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LINEE GENERALI DI ASSETTO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO (MINCIO)

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LINEE GENERALI DI ASSETTO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO

(MINCIO)

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 1

4. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

4.1 Caratteristiche generali

4.1.1 Inquadramento fisico e idrografico

Il bacino del Mincio (Sarca - Mincio) ha una superficie complessiva di circa 3.000 km2 (4% della superficie complessiva del bacino del Po), di cui il 74% in ambito montano. Il corso del fiume Mincio è compreso all’interno del “Parco Naturale Mincio”, Ente della Regione Lombardia istituito per la salvaguardia delle valenze naturalistiche e paesaggistiche delle aree adiacenti al corso d’acqua. L’area di competenza del Parco si estende in territorio lombardo, dal comune di Ponti sul Mincio fino all’immissione nel fiume Po, nei comuni di Bagnolo San Vito e Sustinente.

Il Mincio presenta un regime idraulico fortemente condizionato dalle capacità di laminazione del lago di Garda, di cui è emissario, determinate dalla considere-vole superficie liquida rispetto agli afflussi del bacino proprio. L’Adige si connette al lago di Garda tramite la galleria Mori-Torbole, dimensionata per la diversione nel Garda di una portata di 500 m3/s. Il campo di variabilità delle portate del corso d’acqua risulta inoltre molto contenuto anche grazie alla regolazione effettuata dalla traversa di Salionze ubicata a valle di Peschiera del Garda. La regolazione avviene tramite 3 paratoie centrali, ciascuna di altezza pari a 3,2 m e larghezza pari a 10,5 m che consentono una portata massima di rilascio a valle pari a 200 m3/s.

Il sistema di regolazione definisce lo schema delle portate massime ammissibili per diversi tratti del corso d’acqua: 200 m3/s fino a Pozzolo; 70 m3/s da Pozzolo a Sacca; 50 m3/s a valle di Sacca. A tal fine sono stati realizzati dei canali scolmatori che entrano in funzione per garantire il non superamento dei suddetti valori. Il primo, lo scaricatore Pozzolo-Maglio, con capacità massima di 130 m3/s, deriva le portate eccedenti presso Pozzolo e prosegue in direzione sud. Nei pressi di Maglio si immette nello scolmatore denominato “Diversivo Mincio” che deriva la portata massima di 20 m

3/s all’altezza di Sacca. A valle della

confluenza dello scaricatore Pozzolo-Maglio, il diversivo riceve i deflussi delle acque basse dei territori in sinistra Mincio, posti a nord di Mantova, eseguendo il by-pass della città e reimmettendosi nel Mincio a monte di Formigosa.

La suddetta regimazione dei deflussi può venire alterata dagli apporti della rete minore che confluisce nel Mincio tra Pozzolo e Grazie. Si tratta in particolare dei

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2 Autorità di bacino del fiume Po

deflussi provenienti dai bacini dei canali Birbesi, Goldone, Solfero e fosso Osone (Osone Vecchio e Osone Nuovo). Capaci di produrre una portata di piena complessiva dell’ordine di 80 m3/s; tali apporti si ripercuotono sfavorevolmente sull’equilibrio e il buon funzionamento del sistema idraulico di difesa della città Mantova.

Giunto in prossimità di Mantova, il Mincio risente dell’effetto di rigurgito prodotto dai laghi che cingono a nord-est la città, dividendosi in più rami e formando la fascia palustre denominata “Vallazza” di notevole interesse ambientale.

I laghi di Mantova si estendono tra gli abitati di Curtatone e Formigosa e sono denominati rispettivamente, procedendo da monte verso valle, lago “Superiore”, “Di Mezzo” ed “Inferiore”. Segue la già citata zona lacustre di “Vallazza”. I laghi sono formati dalla presenza di tre dighe che operano la regolazione dei livelli tra monte e valle. Il lago “Superiore” e quello “Di Mezzo” sono separati dalla diga dei Molini, su cui corrono la S.S. 62 e la linea ferroviaria Modena-Verona. La diga di S. Giorgio, su cui corre la S.S. 10, e la diga Masetti, che ospita la S.P. 28 e la linea ferroviaria Mantova-Padova, separano rispettivamente il lago Di Mezzo dall’Inferiore e l’Inferiore dalla Vallazza. La regolazione dei livelli effettuata alla diga dei Molini determina un dislivello di 3÷3,5 m rispetto alla quota dei laghi di Mezzo e Inferiore, mediamente pari a 14÷14,5 m s.m..

Dalla Vallazza si diparte lo scaricatore che collega, tramite un manufatto regolatore, i laghi di Mantova con il canale navigabile Fissero-Tartaro; il canale, una volta in esercizio, collegherà a sua volta il “Vallazza-Formigosa” con il Canalbianco. Poco dopo il nodo di derivazione dalla Vallazza è ubicata la botte a sifone di Formigosa, in grado di smaltire oltre 300 m3/s, attraverso la quale il Diversivo Mincio sottopassa il canale Fissero-Tartaro.

Per prevenire i problemi derivanti dalle piene del Po che risalgono a monte lungo il Mincio, lo sbarramento-fornice di Formigosa permette, a paratoia chiusa, di disconnettere il livello idrico dei laghi di Mantova da quello del Mincio di valle e, quindi, del Po. A fornice chiuso viene attivato l’impianto di solleva-mento di Valdaro, costituito da 38 pompe, di potenzialità pari a circa 50 m3/s.

Ai fini delle analisi conoscitive e della successiva delineazione degli interventi di Piano, il bacino idrografico del Mincio viene suddiviso nell’asta principale del Mincio e nel bacino montano.

Il quadro conoscitivo e di valutazione dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore è stato definito, in maggior dettaglio, separatamente per i sottobacini del Benaco, del Mincio e del Sarca.

