ragione del perché. E ciò appartiene alla seconda e alla terza parte della filosofia, cioè alla pratica e alla logica. La terza parte del tesoro è di oro fine, cioè insegna all'uomo a parlare secondo la dottrina della retorica e come il sire deve governare il suo popolo che gli è sottomesso, nella stessa maniera secondo l'uso degli italiani e tutto ciò appartiene alla seconda *parte4 della filosofia cioè alla pratica. Perché così come l'oro supera tutti i tipi di metalli, altrettanto avviene della scienza del ben parlare e del governare i popoli, la più nobile di alcun’altra arte del mondo. E perché il tesoro che è qui, non deve essere donato, se non ad un uomo che sia capace di una ricchezza così alta, lo donerò a te, dolce bello amico, perché ne sei ben degno secondo il mio giudizio. E così non dico che questo libro è tratto dal mio povero senno, né dalla mia nuda scienza, ma è così come una goccia di miele colta da diversi fiori, perché questo libro è compilato solamente di meravigliosi detti degli autori, che prima del nostro tempo hanno trattato di filosofia, ciascuno la parte secondo quanto ne sapeva, perché tutta non la può sapere un uomo terreno, poiché la filosofia è la radice da cui crescono tutte le scienze che uno può sapere, del tutto così come una *sorgente5 da cui escono e scorrono molti ruscelli qua e là, così che gli uni bevono da uno e gli altri dall'altro, ma in maniera diversa, perché gli uni ne bevono di 1 T titola: Cis livres est apielés Tresors et parole de la naissance de toutes coses = Questo libro è chiamato Tesoro e parla della nascita di tutte le cose. Sp inizia con il titolo: Prefacio. Poi dedica una breve introduzione all'autore del libro e ai traduttori e destinatari della corte spagnola: Ferdinando III, il Santo (1230-1252 d.C.), Alfonso X, il Saggio (1252-1284 d.C.), Sancho IV, l'Ardito (1284-1295 d.C.). Poi riprende dal primo capitolo, così come nell'edizione Carmody e Chabaille. B.Giamboni titola: Parla del nascimento e della natura di tutte le cose. Quindi omette ovviamente la parte dedicata ai re e inizia il capitolo con: Sì come il signore che vuole in un luogo ammassare cose di grandissimo valore... Traduco e riporto fedelmente la parte sopraddetta dell'introduzione di Sp: Prefazione. Qui comincia il libro del tesoro, tradotto dal Maestro Brunetto Latini in romanzo francese. Il nobilissimo re Sancho figlio del nobilissimo re don Alfonso e nupote del santo re don Ferdinando e settimo re di quelli che regnarono in Castiglia e Leon, i quali ebbero da ciò nome, don Sancho ordinò di tradurre dal francese nella lingua castigliana al Maestro Alonso de Paredes, fisico dell'Infante don Ferdinando e suo primo figlio ereditario e a Pasquale Gomes, scrivano del re sopraddetto. E parla della nobiltà di tutte le cose e nel primo libro comincia così.2 In F: maindre partie = parte minore. In T: premiere. (Si confronti anche il testo successivo). Sp e B.Giamboni confermano “prima”. (Viene messa a testo quest'ultima lezione).3 In T, Sp, B.Giamboni, M.Giola: scienza. In F: parte. (La maggior parte dei mss. attesta scienza. In tale contesto la lezione corretta è parte ripetuta svariate volte, ma la lezione scienza è altrettanto possibile se non ancor più corretta. Nel Medioevo, in particolare nel periodo contemporaneo o antecedente a Brunetto Latini, la cosiddetta filosofia Scolastica era rivolta al pensiero di Aristotele e Platone. Il primo suddivide la filosofia in tre scienze principali, la teoretica, la pratica e la poietica. Il secondo riordina l'intero sistema del sapere, con una divisione bipartita, i corni del dilemma, riprendendo il metodo socratico dialogico della maieutica. Pertanto, sia l'una che l'altra lezione per alcuni versi, hanno in questo senso, entrambe validità. Probabilmente il copista poco avvertito, ha ritenuto le lezioni indifferenti, se non abbia fatto addirittura, confusione con la lezione parte riferito alle parti dell'intera enciclopedia del Tresor. Si deve aggiungere che Brunetto Latini, fa una suddivisione della materia filosofica simile a quella aristotelica, laddove Aristotele chiama, come già detto, scienze, queste parti della filosofia. 4 In T, Sp, B.Giamboni: scienza. In F: parte.5 T aggiunge: vive = viva.

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più e gli altri di meno, senza asciugare la sorgente. Perciò dice Boezio nel libro della Consolazione, che la vide con l’aspetto di donna, in un tale abito e in una così meravigliosa possanza, che essa cresceva quanto le piaceva, tanto che il

suo capo saliva sopra le stelle, *osservava6 *verso il7 cielo, vegliava a monte e a valle, secondo il diritto e secondo la verità. Da ciò comincia la mia narrazione, perché dopo un buon inizio segue una buona fine. E il nostro Imperatore dice nel Libro della Legge, che l'inizio è la parte più importante della cosa. *E se qualcuno domandasse perché questo libro è scritto in romanzo8, *secondo la lingua dei francesi9, poiché noi siamo italiani, dirò che è per due ragioni. Una perché siamo in Francia, l'altra perché la parlata è più piacevole e più comune *che tutti gli altri linguaggi10.

2. *La filosofia e le sue parti11.

La filosofia è vera ricerca delle cose naturali, delle divine e delle umane, tanto come un uomo *può12 comprenderle. Da cui avvenne che, alcuni si impegnarono a cercare e a conoscere la verità di queste tre *questioni13 che sono dette nella filosofia, cioè della divinità, delle cose della natura e delle cose umane. Furono i giusti figli della filosofia e perciò furono chiamati filosofi. E in verità, all'inizio del mondo, quando le genti erano solite vivere secondo la legge delle bestie, conobbero prima la dignità della ragione e della conoscenza che Dio aveva donato loro e vollero sapere la verità delle cose che si trovano nella filosofia. Essi *toccarono14 tre questioni. Una era conoscere la natura di tutte le cose celesti e terrene, la seconda e la terza *appartengono15 alle cose umane. Di cui la prima è conoscere quali cose si devono fare e quali no, *la seconda16 e la terza, è conoscere la ragione e la prova, per quale motivo si devono fare le une e le altre no. E poi queste tre questioni furono trattate e vagliate a lungo tra i filosofi e gli altri chiari saggi, i quali trovarono nella filosofia loro madre, tre parti principali, cioè tre tipi di scienze, per insegnare e provare la vera ragione delle tre questioni *che ho esposto qui davanti17.

3. *Come la natura di tutte le cose è esposta in due maniere, secondo la teorica18.

Innanzitutto viene la teorica ed è quella scienza propria che ci insegna la prima questione, conoscere e sapere la natura di tutte le cose celesti e terrene, ma per il fatto che queste nature sono varie e diverse, poiché una diversa natura appartiene

6 F aggiunge: ataignoit = attendeva, osservava. In Sp: …...per vedere secondo diritto e secondo verità......In B.Giamboni manca, solo: …....e prevedeva ai monti e alle valli.....7 In T: sour = sopra. In F: au = al, verso. Per Sp e B.Giamboni, cfr. nota precedente.8 Da qui fino alla fine del capitolo, Sp riporta fedelmente il testo in francese.9 In T: selonc la raison de France = secondo la ragione di Francia. In F: le langage = la lingua.10 In T, Sp: langages = linguaggi. In B.Giamboni: più comune che tutti gli altri linguaggi. In F: gens = genti. Dal punto di vista del significato, entrambe le lezioni sono corrette. Per la maggiore frequenza, si mette a testo la lezione dei primi tre mss. citati.11 In Sp: Cos'è della filosofia e delle sue parti. In B.Giamboni: Come la materia di tutte le cose è divisa in tre maniere secondo teorica. Si preferisce la lezione di F e T.12 In T: possible = possibile. In F: pooir = potere. In B.Giamboni: possente. In Sp: puede = può. (Si preferisce questa lezione).13 In Sp: demandas = domande, questioni. In T, F, B.Giamboni: cose o choses.14 In Sp: cayeron = caddero. In B.Giamboni: caddero. Si preferisce la lezione di T ed F.15 In F: est = è. In T: sont. In B.Giamboni: fu di sapere le....... In Sp: son. Si preferisce la lezione di T ed Sp.16 In T manca. In F, Sp, B.Giamboni: seconda.17 In Sp: …..che avete udito sopra. In B.Giamboni: ch'io haggo divisate qua dinanzi. Si preferisce la lezione di T, F e B.Giamboni.18 B.Giamboni si discosta da F, T, Sp. Titola: Delle cose che l'uomo dee fare e che non, secondo teorica.

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alle cose che non hanno corpo, ma *partecipano19 alle cose corporee *e non convivono tra le cose corporee e un'altra natura appartiene alle cose che hanno corpo e convivono con le cose corporee e un'altra natura appartiene alle cose che non hanno niente di corporeo e sono tra le cose corporee20, per ciò *fu21 una cosa ragionevole, che questa scienza della teorica generasse dal suo corpo altre tre scienze, per dimostrare le tre diverse nature che ho esposte. E queste scienze sono chiamate con il nome di teologia, fisica e matematica. La prima e la più alta delle tre scienze che così sono tratte dalla teorica, è la teologia, che supera il cielo e ci mostra la natura delle cose che non hanno corpo, né convivono intorno alle cose corporee, in tal maniera che attraverso esse conosciamo Dio, l’onnipotente. Attraverso Egli, nella Santa Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, *crediamo in una sola persona22. Attraverso Egli, abbiamo la fede cattolica, la legge della santa Chiesa e ci insegna in breve tutto ciò che appartiene alla divinità. La seconda è la fisica, attraverso cui conosciamo la natura delle cose che hanno corpo e convivono *tra23 le cose corporee, cioè degli uomini, delle bestie, degli uccelli, dei pesci, delle piante, delle pietre e delle altre cose corporee che sono tra noi. La terza è la matematica, attraverso cui conosciamo la natura delle cose che non hanno corpo, ma sono intorno alle cose corporee. *E queste cose sono di quattro maniere diverse24 e per ciò vi sono quattro scienze nel corpo della matematica, chiamate con il giusto nome di aritmetica, musica, geometria ed *astronomia25. La prima di queste quattro scienze è l’aritmetica, che ci insegna a contare, numerare e aggiungere un conto sull'altro, moltiplicare l'uno fra l'altro, togliere gli uni dagli altri, separare e dividere in più *parti26 e a questa appartiene l'insegnamento dell'abaco e dell'algoritmo. La seconda è la musica, che ci insegna a fare *voci, canti e suoni, con le cetre27, con gli organi e con altri strumenti accordabili tra di loro, *per divertire28 la gente o in chiesa per il servizio al Nostro Signore. La terza è la geometria, attraverso cui conosciamo le misure e le proporzioni delle cose per lungo, per *largo29 e per altezza. È la scienza con cui gli *antichi saggi30, attraverso l'acutezza della geometria, si sforzarono di trovare la grandezza del cielo e della Terra, la distanza tra l'uno e l'altra e molte altre proporzioni che *fanno meravigliare31. La quarta scienza è l’astronomia, che ci insegna completamente l'ordine del cielo, del firmamento, delle stelle e il corso dei sette pianeti attraverso il loro

19 In Sp: han compania = hanno compagnia, convivono. In T, F: conversent = conversano, convivono. In B.Giamboni: conversano.20 B.Giamboni ed Sp aggiungono questo pezzo consistente ed importante ai fini della comprensione del testo, che si rende direttamente in lingua italiana contemporanea ed

introduce quanto viene poi esposto.21 T aggiunge: bien = ben.22 B.Giamboni sostituisce con: una sola sostanza.23 In T: entor = intorno. In F, Sp: entre = tra. In B.Giamboni: con. 24 T aggiunge: et ces choses sont de .iiii. diverses manieres. (Cfr. trad.). In Sp, B.Giamboni: ….vi sono quattro scienze nel corpo della matematica...25 In B.Giamboni: ...astrologia. E per fare canti in chiesa....26 B.Giamboni aggiunge: ….e numero sano e numero rotto.....(i numeri interi e i numeri decimali).27 In T: vois, sons en chant et en cytoles…… = voci e suoni con il canto e con le cetre…. In Sp e B.Giamboni (rendo direttamente in lingua italiana moderna): La seconda è musica, che ci insegna a fare voci di canti con le cetre, con organi ed altri strumenti e accordare l'uno con l'altro, per diletto delle genti e per far canti in chiesa per l'officio del nostr Signore.28 In T: pour delit des gens…..= per il diletto della gente…..29 In B.Giamboni: ampiezza.30 In B.Giamboni: i filosofi antichi. (Il termine filosofia nell'opera aristotelica, pur presentando delle associazioni che lo diversificano da sofia, non acquista mai una completa

autonomia nei confronti di questo, ma anzi rimane intercambiabile con esso anche nei contesti nei quali sono rilevanti quelle associazioni, perché non è mai indicato un tipo di sapere che sia essenzialmente differente da quello indicato dall'altro termine e neppure un rapporto col sapere che non sia estendibile all'altro.... - W.Leszl in: Forme e metodi del sapere in Aristotele. Dispensa universitaria del Corso di storia della filosofia antica, pag. 31, cap. 8, Pisa, 1980-1981). (E ancora il Leszl a pag. 5, fa una necessaria e precisa distinzione tra il termine sofia o sapere speculativo e phronesis o sapere pratico. Il saggio è chi possiede la phronesis, il filosofo possiede il sapere speculativo. Secondo la concezione platonica del filosofo, il filosofo è uno speculativo ed un saggio, cioè colui che si applica contemporaneamente, sul sapere e sulle cose pratiche della politica. Evidente qui l'ideale di uomo politico come Alfonso il Saggio, per Brunetto Latini, a cui si deve molto certamente ritenere la dedica e la realizzazione dell'enciclopedia).

31 In Sp: sono da amare molto.

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Zodiaco, cioè i dodici segni e come cambia il tempo, al caldo o al freddo, alla pioggia, *al secco32 o al ventoso, attraverso un principio stabilito nelle stelle.

4. *Le cose33 che si devono fare e quelle che no, secondo la pratica.

La pratica è la seconda scienza della filosofia, che ci insegna cosa *si34 deve fare e cosa no. E a dire il vero questo può essere in tre maniere. Perché una maniera è fare alcune cose ed *evitare35 altre, per governare se stessi. Un'altra maniera è per governare la propria *masnada36, la propria *casa37, il proprio avere e la propria *eredità38 e un'altra maniera è per governare della gente o un regno, un popolo o una città, in pace o in guerra. Ma poiché gli antichi *saggi39 conobbero queste tre diversità, convennero di trovare nella pratica tre tipi di scienze, per indirizzare le tre maniere di governare sé e gli altri, sono l'etica, l'economia e la politica. La prima di queste tre scienze è l'etica, che innanzitutto insegna a governare noi stessi a seguire una *vita40 onesta, fare opere virtuose e guardarsi dai vizi. Perché nessuno al mondo potrebbe vivere, né bene, né onestamente, né trarre profitto per sé, né per gli altri, se non governasse la propria vita e indirizzasse *i propri costumi41 secondo le virtù. La seconda è l’economia, che ci insegna a *governare42 i nostri figli, le nostre genti e noi stessi e altrettanto ci insegna a proteggere e accrescere i nostri possessi e le nostre eredità, avere *immobili e castelli43 da elargire o tenere, *quando sarà luogo e tempo44. La terza è la politica e senza dubbio è la scienza più alta e il mestiere più nobile che vi sia tra gli uomini, perché ci insegna a governare le genti straniere di un regno e di una città, un popolo e un comune, in tempo di pace e di guerra, secondo la ragione e secondo la giustizia. E ci insegna tutte le arti e tutti i mestieri, che sono necessari alla vita di un uomo. Questo avviene in due maniere, perché una è nell’opera e l'altra nelle parole. Quella nell’opera, sono i mestieri che operano sempre con le mani e con i piedi e sono i *fabbri45, i drappieri, i calzolai e quegli altri mestieri che sono necessari alla vita degli uomini e sono chiamati meccanici. Quella nelle parole, è ciò che si fa con la propria bocca, con la propria lingua e sono in tre maniere, sopra le quali sono stabilite tre scienze, la grammatica, la dialettica e la retorica. Di cui la prima è la grammatica, fondamento, porta ed entrata delle altre scienze. Essa ci insegna a parlare, scrivere e leggere correttamente, senza errori di barbarismi e *solecismi46. La seconda è la dialettica, che ci insegna a

32 In B.Giamboni e in Sp: a siccità, secura.33 In B.Giamboni: Qui dice perché l'uomo deve fare........34 In B.Giamboni: ….l'uomo.....35 In B.Giamboni:.....schifare......36 In T, F: mesnie = masnada (lett.). In B.Giamboni:....famiglia....In Sp: compania = compagnia. Da preferire la lezione di T ed F.37 In B.Giamboni:.....magione.....38 In B.Giamboni:.....retaggio.....39 In B.Giamboni:....filosofi.... Si veda la precedente analoga lezione.40 In B.Giamboni:.....via... In Sp: carrera = carriera/via/strada/destino.41 In Sp e B.Giamboni:....sé medesimo......42 In T: garder = guardare (osservare, curare). Sp aggiunge: guiar = guidare.43 In B.Giamboni: rendita. In Sp: cabdal = capitali. La frase completa è: ….arredamenti, mobili e capitali...(Si rende al plurale, più adatto). In T, F: catel: castelli. Non è da escludere

un errore del copista. Molto più ragionevole la coppia: immobili e capitali).44 In Sp: demuestra = dimostra, necessita. (Tutto al singolare). In B.Giamboni: muove. Da preferire la lezione di T ed F.45 In T: sueurs = sarti. Nei restanti mss.: fabbri.46 Sp aggiunge un testo piuttosto lungo, che rendo immediatamente in lingua italiana moderna: ….e il barbarism,o è un errore fatto nella sillaba o nella pronuncia parlando, come

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provare i nostri detti e le nostre parole, attraverso la ragione e *attraverso tali argomenti47 che danno fede alle parole che abbiamo dette, così che esse sembrano vere e provabili a essere vere. La terza scienza è la retorica, quella scienza nobile che ci insegna a trovare, ordinare e dire parole buone, belle e *piene di sentenze48, secondo come la *natura dell'argomento49 richiede. Essa è la *luce50 *degli oratori51, è l'insegnamento dei dettatori, è la scienza che innanzitutto indirizza il mondo a far bene e che ancora lo indirizza attraverso la predicazione dei santi uomini, attraverso le divine Scritture e attraverso la legge che governa i popoli, secondo il diritto e la giustizia. È la scienza di cui Tullio parla nel suo libro, in cui ha conquistata una cosa altissima, quello che supera gli uomini, in ciò che gli uomini superano del tutto gli altri animali, *cioè l'eloquenza52. Per questo ognuno dovrebbe darsi la pena di saperla, se la sua natura lo sostiene e lo aiuta, perché senza la natura e l’insegnamento, non può acquistarla nessuno. E a dire il vero, da lì abbiamo sempre bisogno per tutte le necessità, di molte cose grandi e piccole e possiamo fare ciò che solamente è necessario, attraverso il dire bene, ciò che non potremmo fare con la forza delle armi, né dell’ingegno.

5. *Perché53 si devono fare alcune cose e le altre no, secondo la logica.

La logica è la terza scienza della filosofia, quella che propriamente insegna a provare e mostrare la ragione, perché si devono fare alcune cose e le altre no. E nessuno può mostrare bene questa ragione, se non con parole, dunque la logica è la scienza con la quale si può provare e dire la ragione, *perché54 e come ciò che noi diciamo e mettiamo davanti, è molto vero. E questo è in tre maniere e sono anche tre le scienze: la dialettica, la fisica e la sofistica. Di cui la prima è la dialettica che insegna a opporre, contendere e disputare gli uni contro gli altri, creare questioni e difese. La seconda è la fisica, la quale insegna a provare che le parole dette sono vere e che *ciò che si dice55 è *così vero56 come si dice, *per giusta ragione57 e con veri argomenti. La terza scienza della logica è la sofistica, che insegna a provare che le parole che si dicono, sono vere. Ma essa prova ciò con una *cattiva intenzione58, con false ragioni e con sofismi e questo è con argomenti che hanno l’aspetto della verità, ma non è che una cosa falsa. Fin qui [il maestro] ha esposto la narrazione abbastanza brevemente e apertamente, cosa è la filosofia e tutte le scienze delle quali si può sapere, di cui la filosofia è madre e sorgente. Ora vuole tornare alla sua

qualcuno dice “domìnus” per “dòminus” e il solecismo è un errore che accade nell'aggiunta di due parti, come quando dice una “buona ombra”.47 In B.Giamboni: ….e per arti d'argomenti....48 In B.Giamboni solo: ….piane.. (Senza un significato). In Sp: …..piene di sapere..... La lezione di Sp è interessante, se confrontata con l'ideale ciceroniano dell'oratore che deve

vincere la disputa politica, perché ne sa di più ed espone la materia per il successo verbale.49 In T: nature = natura. In B.Giamboni = ….secondo che la natura richiede.... In Sp: ….la natura della ragione (argomento)..... In F: matire = materia...50 In T: mere = madre. In F: lumiere = luce. In B.Giamboni: ...lumiera di chiaro parlare..... In Sp: ...madre della ragione dei filosofi...51 In Sp: ...della ragione, degli argomenti, delle teorie (razon) dei filosofi (razonadores). In B.Giamboni c'è solo la parte relativa ai “dettatori”.52 In Sp: ragione (razon). In B.Giamboni: parlatura (eloquenza). In F e T: parleure = eloquenza. Anche nella credenza comune, si dice che gli uomini superano le bestie per la

capacità di parola e non di quella della ragione. 53 In Sp: Por qual razon = Per quale ragione.54 In T manca.55 T sostituisce con: cose = cosa. In Sp: lo que el dize (cfr. trad.). Anche B.Giamboni conferma questa lezione e le prossime due.56 Sp aggiunge: verdat (cfr. trad.).57 In T manca. In Sp: derecha razon (cfr. trad.). In F: droit = diritto. In B.Giamboni = dritta ragione.58 In Sp: engano = inganno. In B.Giamboni: mal ingegno. In F e in T: mal engin = cattiva intenzione.

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materia, cioè alla teorica, che è la prima parte della filosofia, per dimostrare un poco la natura delle cose del cielo e della Terra. Ma ciò sarà nella maniera più breve che il maestro potrà.

6. Come Dio fece tutte le cose all'inizio.

I saggi dicono che Dio Nostro Signore, *principio59 di tutte le cose, fece e creò il mondo ed il resto, in quattro maniere, perché innanzitutto ebbe nel suo pensiero l'immagine e la figura di come fare il mondo e le altre cose e ciò lo possedette sempre in eterno, così che quel pensiero non ebbe mai inizio. E questa immaginazione è chiamata mondo archetipo, cioè mondo in apparenza. Dopo questo, fece dal niente una grossa materia, che non aveva alcuna figura, né alcuna *sembianza60, ma era di sì fatta *forma61 e così predisposta, che se ne poteva *forgiare62 e trarre ciò che si voleva e questa materia è chiamata ylem. Dopo che ebbe fatto questo, così come poté, mise in opera e in atto il suo *proponimento63 e fece il mondo e le altre creature, secondo la sua *provvidenza64. E sebbene lo potesse *fare65 velocemente e facilmente, non volle mai correre, anzi vi mise sei giorni e al settimo si riposò. Ora la Bibbia ci racconta, che all'inizio Nostro Signore comandò che il mondo fosse fatto, cioè il cielo, la Terra, l’acqua, il giorno, la luce, gli angeli e il giorno fosse separato dalle tenebre. E dopo averlo comandato, fu fatto dal niente e questo fu il primo giorno del mondo, di cui testimoniano la maggior parte, che quel giorno è il quattordicesimo giorno dalla fine del mese di marzo. Il secondo giorno fu stabilito il firmamento. Il terzo giorno comandò che la terra fosse divisa dal mare e dalle altre acque e che tutte le cose che hanno le radici nella terra, fossero fatte in quel giorno. Il quarto giorno comandò che fosse fatto il Sole, la Luna, le stelle e tutti i pianeti. Il quinto giorno comandò che fossero fatti i *pesci e tutte le creature che vivono in acqua, gli uccelli e tutte le bestie che volano nell’aria e nuotano nell’acqua66. Il sesto giorno Dio comandò che fossero fatti tutti gli *animali che camminano67 sulla terra e allora fece Adamo a sua somiglianza e poi fece Eva dalla costola di Adamo, creò le anime dal niente e le mise nel loro *corpo68.

7. Come *alcune69 cose furono fatte dal niente.

Attraverso queste parole, possiamo capire che Dio fece

59 Sp aggiunge: es = è. B.Giamboni come proposizione relativa: ch'è principio.... F e T omettono. Da preferire quest'ultima lezione.60 In T e F: semblance = sembianza. (Da preferire questa lezione). In B.Giamboni: similitudine. In Sp: semejança. 61 In F: norme = norma. In T: forme = forma. In Sp: sy tal cosa aparejada que el podrie figurar della e fazer e entallar aquello que el quigiese. = così tale cosa preparata che poteva figurare già e fare ed intagliare (formare), quello che essa necessitava. In B.Giamboni: norma. 62 In T ed F: forgier = forgiare. In B.Giamboni = formare. Si cfr. con nota precedente63 In T ed F: proponiment (cfr. trad.). In B.Giamboni: proponimento. In Sp: proveymiento = provvedimento.64 In Sp: buen ordinamento = buon ordinamento. In T ed F: porveance = provvidenza. In B.Giamboni: provvidenza.65 In T: faire faire = far fare. In Sp: fizo = fece. In B.Giamboni: potesse fare. In F: puet faire = può fare.66 In Sp: En el quinto dia mandò que los pescados fuessen fechos et toutes les creatures ki vivent en el aigua et les aves bolsen en el ayre. In B.Giamboni: Al quinto dè comandò che fossero fatti i pesci in acqua e le bestie in terra, di tutte le maniere che vi sono. In F: Au quint jor commanda que li poisson fussent fait, et li oisel et toutes les bestes qui volent par l'air et noent par l'iaue. In T: Au quint jour commanda ke poisson fussent fait, et toutes les creatures ki vivent en euues. Passo della Bibbia, Genesi, 21: Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 67 In T e B.Giamboni manca. In Sp manca: che camminano. F aggiunge: qui vont par terre = che vanno sulla terra (che camminano).68 B.Giamboni aggiunge: Il settimo dì si posò, che non fece null'altra cosa.69 In F ed Sp: aucunes = alcune. Algunas = alcune. In B.Giamboni: alcune. In T: chascunes = tutte. (Secondo la tradizione biblica, tutte le cose furono fatte dal niente, ma poco più avanti viene precisato che alcune cose furono fatte di qualche altra materia).

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solamente l'uomo, perché di tutte le altre cose comandò che fossero fatte *e vale più fare che comandare70. Ma come che fosse, ci sono due maniere per cui alcune cose furono fatte dal niente e sono gli angeli, il mondo, il giorno e l'ylem, che furono fatti all'inizio, ma l'anima è creata dal niente e sempre crea nuove anime. E l'altra maniera è che tutte le altre cose furono fatte di qualche *altra materia71.

8. Il compito della natura.

Ora avete ascoltato a proposito delle tre maniere in cui Dio fece tutte le cose. La quarta maniera fu quando ebbe fatto tutto, ordinò la natura appropriata di per sé, di tutte le cose e stabilì loro certi corsi, come dovevano nascere, cominciare, finire, morire e la forza, la proprietà e la natura di ognuna. E sappiate che tutte le cose che hanno inizio, cioè che furono fatte di qualche materia, così avranno fine, ma quelle che furono create dal niente non avranno fine. E sopra questa *quarta72 *maniera73, *si trova il compito della natura74, *e Dio che è potente sopra tutte le cose, è creatore e facitore, ed essa è creatura che Egli creò.75 Egli è *senza76 inizio, essa fu cominciata. Egli è comandante, essa è obbediente. Egli non avrà mai fine, essa finirà tutto il suo lavoro. Egli è onnipotente, essa non ha potere, se non di ciò che Dio le ha disposto. Egli sa tutte le cose passate, presenti e future, essa non sa se non ciò che le mostra. Egli ordinò il mondo, essa segue i suoi ordinamenti. Così possiamo sapere che ogni cosa è sottomessa alla sua natura e nondimeno quello che fece tutto, può rimuovere e cambiare il corso della natura attraverso un miracolo divino, così come fece nella gloriosa Vergine Maria, che concepì il figlio di Dio senza conoscenza carnale e fu vergine assoluta prima e dopo ed Egli stesso resuscitò dalla morte. Questi e altri miracoli divini non sono affatto contro natura. E se qualcuno dicesse che Dio ordinò un certo corso alla natura e poi facesse contro il corso [stesso], che cambiasse il suo primo pensiero e se cambia il suo pensiero, dunque non è affatto eterno, gli dirò che la natura non ha a che fare nelle cose che Dio ritiene in suo potere e che il padre ebbe sempre nella [sua] volontà, la nascita, la passione *e la77 resurrezione del figlio, così come avvenne.

9. *Come in Dio non v'è nessun tempo.78

L'eternità di Dio è prima di tutti i tempi. In lui non vi è divisione del tempo andato, dal presente o di quello a venire, ma tutte le cose sono presenti a lui, perché le abbraccia tutte

70 L’uomo è al di sopra di tutte le creature e Dio si è impegnato nella sua creazione. Fare e creare si riferiscono alla maggiore qualità dell’uomo e non alla minore qualità di Dio. Comunque, nei mss. fin qui consultati, la separazione tra fare e comandare non è mai netta.71 T aggiunge: autre = altra. In Sp: alguna otra = qualche altra. In F: aucune matire = di qualche materia. B,Giamboni: altra materia.72 T, F, Sp aggiungono: quarte o quarta.73 In F: maniere. In T, Sp, B.Giamboni: matiere o materia.74 B.Giamboni: e sopra l'officio della natura è Dio sovrano.....75 In T, F: ...ki est viaire de son verai pere = che è vicaria al suo vero padre. (Si preferisce e riportare la lezione di Sp).76 In Sp manca.77 B.Giamboni aggiunge: e la natura.....78 F aggiunge: Ci dit = Qui dice.....In T manca. In Sp: De commo non ay en Dios ningun tiempo = Di come in Dio non c'è nessun tempo. In B.Giamboni = La ragione come Iddio non ha nullo tempo. (Da preferire le ultime due lezioni).

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con la *sua79 eternità. Ma questi tre tempi sono in noi, ecco come. Si dice del tempo che è andato: “Io ho donato”. E del tempo da venire si dice: “Io donerò”. E del tempo presente si dice: “Io dono”. Ma Dio li abbraccia in maniera così universale, che tutto ciò che fece, che fa *o che farà80, appartiene a lui come presente. E sappiate che il tempo non appartiene alle creature che sono sopra al cielo, ma a quelle che sono sotto *al cielo81. E prima dell'inizio del mondo non vi era nessun tempo, perché il tempo fu fatto e stabilito da quell'inizio e per ciò è chiamato inizio, allorché tutte le cose furono iniziate. Ma fisicamente, il tempo non ha alcun luogo, perché tutte le creature si muovono e cambiano facilmente, perché per un po’ vanno prima che vengano e perciò non vi è in loro un punto *fermo82. Per questo dico che quei tre tempi, cioè il *preterito83, il presente e quello che è da venire, non sono se non nel pensiero, che si ricorda delle cose passate, osserva le presenti e *attende84 le future.

10. *Qui dice come85 in Dio non vi è alcun movimento.

*Ciò non è così in Dio86, *ma è tutto insieme al presente87. Per questo sbagliano quelli che dicono che in lui il tempo cambiò, quando gli sopravvenne un nuovo pensiero di fare il mondo. Ma dico che questa *cosa fatta88, fu nel suo pensiero, in eterno e prima dell'inizio non vi era alcun tempo, ma la sua eternità, perché il tempo fu incominciato con la creazione, non la creazione con il tempo. Alcuni chiedono cosa facesse Dio, prima che fosse fatto il mondo e cosa gli venne immediatamente, nella volontà di fare il mondo e per questo qualche volta pensano che volle ciò che non voleva prima. Ma dico che non vi fu una nuova volontà, perché sebbene il mondo non fosse ancora fatto, tuttavia era nel suo pensiero eterno. E d'altra parte Dio è la sua volontà e la sua volontà è Dio, ma Dio è eterno e senza cambiamento, di cui è eterno e senza cambiamento, secondo la sua volontà. Quella materia, da cui queste cose furono formate, le precede per nascita e non per il tempo, così come il suono *viene89 prima del canto. Perché il suono viene prima del canto, poiché la dolcezza del canto appartiene al suono, *ma90 il suono non appartiene alla dolcezza del canto e con tutto ciò, ambedue stanno insieme. E di quella materia fu detto qua dietro, che non aveva figura, né alcun aspetto, perché non erano ancora [state] forgiate le cose che dovevano essere fatte, ma quella materia era [fatta] dal niente. Dico che all'inizio la *luce91 fu separata dalle tenebre e sebbene Dio dica con la bocca del profeta: “Io sono quello che fa la luce e crea le tenebre”, nessun uomo deve credere che le tenebre abbiano corpo, ma la natura degli angeli che

79 T, Sp e B.Giamboni aggiungono nelle diverse lingue: sua.80 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: ou que il fera = o che farà. In T manca.81 In T e B.Giamboni manca. 82 B.Giamboni aggiunge: che tutti tempi si muovono tostamente e lievemente.83 In T, F, B.Giamboni = preterito (passato). In Sp: passò = passato. 84 In B.Giamboni: preveggha (prevegga).85 In T manca. F aggiunge: ci dist que = Qui dice che. In Sp: Commo = Come. In B.Giamboni: Qui dice come... 86 In Sp: I tempi in Dio non sono mai così come negli uomini. In B.Giamboni: Ciò non è niente così in Dio.87 In B.Giamboni: ...anzi è a tutti tre i tempi insieme presenzialmente.88 In F: pensée = pensiero. In T: fachon = cosa fatta. In Sp: fazimiento = facimento. In B.Giamboni: facimento. 89 F, Sp aggiungono: est = è, viene. (Si riporta fedelmente il testo di B.Giamboni: Quella materia di cui quelle cose furo formate, e la varietade delli nascimenti furon nel suo eternal proponimento, e non ha niente di tempo. E così ne potrete intendere una simiglianza.90 T aggiunge: si = così. In Sp: e non. F e B.Giamboni: ma.91 Sia Sp che B.Giamboni, F e T dicono: chiarezza. Il chiaro, il giorno, la luce. In contrapposizione a tenebre.

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*non superarono la volontà di Dio92, è chiamata luce e la natura di quelli che la superarono è chiamata tenebre. E perciò dice la Bibbia, che all'inizio la luce fu separata dalle tenebre, cioè *che Dio creò gli angeli e dai buoni fece la luce e dai malvagi le tenebre, ma creò i buoni e li istruì e i malvagi li creò, ma non li istruì affatto93. Dio fece cose tutte molto buone, dunque nessuna cosa è *malvagia94 per natura, ma se le usiamo in maniera malvagia, diventano *malvage95 e così cambia *la bontà della natura96.

11. Come fu inventato il male.

Il male fu inventato con il diavolo, non creato e per questo è *niente97, perché ciò che è senza Dio è *niente98 e Dio non creò il male. Ma *molti99 pensano che Dio fece il bene e il diavolo il male e così credono che vi siano due nature, una del bene e un'altra del male. Ma si ingannano, perché il male non è per natura, anzi fu inventato dal diavolo, allorché l'angelo che era buono, per il suo orgoglio divenne malvagio e inventò il male. E che il male non sia per natura, appare del tutto chiaramente, perché ogni natura o è eterna, è Dio, o è mutevole, è il creato. Ma non è affatto per *creazione100, perché se cresce sulla buona *creatura101 la rende difettosa e quando se ne allontana, la natura si espande. *E questo male non si trova in nessun luogo e d'altra parte, non nuoce nessuna cosa che sia naturale102. Alcuni domandano perché Dio lasciò nascere il male. Io dico, perché fosse conosciuta la bellezza della buona natura, attraverso il suo contrario. Perché due cose contrarie, quando sono insieme una contro l'altra, sono più appariscenti. Se tagli le sopracciglia di un uomo, togli delle piccole cose, ma tutto il corpo diviene più brutto. Analogamente, se tra tutte le creature, biasimi un piccolo insetto, di essere malvagio per natura, certamente fai torto a tutte le creature. Tutti i mali sono venuti all’intero lignaggio umano, attraverso il peccato del primo uomo e per questo tutti i mali che sono in noi o sono per nascita o sono per nostra colpa. Parecchi dicono che i mali sono nella creazione. Nel fuoco, perché arde o nel ferro perché uccide, ma non considerano affatto che queste cose siano buone per natura, ma attraverso il peccato dell'uomo sono divenute nocive, perché prima del peccato gli erano sottomesse del tutto. Così sono nocive agli uomini per i loro peccati, niente affatto per natura, così come la luce che è buona per natura, ma è malsana per gli occhi malati e ciò avviene per i difetti degli occhi e non per la luce. E l'uomo fa il male in due maniere, con il pensiero o con l'opera e ciò che è nel pensiero

92 Sp aggiunge: l'ordine, il suo (di Dio) comando (el su mandamiento). B.Giamboni aggiunge: la volontà di Dio. …...oltrepassarono = non superarono....93 In T: …et de l’un de ciaus fist il la clarté et des autres les tenebres.. = e da uno di quelli fece la luce e dagli altri le tenebre. F, Sp e B.Giamboni aggiungono: buoni e malvagi. B.Giamboni li chiama: rei. Riporto il testo di B.Giamboni: Dio creò tutti gli angeli, e de' buoni fece la chiarezza e de' rei le tenebre. Li buoni angioli creò egli, e appressorsi a lui, e i

rei creolli buoni, ma elli non si appressaro a lui. 94 In B.Giamboni: ria = rea, peccatrice o colpevole.95 In B.Giamboni: rie.96 In T: …la bonne nature = la buona natura. In B.Giamboni: E così si cambia buona natura. (Da preferire la lezione di F e di Sp). 97 In T: noiens = niente. In F: neant = nuoce. In Sp: nada = niente. In B.Giamboni: niente. 98 Come la nota precedente.99 In T: hons = uomini. In Sp: muchos = molti. In B.Giamboni: eretici. In F: heris = eretici.100 In F, Sp: creature, creatura = creazione. In T, B.Giamboni: nature, natura = natura.101 In F: creature = creatura. In T: nature = natura. In Sp: bona criatura = buona creatura. In B.Giamboni: creatura.102 In F:..........et cest mal n'est pas en un leu, et d'autre part il n'a nule chose qui soit naturel = e questo male non è in un luogo e d'altra parte non c'è cosa che sia naturale. In T: Et cest mal n'est pas en nul lieu, et d'autrepart nule chose anuie ki est naturel. (Da preferire questa lezione). In B.Giamboni: ...e questo male non è niente in nullo luogo, e anche nulla cosa cambia ch'è naturale. I Sp: …...el mal non dana non dana ninguna cosa que sea natura. (concorda con T).

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è chiamato iniquità ed è in tre modi, nella tentazione, nel piacere o nella complicità. Quello che si trova nell'opera, è chiamato peccato ed è ugualmente in tre modi, nelle parole, nei fatti o nella perseveranza. Ma il profeta David, all'inizio del Salterio non nomina che tre maniere di peccati. La prima si trova nel pensiero, che viene con la tentazione ed il pensiero maligno. La seconda è nell'opera, la terza è nella perseveranza del male, in cui si dà agli altri esempio di malaffare. Ciò è significato dai tre morti che Gesù Cristo resuscitò. *Uno era dentro la casa, è il pensiero, un altro era all'uscio della casa, è l'opera, l'altro era lungo la via e sono quelli che innanzitutto perseverano nel malaffare103.

12. La natura *completa104 degli angeli.

Gli angeli sono per natura degli spiriti e la loro natura è mutevole, ma la carità eterna li preserva dalla corruzione *del peccato105 e così sono eterni per grazia, non per natura, perché se ciò fosse per natura, *il diavolo106 non sarebbe caduto. Prima di tutte le creature del mondo, furono fatti gli angeli e primo tra gli altri fu fatto *quello chiamato il diavolo, non per ordine di tempo, ma secondo l’ordine del potere che ebbe sopra gli altri107. *E con questa certezza cadde senza ritorno e cadde prima che fosse fatto l'uomo, perché nel momento che il diavolo fu creato, montò in orgoglio e cadde dal cielo, poi discese da Adamo e lo fece cadere e così cadde l'uomo e il diavolo108. Ma l'uomo ritornò a Dio, perché se ne pentì e riconobbe che stava sotto Dio, ma il *diavolo109 disse che era *uguale110 a *Dio111 e più grande di Dio e per il fatto che non se ne pentì per niente, non trovò perdono. Ma dico che l'uomo trovò perdono, perché la debolezza del peccare gli venne a causa del corpo, *di fango e terra umida112 e gli angeli *peccarono113, benché non fossero gravati *da nessuna malattia carnale114. Dopo che gli angeli maligni caddero, gli altri furono *confermati115 *per fare il bene116 e di ciò dice la Bibbia, che nel secondo giorno fu stabilito il firmamento ed il cielo fu chiamato firmamento. Gli ordini degli angeli buoni sono nove e tutti sono stabiliti per gradi e con dignità ed ognuno obbedisce all'altro, secondo la sua opera. Questi ordini sono, gli angeli, gli arcangeli, i troni, le dominazioni, le virtù, i principati, le potestà, i cherubini e i serafini. Gli angeli sanno tutte le cose attraverso la parola di Dio, prima che esse siano fatte e che ancora

103 B.Giamboni si discosta dagli altri mss.: L'uno che era dentro alla magione, cioè lo peccato occulto. L'altro che era nel mezzo della vita, ciò fu il figliuolo della donna vedoa, che significa coloro che fanno il peccato nel cospetto della gente. Lo terzo fu Lazzaro di quattro giorni, ciò significa coloro che perseverano nel male infin nella vecchiezza.

104 In T manca. In F: toute la nature = tutta la natura. (Da preferire questa lezione). In Sp: todas las naturas = tutte le nature. In B.Giamboni manca.105 In T, Sp, B.Giamboni manca. F aggiunge: de pechié (Probabile intervento del copista).106 In B.Giamboni: ...gli angeli che divennero rei... Gli altri mss. ….diavolo...107 B.Giamboni diverge dagli altri mss.: Ma quegli ch'ebbe nome Lucifer, a cui Iddio avea fatto tanto onore, che avea istabilito sopra tutti gli altri, egli montò in orgoglio, per ciò

ch'e' si assicurò della signoria ch'egli ebbe sopra gli altri.108 B.Giamboni diverge dagli altri mss.: E perciò ch'egli peccò senza nulla cagione, cadette di cielo in terra senza ritorno con tutti coloro che lui ubbidiro, che furo bene un ordine,

di tutti gli ordini mischiati E così per lo peccato superbia gli angioli divennero dimoni. Chi mi domandasse quanto tempo stette Lucifero in cielo poi che fu creato con tutti gli altri angioli, io gli risponderei, che non dimoraro un'ora compilata che egli montò in orgoglio con gli altri, e caddero sì come è detto. E poi che fu caduto ingannò egli Adam ed Eva, lo primo uomo e la prima femmina nel paradiso delitiarum. Fece loro mangiare lo pomo vietato, contra il comandamento di Dio. Ma Adam trovò in Dio mercede, però ch'egli si pentè, e sì conobbe ch'egli era sotto a Dio.

109 In B.Giamboni: Lucifero.110 In Sp: ygual = uguale. In B.Giamboni: pari. In F e T: pareil = uguale. 111 F aggiunge: en aucunes choses = in alcune cose.112 In B.Giamboni:....del limo della terra.113 B.Giamboni: aggiunge....cacciati...114 In B,Giamboni: di nulla carne, né di nulla malizia. Sp dopo gli angeli sostituisce con: caddero senza ragione e per questo non ebbero il perdono.115 I mss. riportano nelle varie lingue: confermati.116 B.Giamboni aggiunge: ….in tal maniera , che mai non potero peccare.

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devono accadere agli uomini. E sebbene gli angeli maligni perdessero *le altre virtù117, non persero affatto la virtù del *senno118 che fu dato agli angeli. E quello che possono sapere prima, è in tre maniere, attraverso la purezza della natura, per l'esperienza del tempo o attraverso la rivelazione delle potestà che restano ferme sopra. Quando Dio si cruccia del mondo, invia gli angeli maligni con il compito della vendetta, tuttavia li costringe a non fare tanto male come desiderano. Ma Dio invia gli angeli buoni con il compito [della difesa] della salute degli uomini e per questo dice la maggior parte, che tutti gli uomini hanno angeli che sono preposti *a guardare questi119.

13. *Qui120 parla dell'uomo.

Tutte le cose *che sono sotto il cielo121, sono fatte per l'uomo, ma l'uomo è fatto per se stesso. E che l'uomo, di tutte le altre creature, sia *di più alta dignità122 *che ogni altra creatura123, appare del tutto chiaramente per la riverenza *che Dio gli fece124, che di tutte le altre cose *comandò: “Sia così” e così fu fatto125. Ma dell'uomo mostra di averne *pensato126 con cura nel suo pensiero, quando disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza”. Creò Adamo, ma la donna poi fu formata dalla costola *dell'uomo127. L'uomo fu fatto a immagine di Dio, ma la donna fu fatta a immagine dell'uomo e perciò le donne sono sottomesse agli uomini per legge di natura. Ed ancora, l'uomo fu fatto per se stesso e la donna per aiutarlo. A causa del suo peccato, l'uomo fu dato al diavolo quando fu detto: “Sei terra e nella terra andrai”. Allora fu detto al serpente, cioè al diavolo: “Mangerai la terra”, cioè gli *uomini malvagi128.

14. *La129 natura dell'anima.

L'anima è la vita dell'uomo e Dio è la vita dell'anima. E l'anima dell'uomo non è l'uomo, ma il suo corpo che fu fatto di terra umida solamente ed è uomo se l'anima abita dentro. Attraverso questo congiungimento della carne è chiamato uomo, secondo come dice l'apostolo, che l'anima fu *creata130 nella carne ad immagine di Dio. E per questo sono in errore quelli che credono che l'anima abbia un corpo, perché è fatta ad immagine di Dio, non in tal maniera che sia mutevole, ma

117 In T: la sainteé = la santità. In B.Giamboni: …..la lor bellezza..... 118 In Sp:....seso = senso. (resta difficile da stabilire). Ad ogni modo è da preferire la lezione di F: sens = senno. In T: sainté = salute o sanità.119 Sp aggiunge questa lezione. T aggiunge: Dont cist vier son dit: angele qui custos meus es virtute superna, me tibi commissum serva deffende guberna. = Allora questi veri [angeli] sono detti: o angelo che sei il mio custode nella virtù superiore, conservami, difendimi, governa me, che a te sono affidato. In F: aus garder = a guardare questi. In Sp: que son guardas para los guardar. = sono guardie per guardarli. B.Giamboni conferma abbastanza la versione di F: E perciò dicono molti, che ciascun uomo ha seco un angiolo, ch'è ordinato a guardarlo. In Sp: De las dignitades.120 In T: Aprés = Dopo. Sp titola: De las dignitades del ombre. = Delle dignità dell'uomo. B.Giamboni: Qui parla dell'uomo, perché egli fu fatto.121 In T: del ciel en aval = del cielo in basso. In F: dou ciel en aval. In Sp: ...que son so el çielo.... = ….che sono sotto il cielo..... In B.Giamboni: ...del cielo in giuso.... Da preferire

la lezione di Sp. 122 In Sp: mas noble e mas digno = più nobile e degno. Da preferire le lezioni di T, F, B.Giamboni.123 B.Giamboni ed Sp, aggiungono questa lezione da preferire.124 Sp aggiunge: fizo = fece. 125 T aggiunge: …fait ce et ce….= “Fai questo e questo”.. In B.Giamboni: ….Iddio sia fatto così e così. Sp aggiunge: fatto. Da preferire la lezione di F.126 Sp aggiunge: …..un gran pensiero e una molto grande volontà. B.Giamboni diverge leggermente: ….ma dell'uomo mostra che vi pensasse nel suo consiglio, diligentemente,

quando eggli disse....127 Sia F che T riportano: baron = barone. Significa un uomo distinto per la sua nascita e per le sue alte qualità. Sp sostituisce con: Adamo. B.Giamboni sostituisce con: dell'uomo. Da preferire quest'ultima lezione.128 B.Giamboni aggiunge: ...e le malvagie femine.129 B.Giamboni aggiunge: Qui dice della....130 In T: faite = fatta. Nei restanti mss.: creata.

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[in maniera] che sia senza corpo, così come è Dio e i suoi angeli. E sappiate che le anime hanno un inizio, ma non avranno mai una fine, perché ci sono cose di tre tipi. Le une sono temporali, che iniziano e finiscono, *sono tutti i tipi di corpi131. Altre sono *spirituali132, che iniziano ma non finiscono, sono gli angeli e le anime. Altre sono sempiterne, che non cominciano, né finiscono, è Dio nella sua divinità. Ma l'anima non è una sostanza divina, né una divina natura, né tanto meno è fatta prima del suo corpo, ma è creata in quella stessa ora, quando è messa dentro il corpo. Molte virtù attraverso la natura sono nell'anima, ma essa si offusca per la mescolanza con il corpo che *è corruttibile133.

15. *I compiti134 e i nomi, dell'anima *e del corpo135.

*Noi136 superiamo gli altri animali, non per la forza, né per i sensi, ma per la *ragione137. E la *ragione138 è nell'anima, ma la forza e il senso sono nel corpo e *per usare139 *le cose corporee, non basta il senso della carne140. E sappiate che la ragione si trova nell'anima e l'anima ha molti compiti e per ciascun compito è chiamata con tale nome, come a quel compito conviene, perché dove dà vita al corpo dell'uomo è chiamata anima, dove ha volontà di qualche cosa è chiamata *animo141, dove giudica rettamente è chiamata *ragione142 *per il fatto che essa respira è chiamata spirito143 e dove sente è chiamata senso, ma *dove ha sapienza è chiamata intelletto144. E a dire il vero, l'intelletto è la parte più alta dell'anima, attraverso la quale ci viene la ragione e la conoscenza, attraverso la quale l'uomo è chiamato immagine di Dio. E la ragione è un movimento dell'anima, che aguzza la vista dell'intelletto e sceglie il vero dal falso. Ma il corpo ha altri cinque sensi: il vedere, l'udire, l'odorare, il gustare e il toccare. E così come uno supera l’altro per l’onorabilità del loro livello, altrettanto l'uno supera gli altri per virtù. Perché l’odorare supera il gustare, come luogo e come virtù, perché è più in alto e la sua virtù opera più a lungo. Analogamente *l'udire145 supera l'odorare, perché udiamo più lontano che non odoriamo. E il vedere li supera tutti, per luogo e per dignità. Ma supera tutte queste cose, l'anima che è posta nella fortezza maestra del capo e osserva con il suo *intelletto146, ciò che il suo corpo non tocca e che non arriva fino agli altri sensi del corpo. Perché dicono i saggi, che il capo è ostello a quelle tre [parti] dell'anima: una davanti per apprendere, l'altra nel mezzo per conoscere, la terza dietro per la memoria. Per questo vi sono molte cose nell'intenzione di un uomo, che non può dire con la lingua ed è la ragione per cui i

131 In T, Sp, B.Giamboni quest’ultima frase manca.132 In Sp e B.Giamboni: perpetueles = perpetue. In T ed F: spiritueles = spirituali. Da preferire quest'ultima lezione.133 In F e T: decheable = decadibile, corruttibile. B.Giamboni: ch'è fiebole e debole, onde la fa peccare. In Sp: que es moridero = che è morituro. Da preferire la lezione di F e T.134 In T manca.135 In Sp manca.In B.Giamboni ed in F il titolo è completo. Si adotta questa lezione.136 Sp aggiunge: Dovete sapere che... 137 Sp aggiunge: entendimiento = intelletto. (...ma per la ragione e per l'intelletto....).138 Come nota precedente.139 In T: au sens = al senso. In Sp manca. Più valida la lezione di F e di B.Giamboni.140 In B.Giamboni: Ed alle corporali cose basta bene lo senso della carne, ma alle cose non corporali è mestiere la ragione dell'anima.141 In Sp: talento. In B.Giamboni: coraggio. Quest'ultimo mss. conferma la lezione di T ed F ed è più simile al contesto generale. 142 T aggiunge: et en ce k’ele espire est apielé esperit.= dove respira è chiamata spirito.143 Sia Sp che B.Giamboni aggiungono questa frase, pertinente con il contesto.144 Sp modifica la frase in questo modo: e quando ha sapere è chiamata sapienza e quando ha sapienza è chiamata intelletto.145 In T: oreille ed Sp: l'orecchio. 146 T aggiunge: de raison = di ragione. (….entendement de raison = intelletto di ragione....)

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bambini sono innocenti del fare, ma *non147 del pensare, *perché non hanno il potere di compiere il movimento dell'anima148, così hanno debolezza per l'età, non per l'intenzione.

16. La memoria e la ragione.

La memoria è *tesoriera149 di tutte le cose e guardiana di tutto ciò che uno trova di nuovo, attraverso *il suo ingegno150 o che apprende dagli *altri151, perché tutto ciò che sappiamo è attraverso queste due maniere: o le troviamo dal nuovo o ci sono state insegnate. La memoria trattiene così tanto, che se qualche cosa sarà posta davanti al corpo, lascerà nella memoria il suo aspetto. Ma *della beatitudine152 non si ricorda attraverso *l’immagine153 come delle altre cose, ma attraverso se stessa, in maniera simile come la gioia, perché se ciò non fosse attraverso se stessa, se ne dimenticherebbe. E la memoria è comune agli uomini, alle bestie e agli altri animali, ma l’intenzione della ragione non si trova affatto in alcun altro animale, se non nell'uomo. Perché in tutti gli altri animali vi è un intelletto attraverso i sensi del corpo, ma non attraverso l’intelletto della ragione. Perciò Dio fece l'uomo in tal modo che la sua vista osserva sempre in alto, a significato della sua dignità, ma fece tutti gli altri animali predisposti verso la Terra, per dimostrare la bassezza della loro condizione, che non fanno che seguire la loro volontà, senza alcuna *osservanza154 della ragione.

17. *Come fu stabilita la legge innanzitutto155 *Dopo che l'angelo maligno ebbe inventato il male e fatto cadere il primo uomo156, radicò il suo peccato sull'umano lignaggio, in tal maniera che le genti che nacquero dopo, furono assai più *sollecite157 al male che al bene. E per ridurre il male che facevano *a distruzione dell'umanità, invece della rispetto verso Dio158, convennero che fosse fatta la legge *in Terra159. E questo fu in due maniere, *la160 legge divina e *la161 legge umana. Mosè fu il primo che diede la legge agli *Ebrei162 e il re Foroneo fu il primo che la diede ai Greci, Mercurio agli Egiziani, *Solone agli Ateniesi163, Licurgo ai *Troiani164, Numa Pompilio, che regnò dopo Romolo in Roma e poi suo figlio, fece e diede le leggi ai

147 Sp aggiunge qui e prima: syn culpa = senza colpa, innocenti.148 La frase è apparentemente complessa e confusa, in realtà è l'affermazione del flusso continuo del pensiero che sarebbe identico per adulti e bambini. Quindi adulti e bambini

avrebbero pensieri buoni e malvagi allo stesso modo, ma gli adulti hanno la possibilità di compiere le azioni per la loro maggiore forza fisica, ma i bambini no, per la loro debolezza fisica, anche se hanno analoghi pensieri.

149 In Sp: tiesoro = tesoro. In F, T: tresoriere = tesoriera. In B.Giamboni: tesoriera.150 Sp e B.Giamboni aggiungono ciascuno nella propria lingua: sottigliezza dell'ingegno.151 Sp aggiunge: maestri.152 In Sp: divino potere.153 In T: ymagination = immaginazione. In B.Giamboni, Sp: immagine, ymagen. In F: ymage.154 Il significato è proprio nel senso del rispetto verso la ragione. In B.Giamboni: senza niuno sguardo di ragione. Da preferire la lezione di Sp, F e T.155 In B.Giamboni: Qui dice come le leggi fur primieramente.156 In B.Giamboni: Poi ch'e' malvagi angioli ebber trovato il male, ed ebbe fatto il primo uomo il suo peccato....157 In B.Giamboni: correnti. In Sp: aparejados = apparecchiati (preparati, pronte). In T ed F: courant = correnti. (solleciti, esposti). Da preferire la lezione di T, F e B.Giamboni.158 In Sp: contra la reverença et voluntad de Dios = contro la riverenza e la volontà di Dio. 159 Sp sostituisce con: entrellos = tra di loro. In B.Giamboni il testo ripercorre parte dell'uno (Sp) e parte degli altri mss. (T ed F): E per restringere lo male che faceano contra la

reverenza di Dio in distruzione dell'umanitade, convenne che le leggi fosser fatte in terra.160 Sp aggiunge: una.161 Sp aggiunge: l'altra.162 In Sp: judios. B.Giamboni: Moises fu il primo uomo a cui Iddio desse la legge...163 In B.Giamboni: Salathiel a Dartenia.164 In B.Giamboni: Spartani.

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Romani innanzitutto e dieci uomini saggi tradussero poi dal libro di Solone, la legge delle dodici tavole. Ma quella legge invecchiò tanto, che non *era più attuale165. Allora l'imperatore Costantino fece di nuovo, una nuova legge e così fecero gli altri imperatori, fino al tempo dell'imperatore Giustiniano, che le indirizzò e ordinò tutte, meglio e più interamente, così come sono ancora.

18. La legge divina.

La legge divina è per natura e tuttavia fu messa per *iscritto166 e conservata innanzitutto dai profeti. Questo è il Vecchio Testamento. Poi vi fu il Nuovo Testamento e fu confermato da Gesù Cristo e dai suoi discepoli. Ma *una minoranza di persone non approva167 il Vecchio Testamento, perché dice un’altra cosa dal Nuovo, ma non considerano che Dio per la sua grande *previdenza168, dette all'un tempo e all'altro, ciò che fu conveniente. Perché nella vecchia legge comandò i matrimoni, ma nel Vangelo pregia la verginità e nella vecchia legge comandò di togliere *occhio per occhio169, ma nel *Vangelo170 comanda di *tendere171 l'altra guancia, quando una è ferita. E a dire il vero, la vecchia legge fu tale, per la *debolezza172 *delle genti173 e la nuova [fu] tale, per la loro perfezione. Perché nel primo tempo, i peccati erano di colpa minore, poiché non era conosciuta la verità, ma la *somiglianza174 della verità. *Ora la verità è chiara175, perciò la legge è più stretta. Per questo nel vecchio tempo accadeva che, quando qualche uomo salutava gli angeli, [loro] non gli *rendevano il saluto176, anzi lo trattavano con disprezzo. Ma nel Nuovo Testamento leggiamo che Gabriele salutò Maria e quando Giovanni salutò l'angelo, gli rispose in tal maniera: “Guarda”, fece, “non farlo, perché io sono *tuo servo e tuo fratello177”. Ora vi ho esposto la narrazione del Vecchio Testamento e del Nuovo, della legge divina e dell'umana: ma perché comandare o stabilire una legge, vale poco se non vi è tra gli uomini, qualcuno che può costringere ad osservarla, convenne che per *esaltare178 la giustizia e per mortificare il torto fatto, fossero stabiliti re e signori di molti tipi, perciò è bene esporre l'inizio e la nascita dei re *della Terra179 e dei loro regni.

19. Come furono innanzitutto, i re e i regni.

Sulla Terra vi furono principalmente due regni, che per altezza, forza, nobiltà e potere superarono tutti gli altri, in tal maniera che ogni altro re e regno del mondo fu così come 165 In B.Giamboni: niente in corte.166 In T, F: escrit = scritto. In Sp: scripto = scritto. In B.Giamboni: ispirito = spirito. Da preferire la lezionE dei tre mss. T, F ed Sp.167 In Sp: alcuni pensarono di discostarsi.... In B.Giamboni: ...una maniera di persona la biasimano.... Si preferisce la lezione di T ed F.168 In B.Giamboni: potenza. In Sp: proveymiento = provvedimento, previdenza. In T ed F: proveance = previdenza.169 T aggiunge: pié por pié = piede per piede. In F, Sp e B.Giamboni: occhio per occhio.170 In T: novele = nuova (legge). I restanti mss. riportano: Vangelo.171 In T: baillier = donare. In Sp: dieren = dessero. In B.Giamboni: parare. In F: tendre = tendere.172 In Sp: fiaqueza = debolezza. In B.Giamboni: fralezza. In T: foiblece = debolezza. In F: foibleté = debolezza.173 In T, B.Giamboni ed Sp al plurale. In F al singolare.174 In B.Giamboni: figura. Gli altri mss. concordano su: somiglianza.175 In T questa frase manca. In Sp la frase è monca: perché la legge è più chiara. In B.Giamboni: E per ciò è la legge più forte che ella non suole essere.176 In Sp: rispondevano. T, F e B.Giamboni concordano. 177 I quattro mss. concordano: de tes sers et de tes freres. La traduzione più logica sembra essere: tuo servo e tuo fratello. 178 In Sp e B.Giamboni: esaltare. In T ed F: essaucier = esaudire.179 T, F e Sp concordano. In B.Giamboni manca.

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sottomesso a questi due ed è innanzitutto il regno degli Assiri e poi quello dei Romani. Ma furono divisi nel tempo e nel luogo, perché innanzitutto fu quello degli Assiri e alla sua fine cominciò quello dei Romani. Quello degli Assiri fu in oriente, così come era in Egitto, perché questo degli Assiri e *degli Egiziani180 fu tutto un regno, ma il regno dei Romani era in occidente *e ognuno di essi fu monarca, a tal punto da desiderare tanto di essere il signore di tutto il mondo181. Ma perché *il maestro non potrebbe182 parlare bene *della vera183 nascita dei re, se non *cominciasse184 dalla linea del primo uomo, così volgerà questa parte della sua narrazione, secondo l'ordine delle età del mondo, per mostrare più chiaramente gli stati e i *confini185 dei popoli, da allora fino al nostro tempo. E sappiate che le età del mondo sono sei, di cui la prima fu da Adamo fino a Noè, la seconda fu da Noè fino ad Abramo, la terza da Abramo fino a David, la quarta da David fino al tempo di *Nabucodonosor186, quando *distrusse187 Gerusalemme e prese i Giudei, la quinta età fu da allora fino alla nascita di Gesù Cristo, la sesta età fu da Gesù Cristo fino alla fine del mondo.

20. *Le cose che furono nella188 prima età del mondo.

*Nella prima età, il Nostro Sovrano Padre fece189 il mondo, il cielo, la Terra e tutte le altre cose, *secondo come la narrazione espone qua dietro190. E sappiate che trent'anni dopo che Dio cacciò Adamo fuori dal paradiso terrestre, *generò in Eva191, la sua donna, Caino e poi una figlia che ebbe nome *Calmanama192. E quando Adamo fu dell'età di trentadue anni, generò Abele e poi una figlia che ebbe nome *Delcora193. Abele fu di vita *buona194, *nella grazia195 di Dio e del mondo, tanto che Caino suo fratello lo *uccise196 per l’invidia che aveva verso di lui e questo fu nell'anno *cento trentesimo197 del padre *Adamo198. Allora Adamo generò un altro figlio che fu chiamato con il nome di *Seth199 e dalla sua linea nacque Noè, secondo come si potrà vedere in questa stessa narrazione. Dopo che Caino ebbe ucciso Abele suo fratello, generò Enoch e per *l'amore200 di Enoch suo figlio, fece una città che ebbe nome di Effraim, ma la maggior parte *la chiamava Enocham dal nome di Enoch201 e sappiate che quella fu la prima città del mondo. Enoch, figlio di Caino,

180 In B.Giamboni: ….quello di quelli d'Egitto.181 In B.Giamboni: ….tutto che ciascuno di loro tenesse la monarchia di tutto il mondo. Anche T ed F troncano il senso della frase inspiegabilmente dopo....occidente: ja soit ce que

li uns et li autres tenist la monarchie de tot le monde. = sebbene che gli uni e gli altri tenesse la monarchia di tutto il mondo. Da preferire la lezione di Sp, più completa.182 Sp omette ...il maestro... e pone il verbo alla prima persona plurale: non possiamo.183 T aggiunge: droite = giusta, vera. Sp: derecha = vera, giusta. In F e B.Giamboni la lezione è omessa.184 In Sp alla prima persona plurale.185 In T ed F: contenemens = confini. In So: cominçiamento = inizio. In B.Giamboni: …..mostrare lo stato e'l cominciamento delle genti....186 In T, Sp e B.Giamboni: Pharaon = Faraone. In F: Nabugodonosor.187 In T: deffist = disfece. In Sp: destroyo = distrusse. In F: destruit = distrusse. In B.Giamboni: disfece.

