L'indagine sull'uomo fino a socrate

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In antichità: sophistés (sapiente) = sophos (saggio):

uomo esperto con vasta cultura generale.

Nel V secolo a.c.: facevano professione di sapienza e

insegnavano dietro compenso.

Godono di cattiva fama a causa dei giudizi sprezzanti di

Senofonte, Platone, Aristotele (falsi sapienti, prostituti della

cultura …)

Divennero sinonimo di cavillatore in malafede o maestro dei

ragionamenti capziosi.

Sofistico equivale oggi a falso, artificioso, truccato

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Essi operarono la rivoluzione filosofica ponendo al

centro della riflessione l’uomo e tutto il suo mondo

nell’Atene del V secolo ac. uscita vittoriosa dalla

guerra contro i persiani. La democrazia ateniese è il

necessario presupposto alla nascita dell’arte

dell’eloquenza, necessaria a rendere abili gli uomini

nelle loro faccende e nella competizione civile e

politica. Essi istruirono il ceto dirigente nell’arte

retorica (virtù politica).

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1. “Illuminismo greco”: si criticano esplicitamente i miti e le

credenze della tradizione greca a favore di nozioni

razionali o almeno credute tali.

2. Per primi riconoscono il valore della cultura intesa come

formazione globale di un individuo nell’ambito di un

popolo. La virtù (educazione) dipende dal sapere che va

incrementato e diffuso.

3. Per lavoro erano continuamente in viaggio: divennero

portatori di istanze cosmopolite e panelleniche. Ebbero

chiara coscienza della varietà e molteplicità dei costumi e

dei valori umani, eliminando il dogmatismo e

l’assolutizzazione della cultura greca.

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Di Abdera, godette di grande fama in Grecia. Insegnò in

molte città, tra cui Atene, e fu amico di Pericle.

Le sue idee religiose spregiudicate gli procurarono parecchi

nemici e l’accusa di empietà per cui dovette fuggire da Atene.

Scrisse:

Ragionamenti demolitori

Le Antilogie

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“L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in

quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono”.

L’uomo è il metro, il soggetto, il criterio del giudizio

della realtà o non realtà delle cose,

del loro modo d’essere e del loro significato.

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Ci sono varie interpretazioni di questo principio:

A - Ogni singolo uomo giudica la realtà in base a parametri

soggettivi (Platone).

B - Ogni uomo in quanto appartiene alla specie umana e

razionale utilizza parametri comuni.

C – ogni uomo valuta le cose secondo la mentalità e i valori

tipici della sua mentalità e cultura

UOMO COSE

A - Individuo Oggetti percepiti

B - Umanità Realtà in generale

C - Comunità Valori

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La lettura veritiera di Protagora si compone delle 3

prospettive precedenti:

L’uomo è misura della realtà a livelli diversi e comunque

sovrapposti:

Singolo

Specie umana

Comunità/mentalità

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La teoria protagorea è dunque:

UMANISMO L’uomo è sempre il soggetto, la misura , il baricentro, il

criterio di ogni affermazione o negazione sulla realtà

FENOMENISMO Abbiamo sempre e solo a che fare con la realtà quale appare

a noi

RELATIVISMO Conoscitivo e

morale

Non c’è una verità assoluta, ma la verità e il modello di comportamento è sempre

relativo a chi giudica

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La teoria di Protagora dunque distruggeva qualsiasi credenza

in un’unica verità o in un unico sistema di valori valido

sempre e comunque, introducendo la diversità e la

eterogeneità degli ideali e dei valori che reggono la

convivenza umana.

Esempio: lo scritto anonimo Ragionamenti doppi che

sottintende sicuramente il pensiero del nostro autore: è la

teorizzazione del relativismo culturale, cioè il riconoscimento

della disparità dei valori che presiedono alle diverse civiltà

umane senza alcuna gerarchia di giudizio.

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Relativismo conoscitivo e morale

Equivalenza ideale delle opinioni: in teoria tutto è vero.

Eppure Protagora credeva che vi fosse un principio di scelta

all’interno delle diverse teorie.