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4 Autorità di bacino del fiume Po

4.1.2 Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato

4.1.2.1 Caratteri generali del bacino del fiume Mincio

In area lombarda il Mincio scorre dal Lago di Garda al Po all’interno di un alveo dapprima ben definito e poi sempre più ampio con tendenza all’impaludamento più a valle, sino all’espansione nel sistema lacustre di Mantova, scomposto in tre bacini, Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore. Il Mincio prosegue poi con un alveo di pianura, interamente canalizzato entro alti argini, sino allo sbocco nel Po. Paesaggisticamente l’ambito fluviale risulta essere articolato in cinque aree:

a) collinare: dal confine settentrionale fino a Volta Mantovana con presenza di colline moreniche intervallate da aree leggermente ondulate o pianeggianti, da conche e da vallecole. La Valle del Mincio è fortemente incassata, terrazzata e meandriforme con presenza di meandri sospesi;

b) pedecollinare: si estende da Volta Mantovana a Goito. E’ dominata dalla valle fluviale del Mincio, ben delimitata da terrazzi di vario ordine. Il letto del fiume è abbastanza largo, piatto ciottoloso e con alcuni isolotti (isole di Massimbona, di Corte Dossi e di Torre). I segni dell’attività estrattiva sono diventati una componente del paesaggio che risulta profondamente modificato nelle sue caratteristiche geomorfologiche;

c) alta pianura: a sud di Goito la valle del Mincio si allarga ed è sempre delimitata da terrazzi. La costruzione di argini, la regimentazione delle acque e la bonifica hanno reso possibile l’utilizzo agricolo di questa fascia anche se in zone limitate cresce ancora la vegetazione spontanea. Anche in questo caso l’attività estrattiva ha interessato aree molto estese sia sotto che sopra falda. In questa zona è compreso, con tutta la sua importanza naturalistica, il Bosco Fontana;

d) lacustre: la conca lacustre si apre a Rivalta e prosegue oltre Mantova circondando la città a nord e ad est, articolandosi in tre bacini: il Lago Superiore, le cui sponde sono morfologicamente asimmetriche; il Lago di Mezzo e quello Inferiore le cui rispettive sponde sono state spesso modifica-te dall’azione dell’uomo;

e) Mincio Inferiore: è l’area occupata del fiume a sud di Mantova fino alla confluenza con il Po. L’alveo è limitato da arginature di contenimento delle piene del Po.

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Tra le aree di interesse naturalistico di eccezionale valore si segnalano: il Parco Regionale dell’Alto Garda Bresciano; il Lago di Garda; e il Parco Regionale del Mincio.

In particolare proprio per questo ultimo ambito, notevole importanza floristica rivestono le zone umide delle valli del Mincio, di notevoli dimensioni, dichiarate di importanza internazionale e dei laghi di Mantova, in cui sono presenti estesi canneti e una tipica vegetazione acquatica. Un’annotazione a parte merita la riserva naturale del Bosco della Fontana che, creata dai Gonzaga nel 1615, rappresenta oggi un ben conservato relitto delle foreste caducifoglie planiziarie.

Tra la fauna va segnalata la presenza della lontra nella zona delle valli.

Elementi di valore paesaggistico e artistico sono presenti in tutto il territorio del Parco. Fra essi, il santuario di Santa Maria delle Grazie del ‘400, presso Curtatone, e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di poco più recente. Di non minore importanza la Villa della Bertone, con parco, e la palazzina del Bosco della Fontana, costruita sul finire del 1500 dai Gonzaga. L’area ha anche rilevanti interessi archeologici, storici, culturali.

Un ruolo eccezionale assume in particolare la città di Mantova in quanto sito con numerose emergenze storico-culturali: tra i suoi maggiori monumenti si ricordano il Palazzo Ducale, il Duomo ed il Palazzo del Te, in cui si trovano opere di artisti quali Mantegna, Giulio Romano e Pisanello.

La parte sud-orientale e orientale del bacino del Mincio caratterizzato fortemente dal Lago di Garda si sovrappone amministrativamente al limite provinciale veronese.

I principali elementi paesaggistici riscontrabili sono:

• l’ambito del Garda costituito dal grande corpo idrico di origine glaciale e dai rilievi montuosi che lo circondano, caratterizzati dalla presenza di vegetazio-ne spontanea di tipo mediterraneo da colture agrarie di pregio e dagli insediamenti storici accentrati e sparsi che contribuiscono alla formazione di un paesaggio ricco e differenziato;

• il sistema prealpino costituito dalla possente dorsale del Monte Baldo caratterizzato da ambiti e peculiarità di versante fortemente asimmetrici;

• il sistema collinare con le colline moreniche del Garda e le colline veronesi;

• il sistema planiziale della fascia fluviale del Mincio e della pianura, rap-presentative della più antica e sistematica azione di trasformazione antropica in cui lo sviluppo insediativo ha avuto maggiore intensità e

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6 Autorità di bacino del fiume Po

diffusione, comprendendo anche le azioni di bonifica (anche recente) che connotano il paesaggio dei grandi spazi aperti.

L’ambito del Mincio Veneto annovera tra le aree di interesse naturalistico di eccezionale valore il Monte Baldo, mentre di interesse paesaggistico è la antica carrozzabile della “strada dei colli”, che collega le confinanti zone bresciane e veronesi, nel quale il rigore della trama viaria e insediativa tipico della pianura si stempera nella fusione tra costruito e paesaggio.

Il corso del Mincio dal Garda sino a Pozzolo nel frequente sconfinamento dai rispettivi ambiti regionali è caratterizzato da importanti manufatti storico-culturali tra cui si segnalano:

• zona monumentale e Torre di San Martino della Battaglia dedicata a Vittorio Emanuele II e inaugurata nel 1893, sorta a ricordo della vittoria riportata dai Piemontesi sugli Austriaci il 24 giugno 1859. All’interno è decorata con affreschi e tele di soggetto storico e celebrativo;

• Olfino, con la Chiesa della Trinità, ricca di stucchi barocchi;

• Monzambano, con l’alto recinto del Castello eretto dai Veronesi nel secolo XII. In posizione eminente sulla valle del Mincio, la Parrocchiale, costruita in maestose e nitide forme settecentesche;

• Ponti sul Mincio, con i resti del castello medievale a recinto, di fondazione scaligera, di cui rimangono la torre principale e parte della cortina muraria con cinque torri angolari;

• Pozzolengo, con resti della rocca medievale, con torri angolati cilindriche. Notevole la Parrocchiale del secolo XVI.

4.1.2.2 Caratteri generali del bacino del fiume Sarca

Il bacino del Sarca fa parte, insieme a quello del vicino Chiese, fino alla gola di Limarò, della regione detta delle Giudicarie. Il fiume Sarca si forma nella conca di Pinzolo, per scendere nella valle Rendena con andamento nord-sud, lasciandosi ai fianchi i due gruppi montuosi dell’Adamello e del Brenta, lascia la zona delle Giudicarie, entra nella Valle dei laghi e scende sino ad immettersi nel Lago di Garda.