188 In T manca. I restanti mss. concordano con la lezione messa a testo.189 In Sp: Nella prima età Nostro Signore che è Padre sopra tutto il mondo fece....190 In Sp: secondo che avete ascoltato sopra.191 Sp ripete: Adamo generò in Eva... In B.Giamboni: ….in una sua moglie...192 In B.Giamboni: Chalmanam. In Sp: Calmana.193 In Sp: Delbora.194 Sp aggiunge: molto...195 Sp e B.Giamboni traducono: grazioso. In F e T al femminile: graziosa. 196 T ed Sp aggiungono: de male mort = di morte violenta. B.Giamboni: ...con ferro...In F manca.197 In Sp: compì centotrent'anni. In B.Giamboni: compiuto. 198 In T manca. In Sp: Adamo suo padre. In B.Giamboni e in F: Adamo loro padre. 199 T ed Sp aggiungono: De celui Seth = Da quel Seth.200 In T: onour = onore. In Sp: nombre = nome. In B.Giamboni: Quell'Enoch suo figluolo fece una città ch'ebbe nome Efraim. In F: ..l'amour = amore verso....201 In B.Giamboni: Ma molti l'appellavano Enoch, per lo nome di Enoch.

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generò Irad. Da Irad nacque *Mecuiael202. *Da Mecuiael nacque Metusael. Da Metusael nacque Lamech203 che ebbe *due mogli204, di cui la prima ebbe nome Ada che generò due figli, *Iubal e Iabal. Iabal e quelli che lo seguirono, fecero innanzitutto tende e capanne per riposare205. Iubal suo fratello, fu il primo uomo tra tutti, che inventò cetre, organi e gli altri strumenti. La seconda moglie di Lamech, ebbe per nome Zilla e generò Tubalkain, che fu il primo fabbro del mondo e da lui ebbero poi origine molte linee maligne, che abbandonarono Dio e i suoi comandamenti. E quando Lamech fu molto vecchio, che non vedeva più *nessuna cosa206, uccise per sbaglio Caino con una freccia del suo arco. Ma chi vorrà conoscere più largamente questa storia, vada alla *narrazione207 del Vecchio Testamento, dove la troverà più *accurata208. E sappiate che quando Adamo fu in età di duecento trenta anni, ebbe un altro figlio da sua moglie, che fu chiamato Seth. Quando Adamo fu nell'età di novecento trenta anni morì, così come piacque a quello che l'aveva fatto di vile terra. *Da Seth209 il figlio di Adamo, nacque Enos. Da Enos nacque Kenan. Da Kenan nacque Maalaleèl. Da Maalaleèl nacque Iared. Da Iared nacque Enoch, di cui nessuno ne seppe la fine, perché Dio lo condusse là dove volle e sarà suo testimone nel giorno del giudizio. E dice la maggior parte, *che210 si trova nel luogo stesso da cui Adamo fu cacciato, allorché il vecchio nemico dell'umano lignaggio *lo fece cadere211. Da Enoch nacque Matusalemme. Da Matusalemme nacque Lamech, che fu padre di Noè. E Noè fu un uomo saggio *e di buona fede212. Credette e amò Dio, tanto che Nostro Signore lo preferì, quando mandò il diluvio sulla Terra, per la distruzione dei popoli che facevano se non dei mali. E allora finì la prima *età213 del mondo, che durò 1262 anni, secondo quanto testimonia la Scrittura.

21. Le cose che furono nella seconda età *del mondo214.

Noè che fu il nono discendente di Adamo, il primo uomo, visse *900215 anni. Quando fu dell'età di *500216 anni, generò tre figli, Sem, Cam e Jafeth. E quando ebbe seicento anni, fece la grande arca, per comandamento del Nostro Signore. *E dentro quell'arca, assicurò sé e la sua schiera, con tutto il gruppo di persone, bestie e tutti gli altri animali che Dio volle, quando venne il diluvio sopra tutte le cose terrene217. E sappiate che quell'arca ebbe trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Piovve acqua dal

202 In T, B.Giamboni ed Sp: Mathusael. In F: Maviael.203 Secondo B.Giamboni, Irad, Matusalael, Lamech. (Fin qui la lista cainita coincide con la successione del Tresor. Si veda l'articolo di M.Priotto, Caino e Set: i due volti della

discendenza di Adamo. Gen. 4, 17-26.204 In B.Giamboni: ….ciò fu Sella e Ada.205 In Sp: Jubadel e Amon. In T: Anon. In B.Giamboni: E di Ada ingenerò Iabal. E Iabal e coloro che di loro usciro, fecer primamente tende e loggie per loro riposare.206 In Sp: nessuna cosa. In T ed F: goute = goccia. In B.Giamboni: ….non vedea nulla....207 T e B.Giamboni aggiungono: gran = grande.208 In Sp: completamente. B.Giamboni: diligentemente.209 Da qui inizia la linea sacerdotale.210 B.Giamboni aggiunge: ...ch'egli è ancora vivo...211 In B.Giamboni: ...l'ingannò per lo pomo... In Sp:...il diavolo lo ebbe ingannato.212 T ed Sp aggiungono: …et de bone vie = e di buona vita. Sp sostituisce saggio con buon uomo. In B.Giamboni: Fu prode uomo e di buona fede.213 In B.Giamboni: generazione.214 F e B.Giamboni aggiungono: dou siecle = del mondo. In T, Sp manca.

215 In T: viiic = ottocento. Con T concordano anche Sp e B.Giamboni. In F: novecento. Secondo la Genesi, Noè sarebbe vissuto novecentocinquanta anni.216 In B.Giamboni: seicento. Gli studi biblici odierni confermano cinquecento anni, precisando però che il primo figlio, Iafet, nacque a questa età di Noè, ma poi che ebbe altri tre

figli.217 B.Giamboni diverge: E dentro quell'arca campò egli e la sua famiglia. Onde elli furo otto tra uomini e femmine. E vi voglio dire ch'egli ebbe dentro in quell'arca, per la volontà

di Dio, di tutte maniere bestie e uccelli, maschi e femmine una coppia, acciò che le seme degli animali non si perdesseno sopra la terra. E sappiate che quell'arca fu lunga....

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cielo, per 40 giorni e 40 notti e rimase 150 giorni, prima che cominciasse a decrescere. E quando il diluvio fu passato e la terra fu scoperta, così che *ognuno218 poteva andare là dove voleva, allora cominciò la seconda età del mondo. E Noè generò un altro figlio di nome *Jonitus219 e resse la terra di Deritenia, che tocca il fiume Eufrate in oriente e *fu il primo220 che inventò l'astronomia e regolò la scienza dei corpi delle stelle. Ma di lui tace ora la narrazione, perché non ne dirà di più in questa parte e dice che quando il diluvio fu passato, i primi tre figli di Noè spartirono la Terra e la divisero in tre parti, in tal maniera che *Sem il primogenito221 di Noè, tenne tutta la grande Asia, *Cam tenne tutta l'Africa e Jafet tenne l'Europa222, così come lo si potrà vedere qui avanti, là dove il maestro dirà delle parti della Terra.

22. *Le genti223 che nacquero dal primo figlio di Noè.

Sem *il figlio primogenito di Noè224, generò *cinque figli225, Elam, Ashur, Arpachashad, Lud e Aram. Aram *figlio di Sem226 ebbe *quattro227 figli, Uz, Hul, *Gether228 e Mash. Da Arpachashad, l'ultimo figlio di Sem, nacque Selah. Da Selah nacque Eber. Da Eber nacquero due *figli229, Peleg e Jokham. Da Jokhan nacquero *13230 figli, Almodad, Selef, Ascarmavet, Jerach, Hadoram, Uzal, Diklah, Obal, Abimaèl, Sheba, Ofir, Avìlah e Jobab. Da Peleg suo fratello, figlio di Eber, nacque Reu. Da Reu nacque Serug. Da Serug nacque Nacor. Da Nacor nacque Terach. Da Terach nacquero Abram, Aran e Nacor. Da Aran nacque Lot, quello che scappò da Sodoma e da Gomorra, per volontà di Dio.

23. Le genti che nacquero dal secondo figlio di Noè.

Cam il *secondo figlio231 di Noè, generò quattro figli, Cush [Etiopia], Mizraim [Egitto], Phut e Canaah. Da Cush [Etiopia], il primo figlio di Cam, nacquero *sei figli, Seba, Avilah, Sabtah, Raamah, Sabtechah e Nimrod il grande232, che fu il primo re. Da Raamah il figlio di Cush [Etiopia], nacque Sheba e Dedah. Da Mizraim [Egitto], figlio di Cam, nacquero *sei figli, Ludim, Anamim, Lehabim, Naftuhim, Pathrusim e Casluhim233. Da Canaan figlio di Cam, *nacquero undici figli, Sidone, Heth, Gebuseo, Amorreo, Girgeseo, Eviteo, Araneo, Sireneo, Aradeo, Samariteo e Amatheo234.

218 In T: si ke cascuns animaus pooit aler = così che ogni animale poteva andare. F, Sp e B.Giamboni concordano.219 Sono attribuiti a Noè alcuni figli detti extrabiblici.220 T aggiunge: hom = uomo.221 Tutti i mss. confermano questa tesi, ma gli studi biblici attribuiscono la primogenitura a Jafet.222 B.Giamboni inverte l'ordine: prima Jafet e poi Cam.223 B.Giamboni aggiunge: Qui dice....224 In T, Sp e B.Giamboni, manca. 225 B.Giamboni aggiunge: ...li quali ebbero così nome...226 In Sp manca.227 B.Giamboni: tre.228 B.Giamboni omette.229 In T: fiz = figli. Anche Sp e B.Giamboni mantengono: figli. Da preferire quest'ultima lezione rispetto a F: fratelli.230 In B.Giamboni: dodici. (Le liste messe a testo fin qui corrispondono con le ulteriori ricerche dei biblisti).231 Gli studi biblici attuali confermano che Cam è il terzo figlio, dopo Jafet.232 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss.. 233 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss.234 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss.

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24. *Le genti che nacquero235 dal terzo figlio di Noè.

Jafet, il *terzo figlio236 di Noè, ebbe sette figli, Gomer, Magog, Madi, Javan, Tubal, Meshech e Tiras. Gomer figlio di Jafet, generò Ashkenaz, Rifat e Togarma. Javan figlio di Jafet generò Elisa, Tarsis, *Chittim e Rodanim237. Ma ora qui tace la narrazione di parlare dei figli di Noè e delle loro generazioni, perché vuol seguire la sua materia, per esporre l'inizio dei re che furono anticamente, da cui gli altri sono derivati, fino al nostro tempo. E avete ben *ascoltato238, quello che la narrazione ha esposto prima qui, come Nimrod nacque da Cush [Etiopia] figlio di Cam, che fu figlio di Noè. E sappiate che al tempo di Peleg, che fu della linea di Sem, Nimrod edificò la torre di Babele in Babilonia, dove avvenne *la diversificazione delle parlate e la confusione delle lingue239. Anche Nimrod stesso mutò la sua lingua dall'ebreo in caldeo. Allora se ne andò in Persia e alla fine riparò nel suo paese, cioè in Babilonia, insegnò al popolo una nuova legge, gli fece adorare il fuoco, così come un dio e *da allora240 il popolo cominciò ad adorare gli *idoli241. E sappiate che la città di Babilonia gira [intorno] per sessantamila passi e che la torre di Babele era in ogni [lato del] quadrato, di dieci leghe, di cui ognuno era di *4000242 passi e così aveva il muro largo 50 gomiti e 200 ne aveva di altezza, di cui ogni gomito si ergeva di *15243 passi e il passo era di *tre244 piedi. *Dopo questo cominciò il regno degli Egiziani e degli Assiri245. Allora Belus, che nacque dalla linea di Nimrod, fu primo re e sire per tutta la sua vita. Ma dopo la sua *morte246 fu re Nino suo figlio. E vero fu che Assur, figlio di Sem il figlio di Noè, aveva cominciato in quel paese una città, ma il re Nino la costruì e la completò *in una grande maniera247 e ne fece la capitale del suo regno e dal suo nome è chiamata Ninive. E sappiate che Nino fu il primo tra tutti a riunire popoli per la battaglia, il saccheggio e la guerra, perché assediò Babilonia, prese la città e la torre di Babele con gran forza. *Allora fu colpito da un fulmine di cui alla fine morì, ma prima che fosse deceduto248 e quando ebbe tenuto il suo regno per *42249 anni, Therac, il figlio di Nacor della linea di Sem, figlio di Noè, generò tre figli, Abraham, Nacor e Aran, che per primi *adorarono250 il vero Dio. Da Aran il fratello di Abraham, nacque Lot e due figlie, Sarai la moglie di Abraham e Milca la moglie di Nacor. Dopo la nascita di Abraham, il re Nino visse quindici anni nel suo regno. In quel tempo cominciò il regno di Sicione e un maestro che aveva nome Zoroastro, trovò l'arte magica degli incantesimi e di tali

235 In T: Des generations dou tierç fil Noé = Delle generazioni del terzo figlio di Noé.236 Gli studi biblici odierni, ci avvisano che Jafet fu sempre considerato il terzo dei tre fratelli, ma in realtà fu il secondogenito.237 Gli studi biblici odierni confermano la lezione dei mss. T, F, Sp e B.Giamboni.238 In Sp: entendieses = inreso, ascoltato, compreso. In T ed F: notés = notato. In B.Giamboni: notato.239 In B.Giamboni: la diversità del parlare e confusione del parlare, o vogli de' linguaggi.240 B.Giamboni aggiunge: indrieto.241 In T: deus = dei. In F, Sp e B.Giamboni: idles = idoli.242 B.Giamboni mette a testo solo il quattro e poi lascia in sospeso.243 In T: v. = cinque. In Sp, B.Giamboni e F: quindici.244 In T ed Sp: iii = tre. In F: .ii. = due B.Giamboni sospende ogni tipo di lunghezza. 245 In B.Giamboni: E poi cominciò il regno degli Assiriani, ciò sono quelli d'Egitto.246 In T: vie = vita. F, Sp e B.Giamboni concordano su = morte.247 In Sp manca.248 In B.Giamboni: ….allora re Nino fu ferito d'una saetta, della qual ferita egli morio, e venne a fine. Anche Sp: ferito.249 In T e F: xiii = tredici. In B.Giamboni: quarantatre. In Sp: quarantadue (quarenta e dos).250 In T: cultiverent = coltivarono, adorarono. In Sp e B.Giamboni: adorarono. In F: connurent = conobbero.

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*altre251 cose. Queste e molte altre cose furono fatte nella seconda età del mondo, che finì al tempo di Abraham, di cui alcuni dicono che durò *912252 anni, altri dicono *1019253 anni, ma quelli che più toccano la verità, dicono che dal diluvio fino ad Abraham furono *1082254 anni.

25. Le cose che furono *nella255 terza età.

La terza età del mondo cominciò *con la nascita di256 Abramo, secondo l'opinione dei *filosofi257, ma gli altri dicono che cominciò a 75 anni della sua vita, quando Dio gli parlò e fu degno della *sua grazia258, Nostro Signore promise a lui e ai suoi *eredi259 e alla sua *linea260, la terra della promessa. Altri dicono che cominciò al *centesimo261 anno di Abramo, quando generò Isacco da Sara sua moglie, che era di così grande età, perché aveva novanta anni. E sappiate che prima che Isacco fosse generato, Abramo per volontà di sua moglie, che non poteva generare *figlio262, si congiunse carnalmente con *Agar sua serva263, così ne ebbe un figlio che fu chiamato *Ismaele264. E quando fu nato Isacco, suo padre lo fece circoncidere otto giorni dopo la sua nascita e così fanno ancora i Giudei. *E prima aveva fatto circoncidere anche Ismaele265, che era già dell'età di 13 anni. Così fanno ancora *i Saraceni266 e quelli che abitano in Arabia, che sono derivati dalla linea di Ismaele. Poi Abramo visse 72 anni e sappiate che tra i primi, fece un altare in onore di *Dio267. Ma di Abramo, né dei suoi figli, dirà più qui la narrazione, anzi tornerà al re Nino e al suo regno, perché fanno a lui capo le storie dei primi re.

26. Il re Nino e gli altri re *dopo268.

Il re Nino tenne durante il suo potere, tutta la terra della grande Asia, fuori che l'India e quando trapassò da questo *mondo269, lasciò un giovane figlio che aveva nome *Zaraeis270, ma fu chiamato Nino per il nome di suo padre. Semiramide sua moglie tenne il regno e il *potere271 per tutta la sua vita, perché fu *più ardente e più fiera272 che nessun

251 B.Giamboni aggiunge: malvagie.

252 In T: ixc et xlii = novecento quarantadue. In Sp: mille e quarantadue. In B.Giamboni: ottocentoquarantadue. In F: novecento dodici.253 In T ed Sp: mil et lxix = mille quarantanove. In B.Giamboni: millediciotto. In F: mille diciannove.254 In B.Giamboni: milletrecentodue. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.255 In T: ou = in (nella). In F: dedans = dentro (nella). In Sp: en la = nella. In B.Giamboni: nella. Aggiunge: Qui dice il conto...256 Sp sostituisce con: al tempo di...257 Sp sostituisce con: filosofi. B.Giamboni: certi maestri. In T ed F: plusors = parecchi. Da preferire la lezione di Sp. Come è noto, i filosofi si sono occupati da sempre delle età

del mondo.258 B.Giamboni aggiunge: ricevere. 259 In T e B.Giamboni manca.260 In B.Giamboni solo: lignaggio.261 In F: c. = cento. In T: a centime (Cfr. trad.). Anche Sp e B.Giamboni concordano.262 B.Giamboni aggiunge: ….nè non n'avea anche avuti....263 B.Giamboni non cita il nome di Agaar e sostituisce serva con cameriera. In T, F e Sp: serva.264 B.Giamboni da questo punto: E questa cameriera avea nome Agar; e chi vorrà sapere tutta l'istoria, chi fu questo figluolo bastardo, e della sua madre, e come Abraam li cacciò

fuori di casa sua ambedue senza possedere nulla del suo retaggio, cerchi nel primo libro della Bibbia, e quivi troverà apertamente. 265 In T: Lors fist il ausi circonciser Ismael = Allora fece circoncidere Ismaele.266 In Sp: los moros = i mori. In T, F e B.Giamboni: Saraceni.267 B.Giamboni aggiunge: vivo e vero.268 T aggiunge: sivant = seguenti. F aggiunge: aprés = dopo. In Sp e B.Giamboni: Del re Nino, del suo potere e degli altri che furono dopo di lui.269 In B.Giamboni: secolo.270 Secondo L. Gaiter, il vero nome è: Zames. (Cfr. nota 2, pag. 74, in: Il tesoro di Brunetto Latini; volgarizzato da Bono Giamboni; raffrontato col testo autentico francese edito da P. Chabaille; emendato con mss. ed illustrato da Luigi Gaiter. Bologna. 1878 -1883). Secondo gli studi storici attuali, verrebbe attribuito un solo nome, quello di Nymias. Nei manoscritti oltre la lezione comune del nome Nino, differiscono per il primo nome in tal modo: T, Zaraeis; F, Zaraeis; Sp, Sarays; B.Giamboni: Saruel.271 In T, B.Giamboni e Sp: signorie = signoria, potere. In F: roiaume = reame. 272 In Sp: più maliziosa e più forte.... In B.Giamboni: più calda e più fiera... Da preferire la lezione di F e T.

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uomo ed inoltre fu la donna più crudele del mondo. E quando ebbe *terminata la sua vita273, il suo regno rimase senza eredi. Gli abitanti elessero un re che aveva nome *Dario274, ma fu chiamato Diastone e da lui poi furono chiamati gli altri re d'Egitto, Diastone e non durò che fino al *dodicesimo275 re. Allora il nome cambiò e gli altri re furono chiamati Tebei. Ancora fu rimosso quel nome e furono chiamati Pastore, ma alla fine furono chiamati Faraoni. Da quel nome vi furono poi 17 re, che durarono fino al tempo di Cambise, figlio di Ciro re di Persia, che innanzitutto prese l'Egitto, lo sottomise al suo potere e cacciò fuori il re Natanabo, che poi fu *padre276 di Alessandro il Grande. Da allora l'Egitto rimase senza un proprio re, sotto il potere del re di Persia, fino al tempo di Alessandro che conquistò la Persia. E quando Alessandro *morì277 e i 12 principi della sua corte divisero tra essi il suo *regno278, Septor fu re d'Egitto ed ebbe *soprannome279 di Tolomeo. Dopo di lui regnò il secondo Tolomeo, che di nome aveva Filadelfo. Poi regnò il terzo Tolomeo, che di nome aveva Evergete e il quarto Tolomeo, che aveva di nome Filopatore. Allora era Antioco primo re ed imperatore di Antiochia, *che con astuzia vinse tutta la terra d'Egitto, di Persia e di Giudea280 e uccise Tolomeo Filopatore, che allora era re d'Egitto e regnò ventisei anni. Dopo la morte del re Antioco, regnò Seleuco, il quale ebbe soprannome di Epifane. Nel suo tempo vi furono le battaglie dei Maccabei, di cui la Scrittura parla nella Bibbia. Dopo la morte di Seleuco, regnò suo figlio Eupatore. Quando Eupatore morì resse il regno Demetrio, figlio di *Seleuco281. Durante il suo tempo, fu ucciso in battaglia Giuda Maccabeo. Allora venne incontro al re Demetrio, Alessandro, un gran sire di alta potenza. Lo vinse, lo uccise in battaglia ed ebbe il potere del suo regno e lo tenne *in pace282, quando Demetrio Cretico, figlio di quel Demetrio, uccise Alessandro e tenne il potere di tutto il suo regno. Poi venne Antioco, figlio di quell'Alessandro stesso, che con il consiglio e l'aiuto di Trifone, vinse Demetrio Cretico e lo cacciò fuori dal regno, di cui poi fu re e sire. Ma quel Trifone lo uccise col tradimento e fu re al tempo di Simone Maccabeo. E sappiate che ancora viveva *Demetrio Cretico283, che Antioco, figlio di Alessandro, lo aveva cacciato fuori dal regno, così come la narrazione ha esposto prima. Trifone non si stabilì mai al potere, anzi ne fu cacciato fuori e quel Demetrio Cretico fu accolto al potere e lo tenne, così come un re ed un imperatore. Allora Giovanni Ircano, figlio di Simone Maccabeo, fu sovrano sacerdote in Gerusalemme e suo figlio Aristobolo fu eletto re dei Giudei, *464284 anni dopo l’emigrazione da Babilonia. Quando Aristobolo terminò la sua vita, Alessandro fu il re dei Giudei e dopo di lui fu re

273 In T manca. In B.Giamboni: fu morta. F ed Sp concordano.274 In F: Arcius = Arcio. In T: Arrius = Arrio. In Sp: Arçino. In B.Giamboni: Arsirins.275 In T: xvii = diciassettesimo. F e B.Giamboni: dodici. In Sp: trentadue.276 F aggiunge: peres = padre. T, Sp e B.Giamboni: maestro. La prima lezione è quella corretta.277 B.Giamboni aggiunge: per veleno.278 B.Giamboni aggiunge: come Alessandro lasciò nel suo testamento.279 In Sp e B.Giamboni: soprannome. In T ed F: nom = nome.280 In Sp manca. In B.Giamboni: ...che per viva forza....281 Sp e B.Giamboni: Gomfer. La lezione di T ed F sono confermate dagli studi storici attuali. Infatti Demetrio I Sotere fu figlio di Seleuco IV Filopatore.282 In T: quitement = quietamente (in pace). Anche Sp conferma questa lezione: in pace. In F e B.Giamboni: tanto.283 T ed Sp aggiungono: Demetrius Creticus. B.Giamboni ed F omettono Cretico.284 In B.Giamboni: quattrocentosessantaquattro anni. Nei restanti mss.: quattrocentoquarantaquattro. La cattività babilonese del popolo ebraico termina nel 537 a.C. Con la

conquista di Babilonia da parte dei Persiani. Tra la fine della cattività e l'avvento al potere di Aristobolo, passano circa quattrocentosettantuno anni. La lezione di B.Giamboni è la più vicina a questa datazione.

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Aristobolo, suo figlio. Quell'Aristobolo fu ucciso con la forza da Pompeo, *console285 di Roma, che stabilì procuratore in Giudea, *Antipatro286 padre di Erode. Antiochia era già conquistata e sottomessa al potere dei Romani e quando *Antipatro287 morì, Erode suo figlio fu eletto dai Romani re dei Giudei. *A quel tempo nacque a Betlemme, Gesù Cristo288.

27. Il regno di Babilonia e d’Egitto.

Del regno di Babilonia, si narra sotto quello degli Assiri e degli Egiziani. Ora accadde che Nabucodonosor ne fu re, senza alcun diritto, perché non era di reale lignaggio, anzi era un *uomo289 *straniero290 che nacque da adulterio segreto. E nel suo tempo cominciò *a crescere in altezza ed in nobiltà291 l’impero di Babilonia e poi cominciò ad inorgoglìre verso Dio e verso il mondo, tanto che distrusse Gerusalemme, imprigionò tutti i Giudei e fece molte altre crudeltà e perciò accadde che, per la divina vendetta, perse rapidamente il suo potere. Il suo corpo fu mutato in *bue292 e abitò sette anni nel deserto, con le bestie selvagge. Dopo di lui regnò Nabucodonosor suo figlio e poi regnò *Evilmerodach293, figlio del primo Nabucodonosor. Dopo di lui regnò Ragiosar, suo figlio, poi Labusar, figlio di Evilmerodach e poi Baltazar suo fratello. Baltazar re di Babilonia, fu ucciso da Dario re dei Medi e da Ciro re dei Persiani, che conquistarono il regno di Babilonia. Dopo la morte del re Ciro, vi furono tredici re nel suo regno, uno dopo l'altro, fino al tempo che Dario ne fu re, ma non quel Dario di cui la narrazione ha esposto qua dietro, che fu al tempo del re Ciro, ma questo Dario fu figlio di Arcami, re e sire di Persia ed aveva un grandissimo potere di popoli e terre. *Ma Alessandro il Grande lo vinse, *lo uccise294 e tenne il suo regno. E sappiate che Alessandro aveva già regnato *sette295 anni e poi regnò [ancora] *cinque296 anni, tanto che fini *la sua vita297 in Babilonia e quando aveva trentasei anni di età298. E sappiate che *Alessandro299, fu figlio del re Filippo di Macedonia, sebbene Olimpia sua madre, per esaltare *la natura di300 suo figlio, diceva che lo aveva concepito da un dio, dall’aspetto di un dragone, che con lei era giaciuto. E certo *condusse una così alta vita301, che lo si poteva ben credere essere figlio di un dio. Andò trionfante per il mondo e

285 In T: consillier = consigliere. In Sp ed F: console di Roma. In B.Giamboni: che allora era egli consolo di Roma. 286 In B.Giamboni: Chiopatre.287 In B.Giamboni: Chiopatre.288 B.Giamboni differisce di poco: Al cui tempo nacque il nostro signore Gesù Cristo in Betlem.289 In T: mesconeus = misconosciuto. Sp, F e B.Giamboni riportano: uomo.290 B.Giamboni dopo “straniero” aggiune: misconosciuto. Si preferisce una lezione di senso.291 In F: à essaucier et à monter en hautesce = ad innalzare e a salire in altezza. In T: a haucier et a monter en hautece. In Sp: ...a cresçer en alteza y en nobleza. = a crescere in altezza ed in nobiltà. In B.Giamboni solo: ..a venire in altezza... Da preferire la lezione di Sp.292 B.Giamboni aggiunge: ...secondo che a lui pareva.293 Sp omette. In B.Giamboni: Evilmeradiap.294 In Sp: priso = lo fece prigioniero... In B.Giamboni: ...lo vinse in battaglia, e fu ucciso da' suoi medesimi per tradimento. 295 In Sp: dodici. In B.Giamboni: dodici.296 In Sp: sette. Le date di T ed F sono le più precise. Infatti secondo gli studi storici moderni, regnò in Macedonia a partire dal 336 a.C. Al 323 a.C., anno della sua morte.297 In T manca. Sp ed F concordano.298 B.Giamboni diferisce molto: Ma Alessandromagno lo vinse in battaglia, e fu uccisa da' suoi medesimi per tradimento. E Alessandro tenne tutto lo suo regno, e prese la figliuola

Rosana per moglie. E sappiate che Alessandro regnò dodici anni signore del mondo, e poi morì di veleno in Babilonia, che li diede un suo cavaliere in beveraggio. E poteva allora essere in etade di trentasei anni.

299 F aggiunge: li rois = il re. In T ed Sp e B.Giamboni manca.300 In T manca. Sp corregge con la lezione francese: el linage = il lignaggio. Avverte poi in nota critica che alcuni manoscritti francesi riportano: nature = natura. Anche B.Giamboni riporta: alzare la natura. Da un punto di vista logico, sembra migliore la lezione prevalente.301 In Sp: fue el de grant nobleza = egli fu di gran nobiltà... F, T e B.Giamboni concordano: alta vita.

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aveva per suoi maestri Aristotele e Callistene. Era *vittorioso302 sopra tutti i popoli, ma era vinto dal vino e dalla *lussuria303. Vinse *dodici304 nazioni barbare e *tredici305 della Grecia e alla fine morì per il veleno, *che i suoi familiari gli diedero in maniera sleale306. E sappiate che Alessandro nacque *trecentottantacinque307 anni dopo che Roma fu *cominciata308 e così la storia ci racconta, che da Adamo fino alla morte di Alessandro vi furono *5157309 anni. Quando morì, Tolomeo *Sotere310 fu così il primo re di Alessandria e di tutta la terra d'Egitto, come la narrazione espone qua dietro. E così vi furono *12311 re uno dopo l'altro, di cui ognuno aveva per sopannome Tolomeo, per il nome del primo Tolomeo che fu re dopo la morte del re Alessandro. *Di questi dodici re Tolomeo, l'ultimo fu Cleopatra312. Quando aveva già tenuto il suo regno per *tre313 anni, Giulio Cesare diventò imperatore dei Romani, dal quale tutti gli altri imperatori di Roma furono chiamati Cesare. Ma qui tace la narrazione, di parlare degli Egiziani, perché qui finisce il loro regno *e passa ai romani314 e seguirà la materia propria degli altri re.

28. *I re di Grecia315.

Nimrod, quello stesso che fece la mal riuscita torre, ebbe parecchi figli e il *primogenito316 fu chiamato Cres, che fu il primo re di *Grecia317. *E il suo regno cominciò nell'isola di *Creta318 e dal suo nome fu chiamata l'isola dei Creti, posta verso la Romània319. *Dopo di lui fu re Celo, suo figlio. Dopo fu re Saturno, suo figlio320 e quindi suo figlio Giove, che *regnò321 nella città di Atene, che fece e fondò per primo. *Di Saturno e Giove322, i popoli che a loro appartenevano, pensavano che fossero dei e perciò erano nominati dei, da cui così hanno ancora il nome due pianeti. Dopo fu re *Cecrope323. E sappiate che Giove ebbe due figli, *Danao324 e Dardano. *Danao325 fu re *nell'isola326 di *Creta327, *di

302 In B.Giamboni: virtudioso. Vittorioso è la lezione prevalente.303 In B.Giamboni: femine. Lussuria è la lezione prevalente nei restanti manoscritti.304 In Sp e B.Giamboni: dodici. In T ed F: xxii = ventidue. Resta difficile stabilire l'esattezza di entrabe le lezioni, perché molti storici si occuparono di Alessandro il Grande e

numerose anche le leggende Più probabile l'errore di uno dei due copisti, che per eccesso o difetto ha visto o non ha visto oppure aveva una copia mss. con un X in più o in meno.305 In T: xxxii = trentadue. F, Sp e B.Giamboni: tredici. Resta difficile stabilire l'esattezza di queste ultime due lezioni. Si preferisce adottare quelle di T ed F.306 B.Giamboni sostituisce con: ...come detto di sopra.....307 In Sp: ..trecentosessanta... F, T e B.Giamboni concordano. Se la nascita di Alessandro è fissata nel 356 a.C. E la fondazione di Roma nel 753 a.C., quest'ultima lezione è quella

più precisa.308 In B.Giamboni: edificata. I restanti manoscritti concordano con la lezione a testo.309 In Sp: cinquemilacentoquarantotto anni. In B.Giamboni: cinquemilacentocinquantasette anni. Anche T ed F concordano con questa lezione. Entrambe le date differiscono di

poco tra loro e rispetto alle tavole cronologiche più acreditate, Vulgata, Tavole Alfonsine e di Isidoro di Siviglia, la lezione di Sp è quella che si avvicina di più al computo totale. Secondo Isidoro di Siviglia la creazione del mondo è avvenuta intorno al 5210 a.C. Sommando la data della morte di Alessandro a questa data, si ottiene la data 5471 a.C., considerato che secondo Genesi, Adamo fu creato al principio. La Vulgata fa risalire la creazione del mondo nel 4004 a.C. E Alfonso X, al 6904. Singolare il fatto che comunque Brunetto Latini si sia appoggiato più alle storie di Isidoro di Siviglia, piuttosto che alle Tavole alfonsine.

310 B.Giamboni sostituisce con: figliuolo di Lago...311 In realtà furono tredici, tra i Tolomeo e Berenice IV.312 B.Giamboni esclude Cleopatra dall'elenco dei dodici re Tolomeo.313 In T e B.Giamboni: iii = tre. In F e Sp: quattro. Intercorsi tre anni del regno di Cleopatra, Giulio Cesare divenne dictator.314 In B.Giamboni: ...e vennero alle mani de' Romani...315 In B.Giamboni: Qui dice il cominciamento dei re di Grecia. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa a testo.316 In T: dont li uns = di cui uno. In Sp: mayor = maggiore. In F: ainznez = primogenito. In B.Giamboni: primogenito.317 In T: Crete = Creta. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa nel testo tradotto.318 In Sp: Greçia = Grecia. Nei restanti mss.: Creta.319 In B.Giamboni: ….e per lo suo amore fu appellata l'isola dei Creti Grecia, che si è verso Romania.320 B.Giamboni omette questa parte.321 In B.Giamboni: fu signore. Sp omette qualsiasi riferimento.322 B.Giamboni differisce: ….che sono delle sette pianete le due, credeano le genti che allora erano che elle fossero casauna Iddio. E ancora hanno così nome queste due pianete.323 In T: Cicros = Cicro. In Sp: Ceueros. In B.Giamboni: Certas. In F: Cecrops.324 In B.Giamboni: Dario. Gli altri mss. concordano nella lezione messa nel testo tradotto.325 Come sopra.326 B.Giamboni omette.327 Sp e B.Giamboni concordano in: Grecia. T ed F in: Creta.

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Micene e328 * di Grecia329. *Fu in guerra contro Troio, il re di Troia330, contro Ilo e Ganimede *suo figlio ed uccise Ganimede331. Fu il primo astio fra dei Troiani e dei Greci. E dopo la morte di Danao, regnò in Grecia Pelope suo figlio. Dopo di lui, fu re Atreo, suo figlio e poi il re Menelao, *marito332 di Elena, che fu rapita da Paride, figlio del re Priamo di Troia. Dopo *la morte333 del re Menelao, regnò Agamennone suo fratello. E tanto andò di re in re, che fu re Filippo di Macedonia e poi Alessandro suo figlio, che fu re ed imperatore di tutta la Grecia. E da allora in avanti furono chiamati *imperatori334 e non più re *di Grecia335.

29. *Il regno di Sicione336.

Il regno di Sicione cominciò nel tempo di *Nachor337, che fu avo di Abramo, di cui Agrileone fu il primo re e quel regno durò *971338 anni, fino al tempo di *Elia339 il sacerdote, la cui vita *il maestro340 dirà avanti tra i profeti e furono insomma, 31 re in Sicione.

30. *Il regno delle donne341.

Il regno delle donne, cominciò allorché il re di *Scizia342, con tutti gli uomini della sua terra fu sottomesso dagli Egiziani, dove furono completamente uccisi. *E quando le loro donne seppero questo, fecero regina del paese una donna della loro gente e stabilirono che mai nessun uomo potesse abitare nella loro terra, che le figlie fossero nutrite ed i maschi343 no e che *ognuna344 mozzasse la mammella sinistra, per portare meglio lo scudo e le armi. E per questo sono chiamate Amazzoni, cioè senza una mammella. E queste vennero in soccorso di *Troia345. Questo fece Pantasilea loro regina, di cui si dice che amò *Ettore346 d'amore *folle347. Ma di ciò non seppe mai nessuno la verità, *tranne che [ella] morì con gran parte delle sue dame348.

31. Il regno degli Argivi.

328 Sp aggiunge: derredor = direttore.329 In T manca. Sp e F concordano in: Grecia. In B.Giamboni: Quel Dario fu re di Grecia, e dell'isola di Messina e di Grecia...330 In B.Giamboni: ….là intorno ebbe guerra contra al re di Troia....331 B.Giamboni omette.332 In T: ses fiz = suo figlio. F, B.Giamboni e Sp concordano con la lezione messa a testo..333 In T manca.334 T e B.Giamboni aggiungono: de Grece = di Grecia. Sp aggiunge: di Macedonia.335 In T manca. In Sp e F: Grecia. In B.Giamboni: E d'allora innanzi quelli di Grecia furono chiamati imperadori e non re.336 B.Giamboni aggiunge: Qui dice...337 In B.Giamboni: Pacor.338 In B.Giamboni: ottocentosettantuno. Sp, T ed F concordano. Le date non combaciano. Tra le date fornite dagli storici moderni e la data fornita dalla fonte storica di B.Latini, ci

sarebbe uno scarto di circa 300 anni.339 B.Giamboni omette.340 In Sp: libro. In B.Giamboni: il conto.341 In T: De Femenie = Di Femminia. In B.Giamboni: Del regno delle femine. In Sp e F: Del regno delle donne.342 In Sp: delle città. In B.Giamboni: Sciuto. In T ed F: Scite. Lezione messa a testo.343 B.Giamboni differisce nei particolari, pur mantenedo l'intero episodio in maniera sostanziale: E quando le loro feminesi fecero una di loro reina di tutti loro paesi. E ordinaro tra

loro che né Romani, né altra gente potessero abitare in loro terra. E che loro figliuole fossero nudrite tra loro, E' figliuoli maschi fossero nudriti cinque anni, e poi fossero dati alli lor padri, che abitavano in altro luogo che le femine.E le femine non si intramettevano se non d'arme e di cavalli, per podere defendere loro paese, e li uomini non si intrametteano se non di lavorare terre, per vivere eglino e le loro donne riccamente. E stabiliro che' loro mariti s'assemblassero una volta l'anno con loro, e dimorare un mese per avere figliuoli e più e meno, secondo che alla loro realtà piacesse.....

344 In Sp: e a ogni figia che nascesse che accorciassero la mammella sinistra....345 B.Giamboni aggiunge: quando fu assediata da' Greci.346 B.Giamboni aggiunge: figliuolo del re Priamo347 B.Giamboni aggiunge: folle.348 In Sp: sy non por quanto sopieron por dicho de muchas de sus donzellas depues que ella fue muerta. In B.Giamboni: …..Ma di ciò non si seppe mai certanza, fuori di tanto,

ch'ella vi morì con grande quantitade delle sue donzelle. E sappiate ch'elle portano treccie dietro molto grandi.

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Il regno degli Argivi cominciò in quel tempo stesso che Giacobbe ed Esau figlio di Isacco, furono nati, *di cui Isacco fu primo re e dopo di lui fu re Foroneo suo figlio349. Foroneo fu quello che innanzitutto diede la legge ai Greci, nella città di Atene e stabilì che *le cause e i processi350, fossero giudicati davanti a lui. E il luogo dove si fanno i processi, è chiamato Foro, dal suo nome. E sappiate che il regno degli Arginoi durò 264 anni e fu abbattuto al tempo di *Danao351 re di Grecia, di cui la narrazione parla qui avanti.

32. I re di Troia.

*La narrazione ha detto qua dietro352, che il re Giove ebbe due figli, Danao e Dardano. E di Danao la narrazione vi ha detto tutta la generazione. Ora dice che l'altro figlio, Dardano, fece in Grecia una città, che chiamò Dardania dal suo nome, *3200353 anni dall'inizio del mondo. Da Dardano nacque Eritonio che fu re dopo di lui. Da Eritonio nacque il re Troio, che edificò la città di Troia e dal suo nome fu chiamata Troia. Dal re Troio nacque Ilo, che fece la fortezza maestra di Troia e da lui fu chiamata Ilio. *E suo fratello Ganimede fu ucciso dai Greci, secondo come la narrazione espone qui avanti354. Dal re Ilo nacque Laomedone, *che difese i porti da Giasone e dagli altri suoi compagni355 *che andavano per il vello d'oro, per vendetta di Ganimede suo zio356, *da cui avvenne poi che Giasone, Ercole e tutti gli arditi tra i Greci, giunsero a Troia, distrussero la terra, uccisero il re Laomedone e si portarono Esiona sua figlia357. Dal re Laomedone nacque il re Priamo e Anchise, il padre di Enea. Priamo re di Troia, fu padre del buon Ettore e di Paride, che rapì Elena moglie di Menelao, re di Grecia. E per la vendetta di quello che ho esposto, Troia fu distrutta di nuovo e il re e tutti i suoi figli furono *abbattuti e uccisi358, secondo come potrete trovare nel gran libro *di Troia359. E questo fu fatto *962360 anni dopo l'inizio di Troia.

33. Come Enea *arrivò361 in Italia.

Quando Troia fu presa, messa a fuoco e *fiamme362 e *uccisi gli uni e gli altri363, Enea *il figlio364 di *Anchise365, con suo padre e Ascanio suo figlio, *fuggirono allora da Troia366, portarono con loro un *grandissimo tesoro, una moltitudine

349 In B.Giamboni manca.350 In B.Giamboni: le cose e i giudicamenti....351 Sp sostituisce con: Bay. In B.Giamboni: Dario.352 In Sp: Avete udito sopra in questo libro.....353 T aggiunge: lxii = quarantadue. Gli altri mss. concordano con la lezione messa nel testo tradotto.354 In B.Giamboni manca.355 F aggiunge: qui vea les porz à Jason. = ..che vietò i porti a Giasone. In Sp cfr. trad. 356 In B.Giamboni manca.357 In B.Giamboni: Onde poi avvenne che Ianson e Ercules con tutta l'oste de' Greci entrò in Troia, e disfecero la cittade, e uccisero il re Laumedon, che allora n'era signore, e

menonne Esiona figliuola del re Laumedon.358 In B.Giamboni: furono tutti morti. In Sp: morirono.359 In T: des troiens = dei troiani.360 In B.Giamboni: ottocentosessanta.361 B.Giamboni sostituisce con: capitò.362 In T: ruines = rovine. Incendiata e distrutta.. In B.Giamboni: ...e messa a fuoco e a fiamma... In F: à feu et à flame..(cfr.trad.).363 In B.Giamboni manca. In Sp simile: ..e che uccisero tutti quanti potevano avere..364 In T manca.Gli altri mss. concordano con questa lezione.365 In Sp: Anchise e Troio. 366 Fuggiro allora di Troia. In Sp: uscirono e scapparono....In T e F: ...s'en iseerent hors = se ne uscirono fuori.... Preferibile la lezione di B.Giamboni.

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di persone e andarono verso la salvezza367. *Perciò gli autori [del libro di Troia] raccontano che ne conosceva il tradimento e ne fu compagno368. Ma parecchi dicono che non ne seppe niente, se non alla fine quando la cosa non poteva essere riportata indietro. Ma come fosse la cosa, lui e la sua gente andarono per mare e per terra, una volta qua, un'altra là, tanto che arrivarono in Italia.

34. *Come Enea fu re in Italia e i suoi figli dopo369. Ed è vero che *Italio370, figlio di *Nimrod371 che fece la torre di Babele, venne in Italia e così fu sire per tutta la sua vita. *Dopo la ebbe Italo, suo figlio e per il nome di quello, fu chiamato il paese di Italia. Dopo la ebbe *Giano372 suo figlio.373 Allora accadde secondo come le storie raccontano, che Saturno re di Grecia fu esiliato dal suo regno e fuggì in Italia e là fu re e sire della terra. Dopo la ebbe il re Pico, suo figlio e poi il re *Fano374, figlio del re Pico. Dal re Fano nacque il re Latino, che allora era re in Italia, quando Enea e le sue genti vi arrivarono. E sebbene all'inizio il re fosse dolce e bonario *e lo volesse dare [in matrimonio] a sua figlia Lavinia, poiché a parte lei non aveva più figli, la regina non acconsentì al matrimonio [con Enea], anzi la volle donare ad un altro *grande uomo ricco375, del paese. Per questo vi fu tra loro un grande odio, così come una mortale guerra.376 Ma alla fine vinse Enea, con la forza delle armi, prese Lavinia come moglie, così fu il re d'Italia e regnò tre anni e *mezzo377 e quando morì lasciò un bambino piccolo [avuto] da sua moglie, che ebbe nome Giulio Silvio, perché sua madre lo faceva nutrire di nascosto nelle selve, cioè nei boschi, per paura di Ascanio suo fratello, ma non aveva timore, perché lo amava teneramente. E ciò fu al tempo del re David, all'inizio della quarta età del mondo.

35. *La linea dei re di Roma e d’Inghilterra378.

Quando Ascanio trapassò da questo mondo, Silvio suo fratello fu re dopo di lui ed ebbe due figli, Enea e Bruto. E quando il re Silvio morì, Enea *suo figlio379 primogenito ebbe la terra. Dopo la sua morte, Bruto suo fratello passò in una terra che per il suo nome fu chiamata Bretagna, ora chiamata Inghilterra e fu l'inizio dei re della Gran Bretagna. E dalle sue generazioni nacque poi il *buon380 re Artù, di cui i *romanzi381 dicono che fu un re incoronato nell’anno *483382

367 In B.Giamboni: Eportò con seco grande avere. E molta gente di Troia lo seguitaro, tanto ch'egli scampò dalle mani delli inimici suoi e venne in luogo salvo.368 Pn B.Giamboni: Onde disse alcuno autore, perch'egli iscampò con così grande tesoro, che egli seppe il tradimento do Troia.369 B.Giamboni diverge dai restanti mss.: Come Enea fu in Italia con suo figliuolo appresso.370 In T e B.Giamboni: Italus = Italo. In Sp: Ytalio. In F: Ytalus.371 In B.Giamboni: Nembrot.372 In F e T: Janus. In Sp: Jason.373 F, T ed Sp aggiungono. Aprés le tint Ytalus ses fiz, et por le non de lui fu apelés Ytaile. (Cfr. trad.). In B.Giamboni, solo: E poi la tenne il figluolo.374 In B.Giamboni: Sannus.375 In B.Giamboni: ...gran barone...376 B.Giamboni antepone così: ….dolce e di buono aere, fece guerra contro ad Enea.377 In B.Giamboni e T: .vi. mois = sei mesi. In Sp ed F: demi = mezzo.378 In B.Giamboni: Qui dice della schiatta dei re d'Inghilterra.379 In T manca.380 In T manca.381 In B.Giamboni: i Romani. Gli altri restanti mss. concordano sulla lezione: romanzi. Entrambe le interpretaziioni sono valide per quanto riguarda una possibile discendenza

romana di Artù, ma ciò viene raccontato solo nel basso Medioevo, alla fioritura dei romanzi dei cavalieri della Tavola Rotonda, di epoca appunto medioevale.382 In Sp: quattrocentottantaquattro. Gli altri mss. concordano nella lezione messa a testo.

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dall'incarnazione di Gesù Cristo, nel tempo in cui Zeno fu imperatore di Roma e regnò circa 50 anni. Dal re Enea, figlio del re Silvio, nacque Latino. Dal re Latino nacque *Albano383, che fece la città di Albano. Dal re Albano nacque Egitto. Dal re Egitto nacque Carpenazio. Dal re Carpenazio nacque Tiberio. Dal re Tiberio nacque Agrippa. Dal re Agrippa nacque Aventino. Dal re Aventino nacque Proca. Dal re Proca nacque *Numitore e Amulio384. Numitore fu re dopo la morte di suo padre e aveva una figlia di nome Emulia. *Ma Amulio gli tolse il suo regno e cacciò Numitore e sua figlia in esilio e si fece fare re durante questo tempo385. Ed Emulia concepì due figli, Romolo e Remo, in tal maniera che nessuno seppe chi fu loro padre. Ma parecchi dicevano che Marte, il dio delle battaglie, li avesse generati. E da allora in poi, quella donna fu chiamata *Rea386 *e poi fece una città nel centro dell’Italia, che per il suo nome è chiamata Reate, ovvero Rieti387. E perché molte storie espongono che Romolo e Remo furono nutriti da una lupa, è giusto che io dica la verità: è vero che quando nacquero, li si lasciò su una *riva388, *perché le genti non capissero quale madre li avesse concepiti389. Intorno a quella riva, sostava una donna che si prostituiva. E tali donne sono chiamate lupe in latino. Quella donna prese i bambini e li nutrì con dolcezza. E perciò fu detto che erano figli di una lupa, *ma non lo erano affatto390.

36. *Romolo e i Romani391.

Romolo fu molto *fiero392 e di grande coraggio e quando fu in età, *frequentava i giovani valorosi e gli uomini leggiadri e malfattori, di cui era guida e capitano393. E quando gli si svelò la sua nascita, non finì più di raccogliere genti di diversi tipi e di guerreggiare contro Amulio, che aveva tolto il regno al suo avo. E tanto fece con la sua prodezza, che lo vinse e gli tolse il suo regno e lo restituì a *Numitore394. Dopo ciò, non passò molto che lo fece morire e fu *re395 al suo posto. *Fece396 Roma, che così è chiamata dal suo nome. Poi uccise suo fratello Remo e poi il padre di sua moglie, che era signore *del tempio dei sacrifici397 *del paese398. Fu erede di tutto ed ebbe *da solo399 il potere di Roma. Così Roma fu incominciata *4484 anni dopo l'inizio del mondo400 e fu *314401 anni dopo la distruzione di Troia. E quando Romolo

383 In F e B.Giamboni manca.384 T ed F ed Sp aggiungono tra i due nomi: et = e. B.Giamboni cita solo Numitore.385 T ed Sp aggiungono: endementiers = durante questo tempo. In B.Giamboni: Ma un barone Amulio sì gli tolse il regno, e cacciò lui e la sua figliuola via, e facesi fare re.386 In T: Reate. In Sp, F e B.Giamboni: Rea.387 In T la frase manca. In Sp ed F solo: Reate. In B,Giamboni: ….fu appellata Reata, o ver Rieti.388 Sp aggiunge: de la mar. In B.Giamboni: ...riviera d'acqua...389 In B.Giamboni: ….perché le genti pensassero, se fossero trovati, che elli venissero di strana contrada, o che vi fossero menati.390 In B.Giamboni: …...ma né l'uno né l'altro non può esser vero, se non nella maniera ch'è detto. In Sp: ...lo que non podria ser de otra guisa, assy commo avedes oydo = ….e ciò

non potrebbe essere in altra maniera, così come avete sentito. A testo si preferisce la lezione di F e T.391 B.Giamboni aggiunge: Qui dice...392 In Sp: cruel = crudele. I restanti mss. confermano la lezione: fiero.393 In B.Giamboni: ...egli usava con giovani che seguissero il suo volere: cioè con uomini malfattori, e di mala qualitade. Ed egli era capitano di tutti.394 B.Giamboni aggiunge:...che era ancora vivo.395 T aggiunge: en son leu = al suo posto. Concordano anche Sp e B.Giamboni.396 In B.Giamboni: edificò....397 In B.Giamboni: ….degli idoli e dei sacrifici... 398 In Sp: ...de la tierra = della terra.399 In F: sor tout la seignorie de Rome = sopra tutti la signoria di Roma. In T: soul. (Cfr. trad.). In Sp manca. B.Giamboni: ...e a lui rimase l'eredità di ogni cosa. E sopra tutti gli...... 400 In Sp: quattromilaquattrocentoventiquattro. In B.Giamboni: E fu Roma incominciata quattromitrecentoventiquattro anni dopo la distruzione di Troia. La lezione messa a testo è

dei mss. T ed F.401 In T: xiii = tredici. In Sp ed F: quattordici. In B.Giamboni manca.

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*morì402, tenne il regno Numa Pompilio, *suo figlio403, poi Tullio Ostilio, poi fu re Anco Marcio, Tarquinio *primo404, poi il re Servio [Tullio] e dopo regnò Tarquinio *l'orgoglioso405, *il figlio del quale406 *per la sua superbia407 fece onta e oltraggio a una nobildonna di Roma, di alto lignaggio, per giacere con lei carnalmente. Quella donna aveva nome Lucrezia, una delle migliori *dame408 del mondo e *la più casta409. Per questo motivo Tarquinio fu cacciato dal suo regno e fu stabilito dai Romani che mai più avessero re, ma la città e tutto il suo regno fossero governati dai senatori, dai consoli, dai patrizi, dai tribuni, dai dittatori e da altri ufficiali secondo come le cose *sono grandi410, fuori e dentro la città. E quel dominio durò 465 anni fino al tempo che Catilina fece a Roma la congiura, contro quelli che *la governavano411, *per i migliori usi e per i migliori costumi412. Ma quella congiura fu scoperta nel tempo che il molto saggio Marco Tullio Cicerone, il miglior uomo oratore del mondo e maestro di retorica, fu console di Roma, il quale attraverso il suo grande senno vinse i congiurati e *ne prese e fece uccidere413 una gran parte con il consiglio del buon Catone, che li giudicò a morte, sebbene Giulio Cesare esortasse che non fossero *giudicati a morte, ma fossero messi in diverse prigioni414. E perciò dicono parecchi, che fu compagno di quella congiura. E a dire il vero, non amò mai i senatori, né gli altri ufficiali di Roma, né quelli lui, perché era venuto dalla linea dei figli di *Enea415. Dopo questo, era di così grande coraggio e forte, che non guardava ad altro che ad avere il potere, così come lo avevano avuto i suoi predecessori.

37. La congiura di Catilina.

Quando la congiura fu scoperta e il potere di Catilina indebolito, egli fuggì in Toscana, in una città che aveva nome *Fiesole416 e la fece ribellare contro Roma. Ma i Romani inviarono una grandissima armata e trovarono Catilina, tutta la sua armata e la sua gente, ai piedi della montagna, dove è ora la città di Pistoia. Là, Catilina fu vinto in battaglia e morirono, lui e *i suoi417. Anche una gran parte dei Romani vi furono uccisi. E a causa della *pestatura418 da quella grande uccisione, la città fu chiamata Pistoia. Dopo ciò i Romani assediarono la città di *Fiesole419, tanto che la vinsero e la sottomisero e allora fecero in mezzo alla piana che si trova ai

402 In B.Giamboni: ..passò di questa vita...403 In T, B.Giamboni ed Sp: son fiz = suo figlio. In F: qui ne fu pas ses filz = che non fu suo figlio...404 In T, B.Giamboni ed Sp: premiers = primo. In F: Priscus = Prisco. 405 Entrambi i mss. hanno: orgilleus (T), orguilleus (F) orguilloso (Sp) orgoglioso (B.Giamboni) = orgoglioso. (il superbo).406 In Sp e B.Giamboni manca.407 F aggiunge: par son orgueil = per il suo orgoglio. In T: par son orguel (Cfr. trad.). In Sp: por son orguillo. In B.Giamboni: che per suo oltraggio e per sua superbia fece oste a una gentile donna di Roma....408 T aggiunge: dame. (Cfr. trad.).409 In B.Giamboni al plurale.410 In B.Giamboni manca. Sostituisce sono con fossero.411 Sp ripete Roma.412 In T: por l’envie des signatours = per l’invidia dei senatori. In Sp: per migliori usi e migliori dignità. In F: por le muement des dignitez = per il mutamento delle dignità. In B.Giamboni manca.413 In B.Giamboni: guastare e distruggere.414 In B.Giamboni: Ma non furono presi tutti, ché molti ne camparo. E Giulio Cesare non li volle giudicare a morte, ma consigliò che fossero messi in forti prigioni di fuori di

Roma.415 In Sp: di quelli.416 In Sp: Siena. Gli altri mss. riportano Fiesole.417 In Sp e B.Giamboni: …..la sua gente.418 In F ed Sp: pestilance = pestilenza. In T: pestrine. (cfr. trad.). In B.Giamboni: E per quella grande pesta di quella grande uccisione fu appellata la città di Pistoia.419 In Sp: Siena.

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piedi delle alte montagne, dove quella città si trovava, un'altra città che ora è chiamata Firenze. E sappiate che la zona di terra dove si trova Firenze, fu chiamata *Capo420 di Marte, cioè casa di *guerra421, perché Marte che è uno dei sette pianeti, è chiamato dio della guerra e così fu adorato anticamente. Perciò non vi è da meravigliarsi se i Fiorentini sono sempre in *guerra422 ed in discordia, perché quel pianeta regna su di loro. Da ciò, maestro Brunetto Latini deve far conoscere la verità, perché vi è nato e così era in esilio allorché compì questo libro, *a causa della guerra ai Fiorentini423.

38. Come Giulio Cesare fu primo imperatore di Roma.

Durante questo periodo, Giulio Cesare *si procurò tanto a monte e a valle424, che dopo ebbe molte vittorie e sottomesso molti paesi al comune di Roma. Poiché aveva combattuto contro *Pompeo425 e contro gli altri che allora governavano *la città426, tanto che li vinse e cacciò tutti i suoi nemici ed egli solo ebbe il potere di *Roma427. E perché i Romani non potevano avere re, secondo quanto stabilito che fosse fatto al tempo di *Tarquinio428, del quale la narrazione rammentò qua dietro, egli si fece chiamare imperatore. *E così Giulio Cesare fu il primo imperatore dei Romani429 e tenne il suo impero tre anni e *mezzo430 e poi fu ucciso *con il tradimento431, sotto *il Campidoglio432, *per mano dei suoi nemici433. Dopo la morte di Giulio Cesare, fu imperatore Ottaviano suo nipote, che regnò *42 anni e mezzo434 e *14 anni dopo la nascita di Gesù Cristo435 ebbe il regno di tutto il mondo e fu *tanto saggio e retto436, ma era molto lussurioso. Alla fine eliminò tutti quelli che uccisero Giulio Cesare. Ma qui il maestro tace di parlare di lui e degli imperatori di Roma e torna *alla materia propria437.

39. I re di Francia *e le loro vite438.

Quando la città di Troia fu distrutta e gli uni scapparono qua e gli altri là, secondo dove la fortuna li conduceva, accadde che Priamo il giovane, figlio della sorella del *re439 Priamo di Troia e con lui Antenore, se ne andarono per mare con 13000 uomini armati, tanto che arrivarono là dove ora si trova la

420 T ed F riportano: chiés(T), Chiès (F ed Sp) = Capo. In B.Giamboni: magione di Marte. 421 In B.Giamboni: battaglie. In Sp: battaglia.422 In B.Giamboni: briga.423 In Sp: ...quando el traslado este libro de latin en françes. = tradusse questo libro dal latino in francese. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa in traduzione.424 In Sp: ...tanto lavorò a una e all'altra parte...425 B.Giamboni aggiunge: ...che allora era consolo di Roma...426 B.Giamboni sostituisce con: Roma.427 B.Giamboni aggiunge: ..e chi vuole sapere come gli vinse, e dove, cerchi nel grande libro delle storie di roma, e troverallo apertamente.428 B.Giamboni aggiunge: l'orgoglioso.429 In B.Giamboni manca.430 In T: .vi. mois = sei mesi. In F: demi. (Cfr. trad.).431 In Sp e B.Giamboni manca.432 In Sp: la capitale.433 In F: …..par les Romains = …..dai Romani. In T: par les mains de ses ennemis. (Cfr. trad.). In B.Giamboni: ...da grandi uomini di Roma, che aveano grande invidia di lui. 434 In T: xiii ans et vi mois = tredici anni e sei mesi. 435 In entrambi i mss. dopo le due cifre, si indica rispettivamente per la prima, “prima della nascita di Gesù Cristo” e per la seconda cifra, solamente “dopo”. Pertanto si postpone e si aggiunge quanto stabilito nel testo al numero di nota corrispondente. La storiografia ha accertato che l’impero di Ottaviano Cesare Augusto è da collocarsi tra il 27 a. C ed il 14 d.C. B.Giamboni antepone questo periodo: E al suo tempo nacque Gesù Cristo nostro signore, nelle parti di Ierusalem. 436 In B.Giamboni: bello, savio e prode maravigliosamente.437 In Sp: ..per raccontare quello che aveva cominciato. In B.Giamboni manca: propria.438 F e T aggiungono questo testo.439 In T manca.

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città *di440 Venezia, che incominciarono per primi e fondarono sul mare, perché non volevano abitare in una terra che fosse *sottomessa441 a un signore. Poi Antenore e Priamo partirono in compagnia di una moltitudine di persone e andarono nella marca di Treviso, poco lontano da Venezia e là fecero un'altra città, chiamata Padova, dove giace il corpo di Antenore ed ancora vi è la sua *sepoltura442. Di là poi partirono alcuni ed andarono a *Sicambria, una città che *fecero443 alla fine, da cui furono chiamati Sicambriani444. Col passare del tempo andarono in Germania e per questo furono chiamati germani. E quando furono in Germania, fecero re e loro signore Priamo che fu della linea di Priamo il giovane, poi ucciso nella battaglia che ebbero contro i Romani e lasciò un figlio, il quale ebbe nome di *Comede445. Da Comede nacque *Faramont446 che poi fu re dei Germani. Dopo lui regnò il re *Ernito447 suo figlio. Allora Roma cominciò a diminuire e a decrescere, la Francia cominciò a crescere e ad innalzarsi, tanto che cacciarono i Romani che abitavano lungo il fiume *Reno448. E quando il re Ernito morì, fu re Gildebours che generò con la regina Bisine, Clodoveo, il quale fu re di Francia. Dopo lui regnò Meroveo, suo figlio e l'altro suo figlio Meroveo. Poi regnò suo figlio Ildris. Dopo di lui regnò suo figlio Clodoveo, che fu il primo re di Francia cristiano che mai vi fosse, perché lo battezzò San Remigio. Egli stesso sottomise gli alemanni al suo potere e vinse i guasconi. Nell'anno *651449 dall'incarnazione di Gesù Cristo, *i primogeniti cominciarono ad avere il governo del regno di Francia, di cui Arnoldo fu il primo, che poi fu vescovo di Metz450. *Dopo regnò Antigois suo figlio primogenito, *il quale ebbe soprannome di *Croiso451. Dopo *regnò452 Carlo Martello suo figlio453. *E dopo di lui fu re Pipino, padre di Carlo Magno, re di Francia e imperatore di Roma, secondo come la narrazione esporrà qui avanti454. Ma ora la narrazione tace di parlare *dei re455 e *del loro regno456, perché ha esposto abbastanza chiaramente chi furono i primi re, *come457 furono, *in quale luogo458 ed in quale terra. Dei romani stessi, ha esposto la retta storia e fino all'inizio del loro impero, per questo *ora la narrazione459 non ne dirà affatto avanti, anzi ritornerà alla sua materia, cioè alla terza età del mondo, di cui si è a lungo taciuto.

440 Sp sostituisce con: dize = dicono.441 T ed F omettono. In Sp: so = sotto o sottomessa. In B.Giamboni: ...e ciò fecero essi per non abitare in terra che fosse di signore.442 B.Giamboni sostituisce con: sepolcro.443 In Sp: ...e fezieron una una çibdat que es fecha en cabo de aquella tierra...= ...e fecero una città che è fatta a capo di quella terra... In B.Giamboni la frase ricalca la lezione dei

mss. T ed F, ma omette il nome della città. (Sicambro). Omette anche la restante parte fino a Sicambriani.444 Difficile l’attribuzione ad una città odierna. Secondo gli storici, i Sicambriani popolarono successivamente la regione della Renania nord-occidentale, in Germania e precisamente tra i fiumi Lippe e Sieg. Secondo una tradizione francese, Sicambria è il nome antico di Budapest, in Ungheria.445 In F: Comedes de Mar. In T: Arcomedes. (Cfr. trad.). In Sp: Comedes. In B.Giamboni: Comedes.446 In B.Giamboni: Caramot. Negli altri mss. prevale la lezione: Faramont.447 In T: Crinitus = Crinito. In F: Hernitus. (Cfr. trad.). In Sp: Ennicas. In B.Giamboni: Licormitus.448 In B.Giamboni: Nie.449 In Sp e T: viic. .ii. = settecentodue. In F: seicentodue. In B.Giamboni: settecentocinquantaquattro.450 B.Giamboni sostituisce questa porzione di testo così: E allora cominciò l'odio del signore di Francia. Onde Amelius fu il primo vescovo. 451 In T manca.452 In F: fu dux = fu comandante.453 In Sp manca questa parte di testo.454 A parte una relativa omogeneità tra F e T, di cui sono segnalate le differenze, i mss. complessivamente considerati, divergono notevolmente in questa porzione di testo, per cui si

riportano per intero la lezione di Sp e di B.Giamboni. Sp: Dopo regnò Antioco suo primo figlio. Dopo di lui regnò Pipino suo figlio, che ebbe per soprannome Croiso. E dopo regnò Carlo Martello suo figlio. E dopo di lui regnò Pipino,

che fu padre di Carlo Magno, che fu re di Francia e imperatore di Roma, così come sentirete parlare avanti. B.Giamboni: E allora cominciò l'odio del signore di Francia. Onde Amelio fu il primo vescovo. Dopo lui regnò Antigio suo primogenito, ch'ebbe soprannome Croiso. Dopo lui regnò

il re Pipino, padre di Carlo Magno, che fu re di Francia e imperatore di Roma, secondo come esporrà la narrazione più avanti. 455 Sp e B.Giamboni aggiungono: deella terra.456 Sp aggiunge: ..della terra... In B.Giamboni: ...e delle loro terre... In T ed F manca.457 In Sp: quien = chi. 458 In T manca. B.Giamboni sostituisce con: e li loro nomi.459 In T, Sp e B.Giamboni manca.

