La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I...

5
La vantazione nelle indagini sociali IN QUESTO ARTICOLO 1 VIENE PRESENTATA UNA RICERCA PARTECIPATA, FINALIZZATA A OFFRIRE ALLE ASSISTENTI SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA. 2 ELEMENTI DI SFONDO L'indagine sociale è, secondo le principali teorie del servizio sociale, uno strumento professionale normal- mente utilizzato nel processo di aiuto nella fase di analisi della situazione e valutazione della domanda (Lerma, 1992; Masini Sanicela 1988f Campa- nini Luppi, 1988; Dal Fra Ponticelli, 1987). Nella prassi dei Servizi per i mino- ri, il termine "indagine sociale" tende a essere circoscritto ai contesti in cui Teresa BertOtti assistente sociale, sociologa Ugo De Ambrogio ** * Cbm, Milano ** Irs, Milano segnato da significati particolarmente "forti": il giudice può limitare i poteri dei genitori, allontanare i bambini dalla residenza familiare, affidarli al controllo e la vigilanza dei Servizi, fino a dichiarare la decadenza dalla potestà, lo stato di abbandono e lo stato di adot- tabilità dei bambini (Bertotti, 1996). Un secondo aspetto che rende parti- colarmente delicata l'azione valutativa è legato al fatto che la valutazione "del- la" famiglia si svolge in unjntensa rela- zione del valutatore "con" la famiglia, l'autorità giudiziaria chiede al Servizio in condizioni psicologiche che pocojavo^ sociale di raccogliere informazioni sul- la situazione di un minore e della sua famiglia^ nell'ambito di procedimenti volti a valutare la necessità di prov- vedimenti di limitazione della potestà genitoriale e/o di affidamento dei figli. In questo senso l'indagine sociale si configura come una valutazione richiesta da un terzo a un servizio e a specifici professionisti, gli assistenti sociali, nei confronti di una famiglia. In particolare, coerentemente con gli articoli di legge che fondano l'interven- to del Tribunale, s.i tratta di esprimere un parere in merito alla sussistenza di condizioni di "grave pregiudizio" o di "condotte gravemente pregiudizievoli" da parte dei genitori nei confronti dei figli. Il parere,formulato entrerà a far parte del materiale istruttorie su cui, insieme ad altri atti istruttori (comele audizioni degli interessati, gli incari- chi peritali, le memorie, ecc.), il giudice delegato e la (^yneradj^consiglio basano lejproprie decisioni. Per le potenziali conseguenze deri- vanti dalle decisioni del Tribunale, lo scenario di sfondo in cui si colloca l'azio- ne valutativa dell'assistente sociale è riscono un clima di condivisione della positività e l'opportunità della valu- tazione: i genitori sono esplicitamente sottoposti ad un dubbio in merito alle loro capacità parentali e vivono l'indagi- ne con timore e diffidenza, i minori sono implicitamente definiti come vittime da difendere dai comportamenti dannosi dei loro genitori e vivono con elevata ambivalenza gli interventi volti a veri- ficare la situazione e a proteggerli. L'assistente sociale incaricata 3 della valutazione, dal canto suo, Ravvicina. alla famiglia con un proprio mandato deontologico e professionale che privi- legia gli aspetti di aiuto e di sostegno più che quelli di verifica e controllo e che prevede la valutazione della situazione solo come base necessaria su cui fonda- re il progetto di intervento e un'efficace relazione collaborativa e di aiuto, secon- do l'assunto che "lavalutazione ha come scopo il miglioramento" (Stuffelbeam citato da Alfoldi, 1999, pTTÒTT Nel caso dell'indagine su manda- to del Tribunale invece il percorso di aiuLo, se si instaurerà, sarà solo injjn^ secondo tempo, in relazione alle deci- sio_ni che il tribunale prenderà e in un contesto caratterizzato dal controllo e la coazione 4 e comunque introducendo una scissione temporale (a volte molto rilevante, per i lunghi tempi dei per- corsi giudiziari) tra la valutazione e l'intervento (Bertotti, 1990). Per realizzare l'indagine,poi, l'assi- stente sociale ha contatti anche con altri interlocutori significativi nella vita dei bambini e della famiglia: la scuola, il medico, altri servizi psicologici ed edu- cativi e così via, contatti questi che han- no l'obiettivo di raccogliere i vari punti di vista del contesto socio ambientale in cui si trova normalmente la famiglia e l'immagine che questa offre di sé, rico- struendónelTgrado di verosimiglianza e coerenza. Questi stessi interlocutori saranno poi cruciali e rilevanti per la realizzazione dei progetti di aiuto che verranno messi in atto a sostegno della famiglia e dei bambini in particolare. Un terzo aspetto contribuisce a rendere complesso questo tipo di valu- tazione. Nella richiesta dell'autorità giudi- ziaria e nella realizzazione dell'inda- gine da parte dell'assistente sociale, ci sembra vi siano strettamente intreccia- ti due momenti di valutazione che, a parer nostro, è utile tenere concettual- mente differenti e separati. Il primo livello è relativo alla sus- sistenza o meno di condizioni pregiu- dizievoli per i bambini: al valutatore assistente sociale il tribunale, in forma più o meno esplicita, chiede di esprime- re un "giudizio" in merito alla gravita della situazione in cui si trova il mino- re. Ancora riprendendo Alfoldi (1999), proponiamo di immaginarci che il giu- dizio sulla gravita vada collocato su un Note 1 L'articolo è tratto dal volume: De Ambrogio U. (a cura di), Valutare gli interventi e le politiche sociali, Carocci Faber, Roma, 2003. 2 Si tratta dì una ricerca partecipata diretta da Teresa Bertotti del Cbm (Centro BambinoMaltrat- tato) di Milano, con la consulenza dell'Ira (Ugo De Ambrogio, Francesco di Ciò e Katja Avanzini), che ha visto il coinvolgimento, nel gruppo di ricerca, delle seguenti assistenti sociali: Marinella Cataldi, Susanna Galli, Marianna Giordano, Danieìa loris, Franca Magnani, Odette Magri, Maria Cristina Manni, Franca Seniga, Isa Strona, Patrizia Taver- na, Patrizia Togni, Marta Turci, Gabriella Valente, Bruna Zocca; Odette Magri e Beatrice Zambenetti hanno svolto anche un lavoro di elaborazione ed analisi dei casi. Alcune di esse hanno partecipato con il sostegno degli enti di appartenenza (Cissabo Cessato, Biella; Comune di Rho, MI; Azienda Ulss 22 Villa Spinola Bussolengo, VR; Azienda Usi di Modena, Comune di Modena; Azienda Usi di Cese- na; Azienda Usi 5 Pisa; Consultorio familiare del- l'Istituto Toniolo di Studi Superiori, Napoli), altre a titolo individuale. A tutti va il ringraziamento degli autori perii prezioso lavoro svolto. 3 Nel presente articolo, laddove parliamo di assi- stenti sociali, useremo l'artìcolo femminile dato che il gruppo di ricerca è stato costituito da donne. 4 La possibilità di prestare aiuto e intervento terapeutico anche in un contesto costrittivo è da tempo considerata percorribile e proficua, spe- cialmente nelle situazioni più gravi (Cirillo, Di Blasio, 1989; Cirillo, 1990; Crivillé, 1995, Ghezzi, Vadilonga. 1996). O o co co ui IL O ir o. O

