L’INCLUSIONE SOCIO -LAVORATIVA DI PERSONE SOTTOPOSTE A … · Per combattere l’esclusione...

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L’INCLUSIONESOCIO-LAVORATIVADIPERSONESOTTOPOSTEAPROVVEDIMENTIDELL’AUTORITÀGIUDIZIARIA

AcuradiDanielaFarini–ConsorzioOPEN

1.Introduzione

L’inclusionesocio-lavorativadipersonesottoposteaprovvedimentidell'AutoritàGiudiziariamiraacostruire percorsi di inserimento occupazionale basati sulla valorizzazione delle competenze deibeneficiari;ciòapartiredaun’analisidelleesperienze,delleabilitàedelleaspirazionidellapersona,con l’obiettivo anche di valutarne le potenzialità, nella definizione e nello sviluppo professionale,qualesoggettoinclusonelmercatodellavoro.Scopogeneraleditaliinterventièquellodiampliareleopportunità occupazionali dei beneficiari,migliorando, soprattutto la lorooccupabilità, creando legiustecondizioniecercandodigarantire,perquantopossibile,unrapportoconl’ambienteesterno,con la struttura organizzativa e le regole del lavoro e della vita sociale. Fondamentale è ilcoinvolgimento e il concorso di numerose figure professionali, all’interno di un processo diinclusione, al quale sono chiamati a partecipare gli operatori del pubblico e privato,dell'AmministrazionePenitenziariaedegliEntiLocali.

In quanto persone “difficilmente occupabili”, per i soggetti sottoposti a procedimenti giudiziari ilprocesso inclusivo diventa quasi una corsa ad ostacoli, e le procedure burocratiche ed i ritardiamministrativispessovanificanotantisforziavviatiperuninserimentolavorativodisuccesso.Itempidel mercato del lavoromal si adattano ai tempi di verifica dellaMagistratura per l’accesso o undiniego ad unamisura alternativa al carcere. Questo vuol dire per molti casi la capacità, per chigestisceserviziperl’inclusionesocio-lavorativa,diriprogettazionecontinuadipercorsiesoluzioni.

Generalmente,lemacroareetematichediintervento/serviziosono:

a.Presaincaricoedorientamentoprofessionale/allavoro

b.Formazioneprofessionaleintraedextramuraria

c.Accompagnamentoeinserimentoallavoroesterno

d.Accompagnamentoedinserimentolavorativointramurario

Nellamaggiorpartedelleesperienzeconcreterealizzatenelpanoramaitalianoedeuropeo,l’offertaappare composita ed “integrata” (integrazione fra presa in carico -orientamento – formazione –accompagnamentoeinserimentoallavoro),componendoun‘modello’diinterventodisponibileperadulti(personedetenute,personeinesecuzionepenaleesterna,personeammesseall’art21,personeex-detenute)eminori(inIPM,incomunità,inaffidamentoall’USSM)incaricoallaGiustiziachevedeattivamente coinvolti operatori del pubblico e del privato dei servizi per il lavoro, operatori dellagiustizia,deiservizisociali,delterzosettore.

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a.Presaincaricoeorientamento

Iproblemipiùpressantipergliautoridireato,durantel’esecuzionedelprovvedimentostabilitodall’Autoritàgiudiziaria, riguardanonon solo l’esecuzionedellapena,ma soprattutto il dopo, ilmomentodel rilascio. Laricercadiunlavoroodiunalloggio,entrambiindispensabiliquandositornainlibertà,sonoatuttiglieffetti‘unproblema’perchièdetenutoeilsostegno,anchesoloinformativo,l’attivitàdiraccordoconl’esternochepossono essere forniti durante l’esecuzione dei provvedimenti giudiziari, si rivelano spesso preziosissimi.Divienepoimoltoproblematicose,comeaccadespesso,l’esecuzionedellapenaavvieneinunluogodiversorispetto a quello da cui la persona proviene e dove tornerà finita di scontare la propria condanna. In taleottica, la presa in carico e l’orientamento professionale ed extraprofessionale comportano un approccioindividualizzato sui bisogni del richiedente strettamente connesso al potenziamento dell’autonoma edell’occupabilitàdeidestinatari.Inconsiderazionedellaspecificitàdellacondizioneminorile,lafunzionedellapresa in caricoedell’orientamento si accentua (necessitàdi risocializzazione): l’assunzionedi responsabilitàdella persona nel valutare e prendere decisioni dopo aver esaminato le diverse possibilità, la facoltàprogettuale,ovverolacapacitàdiconoscerelepropriepotenzialitàeiproprilimiti,diprogettareunfuturodilavoroedirelazioniaffettiverealisticorispettoalcontestostoricoesocialediappartenenza,l’abilitàsociale,ilsapersi relazionare con gli altri inmodo costruttivo,mantenendo gli impegni e essendo in grado di gestirefrustrazioniedaggressività,l’acquisizionediabilitàpraticherelativeallagestionedelleincombenzequotidianedentro e fuori casa, sono elementi imprescindibili nella strutturazione dei percorsi educativi individualizzatidellepersoneentratenelcircuitopenale.

b. Attività formative intra/extramurarie Lamaggior parte dell’offerta si è ad oggi concentrata sulle attivitàformative rivolte agli autori di reato, anche in coerenza con il rilievo che, nel nostro ordinamento, laformazionehaper le finalitàdellaesecuzionedellapena.Comeènoto, l’OrdinamentoPenitenziario italianohariconosciutoall’istruzioneilruolodielementofondamentalenelprogrammaditrattamentorieducativodelcondannato (art. 15), sia come strumentodi approfondimentodella formazione scolastica, sia comemezzoper stimolare nelle persone condannate nuovi interessi, ampliando le loro conoscenze ed eventualmentearricchendone la personalità. La formazione dunque, viene vista come attività trattamentale e“trasformativa”,enonacasol’articolo48dell’OrdinamentoPenitenziario,el’articolo94delRegolamentodiesecuzione del 1976, considerano il percorso l’istruzione come elemento di valutazione per la concessionedellasemilibertàedella liberazioneanticipata. Ilsecondocommadell’art.19dell’OrdinamentoPenitenziarioimpone poi particolare attenzione alla formazione dei minori e giovani-adulti”. Al di là della valenzatrattamentale,laformazioneèarticolataedorientataversol’occupabilitàdellepersoneedilloroinserimentolavorativo, mirata, cioè, a fornire ai partecipanti una concreta opportunità di inserimento lavorativo,strutturando,parallelamentealcorso,anchedeicanalidicollegamentoconaziendemediantestage,tirocinieworkexperienceoppureorganizzandoalternanzaformazione/lavoroconcantieriscuolaintramurari.

