L’innovazione nella Pubblica Amministrazione per la ... · inferiore alla media dei paesi...

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Aprile 2009 - 1 - L’innovazione nella Pubblica Amministrazione per la modernizzazione del Sistema Paese

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Aprile 2009

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L’innovazione nella Pubblica Amministrazione per la

modernizzazione del Sistema Paese

Aprile 2009

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1 Introduzione .............................................................................................................. - 4 -

1.1 Il ruolo della Pubblica Amministrazione e dell’IT..................................................... - 4 -

1.2 Obiettivi e impostazione dello studio ..................................................................... - 5 -

2 Executive Summary .................................................................................................... - 6 -

3 La diffusione e l’utilizzo dell’ICT nella Pubblica Amministrazione italiana .......................... - 8 -

3.1 L’indice di e-readiness in Italia e negli altri paesi europei ........................................ - 8 -

3.2 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione in Italia ..............................................- 11 -

3.3 L’utilizzo dell’IT nella Pubblica Amministrazione.....................................................- 14 -

3.4 L’utilizzo di servizi pubblici on line da parte di cittadini e imprese............................- 18 -

4 Le iniziative per lo sviluppo dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione e la

diffusione dell’e-Government .............................................................................................- 23 -

4.1 Il Piano Francese e il Piano Americano ................................................................- 23 -

4.2 Il Piano Industriale dell’Innovazione.....................................................................- 24 -

4.3 Il Piano e-Government 2012................................................................................- 26 -

5 L’ICT per l’innovazione strutturale della Pubblica Amministrazione italiana: la vision e le

proposte di IBM................................................................................................................- 31 -

5.1 La vision di IBM: la centralità del cittadino............................................................- 31 -

5.2 La visione di IBM: una Pubblica Amministrazione più “smart” .................................- 36 -

5.3 Le riflessioni IBM sul Piano di e-Government e alcune proposte di realizzazione .......- 39 -

5.4 I casi di successo di IBM .....................................................................................- 48 -

6 Gli impatti dell’innovazione della Pubblica Amministrazione sul sistema Paese .................- 54 -

6.1 L’impatto dell’ICT sulla crescita del PIL.................................................................- 54 -

6.2 L’impatto dei progetti di e-Government in termini di efficienza ed efficacia della Pubblica

Amministrazione............................................................................................................- 56 -

6.3 Gli impatti dell’innovazione in termini di efficienza della Pubblica Amministrazione: la

dematerializzazione dei documenti..................................................................................- 59 -

6.4 La misurazione degli impatti dell’innovazione attraverso un caso concreto: INPS -

Cassetto Previdenziale ...................................................................................................- 60 -

7 Conclusioni ...............................................................................................................- 66 -

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Figura 1 Il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’Europa Occidentale...............- 10 -

Figura 2 L’andamento dell’indicatore di e-readiness in Europa e in Italia................................- 11 -

Figura 3 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione Centrale (2006-2008)............................- 12 -

Figura 4 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione Locale (2006-2008) ..............................- 13 -

Figura 5 La spesa IT della Pubblica Amministrazione in Europa.............................................- 14 -

Figura 6 La disponibilità di servizi completamente on line della Pubblica Amministrazione nei

principali paesi europei......................................................................................................- 16 -

Figura 7 Servizi completamente on line per i cittadini in Europa nel 2007 ..............................- 17 -

Figura 8 Servizi completamente on line per le imprese in Europa nel 2007............................- 18 -

Figura 9 L’utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini in Europa........................- 19 -

Figura 10 Le finalità di interazione on line con la Pubblica Amministrazione per fascia d’età, 2007 -

20 -

Figura 11 Imprese che utilizzano servizi di e-Government in Europa......................................- 21 -

Figura 12 Imprese che fruiscono di servizi pubblici on line per tipologia di servizio usufruito (2007)-

22 -

Figura 13 Il Piano Industriale dell’Innovazione.....................................................................- 26 -

Figura 14 I progetti del Piano di e-Government 2012 ...........................................................- 29 -

Figura 15 La visione di IBM per l’innovazione della Pubblica Amministrazione.........................- 32 -

Figura 16 Il modello One-stop Citizen-centric ......................................................................- 33 -

Figura 17 Il modello pluridirezionale alla base di una Pubblica Amministrazione più “smart” ....- 37 -

Figura 18 Il contesto e i requisiti di una Pubblica Amministrazione più “smart” .......................- 38 -

Figura 19 ICT e crescita del PIL nei principali Paesi..............................................................- 55 -

Figura 20 Distribuzione dei progetti di e-Government secondo il valore dell’indicatore di efficienza -

57 -

Figura 21 Distribuzione dei progetti di e-Government secondo il valore dell’indicatore di efficacia .. -

58 -

Figura 22 I risparmi da dematerializzazione dei documenti ...................................................- 60 -

Tabella 1 La classifica mondiale rispetto all’indicatore di e-readiness ...................................... - 9 -

Tabella 2 I risparmi per le imprese .....................................................................................- 64 -

Tabella 3 I risparmi per i cittadini.......................................................................................- 65 -

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1 Introduzione

1.1 Il ruolo della Pubblica Amministrazione e dell’IT

Una Pubblica Amministrazione che innova produce un vantaggio duplice: ha l’opportunità di

beneficiare di vantaggi di costo che, a loro volta, ricadono su cittadini e imprese; è in grado di

generare impulsi innovativi nel sistema con cui interagisce, anche attraverso la diffusione di un

approccio che imprese e individui possono emulare.

Agire sulla Pubblica Amministrazione significa, quindi, intervenire sull’intero processo di

innovazione del Paese, poichè da essa dipende l’attuazione delle politiche pubbliche e la qualità dei

servizi resi ai cittadini, al sistema sociale, al tessuto produttivo.

Il forte legame tra innovazione, ICT, efficienza ed efficacia trova nel settore pubblico la sua

massima espressione: l’innovazione diventa tanto più efficace quanto più incorpora tecnologie e

soluzioni ICT; l’introduzione di tecnologie nei processi interni alla Pubblica Amministrazione

migliora l’efficienza operativa e favorisce la razionalizzare della spesa per il funzionamento interno

degli enti; una Pubblica Amministrazione più efficiente è, a sua volta, in grado di offrire servizi

“migliori”.

Perché la Pubblica Amministrazione possa svolgere un ruolo di attore in un percorso di

modernizzazione dell’intero Sistema Paese è necessario che, essa in primis, si attivi per superare

ostacoli all’innovazione che creano ritardi e inefficienze e penalizzano l’intero sistema, tra questi:

� un utilizzo poco compenetrato nei processi delle tecnologie ICT;

� una scarsa propensione all’innovazione dovuta a barriere culturali;

� una carenza di competenze informatiche di base che generano perdite in termini di

produttività1.

Passi avanti sono stati finora fatti: si sta sempre più affermando una distinzione tra responsabilità

politica e responsabilità gestionale, si stanno diffondendo nel contesto pubblico meccanismi di

mercato e logiche competitive tipiche del settore privato. Tuttavia, non si è ancora innescata una

combinazione virtuosa tra innovazione e integrazione nei processi interni alla Pubblica

Amministrazione, una combinazione che porti ad un uso più intensivo di tecnologie ICT e crei una

1 Un recente studio AICA dimostra come l’impreparazione informatica degli impiegati della Pubblica

Amministrazione Centrale si traduca in una perdita di produzione e generi costi per il Paese pari a circa 1.439

euro l'anno per addetto, 280 milioni di euro annui complessivi.

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nuova cultura dell’innovazione, quanto mai necessaria in una situazione economica come quella

attuale.

1.2 Obiettivi e impostazione dello studio

Diffondere conoscenza e creare una nuova cultura dell’innovazione diventa un presupposto

fondamentale perchè si possa creare un circolo virtuoso che trovi nell’Information Technology

l’elemento propulsore principale.

Obiettivo di questo lavoro vuole essere quello di rappresentare uno strumento d’informazione,

rivolto alle istituzioni e ai responsabili IT degli enti pubblici centrali e locali, che possa supportare

concretamente un processo di cambiamento culturale e tecnologico. Per raggiungere questo

obiettivo, il lavoro si propone di:

� evidenziare il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi dal punto di vista delle capacità

innovative e di spesa in Information Technology della Pubblica Amministrazione;

� identificare l’attuale offerta di servizi on line a cittadini e imprese e la relativa domanda, sia in

Italia, sia negli altri Paesi europei;

� presentare le iniziative intraprese dal Governo per colmare gap tecnologici interni e rispetto al

contesto europeo;

� illustrare il modello di modernizzazione della Pubblica Amministrazione basato su tecnologie

abilitanti un percorso innovativo, le azioni e i progetti proposti da IBM, in risposta alle iniziative

istituzionali di modernizzazione della Pubblica Amministrazione;

� dare evidenza di casi di successo IBM e dei vantaggi generati in termini di maggiore efficienza

interna alla Pubblica Amministrazione, maggiore efficacia dei servizi a cittadini e imprese,

riduzione di digital divide tra utenti della Pubblica Amministrazione;

� identificare, anche sulla base dei casi analizzati, l’impatto di una maggiore adozione di

Information Technology sulla Pubblica Amministrazione e sul sistema Paese nel suo complesso.

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2 Executive Summary

La capacità di una Pubblica Amministrazione di generare innovazione dipende in misura rilevante

dalla sua capacità di incorporare tecnologie e soluzioni ICT nei propri processi.

Il ritardo dell’Italia rispetto agli altri paesi porta a riconsiderare l’approccio alle tecnologie ICT

finora adottato dalla Pubblica Amministrazione.

Si tratta di un ritardo evidenziato da vari indicatori, tra questi: un indice di e-readiness da anni

inferiore alla media dei paesi dell’Europa Occidentale; una spesa IT oggetto di ridimensionamento

per effetto di politiche di razionalizzazione della spesa pubblica e che determina un livello di spesa

IT pro-capite della Pubblica Amministrazione inferiore rispetto a quello di altri paesi europei.

Evidenti sono gli sforzi finora fatti nel predisporre servizi on line per cittadini e imprese: la

disponibilità di servizi completamente on line (dispositivi), sia per le imprese sia per i cittadini, è

superiore alla media europea. La domanda di questi servizi è, tuttavia, in calo in Europa come in

Italia, per diverse ragioni: incompletezza dell’offerta, difficoltà di utilizzo dei servizi disponibili,

generale “disincanto” della domanda.

Vi è sicuramente consapevolezza da parte del Governo del ruolo forte che l’ICT può avere in un

processo di modernizzazione del sistema Paese. Le iniziative proposte, il Piano di e-Government

2012 soprattutto, evidenziano un approccio alle tecnologie diverso rispetto al passato: maggior

focus sulle esigenze della domanda, chiara definizione di obiettivi e azioni utili al loro

conseguimento, considerazione di partnership privato-pubblico sia per migliorare la disponibilità dei

servizi sul territorio, sia per incrementare le possibilità di finanziamento dei progetti.

I progetti che la Pubblica Amministrazione propone saranno più efficaci e più velocemente

realizzabili se coordinati da una “cabina di regia”, con potere decisionale e capacità progettuale, e

se accompagnate da interventi di re-ingegnerizzazione dei processi che favoriscano condivisione di

dati e informazioni tra enti, interoperabilità, riuso delle applicazioni e replicabilità di best practice.

La Pubblica Amministrazione riesce ad innovare sé stessa e il Paese se supportata da un sistema di

offerta ICT allineata alle proprie linee strategiche, e in grado di rispondere, con le tecnologie

proposte, alle esigenze della Pubblica Amministrazione.

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IBM si propone di supportare la Pubblica Amministrazione con una proposta che va oltre l’offerta di

tecnologie: suggerisce un modello, già consolidato in altri Paesi, e in considerazione di questo

sviluppa la propria offerta di soluzioni e servizi ICT.

Il modello proposto da IBM è basato su una Pubblica Amministrazione che pone il cittadino al

centro delle proprie azioni, veloce nel rispondere alle sue esigenze, ma anche ai cambiamenti

sociali, ambientali, demografici che caratterizzano il contesto in cui opera.

La visione che IBM vuole proporre è quella di una Pubblica Amministrazione che si “avvicini” al

cittadino: caratterizzata da un’offerta semplice ed effettivamente rispondente alle esigenze (perchè

a partire da queste formulata), accessibile attraverso più canali, con una presenza capillare sul

territorio (anche attraverso partner/reti amiche), che consenta al cittadino di ottimizzare i propri

tempi e costi necessari ad usufruire dei servizi pubblici.

Questa visione di IBM risulta allineata alle linee strategiche del Governo ma presenta anche

un’altra importante caratteristica: non è una visione esclusivamente tecnologica, vede la tecnologia

funzionale alla realizzazione di un più ampio percorso innovativo.

Con questi presupposti, IBM può rappresentare un valido partner per la Pubblica Amministrazione

in un processo di modernizzazione, come dimostrato dagli enti pubblici (INPS, INAIL, INPDAP,

Ministero del Lavoro, della Salute e della Previdenza Sociale, Ministero delle Infrastrutture e dei

Trasporti, ecc. ) che ad essa si sono affidati nella realizzazione di progetti complessi, grazie ai quali

hanno ottenuto considerevoli benefici sia in termini di una maggiore efficienza, sia di

miglioramento dei servizi offerti.

Che le tecnologie ICT producano vantaggi si evince sia nella singola realtà che le introduce, sia a

livello di sistema Paese. Relativamente ai benefici per il sistema Paese, non è trascurabile l’impatto

diretto dell’ICT sulla crescita del PIL, né quello indiretto, attraverso gli altri fattori che

contribuiscono alla crescita del PIL, ad esempio la produttività.

Ma il suo impatto è evidente anche nella capacità dei progetti ICT di produrre risparmi e liberare

risorse economiche. Basta considerare anche solo alcuni interventi di dematerializzazione dei

processi interni all’apparato pubblico: la trasmissione telematica dei certificati, l’adozione della

Posta Elettronica Certifica (PEC) e l’introduzione del cedolino elettronico negli enti pubblici

generano un risparmio annuo di 1,7 miliardi di Euro (fonte: NetConsulting).

I risparmi sarebbero decisamente più elevati e più consistenti le risorse finanziarie da indirizzare

allo sviluppo del Paese qualora l’uso dell’ICT fosse veramente pervasivo, nel settore pubblico come

in quello privato.

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3 La diffusione e l’utilizzo dell’ICT nella Pubblica Amministrazione italiana

Le capacità della Pubblica Amministrazione di promuovere percorsi innovativi, interni e nel sistema

nel suo complesso, vengono analizzate a partire dall’indicatore di e-readiness, che inquadra il

nostro Paese in un contesto internazionale.

Il posizionamento della Pubblica Amministrazione italiana viene spiegato anche quantificando la

spesa in Information Technology degli enti pubblici centrali e locali.

Una spesa da tempo indirizzata, oltre ad obiettivi di miglioramento interno degli enti, anche allo

sviluppo di servizi on line per imprese e cittadini.

Relativamente all’offerta di servizi di e-Government finora sviluppata, l’Italia è pressoché allineata

agli altri paesi europei.

Tuttavia, il confronto tra offerta e domanda di servizi on line consente di trarre considerazioni non

del tutto positive sull’approccio finora seguito dalla Pubblica Amministrazione, seppur una

contrazione generalizzata di imprese e cittadini che interagiscono on line con la Pubblica

Amministrazione si registri in tutti i paesi europei e non solo in Italia.

3.1 L’indice di e-readiness in Italia e negli altri paesi europei

Una visione globale dell’approccio alle nuove tecnologie, nei diversi Paesi, è sintetizzata

nell’indicatore di e-readiness, che misura la qualità dell’infrastruttura ICT di un paese e l’abilità dei

cittadini, delle imprese e delle istituzioni a sfruttarne i benefici per indirizzare lo sviluppo

economico e sociale. Tale indicatore, sviluppato dell’Economist Intelligence Unit, vede il contributo

di 70 Paesi. IBM partecipa attivamente (a partire dal 2007) all’iniziativa, attraverso l’IBM Institute

for Business Value, quest’ultimo contribuisce al miglioramento del modello e all’analisi dei risultati.

L’indice di e-readiness è funzione di una serie di parametri che influiscono con opportuni pesi

sull’indicatore di sintesi2, dall’infrastruttura tecnologica all’ambiente economico-sociale-culturale,

all’adozione delle nuove tecnologie.