Transcript of La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I...

Page 1: La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA ... In questo senso l'indagine sociale

La vantazionenelle indaginisocialiIN QUESTO ARTICOLO1 VIENE PRESENTATA UNA RICERCAPARTECIPATA, FINALIZZATA A OFFRIRE ALLE ASSISTENTISOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE ICASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTADALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA.2

ELEMENTI DI SFONDOL'indagine sociale è, secondo le

principali teorie del servizio sociale,uno strumento professionale normal-mente utilizzato nel processo di aiutonella fase di analisi della situazionee valutazione della domanda (Lerma,1992; Masini Sanicela 1988f Campa-nini Luppi, 1988; Dal Fra Ponticelli,1987).

Nella prassi dei Servizi per i mino-ri, il termine "indagine sociale" tendea essere circoscritto ai contesti in cui

Teresa BertOtti assistente sociale, sociologaUgo De Ambrogio *** Cbm, Milano** Irs, Milano

segnato da significati particolarmente"forti": il giudice può limitare i poteridei genitori, allontanare i bambinidalla residenza familiare, affidarli alcontrollo e la vigilanza dei Servizi, finoa dichiarare la decadenza dalla potestà,lo stato di abbandono e lo stato di adot-tabilità dei bambini (Bertotti, 1996).

Un secondo aspetto che rende parti-colarmente delicata l'azione valutativaè legato al fatto che la valutazione "del-la" famiglia si svolge in unjntensa rela-zione del valutatore "con" la famiglia,

l'autorità giudiziaria chiede al Servizio in condizioni psicologiche che pocojavo^sociale di raccogliere informazioni sul-la situazione di un minore e della suafamiglia^ nell'ambito di procedimentivolti a valutare la necessità di prov-vedimenti di limitazione della potestàgenitoriale e/o di affidamento dei figli.

In questo senso l'indagine socialesi configura come una valutazionerichiesta da un terzo a un servizio ea specifici professionisti, gli assistentisociali, nei confronti di una famiglia.In particolare, coerentemente con gliarticoli di legge che fondano l'interven-to del Tribunale, s.i tratta di esprimereun parere in merito alla sussistenza dicondizioni di "grave pregiudizio" o di"condotte gravemente pregiudizievoli"da parte dei genitori nei confronti deifigli. Il parere,formulato entrerà a farparte del materiale istruttorie su cui,insieme ad altri atti istruttori (come leaudizioni degli interessati, gli incari-chi peritali, le memorie, ecc.), il giudicedelegato e la (^yneradj^consiglio basanolejproprie decisioni.

Per le potenziali conseguenze deri-vanti dalle decisioni del Tribunale, loscenario di sfondo in cui si colloca l'azio-ne valutativa dell'assistente sociale è

riscono un clima di condivisione dellapositività e l'opportunità della valu-tazione: i genitori sono esplicitamentesottoposti ad un dubbio in merito alleloro capacità parentali e vivono l'indagi-ne con timore e diffidenza, i minori sonoimplicitamente definiti come vittime dadifendere dai comportamenti dannosidei loro genitori e vivono con elevataambivalenza gli interventi volti a veri-ficare la situazione e a proteggerli.

L'assistente sociale incaricata3 dellavalutazione, dal canto suo, Ravvicina.alla famiglia con un proprio mandatodeontologico e professionale che privi-legia gli aspetti di aiuto e di sostegnopiù che quelli di verifica e controllo e cheprevede la valutazione della situazionesolo come base necessaria su cui fonda-re il progetto di intervento e un'efficacerelazione collaborativa e di aiuto, secon-do l'assunto che "la valutazione ha comescopo il miglioramento" (Stuffelbeamcitato da Alfoldi, 1999, pTTÒTT

Nel caso dell'indagine su manda-to del Tribunale invece il percorso diaiuLo, se si instaurerà, sarà solo injjn^secondo tempo, in relazione alle deci-sio_ni che il tribunale prenderà e in un

contesto caratterizzato dal controllo ela coazione4 e comunque introducendouna scissione temporale (a volte moltorilevante, per i lunghi tempi dei per-corsi giudiziari) tra la valutazione el'intervento (Bertotti, 1990).