Il comprensorio vallivo delle Giudicarie, oltre ad essere amministrativamente il più vasto e uno dei meno popolati dell’intera provincia trentina, è un’area paesaggisticamente e culturalmente piuttosto unitaria, pur avendo importanti discontinuità geomorfologiche e comunque di notevolissimo interesse.

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I massicci, le valli ed i laghi glaciali sparsi nelle conche limitrofe, terminano con depositi morenici e terrazzamenti alluvionali di notevole dimensione che caratterizzano fortemente il paesaggio.

Nel bacino del Sarca ricade una porzione alquanto significativa del Parco Naturale Adamello-Brenta pari a oltre il 58% del totale; a essa si aggiungono 6 biotopi corrispondenti prevalentemente a zone umide e torbiere, residui delle originarie zone di tipo palustre, assai più estese, drasticamente ridotte da consistenti opere di bonifica svolte in passato.

Tra le aree di interesse naturalistico di eccezionale valore si segnalano appunto il già menzionato Parco Naturale Provinciale Adamello-Brenta e i biotopi di Fiavé e di Lago Toblino.

Tra i principali ambienti di interesse paesaggistico si segnala: l’ambiente del fiume Sarca, la valle dei laghi, l’alto Garda. La fascia lungo il Sarca è di notevole interesse paesistico per la presenza di numerosi spazi liberi, anche vasti che si alternano a cospicue macchie boscate.

Un cenno particolare meritano la piana di Caderzone che è l’unico e significativo ambiente a prato che rimane lungo la Val Rendena fino a Tione; i prati tra Pelugo e Bozzago che comprendono la chiesa di S. Antonio; i prati attorno a Bolbeno, Zuclo, Giugià e Saone, con il tipico modello insediativo tradizionale, con piccoli nuclei ben distinti e compatti che ancora non risentono della pressione insediativa derivante dalla vicina Tione di Trento.

Gli elementi che contribuiscono a rendere unica e di grandissimo valore la Valle dei Laghi sono innumerevoli: dagli aspetti naturalistici, come le ricchezze di laghi, di morene, il fiume Sarca quale elemento unificante, le catene montuose prealpine, il fenomeno grandioso delle Marocche (tra Drena e Cavedine), agli aspetti storico-culturali quali i ritrovamenti archeologici, i manufatti storici (come il Castello di Drena), i nuclei piccoli, compatti e ben conservati (come Braila, Troiana, Padaro, Calvola, Ville del Monte, Campi).

L’ambiente dell’Alto Garda ha peculiarità di assoluto rilievo nazionale. Monti dai versanti ripidissimi e acque profonde del lago costituiscono un ambiente estremamente caratterizzato: verso oriente nella zona dove si inerpica la strada panoramica per la Val di Ledro; verso nord, con l’emergenza del Monte Brione che spicca nella piana di Riva del Garda e Arco; verso occidente con i versanti che portano al monte Altissimo di Nago e al Baldo.

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8 Autorità di bacino del fiume Po

4.1.3 Aspetti geomorfologici e litologici

Nel seguito si descrivono le principali caratteristiche geolitologiche del bacino con particolare attenzione verso quei litotipi che per le proprie caratteristiche geomeccaniche manifestano alti gradi di erodibilità e/o propensione a dissesti gravitativi; fra parentesi si indica la sigla del litotipo riportata nella cartografia di Piano alla scala 1:250.000 della Geolitologia.

Il bacino idrografico del fiume Mincio, è suddiviso dal lago di Garda in due sottobacini, del Mincio a valle e del Sarca a monte.

Litologicamente la parte a valle della linea che collega le località di Salò e di Garda, e per tutto il tratto sublacuale, è caratterizzata da cospicui depositi glaciali e fluvioglaciali (DGL), da depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni (DCG) e, nella parte più bassa del bacino, da depositi quaternari a alluvioni fluviali e lacustri (AFL).

Nel tratto a monte della suddetta linea, per tutta l’area sopralacuale, i litotipi maggiormente rappresentati sono litoidi sedimentari massivi con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LMS, LDS).

Nell’area a ponente della linea tra le località di Tione e Madonna di Campiglio, nel sottobacino del Sarca, i litotipi maggiormente rappresentati sono litoidi ignei massivi e litoidi metamorfici con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LMI, LDI, LDM).

In subordine si trovano depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni (DCG), modesti affioramenti presso le località di Stènico e di Tione; depositi glaciali e fluvioglaciali (DGL), distribuiti su tutto il bacino, ma in particolare nell’area di monte; depositi eterogenei di versante e di trasporto torrentizio (DEV) e terreni a comportamento plastico (TCP).

4.1.4 Aspetti idrologici

4.1.4.1 Caratteristiche generali

Le caratteristiche idrologiche dell’alto bacino (Sarca) sono di tipo pluviometrico continentale, mentre quelle del lago di Garda e del Mincio sono di tipo sub-litoraneo padano. Il primo presenta un massimo estivo e un minimo invernale, rispettivamente dell’ordine dei 105-110 mm e 45-55 mm. Il secondo, due mas-simi e due minimi sostanzialmente equivalenti. I massimi primaverili e autunnali hanno valori medi mensili dell’ordine di 80-85 mm di pioggia, i minimi estivi e

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invernali dell’ordine dei 62 mm. Il totale delle precipitazioni medie annue oscilla tra i 995-1.050 mm per il Sarca e il Garda e di circa 850 mm per il Mincio.

4.1.4.2 Portate di piena e piene storiche principali

I valori storici delle portate di piena sono elencati in Tab. 4.1.