c.d.Accompagnamentoedinserimentoallavorointra/extramurarioL’ingressoall’internodelsistemapenaledeterminadinormaunarotturanellatraiettoriaesistenzialediunapersona.Laprivazionedella libertà,benlungidallimitarsiadessereunasanzionecircoscritta,tendeadispiegareiproprieffettisecondounadinamicaa spirale involutiva. Alla limitazione della libertà di movimento si accompagna, di norma, l’immediataincapacità produttiva dell’individuo, che perde ogni sua possibilità di produzione di reddito. Questacircostanzaconcorreadeterminareunaseriediconseguenzeacatenasiasullavitadellapersonachescontalamisurapenale,siasuquelladellacomunitàfamiliarealeicollegata.Esserealmarginecomportamoltospessol’incapacità di agire la richiesta di servizi ed è per questo che la persona con procedimenti penali puòraggiungereipropriobiettividireinserimentoconuncertogradodisuccessosoloseèinpossessodirisorseprofessionali,relazionaliedeconomiche.Perquantoriguardaigiovaniautoridireato,illavoropuòsvolgereuna ‘funzione educante’ e può ben inserirsi nel cammino di costruzione dell’identità del giovane. Il lavoropermette di incontrare un ambiente organizzato secondo delle regole ben precise, che prevedel’identificazione/differenziazionediruolispecificielasuddivisionedeicompitidasvolgere,oltreallapossibilitàdi intrecciarenuove relazioniedi sperimentarsi inmodoattivoeproduttivo.Attraverso l’inserimento inuncontesto lavorativo la persona può sperimentare apprendere e gradualmente interiorizzare alcune normespecifiche(puntualità,presenza,disponibilitàarendersiutile)ealtregeneralizzabiliacontestidivitapiùampi(rispettodeiruoli,correttezza,rispettodegliambientiedell’altro),arrivandoancheaviverelaregolanonsolocomelimiteecostrizione,maanchecomemezzoperstrutturaretempiespazi.Glistrumentiperl’inserimento

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lavorativo sono quelli prevalentemente utilizzati per il sostegno all’inserimento lavorativo dei soggettisvantaggiati.Sitrattanellamaggiorpartedeicasidiesperienzeinsituazionelavorativa,senzal’instaurazionedi un rapporto di lavoro. Sonomodalità di avvicinamento al lavoro regolamentate per legge e che devonoavveniresotto ilcontrollodeiservizipubbliciper l’impiegoodientieorganismiautorizzati,come istituzioniscolastiche e centri di formazione o cooperative sociali. Riguardo al lavoro intramurario, l’art. 15dell’OrdinamentoPenitenziario,consideraillavorocomeelementodeltrattamentorieducativoeprevedechele direzioni degli Istituti diano possibilità di lavoro, alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria o diimprese esterne, compatibilmente con le disponibilità logistiche e di sicurezza. Generalmente le iniziative‘private’ (imprese o cooperative sociali) operano su una specifica nicchia dimercato, caratterizzata da sueesigenzecomunicative,promuovendounmarchioidentificativodeiserviziofferti.

Questamacroarticolazionedell’offertahaqualepresuppostoilrafforzamentodeirapporticonleregioni,glienti Locali, il terzo settore, il volontariato ed i rappresentanti dell’imprenditoria locale L’azione stessa diraccordo e coordinamento, l’attivazione di coordinamenti di reti interistituzionali e sociali tra servizi dellagiustizia, sociali, sanitari, culturali, con i servizi per l’impiego e formativi diventa negli ultimi anni cruciale,conditiosinequanon,perl’attuazionedipercorsidireinserimentodellepersoneentratenelcircuitopenale.Ilprocesso inclusivo nonpuò infatti essere programmato inmaniera definitiva dall’inizio,ma seguepiuttostologichedi rimodulazioneprogressiva, funzionalialsuperamentodelledifficoltàcheostacolano latransizionedal carcere alla società aperta. La marginalità sociale ha, infatti, carattere multidimensionale. Non è soloriferibile a una situazione di esclusione dal mercato del lavoro, ma anche a fragilità familiari, relazionali esociali, a carenze culturali e formative, allo stato di salute fisica e psichica, alla precarietà della condizioneabitativa, alla difficoltà di accesso alle opportunità e ai servizi. Per combattere l’esclusione sociale sononecessari,dunque,interventimultidimensionalichemettanoalprimopostolacostruzionedisistemiintegratiperl’inclusionesocialeelavorativadeisoggettidestinatari.

Ilrecentedocumentoeuropeo“ActiveInclusionLearningNetwork”esprimechiaramentequalisonoifattoridisuccessoperl’occupazionedipersoneuscitedalcarcere:-risorseinreteespecificamentededicate-capacitàdigestionedelprocesso(multicomponente)-professionalitàdedicateconcompetenzespecificheriguardol’occupabilità-partnershipeffettivaedattivaalivellolocale-approccioindividualizzato,flessibileeaderenteaibisognidellapersona- formazioneprofessionalee sul lavorocon interventi complementaribasati sullo sviluppodellecapacitàedattitudinipersonali-interventimiratisuautostimaeinterventimotivazionali-contemporaneosviluppodipercorsidiaccessoall’abitareeaiserviziperlasalute

2.Glistrumentiadisposizione

Percrearecondizionichefavoriscanol’inclusionesocialedipersonesottoposteaprovvedimentidell'AutoritàGiudiziaria,laculturaallavororisultaessereunalevafondamentale,dasostenereconiniziativeadiversilivelli:in primo luogo fornendo informazioni, quindi coinvolgendo i beneficiari nella riprogettazione di sé e dellapropriavita inun’otticadi legalità, inserendoprogressivamentenelprocesso tuttiglioperatorichepossonoaccompagnarlinellevarietappedelpercorsoinclusivo.

L’art. 1 della Costituzione Italiana sancisce che: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.L’art. 4 stabilisce che: “La Repubblica italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove lecondizionicherendonoeffettivoquestodiritto”.L’art.35prevedeche:“LaRepubblicatutelaillavorointuttele sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione dei lavoratori (...)”. La Costituzione Italianainoltre all’art. 27 esplicitamente prescrive che la pena irrogata ad un condannato deve tendereessenzialmente ai fini rieducativi. Nella riforma penitenziaria del 1975 (Legge 354/75), il lavoro diventa unelemento cardine dell’esecuzione della pena, perché diretto a promuovere il reinserimento sociale deldetenuto:perquestonondeveaverecarattereafflittivoedeveessereorganizzatosecondometodianaloghia

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quelli del lavoro nella società libera; il detenuto può lavorare all’interno del carcere (intramurario) oall’esterno (extramurario).Grazieaquesta riformaaidetenutièdata lapossibilitàdi svolgereuna regolareattivitàlavorativapressoimpreseesternealcarcere;inparticolaresitrattadi:

• lavoroall’esternoperidetenuti,annoveratotraibeneficicarcerarienontralemisurealternative,nelsensocheessononrappresentaunmododiversoperscontarelapena,maunaconcessionenelcorsodelladetenzione.Essoè regolamentatodall’art.21dell’OrdinamentoPenitenziario (OP)edèconcessodaldirettoredell’istitutodipena.Consistenellapossibilitàdiusciredalcarcerepersvolgereun’attivitàlavorativa,ancheautonomaoppureperfrequentareuncorsodiformazioneprofessionale(art.21OP,comma4bis);

• lavoro in semilibertà, previsto all’interno della misura di semilibertà (artt. 48 - 50 OP). Ilcondannato rimane in stato di detenzione ed il suo reinserimento nell’ambiente libero è parziale.Viene,infatti,dataaldetenutol’opportunitàditrascorrerepartedelgiornofuoridall’istitutodipenaperpartecipareadattivitàlavorativefunzionalialsuoreinserimentosociale.Ancheinquestocasolaresponsabilitàèaffidataaldirettoredell’istitutodipena;

• affidamentoinprovaalserviziosociale,regolamentatodall’art.47dell’OP,cosìcomemodificatodall’art. 2 della L.n. 165/98 (Legge Simeone - Saraceni). Si tratta di una misura alternativa alladetenzione più ampia poiché si svolge totalmente nel territorio ed intende evitare alla personacondannata i danni derivanti dal contatto con l’ambiente penitenziario e dalla condizione diprivazionedellalibertà.Consistenell’affidamentodelcondannatoalUEPE,fuoridall’istitutodipena,perunperiodougualeaquellodellapenadascontare.