Il punteggio di e-readiness raggiunto dall’Italia è pari a 7.55 su 10, un risultato che delinea un

posizionamento piuttosto negativo rispetto agli altri paesi, e infatti l’Italia si posiziona solo al 25°

posto nella classifica mondiale (Tabella 1).

2 I diversi parametri influenzano in maniera diversa l’indicatore: 20% infrastruttura tecnologica, 15%

ambiente economico, 15% ambiente sociale e culturale, 10% ambiente legale, 15% visione e politica del

Governo, 25% adozione di nuove tecnologie da parte di cittadini e imprese.

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Tabella 1 La classifica mondiale rispetto all’indicatore di e-readiness

Fonte: EIU/IBM e-readiness rankings, 2008

Nonostante il punteggio dell’Italia sia passato da 7.45 a 7.55, l’incremento registrato è stato poco

significativo: nè ha portato ad un miglioramento nel posizionamento, che resta invariato rispetto al

2007, nè ha consentito di colmare il gap esistente (pari ad oltre un punto) rispetto ai paesi meglio

performanti.

Considerando la sola Europa Occidentale e analizzando i fattori che incidono sull’indicatore di e-

readiness, è possibile individuare i fattori rispetto ai quali l’Italia è allineata con gli altri paesi

europei e quelli che invece influiscono negativamente sul livello di e-readiness (Figura 1).

L’Italia è in linea, se non addirittura meglio posizionata per quanto riguarda il “contesto legale”

relativo alle nuove tecnologie e alla loro adozione, ovvero la regolamentazione delle evoluzioni

tecnologiche. E’ allineata alla media dei paesi europei, seppur non raggiunga il livello delle best

practice, relativamente al contesto socio-culturale. E’ sicuramente debole per quanto riguarda

contesto economico, visione e politiche del Governo, adozione delle tecnologie da parte di cittadini

e imprese, infrastruttura tecnologica e connettività.

Le carenze e i ritardi dell’Italia emergono chiaramente dall’indicatore di e-readiness:

� disponibilità, affidabilità e qualità dei servizi di telefonia, PC, Wi-Fi, Internet e carte d’identità

digitali, che confluiscono nel parametro infrastruttura tecnologica e connettività;

� iniziative istituzionali probabilmente poco strutturate, non inserite cioè in un piano di

innovazione sistemico, oltre che limitate ad alcune aree territoriali. L’Italia presenta, infatti,

Classifica

2008

Classifica

2007Variazione Paese Punteggio

1 2 USA 8.95

2 4 Hong Kong 8.91

3 3 Svezia 8.85

4 9 Australia 8.83

5 1 Danimarca 8.83

6 6 Singapore 8.74

7 8 Paesi Bassi 8.74

8 7 Regno Unito 8.74

9 5 Svizzera 8.67

10 11 Austria 8.63

25 25 Italia 7.55

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enormi differenze a livello regionale: situazioni di eccellenza convivono con i casi più

svantaggiati d’Europa;

� più bassa adozione delle tecnologie da parte di cittadini e imprese, forte freno allo sviluppo di

iniziative di business on line, in particolare di e-commerce, oltre che alla domanda di servizi

pubblici on line;

� un contesto business che non ha ancora pienamente percepito il valore dell’Information

Technology e risulta, altresì, poco proattivo nella diffusione di una cultura innovativa.

Figura 1 Il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’Europa Occidentale

Fonte: EIU/IBM e-readiness rankings, 2008

Seppur l’indicatore di e-readiness del nostro Paese abbia registrato un progressivo miglioramento

dal 2001 ad oggi, rimane sempre al di sotto della media dell’Europa Occidentale (Figura 2) e le

aree di miglioramento su cui bisogna agire ribadiscono la necessità di una strategia condivisa a più

livelli, in cui interventi nell’ambito dell’Information Technology non possano prescindere da

iniziative e progetti a livello Paese che generino un cambiamento anche di tipo culturale.

0.00

2.00

4.00

6.00

8.00

10.00

Connettività e infrastruttura

tecnologica

Contesto legale

Politica e visione del

Governo

Adozione di tecnologie

da parte di

cittadini e imprese Italia

Media Europa Occidentale

Best Practice Europa

Occidentale

Contesto sociale e

culturale

Contesto business

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Figura 2 L’andamento dell’indicatore di e-readiness in Europa e in Italia

Fonte: EIU/IBM e-readiness rankings, 2008

Le ragioni della minore abilità della Pubblica Amministrazione italiana nel far leva sull’ICT sono

diverse, tra queste sicuramente investimenti in Information Technology ancora limitati.

3.2 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione in Italia

La spesa IT della Pubblica Amministrazione in Italia sta subendo una progressiva contrazione, in

particolare per quanto riguarda gli enti della Pubblica Amministrazione Centrale.

Questi ultimi sono caratterizzati da una spesa IT in calo dal 2006 ad oggi (Figura 3): nel 2008, la

spesa complessiva ha subito una contrazione del 2,2% rispetto al 2007, seppur meno marcata

rispetto a quella del 2007 sul 2006 (-2,9%), per effetto di una dinamica negativa di tutti e tre i

comparti principali (hardware e assistenza tecnica, software e servizi). Nel 2008, si riscontra una

dinamica negativa soprattutto nei servizi (-3,5%), sostanzialmente stabili la spesa software,

hardware e assistenza tecnica.

Le motivazioni del calo della spesa vanno ricercate nei piani di razionalizzazione e contenimento

della spesa pubblica, cui tutti gli enti sono tenuti ad attenersi anche in termini di contenimento dei

budget destinati all’Information Technology. Le esigenze di contenimento della spesa hanno

portato ad una focalizzazione sulle attività “core” degli enti e parallelamente ad una

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razionalizzazione degli investimenti nelle aree amministrativo-gestionali. Gli investimenti sono stati

indirizzati verso aree e iniziative da tempo indicate come prioritarie dal CNIPA, tra queste: servizi in

Rete per cittadini e imprese, miglioramento dell’efficienza dell’azione amministrativa,

dematerializzazione dei procedimenti e gestione elettronica dei documenti, miglioramento

dell’efficienza operativa, miglioramento della sicurezza informatica.

Figura 3 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione Centrale (2006-2008)

Valori in milioni di € e variazioni %

Fonte: NetConsulting, marzo 2009

A differenza di quanto registrato a livello di Pubblica Amministrazione Centrale, gli enti locali

registrano una crescita della spesa IT, che tuttavia rallenta nel 2008 per esigenze di

ridimensionamento della spesa complessiva a fronte di politiche restrittive di bilancio (Figura 4).

Politiche che portano a realizzare investimenti tattici, volti al mantenimento dell’esistente, piuttosto

che allo sviluppo ed all’implementazione di nuovi servizi e soluzioni.

Ad influire su tale rallentamento è stata soprattutto la componente hardware, essenzialmente per

un fenomeno di riduzione dei prezzi che da tempo caratterizza questo comparto. Software e servizi

hanno, al contrario, beneficiato di una dinamica più positiva, in particolare il comparto software.

I fattori che hanno guidato gli investimenti IT in tutti gli enti locali (Regioni, Province, Comuni,

Comunità Montane) sono stati la necessità di migliorare la qualità dei servizi a cittadini e imprese e

177,9

215,0

725,0

176,7

210,4

698,9

177,1

210,2

674,7

2006 2007 2008

Servizi

Software

Hardware e ATC

-2.2%

0,2%

-0.1%

1.117,9 1.062,0

-3.5%

1.086,0-2.9%

-3.6%

-2.1%

-0.7%

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l’efficienza interna. Nel corso del 2008, rispetto agli anni precedenti, gli enti si sono maggiormente

concentrati sull’area dei servizi on line e sui portali interni, consapevoli che il livello attuale di

questi ultimi non fosse adeguato a supportare un’amministrazione realmente digitale. Gli

investimenti complessivi sono il risultato di entità di spesa molto differenziati rispetto alle

dimensioni degli enti: investimenti decisamente contenuti nei Comuni di media e piccola

dimensione, che si concentrano in particolare sul mantenimento e sul rinnovamento delle

infrastrutture già esistenti; investimenti decisamente più consistenti, con una forte focalizzazione

sullo sviluppo di servizi on line per cittadini e imprese nei grandi Comuni, nelle Province e nelle

Regioni.

Figura 4 La spesa IT nella Pubblica Amministrazione Locale (2006-2008)

Valori in milioni di € e variazioni %

Fonte: NetConsulting, novembre 2008

I dati riportati determinano un livello di spesa IT pro-capite della Pubblica Amministrazione italiana

più basso rispetto a quello degli altri paesi europei (Figura 5).

Il Regno Unito si posiziona come il paese in cui gli enti pubblici più spendono in IT, con una spesa

pro-capite di Information Technology per la Pubblica Amministrazione molto più elevata rispetto al

resto d'Europa (oltre 140 Euro annui pro-capite), seguito da Francia e Germania. La Pubblica

Amministrazione italiana e quella spagnola si caratterizzano per i livelli di spesa più bassi (circa 50

Euro annui pro-capite).

238,0

290,0

255,0

244,6

296,0

255,4

242,1

303,1

256,3

2006 2007 2008

Servizi

Software

Hardware e ATC

0.7%

2.8%

2.1%

1.0%

2.4%

783801,5796,0

0.1% 0.4%

1.6%

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Figura 5 La spesa IT della Pubblica Amministrazione in Europa

Confronto spesa pro-capite per l’Information Technology della Pubblica Amministrazione (Valori in € annui)

Fonte: elaborazione MPAI su dati Commissione Europea ed Eurostat, EITO, dati relativi al 2007

3.3 L’utilizzo dell’IT nella Pubblica Amministrazione

Un utilizzo efficace di ICT da parte della Pubblica Amministrazione trova espressione nella sua

capacità di sviluppare e offrire on line servizi dispositivi, a beneficio di cittadini e imprese.

Per capire quanto effettivamente gli enti pubblici di un Paese basino le strategie di

modernizzazione sull’offerta di servizi on line, è necessario fare una distinzione funzionale tra

questi ultimi. Si passa, infatti, da servizi esclusivamente di tipo informativo, a servizi di interazione

unidirezionale che consentono, ad esempio, di scaricare modulistica da compilare e consegnare poi

fisicamente, a servizi di interazione bidirezionale che permettono di compilare elettronicamente dei

moduli, a servizi dispositivi (o transazionali) che offrono la possibilità di svolgere via Internet tutte

le fasi di realizzazione di una pratica, evitando all’utente di doversi recare presso l’ufficio

dell’amministrazione competente. In generale, quando si parla di servizi “completamente on line” si

fa riferimento a servizi dispositivi.

Come le istituzioni pubbliche dei principali paesi si sono strutturate, o comunque lo stanno

facendo, per migliorare la propria offerta di servizi on line di tipo dispositivo?

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Francia Germania Italia Spagna Regno Unito

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A livello europeo, sono stati fatti significativi passi avanti nel raggiungimento degli obiettivi previsti

dal Piano e-Government i20103: si registra, infatti, un forte aumento della disponibilità di servizi

pubblici on line di tipo dispositivo passati dal 50% del 2006 al 58% nel 2007, evoluzione che ha

caratterizzato tutti i paesi, seppur con tassi di crescita differenti da paese a paese (Figura 6).

L’Austria rappresenta il paese con una Pubblica Amministrazione più evoluta, più efficiente in

termini di accessibilità ai servizi di e-Government: riesce ad erogare la totalità dei servizi

completamente on line. Altrettanto innovative le istituzioni pubbliche del Portogallo, Regno Unito e

Norvegia che superano la soglia del 75% di servizi completamente on line.

L’Italia si colloca ad un livello intermedio e ha registrato, negli ultimi anni, un sensibile e

progressivo incremento del numero di servizi completamente on line, passati dal 53% del 2004 al

70% del 2007.

3 Il Piano e-Government i2010 prevede tre obiettivi principali: assicurare rapidamente vantaggi concreti ai

singoli cittadini e alle imprese nel campo dell'amministrazione on line; assicurarsi che l'amministrazione on

line a livello nazionale non crei nuovi ostacoli nel mercato interno dovuti, in particolare, alla mancanza di

interoperabilità; estendere i vantaggi dell'amministrazione on line a tutta l'Unione Europea (UE) consentendo

la realizzazione di economie di scala.

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Figura 6 La disponibilità di servizi completamente on line della Pubblica Amministrazione nei

principali paesi europei

Valore % di servizi completamente on line sul totale servizi

Fonte: Capgemini - Online Availability of Public Services (Settembre 2007)

Sostanziali differenze si evidenziano, in tutti i paesi, tra il livello dei servizi completamente on line

erogati ai cittadini e quelli destinati alle imprese. Seppur si tratti di un gap che sta

progressivamente riducendosi. Gli stati membri, infatti, stanno sempre più dirigendo i propri

investimenti in entrambe le direzioni.

Considerando i soli servizi per i cittadini, quelli completamente on line nell’Unione Europea a 28

Paesi rappresentano, nel 2007, il 50% del totale dei servizi offerti, valore che mostra un’evidente

evoluzione rispetto al 2006 (+12%).

L’Italia è pressochè allineata alla media europea, ma ben lontana dal livello di interazione on line

che caratterizza paesi quali il Regno Unito, l’Austria, i paesi nordici (Figura 7).

In Austria, ad esempio, i cittadini possono richiedere diverse tipologie di certificati on line, le

Autorità che necessitano di informazioni su un residente possono trovarle on line, il cittadino può

verificare on line le informazioni che lo riguardano ed eventualmente chiedere che vengano

aggiornate presentando la necessaria documentazione.

0%

25%

50%

75%

100%

Austria

Portogallo

Regno Unito

Norvegia

Svezia

Germania

Francia

Italia

Spagna

Finlandia

Danimarca

Paesi Bassi

Belgio

Irlanda

Islanda

Grecia

Ottobre 2004 Settembre 2007

60%EU 27

Aprile 2009

- 17 -

Secondo l’OCSE e l’Unione Europea, l’Italia presenta margini di miglioramento in particolar modo

nei servizi inerenti il cambio di domicilio, i certificati di nascita e di stato civile, i dati statistici, i

permessi ambientali e la sanità.

Figura 7 Servizi completamente on line per i cittadini in Europa nel 2007

Valore % sul totale servizi on line offerti ai cittadini

Fonte: Capgemini - Online Availability of Public Services (Settembre 2007)

Un quadro più positivo, a livello generale e anche per l’Italia, si presenta relativamente ai servizi

completamente on line per le imprese. La media europea, in questo caso, è pari al 70% nel 2007,

in crescita del 3% rispetto al 2006 (Figura 8).

L’Italia è allineata ai paesi più evoluti, disponendo dell’88% di servizi completamente on line.

I razionali di una maggiore interazione on line tra Pubblica Amministrazione e imprese, rispetto a

quella dei cittadini, sono da ricondurre al fatto che i servizi alle imprese sono numericamente

inferiori e prevalentemente di natura tributaria e fiscale.

50

10091

8380 80

75

6259 59 59

EU27+ Austria Regno

Unito

Portogallo Finlandia Norvegia Svezia Germania Francia Italia Spagna

Aprile 2009

- 18 -

Figura 8 Servizi completamente on line per le imprese in Europa nel 2007

Valore % sul totale servizi offerti alle imprese

Fonte: Capgemini - Online Availability of Public Services (Settembre 2007)

3.4 L’utilizzo di servizi pubblici on line da parte di cittadini e imprese

Perchè un sistema Paese si evolva attraverso l’ICT, a fronte di un’offerta dei servizi on line da

parte della Pubblica Amministrazione si deve riscontrare un reale utilizzo di questi servizi, una

domanda concreta da parte di imprese e cittadini.

L’utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini risulta molto differenziato nei diversi

paesi europei e si presenta particolarmente elevato soprattutto nei paesi nordici (Figura 9). In

Norvegia, Danimarca, Svezia, Olanda, più della metà dei cittadini tra i 16 e i 74 anni utilizza servizi

di e-Government. L’Italia è, invece, il paese in cui i cittadini sfruttano ancora poco i servizi on line

già implementati dalla Pubblica Amministrazione, per varie ragioni:

� sono probabilmente meno incentivati perchè molti servizi on line sono ancora solo di tipo

informativo;

� sono meno predisposti, rispetto agli altri cittadini europei, all’utilizzo delle nuove tecnologie;

� non ne percepiscono vantaggi significativi.