Per realizzare l'indagine,poi, l'assi-stente sociale ha contatti anche con altriinterlocutori significativi nella vita deibambini e della famiglia: la scuola, ilmedico, altri servizi psicologici ed edu-cativi e così via, contatti questi che han-no l'obiettivo di raccogliere i vari puntidi vista del contesto socio ambientale incui si trova normalmente la famiglia el'immagine che questa offre di sé, rico-struendónelTgrado di verosimiglianzae coerenza. Questi stessi interlocutorisaranno poi cruciali e rilevanti per larealizzazione dei progetti di aiuto cheverranno messi in atto a sostegno dellafamiglia e dei bambini in particolare.

Un terzo aspetto contribuisce arendere complesso questo tipo di valu-tazione.

Nella richiesta dell'autorità giudi-ziaria e nella realizzazione dell'inda-gine da parte dell'assistente sociale, cisembra vi siano strettamente intreccia-ti due momenti di valutazione che, aparer nostro, è utile tenere concettual-mente differenti e separati.

Il primo livello è relativo alla sus-sistenza o meno di condizioni pregiu-dizievoli per i bambini: al valutatoreassistente sociale il tribunale, in formapiù o meno esplicita, chiede di esprime-re un "giudizio" in merito alla gravitadella situazione in cui si trova il mino-re. Ancora riprendendo Alfoldi (1999),proponiamo di immaginarci che il giu-dizio sulla gravita vada collocato su un

Note1 L'articolo è tratto dal volume: De Ambrogio

U. (a cura di), Valutare gli interventi e le politichesociali, Carocci Faber, Roma, 2003.

2 Si tratta dì una ricerca partecipata diretta daTeresa Bertotti del Cbm (Centro BambinoMaltrat-tato) di Milano, con la consulenza dell'Ira (Ugo DeAmbrogio, Francesco di Ciò e Katja Avanzini), cheha visto il coinvolgimento, nel gruppo di ricerca,delle seguenti assistenti sociali: Marinella Cataldi,Susanna Galli, Marianna Giordano, Danieìa loris,Franca Magnani, Odette Magri, Maria CristinaManni, Franca Seniga, Isa Strona, Patrizia Taver-na, Patrizia Togni, Marta Turci, Gabriella Valente,Bruna Zocca; Odette Magri e Beatrice Zambenettihanno svolto anche un lavoro di elaborazione edanalisi dei casi. Alcune di esse hanno partecipatocon il sostegno degli enti di appartenenza (CissaboCessato, Biella; Comune di Rho, MI; Azienda Ulss22 Villa Spinola Bussolengo, VR; Azienda Usi diModena, Comune di Modena; Azienda Usi di Cese-na; Azienda Usi 5 Pisa; Consultorio familiare del-l'Istituto Toniolo di Studi Superiori, Napoli), altrea titolo individuale. A tutti va il ringraziamentodegli autori perii prezioso lavoro svolto.

3 Nel presente articolo, laddove parliamo di assi-stenti sociali, useremo l'artìcolo femminile dato cheil gruppo di ricerca è stato costituito da donne.

4 La possibilità di prestare aiuto e interventoterapeutico anche in un contesto costrittivo è datempo considerata percorribile e proficua, spe-cialmente nelle situazioni più gravi (Cirillo, DiBlasio, 1989; Cirillo, 1990; Crivillé, 1995, Ghezzi,Vadilonga. 1996).

Oo

cocouiILOiro.

O

Page 2: La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA ... In questo senso l'indagine sociale

ooC/)

coHiu.oIXa

continuum che va dal benessere fino aldanno, comprese le forme gravissime dimaltrattamento, passando attraversoil rischio che quel danno si produca,individuando così nel continuum tre"soglie" di gravita.

Abbiamo definito questo momentodi valutazione come la "diagnosi" nelsenso di determinazione di una condi-zione di bisogno in base alla valutazio-ne dei sintomi.

Un secondo livello riguarda invecei possibili provvedimenti e programmidi intervento realizzabili per ripristi-nare condizioni di sufficiente benessereprima di tutto per il bambino (secondoquanto definito dalla legge 184/83e dalle successive modifiche della 1.149/01). Alla formulazione di questoparere contribuiscono, da un lato, lerisorse e le difficoltà specifiche dellafamiglia e il grado di trattabilità deiproblemi, dall'altro, le risorse presentinel sistema formale di aiuto costituitodai servizi e nel sistema informale del-le reti di supporto. Possiamo definirequesto momento come la "prognosi",intesa come previsione sull'esito di undeterminato intervento tenendo contodelle risorse disponibili.

Ora si pone qui un problema teoricolegato al fatto che, essendo l'assistentesociale parte del sistema dei servizi chedovrà realizzare il progetto di aiuto esostegno conseguente alla prognosi eche la stessa prognosi si basa, tra glialtri, anche sulle caratteristiche dellarelazione che si instaura tra la famigliae la rete dei servizi, si verifica una par-ziale sovrapposizione tra il valutatore el'oggetto della valutazione (l'assistentesociale si troverà a dare una valutazio-ne anche su dì sé e sulla propria rela-zione con la famiglia).

Un ultimo punto critico riguardainfine una certa fragilità della posizio-ne professionale degli assistenti sociali,sia nei contesti di lavoro (dove spessola complessità della valutazione non èadeguatamente compresa e la funzio-ne valutativa degli assistenti sociali èpoco riconosciuta), sia nella relazionecon altre figure professionali, comequelle psicologiche o medico psichia-triche, percepite tanto dagli assistentisociali quanto dagli altri interlocutoricome maggiormente competenti nellaformulazioni di diagnosi e prognosi disituazioni altamente complesse.