È vero manca una teoria forte in grado di fungere da

principio della scelta, ma si può e si deve assumere un

principio debole: l’utilità privata e pubblica delle credenze.

Essa diviene anche lo strumento di verifica delle teorie stesse.

La verità diviene il giovevole, ciò che è dimostrato

storicamente e socialmente utile all’individuo, alla comunità,

alla specie (visione umanistico – storicistica).

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Sofista = propagandista dell’utile; mediante la parola cerca di

modificare le opinioni in vista dell’utilità.

La retorica serviva, in un’ottica politico – educativa, a

trasformarevl’opinione meno utile e più dannosa in

un’opinione più utile e proficua.

Il sofista rischiava così di diventare uno strumento del potere

legittimando l’utile dei potenti, e ciò avverrà con la seconda

generazione.

Protagora intendeva però l’utile e le leggi nella prospettiva di

creare il benessere comune della città e la sopravvivenza della

specie (criterio di responsabilità dell’uomo).

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Il grande sofista Protagora accettò di insegnare legge a uno studente di nome Euatlo.

Poiché questi era povero, i due presero i seguenti accordi: Euatlo avrebbe ricompensato Protagora non appena avesse vinto la sua prima causa in tribunale. Terminati gli studi, Euatlo decise di seguire la carriera politica, abbandonando il proposito di praticare la professione legale. Protagora, che non aveva ancora ricevuto l'onorario pattuito, chiese a Euatlo il pagamento. Quest'ultimo rispose che avrebbe dovuto pagare solo dopo aver vinto la sua prima causa e ciò non era ancora avvenuto. Allora Protagora, irritatissimo, decise di citare Euatlo in giudizio, per fargli mantenere la promessa. Di fronte alla corte, Protagora disse che se Euatlo avesse perso la causa, allora avrebbe dovuto obbedire al giudizio della corte e quindi pagare il dovuto; se, invece, Euatlo avesse vinto, allora avrebbe appunto vinto la sua prima causa e quindi, in base al vecchio accordo, avrebbe dovuto versare a Protagora la cifra pattuita. Euatlo, in maniera altrettanto impeccabile, dimostrando di aver appreso brillantemente quanto insegnatogli dal Maestro, ribattè che se avesse vinto la causa, la corte avrebbe dato ragione a lui, quindi non avrebbe dovuto nulla a Protagora; se, invece, avesse perso la causa non avrebbe dovuto pagare, comunque, il suo vecchio Maestro, non avendo infatti ancora vinto la sua prima causa.

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Discepolo di Empedocle.

Esercitò prevalentemente ad Atene.

Opere:

Sul non essere o sulla natura

Encomio di Elena

Tre tesi fondamentali:

Nulla c’è

Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo

Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri

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Nulla esiste

La realtà, testimoniata dai sensi, non si può concettualizzare

filosoficamente. Viene negata la pensabilità logica e

ontologica dell’essere in generale, e in particolare dell’archè

o struttura metafisica di cui i vari pensatori presocratici

erano andati alla ricerca. Essa non è filosoficamente

trattabile

Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo

La nostra mente non è una fotografia esatta della realtà e

dunque il nostro pensiero non rispecchia necessariamente

la realtà (non può presumere di conoscerla). È colpita al

cuore l’equazione pensiero-essere di Parmenide; è

introdotta una frattura radicale tra la mente e le cose. 16 a.s. 2011-2012

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Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri

La realtà non è esprimibile e spiegabile con il linguaggio; esso è

altra cosa rispetto alla realtà e non possiede adeguata

capacità di rivelarla o descriverla.

La tesi di Gorgia acquista valore filosofico se riferita al concetto

di Essere o di Dio:

Tali entità non ci sono, sono inconoscibili, sono inesprimibili!

Ateismo Scetticismo Agnosticismo

metafisici e teologici

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Scetticismo metafisico

Impotenza umana a parlare

dell’essere e delle strutture del reale.

Distruzione di ogni possibile metafisica, cosmologia,

teologia vista la sfiducia assoluta

nelle possibilità conoscitive della mente umana.