L’ordinamentopenitenziarioèstatosuccessivamenteintegratoemodificatoaseguitodell’approvazionedellacosiddettaleggeGozzini(L.663/1986)chehaintrodottoleseguentimisure:

• ladetenzionedomiciliare chehaampliato l’opportunitàdellemisurealternative consentendo laprosecuzione, per quanto possibile, delle attività di cura, di assistenza familiare, di istruzioneprofessionale o di lavoro, già in corso nella fase della custodia cautelare nella propria abitazione(arrestidomiciliari),anchesuccessivamentealpassaggio ingiudicatodellasentenza.Sievitacosì lacarcerazioneelerelativeconseguenzenegative;

• ipermessipremio, concessiaqueidetenuti chenon risultanodiparticolarepericolosità sociale.Essi hanno durata non superiore, ogni volta, ai quindici giorni e consentono di curare interessiaffettivi,culturaliedilavoro.

• la liberazione anticipata, applicabile a ciascun condannato, che consiste nello sconto diquarantacinquegiorniperognisemestrescontatoconregolarecondotta.

L’incidenza di questi provvedimenti sul processo di reinserimento socio-lavorativo del detenuto o dell’exdetenutoèstatoedèfondamentale,poichépermettediintervenire,giàinfasediesecuzionedellapena,nellacostruzionedelpercorsodiinserimentosocialedellapersona.

Nel2000,persostenereedincentivaregliaspettidiaperturaalterritorio,sopraevidenziati,vienepromulgatala cosiddetta legge Smuraglia (Legge 22 giugno 2000, n. 193). La norma, denominata “Benefici perl'inserimentolavorativodeidetenuti”prevedevariemisureconlequalisiintendefavorirel'attivitàlavorativadei detenuti, con la possibilità di applicare sgravi fiscali e contributivi per quei soggetti pubblici o privati(imprese o cooperative sociali) che assumono lavoratori che si trovano nella condizione di detenuti inesecuzionedipena.Laleggesiproponedicreareuncollegamentodirettotrailcarcereedilmondoproduttivodisponendovantaggiperentrambi. Ibeneficiarideglisgravi fiscalisono le imprese(pubblicheoprivate)o lecooperativesociali.Oltreagli sgravi, sussiste lapossibilitàper lestesse impresepubblicheeprivateoper lecooperative sociali di stipulare con le direzioni delle carceri una convenzione per la gestione in comodato

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d’uso di lavorazioni penitenziarie al fine di impiegare detenuti all’interno dell’istituto stesso beneficiandoancheinquestocasodiagevolazionicontributive(art.1,L.193/2000).

3.ObiettivicondivisiSipuòaffermarecomesiaimmediatamenteidentificabileunapienaconsonanzatragliobiettivichesiponeilConsorzio OPEN e quelli riconosciuti e precisati a livello europeo (come sopra richiamato) in riferimentoall’inclusionesocio-lavorativadipersonesottoposteaprovvedimentidell'AutoritàGiudiziaria:

• supportarelapersonaduranteunprocessodianalisichecomprendeunsostegnopsico-socialeeunavalutazionedelleproprie risorsee capacità, al finediprendereconsapevolezzadi séedelleproprieopportunitàdiinserimentosocio-lavorativo(Stimolo,empowerment,consapevolezzaepresadi coscienza delle proprie risorse personali, relazionali e sociali; Conoscenza, maturazione erafforzamentodelleproprierisorse,attitudini,aspirazioniecompetenze,nellasferaprofessionaleelavorativa);

• fornireall’individuobeneficiarioconoscenze,competenzeeabilitàutiliall’eserciziodiunlavoro,al finediorientare la formazionediunaculturadibasedel lavoro, caratterizzatadadiritti,doveri,responsabilità e legalità (Acquisizione e approfondimento di abilità tecniche e competenzeprofessionali e lavorative attraverso processi di apprendimento informale come la formazione on-the-job;Sperimentazionedirettadipercorsipersonalizzatidiinserimentosocio-lavorativoinazienda,accompagnati, monitorati e supportati da personale specializzato; Integrazione in un contestolavorativo e professionale tradizionale, il quale può eventualmente concretizzarsi in occupazionestabileeduraturainazienda);

• ricercare, mantenere e rafforzare una rete di opportunità lavorative composta da imprese,unitàproduttive,associazionidicategoria,al finedianalizzareunapotenzialeoffertadi lavorochespessonontrovarispostaneicircuitiformalietradizionali;

• accompagnare l’individuo beneficiario ad entrare nel mondo del lavoro, fornendo attività diassistenza anche al datore, al fine di mantenere le condizioni necessarie per il processo diinserimentosocio-lavorativo;

• supportare le aziende al fine di attivare percorsi assuntivi incentivati anche attraverso ladisponibilità di personale specificatamente selezionato e formato, accompagnato e supportato daoperatoriadhoc,periqualiilperiododiinserimentoinaziendapuòdiventareunutileefunzionaleperiododi‘prova’.

• accrescere le competenze degli operatori dei servizi pubblici e privati fornendo strategie,strumentiemetodologieperaccompagnaregliutentinell’inserimentolavorativo;

• sensibilizzare associazioni di categoria, imprese, società civile per accrescere, a tutti i livelli,l’impegnoinquestosettore;

• supportare il sistema penitenziale fornendo ulteriori informazioni attraverso l’attività didiagnosieconoscenzadelsoggetto,svoltagrazieadunaspecificaeindividualizzatafasedianalisieorientamento;

• rafforzare la sinergia e la collaborazione tra cooperazione, pubblico e privato sociale,integrandoleesperienzeeleprassi

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4.Percorsiperl’inclusionelavorativadipersonerecluse

Sitrattadeipercorsivoltialmiglioramentodell’inserimentolavorativodeidetenutiitalianiedextracomunitari,realizzatiattraversointerventiasupportodellosviluppodelleconoscenzeecapacitàinambitoprofessionale.

La formazioneprofessionale è probabilmente unodei bisogni più rappresentati da quasi tutti i detenuti, inquanto consente di essere impegnati in un’attività, durante la fase detentiva, ma anche perché puòdeterminare delle concrete possibilità di inserimento lavorativo esterno, per coloro che sono più vicini aiterminidifruizionedimisurealternativee/oalfinepena.

L’offerta formativa intramurariamira a rafforzare da un lato l’inserimento in postazione lavorative interne(lavori domestici alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria e attività produttive che fanno capo acooperative e imprese che operano all’interno del carcere) e dall’altro ad accrescere le opportunitàoccupazionali,pertantofavorendoilreinserimentosocialediquellepersoneprossimealfinepena(dimittendidalcarcere)ocomunquenellecondizionidipoterfruiredellemisurealternativealladetenzione,rafforzandointalmodol’utilizzodeglistrumentidiesecuzionepenale.