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40. *Ancora della terza età del mondo460.

Ora dice la narrazione, che la terza età incominciò al tempo di Abramo, il quale nacque al tempo del re Nino, quando Abramo generò Isacco. Isacco *generò461 Esau e Giacobbe ed ancora viveva Abramo, ma aveva ben *155462 anni *di età463. Giacobbe generò Giuseppe e gli altri suoi fratelli, di cui parla la Scrittura e da cui furono generate le dodici linee, che sono chiamate i figli di Israele. Perché fu vero che Giacobbe combatté e lottò una notte contro l'angelo, tanto che alla fine Giacobbe lo vinse. Allora fu benedetto, gli fu cambiato il suo nome e chiamato Israele, cioè principe di Dio. Giuseppe fu venduto *dai464 suoi fratelli e alla fine fu gran maestro nella corte del Faraone re d'Egitto, nel tempo che la grande fama [di questo] fu in Terra. Allora vi fece venire suo padre con tutti i suoi fratelli, che poi abitarono in Egitto fino al tempo di Mosè, secondo come *dirà qui la narrazione465. Il terzo fratello di Giuseppe, figlio di Giacobbe, *che ebbe nome di Levi466, generò Cahat. Da Cahat nacque Aran. Da Aran nacque Mosè. E quando Mosè nacque, sua madre lo rinchiuse con cura in un piccolo scrigno e lo gettò *nel fiume467, perché un altro Faraone, che allora era re d'Egitto, aveva *comandato468 che ogni figlio maschio degli Ebrei, fosse gettato nel fiume e le femmine fossero *rinchiuse469. Alla riva di quel fiume lo trovò la figlia del Faraone, che lo tolse dall'acqua e lo fece nutrire così come suo figlio *e per questo ebbe quel nome470, perché Mosè significa acqua. E quando Mosè fu in età di *80471 anni, condusse tutto il popolo di Israele fuori dall'Egitto, nella terra che Dio aveva promesso ad Abramo. E sappiate, dal momento che Dio promise ad Abramo la terra promessa, fino all'uscita dall'Egitto, passarono 430 anni. E così Mosè fu maestro e sire del popolo di Israele, per volontà di Dio, che gli diede la *legge472 e attraverso lui comandò che essa fosse osservata. Dopo la sua morte, vi furono molti altri governatori del popolo fino al tempo di David, che ne fu re e sire e questo fu *440473 anni dopo l'uscita dall'Egitto, quando Mosè condusse il popolo. Allora terminò la terza età e Troia era già conquistata e distrutta, Enea e i suoi figli avevano già conquistato il regno del re Latino. E sappiate che la terza età che fu da Abramo fino al re David, durò *974474 anni.

41. *Le cose che furono nella quarta età del mondo475.460 In Sp: Delle cose che accaddero nella terza età del mondo. In B.Giamboni: Qui dice delle cose che furo nella terza etade del momdo.461 In B.Giamboni manca.462 In T: clv. = centocinquantacinque. In Sp e B.Giamboni: centocinquanta. In F: centoquaranta. Sembra accertato che Abramo nacque, secondo Genesi, nel 1996 a.C. Giacobbe ed Esau, gemelli, nacquero nel 1836 a.C., quando Abramo aveva 160 anni. Pertanto la lezione più veritiera è quella di T.463 In Sp e B.Giamboni manca.464 B.Giamboni sostituisce con: per. In Sp: A Josep vendieron suss hermanos = A Giuseppe vendettero i suoi fratelli. Da preferire la lezione di F e T. 465 In Sp: ...secondo come udirete avanti....466 In Sp e B.Giamboni manca.467 In Sp (en el rio) e in T: el fleuve = nel fiume. In F (en un flum) e in B.Giamboni: ...in uno fiume..468 Sp aggiunge: ..per tutto il suo regno..469 In B.Giamboni; ...nudrite e guardate...470 In B.Giamboni manca. 471 In Sp e in B.Giamboni: trenta. 472 B.Giamboni aggiunge: ...in monte Sinai...473 In T: vicxxx = seicentotrenta. In Sp: quattrocentotrenta. In B.Giamboni: seicentotrenta. In F: quattrocentoquaranta.474 In T: lxxiii = settantatré. In Sp: novecentosettantacinque. In F e B.Giamboni: novecentosettantaquattro. 475 In T: Dou quart aage dou monde. In Sp: De las cosas que fueron en la quarta hedat. In F: Des choses qui furent dedanz le quart aage. In B.Giamboni: Qui dice delle cose che furo nella quarta etade del mondo.

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La quarta età cominciò, allorché Saul re di Gerusalemme, fu ucciso e David ne divenne re e sire. Dopo la sua morte fu re Salomone suo figlio, pieno di senno e di sapienza, che fondò e fece il tempio di Gerusalemme. Poi vi furono molti altri re, gli uni dopo gli altri, fino a tanto che fu re *Sedechia476. E quando ebbe regnato per *circa477 12 anni, Nabucodonosor re di Babilonia, di cui la narrazione ha detto prima, lo prese e gli tolse gli occhi dalla testa e lo condusse nella prigione di Babilonia, lui e tutti i giudei, le genti che erano della linea di Israele. E il tempio di Salomone fu messo a fuoco e fiamme e non durò che *433478 anni, allora finì la quarta età. Dentro la quarta età, vi furono i profeti, dei quali parla la Scrittura e Romolo fondò Roma. E sappiate che Tarquinio Prisco era re dei Romani, quando i giudei furono imprigionati in Babilonia e questa età durò *500479 anni.

42. *Le cose che furono nella480 quinta età del mondo.

La quinta età cominciò con la trasmigrazione da Babilonia, cioè quando i giudei vi furono condotti in prigionia. E quando furono nella prigione, Ciro il primo re di Persia uccise Baltasar, re di Babilonia e prese la sua terra ed il suo regno, secondo come la narrazione espone qua dietro. Ciro liberò dalla prigione, ben 50000 giudei, per *restaurare481 il tempio. Ma poi venne il re Dario, che ebbe il potere dopo di lui, li liberò tutti pacificamente e ciò fu 72 anni dopo che essi furono fatti prigionieri. Allora quello stesso Tarquinio *il Superbo482, re dei romani, fu cacciato dal suo dominio, così come è stato narrato prima. Questa età durò fino alla nascita di Gesù Cristo, nella Gloriosa Vergine Maria e furono *5543483 anni durante il quale termine vissero Platone, Aristotele e *Demostene484, che furono i *sovrani485 filosofi. E regnò Alessandro il Grande e i romani conquistarono la Grecia, la Spagna, l'Africa, la Tracia, la Siria e molte altre terre. E in questa stessa età, Marco Tullio diede ai romani la Retorica, Pompeo conquistò la terra della Giudea, Catilina fece la *congiura486 a Roma, Giulio Cesare divenne primo imperatore di Roma e dopo di lui Ottaviano. E Nostro Signore prese carne nella Vergine Maria, 5500 anni dall'inizio del mondo, ma parecchi dicono che non furono che *5259487 anni.

43. La sesta età *del mondo488.

476 In B.Giamboni: Ezechia.477 In Sp manca. In B.Giamboni solo: ventidue anni.478 In T ed Sp: ccccxxxii = trentadue. In F: trentatré. In B.Giamboni: quattrocento.479 T aggiunge: xii = dodici. Anche Sp data: cinquecento dodici. F e B.Giamboni solo: cinque cento. 480 In T manca. In Sp solo: Della quinta età. B.Giamboni aggiunge: Qui dice... Si mette a lezione il titolo di F.481 In Sp: estableçer e refazer = fondare e rifare. In B.Giamboni: acconciare.In F: restorer = restaurare. In T: estorer = costruire. Da preferire per il senso la lezione di F.482 In F: Orguilleus = Orgoglioso. In T ed Sp: Superbus = Superbo. In B.Giamboni: superbo.483 In F: vm vc xliii = cinquemila cinquecento quarantatré. In T: vc et xlviii = cinquemila cinquecento quarantotto. In Sp: cinquemila cinquecento sessanta tre.B.Giamboni omette. I mss. differiscono per poco. 484 Sp sostituisce con: Diogene. B.Giamboni omette entrambi. Gli altri mss. concordano con: Demostene.485 In Sp: sabios = saggi. F, T e B.Giamboni concordano.486 In Sp: juramento = giuramento. In B.Giamboni: giura.487 In T: lviii = cinquantotto. In Sp: cinque mila duecento quattro. In B.Giamboni: cinque mila duecento cinquanta quattro anni. Si mette a testo la lezione di F. A parte il testo di Giamboni, T, F ed Sp differiscono di poco.488 In Sp manca.

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La sesta età cominciò alla nascita di Gesù Cristo e durerà fino alla fine del mondo. E sappiate che quando Nostro Signore fu in Terra con i suoi apostoli, cominciò il Nuovo Testamento e finì il Vecchio, perché a 30 anni della sua età si fece *battezzare489 *attraverso le mani di490 san Giovanni Battista, per mostrare come i Cristiani celebrassero il battesimo, *là dove la vecchia legge faceva la circoncisione491. E perciò noi osserviamo la vecchia legge, là dove non fu rimossa. È giustissimo che *la narrazione parli492 dei maestri di quella legge e la vita di ognuno, in questa maniera.

44. David *che fu493 re e profeta.

David figlio di Jessè, che proveniva dalla linea di Giuda, nacque *a Betlemme494, uccise Golia il *gigante495 che era nemico di re Saul, il quale fu sire di Gerusalemme e dei giudei. *Vinse senza *armi496, il leone e l'orso, vinse il gigante e fece molte altre grandi cose497, perché Saul lo odiò e lo cacciò per *togliergli la vita498, poiché temeva che gli togliesse il suo regno. Ma così come a Dio piacque, Saul morì e David fu re *dopo di lui499, molto vittorioso e Dio volle che fosse re e profeta. E sebbene fosse peccatore, andava sovente e volentieri in penitenza. *Amò500 Bersabea, moglie di Uria, suo *conestabile501 e alla fine fece andare Uria in una battaglia dove morì *e poi ebbe la moglie di quello e con lei generò Salomone il Saggio, che fu re dopo di lui502. E sappiate che David fu tra tutti, il maggiore profeta e non profetizzò alla maniera degli altri, perché la profezia è di quattro tipi: nel fatto, nel detto, nella visione o nel sogno. Nel fatto, fu l'arca che fece Noè, a significato della santa Chiesa. Nel detto, fu quello che *l'angelo disse503 ad Abramo: “Nella tua semenza tutte le genti saranno benedette”. Nella visione, fu il *rovo504 che Mosè vide ardere *e mai finiva505. Nel sogno, furono le sette vacche e le sette aspidi che il Faraone sognò, sulle quali Giuseppe profetizzò. Ma *fuori506 da queste quattro *maniere507, David profetizzò solo attraverso l'interpretazione di Dio e del Santo Spirito, che gli insegnò a dire tutta *la nascita di Gesù Cristo, la sua morte e la sua resurrezione508. Svelò ciò che gli altri avevano detto

489 B.Giamboni aggiunge: nel fiume Giordano.490 In Sp e B.Giamboni manca. Entrambi sostituiscono di con a.491 Sp sostituisce con: ..come i giudei si circoncidevano. B.Giamboni modifica l'intero passo in questo modo: E sappiate che senza battesimo non si può uomo salvare, siccome egli

medesimo dice nel vangelo; e là ove la vecchia legge faceva la circoncisione, li cristiani fanno lo battesimo.492 B.Giamboni sostituisce con: il maestro. In Sp solo: deparlamos = parliamo, esponiamo. In T ed F: devise = ragioni, parli, esponga.493 F aggiunge: qui fu = che fu. Sp titola: Del re David che fu re dei profeti. B.Giamboni titola: Di Davit, come fu sopra gli altri profeti. 494 In B.Giamboni manca.495 T e B.Giamboni aggiungono: grant = grande. In F: jaiant = gigante. In Sp solo: grande.496 In T ed F: coutel = coltello. In Sp: cochiello = coltello. In B.Giamboni: arme.497 B.Giamboni modifica il brano in questo modo: Lo nostro signore Dio li dava grazia che egli uccideva e vinceva li leoni e li orsi senza alcun arme, che egli squarciava le mascelle

con le mani molto leggiermente, e di lupi faceva il simigliante, e d'ogni altra fiera bestia. Egli vinse li giganti, e molte altre cose fece egli. 498 In Sp: ...lo matar = ucciderlo. In T ed F: lui tolir la vie = togliergli la vita. In B.Giamboni: ...l'odiava mortalmente.499 In F manca. T, Sp e B.Giamboni aggiungono: ...dopo di lui. 500 T aggiunge: mout = molto. Sp aggiunge: ...amò di buon animo... B.Giamboni modifica l'intero passo in questo modo: E tutto fosse peccatore, chè cadde in adulterio e omicidio,

egli ritornò tosto alla penitenza, e fu il più vero ripentitore che uomo sapesse. In questi due peccati cadde egli siccome io ne dirò brevemente. Egli amò di folle amore una femmina che avea nome Bersabe, e era moglie d'un suo cavaliere che avea nome Uria.

501 In F e T: connestablett = connestabile. In Sp: adelantado = cavaliere. In B.Giamboni: cavaliere.502 B.Giamboni modifica il passo in questo modo: ..e ciò fece egli perché egli aveva già conosciuta la moglie carnalmente; chè non volea che altri lo sapesse, né che Uria se ne

avvedesse. E tanto l'amava che dopo la sua morte, cioè di Uria, egli la fece moglie, e di lei ebbe egli Salomone, che fu il più bello uomo del mondo, e li capelli suoi pareano oro veramente. Ma egli si rubellò contra di lui, e contra lui fece molta guerra, e molta persecuzione li diede. E chi vorrà sapere la diritta storia per che fu quella guerra, e come Absalone morì, cerchi nella Bibbia, e là lo troverà tutto apertamente.

503 In F: li angle distrent = gli angeli dissero. In T: li angeles dit. (Cfr. trad.).504 In T: rouge = rosso. In B.Giamboni: rovo. In Sp: rubo = rovo. In F: rouce = rosso.505 B.Giamboni aggiunge: ...e non peggiorava nulla, se non come non ardesse. 506 In T: ore = ora. B.Giamboni antepone: Ma David.....507 In T manca. Gli altri mss. concordano.508 In T ed Sp: Jhesucrist et sa mort et sa resurrection.= Gesù Cristo, la sua morte e la sua resurrezione.

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velatamente, secondo come si può vedere nel suo libro, chiamato Salterio a somiglianza di uno strumento, perché ha uguale nome di quello che ha dieci corde, analogamente parla il libro dei dieci comandamenti in 150 salmi che sono nel Salterio. E sappiate che David regnò *40 anni e trapassò da questo mondo all'età di 60 anni509.

45. Il re Salomone.

*Re Salomone510 fu figlio del re David, uomo glorioso, pieno di ogni sapienza, ricco *di tesori511 e di altissima cavalleria. Dio all'inizio lo amò, ma poi lo odiò, perché adorò gli idoli e fece ciò per *amore512. Fu re a Gerusalemme, sulle dodici linee dei figli di Israele, per 40 anni. *E fu alla sua morte513 sepolto con i suoi antenati a Betlemme.

46. *Elia e la sua vita514.

Elia Tesbite fu *sacerdote515 e profeta. *Abitò sempre *solo516 nel deserto e fu pieno di fede e di pensiero santo517. Uccise i tiranni. Risplendette dei grandi segni della virtù, perché chiuse per tre anni il cielo dalla pioggia *e poi con le sue orazioni, la pioggia ritornò518. Resuscitò un uomo *morto519. *Con la sua virtù, non mancò la farina nella scodella520 e da un vaso d'olio fece una *sorgente521, da cui uscì sempre l’olio. Con la sua parola fece scendere i fulmini dal cielo sopra i sacrifici e con le sue parole arsero *due522 principi con tutti i loro cavalieri. Aprì il fiume Giordano e lo passò *con i suoi piedi523. Salì al cielo con un carro di fuoco. *Malachia profeta, dice che Elia deve ancora ritornare alla fine del mondo, prima dell'Anticristo, con grandi segni meravigliosi e così verrà *Enoch524 suo compagno. Ma l’Anticristo li farà uccidere e gettare i *corpi525 *sulla strada526, senza sepoltura527. Ma Nostro Signore li resusciterà e distruggerà l'Anticristo, il suo regno e tutti quelli che *lo adoreranno528. Questo *Elia529 fu della linea di Aaron. E quando nacque, Sobi suo padre, sognò che uomini vestiti di bianchi abiti, prendevano Elia e lo avvolgevano in bianchi drappi e poi gli

509 In Sp: cento novanta. B.Giamboni modifica il testo così: ...settanta anni in ottanta. E Salomone suo figliuolo, regnò dopo lui. In realtà sappiamo che durò in carica 33 anni e che visse 70 anni (1003 a.C. - 970 a.C. E 1040 a.C. - 970 a.C.). La lezione di Sp è chiaramente fuori da ogni ragionevole incertezza.

510 T aggiunge: rois = re. Sp aggiunge: El rey. B.Giamboni aggiunge: Lo re Salomone. In F manca.511 B.Giamboni aggiunge: ..e di terre.. 512 T aggiunge: d’une dame = di una donna. Gli altri mss. concordano nella mancanza.513 In B.Giamboni: E fu alla sua morte sepolto in Betlem con li suoi antecessori. In T ed Sp manca la parte in nota. In F: ...et trespassa de cest siecle... = ...e trapassò da questo mondo...514 In T solo: De Helyas prophete. F aggiunge: et de sa vie = e della sua vita. Sp aggiunhe: Tesbetes. In B.Giamboni: Di Elia profeta e della sua vita.515 T aggiunge: grans = grande. Sp: mayor. In B.Giamboni: Elia fu molto grande profeta...516 In Sp manca.517 B.Giamboni modifica il testo così: E ciò faceva perché le genti non li togliessero lo buono intendimento, che egli aveva in Dio. Egli fu pieno di fede, e di santa penitenza, e di

puro pensiero. 518 In B.Giamboni manca. Sp aggiunge: ..per sei mesi. (pospone però l'intero passo al recipiente d'olio anche con lacune).519 Sp aggiunge: a vida. B.Giamboni aggiunge: per sua virtude.520 In Sp: Por su vertud fizo que la farina non faltesçiesse en la ydra... (cfr.trad.). In B.Giamboni: Non menovò la farina della scodella della povera femina che tanta non ne potea

cavare.... Per T ed F si confronti la traduzione.521 In B.Giamboni: fontana.522 In B.Giamboni: tre.523 B.Giamboni aggiunge: ...come per terra secca.524 T ed Sp aggiungono: ensi vendront Elyes et Enoch son compaignon. = così verranno Elia ed Enoch suo compagno.525 In T: charoignes = carogne. In Sp: carnes. In F: cors. (cfr.trad.)526 In T: parmi les places = nelle piazze. In Sp: plaças. In F: voie. (cfh.trad.)527 B.Giamboni modifica il passo così: Malachia profeta disse, che egli non moria mai, anzi è ancora vivo in paradiso delitiarum egli ed Enoch, che fu un altro profeta innanzi il

diluvio, e questi due debbano apparire per la volontà di Dio, nel tempo che Anticristo si farà adorare, come se fosse Iddio, e predicheranno la santa Trinità, e la fede santa cattolica, e faranno grandi miracoli. Allora Anticristo li farà uccidere, e gittare la loro carne nella via senza nulla sepoltura.

528 In B.Giamboni: …..l'avranno servito, o creduto.529 B.Giamboni aggiunge: ..di cui lo conto parla..

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davano fuoco da mangiare. E quando si svegliò, chiese ai profeti cosa ciò poteva significare ed essi dissero: *“Non temere, perché tuo figlio sarà luce ed oratore di scienze e giudicherà Israele530”.

47. *Eliseo e la sua vita531.

Eliseo vale a dire altrettanto come Figlio di *Mio Dio532. Fu profeta e discepolo di Elia e fu di un castello che aveva nome Amelmoat, della linea Ruben. E allorché nacque una piccola vacca d'oro, che si trovava a *Bethel533, *muggì così forte534, che la sua *voce535 fu udita a Gerusalemme. E allora disse un profeta: “Qui *in Giudea536 è nato un profeta che distruggerà gli idoli”. E certo fece alte meraviglie, perché divise il fiume Giordano e lo fece ritornare indietro contro monte e passò *fra gli argini del fiume537. *Fece rinascere le acque di Gerico che erano secche538. Fece scorrere *acqua simile al sangue539, per distruggere i nemici dei giudei. Fece ingravidare e concepire una donna che non era mai stata incinta di un figlio e quello stesso la resuscitò dalla morte. Temperò l'amarezza dei *cibi540. Salvò 100 uomini con dieci pani d'orzo. Guarì Namaan dalla lebbra. Fece *navigare un battello di ferro541 che era *nel fondo del Giordano542. Fece accecare *i nemici543 di Siria. *Al signore di Samaria predisse la morte544. Cacciò l'armata dei nemici, che erano innumerevoli. Eliminò in un giorno la grande carestia. Resuscitò la carogna di un *uomo545. Eliseo morì nella città di Sebasta, dove il suo sepolcro è ancora in grandissima riverenza *fino al giorno d’oggi546. Eliseo ebbe due spiriti, il suo e quello di Elia, perché fece le più alte meraviglie ed Elia, quando viveva, resuscitò un uomo morto, ma Eliseo quando era già morto, ne resuscitò un altro. Elia guidò la carestia e la siccità, ma Eliseo liberò in un giorno, tutto il popolo dalla grande carestia.

48. Isaia *e la sua vita547.

Isaia vale altrettanto a dire come Saluto del Signore e fu figlio di Amos, ma non di Amos profeta, che nacque dai pastori. Amos il padre di Isaia, fu un nobile uomo di Gerusalemme. Isaia fu un uomo di grande santità, che

530 T aggiunge: a fu et a coutel = con il fuoco e con il coltello. B.Giamboni inserisce un testo piuttosto lungo: Non temereniente, che la nazione del tuo figliuolo, sarà vero lume e giudicherà il popolo d'Israele, con gaudio e letizia. Questa visione del padre di Elia, fu profezia aperta, chè religione dovea uscire di luiin abito bianco, la quale senza dubbio, è l'ordine dei carmeliti, e questo si mostra, perchè il detto ordine ebbe suo principio nel tempo d'Elia e di Eliseo, in monte Crmeli, dove essi sempre abitano, e perchè la chiesa di Roma per questa profezia li mutò l'abito profetico, lo quale elli ebbero da profeti, in quello abito che ellino ora portano.531 F aggiunge: et de sa vie = e della sua vita. B.Giamboni aggiunge: profeta. Sp solo: Di Eliseo.532 Sp modifica con: Dio Nostro Signore. In B.Giamboni solo: Dio.533 In T, Sp e B.Giamboni: Galga = Galgala.534 In Sp: ...diò muy gran gemido y atan maño... = diede un grandissimo e così forte muggito....535 In B.Giamboni: bocca.536 In T manca. In F: Giudee. In Sp e B.Giamboni: Gerusalemme. 537 T sostituisce con: parmi la turchie dou fons = tra gli argini della sorgente (dell'acqua). B.Giamboni: ...per mezzo il fiume.... In Sp: ...nel mezzo del corso dell'acqua... In F: gravele = greto.538 In T ed F: estanchiées = cessate. In Sp: seches. In B.Giamboni: Egli risanò le acque di Gerico, che erano corrotte....539 In B.Giamboni: ...e fece correre acque di sangue....540 In T ed F: viandes = cibi. In Sp: aguas = acque. In B.Giamboni: vivande.541 In B.Giamboni: ...fece notare la secure del ferro per lo fiume. In Sp: ..la segur de fierro... In T ed F: ..coignie de fer...542 In Sp: ...en el flumen Jordan.543 Sp aggiunge: todos = tutti.544 In B.Giamboni: ...e fece l'inimici di Soria annichilare al signore di Sammaria...545 B.Giamboni aggiunge: morto.546 F aggiunge: jusque au jor d’ui = fino al giorno d’oggi. In B.Giamboni manca: ...in grandissima riverenza fino al giorno d'oggi.547 F, B.Giamboni ed Sp aggiungono: et de sa vie = e della sua vita.

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attraverso il comandamento di Nostro Signore, *conversava548 con il popolo, *sempre549 a corpo nudo e a piedi nudi. Per la sua preghiera, Dio allungò la vita di quindici anni al re *Ezechia550, che già doveva morire. Manasse fece *dividere551 il corpo di Isaia con una sega di legno. E i Giudei dicono che fu condannato a morte per due ragioni, una perché li chiamò popolo di Sodoma e principi di Gomorra, l'altra quando Dio disse a Mosè: “Tu non potrai vedere la mia faccia”, Isaia osò dire che aveva visto Dominiddio. E la sua sepoltura è sotto la quercia di *Gioele552.

49. Geremia *il profeta553.

Geremia fu della linea dei *sacerdoti554 e nacque in un castello che ha nome Anatoth, a *tre555 leghe da Gerusalemme. Fu sacerdote in Giudea e consacrato profeta. Conosciuto prima che nascesse, gli fu comandato che mantenesse la verginità *e così fece556. Dalla sua infanzia cominciò a predicare e togliere le persone dal peccato e ad esortarle alla penitenza. Gli furono fatti molti mali dal popolo crudele, perché fu messo in carcere, cinto da catene di ferro e gettato *in un lago557. Alla fine fu lapidato in Egitto e sepolto là dove si trovava il re Faraone. E il suo sepolcro è in grande riverenza tra gli egiziani, perché li liberò dai serpenti.

50. Ezechiele *il profeta558.

Ezechiele vale altrettanto a dire come Forza di Dio. *Fu figlio di Buzi, sacerdote presso Joachim suo re559 e portato a Babilonia *con gli altri, che si trovavano imprigionati là. Profetizzò in Babilonia e560 biasimò i babilonesi per la loro malvagità. Ma il popolo di Israele *lo uccise a tradimento561 *trascinandolo con il cavallo562, *perché lo riprendeva dei crimini e delle diavolerie che faceva563. Fu messo nel sepolcro *del figlio del figlio564 di Noè, che ebbe nome Arfasad, *nei loro canti dei morti.565

51. Daniele *il profeta566.

Il profeta Daniele vale a dire altrettanto come giudizio di Dio

548 In Sp: morò = dimorò, visse. In T, ed F: converosit = conversava. In B.Giamboni: conversava.549 In F: aucune fois = qualche volta. In T: tozjors = sempre. In Sp: siempre. B.Giamboni modifica l'intero passo: Ed Isaia fu uomo di grande sanitade, che per lo comandamento del Signore conversava tra 'l popolo tutto nudo dalla cintola in su, e tuttavia andava iscalzo.550 B.Giamboni omette.551 Sp aggiunge: por medio. B.Giamboni modifica il passo: Ma un tiranno che avea nome Natos, si 'l fece segare per mezzo il corpo. 552 In B.Giamboni: Rogel. In Sp: Sylo. In F e T: Johel.553 F aggiunge: le prophete = il profeta. In T manca. Sp titola: Di Geremia e della sua vita. In B.Giamboni: Di Geremia profeta e di sua vita.554 In B.Giamboni: profeti. In Sp: pretes. In F e T: prestres = sacerdoti.555 In B.Giamboni: quattro. Gli altri mss. concordano con: tre.556 F aggiunge: Et il si fist = e così fece. In T ed Sp manca.In B.Giamboni: Ed egli si fece...557 B.Giamboni aggiunge: ...e fu fatto mordere alli cani. In Sp: ...y cobierto de cal.... = ...e coperto di fango...558 F aggiunge: le prophete = il profeta. Sp titola: Di Ezechiele e della sua vita. In B.Giamboni: Di Ezechiele profeta e di sua vita.559 B.Giamboni modifica il testo così: E fu buono sacerdote e buono profeta. Ma egli fu presoper Gioachim suo re.... In Sp: ...fu figlio di Buzi e fu preso con Joachim suo re...560 In B.Giamboni manca.561 In F manca. T aggiunge: l’ocist en trahison = lo uccise a tradimento. B.Giamboni aggiunge: ..a tradimento.. In Sp: ..lo uccise a tradimento...562 In F: le trainierent à chevaus = lo trascinarono a cavallo. In Sp manca. In B.Giamboni manca.563 In B.Giamboni: ...però che egli li riprendea di male cose che elli faceano.564 In F viene citato un solo figlio. In realtà il primo figlio di Noè fu Sem ed il figlio di questi Arfasad. In T: dou fil le fiz = del figlio del figlio. 565 Solo in T: lons = lontano. Nei restanti mss. manca. In Sp: ..nel loro canto dei morti..... In F: ...en lor chans des mors = nel loro canto dei morti. In B.Giamboni: nel campo delli

morti.566 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: le prophete = il profeta.

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o uomo amabile. Venne dalla linea di Giuda e i suoi antenati furono *genti567 nobili, così come re e sacerdoti. Fu portato a babilonia, insieme al re Joachim, con i tre bambini e là fu sire e principe di tutti i caldei. Uomo glorioso e di grande bellezza, ebbe un animo nobile e *casto568. Fu perfetto nella fede e nella conoscenza delle cose sacre e *sapeva569 quello che doveva accadere.

52. Achia *il profeta570.

Il profeta Achia fu della città di *Elia571. Disse, tanto tempo prima del re Salomone, che avrebbe abbandonato la legge di Dio per una donna. E quando morì, il suo corpo fu messo in terra, sotto una quercia a Silo.

53. Jado *profeta572.

Il profeta Jado, nacque in Samaria. Fu inviato da Jeroboam, che sacrificava i vitelli a Dio, affinché vivesse con lui, *e visse con lui e così accadde che quando lo lasciò e se ne stava ritornando573, un leone lo strangolò, perché aveva lasciato il suo compagno. Jado poi fu sepolto a *Bethel574.

54. Tobia.

Tobia profeta vale a dire altrettanto come Bene di Dio. Fu figlio di Anania, della linea di Neptalim e nacque nella *città575 di Chial, nella regione della Galilea. *Salmanasar lo prese e lo imprigionò per esiliarlo nella città di Ninive.576 Fu *giusto577 in tutte le cose. Donò *ciò che aveva578, ai prigionieri e ai poveri. Seppelliva i morti con le sue mani. Divenne cieco per un escremento di rondine che gli cadde sugli occhi, ma alla fine Dio gli rese la vista dieci anni dopo e gli donò una grande ricchezza. Fu sepolto a Ninive.

55. *I tre bambini579.

I tre bambini vennero da lignaggio reale e furono di memoria *meravigliosa580, saggi per scienza e oratori di *fede581. *E quando furono spinti in mezzo *al forno582 di fuoco

567 Sp aggiunge: muy. T e B.Giamboni omettono. F aggiunge: gens = genti.568 In F: chaste = casto. In T: chaste cors = corpo casto. In Sp: ..de muy bien talente = di ottimo talento (intelligenza)... B.Giamboni omette tutto.569 In B.Giamboni: ...e si vedea per virtù di Dio.... In Sp: ...de las cosas secretas de Dios....570 F e B.Giamboni aggiungono: profeta. In T ed Sp manca. 571 In T, B.Giamboni ed Sp: Helya. In F: Silo.572 F e B.Giamboni aggiungono: profeta. In T ed Sp manca.573 In T ed F: ...ma non vi dimorò e perciò gli accadde che quando si mise al coperto. In Sp: ...y morò con el y avinol asy que quando se partio del y se tornava..(cfr.trad.) In

B.Giamboni: ...che sacrificava il vitello a Dio, e fugli detto che egli dimorasse con lui, ma egli non lo fece.574 In T: Bethlem = Betlemme. In F e B.Giamboni: Bethel. In Sp: Belen. 575 In F: terre = terra.576 In B.Giamboni: Salmanasar lo prese e perciò fu egli cacciato della città di Ninive. In Sp: Salmanasar lo prese e lo imprigionò per esiliarlo nella cittò di Ninive. In F e T:

Salmanasar le prist, por ce demora il en essil en la cité de Ninive. = Salmanassar lo catturò, per questo visse in esilio, nella città di Ninive. (Si adotta la lezione di Sp, più completa da un punto di vista logico-formale).

577 Sp aggiunge: ..e buono.. Nei restanti mss. manca.578 In Sp: ...quanto aveva... In B.Giamboni: ….ciò che poteva.... Si adotta la lezione di T ed F.579 B.Giamboni aggiunge: ...che Nabucodonosor fece mettere nella fornace ardente. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.580 In T ed F: glorieuse = gloriosa. In B.Giamboni: graziosa. In Sp: meravigliosa.581 B.Giamboni aggiunge: ...diritta...582 In T ed F: ..chemineux = camini... In B.Giamboni: fornace. In Sp: ..forno..

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ardente583, non arsero, anzi estinsero il fuoco, cantando e glorificando *Dominiddio584. E quando passarono di vita, furono seppelliti *insieme585 in Babilonia. Questi bambini furono chiamati *in ebreo586, Anania, Azaria, Misaele. Ma poi Nabucodonosor li chiamò Sidrac, Misaac e Abdenago, cioè Dio glorioso e vittorioso sopra i regni.

56. *Esdra587.

Esdra vale altrettanto come a dire Edificazione di Gerusalemme. E parecchi dicono che ebbe nome di Malachiel, cioè angelo di Dio. Fu sacerdote e profeta, ristabilì le storie della Santa Scrittura, fu il *secondo588 che diede la legge dopo Mosè. Rinnovò la legge del Vecchio Testamento, *che era stato bruciato dai caldei, al tempo della prigionia589. Inventò per gli ebrei, le figure delle lettere, e gli insegnò a scrivere da destra a sinistra, che prima scrivevano ora avanti *ora indietro590, così come fanno i buoi quando arano la terra. Guidò il popolo di Israele, fece riedificare Gerusalemme e là fu sepolto.

57. Zorobabel *e Neemias, profeti591.

Zorobabel e Neemias della linea di Giuda, *furono sacerdoti e profeti592, *ma593 riedificarono il tempio di Dio, al tempo che Dario figlio di Istapis, fu re di Persia. *Fecero rifare594 le mura di Gerusalemme e riportarono *Israele nel suo primo stato e sistemarono la regola della religione e i compiti dei sacerdoti. Furono sepolti a Gerusalemme595.

58. *Ester596.

Ester fu regina e *fu figlia del fratello di Mardocheo597 e fu condotta in prigione, da Gerusalemme alla città di Susi. E per la sua grande bellezza, fu maritata ad Asuerre re di Persia. Essa *si offrì598 di morire, per salvare il popolo e crocifisse Amam, che voleva distruggere il popolo di Israele e così lo liberò dalla morte e dalla schiavitù. Poi fu sepolta a Susi, *dove aveva regnato599.

59. *Giuditta600.

583 In B.Giamboni: E quando Nabucodonosor li fece gittare nel mezzo della fornace ardente. ….584 B.Giamboni aggiunge: ...e non fece loro nullo male.....585 In B.Giamboni ed Sp manca.586 In B.Giamboni: ...per loro nomi.... Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.587 Sp aggiunge: ...che è detto Malachiel. B.Giamboni aggiunge: Di Eforas profeta.588 B.Giamboni aggiunge: ..uomo..589 In B.Giamboni: ...ch'era stata arsa per li Caldei al tempo che Giudei erano in prigione in Babilonia. In Sp: ...che lo bruciarono quelli che lo sorvegliavano nel tempo della

prigionia.590 In Sp manca.591 F aggiunge: et de Neemias = e di Neemias. B.Giamboni aggiunge: profeti. In Sp e in T solo: Di Zorobabel. 592 In F: non furono né sacerdoti, né profeti.... Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.593 In F: mais = ma. T ed Sp sostiuiscono con: et = e. In B.Giamboni: ..Elli riedificaro.... 594 In T: firent = fecero. In F ed Sp: refirent = rifecero (fecero di nuovo). In B.Giamboni: Ellino fecero rifare....595 In B.Giamboni: ...e ritornaro Israel nel suo stato, e ristororon li contenimenti della loro prima regione de' sacerdoti, e alla morte furo seppelliti in Ierusalem.596 B.Giamboni aggiunge: regina. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.597 In Sp: ...e fu nipote di Mardocheo... In B.Giamboni: ...e fu figliuola del frate di Mardocheo... T ed F concordano con B.Giamboni.598 In T: soufri = sopportò. In F: se offri = si offrì. In Sp: ...scelse la morte.. In B.Giamboni: E sofferse amarlo...599 In Sp e in B.Giamboni manca. 600 B.Giamboni titola: Della valente femina di Iudit.

I libri del Tesoro – Brunetto Latini.

Giuditta fu una donna *vedova601, figlia di Merari della linea di Simeone. Di grande coraggio e più forte che nessun [altro] uomo, *non temette le ire dei re602, anzi si offrì alla morte per salvare il popolo, perché uccise Oloferne quando dormiva e senza disonore della sua persona, ne portò il capo ai suoi concittadini, *affinché avessero603 la vittoria contro l'armata di quello. Visse 105 anni e fu sepolta nel *sepolcro604 di Manasse suo marito, nella città di Manapulia, nella terra di Giudea, tra Dotim e Balim.

60. *Zaccaria605.

Zaccaria significa Memoria di Dominiddio. Fu profeta e sacerdote, figlio di Joiade il sacerdote, che aveva per soprannome Barachias, il quale fu lapidato dal popolo, per comando del re di Giudea, sull'altare del tempio. Ma gli altri sacerdoti lo seppellirono a *Gerusalemme606.

61. *I Maccabeo607.

Maccabeo significa Nobile e Trionfante. Cinque furono i Maccabeo, figli di Matatia e *sono608 Giovanni, *Giuda609, Eleazar, *Simone610 e Gionata. E chi vorrà conoscere le vittorie che ebbero sopra i re di Persia e le grandi cose che fecero, si *legga la storia che lo racconta con cura, parola per parola, nella grande Bibbia611.

62. I libri del Vecchio Testamento.

Ora vi ho nominato i Santi Padri del Vecchio Testamento ed illustrato brevemente la loro vita. Ma chi la vorrà conoscere più largamente, vada alla grande Bibbia, dove sono tutte scritte *chiaramente612. E sappiate che già anticamente, quando i caldei presero i giudei e li condussero in prigionia, cioè in esilio ed in prigione, allora furono bruciati tutti i libri della vecchia legge. Ma *Esdra613, per insegnamento del Santo Spirito, quando il *popolo614 ritornò da quella prigionia, rinnovò tutta la legge e la mise per iscritto e ne fece 22 volumi di libri, così come sono 22 le *lettere615 ed egli scrisse il libro della Sapienza di Salomone. Ma i libri dell'Ecclesiaste li scrisse Gesù figlio di Sirac, che *i latini616

601 In F e T: veve = vedova. In Sp: pequena hedat = giovane età. In B.Giamboni: vedova.602 B.Giamboni: ...non temè niente la forza di Oloferne.603 In Sp: ...por que oviessen = affinché avessero..... In B.Giamboni e gli altri mss: ...ebbero.... (Ma la sequenza più logica è: Giuditta non temeva l'ira di nessun re compreso

Oloferne, se azioni di tal tipo le fossero andate male. Uccise Oloferne nel sonno, portò con sé la prova, la testa, in conseguenza a questo fatto lesercito del suo popolo vinse quello di Oloferne. Quindi avessero e non ebbero, perché l'uccisione era finalizzata alla vittoria).

604 In T: spelonche = spelonca. In B.Giamboni: ..spelonca,, In Sp: fuessa = fossa. In F: sepulchre = sepolcro.605 B.Giamboni aggiunge: profeta.606 In B.Giamboni: Giel.607 In T al singolare. In F ed Sp: Des Macchabeus; De los Macabeos. = Dei Maccabeo. In B.Giamboni: De' Maccabei e di loro vita.608 B.Giamboni sostituisce i cinque nomi in questo modo: Gaddas, Thapi, Abaron, Maccabeo, Ionatas.609 In Sp è sostituito con il nome di Maccabeo.610 T sostituisce con: Machabeu = Maccabeo.611 In B.Giamboni: legga le storie della Bibbia, e là le troverà di cosa in cosa diligentemente.612 In Sp: ...entieramente = interamente, completamente. In B.Giamboni: …..apertamente.613 In B.Giamboni: Eforas profeta...614 B.Giamboni aggiunge: de' Giudei.615 Sp aggiunge: del alfabeto. In B.Giamboni: ...così come le lettere sono ventidue.616 In F: li Latin = i Latini. In T: les latins = i latini. In Sp: ...que ovo el latin en muy gran reverençia = che ebbe il latino in grandissimo onore, che aveva un gran rispetto per il

latino (lingua latina). In B.Giamboni: ...chè 'l parlare latino ebbe molto in riverenza...

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hanno in *riverenza617, perché fu simile a Salomone. *Del libro di Giuditta, di Tobia e di Maccabeo, non si sa chi li scrisse618.

617 In T: ramembranche = rimembranza (ricordo).618 In B.Giamboni: Ma del libro di Davit e di Tobia e de' Maccabei, non si sa chi gli scrisse. In Sp: Deslos libros de Judit y de Tobias y de los macabeos non sabe ninguno quien los

escrivio. In T: Del livre Judith, de Thobie et de Machabeus ne set on pas ki les escrist. In F: Dou livre Judith et de Thobie et des Machabeus ne set hom qui les escrist..

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SECONDA PARTE

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63. *Qui comincia la nuova legge619.

Dopo ciò che il racconto ha detto della vecchia legge, è giusto che dica della nuova, che comincia allorché Gesù Cristo venne in Terra per *affrancarci620. Ma prima di dire un’altra cosa, racconterò a proposito del suo lignaggio, del suo *parentado621 e poi dirò di ognuno dei suoi discepoli, analogamente come ho detto dei padri del Vecchio Testamento. E noi troviamo nel vangelo di San Matteo, l'inizio del lignaggio di Gesù Cristo in Abramo, che fu il principe dei Santi Padri all'inizio della terza età. E chi vorrà sapere la nascita di Abramo, la troverà qua dietro, nel racconto dei primi uomini e dei figli di Noè. Abramo generò Isacco. Da Isacco nacque Giacobbe. Da Giacobbe nacque Giuda *e i suoi fratelli622. Da Giuda nacque *Fara623. Da Fara nacque Esrom. Da Esrom nacque Aram. Da Aram nacque Aminadab. Da Aminadab nacque *Nazon. Da Nazon nacque Salomone. Da Salomone nacque624 Boz. Da Boz nacque Obet. Da Obet nacque Jessé. Da Jessé nacque *il re David625. Da David nacque Salomone. Da Salomone nacque Roboa. Da Roboa nacque Abias. Da Abias nacque Asa. Da Asa nacque Josaphat. Da Josaphat nacque Joras. Da Joras nacque Ozias. Da Ozias nacque Gionata. Da Gionata nacque *Achaz. Da Achaz626 nacque Ezechia. Da Ezechia nacque Manasse. Da Manasse nacque Amon. Da Amon nacque Josia. Da Josia nacque *Jeconia627. Da Jeconia nacque Salatiel. Da Salatiel nacque Zorobabel. Da Zorobabel nacque Abiut. Da Abiut nacque Eliechim. Da Eliechim nacque Azor. Da Azor nacque Sadoc. Da Sadoc nacque Achim. Da Achim nacque Eliut. Da Eliut nacque Eliazar. Da Eliazar nacque Matam. Da Matam nacque Giacobbe. Da Giacobbe nacque Giuseppe il marito di Maria, da cui nacque Nostro Signore Gesù Cristo. E sappiate che tutte le generazioni da Abramo fino a Gesù Cristo sono *42628. E se qualcuno domandasse perché la Scrittura narra della linea di Giuseppe, dato che non fu padre di *Gesù Cristo629 sebbene fosse marito di Maria, ma si deve raccontare del parentado di Maria che fu sua madre e non quello di Giuseppe *che non fu niente per lui630, dirò che nella vecchia *legge, gli Ebrei non si sposano se non con quelli della loro parentela631 ed ancora lo fanno i Giudei che si trovano nel nostro tempo. E a dire il vero, Maria fu di quella stessa linea, da parte di suo padre. Ma gli *antichi giudei632 mettevano per iscritto *solamente633 gli uomini, ma non le donne. Per questo Giuseppe è nominato nella storia e non *Maria634, perché nell’esposizione della linea, l'uomo ha

619 T aggiunge: li livre = il libro. In Sp: Della nuova legge. In F: Ci comence de la novele loi. In B.Giamboni: Qui comincia la nuova legge.620 In Sp: nos salvar = salvarci. B.Giamboni aggiunge: ...dalle pene dell'inferno e per noi dare paradiso. 621 B.Giamboni aggiunge: ...da parte della sua madre..622 In B.Giamboni e in Sp, manca. 623 T aggiunge: et Zaram, de Thamar = e Zara da Tamar.. Gli altri mss. concordano sulla lezione emendata.624 B.Giamboni omette.625 T, B.Giamboni ed Sp aggiungono: rois, re, rey.626 In B.Giamboni: Atat. In Sp: Maitan.627 T aggiunge: ..en la trasmigration de Babilone. Et aprés la transmigration….= durante la trasmigrazione da Babilonia. E dopo la trasmigrazione……628 In T: xli = quarantuno. In B.Giamboni: ventinove. In Sp ed F: xlii = quarantadue. 629 B.Giamboni aggiunge: ...che Gesù Cristo era e sarà Iddio vivo e vero...630 B.Giamboni sostituisce con: ...e Giosef non gli appartegneva nulla, fuori ch'era marito di santa Maria, senza nullo carnale assembramento e che non divisa il parentado di santa

Maria sua madre; io li dirai, che nella vecchia legge, li Ebrei non maritavano loro femine che elli non mettesseroin iscritto loro parentado, ed anche lo fanno i Giudei che sono al nostro tempo....

631 In Sp: ...nella vecchia legge i Giudei non si sposavano se non con donne del loro parentado...632 B.Giamboni aggiunge: Giudei. Gli altri mss. omettono.633 In T manca. In F e B.Giamboni: solamente. In Sp: siempre. B.Giamboni aggiunge: ...e per ciò che santa Maria non ebbe frate carnale, sì misero il lignaggio di suo marito, che fu tutto uno con quello di santa Maria.... Gli altri mss. concordano con l'emendamento.634 In T: sa feme = la sua donna (sua moglie). In B.Giamboni: la sua moglie. In F ed Sp: Maria.

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più dignità della donna. Tuttavia dirò un poco della parentela di Maria dalla parte di sua madre, in tal maniera che ognuno conosca i parenti e i cugini di Gesù Cristo.

64. *La parentela di Nostra Signora635.

*Ora dice il racconto, che Anna ed Esmeria furono due sorelle carnali636. Da quella Esmeria, nacque Elisabetta ed Elivit. Da Elivit che fu fratello di Elisabetta, nacque Emman. Da Emman nacque *San Servazio637, il cui corpo giace nella terra di *Sorge638, nel vescovato di Liegi, in una grotta del monastero. Da Elisabetta moglie di Zaccaria il sacerdote, nacque Giovanni Battista *in un castello della Giudea639. Dall'altra sorella, cioè Anna moglie di Joachim, nacque Maria la madre di Gesù Cristo. E quando Joachim *suo marito640 morì, essa si sposò con *Cleofa641. Da Cleofa e Anna nacque l'altra Maria che fu moglie di Alfeo, da cui nacque Giacomo Alfeo, *cioè il figlio di Alfeo. E sua madre è chiamata Maria di Giacomo, perché fu sua madre, così come è chiamata la madre di Giuseppe e tutto ciò avvenne per la diversità dei vangeli642. Quando Cleofa morì, Anna si sposò con Salomé, da cui nacque l'altra Maria moglie di Zebedeo, da cui nacque Giovanni l'evangelista e Giacomo suo fratello. Per questo essa è chiamata Maria Salomé da parte di suo padre, così come è chiamata madre dei figli di Zebedeo, per la diversità dei vangeli. E così vedete che Anna ebbe tre mariti e da ognuno ebbe una Maria. E così furono le tre Marie, di cui la prima fu madre di Gesù Cristo, la seconda fu madre di Giacomo e di Giuseppe, la terza fu madre dell'altro Giacomo e di Giovanni evangelista.

65. *La prima Maria, madre di Dio643.

Della prima Maria, figlia di Joachim, della linea di David, il suo nome vale altrettanto come dire Stella di mare e *Dama di carità e luce644. L'angelo Gabriele la salutò e le annunciò che Dio avrebbe preso carne in lei e nello stesso tempo disse che sua cugina Elisabetta, *la quale era con lei ed in età già avanzata e suo marito Zaccaria, i quali non avevano mai generato un figlio, né una figlia, avrebbero avuto un figlio e così ebbe Giovanni Battista, di cui il racconto dirà qua

635 B.Giamboni titola: Qui dice del parentado di nostra Donna dalla parte di sua madre. In Sp: Del parentesco y del linage onde veno Santa Maria. (Si adotta la lezione di T ed F). Dou parenté Nostre Dame.

636 In Sp: Dovete sapere che Sant'Anna fu madre di Santa Maria, la madre di Gesù Cristo. Gli altri tre mss. concordano nella lezione messa a testo.637 In Sp: San Gervasio. Più probabile che si tratti di San Servazio. San Gervasio martire e fratello di San Protasio martire, entrambi uccisi in seguito alle persecuzioni cristiane,

seguirono la morte del padre e della madre, San Vitale e Santa Valeria, tutti originari di Milano e uccisi in questa terra o nel nord Italia (Ravenna). Molto più probabile che l'autore si riferisse a San Servazio, che effettivamente fu vescovo di Tongres della diocesi di Liegi, attraversata dal fiume Mosa. Che fu moglie di Alfeo

638 In F: Sorge. In T: a Tret sour Mouse = a Tret sopra Mosa. In B.Giamboni ed in Sp: ...di sopra lo verceri d'Egitto. Sp aggiunge: in una grotta del monastero. (Con questa lezione concorda con F e T).639 In T ed Sp solo: a Gerusalemme. In B.Giamboni solo: San Giovanni Battista. La lezione a testo è di F.640 In T manca. F e B.Giamboni ed Sp concordano anche sul nome di Cleofa.641 T e B.Giamboni aggiungono: ….et Marie sa fille espousa Joseph frere Cleophas. = e Maria sua figlia, sposò Giuseppe fratello di Cleofa.642 In B.Giamboni: …. ch'è la sua festa per calende di maggio, e Giosef, e Simone, e Tadeo. Per ciò dicono li vangelisti Jacopo Alfeo, cioè figluolo d'Alfeo, e la sua madre è

appellata Maria di Iacopo, per ciò che ella è sua madre. Altresì là fu appellata madre di Giosef, e tutto questo avvenne per diversità delli vangelii. In Sp: ...nacque un'altra Maria, da cui nacque Santiago Alfeo e Giuseppe e per ciò la scrittura lo chiama Santiago l'Alfeo che quiere dire il figlio di Alfeoe sua madre è chiamata Maria di Santiago, perché essa fu sua madre ed inoltre è così chiamata madre di Giuseppe e per la diversità degli evangeli.

643 T titola solo: De la mer Dieu = Della madre di Dio.In Sp: Del parentado di Maria Madre di Dio. In B.Giamboni: Della prima santa Maria madre di Cristo. Preferibile il titolo di F, messo a testo.644 In B.Giamboni: ...e donna, e chiarezza, e luminare.

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avanti645. *Molti646 dicono che *Maria647 la madre di Dio, morì con il corpo, nel mondo e dicono questo, perché Simeone disse a lei: “Il coltello passerà la tua anima”. Ma si dubita di quale coltello dicesse, se un coltello di ferro o la parola di Dio, che taglia più di altro coltello. Ma a dire il vero, la Scrittura *testimonia648 la sua morte, con il coltello o in un’altra maniera, sebbene *non si trovi niente nel suo sepolcro649.

66. *San650 Giovanni Battista.

Elisabetta cugina di Maria, ebbe da Zaccaria suo marito, un figlio di nome Giovanni che fu annunciatore di Gesù Cristo e la fine dei profeti. Profetizzò Dio prima che nascesse e lo salutò dentro il ventre di sua madre. *Riconobbe Gesù *Cristo651 dalla colomba e lo mostrò col dito652. *Egli stesso lo battezzò e per questo è chiamato Giovanni Battista. I suoi vestiti furono di lana di cammello e abitò in eremitaggio e nel deserto. E alla fine il re Erode lo mise in carcere, perché lo biasimava per la moglie di suo fratello, che aveva preso come *moglie653. E la figlia Erodia domandò un giorno al re, che le donasse il capo di *Giovanni Battista654 ed egli così fece. Fece decollare *Giovanni655 e presentò il capo a sua madre. Poi fu sepolto a Sebastia, una città della Palestina, un tempo chiamata Samaria. Erode, figlio di Antipatore, la chiamava Augusta in greco, per riverenza di Cesare Augusto, l'imperatore di Roma656.

67. San Giacomo *Alfeo657.

Giacomo Alfeo fu figlio della seconda Maria, sorella della madre di *Dio658 e per questo è chiamato fratello di *Dio659. E il suo *nome660 significa Giusto e così lo ebbe qualche volta per soprannome. *Giacomo scrisse un’epistola alle dodici 645 In B.Giamboni: ….che Elisabetta sua cognata era pregna di sei mesi, e che ella avrebbe figliuolo. L'angelo disse tali parole d'Elisabett, perché la nostra Donna si maravigliò,

perchè non avea cognosciuto uomo, sì come ella medesima disse all'angelo. Ed Elisabet non aveva mai portati figluoili, che ella si assicurasse; e che ella credesse, che a Dio non è impossibile nulla cosa. Ed a queste parole la nostra Donna credette veracemente, e si umiliò molto forte. E rispose all'angelo e disse, che era ancilla di Dio, e che fosse di lei secondo la sua parola. E sappiate che la nostra Donnaì al secolo corporalmente, e portaronla gli Apostoli a seppellire nella valle di Giosafat facendo sì grandi li canti li angioli in cielo, che non si potrebbe né dire né contare, e quel canto udirono li Apostoli, e molti altri per lo universo mondo. Ma poi ch'ella fu seppellita, al terzo dì, li Apostoli non vi trovaro il il corpo suo. Onde dovemo credere, che Domenedio la resuscitò, ed è con lui nella gloria del paradiso.

646 F e T aggiungono: home = uomini. In Sp manca. Da preferire l'emendamento.647 T aggiunge: Sainte = Santa.648 T aggiunge: non = non.649 In T: …l’en trueve sa sepulture dans la valee Josaphat = ….la sua sepoltura si trovi nella vallata di Josafat.. In Sp: ….commo quier que non falla ombre o sea su sepultura. = ...sebbene si pensi che nessuno si sbagli dove sia la sua sepoltura.650 In T manca. Gli altri mss. concordano.651 In T manca.652 In B.Giamboni: Egli mostrò Cristo a dito e disse, ch'egli era agnello l'agnello di Dio che tolleva il peccato del mondo.653 Sp aggiunge: ..E quando sua figlia Erodia ballò davanti a lui, lo pregò tanto che [lui] disse di domandare tutto quello glielo avrebbe dato, anche se gli avesse chiesto la metà del

suo regno. E la ragazza dietro comando di sua madre gli chiese la testa di San Giovanni e il re gliela diede e la ragazza la portò a sua madre.654 In T la frase è la seguente: Et Erodia la fille au roi pria son pere, un jour k’il estoit yvres, k’il li donast le chief Jehan = Ed Erodia, la figlia del re, pregò suo padre, un giorno che era ebbro, che le donasse il capo di Giovanni.655 In T manca.656 Qui B.Giamboni inserisce una lunga interpolazione come segue. …..Egli mostrò Cristo a dito e disse, ch'egli era l'agnello di Dio che tolleva il peccato del mondo. Egli il

conobbe quand'egli il battezzò, quand'egli disse: come t'oserò io toccare la testa con le mie mani? Egli vide la colomba bianca sopra la sua testa, allora ch'egli lo battezzò. Egli udì la voce di Dio padre, che testimoniò, come egli era lo suo diretto figliuolo; sì come l'evangelo lo dice apertamente. Egli menò la più aspra vita, che giammai menasse uomo, ch'egli andava vestito di panno di pelo di cammello; e mangiava mele selvatiche e locuste, e abitava nel diserto, e andava predicando lo battesimo e la penitenza. Ma Erode re, che ancora era re di quel paese per li Romani, se 'l prese e miselo in carcere, perciò ch'egli lo riprese della moglie del suo frate Filippo, cui egli teneva carnalmente. Un giorno la figluola di questo Erode ballava dinanzi a questo Erode suo padre, e fece assai giuoco e sollazzo. Or piacque tanto a Erode, ch'egli disse: se tu dimanderai eziandio la metà del mio reame, sì l'avrai. Allora ella lo disse alla madre, ed ella, che odiava Giovanni Bttista perché aveva biasimato Erode, che la tenea contra ragione, sì disse: chiedi lo capo di Giovanni, e portalo a me. Ed ella sì glie lo mandò immediatamente, che Erode sì glie lo tolse. E fu sepolto in Sebasta di Palestina, la quale città fu già appellata Sammaria, e fecela Ercole, e Antipater la appellava Augusta in Greco, per reverenza di Cesare Augusto, che fu il secondo imperadore di Roma.

657 In T manca. In F ed Sp: Alfeo. B.Giamboni aggiunge: apostolo.658 In B.Giamboni: Cristo.659 In T: Dameldeu = Dominiddio. In B.Giamboni: Cristo.660 In F e B.Giamboni: sournoms = soprannome. In T ed Sp: non = nome. B.Giamboni aggiunge ancora: ...ch'egli lo somegliava fortemente. B.Giamboni aggiungee ancora: Egli fu vescovo di Ierusalem, e fu di sì alte virtudi, che a schiera andava il popolo per toccarli lo dosso; In sp il brano è identico con varianti linguistiche dello spagnolo antico, minime. Da notare invece che ….il dosso...cioè il dorso della mano, il più diretto......le dita.

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linee, che erano disperse in diverse terre, per confortarle661. *Fu vescovo di Gerusalemme e fu di così alta virtù, che il popolo andava *da lui662 come a schiere, per toccare le sue vesti. *Alla fine i giudei gli fracassarono il capo con un bastone massiccio663 e fu sepolto di lato al tempio. Per questo dice la maggior parte, che Gerusalemme fu distrutta. *La festa della sua nascita è il primo giorno di maggio664.

68. *San Giuda665.

Giuda fu fratello *di666 Giacomo, *perciò è chiamato Giuda di Giacomo667 *e analogamente fu fratello di Dio668. Andò a predicare il vangelo in Mesopotamia e nel Ponto. Convertì le genti crudeli e malvage. Fu sepolto in una città dell'Armenia, che ha nome Eritone669, cinque giorni prima di Ognissanti.

69. *San Giovanni Evangelista670.

Giovanni Evangelista fu figlio di Zebedeo della terza Maria e fu fratello di Giacomo. Il suo nome significa Grazia di Dio. Giovanni l’evangelista, è raffigurato con aspetto *d’aquila671, perché superò tutti gli altri per altezza di vangelo e quando si riposò sopra il petto di Gesù Cristo, vi bevve così come a una sorgente *e questa era l'alta saggezzaa del vangelo672. Dio *lo amò673 tanto, *che alla sua morte gli raccomandò sua madre674. Quando fu *imprigionato675 nell'isola di Patmos, fece un libro chiamato676 l'Apocalisse e dopo che l'imperatore Domiziano *morì677, uscì di prigione e se ne andò a Efeso e là *fece l'ultimo vangelo678. I suoi miracoli sono tali, che mutò le *verghe679 di legno in fine oro. Fece diventare *pietre680 le pietre *di una riva681. Resuscitò *una donna vedova682 con la preghiera del popolo. Altresì resuscitò un giovane uomo che era morto. Bevve veleno senza avere danno e resuscitò un uomo che era morto di quello stesso veleno. E sappiate *che Giovanni683 visse 99 anni. Allora entrò nella sua sepoltura e si accucciò completamente vivo, così come nel suo letto. Ciò fu 67 anni dopo la passione di Gesù Cristo. Per questo dice la maggior parte, che non morì affatto e che vive ancora, si

661 In T, Sp e B.Giamboni questa frase manca.662 In T manca.663 T sostituisce con: A la fin le lapiderent et le tuerent li juis = Alla fine, gli Giudei lo lapidarono e lo uccisero. Anche Sp concorda con questa lezione. In B.Giamboni: ...l'ccisono crudelmente...664 In B.Giamboni questa frase viene interpolata con questa aggiunta rispetto agli altri tre mss.: e da ivi è certo tempo vi vennero di Roma due imperadori Tito e Vespasiano, ch'era

l'uno padre, e l'altro figluolo, con grandissima gente, e assediaro Ierusalem quattro anni, e condusserli a tal fame, che la madre manicò il figliuolo, e alla fine li presero, e fecero di loro grande uccisione, e grande strazio. Che sì come Iddio fu venduto trenta danari, così ne diedero ellino trenta a danaro. E la festa del suo nascimento, cioè della sua fine, chè la fine de' santi è detta nascimento, fu per calende di maggio.

665 B.Giamboni titola: Di Giuda apostolo frate di Giacopo.666 B.Giamboni aggiunge: ...questo...667 In B.Giamboni: ..e chi lo chiama Tadeo.668 In B.Giamboni la frase è preceduta da: Egli fu de' dodici apostoli...669 B.Giamboni fa precedere questa frase sa: ...e alla fine fu martoriato, e ucciso, e poi fu seppellito nella città di Ninive, che ha nome Ericon....670 B.Giamboni titola: Di Santo Giovanni apostolo e vangelista. T, F ed Sp concordano nella lezione a testo.671 In B.Giamboni: d'angelo. In T, F ed Sp: d'aquila.672 In Sp: ...la alteza y la soltiudat de los evangelios.. In B.Giamboni: ...della divinità di Dio, e della sottigliezza del vangelo.673 T aggiunge: l’eslut = lo elesse (lo preferì). Sp aggiunge: escogio = lo ascoltò.674 In B.Giamboni: ...che in fra gli altri discepoli raccomandò a lui solo la madre sua quando egli pendea in su la croce inchiavellato. 675 In B.Giamboni: scacciato.676 Sp e B.Giamboni aggiungono questa lezione, che viene accoltta, perché conferisce una maggior precisione al testo.677 B.Giamboni aggiunge: ..quegli che lui iscacciò...678 In T: l...et la le derrenier fist il evangile. = e là fece in ultimo, il vangelo. In F: desreina = narrò (al posto di fist). In B.Giamboni: dirertano vangelo. In Sp: postremero evangelio. 679 B.Giamboni aggiunge: del bosco. Sp aggiunge: del monte.680 Sp aggiunge: perlas.681 B.Giamboni aggiunge: dell'acqua corrente. Sp aggiunge: del fiume.682 B.Giamboni aggiunge: ch'era morta.683 B.Giamboni sostituisce con: ch'egli.

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riposa e dorme là dentro, perché si vede chiaramente e sempre, scrollare la terra da sotto il sepolcro e muovere in alto e la polvere bollire, così come *per il respiro di un uomo che sia684 dentro. Perché sappiate che si accucciò in questa maniera, presso Efeso, sei giorni prima del nuovo anno, *cioè l'indomani685 della nascita di Gesù Cristo.

70. San Giacomo *Zebedeo686.

*Giacomo figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni687 *l’Evangelista688, *fu nell’ordine, il quarto dei discepoli689. *Questo san Giacomo fu segretario di Nostro Signore, perché fu [presente] alla trasfigurazione, nel resuscitare la figlia di un giudeo.690 Predicò il Vangelo, in Spagna e nelle parti di Occidente. Poi Erode *il Tetrarca691, lo fece uccidere con un coltello, *otto692 giorni prima delle calende di agosto.

71. *San Pietro693.

Pietro ebbe *due694 nomi, perché ebbe nome di Simone Pietro e di *Simone Bargiona695. E Simone vale altrettanto a dire come Obbediente, perché obbedì a Dio, allorché disse: “*Seguimi, ti farò pescatore d'uomini. Egli subito lasciò le reti e lo seguì696.”. Pietro vale altrettanto a dire come Conoscente, perché conobbe Dio quando disse: “Tu sei Cristo figlio del Dio vivente”. Nacque in Galilea, in una città che ha nome Betsaida. È il fondamento della pietra della Chiesa, a cui Dio disse: “*Tu sei Pietro e697 sopra questa pietra fonderai la Chiesa”. È il principe degli apostoli. Fu il primo confessore e discepolo di Gesù Cristo. Tiene le chiavi del cielo. *Predicò il vangelo nel Ponto, in Cappadocia, a Galata, in Bitinia, in Asia ed in Italia698. Andò dappertutto, attraverso il mare, *con i suoi piedi699. *Guariva i malati700 con la sua ombra, quando passava vicino a quelli. *Resuscitò una vedova morta701. Fece inghiottire dalla terra, Anania e *Safira702. Fece ricadere sulla Terra, Simone Mago, *che andava salendo verso il cielo703. Tenne l’ufficio *di apostolo704 *sette705 anni in Antiochia *e 25 anni a Roma706.