Vero peraltro è che pochi sono stati,specialmente nel contesto italiano, icontributi di riflessione e teorici volti arafforzare la funzione valutativa degliassistenti sociali Sorin Qtati pnhVilirat.i

alcuni lavori relativi all'interazione trail servizio sociale e l'autorità giudizia-ria0 e altri relativi al percorso meto-

dologico, alla relazione tra assistentesociale e membri del nucleo familiare oa protocolli operativi.6 Rari sono i lavoriche fecalizzano da un lato lo specificoprofessionale (la valutazione da partedell'assistente sociale) e dall'altro ilpeculiare oggetto della valutazione: ilcomportamento genitoriale e lo stato dipericolo per i bambini.7

LE RAGIONI DELLA RICERCAPARTECIPATA

Da queste osservazioni è scaturital'idea di realizzare un percorso di ricer-ca partecipata che ponesse l'attenzio-ne sui criteri di valutazione utilizzatidagli assistenti sociali allorquandodevono esprimere un parere in meritoalla condizione di pregiudizio in cui sitrova un minore, esplorando il suo con-testo sociale e ambientale.

Fino ad oggi, infatti, pur essendoritenuta l'indagine sociale, una funzio-ne professionale importante e signifi-cativa, la sua componente valutativanon è stata sostenuta da particolareattenzione e rigore metodologico.

Nella maggior parte dei casi l'assi-stente sociale sviluppa proprie prassi diindagine che non sempre condivide conaltre colleghe e la metodologia valuta-tiva che sostiene i professionisti in taliprassi è esplicitata solo raramente. Ilrisultato è che le relazioni di indagine siconcretizzano per lo più in prose, nellequali largo spazio è lasciato alla descri-zione del caso e del rapporto intercorsotra famiglia e servizio; dalla narrazio-ne si passa alla proposta di interventospesso senza sufficiente esplicitazionedella diagnosi su cui quella si basa e ilgiudizio valutativo finale non sempreè sostenuto dalle necessarie considera-zioni analitiche.

In questo contesto il rischio è dupli-ce: da una parte è possibile che i criterivalutativi, non esplicitati, non sianoriconosciuti e compresi dal destinata-rio della relazione di indagine (l'auto-rità giudiziaria), e questi finisca con losvalutare e non considerare il lavorodell'assistente sociale, dall'altro, seil professionista non esplicita fino infondo neanche a stesso tali criteri, puòessere influenzato nella valutazione,dai propri, umani, pregiudizi.

La ricerca è pertanto nata con lafinalità di fornire un contributo aiprofessionisti per superare tali rischi;in questo quadro il suo obiettivo gene-rale è stato definito nell'incremento delrigore metodologico e della verificabili -tà delle procedure, ricercato principal-mente attraverso l'esplorazione deiriferimenti teorici ed esperienzialiutilizzati e facendo emergere i criteriimpliciti ed espliciti adoperati nel corso

della valutazione. Il rafforzamento delruolo professionale di valutazione, nel-la relazione triangolare con l'autoritàgiudiziaria e la famiglia e la valorizza-zione e consolidamento dello strumento"indagine sociale", rappresentano inve-ce le aspettative generali del progettodi ricerca.

Obiettivo specifico è stato la realiz-zazione di uno strumento professionalefinalizzato a guidare l'azione di valu-tazione dell'assistente sociale nelleindagini sociali.

A fianco di tali finalità si è prefigu-rata anche la possibilità di un "valoreaggiunto" sulla dimensione del rappor-to tra assistente sociale e famiglia. Si èipotizzato infatti che una maggiore con-sapevolezza e "oggettività" dei criteri divalutazione adottati possa favorire unacomunicazione più limpida e compren-sibile tra assistente sociale e genitori,nella quale l'esplicitazione dei criteripermetta di stemperare paure e pregiu-dizi (reciproci) per lasciare più spazioa un'analisi realistica delle difficoltà ea possibili condivisione di percorsi dicambiamento.

PERCORSO METODOLOGICOLe tematiche analizzate e gli

obiettivi della ricerca hanno suggeritol'utilizzo di una metodologia di ricercapartecipata che ha coinvolto un gruppodi assistenti sociali (con solide prassiprofessionali in materia di indaginesociale e una formazione comune inmerito al tema in oggetto). Il gruppo èstato condotto da un ricercatore seniordel Cbm con la supervisione e assisten-za tecnica di due ricercatori Irs.

La ricerca partecipata è stata consi-derata come la modalità di indagine piùefficace, essa infatti è definibile come:"processo partecipato di riflessione nelcorso dell'azione", cioè come un viaggiocomune attraverso i diversi aspetti diuna situazione problematica di notevo •le complessità, fino alla convergenzasu intendimenti e rappresentazionicondivise e vagliate attraverso i diver-si apporti: altre esperienze, vissutedei protagonisti, conoscenze tecnicescientifiche, ecc.

La scelta di tale metodo non è pertanto legata a motivazioni ideologicio ideali: il criterio di scelta è legato all;.potenzialità di efficacia della ricercaconsiderate le tematiche in esame.

Per questa ragione la partecipazione non è stata di tipo formale o ritualema reale e gli attori coinvolti hanrjinteragito con pari potere decisionalsia nella definizione deeli strument:sia nell'analisi e interpretazione derisultati.