Tab. 4.1. Valori delle portate di piena storiche nel bacino del Sarca-Mincio

Sezione Superficie Hmedia Hmin Qmax qmax Data km2 m s.m. m s.m. m3/s m3/s km2 Nambron 21,2 2.329 - 70 3,30 17/09/1960 Monzambano 2.350,0 966 - 163 0,07 13-14/11/1960

Numerosi eventi alluvionali hanno interessato il bacino del sistema Sarca-Benaco-Mincio negli ultimi 200 anni. In ordine cronologico i più importanti sono:

• 1801 piena di notevole entità sul Po con allagamenti particolarmente gravi nel Mantovano e nel Reggiano (novembre),

• 1807 piena sul Po con rotta in sinistra a Serravalle e Sustinente e contemporanee rotture degli argini sul Mincio e sull’Oglio (1-2 dicembre),

• 1879 allagamenti del Mincio a Mantova,

• 1906 alluvione nel bacino del Sarca (novembre),

• 1928 alluvione nel bacino del Sarca (novembre),

• 1951 allagamenti nel basso mantovano ad opera del Mincio (novembre). L’evento di piena del novembre 1951, generalmente conosciuto come “alluvione del Polesine”, fu caratterizzato da piogge di intensità non particolarmente elevata, con poche eccezioni relative soprattutto al settore piemontese, ma particolarmente persistenti e distribuite su tutto il bacino. Con riferimento agli affluenti del tratto intermedio, le esondazioni più gravi si verificarono sul Mincio e sul Crostolo in prossimità del nodo di confluenza a causa del rigurgito provocato dalla piena del Po. Con l’eccezione del solo Tanaro, gli affluenti maggiori del Po non presentarono in quella occasione portate di eccezionale rilevanza, a conferma che la piena del Po fu causata dalla concomitanza dell’evento su tutto il bacino piuttosto che dalla sua intensità. La piena sul Po in realtà fu causata da due consecutivi eventi pluviometrici, avvenuti nello spazio di alcuni giorni e separati da un breve intervallo in cui le precipitazioni, pur non interrompendosi del tutto, si attenuarono notevolmente. Le precipitazioni massime sono state registrate

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l’8-9 novembre, per quanto riguarda il primo evento, con massime intensità nella zona lombardo-emiliana del bacino e il 12-13 novembre, con piovosità più intensa sul settore piemontese. I principali centri di pioggia sono stati localizzati nella fascia prealpina che va dalla Dora Baltea al Lago di Como e lungo lo spartiacque appenninico con punte sull’intero periodo di oltre 500 mm. I valori minimi, invece, sono stati registrati nelle zone di pianura, soprattutto nella fascia compresa tra l’Enza e il Panaro (ad esempio solo 24 mm a Modena). Il particolare andamento delle piogge ha fatto sì che almeno nel tratto piemontese l’idrogramma di piena del Po presentasse 2 picchi distinti, che rispecchiavano l’andamento dei due distinti eventi pluviometrici. Già a Piacenza tuttavia l’idrogramma mostrava un solo picco.

• 1960 allagamenti dei paesi rivieraschi del Lago di Garda (settembre),

• 1966 alluvione nel bacino del Sarca (3-4 novembre).

4.1.5 Assetto morfologico e idraulico

4.1.5.1 Caratteristiche generali

Da Peschiera del Garda al ponte stradale di Pozzolo il Mincio ha una struttura unicursale e andamento prima meandriforme, fino a Valeggio sul Mincio, quindi sinuoso. Tutto il tratto è strettamente vincolato dalla presenza di opere di difesa e di arginature. Si rileva la presenza di paleoalvei sinuosi e meandriformi, sia in destra che in sinistra, spesso fiancheggiati dalle relative scarpate di erosione fluviale. Localmente (loc. Foroni) le scarpate di erosione fluviale delimitano più superfici terrazzate dalla tipica morfologia prodotta dall’attività erosiva delle sponde esterne dei meandri.

Dal ponte stradale di Pozzolo a Rivalta l’alveotipo meandriforme assume struttura unicursale alternata a tratti pluricursali con isole stabili. Le opere di difesa sono saltuarie, localizzate in prossimità di infrastrutture. La presenza di antichi paleoalvei meandriformi testimonia una morfologia pregressa più sinuo-sa di quella attuale, con larghezze di meandro più ampie. È presente un orlo di terrazzo continuo in destra, mentre in sinistra degrada fino all’altezza di Morengo.

Da Rivalta all’immissione nel lago Superiore di Mantova il Mincio ha un alveotipo da sinuoso a meandriforme, fiancheggiato da una fitta rete di canali e rogge (che formano una fascia palustre) e da una scarpata di erosione fluviale continua. I paleoalvei distano qualche chilometro dal corso attuale.

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Da Pietole Vecchia al ponte della SP 33 di Governolo il corso d’acqua presenta un alveotipo unicursale meandriforme fortemente vincolato da arginature ravvicinate. A sud di Mantova è visibile un esteso paleoalveo meandriforme.

Dal ponte della SP 33 di Governolo alla confluenza in Po l’andamento è debolmente sinuoso, vincolato dalla presenza dei rilevati arginali. Nel settore di confluenza le forme relitte del Mincio si confondono con quelle del Po, in particolare si osserva un probabile pregresso punto di confluenza presso Correggio Micheli.

4.1.5.2 Fenomeni di erosione spondale

L’elevato grado di artificializzazione determinato dalle diffuse opere di contenimento dei livelli e di protezione spondale e la regimazione delle portate fanno sì che in tutto il tratto da Peschiera fino ai laghi di Mantova siano di fatto trascurabili i fenomeni di erosione spondale. Questi si riscontrano più a valle, nel tratto da Formigosa all’immissione in Po, dove il corso d’acqua è delimitato in maniera continua dalle arginature in froldo; sono dovute sia a fenomeni connessi con l’evoluzione della morfologia dell’alveo, anche in relazione all’abbassamento di fondo subito dal Po in corrispondenza della confluenza, sia al passaggio di natanti di grandi dimensioni (bettoline per trasporto commerciale) che determina oscillazioni del livello idrico dannose nei riguardi della stabilità delle sponde.

L’aspetto più preoccupante del fenomeno è costituito dal fatto che spesso i fenomeni erosivi interessano sponde con argini in froldo le cui condizioni di stabilità strutturale possono essere compromesse.

4.1.5.3 Tendenza evolutiva

Il corso d’acqua risulta generalmente stabile sia per quanto concerne l’assetto planimetrico sia per quello longitudinale.

Fanno eccezione due situazioni in cui si riscontra un apprezzabile tendenza all’abbassamento del profilo di fondo. Queste sono localizzate a valle del ponte di Pozzolo e nel tratto a monte del nodo di confluenza in Po.

In corrispondenza del ponte stradale di Pozzolo si osserva un rilevante scalzamento delle fondazioni delle spalle del ponte, determinato da un abbassamento del profilo di fondo valutabile in circa 1.0 m.