684 In T tutto al plurale.685 In Sp: il secondo giorno. In B.Giamboni: E sappiate ch'egli si coricò in questa maniera che 'l conto ha divisato. La festa sua si è a' dì sei presso ad anno nuovo. Cioè due dì dopo

la nativitade di Cristo Gesù.686 F ed Sp aggiungono: Zebedeo. B.Giamboni: Zebedeo apostolo.687 B.Giamboni aggiunge: ...di cui detto di sopra.688 In T ed Sp manca. In B.Giamboni manca.689 In B.Giamboni: ...e fu anche de' dodici apostoli.690 Sp sostituisce con: ..e scrisse le epistole ai dodici lignaggiche sono nella diffusione delle genti. Anche B.Giamboni sostituisce con: Egli scrisse le epistole alli dodici lignaggi, che sono nella diversità del mondo. 691 In Sp: il molto crudele. In B.Giamboni: crudelissimo.692 In B.Giamboni: sette.693 B.Giamboni aggiunge: apostolo.694 In F: divers = diversi. T, Sp e B.Giamboni concordano su: due.695 In T ed Sp manca.696 B.Giamboni aggiunge questo tronco di frase che qui si mette a testo in lingua italiana moderna e che conferisce significato alla sola espressione “Seguimi”, presente in maniera

isolata, così come si comprenderà facilmente: seguiscimi, io ti farò pescatore d'uomini, egli tanto tosto lassò le reti, e seguì lui.697 In Sp: Tu sei pietra... In B.Giamboni manca.698 B.Giamboni aggiunge o emenda: Egli tiene le chiavi del cielo, quando il nostro Signoreli disse: io ti darò le chiavi del cielo; chè colui che tu ligarai in terra, sarà ligato in cielo, e

colui che tu iscioglierai in terra, sarà sciolto in cielo. Egli predicò lo vangelo in Mesopotamia, in in Galilea, in Bitinia, in Asia e in Italia.699 B.Giamboni aggiunge: ...come per terra.....700 In T: Il resuscita les mors….. = Resuscitò i morti….. Così concordano anche Sp e B.Giamboni.701 B.Giamboni aggiunge: Egli risuscitò un fanciullo ch'era stato morto di quattordici anni passati.702 In Sp: e sua sorella...In B.Giamboni mancano tutte e due le lezioni.703 In B.Giamboni: che'l portavano li diavoli per suo incantamento verso lo cielo. 704 In B.Giamboni: ..del pontificato...705 In T ed Sp: viii = otto. Il calcolo è piuttosto incerto.706 In B.Giamboni: ...e venticinque anni fu sommo pontefice in Roma.

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Ma alla fine l'imperatore Nerone lo fece crocifiggere con il capo in giù e i piedi in su e questo fu *36707 anni dopo la passione di Gesù Cristo, *due giorni708 prima della fine *di

giugno 709 e fu sepolto a Roma verso il sol levante.

72. *San Paolo710.

Paolo significa Meraviglioso e prima aveva nome di Saulo. Fu angelo degli uomini e avvocato dei giudei. Quando Dio lo chiamò, cadde a terra e perse la vista degli occhi, ma vide *la verità711 di Dio. *Si alzò e recuperò la vista712. E così come era persecutore della Chiesa, divenne poi vassallo per elezione. Fu il più giovane tra gli apostoli, ma a predicare fu il primo e *sovrano713. Nacque in Giudea, dalla linea di Beniamino e fu battezzato il secondo *anno714 dopo l'ascensione di Gesù Cristo. Predicò da Gerusalemme fino in Spagna e in tutta l’Italia e a quelli fece conoscere il nome di Dio, poiché non lo conoscevano. *Le sue meraviglie715 sono tali, che fu portato fino *al terzo716 cielo. Resuscitò un bambino morto. *Fece accecare un mago, perché aveva lo spirito maligno del diavolo717. Sanò uno *storpio718. Non temette il morso *della vipera719, anzi l'arse nel fuoco. Sanò con le sue orazioni il padre *Publio720, dalle febbri che *aveva721. *Per722 Dio, soffrì la fame, *la sete723 *e724 dimorò nel profondo del *mare725, un giorno e una notte. Sopportò la rabbia delle bestie selvagge, *molte ferite726 e i tormenti del carcere. I giudei lo tradirono e lapidarono a morte. Fu incatenato in una prigione, *da cui fu slegato per un terremoto727. Alla fine l'imperatore Nerone lo fece decapitare, il giorno in cui San Pietro fu crocifisso.

73. *Sant'Andrea728.

Andrea significa in greco *Nobile di cuore729. Fu secondo fra gli apostoli e predicò in *Scizia730 e in Acaia, dove fu crocifisso, quando ebbe fatto *molte meraviglie731. Morì

707 In T, Sp e B.Giamboni: xxxviii = trentotto. I pareri sono discordanti anche oggi. Si ritiene che la data del suo martirio sia tra il 64 e il 67 d.C. I calcoli sono incerti.708 B.Giamboni aggiunge: ..e due giorni ed uno mese....709 T ed Sp aggiungono: du mois = del mese. 710 B.Giamboni aggiunge: apostolo.711 In B.Giamboni: la volontà di Dio e la verità.712 In B.Giamboni: Egli per volontà di Dio riebbe la sua vista.713 In Sp: ..il migliore di tutti.714 In B.Giamboni: ...due dì dopo... Gli altri mss. concordano su: anno. La storia e la vita di Paolo di Tarso, narrano della sua conversione e del suo battesimomentre si trovava sulla

via tra Gerusalemme e Damasco, intorno al 35 d.C. Se Gesù Cristo è morto all'età di 33 anni, l'interpretazione più esatta è la lezione “secondo anno”.715 Sp aggiunge: I suoi miracoli e....716 In T: haut = alto. In B.Giamboni la frase si presenta così: Lo nostro Signore gli mostrò grande partita del suo segreto, ch'egli fu portato infino al terzo cielo. E dice che vide tali cose, che non è convenevole a parlarle agli uomini. 717 In T le due frasi sono separate: Il fist avugler i. mague. Il fist devenir mut l’esperit du diable. In Sp: ...fece accecare un mago incantatore e guarì i dannati... In B.Giamboni: Egli fece avocolare, o ver parlare una imagine. Egli liberò molti uomini e femine, li quali erano indemoniati. Egli sanò Busil. In Sp: ...e guarì gli indemoniatie sanò uno storpio718 In T: les boçus = le ulcere. In F: clopin = storpio. Si vedano nelle note successive le lezioni di Sp e B.Giamboni.719 In Sp: ..del serpente che è chiamato vipera...720 In B.Giamboni: di Busil. In Sp: dello storpio.721 B.Giamboni aggiunge: Egli convertiò alla fede cristiana uno grande filosofo in Grecia, lo quale avea nome Dioniso, che fu poi martoriato in Francia predicando ed esaltndo il

nome di Gesù Cristo.722 T aggiunge: le non = il nome.723 T aggiunge: froit, nuece = freddo , nudità.724 Sp aggiunge: ...e il freddo.. In B.Giamboni: e nuditade.725 Sp aggiunge: ..e nuotò...726 In B.Giamboni: ...molti freddi...727 In Sp: ..da cui si slegò, scappò e scese da un muro... In B.Giamboni: ...ond'egli fu deliberato, e messo fuori del muro in una sporta.728 B.Giamboni aggiunge: apostolo.729 In T ed Sp: bello. In B.Giamboni: ...quanto bello e fortezza. In F: Barnajous. Un titolo riservato ai baroni ed in senso lato, ai potenti. Qualità di un barone, valore, curaggio, nobiltà e franchezza di cuore, saggezza. (Gdfr. I, pag. 587). Le qualità tipiche della cavalleria medioevale.730 In B.Giamboni manca.731 In Sp: molti miracoli e molte meraviglie. In B.Giamboni solo: molti miracoli. In F e T solo: molte meraviglie. B.Giamboni aggiunge: come è di morti suscitare, e d'altre

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l'ultimo giorno di novembre. La sua sepoltura si trova a Patrasso, dove morì.

74. *San Filippo732.

Filippo significa Bocca di lampada. Nacque in quella stessa città in cui nacque Pietro e predicò in *Gallia733, vicino al mare Oceano. Alla fine fu lapidato e crocifisso a Gerapoli, una città che si trova in *Frigia734, dove morì il primo giorno di maggio e fu sepolto con *i suoi figli735.

75. *San Tommaso736.

Tommaso significa Abisso ed ebbe per soprannome Didimo, come dire *Dubbioso, perché dubitò della resurrezione737 di Gesù Cristo, fino a tanto che ficcò la sua mano dentro le piaghe. E predicò in *Partia, in Media, in Persia, in Ircania e in India verso Oriente738. Alla fine fu ferito con *gladii739 e lance, tanto che morì *11740 giorni prima della fine di dicembre, in una città dell'India che aveva nome Calamia. Là fu *seppellito741 con onore.

76. *San Bartolomeo742.

Bartolomeo predicò *tra i giudei743 e tradusse il vangelo *di Matteo nella loro lingua744. *Alla fine fu scorticato dai barbari745 nella *grande746 India, nella città di Albanopoli e poi per comando *di un re straniero747, gli fu mozzata la testa *sette748 giorni prima della fine di agosto.

77. *San Matteo749.

Matteo fu apostolo ed evangelista ed ebbe per soprannome Levi. Fece i suoi vangeli in Giudea e poi predicò in Macedonia. Sopportò il martirio nella Persia e fu *interrato750 nei Monti dei Pastori, dieci giorni prima della fine di settembre.

78. *San Mattia751.

infermitade sanare, che sarebbe lungo a contarlo. 732 B.Giamboni aggiunge: apostolo.733 In F: Galilea. In B.Giamboni: Egli predicò da Galilea, infino entro al mare Oceano.734 In B.Giamboni: Africa.735 In B.Giamboni al singolare.736 B.Giamboni aggiunge: apostolo.737 In B.Giamboni: dottante, o ver gemello, ch'egli dottò, e temè della resurrezione....738 In B.Gianboni: India, in Media, in Persia, ed in Media e in Giudea verso Oriente.739 In B.Giamboni manca. 740 In Sp: nove. In B.Giamboni: 'l secondo dì all'uscita di decembre.....741 In B.Giamboni: ...per li cristiani....742 B.Giamboni aggiunge: apostolo.743 In Sp: ...in terra d'India...744 In B.Giamboni: ...di greco in loro lingua....745 In B.Giamboni: ..ed alla fine fu scorticato per la grande invidia delli barbari. (Il capitolo termina qui).746 In Sp manca.747 In T ed Sp: du roi Astrages = del re Astrage.748 In T: .vi. = sei. In F: vii. = sette. In Sp: quattro.749 B.Giamboni aggiunge: apostolo.750 In Sp e B.Giamboni: morì. In F e T: enterrez = interrato.751 B.Giamboni aggiunge: apostolo.

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Mattia fu uno dei *72752 discepoli. Ma poi fu uno dei 12 apostoli, al posto di Giuda *Iscariota753. Predicò in Giudea. La festa della sua *natività754 è cinque giorni prima della fine di febbraio.

79. *San Simone755.

Simone Zelota significa cananeo o possessione. Si pensa che fosse simile a Pietro nella sapienza e nell'onore, perché tenne la dignità in Egitto. E dopo la morte di Giacomo, il figlio di Alfeo, fu vescovo di Gerusalemme. Alla fine fu crocifisso e il suo corpo giace nel *Bosforo756. La festa della sua nascita è quattro giorni prima di Ognissanti.

80. *San Luca757.

Luca evangelista, significa *medico o illuminante758 e a dire il vero, fu fisico e buon medico. *Nacque in Siria759. *Seppe bene la lingua della Grecia760 e alcuni dicono che fu proselita e che non conosceva la lingua degli ebrei, ma fu discepolo di *Paolo761 e gli tenne sempre compagnia. Morì all'età di *73762 anni e fu seppellito in Bitinia, *14763 giorni prima di Ognissanti. Ma le sue ossa furono portate a Costantinopoli, al tempo dell'imperatore Costantino.

81. *San Marco764.

Marco l’evangelista significa grande. Fu figlio di Pietro nel battesimo e fu suo discepolo. E per questo dice la maggioranza, che il suo vangelo fu dettato dalla bocca di Pietro. E dicono che si mozzò un grosso dito, perché non voleva affatto che lo si facesse sacerdote e in tutta la fede [cristiana], *fu il primo che ebbe sede di dignità in Alessandria. Fondò per prima cosa la chiesa in Egitto e morì al tempo di Nerone, sei giorni prima della fine di aprile765.

82. San Barnaba.

Barnaba, innanzitutto, aveva nome di Giuseppe che significa fedele. Nacque *nell’isola766 di Cipro e tenne *l'apostolato767 con Paolo, poi lo lasciò e andò predicando. La festa della sua 752 In T ed Sp: lxx = settanta. In F e B.Giamboni: settantadue. (Non è un errore di manoscritto, ma due diverse interpretazioni di Luca 10,1-20).753 In B.Giamboni: traditore.754 B.Giamboni omette.755 T inverte l’ordine dei capitoli. Cap. 79: San Luca. Cap. 80: San Simone. B.Giamboni aggiunge: apostolo.756 In B.Giamboni: Soffre. In Sp: Basofre. In T ed F: Bosofre.757 B.Giamboni aggiunge: vangelista.758 In Sp: fisico o lucente. In B.Giamboni: miradore o luminare. In T ed F: Mires ou Luisans = medico o lucdnte.759 B.Giamboni aggiunge: tiranno di Antiochia.760 In B.Giamboni: cittadino di Antiochia. Egli seppe bene translatare il vangelo di greco in latino. 761 B.Giamboni aggiunge: apostolo.762 In B.Giamboni: ottantadue. 763 In Sp e B.Giamboni: tredici.764 B.Giamboni aggiunge: evangelista.765 In Sp: ….e e tuttavia fu il primo che ebbe sede di dignità in Alessandria. E fondò per prima cosa la Chiesa d'Egitto e morì al tempo di Nerone, sei giorni prima della fine di

aprile. In B.Giamboni: …...in una chiesa d'Egitto, e ancor nel tempo di Nerone imperadore a' dì sei innanzi all'uscita d'aprile.

766 In F: isle. T sostituisce con: cité = città. Anche in Sp: città. B.Giamboni non cita alcunché. 767 Sp aggiunge: la dignità dell'...

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nascita è *13768 giorni prima dell'inizio di giugno.

83. *San Timoteo769.

Timoteo fu il secondo discepolo di Paolo, *perché lo condusse con sé dalla sua infanzia e lo battezzò. Mantenne la verginità e la castità770. Nacque nella città di Listra e fu sepolto a Efeso, dieci giorni prima della fine di agosto.

84. *San Tito771.

Tito fu discepolo di Paolo e suo figlio nel battesimo. Nacque in Grecia. Solo lui fu circonciso *dopo l'evangelo772, attraverso le mani di Paolo stesso e *lo lasciò773 per distruggere gli idoli della Grecia e per edificare le chiese. Là morì e fu seppellito in *pace774.

85. *Il nuovo Testamento775.

Ora vi ho *nominato776 i maestri del nuovo Testamento. E sappiate che i quattro vangeli furono fatti dai quattro evangelisti. Paolo elaborò *e scrisse777 le sue epistole, di cui ne inviò *dieci778 *a certe contrade e città779, le altre ai suoi discepoli, cioè a Timoteo, a Tito e a Filemone. Ma di quelle che inviò agli ebrei, i latini sono in disaccordo, perché gli uni dicono che le fece Barnaba e gli altri dicono Clemente. Pietro fece due epistole a nome suo. Giacomo fece la sua. Giovanni fece tre epistole, ma molti dicono che un sacerdote di nome Giovanni, ne fece *due780. *Giuda fece la sua781. Luca evangelista scrisse le vite degli apostoli, secondo quello che vide o che udì. Giovanni scrisse l’Apocalisse quando era *n prigione782 e ognuno di loro scrisse per *divina783 ispirazione *e così misero in ordine i comandamenti784, secondo come noi dobbiamo vivere. E sappiate che i comandamenti della *legge785 sono dieci, di cui il primo dice, *ama e temi un solo Dio786. Il secondo dice, non *ricordare787 il nome di Dio invano. *Il terzo dice, ricordati di santificare il sabato788. Il quarto dice, onora tuo padre e tua madre. Il quinto dice, non

768 In Sp: dodici. In F, T e B.Giamboni: tredici.769 B.Giamboni aggiunge: discepolo di Santo Paulo.770 In T manca. Sia F che Sp e B.Giamboni aggiungono questa parte, con la sola differenza che in quest'ultimo non è citata la: castità.771 In F e B.Giamboni manca. Quest'ultimo aggiunge: discepolo di santo Paulo.772 In B.Giamboni manca.773 Sp aggiunge in questo punto contrariamente a F, T e B.Giamboni: in Grecia. 774 In T: pés = pace. F, Sp e B.Giamboni riportano: Persia. (Sappiamo che fu sepolto a Gortyna nell'isola di Creta, dove ancor oggi si trovano le sue reliquie).775 In T ed Sp: Des dis commandemens de la loi = La legge dei dieci comandamenti. F e B.Giamboni hanno lo stesso titolo: De' libri del Testamento Nuovo.776 In F: udito. In B.Giamboni: contato.777 In B.Giamboni manca.778 In T, Sp e B.Giamboni: sette. In F: dieci. (Comunemente sono ritenute tredici le lettere di Paolo, scritte in greco. Tradizionalmente sono considerate redatte tra gli anni cinquanta e sessanta, durante il suo ministero itinerante e la prigionia a Cesarea e/o Roma. In epoca contemporanea, sono stati sollevati dubbi circa l'autenticità di alcune di queste lettere). La questione solleva diversi problemi anche per quanto riguarda la scelta della lezione più veritiera. Ad ogni modo si sceglie la lezione di F, perché con la somma dei discepoli di Paolo, fanno tredici lettere. 779 In B.Giamboni: ..a certe contrade e città. In T, F ed Sp; chiese. (Sappiamo che effettivamente Paolo inviò le lettere alle comunità da lui visitate).780 B.Giamboni aggiunge: di quelle tre.781 B.Giamboni aggiunge e precisa: ...ma non intendete Giuda Scariotto traditore, anzi fu Giuda fratello di Iacopo Alfeo.782 B.Giamboni sostituisce con: nell'isola di Patmos.783 In B.Giamboni manca.784 T aggiunge: x. = dieci. In B.Giamboni manca. 785 B.Giamboni aggiunge: che Iddio diè a Moses...786 In Sp: ama e servi un solo Signore. In B.Giamboni: amate un solo Dio.787 F, T ed Sp hanno la variante dal significato identico: reçois, recoi, recibiras che significa :accogliere. B.Giamboni ha: ricordare. L'errore è comune ai tre mss. precedenti, in

quanto accoglier risulta in questo caso, di uso e significato molto difficile.788 In B.Giamboni: Lo terzo dice: sacrifica lo dì di Dio, ciò s'intende guardare e onorare lo dì della domenica.Gli altri mss. riportano sabato.

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fare adulterio. Il sesto dice, non uccidere. Il settimo dice, non rubare. L'ottavo dice, non portare falso testimone. Il nono dice, non desiderare le cose del tuo prossimo. Il decimo dice, non desiderare la moglie del tuo vicino. E sebbene siano divisi in dieci parti, *li si potrebbe comprendere789 tutti attraverso due solamente, cioè ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua *anima790, con tutta la tua virtù e ama il tuo prossimo così come te stesso. Due comandamenti sono la somma e non di più, *di tutti e dieci791, perché in essi sono la legge e le profezie. Un altro comandamento si trova nella Scrittura e *da solo792 comprende tutti e dieci, cioè lasciate il male e fate il bene. Un altro è simile a questo che dice, ciò che non vuoi *sia fatto793 a te, non lo fare agli altri. Ma qui tace *il raccontoe794 della vita dei padri *dell'uno e dell'altro Testamento795 e tornerà alla materia propria, là dove la lasciò, di Giulio Cesare, di Ottaviano e *delle loro vite796, i quali furono i primi imperatori di Roma.

86. Come iniziò la *nuova797 legge.

*Qui avanti la narrazione dice798 che, *Nostro Signore Gesù Cristo799 nacque in *questo mondo, per riabilitare l'umano lignaggio800, al tempo di Ottaviano imperatore di Roma. E sappiate che il primo anno della sua nascita, i tre re lo vennero ad adorare e il *terzo801 furono decollati i piccoli bambini innocenti. *Al settimo anno d'età802, ritornò in Egitto con sua madre e Giuseppe, che ve lo portarono per paura di Erode803. Al dodicesimo anno di età, *sedette804 nel tempio di Gerusalemme, dove dimostrò *la sua sapienza805, così che *ognuno806 se ne meravigliava. A 30 anni fu battezzato e allora cominciò a predicare la nuova legge, *la fede807 e la *retta808 conoscenza della santa trinità, cioè l'unità delle tre persone, *del Padre che è dimostrato dalla potenza, del Figlio che è dimostrato dalla sapienza, dello Spirito Santo che è dimostrato dalla benevolenza809. Per questo dobbiamo credere sapiente e tutta benevolente. E quando Nostro Signore ebbe vissuto *32 anni810, fu messo a morte dai giudei per il tradimento *di Giuda811, secondo quanto testimonia il Vangelo. E così Nostro Signore Gesù Cristo, il primo vescovo, apostolo, insegnante e maestro della *santa 789 B.Giamboni modifica: lo Nostro Signore Gesù Cristo li comprese in due solamente, quando disse nel vangelo ama lo tuo Iddio di tutto lo tuo cuore, di tutta la tua anima e di tutta

la tua mente. E questo è lo primo e 'l maggiore comandamento. Il secondo è: ama il prossimo come te medesimo. Epoi disse: in questi due comandamenti pende tutta la legge e tutte le profezie.

790 In T: vie = vita. In F, Sp e B.Giamboni: anima.791 T aggiunge: ….sans plus de toz .x. = ….e non di più, di tutti e dieci……792 In T manca.793 In T manca. Gli altri mss. concordano.794 T, B.Giamboni ed Sp aggiungono: a parler = a (di) parlare.795 In Sp: del Nuovo Testamento e del Vecchio. In B.Giamboni: ..del Nuovo Testamento e delli altri.796 T ed Sp sostituiscono la lezione di F con: suo nipote. In B.Giamboni manca.797 In T ed Sp: prima. In F e B.Giamboni: nuova.798 In Sp: Dovete sapere.799 T e B.Giamboni aggiungono: Jhesucris = Gesù Cristo.800 Pn B.Giamboni: ...in questo secolo per ricompensare l'umana generazione della servitudine in che ella era delli demoni dell'inferno.801 In T, Sp e B.Giamboni: terzo. In F: secondo.802 In T manca. Sp ed F aggiungono questa lezione.803 In B.Giamboni: ..e la nostra Donna con Giosef e col fanciullo beato sì si fuggiro di Betleem in Egitto, per paura d'Erode, che'l voleva uccidere, e quivi dimorò sette anni. Poi

morto Erode si tornaro a Nazaret, la cittade onde nostra Donna fu nata, e salutata dall'angelo Gabriele. 804 In F, B.Giamboni ed Sp: fu = fu. In T: sist. 805 Sp aggiunge: y su seso.806 In B.Giamboni: li maestri del tempio se ne meravigliavano.807 In T ed Sp: la giusta fede.808 In T manca. In F ed Sp: la Sanya Trinità. B.Giamboni modifica parzialmente: ...la nuova legge alla diritta credenza, ed alla conoscenza della diritta e santa veritade.809 In B.Giamboni: ..del Padre, del Figliuolo e dello Spirito santo. Al Padre è attribuita la potenza, al Figliuolo la sapienza, ed allo Spirito santo la benevolenza. 810 T aggiunge: et iii mois = e tre mesi. Sp e B.Giamboni aggiungono: e mezzo. F solo: trentadue.811 B.Giamboni sostituisce con: del suo discepolo.

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cristianità812. E quando Nostro Signore *ritornò813 in cielo, lasciò San Pietro, suo vicario, al posto suo e gli diede il potere *di assolvere e di non assolvere814 in Terra. E così San Pietro, resse quattro anni la *cattedra815 e la dignità apostolica nella parte d'Oriente, poi andò ad Antiochia dove fu vescovo *sette816 anni. Dopo ciò andò a Roma dove predicò e mostrò alle genti, la legge di Gesù Cristo e là fu vescovo e maestro di *tutta la cristianità817, 25 anni, sette mesi e *sette818 giorni, fino al tempo di Nerone che allora era imperatore *di Roma819, il quale per la sua grande crudeltà lo fece crocifiggere e fece decollare San Paolo, tutto in un giorno. E quando Pietro dovette morire, ordinò a uno dei suoi discepoli che aveva nome Clemente, di tenere la cattedra dopo di lui, ma non la volle mai tenere, anzi *costrinse820 Lino suo sodale, che la resse tanto come vescovo e poi stabilì Cleto, il quale la resse [per] tutta la sua vita. E quando ambedue furono morti, Clemente stesso resse la cattedra e fu apostolo di Roma. E ciò avvenne dopo la morte di Tito imperatore di Roma, quello stesso che al tempo di suo padre Vespasiano imperatore, il quale regnò dopo Nerone, aveva conquistato Gerusalemme, catturati e uccisi i Giudei, *vendicò [così] la morte di Gesù Cristo 40 anni dopo la passione821.

87. Come la cristianità si salvò, al tempo di Silvestro *e degli altri papi822.

Poiché la natura non sopporta affatto che qualcuno, per quanto sia grande, né di alta dignità, superi il giorno della sua fine, convenne che i papi e gli imperatori di Roma morissero e altri fossero messi al loro posto. E perché la legge dei cristiani era ritornata, così che gli uni erano nel dubbio, gli altri erano miscredenti, accadde molte volte che gli imperatori e gli altri che governavano le città, facessero delle grandi persecuzioni contro i cristiani e facessero soffrire loro molti *tormenti823, fino al tempo *che Costantino il Grande824 fu imperatore e Silvestro fu vescovo e papa di Roma. *E sappiate che prima di loro vi erano stati 35 imperatori dopo Giulio Cesare e 33 papi dopo Gesù Cristo825. Ora accadde che *Silvestro826, con un grande gruppo di cristiani, era in fuga sopra un’alta montagna per sfuggire le persecuzioni e l'imperatore Costantino, che era ammalato di lebbra, lo mandò a cercare, perché per quel che si diceva di lui e dei suoi antenati, voleva ascoltare il suo consiglio. E tanto andò la cosa, che Silvestro lo battezzò secondo la *legge827 dei cristiani e lo mondò dalla sua lebbra. *Allora subito diventò

812 T sostituisce con: la sainte crestiene loi = la santa legge cristiana. In B.Giamboni: la santa legge e la santa scrittura.813 In T: s’en ala = se ne andò. In F: s’en r’ala = ritornò. In Sp: salì. In B.Giamboni: andò.814 In Sp: legare e assolvere. In B.Giamboni: di legare e sciogliere gli uomini e le femine.815 In B.Giamboni: sedia pontificale.816 In T ed Sp: viii. = otto. In F e B.Giamboni: sette. Resta incerto stabilirne l'esattezza.817 In T manca. In F: tutta la cristianità. In Sp e B.Giamboni: di tutti i cristiani.818 In T: viii = otto. In F, Sp e B.Giamboni: sette. (Difficile stabilire queste date. La tradizione attribuisce il vescovato a Pietro per circa trent'anni, dal 34 al 64 d.C., ma è incerta è la data della sua morte tra il 64 ed il 67 d.C. In tal caso ci si affida alla lezione prevalente). 819 In T manca. In F, Sp e B.Giamboni è attestato.820 In F: constituir = costituire. In T: constrainst = costrinse. In B.Giamboni: constituì. In Sp: constrinò = costrinse.821 In B.Giamboni: ..e regnò dopo la passione di Cristo quarant'anni.822 F ed Sp concordano con questa lezione. In T manca. In B.Giamboni: Come santa Chiesa innalzò al tempo di santo Silvestro. 823 B.Giamboni aggiunge: ...e duri.824 In B.Giamboni: del buono Costantino imperadore.825 B.Giamboni modifica parzialmente: E sappiate che dopo Cristo Gesù e dopo Giulio Cesare, infino a questo Costantino, erano stati trentacinque imperadori.826 In B.Giamboni: papa Silvestro.827 In T: foi = fede. In F ed Sp: legge. In B.Giamboni: fede.

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cristiano con tutti i suoi828. E per innalzare il nome di Gesù Cristo, gratificò la santa chiesa e le donò tutte le dignità imperiali e questo fu fatto nell'anno dall'incarnazione di Gesù Cristo, *333829 e poco prima era stata già trovata la santa croce. *Allora Costantino andò a Costantinopoli, chiamata così per il suo nome, perché prima aveva nome Bisanzio e resse l'impero della Grecia, che non sottomise affatto ai papi, così come fece quello di Roma830. E sappiate che le persecuzioni dei cristiani durarono fino al tempo di Silvestro. E per questo tutti i papi che prima di lui *sopportarono il martirio per la fede831, furono santi. Ma quando l'imperatore donò un così grande onore a Silvestro e ai pastori della santa chiesa, tutte le persecuzioni finirono, ma allora cominciarono gli errori degli eretici, che deviarono contro Silvestro, perché molti imperatori dopo e molti dei re di Lombardia furono corrotti dalla mala credenza, fino al tempo di Giustiniano *che fu imperatore nell'anno 539 dall'incarnazione832. Questo Giustiniano fu di *senno833 molto grande. Abbreviò le leggi del Codice e del Digesto, che prima erano in tanta confusione e nessuno ne poteva venire a capo. Sebbene all'inizio fosse nello [stesso] errore degli eretici, alla fine riconobbe il suo errore con il consiglio di Agapito, che a quel tempo era papa e allora la legge cristiana fu confermata e fu *condannata834 la fede degli *eretici835, secondo come si può vedere sui libri delle leggi che fece. *Regnò *38836 anni. E sappiate che prima di lui vi erano stati 16 imperatori di Roma, tra i quali fu imperatore Costantino. E da Silvestro fino ad *Agapito837, furono 28 papi838.

88. Come la santa chiesa si espanse.

Da allora in avanti *il potere839 della santa chiesa *crebbe840, lontana e vicina, di qua e di là dal mare, fino al tempo di Eraclio, che fu imperatore nell'anno *618841 dall'incarnazione e regnò 31 anni fino al tempo di Costantino e di suo figlio, che regnò dopo di lui. Perché al tempo di quelli, i saraceni di Persia ebbero una grande forza contro i cristiani, danneggiarono Gerusalemme, bruciarono le chiese, trasportarono il fusto della Croce e condussero il patriarca e molti altri in prigione. Ma alla fine, Eraclio stesso vi andò, uccise il re di Persia e ricondusse i prigionieri, *la Croce842 e sottomise i persiani alla legge di Roma. E poi vi fu il

828 In B.Giamboni: E battezzato egli, tutti li suoi fecero il simigliante.829 In T ed Sp: ventitrè. In F e B.Giamboni: trentatrè. 830 In B.Giamboni: Ed allora se n'andò Costantino in Grecia ad una ricca terra, che avea nome Bisanzio, e fecela più grande e migliore che non era. E volse che la fosse chiamata

Costantinopoli per lo suo nome. E tenne quello imperio che nol sottomise allìapostolico, sì come fece quello di Roma.831 In B.Giamboni: sofferirono martirii e tormenti per mantenere la diritta fede.832 In B.Giamboni manca. Gli altri mss. concordano. Gli storici al contrario, concordano con il 527 d.C. Come data della sua elezione ad imperatore.833 T sostituisce con: sapience = sapienza. T aggiunge subito dopo: …..et de grant pooir, ki par son grant sens abrega…. = …..e di grande potere, che per il suo grande senno, abrogò…… In B.Giamboni: che fu di molto senno e do grande avvedimento. In Sp: fu di gran potere che per il suo gran senno. In F: ..fu de mult grant sens.834 In T: devee = proibita.835 In B.Giamboni: miscredenti. T, F ed Sp confermano: eretici.836 In Sp: trentacinque. In F, Sp e T: trentotto.837 Sp aggiunge: ..fino a che Agapito fu Papa.838 In B.Giamboni: Egli regnò trentaott'anni. E sappiate che innanzi lui erano stati diciassette imperadori in Roma, infino a Costantino che ne fu imperadore. E da Silvestro infino a

questo Agapito furono diciassette apostolici. Dalle fonti storiche sappiamo che fu il 25° papa da Silvestro e che rimase sul soglio papale solo dieci mesi. Tutti i mss. concordano sui 28 papi.

839 In Sp: potere. In F, T e B.Giamboni: forza.840 In T: essaucha = si innalzò.841 In F, T ed Sp: seicentodiciotto: In B.Giamboni: settecentoventotto. Eraclio I nacque in Cappadocia nell'anno 575 d.C. E morì a Costantinopoli nell'anno 641 d.C. La lezione

prevalente è la più veritiera, ma non corrispondente alla lezione che fu imperatore per 51 anni. Infatti se così fosse stato, sarebbe morto nel 649 d.C. E non nel 645 d.C. Come attesta la storiografia moderna.

842 In B.Giamboni: ...la Santa Croce ritornò in Ierusalem onoratamente...

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malvagio predicatore di nome *Maometto843, che fu monaco, il quale li ritrasse dalla *fede844 e li mise nell'errore.

89. Come fu imperatore *di Roma845, il re di Francia.

Ora avvenne, così come piacque a Nostro Signore, che la santa chiesa innalzasse e crescesse di giorno in giorno, allo stesso modo, per la forza e per il potere che fu acquisito al tempo di *Silvestro846. Ma gli altri imperatori che furono dopo Costantino, *non erano affatto così dolci, né così bonari847 come fu [egli], anzi nascosero volentieri ciò che Costantino aveva *dato848, quando ne ebbero il potere, ma Dio non lo sopportò. E così gli imperatori erano sempre, gli uni dopo gli altri, talvolta buoni e talvolta malvagi e *tenevano l'uno e l'altro impero849, fino al tempo di Leone imperatore e Costantino suo figlio. *Questo imperatore prese tutte le immagini delle chiese di Roma850 e le portò a Costantinopoli a dispetto *del papa851, le fece bruciare nel fuoco e fece contro di lui una congiura, tra lui e *Teloforo852 re dei Lombardi, perché *Stefano853, che era allora papa, li scomunicò e gli tolse *la Puglia854 e stabilì che essa appartenesse sempre alla santa chiesa. E quando vide che non poteva durare a lungo contro di loro, se ne andò in Francia dal buon Pipino, che allora era *re855, consacrò lui e i suoi figli ad essere sempre re di Francia e maledisse e scomunicò tutti quelli che avessero fatto un re da una linea diversa di quella di Pipino. Poi il re andò insieme al papa, con tutte le sue armate in Lombardia e combatté contro *Teloforo856, tanto che lo vinse e gli fece chiedere perdono alla santa chiesa, secondo come il papa e i suoi fratelli comandarono. E attraverso il suo potere fu stabilita la necessità del regno di Puglia e del patrimonio di San Pietro, in quella maniera che *ritennero857. Ma quando Pipino ritornò nel suo paese, non passò molto tempo che Costantino il figlio di Leone, quando fu imperatore dopo la morte di suo padre, fece il peggio che poté contro la *Chiesa858 di Roma e Desiderio re di Lombardia, ricominciò *la guerra859, la più grande che aveva mai fatto in vita sua suo padre Teloforo, tanto che il papa Adriano pregò Carlo Magno figlio di Pipino, che allora era re di Francia, finché venne in Italia, *vinse860 la città di Pavia dove si trovava il *re861 e fece prigionieri Desiderio, sua

843 In F: Sergius = Sergio. In T, Sp e B.Giamboni: Maometto.844 In Sp: legge. In F, T e B.Giamboni: fede.845 In T manca. 846 In B.Giamboni: santo Silvestro papa. In Sp: Saint Silvestre.847 In Sp: ...tan buenos nin de tan buen talente....... In B.Giamboni: ….non furono sì dolci, né sì di buon aere....848 In F, Sp e B.Giamboni: dato. In T: fet = fatto.. 849 B.Giamboni aggiunge: cioè quel di Roma e quello di Costantinopoli.850 In T, F ed Sp: Questo imperatore prese tutte le immagini della Chiesa di Roma. In B.Giamboni: Quello Leone imperadore prese tutte le imagini delle chiese di Roma.... Ci si

attiene alla lezione di quest'ultimo, perché più aderente ai fatti concreti della storia.851 Papa Gregorio II.852 In T, F ed Sp riportano: Telofre. In B.Giamboni: Conlofre. Si tratta dell'esarca Eutichio, inviato da Leone III nel 727 d.C., che tentò una congiura nei confronti del papa Gregorio II, nel contesto delle sommosse generate dall'iconoclastia dell'imperatore bizantino. La politica papale era volta al tratenimento dell'imperaatore bizantino vicino al papato e nello stesso tempo di avere rapporti ancor più amichevoli con il regno longobardo. La lotta contro l'iconoclastia aveva scatenato le mire di potere sia dei bizantini che dei longobardi. Le congiure ordite nei confronti del papa rientrano in questo scenario politico. Astolfo, il re contemporaneo, aveva esteso il proprio dominio a gran parte del territorio italiano, ma fu rapidamente ridimensionato. Se i fatti coincidono, non coincidono i nomi, tranne nel caso del papa Stefano III.853 In B.Giamboni: Stefano. In T ed F: Estiene. In Sp: Estevan. Si tratta del papa Stefano III.854 B.Giamboni aggiunge: ..ed Italia.855 F aggiunge: governerres = governatore. Sp aggiunge: senor = signore, sire In T e B.Giamboni manca. B.Giamboni aggiunge: di Francia.856 Si tratta di Astolfo. La storia coincide non il nome.857 B.Giamboni aggiunge: ...che il Papa e i suoi compagni...858 B.Giamboni aggiunge: Santa.859 Sp e B.Giamboni aggiungono: ..contro la Chiesa di Roma...860 In T, Sp e B.Giamboni: vinse. In F: prese.861 B.Giamboni aggiunge: d'Italia.

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moglie e i suoi bambini e fece giurare loro fedeltà alla santa chiesa, poi li mandò in prigione in *Francia862. Ma Adalgiso figlio del re Desiderio, fuggì per mare a Costantinopoli, dove poi fece molte guerre. E quando Carlo ebbe conquistata tutta la Lombardia e sottomessa a sé e alla santa chiesa tutta la terra d'Italia, andò in gran trionfo a Roma. Là fu incoronato imperatore dai romani e tenne la carica dell'impero per tutta la sua vita. Poi ebbe molte grandi vittorie contro i saraceni e i nemici della santa chiesa e sottomise al suo dominio, *l’Alemagna863, *la Spagna864 e molti altri paesi. E quando *papa Leone865, che divenne papa di Roma dopo la morte di Adriano, fu esiliato dai Romani, Carlo lo ricondusse a Roma nella sua carica e allora confermò ciò che *suo padre866 aveva fatto e stabilito, tutte le *faccende867 della santa chiesa, dell'impero, del clero, dei laici e donò a monsignore San Pietro, il ducato di Spoleto e Benevento. E dopo che ebbe fatto questo e molte grandi e alte cose, trapassò dal mondo, nell'anno *814868 dall'incarnazione. E sappiate che prima di lui, vi erano stati 16 imperatori dal tempo di Giustiniano e 40 papi, da Agapito fino a questo *papa Leone869.

90. Come l'impero di Roma ritornò agli italiani.

In questa maniera, come il racconto ha esposto prima, fu acquisita la dignità dell'impero *di Roma870 ai francesi e i romani *la persero in tal maniera871, che poi non ebbero più il potere che avevano avuto prima. E dopo che Carlo Magno trapassò da questo mondo, fu re ed imperatore suo figlio Lotario, il quale regnò 25 anni, poi morì e lasciò *tre872 figli, ma prima che morisse, prescrisse tra i suoi figli, che Carlo il Calvo avesse il regno di Francia, che Lotario avesse l'impero di Roma, che Pipino avesse l'Alemagna e *Aquitania873. *Ora avvenne che, quando Lotario ebbe il dominio dell'Impero e vide la sua forza e il suo potere, ebbe come solo pensiero di partire con tutte le armate italiane e di andare in Francia, per conquistare il regno di suo padre. Passò i monti e *conquistò le terre fino alla città874 di Reims875. Là trovò i suoi fratelli, che gli venivano incontro con un così gran contorno di genti e vide chiaramente che non le poteva vincere. E quando riconobbe che il suo proponimento era fallimentare, si fece monaco nell'abbazia di San Marco di Sassonia e lasciò l'impero di Roma a suo figlio Lotario. Lotario visse nel suo impero, due anni e quando morì non lasciò che una figlia, la quale fu maritata al re di Puglia. Allora venne a Roma Carlo il Calvo, il re di Francia e fu imperatore *un anno876. Ma

862 B.Giamboni aggiunge: ...e così fu preso Desiderio re di Lombardis da Carlomanno, come voi avete inteso di sopra. 863 In B.Giamboni manca.864 In Sp manca.865 T, Sp e B.Giamboni aggiungono: papa. In F manca.866 B.Giamboni sostituisce con: i suoi passati (i suoi avi).867 In Sp: dignità. In B.Giamboni: bisogni.868 In Sp e B.Giamboni: ottocento ventitre. (Gli storici contemporanei confermano la data dell'ottocento quattordici).869 In T manca. In F, sp e B.Giamboni: papa Leone. Si tratta del papa Leone III. Il computo è esatto.870 T, Sp e B.Giamboni aggiungono: di Roma. 871 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: la persero in tal maniera... 872 In T, Sp ed F: quattro. In B.Giamboni: tre. 873 In T, Sp ed F: e Aloi l'Aquitania. (Viene fatta confusione tra il nome di Aloi e Lotario, che sono la stessa persona). Viene adottata la lezione di B.Giamboni, che cita la sequenza

dei tre figli di Carlo Magno.874 In T: venki = vinse….875 In T ed F: Ora avvenne che, quando Lotario ebbe il dominio dell'Impero e vide la sua forza e il suo potere, partì con tutte le armate italiane, passò i monti e conquistò le terre

fino alla città di Reims. (La lezione che si adotta di Sp e B.Giamboni, è sostanzialmente identica e più fedele alla ricostruzione dei fatti).876 In T: mains de ii ans = meno di due anni. In F, Sp e B.Giamboni: un anno.

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perché le guerre in Italia aumentarono in diverse maniere, *Carlo il Calvo lasciò l’impero di Roma a Lotario il giovane, che era figlio di sua nipote, la moglie del re di Puglia di cui la storia ha parlato prima.877 E la maggior parte dice che un angelo comandò all’ultimo re dei francesi, che fu imperatore, di non occuparsi più dell'impero dei romani e che lo lasciasse al giovane re di Puglia. Perciò vi fu una valida ragione, *perché i francesi non aiutarono i romani878, né difesero l'Impero contro gli italiani, *né contro i malfattori879.

91. *L'imperatore Berengario880. In tal maniera come vi ho detto, l'impero di Roma ritornò dai francesi ai lombardi *nell'anno di grazia 902881, di cui il giovane *Aloi fu il primo882 *e dopo di lui ve ne furono cinque883 [imperatori], *uno dopo l’altro884. E ciò durò dopo di lui, fino al tempo di Berengario e il figlio Alberto, che furono gli ultimi *imperatori885 *lombardi886 e quando fu apostolo Agapito, egli combatté molte volte contro i romani, per mantenere i diritti della santa Chiesa. Ma dopo di lui fu apostolo Giovanni, figlio di *quell’Alberto887 imperatore. E sappiate che prima di lui, vi erano stati undici imperatori dal tempo di Carlo Magno e quarantuno papi da Leone fino a questo papa Giovanni. *E sappiate888 che quel Berengario fu incoronato nell'anno di grazia *novecento quaranta889 e regnarono in Italia, lui e suo figlio Alberto, undici anni. Quell'Alberto aveva un *figlio890, come chierico, di nome Ottaviano. Tanto cercò di ottenere dai grandi maestri di Roma, dopo la morte di Agapito il quale allora era papa, che Ottaviano suo figlio fosse fatto papa e fu chiamato Giovanni. Ora dicono i maestri che fecero la cronaca e che misero per iscritto le storie di quel tempo, Berengario fu un tiranno malvagio e crudele, verso Dio e verso il mondo e prese una nobildonna che era stata la moglie dell'imperatore prima di lui, Lotario, la mise in carcere e le fece tutte le diavolerie e le crudeltà [che poté]. Alberto suo figlio, da un’altra parte, faceva tutti i mali che mai poteva e Giovanni suo figlio, il quale era papa, era molto più malvagio di suo padre e di suo nonno. Furono guide e signori dalla parte della santa Chiesa e dalla parte del mondo e allora crebbe male su male e crudeltà su crudeltà.

877 T sostituisce con: ….et ke li empereour ki estoient françois n’aidoient mie les romains contre les lombars et contre les autres ki les damagoient sovent et menu, avint il ke par sentence de romains la dignité de l’empire fu tolue as françois et revint as ytaliiens; dont li premiers fu Loys le joene, ki estoit fiz au roi de Puille et de sa feme, ki fu fille Loys, de qui l’istore parole ce devant. =…….e gli imperatori che erano Francesi, non aiutavano affatto i Romani contro i Lombardi e contro gli altri che li danneggiavano sovente e volentieri, avvenne che con una sentenza dei Romani, fu tolta ai Francesi la dignità dell'impero e ritornò agli italiani, di cui il primo fu Aloi il giovane che era figlio del re di Puglia e di sua moglie, che fu figlia di Aloi, di cui la storia parla qui avanti. 878 F sostituisce con: ……..porce que li Francois n’aidoient à cels de l’Empire contre les Ytaliens. = perché i Francesi non aiutavano quelli dell’Impero contro gli Italiani.879 In Sp ed in B.Giamboni manca. (Chi sono questi malfattori? Forse lombardi e bizantini?).880 In Sp: Ora dirà della stessa questione. B.Giamboni fa un unico capitolo con il 90.

881 T aggiunge: en l’an de grace ixcc. et ii., = nell'anno di grazia novecentodue . Negli altri mss. manca.882 Sp aggiunge: in quel tempo cominciò una divisione nell'impero, perché uno stava in Italia e l'altro in Alemagna.883 In T manca. Su questa lezione concordano: Sp, F e B.Giamboni.884 T aggiunge: A son tens comença une divisions en l’empire, car un en estoit empereour en Ytaile et un autre en Alemaigne. = Nel suo tempo cominciò una divisione nell'impero, perché uno era imperatore in Italia e un altro nell'Alemagna. Sp e T concordano.885 Sp aggiunge: naturales = naturali.886 In B.Giamboni: italiani.887 In T: Berengier = Berengario. In B.Giamboni ed F: Alberto. In Sp: Acely. (Una nota a pié di pagina del testo, riporta un: à celui = di quello. Poco dopo conferma figlio di Alberto).888 T ed F aggiungono da qui fino alla fine del capitolo 93, una parte di testo sostanziosa, che in Sp e B.Giamboni manca.889 Le date non coincidono. Secondo gli storici moderni, Berengario fu re d'Italia dall'888 al 924 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 915 al 924.890 In T: frere = fratello.

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92. *Ancora di questo stesso [argomento] e dei papi891.

Ora dice il racconto e i registri della santa Chiesa lo testimoniano, che per la malvagità di Berengario, furono inviati gli uomini saggi della santa Chiesa, del comune di Roma e della campagna intorno, da *Ottone892 di Sassonia, il quale era re di Alemagna, affinché li venisse ad aiutare contro quel diavolo. E dunque venne in Italia con impeto e vinse Berengario, lo cacciò fuori dalla [sua] terra, tolse dalla prigione la nobildonna vedova, di cui la narrazione ha parlato prima qui e la prese come moglie. Poi si accordò con Berengario e gli rese completamente la Lombardia, tranne la marca di Treviso, di Verona e di Aquileia, che non gli restituì. E così Ottone ritornò in Alemagna e regnò a lungo con grande autorità. Ora avvenne che Berengario e Alberto, *suo figlio893, facevano del male, peggio *di quanto solevano894 e il papa Giovanni, *che era suo figlio895, pubblicamente aveva [molte] mogli e faceva ciò che voleva, ma non ciò che doveva, per la cui cosa inviarono segretamente a Ottone stesso, qualcuno dei cardinali e dei saggi uomini di Roma, affinché venisse ad aiutare la Chiesa e prendesse il governo dell'impero e della terra, *prima che andasse distrutto896. E quando ebbe udito ciò, si mise in cammino, venne in Lombardia, in Toscana ed entrò a Roma. Fu ricevuto dappertutto con onore e fu incoronato re e imperatore di Roma, nell'anno del Nostro Signore 955. Regnò 12 anni e fu il primo imperatore nato in Alemagna. E molte volte ritornò a Roma per il bene dell'una e dell'altra terra. E poiché papa Giovanni non volle abbandonare le *sue malvage opere897 e ritornare a buona vita, fu deposto dalla sua carica, *con l’accordo di tutto il clero e di tutti gli altri898. Fu eletto un altro [papa] che ebbe nome Leone. Questo papa *Leone899 stabilì, con il consenso dei romani, che mai un papa potesse essere fatto, né eletto, senza l'assenso degli imperatori. Ora accadde una volta che l'imperatore Ottone era andato in Alemagna, i romani consapevolmente elessero un altro papa che aveva nome Benedetto e Leone fu tolto dal suo ufficio. Così a quel tempo, vi furono tre papi viventi, cioè Giovanni, Leone e Benedetto. Ma Benedetto non tenne affatto la cattedra più di due mesi, perché l'imperatore tornò e assediò Roma con tutta la sua armata, tanto che gli si rese *la città e tutta la terra900. Leone fu ristabilito nella sua carica, pacificò le genti e la campagna e se ne ritornò indietro in Alemagna, conducendo con sé in Sassonia, papa Benedetto, dove morì. L'altro papa Giovanni, trapassò da questo mondo, senza pentimento e senza confessione. E l'imperatore ebbe da sua moglie un figlio, che in maniera analoga di nome ebbe Ottone e fu imperatore dopo di lui nell'anno di grazia 968. Fu uomo saggio e valente, fece buone e grandi opere ed ebbe per moglie, la figlia dell'imperatore di Costantinopoli, con cui generò un figlio che ugualmente di nome ebbe Ottone terzo. 891 T titola: De l’empereor Octe. = Dell’imperatore Otto.892 In T: Octe = Otto.893 In T manca.894 In T: ….ke devant = ….di prima…..895 In T manca. Si riferisce al figlio di Alberto.896 In T: ..ançois k’il le destruisist du tout. = ..prima che lo distruggesse del tutto. 897 In T: ses maus = i suoi mali.898 In T: ….par la volonté de la clergié et de tous autres…..= ………per la volontà del clero e di tutti gli altri…..899 In T manca.900 In T manca.

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E fu incoronato imperatore, dalle mani di papa Gregorio quinto, nell'anno *di grazia901 989. Tenne la terra e l'impero, bene e con valore, sebbene facesse molte persecuzioni contro i romani. Poi trapassò da questo mondo, così come piacque *a Nostro Signore benedetto e glorioso902. Dopo fu eletto Federico. Questo Federico fu un uomo valente e tenne i lombardi con grandissima destrezza e distrusse la città di Milano, la fece arare e seminare di sale. Ebbe una guerra con *il papa903 Innocenzo terzo e lo cacciò da Roma. *Il papa904 e suo fratello fuggirono fino a Venezia. Là li assediò l'imperatore e affamò la città di Venezia, in tal maniera che i cittadini andarono dal papa e gli dissero che preferivano di più che *andasse fuori905 dalla città, poiché morivano di fame. Il papa e suo fratello, *quando ebbero udito ciò906, si rivestirono delle armi della santa Chiesa e si misero su un *battello907 e andarono verso l'armata dell'imperatore. E quando l'imperatore li vide, venne errando dal papa a [chiedere] mercede. Si mise e si prostrò ai suoi piedi e il papa gli pose un piede sopra la gola e disse: “Sopra l'aspide ed il basilisco camminavi, il leone e il drago calpestavi”. E l'imperatore rispose: “*Non tu, ma Cristo908”. “Io sono il suo vicario”, disse il papa. E allora il papa gli comandò che andasse in Terra Santa, per il suo misfatto. E andò là per la terra, cadde dal suo cavallo in un piccolo fiume e annegò.

93. *In che modo l'impero ritornò agli alemanni909.

Poiché la grandezza e il dominio dell'impero di Roma, crebbe e si innalzò sopra tutte le dignità dei cristiani e l'invidia cresceva e generava *un odio mortale910 tra i nobili *lombardi911 e non vi era nessuno che si occupasse di mantenere la cosa comune, *se non il principe d'Alemagna912, fu stabilito così come per necessità di pieno diritto, che il principio e la scelta dell'impero fosse fatta da quelli che ne erano difensori e guardiani, *in tal maniera che gli imperatori fossero eletti per bontà e per prodezza, niente affatto per eredità, così come era stato per i tre Ottone. E così accadde di eleggere la superiorità dell'imperatore, dai sette principi di Alemagna che erano ufficiali dell'impero, cioè l'arcivescovo di Magonza, il quale era cancelliere in Alemagna, là dove era *chiamata Germania. Il secondo era l'arcivescovo di Trevi, cancelliere nella terra di qua, verso la Francia. Il terzo era l'arcivescovo di Colonia, cancelliere in Italia. Il quarto era il marchese di Brandeburgo, ciambellano dell'impero. Il quinto era il paladino del re, che sarebbe il primo messo. Il sesto era il duce di Sassonia, che portava la spada. Il settimo era il re di Boemia, cantiniere dell'imperatore.913 901 In T: Nostre Seigneur = Nostro Signore.902 In T: a Dieu glorieus et beneoit. = a Dio glorioso e benedetto.903 In T: apostole = apostolo.904 In T: apostole.905 In F: vidast = vuotasse. In T: k’il alast hors. (Cfr. trad.).906 In T manca.907 In T: bac = traghetto.908 In T: Non tu set Xpc = Tu non sei Xpc. (Poco chiaro il senso).909 T titola: Comment li empires vint as Alemans. = In che modo l’impero addivenne agli Alemanni. B.Giamboni titola: Qui dice come l'impero di Roma venne a mano agli Alemanni. Sp salta i capitoli fino al 99. Si mette a testo la lezione di F.910 In T: maintes haines = molti odii. Qui si mette a testo la lezione di F che coincide con quella di B.Giamboni.911 In B.Giamboni: d'Italia. In T, F e M.Giola: lombardi.912 In B.Giamboni: sì furono istabiliti i principi di Lamagna come per diritta necessitde.....913 B.Giamboni si discosta notevolmente: E così venne l'altezza di eleggere imperadori a sette principi di Lamagna. Onde uno ch'ebbe nome Otto, fu il primo scelto e coronato per li

Romani, correndo la incarnazione di Gesù Cristo novecentotrentasei anni. Onde v'ebbe poi tredici imperadori, insino al secondo Federico, che fu coronato per mano di Onorio

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94. L'imperatore Enrico.

Dopo questo, fu eletto Enrico a re ed imperatore, nell'anno di grazia 1203. E quando morì, Ottone fu eletto duce di Sassonia ed ebbe una guerra con la santa Chiesa e combatté contro Filippo re di Francia. Fu sconfitto e poi deposto dalla santa Chiesa. Dopo ne fu re il secondo Federico, figlio dell'imperatore Enrico e dell'imperatrice Costanza, che inoltre era regina di Sicilia e di Puglia da parte di suo padre. Quel Federico fu incoronato dalle mani di papa Onorato, nell'anno di grazia *1220914. E sappiate che prima di questo papa Onorato, vi erano stati cinquantadue papi da Giovanni, di cui il racconto parla alla fine dei lombardi. E dal primo imperatore di Roma, che fu *Giulio915 Cesare, vi erano stati fino a questo Federico, novantacinque imperatori e non di più. E se Merlino o la Sibilla dicono la verità, nei loro libri si trova che qui finisce la dignità imperiale, ma non so se questo si deve dire solamente del loro lignaggio o degli alemanni o se ciò si dice di tutti, allo stesso modo.

95. La grandezza di Federico.

Federico fu un uomo di cuore *nobile916, sopra tutti gli uomini ed era meravigliosamente saggio, stratega, molto ben istruito e sapeva tutte le lingue. Il suo cuore non badava ad altra cosa, fuori che a essere sire e *sovrano917 di tutto il mondo. E sebbene avesse parecchie mogli e bambini da giusto matrimonio, tuttavia andava con gentili donne del paese e ne ebbe figli e figlie in gran quantità, che arrivarono a gran onore e a gran potere. E pensava bene, per sé e per i suoi figli, *che sorprendeva918 l'impero e tutta la Terra, in tal maniera che essa non uscì mai dalla sua sottomissione. *Ma si pensa una cosa e Dio ne pensa tutta un'altra919 *e quando vuole far girare un uomo920, gli toglie prima la vista *del cuore921, cioè il suo senno e la sua *buona922 previdenza. E vediamo apertamente ciò in questo imperatore, perché poco dopo che fu incoronato e che la santa Chiesa gli ebbe fatto tutti i beni che poté, sia prima che fosse in età e poi molto a lungo dopo, egli si rivolse contro la santa Chiesa e contro i suoi diritti, fece grandi danni e persecuzioni contro il papa e contro tutto il clero. Per la qual cosa il papa Onorato, quello

papa, corrente la incarnazione milleduecentoventi anni. E sappiate che dinanzi a questo Onorio a Giovanni papa, si furono quarantadue papi, cioè di quel Giovanni di cui lo conto parlò alla fine degl'imperadori italici. Questo Federico imperadore regnò quarantatre anni, e nel suo imperio fece briga con la santa Chiesa, tanto che egli fu iscomunicato per sentenza dell'apostolico che allora era, e alla fine fu egli ispogliato della sua dignitade per sentenza di papa Innocenzio quarto, per comune consiglio del generale concilio. E quando passò di questo secolo, siccome a Dio piacque, l'imperio vacò lungamente senza re e senza imperadore. E tutto avesse questo Federigo assai figliuoli madernali e bastardi, che rimanesser dopo lui, non farà lo conto menzione se non d'uno, lo quale ebbe nome Manfredi, lo quale non fu legittimo. Questo Manfredi crebbe tanto, ch'ebbe il reame di Puglia e di Cecilia. Onde molti dissero ch'egli l'ebbe contra Dio, e contra ragione, sì che fu del tutto contrario a santa Chiesa; e però fece egli molte guerre, e diverse perscrizioni contra a tutti quelli d'Italia che si teneano con santa Chiesa, e contra a grande partita di Firenze, tanto che ellino furo cacciati di loro terra, e le loro case furon messe a fuoco ed a fiamma e a distruzione. E con loro fu cacciato mastro Brunetto Latino, ed allora se ne andò egli per questa guerra sì come iscacciato in Francia, e là compilò egli questo libro per amore del suo amico, sì come egli dice nel prologo. Ma di ciò tace lo conto, e ritorna a sua materia.

914 In T: .m. et .cc. et .xx. = mille duecento venti. Nei restanti mss.: 1230. Gli storici attestano 1220.915 In T manca. Viene ripresa la lezione di F.916 In T: grant = grande. In F: nobile. In Giola: di grande onore. Forse i copisti hanno girato intorno ad un originale scarsamente leggibile. Per la ripetizione della parola cuore dopo poco, si opta la messa a lezione di questa e non altra.917 In T: signor = signore.918 In F: ….sousprendre….= …..a sorprendere…..In T: k’il sorprendroit… = che sorprendeva…. Viene messa a testo la lezione di T.919 In F: mais hom pense et Diex dispose. = ma si pensa e Dio dispone. In T: Mais hons pense une chose et Deus repense tout autre. Viene messa a testo quest'ultima lezione.920 In T: voit tourbillier un home….=…..vuole turbinare un uomo… In F: veut destourner un homme = vuole far girare un uomo.. Viene messa a testo quest'ultima lezione.921 In T manca. Viene messa a testo la lezione di F.922 In T manca. Viene messa a testo la lezione di F.

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stesso che lo aveva incoronato, lo scomunicò, emanò una sentenza contro di lui e assolse tutti i baroni dal giuramento che gli avevano fatto, sulla fedeltà all’impero e alla corona. E dopo che papa Onorato ebbe vissuto nella sua carica circa 11 anni, *trapassò da questo mondo e un altro [papa] fu eletto al suo posto923, questo fu Gregorio nono *nell'anno di grazia924 1226, che a suo tempo fece i nuovi Decretali, in un libro per mano del fratello Raimondo, suo cappellano e suo penitenziere e tolse ed abrogò tutti gli altri Decretali. E nel suo tempo ricominciò la guerra e la ribellione dell'imperatore, in tal maniera che lo scomunicò di nuovo ed emanò una sentenza contro di lui e inviò due legati oltre i monti, per avere soccorso e aiuto contro Federico. Questi furono i due cardinali di Roma. Durante questo tempo, il papa stabilì di fare un concilio a Roma e mandò *sue925 lettere e suoi legati, ai grandi prelati della santa Chiesa e ai principi a lui fedeli, che venissero al concilio nel giorno nominato. E così quando i due cardinali ritornarono dalla Francia con una grande compagnia di arcivescovi, vescovi, abati e gran signori degli uni e degli altri, furono presi con la forza sul mare di Pisa, dai pisani e dall'imperatore. Questo imperatore, andò *in battaglia926 intorno a Roma e vi tenne l'assedio a lungo e tanto cercò di ottenere dai nobili di Roma, con doni e promesse, che ne aveva [sottomessi] la maggior parte alla sua volontà. E quando il papa seppe chiaramente che Roma non si poteva difendere a lungo, prese il capo di San Pietro e San Paolo nelle sue due mani, riunì tutto il comune di Roma e andò in processione *da San Giovanni927 in Laterano fino a San Pietro e fece davanti a tutti quelli, un sermone su molte cose. Tanto fece, che per poco tutti i romani si crocifissero contro l'imperatore. E quando questa cosa fu saputa nell'armata, l'imperatore abbandonò l’assedio e se ne tornò indietro con tutta la sua gente, là dove pensava di entrare più *facilmente928 dentro Roma e sottomettere il papa e la terra alla sua signoria. E quando *il papa929 Gregorio ebbe vissuto nella sua cattedra 14 anni, morì e la sua anima andò nel luogo benedetto, dove si trova la gloria perpetua, se a Dio piace. Dopo la sua morte, i cardinali si accordarono su un vecchio uomo saggio e di vita buona, che era cardinale e vescovo di Savino, il quale fu fatto papa ed ebbe nome di Celestino quarto, ma non visse che 17 giorni. Come il mondo era completamente rattristato e sofferente per le opere di Federico e dei suoi figli, per il gran potere che avevano da tutte le parti, *così la santa Chiesa restò del tutto vacante930. *Tra i cardinali c’erano una discordia ed un’ira molto grande, tanto che non si potevano accordare931. D'altra parte, i cardinali che erano gli uni qua e gli altri là, non potevano riunirsi in un luogo, a causa delle strade che Federico teneva chiuse e serrate. Ma così come piacque a Dio Nostro Signore, tanto andarono legati e *prelati932, da una parte e dall’altra e

923 T sostituisce: et ke sa ame en ala au saint siecle = e che la sua anima se ne andò al mondo santo. 924 In T: Nostre Signeur = Nostro Signore.925 In F in entrambi i casi: par…par = per….per… In T: ses….ses…. Viene messa a testo quest'ultima lezione.926 In F: adont = dunque. In T: a ost = in battaglia.927 In T: manca. Viene messa a testo la lezione di F.928 In T: forment = fortemente (con più forza).929 In T: l’apostoile = l’apostolo.930 In T: demoura sainte eglise sans pape et sans pastor .xx. mois = la santa Chiesa fu senza papa e senza pastore per venti mesi. 931 In T: car entres les prelas de sainte eglise avoit discort et irour, tant k’il ne se pooient acorder = perché tra i prelati della santa Chiesa, c’era discordia ed ira, tanto che non si potevano accordare.932 In T: ambaisseur = ambasciatori. In F: prelat.

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tanto la cosa fu condotta con senno e sottigliezza, là dove tuttavia l'uno pensava di ingegnare l’altro, che *monsignor933 Sinibaldo di Genova, che fu figlio del conte della Vagna ed era cardinale, uno degli amici più intimi che l'imperatore avesse in tutto il clericato, fu eletto a papa per consenso comune di tutti, nell'anno di grazia 1241 ed ebbe nome di Innocenzo quarto. Ma ora la narrazione qui tace di parlare di lui, *tanto934 che a questo punto la sua materia cambia.

96. *Ancora dell'imperatore935.