Prima vera messa in discussione della metafisica occidentale:

Lo scetticismo investe ogni campo del sapere,

pensiero e linguaggio perdono valore !

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Se nulla è vero, allora tutto è falso. Nessun criterio per la scelta può essere ipotizzato (nemmeno l’utile di Protagora).

L’unica cosa che resta è il linguaggio e la sua potenza: forza ammaliatrice, celebrata nella retorica.

Concezione tragica del reale.

L’esistenza è qualcosa di fondamentalmente irrazionale e misterioso (contro il razionalismo ottimista di chi cercava il logos della realtà).

Le azioni degli uomini sono guidate dalle circostanze, dalla menzogna, dalle passioni, dall’ignoto destino: gli uomini sono fondamentalmente incolpevoli poiché fragili e inconsistenti davanti alla tragicità della vita (Encomio di Elena).

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Primi abbozzi di una teoria della civiltà frutto di una nuova

visione progressiva della storia.

Protagora: l’uomo diviene tale entrando in società (tecniche) e

trasforma la realtà a suo vantaggio. Tecnica delle tecniche è

la politica, arte che riguarda ogni uomo (democrazia

ateniese).

Prodico di Ceo: esalta il lavoro che conduce la storia dell’uomo

alle più alte conquiste.

Antifonte: la concordia tra gli uomini è lo scopo e la condizine

della società.

Civiltà è allora sforzo progressivo di modifica dell’ambiente

naturale e sociale a vantaggio dell’uomo.

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Primi abbozzi di una teoria della religione.

Protagora: dio non è razionalmente affermabile o negabile,

agnosticismo religioso.

Prodico di Ceo: gli dei sono proiezioni dell’utile e del

vantaggioso.

Crizia: la religione è strumento dei potenti per controllare il

popolo.

È la rottura della visione sacrale dell’esistenza della Grecia

antica.

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Primi abbozzi di una teoria delle leggi che hanno ora una

origine umana e convenzionale, non divina.

Protagora: le leggi, pur convenzionali, devono essere rispettate

per mantenere la società e l’uomo che in essa vive e diviene

tale (utile).

Ippia di Elide: distingue tra legge naturale immutabile e legge

umana mutevole.

Antifonte: vera è solo la legge naturale, quella umana è

opinabile quando non decisamente falsa. La prima spinge al

giovevole e alla concordia ma viene oppressa dalle leggi

della città. Uguaglianza degli uomini.

Trasimaco di Calcedonia: la legge maschera solo gli interessi

dei potenti che così li tutelano (Crizia). 22 a.s. 2011-2012

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Primi abbozzi di una teoria del linguaggio.

Le argomentazioni sono macrologie (discorsoi lunghi) o

brachilogie (discorsi brevi).

Eristica: obiettivo è far prevalere i propri discorsi in una contesa

tra tesi contrarie. La contesa non va necessariamente alla

ricerca della verità.

Antilogie: metodo che contrappone le tesi tra loro eliminando

la prospettiva classica che voleva un unico punto di vista

veritiero e un’unica argomentazione possibile.

Dialettica: il momento in cui ciò avviene è nel discorso con

l’avversario con lo scopo di argomentare a fini persuasivi.

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I sofisti misero in crisi il rapporto tra il linguaggio e la

verità/realtà . Infatti da Gorgia la parola diviene autonoma:

essa è tutto e può tutto.

È esaltata la sua capacità ammaliatrice e la retorica diviene arte

della suggestione e della persuasione; il rischio è allora che

la politica tenda a ridursi a retorica.

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Padre Sofronisco, scultore

Madre Fenarete, levatrice

Forse allievo di Anassagora

Fu tre volte in battaglia per Atene.

Lontano dalla vita politica per la filosofia intesa come ricerca

incessante su se stesso e gli altri, senza alcun insegnamento

regolare. La sua vita semplice e il suo aspetto fisico

stridevano con il carattere morale e la padronanza di sé.