Nel corso del lavoro, che si è protrai

Page 3: La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA ... In questo senso l'indagine sociale

to per circa 18 mesi, sono state adottatealcune attenzioni metodologiche voltea evitare che si producessero alcunirischi tipici della ricerca partecipata:l'eccesso di spontaneismo (l'illusioneche sia sufficiente mettere le personeattorno a un tavolo per produrre "magi-camente" un buon lavoro) da un lato e,dall'altro, che i soggetti più potenti diun setting partecipativo esercitino unaqualche forma di manipolazione delprocesso e/o dei risultati (cfr. Fareri,2000; De Ambrogio, 2000a).

Una prima attenzione è stata quel-la identificare correttamente gli attori,rendendo a tutti chiaro il campo e illivello d'azione. La scelta operata è sta-ta di coinvolgere un gruppo di assisten-ti sociali, ciascuna con una pluriennaleesperienza in materia di trattamentodi casi di maltrattamento e abuso diminori, motivate al lavoro perché inte-ressate personalmente all'approfondi-mento del tema dell'indagine socialee alla costruzione di nuovi ed efficacistrumenti professionali.

La seconda attenzione metodologi-ca adottata è stata la predisposizionedi un percorso di indagine sufficien-temente elastico d'azione, ma anchesufficientemente definito per sostene-re la ricerca e darle un ritmo di lavoroproduttivo.

La terza attenzione ha riguardatola prassi di conduzione del gruppo; inaccordo con le esigenze del metodo del-la ricerca partecipata, il gruppo è statocondotto con tecniche funzionali a:• facilitare la comunicazione fra ipartecipanti;

mobilitare le loro risorse;integrare le loro competenze.La quarta attenzione metodologica

è consistita nel valutare in specificimomenti con il gruppo di lavoro, adogni passo, l'efficacia delle operazionirealizzate e delle tecniche utilizzatee eventualmente riorientare l'impo-stazione delle operazioni per la fasesuccessiva.

Ultima e quasi ovvia attenzione,anche se tutt'altro che secondaria,è stata la predisposizione prima edurante gli incontri di lavoro, di tuttii supporti informativi finalizzati amettere gli attori in condizione di pariopportunità, di condividere cioè unabase di conoscenze comuni.

In ordine al percorso, il lavoro èpoi proceduto secondo una strutturametodologica in otto passaggi fonda-mentali:

definizione del problema di ricercae della finalità generale;• identificazione delle prassi e dellestrategie in uso per trattare il problemadella ricerca;

• i dentificazione delle strategie e degliobiettivi operativi di ricerca;• condivisione del percorso di ricercae degli strumenti;• costruzione degli strumenti;

realizzazione della ricerca sul campo;analisi dei risultati;valutazione dei risultati e verifica

delle ipotesi di partenza.La ricerca ha previsto un'articola-

zione in tre fasi distinte, sviluppatenell'arco di circa un anno e mezzo(settembre 2000 - marzo 2002). Unaprima fase dedicata all'impostazionee alla costruzione dello strumento,una seconda fase dedicata alla realiz-zazione della ricerca sul campo e allavalidazione dello strumento, una terzafase, infine, dedicata alla raccolta eall'analisi dei risultati

La prima fase è stata dedicata allacostruzione di un linguaggio comune inmento alle tematiche della valutazionee all'individuazione dei principali sno-di cruciali caratteristici delle indaginisociali.

In particolare, si sono presi in con-siderazione i seguenti temi:

l'identificazione della struttura tri-angolare del contesto in cui si colloca lavalutazione, costituito dalla triade autori-tà giudiziaria, servizio sociale e famiglia;• la distinzione tra criteri e indicatorie la relativa necessità di individuareall'interno dei vari criteri, reputatisignificativi, degli elementi che permet-tano di collocare la situazione all'internodi una graduazione;• l'opportunità di distinguere unaspetto descrittivo (la raccolta deglielementi) da un versante valutativo(la loro analisi attraverso la colloca-zione in una scala di gradualità chefacilitasse l'espressione di giudizi);

l'individuazione di una "scala" chepermettesse di collocare la situazio-ne del bambino nelle dimensioni delbenessere, del rischio e del danno,ulteriormente definita nello specificodanno ipotizzato all'interno dei varitipi di maltrattamento o abuso indicatidalla letteratura di settore;8

un ulteriore criterio di graduazioneè stato messo a punto utilizzando le piùrecenti elaborazioni in merito all'ezio-logia dei maltrattamenti e alla prospet-tiva dell'interazione dinamica tra fat-tori di vulnerabilità (che incrementanola possibilità che le situazioni di rischioevolvano nella direzione di produrre undanno) e fattori proteggenti/protettivi(che contribuiscono a "deviare" latraiettoria rischiosa insita nelle condi-zioni iniziali);9

• la posizione del valutatore nei con-fronti delle fonti dalle quali le informa-zioni si sono tratte (per esempio, attra-

verso colloqui, osservazione diretta,opinione di testimoni intervistati, ecc.)e della loro attendibilità. In merito aquesto il valutatore considera le diver-se informazioni e opinioni provenientidalle diverse fonti e le connette, secondoun criterio di coerenza e attendibilità,giungendo ad un proprio autonomo giu-dizio valutativo;

il tema dell'oggettività della valuta-zione e della soggettività del valutato-re. La formulazione della valutazionenell'indagine sociale consiste in unprocesso che prende l'avvio da valuta-zioni iniziali soggettive, caratterizzatedalla preponderanza, nei criteri e nellemodalità adottate nella valutazione,di fattori impliciti emotivi, personali erelazionali e procede progressivamen-te verso giudizi sempre più oggettivi,tendendo asintoticamente all'ogget-tività assoluta, ma conservando laconsapevolezza che in questa material'oggettività assoluta non esiste. Laformulazione di giudizi più oggettiviè sostenuta dall'analisi e dalle connes-sioni fra le diverse fonti disponibili ela ricerca della coerenza fra le diverseinformazioni raccolte; la dimensionedella coerenza non è ricercata solointernamente al singolo caso mettendoin connessione le diverse informazio-ni, ma anche esternamente in unadimensione "clinica", che considera leprecedenti esperienze operative in casisimili, e "scientifica" che considera ilpatrimonio di conoscenze teoriche delprofessionista.