In questa parte la narrazine dice che l'imperatore *Federico936 cercò tanto di ottenere dai principi di Alemagna, che suo figlio Enrico primogenito fosse eletto re di Alemagna e che dovesse essere imperatore di Roma, dopo la morte di suo padre. Questo Enrico, crebbe in età ed in sapienza, vide le cose del mondo, conobbe bene il potere della santa Chiesa e comprese del tutto chiaramente, che il potere di suo padre non poteva affatto durare a lungo, contro quelli che lo contrastavano. E ne parlava sovente in maniera casuale, più di quanto suo padre volesse. Così andò tanto la cosa, che il padre lo fece mettere in carcere, nella terra di Puglia e qui lo fece morire crudelmente. Enrico lasciò due figli dopo di lui, che l'imperatore fece curare e nutrire con i suoi figli e i suoi nipoti. Questo imperatore, nello stesso tempo che era scomunicato, passò oltre mare e là dove si pensava che aiutasse i cristiani e i pellegrini, fece il suo tradimento con il sultano ed insomma ordinò più mali che beni. Immediatamente se ne ritornò nel suo regno di qua e ricominciò un nuovo patimento. Cosa vi andrò dicendo? Nessuno potrebbe esporre con la bocca, né mettere per iscritto i mali e le guerre che durarono a lungo, tra l'imperatore e la santa Chiesa e tra lui e i lombardi, che tenevano le parti della santa Chiesa. Ma tra tanti mali e discordie, molti furono quelli che trattavano parole di accordo e di pace tra lui e *il papa937 Innocenzo. E nello stesso tempo che si trattava e pensava a queste cose, *il papa fece venire immediatamente per mare, una gran flotta di navi, vascelli e genti. Partì da Roma e salì sui vascelli tutto solo, senza compagnia e se ne andò a Genova938 e da qui andò a Lione sul Rodano, cioè oltre i monti, dove non temeva l'impero, né l'imperatore, né il suo potere. Qui riunì tutto il concilio generale e fece una sentenza senza una fine, [cioè] per sempre, contro l’imperatore e contro i suoi eredi e lo scomunicò, maledì e privò dell'impero, del regno e di tutte le cariche.

97. *Ancora dell'imperatore939.

933 In F: mesires = messere. In T: monsigneur. 934 In F: tant que lieus en sera = tanto che luogo ne sarà. (Fin quando ne sarà tempo). In T: tant. 935 In T: De l’empereor et del pape Innocent = Dell’imperatore e del papa Innocenzo.936 In T manca. F aggiunge questa lezione.937 In T: l’apostoile = l’apostolo (il papa).938 In T: li apostoiles fist venir soudainement grant fuison de nés et de vaissiaus de Genes parmi la mer es parties de Rome, et il entra une nuit sans autre gent, et s’en ala a Genes…. = l’apostolo fece venire immediatamente da Genova, una grande flotta di navi e vascelli per mare, dalle parti di Roma e così una notte salì senza altre persone e se ne andò a Genova….939 In T: De l’empereour et de Mainfroi. = Dell’imperatore e di Manfredi.

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Dopo ciò, l'imperatore che era fiero, saggio e di grande previdenza, cercò di ottenere dai principi di Alemagna, che suo figlio Corrado fosse eletto a re ed imperatore, dopo la morte di suo padre. Poi ordinò al re Federico suo figlio, di procurarsi la benevolenza del vicario in Toscana, il quale per comando di suo padre, faceva tutti i mali che poteva ai guelfi e a tutti quelli che si tenevano dalla parte del *papa940. E cacciò i guelfi fuori da Firenze, il giorno della Candelora nell'anno di *grazia941 1247, da cui poi molti mali sono accaduti, così come il maestro che fece questo libro, può testimoniare. Del tutto ugualmente il re Enrico suo figlio, stabilì *un942 vicario in Lombardia e sebbene facesse molti mali a *quelli943 della Lombardia, alla fine si recò con l'esercito verso Bologna la Grassa, dove lui e le sue genti furono sconfitti in pieno campo di battaglia, *fu preso944 e messo in carcere dentro Bologna, dove visse *nella sofferenza945 e nella povertà dieci anni circa, quando morì. L'imperatore stesso, dopo questa sconfitta, riunì un grandissimo esercito in Lombardia e pose l’assedio intorno alla città di Parma e là albergò a lungo con una gran forza e con un gran potere. Ma come piacque a Dio, un giorno accadde che andò a cacciare in un bosco, così come aveva stabilito per abitudine, perché era uno degli uomini al mondo che più si dilettava in cani, in uccelli e in ambedue i terreni. I cittadini di Parma uscirono fuori a un grido e a una voce, con così forza e con tal durezza, che sconfissero tutta l'armata e ardirono, presero e ottennero tutto quanto aveva. Dunque, l'imperatore se ne andò a Cremona, riunì le sue genti e vi fece molte cose. Ma alla fine se ne ritornò in Puglia, dove non visse a lungo, perché si ammalò molto gravemente, in una terra che si chiama Fiorentina. E dei suoi figli, aveva intorno solo Manfredi, il quale aveva generato con una gentile donna, figlia del marchese Lancia di Lombardia e non pensò per niente che fosse sua moglie con il matrimonio, ma la amò sopra tutte le altre, per il suo senno e per la sua bellezza. Così amava Manfredi suo figlio, perché era saggio e chiaroveggente e suo padre si fidò molto di lui, durante la sua malattia. Ma quando Manfredi vide suo padre così malato, comiinciò con abilità a prendere i suoi tesori e a tenere il potere sugli altri. Cosa vi dirò? Egli pensò che avrebbe avuto tutto e per questo entrò un giorno nella camera dove suo padre giaceva malato, prese un gran cuscino, glielo mise sulla faccia, si sedette sul cuscino e lo fece morire in tal maniera come voi capite. E questo fu il giorno di santa Lucia, prima di Natale, nell'anno di grazia 1250. In questo tempo i guelfi rientrarono in Firenze, da cui furono cacciati, secondo come la narrazione ha esposto prima. Manfredi prese i tesori e il potere della terra e cominciò ad attrarre i cuori delle genti, tanto che il re Corrado suo fratello, che si trovava in Alemagna e che era [stato] eletto imperatore, secondo come abbiamo detto prima, venne in Puglia, prese ed ebbe il governo di Puglia e di Sicilia. Ma si dice che Manfredi, il quale non aveva cambiato il suo cuore, né i suoi propositi,

940 In T: apostoile.941 In T: incarnation = incarnazione.942 T aggiunge: looien = lontano.943 InT: as feus = ai feudi.944 In T manca.945 In T: en mal = nel male.

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fece tanto che il re Corrado non visse a lungo, anzi morì di veleno e lasciò un figlio da sua moglie in Alemagna, il quale analogamente ebbe nome di Corrado, ma era un bambino piccolo. Allora Manfredi si fece protettore della terra, da parte del piccolo Corradino suo nipote e prese il governo e il potere, di città, fortezze e genti del regno. E i due figli di re Enrico suo fratello, di cui il racconto ha parlato prima qui, li fece morire di veleno anch’essi, secondo come dice la maggior parte. Dopo ciò, inviò una volta in Alemagna dal piccolo Corradino per farlo avvelenare, dei suoi intimi, ma *fu così ben protetto che questo non poté avvenire946. Tuttavia, i messaggeri ritornarono per mare con una vela nera e portarono nuove, che il piccolo Corradino era morto. Manfredi fece un così gran aspetto di dolore e là dove le genti della terra erano riunite, per conoscere della morte del loro signore, gli amici di Manfredi e quelli della sua opinione, dissero che Manfredi era ben degno di essere re di Puglia, poiché tutti gli altri erano morti. Cosa vi dirò? Fu eletto re e signore, per comune assentimento di tutti i baroni del regno e tenne il potere per lungo tempo, secondo come il racconto dirà qua avanti, là dove ne sarà luogo *e tempo947.

98. Manfredi e il re Carlo.

Ora il racconto dice che, quando il papa Innocenzo ebbe *deposto948 l'imperatore Federico, secondo come il racconto ha detto prima, cercò tanto di ottenere che il Langravio di Turingia, un alto principe di Alemagna, fosse eletto re di Alemagna e imperatore di Roma. Ma così come piacque a Nostro Signore, morì poco dopo. E poi fu eletto il conte Guglielmo d’Olanda, ma trapassò da questo mondo, prima che giungesse alla sua dignità. Ma *il papa949, dopo la morte di Federico, venne in Puglia e riunì un grande esercito contro Manfredi, per conquistare la terra che doveva appartenere alla santa Chiesa. Tuttavia Manfredi difese bene la terra e il papa non visse poi molto, anzi morì a Napoli nell'anno di grazia 1253. Dopo la sua morte fu eletto papa, Alessandro quarto e nel suo tempo, Manfredi si fece incoronare in Puglia, secondo come abbiamo detto prima. E poichè il suo incoronamento era contro i diritti che la santa Chiesa doveva avere nel regno, fu innanzitutto scomunicato e deposto con una sentenza. E poi *il papa950 inviò contro di lui un grande esercito, ma non vi guadagnò niente. Ancora al tempo di questo *papa951, vi fu una divisione tra i principi di Alemagna, perché gli uni elessero a re e a imperatore monsignor Alfonso, re di Spagna e di Castiglia, gli altri elessero il conte Riccardo di Cornovaglia, fratello del re d'Inghilterra. E quando piacque a Nostro Signore, *il papa952 morì e fu fatto *papa953 un francese della città di Troyes, che ebbe nome di Urbano quarto e questo fu nell'anno di grazia 1261. E quando questo papa fu in così alta cattedra, come

946 F aggiunge: bien gardés = ben guardato. T aggiunge: mie estre = affatto essere. Viene messa a testo la lezione di T.947 T aggiunge: et tens. Si mette a testo questa lezione.948 T aggiunge: par sentence = con una sentenza..949 In T: apostoiles.950 In T: apostoiles.951 In T: apostoile.952 In T: apostoiles trespassa de cest siecle…..= l’apostolo trapassò da questo mondo…...953 In T: apostoles.

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dell'essere vicario di Gesù Cristo in Terra, pensò che Manfredi con la sua tirannia aveva occupato il regno di Puglia e di Sicilia, che appartiene alla santa Chiesa per diritto e aveva messi in servitù i prelati, le chiese e sotto il patronato di san Pietro aveva inviato l'esercito dei saraceni. L'anno prima che fosse papa, le genti di Manfredi entrarono in Toscana e cacciarono i guelfi da *Firenze954. Pensò giusto nel suo cuore e gli uomini saggi lo testimoniarono, che Manfredi avrebbe arato e pettinato bene tutta l'Italia, se non vi fosse chi *lo contrastasse955 e perciò stabilì che Carlo, paladino di Provenza e fratello del re di Francia, fosse re di Sicilia e di Puglia e togliesse la terra dalle mani di Manfredi. In quel tempo apparve la stella cometa nel firmamento, che spandeva intorno il corpo brillante e durò ben tre mesi. I saggi astronomi dicono di quella stella, che quando appare, significa sommovimento di regni o morte di grandi signori. E sebbene per caso significasse molte cose nelle altre parti del mondo, tuttavia sappiamo bene che la notte proprio in cui se ne andò e scomparve, quella notte *trapassò il papa956 Urbano, cosa da cui vi fu un grandissimo danno. Ma vi sono molte persone che dicono che significò la morte di Manfredi e la vittoria di Carlo, che ebbe su di lui. Dopo la morte di Urbano fu eletto Clemente quarto, nell'anno di grazia 1264. L'anno dopo Carlo venne diritto per mare, a Roma, di cui era senatore e le sue genti vennero per terra, oltrepassarono la Lombardia, le altre regioni *e vennero diritti957 là dove Carlo li attendeva e con lui andarono in Puglia e combatterono contro Manfredi e la sua armata. E sebbene la battaglia fosse aspra e perigliosa, tuttavia i campioni di *Nostro Signore958 ebbero la vittoria, il regno, la corona, la terra e Manfredi vi perse la vita e tutto il regno in un colpo, nell'anno *di grazia959 1265. Così il re Carlo ebbe la vittoria contro i suoi nemici e fu re e sire della Terra, per volontà della santa Chiesa. Ma non vi dimorò a lungo, perché il piccolo Corrado, nipote dell'imperatore Federico, di cui la narrazione ha parlato *a lungo960 qui sopra, venne dall'Alemagna con tutta un grande esercito di tirolesi, lombardi e toscani che erano stati dalla parte del suo avo e giunse a Roma dove fu ricevuto con onore. E *di là961 se ne andò in Puglia, *ma962 il re Carlo gli andò incontro, vicino a una città chiamata Tagliacozzo. E dopo che le due armate furono riunite, non è affatto da domandare se la battaglia fu aspra e perigliosa, né se vi furono cavalieri da una parte e dall'altra, che si combattessero ferocemente, perché non vi è al mondo gente più fiera degli alemanni e dei francesi. Ma senza dubbio, nell'armata di Corrado vi erano più genti che in quella del re Carlo e nondimeno aveva intorno a sé, due tali cavalieri francesi, che si pensa non ne esistessero due migliori in tutto il mondo. Uno era messer Erart de Valeri e l’altro messer Jehan Britaut. Quei due sostennero tutto il fatto della battaglia. Essi facevano ciò che cuore d'uomo non sapesse credere. Cosa vi

954 T aggiunge: hors de la vile et du pais = fuori dalla città e dalla campagna.955 In F: contredesist = contraddicesse. In T: ki le contrariast. 956 In T: morut li apostoiles….. = morì l’apostolo…..(il papa)957 F aggiunge: et vindrent droit = e vennero diritti958 In T: Jhesucrist.959 In T: Nostre Signor.960 In T manca.961 In T: de ki = da qui.962 In T: et = e.

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dirò di tutti i colpi e di tutte le alleanze? Cioè l’apice e la fine della mischia. L'armata di Corradino perse del tutto e andò verso la sconfitta. Corrado stesso, il duca d'Austria e molti altri grandi signori, furono presi ed ebbero mozzata la testa. Così finì il lignaggio dell’imperatore Federico, in tal maniera che né da lui, né dai suoi figli, risiede in Terra alcuna semenza. Ma di ciò tace ora il maestro e torna alla sua materia, da cui si è allontanato molto.

99. *Come l’Impero di Roma ritornò agli alemanni963.

Dopo che la grandezza e il predominio dell’Impero di Roma, crebbe ed avanzò sopra tutte le dignità dei cristiani, l’invidia cresceva e generava odio mortale tra i nobili lombardi e non vi era nessuno che si occupasse di mantenere la cosa comune, se non il principe d’Alemagna. Fu stabilito ugualmente come per necessità piena di diritto, che la nascita e l’elezione dell’impero fosse fatta attraverso quelli che ne erano difensori e guardiani. E così avvenne che fossero eletti all’altezza di imperatore, sette principi d’Alemagna, di cui Otto fu il primo, il quale fu eletto ed incoronato ad imperatore dei romani, nell’anno 936 dall’incarnazione di Gesù Cristo, da cui vi furono poi 13 alemanni fino al secondo Federico, che fu incoronato dalla mano di papa Onorato, nell’anno 1220 dall’incarnazione. E sappiate che prima di questo Onorato, vi furono 42 papi, dal tempo di Giovanni, di cui la narrazione parla alla fine dei lombardi. Questo Federico regnò circa 30 anni, sebbene a causa delle gravi persecuzioni che fece la santa Chiesa, fu scomunicato con una sentenza dei papi che vi erano allora. E alla fine fu deposto dalla sua carica, con una sentenza del quarto papa Innocenzo, per il comune giudizio del concilio generale. E quando trapassò da questo mondo, così come a Dio piacque, l’impero fu vacante a lungo, senza re e senza imperatore, sebbene Manfredi il figlio dell’avanti detto Federico, non avuto da leale matrimonio, tenne il regno di Puglia e di Sicilia, contro Dio e contro la ragione, così come quello fu del tutto contro la santa Chiesa. *E perciò fece molte guerre e diverse persecuzioni, contro tutti gli italiani che stavano dalla parte della santa Chiesa, anche contro la parte guelfa di Firenze, tanto che furono cacciati fuori dalla città e le loro cose furono messe a fuoco, fiamme e a distruzione e con essi fu cacciato il maestro Brunetto Latini. E così era esiliato in Francia per quella guerra, quando fece questo libro, per amore del suo amico, secondo come dice il prologo qui avanti. Ma di ciò tace ora il maestro e ritorna alla sua materia964.

963 F aggiunge questo intero capitolo. 964 La chiusura è sostanzialmente simile a quella del manoscritto di B.Giamboni per cui si veda il capitolo 93.

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TERZA PARTE

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100. *Come la Natura opera negli elementi e nelle altre cose965.

Qui avanti dice *il maestro966 che la *sua967 principale materia è di trattare in questo libro, circa la natura delle cose del mondo, la quale è fondata da quattro caratteri: cioè dal caldo, dal freddo, dal secco e dall'umido, da cui tutte le cose sono caratterizzate. *Anche968 i quattro elementi, che sono così come il sostegno del mondo, sono formati da questi quattro caratteri. Perché il fuoco è caldo e secco, l'acqua è fredda e umida, la terra è fredda e secca, l'aria è calda e umida. Analogamente ne sono caratterizzati i corpi degli uomini, delle bestie e di tutti gli altri animali, perché in loro vi sono quattro umori: la collera che è calda e secca, il flemma che è freddo e umido, il sangue che è caldo e umido, la melanconia che è fredda e secca. L'anno stesso, che è diviso in quattro tempi, è così caratterizzato, perché la primavera è calda e umida, l'estate è calda e secca, l'autunno è freddo e secco, l'inverno è freddo e umido. Così potete *vedere969 che il fuoco, la collera e anche l'estate sono di un carattere e l'acqua, il flemma e l'inverno sono di un altro, ma l'aria, il sangue e la primavera, sono temperati dall'una e dall'altra *natura970. E per questo sono di miglior carattere degli altri. E il loro contrario sono la terra, la melanconia e l'autunno e per questo hanno una natura molto maligna. Ora è una cosa facile da capire, come il compito della natura è nell'accordare queste cose discordanti e uguagliare le disuguali, in tal maniera che tutte le diversità ritornino ad unità, le congiunga e le riunisca in un corpo e in una sostanza o in un'altra cosa che le faccia nascere al mondo, sempre da piante, da semenze o attraverso congiungimenti di maschi e femmine, da cui gli uni genereranno uova che sono riempite di creature, le altre genereranno figure *pronte971, secondo come la narrazione esporrà qua avanti, là dove ne sarà tempo e luogo. Con queste parole, appare [chiaro] che la natura appartiene a Dio, *così come il martello al fabbro972, che ora forgia una spada, ora un elmo, ora fa un chiodo, ora una lancia, *ora un'altra cosa973, secondo come il fabbro vuole. E così come vi è una maniera di forgiare l'elmo e un'altra di forgiare una lancia, del tutto analogamente opera la natura nelle stelle, altrimenti quanto nelle piante, negli uomini, nelle bestie e negli altri animali.

101. Come tutte le cose furono fatte dalla mescolanza dei caratteri.

Fu vero che Nostro Signore, all'inizio fece una grossa materia senza forma e senza figura, ma essa era di tal maniera che ne poteva formare e fare ciò che *voleva974. E poiché fu fatta dal niente, supera le altre cose, niente affatto per il tempo, né per

965 In T: Comment nature de totes choses fu establie par .iiii. complexions. = Come la natura di tutte le cose fu fondata con quattro caratteri. 966 In T: contes = racconto, narrazione.967 In T manca.968 In F: mais = ma.969 In T: connoistre = conoscere.970 In T manca.971 In T: encharnees = incarnate.972 In F: li martiaus est faiz por le fevre = il martello è fatto per il fabbro. In T: autresi com li martel au fevre.973 In T: ore une chose ore un autre = ora una cosa, ora un’altra.974 T aggiunge: Et sans faille de ce fist il les autres choses. = E senza dubbio, da ciò fece le altre cose.

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l’eternità, ma per la nascita, così come i suoni [sono] *prima975 del canto, perché Nostro Signore fece tutte le cose insieme. Ecco come: quando creò quella grossa materia, da cui quelle altre cose *furono976 tratte, dunque fece tutte le cose insieme. Ma secondo la distinzione e la divisione di ciascuna *cosa977 per sé, le fece in sei giorni, secondo come il racconto ha esposto qua dietro e là stesso dice che quella grossa materia è chiamata ylem. E perché i quattro elementi che si possono vedere, sono tratti da quella materia e sono chiamati elementi per il nome di quello, cioè per ylem, così si mescolano questi elementi nelle creature, perché due sono leggeri e snelli, cioè l'aria e il fuoco, gli altri due sono grevi e pesanti, cioè la terra e l’acqua. E ognuno di loro ha due estremità e un medio. Ecco come: il fuoco ha una estremità sopra, che va sempre in alto e quella è la più leggera *e la più snella978. L'altra estremità si trova sotto ed è meno leggera e meno delicata dell'altra. Il medio è tra i due ed è temperato da uno e dall'altro. Analogamente avviene degli altri tre elementi e dei quattro caratteri. Queste cose si mescolano nei corpi e nelle altre creature, perché dove il pesante si congiunge al leggero, il caldo con il freddo e il secco con l'umido, in qualche creatura è necessario che la forza dell'uno superi gli altri. Io non parlo delle stelle, perché sono del tutto della natura del fuoco, ma delle altre creature dove gli elementi e gli altri caratteri sono mescolati, accade in qualche creatura che le estremità sotto salgano sopra le altre. E allora, è necessario che quelle creature siano più leggere e più snelle e per questo vanno attraverso l'aria, sono gli uccelli. Ma c'è una differenza, perché analogamente come gli uccelli superano tutte le altre creature per leggerezza e snellezza, per le estremità degli elementi sopra, che abbondano in loro, analogamente un uccello supera l’altro, perché l’estremità leggera e snella abbonda di più in lui e per questo quell'uccello vola più in alto di un altro, cioè l'aquila. E quello in cui abbonda di meno, non vola così in alto, cioè sono le gru. E quello in cui abbondano le estremità di sotto, sono più grevi e più pesanti, cioè l'oca e l'anatra. Nella stessa maniera dovete ritenere in tutti gli altri animali, pesci, alberi e piante secondo la narrazione degli uccelli.

102. Dei quattro caratteri dell'uomo e delle altre cose.

Analogamente accade dei quattro caratteri, quando si mescolano in qualche creatura, perché ognuno segue la natura del suo elemento. E perciò è necessario mescolare degli umori, dove uno superi l'altro e la sua natura vi sia più forte e di maggior potere. Perciò accade che un'erba è più calda o più fredda di un'altra e che una natura sia di carattere sanguigno, l'altra sia melanconica, flemmatica o collerica, secondo se gli umori abbondano di più. Per questo i frutti e le erbe, il grano e le semenze, sono una più melanconica dell'altra o più collerica o d'altro carattere. Ugualmente dico degli uomini e delle bestie o degli uccelli e dei pesci *e di

975 In F: devance = supera. In T: devant = davanti (prima). 976 In F: sont = sono. In T: furent. (Cfr. trad.).977 In T manca.978 T aggiunge: est la plus delie = è la più delicata.

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tutti gli animali979. Da cui segue che alcune cose sono buone da mangiare e altre no e che le une sono dolci e le altre amare, le une verdi o rosse e le altre bianche o nere, secondo *il calore980 degli elementi o degli umori superiori. Le une sono velenose, le altre valide nelle medicine. Perché, sebbene in ogni cosa siano mescolati tutti e quattro gli elementi, i quattro caratteri e le quattro qualità, è necessario che la forza degli uni vi sia più forte, secondo ciò che più vi abbonda. E per quella natura che più vi abbonda, tutto è chiamato da quella natura. Ecco come: se il flemma abbonda di più in un uomo, è chiamato flemmatico, per la forza che quello ha nella sua natura. E per il fatto che il flemma è freddo e umido ed è della natura dell'acqua e dell’inverno, è necessario che *quest’uomo981 sia lento, molle, pesante, freddoloso, pigro e senza memoria delle cose passate e questo è il carattere che più appartiene ai vecchi. Esso ha la sua sede nei polmoni ed è liberato dalla bocca. Cresce in inverno, perché è della sua natura, per questo i vegliardi flemmatici sono afflitti, ma i collerici e anche i giovani sono in salute. E le malattie causate dal flemma sono molto maligne in inverno, così come è la quotidiana, ma quelle che sono causate dalla collera sono meno maligne, così come è la terzana ed è bene che i flemmatici in inverno usino cose calde e secche. Il sangue è caldo, umido e ha la sua sede nel fegato. Cresce in primavera e in quel tempo sono le malattie, molto maligne, del sangue e della sinoche. In quel tempo sono più sani i vecchi che i giovani, per questo devono usare cose secche e fredde. E l'uomo in cui questo carattere abbonda, è chiamato sanguigno ed è il miglior carattere che vi sia, da cui segue un uomo grasso, cantante, lieto, ardito e benigno. La collera è calda e secca, ha la sua sede nel fiele ed è liberata dalle orecchie. Questo carattere è della natura del fuoco, dell'estate e della calda giovinezza e per questo fa l'uomo iroso, ingegnoso, acuto, fiero, snello e dinamico. Cresce in estate, per questo sono meno sani i collerici dei flemmatici e meno i giovani dei vecchi, perciò devono usare cose fredde ed umide. Quando le malattie vengono per la collera, sono così pericolose in estate, più di quelle che vengono per il flemma. La melanconia è un umore, che la maggior parte chiama collera nera, è fredda, secca e ha la sua sede nella *milza982 ed è della natura della terra e dell'autunno. Per questo fa l’uomo melanconico, pieno d'ira e di molti pensieri maligni, pauroso e che qualche volta non può dormire bene. È liberato dagli occhi e cresce in autunno, poiché in quel tempo, sono più sani i sanguigni dei melanconici e più i giovani dei vecchi. E allora sono più gravi quelle malattie che sono a causa della melanconia, che quelle che sono a causa del sangue, per questo fa bene usare cose calde e umide.

103. Delle quattro virtù che sostengono gli animali in vita.

E sappiate che in ciascun corpo che ha le membra sufficienti, vi sono quattro virtù, conformate e stabilite dai quattro

979 In T manca.980 In T: le colour = il colore. In F: la chalor = la calura (il calore). 981 In F manca. T aggiunge: cil hom. (Cfr. trad.).982 In F: espine = spina. In T: splen = milza.

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elementi, attraverso la loro natura. *La prima983 è la appetitiva, la seconda è la ritentiva, la terza è la digestiva e la quarta è la espulsiva. Perché il fuoco, quando i quattro elementi sono uniti e assemblati in un corpo, completati da giuste membra, per il fatto che è caldo e secco, genera la virtù appetitiva, cioè dà voglia di mangiare e di bere. E la terra che è fredda e secca, genera la virtù ritentiva, cioè trattiene la carne. E l'aria che è calda e umida fa la virtù digestiva, cioè fa cuocere ed inumidire la carne. L'acqua è fredda ed umida e genera la virtù espulsiva, cioè espelle fuori la carne quando è cotta. Queste quattro virtù, servono a quella virtù che nutre e ciba il corpo. E la virtù del nutrimento serve alla virtù che genera, perché l'uno genera l'altro, secondo la loro *natura984 e il loro aspetto. E così come il temperamento che accorda la diversità degli elementi, fa generare il corpo, nascere e vivere, del tutto analogamente la mancanza di misura di quelli, li corrompe e li fa morire. Perché se il corpo fosse di un elemento e non di più, non potrebbe mai mancare di misura, perché non avrebbe contrari e anzi non morirebbe. Ma qui la narrazione della natura degli animali tace e tornerà alla sua dritta via, perché deve dire innanzitutto delle cose che furono fatte prima e per questo tornerà a parlare del mondo, del firmamento, del cielo e della Terra.

104. *Del quinto elemento985.

La narrazione ha esposto qua dietro circa la natura dei quattro elementi, cioè del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Ma Aristotele il grande filosofo, dice che c’è un altro elemento fuori da questi quattro, che non ha affatto natura, *né986 carattere dagli altri, anzi è così nobile che non può essere mosso, né corrotto, *così come fanno gli altri elementi987. E perciò egli stesso dice che, se la natura avesse formato il suo corpo da quell'elemento, si terrebbe al sicuro dalla morte, perché non potrebbe morire in alcun modo. Questo elemento è chiamato orbe. È un cielo rotondo, che circonda e racchiude dentro di sé tutti gli altri elementi e quelle altre cose che sono estranee alla divinità. Ed è rispetto al mondo, come la scaglia dell’uovo che racchiude e serra ciò che è dentro. E perché è tutto rotondo, è necessario per forza maggiore che la Terra e la forma del mondo, siano rotonde.

105. Come il mondo è rotondo e come sono stabiliti gli *elementi988.

In ciò la natura fu molto previdente, quando fece l'orbe tutto rotondo, perché nessuna cosa può essere così fermamente stretta in se stessa, come quella rotonda. *Ecco come989: osserva quei carpentieri che fanno quelle botti e [quei] tini, perché non le potrebbero formare in altra maniera, né congiungere, se non attraverso la rotondità. A volte, anche 983 In T, questo e i tre aggettivi numerali ordinali seguenti, mancano.984 In F: matiere = materia. In T: nature. (Cfr. trad.).985 T titola: De l’eliment orbis = Dell’elemento orbe.986 T aggiunge: ne = né.987 In T: si comme sont li .iiii. eliment. = così come lo sono i quattro elementi.988 T aggiunge: iiii = quattro (elementi).989 T aggiunge: Raison pourquoi et coment = Ecco perché e come.

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quando si fa una casa o si fa un ponte, è necessario che sia bloccato con la sua rotondità e non per lungo, né per largo, né in alcuna altra forma. D'altra parte, non vi è nessuna altra forma di una cosa, che possa tenere tanto, né stringere, come quella rotonda. Ecco come: non sarà mai un così sagace maestro, chi da tanta trave sapesse fare un vaso lungo o quadrato o di altra forma, dove si potesse mettere tanto vino a sufficienza come in un tino rotondo. D'altra parte non vi è alcuna altra figura che sia così predisposta a muoversi e a girare, come la rotonda. Ed è necessario, che il cielo e il firmamento girino e si muovano sempre e se non fossero rotondi, quando girano, sarebbe necessario che per forza maggiore ritornassero ad un altro punto, che al primo da cui si erano mossi. D'altra parte è necessario che l'orbe sia tutto pieno dentro di sé, così che una cosa sostenga l'altra, perché senza sostegno non potrebbe esistere affatto. E se fosse che il mondo avesse una forma lunga o quadrata, non potrebbe essere tutto pieno, anzi gli sarebbe necessario essere vuoto in qualche parte e ciò non può essere. Per queste e molte altre ragioni, è necessario così come per necessità, che l'orbe abbia forma e figura tutta rotonda e che tutte le cose che sono rinchiuse dentro di esso, vi siano messe e stabilite rotondamente, in tal maniera che una circondi l'altra e la chiuda dentro di sé, in modo così uguale ed in maniera così giusta, da non toccare una parte più dell'altra. Per questo potete comprendere, che la Terra è tutta rotonda e analogamente lo sono gli altri elementi, che vi si trattengono in questa maniera, perché quando una cosa è chiusa e circondata dentro un'altra, è necessario che quella che chiude tenga quella che è chiusa *e la chiusa sostenga quella che la chiude990. Ecco come: se il bianco di un uovo, che circonda la parte centrale dell'uovo, non lo tenesse chiuso dentro di sé, cadrebbe sotto la sua scaglia e se il centro dell'uovo non sostenesse il bianco, certo cadrebbe nel fondo dell'uovo. E per questo, in tutte le cose è necessario che quello che è più duro e più pesante, sia sempre in mezzo alle altre, perché tanto come esso è più dura e più soda sostanza, tanto può sostenere meglio le altre che le sono intorno. E tanto come è più greve e più pesante, è necessario che si tragga nel mezzo e nel profondo delle altre che gli sono intorno, cioè in tal luogo che non possa scendere, né salire, né andare qua o là. Ed è la ragione per cui la Terra che è l'elemento più greve e di più soda sostanza, è posta nel mezzo di tutto il cerchio e di tutto ciò che gira, cioè al fondo del cielo e degli elementi. E poiché l'acqua è dopo la terra, l’elemento più pesante, è posta sulla Terra dove essa si sostiene. Ma l'aria circonda e chiude l'acqua e la Terra tutta intorno, in tal maniera che l'acqua e la Terra non hanno potere di muoversi dal luogo dove la natura le ha stabilite. Intorno a quest'aria che racchiude l'acqua e la Terra, è posto il quarto elemento, cioè il fuoco, che è sopra tutti gli altri. Ora potete vedere, che la Terra è di tutti gli elementi, nel luogo più basso, cioè nel mezzo del firmamento e del quinto elemento, chiamato orbe, il quale racchiude tutte le cose. E a dire il vero, la Terra è così come il punto del compasso, che si trova sempre nel mezzo del suo cerchio, così che non si allontana da una parte, più che dall'altra. E

990 In T: ….et covient ke cele ki enclose est soustiegne celi ki l’enclot. = ed è necessario che quella che è chiusa, sia sostegno di quella che chiude..

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perciò è una cosa necessaria che la Terra sia rotonda, perché se fosse di altra forma, sarebbe più vicina al cielo e al firmamento, in un luogo piuttosto che in un altro. E ciò non può essere, perché se fosse una cosa possibile, che si potesse *scavare991 la terra e fare un *pozzo992 e poi si gettasse una grandissima pietra o un’altra cosa pesante, dico che quella pietra non andrebbe oltre, anzi si terrebbe sempre al centro della Terra, cioè sopra il punto del compasso della Terra, così che non andrebbe né avanti, né indietro, perché l'aria che circonda la Terra, si interrerebbe attraverso il pertugio da una parte e dall'altra e non sopporterebbe di andare oltre il centro, né di ritornare indietro, se ciò non fosse un poco per la forza del cadere e subito ritornerebbe nel suo centro, così come una pietra quando è gettata in aria verso l'alto. E d'altra parte tutte le cose si traggono e vanno sempre più verso il basso. E la cosa più bassa e la più profonda che vi sia al mondo, è il punto della Terra, cioè il centro interno, chiamato abisso, là dove è posto l'inferno. E tanto come la cosa è più pesante, tanto si trae di più verso l'abisso. E per questo accade che, chi più *scava993 la terra in profondità, la trova sempre più greve e pesante. C’è ancora un'altra ragione, per cui appare che la Terra è rotonda, perché se non vi fosse sulla faccia della Terra alcun impedimento, così che un uomo potesse andare dappertutto, certamente andrebbe tutto diritto intorno alla Terra, tanto che ritornerebbe allo stesso luogo da cui si era mosso. E se due uomini, da un luogo e nello stesso giorno, *si muovessero994 uno verso il Sole levante e l'altro verso il Sole ponente, certo si incontrerebbero in quel luogo che sarebbe dall'altra parte della Terra, tutto dritto verso il luogo da cui si saranno mossi.

106. *Delle vene della Terra e delle acque995.

Sopra la Terra, di cui il racconto ha tenuto un lungo discorso, è posta l'acqua cioè il mare più grande, chiamato Oceano, da cui tutti gli altri mari, bracci di mare, fiumi e sorgenti che si trovano fra la Terra, prima escono e nascono e là stesso alla fine ritornano. Ecco come: la Terra, dentro è tutta pertugi, piena di vene e di caverne, perché le acque che dal mare escono, vanno e vengono fra la Terra, dentro e fuori, silenziose, analogamente secondo come le vene conducono qua e là il sangue dell'uomo, che si spande per le sue vene così che esso circonda tutto il corpo, sopra e sotto. Ed è vero che il mare è posto sopra la Terra, secondo come il racconto ha esposto qua dietro, nel capitolo degli Elementi, *dunque è

più alto della Terra 996. *E se il mare è più alto997, non sono affatto una meraviglia le sorgenti che sorgono sulle altissime montagne, perché è la natura propria delle acque, che salgono tanto come esse scendono. E sappiate che l'acqua muta sapore, colore e qualità, secondo la natura della terra dove essa scorre. Perché la terra non è affatto tutta di un tipo, anzi

991 In T: chevillier = scavare. In F: caver = scavare.992 T aggiumge: ki alast d’outre en outre, et par cest puis getast….= che andasse d’oltre in oltre e attraverso questo pozzo gettasse…..993 In T: cheville = scava. In F: cave = scava.994 In T: alaissent = andassero.995 T titola: De la nature de l’euue. = Della natura dell’acqua.996 T aggiunge: Et se ce est voirs k’ele siet sur la terre…. = E se è vero che si trova sopra la Terra…...997 In T manca.

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è di diversi colori e di diversi caratteri. Perché in un luogo è dolce e in un altro è amara o salata, in un luogo è bianca e in un altro nera, rossa, blu o di altro colore. E in un luogo vi sono vene di zolfo, in un altro d'oro o di altro metallo. Una terra è molle, un'altra dura e così sono le vene, varie e diverse, attraverso cui le acque scorrono. E secondo la natura delle *vene998, è necessario che le acque mutino le loro qualità e che diventino *del sapore999 e della natura della terra in cui si trovano. D'altra parte ci sono in alcune parti della Terra, caverne putride o per la loro natura o per alcune brutte bestie che vi si riparano e perciò succede qualche volta, che l'acqua è cattiva e velenosa e scorre tra le vene e le caverne, da dove vengono le acque. Ed è necessario per il respingimento delle acque, che il vento si muova. E quando passa nelle vene soffiate, i soffi si scaldano e si infiammano per un così gran calore, che l'acqua che scorre attraverso quelle vene, diventa calda così come fuoco e da ciò sono i bagni caldi che si trovano in parecchi luoghi. E quando quel vento spinge *il caldo1000 che è chiuso fra queste caverne e lo spinge verso la terra, è necessario per forza maggiore, se quella terra è debole, che per la forza di quella spinta, rompa e *sconquassi1001, così che l'aria se ne esca fuori. E allora è necessario che la terra cada e fonda con tutti i muri e gli edifici che sono lì sopra. Ma se è così forte e grossa che non fonde, allora è necessario, per la forza maggiore di quello sbattimento dell'aria e dei venti che distruggono là dentro, che facciano muovere e crollare tutta la terra intorno.

107. Dell'aria, della pioggia, *del vento1002 e delle altre cose che sono nell'aria.

La narrazione ha detto qua dietro, che l'aria circonda la Terra e l'acqua la racchiude e sostiene dentro di sé. Anche l'uomo e gli altri animali vivono nell'aria, perché respirano dentro e fanno analogamente come i pesci nell'acqua. E questo non potrebbero fare affatto, se *l’aria1003 non fosse umida e spessa. E se qualcuno dicesse che l'aria non fosse spessa, io direi che se muovesse in maniera rude una verga nell'aria, essa suonerebbe e si piegherebbe subito, per lo spessore dell'aria che incontra. L'aria stessa sostiene gli uccelli per il suo spessore. In questa aria nascono le nubi, le piogge, i lampi, i tuoni e altre cose simili ed ecco la ragione. La narrazione dice qua dietro, che l'aria circonda l'acqua e la Terra, le racchiude e sostiene dentro di sé gli uomini e gli altri animali e la Terra è coperta e piena di diverse acque. E quando il caldo del Sole, che è inizio e fondamento di ogni calore, si sposta per l'umidità della Terra o delle cose bagnate, le asciuga e ne toglie gli umori così come se fosse un drappo inumidito. E allora ne escono fuori dei vapori, come fumi e se ne vanno nell'aria in alto, dove si raccolgono a poco a poco e ingrossano tanto, che diventano scuri e spessi, così ci tolgono la vista del Sole e questi sono le nubi.

998 In T: voie = cammino.999 T aggiunge: de la savour. (Cfr. trad.).1000 In T: air = aria.1001 In F: chiée = cada. In T: dequasse = sconquassi.1002 In T manca.1003 In T manca.

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Ma non hanno una così grande oscurità, da toglierci il chiarore del giorno, perché il Sole brilla da sopra, così come se questo fosse una candela dentro una lanterna che illumina fuori, ma non la si può vedere. E quando la nube è ben *cresciuta1004, tanto che non può più sostenere l'abbondanza delle acque che vi sono evaporate, non gli resta che cadere sulla Terra ed è la pioggia. Allora l'umidità della nube finisce e ora diventa bianca e leggera ed il Sole espande i suoi raggi fra queste nubi e fa dal suo splendore, un arco di quattro colori diversi, perché ogni elemento vi mette del colore suo e questo avviene quando la Luna è grossa e piena. E quando la nube è alquanto mossa e leggera, sale in alto, tanto che il calore del Sole la confonde e la rompe, in tal maniera che si vede l'aria chiara e pura, di un bel colore. E sappiate che l'aria che si trova in alto sopra di noi, è sempre più fredda di quella che si trova in basso. Ecco come: tanto come la cosa è più grossa e di natura più spessa, altrettanto prende il fuoco più forte. E perché l'aria che è in basso, è più grossa e più spessa di quella che è in alto, il calore del Sole si prende meno in alto che in basso. D'altra parte i venti mutano e portano sovente aria in basso, più che in alto e tutte le cose che sostano tranquille, sono più fredde di quelle che sono in movimento. Al contrario in inverno, il Sole su di noi si allontana, per questo l'aria alta è molto più fredda della bassa. E per questo sovente accade che l’umidità, prima che si sia ingrossata in gocce, viene in quell'aria fredda, gela e cade in basso tutta gelata ed è la neve, che non cade mai in alto mare. Ma in estate, quando il Sole ritorna e avvicina l'aria fredda, se trova qualche vapore congelato, lo stringe, indurisce e ne fa grandine molto grossa e la spinge con il suo calore fino a terra. Ma nel cadere, per lo spessore dell'aria diminuisce e diventa più piccola e sovente si dissolve prima di arrivare sulla terra. Ora, accade molte volte che i venti si incontrino sotto le nubi, si uniscano tra loro e colpiscano così forte nel loro arrivare, che ne nasce del fuoco nell'aria. E allora, se questi fuochi trovano lì in alto questi vapori, saliti ed ingrossati, li infiammano, li fanno ardere ed è il fulmine. Ma le forti spinte dei venti, lo stringono e lo lanciano così bruscamente, che fende, passa le nubi, fa tuonare, si disperde e cade verso il basso di quell'aria, per i grandi venti che lo portano e niente resiste alla sua durata. E veramente sappiate bene, che quando si muove per venire, è così grande che è una meraviglia, ma diminuisce nel suo giungere, per le spinte dell'aria e delle nubi. E molte volte succede, quando prima non è molto grande, né dura troppo e le nubi sono ben grosse, umide e cariche d'acqua, che il fulmine non può passare, anzi si estingue nella nube e perde il suo fuoco. E quando i venti che si scontrano così meravigliosamente, entrano dentro le nubi e sono chiusi dentro il loro corpo, le muovono e fanno battere una contro l'altra. E perché la loro natura non sopporta che siano chiusi, le rompono con grande forza e allora le fanno tuonare. Ed appartiene alla natura di tutte le cose che si possono colpire e spingere insieme, che può nascere il fuoco. E quando quel forte incontro è a causa delle nuvole, dei venti e degli spostamenti dei tuoni, la natura ne fa uscire del fuoco, che getta un grandissimo chiarore, secondo come vedete

1004 T aggiunge: …et noire et moiste…= ……e nera e umida……

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sovente, quando il lampo lancia la sua luce, è la causa propria per cui vi sono i lampi e i tuoni. E se qualcuno mi domandasse perché si vede il lampo più veloce *che udire1005 il tuono, dirò perché il vedere è più veloce dell'udire. Analogamente, sovente avviene che un vapore secchi, quando è salito tanto che evapora per il caldo che si trova in cima e scenda subito verso terra quando è evaporato, tanto che si estingue e cessa, da cui alcune persone dicono sia il un grande drago o una stella che cade. E sappiate che nell'aria e intorno alla Terra, vi sono quattro venti principali nelle quattro parti del mondo. Ogni vento ha la sua natura e il suo compito per cui *necessita1006, secondo come sanno i marinai che lo provano di giorno e di notte. Ma dei nomi e della diversità dei venti, il maestro non dirà ora di più, perché le persone del mondo cambiano ed espongono i nomi dei venti, secondo gli usi e secondo la diversità delle lingue. *E d’altra parte ora è verificato, che in un luogo piova e in un altro no1007, secondo come il vento viene più vicino a quella terra dal lontano mare. E nondimeno si dice comunemente, che quello che viene da dritto levante e quello che viene al contrario da dritto *ponente1008, non sono di grande pericolo, perché il loro arrivo li porta più verso terra che verso mare. Ma quello che viene dalla dritta tramontana e quello che viene dal dritto mezzogiorno, sono di grandissimo pericolo, perché il corso dell'uno e dell'altro portano verso il mare troppo impetuosamente. E questi sono i quattro venti principali del mondo e ognuno di quelli ne ha altri due intorno, che sono così come bastardi, perché il vento di levante che è temperato, secondo come dice il discorso qui avanti, ha verso tramontana un vento che secca tutte le cose, chiamato Volturno, ma i marinai lo chiamano Greco, perché viene dalla Grecia. D'altra parte verso mezzogiorno, ve ne è un altro che genera nubi e ha nome Ero e i marinai lo chiamano Scirocco, ma non conosco la ragione perché lo chiamino così. L'altro vento principale del mezzogiorno, è caldo e umido e sovente genera fulmini e tempeste e ha da ogni parte intorno il vento caldo, che genera sovente e volentieri, *fulmini1009, tempeste e smottamenti. L'altro *vento1010 principale che viene da ponente, *fa l’estate1011 e spinge il freddo, l'inverno e porta fiori, foglie e la primavera. E da mezzogiorno, c'è un vento come gli altri della natura del mezzogiorno e ha nome di Africo e con quel nome lo chiamano i marinai qualche volta *e1012 lo chiamano con altri due nomi, perché quando è dolce e soave lo chiamano Garbino, perché quel paese che la Scrittura chiama Africa, si dice in lingua volgare il Garbo, ma quando viene con grande impeto o fortunale, i naviganti lo chiamano Libeccio. Ma verso tramontana ce n'è un altro più bonario, che ha nome di Coro, questo i marinai lo chiamano Maestro, per le sette stelle che sono in quello stesso luogo. Gli altri [venti] principali che vengono dalla tramontana, portano nubi e

1005 In T manca.1006 In T: il oevrent = operano.1007 In T: Et d’autre part l’en trueve maintenant que uns meismesvens fait en.i. leu pluie en .i. autre non…= E d'altra parte si trova che uno stesso vento fa in un luogo pioggia e in un altro no…...1008 In T: occident = occidente.1009 In T manca.1010 In T manca.1011 In T: oste = toglie.1012 T aggiunge: li marinier encore = i marinai ancora..

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freddo e quello che è in costa verso il Sole ponente, porta neve e grandine e ha nome di *Arec1013, ma gli altri che vengono verso il levante, riducono piogge e nevi. Si può da questo conoscere in breve, che tutti i venti che vengono da oriente verso mezzogiorno, fino a occidente, portano tempesta o piogge e tali cose simili, secondo il luogo e il tempo. E gli altri che vengono da oriente verso tramontana, fin verso occidente, fanno il contrario degli altri, sebbene la natura di ognuno può cambiare, secondo i diversi paesi. Ma come che sia, dico che il vento non è altra cosa che la spinta dell'aria. Fuori da questi che sono nominati ora, ve ne sono altri due di debole movimento dell'aria, di cui uno è chiamato Orio e l'altro *Aleam1014.

108. Del fuoco.

Dopo il cerchio dell'aria, è posto il quarto elemento, *cioè un orbe di fuoco1015 senza alcuna umidità, che si estende fino alla Luna e circonda quest'aria dove siamo noi. E sappiate che sopra il fuoco, vi è innanzitutto la Luna e le altre stelle, che sono tutte della natura del fuoco. E il fuoco che si trova sotto gli altri elementi, non tocca altri elementi, cioè l'orbe. Perché sopra il fuoco vi è *l'aria1016 pura, chiara e pulita, dove sono i sette pianeti ed ancora sopra quell'aria c’è il firmamento, che sempre gira e circonda il mondo con tutte le stelle, da oriente fino ad occidente, così come il discorso esporrà qua avanti, là dove ne sarà tempo e luogo. E sappiate che sopra il firmamento, vi è un cielo molto bello e brillante, del colore del cristallo e per questo è chiamato *cielo1017 cristallino, *è il luogo da dove gli angeli malvagi1018 caddero. E ancora vi è sopra quello, un altro cielo del colore della porpora, chiamato cielo empireo, dove si trova la santa gloriosa Divinità con tutti i suoi angeli e i suoi segreti, di cui il maestro non si occupa in questo libro, anzi li lascia ai maestri della Divinità e ai signori della santa Chiesa, a cui appartiene e così tornerà alla sua *materia1019, cioè alla narrazione del mondo.

109. *Dei sette pianeti1020.

E il discorso espone qua dietro, che sopra i quattro elementi vi è *un orbe1021 puro e chiaro senza nessuna oscurità, che circonda il fuoco e gli altri tre elementi dentro di sé e si estende fino al firmamento. In questo *orbe1022 sono posti i sette pianeti, l’uno sopra l’altro, di cui il primo che si trova più vicino alla Terra sopra il fuoco, è la Luna. Sopra la Luna vi è Mercurio, poi Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno, che rimane sopra tutti gli altri pianeti vicino al firmamento. E sappiate che ogni pianeta ha il suo cerchio dentro *l'orbe1023

1013 In T: Circé.1014 In T: Altain.1015 In T: c’est un air de feu…= cioè un’aria di fuoco…1016 In F: uns orbes generaus…= un orbe generale…1017 T aggiunge: ciel. (Cfr. trad.).1018 In F: et desus est cil d’où li mauvais angles…= e sotto c’è quello da dove gli angeli malvagi… In T: c’est li leus dont li malvés angele. (Cfr.trad.).1019 In T: conte = racconto (narrazione).1020 In T: Des viii. cercles = Degli otto cerchi.1021 In T: airs = aria.1022 In T: air = aria.1023 In T: air = aria.

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*puro1024, uno più alto e gli altri più bassi, secondo come sono posti, un cerchio dentro l'altro. E la narrazione dice apertamente qua dietro, che il mondo è tutto rotondo e fatto con cura dal compasso. E così come la Terra è tutta rotonda per il suo compasso, il punto del quale si trova nel profondo della Terra, cioè nel suo centro che le genti chiamano abisso, del tutto analogamente sono fatti con il compasso i cerchi degli elementi, dei pianeti e del firmamento, così che sono totalmente rotondi, gli uni dentro gli altri e gli uni intorno agli altri. E il cerchio che è dentro, è minore di quello che gli è sopra. Perciò non è affatto meraviglia se l'un pianeta corre più veloce dell'altro, perché tanto come il suo cerchio è più piccolo, *corre più veloce1025. E quello che va intorno al più grande, va più lentamente, secondo come il racconto dirà qua avanti, là dove tratterà propriamente di ogni pianeta.

110. Della grandezza del cielo e della Terra.

E se è vero che la Terra e gli altri cerchi sono formati dal compasso, dunque è estremamente necessario che siano fatti con il numero e la misura. E se ciò è vero, dobbiamo ritenere che gli antichi filosofi, i quali conoscevano l'aritmetica e la geometria, cioè la scienza di tutti i numeri e di tutte le misure, potevano sicuramente trovare la grandezza dei cerchi e delle stelle, perché senza dubbio il cerchio è circa sei volte tanto come il compasso ha di larghezza e cioè gira tre *volte1026 tanto come ha di spessore. E per questa ragione, quando trovarono quanto gira la Terra, poterono *ben sapere1027 quanto essa ha di spessore. Con la misura della Terra, il ragionamento del compasso e con gli andamenti dei pianeti e delle stelle, trovarono bene quanto un cerchio sia più alto degli altri e la grandezza di ciascuno. Ecco come: la Terra gira tutta intorno, ventimila quattrocento ventisette leghe lombarde, sebbene gli Italiani non dicano leghe, ma dicano miglia *di Terra1028, perché un miglio di Terra è mille passi e ogni passo contiene cinque piedi e ogni piede contiene dodici pollici. Ma la lega francese è di ben due o tre *tempi1029 di quanto sia il miglio. Dopo che si seppe la grandezza del cerchio della Terra, allora fu cosa provata, che il suo spessore è la terza parte della sua grandezza e il suo compasso è la metà del suo spessore, cioè la sesta parte del suo cerchio. E veramente, i pianeti che si trovano nell'aria pura e tutte le stelle che sono nel firmamento, scorrono sempre attraverso il loro cerchio intorno alla Terra, senza riposare, ma questo non è solo in un modo, perché il firmamento scorre da oriente a occidente, tra il giorno e la notte una volta, così bruscamente e così fortemente, che la sua pesantezza e la sua grandezza gli farebbero trasgredire tutto, se non vi fossero i sette pianeti, che vanno così come incontro al firmamento e regolano il proprio corso, secondo *il loro ordine1030. E perciò non è affatto una meraviglia se i pianeti vanno lentamente, perché la loro andatura è simile alla formica, quando va incontro a 1024 T aggiunge: par quoi il vait et fait son course environ la terre = attraverso cui va e fa il suo corso intorno alla Terra.1025 T sostituisce con: de tant le puet il corre plus tost = di tanto lo può superare più presto. 1026 In T manca.1027 In F: bien trover et sentir = trovare bene e sentire. In T: bien savoir. (Cfr. trad.).1028 T aggiunge: de terre = di Terra.1029 T aggiunge: tans = tempi.1030 In F: son erre = la loro strada. In T: son ordene. (Cfrr. trad.).

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una grande ruota girevole.

111. Del firmamento e del corso dei dodici segni.

Sopra Saturno, il settimo pianeta in cima, vi è il firmamento, dove sono poste le altre stelle. E sappiate che dalla Terra fino al firmamento, vi sono diecimila sessantasei volte tanto, come la Terra ha di spessore. E per la così grande altezza, non è affatto una meraviglia se le stelle ci sembrano essere piccole. Ma a dire il vero, non vi è dal firmamento fino al Sole, alcuna stella che non sia più grande di tutta la Terra. E sappiate che le stelle che si possono riconoscere e scegliere chiaramente nel firmamento, sono mille ventidue secondo come si trova nel libro dell'Almagesto. Ma tra le altre, ve ne sono dodici chiamate i dodici segni e sono, Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci. Questi dodici segni hanno nel firmamento un cerchio, in cui girano intorno al mondo, chiamato Zodiaco. E ognuno ha trenta gradi e così lo Zodiaco è pieno di gradi, perché ve ne sono dodici per trenta, che fanno trecentosessanta gradi. Questi cerchi sono il percorso dei pianeti, dove attraverso loro gli è necessario errare per il firmamento, gli uni in alto, gli altri in basso, ognuno secondo la sua via e secondo il suo corso. Perché Saturno che è il sovrano di tutti, è crudele, traditore e di natura fredda, va attraverso tutti i dodici segni in un anno e tredici giorni. E sappiate che alla fine di quel tempo non ritorna nel luogo e nel punto stesso da cui si era mosso, anzi ritorna nell'altro segno successivo, dove ricomincia la sua strada e il suo corso e così fa sempre fino a trent'anni o poco meno. Allora se ne torna al punto stesso da cui si era mosso, il primo giorno del primo anno e fa nuovamente il suo corso come prima. E per questo, ognuno può comprendere che Saturno compie interamente il suo corso in trenta anni e di poco ne manca, in tal maniera che ritorna al primo punto da cui si mosse. *Giove che si trova sotto di lui, è dolce, pietoso e pieno di tutti i beni e va attraverso i dodici segni, in un anno, un mese e quattro giorni, ma compie il suo corso in poco meno di dodici anni1031. Marte è caldo, battagliero e malvagio ed è chiamato dio delle battaglie, va attraverso tutti i dodici segni in due anni, un mese e *trenta1032 giorni, ma compie interamente il suo corso in un anno, dieci mesi e dodici giorni e poco ne manca. Il Sole che è un buon pianeta imperiale, va per i dodici segni in un anno e sei ore, ma compie interamente il suo corso in poco meno d *diciotto1033 anni. *E Venere va attraverso i dodici segni in poco meno di tre mesi e nove giorni, e segue sempre il Sole ed è bella, dolce ed è chiamata *dea1034 *dell'amore1035. Mercurio va attraverso i dodici segni, in tre mesi e *nove1036 giorni, muta facilmente, secondo la bontà e l’astuzia dei pianeti a cui si congiunge. La Luna va attraverso i dodici segni in ventisette giorni, diciotto ore e la terza parte di un'ora, ma fa la sua 1031 Questo paragrafo manca completamente in T.1032 In T: xx = venti1033 In T: xxviii = ventotto.1034 In T: deus (Cfr. nota sotto). In F: dieuesse (al femminile. Cfr. trad.).1035 In T: Et Venus va par les xii. signaus en i. an et vii. mois et xi. jors, et siut tousjors le soleil, et est bele et douce, et est apelée deus d’amors. = E Venere va attraverso i dodici segni in un anno, sette mesi e undici giorni, e segue sempre il sole ed è bella e dolce ed è chiamata dio dell’amore.1036 In T: xxvi. = ventisei.

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rivoluzione, tanto che appare in *ventotto1037 giorni, sette ore e mezza e la quinta parte di un'ora e compie tutto il suo corso in *ventotto1038 anni, *otto1039 mesi, sedici *giorni1040 e mezzo in tal maniera che ritorna al punto e al luogo da cui era partita, all'inizio *del suo corso1041.

112. Del corso del Sole attraverso i dodici segni.

Con ciò, potete comprendere che il Sole è più bello e più degno degli altri ed è posto in mezzo ai pianeti, perché ne ha tre sopra e tre sotto di lui. E percorre ciascun giorno poco meno di un grado, perché i gradi di un cerchio sono trecento sessanta, secondo come il racconto ha detto qua dietro. E per andare attraverso tutti *i dodici segni1042, vi impiega trecento sessantacinque giorni, sei ore ed è un anno. E per le sei ore che sono in ciascun anno, nel suo corso, oltre i trecento sessantacinque *giorni1043, accade che in quattro anni ne cresce un giorno, sono ventiquattro ore. E allora quell'anno ha trecento sessantasei giorni, che chiamiamo bisesto e quel giorno è messo nel mese di febbraio, cinque giorni alla fine e allora febbraio ha ventinove giorni. E per questo, a noi ci è necessario porre nel calendario due giorni su una lettera ed è la effe, *perché la effe1044 è la quinta lettera alla fine di febbraio. E quando il Sole ha compiuto sette bisesti nel suo corso, in tal maniera che ogni giorno della settimana è stato nel bisesto, allora il Sole ha compiuto interamente tutto il suo corso e torna al primo punto e per i suoi primi cammini. E per questo fu detto qua dietro, che compie interamente il corso, in ventotto anni, perché allora ha fatto sette bisesti. E sappiate che nel primo giorno del mondo, il Sole entrò nel primo segno, cioè nell'Ariete e ciò fu quattordici giorni alla fine del mese di marzo e ugualmente fa ancora. E quando ha superato quello, entra così nell'altro e poi nell'altro, tanto che compie un anno, perché gli è necessario dimorare in ogni segno un mese, cioè trenta giorni, *sedici ore1045 e poco più. Ma perché alle persone comuni era difficile conoscere questo poco che è oltre i trenta giorni, fu stabilito dagli antichi saggi, che uno dei mesi fosse di *trentuno1046 giorni e gli altri ne fossero di *trenta1047, sebbene febbraio non ne ha che ventotto quando non è bisesto. E questo fu fatto per salvare lo sfasamento *dei giorni1048.

113. Del giorno e della notte, del caldo e del freddo.

Il cammino del Sole e il suo corso, è andare ogni giorno da oriente ad occidente, per il suo cerchio intorno alla Terra, in tal modo che fa, tra giorno e notte, un giro. E sappiate che, in

1037 In T: xxix = ventinove.1038 In T: xviii = diciotto.1039 In T: ix = nove.1040 In F: hores = ore. In T: jors = giorni.1041 F aggiunge: de son cours = del suo corso.1042 F aggiunge: les xii. signes = i dodici segni.1043 In T: outres les entiers jors = oltre i giorni interi.1044 In T manca. In entrambi i mss. si fa riferimento alla “f”. Difficilmente interpretabile, perché la quinta lettera alla fine di “fevrier” è la “v”.1045 In T manca.1046 In T: xxx = trenta.1047 In T: xxxi = trentuno.1048 In T: dou jour = di un giorno. In F: des jors = dei giorni. Dal computo del mss F, il totale è trecentosessantanove giorni. Dal computo del mss. T, il totale è trecentocinquantotto giorni. Quindi non è lo sfasamento di un giorno, ma di più giorni.

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ogni luogo del mondo c’è il suo legittimo oriente, quella parte dove il Sole leva e il suo occidente è verso il ponente. Perché dovunque ti trovi sulla Terra, qua o là, devi sapere che da te fino al tuo oriente vi sono novanta gradi e altrettanto ne sono da te fino al tuo occidente. E dal tuo occidente fino a quelli che sono sotto di te, dirittamente contro ai tuoi piedi, vi sono analogamente novanta gradi e altrettanto fino al loro occidente ed è il tuo oriente. Così sono quattro volte per novanta gradi, che salgono a trecento sessanta gradi e si trovano nel cerchio, così come la narrazione ha esposto qua dietro. E per questo, tuttavia, devi credere bene che si ha il giorno e la notte, perché quando il Sole è sopra di noi ed illumina qui dove siamo, non può *illuminare1049 dall’altra parte e quando illumina di là, non può illuminare di qua, per la terra che è tra noi e loro, che non lascia passare il suo splendore. D'altra parte se il mio occidente è l'oriente di quelli che abitano al contrario dei miei piedi e il mio oriente è il loro occidente, dunque è necessario che tutte le volte sia giorno e notte, perché quando abbiamo i giorni, essi hanno le notti e perché il giorno non è altra cosa che il Sole sopra la Terra, che supera tutte le luci. E per il suo grandissimo splendore, non possiamo vedere di giorno le stelle, poiché la loro luce non ha nessun potere davanti al chiarore del Sole, perché senza dubbio il Sole è fondamento di tutte le luci e di ogni calore. E perché il suo cammino si trae più da questa parte, che noi chiamiamo mezzogiorno, accade che quel paese è più caldo che nessun altro, dov'è una grandissima terra deserta, dove non abita alcuna persona, *per la forza1050 del calore. D'altra parte, come si porta di più nel basso mezzogiorno e si allontana da noi, tanto noi abbiamo più grande freddo e grandi notti e in quella parte la notte è piccola e *il freddo minore1051, ecco come.

114. Circa il cerchio dei dodici segni.

Il cerchio dei dodici segni, che circondano tutto il mondo, è diviso in quattro parti, di cui vi sono in ciascuno, tre segni. Il primo segno è l'Ariete, dove il Sole entra quattordici giorni prima della fine di marzo e questo fu il primo giorno del mondo. E per il fatto che Dio allora fece tutte le cose uguali *in quel buono e giusto posto1052, così il giorno fu grande come la notte e non vi fu tra loro alcuna differenza, così lo è sempre del tutto. E la posizione di Ariete e degli altri due segni che sono dopo, non è in basso a mezzogiorno, né in alto sopra le nostre teste verso mezzanotte, cioè verso tramontana che si trova verso settentrione, anzi è in mezzo tra i due. E per questo il tempo è più mite e più secondo natura nella generazione di tutte le cose. In questa maniera, il Sole comincia il suo corso e se ne va sempre più in alto, sopra di noi verso [la parte] più alta del firmamento. E per questo i giorni cominciano a crescere e le notti a diminuire, tanto che passa i suoi tre primi segni, fino a quindici giorni prima della fine del mese di giugno. Allora ha percorso la quarta parte del

1049 T aggiunge: la terre = la Terra.1050 In T: fierté = fierezza (forza). In F: la force. (Cfr. trad.).1051 In T: la chalours grignour = il calore più grande.1052 In T: droites et en bon poins = giuste nel posto giusto. In F: en cel bon et droit point. (Cfr. trad.).