Non ha scritto nulla poiché la ricerca filosofica non poteva

essere condotta o continuata dopo di lui da uno scritto; esso

può comunicare una dottrina, non stimolare e dirigere una

ricerca filosofica. (vedi Fedro 275 e).

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Abbiamo testimonianze indirette, non sempre coerenti tra loro.

Aristofane: le Nuvole, Atene 423. intellettuale innovatore, chiacchierone perdigiornovcorruttore dei giovani e negatore degli Dei della città, (accomunato ai sofisti e al clima innovatore nell’Atene del tempo).

Policrate: Accusa contro Socrate, 393. disprezzatore della democrazia e capofila degli esponenti dell’aristocrazia ateniese oltranzista. Corruttore dei giovani e delle credenze dello stato.

Senofonte: moralista e predicatore, ritratto modesto e limitante del filosofo.

Platone: maestro ammirato e rispettato.

Aristotele: scopritore del concetto e teorico della virtù come scienza.

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Il mondo culturale ove agivano i sofisti: illuminismo greco.

Vi sono alcune similarità:

1. Attenzione esclusiva per l’uomo (antropologia).

2. Disinteresse per le indagini cosmologiche.

3. Ricerca nell’uomo dei criteri del pensiero e

dell’azione.

4. Mentalità razionalistica. Anticonformistica,

antitradizionalistica in grado di porre in dubbio

critico ogni asserzione.

5. Inclinazione alla dialettica e al paradosso.

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1. La cultura non è una professione.

2. Ricerca e amore della verità contro il relativismo.

3. Rifiuto della filosofia come retorica ed esibizionismo

verbale.

4. Superamento del relativismo morale e conoscitivo.

5. Ricerca negli uomini delle verità comuni in grado di

avvicinare i diversi soggetti e punti di vista.

Diventa allora fondamentale il rapporto triangolare:

sofisti-Socrate-Platone

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Un cammino che lo pone in una posizione mediana

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Sofisti •Umanesimo

Socrate

•Culturalmente simile

•Avversario implacabile

Platone •Superamento del relativismo

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Partito da interessi naturalistici e cosmologici (Fedone

96), rimase deluso e si convinse che alla mente

umana sfuggano i perché ultimi delle cose; si rivolse

allora all’indagine sull’uomo cercando con la

ragione di chiarire il significato del suo essere uomo.

“Conosci te stesso”: si è uomini tra gli uomini, il

rapporto con gli altri ci costituisce: la filosofia è

dialogo interpersonale, è con-filosofia.

Colloquio incessante, ricerca continua: questo è il senso

dell’esistenza: “una vita senza esame non è degna di

essere vissuta” (Apologia di Socrate, 38a). 30 a.s. 2011-2012

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A) Il non sapere: sapiente è solo colui che sa di non sapere.

Il filosofo genuino è colui che ha compreso che intorno alle

cause e alle strutture del Tutto nulla si può sapere con

certezza (simile all’agnosticismo di Protagora e Gorgia e in

polemica contro i fisici naturalisti).

Si può invece fare ricerca di verità sull’uomo contrastando tutti

gli uomini dogmatici che pretendono di saperla lunga

sull’uomo.

“L’ignoranza” è condizione preliminare della ricerca, la

incoraggia.

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Evidenzia i limiti della ricerca

So

crat

e “So di non sapere”

Stimolo ad indagare

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B) L’ironia: serve a rendere consapevoli gli altri della

propria ignoranza (eironéia: dissimulazione).

Vengono smascherate le posizioni preconcette, non

riflesse, supponenti per mostrare il sostanziale non

sapere in cui si trovano; il fine è provocare

nell’interlocutore dubbio e incertezza,

per iniziare la ricerca (Menone,80d)

Distruzione della presunzione di sapere attraverso una

sofistica nobile che punta alla purificazione della

mente dalle malfondate convinzioni quotidiane date

per vere in modo assoluto.

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Teatrale adulazione del

sapere del personaggio

Martellante rete di quesiti e

domande: dubbi e confutazioni delle verità dichiarate

Inconsistenza delle verità dichiarate,

vergogna e stizza dell’interlocutore.