LO STRUMENTO DI VALUTAZIONEII protocollo

Sulla base dei punti di attenzionesopra segnalati, è stato costruito un pro-tocollo che permettesse di scomporre,rendendole visibili, le diverse tappe delprocesso valutativo. Tale scomposizioneè avvenuta in cinque capitoli rispettiva-mente dedicati a:

la definizione del campo, in esso vie-ne indicato l'oggetto della valutazione,il richiedente e l'ipotesi che si intende

Note5 Meucci, Scarcella, 1984; Sacchetti, 1987;

Vercellone, 1999; Mazza Galanti, 1999; Carena,1999; come autori del versante "giudiziario" e Pin-na, 1998; Barbero Avanzini, 1997; Amadei, 1996;Campanini, Luppi, 1988; Campanini, 1993; Neve,1993; sul versante dei servizi.

6 D'Adda, 1999; AA. W., 1990; Crivillé, 1995;Comune di Milano, 1999.

7 Infatti, pur essendo oramai numerose lepubblicazioni sulla rivelazione degli indicatoridi rischio e di maltrattamento, queste raramenteprendono in considerazione lo specifico punto divista dell'assistente sociale.

8 Maltrattamenti fisici, trascuratezze o altrepatologie di cura, abusi sessuali, maltrattamentiPsicologici o esDOsizioni prntrattp a l ta xrinlo^^o

tra adulti secondo le ripartizioni generalmentepreviste dalla prevalente letteratura in materia(Di Blasio, 2000; Montecchi, 1998).

9 Di Blasio, 2000; Emiliani, Bastianoni, 1998.

OO

tuu.OKO.

Page 4: La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA ... In questo senso l'indagine sociale

verificare; in linea generale l'ipotesida verificare riguarda dove si collocail bambino lungo il continuum di unagraduazione tra benessere, rischio edanno;• la descrizione della situazione, hail significato di salvaguardare lo spa-zio narrativo dell'assistente sociale,caratteristico delle indagini sociali: inesso viene descritta sia la situazionedella famiglia, sia l'attività di inda-gine. Gli elementi che fonderanno lavalutazione, dopo esser stati analizzatiutilizzando la griglia di analisi (tavolaI ) , vengono qui presentati nel contestocon cui sono stati colti e raccolti dall'as-sistente sociale. In questa sede vengonoindicate anche le varie fonti di infor-mazione unitamente a una valutazionedella loro attendibilità.• la griglia di analisi, per consentireun'analisi articolata ed esaustiva deglielementi raccolti è stata predispostauna griglia nella quale sono indicatecinque aree considerate particolar-mente significative nella formulazionedi una diagnosi: il contesto sociale, lasituazione personale del bambino e del-la fratria, il rapporto genitori/figli com-presi i nonni, la storia individuale deigenitori e della coppia, la relazione trafamiglia e servizi e assistente sociale.Per ognuna delle cinque aree vengonoindividuati i fattori di vulnerabilità e ifattori protettivi e gli elementi indica-tori di una situazione di benessere e didanno. La griglia analitica, compostada cinque righe e da quattro colonne èpresentata nella tavola 1.

la diagnosi della situazione, uncapitolo specìfico rappresenta l'am-bito della sintesi e della valutazionein senso stretto. Qui si indica se leipotesi iniziali hanno trovato o menoconferma e se il minore si colloca inuna situazione di benessere, rischio edanno; viene indicata anche l'ipotesidi responsabilità in termini di autoridel maltrattamento e le domande cherestano aperte;

il protocollo si conclude con un unaparte dedicata alle strategie proposteper migliorare la situazione, alla lucedella già citata ipotesi generale che "sivaluta per migliorare"; vengono per-tanto indicate anche le risorse presentisia nella famiglia che nella rete.

Il protocollo è stato affiancato dadue ulteriori strumenti:

una serie di "avvertenze per l'uso",contenente alcune specificazioni esuggerimenti per il valutatore, volti afacilitare la realizzazione dell'indaginee l'utilizzo dello strumento;

un "diario di bordo" nel qualeannotare gli ostacoli e le difficoltà manmano emergenti nella realizzazione

IVIktfDLA 1 Griglia :,di analisiIndicatori

Fattori di Fattori Segni dirischio protettivi benessere

Aree

Segni dimalessere/maltrattamento

Contesto socialee ambientale

Come sta ilbambino e ifratelli/sorelle

Rapportogenitori/figliNonni

Storia deigenitori/coppia

Relazione con iservizi

dell'indagine e nell'utilizzo del proto-collo. In particolare, lo scopo del diarioè stato di riportare la scelta effettuatadal valutatore in merito all'analisi dialcuni elementi e la loro collocazionenella griglia. Infatti, le aree dello sche-ma analitico sono molto intrecciate esussiste un'elevata possibilità che unostesso indicatore possa essere collocatoin più caselle a seconda del contesto incui lo si considera (per esempio, unamadre alcolista è un indicatore dimalessere del genitore e un fattoredi vulnerabilità nella relazione con ilbambino; oppure una nonna presente eaffettiva è un fattore di protezione peril bambino ma se tende a escludere lamadre rappresenta un fattore di vul-nerabilità per la relazione del bambinocon la madre e così via). Nel diario dibordo sono annotati anche i dati piùsalienti della relazione tra l'assistentesociale e la famiglia e le difficoltà spe-cifiche incontrate nella realizzazionedell'indagine.