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cerchio, cioè attraverso Ariete, Toro e Gemelli. Il giorno dopo incomincia ad andare verso l'altra quarta parte ed entra nel quarto segno, il Cancro ed allora è così alto, per quanto lo può essere, perché è necessario che quel giorno sia più grande di quanto lo sia in tutto l'anno e la notte più piccola. Allora abbiamo un grande caldo, ma nel profondo mezzogiorno dove il Sole si allontana quanto più può, la notte diminuisce e a settentrione, dove il Sole si porta più vicino, *le notti1053 sono lunghissime. Così il Sole va facendo la sua strada, scendendo sempre [più] dall'alto in basso poco a poco, in tal maniera che così come il giorno cresce da Ariete fino al Cancro, per la salita del Sole, analogamente comincia a rimpicciolire per la sua discesa, tanto come va attraverso il Cancro, il Leone e la Vergine, fino al quindicesimo giorno prima della fine di settembre. Il giorno dopo entra nell'altro quarto, cioè nella Bilancia e allora è nel giusto centro del cerchio, cioè il settimo segno, tutto dritto contro Ariete. E per questo è necessario che quel giorno sia uguale e simile alla notte, così come fu dell'altra parte del cerchio contro di lui. Ma questo avviene in maniera diversa, perché questa uguaglianza accade a settembre, con l'accorciamento dei giorni e con l'accrescimento delle notti, ma l'altro accade a marzo per l'accrescimento dei giorni e per l'accorciamento delle notti. Così il Sole scorre attraverso la Bilancia, lo Scorpione e il Sagittario, sempre abbassandosi ed allontanandosi da noi. E per questo il tempo declina verso il freddo, così come a marzo verso il caldo. E quel tempo dura attraverso i tre segni nominati avanti, fino al quindicesimo giorno prima della fine di dicembre. Il giorno dopo entra nell'ultimo quarto, cioè nel Capricorno, del tutto contrario al Cancro. E perciò è necessario che, analogamente *come fu allora il giorno più grande e la notte più piccola, ugualmente così sarà la notte più grande e il giorno più piccolo1054, perché il Sole si è allontanato da noi e non ci resta che avere una scarsità di giorno e di calore. *Ma la grande calura1055 ed i giorni più grandi, si trovano allora nel profondo mezzogiorno e le grandissime notti si trovano a settentrione, con tutto il grande freddo. Così il Sole passa attraverso il Capricorno, l’Acquario e i Pesci, diminuendo le notti a poco a poco, tanto che la fine dell'anno viene alla fine del cerchio e poi ricomincia il suo giro attraverso Ariete, secondo come la narrazione espone qua avanti.

115. Della differenza tra mezzogiorno e settentrione.

Con ciò possiamo conoscere che, analogamente come nel mezzogiorno c’è una grande terra deserta, per la vicinanza del Sole che va da quella parte, ve ne sarà altrettanto verso mezzanotte, cioè sotto tramontana, dove non abitano persone per i gran freddi che vi sono, a causa della lontananza del Sole da quella terra. Questo stesso [fatto], è anche la causa che qualche volta accada nella [parte di] tramontana, che il giorno duri solo un poco, in cui appena vi si potrebbe cantare

1053 In T: les jours = i giorni.1054 In T: come il fu lors la plus grant jours, tout autresi est lors la plus grans nuis et plus petit li jour = come allora fu il giorno più grande, del tutto analogamente allora è più grande la notte e più piccolo il giorno.1055 T aggiunge: Mais la grans chalours. (Cfr. trad.).

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messa. E allora la notte dura ugualmente poco nel profondo mezzogiorno. E talvolta nel mezzogiorno, il giorno dura quasi un anno e nella tramontana la notte dura altrettanto, così accade una volta che il giorno è di sei mesi e la notte altrettanto e nella parte contraria ritorna al contrario. E tutte queste differenze, perché e come esse avvengono, può apertamente vedere ed intendere, quello che considera con cura l'andatura del Sole attraverso il suo cerchio, secondo come la narrazione espone chiaramente. E sebbene il racconto dica che abbiamo, *una volta il giorno più grande della notte e un'altra volta la notte più grande del giorno1056, tuttavia dico che sempre, come che sia, vi sono altrettante ore in ciascuna notte come in ciascun giorno, perché ce n'è dodici in ciascuno, poiché il numero delle ore non cresce, né diminuisce. Ma quando il giorno è più grande, le ore sono maggiori e quelle della notte sono più brevi. Analogamente, quando la notte è più grande, le ore sono maggiori.

116. Della grandezza del Sole e *del corso1057 della Luna.

E sappiate che il Sole, tutti i pianeti e le stelle che sono posti lì sopra, sono più grandi di tutta la Terra, perché il Sole è più grande cento sessantasei volte e tre ventesimi di quanto non sia tutta la Terra, secondo come i filosofi provarono con molte ragioni, corrette e necessarie. E dalla Terra fino al Sole vi sono cinquecento ottantacinque volte tanto come lo spessore della Terra è grande. Ma dicono bene che gli altri pianeti che sono *del cielo1058 in basso, cioè Venere, Mercurio e la Luna, sono più piccoli della Terra, perché la Terra è più grande *quaranta1059 volte tanto e un poco più della Luna e così essa è in alto ventiquattro volte e mezzo tanto e cinque dodicesimi come ha di spessore all’interno tutta la Terra. E dicono che la Luna è tutta rotonda, di cui la maggior parte dice che una metà del suo corpo è splendente e l'altra metà è oscura. E secondo come essa gira intorno, mostra il suo chiarore e la sua oscurità, una volta di più e un'altra di meno. A dire il vero, non ha affatto luce propria, ma è chiara in tal maniera che essa può ricevere l’illuminazione da altri, analogamente come una spada scura, un cristallo e un’altra cosa simile. Analogamente fa la Luna, che non brilla da sé affatto, tanto che possiamo vedere il suo chiarore, ma quando il Sole la vede, la illumina tanto come la può vedere e la fa così splendente come appare a noi. Ecco come: la Luna si rinnova sempre in quello stesso segno dove si trova il Sole e percorre ogni giorno tredici gradi. E avete ben udito qua dietro, che un segno ha trenta gradi e così la Luna passa un segno in due giorni e poi al terzo se ne va. E quando arriva in un segno dove si trova tutto il Sole, è illuminata dalla parte sopra da cui il Sole la guarda, per il fatto che scorre sotto di lui e per questo non la possiamo vedere. Ma nel terzo giorno, quando esce da quel segno dove si è alquanto allontanata da lui e la guarda di lato, allora appare crescente alla nostra vista, con due corni. E come si

1056 In T: nous avons une fois le jour plus grant que la nuis, et une autre fois la nuit plus grant, et une autre fois la nuit plus que le jor = noi abbiamo una volta il giorno più grande della notte e un’altra volta la notte più grande e un’altra volta la notte più del giorno. 1057 In T manca.1058 In F: dou soleil = del Sole. In T: dou ciel. (Cfr. trad.).1059 In T: .xxxix. = trentanove.

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allontana di più dal Sole, tanto più cresce, perché ne vede di più, finché giunge al settimo segno dall'altra parte del cerchio, tutta dritta contro il Sole ed è dopo il quattordicesimo giorno, allora lo vede tutto chiaramente e per questo diventa completamente splendente, per quanto è rotonda. E quando ha fatto questo, subito comincia a scendere dall'altra parte del cerchio e si volge verso il Sole e allora dapprima comincia a decrescere dall'altra parte, da cui il Sole non la può guardare. E tanto fa che ritorna al suo maestro e lo trova nell'altro segno dopo, dove lo aveva lasciato, perché tanto come il Sole impiega a percorrere tutto un segno, la Luna ne percorre intorno tutti e dodici.

117. Come la Luna prende il suo *chiarore1060 dal Sole e delle eclissi.

E che sia vero che la Luna prende il suo chiarore dal Sole e che sia più piccola di quello e della Terra, è provato con certezza dalle eclissi e dalle oscurità dell'uno e dell'altro. Ecco come: vedete qui la Luna entrare in quello stesso segno dove si trova il Sole, allora essa si trova tra lui e la Terra, ma non risplende affatto verso di noi. E può ben essere che sia in quel punto, dove il Sole è così dritto e che la copre ai nostri occhi, in tal maniera che non vediamo il Sole e il suo chiarore non ha alcun potere sopra di noi. Ma perché il Sole è più grande della Luna e della Terra e perché la Terra è più grande della Luna, quella oscurità non avviene per tutta la Terra, se non tanto come l'ombra della Luna può coprire e trattenere i raggi del Sole. E quando la Luna se ne è andata al settimo segno dall'altra parte del cerchio, qualche volta può essere che è così dritta contro il Sole, che la Terra entra in mezzo e trattiene lo splendore del Sole, in tal maniera che la Luna si oscura e perde la sua luce, in quel punto dove essa ne deve avere di più. E l'occasione perché ciò avvenga, è quando l'ombra della Terra va sempre tutta dritta, incontro al luogo dove si trova il Sole, così come si può vedere chiaramente da lui e dal fuoco, per le ombre che sono al contrario. E voi dovete credere che le ombre della Terra diminuiscono sempre, tanto come si allungano, perché è più piccola del Sole e gli manda i suoi raggi tutto intorno. E da ciò, noi possiamo comprendere che le eclissi del Sole non possono essere se non alla Luna nuova. E quella della Luna non è possibile che avvenga, se non per la sua rotondità. Per queste e per altre ragioni, i saggi proveranno che la Luna prende dal Sole la luce splendente che viene fino a noi e per il fatto che la Luna è una stella, è necessario che essa abbia la sua propria luce, perché tutte le stelle sono brillanti. Ma la luce della Luna, non avrebbe potere di illuminare sulla Terra, se ciò non fosse a causa del Sole.

118. *Del corso della Luna attraverso il suo cerchio1061.

Ma per il fatto che la Luna si trova più in basso delle altre stelle e più vicina alla Terra, ci sembra che sia più grande

1060 In T: lumiere = luce.1061 InT: De la proprieté de la lune. = Delle proprietà della Luna.

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delle altre, perché la nostra vista non può sopportare di vedere ciò che è lontano da noi. E quando tutte le cose sono lontane, ci sembrano essere più piccole di quanto esse non sono. D'altra parte, vediamo chiaramente, che per la sua vicinanza produce sempre un effetto nelle cose che sono qua in basso, in maniera più evidente delle altre, perché quando cresce, devono crescere tutti i molluschi dentro i gusci, i granchi, i gamberetti e tutti gli animali e i pesci crescono nelle loro parti molli. Anche il mare cresce e butta grandissimi flutti. E quando rimpicciolisce, tutte le cose rimpiccioliscono e sono più piccole di prima. D'altra parte, vediamo che corre più veloce degli altri pianeti e questo non potrebbe essere, se il cerchio del suo percorso non fosse minore degli altri e minore non potrebbe essere se non fosse più in basso. Ecco come: la Luna va attraverso tutti i dodici segni e compie interamente il suo percorso di trecento sessanta gradi di cui è il suo cerchio, in ventisette giorni, otto ore e la terza parte di un’ora, in cui il Sole impiega un anno a percorrerlo, secondo come la narrazione ha esposto qua dietro. Ma dobbiamo sapere che gli anni sono di due tipi, perché uno è secondo il percorso del Sole, in trecento sessantacinque giorni e un quarto di giorno e l'altro è *secondo il percorso1062 della Luna, cioè quando essa *ha girato1063 attraverso il cerchio dei segni, dodici volte e questo fa in trecento cinquantaquattro giorni ed ecco come.

119. *Della1064 composizione della Luna, del Sole, del primo giorno del mondo, dell'anno bisestile, delle epatte e delle altre ragioni della Luna.

Leggiamo nella Bibbia che all'inizio del mondo, quando Nostro Signore creò e fece tutte le cose, tutte le stelle furono fatte nel quarto giorno, cioè l'undicesimo giorno prima della fine del mese di marzo. E per questo la maggior parte dice, che in quel tempo vi è la giusta equivalenza tra giorno e notte e secondo come è chiamata da alcune persone, la Luna prima e novella. Ma secondo le osservazioni della santa Chiesa, è chiamata prima, nove giorni alla fine di marzo, cioè quando l'uomo la può vedere ed appare fuori del primo segno, dove era con il Sole, secondo come il racconto ha esposto qua dietro. E sappiate che gli Arabi dicono che il giorno comincia quando la Luna appare, cioè al tramontare del Sole. E avete ben udito che, *dall'una ascensione all'altra1065, vi sono ventinove giorni, sette ore e mezza e la quinta parte di un'ora. E questo è il giusto mese della Luna, sebbene i narratori della santa Chiesa dicano che ha ventinove giorni e mezzo. E per chiarire il numero, dicono che un mese ha trenta giorni e l'altro ventinove. E da ciò avviene che, i dodici mesi della Luna sono di trecento cinquantaquattro giorni. E così l'anno del Sole è maggiore di quello della Luna, di undici giorni interi e con questi undici giorni di rimanente avviene l'embolismo, cioè l'anno che ha tredici Lune. Ecco come: in tre anni vi sono trentatré giorni rimanenti, che sono una Luna

1062 In T manca.1063 In T: a couru = ha corso.1064 In T: Ci devise = Qui espone.1065 In T: de la lune a l’autre = da una Luna all’altra.

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più tre giorni, ugualmente sono avanti di un anno, quando compiono sette embolismi per i sette giorni della settimana. Ed è completato tutto in diciotto anni, nove mesi e sedici giorni e mezzo, secondo gli Arabi, ma secondo i narratori della santa Chiesa, che vogliono riparare ogni spezzamento, sono diciannove anni e un giorno, oltre il rimanente. Allora la Luna ritorna al suo primo punto, da cui era partita prima e *ritorna1066 come prima. Ora vedete che tutti i conti della Luna e i suoi ragionamenti finiscono e compiono il loro corso in diciannove anni. E ogni anno della Luna è minore di quello del Sole di undici giorni, da cui avviene che, là dove la Luna si trova l’anno prima, essa sarà l'anno dopo, undici giorni più indietro al contrario del calendario. E dall'anno di questi stessi undici giorni, nasce un conto chiamato epatte, per trovare il ragionamento della Luna. Ecco come: al primo anno del mondo, quando i pianeti cominciarono il loro corso da uno stesso giorno, non vi fu nessuna rimanenza degli anni della Luna o del Sole. E per questo dicono che, nei primi anni dei diciannove detti, le epatte erano nulle. E in quell'anno è la prima Luna, al nono giorno alla fine di marzo, così come fu all'inizio e tutto quell'anno è come allora. Al secondo anno, quando il rimanente cominciò ai primi, sono le undici epatte, perché tanto cresce la Luna e là dove essa fu nel primo anno prima, al secondo avrà undici giorni, al terzo anno le epatte sono ventidue, al quarto anno ammontano a trentatré. Ma perché vi sia un embolismo, cioè una Luna, devi togliere i trenta giorni, poiché tutte le Lune dell'embolismo hanno trenta giorni e devi ritenere i rimanenti, cioè tre, che sono le epatte del quarto anno. Così devi mantenere le regole e aggiungerai a ogni anno, undici [giorni] e quando i numeri salgono sopra trenta, toglierai i trenta e ti terrai il rimanente e questo farai fino al diciannovesimo anno, poiché le epatte sono diciotto. E quando sono finiti, c'è un giorno rimanente, secondo come ha detto la narrazione qua *avanti1067, chiamato il salto della Luna. Allora devi prendere quel giorno e gli undici rimanenti e aggiungerne sopra diciotto e fanno trenta, cioè un embolismo di Luna, che deve essere messo nell'anno diciannovesimo e tu non hai alcuna rimanenza, perché le epatte sono nulle, così come prima. E sappiate che le epatte mutano sempre a settembre, ma la sua posizione fissa è dieci giorni prima della fine di marzo, perché quel giorno che la Luna non è ancora vista, la santa Chiesa non lo mette in conto, così come avete udito qua avanti e le giornate sono nulle, *significa1068 che in quell'anno le epatte sono nulle. Ma il secondo anno che la Luna ebbe undici giorni, da quel giorno significa che le epatte sono undici. Analogamente è e sarà sempre, tanto come la Luna ha età in quel giorno, tante saranno le epatte di quell'anno. E sappiate che il primo anno del mondo, la Luna ebbe nel primo giorno di aprile dieci giorni, in maggio undici, in giugno dodici, in luglio tredici, in agosto quattordici, in settembre cinque, in ottobre *sei1069, in novembre sette, in dicembre *otto1070, a gennaio nove, in febbraio *undici1071 e in marzo *dieci1072 giorni. In questo 1066 In T: recourt = ricorre.1067 In T: ariere = dietro. In F: devant = davanti (avanti).1068 In F: les journées n’estoient senefiées = le giornate non erano significate. In T: segnefie. (Cfr. trad.).1069 In T: v = cinque.1070 In T: vii = sette.1071 In T: x = dieci.1072 In T: ix = nove.

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conto sono chiamati concorrenti, a cui ci dobbiamo attenere sempre il primo anno, quando le epatte sono nulle, ma dal primo in avanti devi aggiungere le epatte di quell'anno concorrente, al mese che vorrai. Intanto la Luna avrà il primo giorno del mese, salvo che se il numero sale a più di trenta, lo toglierai e terrai il rimanente. Ma guardati al diciannovesimo anno dal salto della Luna, cioè del giorno che cresce in tutti i diciannove anni, secondo come il racconto dice qui sopra, perché da ciò avviene un errore nel mese di luglio, poiché là dove la Luna deve essere giudicata di trenta giorni, secondo le epatte essa è prima. Analogamente ti conviene fare attenzione nell'ottavo anno e nell'undicesimo, perché le ragioni delle epatte vi mancano in due Lune, a causa dell'embolismo. E sappiate che la Pasqua della resurrezione di Gesù Cristo, muta secondo il corso della Luna. Ecco come: è vero che un tempo il popolo di Israele fu condotto in prigionia a Babilonia e che fu liberato un giorno di Luna piena, cioè quando essa aveva quattordici giorni e questo fu dopo che il Sole era entrato in Ariete. E avete ben ascoltato qua dietro, perché la posizione fissa delle epatte è ogni anno nel decimo giorno, prima della fine di marzo e così osservano i Giudei, che in quel giorno o da lì avanti, quando trovano la Luna quattordicesima, celebrano la loro Pasqua, in ricordo della loro liberazione. Ma la santa Chiesa fa la sua Pasqua, la prima domenica che viene dopo quella Luna piena, perché Gesù Cristo resuscitò dalla morte in quel giorno. E sappiate che la vecchia legge osservava il settimo giorno che Dio si riposò, quando ebbe fatto il mondo e quelle altre cose, cioè il sabato, ma nella nuova legge osserviamo *l'ottavo1073 giorno, cioè la domenica, per riverenza della resurrezione. E sappiate che quaranta giorni dopo la sua resurrezione, Nostro Signore *salì1074 al cielo e per questo celebriamo la festa dell'Ascensione. E da allora a dieci giorni scese lo Spirito Santo sopra i discepoli, perché osserviamo la festa della Pentecoste. Queste e molte altre cose si possono sapere, attraverso la ragione della Luna e del Sole e per questo è bene conoscerle. Ma chi vorrà sapere quale anno corre nel conto dei ventotto anni del Sole, prenderà gli anni di Nostro Signore e così aggiungerà nove anni, perché tanti se ne erano già andati quando nacque e da quella somma toglierà i ventotto che potrà e il rimanente è il suo conto. Del tutto analogamente, chi vuol conoscere quale anno scorre nel numero dei diciannove anni della Luna, prenda gli anni di Nostro Signore e un anno di più e poi ne tolga tutti i diciannove che può ed il rimanente è ciò che cerca.

120. Dei segni, dei pianeti e delle due tramontane.

Ora è una cosa molto facile, sapere sempre in quale segno si trova il Sole e dopo che si sa questo, si può facilmente sapere dov'è la Luna. Perché si allontana dal Sole ogni giorno, poco meno di tredici gradi. D'altra parte, se raddoppi l'età della Luna e aggiungi cinque e dividerai la somma in cinque, sappi che tante volte come vi troverai cinque, tanti segni ha percorso la Luna da quello dove si rinnova e tanto come vi è

1073 In F: l’autre jor aprés = l’altro giorno dopo. In T: l’octime jor = l’ottavo giorno.1074 In T: s’en ala = se ne andò.

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di rimanente, tanto è già dentro quel segno. E sappiate che quel segno in cui si trova il Sole, leva sempre al mattino, cioè la prima ora del giorno e tramonta con tutto il Sole, la prima ora della notte. Ecco come: il Sole gira sempre da oriente a occidente, secondo come il firmamento gira con tutti i segni e le altre stelle, ognuno secondo il suo corso, ma il Sole e gli altri pianeti seguono tuttavia il cerchio dei dodici segni. E per questo è necessario che quando il Sole è in Ariete, levi e tramonti secondo come fa Ariete e così Ariete levi la prima ora del giorno e Toro levi la *seconda1075, Gemelli la terza ora e poi l’uno dopo l’altro, tanto che sono del tutto levati. E quando l'ultimo è levato, allora il primo tramonta e va tutta la notte d'ora in ora, finché ritorna al Sol levante. Ma perché il cerchio del Sole è più breve di quello dei segni, gli accade di fare più veloce il suo percorso, tanto che ogni giorno passa più avanti del suo segno, poco meno che un grado, di cui ce n'è trenta in ciascun segno. E perciò osserva che, tanto come il Sole è avanzato nel suo percorso dentro il suo segno, altrettanto quel segno si leva davanti al Sole, cioè davanti la prima ora del giorno. Ecco come: se il Sole è ora entrato nel capo di Ariete, certo comincia a levarsi all'inizio della prima ora. Ma quando ha percorso fino a metà Ariete, allora la metà di Ariete è già levata quando il Sole leva, analogamente dico verso la fine e di tutti gli altri segni. Avete ascoltato a che ora del giorno e della notte leva ogni segno, ora è bene sapere chi è il signore di ogni ora. Ed insomma, sappiate che la prima ora di ogni giorno si trova sotto quel pianeta, per cui quel giorno è nominato. Ecco come: la prima ora del sabato è sotto Saturno e quella della domenica è sotto il Sole, quella del lunedì è sotto la Luna, analogamente sono gli altri. Da cui è necessario che se la prima ora è di Saturno, che la seconda sia di Giove, la terza di Marte, la quarta del Sole, la quinta di Venere, la sesta di Mercurio e la settima della Luna. Poi ricomincia da capo, perché l'ottava è quella stessa della prima e la nona è quella della seconda. E così va per ordine tutto il tempo, giorno e notte, secondo come il firmamento gira sempre senza finire, da oriente verso occidente, sopra le due canale, che sono una a mezzogiorno, l'altra a settentrione e questo e quello non si muovono, analogamente come *le assi1076 di una carretta. Perciò i marinai navigano all’insegna delle stelle che vi sono, che chiamano tramontane e i popoli che sono in Europa e nelle parti di qua, navigano alla tramontana di settentrione e gli altri navigano alla tramontana di mezzogiorno. E chi non ne conosce la verità, prenda una pietra di calamita, troverà che ha due facce, una è rivolta verso la tramontana di mezzogiorno e l'altra è rivolta verso l'altra. E da ognuna delle due facce, la punta di una lancia porta verso quella tramontana a cui quella faccia è rivolta. E per questo i marinai sovente sarebbero morti, se non avessero osservato attentamente. E perché queste due stelle non si muovono, accade che le altre stelle che sono qui intorno, hanno cerchi più piccoli e le altre *più grandi1077.

1075 In T aggiunge: eure = ora.1076 In F manca.1077 In F: long = lunghe. In T: grignours. (Cfr. trad.). Inoltre T aggiunge: selonc ce que les unes i sont plus prés et les autres plus loing. = secondo come le une vi sono più vicine e le altre più lontane

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121. Della natura, quale essa è e come opera nelle cose del mondo.

Per queste due ragioni che la narrazione espone qua avanti e più indietro, potete comprendere bene come il firmamento giri sempre intorno al mondo e come i sette pianeti scorrano attraverso i dodici segni, da cui hanno un così gran potere sulle cose terrene, le quali devono andare e venire secondo il loro corso, perché altrimenti non avrebbero alcuna forza di nascere, né di crescere, né di finire, *né di fare1078 altra cosa.E a dire il vero, se il firmamento non girasse sempre intorno alla Terra così come fa, non vi sarebbe alcuna creatura al mondo che si potrebbe muovere in maniera assoluta. E ancora, se il firmamento si fermasse solo un poco e non girasse, converrebbe distruggere ed disfare tutte le cose. Perciò dobbiamo amare e *temere1079 Nostro Signore, che è sire *di tutto ciò1080 e senza cui alcun bene, né alcuna potestà può esservi. La natura è stabilita sotto di lui e ordina tutte le cose dal cielo in basso, secondo la volontà del Sovrano Padre. Da cui Aristotele dice, che la natura è quella cosa per cui tutte le cose si muovono o si riposano, attraverso quella stessa. Ecco come: il fuoco va sempre in alto da se stesso e la pietra si posa sempre da se stessa, ma chi chiude il fuoco, così che non possa salire o chi getta la pietra, è con la forza e a causa d’altro, niente affatto per se stesso, per cui ciò non è secondo natura. E su questo dice il filosofo, che le opere della natura sono in sei maniere e sono la generazione, la corruzione, l'accrescimento, la diminuzione, l'alterazione e il mutamento da un luogo all'altro. Ecco come: la generazione è quell'opera della natura, attraverso cui tutte le cose sono generate, secondo come essa fa generare da un uovo un uccello. Ciò non [potrebbe] fare tutto il mondo [messo] insieme, se la forza della natura non lo facesse *fare1081. Analogamente dico degli uomini e delle altre cose. La corruzione è quella cosa della natura, attraverso cui tutte le cose sono corrotte e condotte al loro morire, perché la morte dell'uomo e delle altre cose non avviene se non per il fatto che i suoi umori che lo tengono in vita, sono corrotti in tal maniera che non hanno più potere. Allora è necessario che quella cosa giunga alla fine, ma quando si uccide con la forza, ciò non è affatto corruzione della natura. L’accrescimento è quell'opera della natura che fa crescere un piccolo bambino o un’altra cosa, dalla sua generazione fino a tanto che deve crescere, perché tutte le cose sono limitate dentro il loro termine, oltre il quale non possono crescere. La diminuzione è quell'opera della natura che fa diminuire un uomo o un'altra cosa, perché quando un uomo è andato fino ai suoi limiti ed è cresciuto tanto come deve, allora comincia a decrescere e diminuire la sua forza, fino alla sua fine. L’alterazione è quell'opera della natura, che muta una cosa in un'altra, così come vediamo in un fico o in un altro frutto che nasce di colore verde e la natura muta quel colore in un altro e li fa neri o rossi o di altro colore. Il mutamento è quell'opera della natura, attraverso cui la natura fa mutare il firmamento,

1078 In T manca. 1079 In T: criembre. In F: douter. In entrambi il significato è: temere.1080 In F: de touz biens = di tutti i beni. In T: de tout ce. (Cfr. trad.).1081 In T manca.

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le stelle, i venti, le acque e molte altre cose, da un luogo all'altro, attraverso quelli stessi. Queste sono le opere della natura, sebbene la narrazione esponga qui pochi esempi, ma molto sufficienti a un buon intenditore, attraverso tutte le cose che sono per natura e per questo è una cosa provata, sapere cos'è la natura e cosa no. Ma qui la narrazione tace di parlare del firmamento, delle stelle, delle cose in alto e tornerà ad esporre la natura delle cose che sono in Terra, ma prima esporrà le parti e le abitazioni della Terra.

QUARTA PARTE

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122. *Qui comincia il mappamondo1082.

La Terra è cinta e circondata dal mare, secondo come la narrazione ha esposto qua dietro, là dove parla degli elementi. E sappiate che questo è il grande mare, chiamato Oceano, da cui derivano tutti gli altri che sono fra le terre in diverse *parti1083 e sono così come bracci di quelle. Da cui quello che viene attraverso la Spagna, in Italia e in Grecia, è più grande degli altri e perciò è chiamato *il grande mar Mediterraneo1084, perché esso fende a metà la Terra fino verso oriente, [dove] divide e spartisce le tre parti della Terra. Ecco come: tutta la Terra è divisa in tre parti e sono l'Asia, l'Africa e l'Europa. Ma ciò non è affatto in maniera giusta, perché una non è uguale all'altra, perché l'Asia tiene bene una metà di tutta la Terra, dal luogo dove il Nilo sfocia in mare ad Alessandria, fino a quel luogo dove il fiume Tanao sfocia in mare, nel Braccio di San Giorgio verso oriente, completamente fino al mare Oceano e al paradiso terrestre. Le altre due parti, sono quello che rimane della Terra verso occidente, dappertutto fino al mare Oceano, ma sono divise dal grande mare che si trova tra le due. E quella parte che è di là verso mezzogiorno fino in occidente, è l'Africa e l'altra terra che è di qua verso tramontana, cioè a settentrione verso il Sole ponente, è l'Europa. E per mostrare meglio i paesi e i popoli del mondo, il racconto tratterà brevemente di ogni parte per sé e innanzitutto dell'Asia, che è la prima e la più grande e comincerà da quel capo che si trova verso mezzogiorno, dove si divide dall'Africa, nel fiume Nilo e nel fiume Tigri, in Egitto.

123. *Della parte d’Oriente, chiamata Asia1085.

In Egitto si trovano la città di Babilonia, Il Cairo, Alessandria e parecchie altre città. E sappiate che l'Egitto è una terra rivolta verso mezzogiorno. Si estende verso il Sole levante, dietro si trova l'Etiopia e sopra scorre il fiume Nilo, cioè Geone, che comincia sopra il mare Oceano, dove ora fa un lago chiamato Nilide ed è [fatto] di tutte le cose simili a quelle che vediamo nel fiume Nilo. E d'altra parte quando in Mauritania ci sono grandi piogge e grandi nevi che cadono in quel lago, allora il fiume Nilo cresce e inonda la terra d'Egitto e perciò la maggior parte dice che quel fiume appartiene a quel lago. Ma le acque del lago entrano nella Terra, scorrono

1082 F titola fin qui. T aggiunge: …et devise briement toutes les regions et les lieus des habitans. = ed espone brevemente tutte le regioni e i luoghi degli abitanti.1083 T aggiunge: parties = parti.1084 In F: la grant mer et est apelée Mitereinne = il gran mare ed è chiamato Mediterraneo. In T: la mer grant Miteterreine. (Cfr. trad.).1085 T titola: D’Aise ki siet en la partie d’Orient.= Dell'Asia, posta nella parte d'oriente.

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per vie chiuse e attraverso fessure nascoste dentro la Terra, appaiono in Cesarea, dove si mostrano del tutto simili al primo lago. Rientrano da capo sotto terra e vanno attraverso terre lontane, fin tanto che non escono di nuovo fuori, fino alla terra d'Etiopia, dove appaiono e generano un fiume di nome Tigri, di cui il racconto dice che divide l'Africa dall'Asia. Alla fine si dividono in sette e vanno tutti oltre, attraverso il mezzogiorno nel mare d'Egitto e ne esce un fiume che bagna e inumidisce tutta la terra d'Egitto, perché non vi è altro fiume, né pioggia. Ecco come: quando il Sole *entra1086 nel segno del Cancro, dieci giorni prima della fine di giugno, quel fiume comincia a crescere e cresce sempre fino a quando entra nel Leone. *E quando il Sole entra nel Leone ed è dentro, ha una così grande forza1087, che *i quattro1088 giorni prima delle calende di agosto fino a undici giorni dall'entrata, esce di qua e di là oltre il letto del suo corso, tanto che inumidisce tutta la terra e così fa fin tanto che il Sole rimane nel Leone. E quando entra nella Vergine, comincia a decrescere ogni giorno, sempre più, fintanto che il Sole entra nella Bilancia e quando a settembre il giorno e la notte sono uguali, allora il fiume ritorna dentro le sue rive e si richiude nel suo canale. Perciò dicono gli Egiziani, in quell'anno che il fiume Nilo cresce troppo in alto e che il suo accrescimento dismisura oltre i diciotto piedi, i campi non ne guadagnano affatto per l'umidità delle acque, che vi giacciono troppo a lungo. E quando cresce meno di *tredici1089 piedi, allora i campi non possono essere bagnati dappertutto, così come necessario e per questo avvengono le carestie in quella terra e la mancanza di grano. Ma quando si trova a sedici piedi o qui intorno, allora è l'abbondanza di tutti i beni. È il fiume d'Egitto, di cui dice la maggior parte, che la sua sorgente non si può trovare. Oltre quel luogo dove il Tigri si divide in sette *parti1090 e il Nilo inizia il suo percorso, si trova il paese dell'Arabia che appartiene al mar Rosso. E sappiate che quel mare è rosso, non per natura, ma per accidente a causa delle terre in cui fa il suo corso che sono rosse. E quello è un golfo del mare Oceano diviso in due bracci, uno appartiene alla Persia e l'altro appartiene all'Arabia. E sappiate che sulla riviera del mar Rosso, vi è una sorgente di tal natura, che se le pecore vi bevono, immediatamente cominciano a mutare il colore del manto lanoso dentro la pelle e quel colore cresce e rimane e l'altro colore, quando la lana è cresciuta, se ne va con tutta la tosatura. In quel paese cresce l'incenso, la *mirra1091, la cannella e un uccello chiamato fenice, di cui non ce n’è che uno in tutto il mondo, secondo come troveremo qua avanti nel libro degli uccelli. Ancora, oltre quel luogo stesso si trova il monte Cassa, dove si trova Giaffa, la città più antica di tutto il mondo, così come fu fatta prima del diluvio. Ancora vi è Soria e Giudea, cioè una grande provincia dove *cresce1092 il balsamo e qui vi è la città di Gerusalemme, di Betlemme e il fiume Giordano, chiamato così per due sorgenti, di cui una ha nome Gior e l'altra Dano, che si 1086 In T: est = è.1087 T aggiunge: Et quant li solaus entre ou Lion et est dedans il a si grant force..(Cfr. trad.).1088 In T: iii = tre.1089 In T: xiiii = quattordici.1090 In T manca.1091 In F: mastique = mastice. In T: mirre. (Cfr. trad.). 1092 In T: naist = nasce.

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congiungono insieme *e creano questo fiume1093. *E questi fiumi nascono1094 dal monte Libano e dividono il paese della Giudea, da quello dell'Arabia e alla fine sfociano nel vicino mar Morto, a Gerico. E sappiate che qui è chiamato mar Morto, per il fatto che non genera, né riceve alcuna cosa vivente e tutte le cose che sono senza vita, cadono nelle profondità, né alcun vento lo può muovere ed è tutto simile a bitume molto solido, perché è chiamato il mare Salmario e il lago di Asfalte. E sappiate che il *bitume1095 di quel lago è così solido e così glutinoso, che se un uomo ne prendesse un filo, non si spezzerebbe mai, anzi si terrebbe tutto insieme, se non toccandolo col sangue mestruale delle donne, che presto lo spezza. E quel lago è dalle parti della Giudea. Dopo si trova la Palestina, dove è la città di Escalona, che un tempo fu chiamata Filistea. Lontano da Gerusalemme, circa *trenta giorni1096, vi sono le *due1097 città di *Sodoma e Gomorra1098. Dentro la Giudea, verso il Sole ponente, vi sono gli Esseni, che per il loro grande sapere si separarono dalle popolazioni, per evitare i piaceri, perché tra loro non vi è alcuna donna, né vi è conosciuto il denaro. Essi vivono di palme e sebbene nessuno vi nasca, la moltitudine delle persone non vi manca e se alcune persone vi arrivano, nessuno vi può rimanere a lungo, *se non offre fede e castità1099. Dopo viene il paese di Seluissa, dove si trova un altro monte, il Cassa vicino Antiochia, che è così alto da cui si può vedere il Sole dentro la quarta parte della notte e così si può vedere il giorno e la notte allo stesso tempo e si può vedere la luce prima che il giorno appaia. E per di qua, scorre il fiume Eufrate, che nasce nella grande Armenia sul Zizama, ai piedi del monte Catotene *e scorre completamente dentro Babilonia1100 e se ne va in Mesopotamia e là bagna e *fertilizza1101 tutto il paese, così come fa il Nilo in Egitto, in quello stesso tempo. Sallustio dice che il Tigri e l'Eufrate nascono in Armenia, da una stessa sorgente. Il Tigri è un fiume che ha principio in Armenia, da una nobile sorgente chiamata Elogie e all'inizio scorre lentamente senza nome, ma quando tocca la marca dei Medii, allora è chiamato Tigri, fintanto che sfocia nel lago chiamato Aretusa, che sostiene tutte le cose, per quanto siano grevi e pesanti. *E scorre1102 in tal maniera fra il lago, *che i pesci dell'uno non entrano nell'altro1103 e scorre così forte che è una meraviglia e il suo colore è separato da quello del lago. In questa maniera il Tigri va scorrendo come la folgore, fintanto che si trova contro il Montor, allora entra sotto terra ed esce dall'altra parte a Zomonde. Poi entra sotto terra e scorre dentro, fintanto che appare nella terra degli Giabeniani e degli Arabi. Dopo viene la Cilicia, una grande terra dove si trova il Montor. *A destra guarda a settentrione1104 e da quella parte è il Caspio e l'Orcania. A sinistra guarda a mezzogiorno e da quella parte è l'Amazzonia, il regno delle donne, Acaia

1093 In T questa frase manca.1094 T aggiunge: Et ces fleuves naissent. (Cfr. trad.)..1095 In F: boe = fango. In T: burre. (Cfr. trad.).1096 F aggiunge: entor .xxx. jornées. (Cfr. trad.).1097 In F: v. = cinque. In T: .ii. (Cfr. trad.).1098 F aggiunge: et les autres trois cités = e le altre tre città.1099 In T: se chasteté et foi et innocence n’est avec lui, car Deus ne le suefre mie. = se castità, fede e innocenza non è con lui, perché Dio non lo sopporta mica.1100 In F: et court touz tens parmi Babiloine. (Cfr. trad.).1101 In T: inonde = inonda. In F: arouse = innaffia (fertilizza).1102 In T: Et son cors est en tel maniere…. = E il suo corso è in tal maniera…..1103P.Beltrami ritiene superflua l'aggiunta di = de l'une partie fatta da Carmody. Cfr. M.Giola. 1104 T aggiunge: A destre esgarde septentrion. (Cfr. trad.).

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ed Escita. E la sua fronte guarda a occidente, tanto come questo monte guarda a mezzogiorno, scalda molto per il Sole, ma d'altra parte chi guarda a settentrione, non ha che vento e piogge. Là è la terra di Scita, dove si trova il monte di Cimera, che durante la notte crea grandi fumi e la terra d'Asia la piccola, dove è l'Efessim, Troia, la terra di Galata e di Bitinia, la terra di Pasfaglonia, quella di Cappadocia e la terra degli Assiri, in cui si trova l'Arbelita, una regione dove Alessandro vinse Dario il re *di Persia1105 e la terra di Meda. Ancora, sono a destra del Montor le porte del Caspio, dove nessuno può passare, fuorché attraverso un piccolo sentiero, che fu fatto a forza dalla mano dell’uomo, che ha ben ottomila passi di lunghezza. Poi vi è uno spazio di terra di diciottomila passi di lunghezza, dove non ci sono affatto pozzi, né sorgenti. E sappiate, ora che viene primavera, i serpenti del paese scappano da quella parte, perché nessun uomo può andare alle porte del Caspio, se non è inverno. Nella terra del Caspio, verso oriente, vi è uno dei luoghi in cui sono più abbondanti tutte le cose che si trovano sulla Terra e quel luogo è chiamato Direo. Qui vicino a questo si trova la terra di Termegira, che è così dolcissima e deliziosa che Alessandro vi fece la prima Alessandria, ora chiamata Cileucia. Dopo si trova la Bauzia, un paese che porta verso la terra d'India. Oltre i Bauziani vi è Panda, una città dei Sodaniani, dove Alessandro fece la terza Alessandria, per dimostrare la fine delle sue marce. È il luogo dove prima Libero, poi Ercole, poi Semiramide e Ciro fecero altari, come segno che avevano conquistato la terra fin là e più avanti non vi erano più popoli. Da qui si volge il mare di Scizia e quello del Caspio nell'Oceano e all'inizio vi sono le grandissime e profonde inondazioni, dopo si trova il grande deserto e dopo ancora vi sono gli Antropofagi, un popolo molto forte e fiero. Dopo vi è una grandissima terra, tutta piena di bestie selvagge, così crudeli che non vi si può andare. E sappiate che questa cattiva disavventura, accade per il grandissimo gioco che si trova sul mare, che i barbari chiamano Tabi. Dopo vi sono le grandissime solitudini e le terre disabitate verso il Sole levante. Dopo quel luogo e oltre tutte le abitazioni degli uomini, troviamo più avanti uomini che sono chiamati Seri, che da fuscelli e scorza d'albero con la forza dell'acqua, fanno una lana da cui creano i loro vestiti. Sono umili e pacifici tra loro e rifiutano la compagnia di altre persone, ma i nostri mercanti passano un loro fiume e trovano sopra la riva, ogni tipo di mercanzia che là può essere trovata e senza alcuna parola guardano con gli occhi il prezzo di ognuna e quando l'hanno visto, ne prendono ciò che vogliono e lasciano il valore nel luogo stesso. In questa maniera vendono le loro mercanzie, né vogliono le nostre, né tanto, né poco. Dopo questa, si trova sul mare la terra di Arazia, dove l'aria è molto temperata e tra quella terra e l'India, si trova tra le due il paese di Simicoine. Dopo quella terra si trova l’India, che va dalle montagne dei Medi fino al mare del mezzogiorno, dove l'aria è così buona, che ci sono due volte l'estate e due monsoni in un anno *e nel tempo d’inverno1106, vi è un vento dolce e soave. In India ci sono cinquemila città ben popolate e abitate da persone e ciò non è una meraviglia,

1105 In T manca.1106 In T: et en leu d’yvier = e nel luogo d’inverno. In F: et en tens de yver. (Cfr. trad.).

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per il fatto che gli Indiani non furono mai allontanati dalla loro terra. In India vi sono grandissimi fiumi, il Gange, l'Indo e l'Ipano, nobilissimi fiumi che trattennero le marce di Alessandro, secondo come dimostrano chiaramente, le chiuse che vi fissò sul letto. I Gambaridi sono l'ultimo popolo che si trova in India. In un’isola del Gange vi è la terra di Pras e di Paliborte e il monte Martello. Le genti che abitano intorno al fiume Indo, verso mezzogiorno, sono di colore verde. Fuori dall'India vi sono due isole, Erida e Argita, dove vi sono grandissime cose di metallo, che la maggior parte pensa che tutta la terra sia d’oro e argento. E sappiate che in India e là oltre quel paese, vi sono popoli molto diversi. Perché vi sono alcuni che vivono di solo pesce e vi sono altri che uccidono i loro padri, prima che muoiano per vecchiaia o per malattia e così li mangiano e ciò è per loro una cosa di gran pietà. Quelli che abitano nel monte Nile, hanno i piedi al contrario, cioè la pianta sopra ed in ognuno otto dita. Ve ne sono altri che hanno testa di cane *e la maggior parte non hanno capo1107, ma i loro occhi sono nelle loro spalle. Vi sono delle popolazioni che quando nascono, subito i loro capelli diventano canuti e bianchi e in vecchiaia anneriscono. Altri non hanno che un occhio *e1108 una gamba *e corrono molto velocemente1109. E così vi sono donne che portano bambini di cinque anni, ma non vivono oltre l'età di otto anni. Tutti gli alberi che nascono in India, non sono mai senza foglie. In India comincia il monte Caucaso che dal suo giogo vede una grandissima parte del mondo. E sappiate che in quella parte della Terra dove il Sole leva, nasce il pepe. Ancora, in India nel mar Rosso, si trova un'altra isola chiamata Oprobaine, dove in mezzo scorre un gran fiume e da una parte vi sono gli elefanti e le bestie selvagge, dall'altra vi sono uomini con grandi quantità di pietre preziose. E sappiate che in quel paese non serve nessuna stella, perché non ve ne sono che brillano, tranne una grande e chiara, di nome Canopo. Anche la Luna non passa sopra la Terra, fuorché dall'ottavo giorno fino al sedicesimo. Quelle popolazioni hanno a destra il Sole levante e quando vogliono andare per mare, portano uccelli allevati da quella parte dove vogliono andare e poi conducono le loro navi secondo ciò che mostrano gli uccelli. E sappiate che gli Indiani sono più grandi di altre popolazioni e una grandissima parte di quell'isola è deserta e disabitata per il calore. Dopo gli Indiani, vi sono le alte montagne dove abitano gli Ittiofagi, una popolazione che non mangia se non pesci, ma quando Alessandro li conquistò, vietò loro che li mangiassero ancora. Oltre quella gente vi è il deserto di Carminia, dove si trova una terra rossa e nessuno vi va, perché nessuna cosa vivente vi entra che non muoia presto. Poi viene la terra di Persia, tra l'India ed il mar Rosso, tra Meda e Carminia. Quindi vi sono tre isole in cui nascono i coccodrilli, che hanno venti piedi di lunghezza. Poi vi è la terra di Parta e la terra di Caldea, dove si trova la città di Babilonia, che ha sessantamila piedi circa [di lunghezza] e così vi scorre il fiume Eufrate. In India si trova il Paradiso terrestre, dove ci sono tutti i tipi di fusti d’albero, di pomi e frutti che siano sulla Terra e così vi è l'albero della vita, che

1107 In T: Et li autre n’ont chief = E gli altri non hanno capo.1108 T aggiunge: et li autre = e gli altri.1109 F aggiunge: et corrent trop durement. (Cfr. trad.).

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Dio vietò al primo uomo. Non vi fa, né freddo, né caldo, ma un continuo *clima temperato1110. Nel mezzo vi è la sorgente che la bagna tutta e *da quella sorgente1111 nascono i quattro fiumi *che avete udito1112: Fisone, Gione, Tigri ed Eufrate. E sappiate che dopo il peccato del primo uomo, quel luogo fu vietato a tutti *gli uomini1113. Queste e molte altre terre e fiumi vi sono in India, in tutta quella parte che si trova verso il Sole levante. Ma la narrazione non ne dirà ora, più di quello che ne ha detto, anzi vorrà *trattare1114 della seconda parte, cioè dell'Europa. E sappiate che in questa parte orientale nacque Gesù Cristo *Nostro Sire, che fu Dio e uomo veramente1115, in una provincia chiamata Giudea, vicino a Gerusalemme, in una città chiamata Betlemme. E per questo *la legge cristiana1116 cominciò innanzitutto in quel paese, secondo come la narrazione ha esposto qua dietro, *là dove parla1117 di lui e dei suoi apostoli. In quel paese vi sono molti patriarchi, arcivescovi e vescovi, secondo il fondamento della santa Chiesa, che sono cento trentatré stando alla narrazione, ma la forza dei Saraceni miscredenti ne ha soppressa una gran parte, per cui la santa legge di Gesù Cristo non vi può essere coltivata.

124. Dell'Europa.

L'Europa è una parte della Terra divisa da quella dell'Asia, là dove è lo stretto del Braccio di San Giorgio, dalle parti di Costantinopoli e di Grecia e va verso settentrione, per tutta la Terra, di qua dal mare fino in Spagna sul mare Oceano. In questa parte di terra vi è Roma, *una città1118 che è la capitale di tutta la cristianità. E per questo la narrazione dirà innanzitutto dell'Italia, cioè il paese dove si trova Roma, che ha in costa verso mezzogiorno, il gran mare e [dove] verso settentrione batte il mare di Venezia, chiamato il mare Adriano per la città di Adria, che fu fondata dentro il mare e il suo centro si trova nel canale della città di Rieti. E sappiate che un tempo l’Italia fu chiamata la Grande Grecia, quando i Greci la possedevano e finisce verso il Sole che tramonta, sul giogo delle montagne che sono verso la Provenza, verso la Francia e verso l'Alemagna, dove si trova una grande terra e fra le altre vi sono due sorgenti. Da una verso la Lombardia, nasce un fiume molto grande, che passa attraverso la Lombardia e riceve in sé trenta fiumi e sfocia nel mar Adriano, vicino alla città di Ravenna. Questo è il Po, che i Greci chiamano Eridano, ma in latino è chiamato Padus. Dall'altra sorgente verso la Francia, esce il Rodano, che va dall'altra parte verso la Borgogna e attraversa la Provenza, tanto che sfocia nel gran mare di Provenza, così velocemente, che porta le navi dentro il mare, *per ben cinque leghe e più ed è d’acqua dolce così come verso terra, per questo dicono

1110 In T: mes perpetuel atemprance. (Cfr. trad.). In F: mais que par raison et par atemprance. = ma che per ragione e temperanza (equivalente a clima temperato, ma di struttura controversa.).1111 F aggiunge: et de cele fontaine. (Cfr. trad.).1112 F aggiunge: que vos avés oi. (Cfr. trad.).1113 F sostituisce con: autres = altri. In T: a toz homes. (Cfr. trad.).1114 In T: escrire = scrivere.1115 F aggiunge: Nostre Sire, qui fu Dieu et home veraiement. (Cfr. trad.).1116 In F: novele loi = la nuova legge. In T: la crestiiene loi = la legge cristiana. (Cfr. trad.).1117 In F: parla = parlò. In T: il parole. (Cfr. trad.).1118 In T: est la cités de Romme, ki est li chies = è la città di Roma che è la capitale.

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che è uno dei maggiori fiumi d'Europa1119. In Italia vi sono molte province, di cui la Toscana è la prima e Roma è innanzi tutte. In mezzo a Roma scorre il Tevere e sfocia nel gran mare. E sappiate che l'apostolo di Roma ha sotto di lui sei vescovi, che sono cardinali: quello di Ostia, di Albano, di Portici, di Savino, di Tuscania e di Prenestina. Anticamente queste furono buone città, ma Roma le ha sottomesse al suo governo, perché sono tutte qui vicino. E dentro la città di Roma vi sono quarantasei chiese, dove ci sono ventotto sacerdoti e diciotto diaconi e tutti sono cardinali di Roma. Dopo ciò, in *Toscana1120 vi sono ventun vescovati, senza Pisa, che ha l'arcivescovato e tre vescovati sotto di sé. E sappiate che l'ultimo vescovato di Toscana è quello di Luni, che confina con i genovesi. Oltre Roma vi è la terra di Campania, dove si trova la città di Anagni e di Gaeta e altri sette vescovati. Dopo si trova la terra d'Abruzzo dove vi è *un arciescovo1121. Poi viene il ducato di Spoleto, dove si trova la città di Assisi e Rieti e altri *sette1122 vescovati. Poi ancora vi è la marca di Ancona, dove si trovano la città di Ascoli e Urbino e altri undici vescovati. Quindi vi è la terra di Laboro, dove si trovano la città di Benevento e Salerno e molte grandi terre, dove vi sono sette arcivescovati e cinquantuno vescovati. Vi è il regno di Puglia, dove si trova la città di Otranto, sotto il corno sinistro d'Italia. E sappiate che in Puglia vi sono otto arcivescovati e *trenta1123 vescovati. La Calabria, dove è l'arcivescovato di Cosenza e altri due arcivescovati e sedici vescovati. Poi vi è l'isola di Sicilia, tra il mar Adriano e il nostro, dove è l'arcivescovato di Palermo, quello di Messina e di Morreale e nove vescovati. E così è il monte Gibele, che getta sempre fuoco attraverso due bocche e nondimeno ha in cima sempre la neve e qui si trova la sorgente di Aretusa. E sappiate che tra la Sicilia e l'Italia, vi è in mezzo un piccolo braccio di mare, chiamato Faro di Messina, perché la maggior parte dicono che la Sicilia non è affatto in Italia, anzi è un paese a sé. E nel mare di Sicilia vi sono le isole Vulcano, della natura del fuoco. E tutta la terra di Sicilia non è che tremila stadi e lo stadio è per i Greci, ciò che noi chiamiamo miglio e che i Francesi chiamano lega, ma non sono affatto uguali. Ancora, vi è in Italia la terra di Romagna sotto il mare Adriano, dove si trovano la città di Rimini, Ravenna, Imola e altri dieci vescovati. Dopo vi è la Lombardia, dove si trova Bologna la Grassa e altre tre città e l'arcivescovato di Milano, che continua fino al mare di Genova e la città di Savona, d’Albenga e poi fino alla terra di Ferrara, dove vi sono *sette1124 vescovati. Dopo vi è la marca di Treviso, che si trova nel patriarcato di Aquileia, dove ci sono diciotto vescovati, che confinano con le parti dell'Alemagna, di Zara e della Dalmazia sul mare *Adriano1125. Ancora, in Italia si trova l'arcivescovato di Genova con i tre vescovati e poi vi è l'isola di Sardegna e Corsica, dove vi sono tre arcivescovati e quindici vescovati. Là dove l'Italia finisce nel mare di

1119 In T: et bien .v. lieus et plus est euue douce; et por ce dient il k’il est uns des .iii. grignors fleuves d’Europe. = et ben cinque leghe e più è d’acqua dolce e per questo dicono che è uno dei tre più grandi fiumi d’Europa.1120 T aggiunge: Toschane. (Cfr. trad.)..1121 In T: vii. Evesquès = sette vescovati.1122 In T: viii. = otto.1123 In T: xxxvii. = trentasette.1124 In T: xviii. = diciotto.1125 In T manca.

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Venezia, dall'altra parte del mare vi è la terra d'Istria, dove si trova l'arcivescovato di Zara e altri *tre1126 arcivescovati e diciotto vescovati. Poi vi è la terra di Schiavonia, dove vi sono due arcivescovati e tredici vescovati. La terra d'Ungheria, dove vi sono due arcivescovati e dieci vescovati. La terra di Polonia, dove vi sono quattro arcivescovati e in tutto otto vescovati. Ma di questo non parlerà più la narrazione, anzi ritornerà alla sua materia, là dove lasciò la Sicilia alla fine dell'Italia.

*Della medesima cosa.

Oltre la Sicilia, si trova la terra di Grecia dentro l'Europa, che inizia dai monti Ceraumi e finisce sull'Ellesponto, là dove si trova la terra di Tessaglia, dove Giulio Cesare combatté contro Pompeo e la Macedonia, in cui si trova la città di Atene e il monte Olimpo, che brilla sempre ed è più alto dell’aria in cui gli uccelli volano, secondo come gli antichi dicono, che vi salirono qualche volta. Poi vi è la terra di Tracia, dove si trovano i barbari, la Romania e Costantinopoli. E sappiate che alla fine della Tracia, verso settentrione, scorre il Danubio, il grande fiume dell'Alemagna. Poi si trova dentro il nostro mare, l'isola di Creta, dove il re Creto regnò per primo, secondo come il racconto dice qua indietro, nel catalogo dei re di Grecia. Poi vi è Callisto e l'isola Ciclade, chiamata Ortigia dove furono trovate per prime le quaglie greche. Poi vi è l'isola di Ebla, Minosse e Nasso, Melone, Carpata e Lemno, dove si trova il monte Athos, più alto delle nuvole. Con questo si può capire che in Grecia vi sono otto paesi. Il primo è la Dalmazia, verso occidente, il secondo è l'Epiro, il terzo è l'Ellade, il quarto la Tessaglia, il quinto la Macedonia, il sesto è l'Acaia e due sul mare, sono Creta e le Cicladi. E così sono in Grecia cinque diverse lingue. Da qui comincia un'altra parte dell'Europa, sull'Ellesponto, cioè un luogo sul mare che divide l'Asia e l'Europa e non è più largo di sette stadi, dove il re Serse fece un ponte di navi che passò. Poi il mare si allarga smisuratamente, ma questo non accade sempre, perché poco dopo diventa così stretto, che non è oltre cinquecento passi ed è chiamato il *Bosforo1127 di Tracia, attraverso cui il re Dario portò la grande abbondanza. E sappiate che il Danao è un grande fiume chiamato Istro, che nasce sui grandi monti d’Alemagna, in occidente verso la Lombardia e riceve sessanta fiumi, così grandi che vi possono andare le navi, tanto che si divide in *otto1128 e sfocia in mare verso oriente, di cui quattro vi entrano così impetuosamente, che queste acque mantengono la loro dolcezza per ben venti leghe, poiché non si mescolano con l'acqua di mare. Oltre questo luogo, dalla parte d’oriente, vi è la terra della Scizia. Sotto si trova il monte Rifeo e l'Iperboreo o uccello grifone nascente. Ma è provato dai saggi, che la terra di Scizia si trova in Asia, secondo come il racconto espone qui avanti, sebbene le isole della Scizia di qua del Danubio, siano settemila passi lontano

1126 In T: ii. = due.1127 In T: Bosfre = Bosforo, in F = golfe.1128 In T: vii. = sette.

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dal *Bosforo1129 di Tracia, dove il mare è congelato e pericoloso, che la maggior parte chiama mar Morto. Dopo la terra di Scizia, vi è l'Alemagna che comincia dalle montagne di Seuna, sul Danubio e continua fino al Reno, cioè il fiume che divideva Alemagna e Francia, ma ora continua fino alla Lorena. E sappiate che in Alemagna vi è l'arcivescovato di Magonza, di *Treviri1130 e altri sette arcivescovati e ben novanta vescovati, fino a Metz e a Verdun, nelle contrade della Lorena. Dopo l'Alemagna, oltre il Reno, vi è la Francia, che un tempo fu chiamata Gallia, in cui vi è innanzituttto la Borgogna, che inizia nei monti tra Alemagna e Lombardia, dal fiume del Rodano e si trova l'arcivescovato di Tarentas, di Besançon, di Vienna e di Ombron, dove vi sono sedici vescovati. Poi comincia la vera Francia, con la città di Lione sul Rodano e continua fino nelle Fiandre, nel mare d'Inghilterra, in Piccardia e in Normandia, con la piccola Bretagna, Angiou e Poitu, fino a Bordeaux e al fiume della Gironda, fino al Pozzo di Nostra Signora, dove vi sono sette arcivescovati e ben cinquantuno vescovati. Dopo vi è la Provenza fino al mare, dove è l'arcivescovato di Aix e di Arles, con tutti i dodici vescovati. Dall'altra parte vi è la Gascogna, dove vi sono sette arcivescovati e dieci vescovati e confina con l'arcivescovato di Narbonne, dove si trova la contrada di Tolosa e di Montpellier e nove vescovati. Dopo questa terra, comincia il paese della Spagna, che continua per tutta la terra del re d'Aragona, del re di Navarra, del re del Portogallo e di Castiglia, fino al mare Oceano, dove si trovano la città di Toledo e di Compostela, dove giace il corpo di monsignore San Giacomo. E sappiate che in Spagna ci sono quattro arcivescovati, con trentasette vescovati di Cristiani senza i Saraceni, che vi sono ancora. Qui finisce la Terra, secondo come le antiche popolazioni provarono e lo testimoniano anche *i promontori1131 di Calpo e Albinna, dove Ercole fissò le colonne, quando vinse tutta la Terra, nel luogo dove il nostro mare esce dal mare Oceano e passa tra questi due monti, dove sono le *due1132 isole Gadi e le colonne d’Ercole, in tal maniera che lascia i Mori e tutta la terra d'Africa a destra, la Spagna e tutta l'Europa a sinistra, dove non vi sono che *ottomila1133 passi di larghezza e *sedicimila1134 di lunghezza e non finisce fino alle parti d'Asia e si congiunge al mare Oceano. D'altra parte la terra di Francia, verso settentrione continua con il mare Oceano. E per questo un tempo, vi fu la fine delle terre abitate, fino a tanto che le popolazioni vi crebbero, moltiplicarono e passarono in un'isola che si trova in mare e ha ottocentomila passi di lunghezza ed è la grande Gran Bretagna, che ora è detta Inghilterra, in cui vi è l'arcivescovato di Canterbury e quello di Ebruic e diciotto vescovati. Dopo vi è l'Irlanda, dove si trova l'arcivescovato di Armachia, di Dublino, di Cassele e di Tuem, con trentasei vescovati. Poi vi è la Scozia, dove vi sono nove vescovati. E dopo si trova la terra di Norvegia, dove vi è *un1135 arcivescovato con dieci vescovati.

1129 In T ed F = Bosfre, Bofre. 1130 T aggiunge: et de Coloigne = e di Colonia. 1131 In F: la terre = la terra. In T: tertre = tumuli (promontori). 1132 In T manca.1133 In T: viim. = settemila. In F: viiim = ottomila.1134 In T: xvm. = quindicimila. In F: xvim. = sedicimila. 1135 In T: iiii. = quattro. In F: i. = uno.

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E sappiate che nella gran parte di queste isole e specialmente in Irlanda, non vi è alcun serpente e per questo dicono i paesani, che là dove si portassero delle pietre o della terra d'Irlanda, nessun serpente vi potrebbe dimorare. Queste e molte altre terre e isole, sono oltre la Bretagna e oltre il mare di Norvegia, ma l'isola di Tilla è l'ultima e si trova così decisamente nel profondo settentrione, che in estate quando il Sole entra nel segno del Cancro, ha i giorni molto lunghi, la notte è così piccola che sembra uguale a niente ed in inverno quando il Sole entra nel Capricorno, la notte è molto lunga, il giorno è così piccolo, che non vi è alcuno spazio tra la levata ed il tramonto del Sole. E oltre *questo luogo1136, il mare è congelato e solido, dove non vi è alcuna divisione, né congiungimento, né del levare, né del tramontare, secondo come il racconto disse quando trattò del corso del Sole. Ancora vi è l’isola delle Ebridi, dove gli uomini che la abitano non hanno nessun tipo di grano, ma vivono di pesce e di latte. Ancora, vi sono le isole Orcadi, dove nessuna popolazione vi abita. Ma la narrazione qui tace idi parlare dell'Europa, che finisce in Spagna e dirà della terza parte *del mondo1137, cioè l'Africa.

125. Dell'Africa.

Dalla Spagna vi è il passaggio per la Libia, una terra d'Africa dove si trova la regione della Mauritania, cioè la terra dei Mori. E sono tre le Mauritanie, una dove fu la città di Sitim, l'altra dove fu Cesaria, la terza dove si trova la città di Tingi. E la Mauritania finisce nell'alto mare dell'Egitto e comincia quello di Libia, dove si trova una grandissima meraviglia, perché il mare è molto più alto della terra e si trattiene dentro ai suoi margini, in tal maniera che non cade, né scorre sopra la terra. In quel paese si trova Atlante, il monte in mezzo alle dune, più alto delle nuvole e arriva fino al mare Oceano. Poi vi è la Numidia, la terra dei Numidiani. E sappiate che tutta l'Africa inizia sul mare Oceano, dalle colonne d'Ercole e da qui si volge verso Tunisi, Bugee e la città di Septis, rivolta completamente verso la Sardegna, fino alla terra dove si trova la Sicilia. Da qui si divide in due parti: una è chiamata la terra Cane e l'altra che *va oltre l'isola di Creta fino dalle parti d'Egitto1138 e tra due strisce *di terra1139, dove non si può passare in alcun modo, per i flutti del mare, che ora crescono e ora decrescono così pericolosamente, che nessuna nave vi potrebbe *andare1140 per la diversità dei flutti, che non arrivano ordinatamente e senza alcuna certezza. In questa maniera scorre tutta la parte d'Africa, tra l’Egitto e il mare di Spagna, che costeggia sempre il nostro mare. Ma dietro, verso mezzogiorno, vi sono il deserto di Etiopia, sul mare Oceano e il fiume Tigri, che genera il *Nilo1141, il quale divide la terra d'Africa e quella d'Etiopia, dove gli Etiopi abitano. E sappiate che tutta la terra rivolta verso mezzogiorno è senza sorgenti, priva di acqua e povera di

1136 In T: Tiles = Tile.1137 In T manca.1138 T aggiunge: s’en vet outre l’ille de Crete jusques es parties d’Egypte. (Cfr. trad.). 1139 T aggiunge: des terres. (Cfr. trad.).1140 T aggiunge: d’aler. (Cfr. trad.).1141 In F: alun = allume. In T: Nile = Nilo.

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terra, ma verso mezzogiorno è grassa e abbondante di tutti i beni. Dentro le parti d'Africa sono contate le due *strisce1142, di cui la narrazione fa menzione qui sopra e l'isola di Menna, dove si trova il fiume Lete, di cui gli antichi storici dicono che questo è il fiume dell'inferno e le anime che vi bevono, perdono la memoria di tutte le cose passate, in tal maniera che non ne hanno più ricordo, quando entrano negli altri corsi, secondo l'opinione dei miscredenti. Là sono le genti di Namsuazone e di Trogodite e le genti degli Amanti, che fanno le case di sale. Poi vi è Garesma, una città dove si trova una sorgente meravigliosa e le acque sono così tanto fredde di giorno, che nessuno le sopporta e di notte sono così tanto calde da essere una gran meraviglia ed escono da una stessa caverna. Ancora, vi è la terra d'Etiopia e del monte Atlante, dove le persone sono nere come more e per questo sono chiamati Mori, a causa della vicinanza del Sole. E sappiate che le genti d'Etiopia e di Garremana, non sanno cosa sia il matrimonio, anzi hanno tra loro donne comuni a tutti e per questo accade che nessuno conosce il padre, se non sua madre, per cui sono chiamati le genti meno nobili del mondo. E sappiate che in Etiopia, sul mare verso mezzogiorno, vi è una grande terra che getta una grande quantità di fuoco sempre ardente, senza fermarsi. Oltre queste popolazioni vi sono i grandissimi deserti, dove nessuna persona vi ripara, fino in Arabia. Ora avete ascoltato come la narrazione espone brevemente e chiaramente, le regioni della Terra e come essa è circondata dal gran mare chiamato Oceano, sebbene il suo nome cambi e muti in parecchi luoghi, secondo i nomi dei paesi dove batte, perché innanzitutto batte nella terra d'Arabia, dove è chiamato mare d'Arabia, poi mare di Persia, mare d'India, mare d'Ircania, del Caspio, mare di Scizia, d’Alemagna e mare di Gallia, cioè d'Inghilterra e mare d’Atlante, di Libia e d’Egitto. E sappiate che dalle parti d'India, questo mare cresce e decresce meravigliosamente e fa grandissimi flutti, o perché la forza del caldo lo sostiene in alto così come sospeso, o perché in quel paese vi è una grande abbondanza di fiumi e sorgenti. E su questo dubitano i saggi, perché il mare Oceano fa questi flutti, li spinge e poi li ritrae per un gran pezzo e poi li ritrae due volte tra il giorno e la notte, senza mai finire. Gli uni dicono che il mondo ha un'anima, perché è fatto di quattro elementi e per questo è necessario che abbia lo spirito. E dicono che quello spirito ha le sue strade nel profondo del mare da dove respira, così come si fa dalle narici. E quando respira fuori e dentro, fa andare le acque del mare sopra, trarre e ritornare indietro, secondo come il suo respiro va dentro e fuori. Ma gli astronomi dicono che questo non è se non a causa della Luna, poiché i flutti si vedono crescere e diminuire secondo la crescita e la diminuzione della Luna, di sette giorni in sette, mentre la Luna fa le sue quattro rivoluzioni in ventotto giorni, per i quattro quarti della sua orbita, di cui ha detto la *narrazione1143. *Ora sappiate, buone genti, che Dio Nostro Signore fece molte meraviglie in Terra ed in mare, che non le si può conoscere del tutto chiaramente, perché le ha riservate per sé e l’Apostolo ci insegna in questo modo ad apprenderle e dice: “Non conoscere più di quanto ti è necessario

1142 In T: cirtés = strisce. In F: sirtes = strisce.1143 T aggiunge: tout l’iestre = tutto l’essere.

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conoscere, ma penati di conoscere con sobrietà: cioè poco, non troppo”. Da cui quelli che dissero che il mondo aveva un’anima, non lo appresero affatto con sobrietà, ma oltre la sobrietà, cioè troppo. Sappiate che gli antichi saggi dissero molte cose belle degli affari del mondo, che dimostrano la verità, ma non la poterono conoscere, poiché essa rimane in Dio Nostro Signore e rimarrà sempre. Ma i saggi detti dei filosofi tuttavia, sono così facili da intendere, che nella vecchia legge furono molti quelli che errarono e da cui attraverso essi conosciamo meglio la vera credenza di Gesù Cristo e dei suoi apostoli, a cui dobbiamo credere con fermezza sopra tutti gli altri saggi che furono o che mai saranno1144.