In linea generale i destinatari delle attività formative svolte all’interno dell’Istituto Penitenziario sonoselezionabili tra i detenuti comuni, quelli cioè che non siano in regime di alta sicurezza, o “protetti” o inisolamento sanitario o disciplinare o nel reparto semiliberi. Tra i rimanenti, quelli che di norma vengono“privilegiati” nella selezione sono i detenuti che hanno una posizione giuridica definitiva per avere unamaggioregaranziadipossibilitàdiconclusionedelpercorsoformativo.Avolteadesempionelcasodipercorsiformativi di breve durata, è possibile coinvolgere anche detenuti con altre posizioni giuridiche, quali iricorrentieappellanti,trannegliimputatiche,dinorma,sonoesclusidallapossibilitàdiaccessoaicorsi.

Rispetto all’offerta di percorsi formativi a carattere professionalizzante, l’elevato numero della popolazionedetenuta straniera è un dato che non può essere sottovalutato; le caratteristiche “giuridiche/detentive” diquesta tipologia di detenuti risultano essere prevalentemente uniformi, in quanto si tratta di detenuti conpenemedio/brevi,relativeprevalentementeareatiditrafficodistupefacentieffettuatedapersonechegiàalmomentodell’entrata in Istitutorisultanosprovvistedipermessodi soggiorno,pertantonell’impossibilitàdipoterrimaneresulterritorioitaliano.Aciòvaaggiuntochecisitrova,ancheinquestocasoprevalentemente,in presenza di persone con scarse esperienze lavorative svolte sul territorio italiano; spesso le competenzeacquisite nel proprio paese di origine sono di difficile spendibilità sul nostro territorio; frequentemente illivello di scolarizzazione anche nel paese di origine non è elevato e ne consegue un’alfabetizzazionenecessariamentelimitata.

La migliore strategia di intervento sembra essere pertanto l’attivazione di percorsi volti al miglioramentodell’occupabilitàdipersone reclusemodulati inbaseallaposizionegiuridicaealla situazione trattamentale.Peridetenutiimpossibilitatiadintraprenderepercorsiall’esternodelcarceresonoattivatipercorsiattraversounmixdipercorsiformativieditirocini, interamenteall’internodelcarcere,mentreperquelcheconcerneidetenutiinpossessodeirequisitiperpoteraccedereallemisurealternativeoallamisuradellavoroall’esternoo prossimi al fine pena sono attivati all’interno del carcere interventi formativi e di accompagnamentopreparatoriadinserimentilavorativiesterniall’Istituto.

NelconcretociòavvienerendendodisponibiliallepersoneindividuatedallaDirezionedelcarcerepercorsidiorientamento e formazione (di diversa natura) accompagnati dai necessari servizi di supporto epersonalizzazione cheaiutino lepersone stessenell’inserimento/reinserimento in contesti produttivi interniedesterniall’istitutodipena.Solitamenteperqueidetenutiprossimialfinepenaonellecondizionidipoteraccedere ad una misura alternativa alla detenzione viene associato uno strumento, quale il Tirocinio,favorendointalmodolatransizioneversol’esterno.

Da ciò consegue che l’offerta deve essere differenziata andando ad individuare detenuti in possesso dicaratteristichenecessarieallosvolgimentodiattivitàinterne(periqualipuòesseredefinitaunaprogettualitàdimedio/lungoperiodo)cheesterne(periqualideveesserepredispostaunaprogettualitàdibreveperiodo).L’attività di selezione deve tenere bene in considerazione, oltre la posizione giuridica, le caratteristichedell’utenzaacuisirivolge:differenzeculturali,dilivellidiscolarizzazioneeesperienzeprofessionalisvolte,dimotivazione.Atalpropositosisottolineacheinvirtùdell’elevatapresenzadistranieriènecessario,inquesta

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particolarefase,unostrettoraccordoconiservizidimediazioneculturale(ovepresenti)econireferentidellascuola, in quanto operatori in possesso di significative informazioni di un numero elevato di persone noncomunitarie.

Le offerte formative intramurarie non sono, quindi, per quanto possibile, ‘standardizzate’, ovvero tengonoconto e valorizzano le personali esperienze pregresse di lavoro e portano alla maturazione dellaconsapevolezza,nellapersona,della loro trasferibilità all’attualemercatodel lavoro,offronoaipartecipantiun’opportunità per confrontarsi, in gruppo, ed esplorare strategie ed obiettivi di sviluppo personale eprofessionale, fanno acquisire competenze professionali e trasversali, sociali, personali, contribuendo allamaturazionedapartedellepersonediunatteggiamentoproattivoenonassistenzialerispettoalmondodellavoro.Altroelementochecaratterizzalaformazioneintramurariaèl’aspettodell’integrazionetraformazioneprofessionaleesistemadell’economiapenitenziaria:leattivitàformativesonosviluppateincontesticoerenticonleattivitàproduttiveinconvenzioneconcooperativeoimpreseinternealcarcere.

4.1Imprenditorialitàincarcere

In questo paragrafo vengono offerti alcuni, seppur non esaustivi, spunti per integrare le politiche dellagiustizia,dellaformazioneedellavoroaffiancandomodellidieconomiacarcerariafinalizzatiacontribuireadun ‘nuovowelfare’, ingradodiconiugare inclusionesociale, stabilitàeconomicae tendenzedelmercato. Inmolti Istitutidipenasonodiverse le iniziativedi inclusioneattraverso il lavoroe lacollocazionedeiprodottirealizzati sul libero mercato, puntando all’autosostenibilità. Il riferimento è a quella che viene definitaEconomiacarceraria.

Iltermineeconomiacarcerariasiriferisceainiziativeimprenditorialirealizzateall’internodellecarceriitalianeche, grazie alla manodopera dei detenuti, realizzano svariati prodotti ‘a mercato’, dalla bigiotteria alcioccolato,daicosmeticiallamoda,daibiscottiaicomplementidiarredo,daiservizigraficialrestauromobili.La stabilizzazione delle azioni nelmedio/lungo termine è conseguente al buon andamento delle stesse sulmercato,ovverodipendedallacapacitàdelprogettodigenerarecommesseingradodigarantireunequilibriotra costi e ricavi. A tal fine, di regola ciascuna di queste attività imprenditoriali ha costruito reti dicollaborazioneconnumerosiattorieconomici,sociali,istituzionali.

L’economia carceraria è, in sostanza, un percorso di recupero per le persone in esecuzione penaleintramuraria che passa direttamente attraverso il lavoro, retribuito e regolarmente sottoposto a contratto.Significativo, dunque, è l’impatto legato alla sfera dell’autonomia economica dei progetti imprenditorialisviluppati incarcere.Aquestoaspettosiassocia ladimensionedellaproduttivitàdel lavoroedegli impegniverso la clientela, degli standard qualitativi e del legame esistente tra qualità, prezzo e sostenibilità delprogetto.