Il fenomeno di erosione di fondo alveo che interessa il Po in prossimità del nodo di confluenza del Mincio, si ripercuote nel settore di foce di quest’ultimo fino

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all’altezza del ponte stradale di Governolo, in corrispondenza del quale si osserva infatti un modesto scalzamento delle pile di fondazione.

4.2 Quadro dei dissesti

4.2.1 Quadro dei dissesti sul corso d’acqua principale

I dissesti sul Mincio risultano di lieve entità e circoscritti a poche situazioni. Afferiscono essenzialmente ai fenomeni di erosione spondale e di abbassa-mento di fondo che provocano problemi a danno delle infrastrutture e soprattut-to alle opere idrauliche; i fenomeni sono localizzati nel tratto da Formigosa all’immissione in Po e interessano le arginature in froldo che delimitano in maniera continua il corso d’acqua.

I problemi provocati dalla tendenza all’abbassamento del profilo di fondo sono localizzati a valle del ponte di Pozzolo e nel tratto a monte della confluenza in Po. In corrispondenza del ponte stradale di Pozzolo si osserva un rilevante scalzamento delle fondazioni delle spalle del ponte, mentre l’erosione di fondo alveo che interessa il Po in prossimità della confluenza del Mincio, si ripercuote nel settore di foce, fino all’altezza del ponte stradale di Governolo, in corrispon-denza del quale si osserva un modesto scalzamento delle pile di fondazione.

4.2.2 Quadro dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore

Come indicatori di dissesto vengono presi in considerazione i fenomeni gravitativi che interessano i versanti e i processi fluvio-torrentizi sui corsi d’acqua; rientrano nel primo caso le frane e le valanghe mentre per il secondo caso si fa riferimento alle esondazioni, ai processi di erosione di sponda e di fondo e ai fenomeni di sovralluvionamento e/o di trasporto di massa in corrispondenza delle conoidi.

La Tab. 4.2. evidenzia i valori che esprimono, in sintesi, e caratterizzano i diversi fenomeni di dissesto. Si tratta perlopiù di movimenti legati alla gravità, frane e valanghe; seguono il dissesto sulla rete idrografica e sulle conoidi e gli episodi di esondazione dei corsi d’acqua.

I fenomeni franosi più frequenti sono frane per crollo e ribaltamento (circa il 50% dei casi), seguiti dalle frane con meccanismo evolutivo complesso (circa il 10%) e dalle colate in roccia; molti i fenomeni non classificati (più del 20%). Il bacino del Sarca presenta un territorio in generale mediamente franoso, nel quale si possono individuare aree maggiormente soggette a instabilità; i più

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 13

frequenti dissesti di versante si localizzano nella porzione mediana del bacino e in particolare in sinistra, sulle pendici orientali del Gruppo del Brenta, nel territorio dell’omonimo Parco. Sul bacino del Garda (Benaco) possono essere individuate due aree contigue interessate da frequenti movimenti franosi; il tratto di Lago tra Gargnano e Limone sul Garda e l’alto Lago, che comprende i territori a monte di Riva del Garda e i comuni rivieraschi della testata del lago.

Diffusi eventi valanghivi sono localizzabili nel sottobacino del Sarca, in special modo sulle pendici meridionali della Presanella, dell’Adamello e sulle pendici occidentali del Gruppo del Brenta.

I fenomeni di dissesto lungo i corsi d’acqua maggiormente incidenti sono le erosioni di sponda e di fondo e i sovralluvionamenti, seguiti dalle esondazioni e dai dissesti di conoide. Si localizzano alla testata della valle del Sarca, nel tratto mediano dopo la confluenza del torrente Arnò ed episodicamente all’altezza di Drò. Nel sottobacino del Garda sono interessati i territori a monte di Riva del Garda e del Lago di Ledro. Le esondazioni si concentrano principalmente nel tratto montano dell’asta principale del Sarca, a monte della confluenza dell’Arnò; l’incidenza diminuisce nel tratto a valle del P.te del Gobbo; per l’area del Garda si può ricordare la val di Ledro. I dissesti di conoide interessano il sottobacino del Garda in sponda sinistra, sulla quale si possono distinguere due aree distinte, quella intorno a Limone e il territorio tra Gargnano e Salò.

Tab. 4.2. Superfici in dissesto relative a conoidi, esondazioni, frane, corsi d’acqua soggetti ad erosione e/o sovralluvionamento, numero dei corridoi di valanga (valori riferiti al settore montano) Sottobacino Superficie Superficie

settore montano

Conoide Esondazione Erosione Sovralluvion.

aste

Franosità osservata

Franosità potenziale

Valanghe

km2 km2 km2 km2 km km2 km2 Numero Sarca 1.036 1.036 0 3 75 10 32 358 Benaco 1.184 1.184 4 1 49 4 15 63 Mincio 778 0 0 0 0 0 0 0 Totale 2.998 2.220 4 4 124 14 47 421

4.2.3 Stima della pericolosità a livello comunale

La Tab. 4.3. riporta, per il bacino del Mincio nel suo insieme, il numero dei comuni soggetti alle diverse classi di pericolosità.

Tab. 4.3. Numero e percentuale di Comuni per classe di pericolosità

Classe di pericolosità Moderata Media Elevata Molto elevata

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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

14 Autorità di bacino del fiume Po

Sottobacino No Comuni No % No % No % No %

Sarca - Mincio 97 19 19,6 42 43,3 18 18,6 18 18,6

La valutazione delle pericolosità riflette quanto evidenziato dal quadro dei dissesti: medi livelli di pericolosità per frana caratterizzano generalmente tutto il territorio montano del bacino; su alcune aree circoscritte il livello di pericolosità è da elevato a molto elevato; alti livelli di pericolosità per esondazione interes-sano i comuni di pianura lungo l’asta principale mentre un’alta pericolosità riferita al dissesto della rete torrentizia si localizza nella porzione montana.

Elevata pericolosità riguardo ai fenomeni valanghivi caratterizza il sottobacino del Sarca.