70

100 100

88 88 88 88 88 88 88 88

75

EU 27+ Austria Portogallo Francia Germania Italia Spagna Regno

Unito

Danimarca Svezia Norvegia Olanda

Aprile 2009

- 19 -

In generale, sia a livello europeo, sia a livello Italia si nota, nel 2008 rispetto al 2007, una

riduzione di cittadini che utilizzano Internet nell’interazione con la Pubblica Amministrazione. Le

ragioni di questo fenomeno sono diverse: incompletezza dell'offerta, scarsa correlazione tra servizi

offerti e reali esigenze, difficoltà di utilizzo dei servizi disponibili, da cui scaturisce anche una sorta

di disincanto della domanda.

Si tratta di freni che portano a ridiscutere l’approccio dei programmi di e-Government e di e-

Democracy finora formulati e proposti. In particolare, inducono le amministrazioni, prima di

aggiungere ulteriori servizi in rete, ad analizzare il bacino di utenza dei servizi, valutandone le

effettive aspettative e le capacità di utilizzo della tecnologia, magari coinvolgendo gli utenti stessi

nella progettazione dei servizi.

Figura 9 L’utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini in Europa

Valori % su totale individui di età compresa tra 16 e 74 anni

Fonte: NetConsulting su database Eurostat, 2008

In Italia, le finalità di accesso ai servizi di e-Government sono ancora prevalentemente di tipo

informativo. Considerando, infatti, le tre finalità di accesso ai servizi pubblici on line utilizzate da

Istat (ottenere informazioni, scaricare moduli, inviare moduli compilati on line), si osserva come, in

30

28

58

44

1715

53 52

6062

5554

4143

26

29

38

32

43

33

EU 27 Danimarca Italia Svezia Norvegia Olanda Francia Spagna Regno

Unito

Germania

2007 2008

Aprile 2009

- 20 -

tutte le fasce d’età, chi si relaziona via Internet con la Pubblica Amministrazione lo fa per ottenere

informazioni o scaricare moduli che vengono comunque consegnati fisicamente presso gli uffici

pubblici di competenza (Figura 10).

Figura 10 Le finalità di interazione on line con la Pubblica Amministrazione per fascia d’età,

2007

Valori % su individui che accedono a Internet per singola fascia d’età

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese, dicembre

2008

Per quanto riguarda la fruizione dei servizi on line da parte del business, le imprese danesi sono

quelle più attive a livello europeo, il 90% di esse ne fa ricorso (Figura 11). Le imprese italiane sono

ben posizionate, grazie soprattutto a due importanti iniziative che nel loro ambito hanno dato

luogo a forti cambiamenti: il fisco telematico e l’informatizzazione del Registro delle Imprese.

5,9

20,5

17,5

9,8

4,4

25,5

16,7

8,4

41,6

28,3

12,4

44,7

32

12,8

50

35,8

16,9

52,6

37,7

15,6

41,4

32

11,5

44

27,9

8,3

17,6

8,7

38,3

26,5

11,4

14-17 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale

Ottenere informazioni Scaricare moduli Spedire moduli

Aprile 2009

- 21 -

Figura 11 Imprese che utilizzano servizi di e-Government in Europa

Valori percentuali sul totale imprese

Fonte: NetConsulting su database Eurostat, gennaio 2009

Ma, anche per le imprese la totale interazione on line è ancora scarsa: tra i servizi pubblici più

utilizzati nell’interazione con la Pubblica Amministrazione, un ruolo prioritario hanno la ricerca di

informazioni e la possibilità di poter scaricare modulistica in formato digitale (Figura 12). E’ ancora

limitato il ricorso alla presentazione via Internet di offerte relative alla partecipazione a gare

d’appalto, probabilmente per timori di riservatezza delle informazioni contenute nella relativa

documentazione.

65 68

88 9084

8279 78

71

7681

85

6973

58

64

54

64

5656

EU 27 Danimarca Italia Svezia Norvegia Olanda Francia Spagna Regno

Unito

Germania

2007 2008

Aprile 2009

- 22 -

Figura 12 Imprese che fruiscono di servizi pubblici on line per tipologia di servizio usufruito

(2007)

Valori % su totale imprese con almeno 10 addetti connesse ad Internet

Fonte ISTAT, Rilevazione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese, dicembre

2008

Lo scenario descritto mette in luce alcuni aspetti negativi della Pubblica Amministrazione che,

soprattutto in Italia, presenta strategie di miglioramento ancora poco efficaci nel rapporto con

cittadini e imprese. Da qui la necessità di colmare i ritardi riscontrati, attraverso un utilizzo più

mirato delle tecnologie ICT, investimenti puntuali, azioni specifiche e un nuovo approccio verso

l’utente finale.

78,8%75,5%

44,6% 44,0%

32,3%

9,4%

Ottenere

informazioni

Scaricare moduli Inviare moduli

compilati

Svolgere

procedure

amministrative

interamente per

via elettronica

Altre procedure/

attività

Presentare offerte

per gare d'appalto

Aprile 2009

- 23 -

4 Le iniziative per lo sviluppo dell’informatizzazione della Pubblica

Amministrazione e la diffusione dell’e-Government

Le amministrazioni pubbliche sono interessate da diversi anni da un processo di trasformazione

spinto dalle dinamiche evolutive del contesto socio-economico e politico.

I Governi sono consapevoli del fatto che iniziative di modernizzazione dei sistemi Paese non

possano prescindere dalle nuove tecnologie.

Esse rappresentano il fattore abilitante di processi di trasformazione della Pubblica

Amministrazione, sempre più orientati alla centralità del cittadino.

Esempi di iniziative più recenti sono rappresentati dal Piano France Numèrique 2012 e dal Piano

presente nell’Agenda del Presidente degli USA.

In Italia riferimenti importanti per la modernizzazione del Paese sono il Piano Industriale

dell’Innovazione e il Piano e-Government 2012.

Le iniziative citate consentiranno di confrontare le attuali strategie del Governo in tema di

innovazione e di ICT con quelle degli altri Paesi.

4.1 Il Piano Francese e il Piano Americano

Negli ultimi mesi sono state annunciate azioni concrete da parte di alcuni Governi, che si pongono

l’obiettivo di modernizzare i sistemi Paese attraverso un utilizzo più intensivo e pervasivo dell’ICT a

supporto di grandi progetti innovativi.

In particolare, il Piano France Numèrique 2012, presentato dal Governo Francese lo scorso ottobre,

e il pacchetto di interventi in ambito tecnologico presente nell’Agenda del Presidente Obama negli

Stati Uniti. Entrambi assumono come strumento baricentrico lo sviluppo di una infrastruttura a

larga banda di nuova generazione, che sia in grado di garantire alla totalità dei cittadini e delle

imprese l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione e di dialogare con essa.

In entrambi i Piani, viene enfatizzato l’utilizzo delle nuove tecnologie per raggiungere più ampi

obiettivi di medio e lungo periodo, come la competitività economica e l’avvio di un nuovo ciclo di

sviluppo.

Entrambi evidenziano la necessità di un ente coordinatore delle azioni previste. Il Piano Francese

prevede la creazione di un organismo unico in cui confluisce la gestione di risorse sia umane, sia

finanziarie, devolute all’evoluzione digitale.

Aprile 2009

- 24 -

Il Piano del Governo Americano va oltre e presenta un’importante novità nel modello organizzativo.

Era prevista la delega ad un Chief Technology Officer (CTO) dell’attuazione degli obiettivi del Piano

attraverso il coordinamento dei responsabili ICT dei vari Enti Federali. Una figura che potesse

garantire l’uso delle tecnologie best in class, l’interoperabilità e la condivisione delle best practices,

il riuso delle applicazioni. Ulteriore concretezza alle azioni previste è stata data attraverso la

nomina di un Chief Information Officer (CIO) con autorità decisionale e budget (è di circa 70-80

miliardi di dollari il budget ICT del Governo degli USA), garanzia di attuazione dei piani di

investimento IT.

In Italia, le linee guida per una maggiore penetrazione dell’ICT nel sistema nel suo complesso sono

contenute nel Piano Industriale dell’Innovazione e nel Piano di e-Government 2012.

4.2 Il Piano Industriale dell’Innovazione

Il Piano Industriale dell’Innovazione, presentato ad ottobre 2008, si propone di avviare una fase di

innovazione nella Pubblica Amministrazione basata su una “logica di sistema”. Un approccio

diverso dalle iniziative precedenti, che porterebbe alla definizione di un Piano supportato da un

organismo di governance con poteri effettivi di “regia” (come previsto anche nel Piano Francese e

Americano).

Diverso rispetto al passato è anche il modo con cui si affronta il tema dell’e-Government. Si passa

dalla logica dell'offerta a quella della domanda, prevedendo interventi condivisi a partire

dalle reali esigenze delle amministrazioni, individuati attraverso convenzioni con enti della Pubblica

Amministrazione Centrale (Ministero per l'Istruzione, Ministero della Giustizia, Ministero della

Gioventù, Ministero della Salute, del lavoro e delle Politiche sociali, Ministero delle Politiche e delle

Finanze, Ministero per lo sviluppo economico) e della Pubblica Amministrazione Locale (Regioni e

Comuni capoluogo) (Figura 13).

Si passa dalla sperimentazione alla standardizzazione, trasformando l’eccellenza puntale di

un singolo progetto in eccellenza di sistema per l’intero Paese, attraverso iniziative che puntino alla

standardizzazione, alla definizione di regole tecniche e all’uniformazione delle procedure.

Nel Piano sono altresì previsti due programmi infrastrutturali che rappresentano la base di

partenza per la digitalizzazione del sistema nel suo complesso:

� il Sistema Pubblico di Connettività, con l'obiettivo di consentire ai diversi enti della Pubblica

Amministrazione di presentarsi ai cittadini come interlocutore unico, attraverso una struttura di

back office capace di creare una rete condivisa dei servizi delle amministrazioni pubbliche;

Aprile 2009

- 25 -

� una maggiore diffusione della banda larga, con l’obiettivo di sviluppare una rete di prossima

generazione.

Particolare importanza viene data alla promozione delle eccellenze tecnologiche del nostro Paese

attraverso la partecipazione all’Esposizione Universale di Shanghai nel 2010, e alla maggiore

capillarità dei punti di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Quest’ultimo aspetto trova

concretezza nel progetto Reti Amiche, un sistema di partner della Pubblica Amministrazione

come Poste Italiane, la rete dei tabaccai, la rete dei servizi bancari, la rete delle farmacie, i

Carabinieri, le Ferrovie dello Stato e la grande distribuzione, che possano erogare servizi pubblici in

aggiunta ai propri. Una maggiore capillarità dei punti di accesso alla Pubblica Amministrazione

avvantaggerebbe più parti: la Pubblica Amministrazione, perchè migliorerebbe la disponibilità dei

propri servizi sfruttando strutture già presenti sul territorio; i cittadini, grazie ad una maggiore

prossimità ai punti di accesso alla Pubblica Amministrazione e alla possibilità di scegliere il punto di

accesso al servizio (pubblico o privato) secondo propri criteri di convenienza.

Nei protocolli d’intesa previsti nel Piano Industriale dell’Innovazione emerge un uso delle nuove

tecnologie finalizzato a migliore l’accessibilità e l’usabilità dei servizi, ma anche a valorizzare il

capitale umano e migliorare i processi. Ad esempio, in ambito scolastico e universitario, gli

interventi previsti si basano su obiettivi di miglioramento dell’accessibilità dei sistemi di istruzione,

di semplificazione delle relazioni amministrative tra famiglie e studenti con le istituzioni, di

cooperazione e monitoraggio per agevolare le politiche scolastiche, di ottimizzazione dell'offerta

formativa, di condivisione dei dati e automatizzazione dei flussi amministrativi tra Università, tra

Università e altri enti pubblici centrali e locali.

Aprile 2009

- 26 -

Figura 13 Il Piano Industriale dell’Innovazione

Fonte: NetConsulting su documento di presentazione Piano Industriale dell’Innovazione

4.3 Il Piano e-Government 2012

L’esigenza di riformare la Pubblica Amministrazione e di ridurne il peso sul settore delle imprese ha

portato, a livello comunitario, alla definizione della strategia di Lisbona4. Quest’ultima contempla

azioni volte al miglioramento della regolamentazione e alla riduzione degli oneri amministrativi,

strumenti fondamentali a supporto delle politiche di rafforzamento della competitività, della

crescita e dell'occupazione.

Il Piano e-Government 2012 si basa su scelte coerenti con la strategia di Lisbona e affronta il

problema del divario dell’Italia rispetto ai paesi europei più avanzati, tenendo conto del quadro di

crisi dell’economia.

4 La strategia di Lisbona risale al marzo 2000 e fu lanciata con l’obiettivo di fare dell’Europa l'economia

basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Nel 2005, gli obiettivi iniziali non erano stati

raggiunti e gli Stati membri dell’Unione hanno deciso di rilanciare la strategia concentrando gli sforzi su

crescita economica ed occupazione e definendo nuovi principi sui quali impostare le azioni da mettere in

atto. Nel 2008, è stato definito il secondo ciclo triennale della strategia rinnovata per la crescita e

l’occupazione (2008-2010), basato su 4 ambiti prioritari di intervento: investire in conoscenza ed

innovazione; liberare il potenziale delle imprese, in particolare delle PMI; creare occupazione per le

categorie prioritarie; lanciare una politica energetica per l’Europa.

ConvenzioniConvenzioni

Programmi

infrastrutturali

Programmi

infrastrutturali

Progetti specialiProgetti speciali

Aree di interventoAree di intervento

• 12 con enti PAC

• 42 con enti PAL

• 12 con enti PAC

• 42 con enti PAL

• Sistema Pubblico di Connettività

• Banda Larga

• Sistema Pubblico di Connettività

• Banda Larga

• Reti Amiche

• Shanghai 2010

• Reti Amiche

• Shanghai 2010

• Scuola/Università/Ricerca

• Giustizia

• Turismo

• Efficienza Pubblica Amministrazione

• Scuola/Università/Ricerca

• Giustizia

• Turismo

• Efficienza Pubblica Amministrazione

Aprile 2009

- 27 -

Quali sono le strategie che da esso emergono?

L’impostazione del Piano denota consapevolezza sul fatto che migliorare la Pubblica

Amministrazione, attraverso gli interventi previsti, possa dare un impulso all’intera

economia, la sua realizzazione genera, infatti, domanda di infrastrutture e soluzioni tecnologiche.

Traspare una considerazione della Pubblica Amministrazione equiparata a quella degli altri settori:

il settore pubblico è visto come produttore di beni e servizi a valore aggiunto per imprese e

cittadini, che opera secondo logiche di mercato.

Il Piano si basa su un baricentro diverso rispetto a quello francese e americano: la

modernizzazione della Pubblica Amministrazione attraverso l’innovazione e l’uso

intensivo dell’ICT, mentre in quello francese e americano il baricentro è rappresentato dalla

creazione di un’infrastruttura a banda larga su cui basare le evoluzioni tecnologiche.

Nel Piano viene vista la Pubblica Amministrazione come uno degli attori dell’innovazione, insieme a

imprese, Università, centri di ricerca (sistema scientifico). A tal fine, le vengono attribuite attività di

coordinamento delle politiche, di individuazione delle priorità, di realizzazione di modifiche

legislative volte a facilitare i processi di innovazione, di gestione delle risorse pubbliche di sostegno

all’innovazione tecnologica.

Si evince, in esso, l’intenzione di intervenire sulla limitata domanda di servizi pubblici on line,

attraverso un impegno congiunto di amministrazioni centrali e locali, agendo sugli attuali freni: la

scarsità delle informazioni e dei servizi offerti, una promozione poco efficace.

Emerge la necessità di riorganizzare la Pubblica Amministrazione e vengono individuate le

leve su cui agire: meritocrazia, trasparenza, efficienza, accessibilità. In particolare, per il

miglioramento dell’efficienza si punta a ripensare e semplificare le regole, a ridurre gli oneri

amministrativi, a snellire i processi interni, ad offrire certezza e celerità dei tempi di erogazione dei

servizi, a ridurre i costi di funzionamento dell’apparato pubblico.

Una maggiore sinergia tra gestione delle risorse umane e nuove tecnologie, viene vista

come opportunità per fornire servizi di più elevata qualità, generando allo stesso tempo efficienza

e riducendo i costi amministrativi.

Aprile 2009

- 28 -

Si dà enfasi ad opportunità di partnership tra il settore pubblico e quello privato, sia

attraverso “Reti Amiche”, sia attraverso il project financing, ovvero il coinvolgimento di privati

nell’investimento pubblico, a fronte di una redditività dei servizi attivati.

Viene presentata una road map relativa allo sviluppo della banda larga per eliminare il digital

divide di prima generazione.