L’articolo15dellaLegge354/75,èstatoallabasedella firma,avvenutanel1999,delprotocollod’intesafraDAP/Ministero Giustizia e cooperative, che ha generato un successivo accordo a livello regionale (PRAP ecooperative). Condizione ulteriore necessaria è stata l’assimilazione dei detenuti ai soggetti svantaggiati exLegge381/91.Talicondizionihannofacilitato l’introduzione,previstadallaLegge93/2000(cd.Smuraglia),diunosgraviofiscaleperognidipendenteassuntodaimpreseoperantiall’internodelcarcere.

Traipuntidiforzadiquesteesperienzeèsenzadubbiorinvenibilelacapacitàdidinamismo(leattivitàsonoproiettate verso il mercato, aprendo concreti spazi di confronto con il mondo esterno), l’esercizio dellasostenibilità (la produzione di beni e/o servizi offre nuove opportunità per sostenere economicamente lepratiche di lavoro sociale, anche in assenza di linee di finanziamento pubblico), il collegamento stretto traformazione,attorinonprofiteprofitdelmondodellavoro,investitori.

Ledifficoltàsonoquelletipichelegatealfareimpresaall’internodiIstitutidipena:spazispessononadeguati,logisticaproblematica(tantoperl’accessodellematerieprime,quantoperl’uscitadelprodottofinito),turnidilavororitagliatisulleesigenzedell’Istitutopiuttostochesuquelledell’attivitàproduttiva,rigiditàdelpersonaledell’AmministrazionePenitenziaria,nonsempreconsapevoledelvalorediquestiprocessi,problemilegatiallacontinuità,allanecessitàdigarantireelevatistandardqualitativiafrontedelturnoverdellepersonecoinvolteintaliprogetti.

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5.Percorsiperl’inclusionelavorativadipersoneammesseallemisurealternativealladetenzioneeallavoroall'esterno

Neipercorsiperl’inclusionelavorativadipersoneammesseallemisurealternativealladetenzioneeallavoroall'esterno risulta imprescindibile un coordinamento costante con gli operatori penitenziari e con tutti isoggetti, istituzionalieprivati,operantisulterritorioeaventirelazionecon isingolicasiavari livelli.Questolavoro di rete, continuo e capillare, costituisce infatti la base essenziale delle buone pratiche checontraddistinguono l’interoprocesso inclusivo,ma anchedelle diverse proceduredi lavoro che attuano taliiniziative.L’obiettivooperativoprincipale,cheattraversaogniinterventorivoltoaquestatipologiadipersoneèquellodisviluppareuna‘retetrasversale’ingradodioffrirestrumentidisupportoerelazioni‘preparatorie’al momento della dimissione o dell’accesso all’inserimento sul luogo di lavoro, attraverso l’attivazionepreventivadeiserviziistituzionalieinformalieprivatipresentisulterritorio.

Ilcontestoincuitaliazioniinclusiveprendonocorpoèprincipalmentequellodell’esecuzionepenaleesterna,che corrisponde all’area in cui viene espiata una misura alternativa alla detenzione o altra modalitàtrattamentalediesecuzionedellapena(odialtriprovvedimentigiudiziari)chenonsiaall’internodelcarcere,bensìnellacomunitàterritorialediriferimento.

Le misure alternative previste dall’Ordinamento Penitenziario (L.26 luglio 1975, n.354 e successivemodificazioni) sono: la semilibertà, le diverse forme di detenzione domiciliare e di affidamento in prova alservizio sociale. La competenza decisionale sulla loro concessione è affidata al Tribunale di Sorveglianza. Iprincipali interlocutoriesoggetti istituzionalidi riferimentosonoquindigliUEPE,cheaffiancano leDirezionidegliIstitutiPenitenziari(incasodipersonedimittendi),alorovoltastrettamentecollegaticoniServiziSocialiprofessionali degli Enti Locali, i Servizi per l’impiego, i Dipartimenti di Salute Mentale, il volontariato el’associazionismoattivosulterritorio.

Un’altraformaattraversolaqualeèpossibileeseguirelepenaall’esternodell’Istitutoèl’art.21,ilcosiddetto‘lavoro all’esterno’ che non rappresenta una misura alternativa alla detenzione vera e propria, ma unbeneficio,concessodalDirettoredell’Istituto,checonsistenellapossibilitàdiusciredalcarcerepersvolgereun’attività lavorativa, un lavoro di pubblica utilità oppure per frequentare un corso di formazioneprofessionale(L.n.94del09/08/2013).Inquestocasoleiniziativediavvicinamentoallavoro,tramitepercorsidi formazione e tutoraggio, possono supportare le singole persone, integrando alle misure di legge, adesempio attività di lavoro gratuito/volontariato, l’apprendimento di competenze professionali utiliall’inserimentosocio-occupazionale.

In lineagenerale,per l’inclusione lavorativadipersoneammesseallemisurealternativealladetenzioneeallavoroall'esternovengonoofferti,agaranziadimaggioreefficacia,unpercorsodiorientamentoaidimittendioachièinprossimitàdifinepena,situazioniincuilepersonedevonoepossonoriallacciareirapporticonilmercato del lavoro mentre si trovano estremamente confuse rispetto alle possibilità offerte, alle proprieaspettativeeaipropri interessi. Ilprimoaccompagnamentoindividualerisultaunostrumentoessenzialeperl’acquisizionediunaconsapevolezzadellepropriecapacità,deiproprilimiti,dellepossibilità.

Viene inoltre generalmente associata l’offerta di una formazione di base, in grado di fornire un livello dicompetenze trasversali adeguate ad accedere ad esempio, ad un tirocinio formativo e un’esperienza diformazione, grazie alla quale misurare le attitudini e le competenze, da mettere a frutto nella successivaesperienzainazienda.

Leprincipalilineestrategichediinterventorisultanoquindiessere:

- forte integrazionee flessibilità tra le iniziativedi formazioneapiccoli gruppi e le iniziativediinserimentolavorativo(oiltirocinio),perrafforzareilsuccessodelleopportunitàdiinclusioneanchegrazieallaretetrasoggettidellaformazione,impreseprofitecooperativesociali

- analisipersonalizzatadeifabbisognidellepersone

- attivazione di iniziative personalizzate di preparazione alla fase di reinserimento sociale,integrandoisoggettiingradodigestiretalipercorsiallepiùvasteretiterritoriali,potendoinquesto

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modoraccordaretuttigliaspettilegatiaprocessiinclusivi(accessoallavoro,allacasa,allasalute,alterritorio)necessariacompiereuncamminodiinclusioneduraturonellacomunitàlocale.