126. Come l'uomo deve scegliere una terra vantaggiosa.

E poiché la nostra narraz56ne ha diviso la Terra secondo le sue abitazioni, vuole parlare un poco della terra stessa, secondo come è vantaggiosa, perché è la cosa attraverso cui le vite dei popoli sono mantenute. E perciò si deve mostrare molto bene quali terreni si devono preferire ed in quale maniera. Palladio dice che si deve fare attenzione a quattro cose, cioè all'acqua, all'aria, alla terra e alla maestria, di cui tre sono per natura, una è nella volontà e nel potere. Per natura è quando dobbiamo fare attenzione che l'aria sia sana, pulita, dolce e che l'acqua sia buona e leggera, la terra fertile e molto accogliente. E ora ascoltate la ragione del perché. L'aria sana può essere conosciuta in questa maniera: che il luogo non sia nelle valli profonde e che sia pura da nubi tenebrose e le genti che vi abitano, siano molto sane nel loro corpo, chiare, aperte e che la vista, l'udito e la voce di quelli, siano ben chiari e purificati. Puoi capire la bontà dell'acqua, se non nasce da una palude o da uno stagno torbido, da una *vena1145 di zolfo o *[luogo di] cura1146 e che il suo colore sia brillante, il suo sapore e il suo odore non siano viziati, che non vi siano dentro *impurità1147, in inverno sia calda e in estate fredda. E la sorgente del suo corso sia ad oriente, un poco declinante verso settentrione, molto corrente e leggera sotto le piccole pietre o sopra la bella sabbia, o almeno sopra la creta ben pulita e abbia il suo bel colore rosso e nero. Perché questo è segno che quell’acqua è molto leggera e fine, che si scalda subito al fuoco, al Sole e si raffredda subito per la sua leggerezza quando è lontana, che la fa passare bene da una qualità all'altra, per il fatto che non vi è nessuna cosa *contraria1148. Ma sopra tutti i tipi d'acqua, dalla pioggia è raccolta in maniera nuova quella buona, se è molto pulita e messa in cisterne ben lavate a fondo, senza alcuna sporcizia, perché ha meno umidità delle altre ed è un poco stitica, non tanto da nuocere allo stomaco, che anzi lo conforta. Dopo questa vi è l'acqua del fiume, purché sia lontana dalla città, che sia molto chiara e corrente sulla sabbia o sotto le pietre, *ma quella che scorre1149 sotto le pietre è migliore, per l'urtare 1144 F aggiunge tutto il paragrafo.1145 In T: leu = luogo.1146 Probabilmente con coivre si intende cura e non strale come attesta il Godefroy nel suo dizionario. Quindi è da intendersi luogo di cura, anche se in F non c’è tale vocabolo (cfr. nota precedente). Allusione a terme sulfuree?1147 In T: lemon = limo (fango). In F: inmondiee = impurità. 1148 In T: terrestre = terrestre.1149 F aggiunge: mais cele qui cort. (Cfr. trad.).

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delle pietre che la fa più delicata e quella che scorre sulla sabbia pulita, è migliore dell'acqua vecchia nelle cisterne, che prende vapori dannosi dalla terra, per il rimanere troppo dentro. E tutti i fiumi e i ruscelli che scorrono verso il Sole levante, sono migliori di quelli che scorrono verso settentrione. E sappiate che l'acqua nuoce al cuore, ai nervi e allo stomaco e genera dolori al ventre, stringe il petto, perciò devono fare attenzione tutti quelli che hanno caratteri freddi e devono fare molta attenzione all'acqua salsa e nitrosa, perché scalda, secca e dentro peggiora il corpo. L'acqua di mare è molto salata, pungente, brucia e per questo purifica il ventre, dal flemma grasso e viscoso. E generalmente tutte le acque sono fredde e umide e per questo non danno alcun nutrimento al corpo dell'uomo, né alcun accrescimento, se non è composta con un’altra cosa. E possiamo capire la sua bontà, dalle popolazioni che vi abitano e ne bevono abitualmente, se dentro hanno la bocca sana e pura, testa buona, con tutte le vene dei polmoni e non abbiano dolori e infiorescenze dentro al corpo, la vescica pulita, *pura1150 e senza mali. Devi conoscere la terra, se è bianca o nera, che non sia di sterile sabbia, non accompagnata da terra e che non sia coperta di polvere chiara o di polvere dorata, né coperta di *pietre1151, *né sia argillosa, né piena di rena1152, né si trovi in un’oscura vallata troppo pendente, ma sia grassa quanto nera e sia sufficiente a coprire tutte le semenze e le radici. E ciò che vi nasce non sia ulceroso, né ritorto, né senza linfa propria, ma deve generare delle erbe che significano buon frumento. Ed insomma, si deve fare attenzione che la terra sia dolce e grassa, perché dal colore non può mai scaldare. Se vuoi *provare1153 che è grassa, prenderai un pugno di terra e lo inumidirai bene con l'acqua dolce e poi se è glutinosa e solida, sappiate che è grassa. E d'altra parte farai una piccola fossa e poi la riempirai della terra stessa che avrai tolta. Se c'è della rimanenza, sappiate che la terra è grassa e se manca è magra e se non c'è rimanenza, *né manca1154, senza dubbio quella terra è media tra le due. E quando vorrai conoscere la terra dolce, ne metterai un poco con acqua dolce e poi la assaggerai con la tua lingua. Il luogo del tuo terreno, non deve essere piano da fare uno stagno, né pendente che scorra, né tanto alto da ricevere tutto il calore e tutte le tempeste, ma deve stare nel mezzo, in tal maniera che sia vantaggioso e ben posizionato. E se si trova nella fredda terra, devi preferire quei terreni che si trovano verso oriente o verso mezzogiorno, senza poggi che trattengano i raggi del Sole. E se questo si trova in un paese caldo, è bene che il tuo terreno sia verso settentrione.

127. Come si deve fare casa ed in quale luogo.

E perché le persone sovente e volentieri, costruiscono la casa sopra una buona terra, il maestro insegnerà come la devono fare. Innanzitutto, ciascuno deve fare attenzione che la sua edificazione non superi la sua dignità e la sua ricchezza,

1150 F aggiunge: pure. (Cfr. trad.).1151 T aggiunge: et k’ele ne soit sause ne amere = e che non sia salsa, né amara.1152 In T: ne oligneuse ne genitoise = né grassa, né fertilizzatrice. In F: ne soit argillouse ou pleine de areine. (Cfr. trad.).1153 In F: savoir ne prover = sapere, né provare. In T: prover. (Cfr. trad.).1154 In T manca..

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dov’è un grande pericolo, secondo come la narrazione esporrà qua avanti, nel libro delle quattro virtù, nel capitolo della ricchezza e per ciò qui non dirà altro di quella materia. Anzi, il maestro dice che il sire deve osservare innanzitutto la natura dell'acqua e deve conoscere e usare la sua natura, perché si devono evitare le acque cattive, paludose e stagnanti e allo stesso modo se sono verso occidente o verso mezzogiorno e se hanno abitudine di seccare in estate, perché sono pestilenziali e generano animali maligni.E il fronte della tua casa deve essere rivolto a mezzogiorno, in tal maniera che il primo angolo sia verso il Sole di primavera. E dall'altra parte, verso il Sole di ponente. La casa deve declinare un poco verso il Sole d'inverno, da cui segue che quella casa ha sempre il calore del Sole in inverno e non lo sente in estate. E tutte le travi della tua edificazione siano tagliate in *novembre1155, o almeno fino a quel punto, in tal maniera che tutta l'umidità che si trova nei vani, esca. E sappiate che tutte le travi tagliate a mezzogiorno, sono migliori sebbene a settentrione siano più alte, ma diventano difettose più facilmente. E la facciata sia di pietra bianca e *dura1156, rossa, tiburtina, di *Spagna1157, almeno canuta o infine, nera che vale di meno. Ma la sabbia di mare mette troppo [tempo] a seccare e per questo fai attenzione che la tua edificazione non sia fatta tutta insieme, perché questa sarebbe una pena perduta e così prima deve essere bagnata d'acqua dolce, che tolga l'asprezza del mare. La tua cantina deve essere verso settentrione, fredda, oscura e lontana dal bagno, dalle stalle, dal forno, dalle cisterne *vecchie1158, dall'acqua e da tutte le cose che hanno forti odori. Il granaio preferisce quella stessa parte, affinché sia lontano dal fieno e da tutte le umidità. Il posto delle pecore sia verso mezzogiorno e sia ben riparato dal freddo. La stalla dei cavalli e dei buoi guardi verso mezzogiorno e verso settentrione abbia qualche finestra per illuminare, in tal maniera che in inverno tu le possa chiudere per evitare il freddo e in estate aprire per raffreddare. E così la stalla deve essere pendente, per fare scorrere tutti gli umori, che non nuocciano ai piedi delle bestie.

128. Come si devono fare pozzi e fontane.

Se accadesse che intorno il tuo maniero non avesse l’acqua, la devi cercare in questa maniera: al mattino in agosto, prima che il Sole levi, ti rivolgerai verso oriente, il mento sulla terra e guarderai tutto dritto, là dove vedrai levare l'aria crespa, così come una nuvola delicata, simile all’espandere di un’annaffiatura, perché è segno d'acqua nascosta sotto terra, se questo non è un luogo dove vi sia l’abitudine ad esserci un lago, uno stagno o un altro luogo umido, secondo come mostra il giunco, il salice selvatico e tutti gli alberi che nascono dall'umidità. E quando avrai visto quel segno, devi scavare la terra tre piedi di larghezza e cinque di altezza. E quando il Sole è tramontato, devi mettere dentro un vaso di

1155 T aggiunge: jusques a la lune novele = fino alla luna nuova. 1156 In T manca.1157 In T: espoignes = spugna.1158 In T manca.

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coccio o di piombo che sia unto dentro, poi coprire la fossa, tappare con terra e legni e al mattino toglierlo e se dentro, il vaso suda e vi sono gocce d'acqua, non dubitare che qua vi sarà un buon pozzo. Ancora, se metti dentro la fossa un poco di terra seccata, non cotta, se c'è una vena d'acqua, al mattino sarà sciolta. Ancora, se metti una palla di lana, l'indomani la trovi bagnata. Dove una lucerna al mattino sia estinta, sappiate che c’è acqua in abbondanza e per questo devi scavare il tuo pozzo. Ma ai piedi dei monti a settentrione, abbondano le acque con grandi vapori e sono le più sane. E poiché la terra genera volentieri zolfo, allume e tali cose pericolose, chi fa il pozzo deve avere intorno a sé una lucerna ardente, perché se continua senza spegnersi è buon segno, ma se non continua e si spegne sovente, è segno di pericolo dove lo scavatore potrebbe morire subito e facilmente. La bontà dell'acqua deve essere saggiata in questa maniera: la metterai in un vaso di coccio ben pulito e se non genera alcuna brutta macchia, è buona. Ancora, quando è cotta in una piccola pentola di coccio, che non faccia sabbia o fango. Ancora, se cuoce molto i legumi ed è molto brillante e molto pura senza *schiuma1159 e senza tutte le sporcizie.

129. Come si devono fare le cisterne.

Ma se un luogo è tale che non si possa trovare acqua, né scavare pozzi, farai una cisterna che abbia più lunghezza che larghezza e sia ben pavimentata in alto, ungila sovente e con cura, di buon lardo cotto. E quando è ben unta ed asciugata a lungo, sia messa dentro l'acqua con anguille e pesci di fiume, che per il loro ruotare facciano muovere l'acqua là dentro. E se l'acqua esce da qualche parte, prenderai da un buon pozzo il liquido e alrettanto del buon lardo o del sego e li farai cuocere insieme, fintanto che facciano una schiuma, allora li toglierai e quando saranno raffreddati, metterai accuratamente della buona calce, li mescolerai insieme e poi li metterai nel posto dove esce l'acqua.

130. Come si deve arredare la propria casa *e con quali cose1160.

Quando la tua casa è completata e rifinita nel suo edificio, secondo lo stato del luogo e del tempo, devi fare camere e camini, là dove l’angolo della tua casa mostrerà che sia meglio. E penserai ad un mulino, un forno, una vivanderia, un colombaio o una stalla per pecore, porci, galline, capponi, oche e anatre che preferirai, secondo come il maestro dirà qua avanti, nel capitolo della natura degli animali. Ma nel fare casa è necessario *vedere1161 se il tempo e il luogo sono in guerra, in pace, se *l’abitazione1162 è dentro la città, *fuori1163 o lontano dalla popolazione. Perché gli Italiani che sovente guerreggiano tra loro, si dilettano a fare torri e altre case di pietra. E se questo avviene fuori dalla città, fanno

1159 In T: nue = nube (vapore). In F: escume = schiuma. 1160 F aggiunge: et de queles choses. (Cfr. trad.).1161 In T: porveoir = prevedere. In F: veoir = vedere.1162 In T: ce = questa. In F: li manoirs = il maniero (l’abitazione).1163 T aggiunge: ou dehors = o fuori..

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fosse e muri di pali, piccole torri, ponti e porte calanti e sono fornite di arieti, di pietre, frecce e di tutte le cose che necessitano alla guerra, per difendere, offendere e per mantenere la vita degli uomini dentro e fuori. Ma i Francesi fanno grandi case, larghe, colorate, belle camere liete, per avere gioia e piacere senza guerra e senza danno e per questo sanno fare meglio prati, verzieri, frutteti *e alberi1164 intorno alle loro abitazioni, perché è una cosa molto importante per il piacere dell'uomo. E così il sire deve allevare grandi mastini per la guardia delle sue pecore, piccoli cani per la guardia della sua casa, levrieri, bracchi e uccelli da caccia, quando in questo si vuole divertire. E tutta la casa sia fornita di arnesi che siano necessari in cucina e dappertutto, secondo come al signore interessa. E la masnada sia ben istruita ed educata a quello che deve fare, ognuno nel suo compito dentro e fuori, in tal maniera che il sire sia l’autorità e il maestro di tutti e guardi sovente come vanno le cose del suo ostello, così che possa condurre la sua vita onestamente secondo il suo stato, alla maniera che insegna il maestro qua avanti nel libro delle virtù. Ma come il sire deve fare attenzione *al suo profitto1165 nel lavorare terre, vigne, nel piantare alberi, nel seminare, nel raccogliere e nel curare il suo grano e la tosatura delle sue pecore, del latte, del formaggio e nell’allevare polli e cavalli e nell’accrescere il suo mobilio e il suo castello, il maestro non ne dirà niente di più di quanto ne ha detto, perché gli uni lo terrebbero in sdegno e gli altri direbbero che questo sarebbe avarizia. E per questo lascia questa materia e ritorna alla sua narrazione, cioè a esporre la natura degli animali e innanzitutto dei pesci, che per primi furono fatti, secondo l'ordine dei sei giorni.

QUINTA PARTE

131. Qui *incomincia1166 [a parlare] a proposito della natura degli anmali e per prima cosa dei pesci.

I pesci sono innumerevoli, sebbene Plinio ne conti cento quarantaquattro nomi e sono di diversi tipi. Alcuni vivono solamente nell'acqua, altri convivono in terra, in acqua e in ambedue. Altri concepiscono uova e le lanciano in acqua, l'acqua le riceve, le fa generare e dona loro vita e nutrimento. Altri generano figli viventi. Questi sono balene, cetacei, delfini e molti altri e quando vedono i nati, li curano con attenzione durante tutta la loro tenera età, in tal maniera che se percepiscono qualche insidia malvagia, la madre apre la bocca e *ritrae1167 suo figlio dentro il suo corpo, là dove era stato concepito e poi senza il pericolo, lo lancia fuori quando vuole. E sappiate che i pesci non conoscono l’adulterio, cioè un tipo non si congiunge all'altro carnalmente, così come fa l'asino con la giumenta o un cavallo fa con un'asina. Né possono vivere senza acqua, né allontanarsi dal proprio lignaggio. E hanno denti forti e aguzzi, sotto e sopra, per

1164 T aggiunge: et arbres = e alberi..1165 F aggiunge: en gaaigner = nel guadagnare (nel profitto). (Cfr. trad.).1166 In T: dist = dice.1167 In F: recoit = riceve. In T: trait = ritrae.

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trattenere il loro cibo contro il forte corso dell'acqua. Di cui gli uni mangiano erbe e piccoli vermi, gli altri mangiano

*pesci 1168 e ciò è per una tale *natura1169, in cui il più piccolo è sempre cibo del più grande e così vive l'uno dell'altro. Le balene sono grandissime e gettano l'acqua in alto più che alcun altro tipo di pesce. Il suo maschio è la forza, da cui essa concepisce. Sega è un pesce che ha una cresta a forma di *sega1170, con cui taglia le navi da sotto. E le sue ali sono così grandi, che ne fa vele e va bene verso la nave, cinque o otto leghe [di velocità], ma alla fine quando non lo può sopportare più, cade nel profondo del mare. I porci sono un tipo di pesci che scavano la terra sotto le acque, per cercare il loro cibo, così come i nostri *porcelli1171, perché la loro bocca è intorno alla gola e in tale parte che non potrebbero cogliere il loro cibo, se il becco non fosse fissato dentro la terra. Spada è un pesce che ha il becco come una spada, con cui buca le navi e le fa affondare. Lo scorpione è chiamato [così], perché lede le mani degli uomini che lo prendono, di cui dice la maggior parte, che se leghi dieci granchi con un'erba di nome ozimo, tutti gli scorpioni che sono nei pressi, si riuniranno con i granchi. L’anguilla nasce dal fango e per questo accade che più la stringi e più scappa, da cui gli antichi dicono che chi bevesse del vino in cui fosse nuotata un’anguilla, non avrebbe più voglia di bere vino.La murena è chiamata [così], perché si piega in molti cerchi, di cui i pescatori dicono che tutte le murene sono femmine ed è concepita dai serpenti e per questo la chiamano con il flauto, alla maniera della voce del serpente ed essa viene ed è presa. E la sua vita non è se non nella coda, perché [con] chi la colpisce sopra il capo o sopra il dorso, non muore affatto, ma con i colpi alla coda muore subito. Il cavalluccio è un piccolo pesce di mare, ma è così saggio, che percepisce prima la tempesta e subito prende una pietra e la porta con sé, così come un'ancora, per mantenersi contro la forza della tempesta. Perciò, sovente se ne prendono cura i marinai.

132. *Del coccodrillo e del caucatrix1172.

Il coccodrillo è un animale con quattro piedi e di colore giallo, che nasce nel fiume Nilo, cioè il fiume che bagna la terra d'Egitto, secondo come la narrazione ha esposto qua dietro, là dove parla di quella terra. È grande più di venti piedi, armato di grandi denti e di grandi unghie e la sua corazza è così dura, che non sentirà mai un colpo di pietra. Di giorno vive in terra, ma di notte si riposa dentro l'acqua del fiume. E fa le sue uova solamente in terra, in un tal luogo dove il fiume non vi possa arrivare. E sappiate che non ha affatto lingua ed è l'unico animale al mondo che muova la mascella di sopra e tenga ferma quella sotto e così vince l'uomo e lo mangia piangendo. Ora accade che, quando un uccello di nome strofilo vuole cercare una carogna per mangiare, si butta verso la bocca del coccodrillo e gliela gratta completamente, tanto che egli apre tutta la gola, per il 1168 T aggiunge: autres = altri.1169 In T: maniere = maniera. In F: nature. (Cfr. trad.). 1170 In F: eles = ali. In T: sie = sega.1171 T aggiunge: font en terre = fanno in terra. 1172 T titola: Dou cocodril c’on apele caucatrix = Del coccodrillo che si chiama caucatrix.

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*gran1173 piacere del grattare. Allora arriva un altro pesce, di nome idra, *cioè il caucatrix1174, gli entra dentro al corpo e ne esce dall'altra parte, tagliando e rompendo il suo costato, in tal maniera che lo uccide. Anche lo stesso delfino, che ha ugualmente come una sega sul dorso, quando lo vede nuotare si muove di sotto, lo ferisce in mezzo al ventre e lo fa morire subito. E sappiate che il caucatrix, sebbene nasca in acqua e viva dentro il Nilo, non è affatto un pesce, anzi è un serpente d'acqua, perché uccide l'uomo che lo può ferire, se non lo guarisce lo sterco di bue. E in quella terra abitano alcuni uomini molto piccoli, ma sono così arditi *e così prodi1175, che osano contrastare il coccodrillo, perché è di tale natura che caccia quelli che fuggono e teme quelli che si difendono, da cui qualche volta avviene che è preso e quando è preso e domato, dimentica tutta la ferocia e diventa così domestico, che l'uomo lo cavalca e gli fa fare ciò che vuole. E quando si trova dentro il fiume, non vede mai bene, ma in terra vede a meraviglia. E per tutto l'inverno non mangia, anzi sopporta e resiste tutti i quattro mesi della bruma.

133. Del cetaceo.

Il cetaceo è un pesce grasso, che la maggior parte chiama balena ed è un pesce così grande come la terra, che molte volte rimane in secca e non può andare là dove il mare è alto più di duecento piedi. È il pesce che raccolse Giona il profeta dentro il suo ventre, secondo come la storia del Vecchio Testamento ci racconta, il quale pensava di essere andato all'inferno, per la grandezza del luogo dove si trovava. Questo pesce alza il suo dorso in mezzo all'alto mare e vive tanto in un luogo, dove i venti portano la sabbia e la aggiustano sopra, finché vi nascono piccoli arboscelli, per cui i marinai sono morti diverse volte là, perché pensavano che questa fosse un'isola, così vi scendevano e fissavano dei pali e facevano fuochi, ma quando il pesce sentiva il calore, non lo poteva sopportare e così fuggiva dentro il mare e faceva affondare tutto quanto c'era sopra di lui.

134. Della conchiglia.

La conchiglia è un pesce di mare chiuso nel guscio come un gambero ed è tutta rotonda, ma essa lo apre e chiude quando vuole. E la sua dimora si trova nel fondo del mare. Sale in alto la mattina e la sera e riceve la rugiada dentro di sé. I raggi del Sole che si frangono sulla conchiglia, fanno alquanto indurire le gocce della rugiada, per ciascuna parte secondo come vi sono cadute, non in tal maniera che siano pietre, fintanto che si trovano in mare. Ma quando le si toglie dal mare e apre, si tirano fuori le gocce indurite, ora diventate pietre bianche, piccole e preziose che si chiamano perle o margherite. E sappiate che se la rugiada è pura, pulita e del mattino, le perle saranno bianche e brillanti, altrimenti no. E nessuna perla è più grande di mezzo pollice. In mare vi è

1173 In T manca.1174 In T manca.1175 In T manca.

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un'altra conchiglia che ha nome di murice o concia e parecchi la chiamano ostrica, perché quando è tagliata intorno, le escono lacrime che si tingono di porpora e quella tintura si trova nel suo guscio. Un'altra conchiglia è quella che si chiama granchio, perché ha gambe ed è rotondo. È nemico dell’ostrica, perché mangia la sua carne con un meraviglioso ingegno ed ora ascoltate come: porta una piccola pietra ed insegue l'ostrica, tanto che apre il suo guscio. Allora arriva il granchio e lancia la pietra dentro, in tal maniera che non può richiudersi e così se la mangia.

135. Del delfino.

Il delfino è un grande pesce di mare, che insegue le voci degli uomini. Ed è la cosa più agile che vi sia in mare, perché oltrepassa il mare più e più [volte], così come se volasse. Ma non avanza affatto volentieri da solo, anzi la maggior parte avanzano insieme. E attraverso di loro i marinai percepiscono la tempesta che deve arrivare, quando vedono fuggire i delfini attraverso il mare e rivoltarsi fuggendo, così come lo cacciasse la folgore. E sappiate che i delfini generano figli e non uova, li portano dieci mesi, li curano e li nutrono con il loro latte. E quando i loro figli sono nella loro giovinezza, li accolgono dentro la propria gola, per curarli meglio. E vivono trent'anni, secondo come dicono le persone che li hanno assaggiati nelle code, che a loro tagliano. E la sua bocca non è là dove l’hanno gli altri pesci, ma è *vicina al ventre. Contro la natura delle bestie1176 d'acqua, nessuno muta la lingua se non solamente il delfino. Il loro respiro non li può portare tanto sott’acqua, se non ritorna in alto all'aria e la sua voce è simile ad un uomo che piange. In primavera ne vanno parecchi per il mare del Ponto, dove nutrono i loro figli con l’abbondanza delle acque dolci e la loro entrata è a destra e la loro uscita a sinistra, perché non vedono mai bene dall'occhio sinistro, ma dal destro vedono chiaramente. E sappiate che nel fiume Nilo, vi è un tipo di delfino che ha sopra il dorso una spina dorsale come una sega, con cui uccide il coccodrillo. E nelle antiche storie, si trova che un bambino della *Campania1177 nutrì a lungo un delfino con del pane e lo rese così addomesticato da cavalcarlo, fintanto che il delfino lo portò in alto mare, qui annegò e alla fine il delfino si lasciò morire, quando si accorse della morte del bambino. Vi fu un altro a Jacia di Babilonia, che amò tanto un bambino, il quale dopo aver giocato con lui, il bambino felice scappò ed egli lo volle inseguire, così finì sulla spiaggia dove fu preso. Queste e molte altre meraviglie sono viste con queste bestie, per l'amore che portano agli uomini.

136. Dell'ippopotamo.

L'ippopotamo è un pesce chiamato cavallo fluviale, perché nasce nel fiume Nilo. Il suo dorso, i suoi crini e la sua voce, sono come quelli del cavallo. Le sue unghie sono fendute

1176 In F: ...près dou ventre, contre la nature. Et nule beste...=...vicino al ventre, contro la natura. E nessuna bestia.....In T: aprés le ventre. Contre la nature des bestes…= vicino (a rigore aprés significa dopo, ma è un evidente errore del copista) il ventre. Contro la natura delle bestie…(Cfr. trad.).1177 In F: campaigne = campagna. In T: Campaigne = Campania.

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come quelle del bue, i denti come cinghiale, la coda ritorta e mangia la biada di campo dove cammina all'indietro, a causa degli agguati degli uomini. E quando mangia troppo e capisce di essere sfinito per l'eccesso di cibo, va sopra le canne tagliate di nuovo, tanto che il sangue esce attraverso i suoi piedi, con grande abbondanza *ed in tal maniera1178 guarisce dalla sua malattia.

137. Delle sirene.

Le sirene, dicono gli autori, sono di tre tipi e hanno aspetto di donna, dal capo fino alle cosce, ma da quel punto in basso hanno aspetto di pesce e hanno ali e unghie. Di cui la prima cantava meravigliosamente dalla sua bocca *con voce di donna1179, l'altra con voce di flauto e canna, la terza come una cetra e con il loro dolce canto facevano morire gli ignari che andavano per mare. Ma a dire il vero, le sirene furono tre meretrici che ingannavano tutti i passanti e li gettavano in povertà. E la storia dice che avevano ali e unghie, a significato dell'Amore che vola e ferisce e vivevano in acqua, perché la lussuria fu fatta di umidità. E veramente, in Arabia c'è un tipo di serpente bianco che si chiama sirena, il quale scorre così meravigliosamente, che la maggior parte dice che voli. Ed il suo veleno è così tanto aspro, che se morde qualche uomo, gli conviene morire subito prima che senta il dolore. Ma delle differenze dei pesci e della loro natura, la narrazione dirà ora *di più1180, anzi parlerà degli altri animali che sono in terra e per prima cosa dei serpenti, perché sono simili ai pesci per molte proprietà.

138. *Di tutti i tipi di serpenti1181.

I serpenti esistono da molte generazioni e tanto come sono divisi in tipi, così hanno nature diverse. Ma generalmente tutti i serpenti sono di natura fredda, né feriscono se non si scaldano. E perciò il veleno di quelli, nuoce più di giorno che di notte, perché durante la notte si raffreddano in tutta la loro pelle, per il freddo della rugiada. In inverno giacciono sempre nei loro nidi e in estate escono. Tutti i veleni sono freddi e perciò accade che l'uomo, quando ne è ferito, per prima cosa ha paura, perché *l'uomo1182 che è caldo e della natura del fuoco, sfugge la freddezza del veleno. Ed è chiamato veleno, perché entra dentro le vene e non può far male, se non tocca il sangue dell'uomo e allora quando il veleno si scalda e arde dentro, uccide subito l'uomo. La natura del serpente è tale che, quando invecchia e i suoi occhi sono pieni delle tenebre, ringiovanisce lentamente, si guarda dal mangiare, tanto che dimagrisce e la sua pelle è larga e spaziosa nel suo dorso. Allora entra con molta forza tra lo stretto di due pietre, *o di due rami biforcati1183, tanto che si spoglia della sua vecchia scaglia e diventa giovane, fresco e

1178 In F: et par tel maistrie = e con tale maestria.1179 T aggiunge: comme vois de feme. (Cfr. trad.).1180 T aggiunge: plus ke dit en a = di quanto ne ha detto.1181 T titola: Des serpens = Dei serpenti.1182 In T: ame = anima. In F: ome = uomo.1183 F aggiunge: ii. arbres fourchiés. ( Cfr. trad.).

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ben vedente, ma usa come cibo il finocchio, per avere la vista chiara. Quando vuol bere, lascia di nascosto il suo veleno in qualche luogo ben nascosto. Teme l'uomo nudo e se mangia lo sputo di un giovane uomo, muore. E la sua vita è nel suo capo, in tal modo che se solamente la testa sfugge viva dal suo corpo oltre due dita, vive e già per questo non muore e ciò è la cosa per cui mette il suo corpo in pericolo, per difendere la testa. Tutti i serpenti hanno vista corta e non guardano se non un poco di traverso, perché i loro occhi non sono nella fronte davanti, anzi sono di lato, dentro le orecchie e per questo hanno più veloce l'udito della vista. Dirige la lingua più velocemente che alcuna cosa vivente e perciò molte persone pensano che abbiano tre lingue, ma non ce n'è che una. E il suo corpo è così umido che nella strada attraverso dove va, disegna con la sua umidità, poiché il serpente usa il suo costato in luogo delle gambe e le squame al posto delle unghie e se è ferito in qualche parte della gola, alla fine del ventre, accade che perde la sua forza, in tal modo che non può correre così come era solita.

139. Dell'aspide.

L'aspide è un tipo di serpente velenoso che uccide l'uomo con i suoi denti. Sebbene siano di parecchi tipi, tuttavia ognuno ha proprietà di fare male, perché quello chiamato aspide fa morire di sete l'uomo che morde, quell'altro che ha nome di priale lo fa dormire tanto che muore e l'altro chiamato emorroide, gli fa versare tutto il suo sangue fino alla sua morte. Quello di nome preste va sempre a bocca aperta e quando la stringe, non ha niente nei suoi denti, si gonfia tanto che muore e subito imputridisce così malamente che è diabolico. E sappiate che l'aspide porta una pietra preziosa e molto brillante, che si chiama carboncolo e quando l'incantatore che gli vuole togliere la pietra, dice le sue parole, subito la bestia feroce se ne accorge, ficca una delle orecchie dentro la terra e chiude l'altra con la sua coda, in tal maniera che diventa sorda e non ascolta le parole ingannatrici.

140. *Dell’anfimenia1184.

L’anfimenia è un tipo di serpente che ha due teste, una al suo posto e l'altra nella coda e può *mordere1185da ogni parte. Corre in maniera agile e i suoi occhi sono brillanti come candele. E sappiate che è l’unico serpente al mondo, che rimane al freddo e sempre va davanti agli altri, come capitano e guerriero.

141. Del basilisco.

1184 T titola: Du serpent a ii. testes = Del serpente a due teste.1185 In T: corre = correre.

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Il basilisco è il re dei serpenti ed è così pieno di veleno, che ne brilla tutto al di fuori e la vista e l’odorato portano il veleno vicino e lontano, perché corrompe l'aria e secca gli alberi e tale è il suo odorato, che uccide gli uccelli che volano e con la sua vista gli uomini, quando li guarda, sebbene gli antichi dicano, che il basilisco non nuoce a quello che lo guarda prima degli altri. La sua grandezza è di *mezzo1186 piede con macchie bianche e cresta come un gallo e va dritto all'insù, per la metà davanti e l'altra metà come gli altri serpenti. E nonostante che sia così feroce, tuttavia le donnole, cioè una bestia più lunga di un sorcio e bianca nel ventre, lo uccidono. E sappiate che Alessandro li trovò e fece fare grandi ampolle di vetro, dove gli uomini mettevano dentro i basilischi che vedevano, *ma quelli non vedevano che li uccidevano con le frecce. E con tale ingegno, la sua armata fu

liberata da loro1187.

142. Dei dragoni.

Il dragone è tra tutti il serpente più grande e una delle più grandi bestie del mondo, che abita in India e in Etiopia, dov'è sempre la grande estate. E quando esce dalla sua spelonca, corre per l'aria così decisamente e con un così grande soffio, che l'aria ne brilla dopo di lui, altrettanto come un fuoco ardente. Ha una *testa1188 grande e una bocca piccola, dove vi è una fessura aperta e da dove trae la lingua e il suo fiato. E la sua forza non è nella bocca, ma nella sua coda, con cui nuoce più per battere che per ferire. Ed ha una così grande forza che nessuno, per quanto sia grande o forte, se il dragone lo stringe con la sua coda, può scappare senza morire. Anche all'elefante stesso conviene morire, per il fatto che tra loro vi è un odio mortale, secondo come il maestro dirà qua avanti nella narrazione dell'elefante.

143. Dell’isitale.

1186 In T: mi = mezzo, in F vi = sei.1187 In F: mais cil ne les veoient pas; liquex les fit ocirre, et ainsi en delivra son ost = ma quelli non li vedevano che li fece uccidere e così ne liberò la sua armata. In T: mais il ne veoient ceaus, ki les ocioient des saietes; et par itel engin en fu delivrés il et son ost. (Cfr. trad.).1188 In F: creste = cresta. In T: teste = testa.

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L’isitale è un serpente che va molto lentamente. Ma è molto macchiato di così diversi colori, chiari e brillanti, che le persone lo guardano volentieri, tanto che egli le avvicina e per paura di lui, le trattiene e *le sorprende1189. E sappiate che è di così calda natura, che anche in inverno spoglia la sua pelle per il caldo che ha.

144. Della vipera.

La vipera è un tipo di serpente di natura così feroce, che quando il maschio si congiunge alla femmina, mette il suo capo dentro alla gola della femmina e quando sente il piacere della lussuria, stringe i denti *e gli trancia la testa, lo inghiotte e da ciò concepisce1190. E quando i suoi *figli1191 hanno vita e vogliono uscire *fuori1192, allora rompono e *tagliano1193 il corpo della madre ed escono, in tal maniera che suo padre e sua madre muoiono per loro. Di questo serpente dice Sant'Ambrogio, che sono la cosa più crudele del mondo e inoltre, senza pietà e pieno di astuzia. E sappiate che questo serpente, quando ha voglia di lussuria, va nelle acque dove ripara la murena e la chiama con la sua voce simile al flauto ed essa viene subito da lui e sovente con tal ingegno, è catturata dai pescatori, secondo come la narrazione espone qua dietro nel capitolo dei pesci.

145. Delle lucertole.

Le lucertole sono di tre tipi, una grande, una piccola e un'altra che si scalda in estate e prende con i denti in maniera cattiva, gli uomini. Ma quando la piccola lucertola invecchia, entra in una stretta fessura, da una parete contro il Sole e spoglia l’opacità dei suoi occhi e tutta la sua vecchiaia.

146. *Della salamandra1194

La salamandra è simile alla piccola lucertola. Di vario colore, il suo veleno è più forte sugli altri, perché gli altri colpiscono solo una cosa, invece questo ne colpisce parecchie insieme, perché se sale su un melo, avvelena tutte le mele del melo e uccide tutti quelli che ne mangiano. E se cade in un pozzo, la forza del suo veleno uccide tutti quelli che ne bevono. E sappiate che la salamandra vive in mezzo alle fiamme del fuoco, senza dolore e senza danno del suo corpo e per sua natura estingue il fuoco. Ma qui il maestro finisce di raccontare dei serpenti, della loro natura e dei vermi, come sono di diversi tipi e come nascono in terra, in acqua, nell'aria, nel fogliame, nei fusti, nei drappi, negli uomini e nelle altre bestie viventi, dentro e fuori, senza unione di maschi e di femmine, sebbene alcuni nascano qualche volta dalle uova. Così ora la narrazione non ne esporrà di più,

1189 In F: li serpens = il serpente. In T: li sosprent = li sorprende.1190 In F: et tranche le chief à son masle = e trancia la testa al suo maschio. In T: et li trence la teste, et l’englout, et de çou conchoit. (Cfr. trad.).1191 In T: faon = fauna. In F: fil = figli.1192 In T: issir, lors = uscire, allora. In F: issir hors = uscire fuori.1193 T aggiunge: a fine force = con gran forza. 1194 In T il capitolo della salamandra, fa tutt’uno con il capitolo delle lucertole.

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perché ciò sarebbe una materia lunga senza grande vantaggio e seguirà la sua narrazione, per parlare degli [altri] animali.

147. *Della natura dell'aquila1195.

L'aquila è il migliore uccello vedente del mondo e vola così in alto che non appare alla vista degli uomini, ma vede così chiaramente, che riconosce anche le piccole bestie in terra, i pesci nell’acqua e li prende nello scendere. E la sua natura è di guardare contro il Sole così fermamente, che i suoi occhi non si muovono di una goccia *e per questo quando l'aquila ha i suoi figli1196, li tiene con le sue unghie, dritti contro i raggi del Sole e quello che guarda direttamente senza crollare è tenuto e nutrito come degno e quello che rimuove gli occhi, è rifiutato e gettato dal nido, come bastardo. E ciò non per crudeltà di natura, ma per giudizio di giustizia, perché l'aquila non lo caccia come figlio suo, ma come un altro, estraneo. E sappiate che un *vile1197 uccello, chiamato folaga, completa la ferocia dell'uccello reale, perché accoglie quello tra i suoi figli e lo nutre come suo figlio. E sappiate che l'aquila vive a lungo, perché si rinnova e *spoglia1198 la sua vecchiaia. E la maggior parte dice che vola in così alto luogo, verso il calore del Sole e le sue penne ardono e *toglie1199 tutta l'oscurità dai suoi occhi e allora si lascia cadere dentro qualche sorgente, dove si bagna tre volte e subito ringiovanisce come al suo inizio. Altri dicono che il becco dell'aquila cresce e si piega nell’età adulta, in tal maniera che non può più prendere quei buoni uccelli che la mantenevano *in vita1200 e in gioventù, allora lo batte e aguzza tanto sulle rudi pietre, che toglie il sovrappiù e il suo becco diventa più fine e affilato di prima, così che *mangia1201 e prende ciò che le piace.

148. Dell'astore.

L'astore è un uccello da preda, così come lo sono il falcone, lo sparviero e altri uccelli che hanno per diletto di prendere altri uccelli e sono molto feroci contro i loro figli, perché subito quando li vedono alquanto cresciuti e che hanno qualche possibilità di volare, non li cibano più da allora in avanti, anzi li cacciano fuori dai nidi e li costringono nella loro giovinezza, a procurarsi il loro cibo, perché non vogliono che i figli dimentichino il mestiere proprio dei loro antenati, né che apprendano ad essere parassiti. In tal modo li tralasciano di nutrirli, perché *apprendano1202 a rapire. E sappiate che gli astore sono di tre tipi: grandi, medi e piccoli. Il piccolo è minore degli altri, secondo la legge del terzo ed è prode, mattiniero, leggero nell'uccellare, desideroso di mangiare e vola subito. Il medio ha le ali rosse, i piedi corti, le unghie piccole e cattive, gli occhi grossi e scuri, è molto difficile da addomesticare e per questo non ha mai pregio il

1195 T titola: De l’aigle = Dell’aquila.1196 In T: et pour çou prent l’aigle ses fiz = e per questo, l’aquila prende i suoi figli.1197 In F: viaus = vecchio. In T: vil = vile.1198 In T: depose = depone. In F: despoille = spoglia.1199 In F: o toute = con tutta. In T: oste = toglie.1200 T aggiunge: en vie. (Cfr. trad.).1201 T aggiunge: et renovele = e rinnova.1202 In T: por metre = per metterli.

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primo anno, ma al terzo è buono e bonario. Il grande astore è più grande degli altri, più grosso, più ammaestrato, migliore, ha occhi belli, chiari e brillanti, grossi piedi, unghie grandi e viso lieto. Ed è ardito, così che da nessun uccello si differenzia e anche l'aquila non gli fa alcuna paura. Per questo dice il maestro che nel preferire un buon astore, si deve guardare che sia grande e ben fornito dappertutto, perché a dire il vero, tra tutti gli uccelli *da preda1203, la maggior parte sono femmine e quello piccolo, cioè il terzo, sono maschi. E sono così caldi e così orgogliosi per la mascolinità che regna in loro, che appena prendono un’altra cosa, se non tanto come la vogliono. Ma la femmina che è fredda, per la femminilità che è in lei, è sempre desiderosa e bramosa di prendere, perché il freddo è radice *di1204 desiderio. E ciò è la natura per cui i grandi uccelli cacciatori sono migliori, perché non hanno sdegno a prendere, anzi desiderano sempre di più la preda, in tal maniera che molte volte, quando sono *sori1205, prendono qualche cattivo vizio, sebbene lo perdano alla muta, dove mutano e migliorano le penne e le abitudini, ma il terzo prende a ciascuna muta, qualche cattivo vizio.

*Della medesima cosa1206.

E quando trovi un grande astore, guarda che abbia la testa lunga e piatta, a somiglianza di un'aquila e che la sua cera sia lieta e un poco sottomessa nello stesso tempo e che sia fornito [di tutto] e poi il suo volto deve essere analogamente come corrucciato e pieno d'ira. Abbia il naso e le narici molto gialle e la divisione che si trova all’incirca tra gli occhi, sia molto lunga e il sopracciglio pendente. Gli occhi siano abbastanza ragionevolmente in fuori, grandi e ben colorati, perché questo è segno di essere figlio di astore mutato più di *quattro1207 volte, per cui vive meglio e più a lungo quando è generato da padre vecchio. Il suo collo deve essere lungo, sottile e serpentino, il petto grosso e rotondo come una colomba. I pennoni, cioè le due penne delle ali, che la maggior parte chiama coltelli, devono essere chiusi dalle ali, così che non appaiano brevi e troppo congiunti. Penne libere che tengano bene, gambe grosse, gialle e corte, piedi grandi, larghi, aperti, talloni lunghi e ogni artiglio molto grosso, non di carne, ma di nervi con le ossa, unghie grosse, forti, dure e l'artiglio di mezza lunghezza di misura. Questa è la perizia per conoscere bene l'astore. Ma sappiate che quelli che hanno gambe lunghe, catturano più facilmente e raramente sbagliano a catturare, ma non trattengono così bene, né così forte, come quelli che le hanno corte e brevi, sebbene non prendano così facilmente come quelli che le hanno lunghe. E quando vorrai sapere se è sano o malato in qualche parte, lo devi sollevare con la mano sinistra e rimirare accuratamente dall'alto al basso. Se guarda in alto *e non sbatte che il suo

1203 In T: chaceours = cacciatori.1204 T aggiunge: toute = ogni.1205 Accolgo la lezione di M. Giola (v.bibl.), più consona al significato generale, che segnala la presenza del vocabolo sorz in alcuni mss. al contrario dei mss. francesi con lezione

unanime fors = forte. Secondo il vocabolario Treccani la voce soro ha questi significati: riferito a volatili......dal francese antico sor che è il latino medioevale saurus cioè giallastro, a sua volta dal germanico saur sauro detto del mantello dei cavalli...per estensione che non ha ancora mutato le penne, giovane, detto dei falconi e di altri uccelli rapaci allevati per la caccia. Riferito a persona, inesperto, non ancora smaliziato.

1206 T titola: De connoistre bien ostours. = Del conoscere meglio l’astore.1207 In T: iii. = tre.

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becco1208 e la sua coda non tiene slacciata, sappiate veramente che è sano nel suo corpo. E quando hai fatto questo, gira il tuo pugno sotto i suoi piedi e guarda se ritorna subito e sta fermo sopra il fermo, così dritto che non si aggrappa più a un piede piuttosto che all'altro. E se scaglia veloce e leggero la sua gamba contro la carne e quando l'ha presa, abbassa bene il suo becco, la prende e stringe con gran forza, stende il collo, ferma i suoi piedi e i suoi talloni, puoi ben dire senza dubbio, che è sano di gambe e di cosce. Allora lo trai dal coltello di una delle ali e poi dall'altra e se la lascia tirare e la ritrae nel suo luogo veloce e agilmente, è significato che è ben sano d'ali. Dopo ciò, guarda se smaltisce bene e liberamente, secondo la quantità del pasto, bianco o nero, non mescolato, ma che l’uno sia diviso dall'altro, né che abbia sangue, liquido chiaro, pietra, vermi, nè alcun'altra mescolanza, perché ciò dimostra che è ben sano dentro il corpo. E se dopo mangiato, pulisce il suo becco qua e là e *sovente smoccica, getta acqua dal naso1209, porta il suo becco qua e là e non è mai in un posto [solo], sappiate che è sano nella sua testa. Analogamente se sopra la mano o sopra la pertica, si colora e adorna le sue piume, dimora eretto, mangia e rompe il cibo bene e con gioia, allora è molto sano, lieto di corpo e di membra.

149. *Di tutti gli sparvieri1210.

Lo sparviero deve essere scelto in tale maniera da avere testa piccola, occhi *pungenti1211, che giochi e torni leggero sulla mano, dal grosso petto e ben aperto, dai piedi grandi, bianchi e *lunghi1212, gambe larghe e forti, coda sottile e che si chiude, ali lunghe al terzo giro della coda. E la cinta, cioè la piuma sotto la coda, sia macchiata con macule, perché tale sparviero deve essere buono a ragione, anche se ha le gambe come rovinate e se ha grossezza in mezzo all'artiglio medio di destra, là dove comincia la scaglia, perché è segno di grandissima qualità. E tanto sappiate dello sparviero, che quello che ha coda lunga è codardo, ma vola veloce e quello che ha tredici penne nella coda, è sempre migliore degli altri e vola meglio e insegue più velocemente la sua preda. Ma chi vuole mutare e avere *sano1213 il suo sparviero, lo deve curare ogni inverno, che non catturi pavone, né altro uccello che gli faccia male, ma anche quello che cattura una colomba *[o una] tortorella1214, che non si ferisca e faccia male con facilità, per i gran giri che fa nell'andare verso il basso. E sappiate che tutti gli uccelli cacciatori sono di tre tipi: nidiacei, selvatici e grifagni. Nidiaceo è quello che si ritrae nel nido e si nutre nella sua dimora, dalla sua gioventù ed è più ardito e desideroso di catturare e sovente emette suoni per la sicurezza delle persone, dove è stato nutrito. Selvatico è quello che ha già volato e cacciato secondo la sua natura, ma poi viene catturato su un ramo d'albero o in un altro luogo, con l’ingegno. Grifagno è un uccello che si cattura all'inizio 1208 In T: et k’il ne bate fort, et ne bate son bec = e che non batta forte e non batta il suo becco. In F: et que il ne s’esbat que son bec = e che non sbatte che il suo becco.1209 T aggiunge: et esmouche sovent, et giete euue par le nés. (Cfr. trad.).1210 In T: Des esperviers = Dello sparviero.1211 In F: forniz = forniti. In T: forains = (foranti) pungenti.1212 T aggiunge: auques apers = alquanto aperti.1213 In F: de saison = di stagione. In T: sain = sano.1214 F aggiunge: turterelles = tortorella.

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dell'inverno e ha gli occhi rossi e vermigli come il fuoco. E sappiate che, se aveva già mangiato sotto il freddo, prima di essere catturato, a malapena potrebbe vivere, perché la sua gola non può sostenere il freddo, ma se fosse in suo potere, avrebbe sempre cibi caldi e freddi, che lo aiuterebbero a cuocere il suo pasto. E perciò accade che il nidiaceo non avrà mai così begli occhi quanto gli altri, che mangiano ogni volta un nuovo *cibo1215 e giace fuori all'aria e fa quanto gli piace, né prende tanto bene la sua preda, sebbene abbia più desiderio. E sappiate che un uccello giovane genera figli rossi, dalle grosse macule e gli occhi scoloriti e arditi, ma non può vivere dalle mani dell'uomo più di cinque anni. L’uccello vecchio genera figli neri o di macchia piccola, con occhi colorati e sono migliori e di lunga vita.

150. *Di tutti i falconi1216.

I falconi sono di sette linee. Di cui la prima è il falcone lanaiolo, grossolano tra gli altri e lui stesso diviso in due tipi, di cui gli uni hanno la testa piccola e non vale *niente1217, l'altro ha il capo grosso, il becco e le ali lunghe, la coda corta e i piedi *attaccati1218. È buono, sebbene sia difficile da ornare, ma chi lo fa mutare tre volte, può prendere tutti gli uccelli. La seconda linea è il falcone chiamato pellegrino, perché nessuno trova il suo nido, anzi è preso così come in pellegrinaggio ed è molto facile da allevare, molto cortese, valente e di buone maniere. La terza linea è il falcone di montagna, conosciuto abbastanza in tutti i luoghi e quando è *catturato1219 non fugge più. La quarta linea è il falcone gentile che fa la gru e vale più degli altri, ma non ha abilità con l'uomo *senza cavallo1220, perché desidera troppo seguirlo. E tanto sappiate che, tra queste quattro linee dovete preferire quello che ha la testa più piccola. La quinta linea è il girifalco, che supera tutti gli uccelli per la sua grandezza ed è forte, aspro, feroce, astuto e felice nel cacciare e nel catturare. La sesta linea è il sagro. Questo è molto grande e assomiglia all'aquila bianca, ma è con gli occhi, le ali, il becco e l'orgoglio, simile al girifalco, sebbene non abbia mai trovato uno che lo abbia visto. La settima linea è il brettone, che la maggior parte chiama rodione ed è il re ed il sire di tutti gli uccelli, perché non vi è nessuno che osa volare davanti a lui, anzi cade già tutto stordito, in tal maniera che lo si può prendere come se fosse morto. Anche l'aquila stessa, per paura di lui, non osa apparire là dove si trova. Ed insomma, tutti i falconi che hanno i piedi grossi, le ginocchia nodose così come sovraossa, sguardo selvatico e fiammante, gli occhi terribili, le ali di sopra grosse, *le unghie nere e molto accuminate, lunghe penne appuntite, brillanti ed è buono se ha la testa a misura, anche se è ben spesso per il petto1221.

1215 In F: chose = cosa. In T: viande = cibo.1216 T titola: Des faucons. = Dei falconi. F titola: De tous faucons = Di tutti i falconi. 1217 T aggiunge: du monde = al mondo.1218 Nei mss. si trova la parola aglentins. Nel Godefroy. aglantine = sorta di stoffa (possiamo presumere dei piedi vellutati, ma traduzione improbabile), opp. aglatir (s’) = attaccarsi (trad. più probabile). (Cfr. trad.).1219 In T: privés = privato. In F: pris = preso (catturato).1220 In F: à pié = a piedi. In T: sans cheval = senza cavallo.1221 In T: et les ongles noues et longhes et planes et bien aguës par mesure et luisans, est bons s’il a la teste aguë par mesure, meismement s’il est bien espés par le pis. = e le unghie

nodose, lunghe, piane, ben aguzze con misura e brillanti, è buono se ha la testa proporzionata, allo stesso modo egli è ben spesso per il petto. In F: et les oingles noires et bien agues, et longues pennes et agues et luisans, et il est bons se il a la teste par mesure, meismement se il est bien espès par le piz. (Cfr. trad.). In T: et le ongles noues et longheset planes et bien agues par mesureet luisans, est bons s’il a la teste ague par mesure, meismement s’il est bien espés par le pis. (Cfr. trad.).

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151. *Di tutti gli smerli1222.

Gli smerli sono di tre tipi, uno ha la schiena grigia, l'altro ha la schiena nera. Questo è piccolo e rapinatore. *Il terzo1223 è più grande ed assomiglia al falcone lanaiolo bianco ed è migliore di tutti gli altri smerli e diventa domestico più presto. Ma sopraggiunge a loro una malattia, per cui si mangia tutti i piedi, se non lo si fa vivere in tanta semenza di lino o di miglio, in cui gli artigli non appaiono fuori. Ma qui la narrazione tace di parlare degli uccelli cacciatori e come li si deve allevare, istruire ed insegnare a catturare la preda nei campi, nei fiumi e come li si deve curare quando hanno qualche malattia, perché ciò non appartiene a questo libro, anzi vuol seguire la natura degli altri animali.

152. Dell'alcione.

L'alcione è un uccello di mare, a cui Dio ha donato una grandissima grazia ed ora ascoltate come. Esso posa le sue uova sulla sabbia, nei pressi del mare e questo avviene nel *tempo1224 dell'inverno, quando tempeste e orribili fortunali sono soliti accadere in mezzo al mare e suo figlio compie la nascita, in sette giorni ed in altri sette lo alleva. E questi fanno quattordici giorni e sono di così alte virtù, secondo come i marinai testimoniano e molte volte lo hanno provato, quando tutte le tempeste se ne vanno, l'aria schiarisce e il tempo è dolce e soave, tanto come durano i quattordici giorni.

153. Dell'ardes.

L'ardes è un uccello che la maggior parte chiama tantalo o airone e sebbene prenda dall'acqua il suo cibo, tuttavia fa il suo nido negli alberi alti. E la sua natura è tale che quando percepisce che deve arrivare la tempesta, subito vola in *alto1225, là dove la tempesta non può salire e da lì, molte persone sanno che la tempesta sta arrivando, allorché lo vedono salire verso l'alto del cielo.

154. Delle anatre e delle oche.

Anatre e oche, tanto più sono bianche, tanto sono migliori e più domestiche, perché le oche nere che sono macchiate da altro colore, sono di natura selvatica e perciò non generano in maniera così abbondante come le bianche. E sappiate che anatre e oche non potrebbero vivere senza erba, né senza acqua, ma nuocciono troppo alla terra fertile e deteriorano molto tutte le semenze, col becco e con le feci. E il tempo in cui si accoppiano carnalmente, dura dalle calende di marzo fino ai giorni dell'estate piena. E dalla voce delle oche, si

1222 In T: Des esmerillons = Degli smerli1223 In T: li autres = l’altro.1224 In T: cuer = cuore.1225 T aggiunge: et s’enfuit en l’air amont = e fugge in alto nell’aria.

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possono conoscere tutte le ore della notte e le veglie. E non vi è alcun animale al mondo, che senta così bene gli uomini, come fanno esse. E dal loro verso furono percepiti i Francesi, quando volevano prendere Roma la capitale, secondo come la storia ci racconta.

155. Delle api.

Le api sono le mosche che fanno il miele e nascono senza piedi e senza ali, ma le recuperano dopo la loro nascita. Queste mosche nel fare il loro miele, [lo] curano con grande precisione, perché dalla cera che esse raccolgono da diversi fiori, edificano con meraviglioso ingegno, case e abitazioni, di cui ognuna ha il suo proprio luogo dove ripara sempre senza cambiare. *E così hanno un re e un’armata1226, fanno battaglie e fuggono il fumo, si conficcano con la punta, per il rumore di pietre, vasi e di tali cose che fanno *suoni1227 e un gran rumore. E così dicono quelli che lo hanno provato, che esse nascono dalla carogna di bue, in questo modo: battono molto la carne di un vitello morto e quando il suo sangue è imputridito, ne nascono vermi che poi diventano api. Analogamente nascono scarabei dal cavallo, fuchi dal mulo e vespe dall'asino. E tanto sappiate che tra tutti gli animali del mondo, le api hanno in tutte le loro linee, tutte le cose in comune, per il fatto che abitano tutte in una casa ed escono dentro i confini di un paese. E l'opera di ognuna è comune alle altre e anche il cibo e tutti gli usi, i frutti e i pomi, sono comuni a tutte, perché la generazione è comune, i loro figli comuni. E sebbene siano tutte caste e vergini, senza alcuna corruzione di lussuria, tuttavia fanno figli rapidamente con grande *abbondanza1228. Organizzano il loro popolo, mantengono i loro comuni e la loro borghesia. Eleggono il loro re, non a sorte dove vi è più fortuna che nel retto giudizio, ma quella a cui la natura dà segno di nobiltà: la più grande, la più bella e di vita migliore, è eletta a re e sire degli altri. E sebbene il re sia più importante, è più umile e di gran pietà, non usa il suo pungiglione per vendetta di qualche cosa. E nondimeno se è re, gli altri sono tutti liberi e hanno libero potere, ma la buona volontà che la natura dà loro, le rende amabili ed obbedienti al loro signore, in tal maniera che non esce nessuna di casa, prima che esca il loro re e prenda la decisione di volare da quella parte dove gli piace. Né le giovani moschette osano posarsi prima che il loro maestro sia assiso là dove vuole, poi si siedono intorno a lui e seguono accuratamente la sua legge. E quando qualcuna di esse fa contro la legge del suo signore, essa stessa ne fa vendetta da sé, perché toglie e spezza il suo pungiglione, secondo come i Persiani solevano fare, quando qualcuno infrangeva la legge, non attendeva il giudizio del re, anzi si uccideva lui stesso per la vendetta della sua infrazione. Ed insomma, sappiate che le api amano il loro re, con così gran cuore e con tanta fede, che pensano sia bene morire per curarlo e difenderlo. E tanto come il re è con esse sano e allegro, che non sanno mutare fede, né giudizio. Ma quando è

1226 In F: duz et rois = duce (comandante) e re. In T: ont roi et ost. (Cfr. trad.).1227 In T manca.1228 In T: fuison = abbondanza. In F: plenté = abbondanza.

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morto o perduto, esse perdono la fede e il giudizio, in tal maniera che perdono e distruggono il loro miele e guastano le loro piccole abitazioni E sappiate che tra loro i compiti sono ripartiti in quelle cose in cui ognuna deve servire, perché le une procurano il cibo, altre curano il miele, la cera e le bocche [dell’alveare], altre considerano i mutamenti del tempo e l'andatura delle nubi. Alcune attirano la cera dai fiori, altre colgono la rugiada da sopra i fiori, che poi diventa miele colante e filante, attraverso quei pertugi che sono là dentro. E sebbene ognuna si sforzi di fare bene, secondo le sue possibilità, non per questo tra loro vi è invidia, né odio. Ma se qualcuno fa loro del male, esse spandono un cattivo amaro dentro il miele e volentieri si danno a morte, per fare vendetta di quelli, che poco o molto nuocciono a loro.

156. Delle calandre.

La calandra è un uccello tutto bianco e i suoi polmoni guariscono dalla cecità degli occhi, da cui la Bibbia comanda che nessuno ne mangi. E la sua natura è che quando vede un uomo malato, che deve morire di quella malattia, subito gira la sua testa e non lo guarda affatto. Ma guarda con sicurezza senza rimuovere il suo sguardo, quello che non deve morire. E così la maggior parte dice che, per il suo sguardo riceve in sé tutte le malattie e le porta in alto per aria, là dove si trova il fuoco che consuma tutte le malattie.

157. *Dei colombi1229.

I colombi sono uccelli domestici di molti *tipi1230 e vivono tra gli uomini e non hanno niente d’amaro, *cioè veleno1231, che gli altri animali hanno vicino al fegato. E muovono il desiderio per baciare, piangono al posto del canto e fanno nidi in pertugi tra le pietre, dove si trovano vicine ad alcuni fiumi. E quando perdono la vista per vecchiaia o per altra malattia, la nascondono e vanno in grandi turbe assieme. E quelli che li *possiedono1232 nelle loro case, hanno un gran disegno di colombi, il più bello che si possa rappresentare davanti ai nidi dei colombi, perché generano figli a somiglianza del disegno che vedono davanti a loro. Ma chi prende la liana o la corda di un uomo impiccato e la getta davanti al pertugio *dei colombi1233, sappiate certamente che nessuno fuggirà mai di sua volontà. E se gli si dà sovente da mangiare del cumino o se gli si ungono sovente le ali di balsamo, porterà là dentro una gran moltitudine di altri colombi. E se gli si dà orzo cotto e caldo, genererà figli e si moltiplicherà in grande abbondanza. Ma si devono mettere rami di rovo, in molti luoghi del colombaio, per difenderli dalle bestie malvage. E sappiate che nella Santa Scrittura troviamo tre *tipi1234 di colombi, uno di Noè, che portò l'olivo, l'altro di David, il terzo che apparve al battesimo di

1229 T titola: Ici parle dou colomp. = Qui parla del colombo.1230 In T: colors = colori.1231 In T manca.1232 In F: font = fanno. In T: ont = hanno. (Cfr. trad.).1233 In T manca.1234 F aggiunge: manieres de. (Cfr. trad.).

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Gesù Cristo.

158. Del corvo.

Il corvo è un uccello nero, che teme tanto i suoi figli piccoli, che non li nutre, né pensa che siano suoi, fintanto che vede le loro nere piume, allora li ama e li ciba con cura. Mangia carogne, ma innanzitutto cerca gli occhi e poi da qui dritto, mangia la cervella. Questo è l'uccello che non ritornò all'arca di Noè, o perché trovò grandi carogne, o perché morì nelle acque profonde.

159. Della cornacchia.

La cornacchia è un uccello dalla lunga vita, di cui gli antichi dicono che indovina le cose, che ad un uomo devono accadere e lo dimostra a quello con molti segnali, che può ben percepire se ne conosce l’abilità. E talvolta possiamo sapere della pioggia che sta arrivando, quando non finisce di schiamazzare e agita la sua voce. E ama tanto i suoi figli, quando molto tempo dopo che sono usciti dal loro nido, li segue sempre con tutto il cibo, che dà loro sovente e volentieri.

160. Della quaglia.

La quaglia è un uccello che i Francesi chiamano Greca, perché fu trovata prima in Grecia. E in estate ritornano oltremare insieme, in grande moltitudine e poiché l'astore prende sempre la prima che giunge a terra, così eleggono a loro capo un'altra di lignaggio estraneo, perché l'astore abbia di che prendere e le altre se ne vadano tranquillamente. E sappiate che i loro buoni cibi, sono sementi *velenose1235, ma gli antichi saggi videro che nessuna ne mangiava. Ed è il solo animale al mondo che cade per epilessia, così come fa l'uomo. Annunciano con clamore il vento del mezzogiorno per l'umidità, ma si rassicurano molto con quello di settentrione, secco e leggero.

161. *Della natura della cicogna1236.

La cicogna è un uccello senza lingua e per questo dicono le persone, che non canta, ma batte il suo becco e fa un gran rumore. Ed è nemica del serpente, perché gli antichi videro che *li uccideva1237. E all'inizio della primavera ritornano tra noi e fanno intorno a noi i loro nidi e i loro figli, dove vi mettono un così grande studio nel curarli e nel nutrirli, che tutto il loro piumaggio cade dal loro ventre sotto di loro, così che alcune volte non hanno alcun potere di volare, anzi è necessario che i loro figli le nutrano e curino, altrettanto come furono pasciuti dai loro genitori e sia recuperato il loro

1235 In T e F verminouses. Il significato letterale è verminose (di vermi), ma è anche vero che la quaglia si nutre di semi di qualsiasi genere.1236 T titola: Ici parle de la cigoine. = Qui parla della cicogna.1237 In F: que om ne les oceist. = che non li uccideva. In T: que on les oceist. (Cfr. trad.).