I progetti specifici che il Piano lancerà nel breve/medio termine sono raccolti intorno a quattro

ambiti di interventi prioritari:

� settoriali, riferiti alle amministrazioni centrali dello Stato e alle Università;

� territoriali, riferiti sia alle Regioni sia ai capoluoghi di provincia;

� di sistema, mirati allo sviluppo di infrastrutture, come ad esempio i progetti finalizzati a ridurre

il digital divide e migliorare l’accessibilità dei servizi;

� internazionali, per mantenere l’impegno dell’Italia nella rete europea delle infrastrutture,

dell’innovazione e delle best practice.

L’implementazione del Piano prevede la realizzazione di 80 progetti negli ambiti di seguito

sinteticamente descritti (Figura 14):

� Scuola: digitalizzazione dei servizi amministrativi; semplificazione delle comunicazioni scuola-

famiglia, anche attraverso canali di comunicazione quali Internet, e-mail, SMS; integrazione in

un’anagrafe nazionale delle anagrafi territoriali; introduzione di lavagne elettroniche e aule

informatizzate interattive.

� Università: semplificazione e digitalizzazione amministrativa, anche attraverso completa

copertura Wi-fi e VoIP; standardizzazione dei processi interni; eliminazione flussi cartacei tra

Università, tra Università e MIUR.

� Giustizia: completa digitalizzazione e riorganizzazione degli uffici giudiziari; dematerializzazione

dei procedimenti; messa in rete dei principali servizi ai cittadini (rilascio telematico di certificati

giudiziari, accesso pubblico via rete alle sentenze e ai dati dei procedimenti, ecc.).

� Sanità: semplificazione e digitalizzazione dei servizi elementari (prescrizioni e certificati medici

on line, prenotazioni on line); creazione infrastrutture per fascicolo sanitario elettronico e

innovazione digitale delle strutture delle aziende sanitarie.

� Imprese: semplificazione dell’interazione tra imprese e Pubblica Amministrazione (portale

''Impresa in un giorno'' per unico punto di accesso in Rete agli adempimenti delle imprese);

rilancio dell’innovazione tecnologica nelle imprese del Mezzogiorno.

Aprile 2009

- 29 -

� Sicurezza: sportello on line per la gestione di denunce, servizi e procedure amministrative;

documenti di identità elettronici.

� Trasparenza ed efficienza della Pubblica Amministrazione: introduzione di sistemi di controllo

strategico dei processi degli enti pubblici.

� Dematerializzazione: riduzione di flussi cartacei a favore di flussi documentali digitali attraverso

l’introduzione di posta elettronica certificata, fatturazione elettronica, pagamenti e pratiche on

line.

� Dialogo cittadini-Pubblica Amministrazione: riduzione dei tempi di attesa per i servizi pubblici;

introduzione di strumenti di valutazione dei servizi usufruiti; ampliamento delle possibilità di

accesso ai servizi pubblici anche a chi non usa le nuove tecnologie (ad esempio attraverso il

progetto Reti Amiche).

� Trasferimento del know-how dell’innovazione: costituzione dell’Agenzia per la diffusione delle

tecnologie per l’innovazione, finalizzata a promuove l’innovazione nel tessuto economico del

Paese e contribuire alla realizzazione dello Spazio Europeo della ricerca e dell’innovazione, in

collaborazione e coordinamento con gli organismi europei.

Figura 14 I progetti del Piano di e-Government 2012

Fonte: documenti pubblici di presentazione del Piano e-Government, gennaio 2009

Il Piano e-Government 2012 rappresenta un passo concreto verso la modernizzazione del Paese,

vengono descritti gli obiettivi e le azioni utili al loro conseguimento.

2009 2010 2011 2012

Scuola Rete Didattica Scuola-famiglia Anagrafe

Università

Giustizia

Salute Rete Fascicolo

Imprese

Sicurezza

Esteri

Ambiente Sinanet, RifiutiCartografia e

Regioni

Turismo

Beni culturali Dorsale Certificazioni

Gioventù Portale solidarietà

Mobilità Archivio strade Regioni, sicurezza

Settori

ASL e prenotazioni

SUAP

Commissariati, permessi, CPT

Attività prevalenti

Digitalizzazione e wi-fi

Arti digitali Sicurezza

Laboratori

Traffico e sicurezza

Uffici esteri, Consolati, Corrieri

Efficienza energetica

Portale e poli locali

Portale culturale, musei

Aprile 2009

- 30 -

Delinea un percorso che, associato ad altri interventi, in parte già avviati, in parte complementari a

quelli previsti nel Piano stesso, può realmente generare effetti positivi sull’intero sistema.

Tra le azioni complementari a quelle previste nel Piano, vanno sicuramente considerati interventi di

re-ingegnerizzazione dei processi interni alla Pubblica Amministrazione che valorizzano

ulteriormente l’introduzione di ICT.

Se il miglioramento della qualità dei servizi forniti è strettamente legato al miglioramento

dell’efficienza, della produttività complessiva della Pubblica Amministrazione, un uso più intensivo

di ICT deve essere associato ad una re-ingegnerizzazione dei processi fondamentali della Pubblica

Amministrazione.

E’ la re-ingegnerizzazione dei processi, infatti, che porta alla loro integrazione, all’ottimizzazione dei

flussi di dati e informazioni tra diversi enti centrali e locali, alla creazione di banche dati condivise,

e rappresenta la base perchè le diverse azioni previste nel Piano di e-Government siano correlate e

rientrino in un unico progetto organico.

Questi obiettivi sono indicati nel Piano Industriale della Pubblica Amministrazione (“rinnovare la

Pubblica Amministrazione”), saranno più facilmente realizzabili se vengono individuati interventi

concreti di riconsiderazione dei processi.

Dal punto di vista del coordinamento delle azioni, nel Piano è prevista la costituzione dell’Agenzia

dell’Innovazione. La nomina di un CTO (Chief Technology Officer) dotato di effettivi poteri di

coordinamento, in grado di esercitare una regia delle operazioni e responsabilizzato sul

raggiungimento di obiettivi chiari e misurabili, avrebbe l’ulteriore vantaggio di apportare agli

interventi una dimensione progettuale, flessibile e costantemente rinnovata in base al

cambiamento delle esigenze.

Aprile 2009

- 31 -

5 L’ICT per l’innovazione strutturale della Pubblica Amministrazione italiana:

la vision e le proposte di IBM

Le azioni intraprese dalle istituzioni devono trovare risposta in un’offerta di Information Technology

in grado di indirizzare le esigenze del sistema pubblico.

Questo richiede che il sistema dell’offerta parta dagli stessi presupposti della domanda, e si ponga

degli obiettivi “tecnologici” strettamente allineati agli obiettivi del sistema pubblico, in primis, la

centralità dell’utente (cittadino o impresa) e una maggiore accessibilità alla Pubblica

Amministrazione, anche attraverso una più ampia e capillare rete di accessi.

La visione di IBM è allineata a quella di una Pubblica Amministrazione più efficiente e più moderna,

centralità del cittadino e una Pubblica Amministrazione più veloce sono i cardini di questa visione.

Le soluzioni e i progetti che IBM propone sono orientati a dare risposte concrete alle esigenze che

la Pubblica Amministrazione e il sistema nel suo complesso presentano.

Alcuni enti hanno già avuto modo di rinnovarsi e di rinnovare le modalità di interazione con

cittadini e imprese attraverso le tecnologie e il supporto di IBM, ottenendo significativi vantaggi.

5.1 La vision di IBM: la centralità del cittadino

Nella visione di IBM, la Pubblica Amministrazione non può prescindere da due presupposti

fondamentali: la centralità del cittadino e la piena accessibilità dei servizi offerti.

In questa visione, la Pubblica Amministrazione si focalizza sul supporto a cittadini e imprese e ha

un ruolo proattivo nel creare valore per il sistema. Allo stesso modo, il cittadino non è un mero

destinatario dell’offerta, ma contribuisce attivamente alla creazione del valore di tutto il sistema

con cui interagisce.

L’interazione proattiva implica che la Pubblica Amministrazione offra servizi quanto più affidabili e

trasparenti, anche attraverso azioni di maggior valorizzazione delle proprie risorse, e il cittadino

favorisca un processo di miglioramento continuo dei servizi usufruiti, esprimendo il proprio livello di

soddisfazione e segnalando eventuali criticità.

In concreto, la visione di IBM è quella di favorire la nascita di un modello di creazione del valore di

tipo circolare in cui il cittadino, anche attraverso partnership, diventi soggetto attivo nel processo

di relazione e comunicazione “da e verso la Pubblica Amministrazione” (Figura 15).

Aprile 2009

- 32 -

Figura 15 La visione di IBM per l’innovazione della Pubblica Amministrazione

Fonte: IBM

Per perseguire tale obiettivo, la Pubblica Amministrazione deve evolversi prima di tutto a livello

organizzativo seguendo un modello ben definito.

Il modello suggerito da IBM è di tipo One-Stop Citizen-Centric, risponde alla necessità dei cittadini

di poter usufruire, nel settore pubblico, dello stesso livello di innovazione di cui beneficiano nel

settore privato e si basa su quattro capisaldi (Figura 16):

� focalizzazione sulle persone, piuttosto che su programmi o singoli enti;

� erogazione di servizi di tipo One-stop, ovvero tutti i servizi della Pubblica Amministrazione

accessibili attraverso qualunque punto di contatto;

� integrazione delle informazioni relative ai cittadini, ovvero capacità di ciascun ente di

“memorizzare” le informazioni sui singoli cittadini, una sola volta, per renderle disponibili nelle

successive interazioni e metterle a disposizione anche degli altri enti;

� capacità di offrire servizi semplici ed integrati grazie a collaborazioni con altri partner

esterni.

…. e aiutala ad esserti

più utile e vicina

PA1

PA2

PAx

PAyPAn

Reti amicaliReti amicali

La PA cambia ...e viene da te

Valutala Parlale

Aprile 2009

- 33 -

Figura 16 Il modello One-stop Citizen-centric

Fonte: IBM

Per meglio comprenderne i benefici, sia per la Pubblica Amministrazione che per i cittadini, è

necessario andare nel dettaglio dei quattro capisaldi del modello.

La capacità di focalizzarsi sui cittadini rappresenta il cuore del modello One-Stop Citizen-

Centric e passa attraverso l’introduzione di una nuova figura, l’integratore di servizi, capace di

coordinare i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione e di integrarli. La sua funzione è quella di

trasformare la Pubblica Amministrazione da un insieme di uffici in una organizzazione integrata e

aperta. L’obiettivo dell’integratore dei servizi non è unicamente quello di connettere i cittadini al

servizio di cui necessitano, quanto quello di integrare i servizi minimizzando le sovrapposizioni,

riducendo le duplicazioni e colmando eventuali criticità nei servizi proposti. La Pubblica

Amministrazione, in questo modo, è in grado di offrire un insieme di servizi, pensati per rispondere

adeguatamente ad un insieme di bisogni.

Gli obiettivi concreti che l’integratore di servizi deve porsi sono essenzialmente i seguenti:

� focalizzarsi su target di persone con esigenze comuni. Per meglio identificare le esigenze, la

Pubblica Amministrazione può partire dai benefici attesi dal servizio pubblico e, quindi,

sviluppare servizi in grado di soddisfare le aspettative. Partire dai benefici attesi favorisce lo

sviluppo di nuovi servizi e consente di individuare le partnership per meglio veicolarli.

Individuare i diversi target verso cui rivolgersi offre la possibilità alla Pubblica Amministrazione

Cittadino

Focus sul cittadino

Collaborazioni e

partnership

Servizi pubblici

one-stop

Informazioni sui

cittadini

integrate

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di comprendere con un certo anticipo i bisogni e di rispondere in modo proattivo ai

cambiamenti in atto nella società;

� costruire l’offerta di servizi che meglio risponda ai bisogni dei segmenti individuati: il servizio

pubblico deve focalizzarsi sull’esperienza da far vivere al cittadino e può essere erogato

singolarmente o congiuntamente ad altri servizi;

� offrire una gamma di servizi diversi, che facciano capo a più uffici di uno stesso ente o più enti:

un integratore di servizi “avvicina” i cittadini ai servizi pubblici, per fare questo deve conoscere

sia i servizi sia le esigenze cui danno risposta, in modo che possa organizzare i servizi stessi ed

erogarli. L’integratore di servizi, quindi, ha un duplice ruolo: rappresenta un punto di accesso ai

servizi, li predispone perchè siano più facilmente fruibili;

� velocizzare i tempi di offerta di nuovi servizi: come avviene nel settore privato, anche la

Pubblica Amministrazione deve utilizzare il “time to market” come leva fondamentale per

creare valore. Adottando una politica di riuso delle funzioni, dei processi e delle tecnologie

l’integratore di servizi può creare un’offerta più flessibile e in grado di rispondere in modo più

tempestivo ai cambiamenti della società.

La possibilità di offrire un servizio di tipo one-stop, come nel settore privato (ad esempio,

nell’ambito dei servizi finanziari) si basa sulla fruizione di più servizi, indipendentemente dal fatto

che derivino da enti diversi o terze parti, da un unico punto di accesso. Questo presuppone, a

monte, un’integrazione di servizi e prima ancora un’integrazione di processi.

L’erogazione di servizi di tipo one-stop rende necessarie alcune azioni da parte della Pubblica

Amministrazione:

� garantire la disponibilità dei propri servizi in tutto il Paese, partendo dal presupposto che deve

essere la Pubblica Amministrazione ad “avvicinarsi” al cittadino, anche attraverso partner sul

territorio o canali alternativi agli uffici pubblici, e non il contrario;

� garantire facile accesso ai servizi e opportunità di scelta tra più canali (sportello, Internet,

telefono, ecc.), presupposto perchè ciò sia fattibile è che i diversi canali siano integrati;

� formare il personale che si occupa dell’erogazione del servizio, perchè abbia un approccio

professionale. Prevedere, altresì, piani di carriera, opportunità di avanzamento di ruolo,

programmi di riconoscimento di meriti e competenze;

� basarsi su standard di servizio ben definiti, a garanzia di servizi effettivamente rispondenti alle

attese dei cittadini. Predisporre, ad esempio, una carta di servizio in cui si spiega al cittadino

cosa aspettarsi da quel determinato servizio e quali diritti può esercitare in caso di mancata

rispondenza alle attese.

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Il terzo capisaldo alla base del modello One-stop Citizen-centric si riferisce alla capacità di

integrare le informazioni dei cittadini. Oltre a migliorare l’interazione con il cittadino, questo

consente di ridurre i costi di reperimento e gestione delle informazioni.

A tal proposito, gli obiettivi che la Pubblica Amministrazione deve porsi sono i seguenti:

� garantire la privacy dei cittadini, la correttezza e la trasparenza delle informazioni che

riguardano i cittadini stessi. Questo richiede un impegno da parte dei cittadini ad aggiornare le

informazioni fornite alla Pubblica Amministrazione, quest’ultima, a sua volta, garantisce la

protezione delle informazioni e le utilizza per le finalità per cui è stata autorizzata;

� migliorare la raccolta e l’uso delle informazioni: la Pubblica Amministrazione deve utilizzare

strumenti che consentano di richiedere le informazioni una sola volta e riusarle. Deve essere in

grado di capire quali informazioni richiedere, quali ha già disponibili, quali vanno validate dal

cittadino;

� fornire servizi nei punti di contatto: la Pubblica Amministrazione deve far percepire ai cittadini

di essere focalizzata sulle loro esigenze, garantire risposte immediate. Perchè questo sia

fattibile, la Pubblica Amministrazione deve avere la disponibilità di informazioni integrate.

Il miglioramento dell’efficacia nell’erogazione dei servizi, una maggiore capillarità, è possibile in

particolare modo attraverso lo sviluppo di collaborazioni con partner esterni. L’esperienza di

fruizione del servizio viene semplificata e migliorata se il cittadino può accedere a servizi pensati

per le sue esigenze ed è in grado di fruirne in modo rapido. L’aspetto critico diventa, in questo

caso, la capacità di integrare risorse e competenze diverse, appartenenti a differenti realtà. Per far

fronte a questa criticità, la Pubblica Amministrazione deve:

� fare leva sul potenziale di collaborazione tra enti: offrire servizi congiunti o integrati in modo da

semplificare l’accesso e ridurre il livello di complessità per il cittadino, con conseguente

riduzione dei costi dei servizi;

� sviluppare partnership anche con enti non governativi, ad esempio altre organizzazioni che

erogano servizi strettamente legati alla conoscenza dei bisogni dei cittadini, istituti bancari e

assicurativi, enti di ricerca;

� investire nella gestione delle relazioni create, perchè dalla comprensione delle motivazioni dei

partner possono derivare opportunità di miglioramento dei servizi offerti.