IL PERCORSODI SPERIMENTAZIONE EVALIDAZIONE DEL PROTOCOLLO

Lo strumento "protocollo" è statotestato e validato in tempi e modi diver-si, al fine di verificare la misura in cuirisponde all'obiettivo di sostenere lafunzione professionale di valutazioneda parte degli assistenti sociali.

Il primo test è avvenuto a metà delpercorso di realizzazione della ricercasul campo, in seguito a una prima appli-cazione a circa 20 casi, ed ha portatoad una integrazione di alcune parti delprotocollo. Il test ha avuto inoltre lafunzione di giungere a una maggiorearticolazione dello strumento "avver-tenze per l'uso".

Una seconda fase dì validazione siè svolta a conclusione della realizzazio-ne della ricerca sul campo, dopo aver

raccolto oltre 50 protocolli compilatidalle professioniste, relativamente adindagini effettivamente realizzate nelperiodo di svolgimento della ricerca.Tale validazione si è svolta attraversotre diversi metodi:• questionario di soddisfazione sullostrumento sperimentato, sottoposto aciascuno dei partecipanti (questiona-rio semistrutturato a domande aperte,somministrato in gruppo e compilatoindividualmente);

scheda di valutazione dello stru-mento. Ogni protocollo è stato esamina-to da due ricercatori/analizzatori ester-ni, che condividono la stessa competen-za professionale dei partecipanti allaricerca, secondo una scheda di valuta-zione nella quale, oltre ad alcuni datidescrittivi della casistica considerata,viene rilevato il grado di coerenza tra lediverse tappe consequenziali previstedal protocollo. Agli analizzatori è statochiesto di attribuire alle varie tappeun voto di coerenza tra la descrizione el'analisi, tra l'analisi e la diagnosi e trala diagnosi e le strategie di intervento/prognosi;

realizzazione di un test di verificaattraverso la diagnosi "a tavolino". Aidue analizzatori esterni sono stati affi-dati alcuni frammenti di protocollo checontenevano tutti gli elementi descrit-tivi ed analitici, ma privi della parterelativa alla valutazione in senso stret-to (diagnosi e strategie di intervento). Ilcompito affidato agli analisti è stato diformulare le diagnosi in base alla defi-nizione del campo, agli elementi descrit-tivi e analitici presenti nei protocolli. Ilsuccessivo confronto tra le diagnosi e leprognosi "reali" (ovvero realizzate dalleassistenti sociali che affettivamentehanno svolto le indagini) con quellaeffettuata "a tavolino" ha consentitoun'ulteriore verifica sulla coerenza edefficacia dello strumento.

Page 5: La vantazione nelle indagini sociali - Studio BiFi · SOCIALI STRUMENTI E METODI PER VALUTARE I CASI ATTRAVERSO L'INDAGINE SOCIALE RICHIESTA ... In questo senso l'indagine sociale

I PRINCIPALI RISULTATIDELLA SPERIMENTAZIONE

Dal questionario di soddisfazionesull'uso dello strumento è emerso ungiudizio globalmente molto positivo delprotocollo messo a punto e dei vantaggiche esso produce per il valutatore.

Tutti i partecipanti lo hanno defi-nito un ottimo strumento di lavoro, inparticolare perla componente di ordinee sequenzialità che introduce scompo-nendo le fasi logiche del percorso valu-tativo dell'indagine sociale.

Inoltre sono stati individuati iseguenti punti di forza:• facilita la raccolta delle informa-zioni, sia attraverso una maggioreorganizzazione delle aree tematichesignificative sia attraverso la visualiz-zazione dell'importanza di bilanciarela valutazione tra elementi di rischioe fattori di protezione;

favorisce un maggior equilibrio epermette una analisi più oggettiva;

permette di realizzare con piùsicurezza una diagnosi ancorata allasituazione del minore;

aiuta a coinvolgere i familiari e adesplicitare loro la valutazione effettuata.

All'interno di questo quadro posi-tivo sono stati anche evidenziati unaserie di punti critici. Fra questi, quelliche sono emersi in modo particolareriguardano:

il tempo necessario per condurreadeguatamente i singoli passaggi pre-visti dal protocollo, che richiede unaraccolta di informazioni ed una faseanalitica reputata più consistente edimpegnativa rispetto a quanto avveni-va in precedenza;

la già accennata difficoltà di colloca-zione dei vari elementi descrittivi nellediverse celle della griglia.

A seguito della lettura dei risultatidel questionario, il gruppo ha osser-vato come, in realtà, i punti criticisegnalati rappresentavano anche ele-menti di conferma della attendibilitàdello strumento, perché ha messo inevidenza come questo costringa il pro-fessionista a riflettere, a non affrettarsie a considerare in modo bilanciato lediverse informazioni disponibili primadi formulare il giudizio valutativo.

L'analisi delle schede di valutazio-ne dello strumento e il test "diagnosi atavolino" hanno complessivamente for-nito ulteriori elementi di conferma del-la validità dello strumento adottato.

Attraverso le schede si è infattinotato che i passaggi logici proposti dalprotocollo sono stati svolti dalle assi-stenti sociali con un livello di coerenzacomplessivamente alto (70% dei u<asi,tra alto e medio-alto) e crescente viavia che esse divenivano maggiormen-

te padrone dello strumento. Anche isingoli passaggi sono stati considerati,dalle ricercatrici, come in massimaparte coerenti e comprensibili: infattiil passaggio dalla descrizione all'ana-lisi trova un alto livello di coerenzanell'80% e nell'86% dei casi (a secondadel focus individuato), e per quellodall'analisi alla diagnosi si ha un altolivello di coerenza nel 78% dei casi.