4.3 Livello di protezione esistente sull’asta principale

Il tratto di monte, da Peschiera del Garda a Valeggio sul Mincio (località Borghetto), risulta fortemente artificializzato per la presenza di opere idrauliche di diverso tipo, di contenimento dei livelli, di protezione delle sponde e di stabilizzazione del fondo alveo. Dette opere sono state realizzate in epoche successive, a partire dal XV secolo, quando i Visconti fecero erigere un ponte-diga in corrispondenza dell’abitato di Borghetto. Tali opere delimitano la sezione di deflusso che si presenta di forma regolare, con le sponde protette da muri in pietra, ovvero da massi. Gli argini presenti nel tratto, protetti anch’essi con massi di pietrame, si elevano rispetto al piano di campagna per circa 1 m, con un dislivello rispetto al fondo alveo variabile tra 2 e 4 m.

I più importanti attraversamenti stradali e ferroviari sono rappresentati dal ponte ferroviario della linea Milano - Venezia, dal ponte della S.S. 11, dal viadotto dell’autostrada A4, dal ponte stradale di Monzambano, dal ponte dei Visconti a monte di Borghetto, dal ponte in legno e pietra a Borghetto.

Altrettanto numerose sono le opere trasversali in alveo che definiscono abbastanza stabilmente il profilo di fondo del corso d’acqua. Tra queste riveste particolare importanza la traversa di Salionze, che opera la regolazione dei livelli idrici del Garda (con escursioni di circa 1 m) sia per consentire le derivazioni irrigue e industriali sia per il controllo della portata rilasciata a valle.

Più a valle, in corrispondenza della traversa di Valeggio sul Mincio, la difesa del centro abitato di Borghetto è realizzata tramite la derivazione delle portate verso un canale diversivo in destra, che si ricongiunge al Mincio dopo uno sviluppo di circa 1 km. All’altezza di Valeggio alcune soglie presenti tra il ponte-diga dei

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 15

Visconti e l’attraversamento stradale di Borghetto realizzano la stabilizzazione del fondo alveo.

Il tratto dalla località Borghetto di Valeggio sul Mincio a Pozzolo, analogamente al precedente, è caratterizzato dalla presenza continua di opere longitudinali e trasversali che vincolano il corso d’acqua. Il fiume si presenta completamente arginato su ambedue le sponde, con una sezione di deflusso costantemente regolare. Gli argini, protetti lato fiume con pietrame, hanno altezza media sul fondo alveo di circa 2 m e sul piano campagna di 1 m. Alcune soglie in calcestruzzo stabilizzano il fondo alveo in più punti. Nel tratto sono inoltre presenti due traverse: la prima, ubicata circa 1 km a monte dell’attraversamento stradale di Pozzolo, è asservita a una derivazione industriale, la seconda, posta poco a valle del suddetto attraversamento, serve per la deviazione delle portate di piena allo scaricatore artificiale Pozzolo-Maglio. Si riscontrano fenomeni erosivi ai danni delle fondazioni delle spalle dell’attraversamento stradale di Pozzolo.

Nel tratto successivo, fino a monte di Mantova, si hanno opere solo in corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati. All’altezza di Sacca è ubicato l’imbocco dello scolmatore “Diversivo Mincio”. I principali attraversa-menti stradali presenti nel tratto sono ubicati a Goito: il ponte della Gloria (S.S. 236), le cui pile in alveo mostrano segni di scalzamento delle fondazioni, e il ponte-traversa posto più a valle, che regola i deflussi rilasciati nell’alveo, deviandoli in parte, come già accennato, nel Diversivo Mincio.

La regolazione delle portate e il discreto stato di conservazione delle opere garantiscono un soddisfacente grado di protezione dalle inondazioni per tutto il corso del fiume da Salionze fino a valle di Sacca. Pur non costituendo un pericolo per le aree limitrofe al corso d’acqua, peraltro destinate prevalente-mente a uso agricolo, gli apporti dei colatori secondari a monte di Mantova determinano un’alterazione della regimazione del Mincio capace di compromet-tere la sicurezza idraulica della città1.

Sul tratto finale, da Mantova all’immissione in Po, i rischi idraulici del capoluogo sono determinati essenzialmente dal rigurgito delle piene del Po e, in misura minore, dai deflussi del Garda-Mincio. Lo schema di difesa idraulica di Mantova si basa sui seguenti elementi principali:

1 Come si vedrà nelle linee di intervento, per il controllo di questi apporti il Piano prevede la

realizzazione di due canali diversivi, rivolti a deviare tali deflussi in parte nel fiume Oglio (Canale di Nord-Ovest), in parte nel Diversivo (Canale di Nord-Est)

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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

16 Autorità di bacino del fiume Po

• arrestare i livelli idrici di rigurgito di Po mediante il fornice di Formigosa2;

• smaltire, in condizioni di piena di Po, le acque locali provenienti da monte nel canale Fissero-Tartaro, tramite l’impianto di sollevamento di Valdaro e in futuro tramite un collegamento diretto con il canale, avente anche funzione di conca di navigazione.

A valle del nodo idraulico di Formigosa, il corso del Mincio è fortemente vinco-lato dalle arginature ubicate quasi sempre in froldo al corso d’acqua. Lungo il tratto sono presenti gli attraversamenti dell’autostrada A22 del Brennero, in prossimità di Bagnolo San Vito, e della S.P. 33, in prossimità di Governolo. Circa 1 km a valle dell’attraversamento di Pietole è ubicata la traversa di Governolo e l’adiacente conca di navigazione. In prossimità dell’immissione nel fiume Po, in sinistra idraulica, è presente il canale artificiale in cui è ubicata la conca di S. Leone che mette in comunicazione il Po con il Canalbianco.

In sintesi i manufatti idraulici principali lungo il corso del Mincio, che ne determinano il comportamento idraulico sono i seguenti:

• il manufatto regolatore del lago di Garda a Salionze, operante dal 1950, a sostegno delle utenze irrigue e a uso turistico-ricreativo per i fruitori del lago;

• la sistemazione del Mincio da Salionze a Corte Palazzina di Pozzolo per consentire il deflusso della portata massima scaricata (200 m

3/s);

• il canale scaricatore di Pozzolo, che recapita sino a 140 m3/s nel Diversivo

del Mincio nei pressi di Maglio di Soave, costruito nel 1961;

• lo sbarramento di Casale di Goito, da dove viene ripartita la portata defluente, in parte attraverso i laghi di Mantova e in parte nel Diversivo;

• il diversivo del Mincio, utilizzato per evitare piene gravose alla città di Mantova; parte da Casale di Goito, riceve lo scaricatore di Pozzolo al Maglio, bypassa i laghi di Mantova e, prima di sottopassare i botte-sifone il Fissero a Formigosa, riceve in sinistra il Canale Acque Alte;

• la bonifica e la regolazione dei laghi di Mantova e della Vallazza;

• il nodo di Formigosa, con la chiusa e l’impianto di sollevamento di Valdaro; si tratta di una serie di manufatti che costituiscono la chiave di tutto il sistema difensivo di Mantova dalle piene del Po;

2 In occasione della piena del 1951 il livello idrico giunse a quota 21,2 m s.m. a fronte delle

quote della città variabili intorno ai 17,0 m s.m. In quell’occasione la città non venne inondata esclusivamente grazie alle antiche mura perimetrali ed al sistema di chiaviche esistente.