A livello mondiale molte Pubbliche Amministrazioni stanno già adottando il modello proposto da

IBM: il Canada rappresenta uno dei Paesi in cui la Pubblica Amministrazione si è particolarmente

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concentrata sulla modernizzazione dell’erogazione dei servizi, sposando in pieno il modello One-

Stop Citizen-Centric; Irlanda e Gran Bretagna si sono più focalizzate sul miglioramento

dell’accessibilità ai servizi da parte dei cittadini, progettando punti unici che agevolino l’accesso a

servizi integrati.

In Italia, quello proposto potrebbe rappresentare un modello di riferimento, sia perchè in linea con

alcune delle iniziative intraprese, sia perchè fa emergere gli obiettivi primari che la Pubblica

Amministrazione deve porsi: da un lato, l’implementazione di soluzioni tecnologicamente innovative

per erogare un servizio user-centric, dall’altro, la modernizzazione delle soluzioni di back office.

5.2 La visione di IBM: una Pubblica Amministrazione più “smart”

Lo scenario nel quale anche gli enti pubblici si trovano ad operare, oggi più che in passato, è

caratterizzato da forte incertezza causata da una maggiore dinamicità dei mercati e da un

rallentamento della crescita internazionale (recessione in diversi Paesi). Tuttavia, è dalla necessità

di reagire ad un contesto di forte cambiamento che possono scaturire opportunità.

Sei sono i fattori che generano pressioni sullo scenario mondiale:

� cambiamenti demografici, determinati da una diversa composizione delle popolazioni dovuta ad

un innalzamento dell’età media nei paesi sviluppati, ad un abbassamento in quelli in via di

sviluppo, ad una maggiore mobilità dei lavoratori con skill elevati in cerca di occupazioni più

gratificanti;

� una più rapida globalizzazione che genera interdipendenza a livello sociale, politico e culturale

legata al movimento di capitali, di materie prime o beni finiti;

� una maggiore attenzione all’ambiente, che trova riscontro anche nei piani di sviluppo

economico, nei lavori pubblici, nelle infrastrutture civili e nei progetti formativi;

� un’evoluzione delle relazioni sociali che si manifesta attraverso il cambiamento nel tipo di

relazioni e nelle modalità di comunicazione (ad esempio attraverso i social networks) a diversi

livelli: tra i cittadini, tra cittadini ed imprese, tra cittadini/imprese e Pubblica Amministrazione;

� timori di stabilità e di ordine pubblico, legati ad esempio al terrorismo, al verificarsi di disastri

naturali;

� un maggior impatto della tecnologia nella quotidianità e un cambiamento nelle modalità di

utilizzo.

Qualunque realtà deve tener conto di questi aspetti perchè sia veloce nel dare risposta al contesto

in cui opera. Questo concetto, secondo IBM, può e deve essere declinato a livello di Pubblica

Amministrazione.

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Nella visione di IBM di una Pubblica Amministrazione più reattiva al contesto esterno, questi

concetti vengono pienamente recepiti dagli enti pubblici e utilizzati per attuare strategie volte alla

costituzione di un modello di collaborazione e comunicazione nuovo: comunicazione e

collaborazione non più solo interne, tra dipartimenti ed enti, i vari enti si presentano come

organizzazione unica e integrata e interagiscono con l’esterno (privati, altri Governi, organizzazioni

non governative, ecc.) sulla base di scambi pluridirezionali, dando e ricevendo input (Figura 17).

Figura 17 Il modello pluridirezionale alla base di una Pubblica Amministrazione più “smart”

Fonte: IBM

Cosa deve fare la Pubblica Amministrazione in questo scenario?

� Innanzitutto comprendere i cambiamenti descritti, individuando quelli più significativi nel

contesto del proprio Paese;

� In secondo luogo, stabilite le priorità d’azione, assumere un approccio proattivo, definendo ed

implementando strategie e progetti specifici.

Questo richiede, a sua volta, un cambiamento nel modo di pensare e agire basato su tre

caratteristiche della Pubblica Amministrazione:

Pubblica Amministrazione

Energia

LavoroStato

Agricultura

Difesa

Interni

Istruzione

Sanità

Tesoreria

Trasporti

La Pubblica Amministrazione

del 20° secolo

Organizzazioni non governative

Università

Settore Privato Comunità

Altri Paesi e Governi

Giustizia

La Pubblica Amministrazione

del 21° secolo

Pubblica Amministrazione

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� dotata di specifici strumenti di valutazione, perchè possa misurare e monitorare costantemente

i propri processi e l’ambiente;

� interconnessa, in grado cioè di collaborare con tutti gli attori del sistema, organizzazioni,

imprese e cittadini;

� intelligente, ovvero in grado di rispondere, in modo rapido ed efficace, alle diverse situazioni

attraverso una corretta gestione delle informazioni disponibili.

Figura 18 Il contesto e i requisiti di una Pubblica Amministrazione più “smart”

Fonte: IBM

Lo sviluppo di un approccio “smart” consente agli enti pubblici di rispondere ai bisogni del sistema

in modo innovativo ed efficace, ponendo al centro dei propri servizi i bisogni dei cittadini.

Dal punto di vista più tecnologico, questo approccio richiede che la Pubblica Amministrazione

utilizzi sistemi per la condivisione di informazioni e contenuti, passi dalla gestione cartacea alla

gestione dei documenti in formato digitale, utilizzi sistemi innovativi per la reportistica e l’analisi dei

dati che consentano di misurare i ritorni degli investimenti realizzati e di gestire il rischio, si doti di

sistemi di misurazione e controllo dei risultati, a partire dall’ambito fiscale.

Per migliorare la propria capacità di risposta ai problemi di sicurezza e di ordine pubblico la

Pubblica Amministrazione deve poter avviare processi decisionali più efficaci, interagendo, anche

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dal punto di vista tecnologico, con gli enti focalizzati sulla gestione della sicurezza (esercito, organi

di polizia, ecc.).

La Pubblica Amministrazione, in definitiva, secondo questa visione, attraverso l’Information

Technology e con l’approccio descritto, può effettivamente contribuire a migliorare la qualità della

vita e risolvere problemi legati alla crisi economica, all’ambiente, alla sicurezza.

5.3 Le riflessioni IBM sul Piano di e-Government e alcune proposte di realizzazione

IBM ritiene che il Piano di e-Government possa agire da importante leva strategica per la

modernizzazione della Pubblica Amministrazione e, con essa, dell’intero sistema Paese.

Si inserisce come elemento di accelerazione dello scenario, capace di innescare modelli virtuosi di

coopartecipazione pubblico-privato, per due motivi fondamentali: il focus su ecosistemi e un

cambiamento di approccio.

Focus sugli ecosistemi poiché non traguarda singole amministrazioni ma veri e propri ecosistemi

costituiti da enti, amministrazioni e soggetti (pubblici e privati) chiamati a collaborare e ad

interagire per la crescita del sistema Paese.

A differenza del Piano Triennale del CNIPA, che organizza la spesa per singolo Ente, il Piano

delinea, infatti, quattro dimensioni di intervento lungo le quali vengono declinati 27 obiettivi e 80

progetti, ciascuno dei quali vedrà la partecipazione di attori diversi.

Per questo motivo, esso tenderà a favorire la nascita di “aggregazioni di interesse” complesse e

trasversali, nelle quali le iniziative diventeranno sempre più interdipendenti tra loro.

La sfida, in questo contesto, sarà quella di riuscire ad interpretare le esigenze degli ecosistemi,

attraverso progetti federati che, pur nel rispetto dei principi della sussidiarietà, dovranno

dimostrarsi capaci di interpretare le necessità di un approccio dinamico e flessibile, necessarie per

la trasformazione della Pubblica Amministrazione italiana.

Cambiamento di approccio perchè esprime la sua azione di indirizzo, non tanto a livello di

singolo Ente, quanto attraverso la definizione dei risultati attesi sulla collettività.

Il Piano, sotto questo punto di vista, comporta un approccio diverso dal passato: passa da una

logica dell’offerta a una logica della domanda, non definisce le aree di spesa quanto gli obiettivi

da indirizzare.

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Ponendo l’accento sui risultati, il Piano costringe il mercato a determinare a ritroso le funzionalità

necessarie e, quindi, le componenti tecnologiche da realizzare a livello di ecosistema, stimolando,

in ultima analisi, forme di collaborazione e di condivisione di risorse.

E’ ovvio che un piano di tale portata pone diverse sfide. Di seguito vengono presentate le principali

di queste sfide e le proposte IBM per affrontarle.

Necessità di visione sistemica e di governance integrata

Sempre più occorrerà lavorare con un approccio integrato e trasversale, per favorire lo sviluppo di

sinergie e ottimizzazioni, sfruttando asset e risorse disponibili.

Alcune recenti iniziative del Governo hanno dimostrato la validità e l’importanza di un approccio

sistemico alla soluzione dei nuovi problemi della società. Basti pensare, ad esempio,

all’introduzione della “social card”, un progetto che tra identificazione del problema, sviluppo

dell’idea e distribuzione delle carte ai cittadini, ha visto cooperare, nell’arco di poche settimane,

numerosi attori, diventando modello di riferimento per iniziative multi-enti coordinati da un

soggetto capofila.

La necessità di sviluppare un approccio sistemico, attraverso la condivisione di asset e risorse,

favorirà sempre più la nascita di centri servizi condivisi. Già oggi si possono individuare importanti

iniziative in questo senso: il Centro Unico di Back-up degli enti previdenziali (oggetto di case study

nel paragrafo successivo), il Centro di Gestione e il SICA (Servizi Infrastrutturali di Supporto alla

Cooperazione Applicativa e all’Accesso) del Sistema Pubblico di Connettività, CST (Centri Servizi

Territoriali) e ALI (Alleanze Locali per l’Innovazione).

IBM ha maturato significative competenze in questo ambito.

La sua esperienza ha portato alla realizzazione e alla condivisione di strutture, processi di

servizio comuni e sistemi tecnologici tra più enti, con conseguenti vantaggi in termini di

maggiore efficienza, maggiore orientamento all’utente, cambiamento culturale e organizzativo.

I principali benefici rilevati da IBM nel corso dei progetti realizzati riguardano:

� l’opportunità di re-ingegnerizzazione dei processi;

� la standardizzazione dei processi e l’adozione di best practice;

� la razionalizzazione dei sistemi tecnologici a supporto delle attività;

� lo sviluppo di capacità tecniche specifiche e dedicate;

� la possibilità di realizzare economie di scala;

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� la riduzione dei costi di funzionamento, l’annullamento di inefficienze e ridondanze operative.

Oltre che di integrazione delle strutture di back-office, si parla spesso di integrazione del front-

office, come possibile fase successiva nell’integrazione della catena del valore degli enti pubblici.

Un esempio interessante, in questo ambito, è rappresentato dal cosiddetto “cassetto del

cittadino”, progetto inizialmente sviluppato da IBM per convogliare, attraverso i servizi applicativi

disponibili nell’Istituto, il “mondo INPS” di un determinato cittadino in un “cassetto”, metafora che

potrebbe diventare un riferimento utile per le iniziative di integrazione del front-office di enti e

amministrazioni.

Il progetto consente, infatti, l’integrazione di tutti i dati che hanno attinenza con la persona come

“soggetto sociale” da parte di tutti gli enti che partecipano alla catena del welfare (Lavoro, Sanità,

Previdenza, Assistenza Sociale). L’obiettivo è quello di consentire all’Amministrazione di cambiare il

proprio ruolo: da soggetto cui si presentano istanze (“...si richiede a codesto ufficio...”) a “partner

sociale” del cittadino, in grado di proporre autonomamente e proattivamente la lista dei programmi

sociali a supporto della situazione specifica (evento della vita) in cui il cittadino si trova in quel

momento (“...lei ora ha diritto a....”).

Il “cassetto del cittadino” avrebbe un impatto enorme sugli enti, abolirebbe gran parte delle

“pratiche” generando, quindi, uno snellimento sostanziale dei processi pubblici.

Altrettanto sostanziale sarebbe l’impatto sul cittadino, che vedrebbe ridotte le proprie occasioni di

coinvolgimento per esigenze burocratiche. Godrebbe, inoltre, di un trattamento “giusto”, dettato

dalle sole leggi e indipendente dalla sua più o meno approfondita conoscenza del servizio pubblico

usufruito.

Un approccio sistemico consentirà di trasformare il Piano di e-Government 2012, al momento

ancora largamente strutturato su un’aggregazione di progetti paralleli, in un Piano di reale

integrazione e trasformazione della Pubblica Amministrazione.

Ad esempio progetti quali Anagrafe scolastica, completamento dell’automazione dell’anagrafica

comunale e del sistema di circolarità anagrafica, Anagrafe comunale degli immobili potrebbero

trarre grande vantaggio da un rafforzamento del ruolo del SICA come soggetto terzo, responsabile

di coordinare ed orchestrare l’interazione tra i diversi sottosistemi.

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La necessità di un approccio sistemico non riguarda, però, solo il Piano (e le sue diverse

declinazioni progettuali) ma anche, e soprattutto, un modello che guardi alle diverse “strutture”

dello stato federale, e a come esse concorreranno al raggiungimento dei suoi obiettivi.

Sotto questo punto di vista, il Piano consentirà di gettare le basi dell’infrastruttura portante del

modello federale dello Stato, non tanto da un punto di vista puramente tecnologico (sistemi,

connessioni, reti) quanto come articolazione di regole, processi e strumenti di supporto.

Uno degli elementi cardine della infrastruttura di supporto del Piano di e-Government 2012, ad

esempio, è l’identificazione, in forma univoca, del cittadino-cliente, processo ancora non

completamente standardizzato a livello nazionale.

In attesa che la Carta d’Identità Elettronica e la Carta Nazionale dei Servizi si affermino, IBM

propone un progetto il cui obiettivo è quello di risolvere, in maniera eventualmente transitoria ma

comunque efficace, il problema di un’identificazione agevole del cittadino.

Il progetto, chiamato “utenza cittadino”, prevede l’identificazione del cittadino attraverso una

medesima identificazione, basata su user ID e password a validità nazionale, che permetta

l’accesso a tutti i servizi on line della Pubblica Amministrazione (comunali, regionali, centrali).

Il progetto prevede una collaborazione tra amministrazioni secondo gli schemi del Sistema Pubblico

di Connettività.

I vantaggi per la Pubblica Amministrazione di un approccio di questo tipo sono molteplici:

� non richiede carte digitali o file elettronici contenenti i certificati, né supporti specifici per

l’utilizzo (ad esempio lettori di smartcard o dispositivi di memoria rimovibili per i certificati) di

complessa distribuzione ed amministrazione;

� genera un maggior utilizzo dei servizi di e-Government da parte di cittadini già iscritti ad uno o

più siti di enti pubblici, permettendo di capitalizzare gli investimenti già fatti in servizi on line.

Tra i vantaggi per il cittadino vanno, invece, menzionati i seguenti:

� User ID e password possono essere usati per accedere a qualsiasi servizio on line offerto da

una Amministrazione Pubblica (oggi la maggior parte dei cittadini che usa i servizi on line è

iscritta ai servizi di solo una o due Amministrazioni);

� abilitazione automatica per usufruire di tutti di servizi on line della Pubblica Amministrazione,

pur essendosi registrato ad un solo sito;

� possibilità di utilizzo immediato dei nuovi servizi messi a disposizione dalle Amministrazioni,

senza attendere il completamento di tediose procedure di accreditamento.

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Il Piano di e-Government, in definitiva, rappresenta uno straordinario atto di progettazione politica

delle priorità che il Governo intende perseguire. Occorre un ulteriore sforzo sistemico per

trasformare gli 80 progetti in un piano realmente integrato di trasformazione della Pubblica

Amministrazione.

Importanza di un approccio sinergico pubblico-privato

La capacità di coinvolgere anche i privati nella realizzazione del Piano sarà un elemento chiave.

Il fatto che a fronte di una stima di costi di 1.380 milioni di Euro, il Piano di e-Government 2012

indichi una copertura di appena 248 milioni di Euro, dimostra chiaramente la volontà del Governo

di creare un “modello di infrastrutturazione” della Pubblica Amministrazione in cui pubblico e

privato possano e debbano dialogare, attraverso forme di coopartecipazione e condivisione degli

obiettivi. Da qui l’importanza assegnata al progetto Reti Amiche (precedentemente descritto).