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C) La maieutica: ostetrico delle anime, aiutava gli

intelletti a partorire il loro genuino punto di vista

sulle cose (Teeteto, 151d).

La verità è conquista personale, avventura della mente.

Socrate non comunica dall’esterno una dottrina

(dotto orientale), non riempie la mente dei

discepoli con un sistema di idee.

Vuole stimolare l’uomo a ritrovare nella sua interiorità

una sua verità condivisibile. È una forma di auto-

educazione.

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Platone: definizioni. Egli chiedeva “ti ésti” (che cosa è?) cercando una definizione precisa di ciò che stava cercando non accontentandosi di semplici elenchi; lo ricordano anche Senofonte nei Memorabili (I,1,11-16) o Platone nel Menone (72c).

Il suo discorrere era rapido e veloce, fatto di brevi battute che chiedevano risposte precise (brachilogie).

Tal dialettica stringente aveva due effetti:

Negativo: mettere in crisi ed eliminare formule accettate acriticamente dall’interlocutore.

Positivo: cercare una definizione soddisfacente e un accordo linguistico concettuale tra i dialoganti.

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Aristotele sosteneva che: ha scoperto il concetto, cioè la

conoscenza universale e il ragionamento induttivo

(Metafisica, XIII, 4, 1078b).

Il secondo è il procedimento razionale per cui

dall’esame di un certo numero di casi particolari si

risale ad una affermazione generale che esprime la

definizione, il concetto di una cosa. Certo Socrate

mirava a pungolare le anime non certo a divenire

possessore di una conoscenza definitiva.

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Il Dialogo socratico usa

Mezzi e artifici

Ignoranza e ironia

Brachilogie e confutazione

Scopo

Ti ésti e maieutica

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Confronto con i protagonisti indicati:

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Contro sofisti

• Cerca un ordine nel discorso interpersonale con la necessità di precisare linguisticamente i concetti

• Necessità di trovare un punto d’accordo interpersonale

Socrate

• Iniziale reazione al relativismo linguistico, conoscitivo e morale della sofistica

• Definizioni e concetto rimangono comunque allo stato esigenziale

Platone/Aristotele

• Una scienza delle definizioni o un sapere assoluto capace di rispecchiate entità metafisiche eterne

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La virtù è ricerca e scienza

In Grecia la virtù dell’uomo (areté) è il suo modo di essere ottimale e dunque il modo migliore di comportarsi nella vita. Essa era considerata già data, garantita dalla nascita o dagli dei.

Per i Sofisti la virtù è un valore che deve essere umanamente conquistato con sforzo e impegno: dipende dall’educazione (paidéia), dalla cultura.

Socrate: la virtù è una faticosa conquista; essere uomini è frutto di un’arte difficile e importante.

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La virtù (arte del ben vivere e del ben comportarsi) è sempre una forma di sapere, un prodotto della mente: per essere uomini migliori bisogna riflettere, cercare, ragionare:

è indispensabile riflettere criticamente sull’esistenza (filosofeggiare)

Il bene e il giusto, valori umani, scaturiranno dal nostro lucido ragionare (… un’azione diviene buona in quanto so che ora è bene farla. Non è un sapere già posseduto o appreso da maestri o libri, ma esso scaturisce dal ragionare consapevole, dalla consapevolezza di se stessi scaturita dal ragionamento).

La vita è un’avventura disciplinata dalla ragione (razionalismo morale).

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La virtù razionale può essere insegnata e comunicata a tutti,

divenendo il necessario patrimonio di ogni uomo.

Ogni uomo deve imparare bene il mestiere di vivere, la scienza

del bene e del male:

Da ciò emerge come essere uomini = essere filosofi

Dunque la virtù è unica poiché tutte le singole virtù sono

manifestazioni dell’unica scienza del bene (es. essere

coraggiosi significa sapere quando esserlo). Le virtù umane

coincidono con i valori dell’interiorità e delle ragione, in ciò

operando una vera rivoluzione della tavola dei valori poiché

l’apice sta ora nei valori dell’anima (Reale-Antiseri). Non è

però un insegnamento ascetico (Nietzsche).