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 17

• il sostegno-scaricatore di Governolo, con annessa conca di navigazione;

• il sistema arginale da valle di Governolo alla confluenza in Po.

4.4 Individuazione degli squilibri

4.4.1 Gli squilibri sul corso d’acqua principale e nei territori di fondovalle

Le situazioni di squilibrio si concentrano in prossimità di Mantova, la cui sicurezza idraulica può risultare compromessa dai seguenti fattori:

• l’alterazione della regimazione del Mincio, provocata dagli apporti dei colatori secondari che confluiscono nel Mincio tra Pozzolo e Grazie (canali Birbesi, Goldone, Solfero e fosso Osone), capaci di produrre una portata di piena complessiva dell’ordine di 80 m3/s;

• le piene del Po che provocano il rigurgito del Mincio fino all’altezza di Formigosa.

In aggiunta alle suddette situazioni si riscontrano gli squilibri provocati dai fenomeni di erosione spondale e di fondo alveo che interessano, rispettiva-mente, le arginature in froldo nel tratto da Formigosa all’immissione in Po e lo scalzamento delle fondazioni dei ponti di Pozzolo e Governolo.

4.4.2 Gli squilibri nei territori collinari e montani

Le principali condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che interessano il torrente Sarca e il reticolo idrografico minore nella parte montana del bacino del Mincio sono da mettere in relazione all’azione erosiva, soprattutto lungo le sponde, e al trasporto solido alimentato in particolare dagli apporti di materiale proveniente dai tributari secondari. L’intero bacino risulta interessato da una importante regimazione idraulica e un capillare monitoraggio condotti da tempo, che hanno conseguito una sostanziale mitigazione dei fenomeni. Oltre al Sarca, i principali corsi d’acqua tuttora interessati dai fenomeni indicati sono il rio Incasola, il rio S. Martino, il rio Bedù di Pelugo.

Per i versanti i problemi prevalenti sono rappresentati dai fenomeni di crollo di materiale roccioso, scivolamento di roccia e/o detrito e dall’accentuazione delle condizioni di instabilità connessa all’attività erosiva dei corsi d’acqua.

I fenomeni valanghivi sono ubicati alle quote medio-elevate in diverse incisioni vallive e non risultano di particolare entità né minacciano direttamente centri

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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

18 Autorità di bacino del fiume Po

abitati, in quanto le aree maggiormente critiche sono già state sottoposte a interventi di sistemazione o di monitoraggio. Solo localmente detti fenomeni interessano infrastrutture viarie o malghe di alta montagna.

Nel settore montano del bacino si conta un numero importante di situazioni puntuali di dissesto (poco più di 200) che interessano poco più di un terzo dei Comuni del bacino; circa 90 i centri abitati interessati da tali dissesti che danno origine a circa 60 interferenze con infrastrutture di viabilità. Tale situazione è in particolar modo evidente nel sottobacino del Sarca e, in subordine, nel Benaco.

4.4.3 Stima del rischio totale a livello comunale

La Tab. 4.4. riporta il numero dei Comuni soggetti a rischio moderato, medio, elevato e molto elevato. Si osserva che i Comuni classificati con rischio da elevato a molto elevato sono all’incirca un terzo, ubicati prevalentemente nella valle del Sarca.

Tab. 4.4. Numero e percentuale di Comuni per classe di rischio

Classe di rischio Moderato Medio Elevato Molto elevato Sottobacino No Comuni No % No % No % No %

Sarca - Mincio 97 21 21,6 43 44,3 21 21,6 12 12,4

4.5 Linee di intervento sull’asta del Mincio

4.5.1 Linee di intervento strutturali

4.5.1.1 Tratto Valeggio sul Mincio - Mantova

Le linee di intervento di seguito indicate rappresentano l’applicazione alla situazione del bacino idrografico del Mincio, quale emerge dalle analisi conosci-tive e dalle elaborazioni condotte, dei criteri generali definiti a scala di intero bacino idrografico del Po, espressi nella Relazione generale. Gli interventi strutturali sull’asta del Mincio sono coerenti con l’assetto di progetto definito nell’ambito della delimitazione delle fasce fluviali e con la relativa regolamenta-zione dell’uso del suolo nella regione fluviale, che rappresenta il più importante intervento a carattere non strutturale per i corsi d’acqua principali.

In relazione alle caratteristiche del corso d’acqua e alle opere di sistemazione e difesa già realizzate, gli interventi strutturali si collocano come integrazione e completamento dell’assetto attuale. La fascia fluviale è definita, per tutto il tratto a monte di Mantova, secondo criteri di carattere naturalistico-ambientale,

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 19

ripercorrendo in pratica la delimitazione della regione fluviale in corso di attuazione da parte del Parco del Mincio.

Le principali linee di intervento riguardano:

• nel tratto Valeggio sul Mincio (località Borghetto) – Pozzolo, la realizzazione di opere di difesa spondale, a carattere locale su entrambe le sponde, con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso;

• nel tratto Pozzolo – Mantova, la realizzazione di opere trasversali di stabilizzazione del profilo di fondo a carattere puntuale.

4.5.1.2 Nodo di Mantova

Gli interventi previsti per la salvaguardia idraulica di Mantova hanno l’obiettivo del contenimento dei livelli idrici dei laghi che cingono la città, (lago “Superiore” entro quota 17,5 m s.m.; laghi “Di Mezzo”, “Inferiore” e “Vallazza” entro quota 14,0÷14,5 m s.m.) anche nell’ipotesi di contemporaneità dei massimi deflussi prevedibili del Po, del Mincio e delle acque basse di Mantova.