Al di là del ruolo che ricopre nella gestione del CG-SPC e nel SICA-SPC (elementi centrali per gli

aspetti di cooperazione applicativa previsti dal modello Reti Amiche), IBM ha anche avviato alcune

sperimentazioni relativamente all’utilizzo di uno sportello per l’erogazione dei servizi pubblici, il

Tele Sportello IBM, un “vero” sportello a distanza, dove l'utente può vedere, parlare ed

interagire naturalmente con l’operatore, come se si recasse presso lo sportello fisico.

Il Tele Sportello IBM consente di colmare il gap tra utenti evoluti, in grado di fruire dei servizi

pubblici attraverso canali self-service, e utenti meno propensi all’uso delle nuove tecnologie, che

sono portati a privilegiare, per cultura e formazione, i canali basati su interazione umana come lo

sportello.

Con il Tele Sportello, il cittadino interagisce con l’operatore della Pubblica Amministrazione come

nell’interazione reale (può consegnare e ricevere documenti cartacei, facendosi eventualmente

supportare nella compilazione e nell’invio di moduli, si fa riconoscere visivamente dall’impiegato

presentando un documento di identità con foto, ottiene ricevuta immediata della pratica

presentata, ecc).

Oltre che rappresentare un’alternativa per gli utenti “meno tecnologici”, il Tele Sportello IBM

consente di aumentare i punti di accesso alla Pubblica Amministrazione, garantendo una maggiore

prossimità ai cittadini (gli sportelli virtuali possono essere posizionati in vari punti, luoghi pubblici o

di interesse, agenzie), oltre che rappresentare un mezzo di “mobilità virtuale” per i dipendenti

pubblici impiegati in sedi periferiche, spesso poco frequentate.

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L’uso del Tele Sportello IBM consente di generare significativi vantaggi per i cittadini e per la

Pubblica Amministrazione.

Dal punto di vista della Pubblica Amministrazione:

� favorisce una gestione più efficiente del personale;

� si presta al telelavoro, l’operatore può operare a distanza;

� consente di capitalizzare investimenti pregressi, ad esempio il riutilizzo di strutture di call center

già esistenti;

� presenta costi accessibili relativamente all’apertura di nuovi sportelli polifunzionali e

multilingua;

� non richiede nuova formazione degli impiegati, in quanto questi continuano e usare le

applicazioni e le procedure attuali.

Per quanto riguarda i cittadini:

� si adatta alle esigenze di tanti utenti che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie,

con limitato accesso a canali evoluti e self-service, o che non hanno accesso a Internet nè un

computer;

� permette di ricevere supporto consulenziale in presenza di procedure complesse;

� permette l’accesso ai diversi enti della Pubblica Amministrazione da un unico punto fisico;

� riduce le code presso gli uffici pubblici;

� permette di ricevere ovunque un supporto in lingua (per gli immigrati stranieri da poco in

Italia) se questo è reso disponibile dall’Amministrazione.

Numerosi analisti di mercato ritengono che tutto il mercato stia evolvendo verso un modello esteso

e orizzontale, nel quale i “classici” confini organizzativi di enti e aziende tenderanno

progressivamente a scomparire (All Boundaries Will Blur…- Gartner).

Nello scenario delineato dal Piano di e-Government 2012, però, questa “compenetrazione di

ecosistemi” sembra solo parzialmente derivare dalla diffusione delle nuove tecnologie.

Definendo le priorità politiche su cui focalizzarsi, il Piano lancia, infatti, una sfida al mercato. Se gli

obiettivi sono “questi”, occorre allora capire cosa fare per raggiungerli, come aggregare le forze,

aprendosi alla collettività, al sociale e al mondo privato, per trovare nuovi modelli di business,

nuove logiche di aggregazione e di creazione di valore. Occorre, in definitiva, dare spazio alla

creatività e all’innovazione per rispondere concretamente ai problemi del Paese.

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Basti pensare alla scuola e alla necessità di assicurare il dialogo con la famiglia e con il mondo

delle imprese... alla sanità e alla necessità di gestire in maniera innovativa e sinergica l’intera filiera

sanitaria... alla giustizia, ai trasporti, all’ambiente: ambiti in cui proposte di miglioramento possono

derivare tanto dagli enti centrali quanto da quelli locali o, addirittura, dal mondo privato.

E’ evidente che una visione di tale portata richiederà una governance adeguata a tutti i livelli, che

sappia creare le opportune sinergie tra i diversi progetti e che andrà declinata, come si diceva, ai

vari livelli dello stato federale.

Per questo motivo, essa non andrà tanto intesa come applicazione rigida di metodologie definite a

monte, ma dovrà configurarsi come schema organizzativo flessibile che permetta di definire,

sviluppare e gestire le azioni da avviare ai diversi livelli dello Stato federale, per garantire la

corretta implementazione dei diversi progetti di e-Government sul territorio.

La misurazione e la misurabilità: fattori chiave della trasformazione

I servizi della Pubblica Amministrazione non hanno oggi concorrenza. Il cittadino non ha possibilità

di scegliere, ha limitate possibilità e strumenti per “farsi sentire”. L’Amministrazione, di

conseguenza, ricevi pochi stimoli che possano innescare un processo di miglioramento dei propri

servizi.

Per questo motivo il tema della valutazione, introdotto dal Ministro Brunetta fin dall’inizio del suo

mandato (“si può migliorare solo ciò che si misura” – Forum PA 2008), è uno dei punti chiave

dell’intero processo di ammodernamento della Pubblica Amministrazione.

Il tema della valutazione delle strutture e dei dipendenti pubblici è, peraltro, ampiamente

richiamato e approfondito dall’Art. 4 del Disegno di Legge Delega “Anti-fannulloni”, nel quale

vengono definiti obiettivi e modalità di implementazione.

Quest’ultimo mette il cittadino-cliente al centro dell’attenzione della Pubblica Amministrazione,

“dando voce” ed importanza al suo giudizio. Inoltre, favorisce la trasparenza e il confronto

attraverso la pubblicazione dei dati sulle prestazioni dei singoli uffici. Il tema della valutazione,

però, va ben al di là di quello che noi, come utenti, potremo vedere e percepire. Riguarda anche, e

soprattutto, la necessità di creare un sistema rigoroso e oggettivo, che permetta di confrontare

valutazioni espresse in ambiti territoriali diversi.

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IBM è particolarmente attiva sul tema della valutazione dei servizi e sta lavorando ad interessanti

proposte per la Pubblica Amministrazione.

Tra queste, la proposta per un sistema di valutazione dei servizi costruito su un modello

concettuale di tipo semantico.

Il sistema si propone, infatti, di risolvere uno degli aspetti più critici che condizionano iniziative di

ammodernamento della nostra Pubblica Amministrazione: la necessità di coniugare progetti di

trasformazione con un sistema istituzionale tendente sempre più a forme di decentramento e

federalismo. Si presenta, infatti, come un sistema integrato e coerente di valutazione di servizi

diversi per tipologia e declinati in maniera specifica nelle diverse situazioni territoriali del nostro

Paese.

Se, in altre parole, il problema del servizio pubblico è quello di garantire standard di qualità

omogenei per tutti i cittadini, sul rispetto dei quali i cittadini stessi devono potersi esprimere, la

vera sfida diventa quella di creare un sistema di valutazione che, pur nelle diverse declinazioni di

implementazione, consenta di ottenere indicazioni coerenti e confrontabili tra le diverse realtà

territoriali sulle prestazioni del servizio pubblico.

La proposta IBM è quella di costruire una soluzione di misurazione delle prestazioni dei servizi

basata sulla soddisfazione del cittadino/cliente, in modo da avere un parametro di riferimento

unico e generale sulla qualità dell’erogazione.

L’impostazione della misurazione, basata su strumenti e modelli integrati e coerenti, trasversali alle

soluzioni e alle filiere, può diventare elemento importante per promuovere il “modello di

infrastrutturazione” del territorio, capace di creare effetti virtuosi e favorire la propagazione delle

buone pratiche.

Il sistema proposto consentirà di effettuare valutazioni e confronti con le migliori pratiche,

permettendo di effettuare paragoni tra amministrazioni, canali e reti amicali coinvolte nel processo

di erogazione dei servizi dell’ecosistema pubblico.

IBM ha tutti i requisiti per proporsi in un’iniziativa di questo tipo: è impegnata, assieme ai propri

partner universitari, nella ricerca sulla scienza dei servizi; è leader mondiale nei sistemi di

integrazione e business intelligence; è responsabile in Italia per lo sviluppo della cooperazione

applicativa e dell’integrazione dei servizi della Pubblica Amministrazione (SICA-SPC).

Tale sistema si avvale del progetto “utenza cittadino”, già descritto, e potrebbe essere una delle

prime concrete esemplificazioni attraverso forme “leggere” di identificazione dell’utente.

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La sfida, però, non è solo quella di misurare ma anche di rendere misurabile. Occorrerà avviare

progetti che consentano di rendere omogenei i processi della Pubblica Amministrazione, strutturarli

su componenti confrontabili, definire modalità e criteri ma anche i tempi attesi sui quali la Pubblica

Amministrazione dovrà impegnarsi verso il cittadino.

A questa esigenza risponde un’interessante iniziativa proposta da IBM, il cosiddetto “cruscotto

dei tempi certi” per la Pubblica Amministrazione.

Il progetto, oggetto di alcune attività di ricerca che IBM ha avviato soprattutto per la gestione del

rischio clinico, si pone l’obiettivo di creare uno strumento in grado di standardizzare, acquisire e

correlare gli eventi inerenti lo stato di avanzamento di un qualsiasi processo di un’organizzazione,

forniti direttamente dai sistemi informatici pre-esistenti o da altri “sensori”.

Questo sistema consentirebbe la creazione di un cruscotto in grado di rilevare, elaborare e

correlare eventi relativi al ciclo di vita dei processi di un’organizzazione pubblica, locale o centrale,

con l’obiettivo di fornire, in qualsiasi momento, lo stato di avanzamento dei processi, attraverso

l’invio di alert e segnalazioni agli attori interessati: cittadini/utenti e dipendenti pubblici. Esso

consentirebbe, inoltre:

� la pubblicazione preventiva dei tempi presunti di completamento di un processo (“la Pubblica

Amministrazione si impegna a...”);

� il monitoraggio del processo attraverso un’elaborazione degli eventi da esso derivanti,

fornendo, a tutti gli attori interessati, lo stato di avanzamento e il calcolo dei tempi e delle

risorse impiegate;

� il tracciamento semplificato e in tempo reale del processo stesso.

Uno strumento di questo tipo, in altre parole, consentirebbe la misurabilità delle prestazioni di una

Pubblica Amministrazione, oltre che il confronto diretto con realtà simili. Quindi, di migliorare la

trasparenza e la credibilità di una Pubblica Amministrazione che “si impegna su un determinato

piano di servizio e accetta di farsi misurare/valutare dal cittadino”.

IBM ritiene di essere ben posizionata per contribuire in maniera significativa al successo del Piano

di e-Government 2012 perchè:

� lavora su tutti i settori e può, quindi, individuare aree di sinergia e collaborazione con altri

partner industriali interessati (Reti Amiche), come IBM stessa, a “complementare” l’azione del

Governo con la loro proposta di creazione di valore;

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� lavora su tutta la catena del valore ed è, quindi, in grado di inserirsi e integrare l’azione

pubblica con proposte aggiuntive e complementari che migliorano l’erogazione e la fruizione

dei servizi;

� vanta esperienza di progetti, a livello mondiale, finalizzati alla definizione di iniziative di

semplificazione nell’erogazione di servizi nel settore pubblico, oltre che joint venture per

l’erogazione di servizi in logica pubblico-privato;

� sta sviluppando, nei propri laboratori di ricerca, metodologie (ad esempio, la metodologia

Outcomes-based delivery per la gestione di ecosistemi complessi, basata sui risultati attesi sulla

collettività, in corso di brevettazione negli Stati Uniti), progetti (ad esempio, l’iniziativa sulla

semantica nella Pubblica Amministrazione, condotta dal centro di studi avanzati sulla semantica

di IBM a Roma), strumenti, dispositivi e soluzioni per facilitare l’erogazione dei servizi, anche

attraverso strumenti di contatto virtualizzato (ad esempio il Tele Sportello);

� sta gestendo per conto della Pubblica Amministrazione italiana alcuni progetti (come il Centro

di Gestione e il Centro SICA per l’erogazione di Servizi Infrastrutturali di Supporto alla

Cooperazione Applicativa e all’Accesso) che si stanno rivelando veri e propri cardini del sistema

infrastrutturale del Piano, per la connessione con il mondo privato, le Reti Amiche, il raccordo

di iniziative tra i diversi livelli dello stato federale.

5.4 I casi di successo di IBM

Oltre a soluzioni rivolte a diverse realtà e diversi ambiti della Pubblica Amministrazione, IBM ha

avuto modo di maturare specifiche capacità attraverso la realizzazione di grandi progetti all’interno

di enti pubblici nazionali ed esteri. Di seguito vengono presentati i casi più significativi che

evidenziano, da una parte, un percorso di modernizzazione già avviato in alcune realtà e, dall’altra,

come IBM sia stata in grado di intercettare le esigenze degli enti e di realizzate progetti che

rappresentano best practice in un processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione

attraverso l’Information Technology.

Borsa Continua del Lavoro – Ministero del Lavoro della Salute e della Previdenza

Sociale

Le esigenze

Le esigenze che hanno portato alla realizzazione del progetto sono state:

� necessità di facilitare e velocizzare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;

� indirizzare e migliorare la gestione delle politiche del lavoro, il monitoraggio del mercato del

lavoro nel suo complesso.

Aprile 2009

- 49 -

Il progetto si proponeva di predisporre un’infrastruttura tecnologica che favorisse la creazione di

una rete di servizi del lavoro (a partire da scambio di Vacancies e Profili di Sintesi), di informazioni

accessibili a tutta la collettività.

La realizzazione del progetto

Il progetto ha consentito la realizzazione di:

� un sistema sussidiario per l’acquisizione delle informazioni via Web, a disposizione delle Regioni

che non ne hanno uno proprio;

� un sistema di incrocio domanda ed offerta del lavoro;

� una Porta di dominio, attraverso la quale è stato possibile realizzare il sistema di incrocio

domanda ed offerta del lavoro tra Regioni, Province Autonome, Ministero ed Eures.

Le specifiche finalità tecnico-organizzative del progetto sono state:

� conduzione dei sistemi informatici allocati presso il Centro Servizi e la rete periferica del

Ministero;

� analisi, progettazione, realizzazione, messa in esercizio e gestione di:

� un sistema per l’interoperabilità e la cooperazione applicativa;

� un sistema di supporto alle decisioni basato su datawarehouse;

� applicazioni del livello centrale della “Borsa continua del lavoro”;

� un sistema integrato per l’erogazione di servizi del mercato del lavoro a livello locale

(regionale e provinciale);

� sistemi (hardware e software) costituenti la piattaforma tecnologica di Italia Lavoro Spa

(piani di reskilling a livello regionale, ecc.).

I risultati ottenuti

La realizzzazione del progetto ha apportato benefici per tutti gli attori coinvolti:

� cittadini/studenti, fruitori del sistema, perchè usufruiscono di un nuovo canale attraverso cui

intercettare opportunità di impiego;

� aziende, perchè hanno la possibilità di pubblicizzare le proprie esigenze lavorative e indirizzare

le richieste verso una domanda che va oltre l’ambito locale;

� Ministero del Lavoro perchè realizza i presupposti per il monitoraggio sia delle esigenze delle

aziende, sia delle competenze di cittadini/studenti/lavoratori, creando una base conoscitiva

sulle opportunità che offre il mercato del lavoro.

Per quanto riguarda IBM, chi ha sviluppato il progetto ha acquisito competenze tecniche e

metodologiche, riconosciute a livello nazionale, sia sui processi di interoperabilità sia sulle

tematiche del mondo del lavoro.

Aprile 2009

- 50 -

Il sistema rappresenta una best practice tecnologica: viene preso in considerazione da tutti i paesi

europei che presentano un mercato del lavoro simile a quello italiano. Inoltre, è replicabile (porta

di dominio – scambio di informazioni attraverso web services) in qualsiasi ambito che segua le

logiche di un sistema federato.