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piumaggio. E quando l'estate declina e il tempo comincia a cambiare per l'inverno, si riuniscono in grandi squadre, passano il mare e se ne vanno in Asia, in tal modo che le cornacchie vanno sempre davanti come guerrieri e capitani. E ben sappiate che l'ultima che arriva in Asia, nel luogo dove si ammassano, quella è spiumata e violata dalle altre in maniera molto crudele. E attraverso ciò, possiamo sapere che uccelli e bestie hanno lo spirito di una qualche conoscenza, perché accadde cosa che un Lombardo del vescovato di Milano, tolse di nascosto un uovo da un nido di cicogna e ve ne mise al suo posto, un altro che era di corvo. E quando venne il tempo che nacquero i figli e il corvo cominciò a mostrare il suo colore e la sua condizione, il maschio se ne andò e condusse tante cicogne che fu una meraviglia a vedersi. E quando tutte ebbero guardato il nero uccelletto che si trovava tra gli altri, si gettarono sulla femmina *e la misero1238 a morte.

162. *Dell’ibis1239.

Sulle rive del Nilo nasce un tipo di uccello simile alla cicogna, il quale si chiama ibis, che non cerca se non piccoli pesci o uova di serpente o altre bestie morte che vivono intorno al fiume, perché dentro l'acqua non oserebbe *entrare1240, poiché non sanno nuotare. E quando sentono qualche malattia o turbamento del loro ventre, per i cattivi cibi che mangiano, subito vanno al mare e ingurgitano di quell'acqua in grande abbondanza, poi mettono il loro becco fra la parte posteriore e versano l'acqua dentro il corpo e fanno spurgare le loro budella da ogni lordura. E la maggior parte dice, che Ippocrate il grande medico, fece per primo il clistere, *sull'esempio di questo uccello1241. E sappiate che Ovidio l’ottimo poeta, quando l'imperatore lo mise in prigione, fece un libro nel quale chiamò l'imperatore con il nome di quell'uccello, perché non sapeva pensare più sporca creatura.

163. Del cigno.

Il cigno è un uccello tutto di piume bianche, ma la sua carne è tutta nera. Vive nei fiumi e quando nuota nell'acqua, porta sempre la testa levata e mai la mette dentro e i marinai dicono che trovarlo è un buon incontro. La sua voce fa un dolce suono, perché il suo collo è lungo e piegato. E così *dicono1242 i contadini, che nelle montagne dell'Iperboreo in Grecia, quando *si canta e si suona1243, grandi turbe *di cigni1244 vengono intorno a loro per il piacere del canto. Di cui la maggior parte dice che quando deve morire, poiché una delle penne del suo capo è fissata nel cervello, percepisce la sua morte. Allora comincia a cantare così dolcemente che è una meraviglia ascoltarlo e così cantando, finisce la sua vita.1238 In T manca.1239 In F: De ybis. = Dell’ibis. In T manca il titolo e fa tutt’uno con il capitolo della cicogna.1240 In T: porter ses piez = portare i suoi piedi.1241 In F: par cestui exemple. = per questo esempio. In T: par l’example de cel oisel. (Cfr. trad.).1242 T aggiunge: li plusor = la maggior parte.1243 In F: chante de citole = canta con la cetra. In T: l’en chante et cytole. (Cfr. trad.).1244 In T manca.

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164. Della fenice.

La fenice è un uccello che si trova in Arabia, di cui non ce n'è *che uno solo1245 in tutto il mondo ed è molto grande, così come un'aquila. Ma essa ha una cresta sopra la mascella, da una parte e dall'altra e le piume del suo collo qui intorno, sono brillanti come fine oro arabo. Ma in basso fino alla coda, è di colore porpora e la coda rosa, secondo come gli Arabi testimoniano, che molte volte l'hanno vista. E alcuni dicono che vive cinquecento quaranta anni e altri dicono che la sua vita dura ben mille anni e più, ma la maggioranza dice che invecchia in cinquecento anni. E quando ha vissuto fin là, la sua natura avverte e attende la sua morte. E ciò è per avere la vita, perché essa se ne va verso un buon albero saporito e odoroso e ne fa un mucchietto, dove fa prendere fuoco e poi vi entra dentro tutta dritta, rivolta verso il Sole levante. E quando è arsa, in quel giorno *medesimo1246, dalla sua cenere esce un verme che ha vita. Il secondo giorno dalla sua nascita, *l’uccellino1247 è fatto come un piccolo pulcino. Al terzo giorno è del tutto grande e cresciuto, tanto come deve e vola e se ne va nel suo luogo, dove si trova la sua abitazione. E alcuni dicono, che questo fuoco è fatto dal sacerdote di una città di nome Eliopoli, dove la fenice rinasce, secondo come la narrazione espone qui avanti.

165. Della gru.

Le gru sono uccelli che avanzano a schiere, alla maniera dei cavalieri che avanzano in battaglia. E sempre va una davanti all'altra, così come [fa] il gonfaloniere e il governatore degli altri, li mena, conduce e castiga con la sua voce. E tutte le altre seguono quella e obbediscono alla sua legge. E quando il capitano è arrochito e la sua voce è alquanto mancata, non ha vergogna che un altro sia messo al suo posto ed egli va dietro con gli altri. E se accade cosa che qualcuna di esse è affaticata e non può andare con le sue compagne, allora tutte entrano sotto di essa e la portano sopra *le loro ali1248, fintanto che recupera le sue forze. E sappiate che quando si devono muovere, per andare in un luogo che si trova tra Carrabo e Crio, molto prima inghiottono della sabbia e così ognuna prende con i suoi piedi, una piccola pietra per volare più sicuramente contro la forza del vento. Poi volano verso l'alto del cielo, il più alto che possono, per vedere meglio il luogo che desiderano. E sappiate tanto, che quando hanno viaggiato molto e capiscono di aver passato la metà del mare, subito liberano i piedi dalle pietre che portano, secondo come testimoniano i marinai, che molte volte hanno visto cadere le pietre su di loro ed intorno *alle loro navi1249. Ma non vomitano la sabbia prima di essere *vicine alle abitazioni1250.

1245 In T manca. 1246 T aggiunge: meisme = medesimo.1247 In T manca..1248 F aggiunge: lor eles. (Cfr. trad.).1249 F aggiunge: lor nés. (Cfr. trad.).1250 In T: asseures de lor habitations = sicure delle loro abitazioni.

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E così come osservano una buona cura e precisione nel viaggiare, la osservano ancora e molto di più per albergare. Perché tra tutte, la decima veglia e guarda le altre che dormono. Di cui ce ne sono alcune che vegliano, ma non si muovono dal loro posto *e tengono una pietra1251 tra i loro piedi, che non le lasciano affatto addormentare. Le altre vanno intorno, guardando e rimirando, che non sopravvenga alcuna difficoltà. E quando le prime guardie hanno vegliato tanto come devono, riposano e dormono e altre vengono a far la sentinella, secondo l'ordine della loro legge. E quando percepiscono quale o dov'è il pericolo, subito gridano e fanno svegliare le altre per scappare verso la salvezza. E sappiate che dal colore potete conoscere la loro età, perché anneriscono per vecchiaia.

166. Dell'upupa.

L'upupa è un uccello che ha una cresta sul suo capo e mangia feci e cose puzzolenti, per questo il suo alito è cattivo e putrido. Ma tanto fanno a causa della loro natura, che quando il figlio vede suo padre invecchiare e che è greve e pesante e la sua vista è alquanto oscurata, lo spiuma tutto dentro il suo nido e pulisce i suoi occhi, poi lo ciba, lo nutre e lo scalda sotto le sue ali, tanto che le sue piume sono rinnovate e va e viene dove vuole con sicurezza.

167. Della rondine.

La rondine è un piccolo uccello, ma non vola dritto, anzi vola in maniere diverse, a giri e volte e prende il suo cibo sempre volando, non restando ferma e così non è la preda di altri uccelli cacciatori, ma tuttavia, per la sua sicurezza vive tra gli *uomini1252 e fa il suo nido nelle case, dentro o sotto i tetti, non fuori. E la maggior parte dice che questi uccelletti indovinano, perché abbandonano le case che saranno distrutte. E fa il suo nido di fango e di pagliuzze e poiché non può portare il fango con i suoi piedi, bagna le sue ali in tal maniera che la polvere si unisce alle ali inumidite e diventa fango, con cui essa stabilizza *la sua casa1253 e i suoi edifici. E quando i suoi figli perdono la vista per qualche causa, portano un'erba che si chiama celidonia, che le guarisce e rende loro la vista, secondo come la maggior parte testimonia, che lo hanno provato qualche volta. Ma si deve fare molta attenzione ai propri occhi, dalle feci della rondine, perché si trova nella Bibbia, che Tobia il grande ne perse la vista.

168. Del pellicano.

Il pellicano è un uccello che si trova in Egitto, di cui gli antichi dicono che i loro figli feriscono con le loro ali, i loro

1251 In F: veille l’une une pierre = veglia l’una con una pietra. In T: tient une pierre. (Cfr. trad.).1252 In F: genz = genti. In T: homes. (Cfr. trad.). 1253 In T manca.

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padri *e le loro madri1254 in mezzo al volto, perché si crucciano in tal maniera, che li uccidono. E quando la madre li vede uccisi, piange e mostra un grandissimo dolore per tre giorni, tanto che alla fine essa ferisce il suo costato col becco e fa spandere il sangue sui suoi figli e a causa del sangue, risorgono e tornano in vita. Ma alcune persone dicono che nascono svenuti, così come senza vita *e il loro padre e la loro madre1255 li guariscono col loro sangue. Ma come che sia, la santa Chiesa ben lo testimonia, là dove Nostro Signore dice: “Io sono venuto a somiglianza di pellicano”. E sappiate che i pellicani sono di due tipi, uno di fiume che mangia pesce ed un altro campestre e mangia serpenti, lucertole ed altre bestie velenose.

169. Della pernice.

La pernice è un uccello, sovente cercato come preda nella caccia, per la bontà della sua carne. Ma è molto intrigante e lussuriosa, perché per il calore della sua lussuria, le femmine combattono tra loro e a volte dimenticano la conoscenza della natura, in tal maniera che il maschio va con il maschio. E così molte persone dicono che, quando la femmina ha volontà calda, concepisce solamente dal vento che la porta verso il maschio. Dicono che tra le sue astuzie, rubi le uova alle altre pernici e così le mette con le sue, ma quando i perniciotti sono nati e odono la voce della loro vera madre, subito vanno da lei e abbandonano la loro falsa madre. E sappiate che le pernici guarniscono i loro nidi con spine e con piccole foglie, coprono le loro uova di polvere e vanno e ritornano al loro nido da sole e qualche volta la madre trasporta i suoi figli, da un luogo all'altro, per istruire il suo maschio. E quando una viene presa dal suo nido, finge di non poter volare, perché possa allontanare l'uomo dal suo rifugio, meglio e con più tranquillità.

170. Del pappagallo.

Il pappagallo è un uccello verde, ma il suo becco e i suoi piedi sono rossi *come sangue1256. E ha una lingua più grande e più larga che nessun altro uccello, e dice parole articolate a somiglianza dell'uomo, se glielo si insegna nella sua giovinezza, entro il secondo anno della sua età, perché da allora in avanti non capisce ed [è] senza memoria, in tal maniera che non apprende una cosa che gli si mostra. E così lo si deve castigare con una piccola verga di ferro. Gli Indiani dicono, che questo uccello non nasce in altra parte che in India e che della loro natura, seguono il salutare, secondo l'uso di quella terra. E quelli che hanno cinque dita sono più nobili, ma quelli che ne hanno tre sono di vile lignaggio. E tutta la sua forza è nel becco e nel capo, dove riceve più volentieri tutte le cadute e le ferite, quando non le può schivare.

1254 In T manca.1255 In F: pairon = padroni (genitori). In T: et lor pere et lor mere. (Cfr. trad.).1256 In T manca.

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171. Del pavone.

Il pavone è un bell'uccello, semplice nella sua andatura. Ma ha capo serpentino e voce di diavolo, petto di zaffiro e una coda ricca di diversi colori, con cui si diletta in maniera meravigliosa, tanto che là dove vede gli uomini che rimirano la sua bellezza, raddrizza la sua coda in alto, per avere le loro lodi e scopre la sconcia parte posteriore, che allora mostra in maniera maleducata. Disprezza molto la bruttezza dei suoi piedi e la sua carne è molto dura e di forte odore.

173. Delle tortorelle.

La tortorella è un uccello di grande castità, che vive volentieri lontano dalle persone e ogni inverno rimane nei pertugi degli alberi, per il piumaggio che le cade. Copre il suo nido di foglie di geranio, perché il lupo non tocchi i suoi figli, poiché non osa andare là dove si trovi quella pianta. E sappiate che la tortorella è così amabile verso i suoi compagni, che se si è perduta in qualche modo, non cerca mai altro marito e cura la sua fede o per la virtù della castità o perché pensa che suo marito ritorni.

173. Dell'avvoltoio.

L'avvoltoio è un grande uccello, simile all'aquila, che riconosce l’odore *dell’uomo1257, più lontano che nessun animale al mondo e anche da oltre il mare fiuta la carogna. E così dicono che lo hanno d'abitudine, di seguire le armate degli uomini, là dove vi deve essere una grande abbondanza di carogne e indovinano che in quella battaglia vi sarà una grande uccisione di uomini e di bestie. E la maggior parte dice, che tra loro non vi è alcun congiungimento di maschi e femmine e senza giacere generano e fanno figli, che vivono a lungo, così che muoiono in cento anni appena. E camminano più volentieri per terra senza volare, per la loro pesantezza e non mangiano alcuna carogna, se non la levano in alto *davanti1258.

174. Dello struzzo.

Lo struzzo è una grande bestia, che ha ali e piume a somiglianza d'uccello e ha piedi da cammello. Non vola, anzi è greve e pesante per i suoi caratteri e lo fanno così malamente smemorato, che non si ricorda delle cose passate. Perciò gli accade, analogamente come per avvertimento della natura, che in estate intorno al mese di giugno, quando gli è necessario pensare alla sua generazione, guardi una stella di nome *Virgilio1259. E quando essa comincia a levare, [lo struzzo] depone le sue uova, le copre di sabbia, va a procurare i suoi affari e dimentica le sue uova in tal maniera

1257 In T: dou nés = dal naso. In F: d’ome = d’uomo.1258 T aggiunge: desor la terre. = sopra la terra. 1259 In F: Juizile (di difficile interpretazione). In T: Virgile = Virgilio.

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che non se ne ricorda più, né poco, né molto. Ma il calore del Sole e la temperatura del tempo, compie la sua opera e scalda ciò che la madre dovrebbe scaldare, tanto che i suoi figli nascono così grandi, che subito si procurano il necessario. E nondimeno quando i loro genitori li ritrovano, là dove li dovrebbero allevare ed istruire, gli nuocciono e fanno tanta crudeltà per come possono. E sappiate, contrariamente all'apparenza che la natura donò loro, gli fece due unghie e ali, con cui *l’uccello1260 si batte e ferisce da sé stesso quando vuole camminare, così come fossero due speroni. Il suo stomaco è la sua gola, dove trattiene il suo pasto ed è di natura così calda, che inghiotte il ferro, lo digerisce e consuma dentro di sé. Il suo grasso porta molto vantaggio *a tutti i dolori che si hanno nelle proprie1261 membra.

175. Del gallo.

Il gallo è un uccello domestico, che rimane sempre tra gli uomini e con la sua voce mostra le ore del giorno e della notte e i mutamenti del tempo. Sebbene durante la notte canti più forte e orgogliosamente, verso il giorno canta con più chiarezza e più soavemente, ma batte il suo corpo e le sue ali prima di cantare *tre volte1262. È l’unico uccello al mondo a cui gli si tolgono i genitali e lo si fa cappone e in estate sono molto buoni e sani. Ma la gallina è migliore da mangiare in inverno, perché in estate sono tutte galline covatrici, badano alle loro uova, a curare i loro pulcini e per il loro dolore si spiumano, si ammalano ed invecchiano velocemente. Per questo il sire della casa, deve preferire galline nere o grigie ed evitare le bianche e così deve dare loro da mangiare orzo mezzo cotto, che le fa riprodurre e deporre uova abbastanza grandi e in abbondanza. E quando passa l'inverno ed il signore vuole avere pulcini, deve insegnare alla sua servitù che il numero delle uova sia dispari e che siano messe verso la Luna crescente, cioè dal nono fino al quindicesimo giorno della Luna. Ma qui il *maestro1263 tace, di parlare degli uccelli e della loro natura, per dire un poco della natura delle bestie ed innanzitutto del leone, che ne è re e sire.

176. Del leone.

È chiamato leone secondo la lingua dei Greci e vale altrettanto come dire re nella nostra lingua. Perché il leone è chiamato re delle bestie, per il fatto che là dove alza la voce, tutte le bestie fuggono come la morte li cacciasse e là dove fa cerchio con la sua coda, nessuna bestia osa passare da qui. E nondimeno, i leoni sono di tre tipi, perché gli uni sono corti e hanno i crini crespi e sono senza coraggio, gli altri sono lunghi, grandi e hanno i crini semplici e sono di meravigliosa fierezza. E il loro coraggio è dimostrato dalla loro fronte e dalla loro coda, la loro forza è nel petto e nel loro capo si trova c’è fermezza. E sebbene sia temuto da tutti gli animali,

1260 In T manca.1261 In T: a totes dolours de menbres = a tutti i dolori di membra.1262 In T manca.1263 In T: contes = racconto (esposizione).

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nondimeno temono e gli fanno una grande paura, il gallo bianco, le urla e il fuoco. E d'altra parte lo scorpione gli fa un grandissimo male se lo *punge1264, ma il veleno del serpente non lo uccide. Perché quello che non sopportò che nessuna cosa fosse senza [il suo] contrario, ben volle che il leone, il quale è orgoglioso e forte sopra ogni cosa e per la sua gran ferocia *uccide1265 sempre la preda, avesse delle cose che impedissero la sua crudeltà, di cui non ha il potere di *sbarazzarsi1266. Ed oltre a ciò è altrettanto ammalato come da una febbre, tre giorni alla settimana, che diminuisce molto il suo orgoglio. E nondimeno la natura gli insegna a mangiare la cicuta, che lo guarisce dalla sua malattia. E sebbene il leone [sia] di grande coraggio e di natura così feroce, come la narrazione espone qui davanti, tuttavia ama l'uomo in maniera meravigliosa, vive volentieri con lui e non sarà mai corrucciato con un uomo, se innanzitutto non gli fa male. Ma è pietoso a meraviglia, là dove è più crucciato, più pieno d'ira e di cattivi pensieri contro di lui e allora lo perdona più velocemente, se l'uomo si getta a terra e ha l’aspetto di implorare la grazia. Si cruccia appena contro la moglie, né tocca bambino piccolo, se non per un gran desiderio di mangiare. La regola della sua vita è mangiare un giorno e bere l'altro, perché il leone mangia un così grande cibo, che sovente non può cuocere nel suo stomaco, da cui la bocca gli puzza tantissimo. Ma quando capisce che il rimanente del suo cibo, non è cotto dentro lo stomaco e gli nuoce, *lo toglie subito dalla sua gola1267 con le sue unghie. E quando ha mangiato molto ed il suo ventre è molto *pieno1268 e i cacciatori lo cacciano, vomita tutto per liberarsi della pesantezza del suo corpo. Analogamente fa sovente quando ha mangiato troppo, per recuperare la sua salute, così che in un altro giorno non mangia, né poco, né molto e tocca carne di bestia morta, se non il giorno dopo. E sappiate che i leoni giacciono all'inverso, il maschio con la femmina, analogamente come i lupi1269, i cervi, i cammelli, gli elefanti, gli unicorni e le tigri e così generano cinque figli alla prima gravidanza, ma la forza che hanno nelle unghie, nei denti e in tutto il corpo, peggiora molto la matrice della loro madre, quando sono dentro. E al loro nascere, escono in tal maniera che alla seconda volta, il luogo dove la madre riceve il seme dal suo maschio, non può generarne che quattro figli, alla terza volta tre, alla quarta due e alla quinta uno. Da allora in avanti quel luogo è così guastato, che non concepisce mai *più1270. Per questo dice la maggior parte, che per il grandissimo dolore durante la loro nascita, i leonetti sono così turbati, che giacciono svenuti tre giorni, così come se fossero senza vita, tanto che loro padre viene al capo del terzo giorno e li sgrida così forte con la sua voce, che i figli si alzano e seguono la loro natura. *L'altro tipo1271 di leoni, sono generati da una bestia che ha nome di pardo e tali leoni sono senza crini, senza nobiltà e sono considerati tra le altre vili bestie. Ma tutti i tipi di leoni tengono gli occhi aperti quando 1264 In T: fiert = colpisce.1265 In T: ensit = insegue.1266 In T: s’en deffender = difendersene. In F: despesche = sbarazzarsi.1267 In T: il le prent a ses ongles et le oste de sa gorge = lo prende con le sue unghie e lo toglie dalla sua gola.1268 In T: soolés = sollazzato.1269 In T manca.

1270 T aggiunge: tote sa vie. = per tutta la sua vita. 1271 In F: La tierce maniere = Il terzo tipo. In T: L’autre maniere = L’altra maniera. (Cfr. trad.).

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dormono e dovunque vadano, coprono sempre le tracce dei loro piedi con l'ingegno della coda. E allora quando cacciano, corrono e saltano tanto e agilmente, ma quando sono cacciati non hanno paura di saltare. E curano le loro unghie in tal maniera che non le portano se non rovesciate. E la loro età è conosciuta dalla mancanza di denti.

177. Dell'antilope.

L'antilope è una bestia molto feroce, che nessun uomo può inseguire, né prendere con qualche ingegno, perché le sue corna sono così grandi e alla maniera della sega, che tagliano e rompono tutti i lacci e tranciano *i grandi alberi1272, Ma accade qualche volta che vada a bere al fiume Eufrate, dove *ci sono cespugli e alberelli1273 lunghi e delicati, che si piegano e cadono in diversi modi, così che per la morbidezza di quelli, non li può mai tranciare, come fanno per i forti che si tengono saldamente contro le sue corna e per questo li colpisce e combatte contro di essi. E quando pensa di tagliarli e gettarli a terra, le avvolgono il capo con queste piccole verghe, che la legano e la tengono così saldamente, che non può andarsene, anzi grida e *si lamenta di dolore1274. E quando pensa di aver aiuto, l'uomo arriva dal richiamo della sua voce e la colpisce tanto che la uccide.

178. Dell'asino.

Gli asini sono di due tipi, domestici e selvatici, ma il domestico non ha niente da ricordare nella narrazione, tranne che della sua negligenza e della sua stoltezza, se ne parla in molti proverbi, che danno agli uomini grandi esempi per fare bene. Gli altri che sono selvaggi, si trovano in Africa e sono così fieri che uno non li può domare e così è sufficiente un maschio per parecchie femmine. È geloso e quando capisce che alcuni dei suoi puledri sono maschi, subito gli corre sotto e gli *taglia1275 i testicoli, se la madre non se ne prende cura e lo tiene in un posto sicuro. E sappiate che questo asino selvatico, che si chiama onagro, a ogni ora del giorno e della notte grida una volta, così che si potrebbero ben conoscere le ore e sapere con certezza quando la notte è uguale *al giorno o quanto sono disuguali1276.

179. Del bue.

I buoi sono di molti tipi. Uno nasce dalle parti dell'Asia ed è chiamato *bovattone1277, perché ha il crine come un cavallo e le sue corna sono così grandi e arcuate intorno alla sua testa, che nessun uomo lo può ferire se non sopra le corna. E quando l'uomo o un’altra bestia lo caccia, scopre il suo ventre e getta da dietro un fiato così puzzolente e ardente, che

1272 In F: toz engins = tutte le trappole. In T: les grans arbres. (Cfr. trad.).1273 In F: où il a i. boissons plein d’arboissiaus = dove c’è un bosco pieno d’arboscelli. In T: ou il a buissons et arbrissiaus. (Cfr. trad.).1274 In F: fait grant duel = fa un gran duello (combattimento, sforzo). In T: dolousist = si lamenta di dolore.1275 In F: oste = toglie. In T: trence = trancia (taglia). 1276 T aggiunge: au jour u quant il sont desiguel. (Cfr. trad.).1277 In T: bonacon = bonaccione. In F: bovaton = bovattone.

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*brucia1278 ciò che tocca. Un altro bue si trova in India e non ha che un corno e non di più e le sue unghie sono sode ed interne come quelle del cavallo. Altri *buoi1279 nascono in Alemagna ed hanno grandi e buoni corpi da soma per portare il vino. Altri sono chiamati bufali e dormono nel profondo dei grandi fiumi e camminano molto bene sul fondo in basso delle acque, *come il bue domestico, che coltiva la terra1280. Ma i buoi domestici che coltivano la terra, sono dolci, pietosi, si amano *l’un l’altro1281 teneramente e con una buona fede, secondo come dimostrano dalle grida che fanno sovente e volentieri, quando i loro compagni sono perduti. E per il fatto che sono di molto vantaggio per il guadagno della terra, il sire *della casa1282 deve preferire il bue giovane, che abbia tutte le membra *grosse1283 e quadrate, grandi orecchie e la fronte larga e increspata, occhi e labbra neri, corna nere, per niente arcuate come la Luna, le narici aperte e grandi, la gola grande, piena e pendente fino alle ginocchia, petto largo e grandi spalle, grandissimo ventre lungo e largo, la schiena dritta e piana, gambe *sode1284, dure e nervose, piccole unghie, coda lunga, molto grande e molto pelosa e tutti i peli del corpo brevi e spessi, tutti di colore rosso. Ma la vacca deve essere molto alta e lunga, di *petto1285 molto grande e avere la fronte alta, gli occhi grandi e neri, corna belle e nere, orecchie *pelose1286, gola e coda lunga, grandissima e piccole unghie, gambe nere e corte, che sia dell’età di tre anni. Perché da allora fino al decimo anno porta figli più vantaggiosi, che prima o dopo. Di questa bestia dicono i Greci, che se vuoi far generare un maschio, devi legare il genitale sinistro del torello, quando giace con la sua femmina e se vuoi che generi una vacca, legherai il destro.

180. Della pecora.

La pecora è una bestia semplice, piena di pace e paura, che riconosce suo figlio e i suoi figli, lì dentro la grande orbita degli occhi, solamente al belare e al riconoscimento della sua voce. E per il fatto che sono bestie di grande profitto, che danno latte, formaggio, carne da mangiare, lana per vestire e la pelle, per una grande fornitura dell'uomo, così che il signore *della casa1287 deve preferire innanzitutto il montone alto, leggero *e veloce1288, dal corpo grandissimo, ben coperto di lana bianca e molto spessa, dalla coda lunga, dai grandi testicoli, di fronte larga e di buona età, perché può generare fino a otto anni *o più1289. Ma il sire deve curare molto bene la *sua1290 lana, perché secondo come è macchiata, del tutto analogamente genereranno figli e figlie macchiati, poiché da un bianco montone può nascere un figlio di altro colore, ma da uno nero non può nascere un figlio bianco. E su questo

1278 In T: brise = rompe.1279 T aggiunge: sauvage = selvatico. (Tutto al singolare). 1280 In T: comme li buef par terre = come il bue attraverso la terra. In F: comme li buef domesche qui cultivent la terre. (Cfr. trad.). 1281 In T: lor compaignons = i loro compagni. 1282 In T: en ses maisons = nella sua casa.1283 In T: grans = grandi. In F: gros = grosse.1284 In T: soudes. (Cfr. trad.). 1285 In T: cors = corpo. In F: corsage = petto.1286 T aggiunge: et tout le poil dou cors bries et espés = e tutto il pelo del corpo corto e spesso. 1287 In T: ostel = ostello.1288 T aggiunge: viste = veloce.1289 In T manca.1290 T aggiunge: sa = sua.

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dice la maggior parte, che la voce del nero è diversa da quello bianco, in tal modo che *i pastori1291 li sanno ben riconoscere, per il fatto che il nero dice “Meh” e l'altro dice “Beh” Per questo si deve possedere un grande montone, che abbia una lana bianca, morbida e gentile e deve essere dai due anni fino ai cinque anni. Al settimo anno muore e non può generare. Da cui Aristotele dice che, se nel tempo che le pecore devono unirsi ai montoni, le si cura e le si pasce verso settentrione, contro il vento che viene da quella parte, esse generano maschi, ma verso ostro *generano1292 femmine.

181. Della donnola.

La donnola è una piccola bestia, più lunga di un topo e insegue topi e serpi, ma quando combatte con la serpe, sovente si gira verso il finocchio e lo mangia per la paura del veleno, poi ritorna alla sua battaglia. E sappiate che le donnole sono di due tipi, una abita nelle case ed un'altra è campestre, ma ognuna concepisce dalle orecchie e partorisce dalla bocca, secondo come alcune persone testimoniano, ma la maggior parte dicono che questa è una cosa falsa. Ma come che sia, sovente trasferisce i suoi figli da un luogo all'altro, perché nessuno se ne accorga. E se li trova morti, molte persone dicono che li fa resuscitare, ma non sanno dire come, né con quale medicina.

182. Del cammello.

I cammelli sono di due tipi, uno è arabo e ha due gobbe sulla schiena, gli altri sono barrani e non hanno che una gobba, sono molto forti e i loro piedi non possono essere guastati per il camminare *che fanno1293. I grandi cammelli sono buoni per portare grandissimi carichi. I piccoli, che sono chiamati dromedari, sono buoni per andare veloci e lontano, ma l'uno e l'altro sono nemici del cavallo e peggiorano molto nell’unirsi alle femmine, così che dopo il congiungimento, gli è necessaria una grande cura per riscaldarli con acqua e bagni caldi. E tanto sappiate della sua propria natura, che è l'animale al mondo il quale riconosce meglio sua madre in una tal maniera ed è di così gentile modo, che non la toccherà mai carnalmente, invece come fanno gli altri animali che di ciò non hanno alcun ricordo. E così sopportano bene per tre giorni la sete, ma quando sono vicini all'acqua, bevono altrettanto come se nei giorni passati avessero bevuto, perché pensano che la loro sete sia necessaria per i giorni che sono da venire. E se l'acqua è chiara, la intorbidano con i loro piedi, perché altrimenti non ne berrebbero una goccia. E sappiate che i cammelli vivono bene cento anni nel loro paese, ma il mutamento dell'aria li fa ammalare e morire più presto di quanto dovrebbero.

183. Del castoro.

1291 In T: li plusor = la maggior parte.1292 In T: engendrent = generano. 1293 In T manca.

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Il castoro è una bestia che vive *verso1294 il mare del Ponto. Per questo è chiamato cane pontico, perché è alquanto simile al cane. I loro genitali sono molto caldi ed efficaci nelle medicine, per questo i contadini li inseguono e li cacciano, per prenderglieli. Ma la natura, che insegna a tutti le sue proprietà, fa conoscere loro la causa perché li si caccia, poiché là dove percepisce che non può scappare, lui stesso trancia con i denti i suoi genitali e li getta davanti ai cacciatori e così salva il suo corpo, con quella parte che è migliore e da allora in avanti se lo si insegue, scopre le sue cosce e mostra bene che è senza genitali.

184. Dei caprioli e delle cerbiatte.

Caprioli e cerbiatte sono un tipo di bestie di così buona conoscenza, che da lontano riconoscono *le persone che arrivano, se sono cacciatori o no, così riconoscono1295 le buone erbe e le cattive, solamente al vederle. E vanno sempre passando di cima in cima. E tanto sappiate che, se qualcuno le colpisce o ferisce in qualche modo, subito corrono verso un'erba chiamata dittamo *e con le loro piaghe la toccano e così guariscono1296.

185. Del cervo.

Il cervo è una bestia selvatica, di cui gli antichi dicono che non si accalda per la febbre, in nessun giorno della sua vita e per questo vi sono alcune persone che mangiano la sua carne, ogni giorno prima di pranzare e sono sicuri dalla febbre per tutto il tempo che vivono e certo, vale di più se viene *ucciso1297 da un solo *colpo1298. Nel suo cuore c'è anche un osso molto efficace in medicina, secondo come testimoniano i medici. Il cervo stesso ci indica il dittamo, cioè un'erba che mangiano quando li si colpisce, perché la virtù di quell'erba toglie loro la freccia dal corpo e li guarisce dalla piaga. E sebbene i cervi siano generalmente nemici dei serpenti, tuttavia entrambi sono molto efficaci nelle medicine e ora ascoltate come. Egli va al pertugio del serpente con tutta la bocca piena d'acqua e la butta dentro e quando ha fatto questo, lo attira a sé con l’aspirazione del suo naso e della sua bocca, tanto che lo fa uscire fuori suo malgrado, allora lo colpisce e lo uccide con i suoi piedi. Ma quando il cervo vuole deporre la sua vecchiaia o la malattia che ha, mangia il serpente e per la paura del veleno, corre alla sorgente e beve molto. In questa maniera muta il suo pelo e le sue corna e spinge fuori tutta la vecchiaia. Per questo i cervi vivono a lungo, secondo come Alessandro provò, quando fece prendere molti cervi e mettere a ognuno di loro, un cerchio d'oro e d'argento intorno al loro collo e poi furono trovati in buona salute per lungo tempo, dopo più di cento anni. E sappiate che quando il cervo tiene le orecchie inclinate, non

1294 In T: a la = al (nel).1295 F aggiunge: les gens qui viennent se il sont veneor ou non, autressi cognoissent. (Cfr. trad.).1296 T sostituisce con: et la touche la u ele le trueve, et ensi garist de ses plaies. = e la tocca là dove essa la trova e così guarisce dalle sue piaghe.1297 In F: feruz = ferito. In T: tués = ucciso.1298 T aggiunge: sans plus = e non di più.

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ode una goccia, ma quando le raddrizza in alto, ode molto acutamente. E quando passano un gran fiume, quello dietro porta sempre il suo capo sul corpo e sulla groppa di quello davanti e così si sostengono a vicenda in tal maniera che non faticano, se non pochissimo. E sebbene i maschi siano mossi da una selvaggia lussuria, quando ne è il tempo, nondimeno la femmina non concepisce fino a tanto che una stella, chiamata Arctone, si leva. E quando è il tempo che devono nascere i loro figli, la loro covata è se non in un luogo nascosto, là dove il bosco è più profondo e spesso, dove insegnano ai loro figli a correre, a scappare e ad andare per le rocce e le montagne. E la loro natura è [tale], che là dove capiscono i guaiti dei cani che li cacciano, raddrizzano la loro andatura controvento, perché il loro odore non sia portato verso i cani. E tuttavia, là dove ritengono così vicini i cacciatori che li cacciano, si disperano e pensano che mai [più] possano salvare il loro corpo, ritornano indietro, correndo e battendo quella parte dove i cacciatori vengono, per morire davanti a loro più facilmnte.

186. Dei cani.

Il cane nasce non vedente, ma poi recupera la vista secondo la regola della sua natura. E sebbene il cane ami in generale più l'uomo, che [altra] bestia al mondo, non riconosce la gente estranea, se non quelli che abitano intorno e così capisce il suo nome e riconosce la voce della sua guida. Guarisce le sue piaghe con la sua lingua. Sovente vomita il suo pasto e poi lo rimangia. E quando porta carne o altra cosa nella sua bocca e passa qualche fiume, nel momento che vede l'ombra della sua carne nell'acqua, lascia quello che porta, per prendere quello che non è niente. E sappiate che dal cane e dal lupo, quando si uniscono, nasce un tipo di cane molto feroce, ma nascono molto fieri per il congiungimento di cane e di tigre, tanto agili e tanto aspri, che ciò è una vera diavoleria. Gli altri cani di nascita domestica, sono di molti tipi, perché vi sono piccoli cani non pregevoli, buoni per fare la guardia alla casa e così vi sono altri *più piccoli1299 per fare la guardia alle camere e ai letti delle dame. E se sono generati da piccoli genitori, nella loro giovinezza li si può nutrire con pochissima carne o un piccolo pane e così saranno piccoli e corti a meraviglia. E sovente e volentieri, gli si devono tirare le orecchie, perché sono più gentili quando sono inclinate verso terra. Gli altri sono bracchi, dalle orecchie pendenti, che riconoscono l'odore delle bestie e degli uccelli, per questo sono buoni per la caccia e chi diletta il proprio animo in ciò, lo deve amare molto e proteggere dai falsi congiungimenti, perché i cani non hanno la conoscenza dei nati se non per lignaggio. Per questo dice il proverbio al contadino, che il cane caccia per natura. Gli altri sono *della razza del lupo1300 e sono chiamati segugi, perché inseguono la loro *preda1301 fino alla fine, di cui ve ne sono di tali tipi, che quello che gli insegna nella loro giovinezza, lo vogliono poi tenere sempre,

1299 In T: trés petis camusos = piccolissimi camusi. In F: plus petiz. (Cfr. trad.).1300 In F: levrier = levrieri. In T: loimiers: riferimento con errore, a loviers, sing. lovier = della razza del lupo. 1301 In T: beste = bestia. In F: proie = preda.

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così che gli uni cacciano cervi e *cerbiatte1302, altri cacciano bestie campestri, lontre, lepri e altre bestie che vivono in acqua. Altri sono *levrieri1303, che sono più leggeri e agili nel correre e nel prendere le bestie con la loro bocca. Altri sono mastini grandi, grossi e di forza molto grande, che cacciano orsi, cinghiali, lupi e tutte le grandi bestie e combattono in maniera selvaggia contro l'uomo. Perciò nelle antiche storie, troviamo che un re era stato catturato dai suoi nemici e i suoi cani riunirono un grandissimo gruppo di altri cani e combatterono in maniera così tenace contro quelli che tenevano prigioniero il re e lo liberarono a gran forza. E così non è tanto tempo, che in Champagne si riunirono tutti i cani del paese in un luogo, dove si combatterono tra loro così aspramente *e alla fine non ne restò che uno solo vivo1304 *e tutti gli altri morirono nella piazza stessa1305. E perché la narrazione ha esposto qua innanzi, che i cani amano l'uomo più di ogni altra bestia, così vi dirò qualche cosa di ciò che i nostri maestri *scrissero1306 nei loro libri. Sappiate che quando Giaso Licio fu ucciso, il suo cane non volle poi mangiare, né molto, né poco, anzi morì di dolore. E là dove il re Lisimaco fu gettato nel fuoco, per il peccato che aveva fatto, il suo cane si gettò dentro con il suo signore e si lasciò *ardere1307 con lui. E un altro cane entrò in prigione con il suo maestro e poi quando lo si gettò nel fiume Tevere, che scorre a Roma, il cane si gettò appresso e portò la carogna sopra l'acqua, tanto come poté. Queste e molte altre nature che hanno i cani, sono raccontate, ma per abbreviare questo libro, la narrazione non ne dirà ora di più perché è molto sufficiente.

187. Del camaleonte.

Il camaleonte è una bestia che nasce in *Asia1308 e così ce n'è una gran abbondanza. E la sua faccia è simile alla lucertola, ma le sue gambe sono dritte e lunghe, le *unghie larghe, fiere e aguzze1309 e la coda grande e curva e va ugualmente con lentezza come la tartaruga, la sua pelle è dura come quella del coccodrillo, i suoi occhi fieri ed estremamente incavati dentro la testa e non li gira qua e là, perché non vede di traverso, anzi guarda tutto dritto davanti a sé. E la sua natura è di una selvatica meraviglia, perché non mangia, né beve cosa al mondo, anzi vive solamente dell'aria che respira. Il suo colore è così mutevole, che quando tocca qualche cosa, del tutto immediatamente *perde1310 il suo colore e diventa di altrettale tinta, se ciò non è rosso o bianco, perché questi sono due colori che non può fingere. E sappiate che il suo corpo è senza carne e senza sangue, se questo non è nel cuore dove ne ha un poco. In inverno sta nascosto e in estate viene un uccello di nome coras che lo uccide, ma se lo mangia gli conviene morire, se la foglia di alloro non lo libera *dalla

1302 F aggiunge: bices = cerbiatte.1303 T aggiunge: levrier. (Cfr. trad.)..1304 In T: a la fin n’en eschapa un seul = alla fine non ne scampò uno solo. In F: que il n’en demora que i. vif, et tuit li autre furent mort en la place meisme. (Cfr. trad.).1305 In T: que tout n’en fussent mort en la place de terre ou il estoient = che tutti non fossero morti nella piazza di terra dove si trovavano.1306 In T: recontent = raccontano.1307 In T: cremer = cremare.1308 In F: Ynde = India. In T: Ayse. (Cfr. trad.).1309 In T: fieres et agues. In F: lées ongles, fieres et agues. (Cfr. trad.).1310 In F: prent = prende. In T: pert = perde.

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morte1311.

188. Del cavallo.

Il cavallo è una bestia di grandissima intelligenza, perché per il fatto che vive sempre tra gli uomini, dona loro *alquanto1312 senno e *memoria1313, tanto che riconosce il suo signore e sovente muta i costumi e gli abiti, quando cambia signore. Fiuta la battaglia, si contorce e si slega al suono delle buccine. È lieto quando ha la vittoria e dolente quando perde. E può ben percepire se la battaglia deve essere vinta o no, a somiglianza che i cavalli fanno di gioia o di cruccio. Da cui, ve ne sono alcuni che conoscono bene i nemici dei loro maestri, perché li mordono e li colpiscono molto dolorosamente. E ve ne sono altri che non portano se non il loro vero sire, secondo come fece il cavallo di Giulio Cesare e Bucefalo, *il suo signore Alessandro1314 il Grande, che per primo si lasciò domare e cavalcare come bestia semplice, ma dopo che il re vi montò, *non degnò che anima al mondo vi montasse, né cavalcasse1315. E sappiate che Bucefalo aveva testa di toro e uno sguardo molto feroce, così aveva *due1316 bocche, altrettanto come due corni. E il cavallo di Cratareo, il duca di Galati, quando morì il suo sire e il re Antioco vi salì per combattere, il cavallo corse per la discesa di un grande poggio e si tracollò in tal maniera che uccise sé e il suo cavalcatore. E quando il re di Scizia combatté contro il suo nemico, corpo a corpo e fu ucciso in battaglia, gli altri lo volevano *disarmare1317 e mozzargli la testa, il cavallo lo difese *vigorosamente1318, lo curò fino alla sua morte e poi non volle mai più mangiare. Ed è una cosa provata di molti cavalli, che piangono e gettano lacrime per la morte del loro signore e così non vi è alcun'altra bestia che lo faccia. E sappiate che il cavallo maschio è di vita lunga, perché leggiamo di un cavallo che visse settanta anni, ma le femmine non vivono a lungo. E la loro lussuria si può *frenare1319 se si tosano i loro crini. Durante il suo parto, nasce un maleficio d'amore che viene in mezzo alla fronte del puledro, ma la madre lo toglie subito con i suoi denti, perché non vuole che quella cosa venga tra le mani dell'uomo e nondimeno se lo togliessi tu, sappiate che la madre non gli darebbe mai il suo latte. E la sua natura è che, tanto come il cavallo è più sano e di migliore *animo1320, tanto più mette il suo naso e la sua bocca dentro l'acqua quando beve. Nel cavallo si devono guardare quattro cose, secondo l'opinione degli antichi saggi e sono la forma, la bellezza, la bontà e il colore. Perché nella forma del cavallo si deve *considerare1321 che la sua carne e la sua *pelle1322 siano forti, duri e sodi e che sia molto alto secondo la sua forza. Il costato deve essere

1311 In T manca.1312 In T: aguetes = acutezza.1313 In T: raison = ragione.1314 F riporta solo: Alixandre = Alessandro. In T: son signor Alixandre. (Cfr. trad.).1315 In T: il ne daigna puis soufrir que ame du monde l’atouchast pour monter. = non degnò poi sopportare che anima al mondo, lo toccasse per montare.1316 T aggiunge: .ii. (Cfr. trad.). 1317 In T: despoillier = spogliare.1318 In T: vistement = velocemente.1319 In F: refroidier = raffreddare. In T: refraindre = frenare.1320 In T: cuer = cuore.1321 In T: essaier = saggiare.1322 In T: cors = corpo. In F: cuirs = cuoio (pelle).

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lungo e pieno, la groppa grandissima e rotonda, le cosce larghe, il petto grande, largo e molto aperto e tutto il suo corpo macchiato di *nodi1323 e di ispessimenti, piedi *forti1324 e ben cavi dal di sotto. Nella bellezza, devi guardare che abbia testa piccola e secca, così che il cuoio sia ben saldo e vicino alle ossa, orecchie brevi e drizzate in alto, grandi occhi e naso largo, la testa dritta o alquanto simile a una testa di montone, crine spesso e coda ben vellutata, unghie sode, salde e rotonde. Guarda che nella bontà abbia un animo ardito, l’andatura lieta, le membra agili, che corrano bene e salde alla tua volontà. E sappiate che l'agilità del cavallo è conosciuta dalle orecchie e la sua forza dalle membra agili e ben equilibrate. Nel colore considera il baio o il ferrante rotato, nero o bianco, sellago o varrone o di altro tipo, che potrai preferire di più e con più convenienza. E poiché i cavalli sono di parecchi tipi, per il fatto che gli uni sono grandi destrieri per combattere, gli altri sono palafreni da cavalcare per il piacere del corpo, altri sono ronzini per portare some o muli e sono ottenuti dal congiungimento del cavallo e dell’asino, devi ricordarti bene, di preferire quel cavallo che abbia le proprietà e le macchie che sono necessarie a ciò a cui devono servire, perché gli uni sono necessari per correre bene, gli altri ad andare bene al passo o passeggiare e altre cose che la loro natura richiede. Ma in generale, guarda che in tutti i cavalli le loro membra siano ben ordinate e le une ben rispondenti alle altre, abbiano occhi sani, siano con tutte le membra e di tale età, che non siano impazziti per la giovinezza, né per la vecchiaia. E per il fatto che questi difetti e queste malattie dei cavalli sono innumerevoli, di cui gli uni sono dentro e gli altri fuori, gli uni appariscenti e gli altri nascosti, così che non ve ne può essere uno che non ne abbia un poco o molto, sappiate che i migliori sono quelli che ne hanno molti.

189. Dell'elefante.

L'elefante è la più grande bestia che si conosca. I suoi denti sono d'avorio, il suo becco è chiamato proboscide ed è simile ad un serpente. Con quel becco prende il suo cibo e lo mette in bocca. Poiché la proboscide è guarnita da buon *avorio1325, è di così grande forza che rompe quando colpisce. E così dicono i Cremonesi, che il secondo imperatore Federico ne condusse a Cremona, uno che gli aveva inviato il sacerdote Giovanni d'India e lo videro ferire un asino così tanto carico, *che lo gettò sopra una terrazza1326. E sebbene l'elefante [fosse] molto selvatico, nondimeno diventò domestico, tanto come fu catturato. Ma non entrò mai nella nave per passare il mare, finché il suo maestro dietro non gli diede la certezza di guidarlo. E così lo si può cavalcare e condurre qua e là, non col freno, ma con un gancio di ferro e per questo si fa su di lui manganello e giro di frusta, per combattere. Ma Alessandro al contrario, fece fare immagini di casse piene di carboni ardenti ed erano fatte in tal maniera, che cuocevano e

1323 In T manca.1324 In T: sés = sani.1325 In T: servoire = serbatoio. In F: ivoire = avorio.1326 In T: virent ferir i. asne chargié, si fort k’il le geta desus une maison. = videro ferire un asino così tanto carico, che lo gettò sopra una casa.

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bruciavano il becco dell'elefante, così che non lo colpiva più per la paura del fuoco. E sappiate che in loro vi è un grandissimo senno, perché osservano la regola del Sole e della Luna, ugualmente come l'uomo. E vanno in gran moltitudine insieme a schiere, di cui il più vecchio è capitano davanti a tutti e l'altro dopo di lui di età, lo guida e lo stringe da dietro. E quando si trovano in una mischia, non lo fa che uno di loro due e l'altro osserva secondo la necessità e nondimeno quando sono vinti, l’uno e l’altro si sforzano per rovinare ambedue. La natura dell'elefante è tale che, la femmina prima dei tredici anni e il maschio prima dei quindici anni, non sanno cosa sia la lussuria e nondimeno sono di così casta cosa, che tra loro non vi è che un maschio per una femmina e ognuno ha la sua con cui si trattiene tutti i giorni della sua vita, in tal maniera che se uno perde sua moglie o essa lui, non si congiunge più con un altro, anzi vanno sempre soli per il deserto. E perché la lussuria non è in loro così calda, che si congiungono come le altre bestie, così avviene loro per avvertimento di natura, che i due compagni se ne vanno verso oriente, vicino al paradiso terrestre, tanto che la femmina trova un'erba che si chiama mandragora, così ne mangia e attizza tanto il suo maschio, che ne mangia con lei e subito scalda la volontà di ognuno. *Poi si congiungono1327 all'inverso e generano un figlio e non di più e ciò non è che solamente una volta e non di più, in tutta la loro vita e così vivono bene trecento anni. E quando viene il tempo del parto, due anni dopo il loro congiungimento, vanno dentro uno stagno fino al ventre e la madre depone suo figlio e il padre tende agguati sulla riva sempre con attenzione, per la paura del dragone, loro nemico per il desiderio del loro sangue, perché gli elefanti lo hanno più freddo e in più grande abbondanza che altra bestia al mondo. E così dicono quelli che li vedono sovente, che l'elefante quando cade, non può alzarsi su con tutta la sua forza, perché non ha nelle ginocchia nessuna giuntura, ma la Natura che tutto guida, gli insegna a gridare ad alta *voce1328, così che tutti gli altri del paese vengono, almeno fino in dodici e gridano tutti insieme, tanto che arrivano i piccoli elefanti, che lo rialzano con la forza del loro becco e della loro bocca che mettono sotto di lui.

190. Delle formiche.

La formica è una piccola cosa, ma è di grande previdenza, perché in estate si procura quello che gli necessita in inverno e preferisce il frumento e rifiuta l’orzo, che riconosce dall'odore e rompe i suoi grani in modo tale, che non possano rinascere per l'umidità *della terra1329. E così dicono gli Etiopi, che in un'isola vi sono formiche grandi come cani, che scavano oro dalla sabbia con i loro piedi e lo vigilano così fieramente, che nessuno ne può avere senza la morte. Ma i paesani inviano a pascolare in quell'isola, giumente che abbiano puledri caricati di buone corbelle. E quando le formiche percepiscono le corbelle, mettono dentro tutto il

1327 In T: entregisent = giacciono tra loro.1328 T aggiunge: tant que uns autres viegne et crie avec lui si roidement = fintanto che un altro venga e gridi con lui così decisamente.1329 In T: de l’yvier = dell’inverno. In F: de la terre = della terra.

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loro oro, perché pensano che questo sia un luogo di salvezza. E quando viene la sera che la giumenta è ben pasciuta e ben caricata, *essa ode il puledro che la sua guida ha condotto là1330, gridare e nitrire dall'altra parte del fiume, la giumenta entra nell'acqua corrente e battente e passa oltre, con tutto l'oro che si trova nelle corbelle.

191. Della iena.

La iena è una bestia che una volta è maschio e un'altra è femmina, abita nei cimiteri degli uomini, mangia i corpi dei morti. E l'osso della sua schiena è così bloccato, che non può piegare il suo *corpo1331, se non gira tutta *insieme1332. E segue le case, le stalle e falsa la voce degli uomini e così inganna sovente gli uomini, i cani e li divora.E la maggior parte dice che, nei suoi occhi c'è una pietra di tal virtù, che se qualcuno l'avesse sopra la sua lingua, potrebbe indovinare tutte le cose che devono accadere. E per il fatto che nessuna bestia che tocca l'ombra della iena, può muoversi da [quel] luogo, così gli antichi dicono che questa bestia è così piena di incantesimi e di arte magica. E sappiate che in Etiopia questa bestia giace con la femmina del leone e genera una bestia di nome *cocote1333. Segue la voce degli uomini e nella sua bocca non ha gengive, né denti divisi che altre bestie hanno, tranne un dente tutto intero e lo richiude come una botte.

192. Del lupo.

Il lupo abbonda in Italia ed in molte altre terre. E la sua forza è *nella sua bocca e nel muso1334. Nelle sue reni non ha affatto forza e non può piegare indietro il suo collo. E così dicono i pastori, che qualche volta vive di preda, qualche volta di terra e qualche volta di vento. E quando il tempo della sua lussuria viene, parecchi maschi *inseguono1335 la lupa. Ma alla fine essa guarda tutti ed elegge il più ripugnante, che giace con lei, sebbene in tutto l'anno non si congiungano se non dodici giorni. E non generano figli se non in maggio, quando arrivano i temporali. Per la cura dei suoi figli, non prende la preda nelle contrade che sono *vicine1336. E sappiate che quando vede un uomo prima che quello veda lui, l'uomo non può gridare. Ma se l'uomo lo vede prima, depone tutta la sua ferocia e non può correre. E alla fine della sua coda vi è una *lana1337 dell'amore, che il lupo toglie con i suoi denti, quando temono di essere catturati. E quando ulula con la sua voce, porta sempre la sua zampa davanti alla bocca, per mostrare che ciò è da [parte di] parecchi lupi.

1330 In T: et que ses sires amaine son fil de l’autre part de la rive = e che il suo sire, conduce suo figlio dall’altra parte della riva.1331 In T: col = collo.1332 T aggiunge: s’ele ne se torne toute cele part k’ele vieut = se non gira tutta quella parte che vuole.1333 Gaiter traduce: cococie. Cfr. : Il tesoro / di Brunetto Latini ; volgarizzato da Bono Giamboni ; raffrontato col testo autentico francese edito da P. Chabaille ; emendato con mss. ed illustrato da Luigi Gaiter: Bologna : G. Romagnoli, 1878-18831334 In F: mais au piz et as reins = ma nel petto e nelle reni. In T: sa bouche et ou vis. (Cfr. trad.).1335 T aggiunge: par route = per strada.1336 T aggiunge: a sa covace = alla sua covata. 1337 In F: lame = lama. In T: laine = lana.

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193. *Del lupo cerviero1338.

Un altro tipo di lupo è quello che si chiama cerviero o luperno ed è puntato di macchie nere, così come la lonza, ma nelle altre cose è simile al lupo. Ed è di vista così chiara, che i suoi occhi aprono i muri e i monti. Non porta che un figlio ed è la cosa più smemorata del mondo, perché là dove mangia il suo pasto e guarda per caso un'altra cosa, dimentica subito ciò che mangia, in tal maniera che non vi sa ritornare, anzi la perde del tutto. E così dicono *quelli che l'hanno visto1339, che dalla sua orinata nasce una pietra preziosa, chiamata ligure. Questo sa bene la stessa bestia, secondo come gli uomini lo hanno visto coprire la sua orina con la sabbia, per un'invidia di natura, che tale pietra non giunga agli uomini.

194. Della lucrote.

La lucrote è una bestia delle parti d'India, che supera tuttti gli altri animali in agilità. È grande come l'asino, ha la groppa di cervo, petto e gambe di leone, testa di cavallo, zampe di bue, bocca grande fino alle orecchie e i suoi denti sono tutti di un osso.

195. Della manticora.

La manticora è una bestia di quello stesso paese, che ha faccia e colore del sangue dell'uomo, occhi gialli, corpo di leone, coda di scorpione e corre così forte che nessuna bestia le può scappare davanti. Ma sopra tutti i cibi, ama la carne dell'uomo. *E i suoi denti1340 si congiungono in tal maniera, che ora uno rimane di sopra e ora di sotto l’altro.

196. Della pantera.

La pantera è una bestia macchiata di piccoli cerchi bianchi e neri, altrettanto come piccoli occhi ed è amata da tutti gli animali, fuorché dal dragone. E la sua natura è tale che immediatamente, quando ha preso il suo cibo, rientra nella sua spelonca e dorme tre giorni. Allora si leva e apre la sua bocca, annusa il suo alito così dolce e così soave, che tutte le bestie che sentono l'odore, vanno davanti a lei, tranne solamente il dragone, che si ficca nei pertugi sotto terra, per la paura che ne ha, poiché *sa1341 bene che gli conviene morire. E sappiate che la pantera non genera figli in tutta la sua vita, che una sola volta ed ora ascoltate perché. I suoi figli quando sono cresciuti, dentro il corpo della madre, non vogliono soffrire fino *al tempo1342 della loro giusta nascita, anzi sforzano la natura e rompono con le unghie, le entrate a

1338 F aggiunge in questo punto, un altro capitolo che intitola: Du loup cervier = Del lupo cerviero.1339 In F: qu le sevent = che lo sanno. In T: cil ki veu l’ont. (Cfr. trad.).1340 In F manca. T aggiunge: Et si dent. (Cfr. trad.). In F la frase è la seguente: et s’assemblent en tel maniere que ores maint li uns desouz et ore li autres. = e si uniscono in tal maniera che ora uno rimane sotto e ora l’altro. L’interpretazione del copista probabilmente riguarda il congiungimento carnale. 1341 In F: semble = sembra. In T: set = sa.1342 T aggiunge: jusc’au tens. (Cfr. trad.).

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loro madre ed escono fuori in tal maniera, che la madre *non genera più1343 per la semenza del suo maschio.

197. Della paranda.

La paranda è una bestia [che si trova] in Etiopia. Grande come un bue, ha la testa e le corna come il cervo e colore d'orso, ma gli Etiopi dicono che la paranda muta il suo vero colore per paura, secondo la *tinta1344 della cosa che le è più vicina. Questo stesso fanno i polpi in mare e i camaleonti in terra, di cui la narrazione fa menzione qua dietro.

198. Delle scimmie.

La scimmia è una bestia che fa di nuovo volentieri, ciò che vede fare all'uomo. E gioisce molto alla Luna nuova, *ma alla Luna piena si addolora ed è melanconica1345.E sappiate che la scimmia genera due *figli1346, di cui ama uno così tanto, che è una meraviglia e disprezza l’altro, perché accade quando la si caccia, che porti il suo amato figlio tra le sue braccia e l'altro sulle sue spalle e fugga tanto come può. Ma là dove la caccia si avvicina e la ritiene così vicina che grida, le è necessario abbandonare dal suo stesso corpo il caro figlio, perché l’altro si tiene così saldamente al collo della madre, che scappa dal pericolo, là dove la madre fugge. E così dicono gli Etiopi, che nella loro terra vi sono scimmie di cinque tipi diversi.

199. Delle tigri.

La tigre è una bestia che nasce di più dalle parti di Ircania ed è minutamente macchiata di *nere1347 macchie. E senza dubbio la tigre è una delle bestie più veloci del mondo e di grande ferocia. E sappiate che *là dove trova il letto vuoto dei suoi figli1348 che sono stati rapiti, insegue subito e con agilità le tracce del cacciatore che li portò via. *Ma l'uomo che lo sa e teme molto la sua crudeltà1349, perché sebbene fugga con il cavallo, nessuna altra cosa lo potrebbe garantire, si getta in mezzo alla strada, attraverso dove la bestia deve venire più volte a *specchiarsi1350. E quando la tigre vede la sua immagine apparire dentro lo specchio e percepisce la figura e l’aspetto del suo corpo, *pensa che questo sia suo figlio, così gli gira intorno, tanto che lo rompe e quando vede che non è niente, se ne va oltre fino a tanto che trova un altro specchio e guarda e riguarda, per la pietà dei suoi figli, ora nell'uno, ora nell'altro, tanto che i cacciatori se ne vanno salvi1351.

1343 T aggiunge: en nule maniere du monde = in alcuna maniera al mondo. In F: n’engendre plus. (Cfr. trad.).1344 In T: tainture = tintura. In F: teinte. (Cfr. trad.).1345 In T: mais de la reonde lune se dolousist et torble de grant melancolie = ma alla Luna piena si addolora e turba con grande melanconia.1346 T aggiunge: a une portee = in una portata.1347 F aggiunge: noires = nere.1348 In T: que la u ele trueve remué son lit et vuit de ses filz = quando trova disfatto il suo letto e senza i suoi figli.1349 In T: Mais li hom ki les a si redoute mout sa cruauté = Ma l’uomo che l’ha così, teme molto la sua crudeltà. 1350 T aggunge: les uns cha et les autres la = l’una qua e l’altra là.1351 In T: ele quide que ce soit ses faons, si le torne et retorne, mais c’est nient; puis s’en vet outre jusqu’a un autre miroir et garde et regarde, por la pitié de ses filz, or a l’un ore a l’autre, tant ke li chaceours s’en passe a sauveté. = pensa che questo sia suo figlio, così lo gira e rigira, ma è niente. Poi se ne va oltre fino ad un altro specchio e guarda e riguarda, per la pietà dei suoi figli, ora nell’uno, ora nell’altro, tanto che i cacciatori se ne vanno salvi.

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200. Della talpa.

La talpa è una piccola bestia che va sempre sotto terra, scava in diverse parti e mangia le radici che trova, sebbene la maggior parte dica che vive solamente di terra. E sappiate che la talpa non vede una goccia, perché la natura non volle aprire la pelle che è sui suoi occhi e così non servono a niente, perché non sono scoperti.

201. *Dell’unicorno1352.

L'unicorno è una bestia feroce, alquanto simile al corpo del cavallo, ma ha piedi da elefante e coda di cervo e la sua voce è ferocemente spaventosa e in mezzo alla sua testa vi è un corno *e non di più1353, di meraviglioso splendore e ha ben quattro piedi di lunghezza, ma è così forte e aguzzo che apre facilmente qualunque cosa colpisca. E sappiate che l'unicorno è così feroce e così fiero, che nessuno lo può prendere, né tenere con nessuna *astuzia1354. Può ben essere ucciso, ma vivo non lo si può avere. E nondimeno i cacciatori inviano una fanciulla vergine, da quella parte dove gli unicorno vivono, perché la sua natura è questa, che subito va dalla fanciulla direttamente e depone ogni selvatichezza e si addormenta soave, nel suo seno e tra le sue *vesti1355. In questa maniera i cacciatori lo catturano.

202. Dell'orso.

L'orso ha una testa molto debole, ma la sua forza è nelle *gambe1356 e per questo nello stare, sovente va tutto dritto. E sappiate che quando l’orso è afflitto da accidente o da malattia, mangia un'erba di nome flonio, che lo guarisce. Ma se mangiasse pomi di mandragora, gli converrebbe morire, se non vi fossero contro quel male, le formiche che mangia. Mangia volentieri miele, sopra ogni altra cosa. E la sua natura è che in inverno scalda la sua lussuria e giace insieme come *giacciono1357 gli uomini con le donne e generano figli, che *la femmina1358 non porta che trenta giorni. E per la brevità del tempo, la natura non può compiere la forma, né il modo di quello, dentro al corpo di sua madre, anzi nasce un pezzo di carne bianca senza alcuna figura, se non che ha due occhi. E nondimeno la madre lo conforma e raddrizza con la sua lingua, secondo la sua somiglianza e poi lo stringe al suo petto, per dargli calore e spirito di vita. Durante questo tempo, la madre dorme così profondamente per ben quattordici giorni, senza bere e senza mangiare, che la si potrebbe battere e uccidere prima che si svegli. In questa maniera, la madre rimane nascosta con suo figlio per ben

1352 T titola: Ja parle de l’unicorne- = Ora parla dell’unicorno.1353 In F: anz plus = e non di più. 1354 In T: par nul laz dou monde = con nessun laccio del mondo.1355 In T: dras = drappi (vesti). In F: giron = vesti.1356 T aggiunge: et es longes…… = e nelle lunghe…...1357 In T: font = fanno.1358 T aggiunge: la femele. (Cfr. trad.).

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quattro mesi e i suoi occhi sono così offuscati, che non vede se non molto poco, quando esce dalla sua tana. Di questa bestia la maggior parte dice, che migliora e ingrassa con le battiture.

*Qui1359 finisce la prima parte di questo libro, che espone brevemente la generazione del mondo, l'inizio dei re della Terra e i fondamenti dell'una legge e dell'altra e la natura delle cose del cielo, della Terra, l'antichità delle vecchie storie e racconta brevemente l'essere di ognuno. Perché se il maestro volesse mettere più largamente per iscritto e mostrare di ciascuna cosa il come e il perché, il libro sarebbe senza fine, perché per questo sarebbero necessarie tutte le arti e tutta la filosofia. E per questo dice il maestro, che la prima parte del suo Tesoro è di denaro contante, perché così come le persone non potrebbero acquistare le loro necessità, né le loro mercanzie senza moneta, analogamente non potrebbero conoscere la certezza delle cose umane, se non sapessero ciò che questa prima parte *espone1360. Ma qui avanti, il maestro tace per quanto riguarda le cose che appartengono alla teoretica, che è la prima scienza del corpo della filosofia, perché vuole tornare alle altre due scienze, la pratica e la logica, per aggiungere la seconda parte del suo Tesoro, che deve essere di pietre preziose.

1359 In F il titolo manca. T titola: Le derinier chapitre dou .i. livre = L’ultimo capitolo del primo libro.1360 In T: raconte = racconta.

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