5.1Ilcircuitodellamessaallaprovapergliadulti

La “messa alla prova” è un istituto già conosciuto nel processo penale a carico di imputatiminorenni; conl’entratainvigoredellaLegge67/2014èoraapplicabileancheagliadulti,seppurconsostanzialiesignificativedifferenze.Contale istituto il legislatorehavolutoperseguire ildupliceobiettivodideflazionare ilcaricodeiprocedimentipendentie,indirettamente,ilsovraffollamentocarcerario.Comedetto,lamessaallaprovapergli adulti si ispira alla sola precedente esperienza di probation processuale nota nell’ordinamento italiano,ossialasospensionedelprocessoconmessaallaprovadisegnataperilritopenaleminoriledagliartt.28e29delD.P.R.n.448del1988,malatrasferisceinun’areadellagiustiziapenalebenpiùestesaedispirataaprincipigiurisprudenziali totalmentedifferenti. Ilporsi ilproblemadicomerendere l’istitutocompatibileconquestodiversocontestonormativofadell’iniziativagovernativaunterrenodensodiquestionicheavrebberobisognodiunariflessionearticolata,siainterminigiuridici,sia,perquantomaggiormenteciriguarda,nell’apportocheilprivatosocialepuòdareallaqualificazione,realizzazioneepositivariuscitadeiprogettidimessaallaprovaelaboratidagliUEPE,cheillegislatorehaindividuatoqualimotoridellariformaattraversocompitiessenzialidiimpulsoall’attivitàdelGiudiceecontrollodellosvolgimentodellaprova.

Lemodifichedellenormecheregolanoilprocedimentopenalenelnostroordinamentodefinisconolaportataelanaturadelnuovoistituto;lasceltadellegislatore,all’art.3dellaLegge67/2014,èstataquella di introdurre la sospensione del procedimento con messa alla prova degli imputati adulti(sospensionedel procedimentopenale nella fase decisoria di primo grado, su richiesta di personaimputataper reati diminore allarme sociale, per reati puniti con la reclusione fino a 4 anni, sola,congiunta o alternativa alla pena pecuniaria, mentre è esclusa l’applicazione ai contravventori edelinquentiabituali,professionaliepertendenza)apportandomodifichealcodicepenale,alcodicediprocedurapenale,allenormediattuazione,dicoordinamentoetransitoriedelcodicediprocedurapenale,altestounicodelledisposizionilegislativeeregolamentariinmateriadicasellariogiudiziale,dianagrafedellesanzioniamministrativedipendentidareatoedeirelativicarichipendenti.

In estrema sintesi, la messa alla prova consiste nello svolgimento, sotto la supervisione dell’Ufficiodell’EsecuzionePenaleEsterna(UEPE),dicondottediretteariparareleconseguenzedannoseopericolosedelreato, nel risarcimento dei danni cagionati alla persona offesa, nella mediazione con la vittima del reato,nell’affidamentoalserviziosocialeperlosvolgimento,nell’osservanzadiprescrizionirelativealladimora,allalibertàdimovimento,allafrequentazionidilocali,diattivitàdivolontariatodirilievosociale(lavoridipubblicautilità)perentipubblicieperentiprivatidiassistenzasociosanitariaedivolontariato,delladuratadialmenodieci giorni anche non consecutivi, tenendo conto delle inclinazioni del soggetto e senza pregiudicarne leesigenzedi lavoro,studio,famigliaesalute. Inchiaveriparatoria ilGiudicedevevalutare l’adeguatezzadellecondotte riparatorie e risarcitorie e quelle dirette allamediazione; deve sentire la persona offesa prima didecidereinmeritoallaconcedibilitàdellamisura;può,soloconilconsensodellapersonaoffesa,autorizzareilpagamento rateale delle somme eventualmente dovute a titolo di risarcimento del danno e deve valutareancheche ildomicilio indicatonelprogrammadell’imputatosiataledaassicurare leesigenzedi tuteladellapersonaoffesadalreato.Terminatoilperiododiprova,ilGiudicedichiara,consentenza,estintoilreato,se,tenutocontodelcomportamentodell’imputatoedelrispettodelleprescrizionistabilite,ritengachelaprovaabbiaavutoesitopositivo,ancheinbaseaquantoemergedallarelazioneconclusivadell’UEPEchehapresoincaricol’imputato.

Lamessa alla provaper gli adulti, qui solo sommariamentedescritta, comporta la necessitàdi promuovereazioni che contribuiscano alla qualificazione dei percorsi stessi di messa alla prova, svolti in contesti delvolontariato (principalmente) attraverso interventi di orientamento al lavoro/informazione, formazioneprofessionale (propedeutica ai percorsi dimessa alla prova) e tirocini formativi da sperimentare in contestiprofessionalizzanti, al fine evitare la logica del “parcheggio” e/o il rischio che il percorso si sostanzi conqualchegiornata,inassenzadisignificatività,all’internodell’associazionedivolontariato.

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Attualmente,inItalia,nonesistonospecifichevalutazionisullesperimentazionidellamessaallaprovadiautoridireatoadultidacuitrarredaticircagliesiti,macisonoventicinqueannidipraticaminorileadisposizione.Lacasistica dei Tribunali minorili ha evidenziato il forte connotato educativo dell’istituto, empiricamentedimostratoanchedallabassarecidivadeisoggetticonesitopositivodellamessaallaprova.

Sono comunque ipotizzabili azioni dirette e di sistema per massimizzare la validità dello strumento, adesempio:

- la possibilità di costituire unufficio/sportello all’internodegliUEPE, finalizzato al sostegnodegli assistentisocialiinmeritoalletematichelavoro,scuolaeformazione,ingradodifornirerispostaalprevedibileaumentodel numerodi persone chepossono rivolgersi agliUEPE, consentendoalle personedi svolgereunpercorsosignificativo,voltoadaccrescerne,senecessario,ancheillivellodioccupabilità;

-lasperimentazionediattivitàformativepropedeuticheaipercorsidimessaallaprova(justintimerelativiaprofilidiinserimento);

-lasperimentazionediservizidiconsulenza(rivoltiagliavvocati,agliimputati,all’UEPE)perfavorirel’accessoalsistemadellerisorseeaipercorsiutilizzabilinellepropostediprogrammiditrattamento;

- lostudioe ilconfrontocon lemodalitàdi funzionamentonell’ambitodellaGiustiziaminorileenelsistemaprobativoinglese(attivitàdiricerca,scambiobuonepratiche,visitestudio).

BoxGiustiziariparativa

Per giustizia riparativa, ci si riferisce a un modello di intervento - ampiamentesperimentato in altri paesi - sui conflitti (originati da un reato o che si sono espressiattraversounreato)chesiavvalenondellapenaedellesuesanzionitradizionali,bensìdi strumenti che tendono a promuovere la riparazione del danno causato dal fattodelittuoso attraverso azioni positive di riconciliazione tra le parti, risoluzione delconflitto generato dal reato e rafforzamento del senso di sicurezza collettivo. La sfidache la giustizia riparativa lancia è quella della lettura relazionale del fenomenocriminoso,intesoprimariamentecomeunconflittocheprovocalarotturadiaspettativesociali simbolicamente condivise. Le domande non sono più: “chi merita di esserepunito?”e“conqualisanzioni?”ma“cosapuòesserefattoperriparareildanno?”,doveriparare non significa riduttivamente risarcire economicamente il danno cagionato.Attraverso la realizzazione di azioni positive, la riparazione assumeuna valenzamoltopiù profonda e uno spessore etico che la rende molto più complessa del merorisarcimento [Mannozzi G., “Problemi e prospettive della giustizia riparativa” inRassegnapenitenziariaecriminologica,2001].