CUB, Centro Unico di Back-up per gli enti previdenziali – INPS, INAIL, INPDAP

Le esigenze

Il progetto ha rappresento il proseguimento dell’iniziativa già intrapresa dall’INPS a fine 2002,

finalizzata alla salvaguardia e alla continuità di funzionamento dei sistemi dell’ente, oltre che

risposta alla necessità di razionalizzazione degli investimenti della Pubblica Amministrazione. Le

esigenze che hanno portato alla realizzazione del progetto sono state:

� maggiore sinergia tra amministrazioni;

� maggiori garanzie di continuità dei sistemi per poter offrire i servizi dell’ente 24 ore su 24, 7

giorni su 7;

� maggiore sicurezza dei sistemi;

� riduzione dei costi attraverso interventi di razionalizzazione.

La realizzazione del progetto

La realizzazione del progetto è stata basata sulle seguenti attività:

� analisi della situazione iniziale volta ad individuare tra i vari sistemi quelli presentavano

caratteristiche e potenzialità che meglio rispondevano al disegno di progetto e quindi alle

esigenze che hanno portato alla sua realizzazione;

� consolidamento dei sistemi che ha generato una notevole riduzione dei sistemi dipartimentali;

� definizione e implementazione di un piano di disaster recovery.

I risultati ottenuti

Le sfide tecnologiche ed infrastrutturali che l’INPS ha dovuto affrontare per indirizzare le proprie

esigenze gli hanno permesso di diventare una best practice internazionale in tema di infrastrutture

ad alte prestazioni. Questo perchè l’INPS ha disegnato un progetto infrastrutturale che, pur

nascendo da forti esigenze di continuità nell’erogazione dei propri servizi ai cittadini, è diventato il

punto di partenza per la creazione, attraverso l’apporto di altre amministrazioni, di

un’infrastruttura condivisa di assoluto valore nel contesto nazionale.

Dal punto di vista più operativo i vantaggi conseguiti sono:

� una notevole riduzione dei fermi dei sistemi INPS;

� servizi al cittadino sempre disponibili;

� costi di progetto contenuti perchè ripartiti tra più enti (INPS, INAIL, INPDAP);

Aprile 2009

- 51 -

� elevati livelli di sicurezza;

� le attività di razionalizzazione hanno generato una riduzione di spazi, una più efficiente

gestione delle macchine, minori costi di esperti sulle singole tecnologie grazie ad attività di

standardizzazione.

Il Centro Unico di Back-Up rappresenta un asset per il Paese, un’infrastruttura ad elevate

prestazioni capace di assicurare minori costi di gestione e maggior disponibilità di risorse critiche,

di supportare il percorso evolutivo degli enti previdenziali verso maggiori forme di sinergia e

condivisione delle risorse finalizzate a loro volta ad assicurare il funzionamento della Pubblica

Amministrazione italiana 24 ore su 24.

Sistema di Controllo di Gestione - Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Le esigenze

L’introduzione della soluzione rispondeva a diverse esigenze:

� rispetto della normativa5 che obbliga le amministrazioni pubbliche a dotarsi di strumenti di

controllo di gestione (efficienza, efficacia, economicità dell’azione amministrativa);

� gestione dei processi orientata alla produzione di risultati misurabili e valutabili attraverso un

nuovo approccio di pianificazione, programmazione e controllo.

In questo contesto si inseriva l’intenzione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,

caratterizzato da diverse funzioni e una distribuzione territoriale particolarmente estesa, di

introdurre un modello di controllo di gestione, di controllo strategico e contabilità economica

coerente con le linee guida definite dalla normativa, ma personalizzabile in base alle specifiche

esigenze dell’ente e con il minor impatto organizzativo possibile.

Il progetto ha interessato 600 utenti ed è stato intrapreso col presupposto di consentire le seguenti

attività:

� monitoraggio dei costi allocati ai centri di costo e centri di responsabilità, sia per il consuntivo

che per il budget;

� monitoraggio dei costi dei processi e della attività, attraverso la metodologia di full costing;

� analisi delle performance attraverso indicatori di efficacia, efficienza ed economicità, sia

strutturali che di processo;

� verifica del raggiungimento degli obiettivi strategici della dirigenza.

La realizzazione del progetto

Il progetto è stato realizzato seguendo varie fasi:

5 Decreto Legislativo 30/07/1999 n. 286

Aprile 2009

- 52 -

� sviluppo della soluzione basato sul riutilizzo delle componenti applicative già realizzate per il

Ministero dell’Economia e delle Finanze e di altro software in grado di soddisfare i requisiti

funzionali ed esigenze di flessibilità;

� sviluppo del progetto e rilascio in fasi distinte in modo da garantire una diffusione graduale del

sistema e interventi di personalizzazione in risposta a specifiche esigenze;

� comunicazione e collaborazione con risorse, interne al Ministero, con competenze specifiche in

materia di controllo di gestione nella Pubblica Amministrazione, oltre che con tutte le strutture

del Ministero;

� outsourcing delle infrastrutture per poter garantire al Ministero l’esternalizzazione di attività a

basso valore aggiunto.

I risultati ottenuti

A seguito dell’introduzione della soluzione sono state possibili attività quali:

� razionalizzazione e uniformazione dei processi di controllo interno e contabilità;

� diffusione dei principi di controllo di gestione e controllo strategico;

� controllo dei risultati raggiunti dalla dirigenza;

� certificazione dei dati contabili ed extracontabili con riduzione di informazioni duplicate;

� supporto diretto all’alimentazione dei costi richiesti dal Ministero dell’Economia e della Finanze.

I benefici conseguiti sono stati:

� efficacia ed efficienza dei processi interni di controllo, per una corretta valutazione delle azioni

amministrative;

� diffusione di una cultura di analisi dei dati, di controllo della gestione e valutazione strategica;

Inoltre, la realizzazione del progetto, grazie all’impostazione data, fornisce strumenti di “gestione

del cambiamento”, di tipo culturale e organizzativo. Ha risposto ad esigenze che vanno oltre

l’adempimento normativo, introducendo un concetto di controllo di gestione e di ottimizzazione

tipici del mondo privato.

In definitiva, ha rappresentato un importante stimolo all’introduzione di una cultura del controllo

dei risultati ma soprattutto di governance dei processi, da cui conseguono maggiore efficienza e

miglioramenti in termini di servizio offerto.

Il progetto è stato ufficialmente riconosciuto come best practice nell’ambito della Pubblica

Amministrazione Centrale italiana e il Ministero dei Trasporti risulta essere uno dei più efficienti in

tema di controllo.

Aprile 2009

- 53 -

La realizzazione del progetto rappresenta esempio di buona prassi nella realizzazione di un

progetto dal punto di vista tecnologico. E infatti, il riuso dell’applicazione è oggetto di

sperimentazione presso il Ministero delle Attività Economiche e il Ministero dell’Economia e delle

Finanze ha già adottato un modello di controllo di gestione che si basa sullo stesso applicativo.

Aprile 2009

- 54 -

6 Gli impatti dell’innovazione della Pubblica Amministrazione sul sistema

Paese

L’innovazione tecnologica genera effetti positivi in qualunque contesto essa venga introdotta.

Gli investimenti ICT contribuiscono direttamente alla crescita del PIL, in più generano un effetto

moltiplicatore su altri fattori, a partire dalla produttività.

Nel caso della Pubblica Amministrazione, l’effetto moltiplicatore è ancora più palese poiché essa si

pone sia come utente di tecnologie, sia come promotore di una loro adozione nel sistema

economico e sociale.

L’impatto dell’ICT, in termini di recupero di efficienza e maggiore efficacia dei servizi, emerge

chiaramente dal monitoraggio dei progetti di e-Government realizzato dal CNIPA.

I risparmi associati alla realizzazione di progetti ICT e le opportunità di liberare risorse finanziarie

sono, altresì, evidenti in alcuni progetti di dematerializzazione dei documenti, ad esempio,

l’introduzione di certificati telematici, della Posta Elettronica Certificata e dei cedolini elettronici.

Risparmi per imprese e cittadini si concretizzano nel caso fruizione di servizi on line, in alternativa

alla fruizione presso lo sportello, come dimostrato attraverso l’analisi del progetto “cassetto

previdenziale” realizzato da INPS con il supporto di IBM.

6.1 L’impatto dell’ICT sulla crescita del PIL

L’impatto che l’innovazione basata sull’ICT può avere su un sistema Paese va considerato sotto

due punti di vista:

� un impatto diretto, dovuto al fatto che gli investimenti in ICT contribuiscono alla crescita del

PIL insieme ad investimenti non ICT, produttività di altri fattori e redditi da lavoro;

� un impatto indiretto, derivante da una maggiore efficienza interna alla Pubblica

Amministrazione e da una maggiore efficacia (miglior livello qualitativo e maggiore

disponibilità) dei servizi offerti a cittadini e imprese.

Relativamente al primo impatto, in Italia nel periodo 1985-2006, gli investimenti ICT hanno

contribuito alla crescita del PIL per una quota pari a 0,25%, a fronte di una crescita del PIL

dell’1,72% (Figura 19). Questo dimostra come l’ICT giochi un ruolo chiave nel promuovere la

crescita socio-economica di un Paese, contribuendo alla formazione del PIL per una quota che

generalmente arriva anche a 0,80 punti percentuali.

Aprile 2009

- 55 -

Va osservato, inoltre, come gli investimenti ICT influenzino anche gli altri fattori che contribuiscono

alla formazione del PIL, in particolare la produttività. Esiste, di fatto, un legame tra ICT e aumenti

di produttività che si riflettono sulla crescita economica, seppur mediato dai mutamenti che le

imprese o le pubbliche amministrazioni devono porre in atto per ottenere benefici reali dagli

investimenti ICT.

Una maggiore diffusione dell’ICT nella Pubblica Amministrazione, come nelle imprese, si traduce in

innovazione e genera un significativo effetto di moltiplicatore anche sulle altre componenti che

incidono sulla crescita del PIL, quanto più è associata a processi di cambiamento organizzativo, di

riqualificazione del personale, che valorizzano gli stessi investimenti.

E ancora, a livello di sistema Paese, risultati concreti si ottengono se la Pubblica Amministrazione

associa agli investimenti ICT interventi di re-ingegnerizzazione dei processi, iniziative volte alla

semplificazione amministrativa, di sostegno alla formazione e alla mobilità del capitale umano, di

miglioramento delle condizioni infrastrutturali di base, di maggiore trasparenza e competitività del

sistema finanziario, di miglioramento del quadro normativo, incentivi automatici nella forma di

sgravi fiscali.

Figura 19 ICT e crescita del PIL nei principali Paesi

Fonte: OECD Factbook, 2008

L’impatto indiretto dell’ICT deriva anche dal fatto che una maggiore efficienza della Pubblica

Amministrazione genera una riduzione del suo carico sull’intera società (uno studio OECD del 2001

Redditi da lavoro Capitale ICT Capitale non ICT Produttività dei diversi fattori

Germania

SvizzeraItalia

Austria

Danimarca

Svezia

Giappone

Francia

Belgio

Nuova Zelanda

Finlandia

Portogallo

Regno Unito

Paesi Bassi

Canada

Spagna

USA

Australia

Irlanda

-1

0

1

2

3

4

5

6

Aprile 2009

- 56 -

mostrava un peso di tale carico dal 2% al 7% del PIL nei paesi europei solo verso le imprese). Ad

esempio, la semplificazione e l’informatizzazione delle pratiche a carico delle imprese genera una

riduzione dei tempi e, di conseguenza, dei costi della burocrazia.

Il miglioramento della Pubblica Amministrazione genera opportunità di risparmi sia per le imprese

sia per i cittadini: ad esempio negli scenari previsti nello studio eGEP, finanziato dall’Unione

Europea, si evidenzia come il miglioramento della Pubblica Amministrazione derivante

dalla realizzazione di progetti di dall’e-Government possa ammontare, entro il 2010,

all’1,54% del PIL, equivalente a 166 miliardi di euro.

6.2 L’impatto dei progetti di e-Government in termini di efficienza ed efficacia della

Pubblica Amministrazione

Che l’Information Technology sia un fattore che abilita processi orientati ad una maggiore

efficienza e ad un più elevato livello dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione è dimostrato

da varie analisi realizzate su casi specifici. Tra queste, l’analisi realizzata dal CNIPA nell’ambito del

monitoraggio dei progetti di e-Government.

Il monitoraggio di 20 progetti di e-Government (su 134 relativi alla prima fase del Piano di e-

Government) ha dimostrato un considerevole impatto in termini di:

� efficienza interna alle pubbliche amministrazioni coinvolte;

� efficacia in termini di costi e tempo risparmiati dagli utenti che usufruiscono dei servizi.

Il monitoraggio di questi venti progetti, che hanno visto come destinatari cittadini, imprese ed enti

della Pubblica Amministrazione, dimostra come effettivamente essi abbiano, tutti, generato

maggiore efficienza nei processi degli enti locali e che questa efficienza sia aumentata nel tempo

(Figura 20): misurando l’efficienza con un indicatore da 1 a 100, nel primo anno, tutti i progetti

sono posizionati su valori bassi, negli anni successivi (passando dalla fase di progettazione alla fase

di implementazione e di rilascio dei servizi) aumenta il numero di progetti con un valore

dell’indicatore di efficienza più elevato, al quinto anno 9 progetti su 20 presentano un valore

dell’indicatore di efficienza tra 61 e 80.

Questo significa che la realizzazione dei progetti ha portato ad una riduzione dei tempi di

realizzazione dei singoli processi, di gestione delle pratiche ad esempio, con effetti positivi sia per

gli enti che per gli utenti. I primi perchè hanno l’opportunità di ridurre il personale occupato in

processi “resi più efficienti”, spostandolo eventualmente su altre attività; gli utenti (cittadini e/o

imprese) perchè si riducono i tempi di attesa per usufruire del servizio.

Aprile 2009

- 57 -

Figura 20 Distribuzione dei progetti di e-Government secondo il valore dell’indicatore di

efficienza

Indicatore di efficienza da 1 a 100

Fonte: CNIPA, Analisi delle valutazioni d’impatto di alcuni progetti della prima fase del Piano di e-

government, Febbraio 2008

L’impatto dei progetti monitorati in termini di efficacia (Figura 21), ovvero di miglioramento della

qualità dei servizi offerti (impatto sui cittadini e le imprese), denota un percorso più lento ma

comunque positivo. L’efficacia di una iniziativa di e-Government dipende, infatti, anche dalla

comunicazione e dalle attività di promozione dei servizi da parte degli enti.

17

2

1

11

4

2

1

2

6

1

7

3

3

3

2

4

8

3

1

4

2

9

4

1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno

0-20 21-40

41-60 61-80

81-100

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Figura 21 Distribuzione dei progetti di e-Government secondo il valore dell’indicatore di

efficacia

Indicatore di efficacia da 1 a 100

Fonte: CNIPA, Analisi delle valutazioni d’impatto di alcuni progetti della prima fase del Piano di e-

Government, Febbraio 2008

L’analisi considerata evidenzia come le iniziative di e-Government, seppur con intensità

differenziate negli anni, abbiano effettivamente un impatto in termini di miglioramento dei processi

degli enti e di qualità del servizio a cittadini e imprese, già dal primo anno di realizzazione.

11

8

1

8

8

4

5

5

6

4

3

5

6

3

3

2

3

8

3

4

1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno

0-20 21-40

41-60 61-80

81-100

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- 59 -

6.3 Gli impatti dell’innovazione in termini di efficienza della Pubblica

Amministrazione: la dematerializzazione dei documenti

Un tema alla base di più progetti nei due Piani del Governo precedentemente descritti è la

dematerializzazione dei documenti cartacei, ambito in cui gli impatti derivanti dall’utilizzo di ICT

sono particolarmente elevati.

La gestione dei documenti cartacei comporta una serie di costi sia evidenti (costo della carta, di

stampa e copia), che nascosti (tempo del personale speso per l’archiviazione e la ricerca, costi

legati all’occupazione di spazi fisici, costo di acquisto di scaffali e faldoni). Ai costi si aggiungono le

inefficienze (perdita di documenti, errata archiviazione) in ogni fase di gestione di un documento,

dalla sua acquisizione o stampa, alla distribuzione, fino all’archiviazione.

La gestione cartacea genera, nel nostro Paese, costi e sprechi di tempo considerevoli: 287 milioni

di Euro il costo di acquisizione e produzione di documenti cartacei spesso neanche utilizzati (Fonte:

NetConsulting su fonti varie), 40% la percentuale di tempo che in media un dipendente spende in

attività di gestione documentale.

Risulta evidente, quindi, quanto strategie di miglioramento della gestione documentale ed

evoluzioni normative che incentivino e velocizzino il ricorso a documenti e comunicazioni digitali si

rendano necessari.