Questi risultati hanno inoltre per-messo di rassicurare le professionistein merito alle incertezze segnalate neipunti critici del questionario di soddi-sfazione, relativamente alla collocazio-ne degli elementi raccolti nella griglia dianalisi, e ci segnalano invece un'elevatacapacità di analisi coerente (e condivi-sa) delle informazioni raccolte.

Anche il passaggio dalla diagnosialla prognosi ha registrato un buongrado di coerenza (pari al 74% dei casi),anche se, in certa misura, inferiorerispetto ai passi precedenti.

Tale dato è simmetrico con quantoemerso nel test di verifica realizzatoattraverso la diagnosi "a tavolino".

Tale test infatti da un lato ha fattoemergere che le diagnosi realizzatedalle ricercatrici " a tavolino" sonorisultate molto simili, se non addi-rittura uguali a quelle proposte dalleassistenti sociali che effettivamenteavevano condotto le indagini, dall'altroè emerso che le strategie di interventoipotizzate a tavolino differivano abba-stanza rispetto a quelle reali.

Evidentemente la conoscenza diret-ta della famiglia e del territorio, e dellepotenzialità e dei limiti delle sue risor-se, se non ha influenzato la formula-zione di una valutazione del benessere,rischio o danno del minore in esame, hacomunque orientato rispetto alla con-siderazione delle migliori opportunitàper superare le difficoltà e migliorare lacondizione di vita del bambino.

Si tratta di un risultato di indagineche meriterà ulteriori riflessioni, ma checomunque invita gli assistenti sociali aconsiderare con attenzione non solo ipassaggi logici e analitici per la formula-zione della diagnosi, ma a mantenere lasoglia alta anche nel momento cruciale,nel quale dalla diagnosi si determinanole possibili strategie di intervento utiliper aiutare e sostenere il caso.

CONCLUSIONILa ricerca partecipata ha raggiunto

i suoi obiettivi e confermato le sue ipo-tesi di partenza.

Infatti, ha messo a punto e speri-mentato con successo uno strumentopi ofeasiunale finalii-z-atu a guiddie

l'azione di valutazione dell'assistentesociale nelle indagini sociali.

Il protocollo è stato considerato daisuoi utilizzatori come uno strumento dilavoro assai utile per acquisire maggio-re solidità e sicurezza nelle valutazionie maggiore autorevolezza nei confrontidell'autorità giudiziaria che richiede leindagini.

Inoltre, rispetto al 'valore aggiun-to'indicato come uno degli obiettivi delprogetto, molte fra le professionistecoinvolte hanno affermato che l'usodel protocollo ha permesso loro di con-siderare in modo più "laico" e tranquil-lo tutti gli attori in campo, famiglia diorigine compresa. Il fatto che tali attorisiano infatti tenuti in considerazione inquanto potenziali risorse per il minore,fa sì che in essi si possano riconoscereanche potenzialità nascoste, ma chepossono, con opportuni sostegni, emer-gere ed essere utilizzate per il maggiorebenessere del minore.

In questa direzione il gruppo diricerca ha deciso di proseguire conulteriori attività nel solco dei lavorofin qui svolto. Intende, infatti, esten-dere l'uso dello strumento a ulterioriprofessionisti attraverso specificheattività formative finalizzate a farloconoscere, comprendere e utilizzare.Fine dell'iniziativa è di sviluppare lariflessione teorico pratica e di consoli-dare la funzione professionale di valu-tazione che l'assistente sociale svolgeancora e troppo spesso senza che leistessa e gli altri suoi interlocutori rico-noscano l'esercizio di tale competenzacon sufficiente solidità professionale eautorevolezza.

BibliografiaAA. W., "Esplorazioni sull'indagine", Vivere

Oggi, 2, 1990.Alfoldi R, L'évaluation enprotection del'enfancc.

Théorie et méthodc, Dunod, Paris, 1999.AmadeiT.,.Eadesso che faccio? L'assistente socia-

le tra pratica e teoria, Angeli, Milano, 1996.Barbero Avanzini B., Giustizia minorile e servizi

sociali, Angeli, Milano, 1997.Bertotti T.. "Il bum out degli operatori che si

occupano di abuso all'infanzia. La doppia traspa-renza come strategia preventiva", in // bambinoincompiuto, Unicopli, Milano, 1990.

Bertotti T., "La presa in carico e le funzionidell'assistente sociale", in Ghezzi D., Vadilonga F.(a cura di). La tutela del minore, Cortina, Milano,1996.

Campanini A. M., Luppi R, Servizio sociale emodello sistemico, Nis, Roma, 1988.

Campanini A. M., Maltrattamento all'infanzia.Problemi e strategie di intervento, Nis, Roma,1993.

Cirillo S., Di Blasio R, La famiglia maltrattante,Cortina, Milano, 1989.

Cirillo S. (a cura di), // cambiamento nei contestinon. terapeutici. Cortina, Milano, 1990.

Comune di Milano, Settore Servizi Sociali Coord.Area Minori, Protocollo metodologico indaginesociale, 1999.

CrivilléA., Genitori violenti, bambini maltratta -ti, Liguori, Napoli 1995.

D'Adda L.,"Gli strumenti professionali dell'assi-stente sociale nel contesto dell'indagine richiestadall'autorità giudiziaria", Rassegna di serviziosociale, 4, 1999.

Dal Pra Ponticelli M., Lineamenti di servizio

ooco

COcomu.OKO.