Dalpuntodivistadellapartecipazionealmercatodel lavorodipersonedisoccupate insituazionedimessaallaprova,occorreproporrequestatipologiadioffertaaquellecherisultanoinunasituazionediparticolarefragilità,facendoparticolareriferimentoa:

- personeinassenzadiretesociale,

- personeinassenzadiopportunitàoccupazionali

- straniericonunasituazionediregolaritàsulterritorioprecedenteallamisura

- personeinsituazionedidisagiosocialequalidonnesoleconfigli,tossicodipendenti

Perquestepersoneinparticolareènecessariointervenireattraversol’integrazionedialcunegiornatedilavoridipubblicautilitàconmisurequali laformazioneprofessionalee il tirocinio,qualificandoipercorsidimessaalla prova, rafforzandone pertanto l’aspetto riabilitativo rispetto a quello retributivo e riparativo. A talpropositosiritienedeterminante:

- la forte integrazione con il sistema dell’associazionismo al fine di “preparare” lo svolgimento di lavori dipubblica utilità accrescendone il significato e la coerenza con il profilo professionale della persona e lanecessitàdimiglioramentooccupazionale;

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- lo sviluppo di interventi volti al miglioramento dell’occupabilità, da effettuare parallelamente allosvolgimento dei lavori di pubblica utilità, coinvolgendo quelle persone che si trovano in situazione di fortedisagioevulnerabilitàsocialecausatedamancanzadiopportunitàoccupazionali.

NelconcretociòpuòavvenirerendendodisponibiliallepersoneindividuatedaUEPEilcuiprocessoèsospesopermessaallaprova,percorsidiorientamento, formazioneeTirocinioaccompagnatidainecessariservizidisupporto e personalizzazione che aiutino poi le persone stesse nell’inserimento/reinserimento in contestiproduttivi.

Questetipologiediinterventisicaratterizzanosenzadubbioperilloroelevatolivellodisperimentazione:

ü si tratta di intervenire in un ‘nuovo’ ambito, quale quello di persone coinvolte in misure diGiustiziaRiparativa;

ü si tratta di formulare specifiche azioni orientative e di accompagnamento volte integrare leprescrizionidellamessaallaprovaconl’inserimento/reinserimentosocialeelavorativo

ü sitrattadiricercareunafortecoerenzatrailpercorsodimessaallaprovaelepersonaliattitudiniecompetenze;

ü sitrattaditrovaremetodologienuoveperoffrireaipartecipantiun’opportunitàperconfrontarsi,ancheingruppo,sulledifficoltàincontratenellaricercadellavoroedesplorarestrategieedobiettividisviluppopersonaleeprofessionale

ü si tratta di massimizzare il periodo di messa alla prova collegandolo all’obiettivo di unmiglioramentodellastabilitàlavorativa,dell’acquisizionedicompetenzeprofessionaliecompetenzetrasversali,sociali,personali,dibaseprecondizionenecessariaperlapermanenzadellepersonenelmondodellavoro;

ü sitrattadicrearecoerenzatralasituazionedimessaallaprovaelapromozioneeincentivazionedei processi di autonomia, sviluppando un atteggiamento proattivo e non assistenziale rispetto almondodellavoroe,piùingenerale,deiservizialcittadino.

6.Ilsistemadiformazioneelavororivoltoaminorenniegiovanisottopostiaprovvedimentidell’autoritàgiudiziaria

In riferimento al tema dell’inclusione socio-lavorativa è necessario esplicitare che i minori e i giovani chenecessitano maggiormente di un progetto educativo nel quale il lavoro venga inserito come momentofondante della propria crescita e come alternativa alla scelta deviante, hanno particolari caratteristiche.Innanzitutto occorre considerare le caratteristiche specifiche dei ragazzi in difficoltà che hanno nella lorostoriapersonalel’esperienzadiesserestatiespulsipiùvoltedallascuola,siadell’obbligochesuperiore,quindiposseggono una formazione scolastica scarsa e lacunosa; molti sono immigrati privi di alfabetizzazione ocomunque con difficoltà di comprensione della lingua italiana; molti sono in forte condizione di bisognoeconomico per motivi sociali. La condizione di oggettiva debolezza dei minorenni rispetto alla prestazionelavorativaèunargomentochehasempresuscitatopreoccupazioneperlesueimportanticonseguenzesociali.L’adolescenteèparticolarmentesensibilealleinfluenzeambientaliequestorisultaesseretantounrischiomaancheunarisorsa.Se,infatti,riusciamoamodificare,inparte,illoroambientedivita(favorendolapossibilitàdi esperienze nuove, ad esempio l’inserimento in azienda, un tirocinio, un lavoro), a offrire modelli diriferimento alternativi a quelli di partenza, a stimolareprocessi di responsabilizzazione e riparazione, allorasiamoingradodiagevolareunloropositivoinserimentosociale.

Il legame tracondotta riparativae finalitàpreventivaèallabasedelD.P.R.448/1988che regola ilprocessopenale minorile. Nel corso degli anni si assiste ad altre importanti processi di riforma, non da ultimo lamodificadell’art.24deldecretolegislativo28luglio1989,n.2723cheelevalacompetenzadellagiurisdizioneminorileperreaticommessidurante laminoreetà:“1.Lemisurecautelari, lemisurealternative, lesanzionisostitutive,lepenedetentiveelemisuredisicurezzasieseguonosecondolenormeeconlemodalitàprevisteper iminorenniancheneiconfrontidicolorochenelcorsodell'esecuzioneabbianocompiutoildiciottesimo

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ma non il venticinquesimo anno di età. L'esecuzione rimane affidata al personale dei serviziminorili. 2. Ledisposizioni del comma 1 si applicano anche quando l'esecuzione ha inizio dopo il compimento deldiciottesimoannodietà”.Questaopportunità rende l’occupabilitàe la strutturazionediunaprofessionalitàspendibilesulmercatodellavoronodicrucialiperl’inclusionesocio-lavorativaanchedeigiovaniadultientratinelcircuitogiudiziario.

Lanecessitàdistabilireperiminoriedigiovaniunaqualificataoffertavoltaall’inclusionesocio-lavorativa,èstata sostenuta ed incoraggiata nel 2009, quando il Dipartimento Giustizia Minorile ha prodotto le “Lineeguida per il sistema di formazione e lavoro rivolto a minorenni e giovani sottoposti a provvedimentidell’Autorità giudiziaria penale”. Il documento intende delineare il riferimento culturale, metodologico eprocedurale per la progettazione e la gestione di interventi sistemici di formazione professionale e diinserimento sociale e lavorativo di minorenni e giovani sottoposti a procedimenti penali, garantendo lorol’accesso a percorsi formativi e di transizione al lavoro quali opportunità di promozione sociale. Viene dasubitosottolineatocheunsistemadiformazioneedintegrazionesocio-lavorativarivoltoaiminorisoggettiaprovvedimenti restrittivi della libertàpersonaledeve rispettare standard comuni e rispondere a linee guidageneralima,alcontempo,devetrovareapplicazioneinambitoterritoriale,invirtùdiuncoordinamentotraiCentri per la Giustizia Minorile, le Regioni, gli Enti Locali ed il maggior numero possibile di soggetti delpubblico,delprivatosocialeedelmondoimprenditoriale.