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Il vizio è IGNORANZA: nessuno

pecca volontariamente 42

virtù •È scienza

virtù •È insegnabile

virtù •È unica

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La virtù umana coincide con i valori dell’interiorità e della

ragione, operando una rivoluzione: i veri valori coincidono

con quelli “dell’anima” e non con le cose esteriori

(mondanità) o con quelli legati al corpo.

La morale non è fanatico esercizio di automortificazione

(Nietzsche) ma un modo d’esser che mira alla utilità, felicità

della vita.

La virtù socratica è potenziamento tramite la ragione (calcolo

intelligente finalizzato a rendere migliore la nostra vita)

dell’uomo.

La ragione con il suo calcolo intelligente pone ordine nel caos

degli istinti. La ragione disciplina la vita!

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Virtù = arte del saper vivere, ma saper vivere con gli

altri poiché l’uomo è essere sociale.

La politica è

Non dominio, predominio del prossimo

ma

Ragionare insieme per il bene della città

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Nessuno pecca volontariamente

Chi fa il male, lo fa per ignoranza del bene

È preferibile subire il male che commetterlo

Poiché solo la virtù e

la giustizia rendono

l’uomo felice

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virtù sapienza

vizio ignoranza

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Page 47: L'indagine sull'uomo fino a socrate

Accusato di Intellettualismo etico:

Socrate dimentica

… avrebbe esagerato la potenza della ragione

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Istinti e affettività

Volontà umana

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Accusato di Formalismo etico:

Non definisce in concreto la virtù,

non specifica quale sia il comportamento concreto

che l’uomo deve tenere.

Ma Socrate non vuole dare formule o concetti eterni

del bene, bensì sfuggire al relativismo morale (che

lascia l’uomo privo si saldi criteri etici) attraverso

l’uso della ragione che nel concreto e vissuto

personale rispetta la propria e l’altrui dignità umana.

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Page 49: L'indagine sull'uomo fino a socrate

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Ossequio formale agli dei della tradizione che sono manifestazioni dell’unico

dio

La mente dell’uomo è un’attuazione particolare

della mente divina universale e dell’ordine che

governa il mondo

La divinità è custode del destino degli uomini e difesa dei valori morali

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Denunciato da Meleto, Anito e Licone:

non riconosce gli dei tradizionali, ne introduce di nuovi

corrompe i giovani

Si difese esaltando il compito educativo della sua missione.

La sua morte ha costituito “un mito” a cui la popolarità di Socrate nei secoli a venire deve molto.

Morì, 399 ac, nella restaurata democrazia (dopo i Trenta tiranni – 404 ac) che aveva assunto una fisionomia conservatrice tesa a ricordare e conservare il passato glorioso di Atene e la religione tradizionale come baluardo ideale di coesione sociale. Socrate era poi fautore di una linea che voleva il potere affidato a persone competenti, dunque non a tutti, ed era stato amico di alcuni che avevano ordito il colpo di stato dei Trenta tiranni.

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Essa dice:

La piena fedeltà di Socrate a se stesso e ai suoi principi etici

(aveva insegnato la giustizia e il rispetto delle leggi della città)

L’uomo infatti emerge dall’animalità istintiva e caotica solo in

un contesto comunitario retto da leggi. L’uomo è tale in

quanto figlio delle leggi della sua città, leggi che può

cambiare e migliorare ma mai violare (preferì morire per

fedeltà alle leggi che vivere violandole)

L’intellettuale soccombe tragicamente di fronte al potere

organizzato delle forze politiche.

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Non scrisse nulla

Colui che sa di non sapere

Rendere coscienti del presunto

sapere nel dialogo

ironia maieutica

Domanda che cos’è? Per

mostrare falsità del sapere

Far partorire le anime

Prendersi cura della propria

anima

La filosofia rende felici e giusta la

città

Virtù conoscenza di ciò che è bene o

male

Chi conosce il bene non può commettere il

male

È un metodo cooperativo: una

ricerca filosofica che ha come obiettivo la

verità a.s. 2011-2012