Questi costi si possono notevolmente ridurre, nella Pubblica Amministrazione come nelle imprese,

anche con soluzioni particolarmente accessibili e di facile utilizzo come la Posta Elettronica

Certificata. Alcune valutazioni realizzate danno evidenza dei risparmi che la Pubblica

Amministrazione può ottenere anche con interventi limitati solo ad alcuni processi, ad esempio

(Figura 22):

� un certificato telematico, emesso in sostituzione di un certificato cartaceo, comporta un

risparmio unitario per l’amministrazione emittente di più di 13 euro. Sulla totalità dei certificati

emessi, il risparmio che ne deriverebbe per il sistema Paese sarebbe di poco inferiore ai 480

milioni di Euro;

� l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (PEC) in sostituzione della Raccomandata A/R

genera: un risparmio unitario di circa il 90% per l’ente che comunica con tale strumento, un

risparmio complessivo per la Pubblica Amministrazione di circa 400 milioni di Euro;

� la sostituzione del cedolino elettronico al cedolino in formato cartaceo genera risparmi per la

Pubblica Amministrazione pari a 882 milioni di Euro.

Aprile 2009

- 60 -

Figura 22 I risparmi da dematerializzazione dei documenti

Fonte: NetConsulting

Considerando solo tre ambiti di dematerializzazione si arriva ad un risparmio potenziale di 1,7

miliardi di Euro, i margini di recupero di efficienza del sistema pubblico attraverso la

dematerializzazione sono decisamente elevati e danno la possibilità di liberare risorse finanziarie da

destinare ad iniziative di sviluppo economico.

6.4 La misurazione degli impatti dell’innovazione attraverso un caso concreto: INPS -

Cassetto Previdenziale

Il progetto “cassetto previdenziale”, realizzato da INPS in collaborazione con IBM, rappresenta un

valido esempio di come l’introduzione di tecnologie ICT possa generare risparmi sia per gli enti

pubblici, sia per cittadini e imprese, attraverso servizi più facilmente accessibili. Le valutazioni

d’impatto del progetto, di seguito riportate e concentrate sul servizio di consultazione di posizione

on line, sono state realizzate da NetConsulting anche sulla base di dati e informazioni forniti da

INPS, nella persona del dott. Giuseppe Muscillo.

Risparmio:

472,5 Mln di €

Risparmio:

472,5 Mln di €

Trasmissione

telematica

certificati

Trasmissione

telematica

certificati

35 milioni

di

certificati cartacei

35 milioni

di

certificati cartacei

Risparmio:

circa 400

Mln di €

Risparmio:

circa 400

Mln di €

PECPEC

245 milioni

di raccomandate

A/R

245 milioni

di raccomandate

A/R

Risparmio:

882 Mln di €

Risparmio:

882 Mln di €

Cedolino

elettronico

Cedolino

elettronico

3,5 milioni

di cedolini

cartacei al mese

3,5 milioni

di cedolini

cartacei al mese

Totale risparmi: 1,7 miliardi di Euro

Aprile 2009

- 61 -

Le esigenze

Le esigenze che hanno portato alla realizzazione del progetto sono state principalmente la

necessità di avere una visione unificata dei dati e la possibilità di consentire agli utenti - aziende o

soggetti fisici - di accedere alla propria posizione previdenziale dal portale dell’Istituto.

La realizzazione del progetto

Il progetto ha portato alla realizzazione di un’applicazione web basata su infrastruttura SOA

(Service Oriented Architecture) e comprende il Cassetto Previdenziale Aziendale e il Cassetto del

Cittadino. E’ il risultato di una serie di interventi progettuali incrementali avviati nel 2005.

I risultati ottenuti e possibili evoluzioni future

La realizzazione del progetto ha generato consistenti benefici per l’Ente e per i cittadini, sia in

termini di efficienza che di miglioramento del servizio. Infatti, consente:

� alle diverse sedi INPS (oltre 150 su tutto il territorio nazionale) e agenzie (circa 350) la verifica

trasversale di tutti i dati di una posizione (crediti, pagamenti, trasmissione DM, trasmissione E-

Mens, cessazioni, ecc.) o di un soggetto (estratto conto, ecc.), indipendentemente dalle singole

applicazioni che gestiscono ciascuno di questi aspetti, grazie all’architettura basata sui servizi;

� a cittadini (assicurati/pensionati), aziende e intermediari di verificare on line i propri rapporti

con INPS.

Risultati ancora attesi si basano sulla possibilità di:

� facilitare gli operatori delle sedi nell’attività di monitoraggio dei flussi informativi fornendo, in

tempo reale, la situazione riassuntiva di tutte le informazioni in possesso dell’Istituto per

ciascuna posizione (azienda/soggetto fisico);

� offrire anche agli utenti esterni la visione d’insieme della situazione INPS, consentendo la

verifica delle principali caratteristiche di una posizione tramite un unico canale di accesso alle

informazioni contenute negli archivi gestionali dell’INPS.

Il sistema ha dato la possibilità di capitalizzare gli investimenti pregressi dell’INPS, in particolare in

relazione alle applicazioni sviluppate su mainframe, e si presta al riuso in altri enti.

Sono ipotizzabili futuri sviluppi in particolare per dare agli utenti esterni (cittadini e imprese) la

possibilità, attraverso il portale INPS, di:

� poter evidenziare anomalie e allegare documentazione a supporto di quanto

dichiarato/osservato;

Aprile 2009

- 62 -

� fare richieste di chiarimenti che verrebbero poi gestiti dal Contact Center INPS e dalle sedi in

funzione del livello di complessità;

� fissare eventuali appuntamenti con la sede competente per chiarimenti, rettifiche di posizione,

ecc.

A seguito della realizzazione del progetto, i sistemi INPS registrano, quotidianamente, più di 4 mila

accessi da personale interno e circa 23 mila accessi esterni, da parte di imprese, intermediari,

lavoratori, pensionati.

L’impatto in termini di efficienza interna

Le sedi hanno a disposizione nuovi strumenti di consultazione che offrono una visione unitaria in

tempo reale, evitando di dover attivare differenti applicazioni gestionali.

Questi strumenti diventano particolarmente utili considerando l’elevato numero di soggetti gestiti

dall’Istituto: 19 milioni di lavoratori (82% degli occupati nazionali), 14 milioni di pensionati, 1,8

milioni di imprese.

L’efficienza interna imputabile alla realizzazione del progetto deriva, essenzialmente, da uno

spostamento di parte delle attività dallo sportello al self service, tramite portale. Imprese e

cittadini, infatti, sempre meno si rivolgono allo sportello per attività di consultazione di posizione,

se non per evidenziare e risolvere anomalie, per rettifiche di posizione. Da un’analisi delle richieste

pervenute presso il front-office nell’area metropolitana di Roma è emerso come solo il 4% di chi,

nel periodo oggetto di rilevazione, si è rivolto allo sportello era rappresentato da aziende. Questo è

indice del fatto che la maggior parte delle imprese ricorre alla consultazione on line, e si rivolge

allo sportello solo in casi eccezionali.

La realizzazione del progetto ha consentito uno spostamento delle attività dallo sportello al canale

Internet con conseguente riduzione dei carichi e più efficiente distribuzione del personale addetto

al front–office, di fatto è stato possibile effettuare un’estensione del front–end senza alcun

impatto sulla normale organizzazione delle singole sedi INPS.

Prima della realizzazione del cassetto previdenziale, il personale addetto allo sportello aveva

necessità di accedere (ogni volta introducendo user id e password) a 22 applicazioni diverse, oggi,

attraverso una sola applicazione accede a tutte le informazioni e dati necessari ad effettuare

verifiche di posizione. Considerando anche solo il fatto di accedere ad una sola applicazione

anzichè a più di 20 applicazioni diverse, è possibile rilevare un miglioramento di efficienza interna

che trova riscontro in una riduzione del 70-80% del tempo di consultazione di posizione.

Aprile 2009

- 63 -

Il miglioramento del servizio e il risparmio per le imprese

Il cassetto previdenziale prevede una serie di servizi cui le imprese possono accedere per finalità di

consultazione (posizioni lavoratori autonomi, lista interruzioni, riepilogo pagamenti effettuati

tramite F24, presenza domande CIG, note di rettifica, ecc.).

L’impresa può consultare on line la propria posizione presso l’INPS, con considerevoli vantaggi:

annullamento dei tempi e dei costi relativi a spostamenti (necessari per raggiungere la

sede/agenzia INPS), riduzione dei tempi per ottenere informazioni (l’azienda o il suo intermediario

possono accedere dalla propria postazione, si annullano i tempi di attesa presso la sede/agenzia

INPS), minore utilizzo del cartaceo e riduzione dei relativi costi.

Considerando il servizio di consultazione/verifica di posizione e confrontando la sua fruizione

presso una sede o agenzia INPS con la fruizione on line, è possibile quantificare i seguenti risparmi

(Tabella 2):

� una riduzione dei tempi di circa l’80% effettuando la consultazione dal portale INPS rispetto al

caso in cui l’intermediario dell’azienda si rechi presso una sede/agenzia INPS;

� una riduzione del costo di fruizione del servizio del 78% nel caso di consultazione on line (23

Euro circa il costo di fruizione del servizio presso lo sportello INPS rispetto ai 5 Euro stimati per

effettuare la consultazione on line), da attribuire sia al minor tempo, e quindi costo, del

dipendente/intermediario, sia a minori costi di stampa di documentazione e all’annullamento

dei costi di spostamento dalla sede aziendale alla sede INPS;

� ipotizzando che un’impresa faccia verifiche di posizione almeno 10 volte all’anno e che si rechi

presso la sede/agenzia INPS anche per attività diverse dalla sola verifica di posizione

(ottimizzando le uscite del dipendente/intermediario), essa ha la possibilità di risparmiare

annualmente, grazie all’accesso on line, circa 110 euro;

� se tutte le imprese che interagiscono con INPS (1,8 milioni) effettuassero le verifiche di

posizione on line, si potrebbe ipotizzare un risparmio annuo per l’intero sistema imprese di

circa 197 milioni di Euro;

� di fatto, parte del risparmio precedentemente ipotizzato è già conseguito: 4.600 imprese

accedono on line quotidianamente al portale INPS per effettuare verifiche di posizione (dato

INPS relativo ai primi mesi del 2009), questo significa che l’innovazione realizzata dall’Istituto

darà luogo ad un risparmio effettivo di circa 10 milioni di Euro nell’anno in corso.

Aprile 2009

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Tabella 2 I risparmi per le imprese

Fonte: NetConsulting

Oltre ai risparmi di costo, la possibilità di verificare on line la propria posizione INPS consente alle

imprese di:

� essere proattive verso l’INPS, evidenziando anomalie e chiedendo di rettificare in anticipo

situazioni che, col passare del tempo, possono dar luogo a richieste di regolarizzazione o, in

alcuni casi, creare problemi all’attività d’impresa;

� operare in situazione di maggiore regolarità, grazie alla possibilità di controllare continuamente

(e senza alcun costo) la propria posizione e di intervenire in maniera tempestiva.

Il miglioramento del servizio e il risparmio sui cittadini

Oltre alle imprese, interessati a consultare la propria situazione contributiva possono essere i

singoli lavoratori o i pensionati. Confrontando anche in questo caso la realizzazione di una

consultazione/verifica di posizione presso una sede/agenzia INPS con la consultazione on line, è

possibile stimare i seguenti risparmi per i cittadini (lavoratori/pensionati) (Tabella 3):

� una riduzione dei tempi di circa l’80% effettuando la consultazione dal portale INPS rispetto al

caso in cui il cittadino si rechi presso una sede/agenzia INPS;

� un risparmio del costo di fruizione della consultazione/verifica dell’81% nel caso di

consultazione on line (10 Euro circa il costo di fruizione del servizio presso lo sportello INPS

rispetto ai 2 Euro stimati per effettuare la consultazione on line), da attribuire sia al fatto che,

nel caso di un lavoratore, non è necessario assentarsi dal lavoro per poter usufruire del

servizio, sia a minori costi di stampa di documentazione e all’annullamento dei costi di

spostamento verso la sede INPS;

� un risparmio per la totalità dei lavoratori e dei pensionati, nel 2009, di circa 45 milioni di

Euro, considerando i 17.700 accessi on line giornalieri da parte di lavoratori e pensionati6,

registrati nei primi mesi del 2009.

6 Considerando la minore propensione all’utilizzo delle nuove tecnologie e di Internet da parte dei cittadini di

età superiore ai 60-65 anni, è stato ipotizzato che i cittadini che usufruiscono della consultazione on line

siano soprattutto lavoratori.

Risparmio di tempo per

singola consultazione

Risparmio di costo per

singola consultazione

Risparmio potenziale

annuo

Risparmio reale

annuo (2009)

Singola impresa Almeno dell'80% 18 Euro (78%) 110 Euro

Totale imprese 197 milioni di Euro 10 milioni di Euro

Aprile 2009

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Tabella 3 I risparmi per i cittadini

Fonte: NetConsulting

Inoltre, valgono per i cittadini/lavoratori le stesse considerazioni fatte per le imprese relativamente

alla possibilità di segnalare in anticipo anomalie, proporre rettifiche ed evitare di dover intervenire

solo quando situazioni non “regolari” danno luogo a pagamenti non dovuti o mancata riscossione

di crediti.

Risparmio di tempo per

singola consultazione

Risparmio di costo per

singola consultazione

Risparmio di costo

annuo (2009)

Singolo cittadino Almeno dell'80% 8 Euro (81%)

Totale cittadini 45 milioni di Euro

Aprile 2009

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7 Conclusioni

Le conclusioni che si possono trarre a seguito del lavoro realizzato sono diverse, alcune negative,

altre positive se viste come opportunità da cogliere in funzione di evoluzioni future.

Una considerazione negativa riguarda sicuramente l’esistenza di un divario, tecnologico e non solo,

dell’Italia rispetto agli altri paesi. Colmare questo gap diventa fondamentale per lo sviluppo

economico e sociale, a maggior ragione in uno scenario di mercato come quello attuale.

Vi è, tuttavia, consapevolezza sia sulla necessità di agire sull’innovazione per modernizzare la

Pubblica Amministrazione e il sistema nel suo complesso, sia sul ruolo propulsore che le tecnologie

ICT possano avere in questo percorso.

Le iniziative previste dal Governo, accompagnate da interventi sui processi che possano garantire

integrazione, interoperabilità tra enti e replicabilità di eccellenze, possono effettivamente porre le

condizioni perchè l’ICT generi i sui effetti positivi su tutto il sistema:

� contributo alla crescita del PIL;

� opportunità di risparmi e possibilità di liberare risorse finanziarie da destinare allo sviluppo del

sistema imprese e/o al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini;

� maggiore efficienza nei processi interni agli enti pubblici;

� servizi pubblici più rispondenti alle esigenze di cittadini e imprese.

Casi concreti dimostrano come un percorso innovativo si possa realmente intraprendere, ottenendo

risultati significativi e ripetibili in contesti pubblici simili.

Il supporto di cui la Pubblica Amministrazione necessita, in questo contesto, non può essere solo

tecnologico. La Pubblica Amministrazione ha bisogno di partner disposti a condividere un percorso

evolutivo, eventualmente definito in maniera congiunta, e abbiano le competenze, anche

tecnologiche, per poterlo fare.

Di conseguenza, il sistema dell’offerta ICT non può essere basato solo su soluzioni tecnologiche,

deve rendersi disponibile alla collaborazione e alla condivisione dell’investimento.

Aprile 2009

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IBM, pienamente consapevole di questo, sulla base di esperienze maturate in altri paesi, vuole

proporre un modello di innovazione e modernizzazione che può rappresentare un riferimento

importante, anche per la nostra Pubblica Amministrazione e il nostro sistema Paese.

Il modello, infatti, si basa su due aspetti che rappresentano esigenze fortemente sentite dal nostro

sistema pubblico: la necessità di porre il cittadino al centro delle proprie azioni, la necessità di una

Pubblica Amministrazione più rapida nel rispondere sia alle esigenze di cittadini e imprese, sia alle

evoluzioni (demografiche, ambientali, sociali, tecnologiche) del contesto in cui opera.

Nel modello proposto da IBM, l’adozione delle nuove tecnologie non rappresenta il fine ultimo del

percorso, ma uno strumento che favorisca un miglioramento del contesto pubblico, e non solo.

Le finalità del modello, allineate alle attuali linee strategiche della Pubblica Amministrazione, lo

rendono applicabile anche nel nostro Paese.

Aprile 2009

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