È prevista la realizzazione congiunta e coordinata delle seguenti opere:

• realizzazione del Canale scolmatore di Nord-Ovest (C.S.N.O. in località Solarolo, Gazoldo, Redondesco, fiume Oglio) per lo sgrondo dei bacini dei fossi Osone e Marchionale nel fiume Oglio (lunghezza 16 km circa);

• realizzazione del Canale scolmatore di Nord-Est (C.S.N.E. in località Sacca) per lo sgrondo dei bacini dei fossi Birbesi e Goldone nel fiume Mincio, a monte della derivazione del Diversivo Mincio (lunghezza 2 km circa);

• ristrutturazione delle opere civili e idrauliche dei manufatti di regolazione ubicati fra i laghi “Superiore” e “Di Mezzo” in località Diga dei Molini;

• ristrutturazione e consolidamento delle mura perimetrali di Mantova, dalla diga dei Molini al porto Catena, e ristrutturazione degli scarichi e delle chiaviche ubicate lungo il perimetro della città;

• adeguamento delle opere civili e idrauliche dell’impianto di sollevamento di Valdaro;

• realizzazione di un controfornice per raddoppiare il grado di sicurezza garantito attualmente dalla fornice di Formigosa.

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FIG. 4.2. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DELMINCIO DA VALEGGIO SUL MINCIO FINO ALLA CONFLUENZA IN PO

7,5 27,6 22,3

A carattere continuo da Formigosa al Po

A carattere locale

Stabilizzazione del fondo alveo a carattere puntuale

A carattere locale

2,65 km2 35,79 km2 15,64 km2

* Valori stimati

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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio

Autorità di bacino del fiume Po 21

4.5.1.3 Tratto Mantova - Immissione in Po

Le principali linee di intervento riguardano il contenimento dei livelli di piena con tempo di ritorno di 200 anni, tramite adeguamento in quota e sagoma delle arginature esistenti da Formigosa all’immissione nel fiume Po, e la realizzazio-ne di opere di difesa spondale, a carattere locale su entrambe le sponde, con funzione di protezione del piede dei rilevati arginali.

4.5.2 Linee di intervento non strutturali

Il quadro degli interventi strutturali sopra evidenziato va integrato con interventi a carattere non strutturale collegati allo specifico sistema di difesa progettato lungo le aste fluviali. Come detto in precedenza, le modalità di uso del suolo nelle aree delimitate dalle fasce fluviali, costituenti la regione fluviale, sono dettate dalle relative norme e sono coerenti con l’assetto difensivo individuato.

Le fasce fluviali per l’asta del Mincio sono state delimitate nel tratto da Peschiera del Garda alla confluenza in Po.

4.6 Linee di intervento sui versanti e sulla rete idrografica minore

Vengono evidenziate, in questo paragrafo, le linee di assetto da conseguire nel bacino montano (Sarca), in coerenza con le linee di intervento sui versanti e sulle rete idrografica minore delineate a scala di intero bacino idrografico. Per i fenomeni di dissesto di versante e sulla rete idrografica minore, oltre agli interventi a carattere strutturale, le Norme di attuazione contengono gli indirizzi circa la regolamentazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento agli aspetti urbanistici, individuati in funzione dello stato di rischio riscontrato.

Tab. 4.5. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino del Sarca

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Torrente Sarca e rete idrografica minore Il torrente Sarca è soggetto a fenomeni di erosione di sponda e a trasporto solido, alimentato in particolare dagli apporti di materiale proveniente dai tributari. L’entità del trasporto lungo il reticolo secondario è testimoniata dalla vasta distribuzione delle conoidi alluvionali, attive e non, che si raccordano alla valle principale (ad es. presso Pinzolo e presso Pelugo in Val Rendena). L’intero bacino risulta interessato da una importante regimazione idraulica e un capillare monitoraggio condotti da tempo, volti soprattutto alla mitigazione dell’erosione spondale e al controllo del trasporto solido, che hanno dato buoni risultati.

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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

22 Autorità di bacino del fiume Po

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Le linee di intervento sono pertanto rivolte prevalentemente alla integrazione e al completamento degli interventi già realizzati.

Versanti L’elevato trasporto solido, testimoniato dalla vasta distribuzione di conoidi alluvionali, trova ragione nei fenomeni di crollo di materiale roccioso, scivolamento di roccia, detriti e nell’azione di scalzamen-to al piede dei versanti esercitata dai corsi d’acqua in erosione. I fenomeni valanghivi sono ubicati alle quote medio-elevate in diverse incisioni vallive e non risultano di particolare entità né minacciano direttamente centri abitati, in quanto le aree maggiormente critiche sono già state sottoposte a interventi di sistemazione o di monitoraggio. Solo localmente detti fenomeni interessano infrastrutture viarie o malghe di alta montagna.

4.7 Fattori naturalistici, storico-culturali e ambientali

Le linee di intervento strutturali tengono conto delle caratteristiche ambientali, nel rispetto degli ambiti di rilevanza naturalistica e paesaggistica e del patrimonio monumentale esistenti. In particolare in questo bacino le aree di interesse naturalistico sono:

- il Parco Naturale Provinciale: Adamello-Brenta - i parchi regionali: Alto Garda Bresciano, Parco del Mincio; - le riserve regionali: Valli del Mincio, Complesso Morenico di Castellaro

Lagusello, Valle di Bondo, Palude di Ostiglia; - le aree di rilevanza ambientale: Lago e Anfiteatro Morenico del Garda; - le aree protette istituite con leggi nazionali: Riserva Bosco della Fontana. - le riserve statali: Lastoni Selva Pezzi; Gardesana orientale - i parchi regionali in via di istituzione: Monte Baldo - le riserve regionali in istituzione: Monte Luppia - S. Vigilio; Rocca del Garda. - il biotopo di interesse naturalistico faunistico: Fiavé - il biotopo di interesse naturalistico floristico-vegetazionale: Pian degli

Uccelli, Lomasona, Lago di Toblino, Marocche di Dro, Monte Brione.

Su un totale di 470 beni storico-culturali considerati circa il 31% appartiene alla tipologia dei centri storici (150). Tra gli edifici a carattere monumentale sono prevalenti le tipologie religiose (194); meno numerose le tipologie civili (44), militari (29) e industriali (12). Consistente anche il patrimonio archeologico con 41 emergenze. Sono presenti alcuni areali paesaggistici di interesse storico (6).