IprincipirichiamatinelleLineesono:

• Flessibilità,modularitàepersonalizzazionedeipercorsi• Continuitàedintegrazionedeiserviziformativieditransizioneallavoro• Metodologieattivediinsegnamentoedapprendimento• Certificazionedellecompetenzeacquisite• Integrazionedeipercorsiformativiconiniziativediinclusionesociale

BoxLineeGuidaDGM,2009

Flessibilità,modularitàepersonalizzazionedeipercorsi

ü Ilgiovaneèilcentrodiogniintervento,percuiiservizidevonosapersiadattareallelorocaratteristichee,naturalmente,aivincolichelasuavicendagiudiziariaimpone.

ü Ogni ragazzo/a con procedimento penale in corso ha infatti una storia, trattipersonali ed una situazione assolutamente unici; è dunque essenziale che i servizi diorientamento, formazione ed inserimento socio-lavorativo siano flessibili, attivabili intempi rapidi, modulari e personalizzati sia per ciò che riguarda gli obiettivi che icontenutichelemetodologieadottate.

ü La personalizzazione consente di scoprire le capacità e le attitudini positive diciascuno e ne sollecita la mobilitazione tramite esperienze formative concrete, chemiranoaporre il giovane inun ruolodimaggioreprotagonismo rispetto allepratichepedagogichetradizionali.

Continuitàedintegrazionedeiserviziformativieditransizioneallavoro

ü Nel percorso di reinserimento sociale il giovane attraversa diversi momenti eservizi,evieneacontattocondiversioperatori(orientatore,formatori,tutoretc.).Eglideve comunque percepire il suo percorso come un “unicum”, avendo chiari sindall’inizio gli obiettivi finali ed intermedi, ed essendo sempre accompagnato da unapersonadiriferimento

Metodologieattivediinsegnamentoedapprendimento

ü Occorre valorizzare l’intelligenza pratica dei giovani, incanalandola versoapprendimenti significativi. A tal fine si dovranno utilizzare metodologie formative

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attive,basatesudiunapprendimentoesperienzialee,ovepossibile,incontestirealidilavoro.

Integrazionedeipercorsiformativiconiniziativediinclusionesociale

ü Oltre al recupero di competenze di tipo professionale a fini lavorativi, èindispensabilefavoriremomentisignificatividisocializzazione

Un’attenzioneparticolaredeveriguardarealcunefascedifficilinelgiàvariegatouniversodeiminoridell’areapenale, che sembrano di complesso inserimento nella formazione classica e nel mercato del lavoro e chenecessitanoquindidipercorsimiratiespecifici:iminoristranierieigiovaniadulti.

Inriferimentoaiminoristranieri, lacomplessitàderivatadall’insistenzadinormativedifferenziateintemadiminoristranieriegliaspetti inerenti l’integrazionesocio-culturalerendonopiùdelicatol’ingressonelmondooccupazionale, sia in relazione ai passaggi burocratico-amministrativi e alle procedure ad essi attinenti cheevidenziano punti deboli e snodi critici sia rispetto alla necessità di individuare i relativi aggiustamentinecessaripergarantirepariopportunitàeducative.Rispettoaigiovaniadulti, semprepiùgliadolescenticheentrano nel circuito penale sono in larga parte 17enni e spesso vi permangono oltre il compimento dellamaggiore età. Spesso si inserisce la componente recidivante, pertanto la compresenza di più capi diimputazione e quindi di differenti procedimenti, implica una permanenza più lunga all’interno dei servizi.Bisognaquindiconsiderarelanecessitàdipercorsidiautonomiaediresponsabilizzazionededicatiespecificiperquestaparticolarefasciadiragazzi/e.

L’offerta di servizi deve quindi essere articolata e, al contempo, integrata, con percorsi di orientamento eformazione all’interno degli Istituti Penali e le Comunità Ministeriali (area penale interna) e percorsi ditirocinioconinserimentoinaziendaperiminorenniegiovanisottopostiaprovvedimentipenalidispostidallaAutoritàGiudiziariaminorile(areapenaleesterna).

Lamaggior parte deiminori autori di reato rientra potenzialmente nella seconda tipologia: è in carico agliUSSM nell’ambito di misure svolte all’esterno dell’Istituto di Pena; la detenzione, infatti, assume per iminorenni carattere di residualità, per lasciare spazio a percorsi e risposte alternativi, sempre a caratterepenale.A tal proposito, si assiste aduna sempremaggiore applicazionedel collocamento in comunità, nonsolo quale misura cautelare, ma anche nell’ambito di altri provvedimenti giudiziari, per la sua capacità dicontemperareleesigenzeeducativeconquellecontenitivedicontrollo.Fondamentalerisultaintegrareedarevalore a talimisure “alternative e sostitutive” all’areapenale internapredisponendoprogetti di sostegnoeaiutoindividualizzatiingradodirispondereaibisogniespressi,rilevatidaappositeéquipeinterdisciplinari,e,al contempo, in grado di rispondere al disagio che sottende alla commissione di reati da parte dellapopolazionegiovanile.

Ilmodellodi interventoprevedegeneralmenteunafasedipresa incarico,con ladefinizionediunprogettoeducativo personalizzato e la preparazione percorso di transizione al lavoro, una fase di orientamento(accoglienza,bilanciodicompetenza,counselingorientativo,tutoraggioorientativo–formativo)eformazione(formazioneinpiccoligruppiperl’acquisizionedicompetenzedibasee/otecnico-professionalipropedeuticheall’attivazione di un Tirocinio) ed una fase dedicata all’accompagnamento, quale servizio di supportoall’inserimentolavorativoeditutoraggioneitraininglavorativi.

Gli interventi sviluppati secondoquestemodalitàconsentonodioffrireunpercorsopersonalizzatocoerentecon le esperienze e competenze professionali del minore/giovane: viene ad es. sviluppato un progettopersonalizzato di reinserimento lavorativo concretizzabile attraverso attività formative e di Tirocinio efavorisconolastabilitàlavorativainquantosièconcretamentesostenutinell’inserimentolavorativononsolonellafasediprimoinserimentoinazienda.

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Ilcapitoloèstatoredattoattingendodirettamenteadiversidocumentidiseguitorichiamati:

ConsorzioO.P.E.N.(M.G.Mastrangelo)“Rei-PercorsidiResponsabilità,Riparazione,Inclusione”,2014

ConsorzioO.P.E.N.(M.G.Mastrangelo,S.Cuppini,C.Ducange)“Messaallaprova-qualificareiperiodidimessaallaprovadellepersoneautricidireato”2015

ConsorzioO.P.E.N.(M.G.MastrangeloeC.Cazzanelli)“Giustiziariparativa-ricomporreil“pattodicittadinanza”2014

ConsorzioO.P.E.N.(M.G.Mastrangelo,M.Girardello)“Economiacarcerariainnovazioneeimprenditorialitàincarcere”2014

DipartimentoGiustiziaMinorile“Lineeguidaperilsistemadiformazioneelavororivoltoaminorenniegiovanisottopostiaprovvedimentidell’Autoritàgiudiziariapenale”,2009

UnitedNations,OfficeonDrugsandCrime:“HandbookonRestorativejusticeprogrammes”,novembre2009

I.Durnescu,“ActiveInclusionLearningNetwork-Whatapproachescontributetoimprovingemployabilityandemploymentoutcomesamongstsociallyexcludedgroups?”EuropeanUnionDirectorateforEmployment,SocialAffairsandInclusion.2015

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